Prima guerra sannitica e Guru del sikhismo: differenze tra le pagine

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[[File:Guru Gobind Singh.jpg|thumb|[[Guru Gobind Singh]].]]
{{Infobox conflitto
|Tipo=Guerra
|Nome del conflitto = Prima guerra sannitica
|Parte_di=delle [[guerre sannitiche]]
|Immagine=Carte PremGuerreSamnite 343avJC.png
|Didascalia= Mappa dei territori che coinvolsero Roma e i Sanniti durante la prima delle tre guerre
|Larghezzaimmagine=300px
|Data = 343 a.C. - 341 a.C.
|Luogo = Campania
|Casus = Lotta per l'egemonia sulla penisola italica
|Esito = Vittoria romana
|Schieramento1 = Federazione sannitica
|Schieramento2 = Roma
}}
{{Campagnabox Guerre sannitiche}}
La '''Prima guerra sannitica''' fu combattuta dai Romani contro i [[Sanniti]], tra il [[343 a.C.]] e il [[341 a.C.]], quando si concluse con un trattato di pace, siglato a Roma. Teatro dello scontro furono la [[Campania]] ed il [[Sannio]].
 
Per il [[sikhismo]], '''guru''' deriva etimologicamente da '''gu''': oscurità e '''ru''': verso la luce. Il [[guru]], come nell'[[induismo]], è colui che guida il discepolo dalle tenebre alla luce<ref>[http://www.sikhiwiki.org/index.php/Guru#Definition_of_the_word_.27Guru.27 Vedere ''guru'' in SikhiWiki l'encicoledia sikh in inglese.]</ref>.
== Antefatto ==
Il [[casus belli]] che fece scoppiare la prima guerra tra Sanniti e Romani fu offerto dalla città di [[Capua antica|Capua]], fiorente centro della Magna Grecia poco lontana dalla costa, situata nella [[pianura campana]] e, quindi, nelle mire dei Sanniti. Quando questi la posero sotto assedio, la città di Capua mandò un'ambasceria a [[Roma]] chiedendone la protezione.<ref>{{cita|Livio|VII, 29.}}</ref>.
 
Il [[Guru Granth Sahib]], il libro dei sikh, ricorda a questo proposito, a pagina 463<ref>[http://www.srigranth.org/servlet/gurbani.gurbani?Action=Page&g=1&h=1&r=1&t=1&p=0&k=0&fb=0&Param=463 Vedi Guru Granth Sahib a pagina 463]</ref>:
Il [[Senato romano]] però si tirò indietro a causa di un trattato di non belligeranza stipulato in precedenza proprio con i Sanniti (354 a.C.), al che gli ambasciatori tentarono l'ultima carta che avevano per ottenere soccorso: consegnarono la loro città nelle mani di Roma, grazie all'espediente della ''[[deditio]].''<ref>{{cita|Livio|VII, 30-31.}}</ref>.
 
ਜੇ ਸਉ ਚੰਦਾ ਉਗਵਹਿ ਸੂਰਜ ਚੜਹਿ ਹਜਾਰ ॥
{{q|«Visto che rifiutate di far ricorso a un legittimo uso della forza per opporvi alla violenza e all'ingiustizia perpetrate nei confronti di ciò che ci appartiene, proteggerete almeno quanto appartiene a voi. Di conseguenza noi affidiamo alla vostra autorità e a quella del popolo romano il popolo della Campania e la città di Capua, le campagne, i santuari degli dèi e tutte le cose sacre e profane: qualunque cosa affronteremo da questo momento in poi, la affronteremo come vostri sudditi». Pronunciando queste parole, con le mani tese verso il console e il volto rigato dalle lacrime, si prostrarono a terra nel vestibolo della curia.| [[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', VII, 31.}}
 
ਏਤੇ ਚਾਨਣ ਹੋਦਿਆਂ ਗੁਰ ਬਿਨੁ ਘੋਰ ਅੰਧਾਰ ॥੨॥
Il Senato accettò, ovviamente, e mandò ambasciatori ai sanniti per informarli della mutata situazione e per chiedere che l'assedio fosse interrotto. I Sanniti, però, rifiutarono e così a Roma non restò che dichiarare loro guerra. Era il 343 a.C.<ref>{{cita|Livio|VII, 31-32.}}</ref>
 
ovvero:
== Prima guerra sannitica ==
La campagna militare fu affidata ai due consoli in carica [[Marco Valerio Corvo]] e [[Aulo Cornelio Cosso Arvina]], entrambi patrizi, ma non per questo in contrasto alle [[Leggi Licinie Sestie]] da poco approvate (uno dei due consoli ''può ''essere un plebeo). In Campania fu inviato Marco Valerio, nel Sannio Aulo Cornelio<ref name=VII32>{{cita|Livio|VII, 32.}}</ref>.
 
Anche se ci sono un centinaio di lune e mille soli,
Secondo il racconto di Tito Livio, Marco Valerio condusse i romani alla vittoria nella [[battaglia del Monte Gauro]]<ref name=VII32/>, in quello che fu il primo scontro in campo aperto tra i due popoli.
 
Anche con tale luce, il buio persiterà senza la presenza del guru.
{{q|I Sanniti vennero catturati, uccisi (e non ne sarebbero sopravvissuti molti, se la notte non avesse interrotto quella che era una vittoria più che una battaglia). I Romani ammettevano di non aver mai combattuto con un nemico più tenace, mentre i Sanniti, essendo loro stato domandato che cosa li avesse spinti, nella loro determinazione, alla fuga, dicevano di aver visto il fuoco negli occhi dei Romani, e un folle furore nei loro sguardi.|[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', VII, 33.}}
 
Guru è un termine importante che ha quattro significati. Il primo è in relazione a Dio. Dio è il guru, essendo al di fuori del tempo, ma che rientra nella dimensione temporale. Dio, anche chiamato [[Vahiguru]], è l'istruttore divino. Per il sikhismo, i guru si trova anche in nell'induismo o nell'[[Islam]]<ref>''A Popular dictionnary of Sikhism'' de W. Owen Cole et Piara Singh Sambhi, édition Curzon, pages 75, 76 et 77, ISBN 0700710485</ref>.
Più difficile fu la situazione in cui si venne a trovare l'altro console, Aulo Cornelio, che si trovò intrappolato con le sue truppe in una stretta valle del Sannio, osservato dall'alto dai Sanniti, pronti alla battaglia. Solo la prontezza del [[tribuno militare]] [[Publio Decio Mure (console 340 a.C.)|Publio Decio Mure]], riuscì ad evitare il peggio ai romani, permettendogli di guadagnare, senza perdite, una posizione più favorevole<ref>{{cita|Livio|VII, 34-36.}}</ref>.
 
Il secondo significato del termine è, naturalmente, il guru umano. Il [[Sikhismo|sikh]] riconosce undici ''[[Guru]]'', dieci che hanno vissuto in carne e ossa e l'ultimo incarnato nell'anima dei dieci precedenti e sotto la forma di un libro, ''[[Guru Granth Sahib|Siri Guru Granth Sahib]]'':
{{q|Quando passò di bocca in bocca la notizia che erano tornati sani e salvi gli uomini che avevano rischiato la vita esponendosi a sicuri pericoli pur di garantire la salvezza comune, tutti si riversarono loro incontro per lodarli, ringraziarli, invocarli uno per uno con il nome di salvatori, levando grazie e lodi agli dèi mentre esaltavano Decio. A questi fu concesso il trionfo all'interno dell'accampamento.|[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', VII, 34-36.}}
 
* [[Guru Nanak]] ([[1469]]-[[1539]]) fondatore della religione [[sikhismo|sikh]], diffonde la parola di Dio col nome ੴ(Ek Onkar: un unico creatore di tutto e tutti gli esseri), gira il mondo nelle quattro direzioni ( nord, ovest, est e sud): a Nord TIBET a Ovest Arabia Saudita (in alcuni testamenti provano anche la visita a Roma da parte di GURU NANAK DEV JI)a Sud fino al Sri Lanka e a Est fino al Birmania. Guru Nanak Dev Ji descrive perfettamente la creazione dell'universo e la sua fine (The sky and the earth shall pass away; He alone is permanent. ANG 64 M:1) [https://www.sikhnet.com/oldsikhnet/sggs/translation/0064.html]: il seguente verso si trova a metà pagina (The day and the sun shall pass away; the night and the moon shall pass away; the hundreds of thousands of stars shall disappear.)
Approfittando dello sconcerto per l'accaduto dei Sanniti, i Romani li attaccarono prontamente in campo aperto, ottenendo una chiara vittoria.<ref>{{cita|Livio|VII, 36.}}</ref>
*[[Guru Angad Dev|Guru Angad]] ([[1504]]-[[1552]]) creò l'alfabeto [[Alfabeto gurmukhi|gurmukhî]] e compose 62 inni.
* [[Guru Amar Das]] ([[1479]]-[[1574]]) creò la comunità dei sikh a Goindwal, non lontano dall'attuale [[Amritsar]]. Egli diede anche inizio alla tradizione del ''Langar'', o di un pasto condiviso da tutti i fedeli al di là del loro stato sociale, della loro razza o del genere. Egli realizzò ardentemente una campagna contro molte pratiche come l'infanticidio femminile, l'immolazione delle vedove sul fuoco, la clausura femminile, la segregazione di casta, ecc.
* [[Guru Ram Das]] ([[1534]]-[[1581]]) fondò la città di [[Amritsar]] ed iniziò la costruzione del [[tempio d'Oro]]
* [[Guru Arjan]] ([[1563]]-[[1606]]) terminò la costruzione del [[tempio d'Oro]] e compilò l'''[[Adi Granth|Âdi Granth]]''. Venne martirizzato dai [[Moghul]], su ordine di [[Jahangir|Jahângîr]], per essersi rifiutato di far entrare la tradizione sikh sotto il giogo dell'[[Islam]].
* [[Guru Har Gobind|Guru Har Gobind]] ([[1595]]-[[1645]]) si proclamò detentore dell'autorità temporale (''Miri'') oltre che spirituale (''Piri'') e creò un esercito per difendere i sikhs e il popolo del [[Punjab (regione)|Punjab]] contro il fondamentalismo dei [[Moghul]].
* [[Guru Har Rai]] ([[1630]]-[[1661]]) continuò l'opera del suo predecessore, la predicazione in tutta l'India settentrionale e rafforzò le fondamenta della comunità sikh
* [[Guru Har Krishan]] ([[1656]]-[[1664]]), il guru bambino, divenne guru a cinque anni e morì di [[vaiolo]] tre anni dopo. Fu quindi la sola figura senza barba.
* [[Guru Tegh Bahadur]] ([[1622]]-[[1676]]) venne decapitato per ordine di [[Aurangzeb]] per aver dato rifugio a dei [[Brahmano|brahmani]] del [[Cashmere]] e per aver rifiutato di convertirsi all'islam,inoltre salvò la Religione Hindu dalla sua estinzione.
* [[Guru Gobind Singh]] ([[1666]]-[[1708]]) l'ultimo guru incarnato. Completò l' ''[[Adi Granth|Âdi Granth]]'', militarizzò i sikh e costituì il [[Khālsā|Khâlsâ Panth]]. Instaurò il battesimo, l'adozione dell [[cinque K]] e dei patronimici ''Singh'' (leone) per gli uomini e ''Kaur'' (principessa) per le donne.Sacrificò i suoi 4 figli per il bene dell'umanità ( 2 figli furono murati vivi e due figli cadderò in battaglia davanti al padre),dopo numerosi anni passati a combattere combattere le truppe mongole e le persecuzioni di [[Aurangzeb]], consacrò il [[Guru Granth Sahib|Siri Guru Granth Sahib]] come suo ultimo successore.
* Il [[Guru Granth Sahib|Siri Guru Granth Sahib]], il ''libro'', l'ultimo guru, la manifestazione più elementare di ''Shabad Guru''.
 
<div class="center">
In quel primo anno venne combattuta una terza battaglia nei pressi di [[battaglia di Suessula|Suessula]], vinta dai romani guidati da Marco Valerio, che, dopo aver preso il campo nemico lasciato sguarnito per le necessità dell'approvvigionamento, fece strage dei nemici, che si erano avventurati nelle campagne vicine per approvvigionare il campo di cibo.<ref>{{cita|Livio|VII, 37.}}</ref>
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Ai due consoli fu concesso l'onore del trionfo, cui partecipò anche Decio Mure. La notizia delle prime vittorie dei romani, giunse anche a Cartagine, che inviò degli ambasciatori a Roma, per congratularsi della vittoria.<ref>{{cita|Livio|VII, 38.}}</ref>
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L'anno successivo, il console [[Gaio Marcio Rutilo]] inviato a prendere il comando delle truppe acquartierate vicino Capua a sua difesa, si trovò nella necessità di affrontare comportamenti sediziosi dei soldati, che progettavano di prendere con la forza Capua, per impadronirsi delle sue ricchezze.
 
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Con tattiche diversive, riuscì ad allontanare dagli accampamenti militari gli elementi più pericolosi, fino a quando gli insubordinati ne capirono le mosse, uscendo allo scoperto, e muovendo armati alla volta di Roma. [[Marco Valerio Corvo]], nominato [[dittatore romano|dittatore]], riuscì ad evitare lo scontro tra truppe romane, promuovendo un accordo con i rivoltosi.<ref>{{cita|Livio|VII, 38-39.}}</ref>
 
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La guerra si concluse nel 341 a.C., quando il console [[Lucio Emilio Mamercino Privernate]] fu affidata la campagna nel [[Sannio]]. Entrato in territorio nemico, i romani iniziarono a devastarne le campagne, finché i Sanniti non inviarono ambasciatori a Roma per chiedere la pace.<ref>{{cita|Livio|VIII, 1.}}</ref>
 
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A Roma gli ambasciatori ottennero la pace con i Romani, ed il permesso di continuare la guerra contro i loro nemici di sempre, i [[Sidicini]]. Con questo trattato terminò la prima guerra sannitica, anche se durante lo stesso anno, i Sanniti dovettero subire gli attacchi dei [[Latini]], alleati di Roma.<ref>{{cita|Livio|VIII, 2.}}</ref>
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== Note ==
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== Bibliografia ==
;Fonti primarie
*[[Tito Livio|Livio]], [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita|''Ab Urbe condita libri'' (testo latino)]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]].
 
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== Voci correlate ==
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* [[Repubblica romana]]
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* [[Sanniti]]
bar:Ram from:1534 till:1581 color:4
* [[Battaglia del Monte Gauro]]
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* [[Battaglia di Suessula]]
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* [[Esercito romano]]
bar:Har from:1630 till:1661 color:7
* [[Organizzazione militare dei Sanniti]]
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</div>
 
Il terzo significato è quello utilizzato non per un guru di carne e ossa, ma il [[Guru Granth Sahib]], il Guru senza tempo lasciato da Guru Gobind Singh.
 
Un quarto significato è legato al termine Guru Panth vale a dire, la comunità sikh. Le sue decisioni, benché temporali, segnano i credenti nel tempo.
 
== Note ==
<references/>
 
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[[Categoria:Guerre sannitiche| Sikhismo]]