Storia degli Stati Uniti d'America e Qualcosa da decidere: differenze tra le pagine

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{{Album
{{Storia USA}}
|titolo = Qualcosa da decidere
La '''storia dei territori che fanno parte degli Stati Uniti d'America''' ebbe inizio ben prima della data convenzionale del [[4 luglio]] [[1776]], quando fu votato l'atto di nascita degli [[Stati Uniti d'America]] dai delegati al [[Secondo congresso continentale]].
|artista = Enrico Nigiotti
|tipo album = Studio
|giornomese = 12 febbraio
|anno = 2015
|durata = 33:34
|numero di dischi = 1
|numero di tracce = 10
|genere = Pop
|nota genere =
|etichetta = [[Universal Music Group|Universal]]
|produttore =
|registrato =
|formati = [[Compact disc|CD]], [[Musica digitale|download digitale]]
|numero dischi d'oro =
|precedente = [[Enrico Nigiotti (album)|Enrico Nigiotti]]
|anno precedente = 2010
|successivo = [[Cenerentola (album)|Cenerentola]]
|anno successivo = 2018
|singolo1 = Qualcosa da decidere
|data singolo1 = 16 gennaio 2015
|singolo2 = Ora che non è tardi
|data singolo2 = 8 maggio 2015
}}
'''''Qualcosa da decidere''''' è il secondo [[album in studio]] del [[cantautore]] [[italia]]no [[Enrico Nigiotti]], pubblicato il 12 febbraio 2015.
 
== Descrizione ==
Abitato già [[XL millennio a.C.|40.000 anni fa]], toccato dalle spedizioni dei [[vichinghi]], il territorio in questione fu probabilmente toccato nuovamente da esploratori europei nel [[1513]], durante una spedizione guidata da [[Juan Ponce de León]]. Gli esploratori e coloni europei successivamente approdati sul continente nordamericano incontrarono numerose popolazioni di [[nativi americani]] (denominati poi impropriamente ''indiani'' o ''indiani d'America''), che vennero poi decimati nel corso della colonizzazione promossa da varie potenze europee cui parteciparono, tra gli altri, [[Regno Unito|britannici]], [[Francia|francesi]], [[Olanda|olandesi]] e [[Spagna|spagnoli]].
L'album è stato pubblicato in concomitanza della partecipazione del cantautore alla sezione "Nuove proposte" del [[Festival di Sanremo 2015]]. Il brano presentato in gara, nonché primo singolo estratto, è stato l'omonimo ''Qualcosa da decidere''.<ref>{{Cita web|url = https://www.allmusicitalia.it/sanremo/enrico-nigiotti-qualcosa-da-decidere.html|titolo = Enrico Nigiotti – Qualcosa da decidere|editore = [[AllMusic]]|data = 9 febbraio 2015|accesso = 28 febbraio 2019}}</ref>
 
== Tracce ==
La [[Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America|Dichiarazione di indipendenza]], scritta da [[Thomas Jefferson]], fu ratificata il [[4 luglio]] [[1776]], nel pieno della [[Guerra d'indipendenza americana]] appena due giorni dopo l'approvazione all'unanimità della risoluzione del delegato [[Richard Henry Lee]] che recitava fra l'altro: "queste Colonie Unite sono, e debbono essere di diritto, stati liberi e indipendenti"<ref>Maldwyn A. Jones - Storia degli Stati Uniti d'America - p. 46</ref>.
{{Tracce
 
|Autore testi e musiche = Enrico Nigiotti
Dopo la vittoria sulla [[Gran Bretagna|madrepatria]], gli [[Stati Uniti]] si allargarono ad ovest, dovendo fronteggiare anche una sanguinosa [[guerra di secessione americana|guerra civile]]. Completata la conquista dell'attuale territorio, la federazione divenne una potenza economica e politica mondiale, rafforzandosi notevolmente dopo la [[seconda guerra mondiale]] e ancora di più dopo la fine della [[guerra fredda]].
|Titolo1 = Qualcosa da decidere
 
|Durata1 = 3:15
== Nativi americani ==
|Titolo2 = Loschi anni
{{vedi anche|Nativi americani}}
|Durata2 = 3:27
 
|Titolo3 = Ora che non è tardi
Attualmente, in base alle ricerche di [[Luigi Luca Cavalli-Sforza]] e collaboratori, si suppone che i primi uomini siano arrivati nel continente intorno a quarantamila anni fa dall'[[Asia]] attraverso lo [[stretto di Bering]], via mare. Il modello precedente, il cosiddetto modello [[Clovis]], invece individuava tre ondate migratorie avvenute circa dodicimila anni fa, partite sempre dall'Asia e penetrate attraverso le terre allora emerse dello stretto di Bering, la [[Beringia]]. In ogni caso, questo primo flusso migratorio dall'odierna [[Alaska]] si spostò in tutto il continente americano, dal nord all'estremo sud.
|Durata3 = 2:59
 
|Titolo4 = Piano piano
[[File:USA 10400 Arches National Park Luca Galuzzi 2007.jpg|thumb|right|250px|Il [[Parco Nazionale degli Arches]] nello [[Utah]]]]
|Durata4 = 3:25
 
|Titolo5 = Chardonnay
È ormai assodato che i [[Vichinghi]], facilitati dal cosiddetto [[periodo caldo medioevale]], nel corso delle loro esplorazioni nei mari del Nord, raggiunsero il [[Labrador]], da loro chiamato [[Vinland]], terra della vite. Essi però non vollero o non riuscirono a creare degli insediamenti importanti.
|Durata5 = 2:52
 
|Titolo6 = Il tempo non rispetta
Nel territorio occupato ora dagli Stati Uniti vivevano diversi popoli di discendenza asiatica chiamati pellirosse. Nella zona degli Stati del nord-ovest, al confine con l'odierno [[Canada]], vivevano gli [[Yakima]] ed i vicini territori degli attuali Stati di [[California]], [[Nevada]] e [[Utah]] erano abitati da [[Paiute]], [[Shoshoni]], [[Pomo (popolazione)|Pomo]], [[Ohlone|Costanoan]] e [[Serrano (popolo)|Serrano]]. La zona delle [[Grandi pianure]] era abitata da [[Hidatsa]], [[Sioux]], [[Shoshoni]] e [[Comanche]] mentre la fascia atlantica registrava la presenza di [[Irochesi]], [[Lenape]], [[Shawnee]] ed [[Illiniwek|Illinois]]. I territori di quelli che oggi sono gli Stati del sud, come il [[Texas]], erano abitati da [[Cherokee]], [[Seminole]], [[Chickasaw]] e [[Tunica]] mentre negli attuali Stati del sud-ovest erano insediati [[Tribù Apache|Apache]], [[Mojave]], [[Navajo]] e [[Pueblo]].
|Durata6 = 3:32
 
|Titolo7 = Piccola pèsca
Dovettero passare circa cinque secoli prima che altri europei mettessero piede nel continente americano. Il primo a giungervi fu [[Cristoforo Colombo]] che approdò sulle isole dei [[Caraibi]], nel [[1492]], nel tentativo di guadagnare le [[Indie]] navigando verso occidente.
|Durata7 = 3:25
 
|Titolo8 = Gli ultimi sopravvissuti
Solo anni dopo, Colombo si spinse fino alla massa meridionale del continente, mentre nelle terre attualmente parte degli Stati Uniti non mise mai piede, se non si vuole considerare l'isola di [[Porto Rico]] raggiunta nel corso del suo secondo viaggio; infatti, un tempo [[Colonia (insediamento)|colonia]] spagnola, oggi Porto Rico vive un'altalenante situazione politica che lo vede in bilico tra il suo attuale stato di [[Commonwealth#Stati Uniti|Commonwealth]] e la possibilità di diventare uno [[Stato federale]] statunitense a tutti gli effetti.
|Durata8 = 4:12
 
|Titolo9 = Nel mio silenzio
Il primo europeo noto ad aver messo i suoi piedi nei territori che oggi appartengono agli Stati Uniti fu, come già accennato, [[Juan Ponce de León]], che arrivò in [[Florida]] nel [[1513]], anche se vi sono elementi che fanno pensare al fatto che fosse stato preceduto da [[Giovanni Caboto]] nel [[1497]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 10</ref>.
|Durata9 = 3:16
 
|Titolo10 = Goccia in goccia
== America pre-coloniale ==
|Durata10 = 3:11
{{vedi anche|Civiltà precolombiane}}
}}
[[File:MayflowerHarbor.jpg|thumb|right|350px|Il Mayflower, con i [[Padri Pellegrini]], arrivò nel [[1620]].]]
Molte culture prosperarono nelle Americhe prima dell'arrivo degli [[Europa|europei]] e fra queste si ricordano Puebloans ([[Anasazi]]) nel sud-ovest e la [[cultura di Adena]] nell'est. Diverse culture di questo genere si svilupparono nel tempo stanziandosi in vari territori sotto forma di nuclei abbastanza grandi e concentrati. Queste civiltà avevano delle caratteristiche in comune: erano sedentarie, organizzate in [[città]], praticavano l'[[agricoltura]] ed avevano un'organizzazione sociale [[gerarchia|gerarchica]].
 
Molte di queste civiltà erano ormai decadute al momento dell'arrivo degli [[Europa|europei]] (fine [[XV secolo]] - inizio del [[XVI secolo|XVI]]) e sono conosciute solo attraverso i resti [[archeologia|archeologici]]. Altre, invece, erano ancora vitali e sono conosciute grazie ai racconti dell'epoca.
 
Dove ancora esistono, le [[società]] e le culture alla base di queste civiltà sono oggi sostanzialmente diverse da quelle originali. Tuttavia, molti di questi popoli e dei loro discendenti mantengono, tuttora, numerose [[tradizione|tradizioni]] e pratiche che possono essere messe in relazione con quelle antiche, anche se sono spesso combinate con modificazioni recenti.
 
L'agricoltura si sviluppò circa nel [[2500 a.C.]] in quella che è oggi la costa orientale degli Stati Uniti basandosi sulla coltivazione del [[Helianthus annuus|girasole]], frutti da spremere e palmizi.<ref>Diamond, Jared. ''Guns, Germs, and Steel'', pp. 99-100. W.W. Norton and Company, New York, 1999 paperback.</ref> Dalle terre occupate attualmente dal Messico si importarono [[granturco]] e [[legume|legumi]] le cui colture furono adattate alle estati più brevi del nord-est dell'America rimpiazzando le colture indigene più rudimentali.
 
== Prime esplorazioni ed insediamenti europei ==
[[File:Colonization of the Americas 1750.PNG|thumb|350px|left|Mappa mostrante le aree degli Stati uniti ed altri territori del continente americano sotto il dominio coloniale europeo.]]
 
Il primo contatto con gli europei, come già accennato, avvenne intorno all'anno 1000 con l'arrivo dei [[vichinghi]] che, provenienti dalla [[Groenlandia]] e dall'[[Islanda]], erano giunti a [[Terranova]] e sulle coste del [[Labrador]]. [[Leif Ericsson]] impiantò un insediamento di breve durata chiamato [[Vinland]] in quello che è oggi [[Newfoundland]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 9</ref>.
 
=== America coloniale spagnola (1492 - 1821) ===
 
Dopo circa cinque secoli arrivarono gli [[Spagna|spagnoli]], prima con Cristoforo Colombo e dopo con Ponce de León. Entro trent'anni dall'arrivo di Ponce de León in [[Florida]], gli spagnoli, avidi dei tesori che si favoleggiava esistessero nel [[nuovo mondo]], divennero i primi europei a raggiungere gli [[Appalachi]], il [[Mississippi (fiume)|Mississippi]], il [[Grand Canyon]] e le [[Grandi Pianure|grandi pianure]]. Nel [[1540]], [[Hernando de Soto]] intraprese una estensiva esplorazione dei territori costituenti gli attuali Stati Uniti e, nello stesso anno, [[Francisco Vazquez de Coronado]] guidò 2.000 spagnoli e messicani attraverso i territori che sono rappresentati dall'odierna [[Arizona]] e dal confine Arizona-Messico, fino a giungere all'odierno [[Kansas]] centrale<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 9</ref>. Altri esploratori spagnoli fra i quali [[Lucas Vasquez de Ayllon]], [[Panfilo de Narvaez]], [[Sebastian Vizcaino]], [[Juan Rodriguez Cabrillo]], [[Gaspar de Portola]], [[Pedro Menéndez de Avilés]], [[Álvar Núñez Cabeza de Vaca]], [[Tristan de Luna y Arellano]] e [[Juan de Oñate]], intrapresero delle spedizioni esplorative sul territorio oggi appartenente agli Stati Uniti<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 10</ref>.
Gli spagnoli inviarono dei coloni, creando così i primi insediamenti di popolazione europea sul suolo continentale dell'America a [[St. Augustine (Florida)|St. Augustine]] in Florida nel [[1565]] e successivamente a [[Santa Fe (Nuovo Messico)|Santa Fe]], [[San Antonio]], [[Tucson]], [[San Diego]], [[Los Angeles]] e [[San Francisco]]. La maggior parte degli insediamenti spagnoli vennero realizzati lungo la costa [[california]]na ed il fiume Santa Fe in [[Nuovo Messico]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 9</ref>.
 
I territori soggetti a [[Madrid]] furono inquadrati, fin dal [[1535]], nel [[Vicereame della Nuova Spagna]], con capoluogo [[Città del Messico]]. Oltre a gran parte dell'[[America centrale]], ne facevano parte tutti i territori corrispondenti agli attuali Stati centro-occidentali degli Stati Uniti, spingendosi a nord fino all'odierna [[Columbia Britannica]], in [[Canada]], e lungo la costa del [[Golfo del Messico]] fino alla [[Florida]]. L'autorità del viceré su un territorio tanto vasto fu tuttavia in larghe aree soltanto nominale; il controllo effettivo si esercitò soprattutto nelle aree meridionali degli attuali Stati Uniti (dalla [[California]] alla [[Florida]]), dove erano presenti gli insediamenti coloniali spagnoli più consistenti. Il Vicereame, i cui legami con la madrepatria si erano già fortemente indeboliti durante l'[[Napoleone Bonaparte|età napoleonica]], cessò definitivamente di esistere nel [[1821]], quando il [[Messico]] raggiunse l'indipendenza. Sotto sovranità messicana rimasero, fino alla [[Guerra messicano-statunitense]] del [[1846]], i territori di [[California]], [[Nuovo Messico]] e [[Texas]]; la [[Florida]] passò agli Stati Uniti già nel [[1819]].
 
=== America coloniale britannica (1494-1776) ===
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (periodo coloniale)}}
 
[[File:U.S. Territorial Acquisitions.png|thumb|300px|Espansione territoriale degli Stati Uniti, ad esclusione dell'[[Oregon]] ed altre località rivendicate]]
 
I territori situati lungo le coste furono colonizzati principalmente dai britannici nel [[XVII secolo]], assieme a gruppi meno numerosi di [[Olanda|olandesi]] e [[Svezia|svedesi]]. L'America coloniale fu penalizzata da una scarsità di mano d'opera che diede luogo a forme illiberali di sfruttamento dei lavoratori come nel caso della [[schiavo|schiavitù]] soprattutto nel sud del paese<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 25</ref><ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 113-116</ref>. I coloni presero presto ad amare la loro nuova terra ed assunsero uno spirito di [[pioniere|pionierismo]] che li allontanò dal modo di sentire dei loro paesi di origine e fece esplodere lo spirito americano della nuova frontiera.<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 27-29</ref>
 
La prima colonia [[Gran Bretagna|inglese]] di una certa entità fu realizzata nel [[1607]], sul fiume [[James (fiume)|James]] e venne chiamata [[Jamestown (Virginia)|Jamestown]] in onore del re d'Inghilterra [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]]. Essa languì per alcuni decenni fino a quando una nuova ondata di coloni, arrivata nel tardo [[XVII secolo]], iniziò a praticare una agricoltura intensiva basata sulla coltivazione del [[tabacco]]. Un esempio di conflitto tra nativi americani ed i coloni inglesi si verificò nel [[1622]] quando una sollevazione di indiani causò l'uccisione di centinaia di coloni inglesi. Il più grande conflitto del [[XVII secolo]], tra nativi americani e coloni inglesi, fu la [[Guerra di Re Filippo]] nel [[New England#Storia|New England]]. [http://www.historyplace.com/specials/calendar/docs-pix/aug-king-philip.htm]
 
Il [[New England]] venne fondato dai [[Puritani]] che diedero vita alla colonia [[Massachusetts Bay Colony]] nel [[1629]]. Le colonie centrali, consistenti nei territori degli attuali stati di [[New York (stato)#Storia|New York]], [[New Jersey]], [[Pennsylvania#Storia|Pennsylvania]] e [[Delaware]], furono caratterizzate da grandi diversità. L'ambiente era molto diverso da quello europeo e molto vario da zona a zona con sconfinate [[prateria|praterie]], enormi [[foresta|foreste]], sconfinati [[deserto|deserti]] e pur ricco di [[selvaggina]] e di [[flora]] spontanea.<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 7-8</ref>. Gli unici animali domestici erano costituiti dal [[cane]] e dal [[tacchino]], per cui si provvide ad importare dall'Europa [[ovino|ovini]], [[bos taurus|bovini]], [[suino|suini]] e [[cavallo|cavalli]] oltre che animali da cortile. Il primo tentativo britannico di insediamento nel sud della Virginia fu la [[Provincia della Carolina]] con la [[Georgia (provincia coloniale)|colonia della Georgia]], una delle [[tredici colonie|tredici]], fondata nel [[1732]]. Molte colonie vennero usate come insediamenti carcerari fino alla [[Rivoluzione americana]].
 
=== America coloniale francese (1652-1803) ===
{{vedi anche|Nuova Francia|Louisiana francese}}
Anche i francesi parteciparono alla conquista del nuovo mondo colonizzando il territorio della [[Nuova Francia]] (in francese ''la Nouvelle-France'') nei secoli [[XVI secolo|XVI]], [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo|XVIII]].
 
Al momento della sua massima espansione, nel [[1712]], il territorio della Nuova Francia era esteso da [[Terranova]] al [[Lago Superiore]] e dalla [[Baia di Hudson]] al [[Golfo del Messico]]. Il territorio era diviso in cinque [[governatore|governatorati]], ognuna con la sua amministrazione: [[Acadia (regione)|Acadia]], [[Canada]], [[Baia di Hudson]], [[Terranova]] e [[Louisiana francese|Louisiana]] (prolungamento ideale di questo territorio erano la colonia delle [[Antille|Isole sottovento]]: [[Saint-Domingue]], [[Guadalupa|Guadaloupe]] e [[Martinica|Martinique]]).
 
Alcune di queste zone - segnatamente la [[province del Canada|provincia canadese]] del [[Québec (provincia)|Québec]] e parte di quelle di [[Ontario]] e [[Nuovo Brunswick]] - corrispondono a quello che oggi viene comunemente chiamato [[Canada francese]].
 
Parte preponderante del territorio sotto controllo francese era costituito dalla colonia de ''[[Louisiana francese|La Louisiane]]''. La Louisiana, il cui nome venne dato dal [[René Robert Cavelier de La Salle|Cavelier de la Salle]] in onore di [[Luigi XIV di Francia]], comprendeva un territorio immenso, che andava dai [[Grandi Laghi (America)|Grandi Laghi]] al [[Golfo del Messico]] ed era diviso in Alta e Bassa Louisiana. Il territorio dell'attuale stato [[Stati Uniti d'America|USA]] della [[Louisiana]] è assai ridotto rispetto a quello originario francese.
 
Esplorata sotto il regno del Re Sole, la Louisiana fu poco valorizzata. La monarchia francese la teneva per contrastare l'imperialismo inglese e per mantenersi in gioco sulle alleanze con i popoli [[pellerossa]]. A seguito della [[Guerra dei Sette anni]] la Louisiana venne ceduta nella sua porzione orientale ai britannici e quella occidentale agli spagnoli. La Francia riuscì a recuperare la sovranità sulla parte occidentale, ma la cedette in modo definitivo agli Stati Uniti nel [[1803]] durante il governo di [[Napoleone Bonaparte]].
 
== Formazione degli Stati Uniti d'America (1776-1789) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1776-1789)}}
[[File:Washington Crossing the Delaware.png|thumb|left|300px|[[George Washington]] attraversa il fiume Delaware, uno dei primi successi americani della Guerra d'indipendenza americana]]
[[File:Declaration independence.jpg|thumb|La presentazione della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America]]
 
Gli Stati Uniti dichiararono la loro indipendenza nel [[1776]] e sconfissero la [[Regno Unito|Gran Bretagna]] con l'aiuto della [[Francia]] nella [[Guerra di indipendenza americana]]. Come puntualizzato da Seymour Martin Lipset, "Gli Stati Uniti furono la prima grande colonia a rivoltarsi con successo contro le leggi coloniali. In questo senso, furono la prima nuova nazione."<ref> (Lipset, ''The First New Nation'' (1979) p. 2)</ref>
 
Tutto ebbe inizio con il [[Boston Tea Party]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 43-44</ref> il [[16 dicembre]] [[1773]]. L'Inghilterra aveva imposto alle colonie l'importazione del [[té]] dalle [[Indie]] e ne aveva demandato la commercializzazione al minuto direttamente alla Compagnia delle Indie. Questo sottraeva ai commercianti locali i guadagni che prima realizzavano sulla vendita di tale prodotto. Ciò creò grave malcontento fra la popolazione e culminò nella ribellione che, di fatto, diede inizio alla guerra d'indipendenza.
 
Il [[4 luglio]] [[1776]], il [[Secondo congresso continentale]], tenutosi a [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], dichiarò l'indipendenza della nazione chiamata "[[Stati Uniti d'America]]" con la [[Dichiarazione d'indipendenza]], scritta da [[Thomas Jefferson]]. Il [[4 luglio]] si celebra negli Stati Uniti la nascita della nazione americana. Essa venne creata secondo i principi [[Repubblicanesimo|repubblicani]] che enfatizzavano i doveri pubblici ed aborrivano la [[corruzione]] ed i [[diritti ereditari]] nobiliari.
 
[[File:Boston tea party.jpg|thumb|300px|Il [[Boston Tea Party]] del [[1773]], spesso individuato come l'evento che diede il via alla rivoluzione americana]]
 
La [[Convenzione di Filadelfia]] o ''Convenzione Federale'' che si riunì tra il [[25 maggio]] ed il [[17 settembre]] [[1787]] nell' ''Independence Hall'' di [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], ebbe lo scopo di riformare gli [[Articoli della Confederazione]]. I delegati erano in totale 55 e provenivano da tutti i 13 Stati federati tranne il [[Rhode Island]], che si era rifiutato di inviarne. Tra di essi c'erano [[Benjamin Franklin]], [[George Washington]], [[James Madison]] e [[Alexander Hamilton]] (spicca l'assenza di [[Thomas Jefferson]], che in quel periodo si trovava in Francia e di [[John Adams]] in missione in [[Gran Bretagna]]).
 
La struttura del governo della nazione venne profondamente modificata il [[4 marzo]] [[1789]], quando il popolo sostituì gli [[Articoli della Confederazione]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 60-61</ref> con la [[Costituzione degli Stati Uniti d'America]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 67-70</ref>. La nuova forma di governo rifletteva una radicale rottura con i sistemi del tempo, favorendo la rappresentatività popolare, con un [[potere esecutivo|esecutivo]] soggetto al controllo del [[parlamento]]. Il sistema repubblicano prese in prestito, in maniera assoluta, le idee dell'[[illuminismo]] e della filosofia occidentale e classica e fu posto l'accento sulla libertà individuale e sulla divisione dei poteri fra i diversi organi dello stato.
 
La vittoria dei coloni alla [[Battaglia di Saratoga]] indusse la Francia a stringere una libera alleanza con gli Stati Uniti. Nel [[1781]], un esercito composto da americani e francesi, mise in atto, con l'appoggio della flotta francese, l'assedio a [[Yorktown (Virginia)]] catturando una grande formazione dell'esercito britannico. La resa del generale [[Charles Cornwallis]], che comandava la forza britannica, pose fine agli sforzi britannici di trovare una soluzione militare ai loro problemi con gli americani.
 
Una serie di tentativi di organizzare un movimento che sottolineasse le riforme attuate venne sancito nella convenzione costituzionale del [[1787]] a [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]] in [[Pennsylvania]].
 
== L'espansione verso ovest (1789-1849) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1789-1849)}}
[[File:GROWTH1850.JPG|thumb|left|300px|Crescita economica pro-capite negli Stati Uniti]]
 
George Washington eroe della [[Guerra d'indipendenza americana]], comandante in capo dell'Esercito Continentale e presidente della Convenzione costituzionale, divenne il primo [[Presidente degli Stati Uniti]] a governare sotto l'egida della nuova Costituzione Americana. La [[Whisky Ribellion]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 59 e 77</ref> del [[1794]], quando i coloni della valle del fiume di Monongahela, nell'ovest della Pennsylvania, protestarono contro una tassa federale su liquori e bevande distillate, rappresentò la prima seria prova per il neo eletto governo federale.
L'acquisto della [[Louisiana]]<ref>Nel 1803 gli Stati Uniti acquistarono dalla Francia, per un compenso di circa 23 milioni di dollari, i territori che oggi corrispondono agli stati americani di [[Arkansas]], [[Missouri]], [[Iowa]], [[Oklahoma]], Kansas, [[Nebraska]], [[Minnesota]], [[North Dakota]], [[South Dakota]], nord-est del Nuovo Messico, nord del [[Texas]], una parte del [[Montana]], [[Wyoming]] e [[Colorado]]</ref><ref>Maldwyn A. Jones - opera citata - pp. 88-91</ref>, nel [[1803]], diede ai coltivatori occidentali la possibilità di utilizzare il grande fiume [[Mississippi (fiume)|Mississippi]] come via di comunicazione fluviale per i traffici commerciali, rimuovendo la presenza francese dalla costa occidentale degli Stati Uniti e dando nel contempo ai coloni americani la potenzialità per una grande espansione. In risposta alla imposizione inglese di arruolamento degli americani nella [[Royal Navy]], il 12° Congresso degli Stati Uniti, diretto dagli uomini di Jefferson, aveva dichiarato guerra all'[[Impero britannico]] nel [[1812]]. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna iniziarono così la [[Guerra del 1812]] che terminò, dopo aspre battaglie, l'[[8 gennaio]] [[1815]]. Il [[Trattato di Gand]], che seguì alla guerra, essenzialmente diede luogo al mantenimento dello 'status quo ante bellum'<ref>Ristabilì la situazione esistente prima della guerra.</ref>. Finì così l'alleanza fra la Gran Bretagna ed i nativi americani.
 
L'acquisto della Louisiana, di fatto, raddoppiò il territorio degli Stati Uniti e gli europei, che fino ad allora vi si erano trasferiti nel numero modesto di 10.000 l'anno, iniziarono una imponente migrazione di massa che durerà per circa un secolo e che farà aumentare in maniera esponenziale la popolazione degli Stati Uniti.<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 119-122</ref>
 
La [[dottrina Monroe|dottrina di Monroe]], espressa nel [[1823]], proclamò che le potenze europee non avrebbero più dovuto colonizzare o interferire con le genti dei territori d'America. Questo fu un momento determinante nelle relazioni internazionali degli Stati Uniti d'America.
 
Nel [[1830]], il Congresso approvò l'[[Atto di rimozione degli indiani]], che autorizzava il presidente degli Stati Uniti a negoziare trattati, per lo scambio di terre, con le tribù indiane insediate negli stati dell'est, convertendole con territori siti ad ovest del Mississippi<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 129</ref>.
[[File:USA Territorial Growth small.gif|thumb|350px|La crescita territoriale dal [[1810]] al [[1920]]]]
Questo venne stabilito da [[Andrew Jackson]], eroe militare e presidente, con fare da tiranno astuto nei confronti delle popolazioni native. L'atto risultò determinante per la migrazione di migliaia di nativi verso i territori dell'ovest, causando, lungo il ''sentiero delle lacrime'' come venne definito, migliaia di morti fra gli indiani d'America. L'atto di rimozione provocò anche l'acquisizione della Florida spagnola generando così una serie di guerre con i nativi [[Seminole]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 129</ref>.
Il [[Messico]] rifiutò di accettare l'annessione del [[Texas]] avvenuta nel [[1845]] e ne scaturì una guerra nel [[1846]]. Gli Stati Uniti, impiegando delle truppe regolari ed un grande numero di volontari, sconfissero il Messico a corto di risorse, guidato male e minato dalla divisione dei suoi comandi. L'opinione pubblica degli Stati Uniti rimase divisa poiché [[Whig]] e le forze anti-schiavitù si opposero alla guerra. Con il [[Trattato di Guadalupe Hidalgo]] del [[1848]], il Messico cedette agli Stati Uniti la [[California]], il [[Nuovo Messico]] e alcune aree adiacenti. Nel [[1850]], il problema della schiavitù nei nuovi territori venne regolamentato dal [[Compromesso del 1850]] raggiunto fra il membro del partito Whig, [[Henry Clay]] ed il [[Partito Democratico (Stati Uniti)|democratico]] [[Stephen A. Douglas]].
 
== Epoca della guerra civile ([[1861]]-[[1865]]) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1849-1865)|Guerra di secessione americana}}
 
[[File:Battle of Gettysburg, by Currier and Ives.png|thumb|left|300px|La [[Battaglia di Gettysburg]], la più sanguinosa ed il punto focale della [[guerra civile americana]]]]
 
Alla metà del [[XIX secolo]], gli americani bianchi degli Stati del nord e degli Stati del sud non furono capaci di accordarsi sulle differenze fra loro esistenti sul modo di essere governati, sulle questioni economiche e sulla schiavitù.
 
Nel [[1854]], l'[[Atto Kansas-Nebraska]] abrogò il Compromesso del 1850, stabilendo che ogni nuovo stato dell'unione avrebbe deciso autonomamente la sua posizione sulla questione della schiavitù. A questo provvedimento, che di fatto contraddiceva il suo precedente Compromesso, Douglas sembra fosse giunto per dei motivi personali.<ref>Secondo Maldwyn, Douglas che era molto ambizioso e nello stesso tempo ricco possidente dell'[[Illinois]], voleva ingraziarsi gli Stati del sud per ottenere l'appoggio alla realizzazione della ferrovia transamericana che proprio da [[Chicago]] doveva giungere a [[San Francisco]] sulla costa del Pacifico</ref><ref>Maldwyn A. Jones, op. cit. pp. 180-183</ref>
 
All' elezione di [[Abramo Lincoln]] ([[1860]]) a presidente degli Stati Uniti, gli Stati del sud dichiararono la secessione dall'Unione costituendo gli [[Stati Confederati d'America]]. Ne scaturì la [[guerra di secessione americana|guerra civile americana]], che si concluse con la sconfitta dei Confederati.
 
La guerra civile ebbe inizio quando il generale dei [[Confederazione degli Stati d'America|Confederati]], [[Pierre Gustave Toutant de Beauregard|Pierre Beauregard]], aprì il fuoco su [[Battaglia di Fort Sumter|Fort Sumter]]. Egli lo attaccò in quanto il forte, in mano ai militari dell'Unione, si trovava in territorio confederato. Assieme al nord-ovest della [[Virginia]], cinque degli stati più schiavisti del nord non aderirono alla confederazione e vennero detti stati di frontiera. Incoraggiata dalla [[battaglia di Bull Run (seconda)|seconda battaglia di Bull Run]], la confederazione iniziò la prima invasione del nord al comando del generale [[Robert E. Lee]] che, con i suoi 55.000 uomini dell'esercito della Virginia del nord, attraversò il fiume [[Potomac (fiume)|Potomac]] ed entrò nel [[Maryland]]. La [[Battaglia di Antietam]], vicino Sharpsburg, del [[17 settembre]] [[1862]] fu la più sanguinosa battaglia di un giorno nella storia americana.
 
Agli inizi del [[1864]], Lincoln nominò il generale [[Ulysses S. Grant]], comandante in capo dell'esercito dell'Unione. Il generale [[William Tecumseh Sherman]] marciò da [[Battaglia di Chattanooga|Chattanooga]] ad [[Atlanta]], sconfiggendo l'esercito confederato dei generali [[Joseph E. Johnston]] e [[John Bell Hood]].
 
L'esercito di Sherman devastò circa il 20% delle fattorie della [[Georgia (USA)|Georgia]] nella sua marcia verso le coste dell'[[Oceano Atlantico]] e raggiunse [[Campagna di Savannah|Savannah]] nel dicembre [[1864]]. Il generale Lee si arrese, con il suo esercito del nord Virginia, il [[9 aprile]] [[1865]] ad [[Appomattox Court House]].
 
== Ricostruzione e sviluppo dell'industrializzazione ([[1865]]-[[1918]]) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1865-1918)|Guerre Indiane}}
[[File:Ellis island 1902.jpg|thumb|300px|[[Ellis Island]] nel 1902, il maggior punto di immigrazione degli Stati Uniti fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX.]]
 
Dopo la guerra civile, l'America andò incontro ad un livello di industrializzazione molto elevato, specialmente negli stati del nord. Comunque, la ricostruzione ed il suo fallimento lasciarono, nel sud degli Stati Uniti, una forma di predominio dei bianchi sulla popolazione afro-americana, negando a quest'ultima i [[diritti civili]] e ponendola in uno stato di schiavitù economica, sociale e politica<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 211-245</ref>.
 
Le norme federali, fino all'elezione del presidente [[James Monroe]], avevano come direttiva lo spostamento dei [[nativi americani]] in ben specificate zone, allontanandoli così dal resto della popolazione bianca, mentre le tribù venivano relegate in piccoli territori detti riserve. Nel [[1876]], l'ultima grande [[guerra Sioux]] esplose quando i [[cercatori d'oro]], impegnati nella [[corsa all'oro]] dell'ovest, penetrarono nei loro territori<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 247-256</ref>.
 
Un'ondata di immigrazione senza precedenti servì a fornire manodopera alle nascenti industrie americane, creando delle comunità [[etnia|etniche]] presso località ancora non abitate. Gli abusi sul trattamento di questa abbondante manodopera furono oggetto di violente lotte fra i datori di lavoro ed i [[sindacato|sindacati]] che stavano sorgendo in quei tempi<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 279-285</ref>.
 
Gli Stati Uniti cominciarono ad affermarsi come nazione potente a livello internazionale per la crescita della sua popolazione, lo sviluppo dell'industria e per l'intervento in guerre al di fuori del loro territorio, come la [[Guerra ispano-americana]] che iniziò quando gli Stati Uniti protestarono per l'affondamento della nave ''[[USS Maine]]'' (ACR-1) da parte della [[Spagna]], senza alcun motivo evidente<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 359-363</ref>.
 
Proseguendo nella politica di egemonia in campo economico, nel [[1903]], gli Stati Uniti stipularano il [[Trattato Hay-Bunau Varilla]] con lo stato centro-americano di [[Panama]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 365-367</ref> con il quale ottenevano una concessione di 99 anni per una fascia di terra dell'ampiezza di 10 km, che andava dalla costa atlantica a quella del Pacifico, allo scopo di consentire la costruzione di un canale navigabile che consentisse di evitare il periplo di [[Capo Horn]]. Dopo varie difficoltà, i lavori iniziarono nel [[1907]] e si conclusero nel [[1914]]. Questo periodo culminò nell'ingresso in guerra degli Stati Uniti nel [[1917]], verso la fine della [[Prima guerra mondiale]].
 
=== La Prima guerra mondiale ===
{{vedi anche|Prima guerra mondiale}}
All'inizio del [[1917]] la [[Germania]] riprese la sua politica di guerra sottomarina indiscriminata. Questo, combinato con l'indignazione pubblica circa il [[Telegramma Zimmermann]], portò alla finale rottura delle relazioni tra Stati Uniti e [[Imperi Centrali]]. Il presidente [[Woodrow Wilson]] richiese al [[Congresso degli Stati Uniti]] di dichiarare guerra, il che avvenne il [[6 aprile]] [[1917]].
 
L'esercito statunitense e la Guardia Nazionale erano già stati mobilitati nel [[1916]] per dare la caccia al rivoluzionario messicano [[Pancho Villa]], il che rese gli spostamenti più veloci. La Marina statunitense fu in grado di inviare un gruppo di navi da guerra a [[Scapa Flow]] per unirsi alla flotta britannica e un gruppo di incrociatori a Queenstown (ora [[Cobh]]), in [[Irlanda]], per aiutare a scortare i convogli. Comunque, occorse del tempo prima che le forze statunitensi fossero in grado di contribuire significativamente sul fronte occidentale e su quello italiano. Con l'entrata in guerra degli USA, si creò una potentissima alleanza: la grande potenza economica, i due imperi più grandi del tempo ([[Impero britannico]] e [[Impero Russo]]), delle nazioni economicamente forti ([[Italia]], [[Francia]], [[Cina]], [[Sudafrica]] soprattutto ma anche stati come l'[[Australia]] che erano sotto il Regno Unito ma godevano di ampia autonomia). Tutta questa potenza era contrapposta a tre nazioni ormai in grave crisi ([[Impero tedesco]], [[Impero Ottomano]] e [[impero austro-ungarico]]) più la [[Bulgaria]]: nel 1917 la vittoria appariva quindi ormai certa.
 
[[File:Prigionieri tedeschi.jpg|thumb|350px|Prigionieri tedeschi della [[Prima guerra mondiale]]]]
 
Britannici e francesi insistettero sull'invio di fanteria statunitense per rinforzare le linee. Durante la guerra, le forze americane (dispiegate soprattutto sul fronte occidentale franco-tedesco, ma in piccola parte anche su quello meridionale italo-austroungarico) furono a corto di una propria artiglieria, aviazione e di unità del genio. Comunque, il generale [[John J. Pershing]], comandante della forza di spedizione americana, resistette al disgregamento delle unità statunitensi per utilizzarle come rinforzo di quelle francesi e britanniche, come suggerito dagli alleati.
 
== Dopoguerra e grande depressione ([[1918]]-[[1940]]) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1918-1945)}}
In seguito alla prima guerra mondiale, gli Stati Uniti crebbero notevolmente in statura come potenza nel mondo economico e militare. Dopo la [[rivoluzione d'ottobre]] avvenuta in [[Russia]], negli Stati Uniti si diffuse una grande paura per la nuova dottrina [[comunismo|comunista]] che si andava affermando nella vecchia [[Europa]] e per la potenza sovietica in fase crescente.
 
[[File:Prohibition.jpg|thumb|left|300px|Agenti sequestrano barili di alcol a Chicago nel [[1921]].]]
 
Il Senato degli Stati Uniti non ratificò il [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]] imposto dai loro alleati agli stati della coalizione sconfitta e decise di scegliere la via dell'unilateralismo se non quella dell'isolazionismo<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp.
387-389</ref>.
 
Nel [[1920]], venne proibita la produzione, importazione, esportazione e commercio delle bevande alcoliche come decretato dal [[Emendamenti della costituzione americana|XVIII emendamento]] della Costituzione americana. Il [[Proibizionismo]] dichiarò illegali [[birra|birrerie]] e fuorilegge i commercianti di bevande alcoliche che facevano grandi guadagni vendendo alcol contro le prescrizioni di legge. Il proibizionismo fu però un fallimento ed ebbe termine nel [[1933]] con la promulgazione del XXI emendamento della costituzione<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 384</ref>.
 
[[File:Capone Teenager.jpg|150px|thumb|[[Al Capone]], il celebre gangster, tra il 1917/18]]
 
Durante gli anni venti del [[XX secolo]], gli Stati Uniti godettero di un periodo di prosperità poco equilibrata: i prezzi dei prodotti agricoli ed i salari diminuirono ed i profitti industriali crebbero a dismisura<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 401-405</ref>. La rapida espansione fu alimentata da un aumento del debito ed un anomalo aumento delle quotazioni di [[borsa valori|borsa]]. Nel [[1929]] il crollo verticale della borsa ridusse in cenere i valori delle aziende e la conseguente [[grande depressione]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 410-412</ref>, obbligò lo stato a riavviare l'economia aiutando le aziende a risollevarsi con il provvedimento del [[New deal]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 414-421</ref> di [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]]. Il ricupero fu rapido in tutte le aree eccetto che per la ripresa dell'occupazione che rimase molto precaria fino al [[1940]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 430-431</ref>.
 
== Seconda guerra mondiale (1940-1945) ==
{{vedi anche|Seconda guerra mondiale}}
[[File:Burning ships at Pearl Harbor.jpg|thumb|right|300px|Le navi da guerra statunitensi USS West Virginia e USS Tennessee, bombardate nella base navale di [[Pearl Harbor]].]]
Dopo lo scoppio della [[Seconda guerra mondiale]], come era già successo con la [[prima guerra mondiale|prima]], gli Stati Uniti furono l'ultimo dei 17 paesi alleati a dichiarare guerra, dopo aver subito l'attacco alla base di [[Pearl Harbor]] da parte del [[Giappone]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 451</ref>. Fino ad allora una politica di isolazionismo aveva legato l'ingresso in guerra soltanto a seguito di un attacco diretto contro il territorio americano. Alcuni contributi attivi e potenziali che gli Stati Uniti avrebbero potuto dare allo scoppio della guerra il [[1º settembre]] [[1939]], furono limitati dall'impreparazione generale del paese per un conflitto di tale dimensione. Le forze armate americane erano significativamente meno forti rispetto alle forze equivalenti di Francia, [[Germania]], Gran Bretagna, [[Unione sovietica]] e Giappone, consentendo al presidente Franklin Roosevelt di giustificare questa neutralità per permettere al paese di riarmarsi.
Il primo contributo dato dagli Stati Uniti alla guerra fu il taglio delle forniture di petrolio e materie prime al Giappone che ne aveva grande bisogno per condurre l'offensiva militare in [[Manciuria]], e nello stesso tempo l'aumento degli aiuti militari e finanziari alla [[Cina]]. Il primo contributo alle potenze alleate venne un anno dopo l'inizio delle ostilità, a settembre del [[1940]], quando gli Stati Uniti cedettero alla Gran Bretagna 50 vecchie [[cacciatorpediniere]] in cambio di alcune basi militari nei [[Caraibi]]. Questo fu seguito, a dicembre del [[1940]], da un piano di concessione in ''affitto'' alla Gran Bretagna di materiale militare.
Il [[31 ottobre]] [[1941]], più di due mesi prima dell'attacco a Pearl Harbor, un cacciatorpediniere americano che stava scortando navi da carico nell'Atlantico, fu affondato da un sottomarino tedesco. Questa azione non determinò comunque la dichiarazione di guerra alla [[Germania]]. Il [[7 dicembre]] [[1941]] il Giappone attaccò la base navale americana di Pearl Harbor, giustificando l'azione come una reazione all'embargo americano nei loro confronti. Franklin D Roosevelt lo considerò "Una data che vivrà nell'infamia", mentre il resto del mondo lo considerò come il risveglio di un gigante a riposo. Gli Stati Uniti decisero così di entrare in guerra immediatamente.
 
=== Guerra contro la Germania ===
 
All'entrata in guerra gli Stati Uniti compresero che non avrebbero potuto combattere, contemporaneamente contro Giappone e Germania. Così fu deciso di concentrarsi sulla guerra contro la Germania in Europa, mantenendo una posizione difensiva nel Pacifico finché [[Adolf Hitler|Hitler]] non fosse stato sconfitto. Gli Stati Uniti per prima cosa dovettero concentrare una grande forza aerea in Inghilterra per [[Bombardamento a tappeto|bombardare]] la Germania. Essi portarono un aereo da bombardamento che era superiore a qualsiasi aereo mai visto prima, il [[Boeing B-17 Flying Fortress|B-17]] detto fortezza volante. L'Inghilterra aveva abbandonato da molto tempo le incursioni diurne a causa delle perdite inflitte ai suoi aerei dalle difese contraeree tedesche e dalla [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]. La superiorità tecnica del B-17 permise gli americani di condurre incursioni durante il giorno mentre gli inglesi continuavano i bombardamenti durante la notte.
[[File:Eisenhower video montage.ogg|thumb|right|Video sulla carriera del presidente [[Dwight D. Eisenhower]]]]
 
La prima azione americana di guerra sulla terraferma fu condotta assieme agli eserciti britannico ed [[australia]]no, in [[nord Africa]] nella [[Campagna del Nord Africa#Campagna di Tunisia|Campagna di Tunisia]] ([[17 novembre]] [[1942]] - [[13 maggio]] [[1943]]) che determinò la sconfitta definitiva delle forze dell'[[Asse]] in Africa. Questo territorio era una delle due zone cruciali, assieme all'Oceano Atlantico, per il controllo del traffico navale<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 462-463</ref>. Dal maggio [[1943]] gli alleati controllarono il [[Canale di Suez]] fino alla fine della guerra. La marina militare americana ebbe un ruolo difensivo notevole nell'Atlantico nel proteggere i trasporti delle attrezzature militari destinate all'Europa ed i rifornimenti delle proprie forze armate. Questo consentì un rifornimento regolare degli eserciti alleati mentre la Germania doveva combattere contro i bombardamenti che danneggiavano seriamente le sue fabbriche di produzione degli armamenti.
 
Il [[10 luglio]] [[1943]] la Settima Armata americana del generale [[George Patton]] sbarcò in [[Sicilia]], fra [[Licata]] e [[Gela]], mentre l'Ottava Armata, comandata dal generale Montgomery, sbarcava fra [[Pachino]] e [[Siracusa]]. Risalendo l'Italia gli americani combatterono con le truppe italo-tedesche fino alla resa dell'Italia con l'armistizio dell'[[8 settembre]] [[1943]] e la [[fuga del Re Vittorio Emanuele III]]. Gli americani proseguirono poi l'avanzata fronteggiati dalle truppe tedesche in ritirata fino al [[13 ottobre]] [[1943]] quando l'Italia dichiarò guerra alla Germania schierandosi con gli alleati. Il [[4 giugno]] [[1944]], dopo la sanguinosa [[battaglia di Monte Cassino]], le truppe alleate liberano [[Roma]].
 
[[File:1944 NormandyLST.jpg|thumb|right|300px|Lo [[Sbarco in Normandia|sbarco degli Alleati in Normandia]].]]
Agli inizi del [[1944]] venne progettata un'invasione dell'Europa attraverso il mare<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 464-465</ref>. La Germania si stava preparando a fronteggiare questo evento ma la distruzione della rete spionistica tedesca da parte dell'Inghilterra e l'infiltrazione delle spie inglesi in territorio tedesco, fecero si che il progetto colse di sorpresa gli avversari. Quello che accadde il [[6 giugno]] [[1944]] o il [[D-day]] come venne definito, fu la più grande operazione militare mai messa in atto. Sbarcò sulle coste della [[Normandia]] una forza dirompente che spinse l'esercito tedesco verso la Germania e lo inseguì attraverso l'Europa. [[Adolf Hitler|Hitler]] che si attendeva uno sbarco a [[Calais]] fu sorpreso e non poté opporre una adeguata resistenza alle preponderanti forze alleate. Quando fu chiaro che lo sbarco avveniva in Normandia, cercò di spostare le sue forze ma era già troppo tardi per rimediare. In totale circa 5.000 navi, 10.000 aerei e 176.000 uomini presero parte all'invasione che rappresentò una vittoria decisiva per gli alleati.
Dopo lo sbarco in Normandia gli americani contribuirono notevolmente all'andamento della guerra, con combattimenti accaniti nella [[battaglia delle Ardenne]] contro i tedeschi, nonostante la disparità di forze in campo. Le battaglie stressarono gli americani che persero 19.000 uomini durante la battaglia. Le incursioni di bombardamento alleate sulla Germania aumentarono a livelli senza precedenti dopo l'invasione del D-day, con l'impiego del 70% di tutte le bombe lasciate cadere sulla Germania nell'arco di tutta la guerra. La Germania fu distrutta, il paese era ormai ridotto ad un ammasso di macerie ed i soldati tedeschi moralmente e fisicamente sfiniti. Il [[30 aprile]] [[1945]], con Berlino completamente conquistata dalle forze russe ed il suo paese in brandelli, Adolf Hitler si suicidò per non subire l'onta della resa. L'[[8 maggio]] [[1945]] la guerra contro la Germania era finita, a seguito della resa incondizionata dei tedeschi agli eserciti alleati.
Alla fine della guerra il 66% di tutte le truppe alleate in Europa occidentale erano americane.
 
=== Guerra contro il Giappone ===
 
A causa dell'impegno degli Stati Uniti a combattere contro Hitler in Europa, i primi anni della guerra contro il Giappone furono condotti sulla difensiva, con la marina americana che tentava di impedire a quella giapponese di conquistare l'egemonia sull'Oceano Pacifico. Inizialmente il Giappone vinse facilmente la maggior parte delle battaglie navali contro gli americani. Il paese del ''sol levante'' costituì delle forti basi navali a [[Guam]], in [[Thailandia]], in [[Malaysia]], ad [[Hong Kong]], in [[Papua Nuova Guinea]], in [[Indonesia]] ed in [[Birmania]]. Questo fu fatto con grande facilità e velocità e fu simile alla famosa guerra lampo tedesca in Europa. Questo era un momento importante nella storia del Giappone che disponeva soltanto di un 10% della capacità industriale degli Stati Uniti.
[[File:nagasakibomb.jpg|thumb|left|250px|La nube delle bomba nucleare lanciata sulla città di Nagasaki si levò per 18 km sull'ipocentro della sua caduta.]]
Il punto culminante di questo periodo fu la [[battaglia di Midway]] del giugno [[1942]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 465</ref>. Gli Stati Uniti, scoprendo il codice crittografico della [[Marina Imperiale giapponese|marina giapponese]], furono in grado di predisporre le loro navi in modo da poter colpire la flotta giapponese infliggendole una sconfitta determinante. A seguito di questa vittoria, la prima nello scacchiere del Pacifico, gli Stati Uniti diressero i loro sforzi verso la Cina dove costruirono una grande base aerea che avrebbe consentito loro di iniziare i bombardamenti sul territorio giapponese con i loro [[B-29]] bombardieri superfortezze volanti. Gli americani cominciarono a selezionare le isole minori giapponesi, meno difese, come obiettivi dei loro attacchi. Così operando, inavvertitamente, ottennero quella che sarebbe diventata la più grande loro vittoria dell'intera guerra.
 
Dopo aver sconfitto le truppe giapponesi ed essere sbarcati nelle [[isole Marianne Settentrionali|isole Marianne]], i giapponesi reagirono inviando sei [[portaerei]] con 430 aerei per controbattere l'attacco americano. La [[battaglia delle Marianne]] che venne combattuta il [[19 giugno]] [[1944]] fu detta "Il tiro al bersaglio delle Marianne". I piloti americani riuscirono ad abbattere ben 369 dei 430 aerei giapponesi, [[caccia]] e [[bombardiere|bombardieri]], ed a colpirne molti altri. Soltanto 36 aerei giapponesi rimasero operativi dopo questa battaglia, circa l'otto percento di quelli che vi avevano partecipato.
 
[[File:Tibbets-wave.jpg|thumb|250px|right|Il pilota [[Paul Tibbets]] a bordo dell'[[Enola Gay]]]]
 
La guerra del Pacifico divenne il più grande conflitto navale della storia. La Marina americana emerse vittoriosa dopo un inizio in sordina, distruggendo quasi completamente la grande marina giapponese.
 
A questo punto, le forze americane erano pronte per l'invasione del Giappone per costringerlo alla resa. La decisione di usare armi nucleari per porre fine al conflitto era diventato uno dei temi più dibattuti da parte americana. I sostenitori dell'uso delle bombe sostenevano che un'invasione sarebbe costata un prezzo insostenibile in vite umane, come dimostrato da quanto accadde nella [[battaglia di Okinawa]]. Gli stessi sostennero che un bombardamento di tipo convenzionale avrebbe procurato enormi perdite nella popolazione civile come si era riscontrato nel [[Bombardamento di Tokio della Seconda guerra mondiale|bombardamento di Tokio]]. I contrari sostenevano che si sarebbe dovuto far conoscere ai giapponesi i risultati allucinanti prodotti da quel tipo di bomba, allo scopo di costringerli alla resa.
{{vedi anche|Bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki}}
 
Nel corso di questo dibattito, la prima bomba atomica venne lanciata su [[Hiroshima]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 469</ref> il [[6 agosto]] [[1945]] ed i giapponesi ne furono completamente scioccati. La seconda bomba venne lanciata su [[Nagasaki]] il [[9 agosto]]. Il [[15 agosto]] [[1945]] i giapponesi si arresero incondizionatamente e la guerra ebbe così termine. La fine della guerra avvenne senza una sanguinosa invasione ed in modo veloce come previsto dagli americani.
 
== L'inizio della guerra fredda ed il movimento dei diritti civili del XX secolo (1945-1964) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1945-1964)}}
 
[[File:Martin Luther King - March on Washington.jpg|thumb|250px|[[Martin Luther King]] pronuncia il discorso [[Ho un sogno]] alla marcia di Washington per la libertà del lavoro nel 1963.]]
 
Dopo la conclusione della [[seconda guerra mondiale]], gli Stati Uniti emersero come una delle due superpotenze dominanti assieme all'[[Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche|Unione Sovietica]]. Il Senato americano, il [[4 dicembre]] [[1945]], votava l'adesione degli Stati Uniti all' [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], segnando così una svolta nella politica isolazionista americana. L'era del dopoguerra venne definita della [[guerra fredda]] in quanto sia gli Stati Uniti che l'URSS tentarono di espandere la sfera delle loro influenze, l'una a danno dell'altra. Questa situazione determinò una massiccia corsa agli armamenti che si sviluppò anche e soprattutto nell'armamento non [[bomba atomica|convenzionale]]. Questa situazione determinò diverse crisi mondiali che rischiarono di portare il mondo alla terza e definitiva guerra mondiale<ref>Infatti se fosse scoppiato un conflitto mondiale, le armi di distruzione di massa sperimentate ad Hiroshima e Nagasaki, avrebbero sicuramente portato all'annientamento dell'umanità.</ref>. In questa ottica si ricordano la [[guerra di Corea]] e la [[crisi dei missili di Cuba|crisi missilistica di Cuba]]. All'interno degli Stati Uniti, la guerra fredda suscitò preoccupazioni sull'influenza che poteva produrre nel paese la diffusione della dottrina comunista nel mondo. Per questo motivo il governo americano incoraggiò gli investimenti nello sviluppo della [[matematica]] e delle scienze [[fisica|fisiche]] che portarono alla corsa all'[[esplorazione dello spazio]].
[[File:Governor George Wallace stands defiant at the University of Alabama.jpg|thumb|left|300px|[[Alabama]] il governatore George Wallace tenta di bloccare l'abolizione della segregazione razziale all'Università dell'Alabama nel [[1963]].]]
 
Nel decennio successivo alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti divennero dominatori geopolitici imponendo la loro influenza nel campo [[economia|economico]], [[politica|politico]], [[tecnologia|tecnologico]], [[militare]] e [[cultura]]le. A seguito del collasso dell'Unione Sovietica, seguito alla caduta del [[muro di Berlino]] e la conseguente fine degli stati socialisti, gli Stati Uniti rimasero la sola potenza egemone a livello mondiale.
Il potere degli Stati Uniti venne comunque limitato da accordi internazionali e da situazioni militari, politiche ed economiche. Al centro della cultura borghese, dall'inizio degli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]], vi fu l'ossessione per il consumismo che si andò sempre più affermando nei decenni successivi.
 
[[File:President Kennedy addresses nation on Civil Rights, 11 June 1963.jpg|thumb|250px|Il [[John Fitzgerald Kennedy|presidente Kennedy]] parla dei [[diritti civili]] l'[[11 giugno]] del [[1963]]]]
[[John Fitzgerald Kennedy]] venne eletto presidente degli Stati Uniti nel [[1960]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 496-501</ref>. Noto per il suo carisma, fu l'unico presidente [[cattolicesimo|cattolico]] nella storia degli Stati Uniti. La famiglia Kennedy portò una ventata di novità e vigore nella vita della [[Casa Bianca]]. Durante la presidenza Kennedy si verificarono le crisi più gravi del periodo della guerra fredda, che raggiunse il punto più elevato con la [[crisi dei missili di Cuba|crisi missilistica cubana]] del [[1962]]. Ma la presidenza di Kennedy durò poco in quanto egli venne [[Assassinio di John F. Kennedy|assassinato]] a [[Dallas]] in [[Texas]] il [[22 novembre]] [[1963]].
 
Nel frattempo, grandi masse di americani continuarono nella migrazione dalle fattorie verso le grandi città ed il razzismo, ancora radicato negli stati del sud, venne sfidato dall'affermarsi del [[Movimento per l'affermazione dei diritti umani e civili della popolazione nera|Movimento per i diritti civili]] e da personalità afro-americane come [[Malcolm X]] e [[Martin Luther King]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 504-505</ref>. Durante gli [[anni 1960|anni sessanta]], le [[leggi di Jim Crow]] che avevano legalizzato la segregazione razziale dei neri finirono di avere effetto nella società.
 
== Guerra fredda (1964-1980) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1964-1980)}}
La Guerra fredda continuò per tutti gli anni sessanta, e gli Stati Uniti intrapresero la [[Guerra del Vietnam]] la cui impopolarità crescente alimentò i già esistenti movimenti sociali, inclusi quelli delle donne, delle minoranze etniche e dei giovani<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 506</ref>.
 
[[File:Reagan 1980 campaign.jpg|thumb|right|250px|[[Ronald Reagan]] con la moglie [[Nancy Reagan|Nancy]] durante la campagna elettorale nel 1980]]
 
La contrapposizione fra i due paesi egemoni Stati Uniti e [[U.R.S.S.|Unione Sovietica]] andò sempre più radicalizzandosi a causa della paura reciproca che l'uno potesse sorprendere l'altro ed annientarlo. Questa paura diede impulso alla più grande corsa agli armamenti che fosse mai esistita prima di allora. Vennero creati due contrapposti arsenali nucleari che a mezzo dei [[Missile balistico intercontinentale|missili intercontinentali]] e con i [[Sottomarino nucleare|sommergibili a propulsione nucleare]] potevano in ogni momento colpire il territorio di ognuna delle due potenze egemoni. Il grande sforzo diede anche impulso alla conquista dello spazio che vide le due nazioni alternarsi alla ribalta della cronaca con delle imprese che diedero un grande impulso al progresso dell'umanità. Fra le più eclatanti si ricordano il lancio del primo satellite artificiale realizzato dall'U.R.S.S. nel [[1957]] con lo [[Sputnik 1]], il primo volo umano nello spazio realizzato dal sovietico [[Jurij Gagarin]] il [[12 aprile]] [[1961]] e la conquista della luna realizzata dagli americani, con la missione [[Apollo 11]], che il [[21 luglio]] [[1969]] portò tre astronauti americani a toccare il suolo lunare.
 
In politica interna i programmi sociali del presidente [[Lyndon B. Johnson|Lyndon Johnson]] e l'attività della [[Commissione Warren]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 503-504</ref> inserirono molte riforme sociali per tutti gli anni sessanta. In questo periodo nacque il movimento [[femminismo|femminista]] e si sviluppò il dibattito sui problemi ambientali e sui diritti civili.
Nei primi [[anni 1970|anni settanta]] il successore di Johnson, [[Richard Nixon]], pose fine alla guerra del Vietnam con la conseguente fine del governo vietnamita del sud appoggiato dagli americani. La guerra aveva causato la morte di oltre 50.000 soldati americani e di più di un milione di vietnamiti<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 512</ref>. Il mandato presidenziale di Nixon subì però una fine ignominiosa a causa dello [[scandalo Watergate]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. p. 510</ref>. L'embargo dell'[[OPEC]] e la crescita modesta dell'economia determinarono uno stato di [[stagflazione]] sotto la presidenza di [[Jimmy Carter]] che concluse gli anni Settanta.
 
== Fine della guerra fredda (1980-1988) ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1980-1988)}}
[[File:ElectoralCollege1984-Large.png|thumb|left|300px|Nelle elezioni presidenziali del 1984, [[Ronald Reagan]] vinse in 49 Stati conquistando il maggior numero di Stati mai ottenuto da un presidente degli Stati Uniti.]]
[[Ronald Reagan]]<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 543-545</ref> produsse un grande rimescolamento nella politica americana nell'elezione presidenziale del [[1980]] ed in quella successiva del [[1984]]. Questo effetto fu dovuto allo scontento degli elettori democratici appartenenti a diverse classi sociali e gruppi economici.
[[File:ReaganBerlinWall.jpg|thumb|[[Ronald Reagan]], sullo sfondo della [[Porta di Brandeburgo]], pronuncia un discorso nel quale invita [[Michail Gorbačëv]] ad abbattere il [[Muro di Berlino]], poco prima della fine della [[guerra fredda]]]]
I democratici che votarono per Reagan furono attratti dalla sua politica, dalla sua personalità, dal suo conservatorismo sociale e dalle sue idee in [[politica estera]].
 
In questo settore non vi fu uniformità di vedute fra la politica del presidente e quella dell'opposizione democratica<ref>Maldwyn A. Jones - op. cit. pp. 545-549</ref>. I democratici, infatti, si opposero strenuamente alla politica di Reagan di appoggiare i guerriglieri del [[Contras]] in [[Nicaragua]]. Reagan decise altresì di realizzare un sistema anti missile detto ''[[Strategic Defense Initiative|SDI]]'' per prevenire eventuali attacchi da parte dei sovietici. Quando venne eletto [[Michail Gorbačëv]] come presidente dell'Unione Sovietica, molti repubblicani conservatori furono scettici sull'amicizia di Reagan con il presidente sovietico. Gorbačëv, molto più aperto dei suoi predecessori, tentò di salvare il comunismo in Russia ponendo termine alla corsa agli armamenti e nel [[1989]] sciolse l'impero sovietico. Nel [[1991]], con l'avvento di [[Boris Eltsin]], si ebbe la fine del comunismo in Russia.
 
== Dal 1988 ad oggi ==
{{vedi anche|Storia degli Stati Uniti (1988-presente)}}
[[File:National Park Service 9-11 Statue of Liberty and WTC fire.jpg|thumb|left|300px|L'attacco alle torri gemelle di [[New York]] l'[[11 settembre]] [[2001]]]]
 
Dopo la caduta dell'[[Unione Sovietica]], gli Stati Uniti rimasero l'unica potenza egemone mondiale e ritennero fosse loro dovere intervenire in qualunque scacchiere mondiale a difesa della libertà e dei loro interessi nazionali. In quest'ottica di pone l'attacco del [[1991]] contro l'[[Iraq]] che diede vita alla prima [[Guerra del golfo]]. A seguito dell'elezione a presidente degli Stati Uniti di [[Bill Clinton]], nel 1992, il paese andò incontro alla maggiore espansione economica nella storia americana per effetto della rivoluzione digitale e per le opportunità ad essa legate.
 
Nel [[1995]] ebbe inizio una serie di attentati contro il territorio degli Stati Uniti, con l'[[attentato di Oklahoma City]] che per la sua efferatezza destò grande impressione nell'opinione pubblica americana.
 
All'inizio del terzo millennio, il [[Al-Qa'ida|terrorismo islamico]] sconvolse gli stati Uniti ed il mondo intero con i clamorosi [[attentati dell'11 settembre 2001]] alle torri del [[World Trade Center]] di New York ed al [[Il Pentagono|Pentagono]]. Nella stessa giornata un altro volo dirottato precipitò in una foresta nello stato della [[Pennsylvania]]. In risposta a questi attentati, il presidente [[George W. Bush]], con il supporto degli alleati della [[NATO]] e di altre nazioni della comunità internazionale, invase l'[[Afghanistan]] liberando il paese dai [[Taleban]]. Sia pur molto criticato, il presidente Bush continuò la lotta al terrorismo con l'[[invasione dell'Iraq]] e la cattura di [[Saddam Hussein]] nel [[2003]]. Questa seconda invasione incontrò notevole impopolarità in molte parti del mondo ed innescò un'accesa campagna anti-americana.
[[File:Bush-USS-Lincoln.jpg|thumb|300px|[[George W. Bush]] rivolge un discorso alla nazione dalla nave USS [[Abraham Lincoln]].]]
Nell'agosto [[2005]], l'[[uragano Katrina]] devastò la regione costiera dello stato della [[Louisiana]] ed in particolare la città di [[New Orleans]]. L'impreparazione del governo emerse in maniera drammatica e l'amministrazione subì delle critiche per la lentezza e l'inefficacia dei soccorsi. Nel [[2006]] lo scontro politico interno continuò dibattendo importanti questioni come l'aborto, le ricerche sulla fusione a freddo dell'atomo, i matrimoni omosessuali, la riforma dell'immigrazione e la opportunità di continuare la guerra in Iraq.
Nel [[2006]] il rincaro del prezzo del [[Greggio (petrolio)|greggio]] pose gli Stati Uniti di fronte alla consapevolezza della dipendenza estrema della nazione negli approvvigionamenti di energia a prezzi moderati e alla necessità di una imposta addizionale sui prodotti petroliferi per cercare di diminuirne il consumo. L'instabilità politica di alcuni Stati del [[Vicino Oriente]] e di altri paesi produttori di petrolio rimaneva sempre molto grave. Maggiori quote di fondi furono pertanto destinate alla ricerca di fonti energetiche alternative, dall'[[etanolo]], all'[[energia eolica]] a quella [[energia solare|solare]].
 
=== Organizzazioni internazionali ===
Gli Stati Uniti partecipano alle seguenti [[organizzazioni internazionali]]:
 
[[ANZUS]], [[Asia-Pacific Economic Cooperation|APEC]], [[AsDB]], [[Australia Group]], [[Bank for International Settlements|BIS]], [[Consiglio d'Europa]] (come osservatori), [[CERN]] (come osservatori), [[Comitato Zangger]], [[Colombo Plan|CP]], [[Euro-Atlantic Partnership Council|EAPC]], [[Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo|BERS]], [[Commissione Economica per l'Europa|ECE]], [[ECLAC]], [[Economic and Social Commission for Asia and the Pacific|ESCAP]], [[FAO]], [[G7]], [[G8]], [[G10]], [[G12]], [[G20 (paesi industrializzati)|G20]], [[IADB]], [[Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica|IAEA]], [[IBRD]], [[Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile|ICAO]], [[Corte Penale Internazionale|ICC]], [[ICFTU]], [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|CRMI]], IDA, AIE, [[IFAD]], [[Società finanziaria internazionale|IFC]], [[IFRCS]], IHO, [[Organizzazione Internazionale del Lavoro|ILO]], [[Fondo Monetario Internazionale|FMI]], [[Organizzazione Marittima Internazionale|IMO]], [[Inmarsat]], [[Intelsat]], [[Interpol]], [[CIO]], [[Organizzazione Internazionale per le Migrazioni|IOM]], [[Organizzazione Internazionale per le Standardizzazioni|ISO]], [[International Telecommunication Union|ITU]], [[MINURSO]], [[MIPONUH]], [[Movimento dei Non-Allineati|NAM]] (ospiti), [[NATO]], [[Agenzia per l'energia nucleare]] (NEA), [[NSG]], [[Organizzazione degli Stati Americani|OAS]], [[OCSE]], [[Organizzazione meteorologica mondiale|OMM]], [[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]], [[OPCW]], [[OSCE]], [[Corte Permanente di Arbitrato|PCA]], [[Segretariato della Comunità del Pacifico|SPC]], [[Nazioni Unite|ONU]], [[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite]], [[Unctad]], [[Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati]], [[UNIDO]], [[UNIKOM]], [[UNMIBH]], [[UNMIK]], [[UNOMIG]], [[UNRWA]], [[UNTAET]], [[UNTSO]], [[UNU]], [[Unione Postale Universale|UPU]], [[WCL]], [[WCO]], [[Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale|WIPO]], [[Organizzazione Mondiale del Commercio|WTO]].
 
=== Accordi internazionali non ratificati dagli Stati Uniti ===
Gli Stati Uniti sono spesso criticati dalle nazioni partecipanti, per non partecipare ai seguenti trattati:
 
* La [[Convenzione sul genocidio|Convenzione per la Prevenzione e Repressione del Delitto di Genocidio]], che entrò in vigore ne [[1951]]. Tra tutte le nazioni che hanno ratificato il trattato, dieci (tra cui gli Stati Uniti e l'[[India]]) hanno ottenuto la deroga dall'obbligo di perseguire i presunti colpevoli di genocidio.
 
* La [[Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna]], adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il [[18 dicembre]] [[1979]], ed entrata in vigore nel [[1981]], è spesso descritta come una dichiarazione internazionale dei diritti delle donne. Definisce tutto ciò che costituisce discriminazione contro la donna e stabilisce un piano d'azione nazionale per far cessare queste discriminazioni. Gli Stati Uniti sono l'unico Paese sviluppato che non lo ha ratificato.
 
* La [[Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia]] ([[1989]]) è una convenzione internazionale che stabilisce i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali dei bambini. Solo la [[Somalia]] e gli USA non la hanno ratificata.
 
* Il [[Trattato di Ottawa]] (entrato in vigore nel [[1999]]) vieta tutte le mine anti-uomo. Quaranta nazioni non la hanno ratificata, tra cui [[Cina]], [[Cuba]], [[Finlandia]], [[Egitto]], [[India]], [[Iran]], [[Iraq]], [[Israele]], [[Libia]], [[Russia]], e gli Stati Uniti d'America.
 
* La [[Corte Penale Internazionale]] dell'[[L'Aia|Aia]] ([[2002]]), è stata creata come tribunale permanente per perseguire persone per i crimini di [[genocidio]], [[crimini contro l'umanità]], e [[crimini di guerra]], come definito da diversi trattati internazionali. I Paesi più noti a non aver accettato la giurisdizione della ICC sono gli USA, [[Israele]], e la [[Cina]].
 
* Gli Stati Uniti hanno ritirato la propria sottoscrizione al [[Trattato anti missili balistici]] nel [[2002]]. Questo trattato tra gli Stati Uniti e l'[[URSS|Unione Sovietica]] prevedeva una limitazione ai sistemi di missili anti-balistici, usati nel difendere zone da [[bomba atomica|testate atomiche]] montate su missili.
 
* Il [[Protocollo di Kyōto]] (entrato in vigore nel [[2005]]) è un trattato internazionale sul [[mutamento climatico]]. I Paesi che ratificano questo protocollo si impegnano a ridurre le loro emissioni di anidride carbonica e cinque altri gas-serra, o a comprare quote di emissione di gas serra se mantengono e aumentano le proprie emissioni di questi gas. Gli Stati Uniti hanno firmato questo trattato, ma non lo hanno ratificato; l'[[Australia]] si è anche rifiutata di firmarlo, e l'[[India]] e molti altri Paesi del Terzo Mondo lo hanno ratificato, ma non lo applicano.
 
== Voci correlate ==
 
* [[Amerigo Vespucci]]
* [[Giovanni da Verrazzano]]
* [[Colonizzazione europea delle Americhe]]
* [[Elezioni presidenziali degli Stati Uniti]]
* [[Presidenti degli Stati Uniti d'America]]
* [[Costituzione degli Stati Uniti]]
* [[Pena di morte negli Stati Uniti]]
* [[Antiamericanismo]]
* [[Il libro nero degli Stati Uniti]]
* [[Esercito degli Stati Uniti]]
* [[California spagnola]]
* [[Pionieri mormoni]]
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
* Allan Nevins - Henry Steele Commager, ''Storia degli Stati Uniti'', Torino, Einaudi, (1960)
* Samuel Eliot Morison - Henry Steele Commager, ''Storia degli Stati Uniti d'America'', 2 voll., Firenze, La Nuova Italia, (1960)
* George B. Tindall - David E. Shi, ''La grande storia dell'America'', 2 voll., Milano, Oscar Mondadori, (1992)
* Horst Dippel, ''Storia degli Stati Uniti'', Carocci, (2002), EAN 9788843021666
* Oliviero Bergamini, ''Storia degli Stati Uniti'', Laterza, (2002), EAN 9788842066088
* Guido Tassinari, ''Storia degli Stati Uniti d'America'', Alpha Test, (2003), EAN 978884805051
* Arnaldo Testi, ''La formazione degli Stati Uniti'', Il Mulino, (2003)
* Maldwyn Allen Jones, ''Storia degli Stati Uniti d'America: dalle prime colonie inglesi ai giorni nostri'', Bompiani, (2005), ISBN 88-452-3357-X
* Terry Wallace, ''La faccia nera del Vietnam'', Piemme (2005)
* Zinn Howard, ''Disobbedienza e democrazia. Lo spirito della ribellione'', Net (2006)
* Paola Olimpo, ''La grande società. Lyndon B. Johnson e la sfida delle riforme sociali negli anni '60'', M & B Publishing, (2006)
* Gore Vidal, ''L'invenzione degli Stati Uniti. I Padri: Washington, Adams, Jefferson'', Fazi, (2007)
* Zinn Howard, ''Storia del popolo americano dal 1492 a oggi'', Net (2007)
* {{en}} John Mack Faragher, ''The American Heritage Encyclopedia of American History'' (1998) 1120pp
* {{en}} Paul Johnson, Paul ''A History of the American People'', Perennial, (1999), ISBN 0-06-093034-9
* {{en}} John A. Garraty and Eric Foner, eds. ''The Reader's Companion to American History. (2000) breve articolo
* {{en}} Steve Wiegand. ''U.S. History for Dummies'' (2001)
* {{en}} Zinn, Howard. ''A People's History of the United States'', Perennial, (2003), ISBN 0-06-052837-0
* {{en}} David C. King. ''Children's Encyclopedia of American History'' (2003)
* {{en}} George Tindall and David Shi. ''America: A Narrative History,'' Seventh Edition, (2006)
* {{en}} Bailey, Thomas A., Cohen, Lizabeth, and David M. Kennedy, ''The American Pageant: A History of the Republic'' (12th Ed.), (2006)
* {{en}} Steven M. Gillon and Cathy D. Matson. ''The American Experiment: A History of the United States,'' 2nd ed. (2006)
* {{en}} Schweikart, Larry and Michael Allen. ''A Patriot's History of the United States: From Columbus's Great Discovery to the War on Terror'' (2007)
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:History of the United States}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{En}} e {{Fr}} [http://international.loc.gov/intldl/fiahtml/fiahome.html France in America/La France en Amérique]
* {{En}} e {{Es}} [http://international.loc.gov/intldl/eshtml/eshome.html Parallel Histories: Spain, the United States and the American Frontier/España, Estados Unidos e la Frontera Americana]
* [http://www.tuttoamerica.it/storia/storia_stati_uniti.htm Articoli diversi sulla storia degli Stati Uniti]
* {{it}} [http://www.italiausa.org/storia.htm Pagina "storia" dal sito della Fondazione Italia USA]
* {{en}} [http://americanheritage.com American Heritage Website - Migliaia di articoli sulla storia americana.]
* {{en}} [http://www.badley.info/history/USA.index.html Database sulla cronologia della storia degli Stati Uniti]
* {{en}} [http://college.hmco.com/history/us/resources/students/index.html Houghton Mifflin Company: Centro di risorse sulla storia degli Stati Uniti]
* {{en}} [http://encarta.msn.com/encyclopedia_1741500823/United_States_(History).html#s1 United States History article] dall'enciclopedia Encarta. Oltre 200 file multimediali sulla storia degli Stati Uniti.
* {{en}} [http://www.loc.gov/wiseguide Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti]
* {{en}} [http://www.historians.org/ American Historical Association]
* {{en}} [http://www.gilderlehrman.org/ The Gilder Lehrman Institute of American History]
* {{en}} [http://vlib.iue.it/history/USA/ WWW-VL: History: United States]
* {{en}} [http://www.gutenberg.org/files/16960/16960-h/16960-h.htm History of the United States] by Charles A. Beard and Mary R. Beard, 1921, from [[Project Gutenberg]]
* {{en}} [http://usinfo.state.gov/products/pubs/histryotln/index.htm U.S. Dipartimento di Stato, International Information Programs]
* {{en}} [http://www.historyplace.com The History Place]. Sito web specializzato in storia americana.
* {{en}} [http://www.haldimand-collection.ca Haldimand Collection: collezione di oltre 22.000 lettere e documenti in relazione alla nascita del Canada e degli Stati Uniti d'America]
* {{en}} [http://dca.tufts.edu/features/aas Una nuova nazione vota: Elezioni americane dal 1787 al 1825]
 
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