Ugo Foscolo e Qazaqstan Superkubogy 2019: differenze tra le pagine

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{{torna a|Qazaqstan Superkubogy}}
{{nota disambigua|il nome proprio Foscolo|[[Fosco]]|Foscolo}}
{{Edizione di competizione sportiva
{{quote|Sdegno il verso che suona e che non crea.|Ugo Foscolo, ''Le Grazie'', I, 25}}
|nome ufficiale = Қазақстан Суперкубогы 2019
{{Bio
|competizione = Qazaqstan Superkubogy
|Nome = Niccolò Ugo
|Cognomesport = FoscoloCalcio
|Sessoedizione = M12
|organizzatore = [[Federazione calcistica del Kazakistan|KFF]]
|LuogoNascita = Zante
|date = 3 marzo [[2019]]
|LuogoNascitaLink = Zante (città)
|luogo = [[Almaty]]
|GiornoMeseNascita = 6 febbraio
|partecipanti =
|AnnoNascita = 1778
|formula = Gara unica
|LuogoMorte = Turnham Green
|impianto = [[Stadio Centrale (Almaty)|Stadio Centrale]]
|LuogoMorteLink= Londra
|vincitore = {{Calcio Astana (2011)}}
|GiornoMeseMorte = 10 settembre
|AnnoMortevolta = 18274
|secondo = {{Calcio Kairat}}
|Attività = poeta
|incontri disputati = 1
|Attività2 = scrittore
|Epocagol = 18002
|pubblico = 16000
|Nazionalità = italiano
|edizione precedente = [[Qazaqstan Superkubogy 2018|2018]]
|PostNazionalità = , uno dei principali [[letteratura|letterati]] del [[neoclassicismo]] e del [[preromanticismo]]
|edizione successiva = [[Qazaqstan Superkubogy 2020|2020]]
|Immagine = Foscolo.jpg
|Didascalia = Ugo Foscolo, di [[François-Xavier Fabre]], [[1813]].
}}
[[File:FirmaFoscolo.JPG|thumb|Firma di Ugo Foscolo.]]
Ugo Foscolo è stato il principale esponente letterario italiano del periodo, a cavallo fra [[XVIII secolo|Settecento]] e [[XIX secolo|Ottocento]], nel quale si manifestano o cominciano ad apparire in Italia le correnti del [[Neoclassicismo]], del [[Preromanticismo]] e del [[Romanticismo]].
 
La '''Qazaqstan Superkubogy 2019''' è stata la 12ª edizione della [[Qazaqstan Superkubogy|Supercoppa kazaka]].
Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l’isola greca di [[Zacinto]], oggi [[Zante]]), allora [[Repubblica di Venezia]], si sentì esule per tutta la vita, strappato da quel mondo di ideali classici in cui era nato. Errando di terra in terra, privo di fede religiosa in quanto intellettualmente formatosi alla scuola degli [[Illuminismo|Illuministi]], incapace di trovare felicità nell’amore di una donna, avvertì sempre dentro di sé un infuriare di passioni, ma, come molti intellettuali della sua epoca, si sentì attratto dalle splendide immagini dell’[[Ellade]], simbolo di armonia e di virtù.
 
La partita si è disputata allo [[Stadio Centrale (Almaty)|Stadio Centrale]] di [[Almaty]] tra [[Astana Fwtbol Klwbı|Astana]], vincitore del [[Qazaqstan Prem'er Ligasy 2018|campionato]], e [[Qayrat Fwtbol Klwbı|Qayrat]], vincitore della [[Qazaqstan Kubogy 2018|coppa nazionale]]. L'{{Calcio Astana (2011)|N}} si è aggiudicato il trofeo battendo il {{Calcio Kairat|N}} col punteggio di 2-0.
== La vita ==
[[File:Oygosfoscolos.jpg|right|200px|thumb|Lapide con epitaffio di Ugo Foscolo a [[Zante]] ([[Grecia]]).]]
Niccolò "Ugo" Foscolo nacque sull'isola greca di [[Zante]] (nota anche come ''Zacinto'', alla quale dedicherà uno dei suoi 12 sonetti), il [[6 febbraio]] del [[1778]], figlio di Andrea Foscolo ([[Corfù (città)|Corfù]], 1756 - [[Spalato]], 13 ottobre 1788), [[medico]] di vascello di provenienza veneziana, e della [[Grecia|greca]] Diamantina Spathis (settembre 1747 - 28 aprile 1817). Era il maggiore di quattro fratelli: lo seguivano la sorella [[Rubina Foscolo|Rubina]] (dal nome della nonna materna) (1779-1867), e i due fratelli morti suicidi Gian Dionisio (detto Giovanni Dionigi o Giovanni; Zante, 27 febbraio 1781 - Venezia, 8 dicembre 1801) e Costantino Giovanni (detto Giulio; Spalato, 25 novembre 1787 - Ungheria 1838)<ref name=treccani/>.
 
{{-}}
Venne chiamato Niccolò in ricordo di un avo paterno, ma preferì lui stesso soprannominarsi Ugo sin dalla giovinezza. Pare che questo fosse il nome del leggendario capostipite della sua famiglia, trasferitosi da [[Roma]] nella [[Laguna Veneta]] per fondare [[Rialto (Venezia)|Rialto]]. In realtà non è certo se i Foscolo discendessero, come dichiaravano, da un ramo decaduto dell'[[Foscolo (famiglia)|omonima casata]] di sangue [[patriziato veneziano|patrizio]]<ref name=treccani/>.
== Tabellino ==
 
{{Incontro di club
Certamente la famiglia era tutt'altro che benestante: il padre era un modesto medico di origini [[venezia]]ne (peraltro portato alla prodigalità), mentre la madre, pur essendo vedova del nobiluomo Giovanni Aquila Serra, era figlia di un sarto zantioto. Trascorse l'infanzia in una casetta che sorgeva di fronte alla chiesa della Beata Vergine Odigitria<ref name=treccani>{{cita web
|Giornomese = 3 marzo
|cognome= Scotti
|nomeAnno = Mario2019
|Ora = 15:00 [[UTC+6]]
|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/ugo-foscolo_%28Dizionario_Biografico%29/
|SquadraCalcio 1 = Astana (2011)
|titolo= FOSCOLO, Ugo
|SquadraCalcio 2 = Kairat
|accesso= 24 gennaio 2012
|Punteggio 1 = 2
|opera= Dizionario Biografico degli Italiani
|Punteggio 2 = 0
|editore= Treccani
|Referto = https://it.soccerway.com/matches/2019/03/03/kazakhstan/super-cup/fc-kairat-almaty/fk-lokomotiv-astana/2975257/
|volume = 49
|annoCittà = 1997Almaty
|Stadio = [[Stadio Centrale (Almaty)|Stadio Centrale]]
}}</ref>.
|Spettatori = 16 000
 
|Arbitro = Çesnokov
Del grande scrittore si sa che aveva un alto concetto di sé nonostante la condizione materiale e sociale relativamente modesta. Nel corso della sua vita fu sempre fedele ad alcuni ideali, come l'amore per la patria, la libertà, la bellezza femminile, l’amicizia, le virtù, la poesia, l'arte e l'eroismo. Questi valori in cui Foscolo credeva, erano ritenuti dagli illuministi idee vane ed irreali, pure "illusioni", dando a questa parola il valore non di inganno ma di vera esigenza dello spirito. Scrisse nell'''[[Ultime lettere di Jacopo Ortis|Ortis]]'':
|Cittarbitro = [[Öskemen]]
{{Quote|''Illusioni!'' grida il filosofo. - Or non è tutto illusione? tutto! Beati gli antichi che si credeano degni de' baci delle immortali dive del cielo; che sacrificavano alla Bellezza e alle Grazie; che diffondeano lo splendore della divinità su le imperfezioni dell'uomo, e che trovavano il BELLO ed il VERO accarezzando gli idoli della lor fantasia! ''Illusioni!'' ma intanto senza di esse io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancor più) nella rigida e nojosa indolenza: e se questo cuore non vorrà più sentire, io me lo strapperò dal petto con le mie mani, e lo caccerò come un servo infedele.|Ugo Foscolo, ''Ultime lettere di Jacopo Ortis'', lettera del 15 maggio 1798}}
|Marcatori 1 = [[Junior Kabananga|Kabananga]] {{Goal|7||66}}
 
|Marcatori 2 =
Come altri grandi poeti dell'epoca, fra i quali [[Goethe]], Foscolo avvertì la scissione profonda tra gli antichi (classicismo) e i moderni (romanticismo): l’animo dei romantici tende continuamente all’armonia classica. Dal classicismo [[Illuminismo|illuminista]] Foscolo eredita il costante bisogno di trovare un'armonia interiore, ma riesce a raggiungerla solo tramite la poesia; nella vita pratica invece Foscolo risente sempre del Romanticismo, ossia l'abbandono agli impulsi del sentimento. Nonostante ciò, vivendo nel 1700, l'età dell'Illuminismo, risente delle idee materialiste e meccanicistiche: egli crede nel concreto. L’uomo nasce dalla materia e finisce nella materia. Non crede nell'immortalità dell'anima, ma nel cosiddetto nulla eterno! Per gli illuministi quest'ideologia era causa delle loro serenità e liberazione dalle superstizioni delle religioni, Foscolo invece risente di un profondo turbamento perché non trova una ragione nell'esistenza dell'uomo. Definisce l'uomo prigioniero del mondo, dunque sarebbe meglio non nascere o, una volta nati, sarebbe bene troncare la vita con il suicido. Il suicidio non è considerato come atto di debolezza, anzi. Come affermava anche Alfieri, è un atto eroico perché con la sua funzione catartica libera l'uomo dalle passioni e dal turbamento.
|Sfondo =
Foscolo ricorderà sempre la città dove era nato e più volte canterà la sua [[isola]] natale. Egli scriveva il [[29 settembre]] del [[1808]] al cugino<ref>[[Marcello Pagnini]], "Il sonetto [A Zacinto]. Saggio teorico e critico sulla polivalenza funzionale dell'opera poetica", in ''Strumenti critici'', 23 (1974), pp. 41-64.</ref> [[prussia]]no Jakob Salomon Bartholdy:{{Quote|Quantunque italiano d'educazione e d'origine, e deliberato di lasciare in qualunque evento le mie ceneri sotto le rovine d’Italia anziché all'ombra delle palme d’ogni altra terra più gloriosa e più lieta, io, finché sarò memore di me stesso, non oblierò mai che nacqui da madre greca, che fui allattato da greca nutrice e che vidi il primo raggio di sole nella ''chiara e selvosa Zacinto'', risuonante ancora de' versi con che Omero e Teocrito la celebravano.|Ugo Foscolo, ''Epistolario'', lettera del 29 settembre 1808}}
}}
 
=== Gli studi ===
[[File:9220 - Venezia - Casa di Ugo Foscolo in Campo de le gatte - Foto Giovanni Dall'Orto, 30-Sept-2007.jpg|thumb|left|180px|La casa veneziana di Foscolo]]
Trascorse parte della sua fanciullezza nella Dalmazia e nel [[1785]] si trasferì con la famiglia a [[Spalato]], dove il padre esercitava la sua professione di medico con un salario modesto, e presso il [[Seminario]] [[arcidiocesi di Zara|arcivescovile]] di quella città compì come esterno i suoi primi studi, seguito da monsignor Francesco Gianuizzi fino a quando la morte improvvisa del padre, avvenuta nel [[1788]], lo costrinse a ritornare a Zante dove continuò la scuola e apprese i primi elementi del [[greco antico]] dimostrandosi però allievo ribelle alla disciplina e non troppo propenso allo studio.
 
Nei primi mesi del [[1789]] la madre si trasferì a [[Venezia]], mentre Ugo e Gian Dionisio (Giovanni) rimasero a Zante, Giovanni presso la nonna Rubina e Ugo presso una zia, mentre Costantino e Rubino soggiornarono assieme ad altre due zie a Corfù. Nel [[1792]], accompagnato dal Provveditore dell’isola, Paolo Paruta, poté raggiungere la madre e i fratelli a Venezia e stabilirsi con loro nella piccola casa in [[campo de le gate]]. Tra il [[1793]] e il [[1797]] frequentò le Scuole di [[San Cipriano]] a [[Murano]] dove [[Gasparo Gozzi]] era stato provveditore ed ebbe modo di seguire le lezioni del latinista Ubaldo Bregolini, del grecista G. B. Galliccioli e dell'abate Dalmistro che assecondarono le velleità letterarie del giovane.
 
La linea dei suoi studi fu all'inizio tradizionale, con la lettura dei classici, gli esercizi di traduzione soprattutto da [[Saffo]], [[Anacreonte]], [[Alceo]] e [[Orazio]]; passò poi a più ampie [[lettura|letture]], tra le quali quelle degli autori del [[XVIII secolo|Settecento]] e numerose altre, aiutato nella scelta e nella guida dal [[bibliotecario]] Jacopo Morelli che lavorava alla [[Biblioteca Nazionale Marciana|Marciana]] frequentata assiduamente dal Foscolo, che pare vi studiasse dieci ore al giorno.<ref>Michele Saponaro, ''Foscolo'', Milano, Garzanti, 1943, p.4</ref>
[[Immagine:Ugo Foscolo.jpg|thumb|left|180px|Ritratto di Ugo Foscolo]]
 
=== I primi versi e il contatto con la società letteraria ===
Nel [[1794]] trascrisse una quarantina dei suoi componimenti poetici, in parte originali e in parte frutto di traduzioni, che risentivano degli influssi [[arcadia|arcadici]] soprattutto nel [[metro]] e nel linguaggio e che inviò all’amico Costantino Naranzi. Nel frattempo venne ospitato, come autore di versi, nell'«Anno poetico» dal [[classicismo|classicista]] gozziano, il già ricordato [[abate]] Angelo Dalmistro, che era un appassionato della letteratura inglese.
 
Introdotto dal Morelli nei salotti delle nobildonne veneziane, quello della dotta Giustina Renier Michiel e della sua rivale, la bella [[Isabella Teotochi Albrizzi]] (prima grande passione amorosa del poeta), conobbe [[Ippolito Pindemonte]] e altri poeti di successo come [[Aurelio de' Giorgi Bertola|Bertola]]. Importanti furono anche i contatti che egli ebbe fuori Venezia con il gruppo degli amici bresciani, aperti alle influenze francesi e rivoluzionarie, e con [[Melchiorre Cesarotti]], traduttore dei ''[[Canti di Ossian]]'', del quale seguiva a [[Padova]] le lezioni universitarie e al quale, il [[30 ottobre]] del [[1795]], scrisse allegandogli, per avere un giudizio, la sua prima [[tragedia]], intitolata ''[[Tieste (Foscolo)|Tieste]]'', di carattere [[Vittorio Alfieri|alfieriano]] e viva di fervori [[giacobino|giacobini]] (fu poi rappresentata con grande successo al [[Teatro Sant'Angelo]] di Venezia, il [[4 gennaio]] [[1797]]).
 
Risale al [[1796]] un documento della prima formazione letteraria di Foscolo, un ambizioso ''Piano di Studi'' comprendente "[[Morale]], [[Politica]], [[Metafisica]], [[Teologia]], [[Storia]], [[Poesia]], [[Romanzi]], [[Critica letteraria|Critica]], [[Arte|Arti]]" dove il giovane registrava le letture, i primi scritti, gli abbozzi delle opere da scrivere. In esso si trova l’accenno ad un romanzo, ''Laura, lettere'' che verrà poi assorbito dall’Ortis. Durante l’anno Foscolo scrisse alcuni articoli sul «Mercurio d'Italia» che destarono i sospetti del governo veneto e il giovane per prudenza si rifugiò sui [[colli Euganei]].
 
Il grande erudito napoletano [[Benedetto Croce]] racconta un curioso aneddoto<ref>Vite di avventure, di fede e di passione, Vita di Carlo Lauberg.</ref> sull’adolescenza del Foscolo. Il poeta fu invitato a parlare al senato della [[Repubblica Veneta]], e la sua orazione fu tutta ripiena dei più caldi sensi di libertà; alla fine sguainò un pugnale e, non trovando un petto di tiranno in cui immergerlo, lo piantò nel davanzale della finestra.
 
=== La delusione e l'esilio a Milano ===
Ma il [[17 ottobre]] di quel 1797 così esaltante terminò con il [[Trattato di Campoformio]] con il quale Bonaparte cedeva Venezia (fino a quel momento libera repubblica), all'[[Austria]] e il giovane Ugo, pieno di sdegno, dimessosi dagli incarichi pubblici, partì in volontario [[esilio]] e si recò a [[Milano]].
 
A Milano conobbe [[Giuseppe Parini|Parini]] e [[Vincenzo Monti|Monti]], che difese dalle accuse che gli si rivolgevano per la sua attività di poeta alla corte romana; si innamorò della moglie di lui, Teresa Pikler; collaborò con [[Melchiorre Gioia]] per qualche mese al «Monitore Italiano», un periodico battagliero che venne sospeso dal [[Direttorio]] nel [[1798]] e compose alcuni [[sonetto|sonetti]]; uno di questi, ''Te nutrice alle muse, ospite e Dea'', gli era stato ispirato dalla proposta fatta al Gran Consiglio dal cittadino Giuseppe Lattanzi perché sostituissero nelle scuole l’insegnamento del Latino con quello del Francese.
 
=== Il trasferimento a Bologna ===
Senza lavoro e infelice per il travagliato amore per [[Teresa Pikler |Teresa Pikler Monti]], nell’estate del 1798 il poeta si trasferì a [[Bologna]] dove iniziò la sua collaborazione a ''Il Genio Democratico'', fondato dal fratello Giovanni e poi riassorbito dal ''Monitore bolognese''. Fu per un breve periodo aiutante del cancelliere per le lettere del Tribunale.
Iniziò le stampe, fino alla lettera XLV, del [[romanzo]] epistolare ''[[Ultime lettere di Jacopo Ortis]]'' che dovette interrompere per l’occupazione di Bologna da parte degli Austro-Russi nell'aprile del [[1799]]; il romanzo vide comunque la luce, a sua insaputa, completato e tagliato in varie parti da Angelo Sassoli, per conto dell'editore Jacopo Marsigli. Si scatenò l'ira di Foscolo, che impose all'editore di far comparire una nota sul ''Monitore Bolognese'' e sulla ''Gazzetta di Firenze'' in cui si diceva che alle lettere foscoliane erano stati aggiunti i vigliacchi interventi di un altro autore.<ref>Saponaro, pp.58-60</ref>
 
=== L’arruolamento nella Guardia Nazionale ===
Foscolo nel frattempo si arruolò nuovamente nella Guardia Nazionale e combatté con le truppe francesi fino alla [[battaglia di Marengo]]. Ferito nella [[battaglia di Cento]] a una gamba, venne arrestato durante la fuga e liberato a [[Modena]] dalle truppe di [[Etienne Jacques Joseph Alexandre MacDonald|MacDonald]] partecipando in seguito alla [[battaglia della Trebbia (1799)|battaglia della Trebbia]] e ad altri scontri.
 
Partecipò alla difesa di Genova assediata, e in questo periodo ripubblicò l’ode ''A Bonaparte liberatore'' aggiungendovi una premessa nella quale esortava Napoleone a non diventare un tiranno, e modificando l’ottava strofa, per affermare con chiara coscienza l’idea dell’unità d'Italia erede di Roma; tra l’estate e l’autunno del [[1800]] compose l’ode ''[[A Luigia Pallavicini caduta da cavallo]]''. Dopo la vittoria napoleonica gli vennero dati numerosi incarichi militari, che lo condussero in varie città italiane, tra le quali [[Firenze]] dove s’innamorò di Isabella Roncioni.
 
Nel [[1801]] il Foscolo si recò a Milano dove accolse, nel mese di [[giugno]], il fratello più giovane, Giulio, che gli era stato affidato dalla madre e lo avviò alla carriera militare (Giulio finirà suicida in [[Ungheria]] nel [[1838]]). Il [[23 luglio]], dopo essersi più volte lamentato perché non riceveva regolarmente la paga militare, inviò al Ministro una lettera nella quale presentava le dimissioni, che però non furono accolte. In compenso ottenne la paga di capitano aggiunto, passando in tal modo al servizio della [[Repubblica Cisalpina|Repubblica Italiana]], e fu incaricato di compilare una parte del Codice militare.
 
=== L’intensa attività letteraria tra il 1801 e il 1804 ===
Gli anni tra il 1801 e il [[1804]] furono anni di intensa attività letteraria ma anche di grande dolore per la morte del fratello Giovanni che si era ucciso a Venezia l’[[8 dicembre]] del 1801 con un colpo di pugnale, sotto gli occhi della madre, per sottrarsi al disonore di non poter pagare una grossa somma persa al gioco e che aveva preso in prestito dalla cassa di guerra.
 
Nel [[1802]] pubblicò l’''Orazione a Bonaparte'' in occasione dei Comizi di [[Lione]] e la raccolta di [[Poesia lirica|liriche]] che comprendevano otto sonetti e una ode, rielaborò e portò a termine l’''Ortis'', compose l’ode ''[[All'amica risanata]]'' per Antonietta Fagnani Arese, suo nuovo ardente amore, e nel [[1803]] stampò l'edizione definitiva dei ''[[Sonetti (Foscolo)|Sonetti]]'' con l'aggiunta dei quattro più famosi (''Alla sera'', ''[[A Zacinto]]'', ''In morte del fratello Giovanni'', ''Alla Musa'') e l’ode ''All'amica risanata'' e ''A Luigia Pallavicini caduta da cavallo''. Risale allo stesso anno la traduzione e la pubblicazione della ''Chioma di Berenice'' di [[Catullo]] da [[Callimaco]] con l’aggiunta di un [[inno]] alle Grazie che attribuisce al poeta [[alessandrinismo|alessandrino]] [[Fanocle]] accompagnata da quattordici "Considerazioni" che racchiudono i lineamenti principali della sua poetica [[neoclassicismo|neoclassica]].
 
=== Gli anni in Francia: 1804-1806 ===
Nel [[1804]], come capitano di fanteria, ottenne di seguire l'armata anti-inglese che si radunava a [[Valenciennes]], in [[Francia]] e nella Francia del nord visse fino al [[1806]]. A Valenciennes conobbe una inglese, Lady Fanny Hamilton, dalla quale ebbe una figlia, Mary, che egli chiamerà sempre Floriana, che rivedrà dopo molti anni in [[Inghilterra]] e che sarà il conforto dei suoi ultimi anni.
 
Malgrado i continui spostamenti per motivi di servizio, Foscolo riuscì a continuare la sua attività letteraria con alcuni saggi di traduzione dall'''[[Iliade]]'', con l'epistola in sciolti al Monti, ''Se fra' pochi mortali a cui negli anni'' e con la traduzione del ''Sentimental Journey'' di [[Laurence Sterne|Sterne]] che l'avrebbe condotto alla stesura, nel [[1812]], dei sedici capitoletti scritti in una [[prosa]] [[ironia|ironico]]-allusiva della ''[[Ugo Foscolo (opere)#Notizia intorno a Didimo Chierico|Notizia intorno a Didimo Chierico]]''.
 
=== L'incarico all'Università di Pavia ===
Nel 1806, fallito il progetto di Napoleone dell'invasione inglese, Foscolo fece ritorno a Milano dopo essere stato a Parigi, dove conobbe il giovane [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], a Venezia dove rivide i familiari e, presso [[Treviso]], la Teotochi Albrizzi. A Padova si incontrò con il Cesarotti e a [[Verona]] vide in giugno [[Ippolito Pindemonte]], dai colloqui con il quale nacque l'idea iniziale del [[carme]] [[Dei Sepolcri]] che, scritto tra l'[[agosto]] del 1806 e l'[[aprile]] del [[1807]] fu pubblicato in questo anno, a [[Brescia]], dall'editore Bettoni.
 
Il capitano Ugo Foscolo, per ingraziarsi il generale Augusto Caffarelli, aiutante di campo di Napoleone e ministro della Guerra del Regno d'Italia curò una edizione delle opere di [[Raimondo Montecuccoli]], con una ricca premessa sull'arte della guerra. L'opera si inserisce anche in una polemica con Madame de Staël sull'attitudine militare degli italiani.<ref>[http://www.150anni.it/webi/index.php?s=25&wid=44 150 anni unità d'italia]</ref>
[[Immagine:Andrea Appiani Ritratto di Ugo Foscolo Pinacoteca di Brera 1801-1802.jpg|thumb|right|[[Andrea Appiani]], ''Ugo Foscolo'']]
Sollevato intanto dagli incarichi militari su interessamento dell'allora ministro Caffarelli, Foscolo si candidò alla cattedra di [[eloquenza]] dell'[[Università di Pavia]] che si era resa vacante (la cattedra era stata tenuta in precedenza da [[Vincenzo Monti]] e in seguito da [[Luigi Cerretti]]) e la ottenne il [[18 marzo]] [[1808]]. Qui pronunciò la sua celebre orazione inaugurale, ''Dell'origine e dell'ufficio della letteratura'', e tenne poche lezioni, perché la cattedra venne subito dopo soppressa da Napoleone, ormai divenuto sospettoso di ogni libero pensiero.
 
=== Il ritorno a Milano e le difficoltà ===
Tornato a Milano ebbe inizio per Foscolo un periodo di difficoltà economiche, reso più amaro dai contrasti con i letterati di regime che non gli risparmiarono polemiche e malevole insinuazioni. Alla rottura con il Monti si aggiunse l'insuccesso della [[tragedia]] [[Aiace (Foscolo)|Aiace]] che, rappresentata alla [[Teatro alla Scala di Milano|Scala]] il [[9 dicembre]] [[1811]], non ebbe successo e venne inoltre vietata dalla censura per le allusioni antifrancesi che conteneva.
 
=== Il soggiorno sereno e produttivo a Bellosguardo ===
Abbandonata Milano nell'agosto del [[1812]], il poeta si trasferì a [[Firenze]] per un soggiorno alla villa di [[Bellosguardo (Firenze)|Bellosguardo]], dove trascorse, fino al [[1813]], un periodo di intensi affetti, di soddisfazioni mondane e di lavoro creativo.
 
Egli infatti ottenne l'amore della senese [[Quirina Mocenni Magiotti]], frequentò il salotto della contessa d'Albany, l'amica di [[Vittorio Alfieri|Alfieri]], scrisse la tragedia ''[[Ricciarda (Foscolo)|Ricciarda]]'' che venne rappresentata a Bologna nel 1813, riprese la traduzione del ''Viaggio sentimentale'' che pubblicò nel 1813 corredato della ''Notizia intorno a Didimo Chierico'', tradusse altri canti dell'Iliade e stese alcuni frammenti del poemetto ''Le Grazie''.
 
=== Il ritorno a Milano e l'esilio in Svizzera ===
Dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte a [[Battaglia di Lipsia|Lipsia]], nel [[novembre]] del 1813, Foscolo ritornò a Milano e riprese il suo grado nell'esercito per difendere il [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno Italico]], ma con l'arrivo in città degli [[Austriaci]] nel [[1814]] egli si rese conto che la sua speranza di una futura Italia indipendente era cosa vana.
 
Ebbe un momento di esitazione quando il governatore austriaco feldmaresciallo [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] gli offrì di collaborare con il nuovo governo dirigendo una [[rivista]] [[letteratura|letteraria]], la futura "Biblioteca italiana". Foscolo accettò e stese il programma della rivista, ma intervenne l'obbligo di giuramento al nuovo regime e, la notte della vigilia, il [[31 marzo]] del [[1815]], Foscolo lasciò l'Italia e prese la via del volontario esilio per rifugiarsi a [[Hottinger]], in [[Svizzera]].
 
Malgrado le varie peregrinazioni in terra svizzera per sfuggire ai controlli della polizia austriaca, egli riuscì a stampare a [[Zurigo]], nel [[1816]], le ''Vestigia della storia del sonetto italiano'', il libretto satirico contro i letterati milanesi ''Didimi clerici prophetae minimi Hypercalypseos liber singularis'' (l<nowiki>'</nowiki>''Ipercalisse''), la terza edizione dell<nowiki>'</nowiki>''Ortis'' e a scrivere gli appassionati ''Discorsi sulla servitù d'Italia'' che verranno pubblicati postumi.
 
=== Gli ultimi anni di vita in esilio a Londra ===
[[File:Santa Croce Foscolo.jpg|thumb|200px|Tomba di Ugo Foscolo nella [[Basilica di Santa Croce]], a [[Firenze]]]]
 
Nel frattempo l'Austria insisteva nel reclamare la sua [[estradizione]] e quando l'ambasciatore d'Inghilterra a [[Berna]], attraverso i buoni uffici di [[William Stewart Rose]] a cui Foscolo aveva dedicato l'''Ipercalisse'', ebbe l'ordine di rilasciargli il passaporto per la [[Gran Bretagna]] egli, con il denaro ricavato dalla vendita dei suoi libri a Milano e con quello che il fratello Giulio, a quei tempi in Ungheria, gli aveva fornito, poté partire.
 
Il [[12 settembre]] 1816 il poeta giunse a Londra dove trascorse l'ultimo periodo della sua vita fra non lievi difficoltà economiche e morali. Durante il periodo [[Londra|londinese]] Foscolo si dedicò prevalentemente all'attività editoriale e giornalistica e si impegnò nello studio storico-critico di alcuni momenti, testi e personaggi della [[Storia della letteratura italiana|letteratura italiana]], soprattutto [[Dante]], [[Francesco Petrarca|Petrarca]] e [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]].
 
Risalgono a questi anni nuovi saggi sulle traduzioni omeriche, la quarta edizione dell'''Ortis'' (1817), l'elaborazione delle "Grazie" e le incompiute ''Lettere scritte d'Inghilterra'' ('16-'[[1818|18]]) di cui una parte edita postuma con il titolo il ''Gazzettino del bel mondo'', l'incompleta ''Lettera apologetica'' anch'essa pubblicata postuma, i celebri ''Essays on Petrarch'' (1821, II ed. 1823), il ''Discorso storico sul testo del Decamerone'' (1825), il ''Discorso sul testo della Commedia di Dante'' (1826), oltre a una trentina di saggi critici scritti per essere tradotti in inglese e pubblicati sulle riviste periodiche britanniche<ref>Paolo Borsa, ''Per l'edizione del Foscolo "inglese"'', in ''Prassi ecdotiche. Esperienze editoriali su testi manoscritti e testi a stampa'', a c. di A. Cadioli e P. Chiesa, Milano, Cisalpino, 2008, pp. 299-335.</ref>.
 
La vita troppo signorile e alcune speculazioni avventate in affari ridussero però il poeta al dissesto economico tanto che, nel [[1824]], venne per breve tempo incarcerato per debiti. Liberato, fu costretto a sopravvivere nei quartieri più poveri di Londra, celandosi spesso sotto falso nome per sfuggire ai creditori. Aveva intanto ritrovato la figlia Floriana, che lo assistette con devozione durante i suoi ultimi anni. A causa della vita dispendiosa di Foscolo, che consumò l'eredità della famiglia di Floriana dovettero trasferirsi in zone povere e malsane, dove il poeta contrasse la [[tubercolosi]].
 
Povero e debole, alla fine Foscolo si ritirò nel piccolo sobborgo londinese di [[Turnham Green]] dove, ammalato di [[idropisia]] dovuta all'aggravarsi della malattia, morì il [[10 settembre]] del [[1827]] a quarantanove anni. La figlia, che lo assistette sempre, morì anch'essa due anni dopo. Dal cimitero di Chiswick dove fu [[sepoltura|sepolto]], le sue spoglie nel [[1871]] furono traslate nella [[Basilica di Santa Croce]] a [[Firenze]], il tempio delle ''itale glorie'' che aveva celebrato nel [[Carme (poesia)|carme]] ''Dei Sepolcri''. Del Foscolo ci resta un ricchissimo "Epistolario", documento molto importante della sua vita tumultuosa.
 
==Pensiero e poetica==
{{quote|L'armonia/vince di mille secoli il silenzio|Ugo Foscolo, ''Dei Sepolcri''}}
Foscolo aderì con convinzione alle teorie [[illuminismo|illuministiche]] di stampo [[materialismo|materialistico]] e [[meccanicismo|meccanicistico]]. Tali teorie, da una parte, contenevano elementi rasserenanti in quanto allontanavano le [[superstizione|superstizioni]], ma dall'altra determinarono in lui l'angoscia davanti al "nulla eterno", all'oblio che avvolge l'uomo dopo la morte. Foscolo, infatti, si può definire [[ateo]] e [[razionalista]], ma non [[noncredenza|areligioso]]. In lui il [[pessimismo]] e l'ansia di eternità si agitano dando un tono drammatico alla sua poesia e alla sua prosa.
 
Volendo recuperare alcuni valori spirituali non in contrasto totale con la ragione, egli non cerca di riavvicinarsi alla fede, come farà [[Manzoni]], ma dà vita alla propria, personale "religione delle illusioni", ossia i valori insopprimibili nell'uomo: la [[patria]] (l'[[Italia]], ma anche Zante, l'isola della Grecia dove nacque), l'[[amore]], la poesia, la [[libertà]], la [[bellezza]], l'arte, il piacere della vita e le nobili imprese che rendono degni di essere ricordati, tramite il sepolcro, che da legame di affetto, simbolo di civiltà, esempio per i compatrioti (un concetto caro agli uomini del [[Risorgimento]]), diventa suscitatore di poesia eternatrice.
[[Immagine:Canova-Three Graces 0 degree view.jpg|thumb|right|180px|[[Antonio Canova]], ''[[Le tre Grazie]]'']]Foscolo, oltre all'inquietudine tipicamente [[preromanticismo|preromantica]], è molto legato all'estetica [[neoclassicismo|neoclassica]]: fa frequente ricorso alla mitologia (come il [[Vico]] ed [[Evemero]] egli crede che gli dei furono eroi e persone illustri, poi resi immortali dai poeti e dagli uomini comuni), vede nella [[Grecia]] classica, non solo la propria origine (in quanto nato a Zante), ma il rifugio ideale di serenità (il "mito dell'Ellade"), lontano dal mondo dilaniato dalle guerre, ma sempre con lo sguardo rivolto alla realtà (''Le Grazie''), e dal punto di vista formale utilizza spesso gli [[endecasillabi]]. Foscolo, erede di [[Vittorio Alfieri]], è considerato, come il maestro astigiano, uno dei simboli che i [[Romanticismo|Romantici]] e i patrioti [[Risorgimento|risorgimentali]] adottarono, proprio come auspicato dal poeta veneto nel celebre passo dei ''Sepolcri'' dedicato al ''Tempio di Santa Croce'' e alle sue tombe illustri.
 
== Opere ==
{{Vedi anche|Opere di Ugo Foscolo}}
Fuggendo in Svizzera nel maggio del 1815, il Foscolo affidò i suoi libri e gran parte dei manoscritti a [[Silvio Pellico]] il quale li vendette all'amica del poeta [[Quirina Mocenni Magiotti]] e inviò il ricavato al Foscolo, nascondendosi, per delicatezza, nell'anonimato. Dalla Magiotti il fondo finì per pervenire alla Biblioteca Nazionale di Firenze, dove è tuttora conservato.
 
L'altro gruppo di manoscritti, formatosi soprattutto durante l'esilio, passò in eredità alla figlia Floriana e poi al canonico spagnolo, esule in Inghilterra, [[Miguel de Riego]], che li vendette a un gruppo di estimatori del Foscolo - tra i quali [[Gino Capponi]] - e da questi alla Biblioteca Labronica di Livorno.
 
Altri autografi sono conservati alla Biblioteca Braidense di Milano, alla Universitaria di Pavia, alla Biblioteca di Storia moderna e contemporanea di Roma. Variamente sparse sono le lettere del Foscolo, mentre gli autografi dei ''Sepolcri'', delle ''Odi'', dei ''Sonetti'' e dell'''Ortis'' furono a suo tempo distrutti dallo stesso poeta.
=== Componimenti poetici ===
* ''[[A Napoleone Bonaparte liberatore]]'', ode ([[1799]])
* ''[[A Luigia Pallavicini caduta da cavallo]]'', ode ([[1800]])
* ''[[All'amica risanata]]'', ode ([[1802]])
* ''[[Non son chi fui, perì di noi gran parte]]'', sonetto ([[1802]])
* ''[[Che stai?]]'', sonetto ([[1802]])
* ''[[Te nutrice alle Muse]]'', sonetto ([[1802]])
* ''[[E tu ne' carmi avrai perenne vita]]'', sonetto ([[1802]])
* ''[[Perché taccia il rumor di mia catena]]'', sonetto ([[1802]])
* ''[[Così gl'interi giorni in luogo incerto]]'', sonetto ([[1802]])
* ''[[Meritamente, però ch'io potei]]'', sonetto ([[1802]])
* ''[[Solcata ho la fronte]]'', sonetto ([[1802]])
* ''[[Alla sera]]'', sonetto ([[1803]])
* ''[[A Zacinto]]'', sonetto ([[1803]])
* ''[[Alla Musa]]'', sonetto ([[1803]])
* ''[[In morte del fratello Giovanni]]'', sonetto ([[1803]])
* ''[[Dei sepolcri]]'', carme ([[1806]])
* ''[[Le Grazie (Foscolo)|Le Grazie]]'', poemetto incompiuto ([[1803]]-[[1827]])
===Opere di attribuzione incerta===
* ''[[In morte di Napoleone]]'', inno (composto tra il [[1821]] e il [[1827]]), inedito, scoperto nel [[2010]]<ref>rocambolescamente ritrovato a Catania tra le carte di [[Ottavio Profeta]] [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/08/poesia-di-foscolo-giallo-catania.html]</ref>
 
=== Romanzi e scritti in prosa ===
* ''[[Sesto tomo dell'io]]'', romanzo autobiografico ([[1799]]-[[1801]])
* ''[[Ultime lettere di Jacopo Ortis]]'', romanzo epistolare ([[1802]]-[[1803]])
 
=== Opere teatrali ===
* ''[[Tieste (Foscolo)|Tieste]]'', tragedia ([[1795]])
* ''[[Aiace (Foscolo)|Aiace]]'', tragedia ([[1810]]-[[1811]])
* ''[[Ricciarda (Foscolo)|Ricciarda]]'', tragedia ([[1813]])
 
=== Altri scritti ===
* ''Epistolario''
* ''[[Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione]]'', ([[1802]])
* ''[[Chioma di Berenice (Callimaco)|Chioma di Berenice]]'', traduzione del carme di [[Callimaco]], ([[1803]])
* ''[[Viaggio sentimentale]]'', traduzione del romanzo di [[Laurence Sterne]], iniziata nel ([[1805]]), pubblicata nel ([[1813]]) dall'editore Molini, assieme alla ''Notizia intorno a Didimo Chierico''.
* ''[[Iliade]]'', traduzione del poema [[Omero|omerico]], ([[1807]])
* ''[[Dell'origine e dell'ufficio della letteratura]]'' ([[1809]])
* ''[[Discorso sul testo della Divina Commedia]]'' ([[1818]])
* ''[[Essays on Petrarch]]''
* ''[[Discorso storico sul testo del Decamerone]]''
* ''[[Della nuova scuola drammatica in Italia]]'', incompiuto
 
== Bibliografia della critica ==
* [[Pellegrino Artusi]], ''Vita di Ugo Foscolo. Note al Carme dei Sepolti'', [[Casa Editrice Barbèra]], Firenze 1878
* [[Walter Binni]], ''Ugo Foscolo: storia e poesia'', [[Einaudi]], Torino 1982 (Piccola biblioteca Einaudi; 428)
* Lanfranco Caretti, ''Foscolo: persuasione e retorica'', Nistri-Lischi, Pisa 1996 (Saggi di varia umanità; 32)
* [[Mario Fubini]], ''Ugo Foscolo: saggi, studi, note'', [[Feltrinelli]], Milano 1963.
* [[Carlo Emilio Gadda]], ''Il guerriero, l'amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscol'', 1958
* Oreste Macrì, ''Semantica e metrica dei Sepolcri del Foscolo'' 2ª ed. corr. e aumentata, [[Bulzoni editore]], Roma 1995 (L'analisi letteraria; 19) (1ª ed. 1978).
* Maria Antonietta Terzoli, ''Foscolo'', Laterza, Roma-Bari, 2000, ISBN 88-420-6173-5.
* Giuseppe Nicoletti, ''Foscolo'', [[Salerno Editrice]], Roma 2006, ISBN 9788884025227.
* Matteo Palumbo, ''Foscolo'', il Mulino, Bologna, 2010, ISBN 978-88-15-13212-3.
* ''Andrò a Londra. Un incontro tra István Széchenyi e Ugo Foscolo''. Racconto di Stefan Malfèr in: ''I racconti del Calvados'', a cura di Giuseppe Monsagrati, [[La Lepre edizioni]], Roma 2009, pp. 13-38, ISBN 9788896052175.
* Michele Saponaro, ''Foscolo'', Milano, Garzanti, 1943.
* [http://air.unimi.it/bitstream/2434/46730/1/Paolo_Borsa_-_Per_l%27edizione_del_Foscolo_inglese.pdf Paolo Borsa, ''Per l'edizione del Foscolo "inglese"''], in ''Prassi ecdotiche. Esperienze editoriali su testi manoscritti e testi a stampa'', a c. di A. Cadioli e P. Chiesa, Milano, Cisalpino, 2008, pp. 299-335, ISBN 978-88-323-6206-0
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[UgoQazaqstan FoscoloPrem'er (opere)Ligasy 2018]]
* [[Qazaqstan Kubogy 2018]]
* [[Basilica di Santa Croce]], [[Firenze]]
* [[Alla sera]]
* [[Ultime lettere di Jacopo Ortis]]
* [[All'amica risanata]]
* [[A Luigia Pallavicini caduta da cavallo]]
* [[Sesto tomo dell'io]]
* [[Tieste (Foscolo)]]
* [[Aiace (Foscolo)]]
* [[Ricciarda (Foscolo)]]
* [[Dei Sepolcri]]
* [[Guido Sorelli]]
* [[Isabella Teotochi Albrizzi]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|s=Autore:Ugo Foscolo|q|commons}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://books.google.it/books?id=iBJKAAAAIAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false G. Pecchio, ''Vita di Ugo Foscolo'', 1830]
*[http://www.treccani.it/enciclopedia/ugo-foscolo_(Dizionario_Biografico)/ M. Scotti, ''Foscolo Ugo'', «Dizionario biografico degli Italiani»]
* [http://xoomer.alice.it/ilfoscolo/index.html Testi di Ugo Foscolo e cronologia]
* [http://www.italialibri.net/autori/foscolou.html Approfondimento 1]
* [http://www.crs4.it/Letteratura/Sonetti/Sonetti.html Approfondimento ai sonetti con testo integrale ]
* [http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/browse/autore-autore.xq?autore=Foscolo,%20Ugo ''Prose''] ([[1912]], [[1913]] e [[1920]]), testi integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]]
* [http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT561.HTM Opere di Ugo Foscolo], testi con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza
* [http://www.google.com/books?id=lkICAAAAQAAJ&printsec=frontcover&dq=foscolo&as_brr=1&hl=it Dell'origine e dell'ufficio della letteratura, orazione]
* [http://www.cesareangelini.it/studi_foscolo_pavia.html Cesare Angelini, "I giorni del Foscolo a Pavia"]
* [http://air.unimi.it/bitstream/2434/46730/1/Paolo_Borsa_-_Per_l%27edizione_del_Foscolo_inglese.pdf Paolo Borsa, ''Per l'edizione del Foscolo "inglese"'']
 
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