Cantu a chiterra e Arcidiocesi di Quito: differenze tra le pagine

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{{diocesi della chiesa cattolica
[[File:Chitarra sarda.png|thumb|La chitarra sarda, lo strumento di accompagnamento di questa forma di canto.]]
|stato=Ecuador
|nome=[[Arcidiocesi]] di [[Quito]]
|latino=Archidioecesis Quitensis
|immagine=Catedral metropolitana Quito.jpg
|stemma=
|mappa=Ecuador - Arcidiocesi di Quito.jpg
|mappaprovincia=
|mappacollocazione=
|suffraganee=[[Diocesi di Ambato|Ambato]], [[Diocesi di Guaranda|Guaranda]], [[Diocesi di Ibarra|Ibarra]], [[Diocesi di Latacunga|Latacunga]], [[Diocesi di Riobamba|Riobamba]], [[Diocesi di Tulcán|Tulcán]]
|titolo=[[arcivescovo]] [[metropolia|metropolita]] e [[primate (ecclesiastico)|primate]]
|titolare=[[Fausto Gabriel Trávez Trávez]], [[Ordine dei Frati Minori|O.F.M.]]
|vicario=
|ausiliari=[[Danilo Echeverría Verdesoto]]
|emeriti=[[cardinale]] [[Raúl Eduardo Vela Chiriboga]]
|sacerdoti=323
|sacerdotiregolari=149
|sacerdotisecolari=174
|battezzatipersacerdote=7.633
|religiosi=837
|religiose=1.311
|diaconi=1
|popolazione=2.900.622
|superficie=11.167
|parrocchie=184
|battezzati=2.465.529
|proporzione=85,0
|vicariati=
|eretta=8 gennaio [[1545]]
|ritoliturgico=[[rito romano|romano]]
|indirizzo=Calle Chile OE-422 y Venezuela, Quito, Ecuador
|sito=www.arquidiocesisdequito.com.ec
|anno=2018
|ch=quit
|gc=quit0
}}
 
L<nowiki>'</nowiki>'''arcidiocesi di Quito''' (in [[lingua latina|latino]]: ''Archidioecesis Quitensis'') è una sede metropolitana della [[Chiesa cattolica in Ecuador]]. Nel [[2017]] contava 2.465.529 battezzati su 2.900.622 abitanti. È retta dall'[[arcivescovo]] [[Fausto Gabriel Trávez Trávez]], [[Ordine dei Frati Minori|O.F.M.]]
Il '''canto sardo a chitarra''' ('''cantu a chiterra''' in [[lingua sarda|sardo]]) è una tipica forma di [[canto (musica)|canto]] [[monodia|monodico]] in [[lingua sarda]] e [[Lingua gallurese|gallurese]], accompagnato con la [[chitarra]]. Questo canto è diffuso soprattutto nella parte nord dell'isola; in particolar modo nel [[Logudoro]], [[Goceano]], [[Planargia]] e in [[Gallura]]. È molto probabile che alcuni canti esistessero da prima dell'invenzione della chitarra, ad esempio il [[cantu in re]], tuttavia con l'avvento dello strumento si sono sviluppate diverse varianti.
 
==Territorio==
== La chitarra sarda ==
L'arcidiocesi comprende la parte orientale della [[provincia del Pichincha]].
=== Cenni storici ===
Probabilmente risale al periodo delle dominazioni iberiche la presenza della chitarra in Sardegna, dove veniva utilizzata per accompagnare il canto, le cui melodie erano preesistenti.
Da alcuni studi sulle tradizioni etno musicali della Sardegna apprendiamo che la chitarra è presente in Sardegna almeno dal XVI secolo, tanto che nello Statuto del Gremio dei Falegnami di [[Oristano]] risulta che ne facessero parte anche i “chitarrari” (inteso come liutai). Ancora, nel [[1598]] un decreto del [[Alfonso Lasso y Sedeño|Viceré di Sardegna]] vietava di suonare la chitarra dopo il rintocco della campana vespertina.
Nel [[XIX secolo]] pare esistesse nell'isola la chitarra a 4 corde, detta “quartina”.
In epoca più recente, e più precisamente dal [[1885]] a [[Sassari]] la casa musicale Ferraris iniziò ad importare chitarre dalla [[Lombardia]] e dalla [[Sicilia]], il modello più diffuso era la cosiddetta ''chitarra terzina'' dalle misure leggermente più piccole rispetto al modello spagnolo<ref> [http://www.academia.edu/4356745/La_Chitarra_Sarda_preparata._La_chitarra_Angeli Stefano Aresu, ''La Chitarra Sarda preparata. La chitarra Angeli.'']]</ref>.
Più tardi, verso gli [[anni 1930|anni '30 del 900]] si impongono nell'isola delle chitarre molto più grandi delle [[Chitarra flamenca|spagnole]], dette ''chitarre giganti'' usate per accompagnare i canti, in virtù del loro tono più basso che agevolava la tecnica dei cantadores.
Qualche anno dopo cominciò tuttavia ad affermarsi il modello ideato dal [[liuteria|liutaio]] e chitarrista [[Ignazio Secchi]] insieme al fratello Peppino.
Successivamente fu [[Aldo Cabitza]] ad apportare ulteriori modifiche allo strumento, per cui le misure della [[cassa armonica]] che arrivava a 78 cm. (cioè a metà tra una chitarra classica ed una chitarra basso)<ref>[http://www.academia.edu/4356745/La_Chitarra_Sarda_preparata._La_chitarra_Angeli Stefano Aresu, cit.]</ref>.
=== La chitarra e l'accordatura alla sarda ===
La ''chitarra sarda'' è un tipo di chitarra acustica a [[Corda (musica)|corde metalliche]] con una particolare forma della [[cassa armonica|cassa]] di dimensione notevolmente più grande rispetto alla chitarra classica. Altra peculiarità di questa tipologia di chitarra è la distribuzione dei segni marca tastiera che sono posizionati in modo da segnalare il III, V, VII, X e XII spazio (diversamente dalla [[chitarra classica]] dove sono segnati i III, V, VII, IX e XII), questa marcatura era finalizzata ad evidenziare gli intervalli tonali di maggior utilizzo pratico nell'esecuzione del repertorio del cant a chiterra<ref>[http://www.academia.edu/4356745/La_Chitarra_Sarda_preparata._La_chitarra_Angeli Stefano Aresu, cit.]</ref>.
Anche l'[[accordatura]] detta appunto '''a sa sarda''', è differente in quanto l'intonazione è più bassa: infatti in media è accordata una quartina sotto. Secondo gli accordi, RE2 quindi generalmente equivale a ± Sol#/La2 (220 Hz)<ref>Edouard Fouré Caul-Futy, ''La trace et le tracé. Mémoires et histoires dans le Cantu a chiterra de Sardaigne'', in Cahiers d’ethnomusicologie, [[2009]], p. 71 n. 10</ref>.
La tecnica di esecuzione è quella mista. I ''sonadores'' originariamente usavano più diffusamente l'[[Bordone (musica)|accompagnamento a bordone]], cioè quello con il pollice che esegue la linea melodica del canto, mentre le altre dita eseguono l'[[arpeggio]] sulle altre corde, da alcuni anni a questa parte (da Aldo Cabitza in poi) è molto più diffusa la tecnica del [[plettro]].
Caratteristiche sono anche le decorazioni, in genere con motivi floreali, del [[battipenna]] intagliato.
 
Sede arcivescovile è la città di [[Quito]], dove si trova la [[cattedrale]] dell'Assunzione di Maria Vergine.
== Le varianti (''boghes'') de ''su cantu a chiterra''==
Di seguito è riportato l'elenco dei modelli di riferimento (o varianti) del cantu a chiterra, su cui i cantanti ed i musicisti eseguono delle variazioni, questi sono dodici<ref>Edouard Fouré Caul-Futy, ''La trace et le tracé. Mémoires et histoires dans le Cantu a chiterra de Sardaigne'', in Cahiers d’ethnomusicologie, [[2009]], p. 69</ref>, come riportato di seguito.
* Su '''[[Cantu in re]]''' (in [[lingua sarda|sardo]]: "Boghe in re"), (nato in Logudoro) da cui derivano alcune varianti quali il canto in re "a s'Othieresa", “a sa Piaghesa”, è il più comune e quello con cui iniziano sempre le gare musicali.
* '''S'isolana'''. che è una versione semplificata della cosiddetta "Piaghesa antiga" (cioè “la ploaghesa antica”)
* '''[[Mutu (musica)|Sos Mutos]]''': per lo più si tratta di canti delle schermaglie d'amore, bonariamente ironici. Sono presenti in tutta l’isola.
* '''[[Sa Nuoresa]]''': (Tradizionale logudorese) che secondo alcuni potrebbe essere derivato dal canto funebre detto “Attitidu”.
* '''[[La Tempiesina]]''' (nato a Tempio, in Gallura).
* '''[[La Filognana]]''' (sa Filonzana): (nato in Gallura) Si tratta di un canto allegro.
* '''[[La corsicana]]''': (inventato da [[Francesco Mannoni|Ciccheddu Mannoni]], Gallura)
* '''[[Su Trallalleru]]''': (originario del Campidano) È un canto allegro e spesso canzonatorio.
 
Il territorio è suddiviso in 184 parrocchie, raggruppate in 17 decanati.
Ci sono poi altre '''varianti''' del canto che possiamo definire '''complesse''', sia per la ricercatezza dei motivi musicali che per la difficoltà di esecuzione.
* '''[[Su Fa diesis]]''';
* '''[[Su Si bemolle]]''';
* '''[[Su Mi e La]]''': (originario di [[Bosa]], [[Planargia]]), pare abbia origini come canto dei pescatori.
* '''Sa [[Disisperada]]''' (in gallurese:''la disispirata'') Questo canto viene eseguito sempre verso la fine della ''gara'', come per la chiusura<ref>Bernard Lortat-Jacob, ''Improvisation et modèle : le chant à guitare sarde'', in L'Homme, 1984, tome 24 n°1. p. 69.</ref>.
 
==Storia==
== La gara. Significato e struttura.==
La diocesi di Quito fu eretta l'8 gennaio [[1545]] con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Super specula Militantis Ecclesiae'' di [[papa Paolo III]],<ref>Traduzione in spagnolo della bolla in: [https://books.google.it/books?id=M3RIAAAAYAAJ&pg=PA19 ''Concordato celebrado entre su santidad Pío IX y el gobierno del Ecuador y bulas de erección de los obispados de Quito, Cuenca y Guayaquil, del Arzobispo de Quito y de las nuevas diócesis de Imbabura, Bolivar y Loja''], Quito 1863, pp. 19-20.</ref> ricavandone il territorio dall'[[arcidiocesi di Lima]], di cui originariamente era suffraganea. Dall'erezione fino al [[1786]] il territorio diocesano si estendeva a tutta la [[Audiencia Reale di Quito]] ed era quindi maggiore dell'odierno territorio dell'[[Ecuador]].
{|align="center" cellspacing="20"
|-
|<poem>
«Dans l’oralité du chant à guitare, la trace occupe une position intermédiaire éminemment stratégique. Cette position lui permet d’opérer ce point de rencontre entre une mémoire vivante, personnelle, subjective et suggestive, et une histoire normée, officielle et collective.»</poem>
|<poem>
«Nella tradizione orale del cantu a chiterra, la traccia<ref>nel senso della riconoscibilità della ''variante tipica'' di un determinato interprete (cantadore)</ref> occupa una posizione intermedia altamente strategica. Questa posizione consente di stabilire un punto d'incontro tra una memoria viva, personale, soggettiva e suggestiva, e una storia standardizzata, formale e collettiva.»</poem>
Edouard Fouré Caul-Futy
|}
Dopo secoli di esecuzioni delle tipologie di canto a chitarra, in occasioni ed in ambienti conviviali, pur rimanendo viva questa tradizione, nel corso del [[Novecento]] si diffonde la ''gara di canto a chitarra'', che si svolge di fronte ad un pubblico, quasi sempre in occasione delle feste patronali, nelle forme che sono ancora in atto. La ''gara a chitarra'', può essere paragonata alla ''gara poetica'', dove è apprezzata la qualità dell'improvvisazione delle ottave da parte dei poeti.
La gara, è una competizione musicale in cui i due o tre cantanti, accompagnati da un chitarrista, competono con le loro improvvisazioni, su temi musicali prestabiliti, per far riconoscere la qualità delle loro prestazioni<ref>Bernard Lortat-Jacob, cit., p.72</ref>.
La gara comporta che ciascun ''[[cantadore]]'' esegue una sola strofa per volta, alternandosi con gli altri concorrenti (di solito toccano tre strofe a testa).
Il modello musicale di riferimento (la variante) non è una forma completamente e pienamente definita, ma piuttosto un insieme di forme prefissate su strutture musicali ([[Metro (musica)|metrica]], [[melodia]], [[armonia]]) piuttosto labili<ref>Bernard Lortat-Jacob, cit., p. 72</ref>. Questo permette che ogni cantadore possa improvvisare a suo piacimento sul modello di riferimento<ref>Secondo Lortat-Jacob non c'è linearità tra modello musicale di riferimento e risultati specifici. In altre parole, se il modello principale consente una serie di trasformazioni che si manifestano in risultati specifici (o particolari) è perché esso stesso è sostanzialmente trasformabile. Cfr. Bernard Lortat-Jacob, cit., p. 73</ref>.
Inoltre ogni [[cantadore]] ha a disposizione un proprio [[repertorio]] per ogni tipo di '''oghe''; maggiore è la ''cultura del canto'' del cantadore e maggiore è il numero di boghes (''interpretazioni'') a sua disposizione, alcuni arrivano ad averne anche oltre cinquanta. Queste boghes sono esse stesse costantemente soggette a microvariazioni<ref>Edouard Fouré Caul-Futy, ''La trace et le tracé.'' Mémoires et histoires dans le Cantu a chiterra de Sardaigne, in Cahiers d’ethnomusicologie, 2009, p.71 n.12</ref>.
 
Nel [[1569]] il vescovo Pedro de la Peña istituì un primo [[seminario]] presso il palazzo episcopale, che nel [[1585]] fu trasferito alla chiesa di santa Barbara. Nel [[1594]] il seminario, dedicato a san Luigi di Francia, fu affidato ai [[Compagnia di Gesù|gesuiti]], che lo mantennero fino all'espulsione nel [[1767]], dopodiché passerà al clero secolare.
L'ordine di successione della gara (che dura diverse ore) è: Canto in re, nuorese, mutos, gallurese, filognana, mi e la, si bemolle, disisperada<ref>Bernard Lortat-Jacob, cit., p. 70.</ref>.
1) Su ''Cantu in re'' e sue varianti</p>
2) ''Sa Nuoresa''</p>
3) ''Sos Muttos''</p>
Nella '''gara''' le seguenti coppie di canto si eseguono sempre di seguito:
4) ''La Tempiesina'': Questo canto, nelle gare, può essere sostituito da:
4 bis) ''La Filognana'': durante una gara, al termine della sua esecuzione, si può riprendere con il Canto in re iniziale. </p>
5) ''La Corsicana'' o in alternativa
5 bis) ''Su Trallalleru''</p>
Altri quattro tipi di canto da eseguire di seguito sono:
6) ''Su Fa diesis'': canto di difficile esecuzione, talvolta non viene eseguito ed è sostituito dal canto in '''Mi e La''' e dall’''Isolana''.</p>
6 bis) ''Su Si bemolle'': canto tra i più difficili, per cui spesso non viene inserito tra le esecuzioni di una gara, essendo sostituito da i due successivi.
6 ter) ''Su Mi e la''</p>
6 quater) ''S'isolana'' con ''canto in re'' che peraltro conclude l’esecuzione dell’Isolana.
A causa della difficoltà esecutiva di questi quattro canti, spesso nelle gare questa sezione viene sostituita da un Canto in re o con i Mutos.
7) Sa Disisperada.</p>
Durante l'esecuzioni i ''cantadores'' in genere eseguono i canti succitati aggiungendo delle variazioni, di volta in volta il chitarrista dovrà seguire con gli accordi. Pertanto le esecuzioni sono sempre diverse ed eseguite in base alle qualità canore del cantante.
Per quanto riguarda i testi, in genere vengono musicate poesie tradizionali o dei più grandi poeti sardi.
 
Il 1º luglio [[1786]] la diocesi cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di [[arcidiocesi di Cuenca|Cuenca]] (oggi arcidiocesi).
== Altri generi a chitarra ==
Oltre ai canti suddetti, esistono molti altri tipi di canto sardo accompagnati dalla chitarra. A Sassari le ironiche “gobbule”, tra quelli diffusi nel Sud dell'isola ricordiamo il canto a "curba", a "torrida" e a "muttuttu", per lo più eseguiti all'interno della “cantada” campidanese; diffusi in tutta l’isola sono anche “sos mutettos a trallallera”, “sas battorinas”, “su dillaru”, “sos frores”, e altri ancora.
 
Gli ultimi tempi della colonia spagnola furono caratterizzati da una stretta dipendenza dalla Corona, che con l'espulsione dei gesuiti e lo smantellamento delle loro missioni nella parte orientale della diocesi, causò un rallentamento e una decadenza dell'attività pastorale.
== Prime incisioni discografiche ==
[[File:Gavino De Lunas.gif|thumb|Il'' cantadore'' Gavino De Lunas]]
Fra il [[1922]] e il [[1925]], [[Gavino Gabriel]] realizza, a titolo esclusivamente documentario, le prime incisioni di musica tradizionale sarda<ref>[http://www.radio.rai.it/radioscrigno/news.cfm?Q_EV_ID=72635] in Radio Scrigno</ref>. A Milano per la casa discografica [[La voce del padrone]] incide ''I canti di Gallura, dell'Anglona, del Marghine e della Barbagia'' (1922)<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/gavino-gabriel_%28Dizionario-Biografico%29/] in Enciclopedia Treccani</ref>.
Fra gli altri sempre in quel periodo, con alla voce Peppino Ruggio e con alla chitarra [[Adolfo Merella]], furono realizzate delle registrazioni, che sono considerate le prime del cantu a chiterra<ref>[http://www.associazionearcos.it/Biblio-disco01.htm Arcos archivio ''Bibliografia/discografia selezionata sul canto polifonico in Sardegna'' a cura di Ignazio Macchiarella e Sebastiano Pilosu]</ref>.
Negli anni trenta, grazie alla notorietà di cui godevano i cantadores in Sardegna ed alla maggiore diffusione del mezzo, furono realizzate le prime incisioni discografiche a scopo commerciale. Sembrerebbe che la prima seduta di registrazione sia avvenuta nel 1931 a [[Milano]], presso gli studi della casa discografica "Excelsius", da parte degli ozieresi [[Giuseppe Langiu]] (1898 - Sassari 1972) e Antonio Bellu accompagnati dal chitarrista [[Nicolino Cabitza]] di Ploaghe e, talvolta, del fisarmonicista [[Celestino Fogu]]. In quell'occasione furono incisi dei canti in Re a s’Othieresa e a sa Nuoresa, dei Mutos, Mi e la, una ''Disisperada logudoresa'' a sa Piaghesa.
Sempre a Milano, il 23 maggio [[1932]], negli studi della casa "Grammofono" (ridenominata qualche anno dopo "La voce del padrone"), fu la volta dell’ozierese [[Maria Rosa Punzirudu]] che, in coppia col collega [[Gavino De Lunas]] e sempre con l’accompagnamento del chitarrista Nicolino Cabitza registrarono pochi ma memorabili canti.
A distanza di qualche decennio (tra il [[1961]] ed il [[1964]]) il "Quartetto Logudoro" composto dal cantadore [[Leonardo Cabitza]] e la giovanissima cantante [[Maria Teresa Cau]] accompagnati dal chitarrista [[Aldo Cabitza]] (figlio di Nicolino) e dal fisarmonicista [[Antonio Ruju (fisarmonicista)|Antonio Ruju]], incidono per la [[Vis Radio]] di Napoli ventiquattro brani. Nel 1962 [[Mario Cervo]], insieme ad [[Astro Mari]], aveva fondato una casa discografica con la quale aveva prodotto diverse incisioni di canto sardo.
 
Ancora peggiore fu la situazione agli esordi della repubblica, che pretendeva di esercitare tutti i diritti della Monarchia spagnola, compreso il diritto del [[patronato regio]] di presentazione dei vescovi.
== L'Archivio Mario Cervo ==
L'[[Archivio Mario Cervo]] si trova a [[Olbia]]<ref>Omaggio alla musica sarda in ricordo di Mario Cervo, [[La Nuova Sardegna]], 9 giugno 2014</ref>, e ospita una raccolta di varia documentazione, che era stata collezionata da [[Mario Cervo]], a partire dagli [[anni 1950|'50]], per una sua passione per il canto sardo. Il materiale dell'archivio è stato catalogato e digitalizzato, a cura dell'[[Istituto Superiore Regionale Etnografico]]<ref>{{cita web|url=http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=562&s=16&v=9&c=4099&es=4272&na=1&n=10|titolo=Mediateca - Archivio Mario Cervo|editore=ISRE - Istituto Etnografico della Sardegna|accesso=06-12-2014}}</ref>.
L'archivio è principalmente composto da materiale fonografico, ma sono presenti anche libri e giornali. Come materiale fonografico è composta da oltre 6.000 supporti ordinati in 3.500 schede che permettono di effettuare una ricerca approfondita su quanto è accaduto musicalmente in Sardegna nel Novecento<ref>{{cita web|url=http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=562&s=16&v=9&c=4099&es=4272&na=1&n=10|titolo=Mediateca - Archivio Mario Cervo|editore=ISRE - Istituto Etnografico della Sardegna|accesso=06-12-2014}}</ref>.
 
Il 28 maggio [[1803]] cedette un'altra porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Maynas (oggi [[diocesi di Chachapoyas]]).
== Associazioni pro ''su cantu a chiterra''==
* [[Ente Musicale di Ozieri]], fondato nel 1988. Pur occupandosi principalmente dell'organizzazione dei concerti di musica classica, ha promosso importanti ricerche etno – musicali, accompagnate da programmi di divulgazione del canto, ha costituito un importante archivio sonoro e promosso la pubblicazione di testi di studio quali: "La chitarra e la musica popolare nel Monte Acuto", "I Canti popolari del Goceano" e "I Canti popolari del Meilogu", scritti in sardo-italiano-inglese.
* [[Associazione Remintinde]] nata a Sassari nel 1991, si occupa del “canto a chitarra”, sotto la regia del noto chitarrista [[Nino Manca]]. Ha collaborato con la facoltà del [[DAMS]] (Discipline Arte Musica Spettacolo) dell’università di Bologna.
 
Il 22 settembre [[1835]] in forza della bolla ''Solicitudo omnium ecclesiarum'' di [[papa Gregorio XVI]] cedette alcune parrocchie alla diocesi di [[arcidiocesi di Popayán|Popayan]] (oggi arcidiocesi).
== I protagonisti ==
I ''cantadores a chiterra'', spesso solo ''cantadores'', in [[lingua sarda|sardo]] sono quei cantanti che vengono accompagnati con la chitarra, qualche volta anche con l'aggiunta della fisarmonica, e eseguono una sequenza di canti tradizionali, nella fattispecie il cantu a chiterra. Ogni cantante tuttavia all'interno della metrica del canto può improvvisare delle variazioni.
=== Elenco dei più noti ''cantadores a chiterra'' ===
{{Colonne}}
'''Prima generazione'''
* [[Maria Rosa Punzirudu]], ([[Ozieri]], [[1887]] – 1964)
* [[Candida Mara]], ([[Nulvi]], [[1887]] - [[1927]])
* [[Giovanni Gavino Degortes]], ([[Laerru]])
* [[Giuseppe Langiu]], ([[Ozieri]], 1898 - [[Sassari]] 1972)
* [[Antonio Bellu]], ([[Ozieri]])
* [[Pietro Porqueddu]], ([[Porto Torres]], [[1894]]-[[1974]])
* [[Gavino De Lunas]], ([[Padria]], [[1895]] - [[Roma]], [[1944]])
* [[Luigino Cossu]], ([[Trinità d'Agultu]], [[1898]] - [[1972]])
* [[Antonio Desole]], ([[Ploaghe]], [[1898]] - Sassari, [[1991]])
* [[Francesco Mannoni]] noto ''Ciccheddu''
* [[Giovanni Cuccuru]], ([[Usini]] 1891- [[1982]])
* [[Giuseppe Puxeddu]], ([[Sedini]], )
* [[Mario Scanu]], ([[Luras]], [[1910]] - [[Tempio Pausania]], [[1987]])
* [[Antonio Nuvoli]], ([[Ploaghe]], [[1915]] - [[2011]])
* [[Salvatore Virdis]], ([[Castelsardo]], [[1924]])
* [[Francesco Cubeddu]] ([[Bulzi]], ottobre [[1924]])
* [[Leonardo Cabizza]], ([[Bulzi]], [[1924]])
* [[Giovanni Soggiu (cantadore)]], noto ''Nanni'' ([[Perfugas]], [[1924]]-[[2003]])
'''Seconda generazione'''
* [[Antonio Meloni]], ([[Villanova Monteleone]], [[1932]])
* [[Tonino Canu]], ([[Perfugas]], [[1932]] - Sassari, [[1992]])
* [[Serafino Murru]], [[Ollastra Simaxis]], ([[1932]])
* [[Mario Mannu]], ([[Cossoine]], [[1933]])
{{Colonne spezza}}
* [[Maria Carta]], ([[Siligo]], [[1934]]- [[Roma]], [[1994]])
* [[Alessandro Fais]], ([[Sindia]])
* [[Giovannino Marruncheddu]] ([[Semestene]], [[1933]]-[[1988]])
* [[Giuseppe Chelo]], ([[Sassari]], [[1938]] [[Sassari]], [[2007]])
* [[Mario Firinaiu]], ([[Berchiddeddu]] (Olbia), ([[1939]])
* [[Francesco Falchi]], ([[Ardara]], [[1939]])
* [[Antonio Testoni]], ([[Bonorva]], [[1939]])
* [[Giuseppe Pintus (cantante)|Giuseppe Pintus]], ([[Bonorva]], [[1941]])
* [[Giovannino Casu]], ([[Bulzi]], [[1941]])
* [[Maria Teresa Pirrigheddu]], ([[Tempio Pausania]], [[1942]])
* [[Maria Teresa Cau]], ([[Ozieri]], [[1944]] – [[1977]])
* [[Aurora Cubeddu]], ([[Seneghe]], [[1949]])
'''Terza generazione'''
* [[Gavino Loria]], ([[Romana]], [[1955]])
* [[Cinzia Boi]], ([[Sassari]], [[1961]])
* [[Roberto Murgia]], ([[Borore]])
* [[Duo Puggioni]]
* [[Franca Pinna]]
* [[Franco Denanni]], ([[Chiaramonti (Italia)|Chiaramonti]], [[1958]])
* [[Francesco Demuro]], [[Porto Torres]], [[1978]]
* [[Gianmaria noto Mimmia Muntoni]]
* [[Mario Mele]]
* [[Emanuele Bazzoni]], ([[Usini]], [[1982]])
* [[Salvatore Cossu]], ([[Valledoria]], [[1969]])
* [[Elena Ledda]], ([[Selargius]], [[1959]])
{{Colonne fine}}
 
Il 13 gennaio [[1848]] la diocesi fu elevata al rango di [[arcidiocesi]] [[metropolia|metropolitana]].
=== Elenco dei più noti ''sonadores a chiterra'' ===
 
{{Colonne}}
Successivamente cedette a più riprese porzioni di territorio a vantaggio dell'erezione di nuove circoscrizioni ecclesiastiche e precisamente:
* [[Nicolino Cabitza]], ([[Ploaghe]], 1904 – Sassari, 1983)
* il 29 dicembre [[1862]] a vantaggio dell'erezione delle diocesi di [[Diocesi di Riobamba|Riobamba]] e di [[Diocesi di Ibarra|Ibarra]];
* [[Ignazio Secchi]], ([[Sennori]], [[1907]]-[[1967]])
* il 23 marzo [[1870]] a vantaggio dell'erezione della diocesi di [[arcidiocesi di Portoviejo|Portoviejo]] (oggi arcidiocesi);
* [[Giovanni Ledda]], ([[Nulvi]])
* il 7 febbraio [[1871]] a vantaggio dell'erezione del [[vicariato apostolico del Napo]];
* [[Giovanni Scanu]], ([[Luras]], [[1907]]-[[2002]])
* il 28 febbraio [[1948]] a vantaggio dell'erezione della [[diocesi di Ambato]];
* [[Adolfo Merella]], ([[Usini]], [[1908]] – 1966)
* il 5 dicembre [[1963]] a vantaggio dell'erezione della [[diocesi di Latacunga]];
* [[Michele Senes]] ([[Bonorva]], [[1927]] - [[2003]])
* il 5 gennaio [[1987]] a vantaggio dell'erezione della [[prelatura territoriale]] di Santo Domingo de los Colorados (oggi [[diocesi di Santo Domingo in Ecuador]]).
* [[Aldo Cabizza]], ([[Codrongianos]], [[1929]]-[[2013]])
 
* [[Angelo Pittui]], ([[Macomer]], )
Nel [[1862]] ai gesuiti ristabilitosi in Ecuador fu affidato nuovamente il seminario, che [[1872|dieci anni dopo]] passò alla gestione dei [[Congregazione della Missione|padri lazzaristi]] e fu dedicato a san Giuseppe.
* [[Giovanni Sale]], ([[Bonnanaro]])
 
* [[Pietro Fara]]
Durante la presidenza di [[Gabriel García Moreno]] l'Ecuador, primo stato al mondo, fu consacrato al Sacro Cuore di Gesù e fu decisa la costruzione della [[basilica del Voto Nazionale]], che oggi è la più imponente chiesa di Quito e dell'Ecuador.
* [[Bruno Merella]]
 
* [[Valerio Marras]], ([[Santa Giusta (Italia)|Santa Giusta]], [[1945]])
Il 6 agosto [[1875]] il presidente García Moreno fu assassinato dalla [[massoneria]]; meno di due anni dopo, il 30 marzo [[1877]] anche l'arcivescovo José Ignacio Checa y Barba fu assassinato, avvelenando il calice durante la messa del [[Venerdì Santo]].
* [[Nino Manca]]
 
* [[Salvatore Matzau]]
Il 20 aprile [[1906]] una litografia della Vergine Dolorosa fu vista da 38 persone aprire e chiudere gli occhi. In seguito ad un processo canonico fu dichiarata l'autenticità del miracolo.
* [[Antonio Marongiu]]
 
* [[Roberto Cadoni]]
Nel [[1946]] fu fondata l'università cattolica dell'Ecuador.
* [[Bruno Maludrottu]]
 
* [[Gian Nicola Biosa]]
L'11 novembre [[1995]] la [[Congregazione per i vescovi]] con un decreto ha elevato l'arcidiocesi a sede primaziale, dando agli arcivescovi di Quito il titolo di [[primate (ecclesiastico)|primate]] dell'Ecuador.
* [[Trio Cocco]] ([[Narbolia]])
 
{{Colonne spezza}}
==Cronotassi dei vescovi==
=== Elenco dei più noti fisarmonicisti ===
* García Díaz Arias † (8 gennaio [[1546]] - [[1562]] deceduto)
* [[Celestino Fogu]], ([[Ozieri]])
* Pedro de la Peña, [[Ordine dei Frati Predicatori|O.P.]] † (15 maggio [[1565]] - 7 marzo [[1583]] deceduto)
* [[Pietro Porcu]], ([[Aidomaggiore]], [[1903]])
* Antonio de San Miguel Avendaño y Paz, [[Ordine dei Frati Minori|O.F.M.]] † (9 marzo [[1588]] - 7 novembre [[1590]] deceduto)
* [[Antonio Ruju (fisarmonicista)|Antonio Francesco Ruju]]
* Luis López de Solís, [[Ordine di Sant'Agostino|O.S.A.]] † (7 settembre [[1592]] - 18 luglio [[1605]] nominato arcivescovo di [[arcidiocesi di La Plata o Charcas|La Plata o Charcas]])
* [[Mondo Vercellino]], ([[Burgos (Italia)|Burgos]], [[1933]] - [[2011]])
* [[PeppinoSalvador Pippia]]Ribera Avalos, O.P. † (17 agosto [[Narbolia1605]], [[1937]]- [[20131612]] deceduto)
* Hernando de Arias y Ugarte † (22 aprile [[1613]] - 14 marzo [[1616]] nominato arcivescovo di [[arcidiocesi di Bogotá|Santafé en Nueva Granada]])
* [[Totore Chessa]]
* Alfonso de Santillán y Fajardo, O.P. † (23 marzo [[1616]] - 15 ottobre [[1620]] deceduto)
* [[Pietro Madau]]
* Francisco Sotomayor, O.F.M. † (18 dicembre [[1623]] - 5 giugno [[1628]] nominato arcivescovo di [[arcidiocesi di La Plata o Charcas|La Plata o Charcas]])
* [[Augusto Spada]]
* Pedro de Oviedo y Falconi, [[Ordine Cistercense|O.Cist.]] † (10 luglio [[1628]] - 21 agosto [[1645]] nominato arcivescovo di [[arcidiocesi di La Plata o Charcas|La Plata o Charcas]])
* [[Manuel Mereu]]
* Agustín de Ugarte y Sarabia (Savaria) † (21 ottobre [[1647]] - 6 dicembre [[1650]] deceduto)
* [[Gianuario Sannia]]
* Alfonso de la Peña Montenegro † (18 agosto [[1653]] - [[1687]] deceduto)
{{Colonne fine}}
* Sancho Pardo de Andrade de Figueroa y Cárdenas † (15 novembre [[1688]] - [[1702]] deceduto)
* [[Diego Ladrón de Guevara]] † (15 settembre [[1704]] - prima del 12 luglio [[1717]] dimesso)
* Luis Francisco Romero † (12 luglio [[1717]] - 19 novembre [[1725]] nominato arcivescovo di [[arcidiocesi di La Plata o Charcas|La Plata o Charcas]])
* Juan Gómez de Neva (Nava) y Frías † (19 novembre [[1725]] - 21 agosto [[1729]] deceduto)
* Andrés de Paredes y Armendáriz † (18 giugno [[1731]] - 3 luglio [[1745]] deceduto)
* Juan Nieto Polo del Aguila † (28 novembre [[1746]] - 12 marzo [[1759]] deceduto)
* Pedro Ponce y Carrasco † (20 dicembre [[1762]] - 28 ottobre [[1775]] deceduto)
* Blas Sobrino y Minayo † (16 dicembre [[1776]] - 15 dicembre [[1788]] nominato vescovo di [[arcidiocesi di Santiago del Cile|Santiago del Cile]])
* José Pérez Calama † (30 marzo [[1789]] - 1º dicembre [[1792]] dimesso)
* José Fernández Díaz de la Madrid, [[Ordine dei Frati Minori|O.F.M.Obs.]] † (3 dicembre [[1792]] - 4 giugno [[1794]] deceduto)
* Miguel Álvarez Cortés † (22 settembre [[1795]] - 1º febbraio [[1801]] deceduto)
* José Cuero y Caicedo † (23 dicembre [[1801]] - 10 dicembre [[1815]] deceduto)
** Miguel Fernández Flórez, O.F.M.Obs. † (11 luglio [[1815]] - 2 ottobre [[1818]]) (amministratore apostolico)
* Leonardo Santander y Villavicencio † (2 ottobre [[1818]] - 24 maggio [[1824]] nominato vescovo di [[diocesi di Jaca|Jaca]])
** Manuel de los Santos Escobar † (21 maggio [[1827]] - [[1827]] dimesso) (vescovo eletto)
* Rafael Lasso de la Vega † (15 dicembre [[1828]] - 16 aprile [[1831]] deceduto)
* Nicolás Joaquín de Arteta y Calisto † (29 luglio [[1833]] - 6 settembre [[1849]] deceduto)
* Francisco Xavier de Garaycoa y Llaguno † (5 settembre [[1851]] - 2 dicembre [[1859]] deceduto)
* José María Riofrío y Valdivieso † (22 luglio [[1861]] - 2 aprile [[1867]] nominato amministratore apostolico di [[diocesi di Loja|Loja]])
* José María de Jesús Yerovi Pintado, O.F.M.Obs. † (2 aprile [[1867]] succeduto - 20 giugno [[1867]] deceduto)
* José Ignacio Checa y Barba † (16 marzo [[1868]] - 30 marzo [[1877]] deceduto)
* José Ignacio Ordóñez † (3 luglio [[1882]] - 14 luglio [[1893]] deceduto)
* Pedro Rafael González y Calisto † (14 luglio [[1893]] succeduto - 27 marzo [[1904]] deceduto)
* Federico González y Suárez † (14 dicembre [[1905]] - 3 dicembre [[1917]] deceduto)
* Manuele María Pólit † (7 giugno [[1918]] - 30 ottobre [[1932]] deceduto)
* [[Carlos María Javier de la Torre]] † (8 settembre [[1933]] - 23 giugno [[1967]] ritirato)
* [[Pablo Muñoz Vega]], [[Compagnia di Gesù|S.J.]] † (23 giugno [[1967]] succeduto - 1º giugno [[1985]] ritirato)
* [[Antonio José González Zumárraga]] † (1º giugno [[1985]] succeduto - 21 marzo [[2003]] ritirato)
* [[Raúl Eduardo Vela Chiriboga]] (21 marzo [[2003]] - 11 settembre [[2010]] ritirato)
* [[Fausto Gabriel Trávez Trávez]], O.F.M., dall'11 settembre [[2010]]
 
==Statistiche==
L'arcidiocesi al termine dell'anno 2017 su una popolazione di 2.900.622 persone contava 2.465.529 battezzati, corrispondenti all'85,0% del totale.
{{tabella dati diocesi}}
|-
| 1950 || 564.000 || 565.550 || 99,7 || 318 || 128 || 190 || 1.773 || || 500 || 864 || 66
|-
| 1966 || 682.997 || 682.997 || 100,0 || 422 || 134 || 288 || 1.618 || || 623 || 1.332 || 73
|-
| 1968 || 770.000 || 779.564 || 98,8 || 439 || 152 || 287 || 1.753 || || 728 || 1.263 || 87
|-
| 1976 || 910.827 || 1.001.980 || 90,9 || 420 || 140 || 280 || 2.168 || || 526 || 1.376 || 92
|-
| 1980 || 1.164.000 || 1.293.000 || 90,0 || 410 || 132 || 278 || 2.839 || || 465 || 1.457 || 100
|-
| 1990 || 1.338.482 || 1.487.207 || 90,0 || 451 || 138 || 313 || 2.967 || 4 || 670 || 1.419 || 118
|-
| 1999 || 1.786.500 || 1.985.000 || 90,0 || 464 || 174 || 290 || 3.850 || 5 || 664 || 1.751 || 150
|-
| 2000 || 2.014.000 || 2.120.000 || 95,0 || 430 || 152 || 278 || 4.683 || 4 || 657 || 1.837 || 159
|-
| 2001 || 2.010.000 || 2.250.000 || 89,3 || 455 || 171 || 284 || 4.417 || 4 || 668 || 1.853 || 159
|-
| 2002 || 1.845.000 || 2.050.000 || 90,0 || 468 || 188 || 280 || 3.942 || 3 || 639 || 2.201 || 163
|-
| 2003 || 1.886.400 || 2.096.000 || 90,0 || 471 || 192 || 279 || 4.005 || 3 || 703 || 1.987 || 165
|-
| 2004 || 1.893.295 || 2.103.661 || 90,0 || 456 || 184 || 272 || 4.151 || 3 || 694 || 1.843 || 165
|-
| 2010 || 2.115.000 || 2.350.000 || 90,0 || 433 || 179 || 254 || 4.884 || 2 || 797 || 1.542 || 173
|-
| 2014 || 2.360.354 || 2.682.221 || 88,0 || 449 || 196 || 253 || 5.256 || 1 || 636 || 877 || 175
|-
| 2017 || 2.465.529 || 2.900.622 || 85,0 || 323 || 174 || 149 || 7.633 || || 837 || 1.311 || 184
|}
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{es}} Federico González Suárez, [http://www.cervantesvirtual.com/servlet/SirveObras/35716130101148831754491/p0000007.htm Historia general de la República del Ecuador], Tomo V, Quito 1894, pp.&nbsp;376–378
*[[Vittorio Angius]], ''Su gli improvvisatori sardi'', in “Biblioteca Sarda” n. 3,4,5,8, Torino, 1838-1839.
*{{la}} [http://www.archive.org/stream/iurispontificii01martgoog#page/n145/mode/1up Bolla ''Sollicitudo omnium ecclesiarum''], in Raffaele de Martinis, ''Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima'', Tomo V, Romae 1893, p.&nbsp;136
* [[Gavino Gabriel]], ''Canti di Sardegna'', Milano, 1923
* {{es}} Rodolfo Pérez Pimentel, [http://www.diccionariobiograficoecuador.com/tomos/tomo1/c5.htm Biografia] di José Ignacio Checa y Barba
* Alberto M. Cirese, ''Struttura e origine morfologica dei mutos e mutettus sardi'' , Gallizzi, Sassari, 1964.
* {{es}} Rodolfo Pérez Pimentel, [http://www.diccionariobiograficoecuador.com/tomos/tomo13/g1.htm Biografia] di Francisco Xavier de Garaycoa Llaguno
*{{fr}}[[Bernard Lortat-Jacob]], ''Improvisation et modèle: le chant a guitare sarde'' , in «L'Homme», XXIV, 1, 1984.
* {{es}} [http://www.dipalme.org/Servicios/Anexos/anexosiea.nsf/VAnexos/IEA-IAO-o22/$File/IAO-o22.pdf Biografia] di Antonio Ibarra, con notizie di [[Diego Ladrón de Guevara]]
* [[Francesco Gianattasio]] - Bernard Lortat-Jacob, Modalità di improvvisazione nella musica sarda, Culture musicali n.1, 1982, pp. 3/36
* {{es}} Santiago Castillo Illingworth, ''La Iglesia y la Revolución Liberal'', Quito 1995, pp.&nbsp;80, 92, 153
*Bernard Lortat-Jacob, ''Voci di Sardegna'', Torino, 1999, ISBN 978-88-7063-399-3
*{{la}} Konrad Eubel, ''Hierarchia Catholica Medii Aevi'', [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002718&mediaType=application/pdf vol. 3], p.&nbsp;280; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol04eubeuoft#page/290/mode/1up vol. 4], p.&nbsp;290; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol05eubeuoft#page/326/mode/1up vol. 5], p.&nbsp;326; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol06eubeuoft#page/351/mode/1up vol. 6], p.&nbsp;351; vol. 7, pp.&nbsp;316–317; vol. 8, p.&nbsp;475
*A. Carpi, ''Canti sardi a chitarra. Un sistema tradizionale di competizione poetico-musicale'', Roma, Il Trovatore, 1999;
*Paolo Angeli. ''Canto in Re, la gara a chitarra nella Sardegna settentrionale'', ISRE, Nuoro, 2006.
*Giovanni Perria, La gara a chitarra e i suoi protagonisti, Domus, Selargius, 2006.
*Paolo Mercurio, Immagini della musica sarda, fotografie di Martino Corimbi, Solinas, Nuoro, 2011.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[[Annuario pontificio]] del 2018 e precedenti, in {{Catholic-hierarchy}}
* [http://www.archiviomariocervo.it/ Archivio Mario Cervo]
* {{es}} [https://web.archive.org/web/20130602112954/http://www.arquidiocesisdequito.ec/ Sito ufficiale] dell'arcidiocesi
* [http://www.cantosardoachitarra.it/ Cantosardoachitarra.it]
* [http://www.gcatholic.org/dioceses/diocese/quit0.htm Scheda dell'arcidiocesi] su [http://www.gcatholic.org/ www.gcatholic.org]
* [http://www.sardegnadigitallibrary.it/mmt/fullsize/2009042212395100055.pdf Il testo completo di ''Canti di Sardegna'' di Gavino Gabriel]
* [http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=602&s=17&v=9&c=4459&n=24&c1=cantu+a+chiterra&ric=1 Registrazioni di ''Cantu a chiterra''] in [[Sardegna Digital Library]]
* [http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_39_20080514085327.pdf Canto a chitarra a cura di Paolo Scarnecchia, Rai Radiotelevisione italiana, 2005] in Sardegna Digital Library
 
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