Fenici e Elierce Barbosa de Souza: differenze tra le pagine

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{{s|calciatori brasiliani}}
{{nota disambigua|altri significati|Fenicia (disambigua)|Fenicia}}
{{F|Storia|gennaio 2015}}
{{Avvisounicode}}
[[File:Phoenicia map-en.svg|thumb|upright=1.4|Mappa degli antichi insediamenti Fenici]]
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'''Fenici''' è il nome con cui i [[Grecia antica|greci]] indicavano il popolo insediato sulle coste orientali del [[mar Mediterraneo]], nei pressi del [[Libano]], e del quale si ha notizia fin dal [[XXI secolo a.C.]]. La civiltà fenicia è la prosecuzione nell'[[età del ferro]] della civiltà [[Cananei|cananea]], che è attestata negli stessi luoghi nell'[[età del bronzo]] (3000-1200 a.C.), essendo infatti i fenici indistinguibili per lingua (se non per variazioni dialettali) e cultura dal resto dei popoli cananei.
 
{{Sportivo
Furono soprattutto un popolo di [[Commercio|commercianti]] che utilizzava il mar Mediterraneo per esportare legname e altri oggetti da scambiare con altri popoli. Conoscevano e sapevano tracciare le rotte ed erano in grado di navigare di notte, prendendo come punto di riferimento le costellazioni circumpolari (in particolare l'Orsa Maggiore). Praticavano il [[cabotaggio]], per poter attraccare in caso di difficoltà, fare rifornimento di acqua dolce e viveri e commerciare con le popolazioni locali. Seppero produrre, con il legno di [[Cedro del Libano|cedro]], navi molto robuste, adatte per il commercio, che potevano contenere grandi quantità di merci e altre cose a seconda del loro bisogno. [[Erodoto]], nel IV libro delle sue [[Storie (Erodoto)|Storie]], riporta che i Fenici furono i primi a circumnavigare un intero continente (l'Africa), cioè a navigarlo per tutto il suo perimetro. La plausibilità del racconto di Erodoto sta nell'osservazione, riportata come raccontata dai Fenici, che ad un certo punto osservarono che il sole girava in senso contrario. Quantomeno, quindi, i Fenici si recarono a sud dell'Equatore. Si attribuisce ai Fenici l'Ideazione del primo [[alfabeto fonetico (linguistica)|alfabeto fonetico]], che comprendeva 22 segni usati e modificati successivamente dagli Ebrei.
 
| Nome = Elierce Barbosa de Souza
== Etimologia ==
| Immagine =
| Didascalia =
| Sesso = M
| CodiceNazione = {{BRA}}
| Altezza = 183<ref name="Scheda">{{cita web|url=https://www.cerezo.jp/teams/players/souza/|titolo=Souza|accesso=15 agosto 2018}}</ref>
| Peso = 75<ref name="Scheda"/>
| Disciplina = Calcio
| Ruolo = [[Centrocampista]]
| Squadra = {{Calcio Cerezo}}
| TermineCarriera =
| SquadreGiovanili = {{Carriera sportivo
|???? |{{Calcio Atletico Goianiense|G}} |
}}
|Squadre =
{{Carriera sportivo
|2007 |{{Calcio Ceilandia|G}} |? (?)
|2007 |{{Calcio Brasilia|G}} |? (?)
|2008 |{{Calcio Dom Pedro|G}} |49 (3)
|2008-2009 |{{Calcio Palmeiras B|G}} |? (?)
|2009-2010 |{{Calcio Palmeiras|G}} |38 (0)
|2010 |→ {{Calcio Ponte Preta|G}} |28 (4)
|2011 |→ {{Calcio Sao Caetano|G}} |49 (5)
|2012 |→ {{Calcio Nautico|G}} |53 (14)
|2013 |{{Calcio Palmeiras|G}} |10 (1)
|2013 |→ {{Calcio Cruzeiro|G}} |13 (2)
|2014 |{{Calcio Cruzeiro|G}} |13 (2)
|2014 |→ {{Calcio Santos|G}} |18 (0)
|2015 |→ {{Calcio Bahia|G}} |44 (9)
|2016 |→ {{Calcio Cerezo|G}} |41 (8)
|2017- |{{Calcio Cerezo|G}} |57 (8)
}}
| SquadreNazionali = {{Carriera sportivo
}}
| Allenatore =
| Vittorie =
| Aggiornato = 9 marzo 2019
}}
{{Bio
|Nome = Elierce
|Cognome = Barbosa de Souza
|PostCognomeVirgola = meglio noto come '''Souza'''
|ForzaOrdinamento = Souza
|Sesso = M
|LuogoNascita = Posse
|LuogoNascitaLink = Posse (Goiás)
|GiornoMeseNascita = 8 marzo
|AnnoNascita = 1988
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = calciatore
|Nazionalità = brasiliano
|PostNazionalità = , [[centrocampista]] del {{Calcio Cerezo|N}}
}}
 
==Note==
Il termine "fenici" viene fatto risalire alla parola greca {{polytonic|φοίνικες}} (''Phoinikes'') (attestata già in [[Omero]] come nome di questo popolo), che probabilmente era un termine per designarli e non la parola con cui essi designavano se stessi; d'altra parte non risulta che i Fenici si siano mai dati una denominazione "complessiva", oltre alle denominazioni delle singole città. L'origine di ''Phoinikes'' sarebbe da collegarsi al termine {{polytonic|φοῖνιξ}} , ossia "[[porpora|rosso porpora]]". ''Phoinikes'' indicava il popolo e ''Phoinike'' la regione. Le fonti antiche rimarcano più volte come la lavorazione dei gusci dei [[Murice|murici]], dai quali si otteneva il pigmento rosso-porpora, fosse una fiorente industria dei Fenici. L'archeologia non restituisce dati relativi a confermare quello che si può leggere nelle fonti perché gli stessi residui di lavorazione venivano successivamente impiegati per la produzione di calce. È peraltro possibile che il nome comune ("porpora") derivi dal nome proprio<ref>Enrico Acquaro. ''Cartagine. Un impero sul Mediterraneo'', p. 9</ref>. Analogo discorso per la parola "cananei", che veniva usata a [[Ebla]] ([[III millennio a.C.]]) e nell'[[Antico Testamento]], forse connessa con l'[[lingua accadica|accadico]] 'kinakhkhu', sempre per indicare la stessa tonalità di colore; l'uso del termine "sidonii" è invece attestato solamente da parte dei [[Antica Grecia|Greci]] e nell'Antico Testamento.<ref>Enrico Acquaro, ''cit.'', p. 10</ref>
 
Se l'attribuzione di un nome unitario a questo popolo si deve soprattutto ai Greci nel IX a.c , dall'altro la maggior parte della documentazione orientale privilegia le singole città come protagoniste della storia fenicia. In generale, quindi, sono scarsi e poco frequenti i nomi che designano i Fenici come unità, a causa del loro frazionamento: il dibattito sull'esistenza di una loro nazione ha portato a supporre una sorta di confederazione marinara. Di ciò non si possiedono molte tracce, ma viene supposto dal patrimonio culturale comune esistente. I confini cronologici della loro presenza storica sono molto ampi: si attesta una presenza umana sulla costa libanese sin dall'epoca preistorica. L'inizio risale agli [[anni 1200 a.C.]], punto di cesura e di partenza per la storia fenicia, anche se si trovano strutture insediative simili ([[città-stato]]) sia prima, sia dopo. Il termine finale per la civiltà fenicia è il [[333 a.C.]], data della [[Impero macedone|conquista dell'Oriente]] ad opera di [[Alessandro Magno]].
 
== Storia ==
Le fasi principali dell'epoca propriamente fenicia, anche se con scarsa documentazione [[babilonesi|babilonese]]; [[539 a.C.|539]]-[[330 a.C.]], età del [[Persiani|dominio persiano]]. I confini geografici sono invece costituiti dalla costa siro-palestinese: a nord le città di [[Arwad]]<ref>C. Bonnet, I Fenici, Carocci, Roma 2005</ref> e [[Shukshu]]<ref>Sabatino Moscati, Il mondo dei Fenici, Roma 1969</ref>, a sud [[Acri (Israele)|Acco]], ad ovest la costa mediterranea, ad est la catena del Libano: si tratta di una regione compressa fra la terra e il mare, con una separazione storica dall'entroterra. L'interazione con l'interno avviene soprattutto per il commercio del [[legno]], in particolare il [[Cedrus libani|cedro libanese]]. La circolazione ovest-est (orizzontale) riscontra pochi passaggi, mentre quella nord-sud (verticale) avviene per via marittima. Le città erano fondate sui promontori della costa, con uno o più porti ed un [[hinterland]] fino alle montagne (cosiddette "[[città-stato]]"); quando possibile venivano utilizzati gli isolotti antistanti la costa, per essere meglio fortificati. Il clima comporta d'[[inverno]] piogge fertilizzanti, mentre d'[[estate]] la stagione è secca, ma mitigata dall'irrigazione. L'economia si basava principalmente sull'agricoltura (coltivazione del [[grano]], dell'[[Olea europaea|ulivo]], della [[Vitis|vite]], della [[frutta]], in particolare [[fichi]] e [[Ficus sycomorus|sicomori]]), sulla lavorazione del [[legno]] e sulla [[pesca (attività)|pesca]]. Erano inoltre esperti di tecniche della lavorazione del [[bronzo]], dell'[[avorio]], dei [[tessuti]] e della [[murex|conchiglia per la porpora]]. Le risorse erano notevoli, utilizzabili però totalmente in un contesto di scambi.
 
[[File:Antarados sarkophagus face.JPG|thumb|left|Sarcofago fenicio di tipo greco, da [[Antarados]], nel nord del [[Libano]].]]
A causa della perdita della [[letteratura fenicia]], scritta su materiale scrittorio facilmente deperibile, il [[papiro]], si deve per lo più ricorrere a fonti esterne. Esistono testi epigrafici diretti, ma hanno lo svantaggio di essere stereotipi dell'uso monumentale; ne è un esempio il sarcofago di [[Ahiram di Biblo]] (circa [[1000 a.C.]]). Si conoscono anche testi lapidari arcaici ([[X secolo a.C.|X]]-[[IX secolo a.C.]]), iscrizioni dinastiche (che provano legami ideologici con l'[[Egitto]], soprattutto a [[Biblo]]), iscrizioni dell'epoca persiana, funerarie e testimonianze devozionali (da [[Sidone]]) e testi funerari (da [[Tiro (città)|Tiro]]). I principali testi esterni sono gli annali assiri, le cronache babilonesi, le iscrizioni persiane, i testi egizi (in particolare il testo di Wenamun e le [[Lettere di Amarna]]), l'[[Antico Testamento]], e gli autori classici, che caratterizzano i fenici con i ''[[topos|topoi]]'' di furbizia, disonestà, intraprendenza, riportati soprattutto dalla tradizione erudita, eccezion fatta per [[Erodoto]] e gli storici di [[Alessandro Magno]]. Una fonte indiretta sono i cosiddetti ''Annali di Tiro'', citati da [[Giuseppe Flavio]] attraverso [[Menandro di Efeso]], che coprono i [[X secolo a.C.|X]]-[[VIII secolo a.C.|VIII]] e [[VI secolo a.C.|VI secoli a.C.]], e testimoniano l'esistenza di una tradizione storiografica locale. Le fonti archeologiche sono difficilmente accordabili alle fonti scritte, anche perché è complesso individuare dei marcatori culturali specificamente fenici.
 
=== Prima dei Fenici ===
[[File:Ruad large.jpg|thumb|La piccola isola di [[Arwad]]]]
Nel [[I millennio a.C.]] la Fenicia viene integrata nei grandi imperi, anche se riesce comunque ad espandersi. Benché l'indagine archeologica sia stata difficoltosa, si hanno notizie dal [[III millennio a.C.]] di occupazioni di [[Biblo]] e Tiro. Sono frequenti le campagne egiziane a scopo soprattutto commerciale, con alcune colonie di mercanti; nel [[XIV secolo a.C.]] si affermano [[Mitanni]] e gli [[Ittiti]], con un consolidamento parallelo egizio ed una probabile divisione del territorio siro-cananaico in distretti: nelle [[Amarna#Le lettere di Amarna|lettere di El-Amarna]] si citano infatti le regioni di [[Canaan]], [[Upu]] (nei dintorni di [[Damasco]]) e [[Regno di Amurru|Amurru]]. Le città della [[Palestina nel Tardo Bronzo|Siria-Palestina nel Tardo Bronzo]] appaiono relativamente prospere, con una certa autonomia ed un territorio ed una cultura propri. Nel [[XIII secolo a.C.]] avvengono i primi contatti commerciali con [[Ciprioti]] e [[Micenei]], ed inviano coloni a spingersi verso nuovi lidi sempre più ad ovest. Nel [[1200 a.C.]] giungono i [[Popoli del Mare]], ed avviene il conseguente crollo del sistema palatino regionale, contemporaneamente degli altri stati e palazzi. Si hanno tracce di distruzione più labili in Fenicia, con solamente una contrazione degli abitati ed un impoverimento generale. La decadenza del prestigio egiziano, dovuto all'abbandono dei possedimenti [[asia]]tici, dona l'opportunità alle città fenicie di svilupparsi: indizio di questa situazione è l'episodio di Wenamon a [[Biblo]] con Zakarbaal.
 
=== Età dell'autonomia politica ===
Nell'[[XI secolo a.C.]] si osserva un arricchimento ed un'espansione, il cui centro propulsore è [[Sidone]]: da [[Marco Giuniano Giustino|Giustino]] si ha notizia della fondazione di Tiro. In realtà la città è conosciuta archeologicamente prima di questo periodo, dunque si crede che la città in quest'occasione venne rifondata storicamente. Il [[X secolo a.C.|secolo successivo]] è il periodo del predominio di Tiro, con un commercio marittimo sviluppato da [[Cipro]] all'[[mar Egeo|Egeo]], fino in [[Anatolia]]: iniziano a creare veri punti di appoggio, non più solamente frequentazioni occasionali. Protagonista dell'ascesa tiria è re [[Hiram I]] ([[969 a.C.|969]]-[[936 a.C.]]) che congiunge le due isole, stringe un'alleanza con [[Davide]] e [[Re Salomone|Salomone]] (stando all'[[Antico Testamento]]) e compie una spedizione a [[Kition]] (riportata negli ''Annali di Tiro''); forse [[Israele]] controllava le vie di comunicazione, e questa sarebbe la ragione dell'alleanza. Sale al trono una nuova dinastia con [[Ittobaal]] ([[887 a.C.|887]]-[[856 a.C.]]), che rinnova l'alleanza israelita col matrimonio della figlia; intanto la diplomazia fenicia tende ad appoggiarsi all'[[Egitto]] in opposizione agli [[Assiria|Assiri]].
 
=== Età assira ===
[[File:AssyrianWarship.jpg|thumb|Nave da guerra assira di produzione fenicia, [[VII secolo a.C.]], da [[Ninive]], Palazzo Sud-Ovest, stanza VII, pannello 11 ([[Londra]], [[British Museum]]).]]
Nel [[IX secolo a.C.]] si avvicinarono gli [[Assiria|Assiri]], attratti dalle ricchezze dei porti: [[Assurnasirpal II]] comincia ad interessarsi alla zona, ma è con [[Salmanassar III]] che avviene la battaglia di [[Qarqar]] ([[853 a.C.]]), dall'esito storicamente dubbio. Nell'[[VIII secolo a.C.]] il dominio assiro è pressante a causa dei tributi che impone alla città della costa: viene inaugurata una nuova espansione con [[Tiglatpileser III]], che determina la fine dell'indipendenza fenicia per le città settentrionali. [[Salmanassar V]] conquista [[Samaria]], mentre [[Sargon II]] occupa [[Cipro]]. Contro [[Sennacherib]] si organizza una coalizione siro-fenicia, ma che vede in seguito la fine del regno unito di [[Sidone]] e Tiro, da cui il re [[Luli]] viene cacciato. Nel [[VII secolo a.C.|VII secolo]] [[Asarhaddon]], con l'aiuto di Tiro, conquista [[Sidone]] nel [[677 a.C.]], la quale viene totalmente distrutta: Tiro rientra in possesso dei suoi territori ed acquista un nuovo predominio. La ribellione di Tiro nel [[671 a.C.]] causa un pesante vassallaggio, anche se ormai l'[[Assiria]] è molto più debole sotto [[Assurbanipal|Assùrbànipal]], che riorganizza le province locali in ''Simira'' a nord, ''Sidone'' al centro, e ''Tiro'' (Ushu) a sud.
 
=== Età babilonese e persiana ===
L'impero assiro cade nel [[604 a.C.]], a cui segue [[Nabucodonossor II]] ([[604 a.C.|604]]-[[562 a.C.]]), che viene contrastato da una coalizione fenicia ed egiziana, con cui si scontra nella battaglia di [[Karkemiš]] nel [[604 a.C.]] L'assedio di Tiro dura tredici anni, ed una volta conquistata viene governata da sette sufeti, ossia giudici locali. L'impero vede il suo declino con [[Nabonedo]]: subentrano i [[Persiani]], che vengono accolti con favore, dato che promuovono prosperità e autonomia. [[Ciro II]] il Grande ([[559 a.C.|559]]-[[530 a.C.]]) ottiene la sottomissione volontaria dei re fenici, [[Cambise II di Persia|Cambise II]] ([[530 a.C.|530]]-[[522 a.C.]]) effettua una campagna in [[Egitto]], appoggiata dai Fenici, mentre [[Dario I]] ([[521 a.C.|521]]-[[486 a.C.]]) riorganizza l'impero in [[satrapie]], istituendo la quinta per la Fenicia, ossia la ''Transeufratene''; [[Sidone]] ottiene un certo predominio con la dinastia di [[Eshmunazar I]], [[Tabnit]], [[Eshmunazar II]], [[Bodashtart]]. I contatti interni col mondo greco comportano molti influssi artistici filelleni. Fra il [[V secolo a.C.|V]] ed il [[IV secolo a.C.]] avviene la rivolta dei satrapi, fra cui la stessa [[Sidone]] che si ribella e viene massacrata e la popolazione deportata da [[Artaserse III]].
 
=== Età ellenistica e romana ===
Una volta ricostruita [[Sidone]] nel [[345 a.C.]], poiché fondamentale base strategica, si arrende spontaneamente insieme ad [[Arwad]] e [[Biblo]] all'arrivo di [[Alessandro Magno|Alessandro]]. Tiro si oppone e [[Assedio di Tiro (332 a.C.)|viene cinta d'assedio]]: il conquistatore unisce l'isola alla terraferma e conquista la città, che tuttavia mostra in seguito una ripresa. La cultura greca, già nota dai commerci, presenta un'accelerazione dell'ellenizzazione: gli influssi artistici e le assimilazioni divine evidenziano un'interazione fra le due culture {{da chiarire|(Bonnet)}}, {{da chiarire|ed un fatto lento e con ritorni (Moscati).}} Dal [[I secolo a.C.]] si osserva l'intervento di [[Roma]], che nel [[64 a.C.]] istituisce la [[Siria (provincia romana)|provincia di Siria]], comprendendo le città fenicie. Il periodo sarà economicamente benefico, arricchito dallo splendore delle città di Tiro e [[Beirut]].
 
== Cultura e religione ==
=== Società ===
[[File:Louvre-Egyptien-09.jpg|thumb|Busto del faraone [[Osorkon I]], [[XXII dinastia egizia|XXII dinastia]], con [[iscrizione]] del re fenicio [[Elibaal]] ([[Parigi]], [[Louvre]]).]]
La [[monarchia]] domina su ogni [[città-stato]]: ognuna era un'entità autonoma, composta dall'abitato e dalla campagna circostante. Le dinastie sono più o meno stabili ed ereditarie. Il re gode di grande prestigio e potere: c'è una certa continuità politico-istituzionale tra la fine dell'[[età del Bronzo]] e [[età del Ferro|del Ferro]]. A volte appare un'assemblea cittadina, e comunque un affiancamento degli anziani, che prendevano decisioni al posto del re, o molto probabilmente erano esponenti delle classi mercantili. In più erano presenti governatori [[Assiria|assiri]] e sufeti, particolarmente in epoca neobabilonese a Tiro. Le iscrizioni reali da [[Sidone]], Tiro e [[Biblo]] mostrano le missioni del re, ossia far vivere il popolo e vigilare sul culto; a [[Sidone]] la dea [[Astarte]] è la protettrice dei sovrani, che sono scelti dagli dei secondo virtù, che sono personificazioni divine ([[giustizia]] e [[rettitudine]]). I poteri del re esistono in ambito legislativo, giudiziario, economico, militare e rituale; anche la [[Regina consorte|regina]] e la regina madre esercitavano un certo potere. Alla centralizzazione dell'[[età del Bronzo]] si contrappone una certa intraprendenza dei privati nell'[[età del Ferro|epoca del Ferro]]. Non si hanno prove di un culto funerario per i monarchi, probabilmente plausibile: lo stesso dio Milk era letteralmente "re divinizzato". Dal [[IV secolo a.C.]] è attestata un'assemblea democratica che raggruppa tutti i cittadini, con maggiore rilievo in [[Persiani|età persiana]]; in più vi erano sicuramente altre magistrature individuali e collettive. La gerarchia dei diritti e dei doveri avveniva su una logica binaria: liberi-schiavi, uomo-donna, cittadini-stranieri, di cui i gruppi propulsori erano l'ambiente palatino e le grandi famiglie, soprattutto di commercianti ed imprenditori. Cittadino poteva essere il maschio nato da cittadini; non si hanno notizie sulla condizione del mondo rurale. Gli influssi greci sono osservabili nell'[[evergetismo]] (bFile:Louvre-Egyptien-09.jp.e la [[prossenia]] (l'ospitalità fra [[Greci]] e Fenici). A proposito della condizione degli schiavi, si hanno notizie di una ribellione a Tiro nel [[IV secolo a.C.]]; ma le condizioni sono molto variabili, anche con possibilità di affrancamento; va ricordato che i Fenici erano celebri per il [[commercio]] schiavistico. La Fenicia era molto aperta agli stranieri, per scopi prettamente commerciali. Non si conoscono dati precisi sulle procedure di ammissione, ma spesso si autogestivano in base ad accordi: ad esempio i [[Greci]] erano riuniti in associazioni professionali, a sfondo etnico e religioso.
 
=== Scrittura e lingua ===
{{Vedi anche|Alfabeto fenicio|Lingua fenicia}}
[[File:Phoenician alphabet.svg|upright=1.4|thumb|left|Alfabeto fenicio]]
 
Il più importante elemento culturale che si suole ascrivere alla civiltà fenicia è l'invenzione dell'alfabeto. La lingua fenicia, infatti, è stata scritta a partire dalla fine del [[II millennio a.C.]] mediante un [[alfabeto]], di tipo consonantico, con ventidue segni scritti da destra verso sinistra. Esso costituisce il punto di arrivo di una lunga evoluzione, che probabilmente prende le mosse dai segni della scrittura detta "protocananaica", a sua volta forse originata da modelli egiziani sulla base di un principio acrofonico. Tale scrittura venne in seguito adottata anche da altri popoli circostanti e dette origine a una serie di altre scritture alfabetiche, non solo semitiche (anche l'alfabeto greco e quello latino derivano in ultima istanza da quello fenicio). Un indubbio, anche se fin qui imprecisato, legame esiste anche con l'[[alfabeto ugaritico]], che ha il medesimo ordine alfabetico e i cui segni possono in gran parte costituire una "resa" con tratti a forma di cuneo di disegni "lineari" come quelli protocananaici e fenici.
 
Quanto alla classificazione linguistica del fenicio, esso fa parte del ramo cananaico del semitico nordoccidentale, insieme all'[[lingua ebraica|ebraico]] e al [[moabiti]]co. Nella madrepatria si suppone che il fenicio sia stato in uso fin verso l'era cristiana. La sua varietà parlata a [[Cartagine]] (punico) era ancora parlata ai tempi di [[Agostino di Ippona|sant'Agostino]].
 
Iscrizioni in fenicio al di fuori della madrepatria sono state individuate in Cilicia e [[Siria]] fin dall'[[VIII secolo a.C.]], ma se ne trovano un po' dovunque nel bacino del Mediterraneo. Il fenicio era diviso in diversi dialetti nelle diverse città, in particolare Sidone e Tiro. Una varietà del dialetto tirio era parlata dai coloni di Cartagine, ed è nota col nome di punico (spesso in linguistica si parla di "fenicio-punico"), che a sua volta è attestata in molte località del Mediterraneo occidentale che da Cartagine vennero colonizzate. Alcuni testi in punico ci sono giunti attraverso una trascrizione latina (comprendente anche le vocali) in alcuni passi del ''[[Poenulus]]'' di [[Plauto]].
[[Immagine:Piedra de nora224.jpg|upright=0.5|thumb|La [[Stele di Nora]].]]
Anche la [[stele di Nora]], ritrovata nella località presso Cagliari in Sardegna, è un importantissimo reperto in caratteri fenici.
 
=== Mitologia ===
 
{{vedi anche|mitologia fenicia}}
Le fonti per la religione fenicia sono le iscrizioni dalle città fenicie per i nomi divini, anche se non si possiedono scritti mitologici, liturgici o profetici. Gli autori principali sono: [[Sanconiatone]], sacerdote di [[Beirut]] (XII secolo a.C.), riportato da [[Filone di Biblo]], giuntoci attraverso [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]], con dubbi sull'autenticità; Damascio, neoplatonico (V secolo a.C.), che cita una cosmogonia di Mecio; [[Plutarco]] e [[Luciano di Samosata|Luciano]], che forniscono dati sulle credenze; l'[[Antico Testamento]], soprattutto riguardo ai [[Cananei]]; i testi di [[Ugarit]], anche se non direttamente comparabili; le fonti puniche, anche se il raffronto è difficile a causa degli sviluppi autonomi.
 
La religione fenicia appare come un prolungamento di quella cananea del II millennio a.C. Ogni città fenicia costituiva uno stato autonomo, con una divinità [[poliade]] generalmente associata ad un partner o a una divinità [[paredra]], con determinate funzioni. A Tiro imperava [[Melqart]], insieme ad [[Astarte]], dove era comune il rito dell'egersis, o risveglio annuale. Melqart è il prototipo del re che garantisce ordine e benessere (assimilato ad [[Eracle]]), mentre Astarte è la dispensatrice di potere e vitalità, legata al trono e alla fertilità (assimilata ad [[Afrodite]] ed [[Era (mitologia)|Era]]). A [[Sidone]] erano venerati Astarte ed [[Eshmun]], dio protettore e guaritore, assimilato ad [[Asclepio]] (Bonnet), la cui triade sarebbe capeggiata da [[Baal]], parallelo ad [[El (divinità)|El]] (Moscati). A [[Biblo]] invece si credeva nella Baalat Gubal (“signora di Biblo”), insieme al Baal di Biblo, che sta all'origine dell'Adonis greco; per loro erano celebrate feste annuali di morte e resurrezione. Altre divinità erano: [[Reshef]], dio della folgore e del fuoco, originariamente nefasto poi benefico; [[Dagon]], dio del grano, dalle origini remote; [[Shadrapa]], conosciuto dal VI-V secolo a.C., “genio guaritore”, rappresentato con serpenti e scorpioni; diversi culti astrali, di scarsa presenza, perlopiù dall'età ellenistica; ipostasi di qualità e funzioni, come il [[Chusor]], inventore e lavoratore del ferro, oppure [[Sydyk]] e [[Misor]], divinità della giustizia e della rettitudine.
 
Da Filone di Biblo è conosciuta la mitologia, in particolar modo l'origine del cosmo, della cultura e degli dei: all'origine sono il vento e il caos, da cui nasce un uovo cosmico, detto Mot. La cultura sarebbe stata creata da Usoos, inventore delle pelli d'animali, mentre al vertice della genealogia divina sarebbero stati Eliun e Berut. Gli dei vivevano nei templi, cosiddetti “bet”, ossia casa o palazzo. Non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo, anche se non eccessivamente rigoroso. Era molto diffuso il culto di [[stele]] o [[betili]], nonché di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Molti santuari e rovine presentano spesso una stratificazione successiva in età cristiana. Asherah è una piccola [[colonna votiva]] in legno, analoga al [[betilo]] (ossia “dimora degli dei”). Il tempio era un recinto sacro a cielo aperto con una piccola cappella o betilo (o entrambe); davanti ad essi vi era un altare per i sacrifici, con vicino una fonte o un bacino ed un bosco. Le offerte potevano essere cruente o meno (eccezione per il maiale, che era considerato tabù), in cambio dei quali speravano di ottenere la grazia, spesso a sua volta seguita da un ex voto. Si credeva anche nei refaim, esseri dell'aldilà, forse semplicemente persone defunte.
 
La magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti: era una pratica comune e diffusa: lo scopo era allontanare il malocchio o colpire i nemici, con formule talvolta incise su lamine di piombo nelle tombe. L'approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico. L'aldilà era localizzato sottoterra, come un deserto arido e buio; essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura ed essere ricordati tra i vivi.
 
== Città e stati ==
[[File:Levant1mil.JPG|thumb|I principali siti del Levante nel [[I millennio a.C.|primo millennio]].]]
Nel [[Tardo Bronzo (Vicino Oriente)|Tardo Bronzo]] si contano circa venti località fenicie principali, appartenenti ad otto regni, tutte attorno ad una città portuale più grande; nell'[[età del Ferro]] invece sono quattro grandi paesi ([[Arwad]], Biblo, Sidone, Tiro) a cui gli altri afferiscono.
 
=== Arwad ===
[[Arwad]] ([[Arados]]) sorgeva su un'isola di fronte ad [[Antarado]] (oggi [[Tartus]]), dove non ci sono tracce di occupazione fenicia: dal [[II millennio a.C.]] è menzionata nei testi di [[el-Amarna]]. Dal territorio continentale la città dipendeva per le forniture e le sepolture. La città era governata da un re insieme ad altri uomini della stessa città: probabilmente si trattava di un'[[aristocrazia]] mercantile. Sotto il dominio [[Assiria|assiro]] riuscì a mantenersi autonoma, ma perse alcuni territori; lo stesso avvenne con i re [[babilonesi]]: la sua strategia politica era di pagare il tributo per vedersi riconoscere la propria autorità. Si tratta di un sito abbastanza esteso, anche se sono poche le tracce archeologiche e gli scavi sistematici; vi erano due porti, ma solamente uno è stato ritrovato. I culti erano vari, fra cui [[Melqart]], [[Asclepio]], [[Afrodite]], [[Crono]]s: è stato trovato un santuario federale dedicato a Giove in località [[Baitokaiké]], nell'interno, forse originariamente dedicato a [[Baal]].
 
=== Amrit ===
{{vedi anche|Amrit}}
[[File:Mabad 5.jpg|thumb|upright=0.7|left|La parte centrale del ''maabed'' di [[Amrit]].]]
[[Amrit]] (detta anche Marathos) è costituita da una breve striscia costiera, priva di insenature per uso portuale, con due piccoli corsi d'acqua. A nord si trovano i resti dell'abitato ed il ''maabed'', mentre a sud erano le [[necropoli]] e la località di Ai el-Haijat; era legata ad [[Arados]] nel periodo fenicio, anche se non apparteneva al suo hinterland. Il ''maabed'' fu scavato da [[Ernest Renan]] e poi anche in seguito. Il suo impianto era genericamente egiziano, ma la costruzione avvenne in periodo persiano. È stato costruito in parte scavando il banco di roccia, in parte aggiungendo blocchi: si tratta di un bacino rettangolare con al centro un basamento risparmiato per costruirci una [[cappella]]. L'acqua proveniva da una sorgente vicina, e lungo i tre lati vi erano passaggi porticati con massicci pilastri rettangolari: nel lato nord si trova un ingresso monumentale con due torri e due altari simmetrici. La cappella centrale era a tetto piano ornata da [[modanatura a gola egizia]] e merlature a gradini, mentre il gocciolatoio era composto da due protomi leonine. Il santuario era dedicato probabilmente ad un dio guaritore, forse [[Eshmun]]. Vicino c'era anche una fossa cultuale, studiata da [[Maurice Dunand]], con un'iscrizione ed un [[ex voto]], che confermerebbero Eshmun e [[Melqart]] come destinatari del culto. Nelle vicinanze era una necropoli con diverse tombe scavate nella roccia, con alcuni [[sarcofagi]] antropoidi ed alcune tombe sormontate dai cosiddetti ''megazil'', edifici a forma di torre che davano accesso alla camera funeraria, risalenti al [[IV secolo a.C.]] Vi era anche uno [[stadio]] monumentale scavato nella roccia nel [[II secolo a.C.]]: la città era infatti completamente autonoma in [[età ellenistica]].
 
=== Biblo ===
{{vedi anche|Biblo}}
[[Biblo]], l'antica ''Gubal'', si trova su un promontorio sul mare, con due piccoli corsi d'acqua laterali. La documentazione riguarda almeno quindici grandi fasi di occupazione, dalla [[preistoria]] alla conquista araba, che hanno determinato troppe sovrapposizioni e svolgimenti. Durante la [[Neolitico|fase neolitica]] (circa [[7000 a.C.]]) vi era un villaggio di pescatori: l'[[urbanizzazione]] avviene fra [[IV millennio a.C.|IV]] e [[III millennio a.C.|III millennio]]: la città è sviluppata intorno al santuario della Baalat, con una crescita maggiore dal [[2700 a.C.]] I legami con l'[[Egitto]] sono molto stretti, documentati da un vaso in [[alabastro]] di un [[faraone]] della [[II dinastia egizia]]. La cinta muraria presenta contrafforti ed una strada nord-sud principale, mentre le abitazioni sono a pianta regolare con un cortile centrale a due vani, in materiali diversi, ossia mattoni crudi, [[pietra]], [[legno]], ed [[intonaco]] [[argilla|argilloso]]. Fra il [[2300 a.C.|2300]] ed il [[2200 a.C.]] vi è una fase di distruzione causata dall'invasione [[Amorrei|amorrea]]: la fioritura urbana avviene nel [[Medio Bronzo (Vicino Oriente)|Medio Bronzo]] e [[Tardo Bronzo (Vicino Oriente)|Tardo Bronzo]], con la ricostruzione del tempio delle Baalat e della divinità maschile ([[Reshef]], poi [[tempio degli Obelischi]]), che assume la forma che terrà fino in [[Persiani|epoca persiana]]: una cella quadrata con un'antecella ed un portico in un recinto sacro al quale si accede dal cortile, ed una zona esterna con delle dipendenze. Al centro della corte è il grande obelisco con varie installazioni cultuali e piccoli obelischi e cappelle. Le offerte riprese cono la giara Montet (circa [[2130 a.C.]]) con circa mille oggetti di diversa provenienza; da notare a nordest la necropoli K con tombe scavate a pozzo. Nel [[XVIII secolo a.C.|XVIII]]-[[XVI secolo a.C.]] - nel [[periodo hyksos]] - l'abitato si espande, grazie anche ai maggiori rapporti con l'esterno ed una ulteriore ricchezza, documentata anche dallo sfarzo delle tombe. Nel [[1200 a.C.]] si riscontra l'arrivo dei [[Popoli del Mare]], anche se non vi è traccia a [[Biblo]] di insediamenti filistei.
 
[[File:ByblosObeliskTemple.jpg|thumb|Il ''[[Tempio degli Obelischi]]'', a [[Biblo]].]]
Dall'[[XI secolo a.C.|XI]] all'[[VIII secolo a.C.]] vi è il periodo dell'indipendenza e poi delle dominazioni, benché queste ultime siano meno note: le strutture difensive vengono rafforzate, e continua l'uso della necropoli reale. Il [[sarcofago di Ahiram]] proviene dalla Tomba V, ed appartenne ad un re del [[X secolo a.C.|X secolo]], in cui vi si trova per la prima volta un'iscrizione in [[alfabeto fenicio]]: il sarcofago fu voluto da re [[Ittobaal]] per il padre, affinché si rispettassero la tomba ed il cimitero. La parte alta del pozzo era adattata a vano per il culto funerario, con un pavimento ligneo su travi incassate; altri due sarcofagi erano nella stessa camera, accantonati. Durante la [[Persiani|dominazione persiana]] si ha una fioritura economica, legata all'attività edilizia del re [[Yehumilk]] (probabilmente di origini oscure, poiché non menziona il nome del padre), che realizza un'iscrizione dedicatoria per [[Baal Shamin]] ("signore del cielo", che divenne il nome del dio supremo) e alla [[Astarte|signora di Biblo]]. La dinastia prosegue con [[Abībà‛al]], che offre alla Baalat una statua del faraone [[Sheshonq]], poi seguito da [[Elibaal]] e [[Shipitbaal]].
 
Nel [[VI secolo a.C.]] viene costruito un possente terrazzamento a nordest della città, con torri angolari e su queste un edificio rettangolare con due file di pilastri (come nell'[[Apadana]] iranica). Fra il [[V secolo a.C.|V]] ed il [[IV secolo a.C.]] le difese del settore nordest vengono ulteriormente allargate, con l'aggiunta di una linea fortificata. A quest'epoca appartiene l'iscrizione regale di [[Yehomil]], un re abbigliato alla maniera persiana, che in una stele offre alla dea Baalat con fattezze di [[Hathor]]: è il tentativo di legittimarsi poiché non è il figlio, ma il nipote del re precedente. A [[Biblo]] scavarono per primo [[Ernest Renan]] dal [[1860]], che scoprì la fisionomia egittizzante della città, e poi [[Novelli Davide]], scopritore del [[sarcofago di Ahiram]], ed infine [[Maurice Dunand]] dal [[1926]] al [[1973]].
 
=== Berito ===
{{vedi anche|Beirut}}
[[Beirut]] (o anche Berito) durante il II millennio a.C. è sottoposta al dominio [[persia]]no, sede di attività portuali, che dai testi ugaritici sembra prevalente il commercio di vino. Benché vi sia un'eclissi dal XII secolo alla metà del I millennio a.C., si osserva un rinascita in epoca [[persia]]na. Nel II secolo a.C. le si attribuisce il nome di Hodice di Fenicia, ed è un centro commerciale di grande rilevanza, con importanti negozianti e banchieri a [[Delo]]. In epoca romana fu sede di un'importante scuola giuridica. Fu esplorata in seguito alle distruzioni della guerra civile, la zona alta risale al [[Età del bronzo|Bronzo Antico]], con una prima fortificazione nel [[Età del bronzo|Bronzo Medio]] ed una successiva entrata monumentale. C'erano un tempio, con depositi cultuali, e qualche deposizione funeraria in giare; probabilmente erano presenti anche un palazzo ed alcuni edifici amministrativi. Nel Tardo Bronzo si realizza un muro di cinta e dei “glacis”, ossia un leggero pendio protettivo di fronte alle fortificazioni, un sistema rafforzato nell'[[Età del Ferro]], e di nuovo modificato in epoca persiana (V-IV secolo a.C.). La necropoli era in disuso, con le abitazioni della città nella parte bassa. Lo studio della ceramica è fondamentale a Beirut, poiché centro di scambi con l'[[Mar Egeo|Egeo]] e i centri vicini. Nella città bassa c'è il settore dei Suk, con case, settori artigianali,mercantili e industriali, con una necropoli a pozzi nella roccia.
 
=== Sidone ===
{{vedi anche|Sidone}}
[[Sidone]], la moderna Saida, fu occupata fin dal IV millennio a.C., con poco più a sud i resti di un insediamento [[calcolitico]] chiamato Dakerman, poi occupato da una necropoli. Il muro di cinta era realizzato con un'accurata messa in opera esterna. Si conoscono otto tombe di inumati in giare. La regione dell'entroterra di Sidone era ricca di tombe dell'Età del Bronzo, come ad esempio Kafer-Giarra, con tombe del [[Medio Bronzo (Vicino Oriente)|Medio Bronzo]] e [[Tardo Bronzo (Vicino Oriente)|Tardo Bronzo]], scavate nella roccia con pozzo e camera. La città aveva un ruolo importante alla fine del Tardo Bronzo, anche se non si possiedono le fonti relative. Appare come la città fenicia egemonica nell'[[Antico Testamento]] e in [[Omero]], con ampio uso del termine “Sidonii”. In cuneiforme il nome della città è preceduto dal classificatore ''kur'' (per 'paese'), non come Tiro, preceduta da ''uru'' (per 'città'). Le due città si uniscono nel regno di Tiro e Sidone fra IX e VIII secolo a.C., separate in seguito a causa della ribellione di Sidone contro gli [[Assiria|Assiri]]; in seguito, verrà punita cambiandone il nome in Kar-Asarhaddon. Le aree cimiteriali dell'[[Età del Ferro]] sono: Dakerman, a sud, dal XIV secolo a.C. al I secolo d.C., con tipologie diverse di tombe, fra le quali a fossa e [[sarcofagi]]; si trattava di una necropoli semplice, dedicata ai ceti medi e bassi della popolazione; Tambourit, a sud-est, con una tomba ad incinerazione scavata nella roccia, con alcuni vasi locali ed una pisside geometrica greca della fine del IX secolo a.C.; ‘Ain el-Helweé, sfruttata nell'VIII-VI secolo a.C., con manufatti tipici dell'artigianato fenicio; Sheik Abanoh, contemporanea alla precedente. Le necropoli reali si trovavano sulle colline dell'entroterra: si tratta di tombe scavate nella roccia con pozzo di accesso. Le principali sono: Mogaret Abloun, conosciuta per il [[sarcofago]] di Eshmunazar II, in basalto e stile egizio; Aya, celebre per il sarcofago di Tabnit, in basalto e stile egizio; ‘Ain el-Helweé, con diversi sarcofagi antropoidi di scuola greco-ionica. Le iscrizioni dei sarcofagi mostrano un passaggio nel testo dalla seconda alla terza persona al momento di proferire delle imprecazioni, con alcune ripetizioni di intere frasi: si è pensato ad un poema epico. Eshmunazar mostra alcune istituzioni fenice: nessuna identità del re-sacerdote, ma identifica la madre che era sacerdotessa di [[Astarte]], mostrando inoltre la sua politica nei confronti del re [[Achemenidi|achemenide]], di cui si guadagnò la fiducia fornendogli supporto navale contro i Greci, anche se il popolo era ostile alla dominazione persiana (tanto da rivoltarsi nel IV secolo a.C. col re Tennes). Sidone stessa è uno dei centri di produzione dei sarcofagi, anche se con scultori greci. Forse costituiva anche la residenza ufficiale assira, ipotizzata dal ritrovamento di una base di colonna con toro rigonfio. Con gli Achemenidi la città ottiene uno statuto particolare ed una residenza persiana, in stile tipico, costruita da maestranze straniere. A sud era il quartiere industriale, per la tintura dei tessuti, scavata da Contenau. A Bostan esh-Sheik era il tempio di Eshmun su terrazze, di epoca neobabilonese (Vi secolo a.C.), di cui si hanno resti di terrazzamento tronco-piramidale, riadattato in epoca achemenide con un podio a grandi blocchi e su di esso un tempio in marmo di tipo ionico, in stile irano-greco secondo Dunand. Fra V e IV secolo a.C. si aggiungono una tribuna con una ricca decorazione a rilievo insieme ad altre strutture. L'edificio si allarga in età ellenistica con un edificio, la piscina di [[Astarte]]. Si hanno fasi successive dal III secolo d.C., con una via colonnata, un [[ninfeo]], una chiesa. Sidone prospera in epoca ellenistica sotto i [[Lagidi]], ed è ancora autonoma nel III secolo a.C., inizio dell'era di Sidone. Nel 64 a.C. viene incorporata nella provincia romana di Siria.
 
=== Sarepta ===
Sarepta, l'odierna [[Sarafand]], dispone di due insenature; è citata in documenti egiziani e siriani dal [[II millennio a.C.]], come parte del territorio di [[Sidone]]. L'occupazione più antica risale alla fine del [[Medio Bronzo (Vicino Oriente)|Medio Bronzo]], ma con un abitato documentato archeologicamente dal [[Tardo Bronzo (Vicino Oriente)|Tardo Bronzo]], che continua fino alla piena [[età ellenistica]]. Sono documentate diverse attività commerciali con le città costiere settentrionali, una vigorosa industria della [[porpora]], tessuti, metalli, [[ceramica]], [[oreficeria]], [[cereali]]coltura e produzione di [[olio]], oltre che ad alcuni quartieri abitativi. Si conoscono collegamenti con la metallurgia di [[Cipro]] e delle importazioni micenee: i contatti con [[Cipro]] continuano fra il [[IX secolo a.C.|IX]] e l'[[VIII secolo a.C.]], evidenziati da una coppia di semicerchi pendenti. Nella città bassa sono stati identificati due quartieri: uno di ceramisti, ed un'area con due sacelli, uno sull'altro, con diverse planimetrie. Il più antico dei due risale all'[[VIII secolo a.C.|VIII]]-[[VI secolo a.C.|VI secolo]], con una pianta rettangolare e l'ingresso sul lato lungo, ed in seguito un altro sul lato breve, insieme ad una banchina ed una tavola per le offerte, ed un incasso nel pavimento di un elemento verticale. Si conoscono molti materiali, perlopiù offerte di tipo fenicio o egizio; è dedicato a [[Tanit]]-[[Astarte]], come menzionato da un'iscrizione su [[avorio]] del [[VI secolo a.C.]], che fa riferimento ad una statua non ritrovata, e che però permette di considerare [[Tanit]] originaria della regione.
La città fu scavata da [[Ernest Renan]], e poi dagli americani di [[James B. Pritchard|James Pritchard]]: è oggi il sito fenicio meglio conosciuto.
 
=== Tiro ===
{{vedi anche|Tiro (sito archeologico)}}
[[File:A naval action during the siege of Tyre by Andre Castaigne (1898-1899).jpg|miniatura|Assedio di Tiro (stampa di A. Castaigne)]]
Tiro è una città insulare edificata su uno scoglio (“sur”), originariamente costituito da due isole unite nel X secolo a.C., e oggi legata alla terraferma dalla diga voluta da [[Alessandro Magno]]. Un [[papiro]] egizio del XIII secolo a.C. distingue Uzzu, la Tiro antica continentale, Tiro porto, la città insulare. L'occupazione del sito risale al III millennio a.C., anche se risulta permanente dal Bronzo Antico: si ha una fase di abbandono fra il 2000 e il 1600 a.C. è conosciuta dalle citazioni di el-Amarna (un re di Tiro chiedeva al faraone il possedimento della città continentale per mancanza di risorse) e dalla ceramica micenea, che documenta i contati con l'[[Mar Egeo|Egeo]]. Erano due i porti: siconio a nord, ed egiziano a sud, con un complesso sistema di frangiflutti e moli, con torri e bacini.
 
Tiro controllava un ampio territorio con diverse vie di comunicazione, di facile smercio. I rapporti diplomatici ed economici erano soprattutto con [[Israele]], legata alla cessione di località. La documentazione più antica è di Giuseppe Flavio, dagli Archivi di Tiro, da diversi storici di epoca ellenistica, soprattutto riguardo ai rapporti fra re Hirom I e [[Re Salomone|Salomone]] nel X secolo a.C. Il tempio di Melqart era sull'isola settentrionale, sui ruderi di uno più antico, non ancora scoperto poiché ipotizzato sotto la basilica dei Crociati; forse presenta analogie con il tempio di Gerusalemme, costruito dagli stessi artigiani locali, con pianta longitudinale, ingresso assiale con vestibolo, antecella e cella lunga, secondo la tipologia del Bronzo Medio [[siria]]no; l'alzato era in pietra e legno, con merli a gradini e capitelli egittizzanti. Un altro tempio era nell'isola meridionale, che i Greci identificavano per Zeus Olimpo. Altri templi citati dalle fonti erano uno di [[Astarte]] ed un altro per Melqart sulla terraferma. Hiram fece anche altri lavori di assetto urbanistico, come la colmata fra le due isole e la costruzione dei porti. Tiro assume una certa preminenza sulle altre città fenicie dall'800 a.C. Perse parte del suo territorio dalla conquista della Palestina settentrionale con Tiglatpileser III (733-732 a.C.) e fu inglobata nella provincia assira nel 662 a.C. con [[Assurbanipal]]. L'economia locale si basava sulla navigazione, la tintura delle stoffe, il legno, e il vetro. Le fortificazioni risalgono al IX secolo a.C., anche se ricostruite in età [[persia]]na. Rachidijen è la necropoli meridionale, datata al Medio bronzo, con alcuni rinvenimenti occasionali, e diverse tombe a pozzo scavate nella roccia ad incinerazione (IX-VIII secolo a.C.). Dopo la conquista di [[Alessandro Magno|Alessandro]] si apre alla cultura greca, prosperando sotto i [[Lagidi]] e i [[Seleucidi]], guadagnando autonomia nel II secolo a.C. fu scavata da Renan e Poitchetand. Il vicino sito di Kharayeb presenta un tempio del V-IV secolo a.C. con terrecotte egittizzanti.
 
Umm el Amed, l'antica Hamon, è un complesso sacro di epoca ellenistica, scavato da Dunand e Duru; il santuario è del V secolo a.C., articolato in vari templi e collegato con delle strade. Alcune iscrizioni fenice erano destinate a Milkashart, dio poliade, Baal di Tiro e Baal Shamin; mostra dunque una resistenza della cultura fenicia alle penetrazioni greche in età ellenistica.
Akhziv è un sito del II millennio a.C., con una serie di necropoli che mostrano la varietà delle pratiche funerarie del I millennio a.C., con una forte [[stratificazione sociale]]. Il corredo è determinato dall'influsso della cultura fenicia.
 
==== Cartagine ====
{{vedi anche|Cartagine}}
La città di [[Cartagine]], in Tunisia, sorta come colonia di Tiro, sviluppò in seguito una grande importanza e per molto tempo fu la "padrona" del mar Mediterraneo.
 
=== Sardegna ===
{{vedi anche|Storia della Sardegna fenicio-punica}}
I Fenici sono presenti anche nelle antiche città nuragiche in [[Sardegna]], [[Bithia (sito archeologico)|Bithia]]{{·}}[[Bosa]]{{·}}[[Cagliari]]{{·}}[[Cornus (Sardegna)|Cornus]]{{·}}[[Neapolis (Sardegna)|Neapolis]]{{·}}[[Nora (Italia)|Nora]]{{·}}[[Olbia]]{{·}}[[Othoca]]{{·}}[[Sant'Antioco (Italia)|Sant'Antioco]]{{·}}[[Sulki]]{{·}}[[Tharros]]
[[File:Limes Sardegna Punica.png|thumb|left|Il ''limes'' tra popolazioni nuragiche e territori controllati dai Punici]]
 
==== Caralis ====
L'attuale città di Cagliari, era importante per i suoi rapporti con l'interno perché vi confluivano i minerali dell'isola.
 
==== Tharros ====
Era importante per il controllo del Sinis e per il traffico con l'Iberia non punica e con la Gallia, con l'Etruria e con le città greche della Sicilia e della Magna Grecia. Tharros poi aveva l'esclusiva produzione degli scarabei di pietra dura che esportava in tutti i paesi, compresa Cartagine.
 
=== Mozia ===
{{vedi anche|Storia della Sicilia fenicia}}
I fenici si insediarono anche nella [[Sicilia]] occidentale, dove fondarono le città di [[Mozia|Mothia]] (subito dopo la colonia di Cartagine), [[Palermo]] e [[Solunto]].
 
=== Siti minori ===
* ''Tell Kazel'' si trova nell'attuale [[Siria]], ed è identificabile con l'antica ''Sumura''. Fu importante poiché situata al confine con i regni sotto controllo [[Ittiti|ittita]]. Ambita dagli [[Assiria|Assiri]], ne fecero la capitale della provincia; fu scavata da francesi, siriani e libanesi: l'occupazione comincia nel [[età del Bronzo|Bronzo Medio]] con una fortificazione.
* ''[[Tell Arqa]]'' è in [[Libano]], e presenta alcune tombe arcaiche ad [[incinerazione]], e tracce relativamente modeste d'insediamento, ossia delle case ed un santuario.
* [[Tripoli (Libano)|Tripoli]] è una città oggi [[libano|libanese]], forse fondata nel [[761 a.C.]], conosciuta soprattutto dai livelli persiani: è nota per essere frutto della collaborazione fra tre città, da cui deriverebbe il nome, che avrebbero fondato tre quartieri individualmente. Qui con ogni probabilità si trovava il consiglio delle città fenicie, realizzato in funzione antipersiana. La città ebbe molto prestigio sotto i [[Seleucidi]], e divenne una [[città-stato]] autonoma dal [[104 a.C.]]
[[File:City_of_Acre,_Israel_(aerial_view,_2005).jpg|thumb|La città di [[San Giovanni d'Acri]], in [[Israele]].]]
* ''Khalde'' era probabilmente la ''Hildua'' degli annali assiri, e apparteneva al territorio di [[Sidone]]. Gli scavi di Saidah hanno trovato duecento tombe del [[I millennio a.C.]], sia ad [[inumazione]] che ad [[incinerazione]]: la necropoli era collegata ad un insediamento ancora inesplorato. A nordovest era il santuario di Deir el-Qala, dedicato al culto di [[Baal Marqot]] ("signore della danza").
* ''Akko'' (oggi [[Acri (Israele)|San Giovanni d'Acri]]), che costituiva il confine convenzionale della Fenicia. Ospitava un importante insediamento cananeo, sede di un regno alleato dell'[[antico Egitto|Egitto faraonico]]. Nel [[I millennio a.C.]] fece parte periodicamente del territorio di [[Sidone]], di Tiro e di [[Israele]] in alternanza. Sotto i [[Persiani]] fu un importante centro amministrativo, con un porto a destinazione commerciali e militare, dato che vi risiedevano molti negozianti greci. Nel [[312 a.C.]] fu conquistata da [[Tolomeo I]], che ne distrusse le mura e ne mutò il nome in ''Ptolemais''.
 
== Le attività artigianali ==
I Fenici svilupparono straordinarie attività artigianali, in alcune delle quali furono considerati maestri insuperabili. I loro [[tessuti di lana]], tinti con la [[porpora]] (un colorante come dicevamo prima derivato da un mollusco chiamato murex o murice) nelle più diverse sfumature del rosso, erano noti in tutto il [[Vicino Oriente]] e nel Mediterraneo. Notissime erano le [[placche d'avorio]] scolpite, traforate, ricoperte d'oro, di smalti e di pietre colorate con uno stile che gli studiosi chiamano oggi «internazionale», perché associavano influenze disparate dell'[[Età del Bronzo]], egizie, mesopotamiche, siriache, ittite, assire. I fenici inventarono anche la tecnica della [[soffiatura del vetro]] mediante cannule di metallo che evitava di produrre l'oggetto in due semiparti che incollate presentavano alla fine la tipica linea laterale di unione. Tuttavia non tutti concordano su questo: secondo altre fonti gli inventori della soffiatura del vetro sembrerebbero essere i Siriani.
 
== Arte ==
[[File:Square weight Tanit Louvre AO2042.jpg|thumb|left|Pietra incisa con segno di [[Tanit]], [[V secolo a.C.|V]]-[[II secolo a.C.]], da [[Arados]] ([[Parigi]], [[Louvre]]).]]
Il vero scopritore dell'arte fenicia fu l'archeologo francese [[Ernest Renan]] ([[1860]]-[[1861|61]]), i cui studi si aggiunsero agli scavi di [[Biblo]] di [[Pierre Montet]] e [[Maurice Dunand]]. La scarsezza del materiale proveniente dall'area fenicia viene supplita dai materiali delle regioni circostanti, dai dati indiretti, dall'[[Antico Testamento]] e dalle raffigurazioni assire. L'arte fenicia si inquadra in quella siriana, con confluenze egiziane, mesopotamiche, egee e anatoliche; sono scarse le aspirazioni alla grande arte, trattandosi di produzione di livello artigianale. L'arte fenicia si caratterizzò per una carenza di unitarietà e di totale originalità e tranne Cartagine, quasi tutti gli altri siti fenici situati sul mare, si rivelarono più che altro empori adibiti al commercio, quindi poco espressivi di manifestazioni artistiche.<ref>''Universo'', De Agostini, Novara, 1964, Vol.IV, pag.487-488</ref>
 
Se gli avori sono prevalentemente di stile egittizzante, la [[glittica]] deriva dallo stile della [[Mesopotamia]], mentre la [[ceramica]] mostra una produzione tipicamente egea, ed inoltre i metalli evidenziano una commistione dell'[[arte mesopotamica]] e dell'[[Anatolia]]: gli influssi forti e diversi sono corrisposti da interpretazioni locali, che nell'[[Età del Ferro]] costituiscono ancora un attardamento delle caratteristiche dell'[[Età del Bronzo]]. L'architettura è conosciuta solamente dalle figurazioni assire: tutte le città erano comunque cinte da mura, turrite e merlate, e con case sovrapposte. Immagini della città di Tiro sono state trasmesse dalle porte bronzee costruite da [[Salmanassar III|Salmanassàr III]] e dai celebri rilievi di [[Sennacherib]].
 
Tre furono i tipi di santuari diffusi: il tempio di derivazione egizia, contraddistinto dall'elemento autoctono della doppia colonna libera nel cortile d'ingresso, il recinto sacro contenente l'altare al centro della struttura, e il ''tophet'' caratterizzato da stele e cappelle votive. I Fenici si misero in luce per la produzione di stoffe e di tessuti, nei centri di Sidone e Tiro, e nella lavorazione dei metalli. Gli oggetti ritrovati a Byblos sono decorati con la tecnica della granulazione e del tratteggio.
 
== Note ==
<references/>
 
==Collegamenti esterni==
== Bibliografia ==
* {{Collegamenti esterni}}
* a cura di [[Sabatino Moscati]], ''I Fenici'', Bompiani, Milano 1988
* Gerhard Herm, ''L'avventura dei Fenici'', Garzanti, Milano 1997
* [[Jean-Pierre Thiollet]], ''Je m'appelle Byblos'', H & D, Parigi 2005
* [[Sabatino Moscati]], ''Il mondo dei Fenici'', Roma 1969
* M. Gras, P. Rouillard, J. Teixidor, ''L'universo fenicio'', Einaudi, Torino 2000
* C. Bonnet, ''I Fenici'', Carocci, Roma 2005
* G.Sanna, 'La Stele di Nora/ The Nora Stele. The God, the Gift, the Saint'. PTM ed. Mogoro (Sardegna) 2009
* F.Garuti, "L'invenzione dell'Alfabeto nell'Antica Civiltà Sarda", Associazione Beith, 2017
 
== Voci correlate ==
* [[Archeologia fenicio-punica]]
* [[Alfabeto fenicio]]
* [[Mitologia fenicia]]
* [[Storia della Sicilia fenicia]]
* [[Cartagine]]
* [[Archeologia fenicio-punica]]
* [[Congresso Internazionale di Studi Fenici e Punici]]
* [[Storia della Sardegna fenicio-punica]]
* [[Storia della Sicilia fenicia]]
* [[Storia della Sicilia punica]]
* [[Storia_di_Cipro#Dalle_origini_al_dominio_fenicio|Cipro]]
* [[Spagna cartaginese]]
* [[Espansione cartaginese in Italia]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Treccani|fenici}}
* {{cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/fenici/9716/default.aspx|titolo=Puntata di ''Rai Educational'' dedicata ai Fenici}}
* {{cita web|http://soi.cnr.it/iscima/|Sito dell'Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo Antico}}
* {{cita web|http://www.mondostoria.it/i-fenici--1-parte-.html|Il Sito ''MondoStoria'' (Approfondimenti)}}
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