La sai l'ultima? e Antonio Locatelli: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Alparadiso (discussione | contributi)
 
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: i simboli corretti degli ordinali sono º e ª
 
Riga 1:
{{Infobox militare
{{Programma
|Nome = Antonio Locatelli
|titolo italiano = La sai l'ultima?
|Immagine = Locatelli-biografia.jpg
|titolo alfabetico = La sai l'ultima?
|Larghezzaimmagine =
|immagine =
|didascaliaSoprannome =
|Data_di_nascita = 19 aprile [[1895]]
|paese = Italia
|Nato_a = [[Bergamo]]
|anno prima visione = [[1992]]-[[1997]], [[1999]]-[[2004]], [[2008]]
|Data_di_morte = 27 giugno [[1936]]
|genere = Varietà
|Morto_a = [[Lechemti]]
|genere 2 = commedia
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}
|stagioni = 13
|Forza_armata = Regio Esercito<br />Regia Aeronautica
|puntate =
|durataArma = 120 min
|Corpo =
|lingua originale = italiano
|Specialità =
|conduttore = {{sp}}
|Unità =
*[[Gerry Scotti]] e [[Sabina Stilo]] (1992)
|Reparto = [[6ª Squadriglia da ricognizione e combattimento]] poi [[30ª Squadriglia]]<br />[[24ª Squadriglia]]<br />[[36ª Squadriglia]]<br />[[87ª Squadriglia aeroplani]]<br />[[1ª Squadriglia navale S.A.]]
*[[Pippo Franco]] e [[Pamela Prati]] (1992-1995)
|Anni_di_servizio =
*[[Gerry Scotti]] e [[Paola Barale]] (1995-1996)
|Grado = [[Maggiore]]
*[[Gerry Scotti]] e [[Natalia Estrada]] (1997-1999)
|Ferite =
*[[Gigi Sabani]] e [[Natalia Estrada]] (2000-2001)
|Comandanti =
*[[Claudio Lippi]] e [[Natalia Estrada]] (2002, 2004)
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]<br />[[Guerra d'Etiopia]]
*[[Pippo Franco]] e [[Natalia Estrada]] (2003)
|Campagne =
*[[Lorella Cuccarini]], [[Massimo Boldi]] (2008)
|Battaglie =
|ideatore = [[Gigi Reggi]], Adriano Bonfanti
|Comandante_di =
|regista = [[Celeste Laudisio]], [[Stefano Vicario]], [[Maurizio Pagnussat]], [[Mario Bianchi (regista televisivo)|Mario Bianchi]], [[Egidio Romio]], [[Beppe Recchia]]
|Decorazioni = [[Medaglia d'oro al valor militare]] (3)<br />[[Medaglia d'argento al valor militare]] (3)
|autore = Adriano Bonfanti, [[Pippo Franco]], Massimo Donati, Mario Cepollina, Mario Pellicano, Paolino Tamborrino Orsini, [[Carlo Sacchetti]], [[Max Novaresi]], Fabio Cozzi, Franco Guzzo, Cesare Mancuso, Nico Scattino, Devis Turrisi, Fabrizio Testini, Franco Faloppi, [[Fabrizio Berlincioni]], Angelo Belgiovine
|Studi_militari =
|musicista = [[Claudio Mattone]], [[Silvio Amato]], [[Piero Pintucci]], [[Umberto Smaila]], [[Chicco Santulli]], [[Max Longhi]], Roberto Turatti, [[Giorgio Vanni]]
|Pubblicazioni =
|scenografo = [[Gaetano Castelli]]
|Frase_celebre =
|costumista = Ruggero Vitrani, Maurizio Tognalini, [[Luca Sabatelli]], Graziella Pera
|Altro_lavoro =
|fotografo = Massimo Manzato, [[Franco Fratus]], Gianluca Bronzini
|Altro_campo =
|produttore = Marilena Raimondo, Roberto Ebale, Marco Campione
|Altro =
|coreografo = [[Brian Bullard]], [[Garrison Rochelle]]
|Note =
|produttore esecutivo = Marina Roncarolo, Luigi Perricone, Gino Bernini, Alberto Salaroli
|Ref =
|casa produzione = [[Reti Televisive Italiane|RTI]]
}}
|rete TV = [[Canale 5]]
{{carica pubblica
|nome = Antonio Locatelli
|immagine = Antonio Locatelli.jpg
|carica = [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Deputato del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio = [[24 maggio]] [[1924]]
|mandatofine = [[21 gennaio]] [[1929]]
|mandato =
|vice di =
|capo di stato =
|presidente =
|vicepresidente =
|primoministro =
|viceprimoministro =
|vice =
|predecessore =
|successore =
|legislatura = [[XXVII legislatura del Regno d'Italia|XXVII]]
|gruppo parlamentare = Fascista
|coalizione = PNF
|circoscrizione =
|collegio =
|tipo nomina =
|incarichi =
|sito =
|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|partito = [[Partito Nazionale Fascista]]
|tendenza =
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione = operaio<ref>Fonte: [http://storia.camera.it/deputato/antonio-locatelli-18950419/interventi#nav Scheda su sito Camera dei Deputati]</ref>
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Antonio
|Cognome = Locatelli
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bergamo
|GiornoMeseNascita = 19 aprile
|AnnoNascita = 1895
|LuogoMorte = Lechemti
|GiornoMeseMorte = 27 giugno
|AnnoMorte = 1936
|Epoca = 1900
|Attività = aviatore
|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =, ucciso da [[arbegnuoc|guerriglieri abissini]] durante l'[[eccidio di Lechemti]] insieme agli altri componenti di una missione di ricognizione aerea nell'ovest etiopico durante la [[guerra d'Etiopia]]
}}
 
== Biografia ==
'''''La sai l'ultima?''''' è stato un [[programma televisivo]] [[italia]]no andato in onda per svariate edizioni in prima serata su [[Canale 5]] dal [[1992]] al [[2008]]. Incentrato sul tema delle [[barzellette]], nelle varie edizioni è stato condotto da diversi conduttori, tra cui [[Pippo Franco]] e [[Pamela Prati]], [[Gerry Scotti]] e [[Paola Barale]], [[Natalia Estrada]], [[Gigi Sabani]] e [[Lorella Cuccarini]]., Ne sono stati tratti diversi [[spin-off (mass media)|spin off]].
Antonio Locatelli nasce il 19 aprile 1895 a [[Bergamo]] da Samuele e Anna Gelfi in una modesta famiglia. Nel 1913 prende il diploma di "capotecnico" (perito industriale) all'Istituto industriale "P. Paleocapa" di Bergamo e inizia subito a lavorare all‘[[Ansaldo]] di [[Cornigliano Ligure]], dove in breve tempo diventa "direttore dei controlli e sorvegliante dei reparti di fucinatura".<ref name=treccani>[http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-locatelli_%28Dizionario-Biografico%29/ Treccani - Dizionario Biografico degli Italiani (2005)]</ref>
 
=== La grande guerra ===
==Il programma==
[[File:Manifesti_su_Vienna.jpg|thumb|left|Foto del [[volo su Vienna]], di Locatelli]]
Il programma, ideato da [[Gigi Reggi]], è basato su una gara tra barzellettieri che, nel corso di ogni puntata, si sfidano proponendo [[barzellette]]. In ogni appuntamento, il pubblico in sala elegge il vincitore mediante il meccanismo degli applausi (appositamente misurati attraverso il meccanismo dell'[[applausometro]]).
Chiamato alle armi nel gennaio 1915 (quattro mesi prima dell'entrata in guerra), viene assegnato al battaglione "Aviatori" nell'arma del [[genio militare]], con sede al campo-scuola della [[Malpensa]], dove ottiene il brevetto di pilota.<ref name=treccani/>
 
Durante la guerra viene promosso [[caporale]] e poi nel febbraio 1916 sergente, sottotenente del genio dal 2 marzo 1916 e tenente dal 2 dicembre dello stesso anno. Il soldato Locatelli il 7 ottobre vola nella [[6ª Squadriglia da ricognizione e combattimento]] che il 15 aprile 1916 diventa [[30ª Squadriglia]]. Dal marzo 1917 passa alla [[24ª Squadriglia]] di [[Cavazzo Carnico]] su [[Savoia-Pomilio SP.2]] e dal 25 luglio il Tenente Locatelli passa alla [[36ª Squadriglia]] Savoia Pomilio di Oleis di [[Manzano]]. Dal 2 febbraio 1918 passa alla [[87ª Squadriglia aeroplani]].
Il compito di unire le varie fasi della gara spettava ai conduttori, che si cimentavano in monologhi comici (specialmente nelle edizioni condotte da [[Pippo Franco]]), esibizioni di danza proposte dalle conduttrici delle varie stagioni ([[Pamela Prati]], [[Paola Barale]], [[Natalia Estrada]] e [[Lorella Cuccarini]]). Appuntamento fisso di ogni puntata erano anche gli spazi curati da comici facenti parte del cast fisso del programma, come [[Gino Bramieri]] nelle prime edizioni o, tra i tanti, [[Valentina Persia]], [[Enrico Brignano]] e [[Franco Guzzo]].
Locatelli compie in tutto 523 voli di guerra tra voli di ricognizione e di bombardamento, incluse le ricognizioni in solitaria sui cantieri [[Zeppelin]] di [[Friedrichshafen]] e su [[Zagabria]]
dove, il 9 agosto del 1918, partecipa al [[volo su Vienna]] assieme al velivolo di [[Gabriele D'Annunzio]]. In quell'occasione scatta le fotografie che ritraggono la città di [[Vienna]] dall'alto invasa dai manifestini con i proclami di D'Annunzio ai viennesi.<ref name=treccani/>
 
Abbattuto sopra [[Fiume (Croazia)|sopra Fiume]] il 15 settembre 1918 nella [[1ª Squadriglia navale S.A.]], fu catturato e trasferito al campo di prigionia di [[Sigmundsherberg]], dove dopo un mese evase grazie alla padronanza della [[lingua tedesca]], travestito da soldato austriaco con falsi documenti. Ripreso per due volte dagli austriaci in Trentino, evase di nuovo e il 4 novembre raggiunge le avanguardie italiane.
In alcune edizioni, parte della puntata vedeva come protagonisti alcuni ospiti famosi che avevano il compito di raccontare le [[barzellette]] o venivano brevemente intervistati.
Alla fine della guerra riceve la prima [[medaglia d'oro al valor militare]]. Racconterà le sue esperienze nella grande guerra nel manzo autobiografico "Le ali del prigioniero“ pubblicato, con gli auspici di Gabriele D‘Annunzio, dall'[[Fratelli Treves|editore Treves]] di [[Milano]] nel 1924.<ref name=treccani/>
 
=== Le imprese d'esplorazione ===
Dopo una puntata zero, in totale sono state realizzate tredici edizioni, di cui una intitolata ''La sai l'ultimissima?'' e caratterizzata dalla riproposizione di spezzoni di repertorio (2003) e una ''La sai l'ultima? Vip'' alla quale hanno preso parte come concorrenti solo ospiti "''vip''" (2004).
Nel gennaio 1919 si imbarca per l'[[Argentina]] assieme ad una missione militare per la promozione dell'industria aeronautica italiane. Dopo varie esibizioni con i suoi compagni decide di intraprendere la traversata delle [[Ande]] nel punto più alto, nonostanza la stagione invernale. Un primo tentativo il 27 luglio con un aereo monoposto SVA non va a segno: nonostante si fosse portato a seimila metri di quota, deve rientrare a Mendoza per via delle condizioni meteo. Il 30 luglio parte da [[Buenos Aires]], sorvolata la [[Cordigliera delle Ande]] a quasi 7000 metri di quota passando accanto all'[[Aconcagua]] supera lo spartiacque e atterra a [[Viña del Mar]], in [[Cile]]. Si tratta della prima trasvolata aerea delle Ande (con annesso servizio postale) che poi ripete dal [[Oceano Pacifico|Pacifico]] all'[[Atlantico]], da [[Santiago del Cile|Santiago]] a [[Buenos Aires]], il 5 agosto in una sola tappa.<ref name=treccani/>
 
Congedato nel marzo 1920 dal campo di Centocelle, Locatelli rientra a Bergamo, dove aderisce in maniera entusiastica al movimento fascista rivoluzionario (i [[Fasci italiani di combattimento]]) dell'immediato dopoguerra,<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5320 Roberto Chiarini, "Locatelli, il fascista, ma degno di memoria"] mercoledì 27 maggio 2015, “L’Eco di Bergamo”</ref> di cui organizza assieme a Suardo le squadre d'azione nel bergamasco. Tenta quindi di raggiungere D'Annunzio per l'[[impresa di Fiume]], ma deve atterrare sull'[[isola di Veglia]] ed arriva in città solo al termine degli scontri. Ritorna quindi a Bergamo fino alla [[marcia su Roma]].<ref name=treccani/>
===La storia 1991-1996===
La trasmissione è stata proposta per la prima volta venerdì 13 marzo [[1992]], in prima serata, con una puntata zero condotta da [[Gerry Scotti]] e [[Sabina Stilo]], che prevedeva una gara tra quindici barzellettieri giudicati da un giuria di personaggi noti capitanati da [[Iva Zanicchi]].<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,25/articleid,1285_02_1992_0060_0027_19204802/|titolo=Barzellette e tradimenti|pubblicazione=[[La Stampa]]|giorno=13|mese=3|anno=1992|pagina=25|accesso=8 gennaio 2017}}</ref>
 
Nel gennaio del 1923 Locatelli parte improvvisamente per effettuare quello che definisce "il mio viaggio di istruzione intorno al mondo".
In seguito al buon riscontro di pubblico, la trasmissione è stata proposta per una prima serie andata in onda il [[sabato]] in prima serata a partire dal 4 luglio [[1992]], con la conduzione di [[Pippo Franco]] e la partecipazione di [[Pamela Prati]], che nel corso delle serate interpretava brani ed eseguiva coreografie ideate da [[Brian & Garrison]], oltre a cantare la sigla di testa [[omonima]] alla trasmissione e la sigla di coda ''Mocambo''. La trasmissione ottenne un buon successo di pubblico e critica<ref>{{Cita news|autore=Beniamino Placido|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/09/19/come-sono-spiritose-quelle-storielle.html|titolo=Come sono spiritose quelle storielle!|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=19|mese=9|anno=1992|pagina=25|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> e venne riconfermata per l'estate [[1993]],<ref>{{Cita news|autore=Silvia Fumarola|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/22/tra-canzoni-piscine-spuntano-le-conigliette.html|titolo=Tra canzoni e piscine spuntano le conigliette|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=22|mese=6|anno=1993|pagina=41|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> con tutto il cast artistico riconfermato e arricchito dalla presenza dei comici [[Harold Davies]], [[Giorgio Ariani]], [[Gianni Fantoni]] e [[Franco Guzzo]].
Da [[Bergamo]] a [[Brindisi]] in [[treno]], poi si imbarca sul [[piroscafo]] "Trieste" e con i mezzi che troverà, durante i nove mesi del viaggio, attraversa [[Egitto]], [[Ceylon]], [[India]] (con scalate sull'Himalaya), [[Birmania]], [[Siam]], [[Cina]], [[Manciuria]], [[Corea]], [[Giappone]] (con un'ascensione sul Fujiyama) e [[Stati Uniti]].
A questa edizione presero parte in qualità di concorrenti anche alcuni attori comici esordienti come [[Enrico Brignano]], giunto fino alla puntata finale andata in onda nell'ottobre dello stesso anno, ed [[Emanuela Tittocchia]]. Un piccolo ruolo era ricoperto anche da [[Jill Cooper]], che al termine della puntata consegnava la coppa al barzellettiere vincitore.
Riporta dal viaggio quasi 3500 negativi fotografici e 10 taccuini dove, oltre il racconto dettagliato delle varie tappe, sono presenti circa 300 disegni. Il 16 aprile in riferimento alle fotografie che sta realizzando scrive a D'Annunzio "se il sole mi assiste e io persisto riporterò una delle più belle serie che siano al mondo". Parte di tali materiali sono conservati presso la [[Biblioteca civica Angelo Mai]] di Bergamo.<ref name=treccani/>
 
Alle [[Elezioni politiche italiane del 1924|elezioni del 1924]] Locatelli è candidato nelle liste del [[Partito Nazionale Fascista]] per i collegi di Milano e Bergamo, riuscendo eletto in entrambi ed optando per il secondo. Prenderà parte alla vita politica parlamentare solo a partire dall'anno successivo.<ref name=treccani/>
Il grande successo della trasmissione ha portato alla decisione di collocare il varietà in un periodo più prestigioso della stagione televisiva, facendo così in modo che la terza edizione andasse in onda nell'autunno del [[1994]], ancora una volta con [[Pippo Franco]] e [[Pamela Prati]] e sempre di [[sabato]] sera, scontrandosi con il programma di successo di [[Rai 1]] ''[[Scommettiamo che...?]]''.<ref name = Scom>{{Cita news|autore=Silvia Fumarola|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/10/03/otto-milioni-mezzo-di-scommesse.html|titolo=Otto milioni e mezzo di scommesse|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=3|mese=10|anno=1994|pagina=29|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> Il cast si è arricchito ulteriormente di attori comici tra cui [[Manlio Dovì]], proveniente come i due conduttori dalla compagnia del [[Bagaglino]], inserendo così anche dei momenti di satira politica. Sempre nella stessa stagione venne dato spazio agli ospiti provenienti dal mondo dello spettacolo e il pubblico in sala fu maggiormente coinvolto nello svolgimento della trasmissione poiché avevano la possibilità di declamare una propria barzelletta ed eseguire una coreografia di [[Brian & Garrison]], con l'aiuto di [[Pamela Prati]]. Questa terza stagione ottenne un buon consenso di pubblico, venendo seguito da oltre quattro milioni di spettatori con il 20% di share, nonostante la schiacciante concorrenza del varietà [[RAI]]<ref name = Scom /> Questa edizione, che vide esordire nelle vesti di barzellettieri personaggi come [[Valentina Persia]], [[Andrea Pucci]], [[Giulio Golia]] e [[Rosario Rosanova]], terminò con due puntate di semifinali, una delle quali vide sfidarsi proprio la Persia con Rosanova, che vinse il confronto. La finale tenne compagnia agli spettatori di [[Canale 5]] durante la notte di [[San Silvestro]], traghettandoli nell'anno nuovo.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,19/articleid,0768_01_1994_0356_0025_11013624/|titolo=Sotto la tv delle stelle|pubblicazione=[[La Stampa]]|giorno=31|mese=12|anno=1994|pagina=20|accesso=8 gennaio 2017}}</ref>
 
Nel luglio del 1924 col tenente Crosio e altri tre componenti dell'equipaggio parte a bordo dell'[[idrovolante]] bimotore Dornier-Wal in alluminio "I-deor" per tentare la trasvolata atlantica via Islanda e Groenlandia, un volo complessivo di circa 6000&nbsp;km. Partito da Pisa, raggiunge Reykjavik dove si accoda ad una spedizione americana sulla stessa rotta, dotata di mezzi navali per il soccorso e l'assistenza. Giunto nei pressi della costa groenlandese, è costretto ad ammarare al largo di Capo Farewell ([[Groenlandia]]) da dove non riesce più a ripartire a causa delle onde e della fitta nebbia; resta quindi per tre giorni e quattro notti in balìa del mare grosso, finché non è tratto in salvo da una nave statunitense.<ref name=treccani/>
Dopo una breve edizione primaverile, in onda nella prima serata del [[giovedì]] nel maggio [[1995]], con protagonisti personaggi famosi come [[Harold Davies]], [[Cristina D'Avena]], [[Ornella Muti]] e [[Nicola Pietrangeli]],<ref>{{Cita news|autore=Gualtiero Peirce|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/05/06/la-sai-ultima-in-televisione.html|titolo=La sai l'ultima? In televisione è già estate|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=6|mese=5|anno=1995|pagina=37|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> [[Pippo Franco]] e [[Pamela Prati]] hanno ceduto le redini della trasmissione a [[Gerry Scotti]] e [[Paola Barale]], che hanno proposto la quarta edizione del programma nell'[[autunno]] successivo, abbandonando tuttavia la serata del [[sabato]] ed insediandosi nella [[domenica]] sera. L'edizione, che vedeva la partecipazione del cast fisso di [[Gino Bramieri]], [[Cristina D'Avena]] e [[Umberto Smaila]] e la partecipazione di ospiti come [[Vittorio Sgarbi]] ottenne un notevole successo di pubblico venendo seguito da oltre sette milioni di spettatori.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/10/17/venier-batte-la-cuccarini-ma-di-sera.html|titolo=Venier batte la Cuccarini ma di sera vince Fininvest|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=17|mese=10|anno=1995|pagina=41|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> Come l'anno precedente, anche per quest'edizione la trasmissione ha tenuto compagnia al pubblico di [[Canale 5]] nelle notti della [[Vigilia di Natale]] e nella notte di [[Capodanno]].<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,20/articleid,0626_01_1996_0001_0020_8506833/|titolo=Ascolti, è Raiuno a vincere la gara di San Silvestro|pubblicazione=[[La Stampa]]|giorno=2|mese=1|anno=1996|pagina=25|accesso=8 gennaio 2017}}</ref> Questa edizione è stata vinta da Giusy Zenere, eletta campionessa il 7 gennaio [[1996]], mentre il 14 gennaio successivo è andata in onda un'ulteriore puntata con tutti i migliori barzellettieri dell'edizione appena terminata.
{{cn|Al quarto giorno viene raggiunto dall'[[incrociatore]] americano ''[[USS Richmond (CL-9)|Richmond]]'' che per un "errore di manovra" distrugge l'aereo e poi lo affonda per eliminare il relitto potenzialmente pericoloso.}}
Locatelli ottiene comunque per l'impresa un premio di 65.000 lire che devolve per intero a opere di beneficenza per Bergamo.<ref name=treccani/>
 
===La storiaDeputato fascista 1997-2008===
Dopo un anno di pausa, la trasmissione è tornata sugli schermi di [[Canale 5]] nell'aprile del [[1997]] con la conduzione di [[Gerry Scotti]] e [[Natalia Estrada]]<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/01/14/estrada-falchi-star-di-canale.html|titolo=Estrada e Falchi star di Canale 5|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=14|mese=1|anno=1997|pagina=43|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> con la sua quinta edizione, andata in onda nella serata del [[venerdì]] con successo, ottenendo ascolti superiori ai sei milioni di spettatori.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/04/13/estrada-serata-vincente.html|titolo=Estrada, serata vincente|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=13|mese=4|anno=1997|pagina=33|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> L'accoppiata Scotti-Estrada ha mantenuto la conduzione della trasmissione anche nella primavera del [[1999]].<ref>{{Cita news|autore=Silvia Fumarola|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/02/16/concorrenti-razza-dannata.html|titolo=Concorrenti razza dannata|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=16|mese=2|anno=1999|pagina=40|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> La sesta edizione, pur raggiungendo picchi di share superiori al 23% ed una media di ascolti del 21,5% (quasi 4 milioni di telespettatori), non ottiene il successo sperato dalla'emittente, che puntava a battere ''[[Festa di classe]]'' su [[Rai Due]], show condotto da [[Amadeus (conduttore televisivo)|Amadeus]]. In questa edizione da ricordare lo sketch "Tiggì" con l'imitazione dell'allora presentatrice del [[Tg1]] [[Lilli Gruber]] da parte della presentatrice spagnola e la presenza fissa di [[Brigitte Nielsen]]. Quest'edizione vide la presenza di molti ospiti tra cui [[Mara Venier]], [[Gina Lollobrigida]], [[Albano Carrisi]], [[Laura Freddi]], [[Silvana Giacobini]], [[Maria Teresa Ruta]], [[Sandra Milo]], 14 [[velina (televisione)|veline]] di [[Striscia la notizia]] (in ordine di partecipazione al telegiornale satirico): [[Stefania Dall'Olio]], [[Eliette Mariangelo]], [[Micaela Verdiani]], [[Simonetta Pravettoni]], [[Annalisa Gambi]], [[Laura Paternoster]], [[Ana Laura Ribas]], [[Cecilia Belli]], [[Fanny Cadeo]], [[Laura Valci]], [[Miriana Trevisan]], [[Laura Freddi]], [[Cristina Quaranta]] e [[Roberta Lanfranchi]].
 
Dal 1924 al 1928 Locatelli è deputato al [[Parlamento del Regno d'Italia]], dove si occupa prevalentemente dei problemi dell'aviazione criticando fortemente il governo di non contribuire efficacemente al suo sviluppo, diversamente da quanto, a suo parere, accade negli altri Paesi (nel 1925 il Commissariato per l'aeronautica viene elevato a ministero con a capo lo stesso [[Benito Mussolini]] e sottosegretario il generale dell'esercito [[Alberto Bonzani]], cui subentrerà [[Italo Balbo]] per poi nel 1929 diventarne ministro). Una sua lettera del maggio 1926 al congresso dei piloti in congedo suscita l'offesa di Bonzani. Le stesse critiche (insufficienza e invecchiamento della linea di volo, scarsità dei piloti) vengono ribadite in una lettera al direttore de ''[[La Tribuna]]'' in occasione del decimo anniversario del [[volo su Vienna]].<ref name=treccani/>
A Febbraio del 2000 parte l'ottava edizione della trasmissione. [[Gigi Sabani]] sostituisce Gerry Scotti, impreziosendo la trasmissione con alcune imitazioni.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/02/09/barzellette-in-corsia-con-estrada-sabani.html|titolo=Barzellette in corsia con Estrada e Sabani|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|accesso=18 ottobre 2011|giorno=9|mese=2|anno=2000|pagina=53}}</ref> Al suo fianco viene riconfermata [[Natalia Estrada]], ormai giunta alla sua quarta stagione, In onda nella prima serata della [[domenica]],<ref>{{Cita news|autore=Antonio Dipollina|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/02/15/telematch.html|titolo=Telematch|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=15|mese=2|anno=2000|pagina=50|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> nonostante l'agguerrita concorrenza del "Medico in famiglia" su Raiuno, la trasmissione porta a casa una media superiore al 20% di share con quasi 5 milioni di affezionati telespettatori.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/02/14/la-sfida-dei-tg-su-canale.html|titolo=La sfida dei tg: su Canale 5 la débacle della prima serata|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=14|mese=2|anno=2000|pagina=21|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> In questa stagione il cast è arricchito dalla presenza del comico [[Antonio Giuliani]].<ref>{{Cita news|autore=Alessia Mariani|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/06/15/musica-spettacolo-un-teatro-in-riva-al.html|titolo=Musica e spettacolo un teatro in riva al mare|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=15|mese=6|anno=2000|pagina=18|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> Sempre la Estrada e Sabani conducono anche l'edizione del [[2001]], in onda sempre in primavera.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/03/09/frizzi-sono-molto-incerto-sul-mio-futuro.html|titolo=Frizzi: sono molto incerto sul mio futuro in RAI|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=9|mese=3|anno=2001|pagina=57|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> In queste edizioni, notevole spazio hanno gli ospiti vip.
 
Locatelli presta servizio per la riorganizzazione dell'[[Aereo espresso italiana]] (AEI), concessionaria della linea Brindisi-Atene-Costantinopoli. Il [[ministero dell'aeronautica]] guidato da Balbo, dopo averlo inizialmente sostenuto, gli revoca la fiducia per "indisciplina". Licenziato, Locatelli fa causa alla società, mentre anche le altre società aeronautiche italiane interrompono le relazioni con lui a seguito della pubblicazione nel giornale parigino degli esuli ''La Libertà'' (22 gennaio 1928) della sua lettera di critiche a Bonzani del 1926.<ref name=treccani/>
Nel [[2002]] la trasmissione, in occasione dei 10 anni dalla sua nascita, è stata nuovamente inserita nel palinsesto estivo di [[Canale 5]],con il titolo "La sai l'ultima?, occupando la prima serata del [[sabato]]. Tale edizione propone la sfida tra tutti i barzellettieri campioni delle passate edizioni, per stabilire a chi appartiene il titolo definitivo di "Re della barzelletta". Condotto da [[Natalia Estrada]], coadiuvata stavolta da [[Claudio Lippi]], il varietà ha ottenuto un discreto riscontro di pubblico, totalizzando tre milioni cinquecentomila spettatori e uno share del 24%.<ref name = Lippi>{{Cita news|autore=Sebastiano Messina|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/07/30/bagnetti-bagnini-freddure.html|titolo=Bagnetti bagnini e freddure|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=30|mese=7|anno=2002|pagina=49|accesso=18 ottobre 2011}}</ref> In questa stagione, andata in onda in diretta dallo studio 11 di [[Cologno Monzese]],<ref name = Lippi /> ebbe particolare successo anche lo spazio dedicato ai sosia dei personaggi famosi.
 
Nel 1928 chiede di poter partecipare alle ricerche del generale [[Umberto Nobile]] disperso al [[Polo Nord]] con il dirigibile ''[[Italia (dirigibile)|Italia]]'' ma, pagando per le sue critiche all'aviazione, la richiesta gli viene negata. Come accade ai cosiddetti "senatori dell'aria" o eroi del volo della Grande Guerra anche Locatelli viene messo da parte dall'aviazione italiana ormai egemonizzata da Balbo e dalla sua concezione di "volo collettivo" a discapito delle singole eccellenze. Locatelli non viene inoltre ricandidato dal PNF alle [[Elezioni_politiche_italiane_del_1929|elezioni del 1929]], nonostante l'appoggio di Suardo e Finzi.<ref name=treccani/>
Dopo alcune stagioni di assenza dagli schermi, la trasmissione è tornata in onda il martedì in prima serata nel gennaio [[2008]] su [[Canale 5]], con la conduzione di [[Lorella Cuccarini]] e [[Massimo Boldi]]. La trasmissione non ha tuttavia incontrato il successo sperato, ottenendo appena il 15% di share, ed è stata cancellata dopo la quarta puntata.<ref>{{Cita news|autore=Debora Marighetti|url=http://www.tvblog.it/post/8205/massimo-donelli-ringrazia-boldi-e-la-cuccarini|titolo=Massimo Donelli ringrazia Boldi e la Cuccarini|pubblicazione=tvblog.it|giorno=20|mese=2|anno=2008|accesso=18 ottobre 2011}}</ref>
[[File:Aereolocatelli.JPG|thumb|248x248px|Ansaldo A1 ''Balilla'' donato a Locatelli e da questi alla Città di Bergamo]]
 
Locatelli spende quindi i primi anni '30 tra Roma e Bergamo, in relative ristrettezze economiche ma partecipando a varie mostre ed esposizioni di grafica e pittura.
==Spin-off==
Nel 1929 inizia una collaborazione, due articoli al mese, con il ''[[Corriere della Sera]]'' e diventa direttore della ''[[La Rivista di Bergamo|Rivista di Bergamo]]''.
Viene inoltre nominato presidente della sezione [[Club alpino italiano|CAI]] di Bergamo.<ref name=treccani/>
L'Aeronautica, dopo un breve richiamo in servizio nel 1932, lo promuove maggiore per merito straordinario il 17 maggio 1935.
Il 27 novembre 1933 Locatelli viene nominato [[podestà (fascismo)|podestà]] di Bergamo, incarico in cui si fa affiancare dall'avvocato Gino Rota.<ref name=novecento/> Si dedica con grande passione allo studio per il risanamento di città alta, su progetto di [[Luigi Angelini]], per il quale ottiene un finanziamento bancario. Ma già l'anno successivo, a causa della legge che impediva ai celibi di ricoprire cariche pubbliche, e a vari contrasti con il federale Valli, dà le dimissioni da podestà.<ref name=treccani/>
 
=== La sai o nonguerra lad'Etiopia sai?===
Con la [[Guerra d'Etiopia|dichiarazione di guerra all'Etiopia]], il 7 gennaio 1936 Locatelli parte volontario per [[Mogadiscio]] assegnato all'aviazione di ricognizione e di bombardamento.<ref name=treccani/>
Nell'estate [[1998]] [[Canale 5]] propose nel preserale domenicale un programma dal titolo ''La sai l'ultima - La sai non la sai?'', montaggio di filmati di repertorio che anticipavano l'edizione principale del [[TG5]].
Secondo il suo biografo Vittorio Polli, Locatelli "andò in Africa perché era convinto che la conquista avrebbe dato un nuovo volto all'Italia nel contesto delle nazioni europee. Andò anche stregato dalla guerra, sperando di rivivere la sua gloriosa giovinezza [...]. Il soldato che era in lui, nutrito in gioventù da sensazioni indelebili, non poteva restare fuori da questa impresa, comunque essa fosse."<ref>Vittorio Polli, ''Antonio Locatelli. Vita e documenti'', Bolis, Bergamo, 1986, p. 151</ref>
In Etiopia compie il primo volo di collegamento tra il fronte somalo e quello eritreo, da [[Gorrahei]] alla [[Dancalia]].
È inoltre immortalato in fotografia mentre lancia una grossa bomba sulle postazioni abissine presso [[Sassabaneh]].<ref>[https://books.google.it/books?id=XczeksCDw9kC&pg=PA329&dq=%22antonio+locatelli%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwij96C-q7vfAhUmMewKHdx7D7IQ6AEIZDAL#v=onepage&q=locatelli&f=false L'Africa del Duce: i crimini fascisti in Africa], di Antonella Randazzo, pp. 329-330</ref>
 
Nelle lettere che invia alla madre tra il marzo e il maggio del 1936, Locatelli esprime la sua gioia nel partecipare al bombardamento e allo sterminio del nemico etiope, descrivendo quelli che si configuraneo come [[crimini di guerra]], come gli attacchi diretti contro civili e il bombardamento delle città già “rese inabitabili – scrive Polli- dai gas degli aerei”<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5274 ISREC 22 maggio 2015]</ref>:
===La sai l'ultimissima?===
Nell'estate del [[2003]] [[Pippo Franco]] e [[Natalia Estrada]], affiancati dagli attori comici [[Valentina Persia]] e [[Franco Guzzo]] hanno condotto una versione della trasmissione intitolata ''La sai l'ultimissima?.'' Le puntate vedevano in gara alcuni nuovi barzellettieri, ma erano in buona parte composte da filmati estrapolati dalle precedenti stagioni dello show.<ref>{{Cita news|autore=Sebastiano Messina|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/07/21/ma-per-fortuna-che-la-radio.html|titolo=Ma per fortuna che c'è la radio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=21|mese=7|anno=2003|pagina=45|accesso=18 ottobre 2011}}</ref>
 
<blockquote>“Un lavoro grandissimo. Siamo in piena offensiva […] Ho volato già 4 volte su Harrar, 5 su Giggiga, due su Dire Daua ed ho lanciato bombe con una precisione che potrai ammirare dalle mie fotografie fatte con la Leica […]. I nemici oppongono resistenza al centro, ma li teniamo bombardati che non possono più mostrarsi alla luce del sole, saranno sgominati, sterminati e se vorranno resistere correranno il rischio di morire di fame. Sai che non possono muovere un autocarro senza che noi lo sappiamo e lo bombardiamo? Insomma un divertimento unico in barba ai nostri amici inglesi che avranno il mal di pancia a tutte le notizie delle nostre azioni travolgenti, e specialmente a sapere che sul lago Tana stanno già scolpendo nel granito una gigantesca figura del Duce”. (Gorrahei 23 marzo)<ref name=isrec>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5656 ISREC]</ref></blockquote>
===La sai l'ultima? - Vip===
A cavallo tra la [[primavera]] e l'[[estate]] [[2004]] viene realizzata in prima serata su Canale5 ''La sai l'ultima? Vip'', edizione dedicata alle barzellette raccontate dai personaggi famosi e condotta da [[Natalia Estrada]] e [[Claudio Lippi]].<ref>{{Cita news|autore=Lello Parise|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/06/11/barzellette-elettorali.ba_071barzellette.html|titolo=Barzellette elettorali|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=11|mese=6|anno=2004|pagina=10|accesso=18 ottobre 2011}}</ref>
 
<blockquote>“Tre mattine di fila, il 22, 23, ed oggi 24, ho bombardato Giggiga […] è la città più importante, dal punto di vista militare, di tutta la guerra su questo scacchiere della Somalia perché ha intorno un grande campo trincerato e soprattutto perché a Giggiga i porci inglesi han mandato tutto il materiale di guerra per i nostri nemici, sia il fronte somalo che eritreo. Quando vedevo le bombe centrare le case, distruggere (con voli di schegge, bestiame e sassi), incendiare la cittadina in molti punti contemporaneamente, io che di solito sento un po’ di pietà per il nemico, gioivo soprattutto perché pensavo che colpivo indirettamente l’organizzazione inglese […]”. (Gorrahei 24 marzo 1936)<ref name=isrec/></blockquote>
===La sai l'ultima? - Web===
 
Nel [[2011]] è nato un ulteriore spin off, ''La sai l'ultima? Web'', realizzato per la rete digitale [[Mediaset Extra]] sfruttando brevi filmati inviati dagli spettatori sul sito [[Internet]] [[Mediaset]] e andava in onda per una durata di circa cinque minuti in coda ad un ciclo di repliche de ''La sai l'ultimissima?'', trasmesse nella prima serata della rete nell'estate di quell'anno.
<blockquote>“Ti dirà tutto quello che è difficile scrivere, ti dirà della nostra vita che egli ha vissuto compiendo più che il proprio dovere con cuore e tempra di bergamasco. […] Gli affido 11 disegni piccoli, 23 fotografie grandi e 31 piccole, così son sicuro che tutto arriverà regolarmente a mano […]. Quelle con scritto ‘Corriere della sera’ potrebbero essere portate a mano da Cesareni al dott. Rizzini che è redattore capo e finge da Direttore. […] Quella di Harrar che brucia non deve uscire da casa nostra”. (Gorrahei 28 aprile 1936, al rientro di un suo compagno di volo)<ref name=isrec/></blockquote>
 
<blockquote>“Sono felice di avere potuto ancora una volta dare l’anima e l’energia per una grandiosa causa italiana. Pare un sogno, eppure è la via dell’Impero che si schiude all’Italia”. (Assab 7 maggio 1936, dopo aver seguito la proclamazione dell’Impero in diretta radiofonica)
<ref name=isrec/></blockquote>
 
[[File:Massacre_de_Lékemti.jpg|thumb|[[Eccidio di Lechemti]], illustrazione ''Le Pèlerin'', 26 luglio 1936]]
Nonostante la presa di [[Addis Abeba]] e la proclamazione dell'impero, le truppe italiane erano in difficoltà per via della stagione delle piogge. Locatelli ricevette dal generale [[Alfredo Graziani]] l'incarico di portarsi per via aerea a Lechemti, nell'estremo ovest del paese, per ricevere la sottomissione di un capo galla locale e preparare una base per ulteriori sbarchi aerei da cui procedere verso Gore, dove era riparato il governo provvisorio del negus. Locatelli parte per [[Lechemti]] con il generale di brigata aerea [[Vincenzo Magliocco]] il 26 giugno con tre aerei. Ma gli alleati galla non si presentano, e nella notte gli equipaggi accampati attorni ai velivoli presso la località di Bonaya vengono assaliti dai cadetti etiopi della scuola militare di Olettà, che si erano rifugiati a Gore.<ref name=treccani/>
Gli [[arbegnuoc]] guidati da Keflè Nasibù e Belai Haileab incendiarono gli aerei e uccisero tutti gli italiani, tranne padre Borello che si era allontanato il pomeriggio prima dell'attacco<ref>A. Del Boca, ''Gli italiani in Africa orientale'', vol. III, pp. 30-32.</ref>.
Dopo la scoperta dell'[[eccidio di Lechemti]], a Locatelli e agli altri componenti degli equipaggi viene concessa la [[medaglia d'oro al valor militare]]. Antonio Locatelli è l'unico individuo decorato con tre Medaglie d'Oro al Valor Militare.
 
== Memoria ==
[[File:Drei Zinnen Hütte-Rifugion Locatelli 2.JPG|thumb|Il [[rifugio Antonio Locatelli]], alla base delle [[Tre Cime di Lavaredo]]]]
 
Con la morte di Locatelli ha inizio un vero e proprio "culto delll'eroe", nelle parole di Angelo Bendotti, praticato a Bergamo e dintorni "in una sorta di orgoglio campanilistico e di assoluta rimozione collettiva delle azioni compiute" da Locatelli.<ref name=bendotti>Angelo Bendotti, ''I conquistatori dell'impero. Tre vie, una piazza e un passaggio'', Il filo di Arianna, Bergamo, 2017</ref> Secondo Elisabetta Ruffini, "l'ondata di cordoglio che aveva coinvolto Bergamo... si fa memoria tesa ad incidere la città, tanto nella dimensione spaziale che temporale".<ref>Elisabetta Ruffini, ''Una questione di memoria'', "Studi e ricerche di storia contemporanea", n. 81, giugno 2014, p. 57. Citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref> Il sindaco [[Constantino Simoncini]] annoterà in occasione del ventennale che "l'esaltazione dei fascisti verso Locatelli non è sicuramente genuina, ma è intesa a fare di lui una fiaccola a conforto della loro azione politica".<ref name=simoncini>Timo Simoncini, ''Al balcone di una piccola città. Autobiografia di un sindaco (1956-1965), a cura di Carlo Simoncini, ed. Il filo di Arianna, Bergamo, 1999, p. 85. Citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
 
Già l'11 luglio il senatore [[Giacomo Suardo]] dal balcone della [[Torre dei Caduti di Bergamo]] ricorda l'eroe come "acciaio bergamasco senza scorie" offerto in sacrificio "al destino imperiale dell'Italia fascista".<ref> La Voce di Bergamo, 12 luglio 1936, citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
In breve tempo si moltiplicano le intitolazioni a Locatelli: portano il suo nome la Casa dell'Orfano di [[Ponte Selva]], l'aeroporto di [[Ponte San Pietro]], il sanatorio di [[Groppino (Piario)|Groppino]], le scuole elementari di Contrada Tre Passi, la sezione di Bergamo dell'Associazione Combattenti e quella del [[Club Alpino Italiano]], e finanche la nuova [[Palazzo della Libertà|Casa del Fascio di Bergamo]].
Un busto in bronzo, opera di [[Giacomo Manzù]], gli è dedicato al suo istituto Paleocapa, e un busto appare persino nella vetrina della pasticceria Isacchi.
Sempre nel 1936, il fascistissimo presidente del CAI, [[Angelo Manaresi]], stabilisce che l'ex rifugio Innerkofler avrebbe dovuto chiamarsi "Antonio Locatelli alle Tre Cime di Lavaredo".<ref name=bendotti/>
Il 17 luglio la commissione per la toponomastica comunale decide di aggiungere il nome di Locatelli alla lista di "nomi e date gloriose del Fascismo e della vittoriosa impresa coloniale in Africa Orientale" e "che al Suo nome glorioso venga dedicata una via principale della Città", stabilendo di rinominare in tal senso una parte della via Garibaldi nel nuovo centro piacentiniano.<ref>Commissione per la toponomastica comunaleVerbale della seduta del 17 luglio 1936, Archivio Comunale di Bergamo, citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
 
[[Gabriele D'Annunzio]] volle che fosse sepolto al [[Vittoriale degli Italiani|Vittoriale]] e per questo mise a disposizione un'arca funeraria. Si tratta comunque di una sepoltura simbolica in quanto l'arca funeraria è vuota (è quindi un [[cenotafio]]). I resti di uno dei due Ca.133 furono trasformati successivamente in un monumento ai caduti a Lechemti, poi andato distrutto.<ref>{{Cita web |1=http://www.gavs.it/FotodelNonno/Photo/A_O_I_Imperiali_II.htm |2=GAVS |3=16-04-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070504215800/http://www.gavs.it/FotodelNonno/Photo/A_O_I_Imperiali_II.htm |dataarchivio=4 maggio 2007 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Dopo la guerra, sulla base delle dichiarazioni della sorella Rosetta, si sarebbe diffusa la vulgata per cui Locatelli in Etiopia non avrebbe sparato un solo colpo, limitandosi a voli di ricognizione per prevenire le imposcate abissine contro le truppe italiane, e che la sua partecipazione alle attività militari fosse una "miserabile calunnia" messa in circolazione da certi ambienti politici.<ref name=novecento>[https://books.google.it/books?id=rB3CAgAAQBAJ&pg=PT1614&dq=%22antonio+locatelli%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwij96C-q7vfAhUmMewKHdx7D7IQ6AEI-QEwJQ#v=onepage&q=%22antonio%20locatelli%22&f=false Il Novecento a Bergamo: Cronache di un secolo], Di Pilade Frattini, Renato Ravanelli</ref>
 
La memoria di Locatelli non viene sfiorato dal processo di cancellazione di scritte e simboli del regime fascista a Bergamo, inclusa la grande dedica sul frontone della [[Palazzo della Libertà|Casa del Fascio di Bergamo]], che era servita da sede del Partito Nazionale Fascista e da luogo di tortura di partigiani e antifascisti durante la guerra; solamente il busto bronzeo viene spostato dall'atrio (e in seguito inserito, fuori contesto, alla [[Torre dei Caduti di Bergamo]]<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5310 ISREC]</ref>).<ref name=bendotti/>
 
[[File:Bergamo monumento Antonio Locatelli.jpg|thumb|248x248px|Fontana a Locatelli a Bergamo]]
Nel ventesimo anniversario della morte di Locatelli viene inaugurata in suo memoria a Bergamo una fontana monumentale di otto metri in marmo bianco di [[Zandobbio]], opera dell'architetto Piantanida, con parete bugnata e busto in bronzo dell'aviatore opera di [[Antonio Berti]]. All'ultimo momento il presidente della repubblica [[Giovanni Gronchi]] declinò l'invito a partecipare all'inaugurazione; il sindaco Simoncini scriverà nel suo diario che "tutti seppero che la sua partecipazione era stata disdetta perché si temeva che la manifestazione riuscisse di marca fascista.<ref name=simoncini/>
Il sindaco democristiano [[Ferruccio Galmozzi]] ricordò nel suo discorso l'unanimità del consiglio comunale e le qualità di eroismo, semplicità e spontaneità di Locatelli, ricordato anche come "saggio amministratore".<ref name=novecento/><ref>[https://www.alinari.it/it/dettaglio/ACA-F-052374-0000?search=d4edd174a873b2855496bae03c4614f1&searchPos=3 Alinari], foto della fontana a Locatelli all'inaugurazione</ref>
 
Nel corso degli anni, le regolari cerimonie commemorative di Locatelli fanno da punto focale per il ritrovo dei neofascisti bergamaschi. Nel 1961, il presidente Gronchi è a Bergamo per il centenario dell'unità d'Italia. Liberali e neofascisti chiedono un "gesto riparatore" nei confronti della memoria di Locatelli. "Possibile - scrive Simoncini nel suo diario - che quando si parla di Antonio Locatelli ci siano sempre pronti i soliti saluti romani e le camicie nere nascoste sotto la giacca?"<ref name=simoncini/> Gronchi, su richiesta del sindaco Simoncini, si alza in piedi in segno di rispetto nel passaggio davanti al monumento a Locatelli. Simoncini annota che "la cosa ha generalmente soddisfatto. Hanno però tolto dalle vicinanze del monumento [[Mirko Tremaglia|il Tremaglia]], che avrebbe sicuramente effettuato saluti romani ed esibizioni di simboli fascisti".<ref name=simoncini/>
 
Ancora a metà anni '80, ''Bergamo Flash'' ricorda di Locatelli "l'incapacità di ogni compromesso, la franchezza, lo slancio ed una limpida onestà", la stessa che lo avrebbe reso inviso ai gerarchi come Balbo, arrivando a definire Locatelli "un eroe scomodo" per il regime fascista ed a ipotezzare che l'eccidio di Lechemti "fosse una terribile trappola tesa ad arte e senza appello".<ref name=novecento/>
 
La chiara adesione di Locatelli al fascismo e le sue responsabilità durante la guerra d'Etiopia continuano a rendere la sua memoria controversa. l'Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Bergamo ([[ISREC]]) fa campagna perché la memoria di Locatelli sia contestualizzata e la sua presenza nello spazio pubblico limitata.<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5274 ISREC], 22 maggio 2015</ref><ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5290 ISREC], 26 maggio 2015</ref>
 
Alla memoria di Antonio Locatelli sono stati dedicati:
* la via Antonio Locatelli e la fontana in stile razionalista con busto dell'aviatore, a Bergamo
* un busto bronzeo presso il 3º Reggimento AVES “Aquila” di [[Orio al Serio]], presso cui vengono celebrate funzioni annuali<ref>[https://www.anae.it/2018/07/12/ricordata-la-triplice-movm-maggiore-antonio-locatelli/ ANAE]</ref>
* un busto opera di [[Giovanni Avogadro]] sito nella [[Torre dei Caduti di Bergamo]], già conservato prima della liberazione nella Casa Littoria - oggi considerato dall'[[ISREC]] in tale luogo un falso storico<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5310 ISREC]</ref>
* la Sezione di Bergamo "Antonio Locatelli" del [[Club Alpino Italiano]]
* l'istituto aeronautico paritario Antonio Locatelli di Bergamo
* la Scuola Primaria "Antonio Locatelli" di [[Cavernago]]
* il [[Rifugio Antonio Locatelli]] nel [[Parco naturale Tre Cime]] di [[Lavaredo]]
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Già insignito di tre medaglie d'argento al valor militare; aviatore ammirabile, esploratore sagacissimo, temprato a tutte le avversità e a tutti i rischi, combattente di alto valore, si spingeva da solo per centinaia di chilometri su territorio avversario e superando la concentrazione di artiglieria e talvolta gli attacchi di pattuglie da caccia nemiche, giungeva su obiettivi militari di grande importanza riportando sempre fotografie ed informazioni preziose. Nell'ultimo volo di guerra colpito da uno shrapnel che gli squarciava l'apparecchio e costretto ad atterrare in territorio nemico, sebbene ferito al ginocchio e lussato al piede, compiva la distruzione dell'apparecchio e riusciva per otto ore a sottrarsi alla cattura del nemico. Caduto prigioniero, superando rischi e stenti di ogni sorta, raggiungeva le nostre linee durante l'ultima vittoriosa offensiva. Fulgido esempio d'eroismo.
|luogo=Cielo della Carnia, dell'Altipiano, Alto e Medio Isonzo, agosto - ottobre 1917
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Portava nella guerra per la conquista dell'Impero Etiopico lo spirito leggendario di puro eroismo degli aviatori della grande guerra. Esempio luminoso alle giovani generazioni.
|luogo=Cielo della Somalia, gennaio - maggio 1936.
}}
 
{{Onorificenze
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare (alla memoria)
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato fra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva con generosa insistenza di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare col simbolo del tricolore il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.
|luogo=Lechemti, 27 giugno 1936<ref name = quirinale >[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=12692 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato].</ref>
|immagine = Valor militare gold medal - old style BAR.svg}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=Ardito e brillante pilota d'aeroplano compì lunghe e difficili ricognizioni, sfidando, con animo sereno, il fuoco aggiustato degli anti-aerei, che colpirono più volte il suo apparecchio, e manifestò ammirevole spirito offensivo negli scontri con i velivoli nemici. Durante una difficile ricognizione contrastata dal tiro degli anti-aerei che colpirono l'apparecchio, impegnò un duello con un velivolo avversario, costringendolo a discendere sul proprio campo. Riprese poi la ricognizione e la completò con fotografie. Nell'iniziare un'altra ricognizione scorse un apparecchio avversario proveniente da nostro territorio, incrociò per attendere il suo passaggio, ed avutolo a portata di tiro, lo attaccò deciso, inseguendolo fino a che non lo si vide cadere nel campo di Aisovizza. Compì poi la ricognizione trattenendosi per altre due ore su territorio nemico.
|luogo=Monte Nero, 14-18 febbraio 1916
}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione= In ricognizioni aeree su Mezzolombardo, a Nave San Rocco, veniva assalito a 30 metri di distanza, ed alle spalle, da un aeroplano nemico, e riusciva con la sua calma e abile manovra a farlo abbattere dal proprio osservatore. Seguitava poi arditamente l'esecuzione del mandato affidatogli, quantunque l'apparecchio fosse stato colpito in parti vitali, riportando utili e preziose informazioni.
|luogo=Nave San Rocco (Val Lagarina), 15 giugno 1916
}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=Pilota d'aeroplano, durante un combattimento in una difficile zona d'alta montagna, eseguiva una ricognizione a meno di 500 metri sule posizioni nemiche. Sebbene l'apparecchio fosse stato danneggiato dal tiro bene aggiustato e l'osservatore ferito, con sprezzo del pericolo e calma ammirevole, continuava il volo sempre alla stessa quota e si internava sempre più in territorio nemico, consentendo all'osservatore di portare a termine il mandato.
|luogo=Cielo dell'Ortigara, Val Portule, Val Galmarara, Bassano, 20 giugno 1917
}}
 
== Note ==
===La sai l'ultima? - Snack===
<references/>
Sempre per la rete digitale [[Mediaset Extra]] è stato realizzato ''La sai l'ultima? Snack'', breve spin off della trasmissione realizzato dal montaggio di alcune barzellette proposte nel corso degli anni.
 
== EdizioniBibliografia ==
*Francesco Meriano, ''L'aviatore Locatelli'', Nicola Zanichelli, [[Bologna]] 1926;
{| class="wikitable"
*Ercole Mazza, ''Antonio Locatelli due volte medaglia d'oro'', Bolis, [[Bergamo]] 1937;
!Edizione
*Nino Galimberti (a cura di), ''Antonio Locatelli'', Editrice "La Rivista di Bergamo", [[Bergamo]] 1937;
!Rete
*Ettore Fabietti, ''Vita eroica di Antonio Locatelli'', Treves, Milano 1938;
!Anno di messa in onda
*Umberto Ronchi (a cura di), ''Antonio Locatelli scritti e disegni'', Istituto Italiano d'Arti Grafiche, [[Bergamo]] 1956;
!Conduttori
*Geo Renato Crippa, ''Il mitico Eroe ed Artista Antonio Locatelli'', Stamperia Conti, [[Bergamo]] 1964;
!Co-conduttori
*[[Giuliana Donati Petténi]], ''Rievocazione della triplice M.O. al V.M. Antonio Locatelli'', Tipografia Editrice Secomandi, [[Bergamo]] 1968;
|-
*Vittorio Polli, ''Antonio Locatelli Vita e documenti'', Bolis, [[Bergamo]] 1986;
|0
*[[Bortolo Belotti]], ''Storia di Bergamo e dei bergamaschi'', Bolis, [[Bergamo]] 1989;
| rowspan="16" |[[Canale 5]]
*[[Roberto Chiarini]], ''Una vita in volo Antonio Locatelli (1895-1936)'', Bolis, [[Bergamo]] 2011.
| rowspan="2" |1992
*I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999
|[[Gerry Scotti]]
|[[Sabina Stilo]]
|-
|1
| rowspan="4" |[[Pippo Franco]]
| rowspan="4" |[[Pamela Prati]]
|-
|2
|1993
|-
|3
|1994
|-
|4
| rowspan="2" |1995
|-
|5
| rowspan="3" |[[Gerry Scotti]]
|[[Paola Barale]]
|-
|6
|1997
| rowspan="6" |[[Natalia Estrada]]
|-
|7
|1999
|-
|8
|2000
| rowspan="2" |[[Gigi Sabani]]
|-
|9
|2001
|-
|10
|2002
|[[Claudio Lippi]]
|-
|11
|2008
|[[Lorella Cuccarini]]
|[[Massimo Boldi]]
|-
|}
 
== Voci correlate ==
==Note==
*[[Rifugio Antonio Locatelli]]
<references />
*[[Eccidio di Lechemti]]
 
== Altri progetti ==
==Bibliografia==
{{Interprogetto|commons=Category:Antonio Locatelli}}
* {{Cita libro|autore = Joseph Baroni|titolo = Dizionario della televisione|editore = [[Raffaello Cortina Editore]]|ISBN = 88-7078-972-1}}
* {{cita libro|curatore = [[Aldo Grasso]]|titolo = [[Enciclopedia della televisione]]|editore = [[Garzanti Editore]]|anno = 2008|edizione = 3|isbn = 978-88-11-50526-6|cid = Grasso}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-locatelli_%28Dizionario-Biografico%29/ Sito Enciclopedia Treccani]: Antonio Locatelli
* {{Imdb}}
* [https://web.archive.org/web/20070222172135/http://fondazione.bergamoestoria.it/impagina.asp?idroot=35&id=440&IDProvenienza=409&IDLayout=5&IDNodo=231 Fondazione] Legler - Bergamo
* [https://web.archive.org/web/20060621221417/http://bibliotecamai.org/cataloghi_inventari/periodici/fondi_periodici/fondi_periodici_locatelli.html Biblioteca Angelo Maj] - Bergamo
* {{cita web|http://www.antoniolocatelli.it/|Sito della Fondazione Locatelli}}
* [https://www.bergamonews.it/2018/12/23/antonio-locatelli-quella-sinistra-coltiva-odio/298779/ Antonio Locatelli e quella sinistra che coltiva odio], Bergamonews, 23 dicembre 2018
* [https://www.bergamonews.it/2018/12/24/antonio-locatelli-fu-fascista-convinto-bergamo-non-ancora-conti-col-suo-passato/298838/ Antonio Locatelli fu fascista convinto e Bergamo non ha ancora fatto i conti col suo passato], Bergamonews, 24 dicembre 2018
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|televisione}}
{{Portale|aviazione|biografie|fascismo}}
 
[[Categoria:ProgrammiAviatori televisiviitaliani deglidella anniprima 1990guerra mondiale]]
[[Categoria:ProgrammiCavalieri televisividell'Ordine deglimilitare annidi 2000Savoia]]
[[Categoria:Medaglie d'oro al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare]]
[[Categoria:Piloti collaudatori]]
[[Categoria:Trasvolatori]]
[[Categoria:Piloti della Regia Aeronautica]]