Manetone e Antonio Locatelli: differenze tra le pagine

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{{Infobox militare
{{WIP open|Pinedjem|3=11 agosto 2017}}[[File:OsirisPriest.jpg|miniatura|359x359px|[[Sacerdote con canopo osiriaco (SCA 449)|Anonimo sacerdote egizio]] d'epoca ellenistica o poco successiva. [[Museo Nazionale di Alessandria]], [[Alessandria d'Egitto]].]]
|Nome = Antonio Locatelli
'''Manetone''' (in [[Lingua greca antica|greco]]: Μανέθων, ''Manethōn'', o Μανέθως, ''Manethōs''; in [[Lingua latina|latino]]: ''Manĕthō'') si ritiene sia stato uno [[Storiografia|storico]] e [[sacerdote]] [[Antico Egitto|egizio]] originario di [[Djebnetjer|Sebennito]] (in [[Lingua egizia|egizio]]: Djebnetjer) vissuto in [[Egitto tolemaico|epoca tolemaica]], all'inizio del [[III secolo a.C.]]
|Immagine = Locatelli-biografia.jpg
|Larghezzaimmagine =
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 19 aprile [[1895]]
|Nato_a = [[Bergamo]]
|Data_di_morte = 27 giugno [[1936]]
|Morto_a = [[Lechemti]]
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata = Regio Esercito<br />Regia Aeronautica
|Arma =
|Corpo =
|Specialità =
|Unità =
|Reparto = [[6ª Squadriglia da ricognizione e combattimento]] poi [[30ª Squadriglia]]<br />[[24ª Squadriglia]]<br />[[36ª Squadriglia]]<br />[[87ª Squadriglia aeroplani]]<br />[[1ª Squadriglia navale S.A.]]
|Anni_di_servizio =
|Grado = [[Maggiore]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]<br />[[Guerra d'Etiopia]]
|Campagne =
|Battaglie =
|Comandante_di =
|Decorazioni = [[Medaglia d'oro al valor militare]] (3)<br />[[Medaglia d'argento al valor militare]] (3)
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{carica pubblica
|nome = Antonio Locatelli
|immagine = Antonio Locatelli.jpg
|carica = [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Deputato del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio = [[24 maggio]] [[1924]]
|mandatofine = [[21 gennaio]] [[1929]]
|mandato =
|vice di =
|capo di stato =
|presidente =
|vicepresidente =
|primoministro =
|viceprimoministro =
|vice =
|predecessore =
|successore =
|legislatura = [[XXVII legislatura del Regno d'Italia|XXVII]]
|gruppo parlamentare = Fascista
|coalizione = PNF
|circoscrizione =
|collegio =
|tipo nomina =
|incarichi =
|sito =
|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|partito = [[Partito Nazionale Fascista]]
|tendenza =
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione = operaio<ref>Fonte: [http://storia.camera.it/deputato/antonio-locatelli-18950419/interventi#nav Scheda su sito Camera dei Deputati]</ref>
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Antonio
|Cognome = Locatelli
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bergamo
|GiornoMeseNascita = 19 aprile
|AnnoNascita = 1895
|LuogoMorte = Lechemti
|GiornoMeseMorte = 27 giugno
|AnnoMorte = 1936
|Epoca = 1900
|Attività = aviatore
|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =, ucciso da [[arbegnuoc|guerriglieri abissini]] durante l'[[eccidio di Lechemti]] insieme agli altri componenti di una missione di ricognizione aerea nell'ovest etiopico durante la [[guerra d'Etiopia]]
}}
 
== NomeBiografia ==
Antonio Locatelli nasce il 19 aprile 1895 a [[Bergamo]] da Samuele e Anna Gelfi in una modesta famiglia. Nel 1913 prende il diploma di "capotecnico" (perito industriale) all'Istituto industriale "P. Paleocapa" di Bergamo e inizia subito a lavorare all‘[[Ansaldo]] di [[Cornigliano Ligure]], dove in breve tempo diventa "direttore dei controlli e sorvegliante dei reparti di fucinatura".<ref name=treccani>[http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-locatelli_%28Dizionario-Biografico%29/ Treccani - Dizionario Biografico degli Italiani (2005)]</ref>
Il nome originale egizio di Manetone è andato perduto, ma alcuni, basandosi su [[Nome proprio|antroponimi]] egizi assonanti con la versione greca, ipotizzano che significasse "Dato da [[Thot]]", "Amato da Thot", "Amato da [[Neith]]" oppure "Amante di Neith"<ref>{{Cita|Waddell 1940|p. ix, n. 1.}}</ref><ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.biblicalcyclopedia.com/M/manetho.html|titolo=Manetho from the McClintock and Strong Biblical Cyclopedia.|sito=McClintock and Strong Biblical Cyclopedia Online|lingua=en|accesso=2017-08-09}}</ref>. Proposte di ricostruzione meno accettate sono ''Myinyuheter'' ("Mandria di cavalli" o "Sposo") e ''Ma'anidjehuti'' ("Ho visto Thot"). Nella lingua greca, i primi frammenti (un'iscrizione di data incerta sulla base di un busto in [[marmo]] nel Tempio di [[Serapide]] a [[Cartagine]] e gli scritti dello storico giudaico [[Flavio Giuseppe]] del [[I secolo|I secolo d.C.]]) indicano il suo nome come Μανέθων, ''Manethōn''.
 
=== La grande guerra ===
== Dibattito sull'esistenza e sulle opere ==
[[File:Manifesti_su_Vienna.jpg|thumb|left|Foto del [[volo su Vienna]], di Locatelli]]
Benché non si disponga di alcuna informazione sulle date della sua vita e della sua morte, Manetone è associato al regno di [[Tolomeo I|Tolomeo I Soter]] ([[323 a.C.|323]]–[[283 a.C.]]) dallo scrittore greco [[Plutarco]] mentre, secondo lo storico [[Impero bizantino|bizantino]] [[Giorgio Sincello]] che ebbe modo di leggerlo, Manetone avrebbe indicato il proprio rapporto con il successore [[Tolomeo II|Tolomeo II Filadelfo]] ([[285 a.C.|285]]–[[246 a.C.]]). Se la menzione di un tale di nome Manetone nei ''Papiri Hibeh''<ref>{{Cita libro|cognome=Egypt Exploration Fund. Graeco-Roman Branch|cognome2=Egypt Exploration Society|nome3=Bernard P. (Bernard Pyne)|cognome3=Grenfell|titolo=The Hibeh papyri|url=http://archive.org/details/hibehpapyri01egypuoft|accesso=2017-08-09|data=1906-1955|editore=London : Egypt Exploration Fund}}</ref>, risalenti al [[241 a.C.|241]]/[[240 a.C.|0 a.C.]], si riferisse al celebrato autore degli ''Aegyptiaca'', allora Manetone potrebbe aver scritto durante il regno di [[Tolomeo III|Tolomeo III Evergete]] (246–[[222 a.C.]]) ma anche in anni successivi: non è infatti detto che si tratti del Manetone presente nei ''Papiri Hibeh''. Benché la storicità di Manetone di Sebennito fosse data per certa già da Flavio Giuseppe e dagli autori successivi, il dibattito sulla sua effettiva esistenza è ancora aperto e problematico. Il Manetone dei ''Papiri Hibeh'' non ha titoli e il documento concerne certi affari nell'[[Alto Egitto]], dove si ritiene che lo storiografo Manetone abbia svolto le proprie funzioni sacerdotali, e non nel [[Basso Egitto]]. Il nome ''Manetone'' è raro ma non esiste una ragione per assumere [[A priori e a posteriori|a priori]] che il Manetone dei ''Papiri Hibeh'' sia lo storico di Sebennito che si ritiene abbia redatto gli ''Aegyptiaca'' per Tolomeo II Filadelfo.
Chiamato alle armi nel gennaio 1915 (quattro mesi prima dell'entrata in guerra), viene assegnato al battaglione "Aviatori" nell'arma del [[genio militare]], con sede al campo-scuola della [[Malpensa]], dove ottiene il brevetto di pilota.<ref name=treccani/>
 
Durante la guerra viene promosso [[caporale]] e poi nel febbraio 1916 sergente, sottotenente del genio dal 2 marzo 1916 e tenente dal 2 dicembre dello stesso anno. Il soldato Locatelli il 7 ottobre vola nella [[6ª Squadriglia da ricognizione e combattimento]] che il 15 aprile 1916 diventa [[30ª Squadriglia]]. Dal marzo 1917 passa alla [[24ª Squadriglia]] di [[Cavazzo Carnico]] su [[Savoia-Pomilio SP.2]] e dal 25 luglio il Tenente Locatelli passa alla [[36ª Squadriglia]] Savoia Pomilio di Oleis di [[Manzano]]. Dal 2 febbraio 1918 passa alla [[87ª Squadriglia aeroplani]].
Manetone è passato alla storia come un nativo egizio: la sua [[Madrelingua|lingua madre]] sarebbe verosimilmente stata l'[[Lingua egizia|antico egizio]]. Benché abbia trattato di argomenti propriamente antico-egizi, pare abbia scritto in greco per un pubblico di madrelingua greca. Altre opere letterarie attribuitegli includono: ''Critica ad [[Erodoto]]''<ref>F 88 J.</ref>; ''Libro Sacro''<ref>F 76‑81 J.</ref>; ''Sul rito antico e sulla religione''<ref>F 85‑86 J.</ref>; ''Sulle feste''<ref>F 84 J.</ref>; ''Sulla preparazione del kyphi'' (una sorta di [[incenso]])<ref>F 87 J.</ref> e una ''Epitome di dottrine fisiche''<ref>F 82‑83 J.</ref><ref>{{Cita web|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Manetho/Sacred_Book*.html|titolo=LacusCurtius • Manetho's Sacred Book|sito=penelope.uchicago.edu|lingua=en|accesso=2017-08-10}}</ref>. Anche il ''[[Libro di Sothis]]'' è stato attribuito a Manetone. È importante notare che nessuno dei testi menzionati compare in attestazioni risalenti all'epoca tolemaica, il periodo in cui sarebbe vissuto Manetone di Sebennito: di fatto, nessuna fonte antecedente al [[I secolo a.C.]] li menziona. Ne deriverebbe una discrepanza di tre secoli tra il periodo in cui si suppone siano stati composti gli ''Aegyptiaca'' e quello della loro prima attestazione documentata; la forbice si allarga se si considerano gli altri testi elencati: il ''Libro Sacro'', per esempio, non fu mai nominato fino al [[IV secolo]], quando lo prese in considerazione lo scrittore [[Eusebio di Cesarea]].
Locatelli compie in tutto 523 voli di guerra tra voli di ricognizione e di bombardamento, incluse le ricognizioni in solitaria sui cantieri [[Zeppelin]] di [[Friedrichshafen]] e su [[Zagabria]]
dove, il 9 agosto del 1918, partecipa al [[volo su Vienna]] assieme al velivolo di [[Gabriele D'Annunzio]]. In quell'occasione scatta le fotografie che ritraggono la città di [[Vienna]] dall'alto invasa dai manifestini con i proclami di D'Annunzio ai viennesi.<ref name=treccani/>
 
Abbattuto sopra [[Fiume (Croazia)|sopra Fiume]] il 15 settembre 1918 nella [[1ª Squadriglia navale S.A.]], fu catturato e trasferito al campo di prigionia di [[Sigmundsherberg]], dove dopo un mese evase grazie alla padronanza della [[lingua tedesca]], travestito da soldato austriaco con falsi documenti. Ripreso per due volte dagli austriaci in Trentino, evase di nuovo e il 4 novembre raggiunge le avanguardie italiane.
Qualora Manetone sia stato una figura storica realmente esistita, sembra sia stato un sacerdote del [[Sole (divinità)|dio-sole]] [[Ra]] presso [[Eliopoli]], centro del suo culto (il bizantino Giorgio Sincello riferisce che sarebbe stato proprio il sommo sacerdote). Plutarco lo considerò un'autorità del culto di [[Serapide]] (fusione sincretica di [[Osiride]] e [[Api (mitologia egizia)|Api]]): lo stesso Serapide era una versione [[Antica Grecia|greco]]-[[Regno di Macedonia|macedone]] del culto egizio iniziato, probabilmente, al tempo della fondazione di [[Alessandria d'Egitto]] da parte di [[Alessandro Magno]]; una sua statua fu importata da Tolomeo I nel [[286 a.C.]] (o da Tolomeo II nel [[278 a.C.]]) come attestano [[Tacito]] e Plutarco<ref>[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], ''[[Historiae (Tacito)|Historiae]]'' 4, 83; [[Plutarco]], [[Su Iside e Osiride|''Su Iside e Osiride'']] 28.</ref>. Vi è anche una tradizione antica secondo sui Timoteo di Atene (autorità del culto di [[Demetra]] a [[Eleusi]]) avrebbe collaborato con Manetone per l'instaurazione del nuovo culto di Serapide<ref name=":0" /><ref>{{Cita libro|nome=Russell|cognome=Gmirkin|titolo=Berossus and Genesis, Manetho and Exodus: Hellenistic Histories and the Date of the Pentateuch|url=https://books.google.it/books?id=CKuoAwAAQBAJ&pg=PA242&lpg=PA242&dq=manetho+timotheus+athens&source=bl&ots=QyQLJKhPi3&sig=arJFYnRg89qdqOOY4USZjOpsKkg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR4rrx_crVAhWmKMAKHS6XCWEQ6AEIPjAD#v=onepage&q=manetho%20timotheus%20athens&f=false|accesso=2017-08-09|data=2006-05-15|editore=Bloomsbury Publishing USA|lingua=en|ISBN=9780567134394}}</ref>, ma la fonte di ciò non è mai stata chiarita e potrebbe derivare da un'opera attribuita a Manetone: nel qual caso non avrebbe valore documentario a sé stante e non rafforzerebbe la storicità del Manetone sacerdote e storico del III secolo a.C.
Alla fine della guerra riceve la prima [[medaglia d'oro al valor militare]]. Racconterà le sue esperienze nella grande guerra nel manzo autobiografico "Le ali del prigioniero“ pubblicato, con gli auspici di Gabriele D‘Annunzio, dall'[[Fratelli Treves|editore Treves]] di [[Milano]] nel 1924.<ref name=treccani/>
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File:British Museum Egypt - Tolomeo I.png|[[Tolomeo I in basalto (EA1641)|Busto di Tolomeo I Soter]], [[British Museum]], [[Londra]].
File:Vatican Museums-1 (114).jpg|[[Tolomeo II e Arsinoe II (invv. 22682, 22681)|Colosso di Tolomeo II Filadelfo]], [[Museo gregoriano egizio]], [[Città del Vaticano]].
File:Ägyptisches Museum Berlin 114.jpg|Statua di [[Tolomeo III Evergete]]. [[Neues Museum]], [[Berlino]].
File:Obelisk at Heliopolis, known in the Bible as On, Egypt. Colo Wellcome V0049348.jpg|[[Obelisco]] del [[Tempio egizio|Tempio]] di [[Ra]] a [[Eliopoli]]; acquerello di [[David Roberts]].
File:0235 Altes Museum High Clerk in the Cult of Serapis anagoria.JPG|Testa di anonimo sacerdote di [[Serapide]]. [[Altes Museum]], [[Berlino]].
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=== Le imprese d''Aegyptiaca''esplorazione ===
Nel gennaio 1919 si imbarca per l'[[Argentina]] assieme ad una missione militare per la promozione dell'industria aeronautica italiane. Dopo varie esibizioni con i suoi compagni decide di intraprendere la traversata delle [[Ande]] nel punto più alto, nonostanza la stagione invernale. Un primo tentativo il 27 luglio con un aereo monoposto SVA non va a segno: nonostante si fosse portato a seimila metri di quota, deve rientrare a Mendoza per via delle condizioni meteo. Il 30 luglio parte da [[Buenos Aires]], sorvolata la [[Cordigliera delle Ande]] a quasi 7000 metri di quota passando accanto all'[[Aconcagua]] supera lo spartiacque e atterra a [[Viña del Mar]], in [[Cile]]. Si tratta della prima trasvolata aerea delle Ande (con annesso servizio postale) che poi ripete dal [[Oceano Pacifico|Pacifico]] all'[[Atlantico]], da [[Santiago del Cile|Santiago]] a [[Buenos Aires]], il 5 agosto in una sola tappa.<ref name=treccani/>
Manetone è ritenuto l'autore degli ''Aegyptica'' (gr. Αἰγυπτιακων, ''Àigyptiakon''<ref>{{Cita|Waddell 1940|pp. 98–9.}}</ref>), o ''Storia dell'Egitto'', su commissione di Tolomeo II Filadelfo<ref>{{Cita|Waddell 1940|pp. 10–1, 210–1.}}</ref>. L'opera è di primario interesse per gli [[Egittologia|egittologi]] per le informazioni che fornisce sulla [[Cronologia dell'antico Egitto|cronologia dei regni]] degli antichi faraoni. Potrebbe essere stata l'opera più imponente fra quelle attribuite a Manetone: certamente la più importante. Era organizzata in ordine cronologico e suddivisa in tre libri (vedi oltre)<ref>F 1 J.</ref>. Aver diviso i sovrani per dinastie ([[I dinastia egizia|I dinastia]], [[II dinastia egizia|II dinastia]] ecc.) costituì una novità; il termine "[[dinastia]]" (in greco δυναστεία, ''dynasteia'', "potere di governo") intende una gruppo di sovrani con la medesima origine. Ciononostante, l'autore non impiegò il termine in senso moderno, seguendo la sola [[Parentela|consanguineità]], ma attribuendo a ciascuna dinastia una sorta di continuità: geografica (la [[IV dinastia egizia|IV dinastia]] di [[Menfi (Egitto)|Menfi]], la [[V dinastia egizia|V dinastia]] da [[Elefantina]]) oppure genealogica (soprattutto la I dinastia, per la quale l'autore chiama il successore "figlio" del predecessore per chiarirne la continuità). Negli ''Aegyptica'', la sovrastruttura della suddivisione genealogico/dinastica forniva la base alla narrazione vera e propria delle vite dei faraoni. Alcuni hanno ipotizzato che gli ''Aegyptiaca'' siano stati redatti per competere con le [[Storie (Erodoto)|''Storie'']] di [[Erodoto]] e fornire all'Egitto una storia nazionale mai analizzata prima d'allora; in questa prospettiva la Critica ad Erodoto potrebbe essere stata un sunto o una parte degli ''Aegyptiaca'' che avrebbe goduto di circolazione indipendente. Purtroppo, né gli ''Aegyptiaca'' né la ''Critica ad Erodoto'' si sono conservati; circa il primo scritto sussistono 32 frammenti, provenienti da estratti di due tipi<ref>{{Cita|Momigliano 1931}}</ref><ref>{{Cita|Momigliano 1975}}</ref>.[[File:Aegyptiaca.gif|miniatura|314x314px|Schema delle vicende della trasmissione del testo manetoniano.]]
=== Paternità dell'opera e data di composizione ===
La più antica menzione nota degli ''Aegyptiaca'' è dello scrittore giudaico [[Flavio Giuseppe]] nella sua opera [[Contro Apione|''Contro Apione'']] (''Contra Apionem''), posteriore al [[94|94 d.C.]] Non si è conservato alcuno scritto dei tre secoli precedenti che nomini gli ''Aegyptiaca'': ciò ha sollevato seri dubbi sulle reali data e paternità dell'opera. La nozione che vuole si trattasse storia ufficiale e autorevole dell'Egitto composta in [[Lingua greca antica|greco]] su commissione di re [[Tolomeo II|Tolomeo II Filadelfo]] potrebbe essere stata ignorata dagli studiosi e [[Biblioteca di Alessandria|bibliotecari di Alessandria]] dell'[[Ellenismo|età ellenistica]] (appunto per tale assenza di documentazione coeva su Manetone) e di conseguenza l'informazione di Flavio Giuseppe perderebbe credibilità.
 
Congedato nel marzo 1920 dal campo di Centocelle, Locatelli rientra a Bergamo, dove aderisce in maniera entusiastica al movimento fascista rivoluzionario (i [[Fasci italiani di combattimento]]) dell'immediato dopoguerra,<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5320 Roberto Chiarini, "Locatelli, il fascista, ma degno di memoria"] mercoledì 27 maggio 2015, “L’Eco di Bergamo”</ref> di cui organizza assieme a Suardo le squadre d'azione nel bergamasco. Tenta quindi di raggiungere D'Annunzio per l'[[impresa di Fiume]], ma deve atterrare sull'[[isola di Veglia]] ed arriva in città solo al termine degli scontri. Ritorna quindi a Bergamo fino alla [[marcia su Roma]].<ref name=treccani/>
==== Ipotesi di Tolomeo di Mendes ====
Si può perfino supporre che gli ''Aegyptiaca'' siano stati composti durante la [[Egitto (provincia romana)|dominazione romana dell'Egitto]], iniziata nel [[30 a.C.]] — ovviamente non dopo la menzione che Flavio Giuseppe ne fece intorno al 94 d.C. e quindi tra il 30 a.C. e il 94 d.C.
 
Nel gennaio del 1923 Locatelli parte improvvisamente per effettuare quello che definisce "il mio viaggio di istruzione intorno al mondo".
Se così fosse, l'autore reale, che alcuni studiosi speculano possa essere stato [[Tolomeo di Mendes]]<ref>{{Cita|Palmer 1861|pp. 417ss.}}</ref>, un colto greco nato e cresciuto nell'Egitto [[Augusto|augusteo]]<ref>{{Cita libro|titolo=Chronological Antiquities: Or, The Antiquities and Chronology of the Most Ancient Kingdoms, from the Creation of the World, for the Space of Five Thousand Years: In Three Volumes. In this Work, the Original Hebrew Chronology of the Old Testament, ...|url=https://books.google.it/books?id=ZysVAAAAQAAJ&pg=PA319&lpg=PA319&dq=ptolemy+of+mendes&source=bl&ots=IpbRlyD_wZ&sig=2OX0obswiAPnq9z0CpP3yrx9Veg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwid0pWnis3VAhVoB8AKHdkGB24Q6AEISTAE#v=onepage&q=ptolemy%20of%20mendes&f=false|accesso=2017-08-10|data=1752|editore=author; and sold|lingua=en}}</ref>, sacerdote della [[religione egizia]], potrebbe aver attribuito la sua ricerca storiografica in tre volumi al più antico Manetone per motivi di prestigio e credibilità. Stando alla testimonianza di [[Clemente Alessandrino|Clemente di Alessandria]] (circa [[150]]–[[215]]), Tolomeo di [[Mendes (Egitto)|Mendes]] avrebbe composto una storia dell'Egitto in tre libri all'epoca dell'imperatore e faraone [[Augusto]]<ref>[[Clemente di Alessandria]], [[Stromateis|''Stromateis'']] 1.21; [[Eusebio di Cesarea]], [[Praeparatio evangelica|''Praeparatio evangelica'']] 10.10.490C.</ref>. Clemente di Alessandria citò numerosi autori nelle proprie opere, avendo normalmente accesso alla straordinaria [[Biblioteca di Alessandria]], ma non menzionò mai Manetone né tantomeno i suoi ''Aegyptiaca'' in tre libri. Lo stesso si può dire per lo scrittore [[Taziano il Siro]] (circa [[120]]–[[180]]), altro [[Letteratura cristiana|autore cristiano]] molto letto nel [[II secolo|II secolo d.C.]]; nella sua ''Oratio ad Graecos'' (''Appello ai Greci'') Taziano menziona solo Tolomeo di Mendes come "interprete delle loro [''degli Egizi''] azioni": egli menzionò virtualmente ogni autore in cui si sarebbe imbattuto durante i suoi studi (si interessò anche alla cronologia storica), senza mai nominare Manetone o gli ''Aegyptiaca''. Taziano scrisse:
Da [[Bergamo]] a [[Brindisi]] in [[treno]], poi si imbarca sul [[piroscafo]] "Trieste" e con i mezzi che troverà, durante i nove mesi del viaggio, attraversa [[Egitto]], [[Ceylon]], [[India]] (con scalate sull'Himalaya), [[Birmania]], [[Siam]], [[Cina]], [[Manciuria]], [[Corea]], [[Giappone]] (con un'ascensione sul Fujiyama) e [[Stati Uniti]].
Riporta dal viaggio quasi 3500 negativi fotografici e 10 taccuini dove, oltre il racconto dettagliato delle varie tappe, sono presenti circa 300 disegni. Il 16 aprile in riferimento alle fotografie che sta realizzando scrive a D'Annunzio "se il sole mi assiste e io persisto riporterò una delle più belle serie che siano al mondo". Parte di tali materiali sono conservati presso la [[Biblioteca civica Angelo Mai]] di Bergamo.<ref name=treccani/>
 
Alle [[Elezioni politiche italiane del 1924|elezioni del 1924]] Locatelli è candidato nelle liste del [[Partito Nazionale Fascista]] per i collegi di Milano e Bergamo, riuscendo eletto in entrambi ed optando per il secondo. Prenderà parte alla vita politica parlamentare solo a partire dall'anno successivo.<ref name=treccani/>
{{Citazione|Esistono anche accurate cronache degli Egizi. Tolomeo (non il re, ma il sacerdote di [[Mendes (Egitto)|Mendes]]), è l'interprete delle loro azioni. Questo scrittore, narrando gli atti dei re, dice che la [[Esodo (evento)|partenza degli Ebrei]] fino ai luoghi ove giunsero [[Faraoni nella Bibbia|avvenne al tempo di re ''Amosis'']] [''[[Ahmose I]]''], sotto la guida di [[Mosè]]. Egli aggiunge: "''Amosi'' visse al tempo di re [[Inaco]]". Dopo di lui [[Apione]] il grammatico, uomo assai stimato, nel quarto libro dei suoi ''Aegyptiaca'' (di cui vi sono cinque libri), tra le altre cose, dice che ''Amosi'' distrusse [[Avaris]] al tempo dell'[[Achei|argivo]] Inaco, come il mendesiano Tolomeo ha scritto nei suoi annali.|[[Taziano il Siro]], ''Oratio ad Graecos'' 38<ref>[https://archive.org/details/oratioadgraecos00tatigoog|Oratio ad Graecos.archive.org]</ref>.}}
[[File:Josephusbust.jpg|sinistra|miniatura|216x216px|Busto romano del [[I secolo]] attribuito a [[Flavio Giuseppe]], il primo autore a menzionare Manetone, tre secoli dopo l'epoca in cui si suppone sia vissuto.]]Il nome ''Amosi'' (Άμωσις, ''Amosis'') è la trascrizione greca del "nome del trono" ''Ahmose'' (in egizio: ah.mss.e), utilizzata per il [[Ahmose I|faraone fondatore]] della gloriosa [[XVIII dinastia egizia|XVIII dinastia]] nell'edizione degli ''Aegyptiaca'' che Eusebio di Cesarea consultò per realizzarne l'[[epitome]]<ref>{{Cita|Waddell 1940|pp. 114–5.}}</ref>. Stando a quanto scrisse [[Tertulliano]] (circa [[155]]–[[240]]), Tolomeo di Mendes avrebbe scritto dopo di Manetone, "seguendolo"<ref>{{Cita|Cleveland Coxe 1885|parte I, capitolo XIX.}}</ref>. Quest'ultima affermazione ha dato adito all'ipotesi che Tolomeo di Mendes avesse consultato e commentato gli scritti di Manetone; potrebbe anche significare che Tolomeo di Mendes sarebbe il responsabile di tutto ciò che pensiamo di conoscere di Manetone. È assai inverosimile che Taziano, Apione e Clemente di Alessandria fossero ignari dell'opera di Manetone di Sebennito in tre libri ma, stando a Taziano, Apione avrebbe letto e seguito lo scritto di Tolomeo di Mendes nel redigere la propria opera storiografica in cinque libri. Sembra quindi plausibile che Taziano, Apione e Clemente identificassero proprio Tolomeo di Mendes come autore degli ''Aegyptiaca'' in tre libri, e che lo stesso Tolomeo di Mendes si presentasse come trasmettitore delle parole di Manetone: in questo caso non si tratterebbe di uno scritto anonimo o [[Pseudonimo|pseudonimico]], ma di uno scritto in cui Tolomeo di Mendes, sacerdote e storico egizio d'età augustea, avrebbe esplicitamente dichiarato di trascrivere le parole di un importante sommo sacerdote egizio vissuto tre secoli prima, Manetone di Sebennito.
 
Nel luglio del 1924 col tenente Crosio e altri tre componenti dell'equipaggio parte a bordo dell'[[idrovolante]] bimotore Dornier-Wal in alluminio "I-deor" per tentare la trasvolata atlantica via Islanda e Groenlandia, un volo complessivo di circa 6000&nbsp;km. Partito da Pisa, raggiunge Reykjavik dove si accoda ad una spedizione americana sulla stessa rotta, dotata di mezzi navali per il soccorso e l'assistenza. Giunto nei pressi della costa groenlandese, è costretto ad ammarare al largo di Capo Farewell ([[Groenlandia]]) da dove non riesce più a ripartire a causa delle onde e della fitta nebbia; resta quindi per tre giorni e quattro notti in balìa del mare grosso, finché non è tratto in salvo da una nave statunitense.<ref name=treccani/>
Questa teoria sulla vera paternità e data di composizione degli ''Aegyptiaca'' è supportata da un fraintendimento presente nella [[Suda (enciclopedia)|''Suda'']]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/suida/|titolo=Suida nell'Enciclopedia Treccani|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2017-08-11}}</ref>, un'imponente enciclopedia bizantina del [[X secolo]]. Stando alla ''Suda'' sarebbero esistiti due autori di nome Manetone: uno da Mendes e uno da Sebennito o Diospoli Magna (la grande [[Tebe (sito archeologico)|Tebe]], nell'Alto Egitto). Eppure la ''Suda'' non attribuisce gli ''Aegyptiaca'' a nessuno dei due: il Manetone mendesiano si sarebbe occupato della preparazione del ''kyphi'' (un tipo d'[[incenso]]), mentre il Manetone sebennitano/tebano avrebbe scritto "''Ricerche sulla natura''; ''Apotelesmatica'' in versi e altre opere [[Astrologia|astrologiche]]." La ''Suda'' menziona autori che scrissero opere in greco durante il regno di [[Tolomeo II Filadelfo]], ma non include Manetone. Tutto ciò che si può affermare, perciò, è che il redattore della ''Suda'' potrebbe aver confuso Tolomeo di Mendes con Manetone di Sebennito e che non avrebbe concordato con la versione riportata da [[Giorgio Sincello|Sincello]], secondo il quale gli ''Aegyptiaca'' risalirebbero al regno di Tolomeo II Filadelfo ([[III secolo a.C.]]).
{{cn|Al quarto giorno viene raggiunto dall'[[incrociatore]] americano ''[[USS Richmond (CL-9)|Richmond]]'' che per un "errore di manovra" distrugge l'aereo e poi lo affonda per eliminare il relitto potenzialmente pericoloso.}}
Locatelli ottiene comunque per l'impresa un premio di 65.000 lire che devolve per intero a opere di beneficenza per Bergamo.<ref name=treccani/>
 
=== ContenutoDeputato e strutturafascista ===
Il '''primo libro''' della trattazione manetoniana iniziava con una introduzione o un preambolo che forniva senza dubbio una breve biografia di Manetone e ne esponeva i propositi storico-letterari. Nel preambolo l'autore affermava che il [[Mitologia greca|dio greco]] [[Ermes]], identificato con il [[Divinità egizia|dio egizio]] [[Thot]], avrebbe inventato la [[scrittura]]<ref>{{Cita|Waddell 1940|pp. 208–9.}}</ref>; gli scritti di questo prima Ermes sarebbero stati tradotti, da parte del figlio "[[Ermete Trismegisto|Ermes Trismegisto]], in una nuova scrittura chiamata "[[Geroglifici egizi|geroglifici]]"; i libri scritti da questo secondo Ermes sarebbero quindi stati raccolti e riadattati dal figlio, il dio [[Agathodaimon (divinità)|Agatodemone]]. Stando all'autore, Agatodemone avrebbe finito la sua opera di ordinamento dei "libri sacri" del padre Ermes Trismegisto ''dopo'' l'ascesa al trono di Tolomeo II Filadelfo (285/3 a.C.): solamente allora sarebbe stato consentito al sacerdote Manetone di accedere a tali fonti: egli se ne sarebbe servito per redigere in lingua greca, per il faraone in carica, una storia dell'antico Egitto. [[Giorgio Sincello]] ([[VIII secolo|VIII]]/[[IX secolo]]) ha scritto:
{{Citazione|Al tempo di Tolomeo Filadelfo egli [''Manetone''] fu fatto sommo sacerdote dei [[Tempio egizio|templi]] pagani d'Egitto, e scrisse da iscrizioni nella Terra Seriadica tracciate, dice, in linguaggio e caratteri sacri da [[Thot]], il primo Ermes, e tradotto [dal secondo Ermes] in caratteri geroglifici. Quando l'opera fu riadattata in libri da Agatodemone, figlio del secondo Ermes e padre di Tat, nei santuari d'Egitto, Manetone lo dedico al succitato re Tolomeo II Filadelfo nel suo ''[[Libro di Sothis]]'' [...].|Giorgio Sincello<ref>{{cita|Waddell 1940|pp. 208–9.}}</ref>}}
[[File:Abydos Tempelrelief Ramses II. 26.JPG|miniatura|254x254px|Il dio [[Thot]], indicato come inventore della [[scrittura]] anche nell'introduzione degli ''Aegyptiaca'' di Manetone. Tempio di [[Ramses II]], [[Abido]].]]
È evidente che Giorgio Sincello, nominando questo ''Libro di Sothis'', intendesse proprio gli ''Aegyptiaca'': infatti il vero ''Libro di Sothis'' non trattava di mitici regni di [[Divinità egizia|dèi]], [[Semidio|semidèi]] e [[Anima nella religione dell'antico Egitto|spiriti]] dei morti; né i faraoni d'Egitto vi comparivano suddivisi in trenta dinastie come invece negli ''Aegyptiaca''. Sembra quindi che Giorgio Sincello abbia preferito chiamare alternativamente gli ''Aegyptiaca'' di Manetone "Libro di Sothis", anche se le ragioni di ciò non sono esplicabili. Un'attenta analisi dei contenuti del vero ''Libro di Sothis'' rivela che l'autore ebbe ben presente gli ''Aegyptiaca'', stando ben attento a non toccare gli stessi argomenti; potrebbe trattarsi di una contraffazione d'epoca sconosciuta. Ogni faraone menzionato nel ''Libro di Sothis'' dopo [[Menes]], il primo faraone, è del tutto inconciliabile con i resoconti dinastici di [[Sesto Giulio Africano]] ed [[Eusebio di Cesarea]].
 
Dal 1924 al 1928 Locatelli è deputato al [[Parlamento del Regno d'Italia]], dove si occupa prevalentemente dei problemi dell'aviazione criticando fortemente il governo di non contribuire efficacemente al suo sviluppo, diversamente da quanto, a suo parere, accade negli altri Paesi (nel 1925 il Commissariato per l'aeronautica viene elevato a ministero con a capo lo stesso [[Benito Mussolini]] e sottosegretario il generale dell'esercito [[Alberto Bonzani]], cui subentrerà [[Italo Balbo]] per poi nel 1929 diventarne ministro). Una sua lettera del maggio 1926 al congresso dei piloti in congedo suscita l'offesa di Bonzani. Le stesse critiche (insufficienza e invecchiamento della linea di volo, scarsità dei piloti) vengono ribadite in una lettera al direttore de ''[[La Tribuna]]'' in occasione del decimo anniversario del [[volo su Vienna]].<ref name=treccani/>
A dispetto della confusione generata da Giorgio Sincello, il significato del preambolo degli ''Aegyptiaca'' è chiaro: l'autore considerava l'ascesa di Tolomeo II Filadelfo al [[Sedile di presentazione|trono]] come un punto di svolta per la storia egizia perché solo durante il suo regno il dio Agatodemone avrebbe completato la redazione dei "libri sacri", il che avrebbe consentito a Manetone di realizzare la sua storia dell'Egitto. Attraverso tre generazioni di dei (Thot, Ermes Trismegisto e Agatodemone) si sarebbe dipanata anche l'invenzione dei geroglifici, mediante i quali l'intera storia dell'Egitto sarebbe stata registrata in tre libri per Tolomeo II Filadelfo, a cui è indirizzata una "lettera" che l'autore riporta:
 
Locatelli presta servizio per la riorganizzazione dell'[[Aereo espresso italiana]] (AEI), concessionaria della linea Brindisi-Atene-Costantinopoli. Il [[ministero dell'aeronautica]] guidato da Balbo, dopo averlo inizialmente sostenuto, gli revoca la fiducia per "indisciplina". Licenziato, Locatelli fa causa alla società, mentre anche le altre società aeronautiche italiane interrompono le relazioni con lui a seguito della pubblicazione nel giornale parigino degli esuli ''La Libertà'' (22 gennaio 1928) della sua lettera di critiche a Bonzani del 1926.<ref name=treccani/>
{{Citazione|Al Grande Re Tolomeo Filadelfo [[Augusto (titolo)|Augusto]]. Ossequi al mio Signore Tolomeo da parte di Manetone, sommo sacerdote e [[scriba]] dei sacri santuari d'Egitto, nato a [[Djebnetjer|Sebennito]] e residente a [[Eliopoli]]. È mio dovere, Re onnipotente, riflettere su tutte le discipline che può essere Tuo desiderio che io investighi. Così, mentre Tu fai ricerche sul futuro dell'universo, in obbedienza al Tuo comando io porrò di fronte a Te i sacri libri che ho studiato, scritti dal Tuo antenato Ermes Trismegisto. Addio, Re mio Signore.|Manetone}}
La lettera è ovviamente una contraffazione, dal momento che in essa Manetone appella Tolomeo II con il titolo [[Imperatore romano|imperiale romano]] di "Augusto". Questo non piccolo [[anacronismo]] permette però di determinare il ''[[terminus post quem]]'' oppure la prima data di composizione, cioè il [[Principato (storia romana)|principato]] dell'imperatore romano [[Augusto|Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto]] ([[28 a.C.]]-[[14|14 d.C.]]), nel periodo d'attività di Tolomeo di Mendes. Dopo la lettera lo scritto prosegue enunciando le epoche più antiche della storia egizia ed enumerando gli dei, i semidèi e gli spiriti dei morti come [[Faraone|sovrani d'Egitto]]: sette dèi-faraoni, poi quattro linee di semidèi e infine gli spiriti dei morti (evidentemente un altro genere di semidèi), ma il numero e i nomi dei quali non sono stati restituiti dai frammenti sopravvissuti.
 
Nel 1928 chiede di poter partecipare alle ricerche del generale [[Umberto Nobile]] disperso al [[Polo Nord]] con il dirigibile ''[[Italia (dirigibile)|Italia]]'' ma, pagando per le sue critiche all'aviazione, la richiesta gli viene negata. Come accade ai cosiddetti "senatori dell'aria" o eroi del volo della Grande Guerra anche Locatelli viene messo da parte dall'aviazione italiana ormai egemonizzata da Balbo e dalla sua concezione di "volo collettivo" a discapito delle singole eccellenze. Locatelli non viene inoltre ricandidato dal PNF alle [[Elezioni_politiche_italiane_del_1929|elezioni del 1929]], nonostante l'appoggio di Suardo e Finzi.<ref name=treccani/>
Questa lista di dèi, semidèi e "spiriti dei morti" deriva dall'edizione dell'opera di Manetone di cui si servì Eusebio di Cesarea<ref>{{Cita|Waddell 1940|pp. 2–9.}}</ref>. Giorgio Sincello scrive nell'''Ecloga chronographica'' che sarebbe apparsa una diversa edizione di Manetone nella cui lista non figuravano gli "spiriti dei morti"<ref>{{Cita|Waddell 1940|pp. 10–7.}}</ref>. Sincello accettò la lista trasmessa da Eusebio, così come la teoria di Eusebio secondo cui gli Egizi avrebbe avuto regolari mesi lunari di 30 giorni durante il periodo degli immortali, e rigettò l'altra lista di immortali che ometteva gli "spiriti dei morti".
[[File:Aereolocatelli.JPG|thumb|248x248px|Ansaldo A1 ''Balilla'' donato a Locatelli e da questi alla Città di Bergamo]]
[[File:Seth-Amon.jpg|miniatura|254x254px|[[Seth in bronzo (AEIN 614)|Statuetta di Seth in bronzo (AEIN 614)]] alla [[Ny Carlsberg Glyptotek]] di [[Copenaghen]]. A questo dio egizio, come ad altri, Manetone attribuì un periodo di regno sull'Egitto.]]
DÈI
* [[Efesto]] ([[Ptah]]);
* [[Helios]], figlio di Efesto ([[Ra]]);
* Sosis ([[Shu (mitologia)|Shu]]);
* [[Crono]] ([[Geb]]);
* [[Osiride]];
* [[Tifone (mitologia)|Tifone]] ([[Seth]]);
* Orus, figlio di Osiride e [[Iside]] ([[Horus]]).
Totale: 13.900 anni.
 
Locatelli spende quindi i primi anni '30 tra Roma e Bergamo, in relative ristrettezze economiche ma partecipando a varie mostre ed esposizioni di grafica e pittura.
SEMIDÈI:
Nel 1929 inizia una collaborazione, due articoli al mese, con il ''[[Corriere della Sera]]'' e diventa direttore della ''[[La Rivista di Bergamo|Rivista di Bergamo]]''.
* Semidèi per 1255 anni;
Viene inoltre nominato presidente della sezione [[Club alpino italiano|CAI]] di Bergamo.<ref name=treccani/>
* Semidèi per 1815 anni;
L'Aeronautica, dopo un breve richiamo in servizio nel 1932, lo promuove maggiore per merito straordinario il 17 maggio 1935.
* 30 semidèi di Menfi per 1790 anni;
Il 27 novembre 1933 Locatelli viene nominato [[podestà (fascismo)|podestà]] di Bergamo, incarico in cui si fa affiancare dall'avvocato Gino Rota.<ref name=novecento/> Si dedica con grande passione allo studio per il risanamento di città alta, su progetto di [[Luigi Angelini]], per il quale ottiene un finanziamento bancario. Ma già l'anno successivo, a causa della legge che impediva ai celibi di ricoprire cariche pubbliche, e a vari contrasti con il federale Valli, dà le dimissioni da podestà.<ref name=treccani/>
* Semidèi di This ([[Tini (Egitto)|Tini]]) per 350 anni.
Totale: 5212 anni.
 
=== La guerra d'Etiopia ===
SPIRITI DEI MORTI
Con la [[Guerra d'Etiopia|dichiarazione di guerra all'Etiopia]], il 7 gennaio 1936 Locatelli parte volontario per [[Mogadiscio]] assegnato all'aviazione di ricognizione e di bombardamento.<ref name=treccani/>
* Spiriti dei morti per 5813 anni.
Secondo il suo biografo Vittorio Polli, Locatelli "andò in Africa perché era convinto che la conquista avrebbe dato un nuovo volto all'Italia nel contesto delle nazioni europee. Andò anche stregato dalla guerra, sperando di rivivere la sua gloriosa giovinezza [...]. Il soldato che era in lui, nutrito in gioventù da sensazioni indelebili, non poteva restare fuori da questa impresa, comunque essa fosse."<ref>Vittorio Polli, ''Antonio Locatelli. Vita e documenti'', Bolis, Bergamo, 1986, p. 151</ref>
Totale per dèi, semidèi e spiriti dei morti:
In Etiopia compie il primo volo di collegamento tra il fronte somalo e quello eritreo, da [[Gorrahei]] alla [[Dancalia]].
È inoltre immortalato in fotografia mentre lancia una grossa bomba sulle postazioni abissine presso [[Sassabaneh]].<ref>[https://books.google.it/books?id=XczeksCDw9kC&pg=PA329&dq=%22antonio+locatelli%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwij96C-q7vfAhUmMewKHdx7D7IQ6AEIZDAL#v=onepage&q=locatelli&f=false L'Africa del Duce: i crimini fascisti in Africa], di Antonella Randazzo, pp. 329-330</ref>
 
Nelle lettere che invia alla madre tra il marzo e il maggio del 1936, Locatelli esprime la sua gioia nel partecipare al bombardamento e allo sterminio del nemico etiope, descrivendo quelli che si configuraneo come [[crimini di guerra]], come gli attacchi diretti contro civili e il bombardamento delle città già “rese inabitabili – scrive Polli- dai gas degli aerei”<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5274 ISREC 22 maggio 2015]</ref>:
=== Trasmissione e ricezione ===
 
Estratti dal lavoro originale nella sua interezza sono conservati da [[Giuseppe Flavio]], insieme ad altri brani pseudo-manetoniani: la conservazione di Manetone soprattutto in Giuseppe dipende dal fatto che gli ebrei ellenizzati erano molto interessati alla sua opera a causa del legame dei loro antenati con l'Egitto e che cercarono di basare le loro teorie sull'origine e l'antichità degli ebrei fondandosi saldamente sulle tradizioni autentiche d'Egitto. In Manetone, infatti, anche se ritrovavano una sgradevole testimonianza della discendenza degli ebrei da colonie di lebbrosi, i giudei ellenizzati identificarono i loro antenati con gli [[Hyksos]], e l'Esodo con l'espulsione di questi invasori.
<blockquote>“Un lavoro grandissimo. Siamo in piena offensiva […] Ho volato già 4 volte su Harrar, 5 su Giggiga, due su Dire Daua ed ho lanciato bombe con una precisione che potrai ammirare dalle mie fotografie fatte con la Leica […]. I nemici oppongono resistenza al centro, ma li teniamo bombardati che non possono più mostrarsi alla luce del sole, saranno sgominati, sterminati e se vorranno resistere correranno il rischio di morire di fame. Sai che non possono muovere un autocarro senza che noi lo sappiamo e lo bombardiamo? Insomma un divertimento unico in barba ai nostri amici inglesi che avranno il mal di pancia a tutte le notizie delle nostre azioni travolgenti, e specialmente a sapere che sul lago Tana stanno già scolpendo nel granito una gigantesca figura del Duce”. (Gorrahei 23 marzo)<ref name=isrec>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5656 ISREC]</ref></blockquote>
<br>Una ''Epitome'' della storia di Manetone fu fatta in tempi brevi - non da Manetone stesso - sotto forma di elenchi di dinastie, con brevi note su eventi importanti. I resti di questa ''Epitome ''sono preservati da cronografi cristiani, soprattutto Africano ed Eusebio, il cui scopo era quello di confrontare le cronologie delle nazioni orientali con la ''Bibbia''. Dei due, il fondatore della cronografia cristiana, Sesto Giulio Africano, la cui ''Cronaca ''giungeva al 217 o 221, trasmette l'''Epitome'' in una forma più precisa; mentre Eusebio, il cui lavoro si estende al 326, è responsabile di alterazioni notevoli del testo originale di Manetone.
 
<br>[[Giorgio Sincello]] ([[761]] – [[846]]) inserisce nella sua opera ''Cronografia'' proprio tale ''Epitome'', ossia una lista di sovrani dell'antico Egitto, in cui suddivide tutti i sovrani tra trenta dinastie, assegnando a ciascuno di essi una durata del regno. L'epitome di Sincello è basata sui dati di [[Sesto Africano]] ed [[Eusebio di Cesarea]], e quindi, in definitiva, di Manetone.
<blockquote>“Tre mattine di fila, il 22, 23, ed oggi 24, ho bombardato Giggiga […] è la città più importante, dal punto di vista militare, di tutta la guerra su questo scacchiere della Somalia perché ha intorno un grande campo trincerato e soprattutto perché a Giggiga i porci inglesi han mandato tutto il materiale di guerra per i nostri nemici, sia il fronte somalo che eritreo. Quando vedevo le bombe centrare le case, distruggere (con voli di schegge, bestiame e sassi), incendiare la cittadina in molti punti contemporaneamente, io che di solito sento un po’ di pietà per il nemico, gioivo soprattutto perché pensavo che colpivo indirettamente l’organizzazione inglese […]”. (Gorrahei 24 marzo 1936)<ref name=isrec/></blockquote>
<br>La composizione di una simile opera si rese necessaria per farsi comprendere dai conquistatori di [[Alessandro Magno]], che dell'Egitto avevano l'immagine, non sempre affidabile, tramandata da Erodoto. Tuttavia, nello sforzo di compilare una storia esaustiva dei faraoni, Manetone non è sempre obiettivo, pur dichiarando di attingere alle cronache reali.
 
<br>Non sempre, in effetti, è stato possibile associare ai nomi forniti da Manetone un sovrano conosciuto attraverso altre [[Fonti storiche|fonti]], sia [[Epigrafia|epigrafiche]] che [[Archeologia|archeologiche]].
<blockquote>“Ti dirà tutto quello che è difficile scrivere, ti dirà della nostra vita che egli ha vissuto compiendo più che il proprio dovere con cuore e tempra di bergamasco. […] Gli affido 11 disegni piccoli, 23 fotografie grandi e 31 piccole, così son sicuro che tutto arriverà regolarmente a mano […]. Quelle con scritto ‘Corriere della sera’ potrebbero essere portate a mano da Cesareni al dott. Rizzini che è redattore capo e finge da Direttore. […] Quella di Harrar che brucia non deve uscire da casa nostra”. (Gorrahei 28 aprile 1936, al rientro di un suo compagno di volo)<ref name=isrec/></blockquote>
Scarsamente affidabili sono le durate dei regni, che risultano spesso sovrastimate; secondo Manetone, le trenta dinastie avrebbero governato l'Egitto per oltre 5000 anni.
 
<blockquote>“Sono felice di avere potuto ancora una volta dare l’anima e l’energia per una grandiosa causa italiana. Pare un sogno, eppure è la via dell’Impero che si schiude all’Italia”. (Assab 7 maggio 1936, dopo aver seguito la proclamazione dell’Impero in diretta radiofonica)
<ref name=isrec/></blockquote>
 
[[File:Massacre_de_Lékemti.jpg|thumb|[[Eccidio di Lechemti]], illustrazione ''Le Pèlerin'', 26 luglio 1936]]
Nonostante la presa di [[Addis Abeba]] e la proclamazione dell'impero, le truppe italiane erano in difficoltà per via della stagione delle piogge. Locatelli ricevette dal generale [[Alfredo Graziani]] l'incarico di portarsi per via aerea a Lechemti, nell'estremo ovest del paese, per ricevere la sottomissione di un capo galla locale e preparare una base per ulteriori sbarchi aerei da cui procedere verso Gore, dove era riparato il governo provvisorio del negus. Locatelli parte per [[Lechemti]] con il generale di brigata aerea [[Vincenzo Magliocco]] il 26 giugno con tre aerei. Ma gli alleati galla non si presentano, e nella notte gli equipaggi accampati attorni ai velivoli presso la località di Bonaya vengono assaliti dai cadetti etiopi della scuola militare di Olettà, che si erano rifugiati a Gore.<ref name=treccani/>
Gli [[arbegnuoc]] guidati da Keflè Nasibù e Belai Haileab incendiarono gli aerei e uccisero tutti gli italiani, tranne padre Borello che si era allontanato il pomeriggio prima dell'attacco<ref>A. Del Boca, ''Gli italiani in Africa orientale'', vol. III, pp. 30-32.</ref>.
Dopo la scoperta dell'[[eccidio di Lechemti]], a Locatelli e agli altri componenti degli equipaggi viene concessa la [[medaglia d'oro al valor militare]]. Antonio Locatelli è l'unico individuo decorato con tre Medaglie d'Oro al Valor Militare.
 
== Memoria ==
[[File:Drei Zinnen Hütte-Rifugion Locatelli 2.JPG|thumb|Il [[rifugio Antonio Locatelli]], alla base delle [[Tre Cime di Lavaredo]]]]
 
Con la morte di Locatelli ha inizio un vero e proprio "culto delll'eroe", nelle parole di Angelo Bendotti, praticato a Bergamo e dintorni "in una sorta di orgoglio campanilistico e di assoluta rimozione collettiva delle azioni compiute" da Locatelli.<ref name=bendotti>Angelo Bendotti, ''I conquistatori dell'impero. Tre vie, una piazza e un passaggio'', Il filo di Arianna, Bergamo, 2017</ref> Secondo Elisabetta Ruffini, "l'ondata di cordoglio che aveva coinvolto Bergamo... si fa memoria tesa ad incidere la città, tanto nella dimensione spaziale che temporale".<ref>Elisabetta Ruffini, ''Una questione di memoria'', "Studi e ricerche di storia contemporanea", n. 81, giugno 2014, p. 57. Citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref> Il sindaco [[Constantino Simoncini]] annoterà in occasione del ventennale che "l'esaltazione dei fascisti verso Locatelli non è sicuramente genuina, ma è intesa a fare di lui una fiaccola a conforto della loro azione politica".<ref name=simoncini>Timo Simoncini, ''Al balcone di una piccola città. Autobiografia di un sindaco (1956-1965), a cura di Carlo Simoncini, ed. Il filo di Arianna, Bergamo, 1999, p. 85. Citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
 
Già l'11 luglio il senatore [[Giacomo Suardo]] dal balcone della [[Torre dei Caduti di Bergamo]] ricorda l'eroe come "acciaio bergamasco senza scorie" offerto in sacrificio "al destino imperiale dell'Italia fascista".<ref> La Voce di Bergamo, 12 luglio 1936, citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
In breve tempo si moltiplicano le intitolazioni a Locatelli: portano il suo nome la Casa dell'Orfano di [[Ponte Selva]], l'aeroporto di [[Ponte San Pietro]], il sanatorio di [[Groppino (Piario)|Groppino]], le scuole elementari di Contrada Tre Passi, la sezione di Bergamo dell'Associazione Combattenti e quella del [[Club Alpino Italiano]], e finanche la nuova [[Palazzo della Libertà|Casa del Fascio di Bergamo]].
Un busto in bronzo, opera di [[Giacomo Manzù]], gli è dedicato al suo istituto Paleocapa, e un busto appare persino nella vetrina della pasticceria Isacchi.
Sempre nel 1936, il fascistissimo presidente del CAI, [[Angelo Manaresi]], stabilisce che l'ex rifugio Innerkofler avrebbe dovuto chiamarsi "Antonio Locatelli alle Tre Cime di Lavaredo".<ref name=bendotti/>
Il 17 luglio la commissione per la toponomastica comunale decide di aggiungere il nome di Locatelli alla lista di "nomi e date gloriose del Fascismo e della vittoriosa impresa coloniale in Africa Orientale" e "che al Suo nome glorioso venga dedicata una via principale della Città", stabilendo di rinominare in tal senso una parte della via Garibaldi nel nuovo centro piacentiniano.<ref>Commissione per la toponomastica comunaleVerbale della seduta del 17 luglio 1936, Archivio Comunale di Bergamo, citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
 
[[Gabriele D'Annunzio]] volle che fosse sepolto al [[Vittoriale degli Italiani|Vittoriale]] e per questo mise a disposizione un'arca funeraria. Si tratta comunque di una sepoltura simbolica in quanto l'arca funeraria è vuota (è quindi un [[cenotafio]]). I resti di uno dei due Ca.133 furono trasformati successivamente in un monumento ai caduti a Lechemti, poi andato distrutto.<ref>{{Cita web |1=http://www.gavs.it/FotodelNonno/Photo/A_O_I_Imperiali_II.htm |2=GAVS |3=16-04-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070504215800/http://www.gavs.it/FotodelNonno/Photo/A_O_I_Imperiali_II.htm |dataarchivio=4 maggio 2007 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Dopo la guerra, sulla base delle dichiarazioni della sorella Rosetta, si sarebbe diffusa la vulgata per cui Locatelli in Etiopia non avrebbe sparato un solo colpo, limitandosi a voli di ricognizione per prevenire le imposcate abissine contro le truppe italiane, e che la sua partecipazione alle attività militari fosse una "miserabile calunnia" messa in circolazione da certi ambienti politici.<ref name=novecento>[https://books.google.it/books?id=rB3CAgAAQBAJ&pg=PT1614&dq=%22antonio+locatelli%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwij96C-q7vfAhUmMewKHdx7D7IQ6AEI-QEwJQ#v=onepage&q=%22antonio%20locatelli%22&f=false Il Novecento a Bergamo: Cronache di un secolo], Di Pilade Frattini, Renato Ravanelli</ref>
 
La memoria di Locatelli non viene sfiorato dal processo di cancellazione di scritte e simboli del regime fascista a Bergamo, inclusa la grande dedica sul frontone della [[Palazzo della Libertà|Casa del Fascio di Bergamo]], che era servita da sede del Partito Nazionale Fascista e da luogo di tortura di partigiani e antifascisti durante la guerra; solamente il busto bronzeo viene spostato dall'atrio (e in seguito inserito, fuori contesto, alla [[Torre dei Caduti di Bergamo]]<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5310 ISREC]</ref>).<ref name=bendotti/>
 
[[File:Bergamo monumento Antonio Locatelli.jpg|thumb|248x248px|Fontana a Locatelli a Bergamo]]
Nel ventesimo anniversario della morte di Locatelli viene inaugurata in suo memoria a Bergamo una fontana monumentale di otto metri in marmo bianco di [[Zandobbio]], opera dell'architetto Piantanida, con parete bugnata e busto in bronzo dell'aviatore opera di [[Antonio Berti]]. All'ultimo momento il presidente della repubblica [[Giovanni Gronchi]] declinò l'invito a partecipare all'inaugurazione; il sindaco Simoncini scriverà nel suo diario che "tutti seppero che la sua partecipazione era stata disdetta perché si temeva che la manifestazione riuscisse di marca fascista.<ref name=simoncini/>
Il sindaco democristiano [[Ferruccio Galmozzi]] ricordò nel suo discorso l'unanimità del consiglio comunale e le qualità di eroismo, semplicità e spontaneità di Locatelli, ricordato anche come "saggio amministratore".<ref name=novecento/><ref>[https://www.alinari.it/it/dettaglio/ACA-F-052374-0000?search=d4edd174a873b2855496bae03c4614f1&searchPos=3 Alinari], foto della fontana a Locatelli all'inaugurazione</ref>
 
Nel corso degli anni, le regolari cerimonie commemorative di Locatelli fanno da punto focale per il ritrovo dei neofascisti bergamaschi. Nel 1961, il presidente Gronchi è a Bergamo per il centenario dell'unità d'Italia. Liberali e neofascisti chiedono un "gesto riparatore" nei confronti della memoria di Locatelli. "Possibile - scrive Simoncini nel suo diario - che quando si parla di Antonio Locatelli ci siano sempre pronti i soliti saluti romani e le camicie nere nascoste sotto la giacca?"<ref name=simoncini/> Gronchi, su richiesta del sindaco Simoncini, si alza in piedi in segno di rispetto nel passaggio davanti al monumento a Locatelli. Simoncini annota che "la cosa ha generalmente soddisfatto. Hanno però tolto dalle vicinanze del monumento [[Mirko Tremaglia|il Tremaglia]], che avrebbe sicuramente effettuato saluti romani ed esibizioni di simboli fascisti".<ref name=simoncini/>
 
Ancora a metà anni '80, ''Bergamo Flash'' ricorda di Locatelli "l'incapacità di ogni compromesso, la franchezza, lo slancio ed una limpida onestà", la stessa che lo avrebbe reso inviso ai gerarchi come Balbo, arrivando a definire Locatelli "un eroe scomodo" per il regime fascista ed a ipotezzare che l'eccidio di Lechemti "fosse una terribile trappola tesa ad arte e senza appello".<ref name=novecento/>
 
La chiara adesione di Locatelli al fascismo e le sue responsabilità durante la guerra d'Etiopia continuano a rendere la sua memoria controversa. l'Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Bergamo ([[ISREC]]) fa campagna perché la memoria di Locatelli sia contestualizzata e la sua presenza nello spazio pubblico limitata.<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5274 ISREC], 22 maggio 2015</ref><ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5290 ISREC], 26 maggio 2015</ref>
 
Alla memoria di Antonio Locatelli sono stati dedicati:
* la via Antonio Locatelli e la fontana in stile razionalista con busto dell'aviatore, a Bergamo
* un busto bronzeo presso il 3º Reggimento AVES “Aquila” di [[Orio al Serio]], presso cui vengono celebrate funzioni annuali<ref>[https://www.anae.it/2018/07/12/ricordata-la-triplice-movm-maggiore-antonio-locatelli/ ANAE]</ref>
* un busto opera di [[Giovanni Avogadro]] sito nella [[Torre dei Caduti di Bergamo]], già conservato prima della liberazione nella Casa Littoria - oggi considerato dall'[[ISREC]] in tale luogo un falso storico<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5310 ISREC]</ref>
* la Sezione di Bergamo "Antonio Locatelli" del [[Club Alpino Italiano]]
* l'istituto aeronautico paritario Antonio Locatelli di Bergamo
* la Scuola Primaria "Antonio Locatelli" di [[Cavernago]]
* il [[Rifugio Antonio Locatelli]] nel [[Parco naturale Tre Cime]] di [[Lavaredo]]
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Già insignito di tre medaglie d'argento al valor militare; aviatore ammirabile, esploratore sagacissimo, temprato a tutte le avversità e a tutti i rischi, combattente di alto valore, si spingeva da solo per centinaia di chilometri su territorio avversario e superando la concentrazione di artiglieria e talvolta gli attacchi di pattuglie da caccia nemiche, giungeva su obiettivi militari di grande importanza riportando sempre fotografie ed informazioni preziose. Nell'ultimo volo di guerra colpito da uno shrapnel che gli squarciava l'apparecchio e costretto ad atterrare in territorio nemico, sebbene ferito al ginocchio e lussato al piede, compiva la distruzione dell'apparecchio e riusciva per otto ore a sottrarsi alla cattura del nemico. Caduto prigioniero, superando rischi e stenti di ogni sorta, raggiungeva le nostre linee durante l'ultima vittoriosa offensiva. Fulgido esempio d'eroismo.
|luogo=Cielo della Carnia, dell'Altipiano, Alto e Medio Isonzo, agosto - ottobre 1917
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Portava nella guerra per la conquista dell'Impero Etiopico lo spirito leggendario di puro eroismo degli aviatori della grande guerra. Esempio luminoso alle giovani generazioni.
|luogo=Cielo della Somalia, gennaio - maggio 1936.
}}
 
{{Onorificenze
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare (alla memoria)
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato fra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva con generosa insistenza di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare col simbolo del tricolore il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.
|luogo=Lechemti, 27 giugno 1936<ref name = quirinale >[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=12692 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato].</ref>
|immagine = Valor militare gold medal - old style BAR.svg}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=Ardito e brillante pilota d'aeroplano compì lunghe e difficili ricognizioni, sfidando, con animo sereno, il fuoco aggiustato degli anti-aerei, che colpirono più volte il suo apparecchio, e manifestò ammirevole spirito offensivo negli scontri con i velivoli nemici. Durante una difficile ricognizione contrastata dal tiro degli anti-aerei che colpirono l'apparecchio, impegnò un duello con un velivolo avversario, costringendolo a discendere sul proprio campo. Riprese poi la ricognizione e la completò con fotografie. Nell'iniziare un'altra ricognizione scorse un apparecchio avversario proveniente da nostro territorio, incrociò per attendere il suo passaggio, ed avutolo a portata di tiro, lo attaccò deciso, inseguendolo fino a che non lo si vide cadere nel campo di Aisovizza. Compì poi la ricognizione trattenendosi per altre due ore su territorio nemico.
|luogo=Monte Nero, 14-18 febbraio 1916
}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione= In ricognizioni aeree su Mezzolombardo, a Nave San Rocco, veniva assalito a 30 metri di distanza, ed alle spalle, da un aeroplano nemico, e riusciva con la sua calma e abile manovra a farlo abbattere dal proprio osservatore. Seguitava poi arditamente l'esecuzione del mandato affidatogli, quantunque l'apparecchio fosse stato colpito in parti vitali, riportando utili e preziose informazioni.
|luogo=Nave San Rocco (Val Lagarina), 15 giugno 1916
}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=Pilota d'aeroplano, durante un combattimento in una difficile zona d'alta montagna, eseguiva una ricognizione a meno di 500 metri sule posizioni nemiche. Sebbene l'apparecchio fosse stato danneggiato dal tiro bene aggiustato e l'osservatore ferito, con sprezzo del pericolo e calma ammirevole, continuava il volo sempre alla stessa quota e si internava sempre più in territorio nemico, consentendo all'osservatore di portare a termine il mandato.
|luogo=Cielo dell'Ortigara, Val Portule, Val Galmarara, Bassano, 20 giugno 1917
}}
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
*Francesco Meriano, ''L'aviatore Locatelli'', Nicola Zanichelli, [[Bologna]] 1926;
* R. Laqueur, in Paulys ''Real-Encyclopädie der classischen Altertumswissenschaft'', édité par August Friedrich von Pauly, Georg Wissowa, et Wilhelm Kroll. Vol. 14 sur 24 vols. Stuttgart: Alfred Druckenmüller Verlag. 1060–1106. ISBN 3-476-01018-X.
*Ercole Mazza, ''Antonio Locatelli due volte medaglia d'oro'', Bolis, [[Bergamo]] 1937;
* K. Meister, ''La storiografia greca. Dalle origini alla fine dell'Ellenismo'', Roma-Bari, Laterza, 2006.
*Nino Galimberti (a cura di), ''Antonio Locatelli'', Editrice "La Rivista di Bergamo", [[Bergamo]] 1937;
* (<abbr>en</abbr>) G. P. Verbrugghe, J. M. Wickersham, ''Berossos and Manetho, Introduced and Translated'', University of Michigan Press, 1996.
*Ettore Fabietti, ''Vita eroica di Antonio Locatelli'', Treves, Milano 1938;
* {{Cita libro|curatore=Cleveland Coxe, Arthur|titolo=Ante-Nicene Fathers|url=http://oll.libertyfund.org/titles/coxe-ante-nicene-fathers-volume-3-latin-christianity|anno=1885|editore=Christian Literature Publishing Co.|città=New York|volume=3: Latin Christianity: Its Founder, Tertullian. I. Apologetic; II. Anti-Marcion; III. Ethical|cid=Cleveland Coxe 1885}}
*Umberto Ronchi (a cura di), ''Antonio Locatelli scritti e disegni'', Istituto Italiano d'Arti Grafiche, [[Bergamo]] 1956;
* {{Cita pubblicazione|autore=Momigliano, Arnaldo|linkautore=Arnaldo Momigliano|anno=1931|titolo=Intorno al contro Apione|rivista=Rivista di filologia|editore=Loescher|volume=59|numero=|pp=485–503|cid=Momigliano 1931}}
*Geo Renato Crippa, ''Il mitico Eroe ed Artista Antonio Locatelli'', Stamperia Conti, [[Bergamo]] 1964;
* {{Cita libro|autore=Momigliano, Arnaldo|wkautore=Arnaldo Momigliano|titolo=Intorno al Contro Apione|url=https://books.google.it/books?id=eU8uMMBVY6kC&pg=PA765&lpg=PA765&dq=momigliano+intorno+al+contro+apione&source=bl&ots=rVEWUCyec4&sig=1RL23ieMv_9b-hOg-ueBFFgREmw&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjuzaOtvszVAhWMB8AKHZg8DbIQ6AEIJzAA#v=onepage&q=momigliano%20intorno%20al%20contro%20apione&f=false|anno=1975|editore=Edizioni di Storia e Letteratura|città=Roma|pp=765–784|volume=I|opera=Quinto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico, tomo II|cid=Momigliano 1975}}
*[[Giuliana Donati Petténi]], ''Rievocazione della triplice M.O. al V.M. Antonio Locatelli'', Tipografia Editrice Secomandi, [[Bergamo]] 1968;
* {{Cita libro|autore=Palmer, William|wkautore=William Palmer (teologo 1811-1879)|titolo=Egyptian Chronicles: with a Harmony of Sacred and Egyptian Chronology, and an Appendix on Babylonian and Assyrian Antiquities|url=https://archive.org/details/egyptianchronicl02palm|anno=1861|città=Londra|volume=II|cid=Palmer 1861}}
*Vittorio Polli, ''Antonio Locatelli Vita e documenti'', Bolis, [[Bergamo]] 1986;
* {{Cita libro|autore=Waddell, William Gillian (traduttore)|titolo=Manetho|collana=The Loeb Classical Library 350|anno=1940|editore=William Heinemann ldt. & Harvard University Press|città=Londra & Cambridge|lingua=eng|cid=Waddell 1940|ISBN=0-674-99385-3}}
*[[Bortolo Belotti]], ''Storia di Bergamo e dei bergamaschi'', Bolis, [[Bergamo]] 1989;
*[[Roberto Chiarini]], ''Una vita in volo Antonio Locatelli (1895-1936)'', Bolis, [[Bergamo]] 2011.
*I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999
 
== Voci correlate ==
*[[Rifugio Antonio Locatelli]]
* ''[[Antiquitatum variarum]]''
*[[Eccidio di Lechemti]]
* [[Berosso]]
* [[Dinastia tolemaica]]
* [[Lista dei faraoni]]
* [[Plutarco]]
* [[Storia dell'antico Egitto]]
* [[Taziano il Siro]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:Antonio Locatelli}}
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-locatelli_%28Dizionario-Biografico%29/ Sito Enciclopedia Treccani]: Antonio Locatelli
* {{en}} [http://archive.org/details/manethowithengli00maneuoft Works of Manetho, with an English Translation by W. G. Waddell] (traduzione inglese delle opere di Manetone)
* [https://web.archive.org/web/20070222172135/http://fondazione.bergamoestoria.it/impagina.asp?idroot=35&id=440&IDProvenienza=409&IDLayout=5&IDNodo=231 Fondazione] Legler - Bergamo
* [https://web.archive.org/web/20060621221417/http://bibliotecamai.org/cataloghi_inventari/periodici/fondi_periodici/fondi_periodici_locatelli.html Biblioteca Angelo Maj] - Bergamo
* {{cita web|http://www.antoniolocatelli.it/|Sito della Fondazione Locatelli}}
* [https://www.bergamonews.it/2018/12/23/antonio-locatelli-quella-sinistra-coltiva-odio/298779/ Antonio Locatelli e quella sinistra che coltiva odio], Bergamonews, 23 dicembre 2018
* [https://www.bergamonews.it/2018/12/24/antonio-locatelli-fu-fascista-convinto-bergamo-non-ancora-conti-col-suo-passato/298838/ Antonio Locatelli fu fascista convinto e Bergamo non ha ancora fatto i conti col suo passato], Bergamonews, 24 dicembre 2018
 
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