Stanisław Staszic e Antonio Locatelli: differenze tra le pagine

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{{Infobox militare
|Nome = Antonio Locatelli
|Immagine = Locatelli-biografia.jpg
|Larghezzaimmagine =
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 19 aprile [[1895]]
|Nato_a = [[Bergamo]]
|Data_di_morte = 27 giugno [[1936]]
|Morto_a = [[Lechemti]]
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata = Regio Esercito<br />Regia Aeronautica
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|Unità =
|Reparto = [[6ª Squadriglia da ricognizione e combattimento]] poi [[30ª Squadriglia]]<br />[[24ª Squadriglia]]<br />[[36ª Squadriglia]]<br />[[87ª Squadriglia aeroplani]]<br />[[1ª Squadriglia navale S.A.]]
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|Grado = [[Maggiore]]
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|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]<br />[[Guerra d'Etiopia]]
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|Decorazioni = [[Medaglia d'oro al valor militare]] (3)<br />[[Medaglia d'argento al valor militare]] (3)
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}}
{{carica pubblica
|nome = Antonio Locatelli
|immagine = Antonio Locatelli.jpg
|carica = [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Deputato del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio = [[24 maggio]] [[1924]]
|mandatofine = [[21 gennaio]] [[1929]]
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|legislatura = [[XXVII legislatura del Regno d'Italia|XXVII]]
|gruppo parlamentare = Fascista
|coalizione = PNF
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|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|partito = [[Partito Nazionale Fascista]]
|tendenza =
|titolo di studio =
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|professione = operaio<ref>Fonte: [http://storia.camera.it/deputato/antonio-locatelli-18950419/interventi#nav Scheda su sito Camera dei Deputati]</ref>
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = StanisławAntonio
|Cognome = StaszicLocatelli
|ForzaOrdinamento = Staszic, Stanislaw
|Sesso = M
|LuogoNascita = PiłaBergamo
|GiornoMeseNascita = 619 novembreaprile
|AnnoNascita = 17551895
|LuogoMorte = VarsaviaLechemti
|GiornoMeseMorte = 2027 gennaiogiugno
|AnnoMorte = 18261936
|Epoca = 18001900
|Attività = presbiteroaviatore
|Attività2 = filosofopolitico
|Nazionalità = italiano
|Attività3 = scrittore
|PostNazionalità =, ucciso da [[arbegnuoc|guerriglieri abissini]] durante l'[[eccidio di Lechemti]] insieme agli altri componenti di una missione di ricognizione aerea nell'ovest etiopico durante la [[guerra d'Etiopia]]
|AttivitàAltre = , educatore, geologo, poeta, traduttore e statista
}}
|Nazionalità = polacco
|Immagine = Stanisław Staszic.PNG
}} Eminente figura dell'[[Illuminismo]], contribuì a varie riforme politiche, sociali e tecnologiche nella sua nazione. [[Panslavismo|Panslavista]] (dopo il 1815) e sostenitore della politica del ''[[laissez-faire]]'', è ricordato per i suoi scritti politici nel periodo del "grande Sejm" del 1788-1792 e per il suo appoggio alla [[Costituzione polacca di maggio]] (1791), adottata da quella assemblea.
 
Fu cofondatore della ''Towarzystwo Przyjaciół Nauk'' a Varsavia, istituzione che poi divenne la [[Accademia polacca delle scienze]]. Ricoprì vari incarichi politici del Ducato di Varsavia e fu ministro del commercio e dell'industria nel [[Regno del Congresso]]. È ricordato come padre degli studi di geologia, statistica, sociologia e scienze dell'industria estrattiva in Polonia.
 
== Biografia ==
Antonio Locatelli nasce il 19 aprile 1895 a [[Bergamo]] da Samuele e Anna Gelfi in una modesta famiglia. Nel 1913 prende il diploma di "capotecnico" (perito industriale) all'Istituto industriale "P. Paleocapa" di Bergamo e inizia subito a lavorare all‘[[Ansaldo]] di [[Cornigliano Ligure]], dove in breve tempo diventa "direttore dei controlli e sorvegliante dei reparti di fucinatura".<ref name=treccani>[http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-locatelli_%28Dizionario-Biografico%29/ Treccani - Dizionario Biografico degli Italiani (2005)]</ref>
=== Giovinezza ===
Stanisław Staszic era nato in una famiglia borghese della città di [[Piła]] il 6 novembre 1755, il minore di 4 fratelli.<ref name="psb540">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.540</ref> Suo padre, Wawrzyniec Staszic, fu sindaco di Piła e segretario reale.<ref name="psb540" />
 
=== La grande guerra ===
Staszic frequentò la scuola secondaria a [[Wałcz]]. Studiò [[teologia]] e si diplomò alla scuola gesuita di [[Poznań]] nel 1778 e fu ordinato sacerdote.<ref name="psb540" /> Tra il 1779 e il 1781 proseguì gli studi in Francia al [[Collège de France]], dove frequentò lezioni di Fisica e Storia naturale.<ref name="psb541">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.541</ref>
[[File:Manifesti_su_Vienna.jpg|thumb|left|Foto del [[volo su Vienna]], di Locatelli]]
Chiamato alle armi nel gennaio 1915 (quattro mesi prima dell'entrata in guerra), viene assegnato al battaglione "Aviatori" nell'arma del [[genio militare]], con sede al campo-scuola della [[Malpensa]], dove ottiene il brevetto di pilota.<ref name=treccani/>
 
Durante la guerra viene promosso [[caporale]] e poi nel febbraio 1916 sergente, sottotenente del genio dal 2 marzo 1916 e tenente dal 2 dicembre dello stesso anno. Il soldato Locatelli il 7 ottobre vola nella [[6ª Squadriglia da ricognizione e combattimento]] che il 15 aprile 1916 diventa [[30ª Squadriglia]]. Dal marzo 1917 passa alla [[24ª Squadriglia]] di [[Cavazzo Carnico]] su [[Savoia-Pomilio SP.2]] e dal 25 luglio il Tenente Locatelli passa alla [[36ª Squadriglia]] Savoia Pomilio di Oleis di [[Manzano]]. Dal 2 febbraio 1918 passa alla [[87ª Squadriglia aeroplani]].
Al suo ritorno in Polonia nel 1781, accettò l'incarico di tutore nella casa del Gran Cancelliere [[Andrzej Zamoyski]].<ref name="psb541" /> Nel 1782 ricevette il dottorato dalla [[Accademia Zamojski]].<ref name="psb541" /> Tradusse alcune opere dal francese al polacco e lavorò per breve tempo all'Accademia come insegnante di francese.<ref name="psb541" />
Locatelli compie in tutto 523 voli di guerra tra voli di ricognizione e di bombardamento, incluse le ricognizioni in solitaria sui cantieri [[Zeppelin]] di [[Friedrichshafen]] e su [[Zagabria]]
dove, il 9 agosto del 1918, partecipa al [[volo su Vienna]] assieme al velivolo di [[Gabriele D'Annunzio]]. In quell'occasione scatta le fotografie che ritraggono la città di [[Vienna]] dall'alto invasa dai manifestini con i proclami di D'Annunzio ai viennesi.<ref name=treccani/>
 
Abbattuto sopra [[Fiume (Croazia)|sopra Fiume]] il 15 settembre 1918 nella [[1ª Squadriglia navale S.A.]], fu catturato e trasferito al campo di prigionia di [[Sigmundsherberg]], dove dopo un mese evase grazie alla padronanza della [[lingua tedesca]], travestito da soldato austriaco con falsi documenti. Ripreso per due volte dagli austriaci in Trentino, evase di nuovo e il 4 novembre raggiunge le avanguardie italiane.
=== Riformatore ===
Alla fine della guerra riceve la prima [[medaglia d'oro al valor militare]]. Racconterà le sue esperienze nella grande guerra nel manzo autobiografico "Le ali del prigioniero“ pubblicato, con gli auspici di Gabriele D‘Annunzio, dall'[[Fratelli Treves|editore Treves]] di [[Milano]] nel 1924.<ref name=treccani/>
[[File:Stanislaw Staszic by Barwicki.jpg|thumb|right|Ritratto di Staszic di W. Barwicki]]
Il suo volume riguardante "considerazioni sulla vita di [[Jan Zamoyski]]" (''Uwagi nad życiem Jana Zamoyskiego'', 1787), pubblicato anonimo alla vigilia del [[Grande Sejm]], trasformò il quasi sconosciuto tutore in uno dei principali pensatori politici della Confederazione della fine del XVIII secolo.<ref name="Bauer" /> Divenne un modello per altre opere simili <ref name="psb541" /> e iniziò così un'ondata di libri e pamphlet politici senza precedenti nella storia dello stato.<ref name="Bauer" /> Fu ristampato numerose volte e anche da editori senza autorizzazione.<ref name="psb541" />
 
=== Le imprese d'esplorazione ===
Nel suo libro su Zamoyski, Staszic in realtà non trattava della vita di Jan Zamoyski (1542–1605, uno dei principali statisti della storia polacca<ref name="Lerski1996">{{cita libro|autore=Halina Lerski|titolo=Historical Dictionary of Poland, 966-1945|url=http://books.google.com/books?id=luRry4Y5NIYC&pg=PA678|accesso=2 luglio 2012|data=30 gennaio 1996|editore=ABC-CLIO|isbn=978-0-313-03456-5|pagina=678}}</ref>); piuttosto indicava la necessità delle riforme e che Zamoyski aveva già proposto o promosso molte di esse due secoli prima.<ref name="Bauer" /> Staszic fu dunque un forte fautore delle riforme e appassionato difensore degli interessi delle classi inferiori.<ref name="Bauer" /> Proponeva l'abolizione della [[Servitù della gleba]] e il miglioramento della vita dei contadini.<ref name="Bauer" /> Criticava la ''[[szlachta]]'' (la nobiltà polacca) per l'inefficienza del sistema di governo del paese derivato dalla [[Libertà dorata]].<ref name="Bauer" /><ref name="Grze?kowiak-Krwawicz2012">{{cita libro|autore=Anna Grze?kowiak-Krwawicz|titolo=Queen Liberty: The Concept of Freedom in the Polish-Lithuanian Commonwealth|url=http://books.google.com/books?id=Jh4T9Op5LZYC&pg=PA27|accesso=11 aprile 2013|data=17 agosto 2012|editore=BRILL|isbn=978-90-04-23121-4|pagina=27}}</ref>
Nel gennaio 1919 si imbarca per l'[[Argentina]] assieme ad una missione militare per la promozione dell'industria aeronautica italiane. Dopo varie esibizioni con i suoi compagni decide di intraprendere la traversata delle [[Ande]] nel punto più alto, nonostanza la stagione invernale. Un primo tentativo il 27 luglio con un aereo monoposto SVA non va a segno: nonostante si fosse portato a seimila metri di quota, deve rientrare a Mendoza per via delle condizioni meteo. Il 30 luglio parte da [[Buenos Aires]], sorvolata la [[Cordigliera delle Ande]] a quasi 7000 metri di quota passando accanto all'[[Aconcagua]] supera lo spartiacque e atterra a [[Viña del Mar]], in [[Cile]]. Si tratta della prima trasvolata aerea delle Ande (con annesso servizio postale) che poi ripete dal [[Oceano Pacifico|Pacifico]] all'[[Atlantico]], da [[Santiago del Cile|Santiago]] a [[Buenos Aires]], il 5 agosto in una sola tappa.<ref name=treccani/>
Sosteneva che fosse necessario un piccolo aumento delle tasse per poter formare un esercito di 100 000 uomini che potesse almeno competere con gli eserciti degli stati confinanti.<ref name="Bauer" /> Sebbene preferisse la forma [[repubblicana]] in teoria, affermava che nella situazione della Confederazione di quel tempo fosse necessario un rafforzamento della potere centrale (del re), in linea con quanto accadeva in altri stati europei.<ref name="Bauer" /><ref name="Grze?kowiak-Krwawicz2012"/> Sempre nel libro su Zamoyski, si disse addirittura a favore dell'introduzione di una monarchia assoluta in Polonia.<ref name="psb543">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.543</ref>
 
Congedato nel marzo 1920 dal campo di Centocelle, Locatelli rientra a Bergamo, dove aderisce in maniera entusiastica al movimento fascista rivoluzionario (i [[Fasci italiani di combattimento]]) dell'immediato dopoguerra,<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5320 Roberto Chiarini, "Locatelli, il fascista, ma degno di memoria"] mercoledì 27 maggio 2015, “L’Eco di Bergamo”</ref> di cui organizza assieme a Suardo le squadre d'azione nel bergamasco. Tenta quindi di raggiungere D'Annunzio per l'[[impresa di Fiume]], ma deve atterrare sull'[[isola di Veglia]] ed arriva in città solo al termine degli scontri. Ritorna quindi a Bergamo fino alla [[marcia su Roma]].<ref name=treccani/>
Staszic fu un appassionato osservatore dei lavori del Grande Sejm, trascorrendo molto tempo a Varsavia dall'inizio dell'attività dell'assemblea nel 1788.<ref name="psb542">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.542</ref> Continuò a pubblicare nuovi libri e ''pamphlet''.<ref name="psb542" /> Il suo libro ''Przestrogi dla Polski z teraźniejszych politycznych Europy związków i z praw natury wypadające przez pisarza uwag nad życiem Jana Zamoyskiego'' (titolo traducibile come "Avvertimenti per la Polonia, provenienti dalla politica europea attuale e leggi naturali, dallo scrittore delle considerazioni sulla vita di Jan Zamoyski", 1790), insieme con il precedente ''Considerazioni'' sono considerati tra i lavori più influenti dell'Illuminismo polacco.<ref name="psb542" /> Negli ''Avvertimenti'', criticava i magnati di Polonia e Lituania, gli ordini monastici e l'istituzione della servitù della gleba e proponeva diritto di voto per gli abitanti dei paesi.<ref name="psb543" /> Sebbene non fosse membro del Sejm era un osservatore influente e per i suoi scritti di quel periodo, molto letti e discussi, è riconosciuto tra i padri fondatori della Costituzione di maggio del 3 maggio 1791.<ref name="Bauer">{{cita libro|autore=Krzysztof Bauer|titolo=Uchwalenie i obrona Konstytucji 3 Maja|url=http://books.google.com/books?id=WLNGAAAAIAAJ|accesso=2 gennaio 2012|anno=1991|editore=Wydawnictwa Szkolne i Pedagogiczne|isbn=978-83-02-04615-5|pp=36–37}}</ref><ref name="TrencsényiKopeček2006">{{cita libro|autore1=Balázs Trencsényi|autore2=Michal Kopeček|titolo=Discourses of Collective Identity in Central and Southeast Europe (1770-1945): Texts and Commentaries|url=http://books.google.com/books?id=k5Vsjg508EYC&pg=PA88|accesso=11 aprile 2013|anno=2006|editore=Central European University Press|isbn=978-963-7326-52-3|pp=88–89}}</ref><ref name="Stone2001">{{cita libro|autore=Daniel Stone|titolo=The Polish-Lithuanian State: 1386-1795|url=http://books.google.com/books?id=LFgB_l4SdHAC&pg=PA317|accesso=11 aprile 2013|anno=2001|editore=University of Washington Press|isbn=978-0-295-80362-3|pp=317–318}}</ref>
<ref name="Suziedelis2011">{{cita libro|autore=Saulius A. Suziedelis|titolo=Historical Dictionary of Lithuania|url=http://books.google.com/books?id=VkGB1CSfIlEC&pg=PA85|accesso=11 aprile 2013|data=7 febbraio 2011|editore=Scarecrow Press|isbn=978-0-8108-7536-4|pagina=85}}</ref>
 
Nel gennaio del 1923 Locatelli parte improvvisamente per effettuare quello che definisce "il mio viaggio di istruzione intorno al mondo".
Durante il biennio 1790–1791 accompagnò la famiglia Zamoyski in un viaggio all'estero e continuò a fungere da consigliere per la famiglia, sebbene i suoi rapporti con i figli (Aleksander August Zamoyski, Stanisław Kostka Zamoyski) fossero divenuti tesi.<ref name="psb542" /> Sostenne la [[rivolta di Kościuszko]] del 1794, un tentativo di liberare Polonia e Lituania dall'influenza dell'Impero russo dopo la seconda spartizione della Polonia del 1793, donando denaro per la causa dei rivoltosi.<ref name="psb542" /> Al termine della rivolta - che non ebbe successo - accompagnò la famiglia in un viaggio a [[Vienna]].<ref name="psb542" /> Fece anche alcuni fortunati investimenti finanziari, anche nel mercato azionario.<ref name="psb543" /> Funse da "consulente economico" per le famiglie Zamoyski e [[Sapieha]], investì sulle loro proprietà e prestò loro del denaro.<ref name="psb543" />
Da [[Bergamo]] a [[Brindisi]] in [[treno]], poi si imbarca sul [[piroscafo]] "Trieste" e con i mezzi che troverà, durante i nove mesi del viaggio, attraversa [[Egitto]], [[Ceylon]], [[India]] (con scalate sull'Himalaya), [[Birmania]], [[Siam]], [[Cina]], [[Manciuria]], [[Corea]], [[Giappone]] (con un'ascensione sul Fujiyama) e [[Stati Uniti]].
Riporta dal viaggio quasi 3500 negativi fotografici e 10 taccuini dove, oltre il racconto dettagliato delle varie tappe, sono presenti circa 300 disegni. Il 16 aprile in riferimento alle fotografie che sta realizzando scrive a D'Annunzio "se il sole mi assiste e io persisto riporterò una delle più belle serie che siano al mondo". Parte di tali materiali sono conservati presso la [[Biblioteca civica Angelo Mai]] di Bergamo.<ref name=treccani/>
 
Alle [[Elezioni politiche italiane del 1924|elezioni del 1924]] Locatelli è candidato nelle liste del [[Partito Nazionale Fascista]] per i collegi di Milano e Bergamo, riuscendo eletto in entrambi ed optando per il secondo. Prenderà parte alla vita politica parlamentare solo a partire dall'anno successivo.<ref name=treccani/>
=== L'ultimo periodo ===
[[File:Pan-tnw.jpg|thumb|[[Accademia polacca delle scienze]] (Palazzo Staszic), [[Varsavia]]]]
[[File:Portret Staszica w granatowym fraku.jpg|thumb|left|Staszic, anni 1820]]
Dopo le [[spartizioni della Polonia]], in cui Russia, Prussia e Austria si divisero il territorio della Confederazione, Staszic fu attivo in molte iniziative di ambito scientifico ed educativo. Studiò la geologia dei [[Carpazi]].<ref name="psb543" /> Nel 1800 fondò insieme ad altri la ''Towarzystwo Przyjaciół Nauk'' (TPN, "Società degli amici della cultura") a Varsavia; dal 1802 ne fu uno dei membri più attivi.<ref name="psb543" /> Nel 1804 andò in Francia dove osservò le riforme introdotte da Napoleone.<ref name="psb543" /> Al ritorno in Polonia, nel 1805, trascorse un periodo su [[monti Tatra]], dove continuò i suoi studi di geologia e ne condusse altri di [[etnografia]]. Lavorò con Jan Chrystian Hoffmann a una mappa geologica della Polonia.<ref name="psb544">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.544</ref> Nel [[Ducato di Varsavia]] lavorò con il ministero dell'educazione (''Izba Edukacyjna Księstwa Warszawskiego'') e fu coinvolto in numerose riforme ed iniziative dell'ambito dell'istruzione.<ref name="psb544" /> Lavorò anche per breve tempo con il ministero del tesoro.<ref name="psb544" />
 
Nel luglio del 1924 col tenente Crosio e altri tre componenti dell'equipaggio parte a bordo dell'[[idrovolante]] bimotore Dornier-Wal in alluminio "I-deor" per tentare la trasvolata atlantica via Islanda e Groenlandia, un volo complessivo di circa 6000&nbsp;km. Partito da Pisa, raggiunge Reykjavik dove si accoda ad una spedizione americana sulla stessa rotta, dotata di mezzi navali per il soccorso e l'assistenza. Giunto nei pressi della costa groenlandese, è costretto ad ammarare al largo di Capo Farewell ([[Groenlandia]]) da dove non riesce più a ripartire a causa delle onde e della fitta nebbia; resta quindi per tre giorni e quattro notti in balìa del mare grosso, finché non è tratto in salvo da una nave statunitense.<ref name=treccani/>
Dal 1808 fu presidente della Società degli amici della cultura, precursore dell'[[Accademia polacca delle scienze]] (''Polska Akademia Nauk''); sarebbe poi stato eletto varie volte come presidente fino alla morte.<ref name="psb544" /> Nel 1808 ebbe un incarico di controllo sull'operato del Concilio di stato (''Rada Stanu'') del ducato; nel 1810 ne divenne membro effettivo.<ref name="psb544" /> Nel Concilio, fu impegnato in questioni riguardanti l'educazione e l'economia.<ref name="psb545">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.545</ref> Come presidente della TPN fu attivo in molte iniziative per la diffusione e la divulgazione della scienza in Polonia.<ref name="psb545" /> Sorvegliò i lavori di costruzione dell'edificio della sede della TPN, che poi divenne noto come "[[Palazzo Staszic]]".<ref name="psb547">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.547</ref><ref name="psb549">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.549</ref>
{{cn|Al quarto giorno viene raggiunto dall'[[incrociatore]] americano ''[[USS Richmond (CL-9)|Richmond]]'' che per un "errore di manovra" distrugge l'aereo e poi lo affonda per eliminare il relitto potenzialmente pericoloso.}}
Locatelli ottiene comunque per l'impresa un premio di 65.000 lire che devolve per intero a opere di beneficenza per Bergamo.<ref name=treccani/>
 
=== Deputato fascista ===
Dal 1814 sostenne l'[[Impero russo]], visto in un'ottica [[panslavismo|panslavista]] come alleato della Polonia e favorì l'idea di una grande monarchia per tutti i popoli [[slavi]].<ref name="psb545" /><ref name="psb546">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.546</ref> Dopo la caduta del ducato di Varsavia, nel 1815 divenne membro del governo del Regno del Congresso (nuovo stato creato in [[unione personale]] con la Russia), inizialmente nel nuovo ministero della educazione e della religione e nel 1816 come viceministro.<ref name="psb546" /> Nel 1815 fu decorato con l'[[Ordine di San Stanislao]].<ref name="psb546" /> Nel 1819 fu promotore di una controversa legge sulla censura, il che danneggiò la sua immagine.<ref name="psb547" />
 
Dal 1924 al 1928 Locatelli è deputato al [[Parlamento del Regno d'Italia]], dove si occupa prevalentemente dei problemi dell'aviazione criticando fortemente il governo di non contribuire efficacemente al suo sviluppo, diversamente da quanto, a suo parere, accade negli altri Paesi (nel 1925 il Commissariato per l'aeronautica viene elevato a ministero con a capo lo stesso [[Benito Mussolini]] e sottosegretario il generale dell'esercito [[Alberto Bonzani]], cui subentrerà [[Italo Balbo]] per poi nel 1929 diventarne ministro). Una sua lettera del maggio 1926 al congresso dei piloti in congedo suscita l'offesa di Bonzani. Le stesse critiche (insufficienza e invecchiamento della linea di volo, scarsità dei piloti) vengono ribadite in una lettera al direttore de ''[[La Tribuna]]'' in occasione del decimo anniversario del [[volo su Vienna]].<ref name=treccani/>
La sua traduzione del 1815 dell<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade]]'' di Omero non incontrò critiche positive.<ref name="psb546" /> Negli anni 1816–20 pubblicò molti dei suoi scritti nell'opera ''Dzieła'' ("opere").<ref name="psb547" /> I volumi 7–9 comprendevano ''Ród Ludzki. Poema Dydaktyczne'' ("umanità: un poema didattico"), un gigantesco saggio filosofico e poema considerato un importante contributo alla storia della filosofia polacca.<ref name="psb547" /> Comunque l'opera a causa della nuova legge sulla censura non fu distribuita e molte delle copie vennero alla fine distrutte.<ref name="psb547" />
 
Locatelli presta servizio per la riorganizzazione dell'[[Aereo espresso italiana]] (AEI), concessionaria della linea Brindisi-Atene-Costantinopoli. Il [[ministero dell'aeronautica]] guidato da Balbo, dopo averlo inizialmente sostenuto, gli revoca la fiducia per "indisciplina". Licenziato, Locatelli fa causa alla società, mentre anche le altre società aeronautiche italiane interrompono le relazioni con lui a seguito della pubblicazione nel giornale parigino degli esuli ''La Libertà'' (22 gennaio 1928) della sua lettera di critiche a Bonzani del 1926.<ref name=treccani/>
Staszic compì anche studi sull'educazione e sul comportamento umano.<ref name="psb547" /> Alcune delle sue teorie lo resero un precursore dell'[[Evoluzionismo (scienze etno-antropologiche)|evoluzionismo]] nell'ambito delle scienze naturali e sociali.<ref name="psb549" /> Nei suoi saggi sulla natura umana, egli si dimostrò a favore del primato della scienza e fu relativamente critico sull'influenza della religione.<ref name="psb547" /> Queste vedute gli valsero alcune critiche, poiché era visto come un prete che avesse abbandonato la religione.<ref name="psb549" />
 
Nel 1928 chiede di poter partecipare alle ricerche del generale [[Umberto Nobile]] disperso al [[Polo Nord]] con il dirigibile ''[[Italia (dirigibile)|Italia]]'' ma, pagando per le sue critiche all'aviazione, la richiesta gli viene negata. Come accade ai cosiddetti "senatori dell'aria" o eroi del volo della Grande Guerra anche Locatelli viene messo da parte dall'aviazione italiana ormai egemonizzata da Balbo e dalla sua concezione di "volo collettivo" a discapito delle singole eccellenze. Locatelli non viene inoltre ricandidato dal PNF alle [[Elezioni_politiche_italiane_del_1929|elezioni del 1929]], nonostante l'appoggio di Suardo e Finzi.<ref name=treccani/>
Dal 1816 lavorò alla ricerca mineraria<ref name="psb547" /> e promosse attivamente lo sviluppo industriale in Polonia.<ref name="psb547" /><ref name="psb548">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.548</ref> Fu uno dei primi a capire l'importanza del carbone e promosse lo sviluppo di progetti connessi alla metallurgia: miniere, lavorazione dello zinco, acciaierie.<ref name="psb548" /> Fu inoltre coinvolto nello sviluppo della lavorazione della ceramica e delle industrie tessili e nel migliorare le infrastrutture di trasporto (strade, canali).<ref name="psb548" /> Scoprì dei depositi di carbone a [[Dąbrowa Górnicza]], dove iniziò la costruzione di una miniera di carbone. Tra il 1816 e il 1824 fu ''de facto'' ministro dell'industria del Regno del Congresso (il titolo ufficiale era "direttore del Dipartimento del commercio, artigianato e industria") e iniziò la costruzione della ''[[Staropolski Okręg Przemysłowy]]'' ("vecchia regione industriale polacca").<ref name="psb547" /><ref name="psb548" /> Poiché i suoi progetti non portavano a un ritorno in tempi brevi, fu oggetto di critiche e alla fine si dimise dal suo incarico nel 1824.<ref name="psb548" />
[[File:Aereolocatelli.JPG|thumb|248x248px|Ansaldo A1 ''Balilla'' donato a Locatelli e da questi alla Città di Bergamo]]
 
Locatelli spende quindi i primi anni '30 tra Roma e Bergamo, in relative ristrettezze economiche ma partecipando a varie mostre ed esposizioni di grafica e pittura.
Nel 1816 fondò la Società agraria di Hrubieszow (''Hrubieszowskie Towarzystwo Rolnicze''),<ref name="psb546" /> considerata da alcuni come la prima cooperativa della Polonia.<ref name="hrubieszow">{{pl icon}} [http://www.miasto.hrubieszow.pl/Historia_i_zabytki/Historia_miasta/Historia_miasta Historia miasta] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120620034416/http://www.miasto.hrubieszow.pl/Historia_i_zabytki/Historia_miasta/Historia_miasta |data=20 giugno 2012 }}. Official town page.</ref>
Nel 1929 inizia una collaborazione, due articoli al mese, con il ''[[Corriere della Sera]]'' e diventa direttore della ''[[La Rivista di Bergamo|Rivista di Bergamo]]''.
Viene inoltre nominato presidente della sezione [[Club alpino italiano|CAI]] di Bergamo.<ref name=treccani/>
L'Aeronautica, dopo un breve richiamo in servizio nel 1932, lo promuove maggiore per merito straordinario il 17 maggio 1935.
Il 27 novembre 1933 Locatelli viene nominato [[podestà (fascismo)|podestà]] di Bergamo, incarico in cui si fa affiancare dall'avvocato Gino Rota.<ref name=novecento/> Si dedica con grande passione allo studio per il risanamento di città alta, su progetto di [[Luigi Angelini]], per il quale ottiene un finanziamento bancario. Ma già l'anno successivo, a causa della legge che impediva ai celibi di ricoprire cariche pubbliche, e a vari contrasti con il federale Valli, dà le dimissioni da podestà.<ref name=treccani/>
 
=== La guerra d'Etiopia ===
Morì a Varsavia il 20 gennaio 1826.<ref name="psb549" /> Al suo funerale parteciparono 20 000 persone, incluso il viceré del Regno del Congresso, Józef Zajączek.<ref name="psb549" /> Fu sepolto nel cimitero monastero camaldolese a Cracovia.<ref name="psb549" /> Il suo testamento lasciò la sua proprietà di Hrubieszów alle persone che vi abitavano e le sue ricchezze a varie iniziative filantropiche.<ref name="psb548" />
Con la [[Guerra d'Etiopia|dichiarazione di guerra all'Etiopia]], il 7 gennaio 1936 Locatelli parte volontario per [[Mogadiscio]] assegnato all'aviazione di ricognizione e di bombardamento.<ref name=treccani/>
Secondo il suo biografo Vittorio Polli, Locatelli "andò in Africa perché era convinto che la conquista avrebbe dato un nuovo volto all'Italia nel contesto delle nazioni europee. Andò anche stregato dalla guerra, sperando di rivivere la sua gloriosa giovinezza [...]. Il soldato che era in lui, nutrito in gioventù da sensazioni indelebili, non poteva restare fuori da questa impresa, comunque essa fosse."<ref>Vittorio Polli, ''Antonio Locatelli. Vita e documenti'', Bolis, Bergamo, 1986, p. 151</ref>
In Etiopia compie il primo volo di collegamento tra il fronte somalo e quello eritreo, da [[Gorrahei]] alla [[Dancalia]].
È inoltre immortalato in fotografia mentre lancia una grossa bomba sulle postazioni abissine presso [[Sassabaneh]].<ref>[https://books.google.it/books?id=XczeksCDw9kC&pg=PA329&dq=%22antonio+locatelli%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwij96C-q7vfAhUmMewKHdx7D7IQ6AEIZDAL#v=onepage&q=locatelli&f=false L'Africa del Duce: i crimini fascisti in Africa], di Antonella Randazzo, pp. 329-330</ref>
 
Nelle lettere che invia alla madre tra il marzo e il maggio del 1936, Locatelli esprime la sua gioia nel partecipare al bombardamento e allo sterminio del nemico etiope, descrivendo quelli che si configuraneo come [[crimini di guerra]], come gli attacchi diretti contro civili e il bombardamento delle città già “rese inabitabili – scrive Polli- dai gas degli aerei”<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5274 ISREC 22 maggio 2015]</ref>:
== Vita privata ==
 
<blockquote>“Un lavoro grandissimo. Siamo in piena offensiva […] Ho volato già 4 volte su Harrar, 5 su Giggiga, due su Dire Daua ed ho lanciato bombe con una precisione che potrai ammirare dalle mie fotografie fatte con la Leica […]. I nemici oppongono resistenza al centro, ma li teniamo bombardati che non possono più mostrarsi alla luce del sole, saranno sgominati, sterminati e se vorranno resistere correranno il rischio di morire di fame. Sai che non possono muovere un autocarro senza che noi lo sappiamo e lo bombardiamo? Insomma un divertimento unico in barba ai nostri amici inglesi che avranno il mal di pancia a tutte le notizie delle nostre azioni travolgenti, e specialmente a sapere che sul lago Tana stanno già scolpendo nel granito una gigantesca figura del Duce”. (Gorrahei 23 marzo)<ref name=isrec>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5656 ISREC]</ref></blockquote>
Staszic fu ricordato dai suoi contemporanei come persona solitaria e con cui era difficile fare amicizia.<ref name="psb549" /> È stato anche scritto che, sebbene avesse raggiunto un significativo livello di benessere economico, vestiva con abiti vecchi e usava una vecchia carrozza.<ref name="psb549" /> Fu comunque ampiamente rispettato dai sui contemporanei.<ref name="psb549" />
 
<blockquote>“Tre mattine di fila, il 22, 23, ed oggi 24, ho bombardato Giggiga […] è la città più importante, dal punto di vista militare, di tutta la guerra su questo scacchiere della Somalia perché ha intorno un grande campo trincerato e soprattutto perché a Giggiga i porci inglesi han mandato tutto il materiale di guerra per i nostri nemici, sia il fronte somalo che eritreo. Quando vedevo le bombe centrare le case, distruggere (con voli di schegge, bestiame e sassi), incendiare la cittadina in molti punti contemporaneamente, io che di solito sento un po’ di pietà per il nemico, gioivo soprattutto perché pensavo che colpivo indirettamente l’organizzazione inglese […]”. (Gorrahei 24 marzo 1936)<ref name=isrec/></blockquote>
== Riconoscimenti ==
 
<blockquote>“Ti dirà tutto quello che è difficile scrivere, ti dirà della nostra vita che egli ha vissuto compiendo più che il proprio dovere con cuore e tempra di bergamasco. […] Gli affido 11 disegni piccoli, 23 fotografie grandi e 31 piccole, così son sicuro che tutto arriverà regolarmente a mano […]. Quelle con scritto ‘Corriere della sera’ potrebbero essere portate a mano da Cesareni al dott. Rizzini che è redattore capo e finge da Direttore. […] Quella di Harrar che brucia non deve uscire da casa nostra”. (Gorrahei 28 aprile 1936, al rientro di un suo compagno di volo)<ref name=isrec/></blockquote>
* [[Ordine di San Stanislao]]<ref name="psb546" />
* Cavaliere dell'[[Ordine dell'Aquila Bianca]]
 
<blockquote>“Sono felice di avere potuto ancora una volta dare l’anima e l’energia per una grandiosa causa italiana. Pare un sogno, eppure è la via dell’Impero che si schiude all’Italia”. (Assab 7 maggio 1936, dopo aver seguito la proclamazione dell’Impero in diretta radiofonica)
Gli sono state intitolate circa 200 scuole e l'[[Akademia Górniczo-Hutnicza]] di Cracovia, una delle principali università tecniche della Polonia, che conta, tra le altre, varie facoltà dedicate agli studi sull'industria estrattiva.
<ref name=isrec/></blockquote>
 
[[File:Massacre_de_Lékemti.jpg|thumb|[[Eccidio di Lechemti]], illustrazione ''Le Pèlerin'', 26 luglio 1936]]
== Opere ==
Nonostante la presa di [[Addis Abeba]] e la proclamazione dell'impero, le truppe italiane erano in difficoltà per via della stagione delle piogge. Locatelli ricevette dal generale [[Alfredo Graziani]] l'incarico di portarsi per via aerea a Lechemti, nell'estremo ovest del paese, per ricevere la sottomissione di un capo galla locale e preparare una base per ulteriori sbarchi aerei da cui procedere verso Gore, dove era riparato il governo provvisorio del negus. Locatelli parte per [[Lechemti]] con il generale di brigata aerea [[Vincenzo Magliocco]] il 26 giugno con tre aerei. Ma gli alleati galla non si presentano, e nella notte gli equipaggi accampati attorni ai velivoli presso la località di Bonaya vengono assaliti dai cadetti etiopi della scuola militare di Olettà, che si erano rifugiati a Gore.<ref name=treccani/>
Gli [[arbegnuoc]] guidati da Keflè Nasibù e Belai Haileab incendiarono gli aerei e uccisero tutti gli italiani, tranne padre Borello che si era allontanato il pomeriggio prima dell'attacco<ref>A. Del Boca, ''Gli italiani in Africa orientale'', vol. III, pp. 30-32.</ref>.
Dopo la scoperta dell'[[eccidio di Lechemti]], a Locatelli e agli altri componenti degli equipaggi viene concessa la [[medaglia d'oro al valor militare]]. Antonio Locatelli è l'unico individuo decorato con tre Medaglie d'Oro al Valor Militare.
 
== Memoria ==
Le sue opere più celebri sono:
[[File:Drei Zinnen Hütte-Rifugion Locatelli 2.JPG|thumb|Il [[rifugio Antonio Locatelli]], alla base delle [[Tre Cime di Lavaredo]]]]
 
Con la morte di Locatelli ha inizio un vero e proprio "culto delll'eroe", nelle parole di Angelo Bendotti, praticato a Bergamo e dintorni "in una sorta di orgoglio campanilistico e di assoluta rimozione collettiva delle azioni compiute" da Locatelli.<ref name=bendotti>Angelo Bendotti, ''I conquistatori dell'impero. Tre vie, una piazza e un passaggio'', Il filo di Arianna, Bergamo, 2017</ref> Secondo Elisabetta Ruffini, "l'ondata di cordoglio che aveva coinvolto Bergamo... si fa memoria tesa ad incidere la città, tanto nella dimensione spaziale che temporale".<ref>Elisabetta Ruffini, ''Una questione di memoria'', "Studi e ricerche di storia contemporanea", n. 81, giugno 2014, p. 57. Citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref> Il sindaco [[Constantino Simoncini]] annoterà in occasione del ventennale che "l'esaltazione dei fascisti verso Locatelli non è sicuramente genuina, ma è intesa a fare di lui una fiaccola a conforto della loro azione politica".<ref name=simoncini>Timo Simoncini, ''Al balcone di una piccola città. Autobiografia di un sindaco (1956-1965), a cura di Carlo Simoncini, ed. Il filo di Arianna, Bergamo, 1999, p. 85. Citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
* ''Uwagi nad życiem Jana Zamojskiego'' ("Considerazioni sulla vita di Jan Zamojski", 1787)
* ''Przestrogi dla Polski'' ("Avvertimenti per la Polonia", 1790)
 
Già l'11 luglio il senatore [[Giacomo Suardo]] dal balcone della [[Torre dei Caduti di Bergamo]] ricorda l'eroe come "acciaio bergamasco senza scorie" offerto in sacrificio "al destino imperiale dell'Italia fascista".<ref> La Voce di Bergamo, 12 luglio 1936, citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
== Note ==
In breve tempo si moltiplicano le intitolazioni a Locatelli: portano il suo nome la Casa dell'Orfano di [[Ponte Selva]], l'aeroporto di [[Ponte San Pietro]], il sanatorio di [[Groppino (Piario)|Groppino]], le scuole elementari di Contrada Tre Passi, la sezione di Bergamo dell'Associazione Combattenti e quella del [[Club Alpino Italiano]], e finanche la nuova [[Palazzo della Libertà|Casa del Fascio di Bergamo]].
<references/>
Un busto in bronzo, opera di [[Giacomo Manzù]], gli è dedicato al suo istituto Paleocapa, e un busto appare persino nella vetrina della pasticceria Isacchi.
<!--
Sempre nel 1936, il fascistissimo presidente del CAI, [[Angelo Manaresi]], stabilisce che l'ex rifugio Innerkofler avrebbe dovuto chiamarsi "Antonio Locatelli alle Tre Cime di Lavaredo".<ref name=bendotti/>
<ref name="K3Mid">{{cita libro|author1=Marek Wrede|author2=Hanna Małachowicz|author3=Paweł Sadlej|title=Konstytucja 3 Maja. Historia. Obraz. Konsweracja|year=2007|publisher=Zamek Królewski w Warszawie|isbn=978-83-7022-172-0|pages=26–31}}</ref>
Il 17 luglio la commissione per la toponomastica comunale decide di aggiungere il nome di Locatelli alla lista di "nomi e date gloriose del Fascismo e della vittoriosa impresa coloniale in Africa Orientale" e "che al Suo nome glorioso venga dedicata una via principale della Città", stabilendo di rinominare in tal senso una parte della via Garibaldi nel nuovo centro piacentiniano.<ref>Commissione per la toponomastica comunaleVerbale della seduta del 17 luglio 1936, Archivio Comunale di Bergamo, citato in Bendotti, ''I conquistatori dell'Impero''</ref>
 
[[Gabriele D'Annunzio]] volle che fosse sepolto al [[Vittoriale degli Italiani|Vittoriale]] e per questo mise a disposizione un'arca funeraria. Si tratta comunque di una sepoltura simbolica in quanto l'arca funeraria è vuota (è quindi un [[cenotafio]]). I resti di uno dei due Ca.133 furono trasformati successivamente in un monumento ai caduti a Lechemti, poi andato distrutto.<ref>{{Cita web |1=http://www.gavs.it/FotodelNonno/Photo/A_O_I_Imperiali_II.htm |2=GAVS |3=16-04-2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070504215800/http://www.gavs.it/FotodelNonno/Photo/A_O_I_Imperiali_II.htm |dataarchivio=4 maggio 2007 |urlmorto=sì }}</ref>
<ref name="denomination">The stamp was issued with a denomination of 25 groszy and is listed in ''Scott's Standard Postage Stamp Catalogue'' as Poland #511. "Poland" ''Scott'', volume 5 (2011)</ref>
 
Dopo la guerra, sulla base delle dichiarazioni della sorella Rosetta, si sarebbe diffusa la vulgata per cui Locatelli in Etiopia non avrebbe sparato un solo colpo, limitandosi a voli di ricognizione per prevenire le imposcate abissine contro le truppe italiane, e che la sua partecipazione alle attività militari fosse una "miserabile calunnia" messa in circolazione da certi ambienti politici.<ref name=novecento>[https://books.google.it/books?id=rB3CAgAAQBAJ&pg=PT1614&dq=%22antonio+locatelli%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwij96C-q7vfAhUmMewKHdx7D7IQ6AEI-QEwJQ#v=onepage&q=%22antonio%20locatelli%22&f=false Il Novecento a Bergamo: Cronache di un secolo], Di Pilade Frattini, Renato Ravanelli</ref>
<ref name="hrubieszow">{{pl icon}} [http://www.miasto.hrubieszow.pl/Historia_i_zabytki/Historia_miasta/Historia_miasta Historia miasta]. Official town page.</ref>
 
La memoria di Locatelli non viene sfiorato dal processo di cancellazione di scritte e simboli del regime fascista a Bergamo, inclusa la grande dedica sul frontone della [[Palazzo della Libertà|Casa del Fascio di Bergamo]], che era servita da sede del Partito Nazionale Fascista e da luogo di tortura di partigiani e antifascisti durante la guerra; solamente il busto bronzeo viene spostato dall'atrio (e in seguito inserito, fuori contesto, alla [[Torre dei Caduti di Bergamo]]<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5310 ISREC]</ref>).<ref name=bendotti/>
 
[[File:Bergamo monumento Antonio Locatelli.jpg|thumb|248x248px|Fontana a Locatelli a Bergamo]]
Nel ventesimo anniversario della morte di Locatelli viene inaugurata in suo memoria a Bergamo una fontana monumentale di otto metri in marmo bianco di [[Zandobbio]], opera dell'architetto Piantanida, con parete bugnata e busto in bronzo dell'aviatore opera di [[Antonio Berti]]. All'ultimo momento il presidente della repubblica [[Giovanni Gronchi]] declinò l'invito a partecipare all'inaugurazione; il sindaco Simoncini scriverà nel suo diario che "tutti seppero che la sua partecipazione era stata disdetta perché si temeva che la manifestazione riuscisse di marca fascista.<ref name=simoncini/>
Il sindaco democristiano [[Ferruccio Galmozzi]] ricordò nel suo discorso l'unanimità del consiglio comunale e le qualità di eroismo, semplicità e spontaneità di Locatelli, ricordato anche come "saggio amministratore".<ref name=novecento/><ref>[https://www.alinari.it/it/dettaglio/ACA-F-052374-0000?search=d4edd174a873b2855496bae03c4614f1&searchPos=3 Alinari], foto della fontana a Locatelli all'inaugurazione</ref>
 
Nel corso degli anni, le regolari cerimonie commemorative di Locatelli fanno da punto focale per il ritrovo dei neofascisti bergamaschi. Nel 1961, il presidente Gronchi è a Bergamo per il centenario dell'unità d'Italia. Liberali e neofascisti chiedono un "gesto riparatore" nei confronti della memoria di Locatelli. "Possibile - scrive Simoncini nel suo diario - che quando si parla di Antonio Locatelli ci siano sempre pronti i soliti saluti romani e le camicie nere nascoste sotto la giacca?"<ref name=simoncini/> Gronchi, su richiesta del sindaco Simoncini, si alza in piedi in segno di rispetto nel passaggio davanti al monumento a Locatelli. Simoncini annota che "la cosa ha generalmente soddisfatto. Hanno però tolto dalle vicinanze del monumento [[Mirko Tremaglia|il Tremaglia]], che avrebbe sicuramente effettuato saluti romani ed esibizioni di simboli fascisti".<ref name=simoncini/>
 
Ancora a metà anni '80, ''Bergamo Flash'' ricorda di Locatelli "l'incapacità di ogni compromesso, la franchezza, lo slancio ed una limpida onestà", la stessa che lo avrebbe reso inviso ai gerarchi come Balbo, arrivando a definire Locatelli "un eroe scomodo" per il regime fascista ed a ipotezzare che l'eccidio di Lechemti "fosse una terribile trappola tesa ad arte e senza appello".<ref name=novecento/>
 
La chiara adesione di Locatelli al fascismo e le sue responsabilità durante la guerra d'Etiopia continuano a rendere la sua memoria controversa. l'Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Bergamo ([[ISREC]]) fa campagna perché la memoria di Locatelli sia contestualizzata e la sua presenza nello spazio pubblico limitata.<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5274 ISREC], 22 maggio 2015</ref><ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5290 ISREC], 26 maggio 2015</ref>
 
Alla memoria di Antonio Locatelli sono stati dedicati:
* la via Antonio Locatelli e la fontana in stile razionalista con busto dell'aviatore, a Bergamo
* un busto bronzeo presso il 3º Reggimento AVES “Aquila” di [[Orio al Serio]], presso cui vengono celebrate funzioni annuali<ref>[https://www.anae.it/2018/07/12/ricordata-la-triplice-movm-maggiore-antonio-locatelli/ ANAE]</ref>
* un busto opera di [[Giovanni Avogadro]] sito nella [[Torre dei Caduti di Bergamo]], già conservato prima della liberazione nella Casa Littoria - oggi considerato dall'[[ISREC]] in tale luogo un falso storico<ref>[http://www.isrecbg.it/web/?p=5310 ISREC]</ref>
* la Sezione di Bergamo "Antonio Locatelli" del [[Club Alpino Italiano]]
* l'istituto aeronautico paritario Antonio Locatelli di Bergamo
* la Scuola Primaria "Antonio Locatelli" di [[Cavernago]]
* il [[Rifugio Antonio Locatelli]] nel [[Parco naturale Tre Cime]] di [[Lavaredo]]
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Già insignito di tre medaglie d'argento al valor militare; aviatore ammirabile, esploratore sagacissimo, temprato a tutte le avversità e a tutti i rischi, combattente di alto valore, si spingeva da solo per centinaia di chilometri su territorio avversario e superando la concentrazione di artiglieria e talvolta gli attacchi di pattuglie da caccia nemiche, giungeva su obiettivi militari di grande importanza riportando sempre fotografie ed informazioni preziose. Nell'ultimo volo di guerra colpito da uno shrapnel che gli squarciava l'apparecchio e costretto ad atterrare in territorio nemico, sebbene ferito al ginocchio e lussato al piede, compiva la distruzione dell'apparecchio e riusciva per otto ore a sottrarsi alla cattura del nemico. Caduto prigioniero, superando rischi e stenti di ogni sorta, raggiungeva le nostre linee durante l'ultima vittoriosa offensiva. Fulgido esempio d'eroismo.
|luogo=Cielo della Carnia, dell'Altipiano, Alto e Medio Isonzo, agosto - ottobre 1917
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Portava nella guerra per la conquista dell'Impero Etiopico lo spirito leggendario di puro eroismo degli aviatori della grande guerra. Esempio luminoso alle giovani generazioni.
|luogo=Cielo della Somalia, gennaio - maggio 1936.
}}
 
{{Onorificenze
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare (alla memoria)
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato fra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva con generosa insistenza di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare col simbolo del tricolore il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.
|luogo=Lechemti, 27 giugno 1936<ref name = quirinale >[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=12692 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato].</ref>
|immagine = Valor militare gold medal - old style BAR.svg}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=Ardito e brillante pilota d'aeroplano compì lunghe e difficili ricognizioni, sfidando, con animo sereno, il fuoco aggiustato degli anti-aerei, che colpirono più volte il suo apparecchio, e manifestò ammirevole spirito offensivo negli scontri con i velivoli nemici. Durante una difficile ricognizione contrastata dal tiro degli anti-aerei che colpirono l'apparecchio, impegnò un duello con un velivolo avversario, costringendolo a discendere sul proprio campo. Riprese poi la ricognizione e la completò con fotografie. Nell'iniziare un'altra ricognizione scorse un apparecchio avversario proveniente da nostro territorio, incrociò per attendere il suo passaggio, ed avutolo a portata di tiro, lo attaccò deciso, inseguendolo fino a che non lo si vide cadere nel campo di Aisovizza. Compì poi la ricognizione trattenendosi per altre due ore su territorio nemico.
|luogo=Monte Nero, 14-18 febbraio 1916
}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione= In ricognizioni aeree su Mezzolombardo, a Nave San Rocco, veniva assalito a 30 metri di distanza, ed alle spalle, da un aeroplano nemico, e riusciva con la sua calma e abile manovra a farlo abbattere dal proprio osservatore. Seguitava poi arditamente l'esecuzione del mandato affidatogli, quantunque l'apparecchio fosse stato colpito in parti vitali, riportando utili e preziose informazioni.
|luogo=Nave San Rocco (Val Lagarina), 15 giugno 1916
}}
 
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=Pilota d'aeroplano, durante un combattimento in una difficile zona d'alta montagna, eseguiva una ricognizione a meno di 500 metri sule posizioni nemiche. Sebbene l'apparecchio fosse stato danneggiato dal tiro bene aggiustato e l'osservatore ferito, con sprezzo del pericolo e calma ammirevole, continuava il volo sempre alla stessa quota e si internava sempre più in territorio nemico, consentendo all'osservatore di portare a termine il mandato.
|luogo=Cielo dell'Ortigara, Val Portule, Val Galmarara, Bassano, 20 giugno 1917
}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
<ref name="psb550">''Staszic Stanisław'', Polski Słownik Biograficzny, Zeszyt 175 (T.42/4), 2011, p.550</ref>
*Francesco Meriano, ''L'aviatore Locatelli'', Nicola Zanichelli, [[Bologna]] 1926;
-->
*Ercole Mazza, ''Antonio Locatelli due volte medaglia d'oro'', Bolis, [[Bergamo]] 1937;
*Nino Galimberti (a cura di), ''Antonio Locatelli'', Editrice "La Rivista di Bergamo", [[Bergamo]] 1937;
*Ettore Fabietti, ''Vita eroica di Antonio Locatelli'', Treves, Milano 1938;
*Umberto Ronchi (a cura di), ''Antonio Locatelli scritti e disegni'', Istituto Italiano d'Arti Grafiche, [[Bergamo]] 1956;
*Geo Renato Crippa, ''Il mitico Eroe ed Artista Antonio Locatelli'', Stamperia Conti, [[Bergamo]] 1964;
*[[Giuliana Donati Petténi]], ''Rievocazione della triplice M.O. al V.M. Antonio Locatelli'', Tipografia Editrice Secomandi, [[Bergamo]] 1968;
*Vittorio Polli, ''Antonio Locatelli Vita e documenti'', Bolis, [[Bergamo]] 1986;
*[[Bortolo Belotti]], ''Storia di Bergamo e dei bergamaschi'', Bolis, [[Bergamo]] 1989;
*[[Roberto Chiarini]], ''Una vita in volo Antonio Locatelli (1895-1936)'', Bolis, [[Bergamo]] 2011.
*I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999
 
== Voci correlate ==
*[[Rifugio Antonio Locatelli]]
* [[Hugo Kołłątaj]]
* [[PiotrEccidio di SkargaLechemti]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogettoInterprogetto|commons=Category:StanisławAntonio StaszicLocatelli}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-locatelli_%28Dizionario-Biografico%29/ Sito Enciclopedia Treccani]: Antonio Locatelli
* {{Treccani|stanislaw-staszic}}
* [https://web.archive.org/web/20070222172135/http://fondazione.bergamoestoria.it/impagina.asp?idroot=35&id=440&IDProvenienza=409&IDLayout=5&IDNodo=231 Fondazione] Legler - Bergamo
* {{cita web|http://www.muzeumstaszica.pl/|Sito del Museo Staszic a Piła}}
* [https://web.archive.org/web/20060621221417/http://bibliotecamai.org/cataloghi_inventari/periodici/fondi_periodici/fondi_periodici_locatelli.html Biblioteca Angelo Maj] - Bergamo
* Daszkiewicz P., Tarkowski R., [https://web.archive.org/web/20120115141819/http://www.up.krakow.pl/konspekt/23/daszkiewicz.html ''Pierwsze rezultaty poszukiwań śladów pobytu Stanisława Staszica we Francji''], Konspekt 3/2005, Kraków 2005
* {{cita web|http://www.antoniolocatelli.it/|Sito della Fondazione Locatelli}}
* [https://www.bergamonews.it/2018/12/23/antonio-locatelli-quella-sinistra-coltiva-odio/298779/ Antonio Locatelli e quella sinistra che coltiva odio], Bergamonews, 23 dicembre 2018
* [https://www.bergamonews.it/2018/12/24/antonio-locatelli-fu-fascista-convinto-bergamo-non-ancora-conti-col-suo-passato/298838/ Antonio Locatelli fu fascista convinto e Bergamo non ha ancora fatto i conti col suo passato], Bergamonews, 24 dicembre 2018
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|aviazione|biografie|fascismo}}
 
[[Categoria:GeologiAviatori polacchiitaliani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:PoetiCavalieri polacchidell'Ordine militare di Savoia]]
[[Categoria:TraduttoriMedaglie polacchid'oro al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare]]
[[Categoria:Piloti collaudatori]]
[[Categoria:Trasvolatori]]
[[Categoria:Piloti della Regia Aeronautica]]