Ariano nel Polesine e Diocesi delle Isole Canarie: differenze tra le pagine

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{{diocesi della chiesa cattolica
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
|nome=[[Diocesi]] delle [[Isole Canarie]]
|nomeComune = Ariano nel Polesine
|latino=Dioecesis Canariensis
|linkStemma = Ariano nel Polesine-Stemma.png
|immagine=Catedral de Las Palmas de Gran Canaria.jpg
|siglaRegione = VEN
|titolo=[[vescovo]]
|siglaProvincia = RO
|titolare=[[Francisco Cases Andreu]]
|latitudineGradi = 44
|emeriti=
|latitudineMinuti = 57
|vicario=
|latitudineSecondi = 0
|stato=Spagna
|longitudineGradi = 12
|ritoliturgico=[[rito romano|romano]]
|longitudineMinuti = 7
|eretta=7 luglio [[1404]]
|longitudineSecondi = 0
|stemma=
|altitudine = 2
|mappa=Diocesisdecanarias.PNG
|superficie = 80,92
|mappacollocazione=Diócesis de Canarias.svg
|gradiGiorno = 2347
|mappaprovincia=
|zonaSismica = 4
|suffraganeadi=[[arcidiocesi di Siviglia]]
|abitanti = 4.719
|battezzati=933.645
|anno = 2008
|popolazione=1.098.406
|densita = 58,32
|proporzione=85,0
|frazioni = Crociara, Gorino Veneto, Grillara, Monti, Piano, Rivà, San Basilio, Santa Maria
|sacerdotisecolari=166
|comuniLimitrofi = [[Berra]] (FE), [[Corbola]], [[Goro]] (FE), [[Mesola]] (FE), [[Papozze]], [[Porto Tolle]], [[Taglio di Po]]
|sacerdotiregolari=39
|cap = 45012
|sacerdoti=205
|prefisso = [[0426]]
|battezzatipersacerdote=4.554
|istat = 029002
|diaconi=
|fiscale = A400
|religiosi=64
|nomeAbitanti = arianesi
|religiose=385
|patrono = [[San Gaetano]]
|vicariati=
|festivo = [[7 agosto]]
|parrocchie=298
|sito = http://www.comune.arianonelpolesine.ro.it/
|superficie=4.111
|indirizzo=Plaza de Santa Ana 12, 35001 Las Palmas de Gran Canaria, España
|sito=www.diocesisdecanarias.org
|anno=2017
|ch=isca
|gc=isla1
}}
[[File:SepolcroFernandoRueda1585.JPG|thumb|Sepolcro del vescovo Fernando Rueda, nella chiesa dell'Immacolata Concezione di [[San Cristóbal de La Laguna]], a [[Tenerife]]]]
'''Ariano nel Polesine''' è un comune di 4.719 (al 31/12/2008) abitanti della [[provincia di Rovigo]].
 
La '''diocesi delle Isole Canarie''' o '''diocesi Canariense-Rubicense''' (in [[lingua latina|latino]]: ''Dioecesis Canariensis'') è una sede della [[Chiesa cattolica in Spagna]] suffraganea dell'[[arcidiocesi di Siviglia]]. Nel [[2016]] contava 933.645 battezzati su 1.098.406 abitanti. È retta dal [[vescovo]] [[Francisco Cases Andreu]].
 
==GeografiaTerritorio==
La diocesi comprende le isole di [[Gran Canaria]], [[Fuerteventura]] e [[Lanzarote]], che costituiscono la [[provincia di Las Palmas]].
Il Comune dà il nome anche all'[[Isola di Ariano]], un territorio compreso tra i rami del [[Po]] di [[Po di Goro|Goro]], del [[Po di Venezia]] e del Po di Gnocca, facente parte del [[Delta del Po]]. Esso comprende i Comuni di Ariano nel Polesine, [[Corbola]] e [[Taglio di Po]].
Il confine sud si estende per tutta la lunghezza del Po di Goro, il quale è anche confine tra le Regioni [[Veneto]] ed [[Emilia-Romagna]].<br>
Il Comune ha una curiosa conformazione geografica: si estende in lunghezza dalla frazione di S.Maria in Punta sino alla località Bacucco, sul mare Adriatico, per una quarantina di km; mentre dalla frazione di Rivà sino al mare, circa 20&nbsp;km, il territorio è largo solo qualche centinaio di metri.<br> A est di Rivà il territorio è molto giovane: si è formato assieme all'attuale [[cuspide]] deltizia in seguito al taglio di Porto Viro operato dalla Serenissima.<br>
In località Ca' Vendramin il territorio comunale si riduce in pratica al solo argine, in quanto è presente una circoscritta [[enclave]] del Comune di Taglio di Po, sede del [[Museo Regionale Veneto della Bonifica|Museo Regionale della Bonifica]], ricavato all'interno di una grande [[idrovora]] dismessa, già appartenente al [[Consorzio di bonifica]] Delta Po.
 
Sede vescovile è la città di [[Las Palmas de Gran Canaria]], dove si trova la [[Cattedrale di Sant'Anna (Las Palmas de Gran Canaria)|cattedrale di Sant'Anna]].
È il Comune [[Lista di comuni alle estremità delle province italiane|più a sud]] della Regione Veneto.
 
Fa parte del [[Parco regionale del Delta del Po (Veneto)|Parco Regionale Veneto del Delta del Po]] e del [[Parco interregionale Delta del Po]], anche se quest'ultimo non è ancora pienamente operativo.
 
Il Comune è compreso nella zona climatica [[Classificazione climatica dei comuni italiani|E]]. GR-G: gradi-giorno 2347.
 
La primavera è fresca e piovosa e l'autunno nebbioso o piovoso. Durante l'estate il clima è caldo afoso, interrotto occasionalmente da forti temporali e acquazzoni. Tutti i valori sono mitigati dalla relativa vicinanza al mare; infatti nella notte [[Ondata di freddo del gennaio 1985|tra il 12 e il 13 gennaio 1985]] la temperatura più bassa registrata fu di -14 gradi centigradi, quando a meno di 70&nbsp;km, a [[Molinella]], vi fu il record a -29°.<br> Non risultano dati ufficiali precedenti, anche se è probabile che il record sia stato raggiunto durante l'[[Ondata di freddo del gennaio/febbraio 1929|ondata di freddo del gennaio e febbraio 1929]], un periodo insolitamente lungo che portò il fiume Po a gelare, consentendo il passaggio sul ghiaccio a persone e [[Carro (trasporto)|carri]], come testimoniato da foto d'epoca. <ref>Fonte:Quotidiano Nazionale 7/2/2009-Cronaca di Rovigo, pag.1</ref>
 
Il Comune fa parte del [[Distretto]] RO 2 di [[Protezione Civile]] e [[Anti Incendio Boschivo]], istituito con Deliberazione G.R.V. 3936 del 12/12/2006, ai sensi del D.G.R. 506 del 18/2/2005.
 
Il territorio è suddiviso in 298 parrocchie.
 
==Storia==
La diocesi delle Isole Fortunate fu eretta nel [[1351]] con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Coelestis rex regum'' di [[papa Clemente VI]], ricavandone il territorio dalla [[diocesi di Maiorca]]. Il primo vescovo rimase nell'arcipelago per soli tre anni, e il secondo fu nominato solo nel [[1361]], ma non prese mai possesso della diocesi.
Il nome di Ariano deriva probabilmente da Atria, ora [[Adria]], antica città [[Civiltà etrusca|etrusca]] sul mare che ha dato il suo nome anche alle [[lagune]] ed allo stesso [[Mare Adriatico]], (assieme ad [[Atri]]).
Sino al [[X secolo]], Ariano la troviamo con il nome “Adriano” (Hadriani o Radriani), ma anche Atriano e volgarmente poi ridotta a Ariano in [[epoca medioevale]] dopo la [[rotta di Ficarolo]] che formò la parte ovest dell'isola omonima; <ref>La rotta separò ulteriormente Ariano e Corbola da Adria a nord e da Berra a sud (Memorie per la storia di Ferrara-pag 117).</ref> successivamente chiamato anche Ariano austriaco” o “Ariano sinistro” (Ariano alla sinistra del Po di Goro).<br>
Il nucleo abitato più importante sino all'epoca romana era localizzato sulla via [[Popilia]], iniziata nel 132 a.C. dal console [[Publio Popilio Lenate]], nei pressi dell'attuale località San Basilio.<br>
La Popilia, o meglio la [[Via Popilia-Annia|Popilia-Annia]], che congiungeva [[Rimini]] ad Adria, oltre ad essere una delle principali strade dirette a [[Roma]], era anche una delle vie principali dell’[[Impero|Impero romano]].<br>
Tale via rimase importante anche nel [[medioevo]], in [[Cristianesimo|epoca cristiana]], costituendo una alternativa alla strada [[Romea]], per mezzo della quale i pellegrini cristiani, i [[Romei (pellegrini)|Romei]], raggiungevano [[Roma]].
 
La bolla ''Inter caetera'' di [[papa Urbano V]] ristabilì la sede nel [[1369]] con il nome di diocesi di Telde e delle Isole Canarie, con sede sull'isola di [[Gran Canaria]]. Sembra che già il secondo vescovo non abbia mai risieduto effettivamente nell'arcipelago, ma che abbia esercitato il ministero episcopale come [[vescovo ausiliare]] di [[Arcidiocesi di Saragozza|Saragozza]].<ref name = olzina>[http://mdc.ulpgc.es/cdm/ref/collection/aea/id/1153 Estudios, viajes y estancias de Fray Jaime Olzina, obispo de Telde]</ref> Anche questa diocesi fu alla fine soppressa, nel [[1441]].
Dalla caduta dell'Impero Romano sino al 23 giugno 1866, con l'inizio della [[Terza Guerra d'Indipendenza]], il Comune è stato terra di confine, soggetto a conquiste e dispute territoriali.
 
Il 7 luglio [[1404]] fu eretta la diocesi del Rubicón e delle Isole Canarie, con sede sull'isola di [[Lanzarote]], con la bolla ''Romanus Pontifex'' dell'[[antipapa Benedetto XIII]], all'epoca dello [[scisma d'Occidente]]. Il 20 novembre [[1424]] [[papa Martino V]], per avere nelle isole una gerarchia cattolica a lui fedele, eresse la [[diocesi di Fuerteventura]]. Nel [[1433]], dopo la ricomposizione dello scisma, la diocesi di Fuerteventura fu soppressa e il suo territorio tornò sotto la giurisdizione della diocesi del Rubicón.
===Cronologia===
Prima della dominazione romana, nel VI e V secolo a.C., il nucleo abitato più importante era nei pressi dell'attuale San Basilio, controllato dagli [[Etruschi]], da dove attraverso il ''Gaurus'', (solo in parte coincidente con l'attuale Po di Goro), <ref>La Rotta di Sermide (VIII secolo a.C.) modificò il corso del Po.
Il Po di Spina si suddivise in due rami: l'Olana (ora Po di Volano) e il Padoa (da cui deriva il nome Po), noto anche come [[Eridano]]. L'Olana verso il mare si suddivideva ulteriormente verso nord/est dando origine al Gaurus.</ref> dopo un breve tratto si arrivava al mare.
 
Il 25 agosto [[1435]] [[papa Eugenio IV]] decretò il trasferimento della sede del Rubicón a [[Las Palmas de Gran Canaria]], ma questa decisione ebbe effetto solo nel [[1485]]; contestualmente la diocesi assunse il nome attuale.<ref>O. Werner, [http://archive.org/stream/orbisterrarumcat00wern#page/44/mode/2up ''Orbis terrarum catholicus''], Friburgo 1890, p. 44.</ref>
San Basilio in [[epoca romana]] era una ''mansio'' (Hadriani mansio, Radriani), stazione di posta lungo la via Popilia.<br>
Ariano era compresa nella ''Regio X Venetia et Histria'' ai tempi dell'Imperatore Ottaviano [[Augusto]].
 
Nel [[1643]] ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della [[prefettura apostolica]] di [[vicariato apostolico di Tripoli|Tripoli]] (oggi [[vicariato apostolico]]).
Il periodo che va dall'invasione dei [[Visigoti]] di [[Alarico]] nel [[410]] e degli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico]] nel [[493]], la successiva riconquista [[Impero bizantino|Bizantina]] (535-553), non ha lasciato [[vestigia]] nel nostro territorio.
 
Il 1º febbraio [[1819]] ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della [[diocesi di San Cristóbal de La Laguna]] (chiamata anche ''Diocesi di Tenerife'' o ''Diocesi Nivariense'').<ref>È stata proposta una modifica nel nome della diocesi delle Isole Canarie per adeguarlo al fatto che oggi non tutto l'arcipelago ne fa parte: [http://www.eldia.es/2006-02-02/criterios/criterios14.htm La "Diócesis de Canarias"] e [http://eldia.es/criterios/2015-06-25/17-cosas-nombre.htm Las cosas por su nombre]</ref> Per questo motivo, il nome di "diocesi delle Isole Canarie" è una questione molto controversa oggi nelle isole Canarie.<ref>[http://www.eldia.es/2006-02-02/criterios/criterios14.htm La "Diócesis de Canarias"]</ref><ref>[http://eldia.es/criterios/2015-06-25/17-cosas-nombre.htm Las cosas por su nombre]</ref>
Due secoli di dominio di [[Costantinopoli]] a seguito della sanguinosissima e distruttiva guerra [[Guerra greco-gotica|greco-gota]] <ref>I Bizantini nelle varie campagne impiegarono quasi 1 milione di uomini; per trovare cifre simili occorre andare ai 700.000 della [[Campagna di Russia]] di Napoleone nel 1812. Nel 1266 [[Carlo I d'Angiò]] discese in Italia e occupò Napoli, le regioni del sud e la Sicilia con 30.000 uomini.</ref> coincisero come nella maggior parte d'Italia con un disastroso e lunghissimo declino economico e [[demografia|demografico]] <ref>Fame e malattie uccisero 1/3 della popolazione italiana. Solo dopo centinaia di anni, nel [[Medioevo]], si tornò ad una consistenza numerica equivalente.</ref> in presenza di una dura imposizione fiscale.<br> Il nostro territorio faceva parte di un dominio che all'inizio del [[700]] si stava progressivamente riducendo, sotto la spinta dei [[Longobardi]], ad una sottile striscia che congiungeva [[Chioggia]] a [[Comacchio]], dove avevano inizio le aree allora inespugnabili di [[Venetia maritima|Venezia]] e [[Ravenna]].<br> I bizantini preferivano i trasporti via mare, dove dominavano incontrastati, al passaggio via terra. Mancano quindi dalle nostre parti opere fisse civili e militari ([[ponti]], [[fortificazioni]], [[chiese]]) riconducibili all'epoca. Nessun intervento dell'autorità fu previsto anche per il governo delle acque in queste zone [[palude|paludose]], infestate dalla [[malaria]] <ref>[[Dante Alighieri]] contrasse la malaria nel 1321, al ritorno di una ambasceria a Venezia per conto dei Da Polenta, Signori di Ravenna. Scelse di passare dalla via Popilia, alternativa alla Romea, per evitare di essere riconosciuto.</ref> e dopo aver subìto anche la [[Peste di Giustiniano|peste]].<br> È facile immaginare le piccolissime comunità che allora abitavano queste zone, ridotte a piccoli villaggi di pescatori-agricoltori, alla mercé di qualsiasi evento.
 
Il 10 agosto [[1838]] ha ceduto una porzione africana del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di [[Arcidiocesi di Algeri|Algeri]] (oggi arcidiocesi).
La fine dell'[[Esarcato d'Italia|esarcato]] bizantino ad opera di [[Astolfo (re)|Astolfo]] nel [[751]] vide il passaggio del nostro territorio ai [[Regno longobardo|Longobardi]], come quasi tutto il nord d'Italia, tranne la [[Venetia maritima]].<ref>Rimasero fuori dalla conquista longobarda Sicilia, Sardegna e territori corrispondenti circa a Lazio e Calabria.</ref><br>
Gli stessi cessarono la loro dominazione nel [[774]], definitivamente sconfitti dai [[Franchi]] guidati da [[Carlo Magno]].
Il nostro territorio era comunque già passato sotto il [[Stato Pontificio|Patrimonio di San Pietro]]<ref>La nascita dello Stato Pontificio col relativo potere temporale dei Papi fu una iattura per l'Italia, ritardandone per oltre mille anni l'unità territoriale. Vi fu un continuo susseguirsi di guerre, anarchia, repentini rovesciamenti di alleanze; il territorio spesso divenuto campo di battaglia delle potenze straniere.<br> I Longobardi, ormai cristiani e "romanizzati", costituivano già un embrione di stato nazionale.</ref> sin dal [[756]] in seguito alla seconda vittoria di [[Pipino il Breve]] su Astolfo, in ottemperanza alla "[[Promissio Carisiaca]]".<ref>Il [[Papa Zaccaria]] aveva legittimato l'usurpazione di Pipino al trono [[merovingi]]o di [[Childerico III]].</ref><br>I discendenti di Carlo Magno governarono sino al [[887]] il cosiddetto [[Regnum Italiae]].
 
Il 13 aprile [[1951]], con la [[lettera apostolica]] ''Sanctimonia qua Ecclesiae'', [[papa Pio XII]] ha proclamato Sant'[[Antonio Maria Claret]] [[patrono]] principale della diocesi, assieme alla Beata Maria Vergine del Pino, compatrona.<ref>{{la}} [http://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-44-1952-ocr.pdf Lettera apostolica ''Sanctimonia qua Ecclesiae''], AAS 44 (1952), pp. 22-23.</ref>
Il Papa non esercitava un effettivo potere dal momento che sin dalla nascita dell'Esarcato i bizantini avevano favorito l'[[autocefalia]] della [[Arcidiocesi di Ravenna-Cervia|chiesa ravennate]] e quindi l'indipendenza dal [[papato]] di [[Roma]].
L'autorità era esercitata dai [[vescovi]] locali, con l'appoggio dell'aristocrazia dei luoghi, in forza di questi antichi privilegi.<br> Sin dal VII secolo Ariano era parte della [[Diocesi di Adria-Rovigo|diocesi di Adria]]. Negli atti del [[Concilio Lateranense]] del [[649]], indetto da [[papa Martino I]], si trova il primo documento certo in cui si parla della diocesi. Nell'elenco dei vescovi partecipanti è nominato: ''Gallinostius Hadrianensis Episcopus''.<br>
Il [[14 marzo]] [[863]] [[papa Niccolò III]], affidando un diploma al vescovo Leone, in pratica aggiunse il potere temporale alla giurisdizione spirituale sulla diocesi, dando inizio al cosiddetto ''Feudo vescovile''.<br> Con privilegio emanato il 13 giugno 944 [[papa Marino II]] concesse in feudo a Giovanni II, vescovo di Adria, i possedimenti della chiesa adriese, fra cui l'isola ''qui vocatur Hadriana''.<br> Inoltre [[Ottone I del Sacro Romano Impero|Ottone I]] nel [[963]] istituì le figure dei [[Avvocazia|vescovi-conti]].
 
==Cronotassi dei vescovi==
La situazione non cambiò molto da queste parti durante il periodo dell'[[Regno d'Italia (888-1024)|anarchia feudale]] che vide tra l'altro i regni italici di [[Berengario del Friuli|Berengario I]] e [[Berengario II di Ivrea|II]].<br> Nel [[1111]] i possedimenti di [[Matilde di Canossa]], nominata Regina d'Italia e Vicaria Papale da [[Enrico V del Sacro Romano Impero|Enrico V]], lambirono il Po, quasi sovrapponendosi ai confini del preesistente Esarcato.<br> Il territorio formalmente era divenuto 'Ducatus' <ref>Nel significato Longobardo del termine [[Duca (Longobardi)|Duca]]</ref> sin dal 984 per concessione di [[Papa Giovanni XIV]], dietro compenso, a [[Canossa (famiglia)|Tedaldo di Canossa]].<br> Il potere dei vescovi, stante anche la stretta alleanza col Papa di Matilde, rimasero forti. La giurisdizione temporale di Ariano del Vescovo di Adria è riscontrata sin dal [[1054]].<br>
;Diocesi delle Isole Fortunate
In quell'anno la ''curtis Hadriana'' viene confermata dall'imperatore [[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]] al vescovo. <ref>Fonte:http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=10879</ref>
* Bernardo Font, [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|O.Carm.]] † (7 novembre [[1351]] - 27 giugno [[1354]] nominato vescovo di [[Diocesi di Santa Giusta|Santa Giusta]])
** Bartolomé, [[Ordine dei Frati Predicatori|O.P.]] † (2 marzo [[1361]] - [[1362]]) (vescovo eletto)
;Diocesi di Telde e delle Isole Canarie
* Bonanat Tarí, [[Ordine dei Frati Minori|O.F.M.]] † (2 luglio [[1369]] - [[1392]] deceduto)
** Jaime Olzina, O.P. † (31 gennaio [[1392]] - dopo il [[1411]]) (vescovo non residenziale)<ref name = olzina />
;Diocesi di Rubicón e delle Isole Canarie
* Alfonso Sanlúcar de Barrameda, O.F.M. † (7 luglio [[1404]] - 2 aprile [[1417]] dimesso)<ref>Secondo Eubel (vol. I, p. 304) è nominato vescovo titolare della ''ecclesia Libariensis''.</ref>
* Mendo de Viedma, O.F.M. † (2 aprile [[1417]] o [[1418]] - [[1431]] deceduto)
* Fernando de Talmonte, [[Ordine di San Gerolamo|O.S.H.]] † (1º ottobre [[1431]] - [[1436]] deceduto)
* Francisco de Moya, O.F.M. † (26 settembre [[1436]] - [[1441]] dimesso)
* Juan Cid † ([[1449]] - [[1459]] deceduto)
* Roberto † (7 novembre [[1459]] - [[1460]])
* Diego López de Illesca † ([[1460]] - [[1468]] ritirato)<ref>Al posto di Diego López de Illesca, menzionato da Gams, Eubel elenca Angelo, senza alcuna indicazione cronologica.</ref>
* Martín de Rojas, O.S.H. † (17 marzo [[1468]] - [[1470]] dimesso)<ref>Così Eubel. Secondo Gams, Martín de Rojas fu nominato vescovo di [[Diocesi di Zamora (Spagna)|Zamora]].</ref>
* Juan de Sanlúcar, O.F.M. † (10 dicembre [[1470]] - [[1474]])
* Juan de Frías † ([[1474]] - [[1485]] deceduto)
;Diocesi delle Isole Canarie
* Miguel López de la Serna, O.F.M. † (29 marzo [[1486]] - [[1488]] o [[1490]] deceduto)
** ''Sede vacante (1490-1496)''
* Diego de Muros † (27 giugno [[1496]] - 4 aprile [[1505]] nominato vescovo di [[Diocesi di Mondoñedo-El Ferrol|Mondoñedo]])
* Pedro López Ayala † (20 ottobre [[1507]] - febbraio [[1513]] deceduto)
* Fernando Vázquez de Arce † (20 maggio [[1513]] - circa [[1520]] deceduto)
* Luis Cabeza de Vaca † (11 marzo [[1523]] - 22 giugno [[1530]] nominato vescovo di [[diocesi di Salamanca|Salamanca]])
* Pedro Fernández Manrique † (22 giugno [[1530]] - 14 dicembre [[1530]] nominato vescovo di [[Diocesi di Ciudad Rodrigo|Ciudad Rodrigo]])
* Juan de Salamanca, O.P. † (6 marzo [[1531]] - [[1538]] deceduto)
* Alonso Ruiz de Virués, [[Ordine di San Benedetto|O.S.B.]] † (12 agosto [[1538]] - 19 gennaio [[1545]] deceduto)
* Antonio de la Cruz, O.F.M. † (7 dicembre [[1545]] - [[1550]] deceduto)
* Francisco de la Cerda Córdoba, O.P. † (19 gennaio [[1551]] - 14 novembre [[1551]] deceduto)
* [[Melchor Cano]], O.P. † (12 settembre [[1552]] - [[1554]] dimesso)
* Diego Deza Tello † (30 aprile [[1554]] - 26 aprile [[1566]] nominato vescovo di [[Diocesi di Coria|Coria]])
* Bartolomé Torres † (15 maggio [[1566]] - 1º febbraio [[1568]] deceduto)
* Juan de Arzolarás, O.S.H. † (17 settembre [[1568]] - 7 maggio [[1574]] deceduto)
* Cristóbal Vela Tavera † (15 dicembre [[1574]] - 27 maggio [[1580]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Burgos|Burgos]])
* Fernando Rueda † (22 giugno [[1580]] - 17 giugno [[1585]] deceduto)
* Fernando Suárez Figueroa † (22 giugno [[1587]] - 26 marzo [[1597]] nominato vescovo di [[Diocesi di Zamora (Spagna)|Zamora]])
* Francisco Martínez de Cenicero † (14 aprile [[1597]] - 13 agosto [[1607]] nominato vescovo di [[Diocesi di Cartagena|Cartagena]])
* Francisco de Sosa, O.F.M. † (3 settembre [[1607]] - [[1610]] dimesso)
* Juan Nicolás Carriazo † (26 aprile [[1610]] - 10 ottobre [[1611]] nominato vescovo di [[Diocesi di Guadix|Guadix]])
* Lope Velasco Valdivieso † (14 novembre [[1611]] - 29 ottobre [[1613]] deceduto)
* Antonio Corrionero † (6 ottobre [[1614]] - 17 maggio [[1621]] nominato vescovo di [[Diocesi di Salamanca|Salamanca]])
* Pedro Herrera Suárez, O.P. † (7 giugno [[1621]] - 27 giugno [[1622]] nominato vescovo di [[Diocesi di Tui-Vigo|Tuy]])
* Juan Guzmán, O.F.M. † (11 luglio [[1622]] - 6 ottobre [[1627]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Tarragona|Tarragona]])
* Cristóbal de la Cámara y Murga † (15 novembre [[1627]] - 7 maggio [[1635]] nominato vescovo di [[Diocesi di Salamanca|Salamanca]])
* Francisco Sánchez Villanueva y Vega † (9 luglio [[1635]] - [[1651]] dimesso)
* Rodrigo Gutiérrez de Rozas † (3 luglio [[1651]] - [[1658]] deceduto)
* Juan de Toledo, O.S.H. † (9 giugno [[1659]] - 12 gennaio [[1665]] nominato vescovo di [[Diocesi di León (Spagna)|León]])
* Bartolomé García Jiménez † (16 marzo [[1665]] - 14 giugno [[1690]] deceduto)
* Bernardo de Vicuña Zuazo † (12 novembre [[1691]] - 31 gennaio [[1705]] deceduto)
* Juan Ruiz Simón † (22 febbraio [[1706]] - 6 giugno [[1712]] deceduto)
* Lucas Conejero Molina † (28 maggio [[1714]] - 26 giugno [[1724]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Burgos|Burgos]])
* Félix Bernuy Zapata y Mendoza † (20 novembre [[1724]] - 23 maggio [[1730]] deceduto)
* Pedro Manuel Dávila Cárdenas † (6 agosto [[1731]] - 19 dicembre [[1738]] nominato vescovo di [[Diocesi di Plasencia|Plasencia]])
* Juan Francisco Guillén † (30 settembre [[1739]] - 15 marzo [[1751]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Burgos|Burgos]])
* Valentín Moran Menéndez, [[Ordine di Santa Maria della Mercede|O. de M.]] † (15 marzo [[1751]] - 20 maggio [[1761]] dimesso)
* [[Francisco Javier Delgado Benegas]] † (25 maggio [[1761]] - 19 dicembre [[1768]] nominato vescovo di [[Diocesi di Sigüenza-Guadalajara|Sigüenza]])
* Juan Bautista Cervera, [[Frati Minori Scalzi|O.F.M.Disc.]]. † (12 giugno [[1769]] - 12 maggio [[1777]] nominato vescovo di [[Diocesi di Cadice e Ceuta|Cadice]])
* Joaquín Herrera Bárcena, [[Ordine Cistercense|O.Cist.]] † (1º marzo [[1779]] - [[1783]] deceduto)
* Antonio Martínez de la Plaza † (14 febbraio [[1785]] - 29 novembre [[1790]] nominato vescovo di [[Diocesi di Cadice e Ceuta|Cadice]])
* Antonio Tavira Almazán, [[Ordine di Santiago|O.S.]] † (11 aprile [[1791]] - 27 giugno [[1796]] nominato vescovo di [[Diocesi di Osma-Soria|Osma]])
* Manuel Verdugo Albiturría † (27 giugno [[1796]] - 7 luglio [[1818]] deceduto)
* Manuel Bernardo Morete Bodelón † (27 settembre [[1824]] - 21 marzo [[1825]] nominato vescovo di [[Diocesi di Astorga|Astorga]])
* Fernando Cano Almirante, O.F.M. † (19 dicembre [[1825]] - 22 settembre [[1826]] deceduto)
* Bernardo Martínez Carnero † (21 maggio [[1827]] - 26 gennaio [[1833]] deceduto)
* [[Judas José Romo y Gamboa]] † (20 gennaio [[1834]] - 17 dicembre [[1847]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Siviglia|Siviglia]])
* Buenaventura Codina Augerolas, [[Congregazione della Missione|C.M.]] † (17 dicembre [[1847]] - 18 novembre [[1857]] deceduto)
* [[Joaquín Lluch y Garriga]], [[Ordine dei Carmelitani Scalzi|O.C.D.]] † (27 settembre [[1858]] - 13 marzo [[1868]] nominato vescovo di [[Diocesi di Salamanca|Salamanca]])
* José Maria de Urquinaona y Vidot † (22 giugno [[1868]] - 15 luglio [[1878]] nominato vescovo di [[Arcidiocesi di Barcellona|Barcellona]])
* José Proceso Pozuelo y Herrero † (28 febbraio [[1879]] - 26 giugno [[1890]] nominato vescovo di [[Diocesi di Segovia|Segovia]])
* José Cueto y Díez de la Maza, O.P. † (1º giugno [[1891]] - 17 agosto [[1908]] deceduto)
* Adolfo Pérez y Muñoz † (29 aprile [[1909]] - 18 luglio [[1913]] nominato vescovo di [[Arcidiocesi di Mérida-Badajoz|Badajoz]])
* Ángel Marquina y Corrales † (18 luglio [[1913]] - 6 settembre [[1922]] nominato vescovo di [[Diocesi di Guadix|Guadix]])
* [[Miguel de los Santos Serra y Sucarrats]] † (14 dicembre [[1922]] - 16 gennaio [[1936]] nominato vescovo di [[Diocesi di Segorbe-Castellón de la Plana|Segorbe]])
* Antonio Pildáin y Zapiáin † (18 maggio [[1936]] - 15 dicembre [[1966]] ritirato)
* José Antonio Infantes Florido † (20 luglio [[1967]] - 25 maggio [[1978]] nominato vescovo di [[Diocesi di Cordova|Cordova]])
* Ramón Echarren Istúriz † (27 novembre [[1978]] - 26 novembre [[2005]] ritirato)
* Francisco Cases Andreu, dal 26 novembre [[2005]]
 
==Statistiche==
[[Enrico III del Sacro Romano Impero|Enrico III]] Imperatore la confermò al Vescovo adriese Benedetto descrivendola in questo modo: ''De Curle quae dicitur Adriana cum aquis, terris, paludibus et sylvis, [[ripatico]], [[teloneo]], salinis, a Gauro policino''<ref>Terre paludose del Goro, o "Polesine", terra emersa dalla palude.</ref> ''usque ad Aquam quae vocatur Conchayatula, et praedictam Aquam usque ad Canale cui dicitur Caucomanco, et inde usque in Satissa ex tribus giris Rafare vel Corbula Aurcliaca Sicea et Campo Coronato vel tomba Boniola perveniente per aquam quae vocatur Portus Laureti seu Aquam quae vocatur Anguillaria major et Anguillaria minor seu Aquam de Cornu seu in litore ad usum piscandi''.
La diocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 1.098.406 persone contava 933.645 battezzati, corrispondenti all'85,0% del totale.
{{tabella dati diocesi}}
|-
| 1950 || 375.911 || 376.046 || 100,0 || 198 || 146 || 52 || 1.898 || || 112 || 497 || 111
|-
| 1970 || 590.020 || 591.976 || 99,7 || 292 || 221 || 71 || 2.020 || || 101 || 632 || 129
|-
| 1980 || 656.000 || 663.000 || 98,9 || 271 || 203 || 68 || 2.420 || || 123 || 783 || 146
|-
| 1990 || 793.212 || 803.392 || 98,7 || 253 || 187 || 66 || 3.135 || || 112 || 818 || 150
|-
| 1999 || 820.530 || 862.955 || 95,1 || 259 || 197 || 62 || 3.168 || 1 || 83 || 602 || 327
|-
| 2000 || 830.500 || 881.350 || 94,2 || 264 || 202 || 62 || 3.145 || 1 || 85 || 596 || 327
|-
| 2001 || 830.500 || 881.350 || 94,2 || 238 || 194 || 44 || 3.489 || 1 || 63 || 599 || 327
|-
| 2002 || 892.198 || 924.558 || 96,5 || 272 || 208 || 64 || 3.280 || 1 || 101 || 490 || 295
|-
| 2003 || 800.677 || 924.558 || 86,6 || 269 || 205 || 64 || 2.976 || 1 || 101 || 490 || 296
|-
| 2004 || 832.665 || 979.606 || 85,0 || 256 || 185 || 71 || 3.252 || 1 || 105 || 488 || 296
|-
| 2006 || 860.139 || 1.011.928 || 85,0 || 249 || 186 || 63 || 3.454 || 1 || 143 || 425 || 296
|-
| 2013 || 935.610 || 1.100.813 || 85,0 || 211 || 173 || 38 || 4.434 || || 74 || 411 || 298
|-
| 2016 || 933.645 || 1.098.406 || 85,0 || 205 || 166 || 39 || 4.554 || || 64 || 385 || 298
|}
 
==Note==
La [[Rotta di Ficarolo]]<ref> In realtà un susseguirsi di rotte in quegli anni, non governate.</ref> del [[1152]] <ref>Il [[Delta del Po]] è sempre stato soggetto allo spostamento verso nord per un complesso di fenomeni geologici, uno dei quali è stato il maggior apporto di sedimenti dagli affluenti appenninici rispetto a quelli alpini; questi infatti depositano parte del materiale in sospensione nei laghi alpini che attraversano prima di raggiungere il Po.</ref> sconvolse la morfologia del territorio, determinando tra l'altro la separazione di [[Berra]] dal territorio veneto, la separazione di Corbola da Adria, unendola con Ariano nell'isola omonima, creando il ramo del Po di Tramontana.<br> Venne così accentuata la funzione di linea di confine naturale del Po di [[Goro]], che da allora venne chiamato anche 'Po di Ariano', divenendo negli anni successivi la via d'acqua più transitata man mano che si interravano progressivamente il [[Primaro (Po)|Po di Primaro]] e il [[Po di Volano]], sino al '[[taglio di Porto Viro]]' tra il 1600 e il 1604.<ref>Il Po di Goro è stato confine ufficiale tra due territori sovrani solo tra Austria e Stato Pontificio. Tuttavia lo spostarsi progressivo del confine nord/est tra Venezia e gli Estensi prima dalla bassa padovana all'Adige, poi all'Adigetto e al Canalbianco, di fatto spostarono investimenti Estensi, come il progettato porto e la città di Alcina, sulla riva sud del Po di Goro (Mesola e Po dell'Abate), rendendo gradualmente confine di fatto il Po di Goro.</ref>
<references/>
 
==Bibliografia==
[[Obizzo I d'Este|Obizzo d'Este]] nel [[1163]] aiutò il padre di Enrico VI, [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico Barbarossa]], durante la sua terza discesa in Italia, dividendo anche i possedimenti pontifici approfittando delle rivalità tra [[guelfi]] e [[ghibellini]].<br>
*[http://books.google.co.uk/books?id=j00tTWnFgCYC&pg=PA52&sig=ACfU3U0LDTRD1VcIgF4v3t4D71ciHA-IEQ#PPA51,M1 El plan de las afortunadas islas del Reyno de Canarias], 1996, pp.&nbsp;51–52
Ariano, assieme a gran parte del territorio che divenne poi il [[Comune]] <ref>Comune nell'accezione medioevale del termine; città fortificata che comandava nei territori circostanti, divenuta poi [[Signoria]].</ref> di Ferrara, fu consegnato nel [[1195]] da [[Enrico VI del Sacro Romano Impero|Enrico VI]] agli [[Estensi]], per avergli garantito (assieme ai Comuni del nord) la neutralità durante la sua discesa verso il meridione d'Italia. In particolare [[Azzo VI d'Este|Azzo VI]] andò ad ossequiare l'imperatore Enrico VI mentre si trovava a [[Piacenza]] ed in quella occasione gli fu offerto un nuovo feudo dal Vescovo di Adria: ''...quell'isola tra le foci del Po che chiamasi Ariano.'''<ref>Fonte: Storia di Este e del suo territorio -di Gaetano Nuvolato, Domenico Coletti, pag. 291 -Este 1851.</ref>
* {{la}} Pius Bonifacius Gams, [http://www.wbc.poznan.pl/dlibra/doccontent?id=65154&dirids=1 ''Series episcoporum Ecclesiae Catholicae''], Leipzig 1931, pp.&nbsp;22–23 e 474
 
* {{la}} Konrad Eubel, ''Hierarchia Catholica Medii Aevi'', [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002716&mediaType=application/pdf vol. 1], pp.&nbsp;285, 426 e 476; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002717&mediaType=application/pdf vol. 2], p.&nbsp;226; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002718&mediaType=application/pdf vol. 3], pp.&nbsp;149–150; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002719&mediaType=application/pdf vol. 4], p.&nbsp;132; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol05eubeuoft#page/140/mode/1up vol. 5], p.&nbsp;140; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol06eubeuoft#page/144/mode/1up vol. 6], p.&nbsp;144
A quei tempi ad Ariano si ergeva un [[castello]] medioevale. Era situato in prossimità di San Basilio, quasi alla confluenza della antica via Popilia con la strada per Ariano, lungo un canale navigabile, solo in parte coincidente con l'attuale scolo Brenta. Era nella posizione ideale per il controllo dei traffici e la conseguente esazione di tasse. Di esso non ne è rimasta traccia, anche se nel XIX secolo era ancora visibile ancorché non più utilizzato. Il 27 dicembre 1195 nel ''Castro Adriani'' venne stipulato (in pratica ratificato) l'acquisto dei terreni dell'[[Episcopato]] Adriese, ...''salve le decime, i beni delle Chiese, e certo dritto nel bosco''..., da parte di Azzo VI d'Este, a rogito del Notaro Manfredino, in presenza di Guglielmo [[Arcivescovo]] di Ravenna; riconoscendo nello stesso atto i precedenti diritti avuti dall'Imperatore. Si parla infatti nel rogito: ''... secundum quod sui antecessoret tenuerunt et possederunt a dicto Episcopato Adriensi etc. ''.
 
Nel [[1208]] invece Azzo VI d'Este fu legittimato da [[Papa Innocenzo III]] a governare anche questi territori, come ricompensa per l'adesione alla lega promossa dal [[Papa|Pontefice]] contro [[Ottone IV del Sacro Romano Impero|Ottone IV]] Imperatore.<ref>Papa Innocenzo III, approfittando delle lotte per la successione di Enrico VI aveva nel frattempo ristabilito l'autorità papale sin dal 1197 sugli ex feudi pontifici.</ref>
 
Nell'investitura del [[1220]] che l'Imperatore [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II di Hohenstaufen]] diede ad [[Azzo VII d'Este]] vengono tra l'altro citate: ''Calaone, Cero, Baone , Rovigo , Adria , Ariano'' etc.
Tra il [[1222]] e il [[1240]] vi furono le lotte tra il Papa e le città della [[Lega Lombarda]] contro Federico II di [[Svevia]] nel tentativo di aumentare il suo potere in Italia. Alla fine Azzo VII si riappropriò dei domini estensi.
 
Le vicende legate alla successione di [[Azzo VIII|Azzo VIII d'Este]] <ref>Nel 1306 Azzo VIII, in cambio dell'aiuto di Venezia contro Bologna, Mantova e Verona, dovette accettare un [[Visdomino]] veneziano a Ferrara.</ref> che portarono alla [[Guerra di Ferrara (1308-1309)|guerra]] nel [[1308]] videro le truppe della [[Serenissima]] occupare anche Ferrara, successivamente sconfitte da quelle del Papa. Il ritorno della [[signoria]] estense a [[Obizzo III d'Este|Obizzo III]] avvenne solo nel [[1317]].
 
Nel [[1328]] il Principe [[Bertoldo d’Este]] († [[1343]])<ref>Fonte:http://www.prolocoeste.it/Pagine/Italiano/Medioevo3_i.asp</ref>
, [[Marca anconitana|Marchese di Ancona]] <ref> In realtà gli Estensi avevano da molto tempo perduto quei territori; tuttavia ancora per qualche anno negli atti pubblici venivano registrati aggiungendo anche quell'appellativo.</ref> e Signore del Castello e distretto di Ariano concesse uno [[Statuto]]; (in quell'anno Obizzo III d'Este era [[Marchese]] di [[Ferrara]]).
 
Nel [[1471]] vi fu il passaggio del [[Marchese|Marchesato]] al [[Ducato di Ferrara]], compresi i territori facenti parte della [[Transpadana Ferrarese]], col benestare di Papa [[Paolo II]].
 
Con la pace di [[Bagnolo]] del [[7 agosto]] [[1484]] [[Ercole I d'Este]] riebbe Ariano assieme a Adria, Corbola, [[Melara]], [[Castelnuovo]], [[Ficarolo]] e [[Castelguglielmo]], perduti con la [[Guerra di Ferrara (1482-1484)|guerra del sale]] contro Venezia; ma perdendo tutti gli altri territori a nord-est del Po (il 'Bassopolesine' <ref>Per Bassopolesine si intendevano le parti di territorio allora esistenti di Loreo, Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po (allora era solo la frazione di Mazzorno destro).</ref> ed il 'Polesine di Rovigo'). <ref>Fonte:http://www.storiaviva.it/arruolamento_compagnia_di_san_pietro/guerra_del_sale_1482_1484_375.htm</ref>
 
Nel [[1509]] durante la [[Guerra della Lega di Cambrai|Guerra della Lega Santa]] le truppe della Serenissima occuparono anche queste parti nel corso delle operazioni militari per combattere il Duca [[Alfonso I d'Este]], alleato dei francesi. Le vicende relative ai successivi ribaltamenti di alleanze fecero si che le truppe pontificie (e alleati) presidiassero queste zone sino al [[1530]], quando ritornarono in possesso a Alfonso I d'Este solo grazie a [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]].
 
Il confine fu più volte messo in discussione; il [[Duca]] [[Alfonso II d'Este|Alfonso II]] d'[[Estensi|Este]] combatté contro Venezia anche nel [[1585]] e [[1586]], nonostante che nel [[1559]] la [[pace di Cateau-Cambrésis]] avesse tra l'altro nuovamente confermato i confini esistenti dei territori a sud del Po tra Serenissima e Estensi.
 
Nel [[XVI secolo]] la Serenissima, all'apice della sua potenza, occupò stabilmente solo parte del territorio; i maggiori centri abitati del Comune rimasero sotto il controllo di Ferrara. Due grandi fabbricati, originariamente adibiti anche a magazzini dagli Estensi, attorniano tutt'ora la piazza al centro del capoluogo.
 
Il [[27 ottobre]] [[1597]], alla morte di Alfonso II d'Este, che non aveva lasciato eredi diretti, Papa [[Clemente VIII]] annette l'intero [[Ducato di Ferrara]] allo [[Stato Pontificio]] in quanto il territorio stesso era [[feudo]] pontificio; non accettando la successione da Alfonso al cugino [[Cesare d'Este]], anche se la stessa precedentemente era stata riconosciuta dall'Imperatore [[Rodolfo II del Sacro Romano Impero|Rodolfo II]].
 
Nel [[1598]], nonostante Ariano avesse optato per Venezia, rimase soggetta all'Autorità dello Stato Pontificio, governata dal [[Cardinale]] [[Legato Pontificio|Legato]].
 
Il [[15 aprile]] [[1749]] venne stipulato un trattato tra Papa [[Benedetto XIV]] e il [[Doge]] [[Pietro Grimani]] e nel 1751 fu completata l’opera di demarcazione del confine dell’Isola di Ariano con la posa di grandi pilastri formati da mattonelle in cotto, uno dei quali è ancora visibile, restaurato, in località Rivà, in prossimità della congiunzione tra lo [[Canale artificiale|scolo]] Veneto e lo scolo Brenta.<br> Il territorio assegnato alla Serenissima entra a far parte nel 1749 della [[Podestà|Podestaria]] di [[Loreo]].
 
È stato confine tra la Serenissima [[Repubblica di Venezia]] e lo Stato Pontificio sino all'invasione di [[Napoleone]] Bonaparte nel [[1796]] e conseguente incorporazione nella [[Repubblica Cispadana]].
Il 9 luglio [[1797]] si trovò a far parte della [[Repubblica Cisalpina]] in seguito alla fusione della Repubblica Cispadana con la [[Repubblica Transpadana]] in ottemperanza ad un altro editto napoleonico.
Nel [[1797]] con lo scioglimento della [[prima coalizione]] antifrancese fu stipulato il [[Trattato di Campoformio]], con il passaggio degli ex territori della Serenissima all'[[Impero austriaco]] <ref>Napoleone pretese la rinuncia al titolo di "Sacro Romano Impero".</ref> con la creazione del [[Regno Lombardo-Veneto]].
 
L'esile confine di pilastri fu abbandonato; Ariano rimase nella Repubblica Cisalpina in quanto l'art. 6 del trattato portava il confine est con l'Austria lungo il corso del ''Tartaro-Canalbianco-gran Po'' (Po di Venezia).
 
Dal [[26 gennaio]] [[1802]] Ariano si trovò a far parte della [[Repubblica Italiana (1802-1805)|Repubblica Italiana]] e dal [[18 marzo]] [[1805]] fino all'aprile 1814 nel [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] con Napoleone Bonaparte prima Presidente e poi Re.<br>
Amministrativamente era incorporato nel [[Dipartimento del Basso Po]], distretto II di Comacchio, con capoluogo [[Ferrara]],<ref> Con legge della Consulta legislativa del 23 fiorile anno IX repubblicano (1800), pubblicata dal 2 giugno 1800. Nel decreto napoleonico sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno dell'8 giugno 1805, n.46 il comune viene inserito nel dipartimento del Basso Po, distretto II di Comacchio, cantone II di Codigoro.</ref> e dal [[22 dicembre]] [[1807]] nel [[Dipartimento dell'Adriatico]] con capoluogo [[Venezia]].
 
Il 13 ottobre 1812 una rotta dell'argine del Po allagò tutta l'isola.<ref>Fonte: Corografia dell'Italia - Giovanni B. Rampoldi-pag 119 vol.I</ref>
Sconfitto Napoleone, dopo la [[Restaurazione]] operata dal [[Congresso di Vienna]], dal 1814 Ariano fece parte dell'[[impero austro-ungarico]], nel [[Regno Lombardo-Veneto]], col nuovo confine sud/est con lo Stato Pontificio sceso dal Po di Venezia al Po di Goro.<br> Da allora il paese visse sotto il dominio austriaco, nel Regno Lombardo-Veneto, capoluogo del [[Distretto di Ariano (nel Polesine)|Distretto di Ariano]], nella [[Prefettura]] di [[Rovigo]]. <ref>La sovrana patente del 7 aprile 1815 sull'istituzione del Regno del Lombardo Veneto include Ariano nella provincia di Venezia, capoluogo del Distretto VI.</ref>
 
Tra il 1 novembre 1816 ed il 9 febbraio 1817 Ariano Austriaco ed il prospiciente Ariano Pontificio furono colpiti da una epidemia di [[tifo petecchiale]] che provocò 29 morti; come risultante dagli atti del soppresso Comune di [[Mesola|Massenzatica]].<ref>Fonte: Gianfranco Cori. ''Massenzatica, dal Comune al CUM'' -pag. 245.</ref>
 
Il nuovo compartimento territoriale delle province venete, pubblicato con dispaccio 40285/3945 del 2 novembre 1845 dell'Amministrazione austriaca, Ariano, con le frazioni di Gorino, Rivà e S. Maria in Punta, rimane incluso nella provincia di Venezia, distretto VI di Ariano.
 
Con la sovrana risoluzione del 28 gennaio 1853, che definisce il compartimento territoriale delle provincie venete attivato col 1 luglio 1853, Ariano viene inserito nella provincia di Rovigo, mantenendo la funzione di capo distretto. Tale situazione non cambia fino alla fine della dominazione austriaca.
 
Il 23 giugno 1866 ebbe inizio la [[Terza guerra di indipendenza]] e l'abbandono definitivo del territorio da parte delle truppe austriache incalzate da quelle [[Regio Esercito|sabaude]] del Generale [[Enrico Cialdini|Cialdini]], comandante dell'armata schierata a sud del Po, che aveva iniziato le operazioni militari con l'attraversamento del [[Po di Goro]] da Mesola a Rivà. Fu cosi' il primo [[Comune]] del Veneto ad essere liberato ed annesso col successivo [[Plebiscito]] del 21 ottobre al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. Lo stesso giorno il [[Sindaco]] Vito Violati Tescari sventolò la bandiera [[Bandiera italiana|tricolore]] sulla piazza principale. Le vicende successive alla sconfitta di [[Battaglia di Custoza (1866)|Custoza]] fecero si che le truppe italiane si ritirassero e rioccupassero i territori solo l'11 luglio, lasciando "terra di nessuno"" il nostro territorio durante quel breve periodo.<ref>Fonte:http://www.adsic.it/2006/10/05/custoza-la-battaglia/</ref><br>
La [[bandiera]] [[tricolore]] del [[municipio]] fu esposta come cimelio del [[Risorgimento]] alla XLIII Esposizione di [[Torino]] del [[1884]], trasferita al [[Museo del Risorgimento di Milano]] l'anno successivo.
 
Con il regio decreto del 13 ottobre 1866 il Comune entra a far parte della Provincia di Rovigo.
 
Nel [[1866]], quando Ariano fu unita alla madre patria, per distinguerla dalle altre Ariano ([[Ariano Irpino]] in [[Campania]], [[Mesola|Ariano]] in [[provincia di Ferrara]]), si pensò di chiedere al competente organo di Governo che accanto al nome venisse aggiunto “Nel [[Polesine]]”.
Tale provvedimento venne assunto il [[13 marzo]] [[1867]]; Con R.D. 7 luglio 1867 n. 3507 la richiesta venne accolta e pubblicata sulla [[Gazzetta Ufficiale]].
 
Nel 1888 i locali annessi alla antica [[stazione]] di [[posta]] furono adibiti a [[locanda]], che nel tempo divenne poi albergo/ristorante sito nella via centrale del capoluogo.
 
L'11 gennaio 1911 un [[incendio]] danneggiò il palazzo municipale e distrusse gli archivi dell'[[Anagrafe]] che furono successivamente ricostruiti.
 
L'antivigilia di Natale 1995 furono definitivamente traslocati gli uffici nell'attuale sede, nella centrale Piazza Garibaldi, sottoposta a importanti lavori di restauro conservativo. Gli uffici erano provvisoriamente ospitati presso le Scuole Elementari del capoluogo sin dall'estate del 1987.
 
===Eroi di guerra===
- Joâo Turolla, [[sottotenente]] [[artiglieria]] [[alpino|alpina]], medaglia d'oro al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine il 26/7/1915, caduto sul fronte greco/albanese, Eleutero, il 9 novembre 1940;<br>
- Enzo Gibin, [[partigiano]], medaglia d'oro al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine l'1/1/1926, ucciso a [[Borgomanero]] (NO) il 23 febbraio 1945; l'episodio è però ricordato come l'eccidio di [[Cressa]];<ref>Fonte:http://www.resistenzanovarese.it/cressa.php</ref><br>
- Enos Fusetti, sottotenente [[fanteria]], medaglia d'argento al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine il 27/11/1917, caduto sul fronte greco, quota 1540 Mali Scindeli, il 14 febbraio 1941;
 
===Caduti in guerra===
* Durante la [[Prima guerra mondiale|Guerra 1915-1918]] Ariano nel Polesine conta 141 caduti-dispersi. <ref> Fonte: ''Morire per la Patria - I Caduti polesani nella guerra 1915-1918'', Daniela Baldo - edizioni Minelliana - Badia Polesine 2002;</ref>
 
===Persone famose===
Padre Antonio Clemente (Albino Vicentini al [[Secolarismo|secolo]]) è stato un [[frate]] [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|cappuccino]] e [[predicatore]]. Tra tanti incarichi ricoperti ha anche presieduto il [[Capitolo (canonici)|capitolo]] provinciale Veneto. Era nato nella frazione di S.Maria in Punta il 22 gennaio 1904 e morto a Padova il 28 marzo 1986. È sepolto nel cimitero di Santa Maria in Punta.<br> La piazza antistante alla locale [[Chiesa (architettura)|Chiesa]] [[Arte romanica|romanica]] è intitolata a suo nome. <ref>Fonte:Il Gazzettino 24/3/2009-Cronaca di Rovigo, pag.XIII</ref>
 
==Economia, commercio e mercati==
Nei tempi antichi la natura dei luoghi determinava direttamente l'economia. L'ambiente paludoso era alimentato dal Po che apportava [[sedimenti]] fertilissimi, utili sia per l'[[agricoltura]] che per lo sviluppo dell'[[allevamento]]; d'altro canto la mancanza di opere per l'irreggimentazione delle acque lasciava le comunità in balia dei mutamenti del corso del fiume causati dalle repentine variazioni di portata.<br> Il versante interno del cordone [[dune|dunoso]] litoraneo offriva una maggiore sicurezza per la costruzione di abitazioni, oltre a prestarsi per l'ormeggio dei natanti e consentire oltre la [[pesca]] anche una attività [[commercio|commerciale]]. Per questo i primi insediamenti in [[muratura]] arianesi si trovano a San Basilio, sopraelevati dal piano campagna circostante, con un [[molo]] nelle vicinanze.<br> Anche la via Popilia, in epoca successiva, percorreva il versante a monte delle dune costiere.<br> Gli allagamenti, quasi stagionali, provocavano lutti, [[carestie]], e distruzione degli agglomerati abitativi costruiti in legno e [[canna]] palustre. Le ultime abitazioni in canna furono sostituite da altre più adeguate solo nel XIX secolo, sotto l'amministrazione austriaca.
 
Le paludi stagnanti erano l'habitat ideale per la zanzara ''[[Anopheles]]'', vettore della [[malaria]], [[Endemia|endemica]] fino al XX Secolo, <ref> La malaria è ancora oggi la seconda malattia infettiva al mondo. L'eradicazione della zanzara ''Anopheles'' è stata favorita anche dall'inquinamento che ha provocato la sua sostituzione con la variante innocua delle specie ''[[Culex pipiens]]''.</ref> che contribuiva a falcidiare le piccole comunità residenti.<br> Una conferma viene dalla descrizione che Giovanni B.Rampoldi fa di Ariano nella sua 'Corografia dell'Italia' pubblicata nel 1831: ''Alquanto insalubre è l'aere che vi si respira; e quindi, comprensivi alcuni casolari dei dintorni, vi si annoverano poco più di duemila abitanti.''
 
Una risorsa largamente disponibile era l'[[argilla]], sfruttata sin dall'antichità. La rigogliosa [[Foresta inondata|foresta planiziale]] allora esistente forniva legno per la cottura, per la realizzazione di [[imbarcazioni]] e per le altre necessità. Lo stanziamento presso le dune litoranee forniva maggiore protezione dalle alluvioni ed una minore diffusione della malaria dovuta alle repentine modifiche della salinità. La salinità però causava la deflocculazione delle argille rendendone impossibile l'utilizzo; la stessa era causa inoltre di gravi problemi all'attività agricola, obbligando così ad un'attività di scambio continuativo con le comunità che si trovavano più all'interno.<br> Questa necessità fu assecondata anche dalla costruzione di piccoli canali, chiamati ''fosse'', che, oltre a costituire le prime opere di bonifica, permettevano le comunicazioni stante l'impossibilità di poter contare su affidabili vie di terra.<br>Durante il periodo imperiale romano le attività di [[centuriazione]] e bonifica ebbero maggiore impulso contestualmente alla crescita di insediamenti abitativi.<br> Queste vie d'acqua collegate con le foci del fiume divennero sempre più estese e capillari, utilizzate sino al XIX secolo anche per i viaggiatori.<br> In particolare, in epoca medioevale, dall'attuale Piazza Garibaldi al centro del capoluogo partiva un canale denominato ''Silvus Longus'', che si immetteva nel vicino Po di Goro; in quel periodo il ramo principale del Po.
 
L'importanza della lavorazione dell'argilla prosegue sino ai giorni nostri. Dopo il taglio di Porto Viro le mappe medioevali chiamano ''Po delle Fornaci'' il ''Po di Venezia'' che, ricco di sedimenti, sta rapidamente formando il nuovo delta del Po creando nuove terre. Le [[fornaci]] delle [[Golena|golene]] sono state dismesse nella seconda metà del XX secolo e rimangono grandi testimoni di [[archeologia industriale]], assieme a bietolerie e [[Zuccherificio|zuccherifici]], dismessi gradualmente e utilizzati sino agli inizi del secolo successivo.
 
Il massimo dell'espansione demografica coincise anche con la grande [[Alluvione nel Polesine|alluvione del Po]] nel [[1951]]. Il territorio dell'Isola di Ariano non ne fu coinvolto direttamente, ma il [[boom economico]] dell'Italia di quegli anni coinvolse il nostro territorio nella grande migrazione interna verso le città del [[Triangolo industriale]] [[Milano]], [[Torino]], [[Genova]].<br>
In quel periodo, grazie all'opera dell'[[Ente Delta Padano]], si realizzarono le nuove bonifiche, con frazionamento di parte del [[latifondo]], e venne introdotta al suo posto la piccola proprietà contadina a riscatto.<br> Battute di arresto si ebbero in occasione delle alluvioni che coinvolsero il territorio dovute alla rottura dell'argine sul Po di Goro: il 20 giugno 1957 in località Ca' Vendramin ed il 2 novembre 1960 in località Rivà. Allora fu costruito ed è rimasto un ulteriore argine in terra, alto circa 2 metri, che si estende dalla località San Basilio sino a Taglio di Po.
 
L'economia, fino agli [[anni 1970|anni settanta]] principalmente basata sull'[[agricoltura]], è ora prevalentemente fondata su piccole [[imprese]] [[Artigiano|artigiane]] e di [[Settore terziario|servizi]], imprese del settore [[Industria alimentare|conserviero]] e della [[Distribuzione commerciale|commercializzazione]] di prodotti della [[Pesca commerciale|pesca]]. La popolazione dedita all'agricoltura è in netto calo, anche se la superficie coltivata è molto estesa. Si assiste ad una progressiva concentrazione delle imprese agricole in mano a grandi aziende con relativa diminuzione dei [[coltivatori diretti]].
 
Nel 1987 fu chiuso definitivamente il [[Cinema]] [[Teatro]] del capoluogo.
 
Il mercato settimanale si svolge ogni lunedì nel capoluogo.
Conseguentemente i negozi non alimentari osservano la mezza giornata di chiusura il martedì' pomeriggio.
I negozi alimentari chiudono il mercoledì pomeriggio.
I negozi di ferramenta possono optare tra il martedì pomeriggio ed il sabato pomeriggio.<br>
Il Comune, facendo parte del Parco del Delta del Po, è stato riconosciuto "a prevalente economia turistica" dalla [[Regione Veneto]] con Legge Regionale 25/2/2005 n° 7, art. 7. In base a tale normativa, a seguito di richiesta rinnovata di anno in anno dall'Amministrazione Comunale, i negozi hanno la facoltà di deroga dalla chiusura infrasettimanale e festiva.
 
Il Comune è stato inserito nel progetto del Governo in collaborazione con [[Telecom Italia]] denominato "anti digital divide" tendente a portare il collegamento [[ADSL]] a [[banda larga]] in 5.000 piccoli Comuni d'Italia, utilizzando un sistema basato sull'installazione di ripetitori di onde radio a bassa frequenza. Dal 2007 tale tecnologia (il download non supera i 640 kbit/sec) è stata attivata e resa disponibile. <ref>Fonte:http://www.antidigitaldivide.org/print.php?sid=558</ref>
<ref>Fonte:http://punto-informatico.it/2367861/Telefonia/News/telecom-italia-non-anti-digital-divide.aspx</ref>
<ref>Fonte:http://www.webnews.it/news/leggi/4592/telecom-solo-pezze-contro-il-digital-divide/</ref>
<ref>Fonte:http://www.i-dome.com/flash-news/pagina.phtml?_id_articolo=12732-Telecom-Italia-e-i-progetti-Anti-Digital-Divide.html</ref>
<ref>Fonte:http://www.wholesale-telecomitalia.it/cgi-bin/wholesale.dll/wholesale/TI_WS_GuestLogin.jsp</ref>
Nel corso del 2008 è stata resa disponibile una velocità teorica di punta di 3,6 MegaByte/s
(MBps) non garantita; reale è meno della metà.<ref>Test effettuati on line con Libero (http://assistenza.libero.it/angolo_pc/speedtest.phtml).</ref>
 
==Evoluzione demografica==
{{Demografia/Ariano nel Polesine}}
I 4.719 abitanti sono così suddivisi: Maschi 2318, Femmine 2401, nuclei familiari 1832.
 
==Gemellaggi==
In ottemperanza al Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazioni n° 10 del 28/3/2002 e n° 22 del 11/6/2005, la Giunta Municipale, con provvedimento 29/12/2005 n° 256, ha deliberato il gemellaggio con:
* [[Immagine:Flag of France.svg|20px]] '''[[Pont-Sainte-Marie]]''', un comune [[Francia|francese]] di 4.936 abitanti situato nel dipartimento dell' [[Immagine:Blason département fr Aube.svg|20px]] [[Aube]], nella regione della [[Immagine:Champagne-Ardenne flag.svg|20px]] [[Champagne-Ardenne]].
 
==Parrocchie e Oratori==
Il territorio fa parte della [[Diocesi di Adria-Rovigo]], sede della [[Chiesa cattolica]] suffraganea del [[patriarcato di Venezia]] appartenente alla [[regione ecclesiastica]] [[regione ecclesiastica Triveneto|Triveneto]].
 
Le Parrocchie del Comune sono:
 
===Parrocchia di Ariano nel Polesine===
* Parrocchia "[[Madonna della Neve|Santa Maria della Neve]]"" del capoluogo.<br> È la più antica del Comune. Vi si trovano conservati anche i registri di battesimo e matrimonio a partire dall'anno 1600. Gli stessi fanno fede di atti di stato civile fino all'anno 1870, in quanto solo dall'anno successivo sono stati istituiti i registri di stato civile del Comune.
 
Nel capoluogo vi sono le chiese di Santa Maria della Neve e di San Gaetano.<br>
La chiesa di Santa Maria della Neve al suo interno contiene la Crocifissione del pittore ferrarese Giori e una copia della Madonna con Bambino di [[Benvenuto Tisi da Garofalo]] dipinta nel 1518.
 
Da via Matteotti, al centro del capoluogo, si accede ad una proprietà dove sorge una [[cappella]] privata di mt 3,50 x 7, benedetta il 18/7/1760 dal [[Vicario]] della [[Diocesi]] Jacopo Renovati, dopo che Don Nicola Camisotti ottenne il [[Breve apostolico|Breve]] da [[Papa Clemente XIII]].<br>
Sul portale vi sono due stemmi: uno estense e l'altro pontificio e la raffigurazione di un [[Angelo]]. Un anello in ferro sulla parete serviva per legare i cavalli. Giuseppe Camisotti, nipote del [[prete]] e [[speziale]] ad Ariano, ottenne la tenuta della cappella nel 1773, successivamente rimasta inutilizzata a partire dai primi anni del XX secolo.<ref>Fonte: La Piazza -aprile 2009.</ref>
 
===Parrocchia di Rivà===
* Parrocchia "San Rocco" di Rivà, ora denominata dei "S.S. Gaetano e Rocco", dopo l'incorporazione della Parrocchia di Gorino Veneto;
 
===Parrocchia di Grillara===
* Parrocchia "[[Agostino d'Ippona|S.Agostino]]" di Grillara;
 
===Parrocchia di Piano===
* Parrocchia "[[Giovanni apostolo ed evangelista|S.Giovanni Evangelista]]" di Piano;
 
===Parrocchia di Santa Maria in Punta===
* Parrocchia "[[Natività della Beata Vergine Maria]]" di Santa Maria in Punta;
 
===Parrocchia di San Basilio===
* Parrocchia "San Basilio" di San Basilio, ora incorporata nella Parrocchia di Grillara;
E' stata fondata nel IX secolo dai [[benedettini]] di [[Pomposa]]. Dop i lavori di restauro sono visibili l'antico pavimento e le murature che testimoniano le diverse fasi della costruzione.
 
===Parrocchia di Gorino===
* Parrocchia "San Gaetano" di Gorino, ora incorporata nella Parrocchia di Rivà dal 26 giugno 1986;
 
==Sagre frazionali e Fiere==
 
* Festa del compatrono e [[Sagra (festa)|Sagra]] di Ariano capoluogo, 7 agosto "[[San Gaetano di Thiene]]";
* Santa Maria in Punta: 13 giugno "[[Sant'Antonio da Padova]]";
* San Basilio: 14 giugno "[[Basilio Magno|San Basilio Vescovo]]", <br>(la tradizione è rimasta anche se il [[Concilio Ecumenico Vaticano II]], concluso nel 1965 sotto il Pontificato di [[Paolo VI]], ha spostato la memoria liturgica del santo al 2 gennaio);
* Rivà: 16 agosto "[[San Rocco|San Rocco de la Croix]]";
* Grillara: 28 agosto "[[S. Agostino]]";
* Crociara: 8 settembre "[[Natività della Beata Vergine Maria]]";
* San Bellino: 26 novembre "[[Bellino di Padova|San Bellino di Padova]]"
* Piano: durante le vacanze natalizie ha luogo un concerto nella Chiesa Parrocchiale con cori popolari;
 
(la celebrazione patronale della Parrocchia di Ariano, Santa Maria della Neve, 5 agosto, è compresa nella sagra paesana)
 
* La [[Fiera]] di Ariano, di origine [[Medioevo|medioevale]], era fissata nel mese di settembre; ma probabilmente con l'accentuarsi della devozione per San Gaetano fu anticipata al mese di agosto. <ref> Fonte: O. Turolla, ''Le Origini della Fiera di Ariano''- Il resto del Carlino, 1/8/1985.</ref><br>Di essa, nel XIX secolo, non più esente da [[dazi]] e [[gabelle]], rimase il [[mercato]] settimanale.<br> Il mercato settimanale era fissato al mercoledì<ref>Fonte:Rampoldi-Corografia dell'Italia-vol.1, pag.119</ref>, spostato al lunedì nel XX secolo.
 
==Infrastrutture==
La [[Strada Statale 309 Romea]], attraversa il Comune di Ariano nel Polesine tra le frazioni di Rivà e Piano. Il capoluogo è attraversato dalla ex [[Elenco strade statali italiane|Strada Statale 495 (di Codigoro)]] (Adria-[[Codigoro]]) in direzione nord/sud.
Quest'ultima, nel tratto veneto, è ora in gestione a [[Veneto Strade]] con la denominazione di Strada Regionale 495 Adria-Ariano nel Polesine.
 
===Trasporto pubblico===
Il sistema del [[trasporto pubblico]] del capoluogo e delle frazioni principali è servito da linee extraurbane di autobus gestite dalla [[Sogin - Sita|SITA]] che collega direttamente a nord con il capoluogo [[Rovigo]] con capolinea a [[Padova]]; con le principali località sulla direttiva nord-sud verso la [[provincia di Ferrara]] con capolinea a [[Ferrara]] e verso gli altri Comuni contigui;
 
È poi possibile contattare, dalle 5.30 alle 23.30, il servizio [[taxi|radiotaxi]] di Adria e Rovigo. Un taxi fa servizio anche nel capoluogo.
 
===Ferrovie===
Ariano nel Polesine era capolinea della parte operativa, inaugurata il 21 aprile 1933, della tratta ferroviaria [[Ferrovia Adria-Ariano Polesine|Adria-Codigoro]] (la tratta Ariano-Codigoro era ancora a livello di progetto), sino ai bombardamenti del ponte ferroviario sul Po di Venezia il [[14 luglio]] [[1944]].<ref>Fonte:http://www.biografiadiunabomba.it/bombardamenti_seconda.php</ref><ref>Fonte:http://www.italia-liberazione.it/ita/newslocale.php?rete=1</ref> Da allora la linea è stata dismessa.<br>
Le prime carrozze a carrelli, trainate dalla locomotiva a vapore, erano state appositamente realizzate e denominate "modello Ariano".
 
===Aeroporti===
Facilmente raggiungibili da Ariano nel Polesine sono gli aeroporti di [[Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale|Bologna]] (km 102), [[Aeroporto di Venezia-Tessera|Venezia]] (km 87), [[Aeroporto di Verona-Villafranca|Verona]] (km 140) e [[Aeroporto di Padova|Padova]] (Km 75), anche se quest'ultimo non effettua per ora voli regolari di linea.
 
===Attracchi fluviali===
Sul Po di Goro sono stati realizzati diversi [[Molo|attracchi]] fluviali, con fondi pubblici, ai quali si accede da rampe collegate ai [[Terrapieno|terrapieni]] arginali. Sono formati da [[Pontile|pontili]] galleggianti ancorati a palificazioni interrate. Sono presenti in località Santa Maria, Ariano nel Polesine, San Basilio, Rivà, Bacucco. Vengono utilizzati per la [[navigazione]] da [[diporto]].
 
==Sport==
Gli sport più praticati sono il [[Calcio (sport)|calcio]] (a livello maschile) e la [[pallavolo]]. È da anni presente anche una piccola società [[pugilato|pugilistica]].
 
La pallavolo femminile raggiunge la serie B1 nel campionato 2003/2004.
La pallavolo maschile raggiunge la serie B2 nel campionato 2008/2009.
 
L'Arianese Calcio gioca nel Campionato "Eccellenza" nel 2003/2004.
 
La squadra di [[Futsal|Calcio a 5]] si è classificata al secondo posto nel campionato italiano 2002/2003 Lega Nazionale UISP.
 
Nel locale palazzetto dello sport sono stati disputati i seguenti incontri di [[boxe]]:<br>
- 29/10/2004 - titolo intercontinentale maschile, categoria pesi mediomassimi, versione E.U.<br>
- 18/09/2007 - titolo mondiale femminile, categoria pesi gallo, versione W.B.C.
 
 
==Amministrazione comunale==
<!-- per inserire i dati amministrativi del Comune bisogna modificare i parametri di questa tabella -->
<!--questa tabella memorizza solo i parametri - la struttura/layout è nel template ComuniAmministrazione-->
<!--se non si sa cosa scrivere in una riga, mettere lo spazio vuoto ( )-->
<!--NON inserire ritorni a capo e NON modificare il numero delle righe-->
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco= Giovanni Chillemi <!--scrivere qui il NOME DEL SINDACO, inserire prima il nome e poi il cognome SENZA titoli-->
|DataElezione= 8/06/2009 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|mandato=2
|partito=[[centrodestra]]
|TelefonoComune= 0426 71133 <!--TELEFONO DEL CENTRALINO, usare il formato 02 12345678 cioè prefisso spazio numero telefonico-->
|EmailComune= segreteria@comune.arianonelpolesine.ro.it <!--E-MAIL del comune-->
}}
 
==Voci correlate==
* [[Diocesi di Fuerteventura]]
* [[Polesine]]
* [[DeltaSede deltitolare Podi Rubicon]]
* [[ValleSede Padusatitolare di Telde]]
* [[Ente Delta Padano]]
 
== NoteAltri progetti ==
{{interprogetto}}
<references />
 
==Bibliografia==
* Giuseppe Catalani, Lodovico Antonio Muratori. ''Annali D'Italia Dal Principio Dell'Era Volgare Sino All'Anno MDCCXLIX'' - Pubblicato da Gianbatista Pasquali, Milano [[1756]];
* Antonio Frizzi. ''Memorie per la storia di Ferrara'' - Ferrara, M DCC XCI, [[1791]];
* Jacopo Filiasi. ''Memorie storiche de' Veneti primi e secondi'' - 1^ ediz., Venezia [[1796]]-1798;
* Gustavo Cristi. ''Storia del Comune di Ariano Polesine'' - [[Padova]], [[1934]]; ristampa Ariano nel Polesine [[2008]].
* Aldo Tumiatti. ''Lotte contadine nell'Isola di Ariano'' - Rovigo, 1984;
* Ottorino Turolla. ''Statuta Terrae Adriani'' - Taglio di Po, 1986.
* Ottorino Turolla. ''San Basilio tra storia e leggenda'' - Taglio di Po, 1986.
* Ottorino Turolla. ''A t’ t’i to tuti ti, a t’ t’i to! : vocabolario della parlata arianese con riferimenti ad altri dialetti padani come contributo ad un vocabolario polesano'' - Taglio di Po, 1988 - 1993.
* Balsamo William. ''I santamarianti: storia di una comunità'' - Rovigo, 1990.
* G. Romanato. ''Chiesa e società nel Polesine di fine Ottocento. Giacomo Sichirollo (1839-1991)'' - Associazione Culturale Minelliana - Rovigo, 1991.
* M. Zunica. ''Civiltà del lavoro industriale in Polesine 1870-1940'' - Associazione Culturale Minelliana - Rovigo, 1991.
* Erminio Girardi. ''Dizionario dialettale dei vocaboli bassopolesani'' - Associazione Culturale Minelliana - Rovigo, 1991.
* Ottorino Turolla. ''L'isola di Ariano e la sua Terra'' - Taglio di Po, 1992
* Aldo Tumiatti. ''La questione del passo nell'ex frontiera austro-pontificia di Goro-Gorino (1854-1862)'' - Taglio di Po, 1992.
* Stefano Pavanati. ''Santa Maria in Punta. La Chiesa di un paese, il paese di una chiesa'' - Ariano nel Polesine, 1993.
* Erminio Girardi. ''Stare al dito. Proverbi e detti, modi di dire, frasi di uso comune del dialetto bassopolesano nel delta del Po'' - Associazione Culturale Minelliana - Rovigo, 1994.
* Balsamo William. ''Regole per il buon governo delle comunità di Corbola e di Ariano nella prima metà del Settecento'' - Associazione Culturale Minelliana - Rovigo, 1996.
* Aldo Tumiatti. ''Il distretto di Ariano tra il 1848 e il Primo Novecento'' - Taglio di Po, 1996.
* Ottorino Turolla. ''Il Convento di San Nicolò'' - Pro Loco, Ariano nel Polesine, 1997.
* autori vari. ''Il Veneto paese per paese'', Casa Editrice Bonechi, Firenze - 1997
* Tino Sega e le insegnanti della Scuola Elementare "De Amicis" 2° Circolo di Adria. ''La parola di [[Anziano|Vèci]]'' - Adria, 1997.
* Umberto Carzoli. ''Ariano nel Polesine e la sua storia'' - Taglio di Po, 1998.
* autori vari. ''Chiese e Oratori di Ariano nel Polesine'' - Taglio di Po, 2004.
* Aldo Tumiatti. ''Il Taglio di Porto Viro. Aspetti politico-diplomatici e territoriali di un intervento idraulico nel delta del Po (1598-1648)'' - Taglio di Po, 2005.
* Tino Sega. ''Poesie, tradizioni e ricordi del Polesine"'' - Corbola, 2005.
* autori vari. ''Guida Turistico Stradale del Parco Regionale Veneto del Delta del Po'' - Lugo (RA), 2006.
* autori vari. ''Enciclopedia del Polesine. Il Basso Polesine: Atlante polesano del Delta del Po'' - Rovigo, 2007.
* Tino Sega. ''Il Mondo Contadino - "Poesie, leggende e racconti del Polesine"'' - Corbola, 2007.
* Armando Parenti. ''Una voce nel coro canta il Ballo della [[Befana|Vecia]]'' - Ariano nel Polesine, 2008.
* Aldo Tumiatti. ''Comunità e Parrocchia di Ariano dal taglio di Porto Viro alla rotta di Corbola (1600-1705)'' - Taglio di Po, 2008.
* Valentino Zaghi. ''Lettere al Duce - I Polesani scrivono a Mussolini'' - Minelliana - Rovigo, 2009.
 
==Collegamenti esterni==
{{Parco regionale del Delta del Po (VE)}}
*[[Annuario pontificio]] del 2017 e precedenti, in {{Catholic-hierarchy}}
{{Provincia di Rovigo}}
*[http://www.diocesisdecanarias.org Sito ufficiale] della diocesi
* [http://www.gcatholic.org/dioceses/diocese/isla1.htm Scheda della diocesi] su [http://www.gcatholic.org/ www.gcatholic.org]
 
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