Mulini ad acqua sul fiume Olona e Diocesi delle Isole Canarie: differenze tra le pagine

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{{diocesi della chiesa cattolica
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|nome=[[Diocesi]] delle [[Isole Canarie]]
I '''mulini ad acqua sul fiume Olona''' sono degli edifici destinati all'[[Mulino ad acqua|attività molinatoria]] che sono disseminati lungo le rive del fiume [[Olona]], che scorre.
|latino=Dioecesis Canariensis
|immagine=Catedral de Las Palmas de Gran Canaria.jpg
|titolo=[[vescovo]]
|titolare=[[Francisco Cases Andreu]]
|emeriti=
|vicario=
|stato=Spagna
|ritoliturgico=[[rito romano|romano]]
|eretta=7 luglio [[1404]]
|stemma=
|mappa=Diocesisdecanarias.PNG
|mappacollocazione=Diócesis de Canarias.svg
|mappaprovincia=
|suffraganeadi=[[arcidiocesi di Siviglia]]
|battezzati=933.645
|popolazione=1.098.406
|proporzione=85,0
|sacerdotisecolari=166
|sacerdotiregolari=39
|sacerdoti=205
|battezzatipersacerdote=4.554
|diaconi=
|religiosi=64
|religiose=385
|vicariati=
|parrocchie=298
|superficie=4.111
|indirizzo=Plaza de Santa Ana 12, 35001 Las Palmas de Gran Canaria, España
|sito=www.diocesisdecanarias.org
|anno=2017
|ch=isca
|gc=isla1
}}
[[File:SepolcroFernandoRueda1585.JPG|thumb|Sepolcro del vescovo Fernando Rueda, nella chiesa dell'Immacolata Concezione di [[San Cristóbal de La Laguna]], a [[Tenerife]]]]
 
La '''diocesi delle Isole Canarie''' o '''diocesi Canariense-Rubicense''' (in [[lingua latina|latino]]: ''Dioecesis Canariensis'') è una sede della [[Chiesa cattolica in Spagna]] suffraganea dell'[[arcidiocesi di Siviglia]]. Nel [[2016]] contava 933.645 battezzati su 1.098.406 abitanti. È retta dal [[vescovo]] [[Francisco Cases Andreu]].
Conobbero il loro apice di sviluppo nel [[XVII secolo]] con la presenza, lungo le rive del fiume, di circa un centinaio di impianti molinatori<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 120">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 120}}.</ref>. In seguito, dal [[XVIII]] al [[XIX secolo]], ci fu una fase di declino, che terminò appena dopo la [[seconda guerra mondiale]], quando i mulini attivi ancora presenti sulle rive del fiume erano ormai solo una decina<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 120"/>. Con il passare dei secoli, il loro numero è progressivamente diminuito, e solo una piccola parte è giunta sino al [[XXI secolo]]. Alcuni di essi versano in stato di abbandono, mentre altri sono stati recuperati per le più svariate finalità.
 
==Territorio==
La presenza dei mulini, l'abbondanza di manodopera locale, l'esistenza di moderne e rilevanti vie di comunicazione lungo il fiume, la presenza di personalità della zona che possedevano cospicui capitali da investire e la lunga tradizione artigianale della [[Valle Olona]] permisero alle sponde del fiume, che scorre in [[provincia di Milano]] e [[Provincia di Varese|Varese]], di diventare una delle culle dell'industrializzazione italiana<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 131">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 131}}.</ref>.
La diocesi comprende le isole di [[Gran Canaria]], [[Fuerteventura]] e [[Lanzarote]], che costituiscono la [[provincia di Las Palmas]].
== Storia ==
=== Le origini ===
[[File:MulinoSanVittoreOlona.jpg|thumb|Un mulino di San Vittore Olona in una foto d'epoca]]Fin dal [[Medio Evo]], nel tratto di fiume compreso tra le sorgenti e [[Nerviano]], l'Olona era disseminato di mulini, in particolare a [[Legnano]]<ref name= profilo_storico >{{cita|D'Ilario, Gianazza, Marinoni, Turri||profilo}}</ref>. Nel periodo storico citato, il possesso dei mulini consentiva alle autorità di conservare il controllo dei territori circostanti<ref name= profilo_storico />. Questa importanza fu tale anche nei secoli successivi, e per questo motivo le Signorie degli [[Sforza]] e dei [[Visconti]] posero a presidio dei più importanti raggruppamenti di mulini sull'Olona alcune fortificazioni, sfruttando fortilizi e castelli già esistenti<ref name= profilo_storico />.
 
Sede vescovile è la città di [[Las Palmas de Gran Canaria]], dove si trova la [[Cattedrale di Sant'Anna (Las Palmas de Gran Canaria)|cattedrale di Sant'Anna]].
Tale era il numero di mulini da far supporre che nel XV secolo l'attività molinatoria costituisse per l'intera zona una notevole fonte economica<ref name= profilo_storico />. Quest'ultima, infatti, era collegata al rifornimento di cereali, da parte dei mugnai dell'Alto Milanese, alla città di Milano<ref name= profilo_storico />. Le famiglie nobiliari del tempo tendevano quindi a concentrare le proprietà dei mulini per conservare il potere discrezionale sul loro uso, soprattutto in tempo di carestia<ref name= profilo_storico />.
 
Il territorio è suddiviso in 298 parrocchie.
Il più antico documento conosciuto nel quale si nomina un mulino sull'Olona è del 1043<ref name= profilo_storico />: esso fa riferimento ad una struttura di proprietà di Pietro Vismara situata a "Cogonzio", tra [[Castegnate]] e la località "Gabinella" a Legnano nei pressi della chiesa di San Bernardo<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 121">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 121}}.</ref>.
 
==Storia==
=== I decreti ed i regolamenti per l'uso delle acque ===
La diocesi delle Isole Fortunate fu eretta nel [[1351]] con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Coelestis rex regum'' di [[papa Clemente VI]], ricavandone il territorio dalla [[diocesi di Maiorca]]. Il primo vescovo rimase nell'arcipelago per soli tre anni, e il secondo fu nominato solo nel [[1361]], ma non prese mai possesso della diocesi.
{{vedi anche|Consorzio del fiume Olona}}
L'uso intensivo delle acque dell'Olona da parte degli agricoltori, dei mugnai e degli artigiani richiese da parte delle autorità l'emanazione di apposite norme (i cosiddetti "Statuti delle strade e delle acque del contado di Milano"): ciò avvenne la prima volta nel 1346 e poi nel 1396<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.storiadimilano.it/Miti_e_leggende/acque.htm|titolo=Milano città acquatica e il suo porto di mare|editore=storiadimilano.it|accesso=11 agosto 2014}}</ref>. Questi documenti spiegavano le modalità di sfruttamento delle acque nell'irrigazione e per il loro impiego come forza motrice per la movimentazione delle ruote idrauliche dei mulini. Da ciò si può dedurre l'importanza che le autorità dell'epoca attribuivano alla funzione dei mulini che, evidentemente, costituivano una notevole fonte di guadagno per le autorità.
 
La bolla ''Inter caetera'' di [[papa Urbano V]] ristabilì la sede nel [[1369]] con il nome di diocesi di Telde e delle Isole Canarie, con sede sull'isola di [[Gran Canaria]]. Sembra che già il secondo vescovo non abbia mai risieduto effettivamente nell'arcipelago, ma che abbia esercitato il ministero episcopale come [[vescovo ausiliare]] di [[Arcidiocesi di Saragozza|Saragozza]].<ref name = olzina>[http://mdc.ulpgc.es/cdm/ref/collection/aea/id/1153 Estudios, viajes y estancias de Fray Jaime Olzina, obispo de Telde]</ref> Anche questa diocesi fu alla fine soppressa, nel [[1441]].
Le premesse all'istituzione di un consorzio tra gli utilizzatori delle acque del fiume si ebbero nel 1541, quando furono sottoscritte le cosiddette ''Novae Costitutiones'' (in italiano, le "nuove costituzioni")<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 191">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 191}}.</ref><ref name="consorzio">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.consorziofiumeolona.org/dettaglio.asp?id_articolo=329&id_categoria=Il%20Consorzio&parola=|titolo=Il Consorzio del fiume Olona - Storia |editore= consorziofiumeolona.org |accesso=21 agosto 2014}}</ref><ref name="Cita|Di Maio, 1998|pag. 77">{{Cita|Di Maio, 1998|pag. 77}}.</ref>. In questo caso il nuovo contratto, che aveva carattere pubblico, prevedeva un ''Regius Judex Commissarius Fluminis Olona'' (in italiano, "commissario del fiume "), che sovrintendeva al controllo degli utilizzatori delle acque dell'Olona<ref name="consorzio"/><ref name="Cita|Di Maio, 1998|pag. 77"/>. In genere, tale funzione era ricoperta da un esponente del [[Senato di Milano]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 191"/>. Le ''Novae Costitutiones'', e le cariche ad esse associate, restarono in vigore fino al 1797<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 81">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 81}}.</ref>.
 
Il 7 luglio [[1404]] fu eretta la diocesi del Rubicón e delle Isole Canarie, con sede sull'isola di [[Lanzarote]], con la bolla ''Romanus Pontifex'' dell'[[antipapa Benedetto XIII]], all'epoca dello [[scisma d'Occidente]]. Il 20 novembre [[1424]] [[papa Martino V]], per avere nelle isole una gerarchia cattolica a lui fedele, eresse la [[diocesi di Fuerteventura]]. Nel [[1433]], dopo la ricomposizione dello scisma, la diocesi di Fuerteventura fu soppressa e il suo territorio tornò sotto la giurisdizione della diocesi del Rubicón.
Nel 1548 fu emanata una "grida" che obbligava gli utilizzatori delle acque a comprovare, tramite documentazione scritta, i dettagli dei vari impieghi<ref name="consorzio"/>. Il mancato rispetto di queste norme comportava il pagamento di sanzioni, nei confronti delle quali le famiglie nobiliari erano esentate. In questi secoli la distribuzione delle acque non era equanime. Gli utilizzatori più ricchi e potenti prevaricavano infatti su quelli più poveri e indifesi<ref name="consorzio"/>.
 
Il 25 agosto [[1435]] [[papa Eugenio IV]] decretò il trasferimento della sede del Rubicón a [[Las Palmas de Gran Canaria]], ma questa decisione ebbe effetto solo nel [[1485]]; contestualmente la diocesi assunse il nome attuale.<ref>O. Werner, [http://archive.org/stream/orbisterrarumcat00wern#page/44/mode/2up ''Orbis terrarum catholicus''], Friburgo 1890, p. 44.</ref>
Nel 1606 fu costituito a Milano un vero e proprio consorzio fra gli utilizzatori<ref name="regione">{{cita web|url=http://www.lavoro.regione.lombardia.it/shared/ccurl/878/646/Programma_di_intervento_DID_Medio_Olona.pdf|titolo=Programma di intervento del "distretto diffuso di rilevanza intercomunale del Medio Olona"|accesso=10 agosto 2014|editore=lavoro.regione.lombardia.it}}</ref> sotto la sorveglianza del commissario del fiume. Non fu un caso che il consorzio sia nato a Milano: nel capoluogo meneghino dimoravano infatti gli utilizzatori delle acque che avevano gli interessi più cospicui<ref name="consorzio"/>. Questa associazione consortile sopravvive ancora con il nome di [[consorzio del fiume Olona]]<ref>{{cita web|url=http://www.consorziofiumeolona.org/index.asp?id_categoria=Il%20Consorzio|titolo=Consorzio del fiume Olona|accesso=11 agosto 2014|editore=consorziofiumeolona.org}}</ref>.
 
Nel [[1643]] ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della [[prefettura apostolica]] di [[vicariato apostolico di Tripoli|Tripoli]] (oggi [[vicariato apostolico]]).
=== I censimenti ===
[[File:San Vittore Olona-Mulino Montoli.jpg|thumb|left|Il mulino Montoli a San Vittore Olona.]]
Nel 1606 la Regia Camera Ducale di Milano commissionò alcune "oculari ispezioni" eseguite da ingegneri provinciali o da custodi del fiume, ai quali era assegnata la salvaguardia dei singoli tratti del fiume. L'ingegner Pietro Antonio Barca censì 106 mulini tra la sorgente della [[Rasa di Varese]] sino alla città di [[Milano]], di cui 105 utilizzati per la macinazione del grano mentre l'ultimo, ubicato a [[Milano]] e di proprietà dei Reverendi Frati di [[San Vittore Olona]], azionava un [[maglio]] per la costruzione di armi e corazze. I primi censimenti consentirono, per la prima volta, un'indagine approfondita dei mulini presenti lungo il fiume<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 121"/>. Era infatti interesse del governo trovare gli abusi e gli sprechi perpetrati dagli utenti, e determinare con precisione le tasse che questi ultimi dovevano pagare per il prelevamento dell'acqua<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 121"/>.
 
Il 1º febbraio [[1819]] ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della [[diocesi di San Cristóbal de La Laguna]] (chiamata anche ''Diocesi di Tenerife'' o ''Diocesi Nivariense'').<ref>È stata proposta una modifica nel nome della diocesi delle Isole Canarie per adeguarlo al fatto che oggi non tutto l'arcipelago ne fa parte: [http://www.eldia.es/2006-02-02/criterios/criterios14.htm La "Diócesis de Canarias"] e [http://eldia.es/criterios/2015-06-25/17-cosas-nombre.htm Las cosas por su nombre]</ref> Per questo motivo, il nome di "diocesi delle Isole Canarie" è una questione molto controversa oggi nelle isole Canarie.<ref>[http://www.eldia.es/2006-02-02/criterios/criterios14.htm La "Diócesis de Canarias"]</ref><ref>[http://eldia.es/criterios/2015-06-25/17-cosas-nombre.htm Las cosas por su nombre]</ref>
Nell'ispezione del 1606 si costatò che la zona del [[Legnanese (territorio)|Legnanese]] era un luogo adatto per la costruzione dei mulini, dato che in quest'area il fiume [[Olona]] forniva acque costanti per gran parte dell'anno, e sufficientemente veloci per muovere le grandi pale. In questo tratto di fiume ne risultarono in attività 14. Nel 1608, nel corso di un sopralluogo eseguito dall'ingegnere Paolo Barca, venne costatata la presenza di 116 mulini lungo il fiume con 463 rodigini<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 120"/>. Da questi dati si può affermare che le ruote in funzione erano 463 (ogni rodigino muoveva una ruota), e che i mulini avevano più di una ruota: ognuna di esse poteva svolgere una funzione diversa<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 120"/>. Con la relazione di Barca furono determinati per la prima volta il numero dei mulini, delle ruote e dei proprietari<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 121"/>.
 
Il 10 agosto [[1838]] ha ceduto una porzione africana del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di [[Arcidiocesi di Algeri|Algeri]] (oggi arcidiocesi).
Nel 1733 fu compiuto un secondo censimento. Realizzato dal camparo Gaspare Bombelli, questo documento riportava i mulini e gli edifici presenti lungo il corso del fiume<ref>{{Cita|Macchione, 1998|pagg. 121-122}}.</ref>. Nel 1772 fu compiuto un terzo censimento, questa volta ad opera del conservatore Gabriele Verri e dall'ingegner Gaetano Raggi<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 122">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 122}}.</ref>. Qui il numero di mulini era diminuito, passando da 116 a 106, per un totale di 424 rodigini<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 120"/>. Questi mulini muovevano anche un filatoio, due folle di panni, alcuni torchi d'olio e un maglio. Nell'anno citato a Legnano i mulini erano diminuiti a 12 e tra i proprietari erano presenti, oltre che una buona parte di famiglie nobili, anche l'Ospitale Maggiore di [[Milano]] e la Mensa Arcivescovile della [[Diocesi di Milano]]<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 120"/>. A partire dal XVIII secolo cambiò anche la ripartizione delle proprietà. Dai censimenti del Settecento risultava infatti che le proprietà legate agli ecclesiastici erano diminuite<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 127}}.</ref>.
 
Il 13 aprile [[1951]], con la [[lettera apostolica]] ''Sanctimonia qua Ecclesiae'', [[papa Pio XII]] ha proclamato Sant'[[Antonio Maria Claret]] [[patrono]] principale della diocesi, assieme alla Beata Maria Vergine del Pino, compatrona.<ref>{{la}} [http://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-44-1952-ocr.pdf Lettera apostolica ''Sanctimonia qua Ecclesiae''], AAS 44 (1952), pp. 22-23.</ref>
Fino al XVIII secolo i mugnai che lavoravano nei mulini non erano, in genere, anche i loro proprietari<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 127}}.</ref>. Dalla fine del secolo citato, i molinari iniziarono ad acquistare i mulini dove esercitavano la loro attività<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>.
 
==Cronotassi dei vescovi==
Un secolo dopo il numero di mulini scese ancora. Nel 1881, stando alla relazione dell'ingegner Luigi Mazzocchi, i mulini erano infatti 55, per un totale di 170 ruote<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 120"/>. Da questo censimento risulta che i proprietari dei mulini non appartenevano più alla classe nobiliare ed a quella ecclesiastica, ma alla nascente classe borghese<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 128">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 128}}.</ref>.
;Diocesi delle Isole Fortunate
* Bernardo Font, [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|O.Carm.]] † (7 novembre [[1351]] - 27 giugno [[1354]] nominato vescovo di [[Diocesi di Santa Giusta|Santa Giusta]])
** Bartolomé, [[Ordine dei Frati Predicatori|O.P.]] † (2 marzo [[1361]] - [[1362]]) (vescovo eletto)
;Diocesi di Telde e delle Isole Canarie
* Bonanat Tarí, [[Ordine dei Frati Minori|O.F.M.]] † (2 luglio [[1369]] - [[1392]] deceduto)
** Jaime Olzina, O.P. † (31 gennaio [[1392]] - dopo il [[1411]]) (vescovo non residenziale)<ref name = olzina />
;Diocesi di Rubicón e delle Isole Canarie
* Alfonso Sanlúcar de Barrameda, O.F.M. † (7 luglio [[1404]] - 2 aprile [[1417]] dimesso)<ref>Secondo Eubel (vol. I, p. 304) è nominato vescovo titolare della ''ecclesia Libariensis''.</ref>
* Mendo de Viedma, O.F.M. † (2 aprile [[1417]] o [[1418]] - [[1431]] deceduto)
* Fernando de Talmonte, [[Ordine di San Gerolamo|O.S.H.]] † (1º ottobre [[1431]] - [[1436]] deceduto)
* Francisco de Moya, O.F.M. † (26 settembre [[1436]] - [[1441]] dimesso)
* Juan Cid † ([[1449]] - [[1459]] deceduto)
* Roberto † (7 novembre [[1459]] - [[1460]])
* Diego López de Illesca † ([[1460]] - [[1468]] ritirato)<ref>Al posto di Diego López de Illesca, menzionato da Gams, Eubel elenca Angelo, senza alcuna indicazione cronologica.</ref>
* Martín de Rojas, O.S.H. † (17 marzo [[1468]] - [[1470]] dimesso)<ref>Così Eubel. Secondo Gams, Martín de Rojas fu nominato vescovo di [[Diocesi di Zamora (Spagna)|Zamora]].</ref>
* Juan de Sanlúcar, O.F.M. † (10 dicembre [[1470]] - [[1474]])
* Juan de Frías † ([[1474]] - [[1485]] deceduto)
;Diocesi delle Isole Canarie
* Miguel López de la Serna, O.F.M. † (29 marzo [[1486]] - [[1488]] o [[1490]] deceduto)
** ''Sede vacante (1490-1496)''
* Diego de Muros † (27 giugno [[1496]] - 4 aprile [[1505]] nominato vescovo di [[Diocesi di Mondoñedo-El Ferrol|Mondoñedo]])
* Pedro López Ayala † (20 ottobre [[1507]] - febbraio [[1513]] deceduto)
* Fernando Vázquez de Arce † (20 maggio [[1513]] - circa [[1520]] deceduto)
* Luis Cabeza de Vaca † (11 marzo [[1523]] - 22 giugno [[1530]] nominato vescovo di [[diocesi di Salamanca|Salamanca]])
* Pedro Fernández Manrique † (22 giugno [[1530]] - 14 dicembre [[1530]] nominato vescovo di [[Diocesi di Ciudad Rodrigo|Ciudad Rodrigo]])
* Juan de Salamanca, O.P. † (6 marzo [[1531]] - [[1538]] deceduto)
* Alonso Ruiz de Virués, [[Ordine di San Benedetto|O.S.B.]] † (12 agosto [[1538]] - 19 gennaio [[1545]] deceduto)
* Antonio de la Cruz, O.F.M. † (7 dicembre [[1545]] - [[1550]] deceduto)
* Francisco de la Cerda Córdoba, O.P. † (19 gennaio [[1551]] - 14 novembre [[1551]] deceduto)
* [[Melchor Cano]], O.P. † (12 settembre [[1552]] - [[1554]] dimesso)
* Diego Deza Tello † (30 aprile [[1554]] - 26 aprile [[1566]] nominato vescovo di [[Diocesi di Coria|Coria]])
* Bartolomé Torres † (15 maggio [[1566]] - 1º febbraio [[1568]] deceduto)
* Juan de Arzolarás, O.S.H. † (17 settembre [[1568]] - 7 maggio [[1574]] deceduto)
* Cristóbal Vela Tavera † (15 dicembre [[1574]] - 27 maggio [[1580]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Burgos|Burgos]])
* Fernando Rueda † (22 giugno [[1580]] - 17 giugno [[1585]] deceduto)
* Fernando Suárez Figueroa † (22 giugno [[1587]] - 26 marzo [[1597]] nominato vescovo di [[Diocesi di Zamora (Spagna)|Zamora]])
* Francisco Martínez de Cenicero † (14 aprile [[1597]] - 13 agosto [[1607]] nominato vescovo di [[Diocesi di Cartagena|Cartagena]])
* Francisco de Sosa, O.F.M. † (3 settembre [[1607]] - [[1610]] dimesso)
* Juan Nicolás Carriazo † (26 aprile [[1610]] - 10 ottobre [[1611]] nominato vescovo di [[Diocesi di Guadix|Guadix]])
* Lope Velasco Valdivieso † (14 novembre [[1611]] - 29 ottobre [[1613]] deceduto)
* Antonio Corrionero † (6 ottobre [[1614]] - 17 maggio [[1621]] nominato vescovo di [[Diocesi di Salamanca|Salamanca]])
* Pedro Herrera Suárez, O.P. † (7 giugno [[1621]] - 27 giugno [[1622]] nominato vescovo di [[Diocesi di Tui-Vigo|Tuy]])
* Juan Guzmán, O.F.M. † (11 luglio [[1622]] - 6 ottobre [[1627]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Tarragona|Tarragona]])
* Cristóbal de la Cámara y Murga † (15 novembre [[1627]] - 7 maggio [[1635]] nominato vescovo di [[Diocesi di Salamanca|Salamanca]])
* Francisco Sánchez Villanueva y Vega † (9 luglio [[1635]] - [[1651]] dimesso)
* Rodrigo Gutiérrez de Rozas † (3 luglio [[1651]] - [[1658]] deceduto)
* Juan de Toledo, O.S.H. † (9 giugno [[1659]] - 12 gennaio [[1665]] nominato vescovo di [[Diocesi di León (Spagna)|León]])
* Bartolomé García Jiménez † (16 marzo [[1665]] - 14 giugno [[1690]] deceduto)
* Bernardo de Vicuña Zuazo † (12 novembre [[1691]] - 31 gennaio [[1705]] deceduto)
* Juan Ruiz Simón † (22 febbraio [[1706]] - 6 giugno [[1712]] deceduto)
* Lucas Conejero Molina † (28 maggio [[1714]] - 26 giugno [[1724]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Burgos|Burgos]])
* Félix Bernuy Zapata y Mendoza † (20 novembre [[1724]] - 23 maggio [[1730]] deceduto)
* Pedro Manuel Dávila Cárdenas † (6 agosto [[1731]] - 19 dicembre [[1738]] nominato vescovo di [[Diocesi di Plasencia|Plasencia]])
* Juan Francisco Guillén † (30 settembre [[1739]] - 15 marzo [[1751]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Burgos|Burgos]])
* Valentín Moran Menéndez, [[Ordine di Santa Maria della Mercede|O. de M.]] † (15 marzo [[1751]] - 20 maggio [[1761]] dimesso)
* [[Francisco Javier Delgado Benegas]] † (25 maggio [[1761]] - 19 dicembre [[1768]] nominato vescovo di [[Diocesi di Sigüenza-Guadalajara|Sigüenza]])
* Juan Bautista Cervera, [[Frati Minori Scalzi|O.F.M.Disc.]]. † (12 giugno [[1769]] - 12 maggio [[1777]] nominato vescovo di [[Diocesi di Cadice e Ceuta|Cadice]])
* Joaquín Herrera Bárcena, [[Ordine Cistercense|O.Cist.]] † (1º marzo [[1779]] - [[1783]] deceduto)
* Antonio Martínez de la Plaza † (14 febbraio [[1785]] - 29 novembre [[1790]] nominato vescovo di [[Diocesi di Cadice e Ceuta|Cadice]])
* Antonio Tavira Almazán, [[Ordine di Santiago|O.S.]] † (11 aprile [[1791]] - 27 giugno [[1796]] nominato vescovo di [[Diocesi di Osma-Soria|Osma]])
* Manuel Verdugo Albiturría † (27 giugno [[1796]] - 7 luglio [[1818]] deceduto)
* Manuel Bernardo Morete Bodelón † (27 settembre [[1824]] - 21 marzo [[1825]] nominato vescovo di [[Diocesi di Astorga|Astorga]])
* Fernando Cano Almirante, O.F.M. † (19 dicembre [[1825]] - 22 settembre [[1826]] deceduto)
* Bernardo Martínez Carnero † (21 maggio [[1827]] - 26 gennaio [[1833]] deceduto)
* [[Judas José Romo y Gamboa]] † (20 gennaio [[1834]] - 17 dicembre [[1847]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Siviglia|Siviglia]])
* Buenaventura Codina Augerolas, [[Congregazione della Missione|C.M.]] † (17 dicembre [[1847]] - 18 novembre [[1857]] deceduto)
* [[Joaquín Lluch y Garriga]], [[Ordine dei Carmelitani Scalzi|O.C.D.]] † (27 settembre [[1858]] - 13 marzo [[1868]] nominato vescovo di [[Diocesi di Salamanca|Salamanca]])
* José Maria de Urquinaona y Vidot † (22 giugno [[1868]] - 15 luglio [[1878]] nominato vescovo di [[Arcidiocesi di Barcellona|Barcellona]])
* José Proceso Pozuelo y Herrero † (28 febbraio [[1879]] - 26 giugno [[1890]] nominato vescovo di [[Diocesi di Segovia|Segovia]])
* José Cueto y Díez de la Maza, O.P. † (1º giugno [[1891]] - 17 agosto [[1908]] deceduto)
* Adolfo Pérez y Muñoz † (29 aprile [[1909]] - 18 luglio [[1913]] nominato vescovo di [[Arcidiocesi di Mérida-Badajoz|Badajoz]])
* Ángel Marquina y Corrales † (18 luglio [[1913]] - 6 settembre [[1922]] nominato vescovo di [[Diocesi di Guadix|Guadix]])
* [[Miguel de los Santos Serra y Sucarrats]] † (14 dicembre [[1922]] - 16 gennaio [[1936]] nominato vescovo di [[Diocesi di Segorbe-Castellón de la Plana|Segorbe]])
* Antonio Pildáin y Zapiáin † (18 maggio [[1936]] - 15 dicembre [[1966]] ritirato)
* José Antonio Infantes Florido † (20 luglio [[1967]] - 25 maggio [[1978]] nominato vescovo di [[Diocesi di Cordova|Cordova]])
* Ramón Echarren Istúriz † (27 novembre [[1978]] - 26 novembre [[2005]] ritirato)
* Francisco Cases Andreu, dal 26 novembre [[2005]]
 
==Statistiche==
=== I livellari ed i conduttori ===
La diocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 1.098.406 persone contava 933.645 battezzati, corrispondenti all'85,0% del totale.
I mugnai, cioè coloro che lavoravano e dimoravano con la loro famiglia nei mulini lungo l'Olona, erano definiti "conduttori"<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>. I conduttori, a loro volta, ricevevano il permesso di insediarsi nei mulini dai cosiddetti "livellari", cioè da coloro che gestivano e controllavano gli impianti molinatori per conto dei proprietari veri e propri<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>. Molto spesso erano i livellari a lavorare nei mulini senza delegare questo compito ai conduttori<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>. La funzione di conduttore del mulino era ereditaria, cioè passava di padre in figlio<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>. In assenza di figli maschi, il livellaro sceglieva un nuovo conduttore<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>.
{{tabella dati diocesi}}
|-
| 1950 || 375.911 || 376.046 || 100,0 || 198 || 146 || 52 || 1.898 || || 112 || 497 || 111
|-
| 1970 || 590.020 || 591.976 || 99,7 || 292 || 221 || 71 || 2.020 || || 101 || 632 || 129
|-
| 1980 || 656.000 || 663.000 || 98,9 || 271 || 203 || 68 || 2.420 || || 123 || 783 || 146
|-
| 1990 || 793.212 || 803.392 || 98,7 || 253 || 187 || 66 || 3.135 || || 112 || 818 || 150
|-
| 1999 || 820.530 || 862.955 || 95,1 || 259 || 197 || 62 || 3.168 || 1 || 83 || 602 || 327
|-
| 2000 || 830.500 || 881.350 || 94,2 || 264 || 202 || 62 || 3.145 || 1 || 85 || 596 || 327
|-
| 2001 || 830.500 || 881.350 || 94,2 || 238 || 194 || 44 || 3.489 || 1 || 63 || 599 || 327
|-
| 2002 || 892.198 || 924.558 || 96,5 || 272 || 208 || 64 || 3.280 || 1 || 101 || 490 || 295
|-
| 2003 || 800.677 || 924.558 || 86,6 || 269 || 205 || 64 || 2.976 || 1 || 101 || 490 || 296
|-
| 2004 || 832.665 || 979.606 || 85,0 || 256 || 185 || 71 || 3.252 || 1 || 105 || 488 || 296
|-
| 2006 || 860.139 || 1.011.928 || 85,0 || 249 || 186 || 63 || 3.454 || 1 || 143 || 425 || 296
|-
| 2013 || 935.610 || 1.100.813 || 85,0 || 211 || 173 || 38 || 4.434 || || 74 || 411 || 298
|-
| 2016 || 933.645 || 1.098.406 || 85,0 || 205 || 166 || 39 || 4.554 || || 64 || 385 || 298
|}
 
==Note==
Le denominazioni dei mulini difficilmente richiamavano il nome del proprietario<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>. Esse erano generalmente legate ai nomi dei conduttori e dei livellari<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>. Ad esempio, il mulino Gadda di [[Fagnano Olona]] era conosciuto in questo modo per il cognome del livellaro e non per i conti Terzaghi, che ne erano i proprietari<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 128"/>.
<references/>
 
==Bibliografia==
A cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo questa situazione cominciò a mutare. Con il passare del tempo, i livellari ed i conduttori, grazie al denaro accumulato negli anni e con il passare delle generazioni, furono in grado di acquistare i mulini dai padroni storici<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 127"/>.
*[http://books.google.co.uk/books?id=j00tTWnFgCYC&pg=PA52&sig=ACfU3U0LDTRD1VcIgF4v3t4D71ciHA-IEQ#PPA51,M1 El plan de las afortunadas islas del Reyno de Canarias], 1996, pp.&nbsp;51–52
* {{la}} Pius Bonifacius Gams, [http://www.wbc.poznan.pl/dlibra/doccontent?id=65154&dirids=1 ''Series episcoporum Ecclesiae Catholicae''], Leipzig 1931, pp.&nbsp;22–23 e 474
* {{la}} Konrad Eubel, ''Hierarchia Catholica Medii Aevi'', [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002716&mediaType=application/pdf vol. 1], pp.&nbsp;285, 426 e 476; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002717&mediaType=application/pdf vol. 2], p.&nbsp;226; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002718&mediaType=application/pdf vol. 3], pp.&nbsp;149–150; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002719&mediaType=application/pdf vol. 4], p.&nbsp;132; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol05eubeuoft#page/140/mode/1up vol. 5], p.&nbsp;140; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol06eubeuoft#page/144/mode/1up vol. 6], p.&nbsp;144
 
==Voci correlate==
=== I mulini e l'industria ===
* [[Diocesi di Fuerteventura]]
[[File:Cotonificio Cantoni Legnano.JPG|thumb|Sulla sinistra, le facciate ristrutturate dei capannoni dell'ex-[[cotonificio Cantoni]] a [[Legnano]]. Sono l'unica parte superstite del complesso produttivo]]
* [[Sede titolare di Rubicon]]
I mulini sono stati protagonisti della prima fase della rivoluzione industriale che ha coinvolto la [[valle Olona]] nel [[XIX secolo]]. Infatti, molte attività preindustriali che sorsero nella Valle Olona, e che furono i nuclei dei futuri e moderni stabilimenti industriali, vennero impiantate lungo le rive del fiume per permettere la movimentazione degli impianti grazie allo sfruttamento della forza motrice delle acque. Questa forza motrice venne originata grazie alla modifica e all'ampliamento dei mulini destinati originariamente alla macinazione dei prodotti agricoli. L'industrializzazione delle sponde dell'Olona fu quindi graduale, con gli imprenditori che preferirono sfruttare gli impianti idraulici degli antichi mulini piuttosto che impiantarne di nuovi<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 123">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 123}}.</ref>. In altre parole, l'industria nasceva come metamorfosi di parte degli antichi mulini, che si trasformarono dapprima in protoindustrie e poi in attività [[Industria|industriali]] vere e proprie<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 123"/>. Come conseguenza, la maggior concentrazione di attività preindustriali si ebbe in corrispondenza dei tratti del fiume dove era maggiore la presenza di impianti molinatori<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 123"/>.
* [[Sede titolare di Telde]]
[[File:Stabilimento-tessitura-dell'acqua.JPG|thumb|upright=0.8|left|Il cotonificio Dell'Acqua a Legnano, sorto lungo l'[[Olona]].]]
L'avvento dell'industria è stata la conseguenza naturale di un processo che, nel tempo, ha visto il fiume svolgere la funzione di perno delle attività economiche. Lo spirito d'iniziativa e la presenza dei mulini hanno innescato un fenomeno industriale di grandissimo rilievo. Molti pionieri dell'industria fecero della zona uno dei più importanti centri industriali tessili italiani del [[XIX secolo]], inglobando, all'interno delle loro fabbriche, diversi mulini. All'inizio del XIX secolo, alle pale mosse dall'acqua, furono collegate delle grandi cinghie che muovevano telai tessili, macchine utensili, magli e persino gli impianti di una fabbrica per la birra. Nel corso del XIX secolo gli imprenditori fecero a gara per accaparrarsi gli antichi mulini<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 124">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 124}}.</ref>. Molti mugnai rifiutarono le offerte, ma altri cedettero le loro attività alle nascenti industrie<ref name="Cita|Macchione, 1998|pag. 124"/>.
[[File:Cotonificio Cantoni Legnano2.JPG|thumb|right|L'interno del Cotonificio Cantoni di Legnano, fondato lungo l'Olona nel 1830<ref name="tesi"/>. Al centro, si può vedere il fiume, già canalizzato, prima della copertura dell'alveo interno allo stabilimento.]]
Un esempio di azienda che sorse lungo l'Olona e che sfruttò originariamente la forza motrice del fiume fu il [[cotonificio Cantoni]]. Anche in questo caso l'attività di filatura utilizzava i mulini da grano già esistenti sul fiume, opportunamente adeguati. Prima [[Camillo Borgomanero]] (fondatore del primo nucleo produttivo del cotonificio), poi [[Costanzo Cantoni]], acquistarono due impianti molinatori: il mulino Isacco (già della famiglia Lampugnani, ed acquistato nel 1819) ed il mulino Cornaggia-Medici (1841). Quest'ultimo mulino era molto antico, essendo appartenuti ai [[Melzi]] fin dal 1162. In un documento del 27 marzo 1847 si può leggere: "[...] ''Il Sig. Cantoni Proprietario di due mulini uniti posti sull'Olona, il primo detto del Pomponio in mappa al n. 1632. Fu venduto dal nobile Sig. marchese Cornaggia venduto nell'anno 1831 alla ditta Bazzoni & Sperati, ed indi nel 1841 acquistato dal Sig. Cantoni'' [...]"<ref name="tesi">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://web.archive.org/web/20060517040420/www.legnano.org/reteciv/cantoni/Tesi.htm|titolo=Da sito web istituzionale del Comune di Legnano - Tesi di Patrizia Miramonti sull'ex area Cantoni|accesso=04-02-2013|formato=|editore=}}</ref>.
 
== Altri progetti ==
Nel 1881 i mulini censiti furono 55 ed alcuni di essi avevano cambiato la loro attività iniziale. A [[Induno Olona]] alcuni mulini azionavano una macina e un torchio per olio, una conceria per le pelli e un torcitoio per la seta. Nella zona di [[Varese]], i mulini erano quattordici ed per tre di questi erano associate due cartiere e un torcitoio per la seta. Lungo il corso del fiume nella [[valle Olona]], l'ingegner Mazzocchi notò nei mulini molti torchi per l'olio, cartiere e numerose filature, tessiture e tintorie. Ad esempio, a [[Legnano]], su 11 mulini censiti, in quattro si continuava nella tradizionale macinatura del grano (nello specifico, nei mulini della Gabinella, del Contess, del Castello e Melzi), mentre negli altri la funzione era cambiata, essendo stati inglobati negli stabilimenti industriali.
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
Durante lo sviluppo industriale del XIX e [[XX secolo]] molti mulini vennero gradatamente abbandonati<ref name= profilo_storico />. A Legnano furono demoliti, dalle grandi industrie cotoniere, i sette mulini della città per permettere l'installazione delle più moderne ed efficienti ruote idrauliche. I restanti mulini ad acqua della Valle Olona sono stati i protagonisti della fase di industrializzazione della zona fino all'avvento della tecnologia delle macchine a vapore, che sostituirono la forza motrice delle acque dell'Olona come fonte di energia meccanica.
*[[Annuario pontificio]] del 2017 e precedenti, in {{Catholic-hierarchy}}
*[http://www.diocesisdecanarias.org Sito ufficiale] della diocesi
* [http://www.gcatholic.org/dioceses/diocese/isla1.htm Scheda della diocesi] su [http://www.gcatholic.org/ www.gcatholic.org]
 
{{Controllo di autorità}}
Nel [[Primo dopoguerra|primo periodo post bellico]] crebbe il fabbisogno di corrente elettrica, e l'uso delle vecchie ruote diventò economicamente conveniente solo per le piccole officine. Gli antichi mulini ripresero dunque ad azionare trapani, piallatrici, mole a smeriglio, ecc.. ma anche questo nuovo risveglio si spense presto col mutare delle condizioni economiche<ref name= profilo_storico />.
{{Portale|diocesi}}
 
[[Categoria:Diocesi cattoliche in Spagna|Islas Canarias]]
=== I mulini nel XXI secolo ===
[[Categoria:Diocesi erette da Clemente VI|Isole Canarie]]
Dopo un lunghissimo servizio reso principalmente all'agricoltura, molti degli antichi mulini sono scomparsi, vittime del progresso della tecnologia e delle nuove tecniche di macinazione, oltre che della nascita dei primi insediamenti industriali<ref name= profilo_storico />. Al XXI secolo, è rimasto ben poco di quel paesaggio fluviale costellato di mulini, che nei secoli scorsi caratterizzava le rive del fiume [[Olona]]<ref name= profilo_storico />.
 
== Cronologia riguardante i mulini sul fiume Olona ==
[[File:FiumeOlona1772Raggi.png|thumb|Mappa dell'ingegner Gaetano Raggi del Consorzio del fiume Olona, riportante il territorio da Legnano a Parabiago (1772)]]
Questa la cronologia degli avvenimenti più importanti collegati ai mulini ad acqua sull'Olona<ref name=plis>PLIS Parco dei Mulini, indagine conoscitiva finalizzata alla redazione del piano del parco, 2012</ref>:
* 1043: in località "Cogonzio", rione dell'attuale [[Castellanza]], viene menzionato per la prima volta un mulino sul fiume [[Olona]].
* 1174: durante la sua quinta discesa in Italia, [[Federico Barbarossa]] distrugge molti mulini per fiaccare la resistenza della [[Lega Lombarda]].
* 1200 ca.: da alcuni documenti si apprende che un mulino, nei pressi dell'attuale [[Castello Visconteo (Legnano)|castello di Legnano]], era affidato a dei monaci seguaci della regola di Sant'Agostino. Il convento di questi frati, in seguito abbandonato, fu la base del castello della [[Legnano|città del Carroccio]].
* 1339: in una gelida mattina di febbraio, nella zona dei mulini, con i campi coperti di neve, fu combattuta la celebre [[battaglia di Parabiago]] fra [[Luchino Visconti (signore di Milano)|Luchino]] a [[Lodrisio Visconti]] che vide 4.000 fanti caduti in un sol giorno.
* 1510: l'esercito svizzero del [[Canton Ticino]], in discesa verso Milano, distrusse la maggior parte dei mulini della valle Olona<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://ecomuseo.comune.parabiago.mi.it/ecomuseo/mappareilparco/mappareilparco_dati.pdf |titolo=M’appare il Parco dei Mulini - (Ri)scoprire, condividere e progettare il Parco.|accesso=05-02-2013|formato={{PDF}}|editore= ecomuseo.comune.parabiago.mi.it }}</ref>.
* 1594: i mulini di [[Legnano]] furono censiti e classificati in cinque categorie, corrispondenti a cinque tratti di fiume. Nel quartiere legnanese della Gabinella erano presenti cinque mulini, al [[Contrada San Domenico|Mugiato]] due mulini, nei pressi della piazza cinque mulini, a [[Legnarello]] un mulino e nei pressi del castello due mulini.
* 1606: nella relazione dell'ingegner Barca non sono indicate le località dove sorgevano i mulini, ma sono presenti soltanto i nomi dei proprietari. Fra questi erano menzionati i Lampugnani, i Cusani ed i Salmoiraghi. Da [[Varese]] a [[Milano]] i mulini erano 106 e fra questi vi erano due magli e una folla da panno.
* 1772: dalla relazione del Raggi, nella zona ora interessata dal [[parco dei mulini]], esistevano 28 edifici destinati all'attività molinatoria. In questo documento furono annotati anche i cognomi dei mugnai: Cozzi, Montoli, Salmoiraghi e Rossetti. Dalla sorgente fino a [[Milano]] il numero totale dei mulini censiti era 106.
* 1881: fu compilata una "Nota delle industrie sul fiume Olona" a cura dell'ingegner Luigi Mazzocchi. Scorrendo quella nota, risultarono, da [[Varese]] a [[Milano]], un totale di 55 mulini. Inoltre, si poté constatare la nuova vocazione, al servizio della nascente industria lombarda, degli antichi mulini ad acqua. A Legnano vennero censite quattro filature di [[Cotone (filo)|cotone]], a [[San Vittore Olona]] due opifici sempre per il cotone, a [[Canegrate]] tre mulini per la macinazione del grano, a [[Parabiago]] cinque mulini per la frantumazione del cereale citato, ed a [[Nerviano]] tre mulini a grano.
 
== I mulini presenti lungo l'Olona ==
=== In provincia di Varese ===
Partendo dalle sorgenti, i primi impianti molinatori di rilievo storico che si incontrano lungo l'Olona sono i mulini Grassi di Varese, che sono stati costruiti tra il XVI ed il XIX secolo. Sono stati ristrutturati per essere adibiti ad abitazione ed hanno, sui muri esterni, alcuni esempi di [[Meridiana|meridiane]] di grande interesse storico<ref name=MuliniGrassiVarese>{{cita web|url=http://www.univa.va.it/varesefocus/vf.nsf/web/DE2C94A49349CDD3C1256A3A00310E0D?OpenDocument|titolo=L'ombra dello gnomone|editore=univa.va.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref><ref name=MuliniGrassiVarese1>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=838|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.838 -Mulini Grassi|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref><ref name=MuliniGrassiVarese2>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=412|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.412 -Mulini Grassi|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>. Più a sud sono presenti i mulini Sonzini di [[Gurone]]<ref name=Mulino di Gurone>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=405|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.405 -Mulini Sonzini|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>, che sono anteriori 1772 e che sono stati adibiti ad abitazioni.
Sono rimasti in attività fino al 1970<ref name=Mulino di Gurone>{{cita web|url=
http://www3.varesenews.it/varese/i-vecchi-mulini-di-gurone-265951.html|titolo= I vecchi mulini di Gurone|editore=varesenews.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>. A Vedano Olona è situato il mulino alle Fontanelle. Già presente nel 1772, possedeva una macina da grano ed un torchio. Subì un primo abbandono negli anni venti<ref name=MulinoVedanoFontanelle>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=431|editore=|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.431 - Mulino alle Fontanelle|accesso=7 settembre 2014}}</ref>, poi fu ristrutturato negli anni settanta e di nuovo abbandonato nel decennio successivo.
 
A Castellazzo, località di Fagnano Olona, è situato il mulino Bosetti. Già censito come mulino Visconti nel 1772, fu catalogato come mulino del Ponte nel 1857 prima di assumere la denominazione di mulino Bosetti negli anni seguenti. Nel 1982 risultavano accessibili le sole abitazioni<ref name=Mulino di Fagnano Olona>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=377|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.377 - Mulino Bosetti|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>, mentre il resto è abbandonato. A Castelseprio è presente il mulino Zacchetto, che fu attivo per fini agricoli dal XVIII al XIX secolo. Divenne prima sede della società Pagani (anni venti)<ref name=Mulino di Castelseprio>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=812|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.812 - Mulino Zacchetto|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>, per poi venire trasformato in centrale elettrica. Dagli anni ottanta risulta abbandonato<ref name=Mulino di Castelseprio2>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=367|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.367 - Centrale Zacchetto - Ex Mulino Zacchetto|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>. A Gornate Superiore, frazione di Castiglione Olona, è situato il mulino del Celeste. Già mulino Mariani nel 1772 e mulino Guidali nel 1857, fu registrato con l'attuale denominazione nel 1881. Disponeva di torchi da olio ed di una macina da grano<ref name=Mulino di Castiglione>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=371|editore=|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.371 - Mulino del Celeste|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>. Dal 1930 è stato adattato ad abitazioni private<ref name=Mulino di Castiglione>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=816|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.816 - Mulino del Celeste|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>. A Lonate Ceppino è situato il mulino Taglioretti. Anch'esso, nel 1722, era di proprietà Mariani. Prese la denominazione mulino Taglioretti nel XIX secolo. Fu a servizio della cartiera Canziani del 1901 e del cartonificio Samec dal 1920. Nel 1982 risultava abbandonato<ref name=Mulino di Castiglione>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=392|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.392 - Mulino Taglioretti|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>. A Gornate Olona sono presenti i mulini di Torba e San Pancrazio. Entrambi esistenti prima del 1772, assunsero i nomi delle rispettive frazioni del 1857. Cessarono le attività molinatorie verso metà del XX secolo. Sono in gran parte adibiti ad abitazioni<ref name=MulinoGornateO>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=821|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.821 - Mulini San Pancrazio|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref><ref name=MulinoGornateO1>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=822|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.822 - Mulini di Torba|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref><ref name=MulinoGornateO2>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=385|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.385 - Mulini di S. Pancrazio|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref><ref name=MulinoGornateO3>{{cita web|url=http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_archeologia?quale=386|titolo=Archeologia industriale in Lombardia - Scheda Nr.386 - Mulini di Torba|editore=db.ccdi.glauco.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>. Ad Olgiate Olona è situato il mulino del Sasso. È ben conservato e quindi è in corso un progetto che prevede il ripristino completo dell'impianto idraulico<ref name=MulinoOlgiateO>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=184754|titolo=Mulino del "Sasso", dal recupero l'energia pulita|editore=varesenews.it|accesso=7 settembre 2014}}</ref>.
 
=== In provincia di Milano ===
[[File:Mulini Olona 1902.jpg|thumb|Un mulino sull'Olona a Legnano in un'immagine del 1902]]
Nel 1772, secondo la relazione Raggi<ref name="Macchione|pag. 301">{{Cita|Macchione, 1998|pag. 301}}.</ref>, i mulini censiti in località [[Legnano]] erano 10, mentre in località Legnarello gli edifici destinati all'attività molinatoria erano due.<ref name="Macchione|pag. 301"/> Nel 1881 facendo riferimento alla relazione dell'ingegner Mazzocchi risultarono censiti a Legnano solo cinque mulini<ref>{{Cita|Macchione, 1998|pag. 304}}.</ref>. All'inizio del XXI secolo sono presenti solamente le rovine del mulino denominato "Sotto il Castello" o Cornaggia<ref name=plis/>. Situato in via Molini, sull'isola dell'Olona dove sorge il [[Castello Visconteo (Legnano)|castello di Legnano]], risale alla prima metà del [[XVI secolo]]. Il mulino è in rovina e presenta evidenti crolli strutturali e deterioramenti diffusi. Non è stato effettuato nessun intervento edilizio, e la struttura è completamente dismessa. Non vige nessun vincolo. È di proprietà pubblica ed è previsto il riuso dell'edificio con insediamento di funzioni di servizio al parco adiacente: bar, uffici per i volontari ed addetti alla manutenzione del verde, magazzini e depositi, spogliatoi. A Legnano sono giunte sino al XXI secolo anche le memorie del mulino Bianchi<ef>I mulini "sotto al castello", pagina 8</ref><ref name=plis/>.
 
Sempre secondo la relazione Raggi<ref name="Macchione|pag. 301"/>, i mulini censiti in località [[San Vittore Olona]] erano cinque, mentre nel 1881, facendo riferimento alla relazione dell'ingegner Mazzocchi, i mulini erano tre<ref name=plis/>. All'inizio del XXI secolo è presente il mulino Melzi-Salazar. Situato in via Valloggia, risale a alla prima metà del [[XIII secolo]], ed è in uno stato discreto, dato che conserva tuttora la struttura originaria ancora riconoscibile. Questo mulino conserva ancora le pale, sebbene non più funzionanti. Nei decenni precedenti al XXI secolo non è stato attuato nessun intervento edilizio, ed è di proprietà privata. Il mulino viene utilizzato per attività agricole e uso residenziale. Non vige nessun vincolo.<ref name=plis/>. A San Vittore Olona è anche situato il mulino Cozzi. Si trova a in via Magenta, e si presume che risalga al [[XV secolo]]. È in buono stato di conservazione. Una parte della struttura è stata completamente rinnovata, anche se sono state conservate le pale, mentre il fienile ha mantenuto i caratteri originari. Il mulino è stato ristrutturato ed è stato adibito ad uso residenziale ed agricolo. È di proprietà privata e non vige nessun vincolo<ref name=plis/>. Il mulino Meraviglia è invece situato in via Valloggia; si presume risalga al 1230. È in buono stato di conservazione, dato che non presenta evidenti segno di deterioramento. Le pale sono in buone condizioni e sono funzionanti. È stata attuata una semplice manutenzione ordinaria, ed è di proprietà privata. Il mulino è utilizzato come residenza e per attività agricole<ref name=plis/>. Il mulino De Toffol, che è il più antico impianto molinatorio a possedere le pale ancora funzionanti, risale al [[XIV secolo]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.appartamenti-sanvittoreolona.com/san_vittore_olona.html|titolo=La città di San Vittore Olona|accesso=05-02-2013|formato=|editore=}}</ref>. Nel Comune citato sono anche giunte, sino al XXI secolo, le memorie del mulino Moriggia. Il mulino Moriggia è antecedente al 1717, anno in cui i marchesi Castelli e Moriggia, nobili di Canegrate e Parabiago, ottengono dal [[consorzio del fiume Olona]] il permesso di rifacimento della chiusa dei mulini. Nel 1733 le strutture erano gestite rispettivamente dai molinari Giuseppe Montoli e Carlo Angelo Montoli. Nel 1802 il mulino Castelli era passato alla proprietà Visconti Vimodrone. Nel 1839 in luogo del mulino Visconti Vimodrone era attiva una filatura di cotone con ruota idraulica che nel 1900 aveva 212 telai meccanici<ref>Il fiume Olona, Luigi Carnelli, 2006</ref>.
 
Nel 1772, secondo la relazione Raggi<ref name="Macchione|pag. 301"/>, risultarono censiti tre mulini in località [[Canegrate]], numero che fu confermato nel 1881 dalla relazione dell'ingegner Mazzocchi<ref name=plis/>. A Canegrate si trova il mulino Galletto o Agrati, che è quello conservato meglio. Situato in via Mulino Galletto, si presume risalga al 1570. È in buono stato, anche se ha perso la funzione di mulino. È stato ultimato l'intervento edilizio per il riuso come bar. La proprietà è privata.<ref name=plis/>. Il mulino Giulini, risalente al [[XVII secolo]], presenta, come unica testimonianza della passata funzione, una roggia, che però è da tempo priva d’acqua<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://ecomuseo.comune.parabiago.mi.it/ecomuseo/percorsi/102.htm|titolo=Mulino Giulini|accesso=05-02-2013|formato=|editore=Ecomuseo di Parabiago}}</ref>. Il mulino Bersoldo-Montoli, che è di proprietà privata, è risalente al XVI secolo. Si trova in via Cascinette<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01543/|titolo=Mulino Bersoldo, Montoli|accesso=05-02-2013|formato=|editore=Lombardia Beni Culturali}}</ref>.
[[File:Mulino Lampugnani.jpg|thumb|left|Il mulino Gajo-Lampugnani a [[Parabiago]]]]
Sempre secondo la medesima relazione<ref name="Macchione|pag. 301"/>, risultarono censiti cinque mulini in località [[Parabiago]], numero che fu confermato nel 1881 dalla relazione dell'ingegner Mazzocchi<ref name=plis/>. All’inizio del XXI secolo è presente il mulino Rancilio. Situato in via Resegone, si presume risalga al [[XVII secolo]]. È in uno stato discreto, anche se gli interventi successivi ne hanno sostanzialmente modificato l'aspetto (ha infatti assunto il carattere di una cascina più che di un mulino). È stata effettuata una ristrutturazione complessiva, è di proprietà privata e lo stabile è destinato all'uso residenziale e agricolo.<ref name=plis/>. Sull'isolino di via Resegone, sono presenti dei resti del mulino Corvini<ref name=plis/>. Il mulino Moroni o Bert si trova in via Unione, e si presume risalga al XVII secolo. Si trova in buone condizioni generali. Il mulino è però inattivo, e delle tre ruote con nervili, ne rimane solo una. La proprietà è privata, e lo stabile è destinato all'uso residenziale ed agricolo.<ref name=plis/>. A Parabiago si trova anche il mulino Gajo-Lampugnani, che è quello meglio conservato.
 
Nel 1772 secondo la relazione Raggi<ref name="Macchione|pag. 301"/> risultarono censiti cinque mulini in località [[Nerviano]], numero che scese a tre nella relazione dell'ingegner Luigi Mazzocchi del 1881<ref name=plis/>. All’inizio del XXI secolo è presente il mulino Star Qua, che è situato al confine con [[Parabiago]]. Di questo impianto molinatorio non si conosce l'epoca di costruzione. È in una discreta condizione generale, e presenta una buona riconoscibilità dei caratteri originari. È stata effettuata una ristrutturazione di tipo materico. Mantiene comunque la roggia con nervile e le ruote, che risalgono al 1885. È di proprietà privata e l'edificio è adoperato all'uso residenziale e agricolo. Il nome del mulino "Star Qua" è dovuto a una vicenda riguardante un episodio del 1853; ad un ordine di sgombero dei locali da parte delle truppe dell'[[Impero austriaco|esercito asburgico]], il mugnaio rispose: "noi vogliamo star qua!".<ref>Cenni storici del Mulino Star Qua di Nerviano, 2010</ref>. A Nerviano sono anche presenti il mulino Lombardi ed il mulino Arese.
 
== La Cinque Mulini ==
{{vedi anche|Cinque Mulini}}
Dai mulini lungo l'Olona di prende il nome una tradizionale gara di [[Corsa campestre|cross campestre]], la [[Cinque Mulini]], che si corre ogni anno, in primavera, a [[San Vittore Olona]]. Nel 1953 è diventata una competizione internazionale. È inserita nel circuito World Cross Challenge, ovvero nel gruppo internazionale IAAF che raggruppa le più importanti gare di cross al mondo.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro |cognome=PLIS |nome=|coautori= |titolo=Parco dei mulini, indagine conoscitiva finalizzata alla redazione del piano del parco|editore= |città= |anno= 2012|cid=PLIS, 2012}}
* {{cita libro |cognome=Carnelli|nome=Luigi|coautori= |titolo=Il fiume Olona. Le acque, la storia, i munini|editore= |città= |anno= 2006|cid=Carnelli, 2006}}
*{{cita libro| nome = Giorgio| cognome= D'Ilario|coautori=Egidio Gianazza; Augusto Marinoni; Marco Turri|titolo= Profilo storico della città di Legnano|anno = 1984||editore=Edizioni Landoni|cid=profilo }}
* {{cita libro |cognome=Agrati|nome=Giacomo|coautori= |titolo=I Mulini "sotto al castello"|editore=La Tipotecnica|città= |anno= 1982 |cid=Agrati, 1982}}
* {{cita libro |cognome=Macchione |nome=Pietro|coautori= [[Mauro Gavinelli]]|titolo=Olona. Il fiume, la civiltà, il lavoro.|editore= Macchione Editore|città= Varese|anno= 1998|cid=Macchione, 1998}}
* {{cita libro | cognome= Di Maio| nome= Paola| titolo= Lungo il fiume. Terre e genti nell'antica valle dell'Olona| editore= Teograf| città= Corsico | anno= 1998|cid=Di Maio, 1998}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[https://sites.google.com/site/parcomulini/ Sito istituzionale del Parco dei Mulini]
*[http://www.5mulini.org/ Sito ufficiale Cinque Mulini]
 
== Voci correlate ==
*[[Olona]]
*[[Mulino ad acqua]]
*[[Parco dei mulini]]
*[[Cinque Mulini]]
*[[Ecomuseo del paesaggio di Parabiago]]
*[[Consorzio del fiume Olona]]
*[[Uso dell'acqua del fiume Olona]]
 
{{Olona}}
{{Canegrate}}
{{Legnano}}
{{Nerviano}}
{{Parabiago}}
{{Portale|Altomilanese|architettura|Lombardia|storia}}
 
[[Categoria:Mulini|Olona]]
[[Categoria:Storia dell'Altomilanese]]
[[Categoria:Architetture di Legnano]]
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[[Categoria:Architetture di Canegrate]]
[[Categoria:Architetture di Nerviano]]