Unità militare terrestre e Pellestrina: differenze tra le pagine

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{{Nota disambigua|l'omonimo centro abitato|Pellestrina (Venezia)}}
{{Storiamilitare}}
{{Torna a|Venezia}}
Le '''unità militari''' sono le unità operative o amministrative in cui viene strutturata una [[forza armata]]. La branca dell'[[arte militare]] che studia l'organizzazione delle unità militari è l'[[organica]]. Qualsiasi forza armata deve operare in modo tale che non venga perso il controllo sulle azioni dei componenti, quindi, considerando che spesso deve intervenire su aree più vaste di quelle raggiungibili in tempi utili per modificare il corso di un'azione, la forza armata viene suddivisa in un certo numero di unità che possono agire sotto un controllo più diretto di quello che sarebbe possibile ottenere con un unico controllo centrale. Le unità militari, indipendentemente dalla forza armata, hanno una ''propria'' struttura gerarchica, che funge pure da raccordo tra le unità maggiori e le unità minori. Naturalmente le capacità operative delle unità militari diminuiscono man mano che viene ridotta la loro dimensione.
{{Infobox isola
{{nota
|Nome = Pellestrina
|titolo=''Per approfondire''
|Immagine = Pellestrina.jpg
|contenuto= [[Immagine:The Pentagon US Department of Defense building.jpg|left|100px]]
|Didascalia = Pellestrina paese vista dal pontile della motonave per Chioggia
L''''organica''' è la disciplina, parte dell'arte militare, che studia gli aspetti organizzativi delle forze armate.
|Mappa =
Può essere considerata la capostipite delle discipline organizzative; da essa la scienza dell'[[organizzazione aziendale]] ha mutuato molti dei suoi principi. </br>
|Mappa_localizzazione = Laguna di Venezia
Le ''forze armate'' sono il complesso di persone e mezzi di cui dispone il [[governo]] (normalmente solo quello centrale) per [[implementazione|implementare]] con l'uso della forza la sua politica estera e interna.</br>
|Localizzazione = [[laguna Veneta]]
Dalle forze armate in senso stretto si distinguono le ''forze di [[polizia]]'', che operano esclusivamente all'interno <ref>Questa affermazione riveste al giorno d'oggi un valore meramente programmatico, poiché non è particolarmente raro l'impiego di personale di "polizia" ([[Polizia di stato]], [[Guardia di finanza]], ecc.) anche in missioni all'estero, nell'ambito di attività di cooperazione internazionale a vario titolo, per esempio (ma non solo) per concorrere alla "rifondazione" di forze di polizia nei paesi in via di sviluppo. </ref> dello stato per tutelare l'[[Ordine_pubblico#Appendice:_.22ordine_pubblico.22_per_le_forze_di_polizia|ordine pubblico]] e la [[pubblica sicurezza]]; tuttavia possono considerarsi organizzazioni militari, in senso lato, anche quelle che costituiscono le forze di polizia quando i loro appartenenti hanno uno status assimilabile a quello dei militari e sono organizzate sul modello delle forze armate.
|Latitudine_Gradi = 45
 
|Latitudine_Primi = 16
'''[[Organica|Leggi la voce]]'''
|Latitudine_Secondi = 57
|Latitudine_NS = N
|Longitudine_Gradi = 12
|Longitudine_Primi = 18
|Longitudine_Secondi = 16
|Longitudine_EW = E
|Superficie_km2 = ca. 2
|Altitudine = 3
|Stato_definizione =
|Stato = ITA
|Suddivisione1_nome =
|Suddivisione1 = {{IT-VEN}}
|Suddivisione2_nome = [[Città metropolitana]]
|Suddivisione2 = {{IT-VE}}
|Suddivisione3_nome =
|Suddivisione3 = {{simbolo|Venezia-Stemma.png}} [[Venezia]]
|Suddivisione4_nome = [[Circoscrizione di decentramento comunale|Municipalità]]
|Suddivisione4 = [[Municipalità di Lido-Pellestrina|Lido-Pellestrina (Venezia Litorale)]]
|Abitanti = 3717<ref>{{cita web|url=http://portale.comune.venezia.it/millefoglie/statistiche/home|titolo=Mappa della Popolazione residente al giorno precedente|sito=Comune di Venezia - Portale dei servizi|accesso=12 novembre 2018}}</ref>
|Anno_censimento = 11 novembre 2018
|Densità =
|Demonimo = pellestrinotti
}}
'''Pellestrina''' è un'isola della [[Laguna Veneta]] e rappresenta il più meridionale dei tre stretti litorali che dividono la laguna dal [[mare Adriatico]].
==Origine delle unità militari==
Le origini delle unità militari si perdono agli inizi della storia, tanto che, nel mondo occidentale, già nell<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade (Omero)|Iliade]]'' i guerrieri sono raggruppati per nazione di provenienza. Le unità militari in questo senso sono più gruppi di soldati che combattono insieme che unità organiche che si differenziano per il relativo impiego. Si può concludere che, anche se le unità militari non esistevano al tempo della spedizione contro [[Troia (Asia Minore)|Troia]], certamente esistevano all'epoca di [[Omero]].
 
Il suo territorio è compreso nella [[Municipalità di Lido-Pellestrina]].
In [[Storia dell'antico Egitto|Egitto]] certamente l'esercito era già organizzato in grandi unità complesse nel [[XIII secolo a.C.]] ([[battaglia di Kadesh]]), ed il fatto stesso che le "divisioni" potessero operare in modo indipendente (il crollo della divisione Ra non coinvolse il resto dell'esercito) mostra come fosse un'organizzazione già collaudata sul campo.
 
== Geografia ==
Nelle strutture militari orientali la divisione degli eserciti in unità minori è già riportata da [[Sunzi|Sun Zi]] ([[VI secolo a.C.]]), quindi può essere ritenuta una pratica già in uso negli stati [[Cina|cinesi]] dell'epoca. Mentre con [[Sun Pin]], vissuto nel secolo successivo, vengono riportate differenziazioni delle unità per quanto riguarda il loro impiego.
Analogamente al [[Lido di Venezia|Lido]], l'isola si allunga da sud a nord per {{m|11|k|m}}, ma si presenta molto più stretta infatti è larga da un minimo di solo {{m|23|-|m}} a un massimo di 1,2&nbsp;km. Tra i due litorali si trova il [[porto di Malamocco]], mentre è divisa da [[Chioggia]] (a cui è molto legata storicamente e culturalmente) dal [[Porto di Chioggia]]. Il versante orientale, quello che dà sull'Adriatico, è rinforzato dai noti [[Murazzi (Venezia)|murazzi]].
 
Oltre i murazzi fino ad un recente passato l'erosione aveva lasciato solo una semplice scogliera, finché attraverso un sistema di pennelli trasversali posti ad intervalli regolari è stato ripristinato l'ambiente originale, con un'ampia spiaggia sabbiosa che ha praticamente raddoppiato la superficie dell'isola.
==Unità militari in epoca classica==
=== Il mondo greco ===
[[Immagine:Greek_Phalanx.jpg|right|thumb|230px|Ricostruzione della falange oplitica greca. In realtà l'equipaggiamento dei soldati non era uniforme, tranne che a [[Sparta]], dato che ognuno doveva procurarsi da solo le [[arma|armi]] e decorarle.]]
La prima unità organizzata di cui si ha notizia in occidente in epoca classica è la [[Falange (militare)|falange oplitica]] delle città-stato della [[Grecia antica|Grecia]]. Questa unità era ulteriormente divisa in unità minori, a [[Sparta]] in ''enomotía'' (23 opliti) con quattro ''enomotíae'' che formavano un ''lóchos''<ref>Può essere interessante notare che il significato originale di ''lóchos'' è «imboscata, agguato» (vedi ''Lorenzo Rocci'' - '''Dizionario Greco Italiano''' - Società Editrice Dante Alighieri, 36ª edizione, 1991)</ref> (disposto su 8 linee). Successivamente, ai tempi di [[Senofonte]], i ''lóchoi'' furono portati a 144 uomini, con quattro ''lóchoi'' che formavano una ''mora'', con 6 ''morae'' che costituivano tutto l'esercito spartano (quindi di circa 3600 opliti). È proprio con la nascita della falange oplitica che nasce il concetto di unità militare (''táxis'') in cui ogni componente ha una funzione collegata a quella del soldato che ha accanto (''eutaxía''). A fianco della falange oplitica compaiono unità di cavalleria e di fanteria leggera (''peltastai'') solo successivamente alla [[Guerra del Peloponneso]].
 
All'estremo sud si trova Ca' Roman, dove la Provincia di Venezia, nel 2012, ha istituito una Riserva Regionale di Interesse Locale gestita in collaborazione con il Comune di Venezia e [[Lipu]].
A parte alcune eccezioni ([[battaglia di Leuttra]]), lo scontro tra falangi era una semplice spinta fra le prime linee, in cui le linee posteriori non avevano un'arma offensiva in grado di nuocere al nemico (la [[picca]] dell'oplita era lunga circa 2 m). La [[falange macedone]] dotò i componenti di una lancia molto più lunga, in modo che anche le linee dopo le prime due o tre fossero in grado di impegnare il nemico. La nuova picca (''[[sarissa]]''), ora lunga circa 6 m, non poteva essere tenuta con una mano sola, quindi fu necessario ridurre il peso sia dello scudo sia della protezione generale del soldato, e la falange oplitica divenne il ''syntagma'' della falange macedone. La ''táxis'', unità base di fanteria, su dodici linee di guerrieri, era una perfetta macchina in difensiva, capace di rompere ogni attacco frontale, ma, in offensiva, era lenta ed estremamente vulnerabile sui fianchi, quindi, a fianco delle ''táxis'', dovevano essere schierate unità di fanteria leggera (''hypaspistài'') o di cavalleria (''hetàiroi'') per aggirare il fianco del nemico e spingerlo sulle picche della fanteria pesante. La ''táxis'' a sua volta era divisa in unità minori, con valore "amministrativo" più che tattico: (''decarchia'', ''lóchos'', ''pentacosiarchia'')<ref>Questa suddivisione in unità minori della falange è riportata da ''Carlo Arrigo Pedretti'', '''Gli ipaspisti di Alessandro''', su ''Panoplia'' N° 17-18, gennaio-giugno 1994, pag. 45-47 a pag. 48, tuttavia non c'è concordanza fra gli autori su questo argomento, infatti ''Dave Arneson'', art. cit. pag 12 riporta la divisione in ''[[chiliarchia]]'', ''syntàgma'', ''tàxis'', e ''tetrarchìa'' (suddivisione che Pedretti nell'articolo citato sopra, attribuisce ai soli ''hypaspìsti''), mentre ''Piero Pastoretto'', '''La battaglia del fiume Granico''', Panoplia N° 25, aprile 1996 pag. 4-9 a pag. 8 riporta la suddivisione della falange in ''tàxis'', ''syntàgma'', ''lòchos'' e ''dekades''</ref>. In questo modo la falange diventava la prima unità pluriarma a comparire negli eserciti occidentali, con un rapporto fra fanteria e cavalleria di circa 2:1 all'epoca di [[Alessandro Magno]]. Queste caratteristiche resero la falange macedone l'unità militare più avanzata dell'epoca, praticamente invincibile nella pianure dell'[[Anatolia|Asia Minore]]. Nei regni dei [[diadochi]] la falange organicamente ebbe un'ulteriore evoluzione, con l'inserimento di unità di cavalleria leggera ed anche di [[Elefante da guerra|elefanti]], tuttavia l'impiego tattico non fu più così brillante come alle origini, riducendosi progressivamente ad uno scontro frontale fra ''taxis'', con un aumento continuo del rapporto fra fanteria e cavalleria.
 
=== RomaGeografia antropica ===
Vi sorgono diverse località abitate, per un totale di 4.101<ref name=statistica/> residenti..
{{vedi anche|Legione romana}}
[[Immagine:Roman legion at attack 10.jpg|right|thumb|330px|Ricostruzione della avanzata in formazione dei soldati romani armati di ''scutum'' e ''gladium'' dopo il lancio dei ''pila'']]
[[Immagine:Legione romana.jpg|thumb|larghezzapx|Struttura della legione imperiale (fine I secolo a.C.)]]
Mentre nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] orientale le unità militari si evolvevano secondo questi canoni, in [[Italia]] l'evoluzione avveniva sotto l'impulso di [[Roma]] che, nelle [[guerre sannitiche]], aveva apprezzato la facilità con cui i sanniti riuscivano ad organizzarsi in terreno impervio, grazie alla loro capacità di far operare indipendentemente unità di dimensioni ridotte (famoso è l'episodio delle [[Battaglia delle Forche Caudine|Forche Caudine]], in cui i romani furono pesantemente sconfitti dai sanniti, proprio grazie alla maggiore flessibilità delle unità di questi ultimi). La necessità di operare con formazioni meno serrate di quelle con cui operava la falange costrinse i romani anche a modificare l'organizzazione dell'[[Esercito romano|esercito]], quindi una ''[[Legione romana|legione]]'' (circa 4000 uomini all'epoca delle [[guerre puniche]]) era divisa su quattro linee, di cui le prime tre non erano più armate di [[picca]], ma di un [[giavellotto]] (''pilum'') da utilizzare nella prima fase del combattimento, per poi continuare la mischia con la [[spada]] (''gladium''), solo la quarta linea (i ''triarii'', circa 1200 uomini) restava armata di picca, con un utilizzo tattico come riserva d'urto (per rompere definitivamente il fronte del nemico) o come copertura in caso di ritirata della legione. In conclusione nella legione della prima età repubblicana meno di un terzo dei soldati era armato di picca, mentre la massa era armata o solo di spada e giavellotti leggeri (''velites'') o di spada e ''pilum'' (''hastati'' e ''principes''). Il fatto rivoluzionario in tutto questo era che ogni scaglione della fanteria pesante era a sua volta diviso in dieci manipoli, che, disponendosi a [[quinconce]], permettevano il sostegno reciproco, facendo avanzare e retrocedere ''hastati'' e ''principes'' a seconda della necessità. La legione, in quanto grande unità pluriarma, aveva anche contingenti di cavalleria (''alae'') e contingenti specializzati di alleati (''socii'').
 
I principali centri sono [[Pellestrina (paese)|Pellestrina paese]] (2.791<ref name=statistica/> ab.), all'estremità meridionale, e [[San Pietro in Volta]] (1.206<ref name=statistica>{{collegamento interrotto|1=[http://194.243.104.170/servstat_ana/mappa4_01.htm Statistica Comune di Venezia] |date=ottobre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> ab.), verso la parte opposta. Altre località sono Santa Maria del Mare (all'estremità settentrionale), Portosecco (tra San Pietro in Volta e Pellestrina) e Cà Roman dove vi è una riserva naturale della [[Lega Italiana Protezione Uccelli]].
In realtà la legione ebbe un'evoluzione continua, passando dallo schema descritto sopra (usato dalle guerre sannitiche fino alla [[battaglia di Canne]]) ad uno schema concepito da [[Publio Cornelio Scipione|Scipione Africano]] in cui, pur essendo conservato lo stesso organico, le tre linee (''hastati'', ''principes'', ''triarii'') operavano come "brigate indipendenti", permettendo azioni sul fianco nemico da parte di ''principes'' e ''triarii'', mentre il fronte era bloccato dagli ''hastati''. Furono queste innovazioni tattiche che permisero alla legione di risalire la china della [[seconda guerra punica]] ed arrivare alla vittoria finale contro [[Cartagine]]. Sul piano dell'armamento queste modifiche tattico-organiche portarono all'abbandono della picca anche da parte dei ''triarii'', che ora non avevano più funzioni per il combattimento in ordine chiuso. Nello stesso periodo fu introdotta un'ulteriore modifica organica nella legione, cioè un'unità intermedia fra manipolo e legione, che raggruppava tre manipoli dei tre diversi ordini (''hastati'', ''principes'' e ''triari''), detta ''coorte''. Inizialmente la coorte utilizzò i ''triarii'' (ancora armati di picca) in prima linea, in modo da opporre uno schieramento compatto e fornito di armi lunghe alle spade ed all'impeto dei guerrieri Celtiberi e Lusitani in [[Penisola iberica|Iberia]], guerrieri che avevano messo più volte in difficoltà le forze regolari romane.
 
== Storia ==
Nella prima età imperiale la legione si arricchì di [[Artiglieria|armi neurobalistiche]], mentre tese ad aumentare la componente di cavalleria (sempre abbastanza ridotta in epoca repubblicana), diventando così una vera e propria unità indipendente, in grado di condurre anche [[Assedio|assedi]] senza la necessità di supporti esterni. Con il tardo impero la legione in occidente venne suddivisa in ''vexillationes'', destinate a coprire solo postazioni locali, ed alla fine dell'impero praticamente era equiparabile alle unità barbariche con cui doveva combattere. In oriente l'evoluzione della legione portò ad aumentare continuamente le componenti di cavalleria, più in termini di peso nell'impiego tattico che in termini di peso numerico.
{{Vedi anche|Storia della Repubblica di Venezia}}
L'origine del toponimo è ancora incerta. L'[[Dante Olivieri|Olivieri]] lo mette in relazione con [[Filisto di Siracusa|Filisto]], generale e storico di [[Siracusa]] che, esiliato ad [[Adria]], avrebbe fatto scavare dei canali che mettevano in comunicazione l'[[Adige]] e la [[Laguna Veneta]], che allora si estendeva anche in questa zona (le ''[[Filistina|fossae Philistinae]]''). Prima di lui, il [[Jacopo Filiasi|Filiasi]] ricordava che anticamente le fosse erano dette anche ''Pistrine'', ''Pelestrine'' e ''Pilistine'' da cui, in ultima, il nome attuale. Un'altra versione, più popolareggiante, lo fa derivare da ''pelle strana'', come era quella degli abitanti, pescatori costretti a lavorare tutto il giorno in barca.
 
L'isola di Pellestrina fu abitata stabilmente, come tutti gli altri centri della laguna, in seguito alle invasioni barbariche che costrinsero le popolazioni dell'entroterra a rifugiarsi in luoghi più sicuri. Forse in origine abitata da umili pescatori, all'inizio VI secolo vi si stabilirono definitivamente i Padovani fuggiti da Monselice<ref>{{Cita libro|nome=Giovanni Battista Maria|cognome=CONTARINI|titolo=I Lidi veneti difesi dalla Santiss. Vergine, o sia Storia della immagine, chiesa, e convento della B. Vergine di Pellestrina, etc|url=https://books.google.it/books?id=yB9hAAAAcAAJ&hl=it&pg=PP5#v=onepage&q&f=false|accesso=2017-03-25|data=1745-01-01|lingua=it}}</ref>. Il centro principale fu anticamente [[Albiola]], citata per la prima volta in un documento dell'[[840]], che sorgeva presso l'attuale [[San Pietro in Volta]]. Allora il litorale era diviso in due dal suo porto, che corrispondeva alla foce del ''Medoacus Minor'', antico ramo del [[Brenta (fiume)|Brenta]]: a nord si aveva il lido di Albiola e a sud quello di Pellestrina.
Nel III secolo d.C. l'imperatore [[Gallieno]] adottò, al posto della difesa statica del ''limes'', una difesa in profondità, che quindi richiedeva la presenza di forze mobili adatte ad intervenire nelle aree dove la linea di prima resistenza fosse stata superata. L'esercito imperiale da quel momento cominciò a dividersi fa le ''vexillationes'' di fanteria che difendevano il ''limes'' e le sue fortificazioni ed una forza di cavalleria, il ''comitatus'', che operava come corpo scelto con l'imperatore per intervenire dove fosse sorta la necessità di bloccare le forze che avevano superato il ''limes ''. Inizialmente il ''comitatus'' era era un corpo limitato come numero di componenti, ma di elevatissima qualità come addestramento e morale. Successivamente il numero di componenti del ''comitatus'' aumentò, con una necessaria riduzione della qualità media dei componenti stessi<ref>Scardigli, op. cit., Il "comitatus" pag 338 e seg.</ref>.
 
Per una serie di eventi in gran parte incerti, Albiola decadde e il porto naturale su cui sorgeva si interrò (da cui l'attuale toponimo ''Portosecco''), unendo così le due isole.
==Unità militari in epoca medioevale==
=== Alto medioevo e Sacro romano impero ===
Nel corso degli ultimi secoli dell'[[Impero Romano d'Occidente|Impero romano]] in occidente la legione lentamente si dissolse, per essere sostituita dalle istituzioni militari dei barbari.<ref>Per descrivere la situazione verso il II secolo d.C., ci serviremo delle parole del [[diritto romano|romanista]], [[Pasquale Voci]], concise e chiare: <blockquote>«L'ordinamento dell'esercito tiene conto dell'esperienza dell'età precedente. Si distinguono: la guardia imperiale ''(scholae palatinae)'', che sta al posto del corpo dei [[pretoriani]] sciolto da [[Costantino]]; le milizie di frontiera ''(limitanei, ripenses)''; l'esercito di campagna, pronto a spostarsi secondo le necessità ''(comitatenses,'' cioè eserciti al seguito degli imperatori, finché furono loro a comandarli). I soldati vengono reclutati o tra i ''coloni'' o tra i [[Germani]] (in minor misura tra altri popoli). Per l'arruolamento dei ''coloni'' vige un sistema di leva obbligatoria. Nei riguardi dei Germani, i sistemi sono diversi. Talvolta intere popolazioni si stabilivano in territorio romano col permesso imperiale: divenivano alleati con l'obbligo di combattere per l'impero (così i Goti). Poi c'erano quelli che si arruolavano individualmente; e infine c'erano i prigionieri di guerra, che venivano impiegati come ''coloni'' o come soldati. Si trattava di milizie apprezzate, e del resto insostituibili: molti germani divennero capi militari e tennero nelle loro mani le sorti dell'impero.»</blockquote>(''Piccolo manuale di diritto romano, I — Parte generale —'' Cedam, Milano, 1979, pag. 83) </ref> Questa evoluzione fu dovuta al progressivo inserimento di personale barbarico (particolarmente [[Vandali]], [[Goti]] e [[Franchi]]) nei ranghi della legione. Questo inserimento di personale non omogeneo entro una struttura che era centrata sulla fanteria pesante ebbe l'effetto di trasformarla in base all'armamento ed all'addestramento delle nuove reclute (che, ad un certo punto, arrivarono ad essere l'80% degli effettivi). Mentre l'armamento base del legionario romano era il [[Gladio (arma)|''gladium'']] (lungo circa 50 cm) e lo [[Scudo (difesa)|''scutum'']] (che copriva praticamente tutto il corpo) l'armamento dei barbari appiedati era su [[spada (arma)|spada]] lunga (100 cm) e scudo rotondo, dato che lo scudo romano sarebbe stato di ingombro eccessivo se si doveva maneggiare un'arma delle dimensioni della spada. Questo comportava uno schieramento diverso della fanteria, che doveva avere i ranghi più larghi per poter usare l'arma, ma per questo motivo era maggiormente soggetta agli attacchi della cavalleria pesante, armata di [[lancia (arma)|lancia]]<ref>[[Flavio Vegezio Renato|Vegezio]] è chiaramente consapevole di questo problema quando specifica che le reclute devono essere addestrate per colpire di punta e non di taglio (Vegezio, ''op. cit.'', Libro I, Cap XII, ''Non caesim, sed punctim ferire docendos tirones''), in modo che la fanteria, coperta con lo ''scutum'', possa difendersi mantenendo i ranghi serrati. Ciò che appare chiaro anche a Vegezio, tuttavia, è che operare in ordine chiuso e ranghi serrati richiede un addestramento ed una coesione morale dell'unità che le reclute barbare non potevano avere acquisito interiormente come i ''cives romani''.</ref>. A questo punto, avendo la fanteria pesante perso il suo ruolo centrale nella battaglia, il ruolo di "arma decisiva" venne progressivamente assunto da parte della cavalleria, che era principalmente cavalleria pesante, armata di lancia. Con lo sviluppo della cavalleria e la perdita di importanza della fanteria pesante assunse maggiore rilevanza la fanteria leggera, meno protetta della fanteria pesante, ma fornita di armi da getto ([[Arco (arma)|archi]] e [[Giavellotto|giavellotti]]). Sulle istituzioni militari barbariche mancano fonti scritte, quindi non è facile capire quanto delle modifiche nella legione furono evoluzioni di tendenze già presenti e quanto fu invece importato dalle istituzioni presenti nelle forze armate dei barbari.
 
Gli abitati successivi, sorti più internamente all'isola, furono completamente distrutti durante la [[Guerra di Chioggia]], ma il 1º luglio del [[1380]] il doge [[Andrea Contarini]] ne avviò la ricostruzione.
Con [[Carlo Magno]] i gradi militari e nobiliari furono equiparati, in quanto i nobili dovevano fornire all'esercito imperiale un numero di uomini dipendente dall'estensione dei loro possedimenti (feudi), uomini di cui restavano formalmente capi, creando quindi un sistema di unità militari strettamente legato alla figura del capo ed alla contiguità geografica fra gli appartenenti all'unità stessa. A fianco dei comandi militari veri e propri (inizialmente appannaggio dei nobili) si crearono incarichi militari particolari, da cui spesso derivano i nomi dei gradi militari usati ancora oggi. In un'epoca in cui la forza militare risiedeva essenzialmente nella cavalleria, il ''comes stabuli'' (conestabile) o conte destinato alla gestione delle scuderie aveva un incarico di responsabilità elevatissima per tutto l'esercito, sotto al conestabile stava il ''marskalk'' (maresciallo), cioè il maniscalco. L'evoluzione del feudalesimo, che, ancor prima della fine del IX secolo, rese ereditario (e quindi non più soggetto a revoca) il titolo nobiliare, permise ai nobili di avere eserciti propri, non più soggetti al controllo dell'imperatore. Attorno alla fine del millennio comparve il nemico che avrebbe cancellato la cavalleria dal campo di battaglia: l'arma da getto. La reazione dei cavalieri fu la creazione di una nuova unità tattica, la [[Lancia (unità militare)|''lancia'']], basata sul cavaliere, supportato da un certo numero (quattro o cinque) di fanti e di arcieri. Con il tempo le lance furono organizzate in [[Compagnia militare|''compagnie'']], che, al tempo di [[Carlo VII di Francia]] ([[1453]]) contavano ognuna 100 cavalieri ed altrettante lance. Considerando che praticamente ogni signore organizzava l'esercito secondo le sue esigenze, in questo periodo le formazioni militari erano estremamente variabili, quindi non è possibile indicare una via di evoluzione unitaria.
Ad oggi i cognomi più diffusi dell'isola, ''Busetto'', ''Vianello'', ''Zennaro'' e ''Scarpa'' sono anche i quattro ''sestieri'' in cui, da Sud a Nord, si divide Pellestrina paese.
 
<br />[[File:Venezia - Murazzi Pellestrina.jpg|miniatura|Murazzi di Pellestrina|alt=|sinistra]]Nel XVIII secolo furono completati i [[Murazzi (Venezia)|Murazzi]] un'imponente [[diga]] in [[pietra d'Istria]], costruita dalla [[Repubblica di Venezia]] per [[Costa#Difesa%20del%20litorale|difendere]] gli argini della [[Laguna di Venezia|laguna]] dall'erosione del mare. Andarono a sostituire le precedenti ''palade'', delle palafitte riempite di sassi, la cui durata era assai breve.
=== Impero romano d'Oriente ===
Diversamente si evolsero i costumi militari nell'Impero orientale, dove le unità militari ebbero un'evoluzione
progressiva dalla legione, che, tuttavia, perse completamente le sue caratteristiche tattiche, diventando molto più simile alla falange macedone. Infatti l'arma più rilevante dal punto di vista tattico era la cavalleria pesante ([[Catafratto|''cataphracti'']]), mentre la fanteria forniva (quando ci riusciva) il perno di manovra per le azioni della cavalleria, supportata anche da cavalleria leggera di arcieri. L'unità base era la ''banda'' o il ''[[numero (esercito romano)|numerus]]'', formata da circa 350 uomini, cinque ''bandae'' formavano una ''turma'' (di solito comandata da un duca), infine due ''turmae'' formavano un ''thema'', comandato dal generale e ritenuto capace di operare senza bisogno di appoggio. Ogni ''thema'' si basava sul proprio distretto militare ([[Thema|''thema'']]), mentre le zone critiche, in cui sorgevano le fortezze più importanti, erano indicate come [[Clissura|''clissurae'']] e poste sotto il comando di un ''clissurarca''.
 
[[Alluvione di Venezia del 4 novembre 1966|Il 4 novembre 1966]] si verificò la più elevata acqua alta mai registrata a [[Venezia]] e i murazzi di Pellestrina, un ciclopico muro di blocchi di pietra, largo 12 metri e altro 5 sul livello del mare non resistettero all'attacco delle onde e furono squarciati in più punti. Gli abitanti dell'isola fuggirono in barca verso il Lido.
Per tutto il periodo dell'impero Bizantino fu estremamente curato l'addestramento delle truppe, che dovevano operare con armamenti non sempre maneggevoli (per esempio l'[[Arco (arma)|arco composito]] richiedeva un addestramento continuo delle truppe che lo utilizzavano<ref>Luttwark, ...Impero Bizantino, ''L'arco composito ricurvo'', pag 35 e segg.</ref>). L'addestramento dei soldati, che quindi dovevano essere dei professionisti e non dei coscritti, richiedeva lunghi periodi, tanto nel VI secolo d.C. che i soldati restavano nei battaglioni di addestramento per un anno (a differenza delle sei settimane per gli eserciti [[NATO]] della seconda metà del XX secolo) e, quando venivano trasferiti alle unità combattenti, erano comunque considerati ancora inaffidabili per il combattimento.
 
L'isola coincise con il territorio del Comune di Pellestrina, soppresso nel [[1920]] e integrato a Venezia.
=== Arabi ===
Un cenno a parte meritano le unità militari [[Arabia|arabe]], che nel [[VII secolo]], dilagarono in tutto il Mediterraneo partendo da quello che oggi è il [[Vicino Oriente]]. Le unità arabe in [[Siria]] (che, all'epoca comprendeva l'attuale Siria, il [[Libano]], la [[Giordania]] e [[Israele]]/[[Palestina]]) si organizzarono, a somiglianza delle unità [[Bizantini|bizantine]], su 4 iniziali distretti militari (''jund''): [[Homs]], [[Damasco]], [[Giordano]] e [[Palestina]]), a cui poi si aggiunse quello di Qinnasrin. Diverso fu lo sviluppo nella [[Penisola Iberica]], dove i musulmani, per più di 500 anni, si scontrarono con i cristiani in quella che in spagnolo fu indicata come la "Reconquista". Uno scontro di quella durata, naturalmente, ebbe un notevole influsso sulle istituzioni militari di entrambi i partecipanti, le unità arabe, sotto il califfato [[Omayyadi|omayyade]], erano organizzate in tre e successivamente due ''kùwar'' (simili ai ''jund''), protetti da una linea di fortificazioni (''thugùr''), con capoluogo a [[Saragozza]] e a [[Medinaceli]]. I reparti combattenti erano composti sia da truppe mercenarie (''haslam''), sia regolari, che potevano essere volontari pagati (''muttawi'a'') o combattenti per il ''[[jihad|gihàd]]'' (''mugahidìn'' o ''ahl al-ribàt''), non pagati, ma partecipanti alla divisione del bottino. L'organizzazione era su gruppi di circa 5000 uomini di origine etnica omogenea (''raya''), a loro volta divisi in reggimenti (''&prime;àlam'') di 1000 uomini, comandati da un ''qà'id'', che, a loro volta si suddividevano in unità minori (''liwà'' di 200 uomini, ''band'' di 40 uomini ed infine ''&prime;uqda'' di 8 uomini). L'organizzazione in battaglia era simile a quella dell'esercito [[Parti|partico]], in cui un perno di manovra di fanti armati di picca e scudo permetteva agli arcieri di agire con il tiro indiretto contro le fanterie nemiche ed alla cavalleria di operare lo sfondamento finale del dispositivo nemico.
 
Nel [[1944]] al largo delle sue coste fu affondato da aerei [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] il [[piroscafo]] ''[[Giudecca (piroscafo)|Giudecca]]''. La popolazione partecipò al soccorso dei sopravvissuti e al recupero delle salme.
=== Mongoli ===
Mentre questa era la situazione in [[Europa]], in [[Mongolia]] veniva creata l'unica unità organica totalmente di cavalleria che avesse sia la capacità di impegnare il nemico con l'urto sia di impegnarlo con il tiro, questa unità era l&prime;''[[ordu]]'' (letteralmente "esercito", da cui la parola italiana "orda"). L'esercito mongolo era organizzato su base decimale, dieci cavalieri formavano un plotone, dieci plotoni formavano uno squadrone, dieci squadroni un reggimento e dieci reggimenti (quindi 10.000 uomini) formavano un ''ordu''. L&prime;''ordu'' era composto per circa il 40% di cavalleria pesante, che quindi impegnava il nemico con la lancia e con l'urto. Il resto dell'unità era di cavalleria leggera, armata di [[Arco (arma)|arco]] (del tipo composito sviluppato in Asia, quindi utilizzabile stando a cavallo) e di giavellotti. Ogni uomo aveva due cavalli, in modo da poter proseguire l'azione anche dopo che il primo cavallo era stato ucciso o non era più in grado di proseguire l'azione. La disciplina dell&prime;''ordu'' era severissima, ogni uomo doveva obbedire immediatamente e totalmente agli ordini ricevuti. Lo schieramento dell<nowiki>'</nowiki>''ordu'' (e delle unità minori) era su 5 linee, con le prime due formate da cavalleria pesante, all'approssimarsi del nemico la cavalleria leggera attraversava le linee della cavalleria pesante e lo impegnava a distanza col tiro, mentre la cavalleria pesante successivamente caricava a fondo sul nemico già disorganizzato. Il problema dell<nowiki>'</nowiki>''ordu'' era la logistica, dato che il movimento di un ''ordu'' imponeva il vettovagliamento per circa 20.000 cavalli (un cavallo mangia molto più di un uomo), quindi era un'unità che poteva sostenersi solo depredando pesantemente il territorio su cui si trovava.
 
== Trasporti ==
==Unità militari in epoca rinascimentale ==
Via di comunicazione principale è la ''Strada Comunale dei Murazzi'', che percorre l'isola per tutta la sua lunghezza: è questa il percorso dell'unico autobus ( [[Actv]] linea 11: Pellestrina-Lido). All'estremità settentrionale, in località Santa Maria del Mare parte e arriva il traghetto (passeggeri, auto ed autobus) che collega l'isola al [[Lido di Venezia|Lido]], mentre l'estremità meridionale è collegata tramite vaporetto (per soli passeggeri e biciclette) a [[Chioggia]] con fermata a Ca' Roman.
=== Mercenari ===
Attorno al 1300 nascono le prime milizie mercenarie, che, essendo forze armate permanenti, devono basarsi su una disciplina ed un'organizzazione molto più spinta di quella delle milizie feudali, ed anche delle milizie nazionali che nascono nello stesso periodo. Mentre i mercenari [[Svizzera|svizzeri]] sono organizzati in insegne (di alcune centinaia di uomini), i [[Lanzichenecchi]] presentano una struttura più complessa, l'unità base è il reggimento (''Regiment'') al cui comando si trova un colonnello (''Obrist'' o ''Feldoberst''), cui sono sottoposti capitano (''Hauptmann''), luogotenente (''Leutenant''), addetto alla logistica (''Quartiermeister'') e capo della polizia interna (''Profoss''). Fra la truppa e i sottufficiali si distinguono alfiere (''Fänrich'' o ''Fahnenträger''), tamburo (''Trommelschläger''), piffero (''Pfeifer''), maresciallo (''Feldweibel''), sergente (''Gemeinweibel''), furiere (''Fourier'') e caporale (''Rottmeister''). Come si vede è con queste truppe mercenarie che comincia la distinzione fra ufficiali, sottufficiali e truppa. Il reggimento era composto da 10-16 compagnie (''Fahnlein'') ciascuna di 400 uomini, divise a loro volta in plotoni (''Rotten'') di 10 uomini o sei uomini armati di [[spada a due mani]] e con armatura completa(''Doppelsölden''). I Lanzichenecchi erano ripartiti, oltre che sul piano dell'organica, anche per specializzazione d'impiego: picchieri, colubrinieri, alabardieri ed i già citati ''Doppelsölden'' (verso il 1515 il progredire delle armi da fuoco rese inutili le spade a due mani, i Doppelsolden non scomparvero, ma si trasformarono in picchieri o alabardieri armati con armatura pesante).
 
Dal 6 luglio 2014, la società Terminal Fusina Venezia ha istituito, in via sperimentale, una tratta domenicale tra punta Fusina - storico ingresso a Venezia dalla terraferma - e San Pietro in Volta, collegando così la Riviera del Brenta all'isola lagunare<ref>[http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2014/07/03/news/un-collegamento-diretto-tra-fusina-a-pellestrina-1.9532957 Un collegamento diretto tra Fusina a Pellestrina - Cronaca - La Nuova di Venezia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Il dispiegamento tattico tanto dei picchieri svizzeri quanto dei lanzichenecchi era su quadrati 6000-8000 uomini, disposti generalmente a scalare su linee di tre quadrati, cui il quadrato avanzato doveva fare da perno di manovra bloccando frontalmente il nemico, mentre i due quadrati arretrati (generalmente più piccoli) dovevano cercare l'avvolgimento su uno dei fianchi.
 
== Feste e manifestazioni ==
=== Spagna ===
•Festa di Sant’Antonio , 12 giugno
[[Immagine:Scene from recreation of Battle of Naseby.jpg|thumb|Picchieri e moschettieri in una ricostruzione contemporanea della [[battaglia di Naseby]] ([[1645]]).]]
Fra la fine del Medio Evo e l'inizio del Rinascimento la potenza della [[Spagna]] si diffuse in tutta [[Europa]], l'organizzazione militare di questa nazione si era strutturata in modo estremamente efficace nel corso della riconquista della Spagna dai Mori e nelle guerre che avevano visto combattere fra loro i principi cristiani. L'unità base dell'esercito spagnolo era il ''[[tercio]]'', composto da 3000 uomini, fra picchieri e [[Moschetto|moschettieri]], i ''tercios'' formarono il nerbo delle forze imperiali, e, fino alla [[Battaglia di Breitenfeld (1631)|Battaglia di Breitenfeld]], furono considerati quasi imbattibili. Gli organici ridotti del ''tercio'' (che, appunto, inquadrava circa un terzo degli uomini di un quadrato svizzero o tedesco) derivano dal fatto che, con lo sviluppo delle armi da fuoco, una massa compatta come quella dei quadrati del primo rinascimento presentava un bersaglio estremamente pagante anche per le ridotte capacità delle armi da getto dell'epoca. Il problema del ''tercio'', che fu sentito fra gli studiosi militari fino agli ultimi anni del XVII secolo era quello di determinare la proporzione fra picchieri e moschettieri, dato che le caratteristiche delle due specialità si integravano, ma non erano sostituibili. Questo portò ad una progressiva riduzione dei picchieri nei confronti dei moschettieri, tanto che nella seconda metà del XVII secolo i picchieri erano ridotti ad un terzo dei moschettieri<ref>P. Pieri. op. cit. pag. 74</ref>. La soluzione definitiva al problema fu trovata nella seconda metà del XVII secolo con l'introduzione fra le armi della [[baionetta]], che permetteva ai moschettieri di operare tatticamente come picchieri, naturalmente la baionetta da sola non avrebbe modificato i campi di battaglia come ha fatto, se, insieme non ci fosse stato un sensibile progresso anche dell'arma da fuoco, che diminuì di peso e aumentò la cadenza di tiro. L'ultima nazione a mettere in campo unità di picchieri fu la [[Svezia]] a [[Campagna di Poltava|Poltava]] ([[1709]]). Comunque, ancora nel [[1792]], nell'Assemblea nazionale [[Francia|francese]] veniva proposta la creazione di unità di picchieri<ref>P. Pieri. ''op. cit.'', pag. 134 nota 2</ref>.
 
·Festa di San Pietro in Volta dal 27 al 30 giugno.
=== Mamelucchi ===
In età [[Mamelucchi|mamelucca]] (1250-1517) la guida dello Stato era affidata al Sultano, comandante di tutte le formazioni militari composte da Mamelucchi e di quelle della ''halqa'', formate da soldati non-mamelucchi.<br/>
Gli ufficiali dei suoi reggimenti si distinguevano in "''[[Emiro|Amīr]]'' di 10" (uomini)", in "''Amīr'' di 40", in "''Amīr mi’a muqaddam alf''", ossia "Comandanti di 100 (cavalieri mamelucchi) e di 1000 (soldati non mamelucchi).<br/>
Un punto di grave debolezza, che li mise in condizione di essere infine sconfitti dagli [[Ottomani]] nel 1516-17, fu tuttavia la loro decisa avversione per le armi da fuoco e le artiglierie, da essi giudicate strumenti "vili" di combattimento, perché evitavano il confronto diretto col nemico.<br/>
 
·Festa della Madonna dell'Apparizione, 4 agosto.
Le unità mamelucche, che prendevano il nome dal loro comandante-padrone (ad es. ''Zāhiriyya'', da al-Malik al-Zāhir; ''Ashrafiyya'', da al-Malik al-Ashraf) erano di cavalleria (''furūsiyya''), erano in pratica guidate da quello che era nei fatti il vice-Sultano, vale l<nowiki>'</nowiki>''atābeg al-‘asākir'', cioè "''[[atabeg|atābeg]]'' (tutore o reggente) dei soldati".
 
·Festa di Portosecco dal 13 al 16 agosto.
Nel periodo cosiddetto "circasso" la terza carica sultanale divenne quella di ''dawādār kabīr'', cui era assegnata la percezione delle imposte del Sultanato (quindi una sorta di ministro delle Finanze) ma anche quella della formazione dei reparti militari non-mamelucchi (''halqa'' ) e la gestione del ''[[barid|barīd]]'' (quindi una sorta di ministro delle Comunicazioni e capo del controspionaggio).
[[File:Hermann Corrodi - Barche da pesca su una laguna di Venezia.jpg|miniatura|Barche da pesca. Hermann Corrodi]]
 
== Economia ==
Di rilievo militare nel medesimo periodo fu la carica di ''amīr silāh'' (lett. "Comandante delle armi") che in periodo cosiddetto "turco" era invece un semplice funzionario di palazzo addetto alla persona del Sultano.
Le attività tipiche dell'isola sono la pesca, agricoltura, cantieristica navale e turismo.
 
=== Impero OttomanoArtigianato ===
Per quanto riguarda l'[[artigianato]], Pellestrina è rinomata soprattutto per la produzione di [[merletti]] a tombolo "balon".<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=1 | p=18}}</ref>
Fra il [[Rinascimento]] e l'epoca moderna si affermò in [[Europa]] la potenza [[Turchia|turca]] [[Ottomani|ottomana]], che, partita dalla [[Anatolia|Penisola anatolica]], espanse il suo controllo sulla regione dei [[Penisola balcanica|Balcani]] fino all'[[Ungheria]] ed all'[[Ucraina]], arrivando nel [[1689]] ad assediare [[Vienna]]. L'esercito turco fino alla fine del XVIII secolo era basato su coscrizione regionale, con corpi speciali che svolgevano compiti particolari. Particolarmente apprezzato era l' ''ocaq'' (lett. "famiglia") dei [[giannizzeri]], guardia personale del [[sultano]] addestrata fin dall'età pre-adolescenziale al "mestiere delle armi" e dotata della migliore artiglieria dell'epoca. Questi erano organizzati sulla base dell'''orta'', unità di forza variabile da qualche centinaio a qualche migliaio di uomini; da notare come il termine, leggermente mutato in [[orda]], sia tuttora nel linguaggio comune con significato spregiativo.
[[File:Strada Comunale della Laguna - Il Merletto (559486890).jpg|sinistra|miniatura|Il merletto di Pellestrina]]
Dopo la conquista di [[Costantinopoli]] ([[1453]]), con l'inizio dell'espansione in Europa, l'esercito turco, pur restando su base feudale nei suoi reparti di cavalleria (''akinci''), migliorò il suo già ottimo armamento grazie a un addestramento particolarmente curato, superando in molti casi per qualità quello degli altri eserciti europei, seguitando a lungo a contare sul suo dominio nel settore dell'artiglieria<ref>Vedi ''Le opere di Raimondo Montecuccoli a cura di Raimondo Luraghi'', in 3 vol, Edito a cura di Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, 2ª edizione (2000), [[Raimondo Montecuccoli]], ''Discorso della guerra contro il turco'', ''IV Principio'', Vol 2 pag 210</ref>.
<br />
== Sport ==
Nell'isola vengo praticati diversi sport. Le società calcistiche sono l'U.S.D. Pellestrina e l'A.S.D. Nuovo San Pietro .
 
Molto praticata è la [[Voga veneta]] che viene svolta dalla Remiera Pellestrina. Nel 1956 Venezia vinse il palio delle repubbliche marinare con un equipaggio composto da 8 vogatori di pellestrina
=== Evoluzione tattico-organica della cavalleria ===
Nel corso di questo periodo le unità di [[cavalleria]] ebbero un'evoluzione parallela a quella della fanteria, sia in termini di armamento sia in termini di organica. Alla fine del Medio Evo le unità di cavalleria erano organizzate in ''lance'', su cavalieri armati appunto di [[lancia (arma)|lancia]] e con una protezione estesa a tutto il corpo. Data l'arma offensiva principale (lancia) i cavalieri dovevano impegnare il nemico a forte velocità, tuttavia anche i cavalli più robusti, con il carico del cavaliere e dell'armatura, riuscivano a tenere la velocità massima solo su tratti piuttosto brevi (un centinaio di metri), quindi i cavalieri restavano soggetti per tempi relativamente lunghi al tiro delle nascenti armi da fuoco. Inoltre il singolo cavaliere aveva bisogno di tutto il suo seguito per montare e smontare da cavallo, cosa che diminuiva notevolmente il suo valore tattico. Quindi lo sviluppo delle cavallerie si orientò a ridurre la protezione del cavaliere e, con la nascita dell'accensione a ruota, ad armare anche i cavalieri con armi da fuoco. In questo ambito nacquero i [[Retiro (cavaliere)|''retiri'']] e la tattica del ''[[caracollo]]''. Questa tattica presupponeva che i cavalieri, avanzando al [[trotto]], si portassero a distanza di tiro dal nemico e scaricassero su di esso le proprie [[Pistola|pistole]]. Una volta effettuato ciò, la prima riga eseguiva una conversione per lasciare libero il campo di tiro alla riga successiva e, rimettendosi in coda, aveva il tempo di ricaricare le proprie armi. Le conseguenze organiche di questa tattica furono che la cavalleria fu organizzata in grosse unità, su una profondità che arrivava anche a 34 righe. <ref>P. Pieri. op. cit. pag. 72</ref> Questa tattica fu completamente sovvertita da [[Gustavo II Adolfo di Svezia|Gustavo Adolfo]], re di [[Svezia]], che, organizzando il suo esercito su criteri più moderni, ridusse la protezione della sua cavalleria ad un semplice pettorale e la addestrò ad operare avanzando sul nemico al [[galoppo]] ed impegnandolo con la [[sciabola]] invece che con armi da fuoco ([[Carica di cavalleria|''carica'']]). A questo punto non sussisteva più la necessità di usare la cavalleria in masse come quelle richieste per il caracollo e, alla fine del XVII secolo, si passò all'utilizzo della cavalleria in ''squadroni'' di circa 150 uomini su tre righe . Le specialità della cavalleria a quell'epoca erano le ''corazze'' o ''mezze corazze'', armate di sciabola e pistola e destinate a caricare il nemico (fanteria e cavalleria) con compiti risolutivi della battaglia, i [[Dragone|''dragoni'']], armati di archibugio o moschetto, destinati a fungere come fanteria montata per azioni rapide su punti critici del nemico ed infine i [[Cavalleggeri|''cavalli leggeri'']], destinati all'esplorazione ed allo sfruttamento del successo dopo la battaglia. In genere i cavalleggeri avevano denominazioni diverse a seconda dei paesi di origine, fra i più valutati erano gli ''hussard'' (lancieri alati) [[Polonia|polacchi]]. La percentuale di cavalleria negli eserciti europei tende a diminuire fino alla riforma di Gustavo Adolfo, per aumentare successivamente fino ad arrivare a circa due terzi della forza totale alla fine della [[guerra dei trent'anni]]. <ref>P. Pieri, ''op. cit.'', pag. 74</ref>
 
La pallavolo viene praticata dalla Pallavolo Pellestrina
==Unità militari in epoca moderna e napoleonica==
{{vedi anche|Guerra con la polvere da sparo#La transizione dall'archibugio al moschetto in 150 anni di storia}}
Dopo la comparsa della baionetta i grandi quadrati di picchieri che avevano caratterizzato lo schieramento degli eserciti nel corso delle guerre rinascimentali scomparvero, dato che ora l'aumentata potenza di fuoco dei [[Fucile|fucili]] (a innesco e cartuccia) nei confronti dei [[Moschetto|moschetti]] (a ruota) permetteva azioni distruttive a maggiore distanza e con una cadenza di tiro superiore. Prima nelle file dell'esercito [[Inghilterra|inglese]] e successivamente in quelle dell'[[esercito prussiano]] si arrivò alla standardizzazione del tiro su tre file e, verso la fine del [[XVIII secolo]], addirittura su due file, quindi i quadrati cedettero il posto a schieramenti lineari che guadagnarono in fronte quanto avevano perso in profondità. Le unità di impiego furono i [[Reggimento|reggimenti]] (circa 1200 uomini), su due [[Battaglione|battaglioni]], ciascuno di circa 600 uomini, calcolando lo spazio circa un metro per un uomo un battaglione (su tre linee) copriva quindi un fronte di circa 200 m. La cavalleria era su [[Squadrone|squadroni]] (120-150 uomini) ed un numero variabile di squadroni (3-5 per la cavalleria pesante, ma fino a 10 per la cavalleria leggera) formava un reggimento. A livello superiore l'esercito (che, all'epoca, era composto da un numero abbastanza limitato di effettivi), per motivi di comando e controllo, era diviso grossolanamente in tre forze: in marcia un'avanguardia, un centro ed una retroguardia, organizzati con tre comandi diversi (ma tutti dipendenti dal generale comandante l'esercito, che solitamente era anche il comandante del centro), queste forze, quando l'esercito si spiegava per il combattimento, formavano il centro, l'ala destra e l'ala sinistra dello schieramento. Comunque nel corso del XVIII secolo tutti e tre questi reparti operavano in modo congiunto, tenendosi fra loro ad una distanza minima, tale da poter intervenire immediatamente in aiuto del reparto minacciato.
 
Vengono inoltre svolte attività di immersione nella zona delle tegnue affioramenti rocciosi naturali formatisi nell'alto Adriatico chiamate in tale modo per la capacità di trattenere e rompere le reti da pesca.
[[Immagine:Colpo di cannone Pasque Veronesi.jpg|250px|thumb|Ricostruzione (funzionante) di cannone da 2 lb di epoca napoleonica|left]]
<br />
Nel XVIII secolo avvenne un evento rivoluzionario per l'[[artiglieria]], in quanto il generale francese [[Jean-Baptiste Vaquette de Gribeauval|Gribeauval]], basandosi sulle esperienze della [[guerra dei sette anni]], che aveva seguito come osservatore, trasformò radicalmente l'artiglieria, standardizzando i [[Calibro (arma)|calibri]] ed alleggerendo notevolmente gli [[affusto|affusti]]. La riforma di Gribeauval si estese, dalla [[Francia]] da cui era partita, in tutta Europa e praticamente dettò le linee di sviluppo dell'artiglieria fino alla [[guerra di Crimea]]. Oltre alla standardizzazione dei calibri si deve a lui la suddivisione dell'artiglieria nelle classi da fortezza, da costa, da assedio e da campagna. Mentre le prime due classi erano sostanzialmente fisse, le altre erano incavalcate su affusti ruotati. Per quanto riguarda l'artiglieria da campagna (che era quella che doveva seguire l'esercito in manovra) furono stabiliti quattro calibri (4, 8 e 12 libbre) per i cannoni e due calibri (6 e 8 libbre) per gli obici. Con questa riforma l'artiglieria da campagna fu anche organizzata in ''batterie'' di 8 pezzi, destinate ad operare come singola unità sul campo di battaglia e ad ogni ''divisione'' di fanteria (4 reggimenti) fu assegnata una batteria di artiglieria, creando così il primo abbozzo di grande unità pluriarma, già proposta nel [[1761]] dal maresciallo [[Victor-François de Broglie|de Broglie]].
== Note ==
<references/><br />
 
== Bibliografia ==
Dopo i primi convulsi anni della [[Rivoluzione francese]] [[Lazare Carnot|Carnot]] organizzò l'esercito su 198 ''[[demi-brigade]]'' (equivalenti ai reggimenti) di linea e 15 ''demi-brigade'' leggere, conservando una riserva di 213 battaglioni di fanteria di seconda linea. La ''demi brigade'' di fanteria era organizzata su due ''battaglioni'', secondo il principio dell'amalgama, un battaglione proveniva da uno dei reggimenti preesistenti alla rivoluzione, mentre l'altro battaglione proveniva dalla Guardia nazionale. Per soddisfare la nuova necessità di effettivi veniva instaurata per la prima volta in epoca moderna la [[Leva militare|leva]] ([[23 agosto]] [[1793]]), che interessava tutti i celibi di età compresa fra 18 e 25 anni. Mentre per l'artiglieria fu conservato il sistema organico di Gribeauval, con l'unica modifica di aumentare il numero di batterie a cavallo, la cavalleria fu organizzata anche essa in ''demi-brigade'' di 4 squadroni. A livello superiore l'esercito continuò ad essere organizzato in ''divisioni'', a loro volta inquadrate in ''armate'' (ben 13 nel [[1795]]), la modifica più rilevante fu la creazione di uno ''stato maggiore'' divisionale (ogni generale di divisione aveva a sua disposizione 5 ''adjutants-général'' e 4 assistenti).
 
* G. Distefano Lido di Venezia atlante storico. Supernova isbn 978-88-96220-72-6
La maggiore innovazione organica apportata da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] fu la creazione del ''[[corpo d'armata]]''. Con Napoleone il comando di tutte le forze armate francesi fu concentrato nell'imperatore, ma, restando le necessità operative che non permettevano la presenza di Napoleone stesso su punti diversi di fronti che talvolta si estendevano per centinaia di chilometri, fu necessario dividere l'armata in corpi di dimensioni ridotte. A questo punto, però, ci fu la vera rivoluzione nell'arte della guerra, in quanto i corpi d'armata non furono semplicemente delle deleghe di comando per permettere il controllo dell'imperatore sui livelli inferiori di organizzazione, ma furono utilizzati come piccole armate autonome, che operavano a circa un giorno di marcia uno dall'altro, quindi, una volta attaccati, potevano resistere per il tempo necessario agli altri corpi di convergere sul campo di battaglia, per intrappolare il nemico in una situazione in cui il corpo attaccato formava il perno della manovra dei corpi marcianti. Analogo fu l'impiego delle divisioni nei confronti dei corpi, per cui una divisione, potendo resistere per un certo tempo (almeno un'ora secondo Napoleone<ref>Da una lettera di Napoleone a Eugenio di Beauharnais del 7 giugno 1809, citata da D. Chandler op. cit. pag. 222</ref>) permetteva al resto del corpo di evoluire per impegnare il nemico indipendentemente dall'esito del combattimento divisionale. I corpi d'armata napoleonici erano comandanti da un maresciallo, ed erano composti volutamente da un numero di divisioni variabile, in dipendenza principalmente dalla situazione contingente, ma anche per poter tenere il nemico nell'incertezza sulle forze francesi effettivamente presenti.
 
=== Organizzazione della Grande Armée ===
[[Immagine:Grande-armee.png|thumb|300px|Organizzazione della [[Grande Armata|''Grande Armée'']] nella campagna del 1805]]
Quando fu organizzata, la [[Grande Armata]] ''(Grande Armée)'' era basata su un organico ben preciso, la composizione era su 7 ''corpi d'armata'', in cui erano presenti tutte e tre le armi, con un numero variabile (generalmente fra due e quattro) di divisioni di fanteria, una divisione o brigata di cavalleria leggera e 6 batterie di artiglieria. Oltre a questi corpi era presente il corpo di riserva di cavalleria su 2 divisioni di corazzieri, 5 divisioni di dragoni (di cui una piedi), 1 divisione di cavalleria leggera e 4 batterie di artiglieria a cavallo. A queste unità si devono aggiungere le unità della [[Guardia imperiale napoleonica|Guardia]], che ebbero un organico estremamente variabile fra il [[1805]] (12000 uomini) ed il [[1814]] (112500 uomini).
 
==== Fanteria====
Organizzata in ''battaglioni'' come unità tattica di base e di impiego (a loro volta suddivisi in 8 ''compagnie'')<br>
*2 o 3 battaglioni formavano un ''reggimento''
*2 o 3 reggimenti formavano una ''brigata''
*2 o 3 brigate con una ''batteria'' di accompagnamento (4, 6 o 8 libbre) formavano una ''divisione''
:Quindi la divisione era l'unità monoarma più elevata, se non si considera la presenza della batteria di artiglieria nelle divisioni di fanteria.
====Cavalleria====
*La cavalleria pesante (corazzieri e carabinieri) era organizzata in ''reggimenti'' su 4 ''squadroni'', ognuno di 2 ''compagnie''
*I dragoni erano organizzati in ''reggimenti'' su 5 ''squadroni''
*La cavalleria leggera era organizzata in reggimenti su un numero di ''squadroni'' variabile da 4 a 8
La cavalleria pesante ed i dragoni erano organizzati in ''divisioni'', mentre la cavalleria leggera poteva essere assegnata a corpi d'armata con fanteria come arma di base anche a livello ''brigata''.
 
====Artiglieria====
* L'artiglieria a piedi era organizzata su ''reggimenti'' ognuno su 27 ''compagnie'', ogni ''batteria''<ref>Nella ''Grande Armèe'' gli artiglieri erano organizzati in compagnie come la fanteria, mentre i pezzi (cannoni e obici) erano organizzati in batterie.</ref>, che era anche l'unità di impiego, era su 6 cannoni e 2 obici.
* L'artiglieria a cavallo<ref>La differenza fra artiglieria a piedi ed artiglieria a cavallo non era nel traino dei pezzi, che era sempre a traino animale, tranne i poco usati cannoni da 2 libbre, ma nel fatto che i serventi nell'artiglieria a piedi seguivano il traino appunto a piedi, mentre nell'artiglieria a cavallo avevano cavalcature proprie, permettendo così uno spostamento sensibilmente più veloce sul campo di battaglia.</ref> era organizzata in ''reggimenti'', ognuno su 6 o 7 ''compagnie''.
 
==Unità militari contemporanee==
Dopo l'epoca napoleonica il sistema dei corpi d'armata fu accolto anche nelle altre nazioni europee, mentre la divisione continuò ad essere praticamente un'unità monoarma (anche se fornita di artiglieria propria) fino alla [[prima guerra mondiale]]. Nel corso della prima guerra mondiale l'unità di impiego, dato il fronte ristretto e congestionato su cui operavano le truppe, fu il reggimento, mentre la divisione ebbe compiti praticamente solo amministrativi e l'impiego a livello di grande tattica avvenne nei corpi d'armata. Dopo il [[1916]] l'esercito tedesco, sviluppando le nuove tattiche di fanteria basate sull'iniziativa dei comandanti a livello inferiore, rivalutò l'importanza tattica del battaglione, che non fu più solo una divisione amministrativa del reggimento, ma divenne l'unità minima per l'impiego tattico, mentre negli altri eserciti coinvolti in guerra questa rivoluzione tattica non fu sviluppata fino a dopo la guerra, quando fu possibile studiare gli scritti teorici dello [[Stato Maggiore tedesco]]. Nel corso della guerra l'arma che ebbe la massima evoluzione organica fu l'[[artiglieria]], che fu suddivisa in artiglieria di divisione, artiglieria di corpo d'armata ed artiglieria di armata, in base alla maggiore unità a cui era sottoposta. Questa suddivisione in base all'organico si rifletteva anche sui [[Calibro (arma)|calibri]], in quanto l'artiglieria di divisione (in prossimità della prima linea) doveva essere sufficientemente mobile per sfuggire al tiro di controbatteria nemico e riprendere una nuova posizione in tempi relativamente brevi, quindi non poteva avere un calibro eccessivo. In base a considerazioni simili i calibri dell'artiglieria di corpo d'armata erano maggiori ed i pezzi dell'artiglieria d'armata avevano calibri tali che spesso erano richiesti serventi in numero molto elevato solo per caricare il pezzo.
 
=== La guerra corazzata ===
{{vedi anche|Guerra corazzata}}
Dopo la prima guerra mondiale lo sviluppo dei [[Carro armato|mezzi corazzati]] spinse allo studio di nuovi tipi di divisione, in cui operassero congiuntamente aliquote delle varie armi, così, a fianco delle divisioni di fanteria, furono create divisioni di cavalleria in cui erano previsti battaglioni o compagnie di unità corazzate o blindate e, nella seconda metà degli anni '30, divisioni corazzate, in cui operavano congiuntamente reggimenti corazzati e di fanteria. In [[Italia fascista|Italia]] nel [[1939]], con la riforma Pariani fu tentato l'esperimento della ''divisione binaria'', cioè di una divisione in cui fossero presenti solo due reggimenti di fanteria invece dei tre inquadrati generalmente. Questa riforma, che avrebbe dovuto portare ad unità combattenti più flessibili (ovviamente a spesa di un maggior rapporto fra personale amministrativo e personale combattente) nella realtà italiana condusse ad unità troppo deboli in attacco, soprattutto per la cronica mancanza di artiglierie moderne del [[Esercito italiano|Regio Esercito]] e per la mancata motorizzazione totale delle divisioni, che pure era prevista. La maggiore conseguenza della riforma Pariani fu che, all'inizio della [[seconda guerra mondiale]], non tutte le divisioni erano ancora state organizzate sul nuovo ordinamento, quindi parte delle divisioni era di un tipo e parte di un altro.
Durante il conflitto si ebbe inoltre una convergenza tra carro armato e artiglieria, con la creazione dell'[[Semovente_d'artiglieria|artiglieria semovente]], formata da scafi di carro armato con un pezzo di artiglieria di grosso calibro posto direttamente sullo scafo; di questi vennero formate delle unità organiche che tuttora fanno parte delle unità corazzate e meccanizzate.
 
=== Evoluzione dell'organica nel secondo dopoguerra ===
Nel corso della seconda guerra mondiale la diluizione delle truppe nell'area del combattimento portò ad una situazione che
non era confrontabile con quella del precedente conflitto mondiale, in cui le truppe erano ammassate su fronti molto ristretti, quindi anche l'organica fu costretta ad adeguarsi a questa nuova realtà del campo di battaglia. L'unità di impiego delle unità combattenti divenne il ''battaglione'', coordinato a livello ''divisione'' per un'operazione di grande tattica. Il
''corpo d'armata'' divenne un'unità praticamente amministrativa, mentre, dato il gran numero di truppe impiegate sui vari teatri di guerra, fu creata una grande unità superiore all'armata, cioè il ''gruppo di armate''.
Nel corso della guerra apparve sempre più spesso chiaro che la divisione non era la formazione più adatta ai compiti richiesti dalla guerra mobile, la quale necessitava frequentemente di unita' di manovra più snelle, seppure autosufficienti per supporto logistico e appoggio di fuoco.
Fu per questo che nel [[1941]] l'[[Wehrmacht|esercito tedesco]] riorganizzò le sue divisioni corazzate (''Panzerdivision'') trasformandole in divisioni binarie, su un reggimento corazzato ed un reggimento di fanteria meccanizzata, oltre alle unita' di artiglieria e di supporto logistico. Tuttavia anche questa riduzione organica non fu sufficiente, e, nella seconda metà della guerra, soprattutto dopo lo sbarco alleato in Normandia, i comandanti di divisione ricorsero sempre più spesso ai ''gruppi di combattimento'' (''Kampfgruppe''), unità pluriarma create ad hoc per operazioni particolari dalla consistenza variabile.
Nell'[[United States Army|esercito statunitense]] le divisioni di fanteria, sempre ternarie, quando necessario venivano divise in ''RCT''(Regimental Combat Team), analoghi ai ''Kampfgruppe'' tedeschi, ma su base strettamente organica, comprendendo un reggimento della divisione più uno dei gruppi dell'artiglieria divisionale, secondo un concetto molto simile a quello che fara' tornare in auge la "[[Brigata]]" nel dopoguerra.
Invece le divisioni corazzate, vennero organizzate differentemente: i vari battaglioni non erano inquadrati in reggimenti ed erano alle dirette dipendenze della divisione, la quale aveva due comandi subalterni chiamati "Combat Command" (A e B) senza forze assegnate che assumevano il controllo operativo dei vari battaglioni e dei supporti a seconda della missione assegnata, secondo concetti molto simili al "Kampfgruppe" tedesco.
Fu con queste strutture che l'US Army combatte' la [[Guerra di Corea]].
 
[[Immagine:Brigata Ariete.svg|right|150px]]
Dopo la [[seconda guerra mondiale]], nel periodo della [[guerra fredda]], in ambito [[NATO]] le divisioni restarono sostanzialmente ternarie, almeno inizialmente, con due reggimenti di fanteria ed un reggimento corazzato (''divisione di fanteria'') o due reggimenti corazzati ed un reggimento di fanteria meccanizzata (''divisione corazzata'') .
Comunque la struttura organica divisionale era tale che fosse possibile operare per ''combat command'' sostenendo carri armati e fanterie con gruppi dell'artiglieria divisionale, come avveniva nell'esercito statunitense durante la seconda guerra mondiale con l'uso degli "RCT": fu qusta la struttura su cui si allinearono quasi tutti gli eserciti facenti parte del "Patto Atlantico".
Durante gli anni '50, supponendo che anche le forze terrestri avrebbero dovuto sostenere i combattimenti nell'ambito di un conflitto nucleare, gli USA tentarono di trasformare le proprie divisioni rendendole capaci di schierare cinque raggruppamenti autosufficenti di dimensioni decisamente più piccole dei precedenti reggimenti, creando così le "Pentomic Division", costituite da cinque unità equiparabili a grossi battaglioni "misti" composti da compagnie di carri, di fanteria e di batterie d'artiglieria.
Tale trasformazione si rivelo' un semplice esperimento che venne abbandonato già nei primi anni '60, quando si tornò ad una divisione capace di esprimere tre "Combat Command" che vennero ridesignati "Brigate", sempre senza forze assegnate come era stato per le sue divisioni corazzate durante l'ultimo conflitto mondiale e con sub-unita' più convenzionali costituite da battaglioni monoarma: questa è l'organizzazione con la quale l'US Army ha combattuto la [[Guerra del Vietnam]] e che ha mantenuto fino agli anni '90.
Con l'abbandono della "Pentomic Division" da parte statunitense, gli altri paesi aderenti alla NATO trasformarono le proprie divisioni passando dalla struttura reggimentale a quella più flessibile basata su "Brigate", che gia' organicamente erano autosufficenti e dotate di artiglieria, anche se con organici fissi e predefiniti, a differenza degli statunitensi.
I paesi aderenti al [[Patto di Varsavia]] invece, hanno sempre mantenuto la rigida struttura divisionale su base reggimentale ternaria, seppure l'aggiunta dei supporti di artiglieria e del genio, oltre che logistici a tali reggimenti, abbiano reso questi ultimi praticamente paragonabili alle brigate occidentali e la differenza fosse sostanzialmente e puramente nominale.
 
Con la fine della guerra fredda gli eserciti hanno ridotto il numero di effettivi e, nella maggior parte degli stati, è stato abolito il [[Leva militare|servizio di leva]]. Le divisioni, con il loro numero estremamente elevato di soldati raggruppati sotto un singolo comando (la divisione NATO aveva un numero di effettivi prossimo a 12000), non rappresentano più la soluzione ottimale per comando e controllo delle unità sul campo.
Inoltre l'impiego tipico dei militari (almeno nelle nazioni NATO ed ex [[Patto di Varsavia]]) è diventato quello in operazioni di ''peace keeping'', quindi basato su numero di effettivi ridotto e con necessità di una struttura di controllo quanto più flessibile possibile. Per questi motivi si sta tendendo ad eliminare le divisioni nell'organica, sostituendole direttamente
con ''brigate'', cioè unità su più battaglioni con i relativi servizi ed armi di accompagnamento.
 
Nell'[[Esercito Italiano]], pur eliminando i comandi divisionali dotati organicamente di brigate predefinite in numero fisso, si è operato in modo leggermente diverso ai livelli organicamente più bassi, ristrutturando (ma non sempre) i battaglioni in ''reggimenti'' su un unico battaglione (invece che su tre) più una compagnia servizi che dovrebbe espletare la parte logistica ed amministrativa; le brigate sono poi state organizzate su alcuni reggimenti di fanteria o cavalleria corazzata cosi' creati e su reggimenti delle armi di appoggio
(vedi organigramma della [[Brigata Corazzata Ariete]]).
 
 
==== ''US Marine Corps'' e Reggimento San Marco ====
Il corpo dei Marines degli Stati Uniti ([[USMC]]) impiega unità complesse (brigate e divisioni) che hanno una aviazione d'attacco organica, come lo sono artiglieria e blindati. Inoltre una MEU ''(Marine Expeditionary Unit)'' è una unità integrata a livello di reggimento che ingloba:
:*un battaglione di fanteria,
:*un gruppo aereo,
:*un battaglione logistico da combattimento.
Una struttura simile si trova nel [[Reggimento San Marco]] della [[Marina Militare Italiana]].</br>
 
==== Adeguamento dell'organica per missioni internazionali ====
Poiché gli impegni internazionali tendono a creare unità complesse multinazionali, l'Esercito Italiano recentemente ha ricreato la struttura a livello di divisione, intesa come comando senza forze proiettabile, quindi una struttura con stato maggiore e comunicazioni che va integrata di volta in volta con le unità necessarie alla missione da assolvere. Ovviamente, alcune di queste unità possono essere di altri paesi, come ad esempio avviene nella [[KFOR]] in [[Bosnia Erzegovina]] per fare solo un esempio; spesso queste unità sono composte da paesi che hanno in comune la dottrina militare e l'appartenenza ad una alleanza, tipicamente la [[NATO]], ma anche a livello [[UEO]], come la ''Forza da sbarco Silf (spanish-italian landing force)'' italo-spagnola <ref>{{cita web|url=http://www.paginedidifesa.it/2007/ranaldo_070519.html|titolo=Ultime notizie sulle attività della SILF|accesso=25 maggio 2008}}</ref> o la ''Divisione franco-tedesca'' esistenti da tempo.
 
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==Note==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
*[[Dave Arneson]]. "Men at arms Tactical combat 1200 BC - 1500 AD", in ''Strategy & Tactics'', Cambria (CA-USA) n. 137, settembre 1990, pag. 10-18 e 47-52.
*Giovanni Brizzi. ''Il guerriero, l'oplita, il legionario Gli eserciti nel mondo classico''. Edizioni Il Mulino (Bologna). 2002. ISBN 88-15-8907-1.
*[[David Chandler]]. ''The campaigns of Napoleon'', tradotto da Maurizio Pagliano et al. come ''Le campagne di Napoleone''. 2 volumi. Seconda edizione, Milano, BUR Rizzoli edizioni, 1998. ISBN 88-17-11576-2.
*Andrea Frediani. ''Le grandi battaglie dell'antica Grecia''. Roma, Newton & Compton, 2005.
*Claudio Lo Jacono. "L'organizzazione militare arabo-andalusa", in ''Panoplia'' N° 11 (Lug-Sett. 1992) - Roma
*Edward N. Luttwak. ''The grand strategy of the Roman Empire'', tradotto da [[Pierangela Diadori]] come ''La grande strategia dell'Impero Romano'', Milano, Rizzoli Edizioni, 1986. ISBN 88-17-16575-1.
*Edward N. Luttwak. ''The grand strategy of the Byzantine Empire'', tradotto da Domenico Giusti e Enzo Peru come ''La grande strategia dell'Impero Bizantino'', Milano, Rizzoli Edizioni, 2009. ISBN 978-88-17-03741-9.
*Piero Pieri. ''Guerra e politica negli scrittori italiani''. Riccardo Ricciardi editore, 1955. Ripubblicata da Arnoldo Mondadori febbraio, 1975.
*Nicola Pignato. "Fu veramente un errore la divisione binaria?", in ''Storia Militare'', Settembre 1997, n. 48, pag. 28-35. Parma, Albertelli Edizioni Speciali.
*Giovanni Santi-Mazzini. ''Le armate e le potenze europee da Carlo Magno al 1914'', 2 volumi, seconda edizione. Milano, Mondadori Electa, 2006.
*Giovanni Santi-Mazzini. ''La macchina da guerra dal Medioevo al 1914'', 2 volumi, seconda edizione. Milano, Mondadori Electa, 2006.
*Marco Scardigli. ''La lancia, il gladio, il cavallo'', Arnoldo Mondadori Editore, SpA, Milano, 2010 ISBN 978-88-04-60071-8
*[[Flavio Vegezio Renato|Flavio Renato Vegezio]], ''Ad Valentinianum Augustum institutorum rei militaris'', tradotto da Antonio Angelini come ''L'arte militare di Flavio Renato Vegezio'', Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, Roma, 1984
 
== Voci correlate ==
{{MultiCol}}
*[[Compagnia militare privata]]
*[[Psicologia_sociale#Dinamiche_di_gruppo|Dinamiche di gruppo (psicologia)]]
*[[Esercito]]
*[[Guerra antica]]
*[[Guerra medievale]]
*[[Guerra moderna]]
{{ColBreak}}
*[[Interazionismo simbolico]]
*[[Organica dell'Aeronautica Militare]]
*[[Marina_Militare#Organigramma|Organigramma della Marina Militare]]
*[[Psicologia dell'emergenza]]
*[[Sovrastruttura#Concetto_sociologico|Sovrastruttura (sociologia)]]
*[[Storia militare]]
*''[[Task force]]''
{{EndMultiCol}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.difesa.it/Uniformi+e+Tradizioni/ Uniformi e tradizioni (Difesa.it)]
{{en}}
* [http://www.military.com/HomePage/UnitPageSearch Unit Finder]
* [http://www.olive-drab.com/od_history_unit_histories.php3 Olive-drab.com]
 
* [[San Pietro in Volta]]
* [[Pellestrina (Venezia)|Pellestrina]]
* [[Lido di Venezia]]
* [[Alberoni (Venezia)|Alberoni]]
* [[Storia di Venezia]]
* [[Sistema difensivo della laguna di Venezia]]
* [[Laguna di Venezia]]
* [[Actv]]
*[[Chioggia]]
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