Sāṃkhya e Ken Berry: differenze tra le pagine

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{{Bio
Il '''Sāṃkhya''' ([[devanāgarī]]: सांख्य) è una scuola di pensiero [[india]]na, ritenuta la più antica<ref>Così Gavin Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 317; e così anche Mircea Eliade, ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', ''Op. cit.''; p. 23.</ref> filosofia sistematica apparsa fra le tradizioni hindu, e che ha influito considerevolmente su altre scuole filosofiche e religiose dell'[[induismo]]<ref>"[…] soprattutto sul movimento [[tantra|tantrico]] [[shivaismo|śaiva]] e sui [[pāñcarātra]]", G. Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 317.</ref>. Sebbene non [[teismo|teista]], il Sāṃkhya costituisce uno dei sei sistemi (''[[darśana]]'') ortodossi nella cultura religiosa [[induismo|hindu]].
|Nome = Ken
|Cognome = Berry
|Sesso = M
|LuogoNascita = Moline
|LuogoNascitaLink = Moline (Illinois)
|GiornoMeseNascita = 3 novembre
|AnnoNascita = 1933
|LuogoMorte = Burbank
|LuogoMorteLink = Burbank (contea di Los Angeles)
|GiornoMeseMorte = 1º dicembre
|AnnoMorte = 2018
|Attività = attore
|AttivitàAltre = [[cinema]]tografico e [[televisione|televisivo]]
|Nazionalità = statunitense
|Immagine = Ken Berry 1972.JPG
|Didascalia =
|DimImmagine = 200
}}
 
==Biografia==
== Origini e significato del termine ==
Berry realizzò che voleva diventare ballerino e cantante all'età di 12 anni, mentre assisteva a un'esibizione di danza per bambini durante un'assemblea scolastica. Sognava di recitare nei musical di film e andava al cinema a vedere [[Fred Astaire]] e [[Gene Kelly]] in alcuni dei loro migliori film, come ''[[Ti amavo senza saperlo]]'' (1948), ''[[Un giorno a New York (film)|Un giorno a New York]]'' (1949), ''[[L'allegra fattoria (film 1950)|L'allegra fattoria]]'' (1950), ''[[Sua Altezza si sposa]]'' (1951).
Secondo diversi studiosi il termine [[lingua sanscrita|sanscrito]] ''sāṃkhyā'' significherebbe "enumerazione"<ref>Questa traduzione è fatta derivare da ''saṃkhyā'', che significa "numero", da cui ''sāṃkhyā'', "l'atto di numerare": così Richard Garbe in ''Die Samkhya Philosophie, eine Darstellung des indichen Rationalismus'', Lipsia, 1894; citato in M. Eliade, ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', ''Op. cit.'', Nota I, 1.</ref>, oppure "calcolo"<ref>Così Oldenberg in ''Die Lehre der Upanishaden un die Anfänge des Buddhismus''; citato in M. Eliade, ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', ''Op. cit.'', Nota I, 1.</ref>, con riferimento alla classificazione dei principi [[cosmo|cosmici]] e [[individuo|individuali]], gli elementi fondamentali cui riportare tutto ciò che è manifesto. In questo senso, "enumerazioni" dei principi ultimi compaiono sia nella tradizione [[brahmanesimo|brahmanica]] sia negli ambiti [[buddhismo|buddhista]] e [[jainismo|jainista]]<ref>Cfr. G. Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 317.</ref>, e non sono pertanto da ritenersi una prerogativa del Sāṃkhyā.
 
Berry iniziò il corso di [[tip tap]] e, all'età di 15 anni, vinse un concorso per talenti locali sponsorizzato da [[Horace Heidt]], leader di una grande band della televisione e della radio. Heidt chiese a Berry di unirsi al suo ensemble di performance itineranti, "The Horace Heidt Youth Opportunity Program", un famoso gruppo itinerante. Fece un tour negli [[Stati Uniti]] e in [[Europa]] per 15 mesi con il programma, ballando e cantando per il pubblico e nelle basi oltreoceano dell'aeronautica militare dopo la [[seconda guerra mondiale]]. Berry strinse relazioni durature con molti dei suoi colleghi e con il figlio di Horace, Horace Heidt Jr., che in seguito creò una grande band per la radio.
Molto dibattuta è infatti la questione su quali ambienti siano stati gli iniziatori dell'"enumerazione", ogni tradizione avocando a sé il primato di caposcuola. Su questo così si esprime l'accademico [[Gavin Flood]]:
{{quote|In ogni caso, invece di ritenere che le speculazioni del ''sāṃkhyā'' derivino da ambienti jaina e buddhisti, sembra più corretto ipotizzare che […] si siano originate in un contesto culturale comune in cui rivestiva un ruolo centrale l'enumerazione.|G. Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 319.}}
 
===Vita privata===
Questo fondo comune, questo proto–''sāṃkhya'', si sarebbe sviluppato in seno alle comunità dei rinuncianti, di coloro cioè che abbandonavano la vita civile per dedicarsi alla ricerca spirituale. Stiamo parlando di un'epoca compresa fra il IX e il III secolo BCE<ref>Cfr. G. Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 317.</ref>, e probabilmente esso aveva natura [[tesimo|teista]]<ref>M. Eliade, ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', ''Op. cit.''; p. 342.</ref>.
Berry sposò [[Jackie Joseph]], una collega del ''The Billy Barnes Review'' il 29 maggio 1960. Insieme adottarono due bambini: un maschio, John Kenneth, nel 1964, e una femmina, Jennifer Kate, nel 1965. Divorziarono nel 1976. Suo figlio John, che divenne in seguito il co-fondatore della band indie rock Idaho, morì nel 2016 all'età di 51 anni per un cancro al cervello.
 
Berry amava le macchine e qualsiasi veicolo con le ruote da quando era bambino, in particolare le auto di piccola cilindrata, e manteneva una [[Mini Moke]] del 1966. Appassionato motociclista, si accampava e scalava i monti locali di [[Los Angeles]].
Un altro possibile significato del termine ''sāṃkhyā'' è "discriminazione", ciò con riferimento al fine [[soteriologia|soteriologico]] della dottrina: quello di distinguere fra lo "[[spirito (filosofia)|spirito]]" (''puruṣa'') e la "[[materia (filosofia)|materia]]" (''prakṛti''): la liberazione<ref>La liberazione dal ciclo delle reincarnazioni, e quindi dalla sofferenza che la vita comporta.</ref> è infatti possibile soltanto perseguendo quella [[conoscenza]] [[metafisica]] che consente di discriminare fra questi due principi ultimi e antitetici<ref>M. Eliade, ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', ''Op. cit.''; p. 23.</ref>.
 
Ken Berry è morto il 1º dicembre 2018 all'età di 85 anni<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.hollywoodreporter.com/news/ken-berry-dead-f-troop-mamas-family-star-was-85-999739?utm_source=twitter&utm_source=google.com&utm_medium=referral|titolo=Ken Berry, Star of 'F Troop' and 'Mama's Family,' Dies at 85|pubblicazione=The Hollywood Reporter|accesso=2 dicembre 2018}}</ref>.
Come [[filosofia]] sistematica quale oggi è intesa, il Sāṃkhya viene invece redatto molto più tardi, intorno al IV secolo CE, a opera del filosofo indiano [[Īśvarakṛṣṇa]], che nella sua fondamentale opera, la ''[[Sāṃkhyakārikā]]'' ("strofe sul Sāṃkhya"), ne espone i fondamenti in versi. Sebbene Īśvarakṛṣṇa non sia quindi da considerarsi l'iniziatore di questa scuola, senz'altro egli, nella letteratura a noi conosciuta, ne è il primo codificatore<ref>G. Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 320.</ref>.
 
==Filmografia==
{{vedi anche|Īśvarakṛṣṇa}}
===Cinema===
* ''[[La ragazza del quartiere]]'' (''Two for the Seesaw''), regia di [[Robert Wise]] (1962) - non accreditato
* ''[[Gli impetuosi]]'' (''The Lively Set''), regia di [[Jack Arnold]] (1964) - non accreditato
* ''[[L'incredibile casa in fondo al mare]]'' (''Hello Down There''), regia di Jack Arnold (1969)
* ''[[Herbie il Maggiolino sempre più matto]]'' (''Herbie Rides Again''), regia di [[Robert Stevenson]] (1974)
* ''[[L'uomo delle montagne]]'' (''Guardian of the Wilderness''), regia di [[David O'Malley]] (1976)
* ''[[Il gatto venuto dallo spazio]]'' (''The Cat from Outer Space''), regia di [[Norman Tokar]] (1978)
 
===Televisione===
== Le fasi iniziali ==
* ''[[Harrigan and Son]]'' - serie TV, 1 episodio (1960)
Secondo [[Vivekananda]]<ref>''The Complete Works of Swami Vivekananda'', Mayavati memorial edition, parte II (Almora, Advaita Ashrama, 1945), p. 443, in V. P. Varma, p. 295.</ref>, il fondatore del [[razionalismo]] indiano<ref>"Carattere più prettamente razionalistico ha il sistema ''Sāṃkhya''", Piero Martinetti, ''La Sapienza indiana'', Milano, Celuc Libri, 1981, p. 40.</ref> è stato il mitico [[Kapila]]<ref>{{q|Kapila è considerato in tutti i testi il fondatore del Sāṃkhya, ma non v'è dubbio che egli sia un personaggio mitologico.|Gerald James Larson, ''Classical Sāṃkhya. An Interpretation of its History and Meaning'', Delhi, 2011, p. 139|Kapila is considered by all texts to be the founder of Sāṃkhya, but there is no doubt that he is a mythical figure.|lingua=en}}</ref>, cosa sulla quale concorda anche [[Adi Shankara|Śankara]], ritenendolo il fondatore del pensiero Sāṃkhya<ref>''Ibid.''</ref>.
* ''[[Hot Off the Wire]]'' - serie TV, 1 episodio (1960)
* ''[[Peter Loves Mary]]'' - serie TV, 1 episodio (1961)
* ''[[The Ann Sothern Show]]'' - serie TV, 11 episodi (1960-1961)
* ''[[Michael Shayne (serie televisiva)|Michael Shayne]]'' - serie TV, 1 episodio (1961)
* ''[[Hennesey]]'' - serie TV, 1 episodio (1961)
* ''[[The Gertrude Berg Show]]'' - serie TV, 1 episodio (1962)
* ''[[General Electric Theater]]'' - serie TV, 1 episodio (1962)
* ''[[Ensign O'Toole]]'' - serie TV, 7 episodi (1962-1963)
* ''[[Alcoa Premiere]]'' - serie TV, 1 episodio (1963)
* ''[[Mr. Novak]]'' - serie TV, 1 episodio (1963)
* ''[[La legge di Burke (serie televisiva 1963)|La legge di Burke]]'' (''Burke's Law'') - serie TV, 1 episodio (1963)
* ''[[Combat!]]'' - serie TV, 1 episodio (1964)
* ''[[Il dottor Kildare|Dottor Kildare]]'' (''Dr. Kildare'') - serie TV, 25 episodi (1961-1964)
* ''[[The Dick Van Dyke Show]]'' - serie TV, 2 episodi (1964)
* ''[[Gli inafferrabili]]'' (''The Rogues'') - serie TV, 1 episodio (1964)
* ''[[Hazel (serie televisiva)|Hazel]]'' - serie TV, 1 episodio (1964)
* ''[[Calhoun: County Agent]]'' - film TV (1964)
* ''[[No Time for Sergeants (serie televisiva)|No Time for Sergeants]]'' - serie TV, 3 episodi (1964-1965)
* ''[[Gli uomini della prateria]]'' (''Rawhide'') - serie TV, 1 episodio (1965)
* ''[[12 O'Clock High]]'' - serie TV, 2 episodi (1964-1965)
* ''[[I forti di Forte Coraggio]]'' (''F Troop'') - serie TV, 65 episodi (1965-1967)
* ''[[The Danny Thomas Hour]]'' - serie TV, 1 episodio (1967)
* ''[[Lucy Show]]'' - serie TV, 1 episodio (1968)
* ''[[The Andy Griffith Show]]'' - serie TV, 4 episodi (1968)
* ''[[Wake Me When the War Is Over]]'' - film TV (1969)
* ''[[Mayberry R.F.D.]]'' - serie TV, 78 episodi (1968-1971)
* ''[[Li'l Abner (film)|Li'l Abner]]'' - film TV (1971)
* ''[[The Reluctant Heroes]]'' - film TV (1971)
* ''[[Once Upon a Mattress]]'' - film TV (1972)
* ''[[Every Man Needs One]]'' - film TV (1972)
* ''[[The Ken Berry 'Wow' Show]]'' - serie TV (1972)
* ''[[Love, American Style]]'' - serie TV, 3 episodi (1971-1973)
* ''[[Letters from Three Lovers]]'' - film TV (1973)
* ''[[La famiglia Brady]]'' (''The Brady Bunch'') - serie TV, 1 episodio (1974)
* ''[[The Sonny and Cher Comedy Hour]]'' - serie TV, 1 episodio (1974)
* ''[[Medical Center]]'' - serie TV, 1 episodio (1975)
* ''[[Ellery Queen (serie televisiva)|Ellery Queen]]'' - serie TV, episodio [[Episodi di Ellery Queen#Il tiranno di Tin Pan Alley|1x19]] (1976)
* ''[[The Love Boat II]]'' - film TV (1977)
* ''[[ABC Weekend Specials]]'' - serie TV, 1 episodio (1977)
* ''[[Grizzly Adams]]'' - serie TV, 1 episodio (1977)
* ''[[Apple Pie]]'' - serie TV, 1 episodio (1978)
* ''[[Love Boat]]'' (''The Love Boat'') - serie TV, 1 episodio (1979)
* ''[[Featherstone's Nest]]'' - film TV (1979)
* ''[[La casa nella prateria]]'' (''Little House on the Prairie'') - serie TV, 1 episodio (1979)
* ''[[CHiPs|Chips]]'' - serie TV, 2 episodi (1980)
* ''[[Eunice (film)|Eunice]]'' - film TV (1982)
* ''[[Fantasilandia]]'' (''Fantasy Island'') - serie TV, 7 episodi (1978-1982)
* ''[[La piccola grande Nell]]'' (''Gimme a Break!'') - serie TV, 1 episodio (1985)
* ''[[Super Vicky]]'' - serie TV, 1 episodio (1986)
* ''[[La mamma è sempre la mamma]]'' (''Mama's Family'') - serie TV, 130 episodi (1983-1990)
* ''[[Cuori senza età]]'' (''The Golden Girls'') - serie TV, 1 episodio (1992)
* ''[[Batman - Cavaliere della notte]]'' (''The New Batman Adventures'') - serie TV, 1 episodio, solo voce (1997)
* ''[[Maggie Winters]]'' - serie TV, 1 episodio (1999)
 
==Note==
D'altronde è lo stesso Īśvarakṛṣṇa che, nella ''kārikā'' 70 della sua ''Sāṃkhyakārikā'', scrive d'essere il depositario di una scuola il cui iniziatore è Kapila. Il filosofo sostiene di aver appreso la dottrina da Pañcaśika, che l'aveva a sua volta appresa da Asuri, discepolo di Kapila<ref>M. Eliade, ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', ''Op. cit.''; p. 342.</ref>.
 
Occorre senz'altro menzionare che, nei suoi sviluppi iniziali, il Sāṃkhya è connesso con l'evolversi di un'altra delle sei ''darśana'' dell'induismo, lo [[Yoga]] classico. Così l'orientalista Giuseppe Tucci:
{{quote|Di questi due sistemi quasi sempre insieme si discorre perché entrambi hanno uno sfondo dottrinale comune. […] Le idee che i due sistemi esprimono hanno origini antiche.|G. Tucci, ''Storia della filosofia indiana'', ''Op. cit.'', p. 69.}}
 
Infatti lo Yoga classico, così come esposto dal filosofo [[Patañjali (filosofo)|Patañjali]] nel suo ''[[Yoga Sūtra]]'', si appropria della metafisica dualista del Sāṃkhya, con qualche variante, differenziandosene non tanto nella dottrina quanto soprattutto nel metodo: lo Yoga ritiene insufficiente la conoscenza metafisica ai fini della liberazione, sostenendo invece discipline psico-fisiche le cui origini sembrano essere ancora più remote<ref>"È inutile cercare le origini dello Yoga, che affondano in quel terreno magico nel quale vivono i popoli primitivi e che l'evolversi della cultura non riesce a far dimenticare pur sublimandolo", G. Tucci, ''Storia della filosofia indiana'', ''op. cit.'', p.69.</ref>.
 
{{vedi anche|Yoga}}
 
== Il Sāṃkhya e la tradizione tantrica ==
Nella stessa ''kārikā'' 70 sopra citata è adoperato il termine ''tantra''<ref>Vedi ''[http://www.ivantic.net/Moje_knjige/karika.pdf Sāṃkhyakārikā]''.</ref> per indicare la dottrina che Īśvarakṛṣṇa sostiene di aver ''ereditato'' da Kapila. L'indologo indiano [[Prabodh Chandra Bagchi]] identifica da questo il ''Sāmkhya'' come un [[Tantra]].<ref>P.C. Bagchi, ''Evolution of the Tantras: Studies on the Tantras'', Ramakrishna Mission Institute of Culture, Kolkata, 1989, ISBN 81-85843-36-8, p.6.</ref> Egli afferma che la filosofia dell'opera costituì uno degli influssi principali sullo sviluppo dei ''tantra'', sia dal punto di vista del ''corpus'' della letteratura che in riferimento al ''Tantra'' [[sadhana]].<ref>P.C. Bagchi, ''Evolution of the Tantras: Studies on the Tantras'', Ramakrishna Mission Institute of Culture, Kolkata, 1989, ISBN 81-85843-36-8, p. 10.</ref> Anche [[Adi Shankara|Śankara]] usa il termine ''Kapilasya-tantra'' per denotare il sistema esposto da [[Kapila]] (la filosofia ''Sāmkhya'') e il termine ''Vaināśikā-tantra'' per denotare la filosofia buddista dell'esistenza momentanea<ref>Ciò è in parte riferito anche in Arthur Avalon, ''Shakti and Shakta: Essays and Adresses on the Tantra Shastra''. Madras: Ganesh & Co, 1917 (1951, 4 ed.) 750 p.p., ISBN 818598803X, p.47.</ref>.
 
== Il Sāṃkhya e la tradizione vedica ==
Come si è detto, il Sāṃkhya è una delle sei ''darśana'' che riconoscono l'autorità dei ''Veda''. In realtà il sistema Sāṃkhya ne prescinde quasi totalmente, poiché se è pur vero che utilizza il concetto di ''[[puruṣa]]'' (l'uomo originario della [[mitologia]] vedica), ne fa un semplice modello della [[monade]] mentale umana, qualcosa di simile all' "[[anima]]" nella cultura occidentale:
{{quote|Anche il ''Sāṃkhya'' è però fondato sulle stesse premesse filosofiche comuni a tutti i sistemi: l'assoluta infelicità dell'esistenza, la trasmigrazione delle anime, il dualismo dell'esistenza assoluta e dell'esistenza empirica, la liberazione per mezzo della conoscenza.|Piero Martinetti, ''La sapienza indiana'', ''Op. cit.'', p. 40.}}
 
Occorre infine evidenziare che da diversi studiosi il Sāṃkhya è considerato una scuola non ortodossa<ref>"Sia il sāmkhya che il buddhismo sono eterodossi nella loro natura e ripudiano il ''brahman'' statico immobile trascendente delle upaniṣad, che sia tramite dichiarazioni esplicite o per un deliberato silenzio.", V. P. Varma, p. 318; vedasi anche Th. Stcherbatsky, "The Dharmas of the Buddhists and the Gunas of the Sāmkhya", ''The Indian Historical Quarterly'', Vol. I, 1934, p. 749, in una nota di V. P. Varma, ''Ibid.''</ref> nonostante diverse sue concezioni siano rintracciabili già nei ''[[Veda]]''<ref>Ad esempio si fa notare che in ''Atharvaveda'' X, 8, 43 si fa riferimento ai tre ''guṇa'' (V. P. Varma, ''op. cit.'', p. 302), che certe parole come ''vṛksa'', che potrebbe essere la radice del concetto di ''prakṛti'' come unità, compaiono nel ''Ṛgveda'', che il realismo ontologico del Sāṃkhya trovi sostegno nelle dottrine vediche ecc. (''Ibid.'', p. 304)</ref>, per via della natura non [[teismo|teistica]], [[naturalismo (filosofia)|naturalistica]] e [[materialismo|materialista]]<ref>{{q|Si deve soprattutto tenere presente che il "Samkhya", tra i darsana ortodossi, vale a dire tra le scuole di pensiero del brahmanesimo, contiene nozioni equivalenti al nostro concetto di materia.|Roger-Pol Droit, ''Le silence du Bouddha et autres questions indiennes'', Parigi, 2010, p. 61.|Il faudrait surtout garder en tête que le ''Sâmkhya'', parmi les ''darsana'' orthodoxes, c'est-à-dire les écoles de pensées du brahmanisme, contient des notions équivalentes à notre concept de matière.|lingua=fr}}</ref> del suo pensiero<ref>''Ibid.'', p. 303.</ref>.
 
==Il pensiero==
L'insieme dei testi canonici del Sāṃkhya comprende, oltre la già citata ''Sāṃkhyakārikā'', numerosi commenti di questo testo già a partire dall'VIII secolo, come la ''Jayamangalā'', attribuita a [[Adi Shankara|Śankara]]; o la ''Sāṃkhya-tattva-kaumudī'', di Vācaspatimiśra (IX secolo). Altri testi fondamentali sono il ''Sāṃkhya-pravacana-sūtra'' (XIV secolo, ma che la tradizione attribuisce a Kapila) coi suoi commenti<ref>M. Eliade, ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', ''Op. cit.''; p. 343.</ref>, e i ''[[Sāṃkhyasūtra]]'', opera assai più recente (dopo il XIV Secolo)<ref>Piero Martinetti, ''La sapienza indiana'', p. 40.</ref>.
 
Secondo questo sistema filosofico, l'intera realtà scaturisce dalla relazione fra due princìpi onnipervadenti ed eterni: quello pluralistico dei ''puruṣa'' e quello evoluzionistico della ''[[prakṛti]]'', la materia. I ''puruṣa'' sono gli spiriti delle individualità umane, le monadi spirituali, che sono di numero infinito. Tali puri spiriti, i ''puruṣa'', sono spettatori passivi e testimoni silenziosi delle evoluzioni della ''prakṛti'' (la "materia" o "natura") che è completamente pervasa da tre qualità costitutive, i ''[[guṇa]]'': ''sattva'', ''rajas'' e ''tamas''. Queste entrano nella composizione di qualsiasi manifestazione della natura e corrispondono, rispettivamente, alla "leggerezza, luminosità", all<nowiki>'</nowiki>"attività, dinamismo" e alla "pesantezza, oscurità"<ref>"Tanto il Sankhya che lo Yoga ammettono due sostanze opposte ma ugualmente eterne: da una parte le anime (''puruṣa'') infinite semplici, e dall'altra la natura naturante (Prakriti), unica, dinamica, complessa. Le anime sono luminose, pura intelligenza, ma inattive, impassibili, non soggette né a gioia né a dolore: esse non sono psiche, che, come vedremo, è evoluta dall'altro principio, ma l'io metempirico, essere coscienziale.", Giuseppe Tucci, ''Op. cit.'', ''La dottrina Sankhya'', p. 73.</ref>. Quando la quiete della ''prakṛti'', cioè l'equilibrio fra i tre ''guṇa'', viene alterata, si ha l'inizio di un nuovo universo e, quindi, l'avvio evolutivo del mondo manifesto. Questa alterazione dello stato originario di quiete è dovuta alla stretta vicinanza tra ''puruṣa'' e ''prakṛti'' e causata dalla relazione intercorrente fra questi due princìpi. Il ''Puruṣa'' va infatti considerato come il perenne ispiratore che, con la sua sola presenza, dona coscienza e vitalità all'intero creato e che, all'interno della singola manifestazione e quindi dell'uomo, diviene ''anima'' e assume l'aspetto di colui che conosce e non agisce. La ''prakṛti'', invece, con l'imperfezione che la contraddistingue, è un ente agente e non cosciente. Lo stato di assoluto isolamento (''[[kaivalya]]'') del sé (''puruṣa'') rispetto ai tre mondi - terreno, intermedio e divino - consiste nel riconoscere la diversità fra questi due enti attraverso la conoscenza dei 25 princìpi che strutturano il sistema Sāṃkhya.
 
La filosofia Sāṃkhya è un [[dualismo]] realistico fondamentalmente [[ateismo|ateo]], che esclude qualsiasi concetto di [[divinità]] ([[Ishvara|Īśvara]])<ref>"L'esistenza di Īśvara non può essere provata", ''Sāṃkhyasutra'', I, 92; cfr. Surendranath Dasgupta, ''A history of Indian philosophy'', Nuova Delhi, 1992, Vol. 1, p. 258.</ref> e si limita a considerare le individualità umane (i ''puruṣa'') e la materia (la ''prakṛti'')<ref>"Materia ed anima sono due sostanze opposte e, a differenza del Jainismo, incomunicabili.", Giuseppe Tucci, ''Storia della filosofia indiana'', ''Op. cit.'', p. 73.</ref>. Tali due principi sono considerati [[ontologia|ontologicamente]] equivalenti ed anche [[assiologia|assiologicamente]], per quanto i ''puruṣa'' umani, rappresentanti la spiritualità, siano gli attori di un'[[ascesi]] [[spiritualismo|spiritualistica]] e [[morale]] verso uno stato finale di tipo [[mistica|mistico]]. Da questo l'ipotesi che il [[Buddhismo]] originario di [[Siddharta Gautama]] possa avervi fatto riferimento. L'onnipervadenza della ''prakṛti'' è lo scenario ontologico e [[cosmologia (filosofia)|cosmologico]] in cui i ''puruṣa'' fluttuano alla ricerca di una perfezione individuale. Come nel Buddhismo, il fine più immediato è quello del superamento della [[sofferenza]] per mezzo della "[[conoscenza]]", alla quale segue l'aspirazione all'"isolamento".
 
La scuola del Sāṃkhya è la prima a proclamare l'indipendenza della [[ragione]] umana dalla [[rivelazione]] tipica della cultura vedica tradizionale, come avviene, ad esempio, nelle ''[[Upanishad|Upaniṣad]]''. I puri spiriti, le anime individuali, debbono liberarsi dai vincoli [[karma|karmici]], dal susseguirsi delle [[reincarnazione|reincarnazioni]]. Benché ciò evochi la possibilità di un'"anima generale" originaria sparpagliata nelle anime individuali, di questo concetto non v'é alcuna traccia nel Sāṃkhya, mentre è tipico del [[Vedanta|Vedānta]] [[panteismo|panteistico]]. L'anima individuale, il "corpo sottile", che, in quanto essenza già presente nella quiete originaria della ''prakṛti'', ha la possibilità di evolvere fino al conclusivo "isolamento dalla materia", svincolandosi definitivamente dal ''[[samsara|saṃsāra]]'' ed ottenendo così la liberazione dalla sofferenza (''[[duhkha|duḥkha]]'').
 
==L'enumerazione==
[[File:Sāṃkhya tattva.pdf|thumb|300px|Le venticinque ''tattva'' del Sāṃkhya]]
Secondo una teoria cosmologica comune a molte dottrine dell'induismo, e del [[buddhismo]] anche, l'[[eterno ritorno|universo ha evoluzione periodica]]: il [[tempo]] è circolare e non lineare. Ogni qual volta il tempo riprende, una nuova evoluzione dell'[[universo]] ha origine, un ulteriore ciclo cosmico (''[[kalpa]]''). Prima che il tempo riprenda, il cosmo è immanifesto, la ''prakṛti'' giace cioè in uno stato di quiete, ed è soltanto in questo stato che le sue tre componenti, le tre ''guṇa'' (''rajas'', ''sattva'', ''tamas''), si trovano in equilibrio fra loro. A causa del [[karma]], ossia delle azioni compiute nei cicli precedenti dagli esseri che non ebbero raggiunto la liberazione (''[[mokṣa]]''), e destinati quindi a reincarnarsi, lo stato di equilibrio viene alterato: la ''prakṛti'' si mette, per così dire, in movimento e un nuovo ciclo prende inizio. Questo passaggio di stato che dà luogo a una nuova manifestazione del cosmo avviene dunque per cause [[etica|etiche]], e l'intero susseguirsi dei cicli avrà termine soltanto quando tutti gli esseri avranno conseguito la liberazione<ref>M. Angelillo – E. Mucciarelli, ''Op. cit.'', p. 88 e segg.</ref>.
 
La prima manifestazione della ''prakṛti'' è l'[[Intelletto]] (''buddhi''), chiamato anche il Grande (''mahat''). Dal ''mahat'' ha origine il Senso dell'[[Io (filosofia)|Io]] (''ahamkāra''). A questo punto, a secondo del prevalere di una ''guṇa'' sulle altre, il processo evolutivo della ''prakṛti'' prende due strade. Se è il ''tamas'' che prevale sul ''sattva'', allora a manifestarsi sono i cinque "elementi sottili" (''tanmātrā'': suono, tatto, forma, sapore, odore). A partire da questi ultimi evolvono i cinque "elementi grossi" (''mahābhūta'': etere, aria, fuoco, acqua, terra). Altrimenti si ha la cosiddetta serie sensoriale, costituita dal senso interno, cioè la mente (''manas''), i cinque sensi di conoscenza (occhio, naso, orecchio, lingua, pelle), e i cinque sensi o organi di azione (parola, mano, piede, organi escretori, organi sessuali). Così si esprime Īśvarakṛṣṇa nella sua opera:
{{q|Dalla ''prakṛti'' sorge il Grande [<small>''mahat'' o ''buddhi'', l'intelletto</small>], da questo il senso dell'Io [<small>''ahaṃkāra''</small>], da questo il gruppo dei sedici [<small>la mente; i cinque organi di senso; i cinque organi di azione; i cinque elementi sottili</small>]. Inoltre da cinque dei sedici [<small>gli elementi sottili</small>] sorgono i cinque elementi grossi [<small>''mahābhūta'': etere, aria, acqua, terra, fuoco</small>].|''Samkhyakarika'', 22; citato in M. Angelillo – E. Mucciarelli, ''Op. cit.'', p. 89.}}
 
In totale il Sāṃkhya enumera dunque venticinque principi, o categorie (''tattva''). Esse costituiscono un sistema di interpretazione che è inerente sia alla cosmologia, sia alla psico-[[fisiologia]] individuale, questo perché l'evoluzione (''pariṇāma'') della ''prakṛti'' è contemporaneamente cosmica e individuale<ref>G. Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 321.</ref>.
 
Oltre la ''prakṛti'' e il ''puruṣa'', abbiamo le seguenti ventitré ''tattva'':
*<u>Intelletto</u>, ''buddhi''.
:È questo l'elemento più sofisticato della ''prakṛti'', sede delle latenze (''vasana'') accumulate nelle vite passate e delle disposizioni (''bhava'') personali. L'intelletto è il solo che può consentire il discernimento fra ''prakṛti'' e ''puruṣa'', e quindi la liberazione.
*<u>Senso dell'Io</u>, ''ahaṃkāra''.
:È il principio di individuazione, quello che consente di rapportare gli eventi alla persona: è l<nowiki>'</nowiki>''ahaṃkāra'' che fa dire all'individuo: «io sento», «io penso», «io gioisco», «io soffro», eccetera, ma le percezioni, mentali e fisiche, altro non sono che aspetti, fenomeni della materia stessa, il soggetto non è reale:
{{quote|Il sé empirico, il sé delle affermazioni dell'«io», deriva invece dall'evoluzione della materia da uno stato primordiale [<small>''prakṛti''</small>], ma non è soggetto reale.|G. Flood, ''L'induismo'', ''Op. cit.'', p. 320.}}
:È quest'aspetto della ''prakṛti'' la causa della confusione col ''puruṣa'', perché da un lato l<nowiki>'</nowiki>''ahaṃkāra'' si illude d'essere altro dalla materia stessa (''prakṛti''), dall'altro il ''puruṣa'' si afferma come quello che non è<ref>Cfr. G. Tucci, ''Storia della filosofia indiana'', ''Op. cit.'', p. 77.</ref>.
*<u>Mente</u>, ''manas''. (Senso interiore)
:Dunque la mente, undicesimo senso, è un prodotto della ''prakṛti'', della materia cioè: nulla di trascendente il Sāṃkhya assegna alla mente umana, essendo ''manas'' ciò che reagisce elaborando gli stimoli degli altri sensi.
 
.....Sensi di conoscenza (''jñānendriya''):
*<u>Orecchio</u>, ''śrotra''.
*<u>Pelle</u>, ''tvac''.
*<u>Occhio</u>, ''cakṣus''.
*<u>Lingua</u>, ''rasanā''.
*<u>Naso</u>, ''ghrāṇa''.
 
.....Sensi di azione (''karmendriya''):
*<u>Parola</u>, ''[[vāc]]''.
*<u>Mano</u>, ''pāṇi''.
*<u>Piede</u>, ''pāda''.
*<u>Organi di escrezione</u>, ''pāyu''.
*<u>Organi sessuali</u>, ''upastha''.
 
.....Elementi sottili (''tanmātra''):
*<u>Suono</u>, ''śabda''.
*<u>Tatto</u>, ''sparśa''.
*<u>Forma</u>, ''rūpa''.
*<u>Sapore</u>, ''rasa''.
*<u>Odore</u>, ''gandha''.
 
.....Elementi grossi (''mahābhūta''):
*<u>Etere</u>, ''ākāśa''.
*<u>Aria</u>, ''vāyu''.
*<u>Fuoco</u>, ''tejas''.
*<u>Acqua</u>, ''ap''. <!-- jala -->
*<u>Terra</u>, ''pṛthivī''.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Maria Angelillo – Elena Mucciarelli, ''Il Brahmanesimo'', Xenia edizioni, 2011.
*[[Mircea Eliade]], ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', a cura di Furio Jesi, traduzione di Giorgio Pagliaro, BUR, 2010.
*[[Gavin Flood]], ''L'induismo'', traduzione di Mimma Congedo, Einaudi, 2006.
* {{cita libro
| cognome= Larson
| nome= Gerald James
| titolo= Classical Sāṃkhya: An Interpretation of its History and Meaning (con la traduzione in inglese delle Sāṃkhyakārikā di Īśvarakṛṣṇa )
| editore= Motilal Banarsiddas
| città= Nuova Delhi
| anno= 2011
| annooriginale= 1969
| id= ISBN 81-208-0503-8}}
* {{cita libro
| cognome= [[Piero Martinetti|Martinetti]]
| nome= Piero
| titolo= Il Sistema Sankhya. Studio sulla filosofia indiana
| editore= [[Lattes]]
| città= Torino
| anno= 1896
| annooriginale= 1896}}
* {{cita libro
| cognome= Martinetti
| nome= Piero
| titolo= La sapienza indiana
| editore= [[Celuc libri]]
| città= Milano
| anno= 1981
| annooriginale= 1981}}
* {{cita libro
| cognome= [[Giuseppe Tucci|Tucci]]
| nome= Giuseppe
| titolo= Storia della filosofia indiana
| editore= [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]]
| città= Roma-Bari
| anno= 2005
| annooriginale= 1957
| id= ISBN 88-420-7407-1}}
* {{cita libro
| cognome= Varma
| nome= Vishwanath Prasad
| titolo= Early Buddhism and its Origins
| editore= Munshiram Manoharlal
| città= Nuova Delhi
| anno= 2003
| annooriginale= 1973
| id= ISBN 81-215-0326-4}}
 
===Altri testi di approfondimento===
* {{cita libro
| cognome= Īśvarakṛṣṇa
| nome=
| titolo= Sāṃkhyakārikā. La dottrina fondamentale dello yoga sutra
| altri= a cura di Massimo Vinti e Piera Scarabelli
| editore= Mimesis
| città= Milano
| anno= 2006
| annooriginale= 2006}}
 
== Voci correlate ==
*[[Ateismo]]
*[[Dualismo]]
*[[Filosofia indiana]]
*[[Guṇa]]
*[[Īśvarakṛṣṇa]]
*[[Yoga]]
 
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== Collegamenti esterni ==
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