Ordine di battaglia della battaglia di Lissa e Utente:Mrsmur456/Sandbox: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
 
mNessun oggetto della modifica
 
Riga 1:
Il '''campo di concentramento di Arbe''' fu creato dal comando della [[Regio Esercito|Seconda Armata italiana]] nel luglio del [[1942]] ad [[Arbe]] nel [[Carnaro]] ed ospitò complessivamente tra i 10.000 e 15.000 internati tra [[Slovenia|sloveni]], [[Croazia|croati]] ed [[Ebreo|ebrei]] diventando il più esteso e popolato [[Campi di concentramento per slavi|campo di concentramento italiano per slavi]]<ref name="autogenerato2">{{cita|Gianni Oliva|p. 131}}</ref><ref name="autogenerato3">{{cita|Gobetti, Alleati del nemico|p. 87}}</ref> raggiungendo i 21.000 internati nel dicembre 1942<ref>[http://resistenza.univr.it/indesiderabili/Ferenc.htm Ferenc<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Il campo si caratterizzò per la durezza del trattamento riservato agli internati di etnia slava<ref name="autogenerato2" />, dei quali un gran numero perì di stenti e malattie. Per converso, oltre 3.500 ebrei fuggiti dagli ustascia croati e ivi internati dal [[Regio Esercito]] italiano evitarono grazie a questo la deportazione.<ref>Renzo De Felice a proposito della vicenda degli ebrei internati ad Arbe, su ''Rosso e Nero'', p. 161,</ref><ref name="autogenerato9">{{cita|Marina Cattaruzza|p. 214}}</ref><ref>{{cita|Gianni Oliva|p. 131, 271 secondo Gianni Oliva}}</ref>.
{{torna a|battaglia di Lissa}}
 
== Storia ==
{{Ordinedibattaglia
[[File:Inmate_children_at_the_Rab_concenctration_camp.jpg|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:Inmate_children_at_the_Rab_concenctration_camp.jpg|miniatura|Bambini internati ad Arbe]]
|avversario1 = [[k.u.k. Kriegsmarine|Österreichische Kriegsmarine]]
Secondo lo storico [[Tone Ferenc]] la necessità di allestire un grande campo di concentramento sull'isola di Arbe si era già fatta sentire nel maggio 1942 a seguito della saturazione dei campi di [[Laurana]], [[Buccari]] e [[Porto Re]]<ref name="autogenerato6">[http://www.campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=35 I CAMPI FASCISTI - Dalle guerre in Africa alla Repubblica di Salò<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Nell'estate [[1942]], per far fronte alla necessità di provvedere all'internamento dei numerosi rastrellati nel corso delle operazioni estive in Slovenia, le autorità militari italiane della Seconda Armata costruirono in gran fretta ad [[Arbe]]<ref name="autogenerato3" /><ref name="autogenerato7">{{cita|Marina Cattaruzza|p. 230}}</ref> (più esattamente nella località di Campora), un [[Campi di concentramento per slavi|campo di concentramento per i civili slavi]] delle zone occupate della [[Slovenia]] in cui furono internati anche alcuni civili della vicina [[Venezia Giulia]].
|avversario2 = [[Regia Marina]]
|m1Embl = Austria-Hungary-flag-1869-1914-naval-1786-1869-merchant.svg
|m1 =
Escadre-commandant : Contrammiraglio [[Wilhelm von Tegetthoff]]
 
Inizialmente era prevista la costruzione di quattro settori distinti, ma all'arrivo dei primi internati erano pronte solamente le baracche di servizio ed erano disponibili soltanto un migliaio di tende militari da sei posti<ref name="autogenerato2" /><ref name="autogenerato6" />. Il primo gruppo di internati giunse ad Arbe il 28 giugno 1942 ed era composto da 198 sloveni provenienti da Lubiana mentre un secondo gruppo di 243 arrivò il 31 agosto<ref name="autogenerato2" /> Complessivamente furono portati ad Arbe 27 gruppi di internati di cui il più cospicuo fu di 1194 persone giunte il 6 agosto<ref name="autogenerato2" />. Dei quattro campi inizialmente immaginati ne furono realizzati solo tre. Nel 1° e nel 3° furono inseriti i "repressivi" (soprattutto sloveni), mentre nel 2° furono inseriti i "protettivi" (soprattutto ebrei)<ref name="autogenerato2" />.
*1. Division<ref>Navi corazzate.</ref> (Contrammiraglio Wilhelm von Tegetthoff)
**Pirofregata corazzata ''[[SMS Erzherzog Ferdinand Max|Erzherzog Ferdinand Max]]''<ref>Ammiraglia di flotta, pirofregata corazzata di 2ª classe, 5.130 t, 16 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 8 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 3 libbre a canna liscia, cintura corazzata di 101 mm sulle batterie, 12,5 nodi.</ref> (Capitano di vascello Maximilian Freiherr Daublebsky von Sterneck zu Ehrenstein; nave ammiraglia del contrammiraglio Wilhelm von Tegetthoff)
**Pirofregata corazzata ''[[SMS Habsburg|Habsburg]]''<ref>Stesse caratteristiche della Erzherzog Ferdinand Max.</ref> (Capitano di Vascello Carlo Faber)
**Pirofregata corazzata ''[[SMS Kaiser Max|Kaiser Max]]''<ref>Corvetta corazzata, 3.588 t, 16 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 12 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 6 libbre a canna liscia, 15 pezzi da 24 libbre ML rifles. Cintura corazzata di ferro da 110 mm, 11 nodi.</ref> (Capitano di vascello Gustav Ritter von Gröller)
**Pirofregata corazzata ''[[SMS Juan de Austria|Juan de Austria]]''<ref name=kaisermax>Stesse caratteristiche della Kaiser Max</ref> (Capitano di vascello Anton Ritter von Wiplinger)
**Pirofregata corazzata ''[[SMS Prinz Eugen (corvetta)|Prinz Eugen]]''<ref name=kaisermax/> (Capitano di vascello Alfredo Barry)
**Pirofregata corazzata ''[[SMS Drache|Drache]]''<ref>Corvetta corazzata, 2.750 t, 10 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 18 pezzi da 24 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 8 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 4 libbre a canna liscia. Cintura corazzata in ferro di 100 mm, 11 nodi.</ref> (Capitano di vascello Heinrich Freiherr von Moll)
**Pirofregata corazzata ''[[SMS Salamander|Salamander]]''<ref>Stesse caratteristiche della Drache.</ref> (Capitano di vascello Karl Kern)
 
Con l'arrivo della stagione autunnale la situazione nei campi divenne più difficile, soprattutto in quelli in cui erano reclusi i "repressivi" dove le piogge provocarono più volte il riversamento del liquame delle latrine del campo e la notte del 29 ottobre 1942 una violenta tempesta distrusse quattrocento tende e provocò l'annegamento di alcuni bambini<ref>{{cita|Gianni Oliva|pp. 131-132}}</ref>. Si iniziarono quindi a costruire le prime baracche di legno<ref name="autogenerato3" /><ref name="autogenerato6" /> ma per la lentezza dei lavori molti internati trascorsero comunque l'inverno al freddo dentro le tende<ref name="autogenerato2" />. Nel novembre 1942 il numero di internati diminuì come riporta [[Carlo Spartaco Capogreco|Capogreco]] per la partenza di parte degli internati per altri campi di concentramento, soprattutto di donne e bambini destinati al [[Campo di concentramento di Gonars|campo di Gonars]]<ref name="autogenerato6" />.
*2. Division<ref>Navi a vapore in legno.</ref> (Commodoro Anton de Petz)
**Pirovascello ad elica ''[[SMS Kaiser|Kaiser]]''<ref>Ammiraglia di divisione, nave di linea a elica a due ponti, 5.811 t, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata ad avancarica, 16 pezzi da 40 libbre a canna liscia, 74 pezzi da 30 libbre a canna liscia, priva di corazza, 11,5 nodi.</ref> (Commodoro Anton de Petz)
**Pirofregata ad elica ''[[SMS Novara (1850)|Novara]]''<ref>Fregata a elica, 2.615 t, 4 pezzi da 60 libbre, 28 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 12 nodi.</ref> (Capitano di vascello Erik af Klint)
**Pirofregata ad elica ''[[SMS Schwarzenberg|Schwarzenberg]]''<ref>Fregata a elica, 2.614 t, 6 pezzi Paixhans da 60 libbre, 40 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 24 libbre a canna rigata, 11 nodi.</ref> (Capitano di vascello Giorgio Milossich)
**Pirofregata ad elica ''[[SMS Radetzky (fregata)|Radetzky]]''<ref>Fregata a elica, 2.234 t, 6 pezzi Paixhans da 60 libbre, 40 pezzi da 24 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 9 nodi.</ref> (Capitano di vascello Josef von Aurnhammer)
**Pirofregata ad elica ''[[SMS Donau|Donau]]''<ref name=radetzky>Stesse caratteristiche della Radetzky.</ref> (Capitano di fregata Maximilian Pitner)
**Pirofregata ad elica ''[[SMS Adria|Adria]]''<ref name=radetzky/> (Capitano di fregata Adolf Daufalik)
**Pirocorvetta ad elica ''[[SMS Erzherzog Friedrich|Erzherzog Friedrich]]''<ref>Corvetta a elica, 1.697 t, 4 pezzi Paixhans da 60 libbre, 16 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, c. 8,5 nodi.</ref> (Capitano di fregata Marco Florio)
 
== Contesto storico ==
*3. Division<ref>Naviglio minore</ref> (Capitano di fregata Ludwig Eberle)
Con l'espandersi dei confini orientali, fino a prima della Seconda guerra mondiale, l'Italia aveva annesso molti territori storicamente non abitati da gente di nazionalità e lingua italiana. Lo stato italiano attuò fin dall'inizio una politica di violenza efferata, tesa alla cancellazione e all'annientamento delle popolazioni "slave" in territorio italiano. Già dal 1866, ossia dalla fine della Terza Guerra d'Indipendenza, l'Italia ebbe all'interno dei propri confini la Benecija, zona appartenente alle regioni di Veneto e Friuli, abitata da alcune migliaia di persone, la grande maggioranza di origine slovena. Per quanto già da subito tali popolazioni subirono da parte del Regno d'Italia una politica orientata alla completa snazionalizzazione, il problema si ripresentò con maggiore drammaticità dopo il 1918, quando cinquecentomila sloveni e croati divennero nuovi sudditi del Regno d'Italia. Negli anni di massima tensione interna alla Jugoslavia (1927-29), dovuta al problema dei rapporti tra serbi e croati, la politica estera fascista comincia a mostrare una certa aggressività nei confronti dell’area danubiano-balcanica: l’Italia, infatti, ambisce al controllo dell’Albania e del mare Adriatico (considerato dalla propaganda fascista un “golfo veneziano”) e, in più, nutre velleità irredentiste sui territori jugoslavi abitati da minoranze italiane (parti della Dalmazia), che rappresentano la “vittoria mutilata” della prima guerra mondiale.
**Scuna ''[[SMS Narenta|Narenta]]''<ref>Cannoniera a elica, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica.</ref> (Alfiere di vascello Franz Spindler)
**Scuna ''[[SMS Kerka|Kerka]]''<ref>Stesse caratteristiche della Narenta.</ref> (Alfiere di vascello Gustavo Masotti)
**Cannoniera ad elica ''[[SMS Hum|Hum]]''<ref>Cannoniera di 2ª classe, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 11 nodi.</ref> (Capitano di fregata Ludwig Eberle)
**Cannoniera ad elica ''[[SMS Velebich|Valebich]]''<ref name=hum>Stesse caratteristiche della Hum.</ref> (Capitano di corvetta Viktor Herzfeld)
**Cannoniera ad elica ''[[SMS Dalmat|Dalmat]]''<ref name=hum/> (Capitano di corvetta Wilhelm Freiherr von Wickede)
**Cannoniera ad elica ''[[SMS Seehund|Seehund]]''<ref>Cannoniera di 2ª classe, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 11 nodi.</ref> (Capitano di fregata Guglielmo Calafatti)
**Cannoniera ad elica ''[[SMS Wall|Wall]]''<ref name=seehund/> (Capitano di corvetta Alexander Graf Kielmansegge)
**Cannoniera ad elica ''[[SMS Streiter|Streiter]]''<ref name=seehund>Stesse caratteristiche della Seehund.</ref> (Capitano di corvetta Rudolf Ungewitter)
**Cannoniera ad elica ''[[SMS Reka|Reka]]''<ref name=seehund/> (Capitano di corvetta Adolf Nölting)
**Piroscafo ad elica ''[[SMS Andreas Hofer|Andreas Hofer]]''<ref>rimorchiatore a elica, 3 pezzi da 30 libbre a canna liscia.</ref> (Capitano di corvetta Ulrich Lund)
**Piroscafo a ruote ''[[SMS Kaiserin Elisabeth (yacht)|Kaiserin Elisabeth]]''<ref>Yacth a pale, 4 pezzi da 12 libbre a canna liscia. Secondo alcune fonti distaccata presso la 1.Division come esploratore.</ref> (Capitano di fregata Thobias Österreicher)
**Piroscafo a ruote ''[[SMS Greif|Greif]]''<ref>Yacth a pale, 2 pezzi da 12 libbre a canna liscia</ref> (Capitano di fregata Karl Kronowetter)
**Piroscafo avviso ad elica ''[[SMS Stadion|Stadion]]''<ref>Vapore disarmato. Utilizzato come esploratore.</ref> (Alfiere di vascello Victor Graf Wimpfen)
 
L’Italia di Mussolini, dunque, comincia a prendere in considerazione l’invasione e si attiva nel tentativo di indebolire la Jugoslavia stringendo alleanze con paesi confinanti ad essa ostili (Ungheria e Bulgaria) e con movimenti estremisti e terroristici interni al paese.
*Altre unità da trasporto in supporto alla flotta
** Piroscafo a ruote ''[[SMS Lucia|Lucia]]'' (Capitano di fregata Udario)
** Piroscafo a ruote ''[[SMS Triest|Triest]]'' (Tenente di vascello Henriquez)
** Piroscafo a ruote ''[[SMS Vulcan|Vulcan]]'' (Tenente di vascello Lang)
** Piroscafo a ruote ''[[SMS Taurus|Taurus]]''
** Piroscafo avviso ad elica ''[[SMS Egitto|Egitto]]''<ref>A disposizione del Comando Truppe della Dalmazia, basato a Lissa come esploratore. Si ritirò al sopraggiungere della squadra italiana e non prese parte alla battaglia</ref>
 
La repressione fascista contro sloveni e croati degli anni Venti e Trenta divenne una vera e propria persecuzione razziale di massa con la Seconda Guerra mondiale e l'aggressione nazifascista alla Jugoslavia. Questa avvenne, senza alcuna dichiarazione di guerra, il 6 aprile 1941, per mano dell'esercito tedesco e dell'esercito italiano, la II Armata del generale Ambrosio. come reazione al colpo di stato anti-tedesco avvenuto il 27 marzo a Belgrado, dopo che il reggente Paolo Karađorđević aveva aderito al Patto Tripartito.
|m2Embl = Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|m2 =
Comandante in capo dell'armata di operazione: Ammiraglio conte [[Carlo Pellion di Persano]],
*I Squadra<ref>Navi corazzate.</ref> (ammiraglio [[Carlo Pellion di Persano]])
**Ariete corazzato a torri di I ordine ''[[Affondatore]]''<ref>In servizio dal 6 giugno 1866, dislocamento 4.376 t, 12 nodi, 2 pezzi da 254 mm.</ref> (capitano di vascello Federico Martini, nave di bandiera dell'amm. Persano)
**2ª Divisione (capitano di vascello [[Emilio Faà di Bruno]]):
***Pirofregata corazzata di I rango a elica [[Re d'Italia (pirofregata)|''Re d'Italia'']]<ref>In servizio dal 15 aprile 1865, dislocamento 5.791 t, 12 nodi, 2 cannoni rigati da 200 mm, 30 cannoni rigati da 160 mm, 4 cannoni lisci da 200 mm.</ref> (nave di bandiera del CV Faà di Bruno)
***Pirofregata corazzata ''[[San Martino (pirofregata corazzata)|San Martino]]''<ref>In servizio dal 9 novembre 1864, dislocamento 4.234 t, 12,6 nodi, 22 cannoni rigati da 164 mm, 4 cannoni lisci da 200 mm.</ref> (capitano di vascello Amilcare Roberti)
***Cannoniera corazzata ''[[Palestro (cannoniera)|Palestro]]''<ref>In servizio dal 1 gennaio 1866, dislocamento 2.165 t, 8 nodi, 2 cannoni rigati ad avancarica da 200 mm, 2 cannoni lisci da avancarica da 200 mm, 1 cannone rigato da 120 mm.</ref> (capitano di vascello Alfredo Cappellini)
**3ª Divisione (capitano di vascello [[Augusto Riboty]])
***Pirofregata corazzata di I rango a elica ''[[Re di Portogallo (pirofregata)|Re di Portogallo]]''<ref>In servizio dal 12 marzo 1864, dislocamento 5.791 t, 12 nodi, 2 cannoni rigati da 250 mm, 26 cannoni rigati da 160 mm. Inizialmente attardata da problemi alle macchine, si unì alla squadra fuori allineamento.</ref> (nave di bandiera del CV Riboty)
***Pirofregata corazzata ''[[Regina Maria Pia (pirofregata corazzata)|Regina Maria Pia]]''<ref>In servizio dal 9 novembre 1864, dislocamento 4.234 t, 12,6 nodi, 22 cannoni rigati da 164 mm, 4 cannoni lisci da 200 mm.</ref> (capitano di vascello Evaristo del Carretto)
***Cannoniera corazzata ''[[Varese (cannoniera 1866)|Varese]]''<ref>In servizio dal 1 gennaio 1866, dislocamento 2.165 t, 8 nodi, 2 cannoni rigati ad avancarica da 200 mm, 2 cannoni lisci da avancarica da 200 mm, 1 cannone rigato da 120 mm. Inizialmente impegnata nel bombardamento di Porto Comisa, raggiunse la squadra durante la battaglia. </ref> (capitano di fregata Luigi Fincati)
***Pirocorvetta corazzata di II classe ad elica ''[[Terribile (corvetta corazzata)|Terribile]]''<ref>Classe ''[[Formidabile (corvetta corazzata)|Formidabile]]''. In servizio dal 1862, dislocamento 2.618 t, 10 nodi, 4 cannoni lisci da 203 mm, 16 cannoni rigati da 160 mm. Inizialmente impegnata nel bombardamento di Porto Comisa, raggiunse la squadra durante la battaglia. </ref> (capitano di fregata Leopoldo De Cosa)
 
Quando le truppe italiane arrivano a Lubiana, l’esercito jugoslavo, già sbandato a causa dell’attacco tedesco, non oppone la minima resistenza.
*II Squadra (viceammiraglio conte [[Giovan Battista Albini]])
**Pirofregata ad elica di 1º ordine ''[[Maria Adelaide (pirofregata)|Maria Adelaide]]''<ref>In servizio dall'11 marzo 1860 ([[Marina del Regno di Sardegna]]), dislocamento 3.459 t, 12 nodi, 36 cannoni lisci da 160 mm, 14 obici-cannoni lisci da 250 mm, 1 cannone liscio da 80 libbre</ref> (capitano di vascello<ref>in qualità di comandante della nave di bandiera di un ammiraglio, il comandante Di Monale era qualificato anche come ''capitano di bandiera''.</ref> Augusto Di Monale, nave di bandiera del v. amm. Albini)
**Pirofregata ad elica di 1º ordine ''[[Duca di Genova (pirofregata)|Duca di Genova]]''<ref>In servizio dal 17 marzo 1861 ([[Marina del Regno di Sardegna]]), dislocamento 3.484 t, 12 nodi, 10 obici-cannoni lisci da 200 mm, 8 cannoni rigati da 160 mm, 32 cannoni lisci da 160 mm.</ref> (capitano di vascello Alfredo Di Clavesana)
**Pirofregata ad elica di 1º ordine ''[[Garibaldi (pirofregata)|Garibaldi]]''<ref>In servizio dal 10 luglio 1860 (ex ''Borbone'', [[Real Marina del Regno delle Due Sicilie]]), dislocamento 3.680 t, 10/11 nodi, 1 cannone lisco da 116 libbre, 16 obici-cannoni da 200 mm, 42 cannoni da 30 libbre</ref> (capitano di vascello Ruggiero Vitagliano)
**Pirofregata ad elica di 1º ordine ''[[Gaeta (pirofregata)|Gaeta]]''<ref>In servizio dal 15 luglio 1865 ([[Real Marina del Regno delle Due Sicilie]]), dislocamento 3.690 t, 11 nodi, 32 cannoni lisci da 160 mm, 10 cannoni lisci da 80 libbre</ref> (capitano di vascello Carlo Cerruti)
**Pirofregata ad elica di 1º ordine ''[[Carlo Alberto (pirofregata)|Carlo Alberto]]''<ref>In servizio dal 6 dicembre 1853 ([[Marina del Regno di Sardegna]]), dislocamento 3.283 t, 8 nodi, 1 cannone liscio da 80 libbre, 16 cannoni lisci da 40 libbre, 20 obici lisci da 40 libbre, 14 obici lisci da 20 libbre, 2 cannoni lisci da 15 libbre</ref> (capitano di vascello Carlo Pucci)
**Pirofregata ad elica di 1º ordine ''[[Principe Umberto (pirofregata)|Principe Umberto]]''<ref>In servizio dal 1 novembre 1863, dislocamento 3.501 t, 11 nodi, 8 cannoni rigati da 165 mm, 32 cannoni lisci da 165 mm, 10 obici da 200 mm.</ref> (capitano di vascello [[Guglielmo Acton]])
**Pirofregata ad elica di 1º ordine ''[[Vittorio Emanuele (pirofregata)|Vittorio Emanuele]]''<ref>In servizio dal 18 novembre 1857 ([[Marina del Regno di Sardegna]]), dislocamento 3.126 t, 9 nodi, 16 cannoni lisci da 250 mm, 40 obici-cannoni lisci da 160 mm, 20 cannoni lisci da 40 libbre, 1 cannone da 80 libbre</ref> (capitano di vascello Antonio Imbert)
**Pirocorvetta a elica di 1º ordine ''[[San Giovanni (pirocorvetta)|San Giovanni]]''<ref>In servizio dal 1849 ([[Marina del Regno di Sardegna]]), dislocamento 1.780 t, 9 nodi, 14 cannoni da 165 mm, 6 obici-cannoni da 165 mm.</ref> (capitano di fregata Felice Burone-Lercari)
**Pirocorvetta a ruote di 2º ordine ''[[Guiscardo (pirocorvetta)|Guiscardo]]''<ref>In servizio dal 6 settembre 1843 ([[Real Marina del Regno delle Due Sicilie]]), dislocamento 1.264 t, 6 nodi, 4 cannoni lisci ad avancarica da 160 mm, 2 cannoni rigati ad avancarica da 160 mm.</ref> (capitano di fregata Roberto Pepi)
**Pirocorvetta a ruote di 1º ordine ''[[Governolo (pirocorvetta)|Governolo]]''<ref>In servizio dal maggio 1850 ([[Marina del Regno di Sardegna]]), dislocamento 1.700 t, 11 nodi, 12 obici lisci da 200 mm.</ref> (capitano di fregata Antonio Gogola)
 
A questo punto l’Italia tratta direttamente con la Croazia, sottoposta al predominio tedesco, la delimitazione dei confini e ottiene ufficialmente l’annessione della Dalmazia da Zara a Spalato, istituendo il Governatorato di Dalmazia.
*III Squadra (contrammiraglio [[Giovanni Vacca (ammiraglio)|Giovanni Vacca]])
**Pirofregata corazzata di I rango ad elica ''[[Principe di Carignano (pirofregata corazzata)|Principe di Carignano]]''<ref>Classe "Principe Umberto" modificata</ref> (capitano di vascello Corrado Jauch, nave di bandiera del contrammiraglio Vacca)
**Pirofregata corazzata ''[[Castelfidardo (pirofregata corazzata)|Castelfidardo]]''<ref>Classe "Regina Maria Pia". In servizio dal 1 maggio 1864, dislocamento 4.192 t, 12,1 nodi, 23 cannoni rigati da 164 mm, 4 cannoni lisci da 200 mm. Inizialmente attardata da problemi alle macchine, si unì alla squadra fuori allineamento. </ref> (capitano di vascello Raffaello Cacace)
**Pirofregata corazzata ''[[Ancona (pirofregata corazzata)|Ancona]]''<ref>Classe "Regina Maria Pia". In servizio dal 1 aprile 1866, dislocamento 4.157 t, 13 nodi, 23 cannoni rigati da 164 mm, 4 cannoni lisci da 200 mm.</ref> (capitano di vascello Alessandro Piola-Caselli)
 
Trionfa così una linea di compromesso che non tiene assolutamente conto delle istanze croate e che ha necessariamente come risultato la diffusione di un sentimento antitaliano, non solo nelle popolazioni slave soggette all’Italia, ma anche negli organi di amministrazione e di governo dello Stato indipendente croato, che, inoltre, si trova a dover accettare l’ingiustificata presenza di truppe delle forze armate italiane stazionanti, senza uno scopo preciso, sul suo territorio.
*Flottiglia cannoniere (capitano di fregata Antonio Sandri) (aggregata alla II Squadra)
**Cannoniera ad elica ''[[Montebello (cannoniera)|Montebello]]''<ref>In servizio dall'aprile 1861, dislocamento 262 t, 4 cannoni lisci da 120 mm.</ref> (nave di bandiera del CF Sandri)
**Cannoniera ad elica ''[[Vinzaglio (cannoniera)|Vinzaglio]]''<ref name=serv>In servizio dal febbraio 1861, dislocamento 296 t, 4 cannoni lisci da 120 mm.</ref> (luogotenente di vascello Vincenzo Foscolo)
**Cannoniera ad elica ''[[Confienza (cannoniera)|Confienza]]''<ref name=serv/> (luogotenente di vascello Angelo Conti)
**Piroscafo avviso [[Stella d'Italia (Piroscafo)|''Stella d'Italia'']]<ref> Dislocamento 250 t.</ref> (mercantile noleggiato; luogotenente di vascello Edoardo Berlingieri)
**Pirotrasporto ad elica ''[[Washington (pirotrasporto)|Washington]]''<ref>Già della marina garibaldina siciliana. Nave ospedale</ref> (luogotenente di vascello Felice Zicavo)
**Pirotrasporto a ruote ''[[Indipendenza (pirotrasporto)|Indipendenza]]''<ref>Nave trasporto viveri</ref> (luogotenente di vascello Dionisio Liparacchi)
**Pirotrasporto a ruote ''[[Giglio (pirotrasporto)|Giglio]]''<ref>Già appartenuto al Granducato di Toscana, dislocamento 250 t, 2 cannoni lisci da 80 mm.</ref> Comandante de Nigri
 
Il neonato Stato indipendente croato, era sotto la guida del poglavnik (duce) Ante Pavelić, capo degli ustascia. Gli ustascia portano avanti una politica fortemente nazionalista cosicché ebrei, rom e serbi sono colpiti da violente persecuzioni: la maggior parte delle uccisioni avviene tra la primavera e l’estate del 1941; ciò provoca due fenomeni paralleli, ossia le conversioni di massa al cattolicesimo e la fuga verso le montagne o Serbia, Dalmazia e Montenegro.
*Naviglio minore ed ausiliario
**Avviso a ruote di I classe ''[[Esploratore (avviso)|Esploratore]]''<ref>In servizio dal 19 maggio 1863, dislocamento 981 t, 17 nodi, 2 cannoni ad avancarica da 120 mm.</ref> (capitano di fregata Paolo Orengo)
**Avviso a ruote di I classe ''[[Messaggiere (avviso)|Messaggiere]]''<ref>Classe "Esploratore". In servizio dal 13 agosto 1863, dislocamento 981 t, 15,4 nodi, 2 cannoni ad avancarica da 120 mm.</ref> (capitano di fregata Edoardo Giribaldi<ref>{{cita|Parlamentoitaliano1867|p. 71|Parlamento italiano 1867|harv=s}}.</ref>)
**Avviso a ruote di 2º ordine ''[[Sirena (avviso)|Sirena]]''<ref>In servizio dal 28 maggio 1860 ([[Real Marina del Regno delle Due Sicilie]]), dislocamento 354 t, 12 nodi, 1 cannone da 165 mm.</ref>(luogotenente di vascello Samminatelli)
**Pirotrasporto a ruote ''[[Piemonte (nave)|Piemonte]]'' (Luigi Merto<ref>Grado sconosciuto. Si veda {{cita|Ricasoli1967|p. 364|Ricasoli 1967|harv=s}}.</ref>)
**Pirotrasporto ad elica ''[[Conte Cavour (pirotrasporto)|Conte Cavour]]''<ref>In servizio dal 1855, dislocamento 1.870 t, 2 cannoni lisci da 120 mm.</ref> (capitano di fregata G. Vicuna)
**Piroscafo avviso ''[[Marco Polo (piroscafo)|Marco Polo]]'' (mercantile noleggiato; luogotenente di vascello Carlo Loncich)
 
Il 22 giugno dello stesso anno scoppia una rivolta, destinata a trasformarsi in una vera e propria guerra civile tra la fine del ’41 e il ’42. La rivolta si diffonde in tutto il territorio e ne segue una violenta repressione da parte dell’esercito italiano che cerca anche l’appoggio di forze collaborazioniste: è il caso dell’esercito jugoslavo in Serbia guidato da Draza Mihailović e del movimento cetnico, un’organizzazione politico-militare nata per contrastare le forze comuniste. La guerra civile jugoslava vedrà appunto contrapposti il fronte collaborazionista e il movimento partigiano guidato dal generale comunista Josip Broz Tito, a capo del neonato Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia.
*Unità non presenti durante la battaglia
**Pirocorvetta corazzata di II classe ad elica ''[[Formidabile (corvetta corazzata)|Formidabile]]''<ref>In servizio dal maggio 1862, dislocamento 2.618 t, 10 nodi, 4 cannoni lisci da 203 mm, 16 cannoni rigati da 160 mm. Severamente danneggiata durante nei duelli di artiglieria contro le batterie costiere nei giorni precedenti, non prese parte alla battaglia.</ref> (capitano di fregata [[Simone Antonio Pacoret De Saint-Bon|Simone Pacoret de Saint-Bon]])
**Pirocorvetta di II rango a ruote ''[[Ettore Fieramosca (pirofregata)|Ettore Fieramosca]]''<ref>In servizio dal 1851 ([[Real Marina del Regno delle Due Sicilie]]), 1.400 t, 10 nodi, 4 cannoni lisci da 160 mm, 2 cannoni rigati da 160 mm pezzi. Inviata ad Ancona il 18 luglio per chiedere rinforzi, non prese parte alla battaglia.</ref> (capitano di fregata Francesco Baldisserotto)
**Piroscafo avviso ''[[Flavio Gioia (Piroscafo)|Flavio Gioia]]''<ref>Mercantile noleggiato, inviato al largo del Gargano per scortare l'Affondatore, non si ricongiunse alla flotta e non partecipò alla battaglia</ref> (luogotenente di vascello Moro)
**Piroscafo avviso ''[[Cristoforo Colombo (piroscafo)|Cristoforo Colombo]]''<ref>Mercantile noleggiato, 4 pezzi da 30 libbre a canna liscia. Rientrato ad Ancona per sorveglianza forenea, non partecipò alla battaglia</ref> (luogotenente di vascello Conti Barbarano)
**Rimorchiatore ad elica ''[[Calatafimi (rimorchiatore)|Calatafimi]]''<ref>Dislocamento 269 t. Rientrato ad Ancona, non prese parte alla battaglia. </ref> (Piloto di 3ª classe G.Ferrari)
 
Per contrastare le rivolte in atto e mantenere l’ordine pubblico, la II Armata (Regio Esercito) istituisce un tribunale di guerra che adotta maggiormente come soluzione l’internamento: Per tutta l’estate del 1941 gli scontri generano un gran numero di prigionieri, che iniziano a essere dislocati in vari campi di concentramento come quelli di Lovran, Bakar e Kraljevica; il sovraffollamento di questi ultimi fu la causa, nel maggio del 1942, dell’istituzione del campo di concentramento di Arbe per ordine del prefetto di Fiume Temistocle Testa.
*Altre unità da trasporto in supporto alla flotta
**Piroscafo di I classe ad elica ''[[Città di Napoli (piroscafo)|Città di Napoli]]''<ref>In servizio dal 1865, dislocamento 3.730 t, 4 cannoni lisci da 120 mm.</ref> (capitano di fregata Figari)
**Piroscafo di I classe ad elica ''[[Città di Genova (piroscafo)|Città di Genova]]''<ref>Classe "Città di Napoli". In servizio dal 1865, dislocamento 3.730 t, 4 cannoni lisci da 120 mm.</ref> (capitano di fregata Ansaldi)
**Piroscafo ad elica ''[[Volturno (piroscafo)|Volturno]]''<ref>In servizio dal 1854, dislocamento 1.935 t, 2 cannoni lisci da 120 mm.</ref> (capitano di fregata Manolesso)
**Piroscafo ''[[Cairo (Piroscafo)|Cairo]]''
**Piroscafo ''[[Europa (Piroscafo)|Europa]]''<ref>In servizio dal 1865</ref>
**Piroscafo ''[[Parthenon (Piroscafo)|Parthenon]]''
}}
 
Il campo, divenuto il più famoso di quelli italiani in Jugoslavia per il suo alto tasso di mortalità, aveva una capienza di circa 10.000 persone.
== Note ==
== L'internamento repressivo degli slavi ==
{{references|2}}
{{C|i dati numerici dei deceduti, sono sicuramente molto gravi, tuttavia le stime le percentuali e i confronti con Buchenwald non sembrano così inequivocamente fontati e precisi, vedi discussione in corso|storia|dicembre 2014}}
[[File:Inmate_at_the_Rab_concentration_camp.jpg|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:Inmate_at_the_Rab_concentration_camp.jpg|miniatura|Internato nel campo di Arbe.]]
Complessivamente ad Arbe furono internati circa 10.000 civili<ref>{{cita|Rossi & Giusti|p. 62 Secondo il generale Mario Roatta sarebbero stati al massimo 10552}}</ref>, tra cui vecchi, donne e bambini di famiglie sospettate di collaborare con il movimento partigiano ma anche residenti in aree sgombrate per esigenze belliche<ref name="autogenerato7" />. La cifra non comprende coloro che sono passati in transito verso altri campi, nei territori occupati o nel [[Regno d'Italia]].
{| border="0" align="center"
!Periodo
!Uomini
!Donne
!Bambini
!Totale internati
|- bgcolor="#fff0ee"
|27 luglio-31 luglio [[1942]]
|1.061
|111
|53
|1.225
|- bgcolor="#fff0ee"
|1º agosto-15 agosto [[1942]]
|3.992
|0
|1.029
|5.021
|- bgcolor="#fff0ee"
|16 agosto-31 agosto [[1942]]
|5.333
|1.076
|1.209
|7.618
|- bgcolor="#fff0ee"
|1º settembre-15 settembre [[1942]]
|6.787
|1.563
|1.296
|9.646
|- bgcolor="#fff0ee"
|16 settembre-30 settembre [[1942]]
|7.327
|1.804
|1.392
|10.523
|- bgcolor="#fff0ee"
|1º ottobre-15 ottobre [[1942]]
|7.387
|1.854
|1.392
|10.633
|- bgcolor="#fff0ee"
|16 ottobre-31 ottobre [[1942]]
|7.206
|1.991
|1.422
|10.619
|- bgcolor="#fff0ee"
|1º novembre-15 novembre [[1942]]
|7.207
|2.062
|1.463
|10.732
|- bgcolor="#fff0ee"
|16 novembre-27 novembre [[1942]]
|6.647
|1.560
|926
|9.133
|-
| colspan="7" |<small>''Fonte:'' Davide Rodogno, ''Il nuovo ordine mediterraneo'', ed. Bollati Boringhieri, Torino 2003</small>
|}
[[File:Dead_inmates_at_the_Rab_concentration_camp.png|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:Dead_inmates_at_the_Rab_concentration_camp.png|miniatura|Internati morti nel campo di concentramento di Arbe. Fonte: Rabski zbornik, 1953.<ref>[https://docs.google.com/open?id=0B3IG19S238FKaVU3clFLaDVqQm8 Rabski zbornik], 1953.</ref>]]
A causa della precarietà in cui versava il campo ancora dall'estate del 1942, l'inverno fu molto duro per gli internati che avevano come unico riparo delle tende e spesso erano privi di vestiario adeguato<ref name="autogenerato7" />. A questo si aggiunsero episodi di brutalità da parte del comandante del campo, il [[colonnello]] dei [[carabinieri]] [[Vincenzo Cuiuli]]<ref>{{cita|Gobetti, Alleati del nemico|p. 88}}</ref>, il quale, nonostante ciò violasse le norme italiane, faceva incatenare a dei pali gli internati in punizione<ref name="autogenerato1">{{cita|Gianni Oliva|p. 132}}</ref>. L'alimentazione insufficiente rese gli internati particolarmente deperiti e soggetti a diverse malattie, tra cui le infezioni intestinali che provocarono un tasso di mortalità molto alto<ref name="autogenerato6" /><ref name="autogenerato1" /><ref name="autogenerato11">{{cita|Marina Cattaruzza|p. 231}}</ref><ref>{{cita|Gobetti, Alleati del nemico|p. 88: "Tuttavia la privazione della libertà, la fame, le malattie connesse con la denutrizione e le pessime condizioni igieniche, concorrono a portare alla morte un notevole numero di persone."}}</ref>. Secondo alcuni ricercatori ciò rispondeva ad una precisa politica volta a mantenere sotto controllo gli internati<ref>{{cita|Gobetti, Alleati del nemico|p. 88-89}}</ref>.
 
Nel novembre del 1942 il vescovo di [[Lubiana]] [[Gregorij Rožman]] si era già recato presso [[papa Pio XII]] per chiedergli di intervenire per evitare che il campo di Arbe diventasse un "campo di morte"<ref name="autogenerato8">{{cita|Gianni Oliva|p. 133}}</ref>. La [[Croce Rossa]] jugoslava il 10 dicembre 1942 denunciò la scarsezza alimentare dei campi gestiti dagli italiani in Jugoslavia con particolar riferimento a quello di Arbe<ref>{{cita|Rossi & Giusti|p. 486}}</ref>. Pertanto il Vaticano intervenne presso le autorità italiane affinché si provvedesse alla liberazione della maggior parte delle donne e dei bambini<ref name="autogenerato11" />. Il generale [[Mario Roatta]] inviò al campo il generale [[Giuseppe Gianni]] che relazionò evidenziando l'alto tasso di mortalità, ma attribuendolo alle precarie condizioni fisiche degli internati in gran parte anziani<ref name="autogenerato8" />. Ciononostante tutti i bambini e quasi tutte le donne furono evacuati verso altri campi in Italia<ref name="autogenerato8" />. Il generale [[Umberto Giglio]] ancora il 19 gennaio 1943 scrisse un resoconto sulla situazione interna del campo in cui segnalò la necessità di migliorare le condizioni fisiche degli internati pur attribuendo la causa del grave deperimento fisico alle "privazioni precedenti all'arresto sia al trauma psichico dell'arresto stesso ed alle aggressioni da parte dei ribelli subite durante il viaggio di trasferimento"<ref name="autogenerato6" />. A partire da gennaio 1943 le condizioni migliorarono sensibilmente con la costruzione di baracche in muratura e il miglioramento delle razioni alimentari<ref name="autogenerato11" />.
== Bibliografia ==
*Felice Venosta, ''[http://books.google.it/books/about/Custoza_e_Lissa.html?id=gykoAAAAYAAJ Custoza e Lissa, fatti delle guerra italiana del 1866]'', Carlo Barbini Editore, Milano 1866
*Felice Venosta, ''[http://books.google.it/books/about/Storia_aneddotica_della_campagne_d_Itali.html?id=3E8pAAAAYAAJ Storia aneddotica della campagna d’Italia del 1866]'', Francesco Pagolini tipografo editore, Milano 1866
*''[http://books.google.it/books/about/La_campagna_del_1866_in_Italia.html?id=6yUIAQAAIAAJ La campagna del 1866 in Italia]'', G.Cassone e comp. tipografi-editori, Torino/Firenze 1866 (estratto dalla Rivista Militare Italiana, anno XI, vol. IV)
*''[http://books.google.it/books?id=B30KAAAAIAAJ Die Operationen der Österreichische Marine ... und die Seeschlacht bei Lissa]'', Wien 1866
*{{cita libro |titolo=''Rendiconti delle udienze pubbliche dell’Alta Corte di Giustizia nel dibattimento della causa contro l’ammiraglio senatore conte Carlo Pellion di Persano'' | editore = Senato del Regno | città = Firenze | anno = 1867 |url = http://books.google.it/books?id=WSTSygAACAAJ | cid = Senato}}
*''[http://books.google.it/books/about/La_campagna_del_1866_in_Italia.html?id=KykBAAAAQAAJ La campagna del 1866 in Italia]'', Sezione storica del Corpo di stato maggiore, Roma 1875
 
Il vescovo della [[diocesi di Veglia]], Josip Srebrnič, il 5 agosto 1943 riferì a [[papa Pio XII]] che "secondo i testimoni, che avevano partecipato alle sepolture, il numero dei morti avrebbe superato le 3500 unità"<ref name="Cresciani_ClashOfCivilisations_P7">Cresciani, Gianfranco (2004), Italian Historical Society Journal, Vol.12, No.2, p.7</ref> (tra cui circa 100 bambini di età inferiore ai 10 anni<ref>''Italijanska koncentracijska taborišča za slovence med 2. svetovno vojno'', Božidar Jezernik, Revija Borec - Društvo za preučevanje zgodovine, literaure in antropologije, Lubiana 1997, ISSN 0006-7725.</ref>). Le fonti slovene stimano che al suo interno avrebbero perso la vita circa 1400 internati slavi tra cui anche donne e bambini<ref>{{cita|Rossi & Giusti|p. 62}}</ref> Gli storici sloveni e croati, quali [[Tone Ferenc]], [[Ivan Kovačić]] e [[Božidar Jezernik]], indicano in un numero compreso tra i 1447 e i 1167 i decessi avvenuti al campo<ref>{{cita|Rossi & Giusti|p. 486: Riportati nel saggio di Capogreco: Tone Ferenc parla di 1435 decessi, per Ivan Kovacic 1447, mentre per Bozidar Jezernik 1167}}</ref> e secondo James Walston<ref name="Walston_Historical_Journal">[[James Walston]] (1997) [http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=5211 History and Memory of the Italian Concentration Camps], ''Historical Journal'', 40.</ref> e [[Carlo Spartaco Capogreco]]<ref name="Cresciani_ClashOfCivilisations_P7" />, il tasso di mortalità annuo nel campo di concentramento di Arbe superava il tasso di mortalità medio nel [[Campo di concentramento di Buchenwald]] (che era il 15%).
* Ermanno Martino, ''Lissa 1866: Perché?'', su ''Storia Militare'', in due parti, parte I su N° 214, Luglio 2011, pag 4-21, parte II su N° 215, Agosto 2011, pp. 54-67.
* {{cita libro|autore=Bettino Ricasoli|wkautore=Bettino Ricasoli|titolo=Carteggi di Bettino Ricasoli|volume=vol. 20|editore=N. Zanichelli|anno=1967|url=http://books.google.it/books?id=8mAbAQAAMAAJ|cid=Ricasoli1967}}
 
=== L'internamento protettivo degli ebrei ===
{{Portale|guerra|marina|storia}}
[[File:Campo_di_Arbe_settore_protettivo.jpg|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:Campo_di_Arbe_settore_protettivo.jpg|sinistra|miniatura|Il settore del campo destinato agli internati "protetti"]]
Nell'area occupata dall'Italia si trovavano alcune centinaia di ebrei concentrati soprattutto nella città di [[Mostar]] e lungo la costa cui si aggiunsero migliaia di profughi in fuga dallo [[Stato Indipendente di Croazia]] per sfuggire ai massacri commessi dagli [[ustascia]]<ref name="autogenerato9" /><ref>"(...) nell'agosto-settembre 1941, per fermare la violenza antiebraica e stroncare gli eccidi in corso fra serbi e croati, l'Esercito italiano assunse provvisoriamente il controllo di una nuova zona ceduta dalla Croazia di Pavelic. (...) Mentre Mussolini per non sfidare apertamente i tedeschi si opponeva all'ipotesi di un trasferimento dei rifugiati in Italia, in gran parte ebrei stranieri formalmente impediti all'ingresso nella penisola da una legge del 1939, nel 1942, fu finalmente escogitata la formula che avrebbe permesso di sfuggire alle pretese dell'alleato pur senza affrontarlo in un rifiuto diretto. I circa 3000 ebrei croati e stranieri (...) dal mese di ottobre (furono) internati in appositi campi (...) allo scopo di tacitare le accuse tedesche di spionaggio a favore del nemico, sarebbero stati sottoposti ad un lungo e laborioso censimento (...). La tattica temporeggiatrice funzionò fino al febbraio 1943 (...) quando Mussolini cedette alle richieste di trasferire gli ebrei a Trieste dove sarebbero stati prelevati dai tedeschi, autorizzando però i suoi generali a trovare nuovi pretesti per il rinvio. (...) nel marzo 1943 si decise di concentrare tutti i rifugiati in un campo dipendente dalla II Armata nell'isola dalmata di Arbe, (...) cioè in un territorio sottoposto alla sovranità italiana, al sicuro da qualsivoglia insidioso tentativo di colpo di mano". Anna Millo, ''L'Italia e la protezione degli ebrei'', in ''L'occupazione italiana della Iugoslavia'', Le Lettere, 2009, pp. 367 e 367.</ref> e dai territori occupati dai tedeschi<ref name="autogenerato5">{{cita|Gobetti, Alleati del nemico|p. 129}}</ref>. Tranne una parte respinta alla frontiera di Fiume gli ebrei furono accolti nella [[Governatorato di Dalmazia|Dalmazia annessa dall'Italia]]<ref name="autogenerato9" /> e la protezione fu estesa anche a quelli che si trovavano nelle zone occupate dalle truppe italiane in Croazia<ref name="autogenerato5" /> i quali pur sottoposti a vigilanza continuarono a vivere liberamente<ref name="autogenerato4">{{cita|Gobetti, Alleati del nemico|p. 130}}</ref>. Alla fine del 1942 la situazione si rese più complicata quando alle richieste croate di ottenere gli ebrei presenti nei territori occupati italiani si aggiunsero anche le pressioni tedesche<ref name="autogenerato4" /><ref>{{cita|Jonathan Steinberg|p. 81}}</ref>.
[[File:Arbe_laboratorio_calzolai.jpg|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:Arbe_laboratorio_calzolai.jpg|destra|miniatura|Baracca adibita al lavoro dei calzolai]]
La tragedia che avrebbe colpito gli ebrei in caso di consegna inizialmente solo ipotizzata fece sì che il Regio Esercito escogitasse pretesti e oppose una serie di rinvii per non procedere ad alcuna consegna degli ebrei internati anche ad Arbe<ref name="autogenerato9" />, poi dal novembre 1942 la situazione fu più chiara e non consegnare gli internati divenne prioritario<ref>{{cita|Jonathan Steinberg|p. 85:''"La documentazione suggerisce che da quel momento, all'inizio del novembre 1942, le autorità italiane del ministero degli Esteri e le forze armate seppero di non dover consegnare quelle migliaia di ebrei"''}}</ref>. Si ipotizzò in un primo tempo di internare gli ebrei in locande e alberghi dismessi nella città di [[Grado (Italia)|Grado]], poi si preferì la soluzione del campo di Arbe dove fu allestita appositamente un'area<ref name="autogenerato10">{{cita|Gobetti, Alleati del nemico|p. 131}}</ref> in cui furono fatti confluire complessivamente gli oltre 3.500 nuovi internati<ref>3.577 secondo un elenco fornito da Jasa Romano, ''Jevreji u logoru na Rabu i njihovo uklucivanje u Narodnooslobodilacki rat'', in: ''Zbornik'' 1973 n. 2 p. 70</ref><ref>{{cita|Marina Cattaruzza|p. 214 circa 4000 secondo la storica Marina Cattaruzza}}</ref><ref>{{cita|Gobetti, Alleati del nemico|p. 131 3577 anche secondo Igor Gobetti}}</ref>. Qui vissero in una condizione sicuramente migliore degli internati slavi potendo ricevere visite esterne e svolgere attività ricreativa<ref name="autogenerato10" />. Le autorità militari e civili che operavano in Jugoslavia nel frattempo avevano esercitato pressioni su Mussolini che revocò le precedenti disposizioni e dispose che tutti gli ebrei sarebbero invece rimasti internati in territorio sotto giurisdizione italiana e per ovviare alle richieste del governo croato di ottenere la consegna degli ebrei con passaporto croato di avviare per costoro le pratiche per [[Apolidia|rinunciare alla cittadinanza]]<ref>{{cita|Jonathan Steinberg|p. 92: Appunto per il gabinetto AP, firmato dal generale [[Vittorio Castellani]] "Il Duce ha disposto:1)che detti ebrei vengano mantenuti tutti in campi di concentramento; 2) che si proceda intanto, oltre che a determinare la pertinenza dei singoli internati, a raccogliere -in analogia alle richieste contenute nella soprariferita proposta del Governo croato- le istanze che gli interessati stessi volessero liberamente presentare per rinunciare alla cittadinanza croata ed alla proprietà di ogni bene immobile posseduto in Croazia"}}</ref>. Insieme ai numerosi ebrei furono internati ad Arbe a scopo "protettivo" anche molti serbi sfuggiti alle persecuzioni croate<ref name="autogenerato9" />.
 
Ancora nell'agosto 1943 le autorità italiane si preoccuparono dell'incolumità degli internati ebrei immaginando, in caso di ritirata delle truppe italiane, di mantenere un presidio armato affinché gli internati protettivi non cadessero "in mani straniere"<ref name="autogenerato10" />.
[[Categoria:Battaglie della terza guerra di indipendenza italiana|Lissa (1866)]]
 
[[Categoria:Battaglie navali|Lissa (1866)]]
=== La chiusura del campo ===
Dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] il campo fu temporaneamente occupato dalle forze partigiane di Tito. Gli internati ebrei - liberati - raggiunsero in massima parte la terraferma. Di costoro circa 240 giovani atti alle armi furono radunati in un battaglione ebraico<ref>Per una foto del reparto si veda http://emperors-clothes.com/croatia/rab.jpg</ref> che combatté nell'EPLJ contro l'Asse; 200 persone rimasero sull'isola e furono catturate dai tedeschi durante la successiva occupazione nazista; infine, circa 200 persone raggiunsero via mare l'Italia<ref>Menachem Shelah, ''Un debito di gratitudine. Storia dei rapporti tra Esercito Italiano e gli ebrei in Dalmazia (1941-1943)'', USSME, 1991, pp. 156-168.</ref>. Il comandante del campo, colonnello [[Vincenzo Cujuli]] dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] rimase di presidio al campo in base all'ordine giuntogli dal comando della seconda armata di collaborare con i [[partigiani jugoslavi]]<ref name="autogenerato12">[http://www.campifascisti.it/scheda_documento_full.php?id_doc=785 I CAMPI FASCISTI - Dalle guerre in Africa alla Repubblica di Salò<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Preso prigioniero dai partigiani secondo alcune fonti fu seviziato e ucciso<ref name="autogenerato12" />, mentre secondo altre sarebbe morto suicida in prigionia<ref>Anton Vratuša, ''Dalle catene alla libertà - La "Rabska brigada", una brigata partigiana nata in un campo di concentramento fascista'', Kappa Vu, 2011, ISBN 978-88-89808-627</ref>.
 
Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]], fu eretto un monumento ad opera dell'architetto [[Slovenia|sloveno]] [[Edvard Ravnikar]].
 
<br />