Calisto Tanzi e Discussioni utente:Carmen Mihai: differenze tra le pagine

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{{Bio
|Nome = Calisto
|Cognome = Tanzi
|Sesso = M
|LuogoNascita = Collecchio
|GiornoMeseNascita = 17 novembre
|AnnoNascita = 1938
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = imprenditore
|Attività2 = criminale
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = <ref>[http://www.lastampa.it/forum/Forum3.asp?chiuso=True&pg=195&IDmessaggio=5437&IDforum=266 Ma Calisto non è il conte Igor]</ref>, fondatore e patròn per oltre 40 anni del gruppo [[Parmalat]], nonché personaggio chiave delle [[crac Parmalat|vicende che ne causarono la bancarotta]]
}}
 
{| style="width:100%; background:transparent; font-size:90%"
== Biografia ==
| style="background:#e0f0ff; border:1px solid silver; -moz-border-radius-topleft:12px; -webkit-border-top-left-radius:12px; border-top-left-radius:12px; width:20%; height:30px" | &nbsp;&nbsp; [[File:Help-browser.svg|18px|link=Aiuto:Benvenuto]] [[Aiuto:Benvenuto|Benvenuto]]
=== Esordio nell'imprenditoria e fondazione di Parmalat ===
| style="background:#6495ed; color:white; padding:0.5em 0.5em 0.5em 1em; font-size:140%; border:1px solid silver; -moz-border-radius-topright:12px; -webkit-border-top-right-radius:12px; border-top-right-radius:12px; width:80%" | '''Benvenuto/a su Wikipedia, <span style="color:white"><nowiki></nowiki>Carmen Mihai</span>!'''
Nato da una famiglia di piccoli imprenditori (il padre Melchiorre gestiva una piccola azienda di commercio di prodotti alimentari fondata a [[Parma]] dal nonno Calisto senior), si diplomò in [[ragioneria]] e all'età di 21 anni interruppe gli studi [[università|universitari]] per aiutare il padre, gravemente malato, a gestire l'impresa. Dopo averne acquisito pieno controllo, nel [[1961]] Calisto Tanzi ampliò le attività aprendo un piccolo caseificio in località [[Collecchio]], che battezzò prima Dietalat e successivamente Parmalat.
|-
| style="background:#e0e6ff; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Nuvola apps ksig-vector.svg|18px|link=Aiuto:Guida essenziale]] [[Aiuto:Guida essenziale|Guida essenziale]]
| rowspan="8" style="background:#fffff0; border:1px solid silver; -moz-border-radius-bottomright:12px; -webkit-border-bottom-right-radius:12px; border-bottom-right-radius:12px; padding:0.5em 1em;" |<div style="font-size:105%">Con le tue conoscenze puoi migliorare l'enciclopedia [[Wikipedia:LIBERA|libera]]. Scrivi nuove voci o modifica quelle esistenti, ma non inserire [[Aiuto:Cosa non mettere su Wikipedia|contenuti inadatti]]. '''Il tuo contributo è prezioso'''!<br />
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Desideroso di sperimentare nuove soluzioni commerciali, nel corso di un viaggio in [[Svezia]] vide per la prima volta, in un negozio di [[Stoccolma]], il [[latte]] venduto in confezioni [[Tetra Pak]]. Intuendo la versatilità ed economicità di tale imballaggio, Tanzi decise di investirvi e parallelamente di sviluppare il procedimento [[UHT]] per rendere il latte a lunga conservazione. Sull'onda del successo avuto da tale soluzione, presto estese il medesimo principio a [[conserve alimentari]] e [[succo di frutta|succhi di frutta]], consentendo a Parmalat di crescere ed affermarsi come azienda alimentare leader a livello internazionale, capace di aprire poli produttivi in diverse parti del mondo.
 
Ricorda di '''non copiare testi né immagini da libri o siti internet poiché <u>NON è consentito inserire materiale protetto da [[Wikipedia:Copyright|copyright]]</u>''' (nel caso sia tu l'autore/autrice, devi seguire [[Wikipedia:Copyright#Se concedi l'uso del materiale presente sul tuo sito o su altre fonti|l'apposita procedura]]), e di scrivere seguendo un '''[[Wikipedia:Punto di vista neutrale|punto di vista neutrale]]''', citando le '''[[WP:FONTI|fonti]]''' utilizzate.
Sempre al fine di supportare la crescita della sua impresa, tra gli [[anni 1970]] e [[anni 1980|1980]] Tanzi investì massicciamente nella promozione commerciale dei propri marchi, con campagne pubblicitarie multimediali e programmi di [[sponsor]]izzazione sportiva: tra gli altri, il nome Parmalat venne associato ai campioni di [[sci alpino]] [[Gustav Thöni]] e [[Ingemar Stenmark]], ai piloti di [[Formula 1]] [[Niki Lauda]] e [[Nelson Piquet]] e alla scuderia [[Brabham]], nonché in ulteriori discipline.
 
<div align="center" style="font-size:130%">Buon lavoro e buon divertimento da parte di tutti i wikipediani!</div>
Per consolidare le proprie attività e metterle al riparo da eventuali rovesci del mercato, l'imprenditore parmigiano trovò un fondamentale appoggio nella [[Democrazia Cristiana]], segnatamente nella persona di [[Ciriaco De Mita]], di cui divenne intimo amico. Tanzi concesse infatti al potente politico centrista l'uso dei mezzi di trasporto di sua proprietà e arrivò finanche ad aprire uno stabilimento a [[Nusco]], paese natale del leader democristiano. Sempre su sollecitazione di De Mita appose alcuni dei suoi marchi sulle maglie dell'[[US Avellino]] e nel [[1987]] rilevò l'emittente televisiva [[Odeon TV]], allo scopo dichiarato di inserirla a pieno titolo nel consesso dell'emittenza televisiva nazionale.
 
<div style="margin:0; padding:0; font-size:105%">
=== Indebitamento crescente ===
{{Cassetto inizio
La politica di copiose acquisizioni in rapida successione, condotte tutte a debito e non sostenute da adeguate ricapitalizzazioni, fece crescere a dismisura il [[debito|passivo]] delle imprese di Tanzi: già nel [[1989]] (come verrà successivamente appurato) la Parmalat era quindi vista con sospetto dalle [[banca d'affari|banche d'affari]], dubbiose riguardo alla natura delle risorse su cui si fondava il gruppo. Secondo talune fonti, la voragine debitoria era così pesante che l'azienda poteva già essere considerata tecnicamente fallita. La principale voce di spesa era costituita proprio da Odeon TV, costata 80 milioni di [[euro]] nel giro di pochi anni. Inoltre Calisto Tanzi era solito dirottare risorse dalla Parmalat per riversarle nella società di famiglia SATA: si calcola che tra il [[1997]] e il [[2003]] 173 milioni di euro fossero stati deviati dall'azienda al patrimonio personale dei Tanzi. In aggiunta accumulava debiti esorbitanti acquisendo aziende straniere (6,8 miliardi di euro nel 2003) e distribuiva ricchi dividendi a fine anno ai propri soci, ivi compresi i propri parenti, per un totale di 16 milioni di euro annui.
|titolo = Altre informazioni
 
Sul finire del 1989 Tanzi, per consolidare le depresse casse aziendali, chiese un prestito di 120 miliardi di [[lira italiana|lire]] al [[Banca Monte dei Paschi di Siena|Monte dei Paschi di Siena]], tramite la [[merchant bank]] Centrofinanziaria; l'istituto toscano accettò, allargando la sottoscrizione anche ad altri soggetti e istituti di credito, imponendo tuttavia la vendita di [[Odeon TV]] (che effettivamente venne di lì a poco ceduta alla [[Sasea]] di [[Florio Fiorini]]) e la restituzione dell'importo in tre anni, pena la cessione alla banca del 22% delle quote dell'azienda (su cui vi era già una manifestazione d'interesse della multinazionale [[Kraft Foods]]). L'iniezione di liquidità non fu tuttavia sufficiente a risolvere le grane di Parmalat, sicché nel [[1990]] Tanzi e il suo entourage decisero di quotare l'azienda presso la [[Borsa di Milano]]; tale operazione era però ostacolata dalla nomea di cattiva pagatrice dell'azienda di Collecchio, sicché il finanziere [[Gianmario Roveraro]] suggerì a Tanzi di entrare a [[Piazza Affari]] mediante l'acquisizione di una società già quotata, che venne individuata nella [[Finanziaria Centronord]] di Giuseppe Gennari.
 
Nei primi [[anni 1990]] Tanzi, uscito rafforzato dall'operazione di quotazione, estese significativamente le proprie attività in ambito extra-alimentare, acquisendo la proprietà del [[Parma AC]] (squadra di calcio cittadina, neopromossa in [[serie A]], che di lì a poco conquisterà i più grandi successi della sua storia) e alcuni [[tour operator]], poi fusi nel gruppo [[Parmatour]]. Entro il 2003 ambedue le società gli erano costate circa 500 milioni di euro l'una, andando ad aggravare ulteriormente la situazione debitoria della galassia aziendale. Nel [[1992]] Tanzi si trovò nuovamente bisognoso di liquidità e contattò ancora Roveraro, che gli suggerì di effettuare un aumento di capitale di 430 miliardi di lire, di cui 215 miliardi garantiti da Tanzi stesso. La ricapitalizzazione arrivò e l'imprenditore disse al potente finanziere di averli attinti dal patrimonio della moglie, salvo poi chiedere sia a lui che all'avvocato [[Sergio Erede]] e a [[Renato Picco]] (rappresentante di [[Eridania]]-[[Ferruzzi]]) di dimettersi dal [[consiglio d'amministrazione]] di Parmalat, in cui rimasero solo esponenti della famiglia Tanzi e dipendenti. Come appurarono le indagini dei primi [[anni 2000]], da quel momento il gruppo iniziò a falsificare i bilanci.
 
Nel [[1993]], desideroso di espandersi ulteriormente a livello internazionale, Tanzi si rivolse a [[Chase Manhattan Corporation]] (antesignana di [[JPMorgan Chase]]), che introdusse Parmalat nel mercato dei [[Obbligazione (finanza)|bond]]. I risultati ottenuti dal gruppo di Collecchio furono lusinghieri (la domanda di obbligazioni Parmalat superava ampiamente l'offerta) e consentirono al patròn, tra il [[1994]] e il [[1996]] di avviare una nuova campagna di acquisizioni estere. Il gruppo, ormai divenuto centro di enormi interessi finanziari coinvolgenti i maggiori istituti di credito americani ed europei, era tuttavia sempre più in rosso: nel [[1996]] l'indebitamento lordo superava 1 miliardo e 200 mila euro, e l'aumento di capitale di 370 miliardi di lire effettuato di lì a poco venne onorato da Calisto Tanzi grazie ai fondi ottenuti tramite un prestito dell'[[UBS]]. In aggiunta, la penetrazione della Parmalat sui mercati americani si stava rivelando faticosa e finanche in [[Italia]] la quota di mercato detenuta dal colosso parmigiano (ormai da tempo dominante, sfiorando talora il [[monopolio]]) si andava riducendo. La joint venture con [[Citigroup]], sul finire degli [[anni 1990]], diede bensì il via ad un rilancio delle campagne di acquisizione e di emissione di bond. Le voci sulle difficoltà dell'azienda si facevano tuttavia sempre più insistenti, ma rimasero inizialmente sopite: Parmalat era infatti divenuta uno strumento nelle mani delle banche, che si servivano di essa per riscuotere i crediti presso imprenditori insolventi. La procedura seguita in tali casi prevedeva che Tanzi rilevasse l'azienda "morosa" con soldi ricavati mediante l'emissione di un bond: in tal modo l'imprenditore insolvente poteva saldare il suo debito girando i soldi pagati da Tanzi alla banca di turno, che a sua volta lucrava sulle commissioni legate a tale operazione. In tal modo il debito della società insolvente passava attraverso Parmalat e, a seguito dell'emissione dei bond, al pubblico. Siffatta operazione venne condotta nel [[2002]] sulla Ciappazzi, azienda produttrice di acque minerali, che Tanzi rilevò per 35 miliardi di lire su sollecitazione della [[Banca di Roma]] di [[Cesare Geronzi]] (successivamente incriminato per [[usura]] in relazione a questo caso), creditrice nei confronti del proprietario [[Giuseppe Ciarrapico]].
 
=== Il crac ===
{{vedi anche|Crac Parmalat}}
Dopo che per quasi tutto il 2003 si erano fatte sempre più insistenti le voci sul pesantissimo passivo dei conti Parmalat (spingendo la [[Consob]] ad avviare degli accertamenti), il 17 dicembre di quell'anno, a seguito del mancato pagamento di un bond da 150 milioni di euro, Tanzi presentò come garanzia un estratto conto della [[Bank of America]] pari a 3,95 miliardi di euro, intestati alla controllata Bonlat (con sede alle [[isole Cayman]]). Il giorno stesso l'istituto statunitense smentì l'esistenza del conto Bonlat: il patron e il suo direttore generale [[Fausto Tonna]] avevano infatti confezionato essi stessi l'estratto conto, che era quindi completamente falso. Già due giorni prima tuttavia l'intero [[consiglio d'amministrazione]] Parmalat si era dimesso e al vertice del gruppo era stato nominato [[Enrico Bondi]] (contattato da Tanzi nei primi giorni del mese come consulente per ristrutturare il gruppo e onorare il bond scaduto).<ref>[http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=BONDI+Enrico Enrico Bondi] - ''cinquantamila.corriere.it</ref>
 
== Procedimenti giudiziari ==
Con la scoperta del [[crac Parmalat]], il 22 dicembre Tanzi venne iscritto nel registro degli indagati ed arrestato cinque giorni dopo. Tornato libero il 27 settembre [[2004]], dopo 275 giorni trascorsi tra la prigione e gli arresti domiciliari, venne poi rinviato a giudizio con vari capi d'accusa.
 
=== Procedimento per aggiotaggio per il [[crac Parmalat]] ===
Il 18 dicembre [[2008]] venne condannato dal Tribunale di [[Milano]] a 10 anni di reclusione per [[aggiotaggio]], in relazione alle vicende del crac Parmalat<ref>[http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/economia/tanzi-condanna/tanzi-condanna/tanzi-condanna.html Parmalat, dieci anni a Tanzi assolti tutti gli altri imputati - Repubblica.it]</ref>; successivamente, il 26 maggio [[2010]], la [[Corte d'Appello]] di Milano confermò la condanna comminata in primo grado.
 
Il 4 maggio [[2011]] la [[Corte di Cassazione]] confermò in via definitiva la condanna, riducendo tuttavia la pena inflitta a 8 anni ed un mese di reclusione per intervenuta prescrizione del reato, limitatamente agli episodi contestati fino al 18 giugno 2003<ref>[http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/05/04/news/tanzi_condanna_ridotta_da_10_a_8_anni_di_reclusione-15779145/ Tanzi, condanna ridotta da 10 a 8 anni di reclusione]</ref>. All'indomani del passaggio in giudicato della condanna, la [[Guardia di Finanza]] arrestò Tanzi, conducendolo nel carcere di [[Parma]]; in considerazione dell'età di Tanzi e di quanto previsto dalla [[legge ex-Cirielli]], si riteneva che all'ex-cavaliere sarebbero stati concessi gli arresti domiciliari, ma in un primo momento i giudici furono di diverso avviso, ragion per cui Tanzi iniziò a scontare in carcere la condanna inflittagli. Tuttavia dopo circa due anni, anche a seguito dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute, a Tanzi sono stati concessi gli arresti domiciliari in ospedale<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/07/domiciliari-in-ospedale-per-calisto-tanzi/523661/ Caso Tanzi, il tribunale concede i domiciliari in ospedale]</ref>.
 
=== Procedimento per bancarotta fraudolenta ===
Il processo "principale", per bancarotta fraudolenta, celebrato presso il tribunale di Parma, si concluse il 9 dicembre 2010 con la condanna a 18 anni di reclusione<ref name="repubblica9dic2010">{{Cita news|lingua=|autore=|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/09/news/tanzi_condanna-10009672/?rss|titolo=18 anni di carcere per Calisto Tanzi - L'imprenditore condannato per il crac|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=09|mese=12|anno=2010|pagina=|accesso=09-12-2010|cid=}}</ref>.
 
Il 23 aprile 2012 la Corte d'Appello di Bologna condannò Tanzi alla pena di 17 anni e 10 mesi di reclusione<ref>[http://www.corriere.it/cronache/12_aprile_23/tanzi-condanna-appello_ba52f356-8d24-11e1-a0b5-72b55d759241.shtml Tanzi condannato a 17 anni e 10 mesi]</ref>.
 
Il 7 marzo [[2014]] la Corte di Cassazione confermò sostanzialmente la sentenza d'appello, salvo lievi riduzioni di pena collegate allo scattare della prescrizione per il reato di associazione a delinquere: in particolare, per Tanzi la condanna definitiva fu dunque di 17 anni e 5 mesi di reclusione, da sommare alle ulteriori condanne subite da Tanzi per le altre vicende relative al crac Parmalat<ref>[http://parma.repubblica.it/cronaca/2014/03/07/news/crac_parmalat_la_cassazione_conferma_tutte_le_condanne-80457876/?ref=HREC1-17 Crac Parmalat, la Cassazione conferma le condanne]</ref>. Nello stesso giorno, Tanzi perse il fratello e fidato braccio destro Giovanni, deceduto a causa di problemi cardiaci, a sua volta sottoposto ad arresto domiciliare dal 17 febbraio 2004.<ref>[http://parma.repubblica.it/cronaca/2014/03/08/news/morto_giovanni_tanzi_a_poche_ore_dalla_sentenza-80532686/?ref=HREC1-20 Morto Giovanni Tanzi a poche ore dalla sentenza - Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
=== Procedimento per il crac di Parmatour ===
Il 20 dicembre 2011 il tribunale di Parma ha condannato Calisto Tanzi alla pena di 9 anni e 2 mesi di reclusione per il filone del processo relativo al crac di Parmatour, holding di [[tour operator]] del gruppo di Collecchio<ref>[http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/12/20/news/parmatour_la_sentenza_nove_anni_e_2_mesi_a_tanzi-26941331/?ref=HREC1-12 Parmatour, la sentenza - Nove anni e 2 mesi a Tanzi]</ref>.
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=OrdineLavoro.png
|nome_onorificenza=Cavaliere del lavoro (revocato)
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito del lavoro
|motivazione=
|luogo=[[1984]]<br />Onorificenza revocata con [[Decreto del presidente della Repubblica|D.P.R.]] 17 settembre 2010 per indegnità<ref>G.U. 23 settembre 2010, n. 223.</ref><ref>[http://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/20/news/napolitano_tanzi-7254716/ Quirinale: "Tanzi è indegno...": Revocato titolo di cavaliere.]</ref>
}}
[[File:Firma e data.png|thumb|Apponi la firma nei tuoi interventi]]
{{Onorificenze
*[[Portale:Progetti|Visualizza l'elenco]] dei '''[[Wikipedia:Progetto|progetti collaborativi]]''' riguardanti specifiche aree tematiche dell'enciclopedia: puoi partecipare liberamente a quelli di tuo interesse o chiedere suggerimenti.
|immagine=Cordone di gran Croce OMRI BAR.svg
*Identificati nelle [[Aiuto:Pagina di discussione|pagine di discussione]]: '''[[Aiuto:Firma|firma]] i tuoi interventi''' con il tasto che vedi nell'immagine.
|nome_onorificenza=Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana (revocato)
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|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica italiana
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|motivazione=Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri
{{-}}
|luogo=27 dicembre [[1999]]<ref>[http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=12527&iddecorato=12107 Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana Dott. Calisto Tanzi.]</ref><br />Onorificenza revocata con [[Decreto del presidente della Repubblica|D.P.R.]] 18 giugno 2010<ref>G.U. 30 luglio 2010, n. 176.</ref><ref>[http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2010/4-agosto-2010/tanzi-non-piu-cavaliere-gran-croce-onoreficenza-revocata-napolitano-1703521213976.shtml Tanzi non è più Cavaliere di Gran Croce: Alla base della decisione i 5 patteggiamenti e una condanna in secondo grado dell'ex patron Parmalat.]</ref>
{{Cassetto fine}}
{{Cassetto inizio
|titolo = Serve aiuto?
}}
Se hai bisogno di aiuto, chiedi allo [[Aiuto:Sportello informazioni|sportello informazioni]] (e non dimenticare che la risposta ti verrà data in quella stessa pagina). Se avessi bisogno di un aiuto ''continuativo'', puoi [[Progetto:Coordinamento/Accoglienza/Nuovi_arrivati|richiedere di farti affidare un "tutor"]].
{{Onorificenze
<inputbox>
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|nome_onorificenza=Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte
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page=Aiuto:Sportello_informazioni
 
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== Note ==
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<references/>
buttonlabel=Domanda allo Sportello informazioni
 
</inputbox>
== Voci correlate ==
{{Cassetto fine}}
* [[Parmalat]]
</div>
* [[Crac Parmalat]]
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