Gian Giacomo Caprotti e Ken'ichi Uemura: differenze tra le pagine

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{{S|calciatori giapponesi}}
{{Sportivo
|Nome = Ken'ichi Uemura
|NomeCompleto = 上村 健一
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|Sesso = M
|CodiceNazione = {{JPN}}
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{{MedaglieArgento|[[FIFA Confederations Cup 2001|Corea del Sud-Giappone 2001]]}}
|Aggiornato =
}}
{{Bio
|Nome = Gian GiacomoKen'ichi
|Cognome = CaprottiUemura
|PreData={{Nihongo2|上村 健一|Uemura Ken'ichi}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Yatsushiro
|PostCognomeVirgola = detto "'''il Salaino'''", ma anche '''Salai''', '''Salaij''' ovvero "diavolo" nel gergo del tempo
|GiornoMeseNascita = 22 aprile
|LuogoNascita = Oreno
|AnnoNascita = 1974
|LuogoNascitaAlt = di [[Vimercate]]
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1480
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1524
|Attività = pittoreex calciatore
|Nazionalità = giapponese
|Epoca = 1500
|PostNazionalità = , di ruolo [[difensore]], attuale allenatore del {{Calcio Kamatamare Sanuki|N}}
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , allievo prediletto di [[Leonardo da Vinci]]. Era il terzogenito di Pietro "de Oreno" e Caterina Scotti. Aveva due sorelle, Angelina e Lorenziola
|Immagine = Leonardo Salai.JPG
|Didascalia = Leonardo Da Vinci, ''Testa di giovane di profilo'', Windsor Royal Colection. Si ritiene sia un ritratto del Salai.
}}
 
==Collegamenti esterni==
== Biografia ==
* {{Collegamenti esterni}}
=== Gli anni giovanili ===
 
Gian Giacomo Caprotti entrò nella bottega di [[Leonardo]], sistemata in Corte Vecchia, a [[Milano]], di fronte al [[Duomo di Milano|Duomo]] e accanto all'[[Arengo]], il [[22 luglio]] del [[1490]]. Fu lo stesso Maestro ad annotarlo su quello che allora era il primo foglio del [[Manoscritto]] C, oggi conservato a [[Parigi]] presso l'[[Institut de France]]: "Iacomo venne a stare con meco il dì della madonna del 1490, d'età d'anni 10".
 
Fino al gennaio del [[1491]], la pagina iniziale di quel [[Codice]], ricco di appunti dedicati alla [[pittura]] e allo studio delle acque, continuò ad accogliere note di vita quotidina, e in particolare le malefatte del giovane orenese. “Il secondo dì gli feci tagliare due camicie, un paro di calze e un giubbone, e quando mi posi i dinari a lato per pagare dette cose, lui mi rubò detti dinari della scarsella, e mai fu possibile farglielo confessare, bench'io n'avessi vera certezza – lire 4”. Tempo dopo, sul margine il Maestro aggiunse: “ladro, bugiardo, ostinato, ghiotto”.
 
Il nome Salai comparve per la prima volta nel [[1494]]. L'epiteto, derivato dall'[[arabo]] salah, fu ripreso dal [[Morgante]] (XXI 47 7), un [[poema cavalleresco]] composto per la corte dei [[Medici]] quando [[Leonardo]] era ancora a [[Firenze]]. Nell'opera l'espressione è impiegata per evocare una potenza infernale, e per la sua irrequitezza e la sua spavalderia Gian Giacomo dovette apparire al maestro proprio simile ad un piccolo diavolo.
 
=== Da garzone di bottega a uomo di fiducia di Leonardo ===
 
Il garzone di bottega, giorno dopo giorno, conquistò il bene e la fiducia dell'artista, fino a diventare insostituibile. Ogni spostamento li vide uno accanto all'altro. Seguì [[Leonardo]] in tutti i suoi viaggi, da [[Milano]] a [[Venezia]], poi a [[Firenze]], quindi di nuovo a [[Milano]] e infine a [[Roma]]. Ad accompagnare il maestro nel suo ultimo viaggio a [[Cloux]] furono invece [[Francesco Melzi]] e il fedele domestico Batista de Vilanis. Solamente quando la salute di [[Leonardo]] si aggravò, Salai si precipitò in [[Francia]]. Alla corte francese ricoprì il ruolo di "domestico" (è così che figura nel libro paga del re Francesco I). In realtà Salai rimase poco a [[Clos-Lucé]], il piccolo castello di campagna messo a disposizione dal sovrano. Quasi certamente si spostò a [[Parigi]]. Di sicuro non era a [[Cloux]] il giorno in cui [[Leonardo]] redasse il testamento e non gli fu vicino neppure il [[2 maggio]] [[1519]] quando morì. Nominato comunque fra gli eredi, Salai ritornò a [[Milano]] lo stesso anno, forse portando con sé alcuni dipinti del maestro. In eredità ricevette solamente metà della vigna in Porta Vercellina, che la famiglia Caprotti occupava da almeno vent'anni. Morì nel [[1524]], sembra, per una fucilata accidentale, altri dicono per un'imprudenza nel maneggiare l'arma, altri ancora in una rissa.
[[Immagine:Gian Giacomo Caprotti - Salai.jpg|thumb|left|Presunto ritratto di Gian Giacomo Caprotti, detto Salai, Collezione della Fondazione Alois, Liechtenstein.]]
La figura del Salai è stata trascurata dalla [[storia dell'arte]]. La qual cosa suscita perplessità soprattutto se messa in relazione al fatto che i cronisti e gli autori a lui contemporanei lo menzionarono frequentemente. Da alcuni, anzi, fu l'unico allievo ad essere ricordato e perfino il [[Vasari]], nella prima edizione delle ''[[Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]]'', citò solamente lui fra i discepoli di Leonardo.
 
=== La tragica scomparsa e la questione dell'eredità ===
 
Il [[19 gennaio]] del [[1524]], la vita di Gian Giacomo si spense. Fu una morte violenta, provocata probabilmente, come si è detto, da un colpo di schioppo, a porre fine alla sua irrequieta esistenza. Il «diavolo» Salai, però, non aveva ancora finito di stupire. Dopo la sua scomparsa, la vedova e le sorelle si contesero l'eredità. Per dirimere la questione, il [[21 aprile]] del [[1525]] fu steso un inventario dei beni, la cui descrizione è tornata alla luce solo di recente. Il ritrovamento ha aperto nuove prospettive circa la sorte iniziale dei capolavori di [[Leonardo]]. Fra i beni posseduti dal Salai figuravano quadri denominati la [[Leda]], il [[San Gerolamo (Leonardo)|San Gerolamo]], la [[Sant'Anna]], il [[San Giovanni Battista]], la [[Gioconda]]. Erano gli originali eseguiti da Leonardo o soltanto copie fedeli dello stesso Salai? La vicenda è assai intricata e gli autori che hanno studiato la figura del Caprotti offrono versioni contrastanti fra di loro.
 
== Le opere ==
 
Opere sicure del Salai, firmate, non se ne conoscono, né si hanno notizie di commesse specifiche. Restano solamente i dipinti attribuitigli per tradizione, su alcuni dei quali, peraltro, non sempre gli studiosi concordano.
 
Non dovrebbero esserci dubbi sull'autenticità di una [[Madonna col Bambino]] e [[Sant'Anna]], esemplata su quella di Leonardo. Un tempo, il dipinto era appartenuto a [[Carlo Borromeo]], poi passò nella sacrestia della chiesa di [[San Celso]] a Milano. Ora è proprietà del museo dell'[[University of California]], a [[Los Angeles]]. Una copia dello stesso dipinto è conservata agli [[Uffizi]].
 
È rimasto invece a [[Milano]], esposto nelle sale dell'[[Ambrosiana]], il [[San Giovanni Battista]]. [[Immagine:John the Baptist - Salai.jpg|thumb|left|Salai, San Giovanni Battista, Pinacoteca Ambrosiana, Milano.]]
La versione del Caprotti riproduce assai fedelmente l'originale del maestro, con la differenza che lo sfondo notturno è sostituito da un limpido paesaggio prealpino.
Due altre opere tradizionalmente attribuite al Salai sono la Madonna col Bambino e i [[Santi Pietro e Paolo]] e la Madonna col Bambino e i [[Santi Giovanni e Battista]], entrambi conservati nella [[Pinacoteca di Brera]], sempre a Milano.
[[Immagine:Monna Vanna.jpg|thumb|Salai e Leonardo Da Vinci, ''Monna Vanna'' (''Joconde nue'') Svizzera, Collezione privata, già Collezione Litta a Milano]]
 
Il dipinto del Salai più chiacchierato è la [[Monna Vanna]] o [[Gioconda]] nuda. In questo quadro è certa la collaborazione di Leonardo, che dovrebbe aver eseguito personalmente il motivo della spalliera vegetale contro la quale si pone la statuaria figura senza veli. È un dipinto ambiguo, per alcuni versi difficile. Nell'espressione del volto si ravvisa il celeberrimo sorriso della Gioconda, ma il resto del corpo è privo di femminilità e la figura sembra quasi possedere la doppia natura di uomo e di donna. Seppure criticato per la non perfetta esecuzione di alcuni particolari, il dipinto, appartenuto alla collezione [[Litta]], è stato a lungo attribuito a Leonardo. Ora è conservato in [[Svizzera]]. Recenti esami spettrografici hanno rivelato significativi pentimenti che confermerebbero proprio l'intervento di più mani. Alcuni studiosi hanno ravvisato in quest'opera il prototipo della celebre [[La Fornarina|Fornarina]] di [[Raffaello]]. Un'altra versione simile è conservata all'[[Ermitage]] di [[San Pietroburgo]]..
 
== Il problema dello pseudonimo Salai ==
 
Noto al [[Vasari]], al [[Lomazzo]] e ad altri scrittori del [[XVI secolo|Cinquecento]], Gian Giacomo Caprotti si è dissolto nel nulla per oltre quattro secoli per lasciare spazio ad un inesistente Andrea Salaino. Fu [[Paolo Moriggia]] a dare vita all'equivoco associando gli epiteti Salai e Salaino, rinvenuti fra le carte di Leonardo, alla figura di [[Andrea Salimbeni]] da [[Salerno]], allievo di [[Cesare da Sesto]]. Solo agli inizi del [[XX secolo|Novecento]] fu ricostruita la vera identità del Salai, grazie alle ricerche di [[Gerolamo Calvi]] e [[Luca Beltrami]], successivamente confermate e aggiornate da altri studiosi.
 
[[Immagine:Milano Statua di Leonardo.jpg|thumb|left|Statua di Leonardo, Piazza della Scala, Milano.]] Ancora oggi, però, l'immaginario Andrea Salaino sopravvive nella città di Milano, la quale continua a dedicargli una strada e ad indicarlo fra i quattro allievi formanti corona al maestro nel monumento in [[Piazza della Scala]]. Quell'Andrea Salaino è in realtà Gian Giacomo Caprotti, nato ad Oreno di [[Vimercate]] e trasferitosi a Milano nella bottega di Leonardo a soli dieci anni. “Giov. Giacomo Caprotti, detto Salai: 1480-1524. Con questo nome e queste date, intendo designare per la prima volta, e senza alcuna riserva, l'allievo che trascorse la vita al fianco di Leonardo” scrisse nel 1919 Luca Beltrami, riprendendo e sviluppando una tesi già sostenuta, tre anni prima, da Gerolamo Calvi. Salai era il terzogenito di Pietro da Oreno e Caterina Scotti.
 
== Il modello per la Gioconda?==
Un' ipotesi, certo dirompente, è riportata dallo scrittore Gianni Clerici in "Una notte con la Gioconda" (Rizzoli editore, 2008): la donna raffigurata nel noto capolavoro di Leonardo sarebbe in realtà un uomo, il Gian Giacomo Caprotti, che sarebbe stato non solo allievo prediletto, ma anche amante di Leonardo. A sostegno di questa tesi c'è senz'altro la forte somiglianza della persona ritratta nella [[Gioconda]] con i San Giovanni e l'Angelo Incarnato dipinti dal Leonardo stesso. Inoltre come detto sopra lo stesso Caprotti giocò con il tema della Gioconda dipingendone, o contribuendo a dipingere, una versione dichiaratamente androgina, la cosiddetta Monna Vanna (Joconde nue).
 
 
== Voci correlate ==
*[[Leonardo Da Vinci]]
*[[Leonardeschi]]
*[[Gioconda]]
 
{{Nazionale giapponese Olimpiadi 1996}}
== Bibliografia generale e riferimenti bibliografici ==
{{Nazionale giapponese confederations cup 2001}}
* G. Calvi, ''Il vero nome di un allievo di Leonardo: Gian Giacomo de Caprotti detto “Salaj”,'' in «Rassegna d'Arte», [[1919]]
{{Portale|biografie|calcio}}
* L. Beltrami, ''L'enigma di Andrea Salai risolto'', in «Il marzocco», 1919
* P. Rajna, ''Appendice alla soluzione di un enigma vinciano'', in «Il marzocco», [[1925]]
* E. Möller, ''Salaì und Leonardo da Vinci'', [[1928]]
* W. Suida, ''Leonardo und sein Kreis'', [[1929]]
* M. Goldblatt, ''Leonardo da Vinci... How the painting of Salai vere identified'', [[1961]]
* M. Motta, ''Gian Giacomo Caprotti detto Il Salaino'', [[1979]]
* P.C. Marani, ''Leonardo e i leonardeschi a Brera'', [[1987]]
* A. Chastel - P. Galluzzi - C. Pedretti, ''Leonardo'', 1987
* J. Shell - G. Sironi, ''Salai and Leonardo's legacy'', in «The Burlington Magazine», [[1991]]
* M. Tournier, ''Il vento Paracleto'', [[1992]]
* M. Tournier, ''L'altra metà di Leonardo'', in «Il Messaggero», 1992
* J. Shell - G. Sironi, ''Salai and the inventory of his estate'', in «Raccolta Vinciana», 1992
* C. Vecce, ''Leonardo'', Roma, [[1998]]
* AA.VV., ''I leonardeschi'', 1998
* AA.VV, ''Il Cinquecento lombardo'', [[2000]]
* M. Mauri, ''Trittico vimercatese. Gian Giacomo Caprotti detto Salai. Gaspare da Vimercate. Gian Giacomo Gallarati Scotti''. Bellavite, [[2002]]
* G. Clerici ''Una notte con la Gioconda'' Rizzoli editore, [[2008]]
{{Portale|Arte|biografie}}
 
[[Categoria:Calciatori della Nazionale giapponese]]
[[ca:Salai]]
[[de:Salaj (Maler)]]
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