Sardegna e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 marzo 29: differenze tra le pagine

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|nomeRegione = Regione Autonoma della Sardegna<br/><small>''[[Regione autonoma a statuto speciale]]''</small>
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|zona = [[Italia insulare]]
|capoluogo = [[Cagliari]]
|superficie = 24.090
|abitanti = 1.667.172
|anno = marzo 2008
|densita = 69,2
|province = [[Provincia di Cagliari|Cagliari]], [[Provincia di Carbonia-Iglesias|Carbonia-Iglesias]], [[Provincia del Medio Campidano|Medio Campidano]], [[Provincia di Nuoro|Nuoro]], [[Provincia dell'Ogliastra|Ogliastra]], [[Provincia di Olbia-Tempio|Olbia-Tempio]], [[Provincia di Oristano|Oristano]], [[Provincia di Sassari|Sassari]]
|categoriaComuni = Comuni della Sardegna
|numeroComuni = 377
|presidente = [[Renato Soru]]
|presidentePartito = [[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|presidenteData = 2004
|giunta = [[L'Unione]]
|consiglio =
|elezioniUltime = [[Elezioni regionali in Sardegna del 2004|12 e 13 giugno 2004]]
|elezioniProssime = 2009
|linkMappa = SAR-Mappa.png
|sito = http://www.regione.sardegna.it/
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Regione -->
{{quote|La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso|[[Fabrizio De André]], 1996}}
La '''Sardegna''' (in [[Lingua sarda|sardo]] ''Sardigna'', ''Saldigna'' o ''Sardinna''; in [[lingua catalana|catalano]]: ''Sardenya'') è un'[[isola]] e una [[regione autonoma a statuto speciale]] facente parte della [[Repubblica Italiana]].
 
== Generalità ==
[[Immagine:Sardinia satellite.jpg|thumb|left|250px|La Sardegna vista dal satellite]]
Lo Statuto Speciale, sancito nella [[Costituzione]] della Repubblica italiana del [[1948]], garantisce alle Istituzioni sarde una larga autonomia amministrativa e culturale. L'Isola è depositaria di una millenaria cultura, con singolari peculiarità etniche e linguistiche.
 
Situata al centro del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] occidentale, l'accentuata insularità è stata il fattore predominante che ha contribuito a conservare le antiche tradizioni anche se fin dall'antichità, esistevano continui rapporti commerciali con il continente, principalmente verso la [[Toscana]] ed il [[Lazio]].
 
In epoca moderna, molti viaggiatori e scrittori hanno esaltato nelle loro opere la bellezza dell'Isola, immersa in un ambiente in gran parte incontaminato, che ospita un paesaggio botanico e faunistico con specie uniche e nel quale si trovano poi le vestigia della misteriosa [[Civiltà nuragica]].
 
Lo scrittore inglese [[David Herbert Lawrence]], nel suo pellegrinare all'interno delle [[Barbagia|Barbagie]], scriveva meravigliato nel suo diario di viaggio:
 
{{quote|Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo. La Sardegna è un'altra cosa: incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la libertà stessa|[[David Herbert Lawrence]], da ''Mare e Sardegna'', 1921}}
 
Il nome ''Sardegna'' deriva da quello dei suoi antichi abitatori: i ''Shardana'' . Ben conosciuta nell'antichità sia dai [[Fenici]] che dai [[Greci]], fu da questi ultimi chiamata ''Hyknusa'' o ''Ichnussa'' (''Ιχνουσσα'')<!--attenzione: l'associazione con "impronta" è una paretimologia; non citarla o citarla spiegando che si tratta di etimologia popolare-->, mentre i [[Latini]] la chiamarono invece ''Sardinia''.
 
{{TOCright}}
 
== Geologia ==
La storia [[Geologia|geologica]] della Sardegna, insieme a quella della [[Corsica]] - sua isola ''gemella'' - iniziò circa 100 milioni di anni fa, attraverso gli spostamenti e gli scontri tra la grande placca africana, quella eurasiatica e quella nord-atlantica. Tra 35 e 13 milioni di anni fa, questi fenomeni crearono una profonda frattura che correva lungo tutta la costa che attualmente va dalla [[Catalogna]] alla [[Liguria]]. I relativi lati rocciosi originati da questa frattura sono ancora visibili tra i [[Granito|graniti]] cristallini che affiorano oggi in [[Provenza]], nel massiccio dell' ''Esterel'' - tra [[Cannes]] e [[Fréjus]] - e poi, oltre il [[Mar di Sardegna|Mare di Sardegna]], sulla costa sud-occidentale còrsa e su quella nord e nord-occidentale sarda.
Lungo questa spaccatura, circa 30 milioni di anni fa, si originò il distacco di una micro-placca che comprendeva a Nord-Est le attuali Sardegna e Corsica, e più a Sud-Ovest il complesso delle isole [[Baleari]]. Conseguentemente, la rotazione della placca sardo-corsa in senso antiorario, nel suo progredire, determinò il sollevamento dal [[mare]] della catena degli [[Appennini]] e delle [[Alpi Apuane]]. Furono queste le cause che portarono la Sardegna e la Corsica a ''migrare'' dalla parte continentale.
 
Esse raggiunsero la loro posizione attuale circa 6-7 milioni di anni fa e al fenomeno della ''migrazione'' si aggiunse più tardi la tensione di apertura del [[Mar Tirreno]], che creò conseguentemente la conformazione orientale tra le due isole e la [[Penisola italiana]].
 
== Geografia ==
[[Immagine:Sardinia topo.png|thumb|left|250px]]
Quanto ad estensione la Sardegna costituisce la seconda isola italiana e dell'intero [[Mare Mediterraneo|Mediterraneo]] (23.821 km²), nonché la terza regione italiana avendo una [[superficie]] complessiva di 24.090 km². La lunghezza tra i suoi punti più estremi è di 270 km, mentre 145 sono i Km di larghezza.
 
Gli abitanti sono circa 1,65 milioni, per una densità demografica di 69 abitanti per km².
 
Dista circa 187 km dalle coste della Penisola - dalla quale è separata dal [[Mar Tirreno]] - mentre il [[Canale di Sardegna]] la divide dalle [[Tunisia|coste tunisine]] che si trovano 184 km circa più a Sud.
 
A Nord, per 11 km, le [[bocche di Bonifacio]] la separano dalla [[Corsica]] e il [[Mar di Sardegna]], ad Ovest, dalla [[Spagna|Penisola iberica]] e dalle [[isole Baleari]].
 
Si situa tra il 41° ed il 39° [[parallelo]]; il 40° la divide praticamente quasi a metà.
 
Più dell'80% del territorio è montuoso o collinare; per il 67,9% è formato da colline e da altopiani rocciosi, alcuni dei quali, molto caratteristici, sono chiamati [[Giara (Sardegna)|giare]] o ''gollei'' - se [[Granito|granitici]] o [[Basalto|basaltici]] - [[tacchi]] o ''tonneri'' - se in [[arenaria]] o [[calcare]]i.
 
Le montagne sono il 13,6% e sono formate da rocce antichissime, livellate da un lento e continuo processo di erosione. Culminano nella parte centrale dell'''Isola'' con [[Punta La Marmora]], a 1.834 m [[Metri sul livello del mare|s.l.m]], nel [[Gennargentu|Massiccio del Gennargentu]].
Da Nord, si distinguono i [[Limbara|Monti di Limbara]] (1.362 m), i [[Alà dei Sardi|Monti di Alà]] (1.090 m), il [[Monte Rasu]] (1.259 m), il [[Monte Albo]] (1.127 m) e il [[Supramonte]] con il ''Monte Corràsi'' di [[Oliena]] (1.463 m). A Sud il [[Monte Linas]] (1.236 m) e i [[Marganai|Monti dell'Iglesiente]] che digradano verso il mare con minori altitudini.
Le zone pianeggianti sono il 18,5% del territorio; la pianura più estesa è il [[Campidano]], che separa i rilievi centro settentrionali dai monti dell'Iglesiente, mentre la piana della [[Nurra]] si trova nella parte nord-occidentale verso la città di Sassari.
 
I fiumi hanno carattere torrentizio e i più importanti sono sbarrati da imponenti dighe che formano ampi laghi artificiali, utilizzati principalmente per irrigare i campi; tra questi il bacino del [[lago Omodeo]], il più vasto d'[[Italia]]. Seguono poi il bacino del Flumendosa, del Coghinas, del [[Rio Posada|Posada]]. I fiumi più importanti sono il [[Tirso]], il [[Flumendosa]], il [[Coghinas]], il [[Cedrino]], il [[Temo]]. L'unico lago naturale è il [[lago di Baratz]], a nord di [[Alghero]].
Le coste si articolano nei [[Golfo dell'Asinara|golfi dell'Asinara]] a settentrione, di [[Golfo di Orosei|Orosei]] a oriente, di [[Golfo di Cagliari|Cagliari]] a meridione e di [[Golfo di Oristano|Oristano]] a occidente. Per complessivi 1.850 km, sono alte, rocciose e con piccole insenature che a nord-est diventano profonde e s'incuneano nelle valli ([[rias]]).
 
Litorali bassi, sabbiosi e talvolta paludosi si trovano nelle zone meridionali e occidentali: sono gli stagni costieri, zone umide molto importanti dal punto di vista ecologico.
 
L'isola è circondata da molte isole ed isolette, tra le quali l'[[Asinara|isola dell'Asinara]], l'[[isola di San Pietro|isola di San Pietro]], l'[[isola di Sant'Antioco]], l'isola di [[Tavolara]], l'[[arcipelago della Maddalena]] con [[Caprera]].
 
===Città===
Le città più importanti sono [[Cagliari]], capoluogo regionale, e [[Sassari]], secondo polo di rilevanza regionale.
 
''Cagliari'' (158.000 abitanti) è al centro di un'area urbana di 500.000 abitanti, i cui principali centri sono [[Quartu Sant'Elena]] (71.000 ab.), [[Selargius]] (29.000 ab.), [[Assemini]] (26.500 ab.), [[Capoterra]] (23.500), [[Monserrato]] (21.000 ab.), [[Sestu]] (19.000 ab.) e [[Quartucciu]] (12.000 ab.).
 
''Sassari'', unica altra città a superare i 100.000 abitanti (130.000 ab.), possiede un'area urbana espansa soprattutto verso il Golfo dell'Asinara di circa 275.000 abitanti, i cui principali centri sono [[Porto Torres]] (22.000 ab.) e [[Sorso]] (15.000 ab.).
 
Le rimanenti città che svolgono funzione di ''polarità locale'' hanno tutte una popolazione compresa tra i 10.000 e circa 50.000 abitanti: [[Olbia]] (52.500 ab), [[Alghero]] (41.000 ab.), [[Nuoro]] (36.500 ab.), [[Oristano]] (32.500 ab.), [[Carbonia]] (30.000 ab.), [[Iglesias]] (27.500 ab.), [[Villacidro]] (14.500 ab.), [[Tempio Pausania]] (14.000 ab.), [[Arzachena]] (12.500 ab.), [[Guspini]] (12.500 ab.), [[Sant'Antioco (CI)|Sant'Antioco]] (12.000 ab.), [[La Maddalena]] (12.000 ab.), [[Siniscola]] (11.393 ab.), [[Ozieri]] (11.000 ab.), [[Macomer]] (11.000 ab), [[Terralba]] (10.000 ab.) e [[Tortolì]] (10.500 ab.). Tra i ''centri minori'' con meno di 10.000 abitanti sono inclusi due capoluoghi di provincia: [[Sanluri]] (8.500 ab.) e [[Lanusei]] (5.500 ab.).
 
===Clima===
[[Immagine:Gusana.jpg|250px|thumb|left|Inverno sul massiccio del Gennargentu]]
Il [[clima mediterraneo]] è tipico di gran parte della Sardegna, tranne alcune zone interne contraddistinte da un clima più rigido. Lungo le zone costiere, dove risiede la gran parte della popolazione, si hanno inverni miti, grazie alla presenza del mare, con nevicate rare, all'incirca ogni 5-10 anni e temperatura quasi mai sotto lo zero, ed estati calde e secche; la bassa umidità e la relativa mancanza d'afa, come la notevole ventosità, permette di sopportare facilmente le elevate temperature estive, capaci di raggiungere normalmente i 35°C.
 
Nelle zone interne il clima è più rigido. Sui monti del Gennargentu nei mesi invernali nevica e le temperature scendono sotto lo zero. D'estate il clima è fresco, soprattutto durante le ore notturne e raramente caldo per molti giorni consecutivi.
 
Le [[precipitazioni]] risultano essere particolarmente scarse lungo le coste e nella zona meridionale, con medie inferiori ai 500 mm annui; in particolare, la località di [[Capo Carbonara]] fa registrare il valore minimo assoluto sia della regione che dell'intero territorio nazionale [[italia]]no, con una media di soli 266 mm annui. Nelle aree interne della maggior parte dell'isola la piovosità media è di 500-800 mm e in prossimità dei principali rilievi montuosi, si registrano i valori pluviometrici maggiori dell'intera regione, che possono anche superare i 1000 mm annui, per sopperire al problema della siccità dalla fine dell' Ottocento ad oggi sull' intero territorio isolano sono stati realizzati circa 50 bacini idrografici, molti dei quali dotati di centrali idroelettriche.
 
È inoltre una regione molto ventosa ed l vento dominante è il [[Maestrale]], ma si riscontra anche una certa frequenza dello [[Scirocco]]. Il primo mitiga le temperature estive, ma per la sua velocità si rivela spesso dannoso per i danni causati all'[[agricoltura]] e per la propagazione degli [[incendio|incendi]], il secondo si rivela dannoso in particolare in tarda primavera in quanto intensifica l'[[evapotraspirazione]] causando stress idrici alle colture non irrigue. Il regime dei venti ha favorito l'installazione di numerosi [[energia eolica|impianti eolici]] sui crinali di alcuni rilievi e in alcune aree industriali.
 
===Stazioni meteorologiche===
{{MultiCol}}
*[[Stazione meteorologica di Alghero Fertilia|Alghero Fertilia]]
[[Immagine:800px-Alghero capocaccia.jpg|250px|right|thumb|Alghero - Capo Caccia]]
*[[Stazione meteorologica di Cagliari Elmas|Cagliari Elmas]]
*[[Stazione meteorologica di Capo Bellavista|Capo Bellavista]]
*[[Stazione meteorologica di Capo Caccia|Capo Caccia]]
*[[Stazione meteorologica di Capo Carbonara|Capo Carbonara]]
*[[Stazione meteorologica di Capo Frasca|Capo Frasca]]
*[[Stazione meteorologica di Capo San Lorenzo|Capo San Lorenzo]]
*[[Stazione meteorologica di Decimomannu|Decimomannu]]
*[[Stazione meteorologica di Fonni|Fonni]]
*[[Stazione meteorologica di Guardiavecchia|Guardiavecchia]]
*[[Stazione meteorologica di Olbia|Olbia]]
*[[Stazione meteorologica di Perdasdefogu|Perdasdefogu]]
{{EndMultiCol}}
 
== Storia ==
[[Immagine:Wiki corbos 0801.jpg|250px|thumb|right|[[Silanus]], Nuraghe Corbos]]
{{Vedi anche|Storia della Sardegna}}
=== Preistoria ===
Situata strategicamente al centro del mar Mediterraneo occidentale, la Sardegna fu sin dagli albori della [[civiltà]] umana un [[porto|attracco]] obbligato per quanti navigavano da una sponda all'altra del [[Mar Mediterraneo]] in cerca di materie prime e di nuovi sbocchi commerciali.
 
Il suo territorio, ricco di boschi, di acque e di importanti minerali, fu luogo di insediamenti importanti, e gli approdi naturali lungo le sue coste si rivelarono essenziali per le navi che transitavano su [[rotta|rotte]] dirette verso altri porti.
 
Fu così che nella sua storia millenaria ha saputo trarre vantaggio sia dal proprio isolamento, che ha consentito lo svilupparsi della [[civiltà nuragica]], sia dalla propria posizione strategica, ostacolo invalicabile nella rete degli antichi percorsi.
 
Il risultato è che nel suo antico bagaglio storico si trovano segni di solide [[cultura|culture indigene]] sviluppatesi nel corso dei secoli, così come gli influssi delle maggiori potenze coloniali antiche. Sono ricche le testimonianze di queste presenze disseminate dappertutto lungo l'intera isola.
 
Secondo l'archeologo [[Giovanni Lilliu]], la storia della Sardegna è caratterizzata da ciò che egli definisce 'la costante resistenziale sarda' <ref>[http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401174110.pdf Importanti approfondimenti sulla ''Costante resistenziale sarda'' - versione Pdf-] </ref>, e cioè la lotta millenaria condotta dai sardi contro i colonizzatori.
 
==='''I Sardi'''===
[[Immagine:Bronzetto sardo 10.JPG|thumb|150px|[[Bronzetto sardo]] Cagliari - Museo Archeologico Nazionale]]
{{Vedi anche|Genetica dei Sardi|Antropologia dei Sardi}}
L'interpretazione linguistica sostiene che i Sardi, originatisi a partire da una popolazione mediterranea, ma pre-indoeuropea per la lingua (secondo il [[Glottologia|glottologo]] [[Max Leopold Wagner|L. Wagner]]), hanno avuto influenze [[Eurasia|euroasiatiche]]. Secondo molti studiosi però, non esiste necessariamente una correlazione tra lingua e genetica, infatti i Sardi, pur essendo di origine pre-indoeuropea parlano da almeno due millenni lingue indoeuropee: dapprima il latino, poi il sardo, lo spagnolo ed infine l'italiano.
 
Oggi è possibile ricostruire la storia naturale della popolazione attingendo alla informazione contenuta nel [[DNA]] degli abitanti attuali. L'interpretazione della variabilità genetica li fa derivare da un gruppo di genti arrivate in Sardegna attraverso varie migrazioni nel [[paleolitico superiore]] (14.000 anni fa).
 
L'antichità della fondazione, l'isolamento millenario e le difficili condizioni ambientali - ad esempio, la [[malaria]] - hanno generato nel tempo particolari caratteristiche [[Antropologia|antropologiche]] e [[genetica|genetiche]].
 
Per queste ragioni i Sardi, benché siano compresi all'interno della [[variabilità genetica]] europea, si differenziano non solo dagli altri Europei, ma anche dai vari gruppi mediterranei, dimostrando di essere la popolazione più ''conservativa'' delle radici [[paleolitico|paleolitiche]] in Europa, anche in considerazione delle influenze succedutesi nel corso dei secoli, che poco o niente hanno contribuito alla costituzione genetica delle comunità sarde più isolate, delle zone interne dell' isola.
 
Il differenziamento genetico si esplica anche nella frequenza inusitatamente elevata di certe [[Patologia|patologie]] come la [[talassemia]], la malattia di Wilson, il [[diabete]], la [[sclerosi multipla]] e alcune altre malattie autoimmuni, dovute ad un singolare effetto fondatore in combinazione con la selezione in un contesto di isolamento ambientale.
 
Anche il fenomeno della longevità in Sardegna è correlato a ''pattern'' caratteristici e distintivi, nel cui ambito l'Isola vanta alcuni primati.<ref>{{en}} [http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/1744097.stm World's 'oldest man' dies], [[British Broadcasting Corporation|BBC News]], 5 gennaio 2002.</ref><ref>[http://www.comuneorroli.it/sito/centenari.htm centenari di Orroli]</ref> Attualmente è presente una intensa attività di ricerca tesa alla comprensione della componente genetica e ambientale implicata nel fenomeno.
 
===Le lingue dei Sardi===
[[Immagine:Lingue di Sardegna mod.gif|right|thumb|250px|Lingue e dialetti della Sardegna]]
{{Vedi anche|lingua sarda|lingua sassarese|lingua gallurese|dialetto algherese|dialetto tabarchino|Italiano regionale della Sardegna}}
 
Per la maggior parte dei linguisti il [[lingua sarda|sardo]] è una lingua neolatina autonoma appartenente al gruppo delle lingue indoeuropee, considerata la più conservativa tra le lingue derivanti dal [[lingua latina|latino]]. In effetti - secondo questa corrente di pensiero - ai tempi di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], un cittadino romano, prima di partire per un breve viaggio, avrebbe molto probabilmente chiesto alla moglie di preparargli una bisaccia dicendo «''pone mihi tres panes in bertula''»: esattamente la stessa frase è attualmente ancora utilizzata in sardo per chiedere la stessa cosa.
 
Parlata ovunque nell' isola, sono unanimemente riconosciute dai glottologi due macro-varianti (gruppi) non ancora unificate:
 
* A nord il [[logudorese]] (costituisce il tipo tradizionalmente considerato più conservativo e caratteristico) comprendente le parlate del [[Logudoro]] e del Nuorese. Il dialetto nuorese, nonostante sia di tipo logudorese, in virtù dell'isolamento, si caratterizza per maggiore conservazione e fedeltà a forme latine arcaiche rispetto al logudorese comune e per questo motivo viene talvolta trattato come una variante autonoma.
 
* A sud il [[campidanese]], si presenta nel complesso come la varietà più innovativa, esprimendo a tratti una maggiore e differente evoluzione rispetto alle varietà centro-settentrionali, riconducibile a un insieme di fattori quali una latinizzazione antecedente, maggiore esposizione a ondate successive di latinizzazione, un generale maggior grado di contatto e accumulazione culturale, nonché dinamiche intrinseche che hanno dato luogo a sviluppi autonomi, talora peculiari. Presenta vocaboli di matrice fenicio-punica ed è parlato nell'intero meridione dell'isola. Esso costituisce la variante più diffusa.
 
Ad [[Alghero]] è parlato un dialetto della lingua [[Lingua catalana|catalana]] ([[dialetto algherese|algherese]]). Nelle isole del Sulcis, a [[Calasetta]] e [[Carloforte]], è parlato un dialetto di tipo [[lingua ligure|ligure]] arcaico ([[tabarchino]]) portatovi dai coloni di origine genovese esiliati dall'isola di [[Tabarka]] ([[Tunisia]]) nel [[XVIII secolo]].
 
Ad [[Arborea]] (già Mussolinia di Sardegna) e a [[Fertilia]] si parla un dialetto veneto, chiaro retaggio derivante dai coloni veneti arrivati sull'Isola durante l'opera di bonifica delle paludi nel ventennio fascista. A [[Isili]] è inoltre in via di estinzione il gergo di origine zingara dei ramai ambulanti locali parlato solo da un ristretto numero di individui ([[Romaniska]]).
 
Nell'ambito delle iniziative per la ufficializzazione dell'uso della lingua sarda, la Regione ha avviato dei progetti denominati LSU ([[Limba Sarda Unificada]]) e LSC ([[Limba Sarda Comuna]]) al fine di definire e normalizzare trascrizione e grammatica di una lingua unificata che comprenda le caratteristiche comuni delle varianti logudorese, nuorese e campidanese.
 
Nell'aprile del [[2006]] la [[Limba Sarda Comuna]] è diventata lingua ufficiale per le comunicazioni dell'amministrazione regionale.
 
==La musica==
[[Immagine:Launeddas.jpg|350px|thumb| Le ''launeddas'', sono composte da tre canne palustri: alla più lunga, detta ''tumbu'', è legata ''sa mancosa manna'' e poi ''sa mancosedda'']]
 
La musica tradizionale sarda, sia cantata che strumentale, è una delle più antiche e ricche del Mediterraneo: basti pensare che in un vaso risalente alla ''[[cultura di Ozieri]]'' - circa 3000 anni a.C. - si documenta un tipico ''[[ballo sardo]]'', mentre l'origine delle [[launeddas]] viene fatta risalire all'[[VIII secolo a.C.]], sulla base di un [[Bronzetto sardo|bronzetto]] raffigurante un suonatore ritrovato nelle campagne di [[Ittiri]].
 
===Le launeddas ===
{{Vedi anche|launeddas}}
Tale strumento, unico nel suo genere, è formato essenzialmente da tre canne palustri: alla più lunga, detta ''tumbu'', è legata ''sa mancosa manna'' e poi ''sa mancosedda''.
 
Per poterlo suonare si utilizza una tecnica di respirazione molto particolare chiamata ''respirazione circolare'' (espirazione e inspirazione), grazie alla quale è possibile per il suonatore fornire fiato senza interruzione per diversi minuti.
 
===Altri strumenti===
Altri strumenti musicali tipici della Sardegna, oltre all'organetto, sono:
* la ''serraggia'' , costituita da una grossa canna, una sacca rigonfia ed una corda tesa che viene sfregata con un archetto di [[lentischio]] ,
* ''su pipiolu'' , uno zufolo fatto di canna palustre ,
* su ''tumbarinu'', uno strumento a percussione tipico di [[Aidomaggiore]] e di [[Gavoi]]. Diversi studi sono stati fatti dal ricercatore danese [[Andreas Fridolin Weiss Bentzon|Andreas F. Weis Bentzon]], durante le campagne di ricerca effettuate su tale strumento musicale negli anni [[1957]]-[[1958|58]] e [[1962]].
 
===Canto a tenore===
{{Vedi anche|Canto a tenore}}
oltre alle launeddas, è impossibile sapere quali altri strumenti musicali suonassero gli artisti di allora, ma presumibilmente, si trattava di quello più antico di tutti e cioè la voce, con la quale molto probabilmente i nuragici si sono esercitati a lungo, visto che sono riusciti ad elaborare un incredibile coro polifonico, i [[Canto a tenore|tenores]] (''su concordu'', ''su tenore'', '' su contrattu'' o ''s'aggorropamentu'' attualmente tipici dell'area barbaricina), dimostrando di conoscere bene i principi dell'armonia nella polifonia.
 
Nel [[2005]], l'[[Unesco]] li ha classificati come ''[[Patrimoni orali e immateriali dell'umanità|Patrimonio orale e immateriale dell'Umanità]]''.
 
==Le feste popolari==
[[Immagine:Mamoiada Mamuthone 1.jpg|150px|thumb|Mamuthone, tipica maschera mamoiadina]]
{{Vedi anche|Sagre principali in Sardegna}}
 
Le feste scandiscono da sempre la vita delle comunità isolane e oggi più che mai, soprattutto con la rivalutazione di molte sagre minori, esse sono legate al desiderio (ed alla necessità) di riaffermare la propria unica identità culturale.
 
In Sardegna, ''andare per feste'' significa immergersi in una cultura antica alla scoperta di suoni e di [[Launeddas|armonie sconosciute]], di [[ballo sardo|balli ritmici]] con ricchi costumi tradizionali, di gare poetiche fuori dal tempo, di sfrenate corse di cavalli, di sfilate folcloristiche - a piedi o a cavallo - con preziosi e coloratissimi abiti d'altri tempi.
 
Spesso le feste durano diversi giorni e coinvolgono tutta la comunità; molte volte, per l'occasione, vengono preparati dolci speciali ed organizzati banchetti con pietanze tradizionali a cui tutti possono partecipare.
 
Le feste popolari più importanti dell'isola sono: [[Sagra di Sant'Efisio|Sant'Efisio]] a [[Cagliari]], la [[Sagra del Redentore]] a [[Nuoro]], [[Ardia|S'Ardia]] a [[Sedilo]], la [[Cavalcata sarda]] e la [[Faradda]] a [[Sassari]], [[Sa Sartiglia]] a [[Oristano]], [[San Gavino]] a [[Porto Torres]].
 
==Gastronomia==
[[Immagine:Pane carasadu1.JPG|thumb|left|250px|''Su [[pane carasau]]'' o ''pane fresa''. Il nome deriva da ''carasare'' che in sardo significa ''tostare''.]]
{{Vedi anche|Cucina sarda}}
 
La cucina sarda si basa su ingredienti molto semplici derivati dalla tradizione pastorale e contadina e, lungo le coste, dalla tradizione marinara. È molto varia e cambia da regione a regione non solo nel nome delle pietanze ma anche negli ingredienti.
 
Come antipasti sono molto apprezzati i prosciutti di cinghiale e di maiale, le salsicce, accompagnati da olive e funghi, mentre per i piatti a base di pesce si possono scegliere vari antipasti di mare.
 
Primi piatti tipici sono i ''[[malloreddus]]'', i ''[[culurjonis]]'', i cui ingredienti variano da regione a regione, il ''[[pane frattau]]'', la ''[[suppa cuata]]'', la [[fregula]], la [[zuppa gallurese]], ecc.
 
Come secondi piatti, gli arrosti costituiscono una peculiare caratteristica della cucina isolana tanto che quello del maialetto è considerato un emblema.
 
===I pani votivi e i dolci ===
Legata a particolari ricorrenze, la lavorazione del pane e la preparazione dei dolci - in certe regioni dell'isola può diventare un'arte. Gli ingredienti sono semplici e vanno dalla farina di grano duro alle [[mandorla|mandorle]], al [[miele]]. In alcuni dolci si usa come ingrediente anche il [[formaggio]] o la [[ricotta]].
[[Immagine:(durches sardos).JPG|thumb|left|250px|''Su Pistiddu'', dolce caratteristico sardo]]
A gennaio in alcune regioni, per i falò di [[Sant'Antonio abate|Sant'Antonio]], vengono preparati come dolci le ''[[Cozzuleddas]]'', i ''[[Pirighitos]]'' e il ''[[Pistiddu]]''. Per [[Carnevale]] si preparano le ''[[Frisolas]]'', le ''[[Cattas]] e le ''[[Orulettas]]''.
 
Per la festa di [[San Marco]] sono tipici i pani votivi artistici, gialli per la presenza dello [[Crocus sativus|zafferano]], decorati con delle particolari fantasie floreali che sono delle vere e proprie effimere opere d'arte. Per la [[Pasqua]] si preparano le ''[[pizzinnas de ovu]]'', le ''[[Casadinas]]'' e la ''[[Pischedda]]''. Per [[Ognissanti]] dolci caratteristici sono il [[pane di sapa]]' e i vari ''[[Papassinos]]''. Per i matrimoni si preparano dolci molto variegati e ricchi di decorazioni.
 
In varie occasioni, infine, sono apprezzati il [[torrone]], le [[Seadas]], i ''[[Rujolos]]'', i [[Mostaccioli]].
 
===I formaggi===
{{Vedi anche|Formaggi sardi}}
La Sardegna, grazie alla sua atavica tradizione pastorale, offre la più vasta produzione di formaggi pecorini d'[[Europa]]. Sono esportati ed apprezzati ovunque, ma soprattutto in [[America del Nord|Nord America]]. Vi si trovano i ''canestrati'' (pecorini stagionati in cesti di vimini), le ''Paste di pecorino'' (simili alle creme di formaggio), la ''Frue'' (antenata della Feta greca), i pecorini a pasta molle (''Friscu'') e quelli a pasta dura ([[DOP]]), ''su Brotzu'' (''Brocciu'' nelle Gallure), ricotta di antichissima tradizione (ottima quella stagionata su legni aromatici), ''su Gioddu'', una sorta di yogurt di pecora (molto buono con miele amaro), e ''su Casizzolu'' (o ''casu conzeddu''), fatto con latte vaccino, buonissimo se mangiato ''alla sarda'' (sulla brace, con legna di macchia mediterranea e bacche di mirto).
 
=== Vini e liquori===
[[Immagine:Myrtus communis9.jpg|250px|thumb|left|<small>Dalle foglie e dalle bacche del [[Myrtus communis|mirto]] si ricava un popolare liquore</small>]]
{{Vedi anche|Vini sardi|Liquore di mirto}}
Da sempre la Sardegna è stata considerata un vigneto in mezzo al mare. Alcune ricerche archeologiche hanno evidenziato che già al tempo della [[civiltà nuragica]] si coltivava la [[vite]]<ref>{{en}} Le [http://www.wineint.com/story.asp?sectioncode=1&storyCode=1453 origini del vino Cannonau] secondo i risultati delle più recenti scoperte.</ref> e si produceva vino. Tale tradizione è continuata con i Romani e poi, attraverso le varie occupazioni straniere, si è ancora arricchita.
 
Tra i vini rossi il [[Cannonau di Sardegna|Cannonau]] è il più importante, insieme alla [[Monica di Sardegna|Monica]], al [[Carignano]], al [[Girò di Cagliari|Girò]], mentre tra i bianchi i più rinomati sono il [[Vermentino di Gallura]] (DOCG), la [[Malvasia di Bosa secco|Malvasia]] di [[Bosa]], il [[Nasco di Cagliari|Nasco]], il [[Alghero Torbato|Torbato]], il [[Nuragus di Cagliari|Nuragus]], il [[Moscato di Sardegna|Moscato]], senza dimenticare la tipica [[Vernaccia di Oristano|Vernaccia]].
Negli ultimi anni diversi vitigni minori sono stati riscoperti ed al momento sono oggetto di una importante valorizzazione da parte di diversi produttori sardi. È il caso di vitigni come il Cagnulari (che era in via di estinzione), del Caddiu (valle del Tirso), del Semidano e altri.
 
Vista la lunga tradizione, molti vini sono D.O.C., come il Cannonau, e variano di gusto e di gradazione a secondo delle regioni in cui vengono prodotti: quello di [[Cannonau di Sardegna Jerzu|Jerzu]] è uno dei più conosciuti insieme al [[Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena|Nepente]] di [[Oliena]]. Infine ci sono i liquori, molto apprezzati per il loro sapore unico, che rispecchia gli aromi di questa terra. Alcuni di questi sono il liquore di [[Liquore di mirto|''Mirto'']] (sia bianco che rosso) la fortissima grappa ''filu 'e ferru'' ed il ''Villacidro''.
 
== Ambiente naturale ==
[[Immagine:Capo dorso.jpg|250px|thumb|Palau - Capo d'Orso]]
Per estensione, la Sardegna è la terza regione italiana e la seconda isola del Mediterraneo. Il suo paesaggio naturale alterna profili montuosi dalla morfologia suggestiva a [[macchia mediterranea|macchie]] e [[foresta|foreste]], [[stagno (acqua)|stagni]] e [[laguna|lagune]] a torrenti tumultuosi, lunghe spiagge sabbiose a scogliere frastagliate e [[falesia|falesie]] a strapiombo.
 
Le formazioni calcaree costituiscono il 10% della superficie dell'isola e sono frequenti i fenomeni [[carsismo|carsici]] nei settori centrorientale e sudoccidentale dell'isola, con la formazione di grotte, voragini, doline, laghi sotterranei, sorgenti carsiche, come quelle di ''Su Gologone'' di [[Oliena]].
 
Suggestive sono le formazioni rocciose [[granito|granitiche]], caratterizzate da guglie frastagliate che la continua l'erosione degli agenti atmosferici ha spesso modellato, creando delle singolari sculture, sparse su tutta l'isola, come l'orso'' di [[Palau]], l'elefante'' di [[Castelsardo]], il ''fungo'' di [[Arzachena]].
 
===Grotte naturali===
[[Immagine:Corallium Rubrum Grotta Nereo.jpg|thumb|right|250px|Corallo rosso nella Grotta del Nereo]]
 
Le [[grotta|grotte]] sono un altro elemento pittoresco dell'ambiente naturale dell'isola.
 
Tra quelle sommerse la più famosa è
* la '''''Grotta di Nereo''''' ubicata sotto il promontorio di [[Capo Caccia]]. Vi si possono ammirare intere pareti di roccia ricoperte di [[corallo rosso]] ed è considerata la più vasta grotta sommersa marina di tutto il Mediterraneo.
 
Fra le grotte litoranee le più famose sono:
* quella del '''''Bue Marino''''', a [[Cala Gonone]]
* quella di '''''Nettuno''''' ad [[Alghero]].
 
Fra le grotte terrestri sono particolarmente suggestive:
* quelle di '''''Sa Oche''''' e '''''Su Bentu''''' ad Oliena
* di '''''Is Zuddas''''' a [[Santadi]],
* di '''''Su Mannau''''' a [[Fluminimaggiore]],
* di '''''Santa Barbara''''' ad [[Iglesias]],
* di '''''Su Marmuri''''' a [[Ulassai]],
* la voragine di '''''Ispinigoli''''' presso [[Dorgali]].
* le '''''[[Grotte di San Giovanni]]''''', nei pressi di '''Domusnovas''',
* la '''''Grotta Verde''''' nei pressi di Alghero.
 
===Parchi===
[[Immagine:Mare stintino.jpg|250px|thumb|right|Il mare di [[Stintino]] nel nordovest dell'isola]]
{{Vedi anche|Parchi e riserve naturali in Sardegna}}
Più di 600.000 ettari di territorio sardo sono sotto protezione ambientale. Anche se il varo di alcuni parchi procede con qualche difficoltà, sono sotto tutela alcuni dei più affascinanti tratti della costa sarda e ampi territori dell'interno.
 
Questo patrimonio naturale si integra con quello storico e culturale, rappresentato dagli antichi siti d'interesse archeologico e dai resti dei più recenti complessi dell'attività mineraria. La Regione Autonoma, per conservare e valorizzare questo patrimonio unico, con la legge n. 31 del 7 giugno [[1989]] ha definito le aree protette sottoposte a tutela che si trovano sull'isola. Complessivamente si contano:
 
* 3 [[Elenco dei parchi nazionali italiani|parchi nazionali]]
* 8 [[Elenco dei parchi regionali italiani|parchi regionali]]
* 60 [[Aree naturali protette|riserve naturali]]
* 24 monumenti naturali
* 16 [[Aree naturali protette|aree di rilevante interesse naturalistico]]
* 5 oasi del [[WWF Italia|W.W.F]]
 
=== Fauna terrestre ===
[[Immagine:Phoenicopterus ruber roseus Sardinia LM.jpg|250px|thumb|Fenicotteri nelle ''Saline'' di [[Carloforte]].]]
{{vedi anche|Fauna della Sardegna}}
Il patrimonio faunistico annovera diversi esempi di specie di grande interesse. La fauna dei [[Vertebrati]] superiori mostra analogie e differenziazioni rispetto a quella del continente europeo. Le analogie si devono alla migrazione nel corso delle [[glaciazione|glaciazioni]] oppure all'introduzione da parte dell'uomo nel [[Neolitico]] o in epoche più recenti. Le differenziazioni si devono invece al lungo isolamento geografico che ha originato neoendemismi a livello di sottospecie o, più raramente, di specie.
 
Le popolazioni dei grandi mammiferi erbivori ([[Cervidae|Cervidi]] e [[Ovis musimon|Muflone]]) hanno subito una drastica contrazione, arrivando a vere e proprie emergenze fino agli [[anni 1970|settanta]], ma negli ultimi decenni hanno ripreso una sensibile crescita grazie alle azioni di tutela. Il [[Sus scrofa meridionalis|Cinghiale sardo]] invece è ampiamente diffuso in tutta l'isola e così pure diverse specie di [[Rodentia|Roditori]] e [[Lagomorpha|Lagomorfi]]. I predatori più grandi sono la comune [[Vulpes vulpes ichnusae|volpe sarda]] e il raro [[Felis lybica sarda|gatto selvatico sardo]], ai quali si affiancano i piccoli carnivori come i [[Mustelidae|Mustelidi]].
È presente anche una variante dell'asino domestico, è l'asinello bianco presente solo in Sardegna e più precisamente sull'Isola dell' [[Asinara]],se ne contano circa 90 esemplari.
 
L'interesse per l'avifauna si articola in tre contesti: i [[rapace|rapaci]], l'avifauna delle aree umide e quella delle scogliere. I rapaci sono rappresentati da quasi tutte le specie europee, fra le quali ci sono alcune sottospecie endemiche. La maggior parte è associata alle zone forestali di montagna e di collina, tuttavia alcune sono molto comuni anche in pianura e in aree antropizzate. Si sono purtroppo estinte due specie di avvoltoi e sopravvivono solo nei territori di [[Bosa]] e [[Alghero]] alcune colonie di [[Gyps fulvus|grifoni]].
 
L'avifauna delle zone umide vanta un lungo elenco di specie, molte minacciate dalla forte contrazione dell'habitat. L'elevato numero di stagni costieri e lagune (circa 12.000 ettari, pari al 10% del patrimonio italiano) fa sì che questa regione, annoveri ben otto [[Convenzione di Ramsar|siti di Ramsar]] (secondo posto in Italia, dopo l'[[Emilia-Romagna]]). Il simbolo di questa fauna è il [[Phoenicopterus roseus|fenicottero maggiore]], che in alcuni stagni forma colonie di migliaia di esemplari. Questa specie, storicamente svernante negli stagni sardi, da diversi anni è anche nidificante.
 
Dei 2400 km di coste, il 76% è costituito da scogliere e da un grande numero di isole e scogli. È questo il regno degli uccelli marini, che possono formare colonie di centinaia o migliaia di individui. Fra le specie di maggiore interesse c'è il rarissimo [[Larus audouinii|gabbiano corso]].
I vertebrati terrestri minori comprendono [[Reptilia|Rettili]] e [[Amphibia|Anfibi]] fra i quali si annoverano molti importanti endemismi tirrenici, sardo-corsi o sardi. Di questi, alcuni hanno una marcata ed esclusiva localizzazione geografica.
 
===Flora terrestre===
[[Immagine:Ophrys lutea (flower spike).jpg|150px|thumb|Sull'isola si trovano almeno 50 delle 120 specie italiane di [[orchidea|orchidee]] selvatiche.]]
{{vedi anche|Flora della Sardegna|Specie botaniche in Sardegna}}
La vegetazione spontanea dell'isola è tipicamente mediterranea. Le [[zone fitoclimatiche]] presenti in Sardegna si limitano al ''[[Lauretum]]'' e alla sottozona calda del ''[[Castanetum]]'', quest'ultima limitata alle aree interne e montuose più fredde. La vegetazione boschiva è perciò rappresentata in gran parte da [[macchia mediterranea]] e [[Foresta mediterranea sempreverde|foresta sempreverde]] e solo oltre i 1000 metri è significativa la frequenza delle specie caducifoglie del ''Castanetum''.
 
L'essenza prevalente è il [[Quercus ilex|leccio]], accompagnato e in parte sostituito dalla [[Quercus pubescens|roverella]] nelle stazioni più fredde, e dalla [[Quercus suber|sughera]] in quelle più calde. Nelle stazioni fredde persistono inoltre relitti di un'antica flora del [[Cenozoico]] ([[Taxus baccata|tasso]], [[Ilex aquifolium|agrifoglio]], [[Acer monspessulanum|acero trilobo]]. Sulla sommità dei rilievi metamorfici del [[Paleozoico]], a 1000-1900 m, si sviluppano [[steppa|steppe]] e [[gariga|garighe]] assimilabili alla flora alpina che, nelle altre regioni, occupa quote di 2500-3500 metri.
 
La copertura boschiva è ciò che resta di intensi disboscamenti che hanno raggiunto il suo culmine nella seconda metà del [[XIX secolo]]. Il passaggio di vasti territori dalla [[Ademprivi|Cassa Ademprivile]] al Demanio dello Stato e, in seguito, all'[[Ente Foreste della Sardegna|ex A.F.D.R.S.]] ha permesso la salvaguardia e la lenta ricostituzione del patrimonio boschivo residuo, nonostante la minaccia annuale degli [[incendio|incendi]]. Il grave degrado di vaste aree espone l'isola alla [[desertificazione]], ma il patrimonio boschivo vanta alcune peculiarità, come la macchia-foresta del [[Parco del Sulcis|Sulcis]], ritenuta la più vasta d'Europa, e la [[Foresta demaniale di Montes]], una delle ultime leccete primarie del Mediterraneo. L'opera di tutela e recupero del patrimonio residuo, oggi pone l' isola come la regione italiana con maggiore superficie forestale, con un milione 213mila 250 ettari di boschi (secondo i dati dell'Inventario nazionale foreste e carbonio del [[Corpo Forestale dello Stato]], pubblicati nel maggio 2007) [http://www.sardegnaambiente.it/j/v/152?s=67494&v=2&c=1562&t=1].
 
Di grande interesse botanico, per gli endemismi e le rarità, sono anche le associazioni floristiche "minori" che popolano gli stagni costieri, i litorali sabbiosi e le scogliere.
 
=== Flora e fauna acquatiche ===
L'ambiente marino è caratterizzato dalla straordinaria limpidezza dell'acqua. La maggior quantità di luce che raggiunge il fondale consente alla [[Posidonia oceanica|posidonia]]<ref>Le [http://www.lamaddalenapark.it/natura-floramarina.php3 praterie di posidonia] e la loro importanza per il mare.</ref> di crescere ben più profonda rispetto il suo limite naturale.
 
I paesaggi sommersi sono molto complessi e ricchi di colori per la varietà di [[Pesci]], [[Porifera|spugne]] e [[Gorgonacea|coralli]].
 
Un cenno particolare va fatto alla [[Monachus monachus|foca monaca]]. A lungo perseguitata dai pescatori e disturbata dai vacanzieri, si pensa che sia ormai estinta. L'ultima riproduzione documentata risale al [[1978]], mentre in seguito sono stati documentati avvistamenti attribuibili a giovani in deriva.
 
=== Gli endemismi ===
[[Immagine:Centaurea horrida Sardinia LM021 1.jpg|250px|thumb|right|[[Centaurea horrida]] a Capo Falcone]]
 
L'ambiente naturale della Sardegna è caratterizzato da un elevato numero di endemismi.
 
Alcuni di questi sono ''paleoendemismi'' ossia relitti della fauna e della flora ancestrale risalente al [[Cenozoico]] prima del distacco della placca sardo-corsa dal continente europeo; queste specie, veri e propri fossili viventi, si sono anticamente estinte nel continente mentre sono sopravvissute in condizioni particolari nell'isola.
 
La maggior parte delle specie endemiche sono invece ''neoendemismi'', prodotti da un'evoluzione differenziale a partire dal [[Quaternario (geologia)|Neozoico]] o da epoche più recenti, grazie all'isolamento geografico.
 
Gli endemismi botanici accertati sono oltre 220 e rappresentano circa il 10% di tutta la flora sarda. Alcuni di questi sono delle vere rarità anche per il basso numero di esemplari e per la limitatissima estensione dell'areale, in alcuni casi ridotto a pochi ettari.
 
==Economia==
I metalli, l'agricoltura e la pastorizia furono nell'antichità le tre principali risorse che portarono l'isola al centro di intensi traffici commerciali. Prima l'[[ossidiana]], poi l'[[argento]], lo [[zinco]] e il [[rame]] sono stati per molto tempo una vera ricchezza per la Sardegna. Dopo il secolare sfruttamento, attualmente, le prospettive per le miniere sarde sono molto limitate e le zone minerarie (tra le quali spicca il Sulcis-Iglesiente) si stanno convertendo sempre di più al turismo.
 
E infatti, oltre al [[commercio]] e al pubblico impiego, l'attività trainante dell'economia è il [[turismo]], sviluppatosi inizialmente lungo le coste settentrionali e orientali dell'isola. Il [[terziario]] è il settore che occupa il maggior numero di addetti; gli occupati sono ripartiti nei tre settori nelle seguenti percentuali:
* 8,7% al [[Settore primario|primario]];
* 23,5% all'[[Settore secondario|secondario]];
* 67,8% al [[Settore terziario|terziario]].
 
Il tasso di disoccupazione sull' Isola nel 2007 (secondo l' [[Istituto Nazionale di Statistica|ISTAT]]) si attestava sull' 8,6%.
In Sardegna il [[prodotto pro capite]] è di 17.507 € (dati [[Eurostat]]), il più elevato tra le regioni del [[Mezzogiorno]].
 
Di seguito la tabella che riporta il [[PIL]] ed il PIL procapite<ref>[http://www.istat.it/dati/dataset/20071004_00 Dati Istat - Tavole regionali] </ref> prodotto in Sardegna dal [[2000]] al [[2006]]:
<div style="font-size:90%; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:0px;margin-bottom:0px; text-align:center">
{| {{prettytable|width=80%}}
|-
! || [[2000]] || [[2001]] || [[2002]] || [[2003]] || [[2004]] || [[2005]] || [[2006]]
|-
| align=left |'''Prodotto Interno Lordo'''<br>(Milioni di Euro)|| 25.958,1 || 27.547,6 || 28.151,6 || 29.487,3 || 30.595,5 || 31.421,3 || 32.579,0
|-
| align=left | '''PIL ai prezzi di mercato per abitante'''<br>(Euro) || 15.861,0 || 16.871,4 || 17.226,5 || 17.975,7 || 18.581,0 || 19.009,8 || 19.654,3
|-
|}</div>
 
===Turismo===
[[Immagine:Cala Mariolu.jpg|250px|thumb|Baunei - Cala Mariolu]]
{{Vedi anche|Località turistiche della Sardegna}}
Grazie al [[clima]] mite, caratterizzato da scarse precipitazioni concentrate nei mesi invernali, e grazie ai paesaggi incontaminati, alla purezza della acque marine, all'interesse storico e archeologico di tante località, la Sardegna è motivo di grande richiamo e attira ogni anno un gran numero di vacanzieri.
 
[[Alghero]], [[Castelsardo]], la [[Costa Smeralda]], [[Dorgali]], [[La Maddalena]], [[Loiri Porto San Paolo]], [[Olbia]], [[Orosei]], [[Palau]], [[Porto Cervo]], [[Porto Rotondo]], [[Porto Torres]], [[Pula]], [[San Teodoro (OT)|San Teodoro]], [[Santa Teresa]], [[Stintino]], [[Villasimius]], sono rinomate località di fama internazionale. Ovunque, lungo la costa ma anche sulle isole, sono sorti villaggi turistici, molti dei quali con servizi di [[animazione turistica|animazione]], e alberghi esclusivi.
 
Si iniziò con le ville sul mare nei primi anni del secolo ad Alghero poi si costruirono dei villaggi turistici che poco hanno a che fare con la tradizione sarda specie quelli della Costa Smeralda: nacque così ''Porto Cervo'', con il porto e le prime ville; seguirono poi ''Porto Rotondo'', ''Romazzino'', ''Cala di Volpe'', ''Porto Raphael''. Sin dagli inizi si caratterizzò principalmente come turismo di lusso, basato sulla qualità degli spazi abitati, di quelli urbani e sulla qualità indiscussa dell'ambiente circostante.
 
In questi ultimi anni, però, pian piano si sta diversificando; non solo mare turchese e spiagge bianchissime, ma anche varietà dell'offerta che va dall'[[archeologia]], alla storia, all'[[arte]], a tutte le attività che portano a contatto con l'[[Natura|ambiente naturale]]. Ormai si parla sempre più di turismo subacqueo, di [[golf]], di turismo equestre, di escursionismo, di [[birdwatching|osservazione degli uccelli]], di [[Vela (sport)|vela]], di [[agriturismo]] - attività che si possono praticare quasi tutto l'anno e sono quindi una fonte di reddito più costante.
 
===Agricoltura e Allevamento ===
[[Immagine:Sheep near lula sardinia.jpg|150px|Pecore vicino di Lula.|250px|thumb|In Sardegna si trova circa un terzo dell'intero patrimonio ovino e caprino italiano]]
L'agricoltura sarda è oggi legata a produzioni specializzate come quelle vinicole e quelle del carciofo. Le [[bonifica|bonifiche]] e l'irrigazione hanno permesso di estendere comunque le colture e di introdurre alcune coltivazioni specializzate quali [[Oryza sativa|riso]], [[ortaggio|ortaggi]], primizie e [[frutta]], accanto a quelle tradizionali dell'[[Olea europaea|olivo]] e della [[vite]] che prosperano nelle zone collinose.
 
La piana del Campidano produce [[frumento]], [[Hordeum vulgare|orzo]] e [[Avena sativa|avena]], della quale è una delle principali produttrici italiane. Nell'ortofrutta, oltre ai [[carciofo|carciofi]], sono di un certo peso la produzione di [[pomodoro]] e [[agrumi]].
 
Per secolare tradizione, la percentuale degli addetti alle attività primarie è alta e l'[[allevamento]] rappresenta una fonte di reddito molto importante. Attualmente nell'isola si trova circa un terzo dell'intero patrimonio [[Ovis aries|ovino]] e [[caprino]] italiano. Oltre alla [[carne]], dal [[latte]] ricavato si produce una grande varietà di [[Formaggi sardi|formaggi]]; basti pensare che la metà del latte ovino prodotto in Italia viene dalla Sardegna e viene in gran parte lavorato dalle cooperative dei pastori e da piccole industrie.
 
L'altra forma di allevamento molto diffusa è quella del [[cavallo]], principalmente razza anglo-arabo. La Sardegna vanta una tradizione secolare nell'allevamento dei cavalli sin dalla dominazione Aragonese in cui la cavalleria attingeva dal patrimonio equino dell'isola per rimpinguare il proprio esercito o per farne ambito dono ai sovrani d'Europa.
 
===Pesca===
[[Immagine:Tuna.jpg|thumb|250px|Parte dei tonni pescati in Sardegna vengono esportati in Giappone]]
Resa insicura, in passato, dalle frequenti scorrerie saracene, la [[pesca (attività)|pesca]] è oggi un'attività che i Sardi stanno riscoprendo sempre di più, vista la pescosità di alcune zone marine e le lunghissime coste dell'isola. È molto sviluppata a Cagliari, ad Alghero e nelle coste del [[Sulcis]]: da queste zone proviene la maggior parte del pescato sardo.
 
Tale attività ha una certa rilevanza anche in Gallura e soprattutto nell'[[Oristano|Oristanese]], dove i pescatori lavorano nei vasti stagni e nelle peschiere e si pescano in grandi quantità [[Anguilla anguilla|anguille]] e [[cefalo|muggini]]. Ottima è anche la produzione di [[Mitilo|mitili]], specialmente ad [[Olbia]].
 
Nelle zone di [[Alghero]], [[Bosa]] e [[Santa Teresa di Gallura|Santa Teresa]] è molto attiva la pesca alle [[Aragosta|aragoste]] insieme alla raccolta del corallo.
Di antica tradizione e mai abbandonate, nonostante la rarefazione del [[tonno]], sono ancora molto importanti le tonnare di [[Carloforte]] e di [[Portoscuso]]. Costituiscono un pezzo di storia e di tradizione dei pescatori sardi, e certi riti, insieme a particolari tecniche di pesca, sono rimasti immutati nel tempo, come la lavorazione stessa delle [[Bottarga|bottarghe]] e delle frattaglie. Gran parte dei tonni vengono esportati direttamente in [[Giappone]], dove sono consumati entro 72 ore dalla pesca.
 
===L'industria===
[[Immagine:Refinery.jpg|250px|thumb|Raffineria]]
La nascita del settore industriale sardo contemporaneo (escludendo quindi il settore minerario) è principalmente dovuta all'apporto di finanziamenti statali, concentrati soprattutto negli anni [[1960|'60]]-[[1970|'70]], e denominati "piano di Rinascita". La politica economica finalizzata all'accrescimento industriale nell'Isola si è caratterizzata in quel periodo con la formazione dei cosiddetti [["poli di sviluppo"]] industriali, a [[Cagliari]] ([[Macchiareddu-Grogastu|Macchiareddu]] e [[Sarroch]]) , [[Porto Torres]] e in un secondo momento ad [[Ottana]].
Sono sorti così i complessi petrolchimici e le grandi [[Raffineria|raffinerie]] per la lavorazione del greggio, che si collocano attualmente tra le maggiori d'Europa, inoltre, sull' isola, si producono piattaforme petrolifere, per conto della Saipem.
 
Altri settori industriali sono quello alimentare, legato alla lavorazione dei prodotti dell' allevamento (formaggi, latte, carni) e della pesca (lavorazione del [[tonno]]), manifatturiere, tessili, lavorazione del sughero, meccaniche (produzione di mezzi agricoli, cantieristica navale, ferroviaria, componentistica per aeromobili), edìle e metallurgico.
L'energia viene prodotta, in misura anche superiore al fabbisogno, da centrali idroelettriche alimentate dai bacini che raccolgono le acque dei fiumi, da centrali termoelettriche alimentate a carbone di importazione estera e da numerosissime [[Centrale eolica|centrali eoliche]] , sparse sull' intero territorio isolano.
 
===L'artigianato===
[[Immagine:IMGP0292.JPG|thumb|250px|Artigianato sardo, manufatti in filigrana d'oro]]
L'[[artigianato]] tradizionale sardo è un insieme di arti popolari estremamente vario, sviluppato in campi molto diversi, ricco di gusto e originalità. Alcune di queste forme artistiche sono di origine molto antica ed hanno subito l'influenza delle diverse culture che hanno segnato la storia dell'isola.
 
La [[ceramica]] è diffusa in diverse zone,<ref>Immagini delle tipiche [http://www.fotodisardegna.it/artigian/ceramic/ceramic.htm ceramiche sarde].
</ref> ma i maestri più noti operano ad [[Assemini]], [[Decimomannu]], [[Dorgali]], [[Oristano]], [[Pabillonis]], [[Siniscola]], [[Villaputzu]].
 
La [[tessitura]] in lana, cotone e lino di ''tappeti'', ''arazzi'', cuscini e tende<ref>Immagini sui caratteristici [http://www.fotodisardegna.it/artigian/arazzi/arazzi.htm arazzi sardi].</ref> è in larga parte ancora praticata a mano con telai di concezione molto antica, ma molte delle produzioni meccanizzate mantengono le caratteristiche della tradizione. Le più famose sono quelle di [[Bonorva]], [[Dorgali]], [[Nule]], [[Nuoro]], [[Osilo]], [[Samugheo]], [[Sarule]], [[Sedilo]], [[Tonara]] e Mogoro.
 
I lavori tradizionali di oreficeria, dal gusto molto raffinato, sono in [[filigrana]]. I gioielli rappresentano una delle testimonianze artigianali più autentiche dell'isola. Costituiscono parte integrante dei costumi tradizionali, e la scelta di spille e bottoni in filigrana e di collane arricchite con corallo, pietre dure e perle è molto vasta. Gli orafi<ref>Immagini dei lavori in [http://www.fotodisardegna.it/artigian/monili/monili.htm filigrana] tipici dell'artigianato sardo.</ref> e gli argentieri più apprezzati sono quelli di [[Bosa]], [[Iglesias]], [[Oristano]], [[Nuoro]], [[Sassari]], [[Sinnai]] e [[Oliena]], nota anche per la produzione di ''scialli neri'',<ref>Immagini sui famosi [http://www.fotodisardegna.it/artigian/scialli/scialli.htm scialli di Oliena].</ref> con ricami in colori vivaci e fili d'oro e d'argento. Ad [[Alghero]], insieme alle produzioni in filigrana, viene lavorato anche il corallo.
 
La lavorazione del legno è caratterizzata da prodotti originali e tipicamente sardi, come le ''cassapanche intagliate'', le ''sedie impagliate'' di [[Assemini]], le ''bisere'' dei [[Mamuthones]] (ossia le maschere,<ref>Immagini di alcune [http://www.fotodisardegna.it/artigian/maschere/maschere.htm maschere sarde].</ref> tradizionali di [[Mamoiada]] e [[Ottana]]) e le produzioni in sughero di [[Calangianus]]. A [[Castelsardo]], [[Ollolai]], [[Olzai]], [[San Vero Milis]], [[Tinnura]] e [[Sinnai]], l'artigianato più tipico è la lavorazione di cestini,<ref>Immagini di [http://www.fotodisardegna.it/artigian/cestini/cestini.htm tipici cestini prodotti dall'artigianato sardo].</ref> in fibre vegetali.
 
Altra antica tradizione artigianale sarda è quella della ''arresoya'', ''resolza'' o ''resorza'' (dal termine latino ''rasoria'' che indicava un genere di coltello con la lama pieghevole). Esistono diverse scuole tra le quali sicuramente spicca quella di [[Pattada]], rinomate nel mondo con ''sa pattadesa'', seguita da quella di [[Arbus]] (''s'arburesa''), [[Guspini]] (''sa guspinesa''), [[Gavoi]] e [[Santu Lussurgiu]]. Dalla classica lama a ''folla 'e murta'' (a foglia di mirto), sono chiamate anche ''lepa'' e sono considerate dagli appassionati delle mirabili opere d'arte. Quelle da collezione non sempre sono a serramanico, ma anche a manico fisso, generalmente in [[corno]] di [[montone]] o di [[muflone]] e intarsiate a mano.
 
===Le miniere===
[[Immagine:Montevecchio.jpg|thumb|250px|La miniera di [[Montevecchio]].]]
{{Vedi anche|Storia mineraria della Sardegna}}
La Sardegna è la regione italiana con il sottosuolo più ricco di minerali. Conosciuti sin dall'antichità, alcuni centri minerari erano sfruttati per l'estrazione di [[piombo]], [[zinco]], [[rame]] e [[argento]] (la galena argentifera conteneva fino a 10 kg d'argento per tonnellata di minerale).
 
A partire dal [[1800]], furono aperte miniere di [[carbone]], [[antimonio]] e [[bauxite]]: i giacimenti più importanti si trovano nell'[[Iglesiente]], nel [[Sulcis]], nel [[Guspini|Guspinese]] - [[Arbus|Arburese]], nel [[Sarrabus]], nella Nurra e nella zona dell'[[Argentiera]].
 
Attualmente l'attività estrattiva sta attraversando un periodo di grave crisi e molte miniere sono state chiuse perché poco competitive: l'economia dell'Iglesiente si sta legando non più alle miniere ma al turismo e allo sviluppo del ''Parco Archeologico Minerario'', sotto il patrocinio dell'[[Unesco]], con la salvaguardia del patrimonio storico e architettonico delle miniere e utilizzando la bellezza incontaminata delle sue coste come sua altra grande risorsa.
 
Da una quindicina d' anni la Sardegna è stata caratterizzata da una corsa alla ricerca di giacimenti auriferi, grazie soprattutto all'intervento di società minerarie australiane, attualmente è l' unica regione italiana in cui l' estrazione dell'[[oro]] avviene con metodi industriali. La principale miniera è localizzata a [[Furtei]], altre zone di estrazione sono ubicate nella subregione del Sarrabus e nel Sassarese.
 
==Demografia==
 
[[Immagine:Città della Sardegna.jpg|200px|thumb|right|Le due aree metropolitane, i principali centri fra 50.000 e 25.000 abitanti, e quelli oltre i 10.000 abitanti.]]
 
{|{{wikitable align="left" text-align="right" cellspadding="10" font-size="11px"}}
|+ Abitanti delle province e dei capoluoghi di provincia della Sardegna (31° marzo 2008)
|- bgcolor="EFEFEF"
!Nome
!ab. Capoluogo
!ab. Provincia
|-
| [[Cagliari]] [CA] || 157.932 || 558.277
|-
| [[Carbonia-Iglesias]] [CI] || - || 130.758
|-
| [[Medio Campidano]] [VS] || - || 103.392
|-
| [[Nuoro]] [NU] || 36.501 || 161.494
|-
| [[Ogliastra]] [OG] || - || 58.014
|-
| [[Olbia-Tempio]] [OT] || - || 152.150
|-
| [[Oristano]] [OR] || 32.543 || 167.695
|-
| [[Sassari]] [SS] || 129.687 || 335.392
|}
 
{{Vedi anche|Sardegna (demografia)}}
 
Nonostante una civiltà plurimillenaria e una popolazione residente quasi triplicatasi negli ultimi 140 anni, la Sardegna è una delle poche regioni europee in cui un'economia moderna e diversificata convive con un ecosistema ancora intatto, se non vergine, in vaste aree del territorio; questo fatto è spiegabile demograficamente grazie alla bassa densità abitativa, pari a 68 ab./km².
 
Il milione e seicentomila sardi risiedono nell'Isola consegnando il territorio al terzultimo posto per la densità fra le regioni italiane, preceduto solo dalla [[Valle d'Aosta]] con 37 ab./ km² e dalla [[Basilicata]] con 60 ab./km².
 
Inoltre questa densità si ritrova equamente distribuita fra le province che presentano tutte valori simili (42, 88, 70, 30, 40, 55, 78 ab./ km² per le province di [[Provincia di Nuoro|Nuoro]], [[Provincia di Carbonia-Iglesias|Carbonia-Iglesias]], [[Provincia del Medio Campidano|Medio Campidano]], [[Provincia dell'Ogliastra|Ogliastra]], [[Provincia di Olbia-Tempio|Olbia-Tempio]], [[Provincia di Oristano|Oristano]] e [[Provincia di Sassari|Sassari]] rispettivamente), tranne nel caso della [[Provincia di Cagliari]] che tocca i 119 ab./ km², dato comunque sempre sensibilmente inferiore alla densità media italiana (194 ab./km²).
 
Nel 2007 i nati sono stati 13.383 (8,0‰), i morti 14.272 (8,4‰) con un incremento naturale di -889 unità rispetto al 2006 (-0,4‰). Il 31 dicembre 2007, su una popolazione di 1.665.617 abitanti, si contavano 25.500 stranieri (1,5%). Le famiglie contano in media 2,5 componenti.
 
===Immigrazione===
{{Vedi anche|Flussi migratori in Sardegna}}
La particolare posizione geografica, inserita al centro del Mediterraneo, le ricchezze minerarie e le fertili pianure, hanno fatto della Sardegna, sin dall'antichità, un'isola molto ambita dalle potenze coloniali antiche.
 
Sempre in guerra con i Sardi dell'interno, mai assoggettati, sia i Cartaginesi che i Romani deportarono nell'Isola un vasto numero di schiavi, utilizzati per lavorare nelle miniere e nelle pianure come agricoltori, per la produzione intensiva di [[Cereale|cereali]].
 
Importante fu anche l'afflusso di [[Spagna|genti iberiche]] durante la dominazione aragonese e spagnola, mentre in epoca moderna, nel [[XIX secolo]], furono molteplici gli insediamenti di pescatori [[Campania|Campani]] provenienti da [[Ponza]] e [[Torre del Greco]], che si stabilirono nei centri marinari della costa nord orientale.
 
Arrivarono poi [[Veneto|popolazioni venete]], chiamate da [[Benito Mussolini|Mussolini]] ad insediarsi nelle bonifiche dell'oristanese e che fondarono ''Mussolinia'' ([[1928]]), chiamata poi [[Arborea]]. Molti minatori giunsero da diverse parti d'Italia per popolare il grosso [[Miniera|centro minerario]] di [[Carbonia]], nel Sulcis ([[1935]]). Gli ultimi arrivi di popolazioni in ordine temporale, furono i ''Giuliano-Dalmati'' nel [[1947]], scampati all'epurazione etnica perpetrata in [[Dalmazia]] e nell' [[Istria]]: si stabilirono a [[Fertilia]], presso Alghero, nella [[Nurra]].
 
===Emigrazione===
I Sardi che vivono al di fuori della Sardegna, secondo le ultime statistiche, sono circa 500.000. Benché sia sempre esistito un debole flusso migratorio, un grande movimento migratorio si originò negli anni del [[Seconda guerra mondiale|dopoguerra]]. Vi furono diverse grandi migrazioni verso l'Australia, Canada e Stati Uniti (1950-56).
 
Molti pastori e contadini, divenuti operai e muratori, si trovarono ben presto senza lavoro, mentre il piano di rinascita economica, promesso da vari [[Governo|governi]], tardava a concretizzarsi. Si creò così una corrente migratoria che si diresse principalmente verso le aree industriali del Nord Italia, dove si stabilirono più di 200.000 Sardi.
 
Lasciarono l'Isola in tanti, fuggendo la crisi delle zone interne e degli agglomerati urbani, trovando lavoro in tutte le attività produttive, negli impieghi pubblici, nelle fabbriche, negli ospedali, nelle università. Molti, benché emigrando, non rinunciarono alla loro antica tradizione pastorale ed insieme alle greggi, si trasferirono in [[Toscana]], nel [[Lazio]] e in [[Romagna]], rivitalizzando territori ormai in via d'abbandono.
 
Quelli che lasciarono l'Isola per andare in Europa, circa 150.000, si stabilirono in [[Germania]] (60.000), altrettanti in [[Francia]], in [[Belgio]] (30.000), in [[Svizzera]] (28.000), meno numerosi in [[Inghilterra]] (circa un migliaio).
 
In epoche precedenti, verso la fine dell' [[XIX secolo|Ottocento]], un importante flusso migratorio si diresse nelle [[Americhe]] ed in [[Australia]]. Ancor oggi, nella sola [[Argentina]], si contano più di centomila persone di origini sarde.
 
In anni recenti, dal [[1987]] al [[1999]], secondo le statistiche, sono emigrati 15.647 isolani (82% in Europa, 16% nelle Americhe), mentre ne sono rientrati 12.869, con una differenza di 2.598 unità. La maggior parte degli emigrati degli ultimi anni proviene dalla [[provincia di Cagliari]] ed hanno lasciato l'Isola diretti per il 70% verso i grandi paesi europei ([[Francia]], [[Inghilterra]], [[Germania]], [[Svizzera]]), mentre il 30% verso altre nazioni come [[Olanda|Paesi Bassi]], [[Belgio]], [[Spagna]], [[Argentina]] e [[Venezuela]].
 
==Trasporti e comunicazioni==
In Sardegna si arriva sia in aereo che in nave, con l'auto al seguito oppure no: per evitare spiacevoli inconvenienti, bisogna tener conto che nei mesi estivi l'afflusso di vacanzieri verso l'isola è maggiore.
 
Gli spostamenti nelle località interne richiedono tempo e spesso le strade sono tortuose (a parte le principali direttrici), con tante curve e saliscendi a secondo l'[[orografia]] del territorio: andare piano è d'obbligo.
 
Ecco come raggiungere i porti principali e come muoversi:
 
=== Navigazione ===
[[Immagine:SHARDEN OLBIA 014.jpg|thumb|left|250px|Un traghetto [[Tirrenia di Navigazione|Tirrenia]] al porto di [[Olbia]] Isola Bianca]]
Per mare la Sardegna è collegata con i porti di [[Civitavecchia]], [[Palermo]], [[Trapani]], [[Genova]], [[Livorno]], [[Piombino]], [[Napoli]], [[Ajaccio]], [[Bonifacio]], [[Propriano]], [[Tolone]], e [[Marsiglia]], in estate anche con [[Fiumicino]] e [[Salerno]].
 
In estate aumentano il numero delle corse ed entrano in funziona anche ''traghetti veloci'' che compiono il tragitto in circa quattro ore /quattro ore e mezza. I porti di arrivo sono: [[Arbatax]], [[Cagliari]], [[Golfo Aranci]], [[Olbia]], [[Palau]], [[Porto Torres]], [[Santa Teresa di Gallura]]. Il [[porto (struttura)|porto]] passeggeri (''Olbia-Isola Bianca'') negli ultimi 30 anni è cresciuto tanto da far diventare lo scalo gallurese il primo porto passeggeri in Italia.
 
Visto il richiamo esercitato dall'isola sui turisti, soprattutto nei mesi estivi, i [[mezzi di trasporto]] viaggiano sempre a pieno regime, tanto che può essere difficile trovare un posto per i vacanzieri che sono perciò costretti a prenotare, mentre nei periodi di bassa stagione i [[traghetto|traghetti]] viaggiano mediamente liberi.
 
Le [[compagnia di navigazione|compagnie di navigazione]] per i servizi verso l'isola sono [[Tirrenia di Navigazione|Tirrenia]], [[Moby Lines]], [[corsica ferries-sardinia ferries]], [[Grandi Navi Veloci]], [[Snav]] e le francesi [[Société nationale maritime Corse Méditerranée|Sncm]] e [[Compagnie méridonale de navigation|CMN]]
 
=== Trasporti aerei ===
[[Immagine:Aeroporto Olbia Costa Smeralda Meridiana.jpg|thumb|left|250px|Aeroporto di Olbia-Costa Smeralda]]
{{Vedi anche|Sardegna (trasporto aereo)}}
La Sardegna ha ricorso da sempre al trasporto aereo per contrastare gli effetti dell'insularità, fatto che l'ha portata a sviluppare una buona rete di servizi ed impianti ben distribuiti sul territorio.
 
Specialmente negli ultimi anni, il traffico aeroportuale ha registrato forti incrementi sul numero di voli e di passeggeri, confermando come la Sardegna sia un mercato fra i più attivi ed interessanti del mercato italiano ed europeo.
 
Aeroporti di arrivo: [[Aeroporto di Alghero-Fertilia|Alghero-Fertilia]], [[Aeroporto di Olbia-Costa Smeralda|Olbia-Costa Smeralda]], [[Aeroporto di Cagliari-Elmas|Cagliari-Elmas]] e - con meno traffico e volume aereo - quelli di [[Aeroporto di Oristano-Fenosu|Oristano-Fenosu]] e [[Tortolì]].
 
Le principali compagnie aeree che servono l'isola con il resto d' Italia e d' Europa sono: [[Meridiana (compagnia aerea)|Meridiana]], [[Air One]], [[Alpi Eagles]], [[Air Dolomiti]], [[Ryanair]], [[easyJet]] e [[Air Berlin]]
 
Sull' isola ha sede il quartier generale della compagnia aerea [[Meridiana (compagnia aerea)|Meridiana]] (ex [[Alisarda]]).
 
=== Trasporti su rotaia ===
[[Immagine:Treno vapore Sassari.jpg|250px|thumb|left|Trenino Verde delle FdS. Alcuni convogli sono mossi da [[locomotiva|locomotive a vapore]]: tra quelle in funzione la più antica risale al 1914<br>Autore: Stefano Paolini - [http://www.photorail.com Photorail.com] ]]
{{Vedi anche|Ferrovie sarde}}
La rete [[ferrovia]]ria, costruita sul finire del [[XIX secolo]], è considerata insieme alla costruzione della ferrovie del [[Regno di Sardegna]] in [[Piemonte]], come una delle cause principali del disboscamento dell'isola. Si sviluppa per 600 km e si limita a congiungere le città principali e i [[porto|porti]].
 
Le [[Ferrovie dello Stato]] collegano Cagliari con Sassari (3 ore<ref name=orario>Orario Trenitalia giugno-dicembre 2007</ref>) e Porto Torres, e con Olbia e [[Golfo Aranci]] (4 ore e mezza<ref name=orario />). [[Chilivani]] è lo snodo ferroviario da dove ripartono i due tronchi verso Sassari e Porto Torres e verso Olbia e Golfo Aranci. Un'altra linea collega Cagliari con [[Iglesias]] (50 minuti<ref name=orario />) e [[Carbonia]] (1 ora<ref name=orario />). Le [[Ferrovie della Sardegna]], che hanno in gestione la rete secondaria dell'isola, collegano invece Cagliari con [[Isili]], [[Macomer]] con Nuoro, e Sassari con [[Nulvi]], [[Sorso]] e Alghero.
 
L'intera rete ferroviaria non è elettrificata (gli unici mezzi elettrici in circolazione sulle rotaie dell'isola sono i tram della [[Metropolitana leggera di Sassari]] e della [[Metropolitana leggera di Cagliari]]), e presenta visibilmente decenni di mancati investimenti in innovazioni.
 
Gli ultimi ammodernamenti effettuati sul tracciato FS, dal 2000 ad oggi, riguardano la costruzione delle varianti di [[Chilivani]], Campeda e [[San Gavino Monreale]] per velocizzare le relazioni, l'introduzione dei treni [[Minuetto (treno)|Minuetto]], dotati di maggior comfort per i passeggeri e che hanno diminuito i tempi di percorrenza rispetto alle precedenti [[automotrice|automotrici]], e la realizzazione del doppio binario tra la nuova stazione di San Gavino Monreale e [[Decimomannu]], dove la linea si ricollega a quella a doppio binario esistente verso Cagliari.
 
Va inoltre segnalato il servizio turistico delle FdS: il ''[[Trenino Verde]]'' è un modo particolare per visitare alcune zone interne dell'isola; i convogli infatti penetrano in aree assolutamente prive di strade ed altrimenti irraggiungibili. È un viaggiare d'altri tempi, sia per la velocità sia per i percorsi che attraversano zone impervie e incontaminate nell'interno dell'isola.
 
Alcuni trenini sono inoltre mossi da [[locomotiva|locomotive a vapore]], veri pezzi di antiquariato, perfettamente funzionanti: la più antica tra quelle attualmente in uso risale al [[1914]].<ref>[http://www.railtouritalia.com/FDS_rot.htm Parco rotabili storici FdS]</ref> Le linee del Trenino Verde sono 4: ''[[Ferrovia Mandas-Arbatax|Mandas - Arbatax]]''; ''[[Ferrovia Isili-Sorgono|Isili - Sorgono]]''; ''[[Ferrovia Nulvi-Tempio-Palau|Sassari - Nulvi - Tempio Pausania - Palau]]'' e ''[[Ferrovia Macomer-Bosa|Macomer - Bosa]]''. La suggestività dei paesaggi e la possibilità di scoprire zone meno note della Sardegna attirano ogni anno un discreto movimento di turismo ferroviario lungo queste linee. Un analogo servizio è svolto anche dalle FS.
 
=== Trasporti su gomma ===
{{Vedi anche|:Categoria:Strade sarde}}
Sebbene la Sardegna sia l'unica regione italiana priva di [[Autostrada|autostrade]], la rete stradale è abbastanza sviluppata e si sta ampliando ulteriormente, completando la costruzione di una rete di [[superstrada|superstrade]] fra i principali centri dell'Isola, completamente pubbliche e gratuite. Da queste importanti arterie si diramano poi strade secondarie verso tutte le località, ma alcune strade periferiche ed interne, restano tortuose e non consentono velocità elevate.
 
La superstrada [[Strada Statale 131 Carlo Felice|SS 131 Carlo Felice]] attraversa l'Isola da nord a sud collegando ''Cagliari'' con ''Sassari'' e ''Porto Torres'', passando per ''Oristano'' e ''Macomer'', mentre una sua deviazione, la ''SS 131 bis DCN - Diramazione Centrale Nuoro'' raggiunge ''Olbia'' passando per ''Nuoro'', ''Siniscola'' e ''San Teodoro''.
 
L'[[Azienda Regionale Sarda Trasporti]] (ARST) collega quasi tutti i centri della Sardegna con almeno una corsa giornaliera, le restanti località, invece, sono servite da compagnie private.
 
Gli [[autobus]] sono presenti negli aeroporti e nei porti in coincidenza con l'arrivo dei [[Traghetto|traghetti]].
 
Le strade, generalmente ricche di tornanti e panoramiche, sono molto frequentate dagli appassionati delle due ruote, e la moto sembrerebbe il mezzo ideale per spostarsi nei mesi estivi; difatti a causa delle distanze e della scarsa densità, un mezzo di trasporto privato resta spesso l'unica scelta praticabile per visitare molte zone dell'Isola.
 
==Sport==
{{Vedi anche|Sport in Sardegna}}
Lo [[sport]] in Sardegna si è sviluppato ad un certo livello solo dal [[secondo dopoguerra]] in poi. La Sardegna è rappresentata con una o più squadre nelle massime serie, A o B, nel [[baseball]], nel [[Calcio (sport)|calcio]] (maschile, femminile e calcio a 5), nel [[football americano]], nell'[[hockey in-line]], nell'[[hockey su prato]] maschile, nella [[pallacanestro]] (maschile, femminile e [[Basket in carrozzina|in carrozzina]]), nella [[pallamano]] femminile, nella [[pallanuoto]] (maschile e femminile), nella [[pallavolo]] (maschile e femminile), nel [[rugby]], nel [[softball]] (maschile e feminile) e nel [[tennis]] (maschile e femminile).
 
Fra i principali impianti sportivi si citano i seguenti:
*[[Stadio Sant'Elia]], a [[Cagliari]];
*[[Stadio Vanni Sanna]], a [[Sassari]];
*[[Stadio Bruno Nespoli]], ad [[Olbia]];
*[[Stadio Mariotti]], ad [[Alghero]].
 
Uno sport tradizionale sardo è "[[Sa strumpa]]", o lotta sarda, questa disciplina sportiva è riconosciuta dal [[CONI]] e dalla Federazione Internazionale Lotte Celtiche ([[FILC]]).
 
==Amministrazione==
La Sardegna è una delle cinque [[Regione autonoma a statuto speciale|regioni autonome a statuto speciale]] d'[[Italia]] ed è l'unica regione d'Italia (a parte la [[Valle d'Aosta]] nel vecchio [[statuto speciale]]) ai cui abitanti il Legislatore costituente del 1948 riconobbe ufficialmente la dicitura di «Popolo Sardo».
 
===Subregioni storiche===
{{vedi anche|:Categoria:Territori della Sardegna}}
La Sardegna è divisa storicamente in sub-regioni che derivano direttamente, nella denominazione e nell'estensione, dai distretti amministrativi-giudiziari-elettorali dei regni giudicali, le [[curatorie]] (in sardo ''curadorias'' o ''partes'') che ricalcavano la suddivisione territoriale ben più antica operata delle diverse tribù nuragiche.
 
Alcune denominazioni non sono più in uso, mentre altre hanno resistito fino ad oggi e sono ancora correntemente utilizzate dai sardi. Eccone alcune delle più conosciute:
[[Anglona]], [[Barbagia]], [[Barigadu]], [[Baronie]], [[Campidano]], [[Logudoro]],[[Gallura]], [[Goceano]], [[Mandrolisai]], [[Marghine]], [[Marmilla]], [[Meilogu]], [[Monteacuto]], [[Montiferru]], [[Nurra]], [[Ogliastra]], [[Planargia]], [[Quirra]], [[Romangia]], [[Sarcidano]], [[Sarrabus]], [[Sulcis]], [[Trexenta]].
 
===Attuale suddivisione===
{{Vedi anche|Nuove province sarde|Presidenti della Sardegna}}
[[Immagine:Sardinia Provinces.png|300px|thumb]]
 
* [[:Categoria:Comuni della provincia di Cagliari|Comuni della provincia di Cagliari]] (71)
* [[:Categoria:Comuni della provincia di Carbonia-Iglesias|Comuni della provincia di Carbonia-Iglesias]] (23)
* [[:Categoria:Comuni della provincia del Medio Campidano|Comuni della provincia del Medio Campidano]] (28)
* [[:Categoria:Comuni della provincia di Nuoro|Comuni della provincia di Nuoro]] (52)
* [[:Categoria:Comuni della provincia dell'Ogliastra|Comuni della provincia dell'Ogliastra]] (23)
* [[:Categoria:Comuni della provincia di Olbia-Tempio|Comuni della provincia di Olbia-Tempio]] (26)
* [[:Categoria:Comuni della provincia di Oristano|Comuni della provincia di Oristano]] (88)
* [[:Categoria:Comuni della provincia di Sassari|Comuni della provincia di Sassari]] (66)
 
===Simboli della Regione===
[[Immagine:Gonfalone_RAS.jpg|thumb|right|120px|Gonfalone regionale]]
Il [[Decreto_del_Presidente_della_Repubblica|DPR]] del [[5 luglio]] [[1952]] concede alla Regione autonoma la possibilità di fregiarsi di uno [[stemma]] e di un [[gonfalone]].
 
La [[legge regionale]] [[15 aprile]] [[1999]], n. 10 stabilisce all'Art. 1: "La Regione adotta quale sua [[Bandiera_dei_quattro_mori|bandiera]] quella tradizionale della Sardegna: campo bianco crociato di rosso con in ciascun quarto una testa di moro bendata sulla fronte rivolta in direzione opposta all'inferitura."
 
Attualmente è in corso un riordino dell'identità visiva della Regione. Con delibera del [[25 gennaio]] [[2005]] la Giunta sarda ha autorizzato un [[Iniziativa_legislativa#Iniziativa_regionale|disegno di legge regionale]] "per l'adozione del simbolo della bandiera della Regione Autonoma della Sardegna [...] anche quale Stemma e Sigillo della Regione medesima".<ref>[http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_14_20051113101228.pdf Una Regione, un simbolo. - versione Pdf-] </ref>
 
===Partiti politici===
Causa e testimonianza della forte identità sarda, per alcuni autonoma e diversa da quella italiana, sono presenti diversi gruppi politici [[indipendentismo|indipendentisti]], fra cui si citano [[Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna]], [[Sardigna Natzione]] e [[A Manca pro s'Indipendentzia]], oltre ai principali due partiti autonomisti, [[Riformatori Sardi]] e [[Partito Sardo d'Azione]]. A questi si aggiungono le sezioni locali dei partiti nazionali italiani che godono di uno status particolare considerando fra i propri valori l'[[autonomismo]] e il [[federalismo]].
 
==Personaggi famosi==
{{Vedi anche |Sardi|:Categoria:Nativi della Sardegna|Lista di sardi}}
[[Immagine:Graziadeledda.jpg|thumb|right|250px|Grazia Deledda, [[premio Nobel]] per la letteratura nel [[1926]].]]
* [[Giovanni Maria Angioy]]
* [[Eleonora d'Arborea]]
* [[Enrico Berlinguer]]
* [[Francesco Cossiga]]
* [[Giuseppe Manno]]
* [[Grazia Deledda]]
* [[Antonio Gramsci]]
* [[Emilio Lussu]]
* [[Antonio Segni]]
* [[Salvatore Satta]]
* [[Costantino Nivola]]
 
<br style="clear:both"/>
 
==Note==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
 
* Birocchi I., Mattone A., ''La Carta De Logu d'Arborea nella storia del diritto medievale e moderno'', Roma-Bari, 2004
* Berlinguer L., Mattone A. (a cura di) ''La Sardegna'', in Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità a oggi. Giulio Einaudi Editore, Torino, 1998
* Casula F.C., ''La storia di Sardegna'', Sassari, 1994.
* AA.VV., ''Storia dei sardi e della Sardegna'', IV Vol., Milano, 1987-89
* Tassi F, Pratesi F., ''Guida alla natura della Sardegna'', Roma, 1985.
* Boscolo A., Bulfaretti L., Del Piano L., ''Profilo storico-economico della Sardegna'', Padova, 1972.
* [[Raimondo Carta Raspi|Carta Raspi, R.]], ''Storia della Sardegna'', 1971-77, Milano
* [[Giovanni Lilliu|Lilliu, G.]], ''La civiltà dei Sardi dal neolitico all'età dei nuraghi'',Torino, Edizioni ERI, 1967.
* Piras P.G., ''Aspetti della Sardegna bizantina'', Cagliari, 1966.
* [[Max Leopold Wagner|M. L. Wagner]], Dizionario Etimologico Sardo, Carl Winter Universitätsverlag, Heidelberg 1960.
* Dessì A., ''Raccolta di usi e consuetudini della provincia di Cagliari'', Cagliari, 1957.
* [[Francesco Alziator|Alziator F.]], ''Folclore Sardo'', Cagliari, 1957.
* [[Rafaello Delogu|R. Delogu]], ''L’architettura del Medioevo in Sardegna'', Roma, 1953, ristampa anastatica, Sassari, 1992
* [[Maurice Le Lannou|Le Lannou M.]], ''Pâtres et paysans de la Sardaigne'', Tours, 1941 e Cagliari, 1971 (it. trad. ''Pastori e contadini di Sardegna'', Cagliari, 1979).
* [[Pasquale Tola|Tola P.]], ''Codice diplomatico della Sardegna'', Cagliari, ristampa 1986.
 
== Voci correlate ==
* [[La Sardegna sulle rotte dei migranti]]
* [[Italia insulare]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|q|q_preposizione=sulla|wikt|commons=Category:Sardinia|commons_preposizione=sulla|
s=:Categoria:Canti_della_Sardegna|s_oggetto=alcuni canti|s_preposizione=della|s_etichetta=}}
 
==Collegamenti esterni==
* http://www.regione.sardegna.it/ Sito ufficiale
*{{Dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Sardegna|Sardegna}}
 
{{Sardegna}}
{{regioni}}
{{portale|Sardegna}}
{{vetrina|15|7|2006|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Sardegna}}
 
{{link AdQ|fr}}
 
[[Categoria:Regione Sardegna| !]]
[[Categoria:Isole della Sardegna| !]]
 
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