Storia della nazionale maschile di calcio dell'Italia e Il re del jazz (film 1930): differenze tra le pagine

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{{S|film d'animazione|film musicali}}
{{F|calcio|ottobre 2010}}
{{Film
{{P|toni giornalistico-epici|calcio|giugno 2010}}
|titolo italiano = Il re del jazz
{{Torna a|Nazionale di calcio dell'Italia}}
|titolo alfabetico = Re del jazz,Il
|titolo originale = King of Jazz
|immagine =
|dimImmagine =
|didascalia =
|lingua originale = inglese
|paese = [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]
|anno uscita = [[1930]]
|durata = 105 min
|aspect ratio = 1,20 : 1
|genere = musicale
|genere 2 = animazione
|regista = [[John Murray Anderson]]<br />
[[Pál Fejös]] (non accreditato)<br />[[Robert Ross (aiuto regista)|Robert Ross]] (assistente regista)
|soggetto =
|sceneggiatore =[[Harry Ruskin]]<br />
[[Charles MacArthur]] (non accreditato)
|produttore = [[Carl Laemmle Jr.]]
|produttore esecutivo =
|casa produzione = [[Universal Pictures]]
|attori =
*[[Paul Whiteman]]: se stesso (come Paul Whiteman and His Band)
*[[John Boles]]: se stesso
*[[Laura La Plante]]: editrice / stenografa
*[[Jeanette Loff]]: se stessa / voce
*[[Glenn Tryon]]: marito non sposato
*[[William Kent]]: generale
*[[Slim Summerville]]:: acquirente di automobili
*The Rhythm Boys: gruppo musicale
*[[Kathryn Crawford]]: giornalista
*[[Carla Laemmle]]: Chorine (come Beth Laemmle)
*[[Walter Brennan]]
*[[Bing Crosby]]
*[[Richard Cromwell (attore)|Richard Cromwell]]
*[[Otis Harlan]]
*[[Yola d'Avril]]
*[[Bela Lugosi]]
*[[Joan Marsh]]
*[[Charles Murray (attore)|Charles Murray]]
|fotografo = [[Jerome Ash]], [[Hal Mohr]], [[Ray Rennahan]]
|montatore = [[Robert Carlisle]]<br />
[[Maurice Pivar]] (supervisore)
|effetti speciali =
|musicista = [[Milton Ager]], [[James Dietrich]], [[George Gershwin]], [[Billy Rose]], [[Mabel Wayne]]
|scenografo = [[Herman Rosse]]
|costumista = Herman Rosse
|truccatore = [[Jack P. Pierce]] (non accreditato)
}}
 
'''''Il re del jazz''''' (''King of Jazz'') è un [[film]] del [[1930]], diretto da [[John Murray Anderson]] e, non accreditato, [[Pál Fejös]].
== Gli inizi ==
{{vedi anche|Italia-Francia (1910)}}
La [[Federazione Italiana Giuoco Calcio]] nacque nel [[1898]], quando il calcio in Italia era ancora a un livello pionieristico. I vari tentativi di dar vita a una selezione nazionale, sulla falsariga di quelle già esistenti nelle [[Gran Bretagna|Isole Britanniche]] e, per stare più vicino a noi, della [[Francia]], si concretizzarono nel [[1910]], quando finalmente, e proprio contro la stessa [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]], il [[15 maggio]] all'[[Arena Civica]] di [[Milano]] la Nazionale italiana giocò il primo incontro della sua storia. Per la cronaca, l'Italia vinse 6-2<ref>{{cita web|url=http://www.figc.it/nazionali/TabellinoGara?squadra=1&codiceGara=30|titolo=Sito ufficiale FIGC, Italia-Francia 15-5-1910|accesso=25-8-2009}}</ref> (capitano [[Francesco Calì|Francesco "Franz" Calì, giocatore dell'Andrea Doria)]]) e il primo [[gol]] italiano fu segnato da [[Pietro Lana]] che, nell'occasione, realizzò una tripletta.
[[File:Francesco Calì.jpg|thumb|150px|right|[[Francesco Calì]], primo capitano della Nazionale]]
In questa occasione, la divisa ufficiale dell'Italia fu il bianco, come il colore della squadra che stava dominando il calcio italiano dell'epoca, la [[Pro Vercelli]]. Vinti i titoli 1908 e 1909, la squadra dei "Leoni" vercellesi fu però sconfitta dall'[[Inter]] nel 1910, nel primo vero spareggio della storia del campionato italiano. Il presidente della Pro, [[Luigi Bozino]] (futuro presidente FIGC e primo vicepresidente italiano della FIFA e amico fraterno di [[Jules Rimet]]), schierò i ragazzini della Primavera contro i nerazzurri, che vinsero di conseguenza facilmente per 10-3. Il motivo fu la data dello spareggio stesso (disputato a Vercelli, come da regolamento), che - a dire dei vercellesi - non consentiva alle Bianche Casacche di recuperare fisicamente dopo la disputa di alcuni trofei militari, in cui erano stati precedentemente invitati.
 
Nel [[2013]] è stato scelto per essere conservato nel [[National Film Registry]] della [[Biblioteca del Congresso]] degli [[Stati Uniti d'America]].<ref>{{cita web|url= http://www.loc.gov/today/pr/2013/13-216.html|titolo= Cinema with the Right Stuff Marks 2013 National Film Registry|editore=[[Biblioteca del Congresso|Library of Congress]]|accesso=18 dicembre 2013|lingua=en}}</ref>
Ne seguì la beffa per il club piemontese: una sonora squalifica della F.I.F. (la Federazione Italiana Foot-ball, che da lì a poco sarebbe diventata "F.I.G.C.") a tutti i calciatori vercellesi, proprio a pochi giorni dall'esordio in Nazionale. La squalifica fu poi tolta, e per scusarsi la Federazione scelse di far debuttare la Nazionale con la maglia bianca di quei giocatori che non poterono prendere parte alla sfida con la Francia. Bianco, che, infatti, è ancora la seconda divisa ufficiale degli Azzurri.
 
== Trama ==
[[File:Fossati.jpg|thumb|150px|left|[[Virgilio Fossati]], terzo capitano della Nazionale]]
{{...|film}}
Pochi giorni dopo l'esordio, l'Italia andò a far visita all'[[Ungheria]] che all'epoca, insieme all'[[Austria]], rappresentava quanto di meglio si potesse trovare sulla scena del calcio mondiale (la cosiddetta ''Scuola Danubiana'', in auge fino a tutto il primo dopoguerra e poi decaduta). Non stupisce quindi la pesante sconfitta che gli Azzurri rimediarono a opera dei Magiari. Nell'occasione, quella fu la seconda ed ultima volta che la Nazionale utilizzò maglie bianche con lo stemma di Casa Savoia. Fu deciso che dall'incontro successivo (per combinazione, sempre contro gli Ungheresi, il [[6 gennaio]] [[1911]] a [[Milano]]) il colore da utilizzare, proprio in onore dei [[Casa Savoia|Savoia]], fosse l'azzurro della loro bandiera, al centro della quale v'era lo Scudo Sabaudo rosso con una croce bianca all'interno.
 
==Produzione==
Le foto dell'epoca ci mostrano un colore slavato tendente al [[celeste (colore)|celeste]] e in effetti le sfumature cromatiche della maglia cambiarono notevolmente nel corso degli anni, passando da un bluastro-indaco fino a un azzurro scuro, non essendo mai stata chiarita con precisione la tonalità dell'azzurro da usare. Comunque, il colore fece subito presa e fin da allora i giocatori della Nazionale vennero chiamati ''Azzurri''. Azzurri si chiamano anche oggi, per estensione, tutti gli atleti che, dopo i calciatori, si trovarono a rappresentare l'Italia nelle varie discipline sportive.
Il film fu prodotto dall'Universal Pictures con un budget stimato di due milioni di dollari. Le riprese durarono dal novembre 1929 al 20 marzo 1930<ref>[https://www.imdb.com/title/tt0021025/business IMDb business]</ref>. Venne girato allo Stage 12, Universal Studios (100 Universal City Plaza, Universal City)<ref>[https://www.imdb.com/title/tt0021025/locations IMDb Locations]</ref>.
 
==Distribuzione==
[[Immagine:Football at the 1912 Summer Olympics - Italy squad.JPG|thumb|250px|La nazionale italiana del [[1912]] alle [[Giochi della V Olimpiade|Olimpiadi di Stoccolma]]]]
Distribuito dall'Universal Pictures, uscì nelle sale cinematografiche USA il 20 aprile 1930 con il titolo originale ''King of Jazz''. Il film ebbe una distribuzione internazionale: uscì in Argentina il 20 settembre dello stesso anno come ''El rey del Jazz''; in Francia, a Parigi, il 20 dicembre 1930; in Portogallo, come ''O Rei do Jazz'', il 19 maggio 1931<ref>[https://www.imdb.com/title/tt0021025/releaseinfo IMDb release info]</ref>.
Gli esordi della Nazionale videro una squadra piena di carattere e di buona volontà ancorché tatticamente sprovveduta. A dispetto del fatto che l'ossatura fosse basata sui giocatori della Pro Vercelli, ovvero la miglior squadra italiana del momento, i risultati tardarono ad arrivare e alla prima uscita ufficiale, il torneo calcistico dei [[Giochi della V Olimpiade|Giochi Olimpici di Stoccolma]] nel 1912, l'Italia, guidata per la prima volta da [[Vittorio Pozzo]] fu eliminata al 1º turno.
 
==Note==
Si dovette attendere il [[1920]] e la fine della [[Grande Guerra]] per rivedere l'Italia in un torneo ufficiale, ancora i Giochi Olimpici, quelli di [[Giochi della VII Olimpiade|Anversa]]. Progressi se ne videro, giacché gli Azzurri giunsero ai quarti di finale. Stesso risultato quattro anni dopo a [[Giochi della VIII Olimpiade|Parigi]].
<references/>
 
==Altri progetti==
Nel [[1928]], dopo l'esordio nella neonata [[Coppa Internazionale]], l'Italia si presentò con fondate speranze di far bene al torneo calcistico dei [[Giochi della IX Olimpiade|Giochi Olimpici di Amsterdam]]. In effetti gli azzurri, dopo aver superato il girone di qualificazione, sconfissero la Francia negli ottavi di finale (4-3, rimontando da 0-2) e la [[Spagna]] nella ripetizione dei quarti dopo aver pareggiato il primo incontro (1-1 la prima partita, addirittura 7-1 la ripetizione) qualificandosi così alle semifinali dove si dovettero fermare di fronte ai campioni olimpici uscenti dell'[[nazionale di calcio uruguaiana|Uruguay]], che vinsero 3-2. Considerando che l'Uruguay, squadra che avrebbe nella partita dopo vinto per la seconda volta consecutiva il torneo calcistico olimpico, era all'epoca una delle potenze mondiali del calcio (e avrebbe vinto anche il primo [[campionato del mondo di calcio|mondiale]] di calcio due anni dopo), il risultato dell'Italia fu più che lusinghiero. A completare l'ottimo torneo, arrivò la medaglia di bronzo conquistata battendo l'[[nazionale di calcio egiziana|Egitto]] per 11-3, tuttora l'incontro degli Azzurri con il maggior numero di reti segnate (e sarebbero probabilmente state 12 se [[Fulvio Bernardini]] non avesse deliberatamente calciato fuori un calcio di rigore per non infierire ulteriormente).
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
== Gli [[Anni 1930|anni trenta]]: i due mondiali e l'oro olimpico==
* {{Collegamenti esterni}}
[[Immagine:Naz italia-1934.jpg|thumb|250px|left|Italia [[Campionato mondiale di calcio 1934|campione del mondo nel 1934]]]]
Per iniziativa di [[Jules Rimet]], l'allora presidente della [[FIFA]], nacque il [[Campionato mondiale di calcio|Campionato del mondo di calcio]], competizione riservata alle squadre nazionali. Fu decisa la cadenza quadriennale, sulla falsariga delle [[Giochi olimpici|Olimpiadi]], e si stabilì che il torneo si sarebbe giocato negli anni pari non olimpici. La prima nazione a ospitare il campionato fu l'[[Uruguay]], nel luglio del [[1930]]. Ma l'Italia non partecipò a tale [[Campionato mondiale di calcio 1930|edizione]] del campionato per via del lungo viaggio transoceanico da affrontare ed anche per via di un certo snobismo delle nazioni europee nei confronti di tale torneo, in particolare dell'[[nazionale di calcio inglese|Inghilterra]] che fino al [[1950]] non parteciperà al mondiale.
 
[[Immagine:V_Pozzo_2.jpg|thumb|250px|[[Vittorio Pozzo|Pozzo]] dà indicazioni ai suoi giocatori prima dei tempi supplementari di Italia-Cecoslovacchia]]
 
Ciononostante, in [[Anni 1930|quel decennio]] l'Italia si fece conoscere come una delle nazionali più forti del mondo, facendosi valere dovunque e vincendo in sequenza il [[Campionato mondiale di calcio 1934|campionato del mondo del 1934]], il torneo di calcio [[Giochi della XI Olimpiade|olimpico del 1936]] e, di nuovo, il [[Campionato mondiale di calcio 1938|campionato del mondo del 1938]], a spese di nazionali prestigiose come [[Ungheria]], [[Austria]], [[Cecoslovacchia]], [[Francia]] e perfino [[Brasile]].
 
Il giocatore di maggior spessore di quella squadra era senza dubbio il [[Milano|milanese]] [[Giuseppe Meazza]], fuoriclasse assoluto con la palla tra i piedi e antesignano del ''[[bon-vivant]]'' e donnaiolo fuori dal campo. A guidare la squadra un vecchio [[tenente]] degli [[Alpini]], il monarchico [[Vittorio Pozzo]], piemontese tutto d'un pezzo con l'etica del lavoro e del sacrificio, che da Commissario Unico riuscì a far primeggiare la Nazionale dovunque,ottenne 30 risultati utili di fila, secondo record dopo quello di Lippi.
 
=== I mondiali del 1934 ===
 
Lo spirito dei giocatori, in omaggio alla visione cameratesca che Pozzo aveva della squadra, era quella del reciproco aiuto. Ad esempio, il trio arretrato della [[Juventus]], [[Gianpiero Combi|Combi]]-[[Virginio Rosetta|Rosetta]]-[[Umberto Caligaris|Caligaris]], era impenetrabile proprio per via della solida amicizia e collaborazione che univa i tre compagni di reparto.
 
Superato agevolmente l'incontro di qualificazione a [[Milano]] contro la [[nazionale di calcio greca|Grecia]] (battuta 4-0), l'Italia affrontò il [[Campionato mondiale di calcio 1934|mondiale casalingo]] vero e proprio a partire dagli [[nazionale di calcio statunitense|Stati Uniti]], facilmente battuti 7-1. In quell'occasione Rosetta giocò la sua ultima partita in Nazionale, e peggio andò a Caligaris, rimasto a quota 59 incontri e rimpiazzato già dalla prima partita da [[Luigi Allemandi|Allemandi]]. A [[Firenze]] vi fu dura una battaglia terminata per 1-1 contro la [[nazionale di calcio spagnola|Spagna]], la cui porta era difesa dal leggendario [[Ricardo Zamora]], colui al quale Meazza non riuscì mai a segnare. Infatti, tra ruvidezze ed entrate al limite del regolamento - e forse oltre - toccò a [[Giovanni Ferrari|Ferrari]] pareggiare il gol iniziale degli spagnoli. La ripetizione il giorno dopo terminò 1-0 per l'Italia e non vide in campo molti protagonisti della battaglia precedente, tra cui lo stesso Zamora; fu Meazza a segnare il gol che dava all'Italia la semifinale.
 
Sempre per 1-0 (gol di [[Enrique Guaita|Guaita]]) fu battuta a [[Milano]] anche l'[[nazionale di calcio austriaca|Austria]]. Il [[10 giugno]] [[1934]] allo stadio PNF (odierno Stadio Flaminio) di [[Roma]] l'Italia batté dopo i tempi supplementari la [[Cecoslovacchia]] per 2-1 (primo tempo 0-0; secondo tempo 1-1). [[Raimundo Orsi]] pareggiò il gol [[nazionale di calcio cecoslovacca|cecoslovacco]] a 9 minuti dalla fine e nei supplementari il centravanti [[Bologna Football Club 1909|bolognese]] [[Angelo Schiavio]], nella sua ultima apparizione azzurra, segnò al 5' del I tempo supplementare la rete che valse il titolo mondiale. La successione delle reti fu: 0-1, 1-1, 2-1.
 
{{Nazionale italiana mondiali 1934}}
 
=== I leoni di Highbury ===
 
A quel tempo, come detto, gli [[nazionale di calcio inglese|Inglesi]], che si ritenevano i maestri del calcio, non partecipavano neppure al campionato del mondo, giudicato una rassegna di rango inferiore alle loro ambizioni. Al massimo la nazionale campione del mondo poteva guadagnarsi il diritto di sfidare gli Albionici, come un esame di laurea, e così fu: la prima uscita degli Azzurri dopo il mondiale ([[14 novembre]] [[1934]]) li vide affrontare a [[Londra]] proprio la nazionale inglese, nello stadio di [[Arsenal Stadium|Highbury]], il tempio dell'[[Arsenal]]. Quella partita passò alla storia come la [[Battaglia di Highbury]]: come costume di quell'epoca, l'incontro non risparmiò durezze e scontri, tanto che nei primissimi minuti di gioco il [[centromediano]] azzurro [[Luisito Monti]] ebbe un piede fratturato (e fu solo il primo di una lunga serie di infortunati) e, dopo aver tentato di resistere per alcuni minuti dovette uscire dal campo lasciando la squadra in 10 (infatti a quei tempi non erano previste le sostituzioni).
 
[[Immagine:Umberto Caligaris.jpg|thumb|180px|[[Umberto Caligaris]], capitano della Nazionale Campione del mondo nel 1934]]
 
In questi primi minuti gli Azzurri si trovarono privati di un giocatore determinante per l'assetto difensivo della squadra, e nel periodo in cui l'Italia non aveva ancora trovato un nuovo assetto difensivo gli inglesi ebbero il dominio di gioco. Già dopo un minuto fu fischiato un rigore a favore degli inglesi ma il portiere [[Carlo Ceresoli|Ceresoli]] riuscì a deviare con uno spettacolare tuffo sulla sinistra il tiro dell'attaccante inglese Brooke; nonostante questo al quarto d'ora gli avversari dell'Italia erano già avanti per tre gol a zero. A quel punto, gli Azzurri in dieci reagirono e Meazza realizzò una doppietta. Pur sconfitta per 3-2, l'Italia uscì dal campo guadagnandosi il rispetto degli inglesi che definirono gli Azzurri ''I leoni di Highbury''.
 
=== Le Olimpiadi di Berlino ===
 
Due anni dopo la vittoria nel campionato del mondo, l'Italia si impose anche nel torneo Olimpico di Berlino, schierando una squadra formata da soli studenti per protesta contro le accuse di [[professionismo]] mosse da altre nazioni. A [[Berlino]] la stella indiscussa fu l'ala destra [[Annibale Frossi]], autore di 7 gol in 4 partite di quella edizione dei [[Giochi olimpici]], di cui una doppietta nella finale con l'[[nazionale di calcio austriaca|Austria]], decisa ai tempi supplementari. Frossi, laueato in [[ingegneria]] ed affetto da [[miopia]], era famoso per i suoi [[occhiali]] dai quali non si separava mai, neanche in campo, e per il suo fisico snello e il volto caratterizzato dagli occhiali era soprannominato dai tifosi "Dottor Sottile"; calciatore dell'[[Associazione Sportiva Dilettante Aquila|Aquila]], venne acquistato dopo il torneo olimpico dall'[[Internazionale Football Club|Ambrosiana]], squadra nella quale avrebbe giocato dal [[1936]] al [[1942]] vincendo due [[Scudetto|Scudetti]] nel [[1938]] e nel [[1940]] ed una [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]] nel [[1939]].
 
L'Italia iniziò battendo di misura gli [[nazionale di calcio degli Stati Uniti|Stati Uniti]] con un gol di Frossi, che avrebbe poi realizzato una tripletta contro il [[Nazionale di calcio del Giappone|Giappone]], battuto 8-0 dagli azzurri nei quarti di finale. In semifinale, dopo che i tempi regolamentari contro la [[Nazionale di calcio della Norvegia|Norvegia]] si erano conclusi 1-1, all'inizio dei supplementari fu decisivo un gol di Frossi, che si sarebbe ripetuto nella finale contro l'Austria realizzando una doppietta con un gol nei regolamentari ed uno nei suplementari permettendo così all'Italia di vincere l'Oro Olimpico.
{{Nazionale italiana Olimpiadi 1936}}
 
=== I mondiali del 1938 ===
 
[[Immagine:Italiacampionedelmondo1938.jpg|thumb|right|250px|Italia campione del mondo 1938]]
Quando gli Azzurri si presentarono all'esordio della terza [[Campionato mondiale di calcio 1938|Coppa del mondo]], in programma nel [[1938]] in [[Francia]] come campioni mondiali e olimpici uscenti, essi vantavano anche il non indifferente record di imbattibilità che durava dal [[1935]] (e alla fine saranno 30 incontri fino al [[1939]]). Infortunatosi alla vigilia il portiere titolare [[Carlo Ceresoli|Ceresoli]], i pali furono affidati ad [[Aldo Olivieri]], che fu fra i protagonisti della vittoria azzurra, insieme a Meazza, a [[Giovanni Ferrari]], a [[Gino Colaussi]] ed a [[Silvio Piola]]: eliminata per 2-1 dopo i tempi supplementari la [[nazionale di calcio norvegese|Norvegia]] in quello che fu forse l'incontro più difficile per l'Italia in quel mondiale, gli Azzurri volarono a [[Parigi]] ed eliminarono per 3-1 i padroni di casa [[nazionale di calcio francese|Francesi]] (la maglia della divisa italiana era nera, in onore al fascismo), per poi far fuori il [[nazionale di calcio brasiliana|Brasile]] a [[Marsiglia]] per 2-1, con Meazza protagonista di un singolare episodio.
 
La stella dell'[[Inter|Ambrosiana]], prima di tirare il rigore che portò l'Italia sul 2-0, ebbe un piccolo problema: si era rotto l'elastico dei suoi pantaloni. Così "Peppino" dovette tenerli con una mano ma ciò non gli impedì di beffare il portiere con una finta e segnare. La finale, allo [[Stade olympique Yves-du-Manoir|stadio Yves du Manoir]] di [[Colombes]], a [[Parigi]], fu tutto sommato una formalità: mai in discussione il risultato, il [[19 giugno]] l'Italia batté l'Ungheria per 4-2 (primo tempo 3-1) con due doppiette, di [[Silvio Piola|Piola]] e di [[Gino Colaussi|Colaussi]]; la successione delle reti fu: 1-0, 1-1, 2-1, 3-1, 3-2, 4-2.
 
{{Nazionale italiana mondiali 1938}}
 
[[Immagine:Giuseppe Meazza Italy.jpg|thumb|150px|[[Giuseppe Meazza]] oltre ad aver guidato la Nazionale ai Mondiali del '38 come capitano, fu miglior marcatore con le sue 33 reti fino al [[9 giugno]] [[1973]], quando [[Luigi Riva|Riva]] lo raggiunse, e poi, il [[29 settembre]] dello stesso anno, lo superò]]
 
Anche dopo la seconda vittoria gli Azzurri incontrarono la nazionale inglese a [[Milano]]. La partita finì 2-2 (successione dei gol: 1-0, 1-1, 2-1, 2-2); per due volte gli Azzurri andarono in vantaggio (reti di [[Amedeo Biavati|Biavati]] e [[Silvio Piola|Piola]]) e furono raggiunti dagli inglesi. Il gol di Piola rimase celebre perché fu segnato in elevazione aiutandosi con una mano.
 
Pochi anni dopo il calcio tornò a fermarsi per la [[Seconda guerra mondiale]]. Nonostante il regolare svolgimento del campionato italiano, tra alti e bassi, fino al [[1943]], la Nazionale giocò solo tre incontri fra il [[1940]] e il [[1942]] prima della [[Resistenza italiana|Liberazione]].
 
==Dopoguerra==
Dopo le devastazioni della guerra e le lacerazioni interne dovute alla guerra civile tra [[Resistenza italiana|partigiani]] e [[Repubblica di Salò|repubblichini]], si avvertì in tutto il Paese il bisogno di riconciliazione, e di riunirsi attorno a simboli che non potessero essere interpretati come appannaggio di una sola parte politica o di una classe sociale. I grandi sport di massa ben svolsero questa funzione, e infatti gli italiani, non importa di quale colore politico, non importa di quale censo, tornarono a sorridere grazie al [[ciclismo]] con [[Gino Bartali|Bartali]] e [[Fausto Coppi|Coppi]] a dominar corse, [[Giro d'Italia|Giri]] e [[Tour de France]], e soprattutto grazie al calcio, che in quegli anni si declinava in un solo colore, quello granata: infatti la squadra più forte in circolazione era il [[Torino Calcio|Torino]], che aveva vinto gli scudetti [[Divisione Nazionale 1945-1946|1945-1946]], [[Serie A 1946-1947|1947-1948]] e [[Serie A 1946-1947|1948-1949]] e che in occasione dell'incontro Italia-[[Ungheria]] giocata a [[Stadio Olimpico (Torino)]] l'[[11 maggio]] [[1947]] e vinta 3-2 dagli azzurri arrivò a dare dieci uomini alla Nazionale, nell'occasione composta interamente di giocatori di squadre torinesi, in quanto l'unico "intruso", schierato dal commissario tecnico [[Vittorio Pozzo]], nel blocco del [[Grande Torino]] era il [[portiere (calcio)|portiere]] della [[Juventus]] [[Lucidio Sentimenti|Sentimenti IV]].
 
Quando l'aereo che, il [[4 maggio]] [[1949]], stava riportando il [[Grande Torino]] a casa da un'amichevole in [[Portogallo]] contro il [[SL Benfica|Benfica]] si schiantò contro la collina di [[Superga]], fu un lutto per tutta l'Italia - non solo quella sportiva - che faticosamente si stava lasciando alle spalle le lacrime del conflitto mondiale. Al Torino fu assegnato lo scudetto del 1949 per volontà di tutte le altre squadre del campionato.
 
===Gli anni bui: da Superga alla Corea (1949-1966)===
[[Immagine:Batalla de Santiago 2.jpg|thumb|250px|left|''[[Battaglia di Santiago (calcio)|Battaglia di Santiago]]'' (1962), uno dei tanti episodi violenti dell'incontro tra Italia e Cile]]
Dal punto di vista sportivo la scomparsa di quel [[Torino Calcio|Torino]] fu un vero colpo per la Nazionale: privata degli elementi migliori, non vi fu modo di mettere in piedi una squadra competitiva per i campionati brasiliani del [[Campionato mondiale di calcio 1950|1950]]. La [[nazionale di calcio svedese|Svezia]] (composta da giovani promesse anziché professionisti) ebbe gioco facile a battere l'Italia 3-2 e ad eliminarla dal torneo già dalla prima partita, infatti a nulla servì la vittoria per 2-0 contro il [[Nazionale_di_calcio_del_Paraguay|Paraguay]]. Iniziò così un periodo buio per la nazionale italiana: eliminata al primo turno ai mondiali del [[Campionato mondiale di calcio 1954|1954]] in [[Svizzera]], addirittura non si qualificò per quelli in Svezia del [[Campionato mondiale di calcio 1958|1958]], avendo perso in fase eliminatoria per 2-1 contro l'[[Nazionale di calcio nordirlandese|Irlanda del Nord]].
 
La crisi - dovuta a carenze strutturali del Bel Paese, nonché a fatti incidentali come la citata tragedia di Superga - iniziata negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] non fu completamente superata nel decennio successivo, ma si posero le basi per una ripresa del movimento calcistico italiano a livello internazionale (aiutate anche dalle vittorie delle squadre di club nelle competizioni europee, in particolare la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], prima finalista italiana nella [[Coppa dei Campioni 1956-1957|Coppa dei Campioni del 1957]] e vincitrice nella prima edizione della [[Coppa delle Coppe 1960-1961|Coppa delle Coppe del 1961]] e il [[AC Milan|Milan]] nella [[Coppa dei Campioni 1962-1963|Coppa dei Campioni del 1963]]).
 
In effetti, una volta riguadagnata competitività sul piano tecnico (ma grazie alla presenza di assi stranieri), il problema della [[FIGC|Federazione]] era quello di mostrarsi unita ed efficiente, cosa che spesso non succedeva per via di lotte intestine e dissidii al vertice. Comunque, gli Azzurri si qualificarono per il sesto campionato del mondo, in programma nel 1962 in [[Campionato mondiale di calcio 1962|Cile]]. Fu una spedizione mal gestita, che iniziò sotto le peggiori premesse e finì, se possibile, anche peggio di come si paventava. Un'incauta stampa italiana fece pesanti apprezzamenti sulla situazione cilena e sul degrado di molte realtà sociali di quel Paese, cosa questa che indispettì i Cileni.
 
[[Immagine:sandro salvadore.jpg|thumb|150px|[[Sandro Salvadore]], capitano della Nazionale ai Mondiali del 1966]]
 
A complicar le cose, un sorteggio che mise l'Italia di fronte a [[nazionale di calcio svizzera|Svizzera]], {{NazNB|CA|FRG}} e lo stesso [[Nazionale di calcio cilena|Cile]]: mentre gli azzurri pareggiarono 0-0 con i tedeschi, il Cile batté gli elvetici 3-1, rendendo la partita successiva, Italia-Cile, un autentico spareggio: la partita fu infiammata nei giorni antecedenti da questioni politiche e sociali. L'incontro tra italiani e sudamericani si contraddistinse per violenza e incompetenza arbitrale (la famosa ''[[Battaglia di Santiago (calcio)|Battaglia di Santiago]]''). L'Italia dovette subire un arbitraggio casalingo e finì la partita in nove uomini (espulsioni di [[Giorgio Ferrini|Ferrini]] e [[Mario David|David]]) perdendo 2-0, mentre a nulla valse la vittoria successiva sulla Svizzera.
 
La squadra che andò ad affrontare il settimo campionato del mondo nel [[Campionato mondiale di calcio 1966|1966]] in [[Inghilterra]] era forse la più forte degli ultimi anni, ma se quattro anni prima si poté invocare ad attenuante per l'eliminazione il brutto clima creato a seguito delle improvvide dichiarazioni della stampa italiana, in Inghilterra si dovette fare il ''mea culpa'' per scelte sbagliate e ambigui rapporti di potere in seno alla [[FIGC|Federazione]].
Ma la responsabilità maggiore risiede nelle scelte di fondo del C.T., Edmondo Fabbri, che non solo volle fare a meno dello squadrone interista, ma ne ruppe la difesa non convocando il più grande "libero" del mondo, [[Armando Picchi]], e lasciò a casa il geniale [[Mario Corso]].
 
Inserita probabilmente nel girone più facile con {{NazNB|CA|SUN}}, {{NazNB|CA|CHL}} e {{NazNB|CA|PRK}}, l'Italia vinse 2-0 nell'esordio-rivincita contro i sudamericani, ma perse 1-0 dai sovietici. La partita con la Corea del Nord divenne determinante e sarebbe bastato un pareggio per la qualificazione ai quarti. Invece, nonostante la squadra asiatica fosse nettamente sfavorita, la partita divenne quasi subito difficile: chi afferma, dopo che il regista italiano [[Giacomo Bulgarelli]] dovette uscire per un grave infortunio al ginocchio e la squadra rimase in 10 (il mondiale inglese fu l'ultimo per il quale non furono possibili sostituzioni); chi, invece, per una totalmente sbagliata formazione.
Fatto sta che gli azzurri non riuscirono a segnare mentre alla fine del primo tempo il nordcoreano [[Pak Doo Ik]] andò in gol e gli italiani non seppero rimontare, condannando così la squadra azzurra alla più cocente umiliazione sportiva della sua storia. Tuttavia giova ricordare che la squadra asiatica, snobbata completamente in fase di pronostico, si dimostrò poi una delle autentiche rivelazioni del torneo inglese. Infatti nei quarti di finale riuscì a portarsi sul 3-0 contro il {{NazNB|CA|PRT}}, che aveva battuto il [[Brasile]] campione del mondo in carica. Il Portogallo riuscì a vincere alla fine per 5-3 solo grazie all'apporto del fuoriclasse [[Eusébio]], che segnò 4 reti e che sarebbe stato il capocannoniere del torneo con 9 reti.
 
==Gli anni della ripresa (1968-1978)==
===Euro 1968===
[[Immagine:Italia campione europa.jpg|thumb|250px|Italia campione d'Europa [[1968]]<br />In piedi: Salvadore, Zoff, Riva, Rosato, Guarneri, Facchetti. Accovacciati: Anastasi, de Sisti, Domenghini, Mazzola, Burgnich]]
[[Immagine:Italia 1968 rete Riva.jpg|thumb|left|170px|La rete di Gigi Riva che all'11' spianò la via al successo azzurro]]
Nel [[1960]] vide la luce il primo [[Campionato europeo di calcio|campionato d'Europa per nazioni]], organizzato dall'[[UEFA]]. L'Italia ne ospitò la terza edizione, quella del [[Campionato europeo di calcio 1968|1968]], che vide nella fase finale a quattro anche l'Inghilterra (campione del mondo in carica), la {{NazNB|CA|YUG}}, e l'URSS. L'Italia si qualificò a questa edizione degli Europei superando senza alcun problema (5 vittorie ed 1 pareggio) un girone di qualificazione relativamente agevole composto da: {{NazNB|CA|ROU}}, {{NazNB|CA|CHE}} e {{NazNB|CA|CYP}}, e successivamente superando con molte difficoltà nei quarti di finale la {{NazNB|CA|BUL}} (sconfitta per 2-3 fuori casa e vittoria per 2-0 in casa).
 
All'Italia capitò come semifinalista la nazionale sovietica, mentre nell'altra semifinale si incontravano Jugoslavia e Inghilterra. La semifinale contro i sovietici, giocata a [[Napoli]], finì 0-0 anche dopo i tempi supplementari, ma visto che non esisteva ancora lo spareggio tramite i [[calci di rigore]], vide l'Italia prevalere grazie al lancio della monetina. Gli Azzurri dovettero così affrontare in finale la Jugoslavia di [[Dragan Dzajić]], che aveva battuto nell'altra semifinale per 1-0 l'Inghilterra, allo [[Stadio Olimpico di Roma]].
 
La finale contro gli jugoslavi fu assai sofferta e si ottenne soltanto un pareggio per 1-1 (con gol dello stesso [[Dragan Dzajić|Dzajić]] e pareggio piuttosto fortunoso su punizione di [[Angelo Domenghini]], sul cui tiro un giocatore della barriera si mosse e il pallone attraversò la barriera finendo in rete); così si dovette procedere alla ripetizione della finale, ma questa seconda partita ebbe un esito ben diverso e vide l'Italia trionfare con un rotondo 2-0 (grazie a Riva e Anastasi) che diede all'Italia il suo primo e, per ora, unico trofeo continentale.
 
{{Nazionale italiana europei 1968}}
 
===Il mito dell'"Azteca"===
====Mondiali 1970====
[[Immagine:Italiamessico70.JPG|thumb|left|310px|Italia vicecampione del mondo [[1970]]]]
L’[[Campionato mondiale di calcio 1970|ottavo campionato del mondo]], che si svolse in [[Messico]] nel [[1970]], fu quello che, nonostante la mancata vittoria, segnò il ritorno più o meno in pianta stabile dell’Italia ai vertici del calcio mondiale. È tuttora noto per la semifinale Italia - Germania Ovest, che molti ribattezzarono ''“[[Partita del secolo (calcio)|la partita del secolo]]”'': in effetti, viste le premesse, non era certo preventivabile una partita così spettacolare. L’Italia proveniva da un cammino tutto sommato facile, avendo incontrato negli ottavi {{NazNB|CA|URY}}, {{NazNB|CA|SWE}} e [[Nazionale di calcio israeliana|Israele]] e passando ai quarti senza strafare; infatti dopo la vittoria per 1-0 contro gli svedesi (tiro da lontano di [[Angelo Domenghini|Domenghini]] che entra in rete passando sotto il corpo del portiere in goffo tuffo sulla sinistra), ci fu il prevedibile 0-0 con gli uruguagi e l'inatteso 0-0 contro gli israeliani, caratterizzato però dall'annullamento di 2 gol di [[Luigi Riva|Riva]] per due fuorigioco inesistenti segnalati da uno dei guardalinee.
A questo episodio è legato un cambio della guardia significativo per i telespettatori italiani. Infatti, a causa di pesanti critiche rivolte nei confronti del guardalinee responsabile degli annullamenti, il mitico telecronista [[Nicolò Carosio]] venne sostituito da [[Nando Martellini]] nella telecronache delle partite nazionali. Passata comunque la nazionale ai quarti di finale, è considerabile nella norma anche il 4-1 con cui aveva regolato nella "Bombonera" di [[Toluca]] i modesti padroni di casa [[Nazionale di calcio messicana|messicani]]. La nazionale di casa aveva segnato per prima ma era stata raggiunta sull'1-1 grazie ad un autogol dovuto ad una deviazione su tiro di Domenghini; nel secondo tempo gli Azzurri dilagarono segnando con [[Luigi Riva|Riva]], [[Gianni Rivera|Rivera]] e di nuovo con Riva. Tutt’altro affare per la [[Nazionale di calcio della Germania|Germania Ovest]] che nei quarti aveva dovuto battere dopo i supplementari per 3-2 l'{{NazNB|CA|ENG}} campione uscente rimontando da 0-2 (fra parentesi questa fu in assoluto la prima vittoria delle nazionale tedesca contro quella inglese).
 
La semifinale tra Italiani e Tedeschi (per la cronaca, giocatasi allo Stadio “[[Estadio Azteca|Azteca]]” di [[Città del Messico]] il [[17 giugno]] [[1970]]) si stava avviando verso uno stanco e non troppo meritato 1-0 azzurro (il gol era stato realizzato da [[Roberto Boninsegna|Boninsegna]] nei primissimi minuti di gioco) e per tutto il resto della partita furono soprattutto i tedeschi ad attaccare. Ma i sogni di una finale già conquistata furono infranti dall'1-1 segnato da [[Karl-Heinz Schnellinger|Schnellinger]] dopo che il 90º era scaduto da 2 minuti e mezzo (c'è da ricordare che a quei tempi non era ancora invalsa la regola del recupero e, sebbene fosse facoltà dell'arbitro fischiare dopo, le partite di calcio terminavano di solito allo scadere del 90º).
 
A emozionare gli spettatori fu l’altalena di gol nei tempi supplementari. Prima andarono in vantaggio i Tedeschi (gol di [[Gerd Müller]] su incomprensione tra il portiere azzurro [[Enrico Albertosi|Albertosi]] e il terzino [[Fabrizio Poletti|Poletti]], ma subito pareggiarono gli Italiani con una provvidenziale quanto atipica proiezione offensiva del terzino azzurro [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]] (che segnò qui uno dei pochissimi gol della sua carriera, certo il più importante), e poi di nuovo gli Italiani con una rete di [[Luigi Riva|Riva]] per il 3-2 con cui si chiuse il I tempo supplementare.
 
Tuttavia nel II tempo supplementare vi fu il momentaneo pareggio tedesco ancora con [[Gerd Müller]] che segnò di testa a filo del palo di sinistra, complice una grave incertezza di [[Gianni Rivera|Rivera]] che si vide passare la palla rasente alla gamba senza intervenire. Ma lo stesso Rivera si fece perdonare nell'azione successiva; dopo una fuga sulla sinistra, Boninsegna effettuò un passaggio all'indietro a centro area verso uno smarcatissimo Rivera che spiazzò il portiere [[Sepp Maier|Maier]] segnando alla sua destra per il 4-3 finale che deliziò gli spettatori. Ma lo sforzo sostenuto a 2000 metri d’altezza fu pagato nella finale, nel corso della quale l’Italia riuscì a tener testa al {{NazNB|CA|BRA}} di [[Pelé]] (che segnò al 18º uno splendido 0-1 di testa) per circa un’ora, pareggiando alla fine del 1º tempo con Boninsegna.
 
Tuttavia tre gol negli ultimi venti minuti ([[Gérson]], [[Jairzinho]] e [[Carlos Alberto]]) sancirono la superiorità dei sudamericani che si portarono definitivamente a casa la Coppa Rimet (salvo perderla per furto qualche anno dopo). Comunque l’Italia si confermò la miglior nazionale europea e fece un’ottima impressione nonostante l'invenzione della "[[staffetta]]" tra Mazzola e Rivera a opera del CT [[Ferruccio Valcareggi|Valcareggi]] e, a seguito di questa, i soli sei minuti giocati dallo stesso Rivera, entrato all'84º di una partita ormai ampiamente compromessa (episodio, questo, che darà vita al detto "i sei minuti di [[Gianni Rivera|Rivera]]").
{{Nazionale italiana mondiali 1970}}
{{vedi anche|Campionato mondiale di calcio 1970}}
 
[[Immagine:Dino zoff.jpg|thumb|190px|[[Dino Zoff]] fu convocato per i Mondiali del 1970, del 1974, del 1978 e del 1982. Ottenne la fascia del capitano nel [[1977]] come successore di [[Giacinto Facchetti]]]]
 
===Da Ferruccio Valcareggi a Enzo Bearzot (1970-1978)===
====Mondiali 1974====
La nazionale che aveva ben figurato al mondiale necessitava di ricambio generazionale in alcuni settori fondamentali di gioco, ma Valcareggi rimase fedele ai calciatori che erano arrivati in finale, così l'Italia non fu in grado di difendere il suo titolo continentale, venendo eliminata ai quarti di finale del [[Campionato europeo di calcio 1972|campionato d'Europa 1972]] dal [[nazionale di calcio belga|Belgio]] capitanato da [[Paul Van Himst]] (0-0 in casa e 2-1 belga nel doppio confronto).
 
[[Immagine:gigiriva1976.jpg|thumb|left|200px|Il 29 settembre 1973 a [[Milano]] Riva segna alla [[Nazionale di calcio della Svezia|Svezia]] il suo gol numero 34 in Nazionale. La sua ultima rete in Azzurro la segna alla [[Nazionale di calcio della Svizzera|Svizzera]], in una partita valida per la qualificazione ai Mondiali del 1974]]
Discrete erano le aspettative per il [[Campionato mondiale di calcio 1974|campionato del mondo 1974]], in programma in [[Germania]]: era pur vero infatti che la nazionale era praticamente quella messicana con quattro anni in più sulle spalle e [[Dino Zoff|Zoff]] al posto di [[Enrico Albertosi|Albertosi]] a difendere i pali, ma a mettere gli Italiani tra i favoriti alla vittoria finale c'erano la lunga imbattibilità del portiere friulano (che durava dal [[20 settembre]] [[1972]]) e soprattutto la prima storica vittoria azzurra a [[Wembley]] nel [[1973]] contro l'[[nazionale di calcio inglese|Inghilterra]] (gol di [[Fabio Capello|Capello]] a circa dieci minuti dalla fine).
 
Invece fu quasi una disfatta: vittoria poco convincente contro {{NazNB|CA|HTI}} per 3-1, dopo che [[Emmanuel Sanon|Sanon]] aveva portato in vantaggio i [[Caraibi|caraibici]] (interrompendo l'imbattibilità di Zoff e fissandola a 1143 minuti); 1-1 contro l'{{NazNB|CA|ARG}} ([[René Houseman|Houseman]] e autogol dell'[[Argentina|argentino]]-[[Piemonte|piemontese]] [[Roberto Perfumo|Perfumo]]), e sconfitta 2-1 contro la {{NazNB|CA|POL}}, quando per entrambe, un pareggio sarebbe bastato per accedere al turno successivo. Con questa sconfitta, invece, Argentina e Polonia al turno successivo e Italia a casa tra le polemiche.
 
Su tale sfortunatissima - e malissimo gestita - spedizione lo scrittore [[Giovanni Arpino]] scrisse nel [[1977]] un libro dall'eloquente titolo ''[[Azzurro tenebra]]'' ([[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]). In pratica, l'episodio più significativo di tutto il Mondiale azzurro fu la celebre parolaccia lanciata da [[Giorgio Chinaglia|Chinaglia]] e ripresa in diretta [[TV]] all'indirizzo di Valcareggi al momento di essere sostituito da [[Pietro Anastasi]] (che peraltro segnò) nella partita contro Haiti. L'episodio, rese bene il clima che si respirava nello spogliatoio, diviso per clan.
 
La fallimentare avventura mise finalmente in chiaro che era l'ora di chiudere con una generazione che non aveva più nulla da dare e la Nazionale fu affidata nel luglio [[1974]] a [[Fulvio Bernardini]], che si scelse come secondo [[Enzo Bearzot]], già buon [[Mediano (calcio)|mediano]] di [[Internazionale FC|Inter]] e [[Torino Calcio|Torino]]. Bernardini iniziò a svecchiare la rosa e impiegò numerosi giovani promettenti che il campionato proponeva, come [[Giancarlo Antognoni|Antognoni]], [[Paolo Pulici|Pulici]], [[Roberto Bettega|Bettega]], [[Franco Causio|Causio]] (portato in Germania da Valcareggi ma pochissimo utilizzato), [[Claudio Gentile|Gentile]], [[Gaetano Scirea|Scirea]] e [[Marco Tardelli|Tardelli]], insieme a giocatori di sicuro affidamento come [[Mauro Bellugi|Bellugi]] e [[Romeo Benetti|Benetti]].
 
La squadra, largamente in fase di formazione, fallì la qualificazione agli [[Campionato europeo di calcio 1976|Europei di Jugoslavia del 1976]] (inserita in un girone molto duro, che comprendeva Olanda e Polonia, rispettivamente seconda e terza al mondiale precedente), ma si intravedeva già un'ossatura solida che permise alla Nazionale di staccare il biglietto per il [[Campionato mondiale di calcio 1978|decimo campionato del mondo]] ([[Argentina]] [[1978]]) in un girone europeo di qualificazione che vedeva come avversaria più pericolosa l'Inghilterra, regolata per 2-0 a [[Roma]] ed eliminata per la peggior differenza reti rispetto all'Italia. Nel frattempo Bernardini aveva lasciato la Nazionale e quindi tutta la responsabilità tecnica ricadeva sulle spalle di Bearzot.
 
====Mondiali 1978====
[[Immagine:Italia v Francia Mondiale 1978.jpg|left|thumb|240px|Formazione iniziale della [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale italiana]] prima della gara contra la [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]] nell'[[campionato mondiale di calcio 1978|undicesima Coppa del Mondo]] allo Stadio José María Minella. [[Mar del Plata]], [[2 giugno]] [[1978]]]]
Il mondiale argentino mise in luce un'Italia capace di fare un gioco divertente, concreto e affatto diverso da quello cui gli italiani erano abituati: una difesa molto attenta basata sul blocco-[[Juventus Football Club|Juventus]] (Zoff, Gentile, l'esordiente [[Antonio Cabrini|Cabrini]], [[Gaetano Scirea|Scirea]]) più [[Mauro Bellugi|Bellugi]], un centrocampo dinamico ma robusto con Tardelli, Benetti e Antognoni, e soprattutto un attacco in cui il funambolico [[Franco Causio|Causio]] poteva scambiarsi di posto all'ala destra con [[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]], all'epoca ancora non infortunato al [[menisco]] e quindi abile e arruolato come centravanti-tuttofare.
 
A chiudere il tridente d'attacco Bettega. Superata in scioltezza la prima fase a punteggio pieno (2-1 alla Francia di [[Michel Platini]], 3-1 all'Ungheria e addirittura 1-0 all'[[nazionale di calcio dell'Argentina|Argentina]] padrona di casa), gli Azzurri mostrarono un calo nella seconda fase: solo 0-0 contro una Germania Ovest non certo al suo meglio, e 1-0 all'Austria che stava ben figurando fin lì. Fu l'[[nazionale di calcio olandese|Olanda]] a mettere fine ai sogni di vittoria azzurri in Semifinale, battendo l'Italia per 2-1 con due gol da lontano che Zoff riuscì a farsi perdonare solo quattro anni dopo. Comunque, nonostante la sconfitta, l'Italia guadagnò il diritto a giocare la finale per il terzo posto, contro il Brasile.
 
Il fatto che gli Azzurri persero 2-1 non inficiò quanto di buono avevano comunque mostrato: dopo anni di parziale oblìo la nazionale totalizzava un secondo e un quarto posto mondiale in otto anni e tutti ora sapevano che per la vittoria finale in un campionato del mondo c'era un contendente in più, ritornato finalmente alla ribalta.
{{vedi anche|Campionato mondiale di calcio 1978}}
{{Nazionale italiana mondiali 1978}}
 
==Gli [[Anni 1980|anni ottanta]]: il ritorno definitivo==
 
===Lo scandalo-scommesse e gli Europei 1980===
Subito dopo il quarto posto mondiale, l'Italia non dovette affrontare impegni di rilievo in quanto aveva ottenuto dall'[[UEFA]] l'organizzazione del [[Campionato europeo di calcio 1980|sesto campionato europeo di calcio]] che, proprio dall'edizione [[1980]], era stato allargato a otto squadre e prevedeva l'ammissione d'ufficio alla fase finale della federazione ospitante. La squadra di Bearzot si presentava con fondate speranze di fare il bis del campionato di [[Campionato europeo di calcio 1968|dodici anni prima]].
 
Ma a seguito di un grosso scandalo esploso nella primavera del 1980, originato dalla denuncia di uno scommettitore clandestino della [[Roma|Capitale]], vi fu un terremoto nell'ambiente del calcio professionistico italiano: dall'indagine e dal processo federale che ne seguì, vi furono pene dure per alcuni giocatori di primo piano, tra cui [[Bruno Giordano|Giordano]], [[Lionello Manfredonia|Manfredonia]] e soprattutto Paolo Rossi, squalificato per due anni. Tutte le squalifiche irrogate decorrevano dal [[1º maggio]] [[1980]].
 
Ciò privò la Nazionale del suo elemento migliore proprio alla vigilia del [[Campionato europeo di calcio 1980|campionato europeo]]. La cosa pesò oltremisura perché la squadra perdeva il terminale naturale del gioco, e non bastò un volenteroso [[Alessandro Altobelli|Altobelli]] a rimpiazzare Rossi nello schema predisposto da Bearzot. A uno scialbo pareggio per 0-0 ottenuto a [[Milano]] contro la [[nazionale di calcio spagnola|Spagna]] fece seguito una vittoria a [[Torino]] contro l'[[nazionale di calcio inglese|Inghilterra]] per 1-0 con gol di Tardelli (dopo che [[Ray Kennedy|Kennedy]] aveva preso un palo dalla lunga distanza). La partita decisiva, da giocarsi all'[[Stadio Olimpico di Roma|Olimpico]] contro un [[Nazionale di calcio belga|Belgio]] iperdifensivista che vantava rispetto all'Italia la stessa differenza-reti (+1) ma un maggior numero di gol segnati (3 contro 1 dell'Italia), venne addormentata dalla formazione di [[Guy Thys]] che portò via lo 0-0 che gli serviva per fare la finale contro i Tedeschi.
 
La Coppa andò in Germania, all'Italia la finale di consolazione contro la [[nazionale di calcio cecoslovacca|Cecoslovacchia]] campione uscente. Nell'occasione l'Italia inaugurò la sua negativa tradizione ventennale con i calci di rigore, perdendo 9-8 dopo aver pareggiato 1-1 ([[Ladislav Jurkemik|Jurkemik]], [[Francesco Graziani|Graziani]]) i 90' regolamentari e saltando i [[tempi supplementari]], cui si rinunciò di comune accordo per motivi economici legati alla trasmissione via satellite.
 
{{Nazionale italiana europei 1980}}
 
===Mondiali 1982: la terza Coppa del Mondo (1980-1982)===
{{quote|Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!|[[Nando Martellini]]}}
[[Immagine:Sandro Pertini Spagna 1982.jpg|thumb|320px|[[Dino Zoff]], [[Franco Causio]] e [[Enzo Bearzot]] giocano a scopone col [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente]] [[Sandro Pertini]] dopo la conquista della Coppa]]
[[Immagine:Calciatori 8283.jpg|thumb|200px|La copertina dell'album [[Calciatori]] rese omaggio alla vittoria italiana ai Mondiali di Spagna]]
Anche Bearzot, come ogni CT prima di lui, con l'eccezione forse di [[Vittorio Pozzo|Pozzo]], iniziò a ricevere critiche per via dei giocatori che sceglieva o, meglio, non sceglieva. Forti furono le pressioni dalle piazze mediatiche con i più vasti bacini d'utenza, in particolare quella milanese che spingeva per l'[[Internazionale Football Club Milano|interista]] [[Evaristo Beccalossi|Beccalossi]] e quella romana che premeva per [[Roberto Pruzzo|Pruzzo]]; furono pressioni alle quali Bearzot resistette nonostante interrogazioni parlamentari (respinte) presentate da deputati in cerca di notorietà che cercavano di far passare l'equazione "mancata convocazione di alcuni giocatori" = "lesione di interessi nazionali preminenti". Indipendentemente da tali fenomeni di colore, da un sondaggio effettuato poco prima dei mondiali emerse che solo l'1% degli italiani intervistati credeva si potesse vincere il campionato.
 
[[Immagine:Sandro Pertini e Bearzot.jpg|thumb|left|260px|[[Sandro Pertini]] si congratula con Enzo Bearzot per il successo degli Azzurri ai Mondiali]]
 
La qualificazione al campionato non costituì un problema, perché quattro vittorie iniziali per 2-0, contro [[nazionale di calcio della Grecia|Grecia]], [[nazionale di calcio danese|Danimarca]], [[nazionale di calcio lussemburghese|Lussemburgo]] e [[nazionale di calcio jugoslava|Jugoslavia]] avevano messo l'Italia al riparo da rovesci, che infatti giunsero sotto forma di un 3-1 incassato dai Danesi al ritorno a [[Copenaghen]]. A essere criticato fu semmai il gioco non spettacolare della Nazionale. In verità il gioco non era molto diverso da quello espresso da precedenti Nazionali che ottennero risultati anche inferiori, ma la stampa trasse da ciò spunto per perorare con ancor maggiore enfasi la causa dei giocatori preferiti dei propri lettori. Di conseguenza bersagliare di critiche Bearzot era diventata ormai l'occupazione principale di quasi tutti i giornalisti sportivi.
 
Bisogna comunque dire che quella Nazionale si qualificò con un turno d'anticipo e ben prima di squadre che all'epoca godevano di credito maggiore (Inghilterra, Francia, Germania Ovest, che dovettero tutte attendere l'ultima partita per avere il visto per la Spagna). E dopo di essa solo la Nazionale di [[Marcello Lippi|Lippi]] sarebbe riuscita, ventiquattro anni dopo, a qualificarsi in anticipo per la rassegna mondiale.
 
{{vedi anche|Campionato mondiale di calcio 1982}}
 
L'Italia andò, quindi, in [[Spagna]] per giocare il [[Campionato mondiale di calcio 1982|dodicesimo campionato del mondo]]. Un sorteggio apparentemente favorevole (gli Azzurri erano stati sorteggiati in un girone che comprendeva [[nazionale di calcio della Polonia|Polonia]], [[nazionale di calcio del Perù|Perù]] e [[nazionale di calcio del Camerun|Camerun]]) rischiò di trasformarsi in una trappola: dopo aver pareggiato un brutto incontro per 0-0 contro i Polacchi, infatti, l'Italia non andò oltre un altrettanto brutto 1-1 contro il Perù. Ci volle un ulteriore pareggio per 1-1 contro i pari classifica del Camerun per passare il turno grazie al maggior numero di reti segnate a parità di differenza-reti rispetto alla Nazionale africana.
 
Quando poi l'Italia, nella seconda fase a gironi, venne affiancata a [[nazionale di calcio del Brasile|Brasile]] e [[nazionale di calcio dell'Argentina|Argentina]], molti pensarono che l'eliminazione azzurra era stata solo ritardata di due partite. Invece, nel primo incontro contro l'Argentina, l'Italia sfoggiò una prestazione di tutto rispetto, riuscendo anche a neutralizzare l'avversario più pericoloso, [[Diego Armando Maradona|Maradona]]: dopo un primo tempo equilibrato e chiuso sullo 0-0, furono prima [[Marco Tardelli|Tardelli]] e poi [[Antonio Cabrini|Cabrini]] a prendere in contropiede la formazione sudamericana che, nonostante un gol di [[Daniel Passarella|Passarella]] nel finale, non poté evitare la sconfitta.
 
Non evitò la sconfitta neppure contro il Brasile (3-1), sicché l'ultimo incontro, tra Brasile e Italia, divenne decisivo. Quello fu il capolavoro tattico di Bearzot che comprese in largo anticipo che i brasiliani, sia pur in vantaggio nel girone per differenza reti, non si sarebbero accontentati di passare alle semifinali con un pareggio, ma avrebbero strafatto pur di cercare la vittoria. E su questa presunzione brasiliana Bearzot costruì una gara fatta di difesa chiusa e contropiede: l'aver segnato quasi subito il gol dell'1-0 costrinse i sudamericani a uscire: nemmeno il pareggio di [[Sócrates]] fece loro cambiare tattica. Il 2-1 italiano fu opera di un allegro quanto sciagurato passaggio orizzontale nella difesa brasiliana. Ancora una volta, il Brasile non si chiuse in difesa, neppure dopo il 2-2 di [[Paulo Roberto Falcão|Falcão]], e l'Italia segnò il 3-2 su azione di calcio d'angolo (l'unico a suo favore in tutta la partita), mandando a casa il Brasile e tutta la pattuglia sudamericana in blocco.
 
[[Immagine:Alessandro Altobelli in Nazionale.jpg|thumb|150px|Nel 1982 [[Alessandro Altobelli]] fu il primo giocatore subentrante a segnare durante una finale di Coppa del mondo]]
A nulla valse l'assedio finale dei verde-oro, che si trovarono di fronte uno Zoff che chiuse la porta e si fece perdonare gli errori sui tiri da lontano di quattro anni prima in [[Argentina]]; anzi gli azzurri avevano segnato anche un quarto gol con [[Giancarlo Antognoni|Antognoni]] annullato per fuorigioco inesistente. Sugli scudi Paolo Rossi, autore di una tripletta, che il [[30 aprile]] precedente aveva finito di scontare la squalifica biennale ed era stato subito richiamato da Bearzot in quanto pedina imprescindibile del suo gioco. La semifinale contro la Polonia priva di [[Zbigniew Boniek|Boniek]] fu poco più che una formalità (due gol di Rossi e azzurri in finale), dopodiché, dodici anni dopo l'[[Stadio Azteca|Azteca]], Italia e [[nazionale di calcio tedesca|Germania Ovest]] si incrociavano di nuovo in un incontro a eliminazione.
[[Image:Italia1982.jpg|thumb|220px|left|Italia Campione del Mondo 1982]]
L'Italia era più fresca, in quanto la Germania Ovest era reduce da una partita all'ultimo sangue, con supplementari e rigori, contro la [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]] di Platini, ma quando Cabrini sbagliò un rigore nella prima parte del primo tempo molti sudarono freddo. Ma la Germania Ovest non poteva più reggere, e nel secondo tempo crollò sotto i colpi di Rossi (57°), Tardelli (69°), Altobelli (80°), prima che il difensore tedesco [[Paul Breitner|Breitner]] vedesse premiata la sua buona volontà e realizzasse il punto dell'onore tedesco. 3-1 per l'Italia e quella sera dell'[[11 luglio]] [[1982]], nello stadio [[Santiago Bernabéu (stadio)|Santiago Bernabéu]] di [[Madrid]], di fronte all'allora [[Presidente della Repubblica]] [[Sandro Pertini]], gli Azzurri diventarono campioni del mondo dopo 44 anni dal trionfo di [[Parigi]].
 
I pronostici dei giornalisti furono così clamorosamente smentiti. Per esempio, dopo la stentata qualificazione ai quarti di finale, uno dei più preparati e noti giornalisti italiani, il compianto [[Gianni Brera]], aveva pubblicamente detto in TV che se la squadra italiana avesse battuto l'Argentina (e per il Brasile non si poneva neanche il problema) sarebbe andato ad Assisi a piedi per farsi frate. Da quel giorno in avanti, e fino ai giorni nostri, i giornalisti furono in generale più prudenti nei loro pronostici.
 
{{Nazionale italiana mondiali 1982}}
 
===Il declino della generazione mondiale (1982-1986)===
====Mondiali 1986====
Interlocutorio il quadriennio successivo: così come Valcareggi dieci anni prima, Bearzot non seppe liberarsi dal vincolo di riconoscenza con la generazione che aveva vinto il campionato del mondo. Il girone di qualificazione al [[Campionato europeo di calcio 1984|settimo campionato europeo]] in programma in [[Francia]] nel [[1984]], che comprendeva {{NazNB|CA|ROU}}, {{NazNB|CA|CSK}}, {{NazNB|CA|SWE}} e {{NazNB|CA|CYP}} si risolse in un calvario al termine del quale l'Italia racimolò la miseria di cinque punti, frutto di una vittoria (per 3-1 contro Cipro, peraltro nell'ultima partita del girone), tre pareggi e quattro sconfitte. È stata questa la peggiore prestazione in assoluto della nazionale italiana in un girone di qualificazione per il campionato europeo.
 
[[Immagine:Scirea.jpg|thumb|180px|[[Gaetano Scirea]] fu capitano ai Mondiali del 1986]]
 
Unico motivo di soddisfazione di quel periodo, l'assegnazione, nel maggio 1984, all'Italia del [[Campionato mondiale di calcio 1990|quattordicesimo campionato del mondo]] che si sarebbe tenuto nel [[1990]]. In quell'occasione si fecero valere l'abilità diplomatica di [[Franco Carraro]] e [[Federico Sordillo]], molto bravi a curare le pubbliche relazioni con i delegati presso la [[FIFA]] di nazioni calcisticamente ai margini, che al momento opportuno appoggiarono la candidatura italiana quando si trattò di scegliere il Paese organizzatore.
 
Qualificati d'ufficio ,come campioni del mondo in carica,al campionato [[Campionato mondiale di calcio 1986|1986]] in Messico (che ospitò, pur sconvolto da un terremoto nel settembre 1985, il torneo in sostituzione della [[Colombia]], ritiratasi nel novembre [[1982]] per problemi finanziari e politici) gli Azzurri, che si presentavano con alcuni nuovi innesti tutti da verificare e ancora non ben amalgamati (tra gli altri, [[Antonio Di Gennaro|Di Gennaro]] e [[Fernando De Napoli|De Napoli]]), non brillarono, fin dalla partita inaugurale a loro riservata come campioni uscenti, contro la {{NazNB|CA|BGR}}: finì 1-1 e 1-1 finì pure l'incontro che vide l'Italia contrapporsi all'{{NazNB|CA|ARG}}. Una movimentata vittoria per 3-2 contro la {{NazNB|CA|KOR}} diede all'Italia il passaggio agli ottavi di finale contro una tonica {{NazNB|CA|FRA}}: il mondiale azzurro finì contro i gol di [[Michel Platini|Platini]] e [[Yannick Stopyra|Stopyra]], e lì finì anche la carriera di Commissario Tecnico di Enzo Bearzot.
 
{{Nazionale italiana mondiali 1986}}
 
==Gli [[Anni 1990|anni novanta]]: la maledizione dei rigori==
 
===Azeglio Vicini (1986-1991): semifinale europea e mondiale===
====Euro 1988====
Gli [[Anni 1990|anni novanta]] della Nazionale italiana iniziarono in verità qualche anno prima, quando Bearzot lasciò il posto ad [[Azeglio Vicini]], il quale da C.T. della Nazionale Under-21 era riuscito a giungere alla finale del campionato europeo di categoria [[1986]], perdendo poi contro la [[nazionale di calcio della Spagna|Spagna]] ai calci di rigore (non sapendo che quella sarebbe diventata una sinistra tradizione degli Azzurri).
 
Vicini cambiò radicalmente la squadra, confermando pochi elementi della spedizione in Messico, Bergomi, De Napoli, Bagni e si affidò a molti dei ragazzi che aveva cresciuto nell'Under 21, a cominciare da [[Walter Zenga|Zenga]], [[Roberto Baggio|Baggio]], [[Gianluca Vialli|Vialli]], [[Giuseppe Giannini (calciatore)|Giannini]], [[Roberto Donadoni|Donadoni]] e cercando di valorizzare un talento come [[Roberto Mancini|Mancini]], che nella [[Sampdoria]] era indiscusso, ma in Nazionale non riusciva a esprimersi in maniera consona alla sua classe. La Nazionale si qualificò per l'[[Campionato europeo di calcio 1988|ottavo campionato europeo]] ([[Germania]] [[1988]]) comportandosi, peraltro, benissimo nella prima fase a gironi, nella quale si trovò a dover fronteggiare la squadra padrona di casa, la Spagna e la Danimarca, rispettivamente finalista e semifinalista nell'edizione precedente.
 
L'Italia sfiorò la vittoria all'esordio contro i teutonici, passando in vantaggio proprio con gol di Mancini, sconfisse gli iberici con rete di Vialli e infine superò la Danimarca per due reti a zero. Nella semifinale, un'ancora inesperta Nazionale si dovette arrendere al ritmo dell'{{NazNB|CA|SUN}} che tra il 60° e il 62° piazzò due colpi di classe ([[Gennadij Litovčenko|Litovčenko]] e [[Oleg Protasov|Protasov]]) e si conquistò la finale, poi persa contro l'{{NazNB|CA|NED}}. Ma tutti elogiarono Vicini per il bel gioco espresso dalla Nazionale italiana che, quindi, si avviava fiduciosa verso il campionato del mondo del [[1990]].
 
====Mondiali 1990====
Inserita in un girone non impossibile, la squadra batté in sequenza {{NazNB|CA|AUT}} (1-0), {{NazNB|CA|USA}} (1-0) e {{NazNB|CA|CSK}} (2-0). Sugli scudi [[Salvatore Schillaci|Schillaci]] e [[Roberto Baggio|Baggio]] (strepitoso il suo gol alla Cecoslovacchia, decretato il migliore del mondiale): la vittima sacrificale degli ottavi fu l'Uruguay anche se occorse più di un'ora al solito Schillaci per averne ragione; [[Aldo Serena]] poi arrotondò il punteggio a 2-0. Sempre Schillaci realizzò il gol-partita col quale l'Italia eliminò ai quarti di finale l'{{NazNB|CA|IRL}}. Ancora Schillaci portò in vantaggio l'Italia contro l'{{NazNB|CA|ARG}} di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], che tuttavia grazie a una chiamata difensiva errata tra Zenga e [[Riccardo Ferri]] pareggiò con [[Claudio Paul Caniggia|Caniggia]] e, dopo due tempi supplementari sterili, inflisse all'Italia una pesante delusione battendola ai calci di rigore. Agli azzurri non rimase che la finale di [[Bari]] per il terzo posto, vinta battendo l'{{NazNB|CA|ENG}}. Vicini fu criticato anche per non aver utilizzato nella semifinale [[Ciro Ferrara|Ferrara]] unico difensore che si allenava tutti i giorni con Maradona e che poteva controllarlo e comunque abituato a giocare in una piazza difficile come Napoli; poi gli umori ambientali dovevano spingere il tecnico ad utilizzare un giocatore locale, se non altro per non favorire un ambiente portato naturalmente a fare il tifo per l’Italia, ma certo non a gufare contro l’Argentina.
 
Fallita la grande occasione di vincere il campionato del mondo con una squadra bene attrezzata e un ambiente favorevole, l'Italia smarrì la strada e non riuscì a trovare la qualificazione al [[Campionato europeo di calcio 1992|nono campionato europeo]], in programma in [[Svezia]] nel [[1992]]. Fu di nuovo l'[[nazionale di calcio sovietica|URSS]] a frustrare le ambizioni azzurre. A qualificazione compromessa, Vicini fu esonerato e, con due gare ancora da giocare, venne chiamato sulla panchina azzurra [[Arrigo Sacchi]], già tecnico del [[AC Milan|Milan]] e propugnatore di un nuovo tipo di calcio offensivo, le cui teorie avevano un ugual numero di accesi sostenitori e altrettanto accesi detrattori.
 
{{Nazionale italiana europei 1988}}
{{Nazionale italiana mondiali 1990}}
 
===Arrigo Sacchi (1991-1996): la finale di USA '94===
[[Immagine:Sacchi.JPG|thumb|150px|[[Arrigo Sacchi]]]]
====Mondiali 1994====
Guadagnata la qualificazione al [[Campionato mondiale di calcio 1994|quindicesimo campionato del mondo]] (USA 1994) non senza difficoltà (pareggio stentato all'esordio a [[Cagliari]] contro la {{NazNB|CA|CHE}}, qualificazione all'ultima partita contro il [[nazionale di calcio del Portogallo|Portogallo]]), l'Italia capitò in un girone non impossibile, ma pieno di insidie, nel quale avrebbe dovuto incontrare nell'ordine {{NazNB|CA|IRL}}, {{NazNB|CA|NOR}} e {{NazNB|CA|MEX}}. Nonostante il caldo opprimente e l'umidità, l'esordio a [[New York]] gelò gli azzurri: un gol di Houghton diede la vittoria agli [[Nazionale di calcio dell'Irlanda|Irlandesi]], rendendo così decisivo già l'incontro successivo, contro la [[Nazionale di calcio della Norvegia|Norvegia]].
 
Gli scandinavi si rivelarono subito fisici a dispetto del caldo asfissiante e su un contropiede norvegese [[Gianluca Pagliuca|Pagliuca]] uscì di mano fuori area procurandosi l'espulsione. Sacchi rinunciò allora a [[Roberto Baggio]], al cui posto entrò il secondo portiere [[Luca Marchegiani]]. A segnare ci pensò l'altro Baggio, [[Dino Baggio|Dino]]. Contro il Messico, aprì [[Daniele Massaro|Massaro]] e chiuse [[Marcelino Bernal|Bernal]].
 
I quattro punti ottenuti consentirono all'Italia di passare il turno con l'ultimo posto disponibile per i ripescaggi tra le nazionali arrivate terze nei gironi. Dagli ottavi di finale in poi fu [[Roberto Baggio]] a tenere a galla il CT azzurro: di fronte alla {{NazNB|CA|NGA}} l'Italia vinse 2-1, ma si espresse largamente al di sotto del suo standard e giocò tutta la partita in svantaggio per 0-1 finché il fantasista vicentino riuscì a pareggiare all'88°, dopo che l'assurda espulsione di [[Gianfranco Zola|Zola]], decretata dall'arbitro messicano Brizio Carter al 75°, sembrava aver definitivamente spento le speranze di rimonta azzurre. Un rigore nei supplementari diede i quarti all'Italia. Lì gli Azzurri trovarono la {{NazNB|CA|ESP}}, regolata per 2-1 dalla coppia [[Roberto Baggio]] - [[Dino Baggio]] al termine di una gara molto difficile e spigolosa durante la quale [[Mauro Tassotti]] rifilò una gomitata nell'area italiana a [[Luis Enrique]], non vista dall'arbitro [[Ungheria|ungherese]] [[Sándor Puhl|Puhl]] (ma non sarebbe stato rigore per gli spagnoli in quanto se l'arbitro avesse visto l'azione avrebbe sanzionato l'intervento precedente dello spagnolo ed espulso in seguito il difensore italiano punendo la reazione che gli valse, tramite la prova TV, otto turni di squalifica).
 
Ancora Roberto Baggio realizzò la doppietta con la quale l'Italia vinse la semifinale contro la {{NazNB|CA|BGR}} per 2-1 (gol della bandiera bulgara di [[Hristo Stoičkov|Stoichkov]] su rigore). La finale fu un classico del calcio mondiale, {{NazNB|CA|BRA}}-Italia, all'epoca tre mondiali vinti a testa, sebbene nell'insolita cornice del [[Rose Bowl]] di [[Pasadena (California)|Pasadena]] ([[California]]). Con una formazione largamente in emergenza, piena di assenti e, laddove presenti, inabili (Roberto Baggio e Franco Baresi), l'Italia riuscì a chiudere 0-0 sia al 90° che al 120°. Ma così come quattro anni prima fu sconfitta ai rigori (errori di [[Franco Baresi|Baresi]], Massaro e Roberto Baggio) ed il Brasile vinse il suo quarto titolo del mondo, il secondo consecutivo in una finale contro l'Italia. Va tuttavia ricordato che nonostante il clamore suscitato dall'errore al dischetto del fantasista, la squadra brasiliana avrebbe dovuto ancora effettuare l'esecuzione del proprio quinto rigore. Pertanto, l'eventuale realizzazione di Baggio avrebbe potuto non essere sufficiente per proseguire la serie.
 
Tra i motivi di critica verso Sacchi furono l'utilizzo di un Baggio bravo ma stanco e stressato, non era il calciatore delle ultime tre partite, al posto di Zola che poteva quantomeno riscattarsi dall'ingiusta espulsione negli ottavi di finale e del poco utilizzo che Sacchi aveva fatto di lui anche durante le qualificazioni e di Baresi rientrato dopo una ventina di giorni dopo l'operazione (nonostante abbia disputato una partita superba). Ed ai rigori sbagliano proprio loro due afflitti dai crampi.
 
====Euro 1996====
Praticamente da dimenticare l'esperienza azzurra al [[Campionato europeo di calcio 1996|decimo campionato europeo]], che si tenne in [[Inghilterra]] nel [[1996]]: inserita in un ostico girone comprendente {{NazNB|CA|RUS}}, {{NazNB|CA|CZE}} più la testa di serie {{NazNB|CA|DEU}}. Alla vigilia, la Nazionale perse [[Ciro Ferrara|Ferrara]]: Sacchi rimediò adattando [[Paolo Maldini|Maldini]] come centrale, e promuovendo titolare [[Luigi Apolloni|Apolloni]]. Il Ct non portò in Inghilterra [[Christian Panucci|Panucci]] e [[Antonio Benarrivo|Benarrivo]], uomini che col senno di poi dovette rimpiangere.
Niente Europa nemmeno per [[Roberto Baggio]], [[Gianluca Vialli|Vialli]] e [[Giuseppe Signori|Signori]], a causa di incomprensioni con lo stesso Sacchi, esclusioni che non sorpresero dal momento che già sollevarono un'infinità di polemiche in patria.
L'Italia batté la Russia col risultato di 2-1, grazie alla prima doppietta azzurra di [[Pierluigi Casiraghi|Casiraghi]]. Partì in quarta asfissiando i russi col pressing, andò in vantaggio, diventò quasi inguardabile dopo l'1-1 degli avversari, rinacque nella ripresa. Sacchi indovinò le sostituzioni ([[Roberto Donadoni|Donadoni]] per un [[Alessandro Del Piero|Del Piero]] abulico in un ruolo di centrocampista non suo). Il resto lo fecero Casiraghi e [[Gianfranco Zola|Zola]]. Già dalla seconda partita, contro la Repubblica Ceca Sacchi cambiò cinque uomini, rinunciò al tandem Casiraghi-Zola, gettò nella mischia [[Fabrizio Ravanelli|Ravanelli]] e [[Enrico Chiesa|Chiesa]], [[Roberto Mussi|Mussi]] e [[Diego Fuser|Fuser]]. Ripudiò, insomma, il vecchio detto «squadra che vince non si cambia». E perse la sua scommessa, così come l'Italia perse la partita. Finì 2-1 per i cechi, che andarono in vantaggio dopo quattro minuti con [[Pavel Nedved|Nedved]]. Chiesa agguantò il pari, ma Apolloni si fece espellere dopo mezz'ora di gioco per doppia ammonizione, Sacchi tardò a rinforzare la difesa con [[Amedeo Carboni|Carboni]] e al 35' Bejbl chiuse la partita, almeno dal punto di vista del risultato. Inutile il secondo tempo, inutile la riorganizzazione del gioco, inutili i tardivi ripensamenti del Ct (dentro Zola e Casiraghi, troppo tardi). Gli Azzurri si giocarono tutto con la Germania, che nel frattempo aveva travolto la Russia (3-0). Del Piero, intanto, venne escluso da Sacchi alla vigilia della sfida. E la sfida decisiva condannò gli azzurri, anche se sul campo non ci fu sconfitta. Finì 0-0, l'Italia surclassò sul piano del gioco la Germania, dopo appena otto minuti [[Gianfranco Zola|Zola]] fallì un calcio di rigore e lo 0-0 che ne seguì condannò l'Italia all'eliminazione al primo turno. Prevedibili le polemiche al ritorno in patria anche se, va detto, alla fine Germania e Repubblica Ceca furono le due finaliste, con vittoria tedesca al golden gol.
 
[[Arrigo Sacchi]] si dimise nel [[dicembre]] del [[1996]], richiamato dal [[AC Milan|Milan]], e la Nazionale fu affidata a [[Cesare Maldini]], già allenatore dell'Under 21 e vice di Bearzot in Spagna nel 1982.
 
{{Nazionale italiana mondiali 1994}}
{{Nazionale italiana europei 1996}}
 
===Cesare Maldini (1996-1998): il dualismo "Baggio-Del Piero"===
====Mondiali 1998====
[[Immagine:Fabio Cannavaro.jpg|thumb|left|250px|[[Fabio Cannavaro]], in totale 136 presenze in maglia azzurro, di cui 79 come capitano]]
 
Nella squadra allenata da [[Cesare Maldini]] il capitano era [[Paolo Maldini|Paolo]], figlio del CT e già punto fermo della Nazionale sin dai tempi di Vicini. Cesare esordì il [[22 gennaio]] [[1997]] battendo a [[Palermo]] l'{{NazNB|CA|NIR}} per 2-0. In quella partita esordì in Nazionale [[Fabio Cannavaro]], destinato a diventare un giocatore-simbolo degli anni a venire.
 
L'Italia, nel girone di qualificazione arrivò seconda dietro all' {{NazNB|CA|ENG}}, qualificandosi così per gli spareggi: con la {{NazNB|CA|RUS}}, all'andata a [[Mosca (Russia)|Mosca]] sotto la neve l'Italia pareggiò 1-1 con gol di [[Christian Vieri]], in quella partita esordì un altro futuro eroe azzurro: il portiere [[Gianluigi Buffon]]. Nel ritorno a [[Napoli]], l'Italia vinse 1-0 con gol di [[Pierluigi Casiraghi]] che la qualificò per il [[Campionato mondiale di calcio 1998|Francia '98]]. Il sorteggio mise gli azzurri di fronte a {{NazNB|CA|CHL}}, {{NazNB|CA|CMR}} e {{NazNB|CA|AUT}}.
 
[[Immagine:Alessandro Nesta.jpg|thumb|250px|[[Alessandro Nesta]], in totale 78 presenze in maglia azzurro]]
 
Per [[Roberto Baggio]] era l'ultimo Mondiale, per il giovane [[Alessandro Del Piero]] doveva essere la consacrazione a livello di Nazionale, dopo che aveva vinto tutto con la [[Juventus Football Club|Juventus]]. Finì che Del Piero, dopo una stagione conclusasi con 32 gol ufficiali tra campionato e coppe e una finale di [[UEFA Champions League 1997-1998|Coppa dei Campioni]], andò incontro a un calo fisico conseguenza di un infortunio nel finale di stagione, e non rese secondo le aspettative, e Baggio (anch'egli reduce da un'ottima stagione in cui mise a segno 22 gol in campionato) regalò gli ultimi acuti della sua esaltante carriera azzurra.
 
Nel girone l'Italia arrivò prima con 7 punti: pareggiò 2-2 con il Cile ([[Christian Vieri|Vieri]] e rig. [[Roberto Baggio|Baggio]]); poi infilò 2 vittorie, 3-0 sul {{NazNB|CA|CMR}} (2 Vieri, [[Luigi Di Biagio|Di Biagio]]) e 2-1 sull'{{NazNB|CA|AUT}}, reti del solito Vieri e di Baggio.
Agli ottavi al [[Stadio Vélodrome|Velodrome]] c'è la {{NazNB|CA|NOR}}, Vieri sigla la sua quinta rete e porta gli azzurri ai quarti per la sfida con la {{NazNB|CA|FRA}}.
 
A [[Parigi]] andò in scena l'incontro più voluto e temuto, quello contro i transalpini padroni di casa della {{NazNB|CA|FRA}}: poche occasioni per parte e nemmeno i supplementari servirono a smuovere il risultato, che rimase sullo 0-0. Ai rigori gli azzurri persero 3-2; è la terza volta in tre edizioni consecutive dei [[Campionato mondiale di calcio|mondiali]], un incubo per tutto il popolo italiano. L'errore decisivo fu di [[Luigi Di Biagio|Di Biagio]], che vide il suo tiro stamparsi sulla traversa; in precedenza sbagliò anche [[Demetrio Albertini|Albertini]]. [[Cesare Maldini|Maldini]] fu criticato per la pochezza del gioco azzurro e anche per le mancate convocazioni di 2 giocatori decisivi nelle qualificazioni: [[Gianfranco Zola|Zola]], che siglò il gol-partita con l'[[Nazionale di calcio dell'Inghilterra|Inghilterra]] a [[Wembley]] e [[Pierluigi Casiraghi|Casiraghi]] che segnò il gol-partita nello spareggio con la [[Nazionale di calcio della Russia|Russia]]. Dopo il torneo Maldini si dimise dall'incarico di [[Commissario tecnico|CT]].
 
{{Nazionale italiana mondiali 1998}}
 
===Dino Zoff e la caduta sul traguardo (1998-2000)===
====Euro 2000====
[[Immagine:Totti Euro 2000.jpg|thumb|left|200px|[[Francesco Totti]] e [[Alex Del Piero]] durante la finale Francia-Italia.]][[Immagine:Italy - France, 2 July 2000.jpg|thumb|300px|L'Italia contro la Francia nel 2000]]
L'esperienza del pluridecorato [[Dino Zoff]] alla guida della Nazionale italiana fu breve ma intensa. Scelto per sostituire Maldini, Zoff vantava già come allenatore notevoli risultati, il più significativo dei quali, almeno a livello di nazionale, era quello di aver qualificato l'Italia ai Giochi olimpici dopo quarant'anni (nel [[Giochi della XVII Olimpiade|1960]] l'Italia era padrona di casa, e nel [[Giochi della XXIII Olimpiade|1984]] a [[Los Angeles]] si qualificò causa boicottaggio dei Paesi dell'Est). Zoff diede spazio a giovani di sicuro talento come il [[AS Roma|romanista]] [[Francesco Totti]] e [[Filippo Inzaghi]], confermò l'assetto difensivo già collaudato da Maldini, e irrobustì il centrocampo con inserimenti di elementi affidabili come [[Gianluca Zambrotta]], [[Stefano Fiore]] e [[Gianluca Pessotto]].
 
La squadra si qualificò al campionato europeo senza brillare, pareggiando fuori casa l'ultima partita contro la modesta {{NazNB|CA|BLR}}. Ciononostante ai nastri di partenza del [[Campionato europeo di calcio 2000|campionato europeo]] di [[Belgio]]-[[Paesi Bassi]] [[2000]] l'Italia era tra le pretendenti al titolo e nel girone vinse tutte le gare: con la {{NazNB|CA|TUR}} finì 2-1, gol di Conte e Inzaghi su rigore; col {{NazNB|CA|BEL}} padrone di casa finì 2-0, reti di Totti e Fiore; infine la {{NazNB|CA|SWE}} battuta 2-1 con gol di Di Biagio e Del Piero. Solo a [[Campionato mondiale di calcio 1990|Italia '90]] e a [[Campionato mondiale di calcio 1978|Argentina '78]] gli azzurri vinsero un girone a punteggio pieno. Contro la {{NazNB|CA|ROU}}, ai quarti di finale, Totti e Inzaghi segnarono i due gol che mandarono l'Italia in semifinale. All'[[Amsterdam Arena]], in un clima ostile, la compagine di Zoff sfidò l'{{NazNB|CA|NED}} padrona di casa che puntava alla finale di [[Rotterdam]].
 
La gara iniziò male per l'Italia: perso [[Gianluca Zambrotta|Zambrotta]] per doppia ammonizione a causa di due falli su [[Boudewijn Zenden|Zenden]] (che sulla fascia stava mettendo in seria difficoltà l'allora juventino), gli azzurri rischiarono di capitolare. I [[Nazionale di calcio olandese|Tulipani]], tuttavia, sbagliarono due [[Calcio di rigore|rigori]]: nel primo tempo con [[Frank De Boer]] (tiro parato da [[Francesco Toldo|Toldo]]) e nel secondo con [[Patrick Kluivert|Kluivert]] (palo). L'assedio olandese alla porta italiana, durato 120 minuti, non produsse risultati, così la partita proseguì, per l'ennesima volta nella storia della nazionale, con i [[Calcio di rigore|calci di rigore]]. Tra campionato europeo e campionato del mondo i quattro precedenti erano stati tutti fallimentari per gli azzurri. In quell'occasione, invece, i giocatori di [[Frank Rijkaard|Rijkaard]] furono molto imprecisi: dei tre rigori sbagliati, due furono parati da [[Francesco Toldo|Toldo]], che in totale ne neutralizzò tre in un solo incontro; per gli azzurri andarono a segno [[Luigi Di Biagio|Di Biagio]], [[Gianluca Pessotto|Pessotto]] e [[Francesco Totti|Totti]]. Per la prima volta l'Italia vinse uno spareggio importante dagli undici metri, dopo le ultime delusioni ai [[Campionato mondiale di calcio|mondiali]] [[Campionato mondiale di calcio 1990|1990]], [[Campionato mondiale di calcio 1994|1994]] e [[Campionato mondiale di calcio 1998|1998]] e raggiunse la finale dell'Europeo dopo 32 anni.
 
La finale a [[Rotterdam]] fu la riedizione dell'incontro di due anni prima contro la [[Nazionale di calcio francese|Francia]], nel frattempo divenuta [[Campionato mondiale di calcio 1998|campione del mondo 1998]]. L'Italia nel complesso espresse un gioco migliore rispetto agli avversari, ma ciò non fu sufficiente a vincer. Nel secondo tempo gli azzurri passarono in vantaggio con [[Marco Delvecchio|Delvecchio]], ma il francese [[Sylvain Wiltord|Wiltord]] rispose con una rete al terzo minuto di recupero. Nei [[tempi supplementari]] [[David Trézéguet|Trézéguet]] siglò il decisivo [[golden gol]] che diede alla Francia il suo secondo titolo di campione d'Europa. Zoff si dimise poco dopo, infastidito da alcune dichiarazioni fatte dall'allora leader dell'opposizione [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] che criticò fortemente alcune sue scelte tattiche, concludendo amaramente la sua avventura azzurra.
 
{{Nazionale italiana europei 2000}}
 
==Gli [[anni 2000]]==
===Giovanni Trapattoni e i due fallimenti (2000-2004)===
[[File:Trapattoni.jpg|thumb|right|Giovanni Trapattoni]]
====Mondiali 2002====
A succedere a Dino Zoff sulla panchina azzurra venne chiamato [[Giovanni Trapattoni]], che esordì il [[3 settembre]] [[2000]] in {{NazNB|CA|HUN}}-Italia 2-2 a [[Budapest]] in un incontro valido per le qualificazioni al {{WC|2002}}. Il [[7 ottobre]] 2000 arrivò la prima vittoria per il Trap, un 3-0 alla {{NazNB|CA|ROU}} al [[Stadio Giuseppe Meazza|Meazza]], in occasione della 113esima presenza in Nazionale di [[Paolo Maldini]], che superò il record di [[Dino Zoff]]. Affrontato senza problemi il girone di qualificazione ai Mondiali, nel [[2002]] Trapattoni era pronto a guidare l'Italia nell'avventura del [[Campionato mondiale di calcio 2002|diciassettesimo campionato del mondo]] nella cornice asiatica della [[Corea del Sud]] e del [[Giappone]]. La spedizione però non riservò le soddisfazioni previste.
 
Nel girone di qualificazione l'Italia fece molta fatica, sconfiggendo l'[[Nazionale di calcio dell'Ecuador|Ecuador]] per 2-0 ma andando poi a perdere con la [[Nazionale di calcio della Croazia|Croazia]] (2-1). Il pareggio conquistato contro il [[Nazionale di calcio messicana|Messico]] permise comunque agli azzuri di qualificarsi alla fase finale del torneo. L'ottavo di finale disputato contro la {{NazNB|CA|KOR}} determinò però la fuoriuscita a sorpresa dell'Italia dal torneo a causa di un golden gol segnato da Ahn, all'epoca giocatore del [[Perugia Calcio|Perugia]], che decise l'incontro ai supplementari.
 
====Euro 2004====
Nonostante l'eliminazione fu riconfermata la fiducia a Trapattoni. La squadra, dopo un avvio difficile, reagì bene e si qualificò al [[Campionato europeo di calcio 2004|dodicesimo campionato europeo]], ma non riuscì ad accedere alla fase finale del torneo. Pareggiò in chiaro-scuro per 0-0 all'esordio contro la {{NazNB|CA|DNK}} e per 1-1 contro la {{NazNB|CA|SWE}}, per poi concludere con una vittoria per 2-1 contro la {{NazNB|CA|BGR}}. Cinque punti sarebbero potuti bastare, ma il pareggio per 2-2 tra Svezia e Danimarca qualificò le due squadre scandinave in ragione del maggior numero di gol segnati a parità di differenza reti e a parità di punti. L'Italia fu quindi eliminata e Trapattoni lasciò l'incarico.
 
{{Nazionale italiana mondiali 2002}}
{{Nazionale italiana europei 2004}}
 
===Marcello Lippi e la quarta Coppa del mondo (2004-2006)===
====Mondiali 2006====
{{quote|E allora diciamolo tutti insieme, ma tutti insieme, quattro volte, siamo Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo! Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene, vogliamoci tanto bene! Perché abbiamo vinto, abbiamo vinto tutti stasera, abbiamo vinto tutti...|[[Fabio Caressa]]}}
{{quote|Guardate dove siete, perché non ve lo dimenticherete mai, guardate con chi siete perché non ve lo dimenticherete mai! |[[Fabio Caressa]]}}
{{quote|È finita, è finita, è finita, è finita... il cielo è azzurro sopra Berlino! Siamo Campioni del Mondo! |[[Marco Civoli]]}}
[[File:Marcello Lippi.jpg|thumb|left|200px|Marcello Lippi ha guidato la nazionale nei bienni 2004-2006 e 2008-2010]]
Il biennio [[2004]]-[[2006]], gestito da [[Marcello Lippi]], è stato quello più ricco di soddisfazioni dai tempi di [[Enzo Bearzot]]. Giunto a rimpiazzare Trapattoni, Lippi esordì il [[18 agosto]] [[2004]] perdendo 2-0 in amichevole a [[Reykjavík]] contro l'{{NazNB|CA|ISL}}. L'Italia ha poi condotto e vinto con autorevolezza il girone di qualificazione. Ai nastri di partenza la maggior parte degli Italiani, anche a causa dello scandalo di calciopoli, temeva che sarebbe stato molto difficile, se non impossibile, vincere il Mondiale. Lo stesso Lippi, con un figlio procuratore al soldo di una società rimasta implicata nello scandalo<ref name=gea>[http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/sport/calcio/lippi-partito-dimissioni/lippi-partito-dimissioni/lippi-partito-dimissioni.html Lippi, il partito delle dimissioni "Il ct faccia un passo indietro"], da [[La Repubblica]], [[21 maggio]] [[2006]]</ref>, non fu esente da critiche, ma rimase al suo posto per tutta la durata del torneo.
 
Comunque, il sorteggio mise gli azzurri di fronte a {{NazNB|CA|GHA}}, {{NazNB|CA|USA}} e {{NazNB|CA|CZE}}. L'esordio fu positivo, con un 2-0 ottenuto contro un Ghana in forma, grazie alle reti di [[Andrea Pirlo|Pirlo]] e [[Vincenzo Iaquinta|Iaquinta]]. Il successivo 1-1 contro gli [[Nazionale di calcio statunitense|Stati Uniti]] con rete di [[Alberto Gilardino|Gilardino]] attenuò l'entusiasmo, ma bastò battere la Repubblica Ceca 2-0 ([[Marco Materazzi|Materazzi]] e [[Filippo Inzaghi|Inzaghi]]) per guadagnare la qualificazione alla seconda fase del torneo. Negli ottavi di finale l'Italia trovò l'[[nazionale di calcio australiana|Australia]] guidata da [[Guus Hiddink]], colui che quattro anni prima aveva eliminato l'Italia con la [[Nazionale di calcio della Corea del Sud|Corea del Sud]]. All'inizio del secondo tempo l'espulsione di Materazzi fece temere il peggio, ma un rigore di [[Francesco Totti|Totti]], "conquistato" da [[Fabio Grosso|Grosso]] al 93º minuto, decise il risultato e diede i quarti di finale all'Italia. Una modesta {{NazNB|CA|UKR}} mise in difficoltà gli azzurri, che dopo aver sbloccato subito il risultato con [[Gianluca Zambrotta|Zambrotta]] ebbero non poche difficoltà. Alla fine [[Luca Toni|Toni]] realizzò una doppietta che chiuse una partita combattutissima. L'Italia vinse infine per 3-0 e giunse in semifinale.
 
[[Immagine:FIFA world cup 2006 - Rome circus maximus flag.jpg|thumb|350px|Festa italiana al Circo Massimo il 10 luglio 2006, dopo la vittoria dell'Italia nei Mondiali]]
Avversaria degli azzurri fu la Germania padrona di casa. Nessuna delle due squadre riuscì a prevalere e si andò quindi ai supplementari, dove a fare la differenza fu l'Italia, che passò in vantaggio al 119º minuto con una rete segnata dal terzino [[Fabio Grosso]] su assist di Pirlo. Arrivò poco dopo anche il 2-0 firmato da [[Alessandro Del Piero|Del Piero]], su assist di [[Alberto Gilardino|Gilardino]]. L'Italia diventò la prima squadra a battere la Germania nel Westfalestadion (Dortmund), il più grande stadio tedesco, e conquistò la sua sesta finale mondiale. Nell'ultima sfida l'Italia si ritrovò di fronte alla {{NazNB|CA|FRA}}. L'incontro terminò 1-1 dopo 120 minuti (rigore dopo pochi minuti di [[Zinédine Zidane|Zidane]], pareggio di [[Marco Materazzi|Materazzi]] poco dopo) di partita equamente condotta, a sprazzi, da entrambe le parti. Nei supplementari Zidane mise fine alla sua grande carriera nel peggior modo possibile, colpendo in petto Materazzi, che lo aveva provocato verbalmente, con una testata e facendosi espellere. La sequenza dei rigori vide la Nazionale italiana a segno con tutti e cinque i suoi calciatori. Mai prima di allora aveva realizzato una serie completa senza errori (nell'ordine: [[Andrea Pirlo|Pirlo]], [[Marco Materazzi|Materazzi]], [[Daniele De Rossi|De Rossi]], [[Alessandro Del Piero|Del Piero]] e [[Fabio Grosso|Grosso]]). Per i francesi, [[Sylvain Wiltord|Wiltord]], [[Éric Abidal|Abidal]] e [[Willy Sagnol|Sagnol]] segnarono, mentre [[David Trézéguet|Trézéguet]], colui che aveva segnato il decisivo golden gol nella finale degli Europei del 2000, colpì la traversa e con il suo errore condannò la Francia. L'Italia fu quindi incoronata campione del mondo per la quarta volta, scatenando la gioia di milioni di italiani, 24 anni dopo il successo in terra spagnola e nello stesso stadio dove settant'anni prima aveva vinto la finale [[Giochi olimpici|olimpica]] del [[Calcio ai Giochi della XI Olimpiade|1936]]. [[Marcello Lippi|Lippi]] non aveva, comunque, dimenticato le polemiche della vigilia e, durante la prima conferenza stampa ufficiale al rientro in Italia, rassegnò le sue dimissioni tra lo stupore generale.
 
Il [[14 luglio]] [[2006]], a ricordo della vittoria mondiale, il governo italiano ha comunicato la realizzazione di un francobollo commemorativo dell'evento a cura di [[Poste Italiane]]. Inoltre fu fatta coniare anche una moneta commemorativa in argento del valore nominale di 5 euro a cura dell'[[Istituto Poligrafico e Zecca di Stato]].
{{Nazionale italiana mondiali 2006}}
 
===Roberto Donadoni e l'Europeo amaro (2006-2008)===
====Euro 2008====
[[File:Roberto Donadoni - SSC Neapel (2).jpg|250px|left|thumb|Roberto Donadoni]]
Dopo le dimissioni di [[Marcello Lippi]], [[Roberto Donadoni]], già [[calciatore]] di [[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] e [[Associazione Calcio Milan|Milan]] e [[allenatore]] del [[Associazione Sportiva Livorno Calcio|Livorno]] fino al [[febbraio]] [[2006]], viene nominato commissario tecnico della Nazionale. La prima partita diretta da Donadoni, un'[[amichevole]] giocata proprio allo [[Stadio Armando Picchi]] di [[Livorno]] contro la {{NazNB|CA|HRV}}, finisce 2-0 per la squadra ospite. Nell'occasione è schierata una formazione largamente sperimentale, totalmente priva degli elementi che hanno vinto il campionato del mondo<ref>[http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/sport/calcio/nazionale/italia-croazia/italia-croazia/italia-croazia.html Non va la nuova Italia di Donadoni La Croazia è più avanti: 0-2 a Livorno], da [[La Repubblica]], [[16 agosto]] [[2006]]</ref>. Prima di Donadoni gli altri CT italiani che avevano perso all'esordio in panchina erano stati [[Vittorio Pozzo|Pozzo]], [[Enzo Bearzot|Bearzot]] e [[Marcello Lippi|Lippi]], cioè gli artefici dei quattro trionfi della Nazionale italiana ai Mondiali.
 
Il [[2 settembre]] [[2006]] cominciano le gare di qualificazione al {{EC|2008}}. L'inizio non è positivo: a [[Napoli]] gli Azzurri pareggiano per 1-1 con la [[Nazionale di calcio della Lituania|Lituania]] e poi perdono a [[Parigi]] per 3-1 contro la [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]], a quasi due mesi dalla finale del Mondiale. Dai turni successivi, però, giungono le prime soddisfazioni con {{NazNB|CA|UKR}} (2-0 a [[Roma]]) e {{NazNB|CA|GEO}} (1-3 a [[Tbilisi]]), seguite dalle vittorie contro {{NazNB|CA|SCO}} (2-0 a [[Bari]]), {{NazNB|CA|FRO}} (1-2 a [[Tórshavn]]) e {{NazNB|CA|LTU}} (0-2 a [[Kaunas]]).
 
L'[[8 settembre]] [[2007]] la sfida contro la Francia allo [[Stadio Giuseppe Meazza|Stadio Meazza]] finisce 0-0, ma subito dopo l'Italia continua la sua serie di successi sconfiggendo Ucraina (1-2 a [[Kiev]]) e Georgia (2-0 a [[Genova]]). Il [[17 novembre]] [[2007]], grazie alla vittoria per 2-1 contro la Scozia a [[Glasgow]], dove non aveva mai vinto, l'Italia si qualifica per gli Europei 2008 con un turno d'anticipo. La vittoria per 3-1 sulle [[Nazionale di calcio delle Isole Fær Øer|Isole Fær Øer]] a [[Modena]] risulta ininfluente per la qualificazione.
[[Immagine:France vs Italy, Euro 2008.jpg|right|thumb|380px|Francia-Italia del 17 giugno 2008]]
L'Italia, inserita dall'[[UEFA]] in seconda fascia, è stata sorteggiata nel ''girone di ferro'' di [[Euro 2008]], con [[Nazionale di calcio dell'Olanda|Olanda]], [[Nazionale di calcio della Romania|Romania]] e [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]]. L'avvio non è positivo: l'infortunio nel primo giorno di allenamento del capitano azzurro [[Fabio Cannavaro]] costringe il CT a convocare al suo posto un altro difensore, [[Alessandro Gamberini]]<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Sport/2008/06/Cannavaro-infortunio-allenamento.shtml?uuid=6f521b88-30c2-11dd-8bf2-00000e251029&type=Libero Euro 2008: Cannavaro infortunato in allenamento. Al suo posto Gamberini], da [[Il Sole 24 Ore]], [[2 giugno]] [[2008]]</ref>. Il nuovo capitano ufficiale della competizione è [[Alessandro Del Piero]] a patto che giochi titolare, altrimenti la fascia passa a [[Gianluigi Buffon]]. Inoltre la squadra perde a [[Berna]] la partita d'esordio contro l'[[Nazionale di calcio dell'Olanda|Olanda]] (prima sconfitta con gli olandesi dopo trent'anni<ref name=ned>[http://www.corriere.it/Sport/2008/Euro2008/index_10_5dc2b2f0-362c-11dd-9226-00144f02aabc.shtml L'Italia travolta dall'Olanda Buffon: «Chiediamo scusa»], dal [[Corriere della Sera]], [[9 giugno]] [[2008]]</ref>), subendo ben tre reti senza segnare neanche un gol divenendo protagonista di una prestazione molto opaca. Già dal giorno dopo, la stessa conduzione di [[Roberto Donadoni|Donadoni]] è messa pesantemente in discussione dalla stampa<ref name=ned>[http://www.corriere.it/Sport/2008/Euro2008/index_10_5dc2b2f0-362c-11dd-9226-00144f02aabc.shtml L'Italia travolta dall'Olanda Buffon: «Chiediamo scusa»], dal [[Corriere della Sera]], [[9 giugno]] [[2008]]</ref>, che invoca cambi nella formazione titolare. Nella seconda partita contro la [[Nazionale di calcio della Romania|Romania]] l'Italia pareggia per 1-1, con un gol annullato a [[Luca Toni]] per un fuorigioco inesistente e un rigore calciato da [[Adrian Mutu]] magistralmente parato da [[Gianluigi Buffon|Buffon]] nel finale. Nella terza partita, martedì [[17 giugno]], l'Italia batte la [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]] 2 a 0 a [[Zurigo]] con reti di [[Andrea Pirlo]] su rigore e [[Daniele De Rossi]] su punizione deviata da [[Thierry Henry|Henry]] (erano trent'anni che gli Azzurri non battevano la Francia nei 90 minuti di gioco, esattamente dal [[Campionato mondiale di calcio 1978|mondiale del '78]]), qualificandosi ai quarti (beneficiando della sconfitta della [[Nazionale di calcio della Romania|Romania]] per 2-0 contro l'[[Nazionale di calcio dell'Olanda|Olanda]] già qualificata). Nell'ultimo quarto di finale, disputatosi a [[Vienna]] domenica [[22 giugno]], l'Italia ha pareggiato 0-0 dopo i tempi supplementari con la [[Nazionale di calcio della Spagna|Spagna]], poi campione, ed è stata eliminata perdendo per 4-2 ai [[tiri di rigore|calci di rigore]]. Decisive sono risultate le parate di [[Iker Casillas]] sui tiri di [[Daniele De Rossi]] e [[Antonio Di Natale]], mentre gli spagnoli hanno fallito un solo tiro, quello di [[Daniel Guiza]], parato da [[Gianluigi Buffon|Buffon]]. In ogni caso la nazionale spagnola aveva tenuto il pallino del gioco per tutta la partita.
{{Nazionale italiana europei 2008}}
 
===Lippi-bis e la doppia disfatta sudafricana (2008-2010)===
Il [[26 giugno]] [[2008]]<ref name=addio>[http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/sport/calcio/europei/primo-incontro/primo-incontro/primo-incontro.html Lippi, primo incontro con Abete Oggi l'addio a Donadoni], da [[La Repubblica]], [[26 giugno]] [[2008]]</ref> [[Roberto Donadoni]] viene esonerato tramite una [[Clausola (diritto)|clausola]] rescissoria secondo cui se il CT non fosse arrivato ''almeno'' alle semifinali degli Europei 2008, la FIGC sarebbe stata autorizzata a sollevarlo dal suo incarico<ref>[http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/sport/calcio/europei/abete-clausola-semifinali/abete-clausola-semifinali/abete-clausola-semifinali.html Abete-Lippi, incontro a Roma Addio Donadoni, tutti i particolari] da [[La Repubblica]], [[25 giugno]] [[2008]]</ref>. L'eventualità si è verificata e lo stesso giorno la FIGC ha ufficializzato il ritorno di Lippi<ref name=addio>[http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/sport/calcio/europei/primo-incontro/primo-incontro/primo-incontro.html Lippi, primo incontro con Abete Oggi l'addio a Donadoni], da [[La Repubblica]], [[26 giugno]] [[2008]]</ref>, che torna a guidare la Nazionale italiana di calcio in vista della [[FIFA Confederations Cup 2009]] e del {{WC|2010}}, in programma in [[Sudafrica]].
 
Il secondo debutto di Lippi sulla panchina azzurra è avvenuto il [[20 agosto]] contro l'[[Nazionale di calcio dell'Austria|Austria]] a [[Nizza]] (2-2 il risultato finale, dopo un doppio svantaggio). Nella sua seconda partita contro la Grecia, Lippi pareggia per 1-1 grazie ad una rete di Toni che torna a segnare dopo mesi di digiuno gol.
Lippi detiene il Record assoluto con 32 risultati utili consecutivi con la Nazionale.
 
Nelle qualificazioni l'Italia viene inserita in un gruppo abbastanza agevole: gli azzurri pescano [[Nazionale di calcio dell'Irlanda|Irlanda]], [[Nazionale di calcio della Bulgaria|Bulgaria]], [[Nazionale di calcio della Bulgaria|Bulgaria]], [[Nazionale di calcio di Cipro|Cipro]], [[Nazionale di calcio del Montenegro|Montenegro]] e [[Nazionale di calcio della Georgia|Georgia]].
 
L'inizio non è dei migliori: a [[Larnaca]] sono la doppietta di [[Antonio Di Natale|Di Natale]] e le prodezze di [[Gianluigi Buffon|Gigi Buffon]] a regalare la vittoria contro i modesti ciprioti.
Nemmeno l'impegno successivo ad [[Udine]] contro i georgiani è entusiasmante perché gli azzurri vincono 2-0 (doppietta di [[Daniele De Rossi|De Rossi]]) ma faticano contro un avversario di gran lunga inferiore.
Dopo il pari in Bulgaria e la doppia vittoria contro i montenegrini gli azzurri riescono finalmente ad esprimere un gioco convincente; tra l'altro, nella gara di [[Podgorica]] c'è l'esordio con gol di [[Gianpaolo Pazzini|Pazzini]], letteralmente rinato con la maglia della [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]].
Il [[1 aprile]] [[2009]] va in scena a [[Bari]] lo scontro diretto con l'Irlanda allenata dall'ex ct azzurro [[Giovanni Trapattoni]].
Pronti via e Pazzini viene espulso dopo neanche un minuto: [[Vincenzo Iaquinta|Iaquinta]] porta avanti gli azzurri dopo 10 minuti, ma prima del 90' gli irlandesi pareggiano e costringono l'Italia a rimandare i festeggiamenti per la qualificazione.
 
====Confederations Cup 2009====
Nel mese di giugno la Nazionale esordisce in una competizione che non l'aveva mai vista protagonista, la [[Confederations Cup 2009|Confederations Cup]] svoltasi in Sudafrica. La partita d'esordio a [[Johannesburg]] contro gli {{NazNB|CA|USA}} è vinta dagli azzurri per 3-1 in rimonta con la [[Doppietta (calcio)|doppietta]] di [[Giuseppe Rossi (calciatore)|Giuseppe Rossi]], all'esordio in una fase finale con la nazionale, e il gol di [[Daniele De Rossi]]. Il passo falso arriva però nella seconda giornata, con una sconfitta di misura (1-0) contro l'{{NazNB|CA|EGY}}, che mette a rischio la qualificazione degli azzurri alle semifinali. Le speranze italiane vengono riposte nell'ultimo incontro col [[Brasile]]. Tuttavia, la squadra azzurra disputa una brutta partita e perde 3-0. I gol arrivano tutti nel primo tempo e quella che doveva essere la partita della svolta si trasforma in una disfatta. La squadra azzurra non subiva 3 reti nel primo tempo dal lontano 1957, contro la {{NazNB|CA|YUG}}. Perfino alcuni giocatori dello stesso Brasile si sono detti stupiti della scarsa prestazione degli azzurri, dai quali ci si aspettava senza dubbio qualcosa di meglio. L'attenzione si spostò quindi su una possibile rivincita a [[Campionato mondiale di calcio 2010|Sudafrica 2010]], che invece si rivelerà essere il peggiore mondiale in assoluto disputato dalla nazionale italiana.
 
{{Nazionale italiana Confederations Cup 2009}}
 
====Sudafrica 2010====
[[File:FIFA World Cup 2010 Italy Paraguay2.jpg|250px|right|thumb|L'Italia durante la partita del [[14 giugno]] contro il [[Nazionale di calcio del Paraguay|Paraguay]]]]
Dopo la pessima [[Coppa delle Confederazioni FIFA|Confederations Cup]], l'Italia vince in Georgia solo grazie a due autoreti del difensore del [[Associazione Calcio Milan|Milan]] [[Kakhaber Kaladze|Kaladze]].
Poi, gli azzurri convincono a [[Torino]] dove superano 2-0 la Bulgaria (reti di due juventini, [[Fabio Grosso|Grosso]] e [[Vincenzo Iaquinta|Iaquinta]]) e il [[10 ottobre]], in seguito al 2-2 ottenuto a [[Dublino]] contro l'Irlanda, gli azzurri staccano il bigletto per il [[Sudafrica]]. L'Italia chiude battendo 3 a 2 Cipro a Parma.
 
Il mondiale sudafricano inizia nel segno delle contestate convocazioni fatte da [[Marcello Lippi|Lippi]], che esclude alcuni talenti, in primis [[Antonio Cassano|Cassano]] e [[Mario Balotelli|Balotelli]], per far posto a molti calciatori reduci da una stagione pessima nei rispettivi club. Le amichevoli pre-mondiale a [[Bruxelles]] contro il [[Nazionale di calcio del Messico|Messico]] (sconfitta per 2-1) e a [[Losanna]] contro la [[Nazionale di calcio della Svizzera|Svizzera]] (pareggio per 1-1) non danno segnali incoraggianti.
Il girone mondiale, sorteggiato a [[Durban]] il [[4 dicembre]] [[2009]], sembra essere molto favorevole: nel gruppo F ci sono [[Nazionale di calcio del Paraguay|Paraguay]], [[Nazionale di calcio della Slovacchia|Slovacchia]] e [[Nazionale di calcio della Nuova Zelanda|Nuova Zelanda]].
L'esordio nel primo mondiale giocato in [[Africa]] avviene il [[14 giugno]] a [[Cape Town]] contro il Paraguay. Nel finale di primo tempo segna [[Antolín Alcaraz|Alcaraz]] che stacca di testa su calcio di punizione; nella ripresa pareggia [[Daniele De Rossi|De Rossi]], che deposita la palla in rete dopo uno svarione del portiere paraguayano [[Justo Villar|Villar]] su un calcio d'angolo per l'1-1 finale. Nella seconda gara, il [[20 giugno]] a [[Nelspruit]] contro i neozelandesi, gli azzurri vanno di nuovo in svantaggio per un gol di [[Shane Smeltz|Smeltz]] che, in posizione dubbia, supera [[Federico Marchetti|Marchetti]] (sostituto di [[Gianluigi Buffon|Buffon]], infortunatosi dopo la prima partita). Pareggia [[Vincenzo Iaquinta|Iaquinta]] su un rigore discutibile. A questo punto all'Italia può bastare non perdere contro la Slovacchia per qualificarsi, seppur come seconda, agli ottavi nelle sfida decisiva di [[Johannesburg]] del [[24 giugno]]. Ciononostante l'Italia viene sconfitta clamorosamente dalla nazionale slovacca per 3-2 in una gara combattutissima e viene eliminata per la sesta volta al primo turno di un mondiale, chiudendo il girone addirittura all'ultimo posto e senza vittoria, fatto mai accaduto prima nella storia degli azzurri.
 
{{Nazionale italiana mondiali 2010}}
 
===Cesare Prandelli (2010-oggi)===
[[File:Antonio Cassano training.jpg|thumb|left|150px|[[Antonio Cassano]] è stato richiamato da Prandelli dopo l'esclusione ai [[Mondiali 2010]] da parte del consulente tecnico [[Marcello Lippi]].<ref>[http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/sport/calcio/nazionale/lippi-cassano/futuro-azzurro/futuro-azzurro.html Cassano: "Io in Nazionale? Lippi non mi chiamerà mai"], ''[[La Repubblica]]'', [[6 dicembre]] [[2008]]</ref><ref>[http://www.gazzetta.it/Calcio/Nazionale/02-09-2009/urlo-web-contro-lippi-501197401544.shtml L'urlo del web contro Lippi] ''[[La Gazzetta dello Sport]]'', [[2 settembre]] [[2009]]</ref><ref>[http://www.corriere.it/sport/09_novembre_08/lippi-convocazioni-nazionale_57b2c750-cc90-11de-b450-00144f02aabc.shtml Nazionale, Lippi non convoca Cassano neanche per le amichevoli], ''[[Il Corriere della Sera]]'', [[8 novembre]] [[2009]]</ref>]]
[[File:Prandelli.jpg|thumb|right|170px|[[Cesare Prandelli]], l'attuale allenatore della Nazionale.]]
Già prima del mondiale in Sudafrica la [[FIGC]] comunica la scelta di [[Cesare Prandelli]] come successore di Lippi alla guida della nazionale<ref>[http://www.repubblica.it/sport/calcio/nazionale/2010/05/30/news/prandelli_nuovo_ct_italia-4439098 Ufficiale, Prandelli nuovo ct] da [[La Repubblica]], [[30 maggio]] [[2010]]</ref>.
Al nuovo commissario tecnico spetta il gravoso compito di risollevare una nazionale giunta al punto più basso della sua storia recente. Prandelli inserisce nel gruppo volti vecchi e nuovi come [[Antonio Cassano]], [[Mario Balotelli]], questi due grandi esclusi dei [[Mondiali 2010]], [[Andrea Pirlo|Pirlo]], [[Daniele De Rossi|De Rossi]] e [[Quagliarella]]. Prandelli non ha esluso il possibile ritorno di [[Gianluigi Buffon]] come futuro capitano della Nazionale.<ref> http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/201008articoli/28394girata.asp</ref>
 
L'esordio di Prandelli avviene all'[[Upton Park]] di [[Londra]] dove gli azzurri affrontano la [[Nazionale di calcio della Costa d'Avorio|Costa d'Avorio]].
Gli ivoriani, grandi delusi al mondiale sudafricano, vincono 1-0 con una rete del difensore [[Kolo Touré]].
 
Il [[3 settembre]] [[2010]] cominciano le gare di qualificazione al campionato d'[[Europei di calcio 2012|Europa 2010]]. L'inizio è positivo: a [[Tallinn]] gli Azzurri vincono per 2-1 con l'[[Nazionale di calcio dell'Estonia|Estonia]]<ref>http://www.gazzetta.it/Calcio/Nazionale/03-09-2010/cassano-spegne-estonia-711014445290.shtml</ref>, vincono a [[Firenze]] per 5-0 contro le [[Nazionale di calcio delle Isole Fær Øer|Isole Fær Øer]]<ref>http://sport.sky.it/sport/calcio_italiano/2010/09/08/prandelli_giorno_dopo_italia_far_oer.html</ref> e poi pareggiano 0-0 con l'[[Nazionale di calcio dell'Irlanda del Nord|Irlanda del Nord]] a [[Belfast]]. Il 12 ottobre era prevista la partita contro la [[Nazionale di calcio della Serbia|Serbia]] allo [[Stadio Luigi Ferraris]] di [[Genova]], ma a causa delle intemperanze dei sostenitori serbi il match è stato sospeso al sesto minuto del primo tempo sul risultato di 0-0.
 
==Note==
{{references|2}}
{{Portale|calcio|Italia}}
 
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Nazionali di calcio dell'Italia]]
{{Portale|cinema}}
[[Categoria:Film Universal Studios]]
[[Categoria:Film musicali]]
[[Categoria:Film in tecnica mista]]
[[Categoria:Film conservati nel National Film Registry]]