Palazzo Ricasoli e Castello Scaligero (Lazise): differenze tra le pagine

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{{Infobox struttura militare
{{Coord|43|46|14.93|N|11|14|53.38|E|type:landmark|display=title}}
|Nome = Castello Scaligero di Lazise
{{nota disambigua}}
|Nome originale =
{|align=right
|Parte di =
|[[File:Palazzo ricasoli sul lungarno.JPG|thumb|Palazzo Ricasoli]]
|Posizione geografica = Nord Italia
|-
|Struttura = Castello
|[[Immagine:Palazzo Ricasoli (lungarno).JPG|thumb|Palazzo Ricasoli]]
|Immagine = Lazise.jpg
[[Immagine:Piazza Goldoni.JPG|thumb|Piazza Goldoni e Palazzo Ricasoli]]
|Didascalia =
|}
|Stato =
|Stato attuale = ITA
|Suddivisione = {{IT-VEN}}
|Città = [[Lazise]]
|Tipologia = Castello medievale
|Utilizzatore =
|Primo proprietario = Libero Comune di Lazise
|Stile =
|Funzione strategica = Difesa del borgo
|Termine funzione strategica =
|Inizio costruzione = [[IX secolo]]
|Termine costruzione = [[XIV secolo]]
|Costruttore =
|Materiale = Pietra e laterizio
|Armamento =
|Altezza =
|Demolizione =
|Condizione attuale =
|Proprietario attuale = Conti Bernini
|Visitabile = No
|Presidio =
|Comandante attuale =
|Comandanti storici =
|Occupanti =
|Azioni di guerra =
|Eventi =
|Ref = Fonti indicate nel testo della voce
|Sito web =
}}
 
Il '''castello scaligero di Lazise''' è una rocca medievale di [[Della Scala|epoca scaligera]] posta a difesa dell'antico borgo lacustre di [[Lazise]].
'''Palazzo Ricasoli''' si trova in [[piazza Goldoni]] 2 a [[Firenze]].
 
== Storia ==
In questa zona di Firenze esistevano anticamente numerose abitazioni dei lavoratori della [[lana]], i "pannilana", impiegati nelle vicine attività produttive degli [[Umiliati]] presso la [[chiesa di Ognissanti (Firenze)|chiesa di Ognissanti]]. Nel XV secolo vennero comprate alcune case nei pressi del [[ponte alla Carraia]] da Rinieri e Lorenzo d'Andrea Ricasoli, del ramo di [[castello di Meleto|Meleto]], per costruire un palazzo, che nel [[1480]] era già avviato. In quella data sono documentate alcune difficoltà economiche della famiglia in seguito all'interdizione di [[papa Sisto IV]] dopo la fallita [[congiura dei Pazzi]] e anche per la presenza delle truppe di [[Alfonso V d'Aragona]] nei possedimenti [[colline del Chianti|chianti]]giani dei Ricasoli. Il palazzo in passato era stato attribuito a [[Michelozzo]], ma oggi, a causa di discrepanze cronologiche, l'ipotesi non è più accreditata.
 
[[File:Lazise Castle 2 (14552424222).jpg|thumb|left]]
Passato il momento di crisi, il palazzo poté dirsi concluso all'inizio del XVI secolo. Ancora qualche decennio richiese il completamento delle decorazioni, tra le quali figuravano tre cicli di graffiti, uno per facciata, oggi completamente perduti e noti solo dalle fonti scritte. erano stati commissionati dal [[vescovo di Cortona]] [[Giovan Battista Ricasoli]] nel [[1553]] a un allievo di [[Andrea del Sarto]], [[Francesco Pagani]], e raffiguravano episodi della storia romana. Una lettera del [[Vasari]] fa credere che l'opera non fosse particolarmente riuscita, anche perché il prelato aveva tirato molto sul prezzo: nel secolo seguente erano già molto deteriorate.
 
Le origini del castello di Lazise risalgono al [[IX secolo]], quando gli abitanti del borgo eressero delle prime difese per proteggersi dalle invasioni degli Ungari, completato sul finire del secolo successivo, come dimostra il privilegio concesso nel [[983]] dall'imperatore del Sacro Romano Impero Germanico [[Ottone II di Sassonia|Ottone II]], nel quale egli diede facoltà alla popolazione locale di completare le proprie difese.<ref>''Monumenta Germaniae Historica'', ''Diplomata Ottonis II'', n. 291.</ref>
Nel [[1565]] il palazzo e la piazza antistante furono al centro delle cerimonie per il matrimonio tra [[Francesco I de' Medici]] e [[Giovanna d'Austria]]. Nel 1580 inoltre Giuliano Ricasoli chiese il permesso al granduca per eseguire un passaggio sotterraneo e un giardino collocato appena oltre la strada che va al [[ponte alla Carraia]], più o meno dove oggi si trova la parte rialzata di [[piazza Goldoni]] e il monumento al commediografo veneziano. Il giardino viene ricordato nelle denunce catastali del [[1599]] e del [[1613]], e verso il [[1675]] fu perfezionato, con una loggia con terrazza soprastante e un'altra terrazza coperta.
 
Nel [[1193]] il castello e l'abitato passarono sotto il governo del libero Comune di Verona e quindi, qualche anno più tardi, sotto la [[Della Scala|Signoria degli Scaligeri]], che in città avevano ormai accentrato nelle loro mani il potere: [[Alberto II della Scala|Alberto II]] e [[Mastino II della Scala]] nel [[1329]] ristrutturarono le mura del borgo, intervallandole da una ventina di torri scudate, mentre la ricostruzione della rocca venne iniziata da [[Cansignorio della Scala|Cansignorio]] nel [[1375]] e ultimata da [[Antonio della Scala|Antonio]] e [[Bartolomeo II della Scala|Bartolomeo II]] nel [[1381]]; Lazise divenne così un caposaldo dello scacchiere fortificato occidentale veronese.<ref>{{cita|AA.VV.|p. 34|aavv}}.</ref>
Negli anni successivi restò ai Ricasoli passando da un ramo all'altro, e venendo spesso affittato a stranieri, tanto che alla fine del Settecento era noto come "the English House". Nel [[1784]]-[[1786]] vi ebbe dimora [[Hester Lynch Thrale]], sposa del cantante italiano [[Gabriele Pozzi]], che animò la vita cittadina con un'accademia letteraria di una certa rinomanza. Nell'Ottocento poi il palazzo divenne l'albergo Hotel du Nord.
 
Il castello subì, nel corso della storia, diversi assedi:<ref>{{cita|Franzosi|pp.13-14|franzosi}}.</ref>.
Nel Novecento subì alcune travagliate vicende. Durante la prima guerra mondiale la baronessa Giuliana Ricasoli Firidolfi, nata [[Corsini]], lo mise a disposizione della [[Croce Rossa italiana]], che lo adibì a ospedale per i feriti di guerra. Dopo la fine della guerra la famiglia, da [[palazzo Ricasoli Firidolfi]] in [[via Maggio]], tornò ad abitare prevalentemente qui. Il palazzo venne danneggiato sia dalle mine tedesche del [[1944]] che dall'[[alluvione di Firenze]] del [[1966]], ma venne sempre restaurato. Oggi appartiene ancora ai baroni Ricasoli.
* nel [[1387]], quando ormai la vita della Signoria Scaligera era quasi giunta a conclusione, gli eserciti nemici di [[Gian Galeazzo Visconti]], [[Francesco I Gonzaga]] e [[Francesco I da Carrara]] accerchiarono Lazise che, fedele agli Scaligeri, chiuse le porte cittadine e si preparò all'assedio, cedendo alle armi da fuoco nemiche il 13 ottobre;
* nel [[1439]] le truppe della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]], guidate da [[Francesco Sforza]] e [[Gattamelata]], sfidarono quelle del visconteo [[Niccolò Piccinino|Piccinino]], asserragliate nella fortezza;
* l'ultimo assedio avvenne nel [[1528]], quando il Duca di Brunswich attaccò il capitano veneto Nicolò Barbaro.
 
== Descrizione ==
 
=== Cortina muraria urbana ===
 
Il borgo lacustre di Lazise è munito di buona parte della cinta muraria, di cui è stata perduta solamente la parte più a nord della cortina orientale e la parte della cortina occidentale che, partendo dal castello, proseguiva lungo il lago fino al porto antico, concludendosi nella scomparsa torre del Cadenon, eliminata nel [[1939]] per far posto al monumento ai caduti, ma la cui figura è rimasta nella memoria della comunità lacisiense tanto da continuare ad esistere nella festa popolare nota come [[Cuccagna del Cadenon|Palio della Cuccagna del Cadenon]], che si svolge ogni anno proprio laddove si ergeva la torre medievale.
 
La cortina meridionale e settentrionale della cinta muraria urbana sono invece interamente conservate e intervallate, insieme alla porzione rimanente della cortina orientale, da tredici [[Torre scudata|torri scudate]] e da tre porte cittadine:<ref>{{cita|Agostini|pp. 32-33|agostini}}.</ref>
 
* porta Nuova (o Cansignorio) a settentrione, realizzata tra il [[1375]] ed il [[1376]] ma murata nel [[1701]] per proteggere il borgo da alcune milizie che stavano depredando il territorio circostante, quindi riaperta nel [[1955]];
* porta Superiore (o San Zeno) a oriente, probabilmente coeva all'impianto altomedievale, l'unica destinata alla popolazione e ai transiti, nella cui nicchia esterna era dipinta in origine una [[Madonna col Bambino]], poi sostituita dall'Aquila Imperiale e infine dall'immagine di [[Marco evangelista|San Marco]], protettore della [[Repubblica di Venezia]];
* porta Lion per l'accesso da meridione, così chiamata in quanto recava lo stemma della Serenissima o forse perché utilizzata dalle milizie venete, un tempo dotata di un [[rivellino]] a sua difesa.
 
Le porte erano tutte munite di [[saracinesca]] e [[ponte levatoio]] su [[Fossato (architettura)|fossato]], questo completamente scomparso per lunghi tratti.
 
=== Fortezza ===
[[File:Castello di Lazise - Avesani.jpg|thumb|left|Rilievo del castello di Lazise eseguito dall'ingegnere Xaverio Avesani nel 1756.]]
 
La fortezza vera e propria venne realizzata tra il [[1375]] e il [[1381]], quindi appartiene ad una serie di opere difensive iniziate da [[Cansignorio della Scala|Cansignorio]] e concluse dagli ultimi due Scaligeri, [[Antonio della Scala|Antonio]] e [[Bartolomeo II della Scala]]. Essa è costituita da due recinti affiancati: una cortina rettangolare più grande, adibita a porto militare, sul lato verso il lago, ed una rettangolare più piccola, la piazza d'armi, sul lato verso l'entroterra: entrambe le cortine sono intervallate da sei torri scudate, con volte murarie che sorreggono le terrazze merlate e strutture lignee che sostengono i piani intermedi; vi sono quattro torri angolari e due intermedie poste sul lato lungo, circondate sia verso la campagna che verso l'abitato da un ampio fossato acqueo dotato di [[controscarpa]] in muratura e, sul lato campagna, pure da una controfossa. Vi sono due accessi al castello, uno verso campagna ed uno verso città, entrambi protetti da un rivellino munito di porte a doppio battente e da un ponte levatoio su fossato. Inoltre, per offrire una maggiore difesa del castello, ai lati del rivellino verso campagna si dipanava una seconda cortina muraria, leggermente più bassa di quella principale.<ref>{{cita|Perbellini|p. 99|perbellini}}.</ref>
 
Particolarmente imponente il mastio del castello in mattoni di cotto, con un basamento alto due metri in pietra e un coronamento formato da una struttura pensile merlata, con caditoie su archeggiature che scaricano il proprio peso su una triplice mensola digradante in pietra. A questo elemento ultimo di difesa si poteva accedere dal cammino di ronda tramite un piccolo ponte levatoio: dal piano raggiunto si poteva quindi scendere tramite botole alle prigioni, oppure tramite scale salire ai piani soprastanti.<ref>{{cita|Bresciani|p. 71|bresciani}}.</ref> Alla base del mastio, all'interno della piazza d'armi, si ergevano un tempo la residenza del castellano e le caserme della milizia, a ridosso della cinta muraria.
 
Il castello appare ancora integro in un rilievo del [[1756]] realizzato dall'ingegnere militare Xaverio Avesani, ma purtroppo ad oggi importanti elementi della fortificazione sono andati perduti: la controfossa, la fossa e la controscarpa muraria sono completamente scomparse; lo stesso vale per la cortina muraria più esterna, che forniva un'ulteriore protezione nel lato verso campagna; il porto militare è stato quasi completamente interrato e sopravvivono pochi frammenti della relativa cinta muraria, completa solo nel lato verso il lago, e tre torri.
 
=== Giardino ===
[[File:Parco del Castello di Lazise.jpg|thumb|right|L'ingresso al Parco di Villa Bernini-Buri, con il castello di Lazise sullo sfondo.]]
 
Il castello si trova all'interno del grande giardino romantico ottocentesco di villa Buri-Bernini, sorto grazie all'opera di Gian Battista Buri, figlio del più noto conte Giovanni Danese Buri, uomo erudito dedito specialmente alla botanica e all'architettura del verde, figura di spicco nell'ambito veronese in quanto diffusore delle nuove teorie inglesi nell'arte dei giardini. Gian Battista acquistò nel [[1871]] il castello di Lazise e, una volta ristrutturata la villa, si diede alla costruzione del grande parco annesso, da cui ne derivarono radicali cambiamenti alle forme del castello.
 
Utilizzando le pietre della cortina più esterna al castello, in quel periodo già in rovina, e le pietre ricavate dalla demolizione di parte delle mura e di alcune torri del porto militare, venne creato un promontorio artificiale a sud del castello, detto ''la mara'', e venne quasi completamente prosciugata la darsena militare: questa operazione generò opinioni contrastanti negli intellettuali dell'epoca, infatti vi furono molte critiche positive per i lavori di pulitura e recupero del castello, purtroppo non completati a causa della morte del conte, ma d'altro canto venne fortemente contestata la demolizione di parte delle mura medievali. Durante i lavori di realizzazione del parco venne lasciato comunque riconoscibile l'ingresso al porto, grazie al mantenimento delle mura e delle due torri che segnalavano l'ingresso dal lago, inoltre un altro breve tratto di cortina muraria, interrotta da una torre, è stato utilizzato come spalla di una serra dedicata alla specie più delicate del giardino.
 
Il parco romantico progettato dal conte Buri si svolge come un percorso attorno al castello, unico grande episodio che segna il cammino, senza altri elementi di sorpresa. Delle essenze originali molte sopravvivono ancora oggi: risultano particolarmente significative, per le loro dimensioni e bellezza, una [[Sequoiadendron giganteum|wellingtonia]], una [[Sequoia sempervirens|sequoia]] e due esemplari di [[Magnolia grandiflora]], le quali hanno una dimensione tale che le loro chiome si fondono, creando una galleria verde sotto la quale si svolge il percorso. Sui margini de ''la mara'', nella porzione meridionale del giardino, crescono invece numerose piante a foglia caduca, come ippocastani, platani, tigli, carpini neri, olmi e querce, mentre nel sottobosco si trovano aceri, biancospini, pitosfori, allori, tassi e bossi, rinvigoriti dalle acque del ruscello che raccoglie le acque delle colline che circondano Lazise e che, proprio nel parco della villa, confluiscono nel lago.<ref>{{cita|Da Sacco|pp. 84-89|dasacco}}.</ref>
 
== Note ==
 
<references/>
 
== Bibliografia ==
 
* {{cita libro|AA.|VV.|Guida ai castelli del veronese|2000|Cierre|Verona|cid=aavv}}
* {{cita libro|Giovanni|Agostini|Lazise nella storia e nell'arte|1955|Scuola d'arte tipografica Don Bosco|Verona|cid=agostini}}
* {{cita libro|Bruno|Bresciani|Castelli veronesi|1962|Vita Veronese|Verona|cid=bresciani}}
* {{cita libro|Maria Giulia|Da Sacco|Il giardino romantico veronese|1998|Canal & Stamperia|Venezia|cid=dasacco}}
* {{cita libro|Mario|Franzosi|Lazise|1974|Vita Veronese|Verona|cid=franzosi}}
* {{cita libro|Gianni|Perbellini|Castelli Scaligeri|1982|Grafiche Milani|Segrate|cid=perbellini}}
 
== Voci correlate ==
 
* [[Castello Scaligero]]
* [[Della Scala]]
* [[Castelli degli Scaligeri]]
 
==Altri progetti==
{{Interprogettointerprogetto|commons=Category:PalazzoCastello Ricasolidi Lazise}}
 
{{Lago di Garda}}
==Bibliografia==
{{portale|Architettura|Medioevo|Veneto}}
*Marcello Vannucci, ''Splendidi palazzi di Firenze'', Le Lettere, Firenze 1995 ISBN 887166230X
 
[[Categoria:Castelli della provincia di Verona|Lazise]]
{{Vigna Nuova}}
[[Categoria:Architetture di Lazise]]
{{Portale|Firenze}}
[[Categoria:PalazziDella di Firenze|RicasoliScala]]