Pittura romana e Progetto:Progetto:GLAM/Fondazione Strozzi, Firenze/Iscritti: differenze tra le pagine

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[[Immagine:Pompejanischer Maler um 60 v. Chr. 001.jpg|thumb|200px|Affresco dalla [[Villa dei Misteri]]]]
[[Immagine:Menade.jpg|thumb|200px|''Menade'', da Ercolano]]
La '''pittura romana''' è una delle scuole pittoriche che meglio si sono tramandate, nella generale rovina della [[pittura antica]]. I romani assimilarono in larga parte dall'altissima civiltà pittorica greca, imitandone i modelli e le tecniche e creando innumerevoli copie che, come è successo per la scultura, spesso ci permettono di conoscere con una certa approssimazione gli originali.
 
[[File:Wiki editathon Palazzo Strozzi 2018.jpg|miniatura|primo incontro 23 maggio 17]]
La straordinaria conoscenza della pittura romana è dovuta soprattutto alle uniche condizioni di preservazione delle città vesuviane di [[scavi di Pompei|Pompei]], [[scavi di Ercolano|Ercolano]] e [[scavi di Stabia|Stabia]], dove sono stati ritrovati enormi quantitativi di pitture, soprattutto affreschi parietali. Le pitture pompeiane sono databili tra il II secolo a.C. e la data dell'eruzione, il [[79]] d.C.
Partecipanti al corso:
==3° corso <small>marzo-maggio 19</small>==
Partecpanti:
{{Progetto:GLAM/Fondazione Strozzi, FirenzeBabel}}
* [[Utente:GemmaSordi]]
* [[Utente:Silvia zandomeneghi]]
* [[Utente:CorinnaSimo]]
* [[Utente:Sara derr]]
* [[Utente:Valent8]]
* [[Utente:Lalilaria]]
* [[utente:Nerissimo21]]
* [[Utente:FeBozz]]
* [[Utent:Roberto Rampone]]
 
==2° Corso <small>ottobre/dicembre 18</small>==
Un altro grande serbatoio di pitture romane sono i ritratti su tavola delle [[Ritratti del Fayoum|mummie di Fayum]] in [[Egitto]], databili tra la fine del [[I secolo a.C.]] e la metà del [[III secolo]] d.C.
Partecipanti:
*Beatrice [[Utente:BeaArt]] e Giuseppe [[Utente:Giuseppe792]] {{doing}} [[Utente:BeaArt/Sandbox|Bruce Nauman]]
*Marta [[utente:Martadol]] e Federica [[utente:AutAut]] {{doing}} [[Utente:Martadol/Sandbox|Ulay]]
*Elisa [[Utente:Elsafanelli]] {{doing}} [[Utente:Elsafanelli/Sandbox|Gina Pane]]
*Andrea [[utente:]] e Raffaella [[utente:RaffaellaFap]]
*Giada [[Utente:Aniloda]] e Aurora [[utente:farorua]] {{doing}} [[Utente:Farorua/Sandbox|Waltraud Lehner]]
*Martina [[utente:MartiDN]] e Alessandro [[utente:Gabriele Utterson]] {{doing}} [[Utente:MartiDN/Sandbox|Vito Hannibal Acconci ]]
*Andrea Del Carria [[Utente:Delcarria88]]
 
==1° Corso <small>maggio/giugno 18</small>==
Ma la stessa [[Roma]] ha preservato alcuni notevoli esempi di pitture, spesso analoghe agli esemplari pompeiani ma più antiche, confermando come i modelli venissero innanzitutto elaborati nella capitale e da qui si diffondessero nelle province.
Partecipanti:
 
* [[utente:andrea.piccioli|Andrea Piccioli]], lavora alla voce [[Utente:Giuliadig/Sandbox|Emilio Vedova]]
==Epoca repubblicana==
* [[utente:Blake2018|Carlo Martino]], lavora alla voce [[Michelangelo Pistoletto]]
[[Immagine:Affresco con scena storica della necropoli dell'esquilino.jpg|thumb|200px|Affresco con scena storica dalla [[necropoli dell'Esquilino]], tra le prime testimonianza di pittura su affresco romana pervenutaci]]
* [[utente:heesun.moon|Moon Heensun]]
 
* [[utente:Mariagrazia94|Maria Grazia Fantini]], lavora alla voce [[Giovanni Anselmo]]
Almeno fin dalla fine del VII secolo a.C. la pittura ebbe una grande importanza nella produzione artistica medio-italica, come testimoniano le pitture nelle tombe etrusche, apule e campane nonché le fonti letterarie. A Roma si hanno testimonianze dalla prima metà del V secolo a.C., con la citazione dei pittori italioti e sicelioti Damofilo e Gorgaso, autori della decorazione pittorica del [[tempio di Cerere]], fondato da [[Spurio Crasso]] nel [[493 a.C.]]<ref>Secondo [[Dionigi di Alicarnasso]], ''Antichità romane'' 6,17 e 94.</ref>. Ciò testimonia la presenza di artisti di varia provenienza, ma non l'esistenza a Roma di una scuola pittorica con caratteri peculiari.
* [[Utente:opi2908|Camilla Guidi]], lavora alla voce [[Giulio Turcato]]
 
* [[utente:Giuliadig|Giulia di Giacomo]], lavora a [[Utente:Giuliadig/Sandbox|Emilio Vedova]]
Alla fine del IV secolo a.C. è tramandato un nome di un pittore (mentre non si conserva il nome di alcuno scultore), Fabius Pictor, attivo nella decorazione del [[tempio della Salus]] nel [[304 a.C.]] e probabilmente di famiglia patrizia, come suggerisce il nome (della ''[[Gens Fabia]]''). La pittura a quell'epoca aveva un fine prevalentemente pratico, ornamentale e, soprattutto, celebrativo. Si è ipotizzato che la decorazione di ''Fabius'' fosse a carattere narrativo e storico e che la pittura repubblicana con scene delle [[guerre sannitiche]] nella [[necropoli dell'Esquilino]] possa essere derivata da tali opere (fine IV, inizio III secolo a.C. la datazione più probabile).
* [[utente:Platipus7|Anna De Bernardis]], lavora alla voce [[Michelangelo Pistoletto]]
 
* [[utente:elemari-r95|Elena Romanelli]], lavora alla voce [[Utente:Elemari-r95/Sandbox|Pino Pascali]]
===Pittura trionfale===
* [[utente:Emeret|Emma Rossi]], lavora alla voce [[Giovanni Anselmo]]
Dal III secolo a.C. si ha la documentazione di pitture "trionfali", cioè di dipinti portati nei cortei dei [[trionfo|trionfi]] con le narrazioni di eventi della campagna militare vittoriosa o l'aspetto delle città conquistate<ref>Il [[Mantegna]] immaginò queste pitture nel ''[[Trionfo di Cesare]]'' oggi a [[Hampton Court]], presso [[Londra]].</ref>. La pittura trionfale ebbe sicuramente influenza nel rilievo storico romano.
* [[Utente:Noe.Bzs]]
 
* [[Utente:Iruycamp]], lavora alla voce [[Domenico Gnoli (pittore)]]
===Epoca sillana e cesariana===
* [[Utente:Alex_dal]], lavora alla voce [[Domenico Gnoli (pittore)]]
[[Immagine:Casa di via graziosa, scena dell'odissea (attacco dei lestrigoni), I secolo ac.jpg|thumb|250px|left|Casa di via Graziosa, scena dell'Odissea (''Attacco dei [[Lestrigoni]]'')]]
In epoca [[silla]]na e [[cesare|cesariana]] si colloca la costituzione di una tradizione pittorica romana. Essa viene detta anche "pompeiana", perché studiata nei cospicui ritrovamenti di [[scavi di Pompei|Pompei]] e delle altre città vesuviane sommerse dall'[[Vesuvio#L.27eruzione_del_79_d.C.|eruzione del 79]], anche se il centro della produzione artistica fu sicuramente Roma.
 
Assieme alle sculture, erano arrivate in Italia anche numerosissime pitture greche e molti pittori si erano trasferiti a Roma dalla [[Grecia]], dalla [[Siria]], da [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]]. Mentre [[Plinio il Vecchio]] si lamentava della decadenza della pittura (intendendo che la vera pittura di merito era quella [[su tavola]], non quella parietale), era già in vigore il "[[quarto stile]]", dall'esuberante ricchezza decorativa.
 
Era tipico per una casa signorile avere ogni angolo di parete dipinta, da cui deriva una straordinaria ricchezza quantitativa di decorazioni pittoriche. Tali opere però non erano frutto dell'inventiva romana, ma erano un ultimo prodotto, per molti versi banalizzato, dell'altissima civiltà pittorica greca.
 
Si individuano quattro "stili" per la pittura romana, anche se sarebbe più corretto parlare di schemi decorativi. Il [[primo stile]] ebbe una documentata diffusione in tutta l'area ellenistica (incrostazioni architettoniche dipinte) dal III-II secolo a.C. Il [[secondo stile]] (finte architetture) non ha invece lasciato tracce fuori da Roma e le città vesuviane, databile dal 120 a.C. per le proposte più antiche, fino agli esempi più tardi del 50 a.C. circa. Questo è forse un'invenzione romana. Il [[quarto stile]], documentato a Pompei dal [[60]] d.C., è molto ricco, ma non ripropone niente di nuovo che non fosse già stato sperimentato nel passato. In seguito la pittura si inaridì gradualmente, con elementi sempre più triti e con una tecnica sempre più sciatta.
 
Tra gli esempi più interessanti dell'epoca vi sono gli affreschi con scene dell'[[Odissea]] dalla [[Casa di via Graziosa]], databili tra il [[50 a.C.|50]] e il [[40 a.C.]], probabilmente delle copie eseguite con diligenza (e qualche errore, come nei nomi in greco dei personaggi) di un originale alessandrino perduto databile attorno al [[150 a.C.]]: in queste opere si nota per la prima volta in ambito romano un disporsi compiuto delle figure nello spazio illusionistico della rappresentazione, che sembra quindi "sfondare" la parete.
 
==Prima epoca imperiale==
Tra il [[30 a.C.|30]] e il [[25 a.C.]] poteva dirsi pienamente compiuto lo sviluppo del [[secondo stile pompeiano]], con esempi importanti sia a [[Roma]] che nelle città vesuviane. Ascrivibile al [[terzo stile]] è la decorazione della [[Casa della Farnesina]] (di viva freschezza nelle scene pastorali, battaglie navali, vedute portuali, ecc., attribuite al pittore Ludius o Studius, del quale parla [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]]<ref>''[[Naturalis historia]]'', XXXV, 16.</ref>, [[30 a.C.|30]]-[[20 a.C.]] circa) o la [[Casa del Criptoportico]] a [[Pompei]].
 
[[Immagine:Villa di livia, affreschi di giardino, parete corta meridionale 02.jpg|thumb|left|200px|[[Villa di Livia]]]]
A cavallo tra la fine del regno di Augusto e l'epoca claudia si collocano gli [[Affreschi del ninfeo sotterraneo della villa di Livia|affreschi della grande sala]] della [[villa di Prima Porta]] di [[Livia]], con la veduta di un folto giardino. Decoratori delle stesse maestranze decorarono probabilmente anche l'[[Auditorium di Mecenate]] (oggi in larga parte perdute senza un'adeguata catalogazione fotografica dopo il ritrovamento). La [[Pittura romana di giardino|pittura di giardini illusionistici]] deriva da modelli orientali (esempi di qualità più bassa si trovano per esempio in alcune tombe della necropoli di [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]]) ed in particolare a Prima Porta. Grazie allo sfondo azzurrino e arioso, steso con fini variazioni, è un rarissimo esempio di pittura antica che esprima oltre al senso spaziale anche quello dell'atmosfera.
 
Forse risale all'epoca di Augusto anche la famosa sala della [[villa dei Misteri]], dove sono mescolate copie di pitture greche e inserzioni romane.
 
Nella [[Casa di Livia]] sul [[Palatino]], a Roma, troviamo un esempio classico di [[secondo stile]], col "fregio giallo", festoni appesi tra colonne dipinte, e spunti paesistici con fauna, vivace esempio di pittura a macchia in [[chiaroscuro]] derivata da modelli alessandrini.
 
Ma se gli artisti romani riguardo ai temi già praticati dall'[[arte ellenistica]] seppero porsi con continuità in quella tradizione, per quanto riguarda i temi locali, privi di modello come le scene storiche o di vita quotidiana, la produzione fu caratterizzata da risultati più periferici e modestamente popolari (come nella pittura con processione della [[Casa di via dell'Abbondanza]] a [[Scavi archeologici di Pompei|Pompei]]).
 
[[Immagine:Domus fresco.jpg|right|250px|thumb|[[Grottesche]] di [[quarto stile]] nella [[Domus Aurea]]]]
[[Immagine:Herculaneum-Basilica.jpg|thumb|200px|Affresco con architetture fittizie, dalla basilica di Ercolano]]
Le ricostruzioni di Pompei dopo il terremoto del [[62]] videro nuove decorazioni, per la prima volta nel cosiddetto [[quarto stile]], forse nato durante la decorazione della [[Domus Transitoria]] e della [[Domus Aurea]], legate ai nomi del pittore [[Fabullus]] e di [[Nerone]] stesso.
 
La distruzione di [[Pompei]] e delle altre città vesuviane avvenne sotto i [[dinastia flavia|Flavi]], conservando una grande quantità di pitture dell'epoca augustea e giulio-claudia, anche se di livello più "artigianale" che artistico. Tra i migliori esempi ci sono:
 
*[[Scavi di Pompei|Pompei]]:
**la [[casa dei Vettii]],
**la [[casa di Loreio Tiburtino]],
**la [[casa di Giulia Felice]],
**la [[casa di Pinario Ceriale]]
*[[scavi di Ercolano|Ercolano]]
**la [[casa dei Dioscuri]],
**la [[casa del Poeta tragico]],
**la [[casa del Citarista]]
**la [[basilica di Ercolano]]
*[[Stabiae]]
**decorazioni di ville e abitazioni più eleganti, dove si notano le mani di artisti-decoratori di maggior raffinatezza e più viva inventiva.
 
==Epoca traianea==
Per la pittura nell'età di [[Traiano]] non è disponibile l'ampio catalogo rappresentato dalle città vesuviane, sepolte dall'eruzione del [[79]]. Anche a Roma e nelle città italiche la presenza di pitture di questo periodo è molto scarsa.
 
Risalgono invece all'epoca di Traiano i più cospicui resti di decorazioni pittoriche nelle province europee dell'Impero: [[Vienne (Francia)|Vienne]] in [[Gallia]], [[Magdalensberg]] in [[Austria]], [[Aquileia]], [[Carnutum]], [[Aquincum]], [[Savaria]], [[Scarabantia]]. Ciò testimonia il diffuso benessere che ebbe luogo anche nelle province.
 
==Epoca adrianea==
Pochi sono i documenti pittorici superstiti dell'epoca di [[Adriano (imperatore)|Adriano]] e tutti dimostrano una sostanziale ripetizione dei modelli di decorazione parietale tradizionali, come i piccoli paesaggi entro grandi campiture di colore. Quasi assenti sono le architetture fittizie dipinte. Stucchi bianchi e eleganti fregi policromi sono stati rinvenuti nel [[sepolcro degli Anici e Valeri]] e in [[sepolcro dei Pancrazi|quello dei Pancrazi]] sulla [[via Latina]], forse risalenti al [[arte dei primi Antonini|primo periodo antoniniano]].
 
==Gli Antonini==
[[Immagine:Fayum-02.jpg|thumb|150px|Ritratto del Fayoum]]
I resti di pitture prodotte sotto la [[dinastia degli Antonini]], mancando la straordinaria testimonianza delle città vesuviane, sono molto scarsi. Tra questi sono significative le pitture di una villa scavata sotto la [[Basilica di San Sebastiano fuori le mura|basilica di San Sebastiano]] sull'[[Appia Antica|Appia]]. Tra i vari ambienti con decorazioni più tarde, si trova anche uno di epoca antonina, con piccoli paesaggi che svolgono, con alcune differenze sintattiche, lo stile dell'[[arte flavia|epoca flavia]].
 
Alla scarsità di pitture riferibili a questo periodo in area italica fa da compensazione la straordinaria produzione di [[ritratti del Fayyum]], conservati grazie alle eccezionali condizioni atmosferiche dell'[[Egitto]]. Si trattava di ritratti eseguiti dipinti per privati quando erano ancora in vita e conservati in casa; dopo la morte venivano applicati sulle bende della mummia, con piccoli adattamenti. In queste opere, che dovevano essere comuni in tutto l'impero, si rileva come la tradizione ellenistica continuasse immutata nelle asiane zone dove aveva avuto origine.
 
==Epoca severiana==
Per la pittura sotto i [[dinastia dei Severi|Severi]], oltre ad avere scarso materiale pervenutoci, si possono ipotizzare solo datazioni ipotetiche, ricavate dallo studio dello stile di alcuni [[ritratti del Fayoum]] nei quali si nota una semplificazione dei piani, una maggiore evidenza dei contorni e un'intensità fissa dello sguardo accentuata dagli occhi particolarmente grandi. Queste caratteristiche, ben diverse dalla ricca [[Plasticità (arte)|plasticità]] dell'[[arte dei primi Antonini|epoca antoniniana]], troverebbero riscontro nei ritratti di fanciulli e giovanetti prodotti a Roma, tutti attribuibili al periodo dell'anarchia militare.
 
<gallery>
Image:Portrait du Fayoum 01a.JPG|Ritratto del Fayoum
Image:Portrait d’homme barbu.jpg|Ritratto del Fayoum
Image:Fayum-23.jpg|Ritratto del Fayoum
Image:Fayum-05.jpg|Ritratti del Fayoum
</gallery>
 
==Sotto Gallieno==
[[Immagine:Duraeuropa-1-.gif|thumb|250px|Affreschi della sinagoga di Doura Europos]]
Le attribuzioni su base stilistica dei [[ritratti del Fayum]] ai periodi successivi all'[[arte severiana|età severiana]], sono più che mai incerte, a causa della nascita in Egitto di uno stile più autonomo, impossibile quindi da confrontare con opere datate di altre parti dell'impero.
 
Sotto [[Gallieno]] alcune pitture, come quelle del [[sacrario di Luxor]], confermano invece come nella pittura ufficiale, almeno nelle province orientali, si mantenesse la tradizione legata all'[[arte ellenistica]]. Altre tracce sono le ricostruzioni di cicli pittorici del III secolo fatte a partire da alcune [[miniatura|miniature]] eseguite tra la fine del V e l'inizio del VI secolo, come le complesse raffigurazioni di battaglie dell'[[Iliade Ambrosiama]]. Dopotutto proprio alla metà del III secolo si passò nella scrittura dei testi dal rotulo di [[papiro]] al codice [[pergamena]]ceo, con una più facile recezione dei modelli parietali nelle illustrazioni.
 
Alla seconda metà del III secolo risalgono le pitture dell'[[Ipogeo degli Aurelii]], sul viale Manzoni a Roma, dove coesistono figure classicheggianti a pitture con piccole figure entro schemi narrativi, create con rapide pennellate. Pare che il soggetto della raffigurazione sia da mettere in relazione con lo [[gnosticismo]], seppure tardo.
 
Grande importanza rivestono le pitture del [[mitreo]] e, soprattutto, della [[sinagoga]] di [[Doura Europos]], in [[Siria]], con scene del Vecchio Testamento che sono le più antiche illustrazione conosciute di scene bibliche, nel generale divieto della [[religione ebraica]] di rappresentare esseri animati. Questo strappo alla regola ha fatto supporre dunque che le successive iconografie bibliche cristiane non fossero una creazione ''ex-novo'', ma potessero essere basate su iconografie giudaiche precedenti. Alcune caratteristiche delle pitture di Doura Europos in effetti sembrano anticipare, di oltre due secoli, la pittura tardoantica prebizantina.
 
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Image:Dura Europos fresco Moses from river.jpg|Doura Europos
Image:Dura Europos fresco worshipping gold calf.jpg|Doura Europos
Image:Dura Europos fresco Sacrifice of Conon.jpg|Doura Europos
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==Pittura paleocristiana==
La [[pittura]] dei primi secoli del Cristianesimo derivò i propri stilemi da correnti artistiche già in atto, legate al [[paganesimo]] o ad altre religioni, attribuendo però alle rappresentazioni altri significati.
 
Un esempio emblematico è quello dell'immagine del banchetto, usato già da secoli nell'arte antica specialmente in ambito funerario: divenne la rappresentazione dell'[[Ultima Cena]] e quindi simbolo della celebrazione dell'[[Eucarestia]], la liturgia fondamentale della nuova religione. Gli elementi di similitudine tra raffigurazioni cristiane e pagane nella medesima attribuzione cronologica hanno portato ad avvalorare l'ipotesi che gli artisti lavorassero indistintamente talvolta su commissione di pagani e talvolta di cristiani. Anche lo stile delle pitture va da un iniziale realismo a forme sempre più simboliche e semplificate, in linea con l'affermazione dell'[[Arte provinciale romana|arte ''provinciale'']] e [[arte plebea|''plebea'']] nella tarda antichità. Con la fine delle persecuzioni, dal [[313]], la pittura si fece più sfarzosa, come i coevi esempi di pittura profana.
 
[[Immagine:Good shepherd 01 small.jpg|thumb|200px|''Buon pastore'' seconda metà del III secolo, [[Catacombe di Priscilla]], Roma]]
L'[[aniconismo]], cioè il divieto di raffigurare Dio secondo un passo dell'[[Libro dell'Esodo|Esodo]] (XX, 3-5), applicato fino al III secolo, significò la necessità di usare simboli per alludere alla divinità: il sole, l'agnello, simbolo del martirio di Cristo, o il [[pesce]], il cui nome greco (''ichthys'') era acronimo di ''"Iesus Christos Theou Yos Soter"'' ("Gesù Cristo Salvatore figlio di Dio").
 
Altre immagini-segno sono quelle che invece di narrare un avvenimento suggeriscono un concetto: il [[Buon Pastore|buon pastore]], che simboleggiava la [[filantropia]] di Cristo, l<nowiki>'</nowiki>''orante'', simbolo di sapienza, ecc. Anche queste raffigurazioni furono mutuate da iconografie antecedenti: il pastore proviene da scene pastorali o allegorie della primavera, il ''Cristo-filosofo'', deriva dalla figura del filosofo [[Epitteto]] seduto.
 
Gradualmente la perdita di interesse verso la descrizione di avvenimenti reali portò a una standardizzazione delle scene simboliche, con un progressivo appiattimento delle figure, preponderanza di raffigurazioni frontali e perdita del senso narrativo: gli artisti infatti adesso alludono al mondo ''spirituale'', che prescinde dall'armonia formale e dalla verosimiglianza delle forme.
 
==Tecniche==
{{S sezione|arte|antica Roma}}
===Pittura parietale===
 
Per pittura parietale, si intende un dipinto realizzato a fresco che veniva eseguito su intonaco di calce fresca con colori macinati e diluiti in acqua. La pittura a tempera veniva eseguita diluendo i colori in solventi collosi e gommosi, con il rosso d'uovo e la cera. La pittura ad [[encausto]], invece, la si otteneva con colori miscelati con la cera.
 
Esistono numerosi stili di pittura parietale,i più famosi sono gli [[Pittura pompeiana|stili pompeiani]], che coprono un arco dal II secolo d.C. al 79 d.C. Essi vengono tradizionalmente divisi in quattro stili, partendo dal [[primo stile|I stile]] di stampo greco-sannitico a il [[quarto stile|IV stile]] di stampo neroniano.
 
===Pittura su tavola===
La pittura su tavola era sicuramente praticata in tutto il Mediterraneo, ma i reperti pervenuteci sono molto rari e limitati unicamente a zone dove le codizioni climatiche hanno permesso la conservazione, come l'[[Egitto]], in particolare la zona di [[Fayoum]], da dove provengono numerosi [[Ritratti del Fayoum|ritratti funerari]].
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* [[Ranuccio Bianchi Bandinelli]] e Mario Torelli, ''L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma'', Utet, Torino 1976.
*Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 1, Bompiani, Milano 1999.
 
==Voci correlate==
* [[Pittura romana di giardino]]
* [[Stili pompeiani]]
* [[Mosaico romano]]
 
==Altri progetti==
{{ip|commons=Category:Ancient Roman paintings}}
 
{{Pittura romana}}
{{arte romana}}
 
 
 
 
 
 
 
{{Portale|Antica Roma|pittura}}
 
[[Categoria:Pittura romana| ]]
 
{{Link AdQ|pt}}
{{Link VdQ|cs}}
{{Link VdQ|de}}
 
[[ca:Pintura romana]]
[[cs:Starověké římské malířství]]
[[de:Römische Wandmalerei]]
[[es:Pintura de la Antigua Roma]]
[[fr:Peinture romaine]]
[[pt:Pintura da Roma Antiga]]