Tomba di Pietro e Ecdeiocoleaceae: differenze tra le pagine

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|famigliaFIL='''Ecdeiocoleaceae'''<br /><small>[[David Frederick Cutler|D.F.Cutler]] & [[Herbert Kenneth Airy Shaw|Airy Shaw]], 1965</small><ref name="APGIII2009">{{Cita pubblicazione |cognome=Angiosperm Phylogeny Group |anno=2009 |titolo=An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the orders and families of flowering plants: APG III |rivista=Botanical Journal of the Linnean Society |volume=161 |numero=2 |pp=105–121 |url=http://www3.interscience.wiley.com/journal/122630309/abstract |formato=PDF |accesso=26 giugno 2013 |doi=10.1111/j.1095-8339.2009.00996.x |urlarchivio=https://wayback.archive-it.org/all/20170525104318/http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1095-8339.2009.00996.x/abstract |dataarchivio=25 maggio 2017 |urlmorto=sì }}</ref><ref name="IPNI">''[http://www.ipni.org/ipni/idPlantNameSearch.do;jsessionid=90FAEB07D7B52399F9EB8CA1339F255E?id=77126762-1&back_page=%2Fipni%2FeditAdvPlantNameSearch.do%3Bjsessionid%3D90FAEB07D7B52399F9EB8CA1339F255E%3Ffind_infragenus%3D%26find_isAPNIRecord%3Dtrue%26find_geoUnit%3D%26find_includePublicationAuthors%3Dtrue%26find_addedSince%3D%26find_family%3DEcdeiocoleaceae%26find_genus%3D%26find_sortByFamily%3Dtrue%26find_isGCIRecord%3Dtrue%26find_infrafamily%3D%26find_rankToReturn%3Dall%26find_publicationTitle%3D%26find_authorAbbrev%3D%26find_infraspecies%3D%26find_includeBasionymAuthors%3Dtrue%26find_modifiedSince%3D%26find_isIKRecord%3Dtrue%26find_species%3D%26output_format%3Dnormal Ecdeiocoleaceae]'', in: Kew. Bull., 19(3): 495. 1965 (26 luglio 1965).</ref>
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*''[[Ecdeiocolea]]'' <small>F.Muell., 1874</small>
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La cosiddetta '''tomba di [[Pietro apostolo|Pietro]]''' è attualmente ubicata nelle [[Grotte Vaticane]], in corrispondenza dell'[[altare]] della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]].
 
'''Ecdeiocoleaceae''' <small>[[David Frederick Cutler|D.F.Cutler]] & [[Herbert Kenneth Airy Shaw|Airy Shaw]], 1965</small><ref name="APGIII2009"/><ref name="IPNI"/> è una [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] di [[plantae|piante]] erbacee appartenente all'[[Ordine (tassonomia)|ordine]] [[Poales]]. Il nome botanico raramente è stato riconosciuto dai tassonomisti.
Nessuna [[chiesa (architettura)|chiesa]], a eccezione di quella [[diocesi di Roma|romana]], ha mai vantato la presenza delle [[Reliquia|reliquie]] di Pietro. {{Citazione necessaria|Tutte le fonti che ne parlano collocano la tomba di Pietro nella città di Roma.}} Riguardo alla sua ubicazione, la tradizione secondo la quale essa abbia subito uno o due spostamenti nei primi due secoli prima di tornare alla posizione originaria, è stata ormai smontata criticamente. L'interpretazione dei dati della tradizione non è facile e dipende, sia dall'ipotesi che ci sia stata un'unica o una duplice traslazione delle reliquie, sia dalla questione relativa al periodo in cui la o le traslazioni si sarebbero verificate.
 
== Filogenesi e Tassonomia ==
==Il luogo della sepoltura originaria==
Il sistema di [[classificazione APG II]] del 2003 (invariato rispetto al [[Angiosperm Phylogeny Group|sistema APG]] del 1998), riconosce questa famiglia e la assegna all'ordine [[Poales]] nel clade [[commelinidi]], fra le [[monocotiledoni]].
A proposito dell'esatta collocazione della primitiva e originale tomba di San Pietro, le testimonianze coeve sono due:
* secondo il [[presbitero]] Gaio, la sepoltura di Pietro era "alla via del [[colle Vaticano|Vaticano]]";
* secondo altre testimonianze la tomba di Pietro era "''ad [[Catacombe|Catacumbas]]''", cioè presso le attuali [[catacombe di San Sebastiano]]. A favore di questa ipotesi si possono ascrivere:
* la documentazione [[epigrafia|epigrafico]]-[[archeologia|archeologica]] presso San Sebastiano;
* la ''[[Martirologio|Depositio Martyrum]]'';
* un [[epigramma]] di [[Papa Damaso I|Papa Damaso]].
 
Alla famiglia sono assegnati due [[Genere (tassonomia)|generi]], ciascuno con un'unica specie ad oggi descritta<ref>D.A. Cooke, ''Centrolepidaceae'', in: K. Kubitzki (a cura di), ''Families and Genera of Vascular Plants'', Springer Verlag, Berlino, 4 (1998), pagg. 106-109.</ref><ref>[http://www.theplantlist.org/browse/A/Ecdeiocoleaceae/ Ecdeiocoleaceae] -''The Plant List'', Versione 1.1, settembre 2013.</ref>:
Prima degli studi di [[Margherita Guarducci]], che hanno propugnato la tesi dell'ininterrotta permanenza dei resti corporei di Pietro nella necropoli ai piedi del [[Colle Vaticano]] dalla morte fino al ritrovamento durante gli scavi ordinati da [[papa Pio XII|Pio XII]]<ref>Margherita Guarducci, ''Le prove indiscutibili (san Pietro in Vaticano)'', «30 Giorni», anno IX, agosto/settembre 1991, pp. 66–69.</ref>, era convinzione diffusa che tali resti avessero subito almeno una traslazione. Sulla natura e il contesto della traslazione (o delle traslazioni) esistono varie ricostruzioni:
*''[[Ecdeiocolea]]'' <small>F.Muell., 1874</small>
*''[[Georgeantha]]'' <small>B.G.Briggs & L.A.S.Johnson, 1998</small>
 
Una terza specie, finora non descritta, è in corso di studio<ref>{{Cita web|url=http://www.rbgsyd.nsw.gov.au/science/Plant_Diversity_Research/Ecdeiocoleaceae|autore=Briggs, Barbara|titolo=A new close relative of the grasses - the third species of Ecdeiocoleaceae|accesso=10 agosto 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100711062247/http://www.rbgsyd.nsw.gov.au/science/Plant_Diversity_Research/Ecdeiocoleaceae|dataarchivio=11 luglio 2010}}</ref>.
;L'ipotesi tradizionale
Nell'ipotesi tradizionale, avvenne un'unica traslazione delle reliquie, effettuata in una data storica accreditata. Tale evento può essere circostanziato in base agli eventi storici; da esso possono discendere tutti i riferimenti ad eventuali traslazioni rinvenibili nelle prime fonti (anche se alcuni di essi sembrano essere in contrasto riguardo alla data).
 
== Distribuzione e habitat ==
È certo che la sepoltura di Pietro dopo il [[martirio]] non poteva avvenire con grande pubblicità. D'altra parte non ci sarebbe stata alcuna difficoltà per i cristiani a ottenere dalle autorità romane la consegna del corpo di Pietro. È presumibile che i cristiani abbiano seguito la consueta usanza di seppellire il martire il più vicino possibile al luogo delle sue sofferenze, ovvero a lato di una strada che conduceva fuori città. San Pietro sarebbe stato quindi sepolto in un terreno di proprietà di cristiani, lungo la [[Via Cornelia]], una strada ben conosciuta (analogamente, [[San Paolo]] sarebbe stato sepolto lungo la [[Via Ostiense]]). La tomba vera e propria sembra essere stata una [[cripta]] sotterranea, raggiungibile dalla strada attraverso una scalinata; il corpo riposava in un [[sarcofago]] di pietra posto al centro di detta cripta.
I due generi noti di Ecdeiocoleaceae sono entrambi presenti nel settore sudoccidentale dell'[[Australia Occidentale]]<ref>[http://delta-intkey.com/angio/www/Ecdeioco.htm Ecdeiocoleaceae], in: L. Watson and M.J. Dallwitz, ''[http://delta-intkey.com/angio/ The families of flowering plants]: descriptions, illustrations, identification, information retrieval'', DELTA, 1992 e sgg., versione: 27 aprile 2006.</ref>.
 
Abbiamo prove (che si ritenevano certe) dell'esistenza di queste tombe (''trophea'') in questi luoghi fin dal [[II secolo]], nelle parole del [[presbitero]] Caio<ref>[[Eusebio di Cesarea|Eusebio]], ''[[Storia ecclesiastica (Eusebio di Cesarea)|Historia Ecclesiastica]]'', II, 28.</ref>.
 
La tomba di Pietro, così come quella di Paolo, fu immediatamente oggetto di [[pellegrinaggio]]; negli ''Atti'' di numerosi martiri è stata ritrovata la testimonianza della loro cattura mentre pregavano sulle tombe degli Apostoli. Per due secoli le reliquie dei due Apostoli rimasero in queste tombe senza essere trafugate, poiché il rispetto da parte dei Romani verso ogni luogo dove erano sepolti dei morti le preservò da qualsiasi pericolo di [[sacrilegio]].
 
Tuttavia, nell'anno [[258]] questo rispetto cessò definitivamente allorché l'Impero avviò una campagna di [[persecuzione dei cristiani nell'Impero romano|persecuzioni contro i cristiani]]. Di conseguenza fu necessario spostare le sacre reliquie allo scopo di preservarle da possibili oltraggi. Furono traslate segretamente, di notte, e nascoste nelle [[Catacombe di San Sebastiano]]; probabilmente poche persone furono al corrente del loro spostamento: la maggior parte dei cristiani dell'Urbe continuò a pensare che essi riposassero ancora nelle tombe originarie.
 
Quando la persecuzione divenne meno feroce, le reliquie di San Paolo furono riportate alla Via Ostiense, mentre quelle di San Pietro furono trasferite al [[colle Vaticano]].
 
;L'ipotesi di Margherita Guarducci
Fin qui la vecchia tradizione, che l'epigrafista [[Margherita Guarducci]] ritenne infondata. Nell'interpretazione della studiosa, la realtà è molto più semplice.
 
Dopo il martirio, il corpo di Pietro fu sepolto dai cristiani in una tomba terragna adiacente al [[Circo di Nerone]], della quale gli stessi cristiani conservarono la memoria gelosamente, ancorché segretamente. Verso il [[160]], allentatasi momentaneamente la persecuzione, fu costruita vicino al sacello una piccola [[edicola]], detta "edicola di Gaio", contenente un loculo marmoreo, che indicava il punto in cui, sotto terra, erano conservate le spoglie di San Pietro. Da allora in poi, il loculo non fu mai più aperto, venendo progressivamente inglobato e ricoperto da tutte le costruzioni successive: monumento costantiniano, antica basilica sempre costantiniana e basilica attuale, fatta edificare da [[Papa Giulio II]].
 
==La Basilica costantiniana==
{{vedi anche|Necropoli vaticana}}
Quando l'imperatore [[Costantino I|Costantino]] proclamò la libertà di tutti i culti religiosi, i cristiani poterono finalmente dotarsi di edifici adeguati alla celebrazione del loro [[culto]]. I primi luoghi ad essere scelti per l'edificazione di [[basilica|basiliche]] cristiane furono quelli già conosciuti come luoghi di venerazione delle reliquie dei santi, ''in primis'' Pietro e Paolo.
 
Per quanto concerne la [[Basilica di San Paolo fuori le mura|basilica di San Paolo]], la cui tomba era rimasta nelle condizioni originali di semplice [[cripta]], non si presentò alcuna difficoltà: l'[[altare maggiore]] fu eretto al di sopra della cripta. L'iscrizione, la cui data risale a questo periodo, ''Paulo Apostolo Martyri'', può ancora essere vista al suo posto sotto l'altare.
 
Per quanto riguarda San Pietro, invece, la questione sarebbe stata più complessa. Prima dell'effettuazione degli scavi archeologici del [[XX secolo]] si riteneva che [[Papa Cleto]] ([[I secolo]]) avesse fatto costruire una camera superiore, o ''memoria'', al di sopra della cripta. Questa camera superiore sarebbe diventata cara ai cristiani durante le persecuzioni ed essi non avrebbero voluto che fosse distrutta. Allo scopo di conservarla, sarebbe stata data alla basilica una caratteristica singolare ed unica nell'abside sollevato e nella Cappella delle Confessioni sottostante.
 
Secondo la tradizione, la prima Basilica di [[Antica basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro in Vaticano]] (costruita dall'[[imperatore]] [[Costantino I]] nel [[IV secolo]] e consacrata da [[papa Silvestro I]] nel [[326]]) fu progettata in modo che il punto esatto della tomba di Pietro coincidesse con l'[[altare]] maggiore. E in tutte le fasi di arricchimento, ampliamento e ricostruzione successive, ne venne conservato l'orientamento.
 
La costruzione della Basilica, sul [[Circo di Nerone]], ai piedi del [[colle Vaticano]], comportò un imponente lavoro di scavi e di adeguamento del terreno. A lato del Circo si trovava una [[necropoli vaticana|necropoli]], ancora in uso nel IV secolo. I tetti delle tombe furono scoperchiati e la necropoli fu interrata, divenendo così una solida base per le fondamenta della basilica. La decisione fu presa dall'imperatore in persona, dati i vincoli sacri che vietavano la manomissione (seppellimento compreso) di un cimitero. Si ritiene che Costantino (che possedeva il titolo di ''[[Pontefice massimo (storia romana)|Pontifex Maximus]]'' della [[religione romana]]) ottenne l'appoggio di papa Silvestro, avendo dalla sua parte anche una tradizione sufficientemente solida e condivisa da non lasciar considerare alternative plausibili.
 
== Gli scavi archeologici del XX secolo==
Nel [[1939]] morì [[Papa Pio XI]]. Il pontefice aveva dato ordine di essere sepolto in un determinato luogo delle [[grotte vaticane]]; ma poiché l'ambiente scelto dal defunto papa era angusto, si decise di abbassare il pavimento per rendere più agevole il lavoro. Apparvero alla vista dei muratori quelli che inizialmente sembrarono i resti di un sarcofago, ma che ad un più attento esame si rilevarono essere parti del cornicione di un edificio.
 
Il nuovo pontefice, [[Pio XII]] decise allora di avviare una campagna scientifica di scavo. Gli scavi, iniziati nel [[1940]], furono diretti da mons. [[Ludwig Kaas]], e condotti da archeologi tra i quali [[Bruno Maria Apollonj Ghetti]] e [[Angelo Ferrua]]. Nessuno aveva mai scavato in quel luogo, sia per timore di [[Sacrilegio|profanarlo]], sia perché per tradizione quella era l'unica certa [[sepoltura]] di San Pietro; e poi perché lo scavo sotto un imponente edificio come la basilica di San Pietro poteva far temere crolli e distruzioni, oltre al timore di dover chiudere la chiesa per lungo tempo.
 
Le esplorazioni durarono fino al [[1949]], senza subire interruzioni neanche durante la [[seconda guerra mondiale]].
 
Gli scavi vennero condotti con metodi sbrigativi, tanto che gli scavatori sfondarono una serie di altari, uno sull'altro, fatti costruire dai pontefici, con significativa continuità, nel corso dei secoli. Sotto l'[[altare]] di [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]] (quello visibile ancora oggi), ne fu ritrovato un secondo, di [[Papa Callisto II|Callisto II]] ([[1123]]); sotto di esso fu rinvenuto quello di [[Papa Gregorio I|Gregorio Magno]] ([[590]]-[[604]]), il quale a sua volta poggiava sopra la [[basilica costantiniana]].
 
Lo scavo del livello sottostante a quello della basilica portò gli archeologi alla scoperta di una [[necropoli vaticana|necropoli romana]]. Le parti di cornicione scoperte casualmente l'anno prima appartenevano quindi alle antiche tombe pagane, vere e proprie ''[[domus]]'' in muratura. Esse contenevano [[urna funeraria|urne cinerarie]], tombe, sarcofagi e bellissimi dipinti parietali. Si trattava di una vera e propria "città dei morti". La necropoli era stata utilizzata da cristiani e non cristiani fino alla seconda metà del [[III secolo]] ed occupava un'area a lato del [[Circo di Nerone]].<ref>[[Eusebio di Cesarea]] riporta la presenza delle sepolture dei fondatori della chiesa di Roma (Pietro e [[Paolo di Tarso|Paolo]]). Altre testimonianze indirette a favore dell'uso anche cristiano della necropoli vengono da fonti [[paganesimo|pagane]] (come nel caso di [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] e [[Gaio]]).</ref>
[[File:Reconstruction of Mausoleaums Z - Psi.jpg|right|thumb|Ricostruzione dei mausolei antecedenti la primitiva basilica di san Pietro. Si noti la tomba la cui superficie è dipinta di rosso.]]
Nel punto in cui gli archeologi scavarono, rinvennero una tomba, collocata nella nuda terra, verso cui erano orientate altre tombe, anche pagane, che un muro di rispetto metteva in evidenza. Tale muro esterno era coperto da graffiti cristiani, in cui figuravano con grande frequenza i nomi di [[Cristo]], [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] e Pietro. Gli studiosi capirono di aver ritrovato il famoso "muro rosso" (il colore dell'intonaco), davanti al quale, secondo la tradizione, nel [[II secolo]] era stata eretta l'[[edicola]] di Gaio (detta comunemente "trofeo di Gaio") che segnava la presenza della "tomba gloriosa" dell'Apostolo Pietro.
 
Penetrati infine nella tomba, gli archeologi trovarono una piccola nicchia-ossario. Attorno alla nicchia era stata costruita una piccola mensa, con due colonnine in [[marmo]], che mostrava segni di integrazioni e manutenzione successive. Una scritta, incompleta, in [[lingua greca|greco]], in cui si riconosceva il nome di Pietro, diede loro la certezza che "quello" era il luogo. Pio XII ne diede l'annuncio alla radio in occasione dell'[[Anno Santo]] del [[1950]]: "È stata trovata la tomba del Principe degli Apostoli". È da notare tuttavia che nel periodo storico in esame il nome "Pietro" era abbastanza comune<ref>{{Cita libro|autore= [[Corrado Augias]] e [[Remo Cacitti]]|altri=|titolo= [[Inchiesta sul cristianesimo (saggio)|Inchiesta sul cristianesimo]]|anno= 2008|editore=[[Arnoldo Mondadori Editore]]|edizione=|pagine=|id= ISBN 978-88-04-58303-5}}, pag 259</ref>.
 
Secondo la ricostruzione degli archeologi, San Pietro era stato sepolto nella nuda terra, dentro un cimitero romano con tombe in muratura. La sua tomba, successivamente, fu attorniata da altre sepolture (sempre nella nuda terra) di altri cristiani. Tale situazione si era protratta per tutto il periodo in cui il [[cristianesimo]] era stata una religione minoritaria e perseguitata. Dopo che [[Costantino I|Costantino]] ebbe liberalizzato tutti i culti religiosi, le ossa furono traslate entro un sontuoso rivestimento di tre pareti in marmo paonazzo, alternato a liste di [[porfido]]. La presenza al suo interno di frammenti di colore rosso testimonia la traslazione dei sacri resti dal loro luogo originario.
 
Sopra tale nicchia fu fatta costruire la Basilica cristiana. Il punto in cui si trovava la nicchia corrisponde oggi all'Altare della Confessione della Basilica di San Pietro. I resti di San Pietro erano quindi stati traslati una sola volta.
 
==Gli studi di Margherita Guarducci==
A causa dello sfondamento del rivestimento di Costantino, uno dei numerosi errori in cui incapparono gli scavatori, le ossa di Pietro, che si erano conservate inalterate nella nicchia-ossario per quasi 19 secoli, finirono mescolate ai detriti. Il capo degli operai addetti allo scavo, accortosi della presenza di ossa umane tra i calcinacci, le mise dentro una cassetta.<ref>Franca Giansoldati, ''op.cit.''.</ref>
 
Fu merito di Margherita Guarducci se quella cassetta non andò perduta. Durante le sue ricerche su quello che era rimasto dopo gli scavi, riuscì a rintracciare il capo degli operai e a farsi consegnare i resti umani contenuti nella cassetta.<ref>Franca Giansoldati, ''op.cit.''.</ref>
 
Le ipotizzate ossa di Pietro furono studiate dall'[[Antropologia|antropologo]] [[Venerando Correnti]] e risultarono appartenenti a un uomo di corporatura robusta, sul metro e sessantacinque, di età tra i 60 e 70 anni. Nella [[nicchia]] erano state ritrovate ossa di ogni parte del [[scheletro (anatomia umana)|sistema scheletrico]]; erano assenti solo quelle relative ai [[piedi]]. Sulle ossa erano presenti frammenti di fili d'[[oro]] e di tessuto di [[porpora]] (appartenenti forse a un panno), fatto inusuale per una sepoltura popolare.
 
Margherita Guarducci svolse i suoi studi dal [[1957]] al [[1969]]. Sul muro eretto ai tempi di Costantino, l'epigrafista trovò centinaia di graffiti con invocazioni a [[Cristo]] e a Pietro. Nel [[1965]] confermò l'identificazione della tomba e delle ossa
decifrando i graffiti (fra cui quello in [[lingua greca|greco]] che venne ricostruito come '''''petros enì''''', cioè "Pietro è qui")
La proposta della Guarducci incontrò numerosi detrattori, che non credevano nell'autenticità della scoperta. La disputa, molto accesa, si protrasse fino al [[1968]]: il 26 giugno di quell'anno [[papa Paolo VI]] affermò ufficialmente che le reliquie dell'apostolo erano state ritrovate.<ref>{{cita news|autore=Franca Giansoldati|url=|titolo=Ecco i resti di San Pietro|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=13 novembre|accesso=|lingua=IT}}</ref> Il giorno successivo i resti furono ricollocati nel loculo originario, racchiusi in una scatola di [[polimetilmetacrilato|plexiglas]] insieme a un [[cartiglio]] chiuso. Nell'[[iscrizione]] identificativa delle ossa, il Pontefice fece scrivere: ''"Ossa che si ritengono appartenere a San Pietro"''.
 
Se al centro della [[cupola di San Pietro]] si appendesse un [[filo a piombo]], questo andrebbe a cadere esattamente su quella modesta scatola di plexiglas, confermando una tradizione di duemila anni di [[arte]] e [[fede]]. Si capirebbe allora meglio il significato della ''Confessione di Pietro'', quella nicchia da cui risplende a [[mosaico]] l'[[icona (arte)|icona bizantina]] di Cristo, visibile anche dalla [[Parapetto|balaustra]] di San Pietro, che arde delle sue novantanove lampade votive. Sotto l'icona, la preziosa cassetta non contiene le ossa di Pietro (che si trovano più in basso) bensì i [[Pallio (cattolicesimo)|pallii]] ([[stola (liturgia)|stole]] con [[croce|croci]]) che il Papa conferisce ai neo-eletti [[vescovo|vescovi]] [[metropolita|metropoliti]] per segnare il loro legame con Pietro.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
{{catholic encyclopedia|Peter, Tomb of Saint}}
* dalla rivista 30 Giorni: [[Margherita Guarducci]], ''Le prove indiscutibili (san Pietro in Vaticano)'' (anno IX, agosto/settembre 1991, pp.&nbsp;66–69); ''La data del martirio di Pietro'' (anno XIV, marzo 1996, pp.&nbsp;79–82); ''Dov'è finito Pietro?'' (anno VIII, febbraio 1990, pp.&nbsp;40)
* Margherita Guarducci, ''La tomba di san Pietro'', Rusconi, 1989
* [[Santo Mazzarino]]. ''L'impero romano'', Laterza
 
== VociAltri correlateprogetti ==
{{interprogetto|commons|wikispecies}}
* [[Archeologia paleocristiana]]
* [[Pietro apostolo]]
* [[Antica basilica di San Pietro in Vaticano]]
* [[Basilica di San Pietro in Vaticano]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://delta-intkey.com/angio/www/Ecdeioco.htm Ecdeiocoleaceae], in: L. Watson and M.J. Dallwitz, ''[http://delta-intkey.com/angio/ The families of flowering plants]: descriptions, illustrations, identification, information retrieval'', DELTA, 1992 e sgg., versione: 27 aprile 2006.
* [http://www.storialibera.it/epoca_antica/cristianesimo_e_storicita/tomba_di_pietro/articolo.php?id=2260 La disputa tra Margherita Guarducci e padre Antonio Ferrua]
*{{cita web|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/Taxonomy/Browser/wwwtax.cgi?mode=Tree&id=98867&lvl=3&lin=f&keep=1&srchmode=1&unlock|titolo=NCBI Taxonomy Browser}}
* [http://www.storialibera.it/epoca_antica/cristianesimo_e_storicita/pietro_a_roma/articolo.php?id=6&titolo=Soggiorno%20e%20morte%20di%20Pietro%20a%20Roma Hubert Jedin, Soggiorno e morte di Pietro a Roma]
*{{cita web|url=http://florabase.calm.wa.gov.au/browse/flora?f=039a&level=s&id=1066|titolo=''Ecdeiocolea monostachya'': mappa di distribuzione}}
* [http://www.confraternitadisanjacopo.it/Vita/Pellegrinaggi/AdSedemPetri/Documenti/SPietro.pdf Le ossa di Pietro sono ancora sotto la Basilica vaticana?] (con immagini e piantine)
*{{cita web|url=http://florabase.calm.wa.gov.au/browse/flora?f=039a&level=s&id=18404|titolo=''Georgeantha hexandra'': mappa di distribuzione}}
*[http://digilander.libero.it/nousland/index.html Dossier: La tomba di San Pietro]
*[http://www.parrocchie.it/milano/spiov/parrocchia/latombadipietro.htm La tomba di Pietro]
 
{{Portale|Antica Roma|Città del Vaticano|Cristianesimobotanica}}
 
[[Categoria:BasilicaEcdeiocoleaceae| di San Pietro in Vaticano]]
[[Categoria:Siti archeologici della Città del Vaticano]]