Titulus crucis e Teatro Tenda (Firenze): differenze tra le pagine

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{{Teatro
{{Avvisounicode}}
|NomeTeatro= Teatro Tuscanyhall
{{nota disambigua|il film del 1923|[[I.N.R.I. (film)]]|INRI}}
|Tipologia= [[teatro tenda]]
[[Immagine:Titulus.jpg|thumb|250px|Il ''Titulus crucis'' conservato nella [[Basilica di Santa Croce in Gerusalemme]] a [[Roma]]; sulle tre distinte righe si legge una parte del cartiglio: quella in [[Lingua ebraica|ebraico]] è molto corrotta e vi sono varie interpretazioni, ''IS NAZARENUS B[ASILEUS TVN IOUDAIVN]'' ([[lingua greca|greco]]) e ''I. NAZARINVS RE[X IVDAEORVM]'' ([[lingua latina|latino]])]]
|Immagine= Saschall, firenze.JPG
|Didascalia=
|Fossa= <!-- Fossa per orchestra: presente/assente -->
|Capienza= 1440/1700 (platea: 1160/1420; galleria: 280)
|Periodo= [[1978]]
|Progettista= <!-- Nome del progettista -->
|Indirizzo= Via Fabrizio De Andrè all'angolo con Lungarno Aldo Moro n. 3 - 50136 Firenze
|Città = Firenze
|CittàLink =
|Paese = ITA
}}
Il '''teatro Tuscanyhall''' è un teatro moderno di [[Firenze]], in zona [[Varlungo]]/[[Bellariva]], sul [[lungarno]] Aldo Moro 3. Usato come centro polifunzionale, è uno dei principali luoghi per concerti.
 
Conosciuto per molti anni semplicemente come "teatro Tenda", dal 2002 fu noto come "teatro Saschall", legato alla marca d'abbigliamento "[[Sasch]]".<ref>{{cita web|url=http://www.sasch.it/web/ita/saschall.asp|titolo=Breve descrizione del Saschall sul sito Sasch|accesso=17 maggio 2010|urlmorto=sì}}</ref> Dal 29 settembre [[2011]], dopo la scadenza del contratto di sponsorizzazione con la Sasch, l'impianto cambia denominazione in "teatro Obihall", legato alla catena tedesca di negozi fai da te "[[OBI (azienda)|Obi]]". Dal 1 Gennaio 2019 il teatro cambia denominazione in Tuscanyhall<ref>[http://www.saschall.it/site/e_Product.asp?IdCategoria=1&TS02_ID=253&mese=9&anno=2011 Tributo a De André - Inaugurazione OBIHALL] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110926212244/http://www.saschall.it/site/e_Product.asp?IdCategoria=1&TS02_ID=253&mese=9&anno=2011 |data=26 settembre 2011 }} saschall.it</ref>
Il '''''titulus crucis''''' è l'iscrizione, riportata dai quattro [[vangeli canonici]], che sarebbe stata apposta sopra la [[croce]] di [[Gesù]], quando egli fu [[crocifissione|crocifisso]], per indicare la motivazione della condanna. L'esibizione della motivazione della condanna, infatti, era prescritta dal [[diritto romano]].
 
==Storia==
Il ''titulus'' identifica anche una [[reliquia]] conservata nella [[Basilica di Santa Croce in Gerusalemme]] e costituita da una tavola di legno di [[noce]], che secondo la tradizione sarebbe il cartiglio originario infisso sopra la croce. Il legno, ritrovato in una nicchia nel [[1492]] durante lavori di conservazione condotti nella chiesa, reca una parte di un'iscrizione (presumibilmente, ma senza alcuna certezza, frutto di uno smembramento) in caratteri compatibili con quelli del [[I secolo]], da destra a sinistra (compresi i righi in greco e latino), in tre lingue diverse: [[Lingua ebraica|ebraico]], [[lingua greca|greco]] e [[Lingua latina|latino]]. L'ordine appare diverso da quello riferito da [[Giovanni Evangelista|Giovanni]] (ebraico, latino e greco). Il manufatto è stato datato attraverso un'analisi al [[carbonio-14]] al [[X secolo|X]]-[[XII secolo]].
Realizzato nel [[1978]] a Bellariva, sulla riva destra dell'[[Arno]], sulla scia del fenomeno dei teatri tenda come spazi alternativi ai teatri tradizionali che da [[Roma]] si era diffuso in tutta Italia, questo nuovo spazio si è imposto nel panorama culturale grazie a una programmazione promiscua.
 
Ristrutturato più volte, la sua ultima redazione, prima dell'attuale, risale a quella realizzata per rimediare ai danni provocati il 28 agosto 1989 da una tromba d'aria abbattutasi su Firenze.
==Il testo dell'iscrizione==
Nelle rappresentazioni artistiche della crocifissione si riporta tradizionalmente come ''titulus'' le sole quattro lettere '''INRI''', iniziali dell'espressione latina "Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum" (letteralmente, "Gesù il Nazareno, Re dei [[Giudei]]"), che traduce il testo greco del vangelo di Giovanni. Similmente sui crocifissi delle [[chiesa ortodossa|chiese ortodosse]] l'iscrizione ha le lettere '''INBI''', utilizzando il testo [[lingua greca|greco]] equivalente ("Ἰησοῦς ὁ Ναζωραῖος ὁ Bασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων").
 
Negli ultimi anni il teatro, dopo un periodo di chiusura, è stato interessato da un radicale intervento di riprogettazione che si è posto l'obiettivo non solo di risolvere i problemi di adeguamento alle vigenti normative di sicurezza, ma di risolvere gli aspetti di precarietà e di inserimento nel contesto urbano che avevano fino ad allora caratterizzato la struttura. Il nuovo spazio, inaugurato finalmente nel [[2002]], pur richiamando lo spirito del teatro Tenda che ormai è entrato a pieno titolo nella memoria della città, si connota come un intervento contemporaneo capace di esprimere forme e funzionalità contemporanee.
Secondo i vangeli, in realtà, il cartiglio apposto sulla croce riportava come motivo della condanna: "Questi è Gesù, il re dei Giudei" (''[[Vangelo secondo Matteo|Matteo]]'' {{passo biblico|Mt|27,37}} e Luca {{passo biblico|Lc|23,38}}) oppure "Gesù Nazareno, re dei Giudei", secondo il ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'' ({{passo biblico|Gv|19,19}}); tale vangelo aggiunge che era scritta in [[lingua ebraica|ebraico]], [[lingua latina|latino]] e [[lingua greca|greco]] ({{passo biblico|Gv|19,20}}).
 
==Struttura==
Inoltre lo stesso vangelo afferma che, al leggerlo, i capi dei [[Giudei]] si recarono da [[Ponzio Pilato]] per chiedere che venisse corretto: secondo loro il ''titulus'' non doveva affermare che Gesù "era" il re dei giudei, ma che si era autoproclamato tale. Pilato rispose ''[[Quod scripsi, scripsi]]'', e si rifiutò di modificare la scritta (Giovanni {{passo biblico|Gv|19,21-22}}).
[[File:Steve vai at Saschall (Florence).jpeg|thumb|[[Steve Vai]] durante un concerto al Saschall]]
Il teatro si articola in tre corpi distinti. Il primo con il [[foyer]] e la sala conferenze, di forma trapezoidale e aperto con un loggiato verso il fiume: è una struttura metallica che richiama una tettoia industriale e contiene il doppio volume del foyer, mentre nei volumi al piano terra sono ricavati la biglietteria, il guardaroba e la caffetteria; il volume del primo piano è destinato alla sala conferenze (200 posti).
 
Il secondo corpo costituisce la vera e propria memoria del vecchio teatro Tenda: una grande tensostruttura in tessuto speciale, impostata su pareti laterali di varia altezza e fissata al centro su quattro [[pilastri]] reticolari, copre la grande platea pavimentata in calcestruzzo e che presenta un palcoscenico soprelevato di 1,20 metri. Un terzo corpo di fabbrica, il più piccolo, sul fronte che guarda verso il fiume ospita al piano inferiore i servizi igienici per il pubblico, le centrali tecnologiche e i locali per il servizio ristorazione e [[catering]]; al piano superiore, invece, sono ricavati i camerini per gli artisti e per il personale di servizio e i servizi igienici di pertinenza.
Nel XX secolo un erudito ebreo, [[Schalom Ben-Chorin]], avanzò l'ipotesi che la scritta ebraica fosse: "Yeshua haNotzri (u)Melech haYehudim", cioè letteralmente: "Gesù il Nazareno e il Re dei Giudei". In tal caso le iniziali delle quattro parole corrisponderebbero esattamente con il [[tetragramma biblico]], il nome impronunciabile di Dio, motivando con maggior forza le proteste degli ebrei<ref>L'argomento è discusso a p. 117 del libro del papirologo e storico Carsten Peter Thiede, intitolato "Ma tu chi sei, Gesù ?", Paoline Editoriale 2005.</ref>.
{| style=border-collapse:collapse border=1 cellspacing=0 cellpadding=5
|- align=center bgcolor=#efefef
!
![[Marco evangelista|Marco]]
![[Luca evangelista|Luca]]
![[Matteo evangelista|Matteo]]
![[Giovanni Evangelista|Giovanni]]
|- align=center
|style="text-align:centre;"|Verso
||{{passo biblico|Mc|15,26}}
||{{passo biblico|Lc|23,38}}
||{{passo biblico|Mt|27,37}}
||{{passo biblico|Gv|19,20}}
|- align=center
|style="text-align:centre;"|Iscrizione [[lingua greca|greca]]
||{{lang|grc|ὁ βασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων}}||{{lang|grc|ὁ βασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων οὗτος}}||{{lang|grc|οὗτός ἐστιν Ἰησοῦς ὁ βασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων}}||{{lang|grc|Ἰησοῦς ὁ Ναζωραῖος ὁ βασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων}}
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|style="text-align:centre;"|Traslitterazione
||''ho basileùs tôn Iudaéōn'' ||''ho basileùs tôn Iudaéōn hûtos'' ||''hûtós estin Iēsûs ho basileùs tôn Iudaéōn'' ||''Iēsûs ho Nazōraêos ho basileùs tôn Iudaéōn''
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|style="text-align:centre;"|Traduzione
||Il re dei giudei||Questo è il re dei giudei ||Questo è Gesù, il re dei giudei ||Gesù di Nazareth, il re dei giudei
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|style="text-align:centre;"|Lingue
|| ''non specificato'' || ''non specificato''|| ''non specificato'' || [[Lingua ebraica|ebraico]], [[Lingua latina|latino]], [[lingua greca|greco]]
|}
 
==Programmazione==
==Il ''Titulus'' di Roma==
[[File:Fabri FIbra Tradimento.jpg|thumb|[[Fabri Fibra]] al Saschall nel 2006]]
La conservazione come reliquia del "titolo" apposto sulla croce è testimoniata per la prima volta nel [[IV secolo|IV]]-[[V secolo]] dall'"itinerario" (''[[Peregrinatio Aetheriae|Paeregrinatio]]'') di [[Egeria (pellegrina)|Egeria]], che racconta il proprio pellegrinaggio a [[Gerusalemme]] nell'anno [[383]].
Dai concerti di musica pop e rock (si pensi solo ad alcuni nomi che si sono esibiti qui negli anni ottanta: [[Fabrizio De André]] e la [[Premiata Forneria Marconi]], [[Franco Battiato|Battiato]] e [[Vasco Rossi]], [[Claudio Baglioni|Baglioni]] e [[Roberto Vecchioni|Vecchioni]], [[Pino Daniele]], [[Gianna Nannini]], [[Ivano Fossati]], i [[Litfiba]], gli [[Skiantos]], [[Francesco Guccini]], [[Lucio Dalla]] e [[Francesco De Gregori]], [[Vasco Brondi]], [[Valerio Scanu]], [[Antonello Venditti]], [[Renato Zero]], [[Gianni Morandi]], [[Luca Carboni]], [[Emma Marrone|Emma]] nel [[2012]], e poi artisti stranieri come [[Bob Geldof]], [[Level 42]], [[Simply Red]], [[Beady Eye]], [[Matt Bianco]], [[Steve Vai]]) a quelli che hanno aperto Firenze alla [[musica afroamericana]], che hanno fatto conoscere le nuove tendenze del [[jazz]], la musica di ricerca e la musica creativa e infine la [[fusion]] contemporanea.
{{Citazione|(..) e viene portata una cassetta argentea dorata, nella quale c'è il [[sacro|santo]] [[legno]] della croce, viene aperta e tirato fuori, viene posto sulla tavola sia il legno della croce che il titolo.|''Itinerarium Egeriae'' 37,1|(..) et affertur loculus argenteus deauratus, in quo est lignum sanctum crucis, aperitur et profertur, ponitur in mensa tam lignum crucis quam titulus.|lingua=la}}
Successivamente il ''titulus'' fu descritto nel [[570]] da Antonino di Piacenza, un pellegrino che vide le reliquie della Passione a Gerusalemme. Egli riporta la seguente iscrizione: "''Hic est rex Iudaeorum''", cioè il testo di Matteo<ref>Cfr. ''Antoninii Placentini Itinerarium'', pubblicato nel ''[[Corpus Christianorum]], Series Latina'', vol. 175, 130.</ref>.
[[File:Jan van Eyck 094.jpg|thumb|left|''Ritrovamento della vera croce'', [[Jan van Eyck]].]]
Una tavola di legno, che la [[tradizione cattolica]] ritiene essere parte del ''titulus'', ma che è stata datata al [[X secolo|X]]-[[XII secolo]] attraverso la datazione al [[Carbonio-14]], è conservata a [[Roma]], nella [[Basilica di Santa Croce in Gerusalemme]], insieme a un presunto chiodo della [[Passione di Gesù|Passione]] e a frammenti della [[Vera Croce]]. Tutti questi oggetti, secondo la tradizione, furono rinvenuti da [[Flavia Giulia Elena|Elena]], madre dell'[[imperatore romano]] [[Costantino I]], che nel [[IV secolo]] visitò [[Gerusalemme]] e fece scavare l'area del [[Golgota]].
 
Eppure già nei suoi primi mesi di vita lo spazio si apriva anche al teatro drammatico con un evento eccezionale, ''La ballata dei 14 giorni di Masaniello'', frutto della collaborazione del giovane gruppo di ''Pupi e Fresedde'' diretto da [[Angelo Savelli]] e il famoso ''Bread and Puppet'' di [[Peter Schumann]]. Da qui anche un'intensa attività teatrale legata a tanti nomi fra i quali [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]], e ancora la [[danza]] con [[Liliana Cosi]] e [[Marinel Stefanescu]] e infine il [[cabaret]] e gli spettacoli di comici che poi avrebbero dominato la scena italiana degli ultimi decenni(dagli storici [[Roberto Benigni]], [[Paolo Hendel]], [[David Riondino]], [[Carlo Isola]], i [[Gemelli Ruggeri]], [[Stefano Bicocchi|Vito]], [[Daniele Trambusti]], ai più recenti [[Leonardo Pieraccioni]], [[Giorgio Panariello]] e [[I Fichi d'India]]).
Risulta discussa la questione se è verosimile ritenere che il cartiglio della croce sia stato conservato e se la reliquia romana possa corrispondere realmente all'originale o almeno essere una copia fedele di quest'ultimo. Alcuni studiosi hanno supposto che il cartiglio sia proprio quello originale, in particolare è stato sostenuto che sarebbe stato staccato dalla croce e deposto inizialmente nel [[Santo Sepolcro|sepolcro]] assieme al corpo di Gesù.<ref>Cfr. Maria-Luisa Rigato, ''La sepoltura regale di Gesù (Gv 19,39-40'', Convegno internazionale "Dalla Passione alla Resurrezione: 2000 anni di silenziosa testimonianza", Roma 6-8 maggi 1999</ref> La sepoltura, caratterizzata secondo i vangeli dall'utilizzo di una tomba di ampie dimensioni, dal trattamento della salma con unguenti preziosi e dall'avvolgimento in un [[sudario]], avrebbe avuto tutte la caratteristiche di una sepoltura regale. L'aggiunta del cartiglio, il cui testo appariva ai seguaci di Gesù inconsapevolmente profetico della regalità di Gesù<ref>Cfr. {{passo biblico|Gv18,33-37}}</ref>, si accorderebbe con le intenzioni di [[Giuseppe d'Arimatea]] e di [[Nicodemo]].
A completare un'importante presenza culturale nella città sono da ricordare anche i convegni politici e le feste etniche (per esempio gli omaggi all'[[Irlanda]] e a [[Cuba]]), manifestazioni come [[FirenzeGioca]] o incontri eccezionali come quello del maggio [[1999]] con il [[Dalai Lama]].
 
Sede nel [[2010]] del primo congresso di [[Sinistra Ecologia Libertà]].
Per rispondere alla seconda questione a partire dal [[1995]] hanno avuto accesso al ''titulus'' alcuni studiosi, fra cui [[Carsten Peter Thiede]] e [[Michael Hesemann]], che hanno collaborato ad indagini scientifiche necessarie alla datazione del manufatto (rilievo fotografico, prelievo di campioni, ecc.).<ref>Carsten Peter Thiede, ''La vera croce'', Mondadori, Milano 2001. Michael Hesemann, ''Titulus crucis. La scoperta dell'iscrizione posta sulla croce di Gesù'', Edizioni San Paolo, 2000 e ''Testimoni del Golgota. Le reliquie della Passione di Gesù'', Edizioni San Paolo, 2003.</ref>
 
Il ''titulus'' di Santa Croce reca effettivamente una parte dell'iscrizione nelle tre lingue (ebraico, greco e latino). Anche i testi in latino e greco sono scritti, da destra a sinistra, come per l'ebraico. Nel testo latino è riportata la versione "Nazarinus" anziché "Nazarenus". Il testo, poi, non sembra corrispondere esattamente a nessuno di quelli dei quattro vangeli. Queste anomalie sono considerate da alcuni indizi di autenticità, in base al ragionamento che difficilmente un [[falsario]] le avrebbe introdotte.<ref>Cfr. [http://www.s8int.com/page40.html 'TITULUS CRUCIS' Evidence that the Actual Sign Posted Above The Lord on The Cross Has Been Located?] (Intervista a Carsten Peter Thiede)</ref>
 
Le fotografie dell'iscrizione, inoltre, vennero fatte esaminare da diversi paleografi (contattati indipendentemente dai tre ricercatori sopra citati), i quali condussero un'indagine paleografica comparativa. In particolare le lettere risultarono perfettamente compatibili con quelle del [[I secolo|I sec.]], confermando, quindi, la possibilità che la reliquia fosse l'originale o almeno una copia fedele dell'originale.
 
Resta infine il problema se tale copia o presunto originale possa essere quello utilizzato sul [[monte Calvario]]. Per chiarire la questione la [[Santa Sede]] autorizzò il prelievo di campioni del legno che vennero datati attraverso l'utilizzo del [[metodo del carbonio-14]]. I risultati, pubblicati nel [[2002]], determinarono che il legno risalisse all'intervallo tra gli anni [[980]] e [[1150]]<ref>F. Bella, C. Azzi, "C14 Dating of the 'Titulus Crucis'", ''Radiocarbon'', vol. 44, n. 3 (2002), pp. 685-689 [http://digitalcommons.library.arizona.edu/objectviewer?o=http%3A%2F%2Fradiocarbon.library.arizona.edu%2FVolume44%2FNumber3%2Fazu_radiocarbon_v44_n3_685_689_v.pdf].</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* Massimo Olmi, ''Sulle tracce della croce di Cristo'', in ''Frammenti n° 15'', Pesaro 2011.
* Claudio Damioli, ''Il Timone'' n°11 ([[2001]])
* Antonio Lombatti, ''Il Titulus Crucis è falso'', Scienza e Paranormale, n. 56, luglio-agosto (2004), pp. 48-50.
* Carsten Peter Thiede, ''La vera croce'', Mondadori, Milano 2001.
* Maria-Luis Rigato, ''Il Titolo della Croce di Gesù. Confronto tra i Vangeli e la Tavoletta - Reliquia della Basilica Eleniana a Roma'', Pontificia Università Gregoriana, Roma 2003. ISBN 88-7652-969-1, 978887652969.
* Michael Hesemann, ''Testimoni del Golgota. Le reliquie della Passione di Gesù'', Edizioni San Paolo, 2003.
 
==Voci correlate==
* [[GesùTeatri di Firenze]]
* [https://www.tuscanyhall.it/ Sito ufficiale Tuscanyhall]
*[[Passione di Gesù]]
*[[Cristogramma]]
*[[Storia del cristianesimo]]
*[[Vera Croce]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogettoInterprogetto|commons=Category:INRISaschall (Florence)}}
 
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|http://www.cultura.toscana.it/spettacolo/teatri/firenze/teatro_saschall_firenze.shtml|Scheda della Regione Toscana}}
*[http://www.rosaryworkshop.com/ROME-Pilgrimage-Crx.html Immagini di reliquie della [[Passione di Gesù|Passione]]]
*[http://www.storialibera.it/epoca_antica/cristianesimo_e_storicita/passione_di_gesu/titulus_crucis/ articoli sul sito di "Storia Libera"]
*[http://www.s8int.com/page40.html 'TITULUS CRUCIS'..Evidence that the Actual Sign Posted Above The Lord on The Cross Has Been Located?] (Intervista a Carsten Peter Thiede)
 
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