Biblioteca di Federico da Montefeltro e Teatro Tenda (Firenze): differenze tra le pagine

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{{Teatro
La '''Biblioteca di [[Federico da Montefeltro]]''', duca di Urbino (1422-1482), è una delle più celebri collezioni manoscritte del Quattrocento<ref>{{Cita libro|autore=a cura di G. Arbizzoni, C. Bianca, M. Peruzzi|titolo=Principi e Signori. Le biblioteche nella seconda metà del Quattrocento|anno=2010|editore=|città=Urbino|p=|pp=|ISBN=}}</ref>. Essa ci è giunta praticamente intatta ed è attualmente conservata presso la [[Biblioteca apostolica vaticana|Biblioteca Apostolica Vaticana]], dove costituisce la parte principale dei Fondi Urbinati (Latini, Greci ed Ebraici).
|NomeTeatro= Teatro Tuscanyhall
|Tipologia= [[teatro tenda]]
|Immagine= Saschall, firenze.JPG
|Didascalia=
|Fossa= <!-- Fossa per orchestra: presente/assente -->
|Capienza= 1440/1700 (platea: 1160/1420; galleria: 280)
|Periodo= [[1978]]
|Progettista= <!-- Nome del progettista -->
|Indirizzo= Via Fabrizio De Andrè all'angolo con Lungarno Aldo Moro n. 3 - 50136 Firenze
|Città = Firenze
|CittàLink =
|Paese = ITA
}}
Il '''teatro Tuscanyhall''' è un teatro moderno di [[Firenze]], in zona [[Varlungo]]/[[Bellariva]], sul [[lungarno]] Aldo Moro 3. Usato come centro polifunzionale, è uno dei principali luoghi per concerti.
 
Conosciuto per molti anni semplicemente come "teatro Tenda", dal 2002 fu noto come "teatro Saschall", legato alla marca d'abbigliamento "[[Sasch]]".<ref>{{cita web|url=http://www.sasch.it/web/ita/saschall.asp|titolo=Breve descrizione del Saschall sul sito Sasch|accesso=17 maggio 2010|urlmorto=sì}}</ref> Dal 29 settembre [[2011]], dopo la scadenza del contratto di sponsorizzazione con la Sasch, l'impianto cambia denominazione in "teatro Obihall", legato alla catena tedesca di negozi fai da te "[[OBI (azienda)|Obi]]". Dal 1 Gennaio 2019 il teatro cambia denominazione in Tuscanyhall<ref>[http://www.saschall.it/site/e_Product.asp?IdCategoria=1&TS02_ID=253&mese=9&anno=2011 Tributo a De André - Inaugurazione OBIHALL] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110926212244/http://www.saschall.it/site/e_Product.asp?IdCategoria=1&TS02_ID=253&mese=9&anno=2011 |data=26 settembre 2011 }} saschall.it</ref>
La fama di questa biblioteca è legata alla eccezionale bellezza dei suoi manoscritti; essa è stata creata in stretta correlazione con la storia personale e politica di Federico da Montefeltro, che l'ha concepita e commissionata al pari di una complessa opera d'arte.
[[File:Laquila di Federico da Montefeltro (488579407).jpg|miniatura|Soffitto della stanza della Biblioteca presso il Palazzo Ducale di Urbino]]
[[Vespasiano da Bisticci]], ha partecipato attivamente alla creazione della biblioteca e ne offre una dettagliata descrizione nella sua ''Vita'' ''di Federico da Montefeltro''. In questa opera il libraio fiorentino sottolinea come la collezione fosse costituita interamente da libri manoscritti: “In quella libraria i libri tutti sono belli in superlativo grado, tutti iscritti a penna, e non ve n'è ignuno a stampa, chè se ne sarebbe vergognato, tutti miniati elegantissimamente, et non v'è ignuno che non sia scritto in cavretto”.<ref>{{Cita libro|autore=Vespasiano da Bisticci|titolo=Commentario de la vita del signore Federico duca d’Urbino|anno=1970|editore=|città=Firenze|p=398|pp=|ISBN=}}</ref>
 
== Formazione Storia==
Realizzato nel [[1978]] a Bellariva, sulla riva destra dell'[[Arno]], sulla scia del fenomeno dei teatri tenda come spazi alternativi ai teatri tradizionali che da [[Roma]] si era diffuso in tutta Italia, questo nuovo spazio si è imposto nel panorama culturale grazie a una programmazione promiscua.
Si calcola che prima del 1464 i codici manoscritti presenti alla corte urbinate non superavano il centinaio; nel 1482 alla morte di Federico di Montefeltro, la collezione comprendeva oltre 900 volumi, dei quali 600 in latino e volgare, 168 in greco, 82 in ebraico 2 in arabo<ref>{{Cita pubblicazione|autore=L. Michelini Tocci|titolo=La formazione della biblioteca di Federico da Montefeltro: codici contemporanei e libri a stampa|rivista=Federico di Montefeltro: lo Stato, le Arti, la Cultura. La Cultura|volume=|numero=p. 9}}</ref>.
 
Ristrutturato più volte, la sua ultima redazione, prima dell'attuale, risale a quella realizzata per rimediare ai danni provocati il 28 agosto 1989 da una tromba d'aria abbattutasi su Firenze.
La maggior parte dei volumi venivano acquistati o commissionati presso librai, altri venivano ricevuti in dono, in alcuni casi venivano acquistati consistenti gruppi di libri da altre collezioni, come è avvenuto per i manoscritti greci provenienti dalle biblioteche di [[Palla Strozzi]] e [[Angelo Vadio]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=R. S. Stefec|titolo=Die griechische Bibliothek des Angelo Vadio da Rimini|rivista=Römische Historische Mitteilungen|volume=54|numero=pp. 95-184}}</ref>.
 
Negli ultimi anni il teatro, dopo un periodo di chiusura, è stato interessato da un radicale intervento di riprogettazione che si è posto l'obiettivo non solo di risolvere i problemi di adeguamento alle vigenti normative di sicurezza, ma di risolvere gli aspetti di precarietà e di inserimento nel contesto urbano che avevano fino ad allora caratterizzato la struttura. Il nuovo spazio, inaugurato finalmente nel [[2002]], pur richiamando lo spirito del teatro Tenda che ormai è entrato a pieno titolo nella memoria della città, si connota come un intervento contemporaneo capace di esprimere forme e funzionalità contemporanee.
Per i manoscritti ebraici la tradizione riporta che siano stati ottenuti da Federico come bottino in seguito alla presa di [[Volterra]] del 1472, ma recenti studi hanno mostrato che la collezione era appartenuta a Emanuele di Volterra ed era stata messa in vendita in quegli anni<ref>{{Cita pubblicazione|autore=F. Bianchi|titolo=I manoscritti ebraici|rivista=Ornatissimo Codice. La Biblioteca di Federico di Montefeltro|volume=|numero=pp. 47-51}}</ref>.
 
==Struttura==
Di questa biblioteca resta un inventario, il cosiddetto '''Indice vecchio'''<ref>{{Cita libro|autore=C. Stornajolo|titolo=Codices Urbinates Graeci|anno=1895|editore=|città=Città del Vaticano|p=|pp=pp. LIX-CLXXV|ISBN=}}</ref>. Compilato nella sua prima stesura intorno al 1487 dal bibliotecario di [[Guidobaldo da Montefeltro|Guidubaldo da Montefeltro]], [[Agapito da Urbino]], probabilmente riprende il primo inventario redatto da [[Lorenzo Bevilacqua|Lorenzo Astemio]] che sovrintendeva alla biblioteca sotto il governo di Federico. Questa testimonianza è fondamentale per una ricostruzione della biblioteca in quanto riporta l'ordine esatto con cui i libri venivano conservati, descrive le legature originali, segnala i prestiti e i libri scomparsi.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=L. Michelini Tocci|titolo=Agapito, bibliotecario ‘docto, acorto et diligente’ della biblioteca urbinate alla fine del Quattrocento|rivista=Collectanea Vaticana in honorem Anselmi M. Card. Albareda|volume=|numero=pp. 245-280}}</ref>
[[File:Steve vai at Saschall (Florence).jpeg|thumb|[[Steve Vai]] durante un concerto al Saschall]]
Il teatro si articola in tre corpi distinti. Il primo con il [[foyer]] e la sala conferenze, di forma trapezoidale e aperto con un loggiato verso il fiume: è una struttura metallica che richiama una tettoia industriale e contiene il doppio volume del foyer, mentre nei volumi al piano terra sono ricavati la biglietteria, il guardaroba e la caffetteria; il volume del primo piano è destinato alla sala conferenze (200 posti).
 
Il secondo corpo costituisce la vera e propria memoria del vecchio teatro Tenda: una grande tensostruttura in tessuto speciale, impostata su pareti laterali di varia altezza e fissata al centro su quattro [[pilastri]] reticolari, copre la grande platea pavimentata in calcestruzzo e che presenta un palcoscenico soprelevato di 1,20 metri. Un terzo corpo di fabbrica, il più piccolo, sul fronte che guarda verso il fiume ospita al piano inferiore i servizi igienici per il pubblico, le centrali tecnologiche e i locali per il servizio ristorazione e [[catering]]; al piano superiore, invece, sono ricavati i camerini per gli artisti e per il personale di servizio e i servizi igienici di pertinenza.
== Le opere ==
[[File:Bibbia di Federico da Montefeltro - BAV Urb.Lat.1&2 - Exodus f27r.jpg|miniatura|Urb. lat. 1, f. 27r, Bibbia di Federico da Montefeltro]]
In quanto ai contenuti, la collezione si connota come una raccolta di stampo tipicamente umanistico: contiene il corpus della cultura classica allora conosciuta, uno scarso numero di opere in volgare (una settantina circa) e di epoca medievale (ad eccezione di quelle filosofiche, teologiche e patristiche che sono invece in numero consistente) e numerosi testi contemporanei. In particolare il 32% delle opere in latino e in volgare è rappresentato da autori della letteratura classica, latini, ma anche greci in traduzione; il 17% riguarda autori umanistici, mentre le opere medievali assommano al 18% della raccolta; la carenza di poeti e prosatori medievali viene bilanciata dal sostanzioso numero di trattati teologici, pari al 28% del totale a cui si può affiancare un 2% di quelli sacri; si trovano inoltre una serie di opere di diritto pari al 3%. È degno di nota il fatto che sia nelle opere dell'antichità, sia tra quelle medievali e contemporanee si rileva un particolare interesse per i trattati tecnico-scientifici, soprattutto di medicina, matematica, astronomia, mascalzia, scienza militare, geografia, prospettiva e architettura<ref>{{Cita libro|autore=M. Peruzzi|titolo=Cultura potere immagine. La biblioteca di Federico di Montefeltro|anno=2004|editore=|città=Urbino|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
 
==Programmazione==
Nella creazione della Biblioteca urbinate Federico da Montefeltro è stato affiancato da alcuni personaggi che hanno avuto un ruolo importante nell'indirizzare la fisionomia della collezione, in particolare:
[[File:Fabri FIbra Tradimento.jpg|thumb|[[Fabri Fibra]] al Saschall nel 2006]]
Dai concerti di musica pop e rock (si pensi solo ad alcuni nomi che si sono esibiti qui negli anni ottanta: [[Fabrizio De André]] e la [[Premiata Forneria Marconi]], [[Franco Battiato|Battiato]] e [[Vasco Rossi]], [[Claudio Baglioni|Baglioni]] e [[Roberto Vecchioni|Vecchioni]], [[Pino Daniele]], [[Gianna Nannini]], [[Ivano Fossati]], i [[Litfiba]], gli [[Skiantos]], [[Francesco Guccini]], [[Lucio Dalla]] e [[Francesco De Gregori]], [[Vasco Brondi]], [[Valerio Scanu]], [[Antonello Venditti]], [[Renato Zero]], [[Gianni Morandi]], [[Luca Carboni]], [[Emma Marrone|Emma]] nel [[2012]], e poi artisti stranieri come [[Bob Geldof]], [[Level 42]], [[Simply Red]], [[Beady Eye]], [[Matt Bianco]], [[Steve Vai]]) a quelli che hanno aperto Firenze alla [[musica afroamericana]], che hanno fatto conoscere le nuove tendenze del [[jazz]], la musica di ricerca e la musica creativa e infine la [[fusion]] contemporanea.
 
Eppure già nei suoi primi mesi di vita lo spazio si apriva anche al teatro drammatico con un evento eccezionale, ''La ballata dei 14 giorni di Masaniello'', frutto della collaborazione del giovane gruppo di ''Pupi e Fresedde'' diretto da [[Angelo Savelli]] e il famoso ''Bread and Puppet'' di [[Peter Schumann]]. Da qui anche un'intensa attività teatrale legata a tanti nomi fra i quali [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]], e ancora la [[danza]] con [[Liliana Cosi]] e [[Marinel Stefanescu]] e infine il [[cabaret]] e gli spettacoli di comici che poi avrebbero dominato la scena italiana degli ultimi decenni(dagli storici [[Roberto Benigni]], [[Paolo Hendel]], [[David Riondino]], [[Carlo Isola]], i [[Gemelli Ruggeri]], [[Stefano Bicocchi|Vito]], [[Daniele Trambusti]], ai più recenti [[Leonardo Pieraccioni]], [[Giorgio Panariello]] e [[I Fichi d'India]]).
[[Ottaviano Ubaldini della Carda]], (1423-1498) personaggio di rilievo alla corte di Urbino, secondo soltanto a Federico; egli governa lo stato durante le frequenti assenze del condottiero, curando particolarmente l'aspetto culturale della corte e soprattutto la biblioteca. Ai suoi interessi si può ascrivere specificamente la presenza nella biblioteca di testi astrologici e filosofici.
A completare un'importante presenza culturale nella città sono da ricordare anche i convegni politici e le feste etniche (per esempio gli omaggi all'[[Irlanda]] e a [[Cuba]]), manifestazioni come [[FirenzeGioca]] o incontri eccezionali come quello del maggio [[1999]] con il [[Dalai Lama]].
Sede nel [[2010]] del primo congresso di [[Sinistra Ecologia Libertà]].
 
== Note ==
[[Battista Sforza]] (1446-1472), seconda moglie di Federico, con spiccati interessi per la lingua e la grammatica latina. La sua influenza si può ritrovare nella presenza all'interno della collezione di autori classici, in particolare di opere grammaticali e retoriche.
<references/>
 
==Voci correlate==
[[Vespasiano da Bisticci]], il più importante libraio del Quattrocento, dirigeva un'importante bottega a Firenze per copiare e miniare manoscritti, e forniva codici a numerosi Signori dell'epoca. Per la biblioteca di Federico, egli ha svolto un ruolo di rilievo, non limitandosi a procurare libri e a intessere rapporti con copisti e miniatori, ma suggerendo anche quali testi acquistare, operando confronti con i cataloghi delle principali biblioteche contemporanee. Vespasiano si è messo al servizio del signore di Urbino intorno al 1468 e dieci anni dopo, pur cessando ufficialmente la propria attività, ha continuato ad essere coinvolto nella produzione di libri per Federico. Vespasiano ha influenzato in modo determinante la decisione di seguire per le acquisizioni il più famoso canone bibliografico dell'epoca, quello scritto nel 1436-37 da Tommaso Parentucelli da Sarzana - futuro [[papa Niccolò V]] -, su richiesta di [[Cosimo de' Medici|Cosimo de’ Medici]] per la biblioteca del convento fiorentino di San Marco<ref>{{Cita pubblicazione|autore=M. G. Blasio, C. Lelj, G. Roselli|titolo=Un contributo alla lettura del canone bibliografico di Tommaso Parentucelli|rivista=Le chiavi della memoria. Miscellanea in occasione del I centenario della Scuola Vaticana di Paleografia Diplomatica e Archivistica|volume=|numero=pp. 125-165}}</ref>. Seguendo le indicazioni del Canone del Parentucelli, la Biblioteca della Corte di Urbino si arricchisce di opere teologiche, testi Aristotelici e Commentari scolastici; mentre gli interessi di Federico e della corte incidono sull'acquisizione di opere di autori classici e umanistici oltre alle opere tecniche e scientifiche.
* [[Teatri di Firenze]]
* [https://www.tuscanyhall.it/ Sito ufficiale Tuscanyhall]
 
== Altri progetti ==
== Manoscritti, copisti e miniatori ==
{{Interprogetto|commons=Category:Saschall (Florence)}}
[[File:Miniatore fiorentino del 1472, federico da montefeltro durante l'assedio di volterra, biblioteca apostolica vaticana, poggio bracciolini, historia florentina, ms. urb lat 491 f. IV v.jpg|miniatura|Urb. lat. 491, f. IVv, Poggio Bracciolini, Historia Florentina]]
 
=== Manoscritti di origine fiorentina ===
Circa un terzo della collezione urbinate—almeno 300 manoscritti—proviene da Firenze, per il tramite di Vespasiano da Bisticci che coinvolge i migliori artisti fiorentini. I primi codici richiesti sono quelli di poeti e oratori classici, connotati dalla decorazione “a bianchi girari” che fin dal secondo decennio del Quattrocento caratterizza la produzione fiorentina, come mostrano i codici decorati da [[Francesco di Antonio del Chierico]] e dal Maestro del Lattanzio riccardiano. Nella biblioteca di Urbino entrarono, inoltre, le splendide pagine decorate da [[Bartolomeo di Domenico di Guido]], dal [[Maestro del Senofonte Hamilton]], da [[Domenico Ghirlandaio]]; accanto ad essi lavorarono più di quaranta copisti. Dopo la morte di Piero de' Medici, nel 1469, Federico assorbì l'attività dei miniatori fiorentini; si rileva un'evoluzione nel gusto del signore urbinate che predilige volumi spettacolari, dotati spesso di miniature a piena pagina. Intorno al 1472 fu [[Francesco Rosselli]], con l'Urbinate latino 277, contenente la ''Cosmographia'' di Tolomeo, con le illustrazioni del cosmografo fiorentino [[Pietro del Massaio]], ad inaugurare questo nuovo corso. Francesco di Antonio del Chierico, in quel torno di tempo si applicò alla grandiosa ''Bibbia'' (Urbinate latino 1-2), ai ''Sermoni'' di [[San Bernardo]] (Urbinate latino 93) e ai ''Carmina'' di [[Prudenzio]] (Urbinate latino 666), capolavori della collezione urbinate.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=A. Labriola|titolo=I miniatori fiorentini|rivista=Ornatissimo codice. La biblioteca di Federico da Montefeltro|volume=|numero=pp. 53-67}}</ref>
 
=== Lo ''Scriptorium'' urbinate ===
La decisione di investire sulla biblioteca favorì la creazione di uno ''Scriptorium'' a Urbino che in alcuni anni si rivelò particolarmente attivo e che elaborò dei canoni stilistici originali, facendo proprie le suggestioni dei principali centri di produzione libraria italiana dell'epoca. Ciò avviene in particolare per la decorazione dei manoscritti a opera di un gruppo di anonimi miniatori, attivi nello ''Scriptorium'' urbinate già all'inizio degli anni Settanta, il cui stile si distinse chiaramente da quello dei miniatori fiorentini, ferraresi e veneti, operando una sorta di originale osmosi tra quelle diverse culture artistiche: propose la miniatura dell'antiporta di forma circolare di tipologia fiorentina, fregi “a bianchi girari” abitati da fiori, animali e uccelli di derivazione fiorentina e romana, motivi decorativi come il cappio intrecciato di ascendenza mantovana e ferrarese, fiori simili anch'essi a quelli di tradizione ferrarese.
 
Personaggio di indubbio rilievo in seno allo ''Scriptorium'' urbinate è il copista [[Federico Veterani]], dalla mano accurata e capace di eguagliare la grafia di buona parte degli esemplari fiorentini; non sembra che egli si sia limitato a copiare i testi, ma talvolta intervenne assemblando manoscritti miscellanei, come nel caso di testi legati alla corte o ai suoi reggenti. Intorno al 1475 il Veterani venne affiancato da un copista che presenta una grafia ancora più elegante e raffinata: [[Matteo Contugi]], di origine toscana, prevalentemente attivo fino a quel momento per gli [[Este]] e per i [[Gonzaga]]. A lui venne poi affidata la copia di alcuni tra i libri più prestigiosi della biblioteca federiciana e per suo tramite giunsero da Ferrara a Urbino alcuni eccellenti miniatori, in particolare [[Guglielmo Giraldi]], suo nipote Franco Leoni, [[Franco dei Russi]], ciò si rispecchia pienamente nel mirabile apparato iconografico del Dante (Urb. lat. 365) e dell'Evangeliario urbinati (Urb. lat. 10). A Urbino giunsero anche artisti come [[Bartolomeo della Gatta]], pittore e miniatore camaldolese, e [[Giovanni Corenti]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=C. Martelli|titolo=I codici di produzione urbinate e lo scriptorium di Federico di Montefeltro|rivista=Ornatissimo codice. La biblioteca di Federico di Montefeltro|volume=|numero=pp. 69-77}}</ref>.
 
== Il trasferimento presso la Biblioteca Apostolica Vaticana ==
La nascita e lo sviluppo della splendida biblioteca urbinate è intimamente legata a Federico, ai suoi gusti, alle sue aspirazioni, alla sua politica; alla morte del duca, essa conosce un arresto improvviso nel suo accrescimento.
 
Nel 1574 diviene duca di Urbino [[Francesco Maria II Della Rovere]], appassionato bibliofilo, che crea nella [[Palazzo Ducale (Urbania)|residenza di Urbania]] una nuova biblioteca, moderna, ricca di stampati. Alla sua morte, avvenuta il 18 aprile 1631, Francesco Maria lascia per testamento alla Comunità urbinate tutti i manoscritti conservati a Urbino e ad Urbania. Dopo venticinque anni, il papa bibliofilo Fabio Chigi, salito al soglio con il nome di [[Papa Alessandro VII|Alessandro VII]], dispone con motu proprio del 7 agosto 1657 il trasferimento della libreria dei duchi feltreschi e rovereschi presso la Biblioteca Apostolica Vaticana<ref>{{Cita libro|autore=L. Moranti, M. Moranti|titolo=Il trasferimento dei “Codices Urbinates” alla Biblioteca Vaticana. Cronistoria, documenti e inventario|anno=1981|editore=|città=Urbino|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
 
== Note ==
<references/>
 
==Collegamenti esterni==
== Bibliografia ==
*{{cita web|http://www.cultura.toscana.it/spettacolo/teatri/firenze/teatro_saschall_firenze.shtml|Scheda della Regione Toscana}}
* M. Peruzzi, ''Cultura potere immagine. La biblioteca di Federico di Montefeltro'', Urbino 2004
* ''Ornatissimo codice. La biblioteca di Federico di Montefeltro'', a cura di M. Peruzzi, Milano 2008
* ''Federico da Montefeltro and his library'', edited by M. Simonetta, Milano 2007
* ''Principi e Signori. Le biblioteche nella seconda metà del Quattrocento'', a cura di Guido Arbizzoni, Concetta Bianca, Marcella Peruzzi, Urbino 2010
* M. Peruzzi, ''Lectissima politissimaque volumina. I fondi Urbinati'' in ''La Vaticana nel Seicento (1590-1700). Una biblioteca di biblioteche. Storia della Biblioteca Apostolica Vaticana'', III, Città del Vaticano 2014, pp.&nbsp;338–394.
 
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== Altri progetti ==
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{{interprogetto}}
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