5ª Brigata proletaria d'assalto montenegrina e Gatto delle foreste norvegesi: differenze tra le pagine

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{{Razza gatto
{{Infobox unità militare
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|Categoria=esercito
<!-- vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Template:Infobox_Razzegatti per maggiori informazioni.-->|nome = Gatto delle Foreste Norvegesi
|Nome=5ª Brigata proletaria d'assalto montenegrina<br/>''Peta proleterska crnogorska udarna brigada''
|immagine =
|Immagine=Partizani u Prozoru.jpg
|descrizioneimmagine = Esemplare maschio di NFO
|Didascalia= I partigiani della brigata entrano a [[Prozor]] il 17 febbraio 1943 durante la [[battaglia della Neretva]]
|altrinomi = Gatto Norvegese
|Attiva= 1942-1945
|nazione = Norvegia
|Nazione= [[File:Yugoslav Partisans flag 1945.svg|20px]] [[Jugoslavia]]
|data =
|Alleanza= [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]
|naturale = razza autoctona dei paesi scandinavi
|Servizio= [[Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia]]
|nonriconosciuta =
|Tipo= [[Brigata]] [[partigiani|partigiana]]
|pocoriconosciuta =
|Ruolo=
|riconosciuta = riconosciuta da tutte le associazioni feline
|Dimensione= 845 partigiani
|estinta =
|Struttura_di_comando=
|rara =
|Guarnigione= [[Smriječno]], in [[Montenegro]]
|diffusa = si trovano ormai in ogni paese in America, Europa, Asia, Australia
|Descrizione_guarnigione=
|cfastd = http://cfa.org/Portals/0/documents/breeds/standards/norwegian.pdf
|Equipaggiamento=
|fifestd = http://www.fifeweb.org/wp/breeds/std/nfo_std.html?keepThis=true&TB_iframe=true&height=450&width=670
|Descrizione_equipaggiamento=
|wcfstd = http://www.wcf-online.de/WCF-EN/standard/semi-longhair/norwegischewaldkatze.html
|Soprannome=
|ticastd = http://ticaeo.com/content/publications/pages/nf.pdf
|Patrono=
|altristd =
|Motto=
|taglia = grande
|Colori=
|struttura = mediolinei
|Descrizione_colori=
|sotto-struttura = lunga e robusta
|Marcia=
|pelo = Pelo semilungo
|Mascotte=
|attivita = 3o5dots.svg
|Battaglie=[[Lunga marcia dei partigiani jugoslavi]]<br/>[[Battaglia della Neretva]]<br/>[[Battaglia della Sutjeska]]<br/>[[Operazione Kugelblitz]]<br/>[[Operazione Durmitor]]<br/>[[Operazione Rübezahl]]<br/>[[Operazione Sarajevo]]<br/>[[Battaglia di Karlovac]]
|loquacita = 3o5dots.svg
|Anniversari=
|docilita = 4o5dots.svg
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|socievolezza = 5o5dots.svg
|Onori_di_battaglia=
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<!-- Comandanti -->
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|Comandante_corrente=
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|Descrizione_comandante_corrente=
|note = Non sono riconosciuti tutti i colori che indicano chiara ibridazione con altre razze (ad es. colourpoint). La sigla identificativa della razza è NFO (Norwegian FOrest oppure NFC (Norwegian Forest Cat)|
|Capo_cerimoniale=
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|Colonel_in_Chief=
|Descrizione_Colonel_in_Chief=
|Comandanti_degni_di_nota=[[Sava Kovačević]]<br />[[Blažo Jovanović]]<br/>[[Radomir Babić]]
<!-- Simboli -->
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|Descrizione_simbolo2=
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|Descrizione_simbolo4=
|Ref= fonti citate nel corpo del testo
}}
Il '''gatto delle foreste norvegesi''' (noto come ''Norsk Skogkatt'' nel suo paese d'origine) è un'antica [[razza]] di [[gatto|gatti]] originaria dei [[Scandinavia|paesi scandinavi]].
 
== Cenni storici ==
La '''5ª Brigata proletaria d'assalto montenegrina''', in [[lingua serbo-croata|serbo-croato]] '''Peta proleterska crnogorska udarna brigada''', in [[cirillico]] ''Пета пролетерска црногорска ударна бригада'', è stata una formazione militare dell'[[Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia]] che venne costituita nel giugno 1942 nel [[Montenegro]] con alcuni distaccamenti montenegrini superstiti dopo la riconquista della regione da parte delle [[Regio Esercito|forze italiane]] e [[cetnici|cetniche]].
[[File:Tom gigantebuono 2018.gif|alt=Esemplare di Gatto delle Foreste Norvegesi ipertipico (Tom del Gigante Buono NFO)|miniatura|Esemplare di Gatto delle Foreste Norvegesi ipertipico (Tom del Gigante Buono NFO)]]
La storia del gatto delle foreste norvegesi è ricca di [[mitologia norrena|leggende]] legate ai [[Vichinghi]]. Si narra, infatti, che fossero soliti tenere in casa i gatti dei boschi vicini alle loro abitazioni e che li portassero sulle navi, durante i viaggi, come cacciatori di [[topo|topi]].
Alcune leggende [[Norvegia|norvegesi]] raccontano che [[Freia]], dea dell'amore e della fertilità, vagasse per il mondo su un carro trainato da due grossi gatti dal pelo lungo cercando il suo consorte [[Óðr]] e che anche [[Thor]], dio del tuono, fu sottoposto a una prova di forza che consisteva nel sollevare un grosso gatto. Le prime citazioni storiche cominciano nel [[1559]] quando il sacerdote e naturalista danese [[Peter Clausson Friis]], allora residente in [[Norvegia]], divise le [[Lynx (zoologia)|linci]] norvegesi in tre classi: la lince-lupo, la lince-volpe e la lince-gatto.<ref name="urlLa leggenda">{{Cita web| url =http://www.norskitalia.it/la_leggenda.html| titolo =La leggenda| autore =| data =| lingua =en| urlarchivio =https://web.archive.org/web/20120619040110/http://www.norskitalia.it/la_leggenda.html| accesso =| urlmorto =sì| dataarchivio =19 giugno 2012}}</ref>
 
I primi scrittori a fare una collezione sistematica e una trascrizione delle antiche leggende furono il folclorista [[Peter Christen Asbjørnsen]] e il poeta [[Jørgen Moe]]. Nel [[1835]] pubblicarono una collezione di storie e canzoni norvegesi che li ha resi celebri come "I fratelli Grimm norvegesi". Nel [[1912]] l'artista [[Olaf Gulbransson]] fece un disegno di un grande campione tipo Skogkatt nella sua autobiografia - il disegno risale a circa il 1910.
La brigata combattè con valore in quasi tutte le grandi battaglie della [[fronte jugoslavo (1941-1945)|guerra di liberazione in Jugoslavia]] durante la [[seconda guerra mondiale]]; dopo aver subito perdite elevatissime nella [[battaglia della Sutjeska]], venne ricostituita e prese parte al resto della guerra contribuendo alla vittoria dei partigiani jugoslavi contro occupanti e collaborazionisti.
 
Negli [[Anni 1930|anni trenta]], a causa della deruralizzazione dell'ambiente selvaggio, l'addomesticamento portò a un incrocio con gatti di casa a pelo corto. Dato che il gene del pelo corto è dominante, il tipico manto Skogkatt divenne sempre più raro.
== Storia ==
Nonostante le sconfitte subite nella prima metà del 1942 il comandante supremo comunista, [[Josip Broz Tito]], decise di potenziare le forze combattenti della [[partigiani jugoslavi|resistenza]] organizzando nuove brigate operative; venne quindi pianificata la costituzione di due brigate formate dai [[partigiani]] del [[Montenegro]] che avevano affrontato da quasi un anno pesanti e cruenti combattimento contro gli occupanti italiani e i collaborazionisti [[cetnici]]<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 230-237.</ref>. Dopo la formazione della [[4ª Brigata proletaria d'assalto montenegrina]] il 10 giugno 1942, il quartier generale costituì subito dopo la 5ª Brigata proletaria d'assalto montenegrina il 12 giugno 1942 nel villaggio sulla [[Piva (fiume)|Piva]] di [[Smrijece]], con tre battaglioni di [[Nikšić]] e un battaglione dello [[Zeta (fiume)|Zeta]] oltre a distaccamenti di [[Danilovgrad]] e [[Podgorica]]; la nuova unità in origine era formata da circa 850 partigiani<ref>G. Bambara, ''La guerra di liberazione nazionale in Jugoslavia'', p. 156.</ref>.
 
Già prima della Seconda Guerra Mondiale un gatto delle foreste venne presentato in una mostra a Oslo e dopo la guerra pochi ammiratori continuarono con il piano di preservare la razza, utilizzando i migliori e più adatti esemplari che poterono trovare.<ref name="urlVCC - the FB Norwegian Forest Cat club">{{Cita web| url =http://www.vikingcatclub.co.uk/history.htm| titolo =VCC - the FB Norwegian Forest Cat club| autore =| data =| lingua =en| urlarchivio =https://web.archive.org/web/20100121020823/http://www.vikingcatclub.co.uk/history.htm| accesso =| urlmorto =sì| dataarchivio =21 gennaio 2010}}</ref>
Il primo comandante della brigata fu [[Sava Kovačević]], famoso capo partigiano montenegrino molto popolare tra i guerriglieri per la sua personalità esuberante e la grande energia e determinazione<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 200-202 e 237.</ref>; mentre [[Radomir Babić]] divenne il commissario politico e [[Blažo Jovanović]] il capo della sezione politica del quartier generale; tutti e tre questi capi partigiani avrebbero ricevuto durante la guerra la massima onorificenza al valore di [[Ordine dell'Eroe popolare|Eroi nazionali del popolo]].
 
=== Gli anni 1970-1980 ===
[[File:Savo Kovačević.jpg|thumb|left|upright=0.7|Il primo comandante della brigata [[Sava Kovačević]]]]
 
Nel settembre del 1972 il gatto delle foreste fu accettato come razza dalle associazioni norvegesi, ottenendo uno standard preliminare. A questo punto il termine "Norsk Skogkatt" divenne ufficiale; non si tratta di una referenza per i confini geografici (il gatto delle foreste appare anche in altri paesi scandinavi), piuttosto al primo paese che lo riconobbe, ancora pochi anni prima della vera svolta.<ref name="urlwww.norskskogkatt.info">{{Cita web | url = http://www.norskskogkatt.info/ | titolo = www.norskskogkatt.info | autore = | data = | lingua = en | urlarchivio = | accesso = }}</ref>
La 5ª Brigata proletaria montenegrina venne ufficialmente elogiata per tre volte durante la guerra dal comandante supremo Tito per il suo coraggio e la sua combattività e 46 partigiani del reparto ricevettero la decorazione di Eroe nazionale della Jugoslavia. Alla 5ª Brigata proletaria venne assegnato l'Ordine della Liberazione Nazionale e l'Ordine della Fratellanza e Unità; inoltre in occasione del quindicesimo anniversario della battaglia di Sutjeska, nel mese di giugno 1958, ricevette anche l'[[Ordine dell'Eroe popolare|Ordine dell'Eroe nazionale del popolo]].
 
Nel 1973 cominciò il programma di allevamento: non fu facile trovare un altro Skogkatt riconosciuto come tale in quel momento, ma ci vollero circa 10 mesi affinché gli allevatori potessero confermare di avere un vero Skogkatt. La riproduzione iniziò con la femmina di Edel Runas - Pippa Skogpuss, accoppiata con il maschio di Nylunds - Pans Truls.
Subito dopo la sua costituzione la brigata venne posto sotto il comando diretto del quartier generale partigiano e impegnata in combattimento nei settori della Piva, del [[Volujak]] e del [[Maglić]]. Quando il 24 giugno 1942 Tito prese la decisione di marciare con quattro brigate scelte verso nord, abbandonando il Montenegro e il [[Sangiaccato]] per raggiungere un nuovo territorio libero in [[Bosnia]] centrale, la 5ª Brigata proletaria rimase nel settore dello [[Zelen Gora]] e della [[Sutjeska (fiume)|Sutjeska]] dove sarebbe rimasta in azione per trenta giorni in condizioni estremamente difficili. I partigiani di Kovačević furono attaccati costantemente dalle truppe italiane, dai cetnici e anche dai tedeschi; nonostante gli ordini del Comando supremo, la brigata, insieme al distaccamento partigiano dell'Erzegovina, al battaglione Dragačevsk-Čelebici e all'ospedale partigiano, dovette battere in ritirata e nelle battaglie dal 22 luglio al 2 agosto 1942 riuscì a rompere le linee nemiche e ripiegare dal Zelen Gora verso [[Prozor]]. Dopo pesanti combattimenti raggiunse Trebicina Treskavica, [[Zabrdje]] e [[Bitovnj]]a; la 5ª brigata montenegrina si ricongiunse a [[Glamoč]] con le altre brigate del gruppo operativo di Tito che in questa occasione approvò il comportamento e le decisioni di Sava Kovačević, che invece era stato duramente criticato da [[Mitar Bakić]] e [[Peko Dapčević]]<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', p. 257.</ref>.
 
Nel dicembre del [[1975]] un gruppo di allevatori appassionati si riunisce fondando il Norsk Skogkattring (circolo dei Gatti delle Foreste Norvegesi impegnato nel recupero della razza), che nel 1976 viene ufficialmente riconosciuto dalla [[FIFé]] (Fédération Internationale Féline) e successivamente da tutte le altre associazioni internazionali. Oggi in Norvegia questa razza è riconosciuta come razza nazionale e prende il nome di Norsk Skogkatt.
Nel quadro del programma di potenziamento dell'Esercito di liberazione, il 9 novembre 1942 la 5ª Brigata proletaria entrò a far parte della nuova [[3ª Divisione d'assalto]] comandanta da [[Pero Cetković]], e, insieme alle altre brigate assegnate a questa formazione, avrebbe combattuto fino alla fine della guerra soprattutto in Bosnia e in Montenegro, contribuendo a molti successi e fornendo personale per la creazione di nuove unità partigiane. Dal 9 novembre 1942 fino alla fine del mese di gennaio 1943 fu costantemente in azione; a novembre e dicembre combattè nella valle del fiume [[Vrbas (fiume)|Vrbas]] nella Bosnia centrale, e partecipò alla liberazione di [[Jajce]] e ai successivi combattimenti difensivi per mantenere il possesso di questa città, mentre il 17 gennaio 1943 prese parte alla liberazione di [[Žepče]] e poi ad altre azioni in Bosnia centrale.
 
Il programma di allevamento fu difficile per gli anni successivi perché vi erano così pochi parenti riconosciuti ufficialmente, che un certo numero di incroci tra parenti fu inevitabile. Prima che la nuova razza potesse essere riconosciuta dalla FIFè, dovettero essere autenticate tre generazioni complete. Nell'aprile del 1977, quando c'erano circa 150 Gatti delle Foreste Norvegesi registrati in Norvegia, la FIFè inviò un giudice tedesco ad uno show in Oslo. Il suo obiettivo era quello di fare un reportage della nuova razza, per aiutare la commissione dei giudici della FIFè a decidere sul suo futuro.<ref name="urlUn po di storia">{{Cita web| url =http://www.norskitalia.it/un_po_di_storia.html| titolo =Un po' di storia| autore =| data =| lingua =en| urlarchivio =https://web.archive.org/web/20120618171629/http://www.norskitalia.it/un_po_di_storia.html| accesso =| urlmorto =sì| dataarchivio =18 giugno 2012}}</ref>
[[File:Quinta montenegrina 1942.jpg|thumb|upright=1.2|Un gruppo di partigiani della 5ª Brigata proletaria nell'estate 1942.]]
 
Nel novembre 1977 Carl-Frederick Nordane viaggiò fino a Parigi per partecipare all'assemblea generale della FIFé, portando con sé diverse foto di quella che da lì a poco sarebbe divenuta una nuova razza. I giudici riconobbero in Pans Truls, brown tabby con bianco, lo standard con cui si sarebbe identificata l'intera razza ed assegnarono il numero 13 NF standard.<ref name="urlwww1.fifeweb.org">{{Cita web | url = http://www1.fifeweb.org/dnld/std/NFO.pdf | titolo = www1.fifeweb.org | autore = | data = | lingua = en | urlarchivio = | accesso = }}</ref> La notizia suscitò molto clamore nel paese d'origine dove la televisione trasmise la foto di Truls annunciando il riconoscimento ufficiale del gatto delle foreste norvegesi.
La 5ª Brigata proletaria si distinse in particolare nella [[battaglia della Neretva]]; impiegata insieme alla [[10ª Brigata proletaria d'assalto dell'Erzegovina|10ª Brigata dell'Erzegovina]] e alla [[1ª Brigata proletaria d'assalto dalmata|1ª Brigata dalmata]], nell'attacco ai presidi italiani della [[154ª Divisione fanteria "Murge"|divisione "Murge"]] lungo il fiume [[Narenta|Neretva]], la formazione montenegrina attaccò [[Prozor]] nella notte del 15-16 febbraio 1943 e, dopo il fallimento del primo assalto, anche nella notte del 16-17 febbraio. Questo secondo attacco, guidato personalmente da Sava Kovačević, ebbe completo successo e Prozor venne conquistata; i partigiani distrussero il presidio italiano e catturarono un importante bottino di armi ed equipaggiamenti<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria partigiana'', pp. 276-277.</ref>. Dopo la vittoria a Prozor, i combattimenti continuarono per altri venti giorni nelle valli della Neretva e del Rama. Il primo attacco a [[Konjic]], sferrato prematuramente da unità della [[1ª Divisione proletaria]], venne respinto dalla guarnigione italo-cetnica e la 5ª Brigata montenegrina venne inviata verso quella città per sferrare un nuovo assalto<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', p. 280-281.</ref>; i montenegrini di Sava Kovačević attaccarono dal 23 al 26 febbraio 1943 per conquistare Konjic ma nonostante il grande impegno e la tenacia dimostrati, tutti gli assalti furono respinti<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 59 e 69-70.</ref>. Nei giorni seguenti la situazione delle forze partigiane divenne precaria a causa dell'arrivo delle truppe tedesche; mentre alcune formazioni partigiane riuscivano finalmente ad attraversare la Neretva sui resti del ponte di [[Jablanica (Bosnia ed Erzegovina)|Jablanica]]<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 86-89.</ref>, la 5ª Brigata proletaria combattè dal 7 al 9 marzo per respingere i tedeschi della 718. Divisione che avanzavano verso Konjic, e proteggere il passaggio del fiume da parte delle altre forze partigiane e dei feriti.
 
== Caratteristiche e colori ==
[[File:Mitraglieri, Quinta brigata montenegrina.jpg|thumb|left|upright=1.2|Mitraglieri della 5ª Brigata montenegrina.]]
[[File:Black and white Norwegian Forest Cat.jpg|thumb|Giovane esemplare con il mantello bianco e nero]]
[[File:Domitilla.jpg|thumb|Esemplare femmina di gatto delle foreste norvegesi]]
Di taglia grande, lungo, di costituzione robusta e con solida struttura ossea. La testa è triangolare con tutti i lati uguali, di buona altezza vista di profilo, fronte leggermente arrotondata, profilo dritto senza interruzioni, mento forte. Le orecchie sono grandi, larghe alla base, appuntite, con ciuffetti simili a quelli della lince e lunghi peli che ne fuoriescono. Gli occhi sono grandi, ovali, ben aperti ed obliqui e il colore varia dal verde al verde oro. Espressione attenta. Le zampe sono robuste, alte, con zampe posteriori più alte di quelle anteriori. Piedi grandi e palmati che gli facilitano gli spostamenti sulla neve, arrotondati e proporzionati alle zampe, con abbondanti ciuffi di pelo tra le dita per non sprofondare nella neve. La coda è lunga e fornita di pelo, girata all'indietro dovrebbe raggiungere almeno le scapole, ma preferibilmente il collo.
Il peso nei maschi varia da 7 a 8&nbsp;kg e nelle femmine dai 3 ai 5,5&nbsp;kg.<ref name="urlLo standard">{{Cita web| url =http://www.norskitalia.it/lo_standard.html| titolo =Lo standard| autore =| data =| urlarchivio =https://web.archive.org/web/20120619035508/http://www.norskitalia.it/lo_standard.html| accesso =| urlmorto =sì| dataarchivio =19 giugno 2012}}</ref>
 
Il pelo è semilungo. Il sottopelo lanoso è ricoperto da un pelo di copertura lucido e idrorepellente che è formato da peli lunghi, grossi e lucidi che coprono la schiena ed i fianchi. Un gatto in pieno pelo ha una [[gorgiera (zoologia)|gorgiera]], una [[criniera]] completa e pantaloncini sulle zampe posteriori. Si possono trovare in tutti i colori, incluse tutte le varietà con il bianco. Sono esclusi i disegni di tipo point (siamese), e i colori chocolate, lilac, cinnamon e fawn. Nel manto è possibile trovare qualunque quantità di bianco.<ref name="urlLo standard"/>
Dopo il completamento entro il 15 marzo 1943 dell'attraversamento della Neretva il gruppo operativo principale di Tito avanzò energicamente in [[Erzegovina]], Sangiaccato e Montenegro contro le truppe italiane e i cetnici che subirono una serie di pesanti sconfitte. La 5ª Brigata montenegrina partecipò, insieme alle altre formazioni della 3ª Divisione d'assalto, alla dura battaglia che si concluse il 21 marzo con la conquista di [[Nevesinje]]; quindi alla fine del mese prese parte anche alla liberazione di [[Gacko]]<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', p. 91.</ref>. Nella settimane seguenti la brigata entrò in Montenegro con l'ordine di avanzare oltre il fiume Komarnica e proseguire verso [[Nikšić]]; alla fine di aprile i partigiani sferrarono l'attacco alle posizioni italiane della [[23ª Divisione fanteria "Ferrara"|divisione "Ferrara"]] di [[passo Javorak]] e la 5ª Brigata montenegrina prese parte alla battaglia insieme alla [[2ª Brigata proletaria d'assalto|2ª Brigata proletaria]] e alla [[4ª Brigata proletaria d'assalto montenegrina|4ª Brigata montenegrina]]<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 134 e 138-140.</ref>. Gli scontri terminarono il 2 maggio 1943 con la netta vittoria dei partigiani jugoslavi e pesanti perdite per gli italiani<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 140-143.</ref>; dopo la vittoria la brigata avanzò ancora verso Nikšić e [[Podgorica]] e affrontò nella regione dei [[Piperi (tribù)|Piperi]] le numerose formazioni cetniche e altri reparti italiani.
 
== Note ==
La [[battaglia della Sutjeska]] fu un momento drammatico e tragico per la 5ª Brigata montenegrina di Sava Kovačević; la violenta offensiva tedesca colse in parte di sorpresa il comando supremo di Tito<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 173 e 180-181.</ref>. All'inizio dell'attacco nemico la brigata si trovava, insieme alla altre formazioni della 3ª Divisione d'assalto, molto a sud in Montenegro sulla linea Nikšić-[[Šavnik]] e quindi dovette combattere e marciare per giorni su un territorio impervio e sotto gli attacchi aerei tedeschi per difendere le retrovie del gruppo operativo principale partigiano e soprattutto per proteggere i feriti dell'ospedale centrale e i profughi. Dal 3 giugno 1943 la 3ª Divisione d'assalto, formata dalla 5ª Brigata montenegrina, dalla [[1ª Brigata proletaria d'assalto dalmata|1ª Brigata dalmata]] e dalla [[3ª Brigata proletaria d'assalto del Sangiaccato|3ª Brigata del Sangiaccato]], rimase isolata insieme ai feriti, dal gruppo operativo di Tito che marciava verso nord per aprire un varco nell'anello d'accerchiamento tedesco; Kovačević passò alla guida della divisione mentre [[Savo Burić]] assunse il comando della 5ª Brigata<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria partigiana'', pp. 320-328.</ref>. Dal 4 al 13 giugno la brigata montenegrina fu costantemente in marcia e in combattimento per cercare di trovare una via d'uscita dalla sacca; dopo la fallita manovra verso il [[Tara (Montenegro)|fiume Tara]], le forze partigiane tornarono verso nord-ovest e raggiunsero il [[Vučevo]] da dove cercarono di superare il fiume [[Sutjeska (fiume)|Sutjeska]]; la 5ª Brigata montenegrina marciava in seconda fila dietro la brigata dalmata e seguita dalla brigata del Sangiaccato. L'attacco finale del 13 giugno 1943 dei reparti superstiti della 3ª Divisione fu particolarmente drammatico; l'assalto fu mal coordinato, i dalmati riuscirono a passare ma abbandonarono subito le posizioni conquistate per fuggire verso nord-est, mentre l'attacco successivo delle altre due brigate si concluse con un tragico fallimento<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 330-338.</ref>. Sava Kovačević cadde sul campo insieme a molti combattenti partigiani; la maggior parte delle unità si disgregarono e ritornarono indietro in gruppi dispersi, solo il commissario politico della 5ª montenegrina, [[Dragiša Ivanović]], riuscì a trovare in varco e portò in salvo due battaglioni della brigata<ref>M. Gilas, ''La guerra rivoluzionaria jugoslava'', pp. 346-353.</ref>. Nella battaglia della Sutjeska la 5ª Brigata proletaria ebbe il 50% di perdite; 499 morti su circa 1.000 partigiani del reparto<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', p. 250.</ref>.
<references/>
 
== Voci correlate ==
[[File:Blažo Jovanović.jpg|thumb|upright=0.5|[[Blažo Jovanović]], commissario politico della brigata durante la campagna in Montenegro del settembre-ottobre 1943.]]
* [[Gatto]]
* [[Sacro di Birmania]]
* [[Siberiano (gatto)]]
* [[Maine Coon]]
* [[Blu di Russia]]
* [[Persiano (gatto)]]
* [[Gatto selvatico]]
 
== Altri progetti ==
Dopo i cruenti combattimenti di giugno 1943 la brigata si trovava frammentata in due gruppi; due battaglioni erano, insieme alle forze principali di Tito, in Bosnia orientale e nell'Erzegovina settentrionale, mentre gli altri reparti ancora efficienti ripresero a combattere in Montenegro. Da settembre 1943, dopo il [[Operazione Achse|crollo dell'Italia]], la 5ª Brigata proletaria fece parte, inquadrata nuovamente nella 3ª Divisione ricostituita, delle forze del [[II Korpus]] di [[Peko Dapčević]] che entrarono in forze nel Montenegro e Sangiaccato per sfruttare la situazione e liberare quelle regioni. La brigata montenegrina avanzò con successo ed entrò in contatto con i reparti italiani superstiti della [[1ª Divisione alpina "Taurinense"|divisione alpina "Taurinense"]] che in parte entrarono nei ranghi della nuova [[Divisione italiana partigiana "Garibaldi" (Montenegro)|divisione partigiana "Garibaldi"]] inserita nell'Esercito popolare jugoslavo<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 339-352.</ref>. In ottobre la 5ª brigata dovette affrontare duri scontri con i tedeschi che a loro volta erano entrati in Montenegro per disarmare i reparti italiani; il 4 ottobre 1943 i partigiani liberarono [[Grahovo (Montenegro)|Grahovo]] ma poi vennero in parte accerchiati e dovettero ripiegare. Il 16-18 ottobre 1943 ebbe invece pieno successo l'attacco della brigata contro il quartier generale cetnico nel [[monastero di Ostrog]]; i cetnici, tra cui i comandanti [[Bajo Stanišić]] e [[Blažo Đukanović]], si arresero e vennero catturati e immediatamente fucilati su iniziativa del commissario politico Blažo Jovanović<ref>G. Scotti, ''Montenegro amaro'', pp. 367-380.</ref>.</ref>. Il giorno seguente i montenegrini vennero contrattaccati dai tedeschi e evacuarono l'area di Ostrog dopo aver compiuto la loro missione principale.
{{interprogetto|commons=Category:Norwegian Forest Cat}}
 
== Collegamenti esterni ==
[[File:Quinta montenegrina dicembre 1944.jpg|thumb|left|upright=1.2|Partigiani della 5ª Brigata proletaria a [[Kolašin]] nel dicembre 1944.]]
* {{cita web|http://www.anfitalia.it/site/|ANFI: Associazione Nazionale Felina Italiana}}
 
* {{cita web||}}
Nell'inverno 1943-44 la 5ª Brigata proletaria rimase in Montenegro ma dovette subire i violenti attacchi delle forze tedesche che sferrarono l'[[operazione Kugelblitz]]; da gennaio a metà aprile 1944 la brigata fece parte delle formazioni partigiane impegnate nella valle del fiume Zeta e nel Montenegro settentrionale. I partigiani subirono dure perdite e persero una parte dei territori liberati ma sfuggirono alle manovre di annientamento tedesche. All'inizio di aprile l'unità montenegrina prese parte ad altri combattimenti nel settore di [[Podgorica]]-[[Danilovgrad]]; fino a maggio continuarono aspri scontri che si estesero anche al Montenegro nord-orientale. Dopo aver appoggiato la penetrazione in Serbia della 2ª Divisione proletaria e della 5ª Divisione della Craina, la brigata montenegrina fu coinvolta anche nelle ultime grandi offensive tedesche dell'estate 1944, l'[[operazione Draufgänger]] nel settore di [[Andrijevica]] e l'[[operazione Rübezahl]] che culminò con i combattimenti sul monte [[Durmitor]] dell'agosto 1944.
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Nell'ultimo periodo della guerra, dal gennaio 1945, la 5ª Brigata montenegrina ritornò a combattere in Bosnia orientale agli ordini della 3ª Divisione proletaria a sua volta dipendente dal [[II Korpus]]; la formazione combattè nel settore [[Kalinovik]]-[[Sarajevo]] e nel marzo-aprile 1945 prese parte alla grande battaglia finale che si concluse il 6 aprile con la [[operazione Sarajevo|liberazione della capitale bosniaca]]. Dopo la caduta di Sarajevo, la brigata fu in azione nella Craina bosniaca, quindi avanzò verso [[Karlovac]] e contribuì all'accerchiamento finale e alla distruzione in [[Slovenia]] del [[Gruppo d'armate E]] tedesco.
 
La 5ª Brigata montenegrina fu una delle unità più famose dell'Esercito popolare di liberazione; fece parte del primo gruppo di sei brigate proletarie costituite dal comando supremo partigiano nel 1941-42 ed ebbe un ruolo molto importante in almeno tre occasioni nelle drammatiche battaglie in difesa dei feriti e degli ospedali partigiani contro le offensive tedesche. Durante la sua storia operativa raggiunse brillanti successi anche se le perdite in alcune occasioni furono molto gravi. Nelle sue fila combatterono non solo partigiani montenegrini; in due occasioni, nel 1942 e nel 1945, entrarono a far parte dell'unità, combattenti della Dalmazia, della Bosnia e della Serbia; inoltre nella brigata furono inquadrati il battaglione bosniaco Zijametski e, nel 1944-45, un battaglione composto da prigionieri di guerra russi; infine erano presenti nei ranghi molti partigiani di altre nazionalita, tra cui numerosi italiani e albanesi.
 
== Eroi nazionali della 5ª Brigata proletaria d'assalto montenegrina ==
Alcuni dei più famosi partigiani della brigata montenegrina che ricevettero l'onorificenza di Narodni heroj Jugoslavije, "Eroi nazionali della Jugoslavia", furono:
 
* '''[[Veljko Aleksić]]''', comandante prima compagnia del I battaglione
* '''[[Radomir Babić]]''', primo commissario politico della brigata
* '''[[Marko Baletić]]''', responsabile servizi sanitari della brigata
* '''[[Aleksa Backović]]''', commissario politico del II battaglione
* '''[[Stevo Boljević]]''', commissario politico del II battaglione
* '''[[Dušan Bojović]]''', commissario politico I battaglione
* '''[[Zarija Vujošević]]''', comandante di plotone della prima compagnia del IV battaglione
* '''[[Milica Vučinić]]''', delegato politico di plotone della prima compagnia del I battaglione
* '''[[Blažo Jovanović]]''', capo della sezione politica della brigata
* '''[[Sava Kovačević]]''', primo comandante della brigata
* '''[[Nikola Martinović]]''', capo di stato maggiore della brigata
* '''[[Radisav Nedeljković]]''', capo della sezione politica della brigata
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome=Bambara |nome=Gino |titolo=La guerra di liberazione nazionale in Jugoslavia (1941-1943) | editore=Mursia|anno=1988 |ISBN=no|cid=Bambara}}
* {{cita libro | cognome=Gilas |nome=Milovan |wkautore=Milovan Gilas|titolo=La guerra rivoluzionaria jugoslava. 1941-1945. Ricordi e riflessioni | editore=LEG|anno=2011 |ISBN=978-88-6102-083-2|cid=Gilas}}
* {{cita libro | cognome=Scotti |nome=Giacomo|wkautore=Giacomo Scotti|titolo=Montenegro amaro. L'odissea dei soldati italiani tra le Bocche di Cattaro e l'Erzegovina dal luglio 1941 all'ottobre 1943 | editore=Odradek|anno=2013 |ISBN=978-8896487-25-9|cid=Scotti}}
* ''Vojna enciklopedija'', Beograd, 1975
* ''Narodni heroji Jugoslavije'', „Mladost“, Beograd, 1975
 
== Voci correlate ==
* [[Partigiani jugoslavi]]
* [[Fronte jugoslavo (1941-1945)]]
* [[Battaglia della Neretva]]
* [[Battaglia di Sutjeska]]
{{EPLJ}}
{{portale|guerra|seconda guerra mondiale|storia}}
[[Categoria:Resistenza jugoslava]]