Sardigna Natzione Indipendentzia e Categoria:Ministri del Regno delle Due Sicilie: differenze tra le pagine

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Categoria che raggruppa le biografie di [[Ministro|ministri]] del [[Regno delle Due Sicilie]].
{{Partito politico
|colore = red
|nome = Sardigna Natzione Indipendentzia
|logo = [[File:Sardigna Natzione Indipendentzia 100 1187.JPG|200px|center|Bandera nacionalista]]
|leader = [[Bustianu Cumpostu]]
|segretario =
|presidente =
|vicesegretario =
|vicepresidente =
|coordinatore =
|portavoce =
|stato = ITA
|fondazione = [[1994]]
|dissoluzione =
|sede = Corso G. Garibaldi 108<br />08100 [[Nuoro]]
|partito =
|ideologia = [[indipendentismo sardo]], [[internazionalismo]], [[econazionalismo]]
|internazionale =
|collocazione =
|coalizione = [[Unidade Indipendentista]]
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|gruppo parlamentare europeo =
|seggi1 = {{Partito politico/seggi|0|630|red|2008}}
|seggi2 = {{Partito politico/seggi|0|315|red|2008}}
|seggi3 = {{Partito politico/seggi|0|73|red|2010}}
|seggi4 = {{Partito politico/seggi|0|1117|red|2010}}
|testata = [[Indipendentzia.sar]]
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|iscritti =
|anno iscritti =
|colori =
|sito = [http://www.sardignanatzione.eu sardignanatzione.eu]
}}
'''Sardigna Natzione Indipendentzia''' (nome in [[lingua sarda|sardo]], ''Sardegna Nazione Indipendenza'' in [[lingua italiana|italiano]]), abbreviato '''SNI''', è un partito politico indipendentista [[Sardegna|sardo]], fondato nel [[1994]] a [[Nuoro]] con la denominazione di "''Sardigna Natzione''" da [[Angelo Caria]]<ref>Angelo Caria ([[Nuoro]], 1947-1996), politico e poeta sardo, dopo un suo impegno nell'organizzazione [[Lega rivoluzionaria della scuola (Stella rossa)|Stella rossa]], promuoverà i movimenti "anticolonialisti" sardi ''Su populu Sardu, Sardigna e Libertate, Partidu Sardu Indipendentista'', soprattutto in difesa dell'ambiente (vedi [http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2010_luglio_18.pdf regione.sardegna.it]).</ref> e da altre quaranta personalità provenienti dal PSIN [[Partidu Sardu Indipendentista]]; ha poi assunto dal luglio [[2002]] a seguito del primo congresso l'attuale denominazione.
 
[[Categoria:Politica del Regno delle Due Sicilie]]
Attivo elettoralmente principalmente in Sardegna, è presente nel resto d'Italia grazie alla militanza di diversi emigrati, presenti soprattutto nel centro-nord. Non riconoscendosi come un movimento politico appartenente all'ordinamento politico italiano, il partito si considera esclusivamente funzionale agli interessi nazionali del popolo sardo e dei popoli oppressi e/o negati di tutto il mondo.
 
La comunicazione ufficiale, fra gli organi del movimento e i suoi militanti, avviene quasi esclusivamente in [[lingua sarda|sardo]]. L'uso dell'[[Lingua italiana|italiano]] è limitato alla comunicazione con l'esterno ed al dibattito politico, cercando comunque di incentivare l'uso della lingua sarda, sia nella variante istituzionale LSC (Limba Sarda Comuna) sia nelle subvarianti locali anche nei media e nell'editoria per sensibilizzare l'opinione pubblica locale.
 
==Ideologia ==
{{quote|La caratteristica specifica della oppressione vissuta dal nostro popolo sta nella negazione della esistenza del diritto alla "diversità" che presuppone l'essere Sardi nello stato italiano. Sino a non molti anni fa, coloro che si occupavano delle questioni legate alle etnie e nazioni, dovevano scontrarsi con enormi diffidenze, che derivavano da un rifiuto generalizzato ad ammettere che esistesse e che stesse crescendo la dimensione etnica nella società industriale avanzata.|''Chie Semus'', presentazione dello statuto di ''Sardigna Natzione Indipendentzia''}}
 
{{quote|Nello stato italiano tale diffidenza era più acuta che altrove perché le "lenti" con le quali si tendeva ad analizzare tali questioni erano quelle della modernità e della modernizzazione. Così ad esempio la questione della "differenza" etnica e linguistica veniva vista come una dimensione residuale, da considerarsi come indicatrice di devianza, destinata ad essere superata nel corso del tempo. Vi era poi un motivo di natura empirica. Nel passato in Sardegna raramente la questione nazionale, intesa in termini scientifici, era patrimonio del vissuto degli intellettuali. Costoro erano più arretrati del nostro popolo che a partire dagli anni 80 in poi aveva prodotto una crescita delle forme della affermazione nazionale.|''Chie Semus'', presentazione dello statuto di ''Sardigna Natzione Indipendentzia''}}
 
===Superamento dei retaggi passati e conservatori===
{{cn|'''SNI''' è sostenitore delle tesi sull'[[indipendenza]] della [[Sardegna]] mediante l'azione politica, elettorale e referendaria [[Nonviolenza|non violenta]] finalizzata alla costituzione dello "Stato Indipendente Sardo" e in seguito all'ordinamento in '''Repubblica Sarda''', nell'ambito dell'[[Unione Europea]] o di una [[confederazione]] di stati [[Mediterraneo|Euro Mediterranei]].}}
 
===Non collaborazione con i partiti ''italianisti'' e ''unionisti''===
Uno dei punti fondativi dell'azione politica è costituito dal "''Principio della non collaborazione''" con le forze ''italianiste'' e ''unioniste''; con queste due definizioni si intendono quelle forze politiche operanti in Sardegna come succursali locali di [[Partiti politici italiani|partiti italiani]] e che rispondono quindi del loro operato alle segreterie Italiane.
 
===Promozione della ''sardizzazione'' della politica sarda e la lotta all'''ascarismo''===
Esiste invece una apertura di massima a quelle [[:Categoria:Partiti politici sardi|forze politiche sarde]], non necessariamente indipendentiste, ma autenticamente riferibili all'area [[Autonomismo|autonomista]], che possiedano una dirigenza sarda ed i cui obiettivi siano riconducibili a una volontà di [[autodeterminazione|emancipazione nazionale]] del popolo sardo. A questo scopo SNI non si presenta come il partito unico dell'indipendentismo ma promuove dalla sua nascita la costituzione di un "Polo nazionalitario" da contrapporre a quelli riflessi della [[Casa delle Libertà|destra]] e della [[L'Unione|sinistra]] italiane. Auspica quindi la nascita di nuovi soggetti politici [[nazionalitarismo|nazionalitari]], o la trasformazione in senso nazionalitario delle delegazioni sarde dei [[partiti politici italiani]] esistenti. Questo processo è in corso da qualche anno con la nascita di forze politiche sarde dichiaratamente autonomiste, come [[Fortza Paris]] ispirato alla tradizione [[partito popolare europeo|popolare]] e al [[nazionalismo]] del [[Partito Nazionalista Basco|PNV]] e [[Progetto Sardegna]], fondato da [[Renato Soru]], legato ai valori della [[sinistra (politica)|sinistra]] e [[progressismo|progressista]] e [[Autonomismo|autonomista]]; nel contesto isolano quindi si ripercorre in parte quanto è avvenuto in altri contesti europei come [[Catalogna]], [[Paesi Baschi]] e [[Corsica]].
Per [[ascari]]smo SNI intende l'atteggiamento ritenuto servile, rinunciatario e collaborazionista degli uomini politici e degli stessi sardi, accusati di barattare la loro dignità e l'emancipazione della Nazione Sarda in cambio di poco o di nulla.
 
===Sviluppo sostenibile e forza del "Welfare State"===
Attivamente impegnata nella [[Ambientalismo|tutela dell'ambiente]] e nella salvaguardia del patrimonio storico-culturale dell'isola, SNI ritiene che la difesa di questi valori costituisca una autentica missione storica prioritaria davanti alle sfide imposte dalla [[globalizzazione]] della cultura e dei [[Mercato|mercati globalizzati]]. Esprime ferma condanna del [[neoliberismo]], considerato portatore di modelli di [[sviluppo economico]] aggressivi e alieni non solo al contesto sardo, ma a qualsiasi contesto di sviluppo sociale e progresso armonico ed equo. Considera tale modello come una reale minaccia all'equilibrio fra [[Homo sapiens sapiens|esseri umani]], [[Regno animale|animali]] e ambiente, della [[biodiversità]] degli [[endemismo|endemismi]] e del [[Ecologia del paesaggio|contesto paesaggistico]] all'origine della millenaria civiltà e cultura [[Sardegna|sarda]]. L'esistenza di [[Minoranza|minoranze]] [[etnia|etnico]]-[[lingua (idioma)|linguistiche]], [[Folklore|tradizioni locali]], [[Artigianato|produzioni artigianali]] e dello stesso [[paesaggio]] urbano e rurale, espressione e segno distintivo di ogni popolo, risultano secondo SNI pesantemente minacciate da forme di organizzazione sociale tendenti ad alienare gli individui allontanandoli dai contesti identitari originali {{citazione necessaria}}, verso altri più assimilabili alle [[Mercato|leggi di mercato]], come [[Il Capitale|produzione]] e di [[Consumismo|consumo scriteriato]]. Rispettando lo storico sentimento [[Libertarismo|libertario]], presente come tratto identitario nell'uomo sardo comune, poco propenso a sottostare a imposizioni e leggi che limitino la sua possibilità di interagire con il territorio, SNI auspica per la Sardegna una Repubblica parlamentare fondata su concezioni sostanzialmente umaniste, con l'individuo alla base dell'interesse nazionale e la solidarietà internazionale nei rapporti extranazionali.
Il libero sviluppo economico in un armonico contesto di economia mista, dove possano convivere libertà d'intrapresa e presenza pubblica nell'economia e nello Stato sociale dell'istituzione saranno la base verso auspicabili forme di progresso più avanzate.
 
===Dibattito interno tra internazionalismo ed econazionalismo===
La difesa dei lavoratori sardi, il tema dell'[[emigrazione]] e dell'[[immigrazione]], la difesa della [[Lingua Sarda|lingua sarda]], la [[Tassa d'ingresso]] ai non residenti (in [[lingua sarda|sardo]] "''bona intrada''") e la [[Tassa sul lusso]], l'obbligatorietà di avere sede legale e fiscale in Sardegna per le imprese che fatturano nell'isola, la [[discriminazione positiva]] dei residenti nell'assegnazione di impieghi ed alloggi, sono temi davanti ai quali SNI si pone in termini spesso critici e aspramente polemici specie in relazione alla componente del movimento più marcatamente [[nazionalismo|nazionalista]] e ''patriottica''. {{citazione necessaria}} La storica corrente comunista e socialista, fino a questo momento maggioritaria, assume invece posizioni improntate all'[[internazionalismo]] e alla solidarietà con i popoli oppressi in lotta per l'[[autodeterminazione]] e per i [[Diritto del lavoro|diritti dei lavoratori]], pur facendo propria la tensione ideale tipica del sentimento [[nazionalismo|nazionalista]]. Allo stesso modo quest'ultima componente condivide con la precedente la visione sociale della realtà sarda, in particolare riguardo alla completa [[smilitarizzazione]] del territorio (in particolare contro la presenza dei [[Sottomarino nucleare|sottomarini nucleari]] nell'[[Arcipelago della Maddalena]]), la lotta contro i progetti di [[discarica|discariche]] per [[Scoria radioattiva|scorie radioattive]] e [[rifiuti speciali]], l'avversione alla [[grande distribuzione organizzata|grande distribuzione]], la lotta al [[precariato]] e alle forme di [[lavoro interinale]] e in generale tutte quelle posizioni ostili alla [[globalizzazione]] dei [[mercato|mercati]] ed al [[neoliberismo]] selvaggio. Le due anime principali del movimento sono normalmente tra loro armonicamente complementari e trasversali. {{citazione necessaria}}
 
==Storia==
=== Le origini del pensiero indipendentista sardo moderno ===
[[Immagine:mpsemigrados1.jpg|thumb|left|Manifesto degli [[anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]] in cui ''Su Populu Sardu'' invita gli emigrati sardi alla mobilitazione. Il testo recita: ''Emigrati! Lottiamo per tornare, torniamo per lottare!'']]
Che all'interno del [[Partito Sardo d'Azione]], fin dai primi anni della sua fondazione, sia sempre esistito un filone indipendentista è fatto ormai appurato e risaputo. {{citazione necessaria}}
 
È ascrivibile quale ''protoindipendentismo'' anche quello maturato nella breve esperienza del [[Partito Comunista di Sardegna]] che nel [[1944]], propugna un programma di tipo federalista prospettando la nascita di una [[Repubblica Socialista di Sardegna]] e la [[Lega Sarda]] di [[Bastià Pirisi]] concettualmente più prossimi all'indipendentismo siciliano del [[Movimento Indipendentista Siciliano|MIS]] (Movimento Indipendentista Siciliano) di [[Finocchiaro Aprile]], paragonabili a una destra nazionalista e indipendentista, di segno marcatamente separatista. {{citazione necessaria}}
Tuttavia il pensiero indipendentista sardo inizia a prendere autocoscienza di sé e a organizzarsi in movimento, da prima culturale e successivamente politico, solo a partire dalla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]] e i primi [[Anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]], in coincidenza con la contestazione studentesca e giovanile, soprattutto negli ambienti della sinistra extraparlamentare.
 
Con la nascita del Movimento Politico ''Su Populu Sardu'' si hanno le prime elaborazioni teoriche e ideologiche su cui successivamente si porranno le basi del ''pensiero sardista'' e indipendentista moderno.{{cn}} Queste organizzazioni seppero raccogliere la militanza di studenti universitari sardi fuori sede nella penisola e di numerosi lavoratori sardi emigrati {{citazione necessaria}}, non solo nella penisola italiana ma anche in altre parti d'Europa, raggiunte dal fenomeno dell'emigrazione sarda.
 
La necessità di far convergere il consenso raccolto verso una sorta di ''Partito unico del sardismo'', allora rappresentato dal Partito Sardo d'Azione, spinse i militanti di questi Movimenti a sostenere attivamente questa forza politica, anche se con atteggiamento di critica costruttiva.
 
=== Gli anni ottanta e il ''vento sardista'' ===
[[Immagine:Simon Mossa Antonio.gif|thumb|right|Antoni Simon Mossa fu per anni voce critica della coscienza indipendentista dentro il Partito Sardo d'Azione]]
Negli anni successivi al Congresso del [[Partito Sardo d'Azione]] tenutosi a [[Porto Torres]] nel [[1980]], emerse più marcatamente nel sardismo storico il filone indipendentista, che aveva visto in [[Antonio Simon Mossa]] il suo più autorevole sostenitore era stato fino a quel momento sopito in un autonomismo forte ma non sempre convincente e al limite dell'autocontraddizione.
 
La politica sardista orientata a rafforzare e a tesorizzare il cospicuo consenso elettorale arrivato a partire dai primi anni ottanta, in termini di presenza nelle istituzioni e nelle amministrazioni locali, scontentò l'ala più radicale del Partito che avrebbe voluto rivendicare con più energia l'opzione indipendentista rispetto a quella autonomista.
 
Attraversando gli [[Anni 1980|anni ottanta]] contraddistinti del cosiddetto ''vento sardista'' ma anche del fantomatico "[[Separatismo|Complotto Separatista]]", teorema inquisitorio che ipotizzava una insurrezione armata, ordito, come poi fu successivamente dimostrato, dai [[SISDE|servizi segreti italiani]] {{citazione necessaria}}, l'indipendentismo perse molta della sua forza propulsiva e innovatrice, perché i sardisti spaventati forse dalla difficoltà di gestire un consenso così esteso, si limitarono nella maggior parte dei casi a gestire l'ordinaria amministrazione nelle Amministrazioni e nelle istituzioni nei quali ricoprivano incarichi. {{citazione necessaria}}
 
=== Su Partidu Sardu Indipendentista Sotzialista Libertariu===
Il malcontento provocato dalla linea politica autonomista, preferita a quella indipendentista emersa nel Congresso di Porto Torres del 1980, determinò l'uscita di numerosi dirigenti e militanti della base sardista che unendosi al nucleo storico di ''Su Populu Sardu'' e ai movimenti della sinistra extraparlamentare sarda e antagonista diedero vita intorno al 1984 al [[Partito|Partidu]] [[Sardegna|Sardu]] [[Indipendentismo|Indipendentista]] [[Socialismo|Sotzialista]] [[Libertarismo|Libertariu]], primo nucleo storico dell'attuale movimento indipendentista.
 
=== Nasce il Partidu Sardu Indipendentista===
[[Immagine:bentu.jpg|thumb|right|1989. I mutamenti nella politica internazionale risvegliano i sentimenti identitari.]]
I cambiamenti epocali seguiti ai fatti del 1989 e successivi all'abbattimento del [[muro di Berlino]] con la conseguente caduta dei regimi totalitari nell'[[Europa orientale|Europa dell'Est]], aprirono scenari imprevisti come il risveglio dei nazionalismi, fatto che Angelo Caria fondatore del Partidu Sardu Indipendentista, insieme ad altri suoi compagni seppe profeticamente cogliere.
 
Nei primi anni novanta riprese così a circolare tra gli intellettuali sardi, presso i quali Caria godeva di grande stima, l'idea indipendentista che in molti ambienti fu mantenuta viva.
 
Molti sardisti delusi e scandalizzati dalla politica amministrativa e dall'uso clientelare del potere fatto dal PSd'Az {{citazione necessaria}}, ormai ridotto al rango di forza politica organica alla partitocrazia italiana {{citazione necessaria}}, decidono di tornare a una militanza più radicale.
 
In quegli anni il Partidu Sardu Indipendentista rafforza i legami esistenti con altre forze politiche Indipendentiste di altre ''nazioni senza stato'' in Europa e nel mondo e ne crea di nuovi aprendo una stagione di [[politica estera]] particolarmente fertile per la causa indipendentista sarda che raccoglierà la solidarietà internazionale di nuovi sostenitori e simpatizzanti.
 
{{citazione necessaria}} Dagli [[Anni 1980|anni ottanta]] il ''Partidu Sardu Indipendentista'' si batté contro la proposta di utilizzare il territorio sardo come base nucleare italiana, prima del [[Referendum abrogativi del 1987|referendum]] che ha abolito l'utilizzo dell'[[energia nucleare]] in Italia.
 
=== Il progetto di una ''Casa comune dei sardi''===
L'allargamento della piattaforma ideologica indipendentista a numerose associazioni culturali, circoli politici, personaggi significativi del panorama socio culturale sardo {{citazione necessaria}} come [[Giampiero Marras|Giampiero Marras detto Zampa]] portò nel [[1994]] alla nascita di Sardigna Natzione, che raccolse subito quasi il 3 per cento dei voti ale Regionali del 1994, incrementando i consensi alle Amministrative del 1995 e alle Politiche del 1996. La prematura scomparsa del suo storico leader carismatico [[Angelo Caria]], indipendentista della prima ora ai tempi di ''Su Populu Sardu'', non arrestò la crescita del movimento.
 
Il nuovo coordinatore [[Bustianu Cumpostu]], prosegue ed è il garante della continuità con il progetto politico del fondatore, {{citazione necessaria}} improntato a favorire la nascita di un ''blocco nazionalitario e indipendentista'' trasversale alle ideologie politiche e opposto ai partiti italiani di destra e di sinistra.
 
Negli [[Anni 1990|anni novanta]] SNI inaugura con una serie di azioni eclatanti e di grande impatto mediatico una stagione di lotte per i diritti negati ai cittadini sardi; nel [[1997]] avviene l'occupazione della [[Centrale termoelettrica di Fiume Santo]], [[Sassari]], ad opera del disarmato ''Comando Amsicora'', per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sui costi dell'energia nell'isola che costa ai sardi circa il 40% in più della media italiana, riscontrando una particolare eco nei media.
 
{{citazione necessaria}} Nel 1997 Sardigna Natzione manifesta a [[Roma]] davanti a [[Montecitorio]], contro la [[commissione bicamerale per le riforme]], incaricata di trasformare il [[sistema elettorale]] italiano in senso [[bipolarismo|bipolare]], cancellando o omologando le forze politiche minoritarie dividendo e riducendo la vita politica in due schieramenti.
 
{{citazione necessaria}} A partire dal 1998 vengono promossi una serie di incontri dibattito a [[Oschiri]], [[Bauladu]], [[Bosa]], [[Sanluri]] e in numerose altre parti della [[Sardegna]], finalizzati a costituire una piattaforma nazionalitaria, raccogliendo le anime del sardismo storico e quelle del [[neosardismo]] e del [[sardismo diffuso]]. {{citazione necessaria}}
 
=== Mesa de sos sardos liberos ===
Dopo ripetuti e infruttuosi incontri {{citazione necessaria}} sia con il [[Nuovo Movimento]] dell'editore [[cagliaritano]] [[Nicola Grauso]], sia con il PSd'Az, Sardigna Natzione avverte chiaramente la prematurità di un progetto di ''polo nazionalitario''. Del resto il PSd'Az, stenta a gestire le posizioni di rendita elettorale conseguite in quindici anni di governo delle amministrazioni locali e della Regione e attraversa una lacerante crisi interna tra la corrente favorevole all'alleanza con la [[Casa delle Libertà]] e quella favorevole all'alleanza con l'[[L'Ulivo|Ulivo]]. Per ricomporre lo strappo interno, che porterà successivamente alla scissione dei [[Sardistas]] di [[Efisio Serrenti]], per ricompattare l'elettorato e la dirigenza, il PSd'Az sceglierà di presentarsi alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 1999|elezioni regionali del 1999]] al di fuori dei poli di [[centro destra]] e di [[centro sinistra]]. [[Sardigna Natzione]] contribuisce a dar vita a una lista che coalizza [[Sardigna Natzione]], [[Movimento Pastori Sardi]] e [[Movimentu Natzionalista Sardu]] dell'irriducibile [[Bainzu Piliu]]. Nasce ''sa [[Mesa de sos Sardos Liberos]]'', che ottiene nelle liste provinciali appena l'1,9%, mentre alla lista regionale ottiene un ben più consistente 5,8%, risultato comunque insufficiente per ottenere un seggio in Regione. La mancata unione tra [[Mesa Sardos Liberos]] e PSd'Az impedì di raggiungere un risultato prossimo al 15% nella lista regionale e uno vicino al 10% nelle liste provinciali.
 
===Il movimento indipendentista si divide===
Dopo la deludente esperienza di Mesa de sos Sardos Liberos Sardigna Natzione, attraversa un momento di difficoltà; il movimento è cresciuto anche se alla sua crescita non è corrisposto quel riscontro in termini elettorali auspicato dalla dirigenza. La militanza è diffusa ma i coordinamenti territoriali non sempre riescono a intervenire efficacemente, soprattutto per la difficoltà nel costruire una scuola di formazione per quadri dirigenti. In questa situazione caotica si sviluppano esperienze di movimentismo indipendentista giovanile autogestite, che pur facendo riferimento a SNI mantenevano una sostanziale indipendenza ideologica e operativa. {{citazione necessaria}} Anche grazie a questi nuovi ambiti di consenso la corrente rappresentata dal dirigente [[Gavino Sale]]<ref>[http://books.google.it/books?id=RLi4-cERxFsC&pg=PA230&dq=%22Gavino+Sale%22&hl=it&ei=KMfHTe_NEpKv8QOvgNH2Bw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CDAQ6AEwAQ#v=onepage&q=%22Gavino%20Sale%22&f=false Paola Sirigu, 2007]</ref>, che fin dalla nascita di [[Sardigna Natzione]] si mostrò aspramente critica verso qualsiasi forma di dialogo con il [[Partito Sardo d'Azione]] e ostile nei confronti della linea politica portata avanti da [[Bustianu Cumpostu]] emerse e tentò di mettere in minoranza la sua linea politica.{{citazione necessaria}} In un infuocato coordinamento nazionale tenutosi nel [[2001]] a [[Santa Giusta (Italia)|Santa Giusta]] ([[Provincia di Oristano|OR]]) si consumò così la definitiva rottura.
Nell'anno successivo alcuni elementi fuoriusciti aderiranno al movimento indipendentista [[Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna]], conosciuto anche con la sigla iRS, che tuttavia non presenta alcuna continuità ideologica con Sardigna Natzione, trattandosi di un movimento indipendentista che presenta tesi spiccatamente anti-autonomiste.
 
=== Nasce Sardigna Natzione Indipendentzia ===
Il congresso del luglio 2002 si tiene in un luogo simbolico per la [[Storia della Sardegna|Storia Sarda]], il luogo di una sconfitta. A [[Campu de Corra]] nei pressi dell'antica città di [[Cornus]], nel territorio comunale di [[Cuglieri]], nel 216 a.C. i sardi ribellatisi ai romani vengono sconfitti in una sanguinosa battaglia. La scissione viene infatti vissuta come una sconfitta una esperienza dolorosa; infatti mentre Sardigna Natzione negli anni precedenti si sforzava di compattare all'esterno i nazionalisti sardi, al proprio interno, lo spettro della divisione prendeva consistenza e forma. Sardigna Natzione si chiamerà a partire da quel momento Sardigna Natzione Indipendentzia per risollevare una bandiera storica di lotte per la sovranità, frustrata dalle divisioni, ma sempre capace di suscitare nuovi entusiasmi.
 
===SNI inaugura la politica della pace===
Sardigna Natzione Indipendentzia dopo la scissione, lentamente cerca di ricucire i contatti umani con la militanza rimasta confusa e stordita dagli eventi. Sono tempi di necessari chiarimenti interni e di confronto critico.
La cronaca dei primi anni duemila del resto non permette pause di riflessione e SNI dopo i fatti dell'11 settembre 2001 assume una posizione chiara, ne con chi usa il terrorismo, ne con chi si serve del pretesto del terrorismo per iniziare nuove guerre imperialiste nel mondo.
Viene esplicitata chiaramente la scelta della non violenza nella lotta politica e contemporaneamente si denunciano le guerre imperialiste fatte da Stati Uniti d'America e alleati.
Prosegue l'impegno contro la presenza di sottomarini nucleari americani in Sardegna e contro le basi militari Nato.
 
===Una nuova stagione di presenza nel territorio===
Nonostante i deludenti riscontri elettorali seguiti agli anni immediatamente successivi alla scissione, SNI mantiene visibilità e autorevolezza.
Alle [[Elezioni politiche italiane del 2006|elezioni politiche del 2006]] SNI presenta proprie liste autonome alla [[Camera dei Deputati|Camera]] e al [[Senato della Repubblica|Senato]]: ottiene rispettivamente 11&nbsp;000 voti (1%) e 8.400 voti (0,9%), a livello regionale. In alcuni centri, della [[Sardegna]] come [[Orosei]], sempre nel 2006, SNI entra con un suo rappresentante e partecipa all'amministrazione della cittadina, mentre nel Comune di Cagliari si presenta con una lista propria. Nelle elezioni amministrative del 2007, SNI presenta per la prima volta dopo tredici anni con una lista propria di candidati al [[Oristano|Comune di Oristano]] appoggiando il sardista [[Carlo Pettinau]], candidato sindaco, in coalizione con il [[Partito Sardo d'Azione|P.S.d'Az.]] e con la Lista Civica "Oristano Insieme", elegge un sindaco nel comune di [[Lodine]] e un assessore e una consigliera nel comune di [[Bitti]]. Il movimento sta conoscendo attualmente un periodo di forte rinnovamento e di riorganizzazione interna in vista del congresso dell'autunno del [[2007]] che ha definito la linea politica fino alle Elezioni Regionali del [[2009]].
 
===NO NUCLE: SNI vince una battaglia decisiva===
I risultati elettorali non arrivano, nonostante l'indipendentismo incontri nuove simpatie e adesioni in ambiti sempre più ampli della società civile sarda. L'indipendentismo sardo del resto continua a frazionarsi in una miriade di sigle che spesso fanno riferimento a poche decine di persone.
SNI capisce che il tempo delle divisioni deve finire e decide di concentrare tutte le sue energie al di fuori delle competizioni elettorali per promuovere un [[Referendum consultivo sardo del 2011|Refendum consultivo regionale]] contro la intenzione manifestata dal [[Governo Berlusconi IV|Governo Berlusconi]] di costruire quattro centrali nucleari in [[Sardegna]]. L'obiettivo di SNI è creare un vasto movimento d'opinione transversale ai partiti politici di destra e di sinistra, indipendentisti e unionisti in grado di esprimere con una sola voce l'indisponibilità del territorio nazionale sardo a ospitare centrali nucleari e di stoccaggio di scorie. Nasce a questo scopo il Movimento NO NUCLE per il SI contro il nucleare.
Al lavoro instancabile dei militanti di SNI si unisce l'entusiasmo di altri movimenti e sigle politiche, di associazioni ambientaliste, organizazioni non politiche e di privati cittadini fino ad arrivare all'adesione delle stesse istituzioni regionali guidate da quei partiti politici prossimi al Governo Berlusconi.
Il 15 maggio 2011 la Società Civile Sarda venne chiamata ad esprimersi su questo quesito: ”Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?” La risposta plebiscitaria fu nettamente contraria: i SI furono il 97,13%, attestarono la netta contrarietà dei sardi all’installazione di centrali atomiche nell’isola.
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
* {{cita libro| Gianfranco | Pintore | La sovrana e la cameriera: la Sardegna tra sovranità e dipendenza| 1996 | Insula | Nuoro | }} ISBN 978-8886111041
* {{cita libro| Giuliano | Cabitza | Sardegna: rivolta contro la colonizzazione | 1968 | Feltrinelli | Milano }}
* {{cita libro| Antonio | Lepori| La Sardegna sarà redenta dai sardi: viaggio nel pensiero sardista | 1991| Edizioni Castello | Cagliari | }}
* {{cita libro| Gianfranco | Contu | La questione nazionale sarda | 1990 | Alfa Editrice | Quartu Sant'Elena | }}
* {{cita libro| Aldo | Accardo | La nascita del mito della nazione sarda | 1996 | Edizione AM&D | Cagliari | }} ISBN 8886799047
* {{cita libro| Palo | Pisu | Partito comunista di Sardegna: storia di un sogno interrotto | 1996 | Insula | Nuoro | }} ISBN 8886111061
* {{cita libro| Girolamo | Sotgiu | La Sardegna negli anni della repubblica: storia critica dell'autonomia | 1996 | Editori Laterza | Bari | }} ISBN 8842048925
* {{cita libro| Manlio | Brigaglia | Storia della Sardegna | 1995 | Soter Editrice | Villanova Monteleone | }}
* {{cita libro| Bachisio | Bandinu | Lettera a un giovane sardo | 1996 | Edizioni Della Torre | Nuoro | }} ISBN 8873432913
* {{cita libro| Alberto | Caocci | La Sardegna| 1992 | Mursia | Milano | }} ISBN 8842506869
* {{cita libro| Massimo | Pistis | Rivoluzionari in sottana. Ales sotto il vescovado di mons. Michele Aymerich | 2009 | Albatros Il Filo | Roma | }} ISBN 9788856711851
 
==Risultati elettorali==
{{Risultati partito elezioni|
simbolo = |
partito = Sardigna Natzione Indipendentzia|
tipo elezione = Elezioni Politiche|
elezione = [[Elezioni politiche italiane del 1996|1996]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 2001|2001]]<br/><br/><br/>[[Elezioni politiche italiane del 2006|2006]]|
parlamento = Camera<br/>Senato<br/><br/>Camera °<br/>Senato °<br/><br/>Camera<br/>Senato|
voti = 23.355<br/>44.713<br/><br/>40.692<br/>32.822<br/><br/>11.000<br>8.409|
% = 0,06 <small>(2,34% regionale)</small><br/>0,14 <small>(5,31% regionale)</small><br/><br/>0,1 <small>(4,1% regionale)</small> <br/>0,1 <small>(3,6% regionale)</small><br/><br/>0,028 <small>(1,05% regionale)</small><br>0,024 <small>(0,89% regionale)</small>|
seggi = 0<br/>0<br/><br/>0<br/>0<br/><br/>0<br>0}}
° <small>Si presentava insieme al [[Partito Sardo d'Azione]]</small>
 
{{Risultati partito elezioni|
simbolo = |
partito = Sardigna Natzione Indipendentzia|
tipo elezione = Elezioni Regionali sarde|
elezione = [[Elezioni regionali in Sardegna del 1994|1994]]<br/><br/>[[Elezioni regionali in Sardegna del 1999|1999]]<br/><br/>[[Elezioni regionali in Sardegna del 2004|2004]]|
parlamento = Consiglio Regionale<br/><br/>Consiglio Regionale °<br/><br/>Consiglio Regionale|
voti = 23.368<br/><br/>45.207<br/><br/>5.031|
% = 2,7<br/><br/>5,8<br/><br/>0,58|
seggi = 0<br/><br/>0<br/><br/>0}}
° <small>Si presentava insieme a [[Movimento Pastori Sardi]] e [[Movimentu Natzionalista Sardu]]</small>
 
==Voci correlate==
*[[Indipendentismo sardo]]
*[[Indipendentzia Repubrica de Sardigna]]
*[[CONSEU]]
*[[Econazionalismo]]
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.sardignanatzione.eu Sardigna Natzione Indipendentzia - Sito ufficiale]
 
{{Partiti politici italiani}}
 
[[Categoria:Partiti politici sardi]]
[[Categoria:Indipendentismo sardo]]
 
[[ca:Sardigna Natzione Indipendentzia]]
[[en:Sardinia Nation]]
[[es:Sardigna Natzione]]
[[fr:Sardigna Natzione Indipendentzia]]
[[pt:Sardigna Natzione Indipendentzia]]
[[sc:Sardigna Natzione Indipendentzia]]