Veneti e Raffaello Tonon: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Avvisounicode}}
|Nome = Raffaello
{{nota disambigua}}
|Cognome = Tonon
[[File:Iron Age Italy-la.svg|thumb|L'Italia antica nell'[[età del ferro]]: i Veneti sono evidenziati in alto a destra in marrone chiaro.]]
|Sesso = M
I '''Veneti''', a volte indicati anche come '''Venetici''', '''antichi Veneti''' o '''Paleoveneti''' per distinguerli dagli odierni abitanti del [[Veneto]], furono una popolazione [[indoeuropei|indoeuropea]] che si stanziò nell'[[Italia (regione geografica)|Italia]] nord-orientale dopo la metà del [[II millennio a.C.]] e sviluppò una propria originale civiltà nel corso del [[I millennio a.C.|millennio successivo]].
|LuogoNascita = Milano
|GiornoMeseNascita = 20 ottobre
|AnnoNascita = 1979
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = personaggio televisivo
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Raffaello Tonon.jpg
|Didascalia = Raffaello Tonon nel 2018
}}
 
È opinionista, conduttore radiofonico, televenditore sulle reti [[Mediaset]] e piccole emittenti locali, e consulente per l'Accademia di moda di Milano Fashion Uptodate. È noto anche per il suo tono di voce, che risulta particolarmente grave sin dalla giovane età{{sf}}.
Caso unico tra i popoli dell'epoca nell'[[Italia settentrionale]], si può stabilire l'identità tra la popolazione e la ''cultura veneta'', ovvero agli antichi Veneti è possibile attribuire una precisa cultura materiale e artistica sviluppatasi nel loro territorio di stanziamento, la [[Venezia (regione)|Venezia]]. Questa ''facies'' culturale si sviluppò durante un lungo periodo, per tutto il I millennio a.C., anche se nel tempo subì diverse influenze. Di questa popolazione e identità la documentazione archeologica è particolarmente ricca.<ref>{{cita|Aspes|p.661|aspes}}</ref>
 
== Biografia ==
I Veneti si stanziarono inizialmente nell'area tra il [[Lago di Garda]] ed i [[Colli Euganei]]; in seguito si espansero fino a raggiungere confini simili a quelli del [[Veneto]] attuale, anche se bisogna considerare che la linea di costa del [[Mar Adriatico]] era più arretrata rispetto ad oggi. Secondo i ritrovamenti archeologici (che concordano anche con le fonti scritte), i confini occidentali del loro territorio correvano lungo il Lago di Garda, quelli meridionali seguivano una linea che parte dal fiume [[Tartaro-Canalbianco-Po di Levante|Tartaro]], segue il [[Po]] e raggiunge [[Adria]], lungo il ramo estinto del [[Po di Adria]], mentre quelli orientali giungevano fino al [[Tagliamento]].
 
Già studente di giurisprudenza, fu notato da [[Maurizio Costanzo]]<ref name="Fattoria">{{Cita news|autore=Maria Volpe|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/31/ultimo_fenomeno_Tonon_conte_antidivo_co_9_050531016.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091116113613/http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/31/ultimo_fenomeno_Tonon_conte_antidivo_co_9_050531016.shtml|titolo=L'ultimo fenomeno tv, Tonon il "conte" antidivo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=31|mese=5|anno=2005|pagina=39|accesso=30 novembre 2009|cid=|urlmorto=sì|dataarchivio=16 novembre 2009}}</ref>, che lo volle fra gli ospiti fissi del suo '' [[Maurizio Costanzo Show]]'' e in seguito nel cast di '' [[Buona Domenica]]''.
Oltre tale fiume erano insediate genti di ceppo [[illiri]]co, anche se fino all'[[Isonzo]] la presenza veneta era tanto forte che si può parlare di popolazione veneto-illirica.<ref>{{cita|Aspes|p.663|aspes}}</ref> I confini settentrionali erano invece meno definiti e omogenei; il territorio veneto risaliva soprattutto i fiumi [[Adige]], [[Brenta (fiume)|Brenta]] e [[Piave]] verso le [[Alpi]], che fungevano comunque da confine naturale. La presenza veneta sulle Alpi è attestata soprattutto nelle [[Dolomiti]] del [[Cadore]], a [[Lagole]].
 
Nel [[2005]] partecipa al [[reality show]] di [[Canale 5]] ''[[La fattoria (seconda edizione)|La fattoria]]'', venendo soprannominato ''Il Conte'', per i suoi modi eleganti rispetto a quelli degli altri concorrenti;<ref name = "Fattoria" /> e inoltre se ne aggiudica la vittoria con il 79% dei voti.<ref>{{Cita news|autore=[[Aldo Grasso]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/31/Sconfitte_tutte_false_ridanciane__co_9_050531020.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/31/Sconfitte_tutte_false_ridanciane__co_9_050531020.shtml|titolo=Sconfitte tutte le "false ridanciane"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=31|mese=5|anno=2005|pagina=39|accesso=30 novembre 2009|cid=}}</ref> Nel [[2006]] è opinionista della terza edizione del reality e interpreta il conte Erba nella commedia ''[[Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me]]''. Nel [[2007]] conduce con [[Fanny Cadeo]] ''Sos Notte'', un nuovo talk-show di [[Alice Home TV]], sotto la direzione di Maurizio Costanzo.
== Etnonimo ==
Nel 2008 ha partecipato in qualità di ospite in una puntata del ''[[Grande Fratello (programma televisivo)|Grande Fratello]]''.
Ai Veneti ci si riferisce anche con i termini "Venetici", "Heneti" o "Eneti" (in [[greco antico]] Ἐνετοί). Sebbene nella storiografia, sia antica sia moderna, si impieghi correntemente il termine "Veneti" in opere di carattere non specialistico si ricorre talvolta al [[prefisso]] "paleo-" (="antico" > "Paleoveneti"), alla [[perifrasi]] "Veneti adriatici" o all'espressione "Venetici" per distinguere il popolo dell'antichità dagli attuali abitanti della [[regioni dell'Italia|regione italiana]] del [[Veneto]].<ref name="Villar490">{{cita|Villar|p.490|villar}}</ref>
 
Nella stagione [[2008]]/[[2009]] è l'opinionista di punta delle varie trasmissioni Mediaset: è nel cast della terza edizione de ''[[La talpa (programma televisivo)|La talpa]]'' su [[Italia 1]], è ospite ricorrente di [[Barbara D'Urso]] nel suo ''[[Pomeriggio cinque]]'' e prende parte come opinionista fisso alla quarta edizione del reality ''[[La fattoria (quarta edizione)|La fattoria]]'', in cui per un paio di giorni ha il compito di "supervisionare" il lavoro dei contadini di quell'anno.<br>
Il nome "Veneti" ricorre frequentemente nelle fonti classiche. [[Erodoto]] ricorda gli "Eneti" tra le tribù [[illiri]]che; [[Cesare]] scrive di avere sottomesso i "[[Veneti (Celti)|Veneti]]" dell'[[Armorica]], gli unici tra i popoli della [[Gallia]] a padroneggiare l'arte nautica<ref>[[Gaio Giulio Cesare]], ''[[De bello Gallico]]'', III, 8, 1. Si vedano inoltre II, 34; III, 7-11, 16-18; VII, 75.</ref>; [[Tacito]]<ref>[[Publio Cornelio Tacito]], ''[[De origine et situ Germanorum|Germania]]'', 46, dove si chiede se i "Venedi" siano da classificarsi tra i [[Germani]] o tra i [[Sarmati]].</ref> e [[Plinio il Vecchio]]<ref>[[Gaio Plinio Secondo]], ''[[Naturalis historia]]'', IV, 97.</ref> localizzano i "[[Venedi]]" lungo il corso della [[Vistola]] confinanti con i [[Bastarni]], i [[Finni]] e i [[Sarmati]] mentre [[Claudio Tolomeo]] chiama ''Venedicus sinus'' il [[Golfo di Danzica]]<ref>[[Claudio Tolomeo]], ''[[Geografia (Tolomeo)]]'', III, 5,1.</ref>; [[Pomponio Mela]] cita il [[lago di Costanza]] come ''Venetus lacus''; infine "[[Venetulani]]" sono un popolo laziale scomparso citato ancora da Plinio il Vecchio.
 
Nel luglio 2009 Tonon è stato nominato [[assessore]] a ''Comunicazione, legalità e grandi eventi'' del comune di [[Campobello di Mazara]], in [[provincia di Trapani]], dal sindaco Ciro Caravà<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/29/star-della-fattoria-nuovo-assessore.html|titolo=Star della "Fattoria" nuovo assessore|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=29|mese=7|anno=2009|pagina=8|accesso=9 febbraio 2010|cid=}}</ref>, il quale però, vista la sua ingiustificata e totale assenza dalla vita amministrativa e politica dell'ente, ha deciso circa due mesi dopo di destituirlo<ref>{{Cita news|url=http://www.tgcom.mediaset.it/televisione/articoli/articolo461071.shtml?refresh_cens&fontsize=medium|titolo=Campobello di Mazara silura Tonon.|pubblicazione=[[TgCom]]|giorno=23|mese=9|anno=2009|accesso=22 marzo 2010}}</ref>.
La frequenza di questo [[etnonimo]] in diverse aree europee non va però spiegata con ipotetici legami storici e linguistici tra i diversi popoli che ne hanno fatto uso, quanto piuttosto con un'uguale derivazione, più volte ripetuta in modo indipendente, dalla medesima [[Radice (linguistica)|radice]] [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]] ''*wen'' ("amare"). I "Veneti" (''*wenetoi'') sarebbero pertanto gli "amati", o forse gli "amabili", gli "amichevoli".<ref>{{cita|Villar|pp.415-16|villar}}</ref>
 
Nel [[2010]] è nel cast del programma pomeridiano '' [[Cuore di mamma (programma televisivo)|Cuore di mamma]]'' su [[Rai 2]] e, nello stesso anno, partecipa come concorrente a ''[[Ciao Darwin]]''. Nel [[2012]] partecipa come concorrente ad ''[[Avanti un altro!]]'', mentre dall'autunno [[2013]] fino alla primavera del [[2017]] è tutor di moda e bon ton nella trasmissione pomeridiana di Rai 2 ''[[Detto fatto]]'', condotta da [[Caterina Balivo]].
== Storia ==
Nel [[2017]] diventa concorrente del ''[[Grande Fratello VIP (seconda edizione)|Grande Fratello Vip 2]]'', venendo eliminato poi nella serata finale. Dal mese di maggio dello stesso anno è ospite settimanale di [[Barbara D'Urso]] alla sua trasmissione ''[[Pomeriggio cinque]]''. Nel [[2018]] ha annunciato tramite social la conduzione di ''Pomeriggio Zeta'', uno dei programmi di [[Radio Zeta (emittente radiotelevisiva)|Radio Zeta]] (ricevibile in FM e sul canale 266 del digitale terrestre in tutta Italia), insieme a Susanna Scalzi e all'amico [[Uomini e Donne|Luca Onestini]], dal lunedì al venerdì dalle 15.
La storia dei Veneti si può dividere in due periodi: uno antico, che va dalle origini fino al [[V secolo a.C.]], in cui è più evidente l'originalità culturale veneta, e uno più recente che va fino al [[I secolo d.C.]], che vede prima un influsso [[celti]]co, e poi una lenta assimilazione [[Antica Roma|romana]].
Sempre su Radio Zeta, da settembre 2018 conduce insieme a Luca Onestini il programma ''Proteina Zeta'', in onda dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 17, e collabora in veste di social-corner al programma ''[[Password (programma radiofonico)|Password]]'', condotto da [[Mauro Coruzzi]] e da Nicoletta De Ponti su [[RTL 102.5]] dalle 17 alle 19.
 
== Televisione ==
Nel periodo antico vi erano rapporti culturali con la [[Civiltà villanoviana]], con la [[Grecia antica|Grecia]] e l'Oriente e successivamente anche con gli [[Etruschi]]. Nel periodo più recente i Veneti vennero a contatto prevalentemente ad occidente con i [[Galli]]: ad ovest si stanziarono i [[Galli Cenomani]] (con cui si sarebbero alleati, insieme ai Romani), a sud i [[Boi]] (con cui invece furono sovente in guerra) e a nord-est i [[Carni]], ad est e a sud-est rimasero prevalentemente in contatto con le popolazioni [[illiri]]che. Anche all'interno del Veneto vi fu qualche stanziamento di Galli, anche se in minima entità, probabilmente non sempre di tipo pacifico. L'influsso culturale [[celti]]co diventò comunque via via importante, e la cultura veneta lentamente mutò e si adeguò ai tempi; sempre importante si mantenne il rapporto con le popolazioni balcaniche di oltre Adriatico come quelle illiriche, con cui i Veneti venivano facilmente confusi dagli storici greci e che furono considerati parenti stretti dei Veneti fino al primo Novecento. Successivamente divenne decisivo il contatto con la civiltà romana, anche per i reiterati rapporti di alleanza che legarono i Veneti ai Romani e per la tradizionale ipotesi di parentela tra Veneti e Latini. La cultura veneta venne assimilata in quella romana già in età tardo repubblicana, anche se alcune specificità venete permasero, presumibilmente, nelle zone marginali anche in tarda età imperiale.
 
* ''[[Maurizio Costanzo Show]]'' ([[Canale 5]], 2004) ''Ospite fisso''
Nell'[[età del Bronzo]] fra il 1350 e il [[1150 a.C.]] i villaggi terramaricoli delle basse pianure venete entrano in vasti circuiti commerciali che coinvolgono le coste del [[Baltico]], l'area [[danubiano]]-[[Carpazi|carpatica]], l'[[Egeo]] e il [[Mediterraneo]] orientale. Nelle pianure del [[Veneto]] meridionale fra il 1150 e il [[900 a.C.]] sorge il grande centro preurbano di ''Frattesina'', crocevia di traffici fra il [[Baltico]], le [[Alpi Orientali]] e [[Cipro]], con sistema socio-economico fortemente gerarchizzato; quindi si sviluppano [[Villamarzana]], e poi [[Montagnana]].
* ''[[Buona Domenica]]'' ([[Canale 5]], 2004) ''Opinionista''
* ''[[La fattoria|La fattoria 2]]'' ([[Canale 5]], 2005) ''Concorrente''
 
== Filmografia ==
Nel corso del X [[secolo]] crescono anche [[Treviso]], [[Oderzo]] e [[Concordia Sagittaria|Concordia]].
 
*''[[Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me]]'', regia di [[Carlo Vanzina]] (2006)
Nell'[[età del Ferro]], intorno all'[[800 a.C.]], sono abbandonati alcuni grandi centri del [[Veneto]] meridionale; parallelamente sono fondate [[Este]] e [[Padova]]. Fra l'800 e il [[600 a.C.]] i centri egemoni sono dominati da potenti gruppi dell'[[aristocrazia]]. Sorgono le prime grandi [[necropoli]] ai margini delle città. Nella media [[età del Ferro]] fra il 600 e il [[400 a.C.]] le potenti città-stato venete hanno territori ben definiti; le aree collinari e montane sono invece organizzate in distretti di tipo "cantonale". Le città-stato di pianura hanno sistemi viari [[ortogonali]] simili a quelli dell'[[Etruria]] padana. [[Este]] ha importanti rapporti con il mondo [[etrusco]], [[Padova]] con il mare e la frontiera nord-orientale.
 
== Note ==
Ad [[Altino]], nella [[laguna]] di [[Venezia]], ad [[Adria]] e a [[Spina]] i Veneti incontrano mercanti [[etruschi]] e [[greci]]. I patavini nel [[302 a.C.]] furono attaccati da una flotta spartana condotta da [[Cleonimo]], riuscendo però a respingerla in mare, non prima però di averle inferto gravi perdite.<ref name="TLX2">[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]], X, 2.</ref>
 
Nella tarda [[età del Ferro]] fra il 400 e il [[200 a.C.]] popolazioni [[celti]]che invadono l'[[Italia]] settentrionale e parte del litorale adriatico. I Veneti alleati dei [[Civiltà romana|Romani]] partecipano nel [[222 a.C.]] alla [[battaglia di Clastidium]] contro [[Insubri]], [[Boi]] e [[Gesati]] (tribù dei [[Galli]]). Poi avviene un pacifico ingresso del mondo veneto nell'orbita politica e culturale di [[Roma]].<ref>[[Archeo (periodico)|Archeo]], ''Veneti antichi'', marzo 2013, pp. 74-75.
</ref>
 
=== Le origini ===
[[File:Museo archeologico di Firenze, elmo pileato paleoveneto da oppeano (V sec. ac) 01.JPG|thumb|left|[[Elmo pileato]] veneto da [[Oppeano]] (V secolo a.C.). [[Firenze]], [[Museo archeologico nazionale di Firenze|Museo archeologico nazionale]]]]
 
==== Il mito nella storiografia romana ====
Secondo la [[storiografia romana]],<ref>{{cita|Aspes|p.670|aspes}}</ref> i Veneti sarebbero stati una popolazione proveniente dalla [[Paflagonia]], regione dell'[[Asia Minore]] sul [[Mar Nero]]. Essi furono da lì espulsi, e per questo parteciparono alla [[Guerra di Troia]], dove l'anziano saggio [[Antenore]] implorò i troiani stessi di restituire [[Elena (mitologia)|Elena]] ai [[Antica Grecia|Greci]]. A [[Troia]] morì anche [[Pilemene]], il comandante degli [[Eneti]] (venivano così chiamati), che, rimasti senza patria e senza guida, si rivolsero ad Antenore. Dopo varie vicende, questi li condusse ad approdare sulle coste occidentali del [[Mar Adriatico]] settentrionale. Qui la popolazione scacciò gli [[Euganei]], una popolazione locale che si rifugiò nelle valli alpine e di cui oggi non rimangono tracce rilevanti.
 
Nel racconto di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]],<ref>Virgilio. ''Eneide''. I, 242-249</ref> Antenore viene addirittura presentato come fondatore di [[Padova]]. Ai Veneti viene associato pure [[Diomede]], eroe divinizzato, il quale avrebbe fondato, oltre a [[Spina (città)|Spina]], anche l'importante città portuale di [[Adria]] che, pur avendo origini venete, è più conosciuto come emporio greco, come centro [[Etruschi|etrusco]] e successivamente [[galli]]co.
 
[[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]] parla dei Veneti riferendo ciò che aveva scritto [[Marco Porcio Catone|Catone]]:
 
{{Citazione|Catone attesta che i Veneti discendono dalla stirpe troiana|[[Gaio Plinio Secondo]], ''[[Naturalis Historia]]'', III, 130|''Venetos troiana stirpe ortos auctor est Cato''|lingua=la}}
 
[[Strabone]] invece riporta un'ipotesi diversa,<ref>Strabone. ''Geografia''. V,3</ref> ovvero che i Veneti fossero una popolazione [[celti]]ca: questo, perché egli era a conoscenza dell'esistenza di una popolazione portante lo stesso nome, i [[Veneti (Celti)|Veneti]] dell'[[Armorica]] (l'odierna [[Bretagna]]).<ref>Le fonti antiche hanno spesso ipotizzato che i Veneti avessero la stessa origine dei [[Veneti (Celti)|Veneti]] della [[Gallia]], citati da [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]. Questa teoria, basata su somiglianze linguistiche superficiali ([[onomastica]]), non trova nessuna conferma nei dati linguistici, che anzi escludono una filiazione [[celti]]ca dei Veneti; {{cita|Villar|p.415-416|villar}}</ref>
 
==== Le ipotesi delle zone paludose ====
[[File:Vaso veneto.jpg|thumb|Vaso veneto a forma di [[situla]] del [[VI secolo a.C.|VI]]-[[V secolo a.C.]]]]
Se l'ipotesi che vede nei Veneti una popolazione orientale, frazionata e dispersa dopo un'ampia [[diaspora]], è abbastanza realistica,<ref>{{cita|Aspes|p.672|aspes}}</ref> non lo è affatto l'ubicazione della loro patria originaria in un'area di cultura [[Antica Grecia|greca]], e nemmeno la narrazione di uno spostamento via mare.
 
Per lungo tempo, la storiografia moderna ha accettato l'ipotesi, ispirata ad [[Erodoto]], di una filiazione [[illiri]]ca dei Veneti, che sarebbero quindi stati il ramo più occidentale di quell'insieme di popolazioni [[indoeuropei|indoeuropee]]. Nelle sue ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'',<ref>Erodoto, ''Storie'', I, 196; V, 9.</ref> lo storico greco parla degli {{polytonic|Ἐνετοί}} come di una parte del popolo illirico, stanziata presso l'[[Adriatico]]. La tesi dell'illiricità dei Veneti, sostenuta principalmente da [[Carl Pauli]] a fine [[XIX secolo]], continuò a essere largamente condivisa anche quando, nella prima metà del [[XX secolo]], [[Vittore Pisani]] e [[Hans Krahe]] dimostrarono che Erodoto si riferiva in realtà a una tribù illirica stanziata nella [[Penisola balcanica]], e non in area italica.<ref name="Villar490" />
 
Ricerche su materiale linguistico hanno portato ad escludere una filiazione illirica per i Veneti, secondo quanto proposto già negli [[Anni 1940|anni quaranta]] dallo stesso Krahe. Dopo un'iniziale proposta di legare la [[lingua venetica]] alle [[Lingue osco-umbre|lingue italiche osco-umbre]], ha in seguito trovato maggior credito il riconoscimento del venetico come parte della [[Lingue latino-falische|famiglia latino-falisca]], comprendente anche il [[lingua latina|latino]].<ref>Tesi articolata, tra gli altri, da Aldo Prosdocimi in ''Popoli e civiltà dell'Italia antica''; cfr. {{cita|Villar|p. 490|villar}}</ref> Su questo punto, tuttavia, l'indagine dell'[[indoeuropeistica]] è ancora aperta come riconosce prudentemente, ad esempio, [[Francisco Villar]]<ref>«Se è vero che tutti questi tratti rendono il veneto simile alle lingue italiche in generale e alla latina in particolare, è anche vero che ne presenta altri che invece lo differenziano da esse. [...] Per esso si pone lo stesso problema [...] se siano più antiche le coincidenze o le differenze». {{cita|Villar|p. 491|villar}}</ref>.
 
La ricerca moderna, in questo modo, si è trovata in sostanziale accordo con quanto sostenuto già dalla [[storiografia latina]]: i Veneti condividono con i [[Latini]] una comune origine [[protostoria|protostorica]], anche se non attraverso quel comune legame con l'[[Antica Grecia]] (e con [[Troia]] in particolare) postulato dai Romani mediante il mito di [[Antenore]]. L'insieme [[indoeuropei|indoeuropeo]] [[Veneto-latini|veneto-latino]] si era formato come gruppo a sé in un'area dell'[[Europa centrale]], probabilmente ubicato entro i confini dell'odierna [[Germania]] e parte di un vasto ''continuum'' indoeuropeo esteso nell'Europa centro-orientale fin dagli inizi del [[III millennio a.C.]]<ref>{{cita|Villar|pp.633-634|villar}}</ref> Da qui mosse verso sud nel corso del [[II millennio a.C.]], probabilmente intorno al [[XV secolo a.C.]];<ref>{{cita|Villar|p.480|villar}}</ref> mentre una parte di queste genti proseguì fino all'odierno [[Lazio]] (i Latini), il gruppo che avrebbe dato origine ai Veneti si insediò a nord del [[Golfo di Venezia]] e lì si attestò definitivamente.
 
==== Caratteri dell'insediamento veneto ====
I migranti che giunsero nell'area veneta dalle regioni nord-orientali erano più probabilmente piccoli gruppi di colonizzatori, piuttosto che un'ingente massa di popolazione. Al di là delle questioni sulla loro origine, i Veneti erano di cultura articolata, abili guerrieri e commercianti arrivati. È probabile che i nuovi colonizzatori si siano sovrapposti alla popolazione nativa (gli [[Euganei]] pre[[indoeuropei]]).<ref>{{cita|Aspes|p.674|aspes}}</ref>
 
=== L'apogeo (VIII-II secolo a.C.) ===
I Veneti crearono una cultura unitaria che ebbe il suo massimo sviluppo tra l'[[VIII secolo a.C.|VIII]] e il [[II secolo a.C.]], una cultura nettamente differenziata rispetto alle altre dell'[[Italia preistorica e protostorica|Italia protostorica]]. Peculiarità di questa popolazione, presente in tutto il territorio in cui erano stanziati, erano soprattutto le produzioni bronzee e [[fittile|fittili]], le forti credenze religiose, le espressioni artistiche, l'agricoltura, armature e vestiti, lo strutturarsi di nuclei prima protourbani e quindi urbani e l'allevamento di bestiame.<ref>{{cita pubblicazione |cognome= |nome= |titolo= Antichità: i Signori dei cavalli|rivista= Focus Storia|numero= 17}}</ref>
 
=== L'integrazione nel mondo romano ===
[[File:Vaso veneto b.jpg|thumb|left|Vaso veneto]]
La regione cispadana era abitata nel [[III secolo a.C.]] da numerose popolazioni bellicose: in particolare dai [[Galli]], che a partire dal secolo precedente avevano fatto irruzione nella regione. In contrasto con loro, i [[Antica Roma|Romani]] si rivolsero, per ottenere aiuto, ai Veneti, poiché li ritenevano consanguinei per via della leggenda di [[Antenore]].<ref>{{cita|Buchi e Cavalieri Manasse|pp. 3-4, 52|buchi}}</ref> Romani e Veneti stabilirono quindi rapporti di amicizia e di alleanza (già nel [[283 a.C.]] il [[Senato romano]] aveva stretto un patto con i Veneti ed i [[Galli Cenomani]] per rallentare l'invasione gallica). Probabilmente i contatti avevano avuto inizio più anticamente, già nel [[390 a.C.]]: quando i Galli [[Senoni]] di [[Brenno]] occuparono la stessa Roma, fu forse proprio grazie ad un'azione diversiva dei Veneti che potrebbero essere stati costretti a venire a patti con i Romani.<ref>Plutarco. ''De fortuna Romanorum''. 12, 325.</ref>
 
Nel [[225 a.C.]] i Romani mandarono ambasciatori presso i Veneti ed i Galli Cenomani per stringere un'alleanza contro i [[Galli Boi]] e gli [[Insubri]], che minacciavano le frontiere romane, ed essi rimasero dalla parte romana anche durante la [[Seconda guerra punica]], mentre tutte le altre popolazioni galliche si erano schierate con [[Cartagine]]<ref>{{cita|Buchi e Cavalieri Manasse|p. 15|buchi}}</ref>. Al termine della guerra, per poter completare la sottomissione della [[Gallia cisalpina]] (Galli e [[Liguri]] non accettavano la supremazia romana), Roma cominciò una vera e propria guerra di conquista, sempre sostenuta da Veneti e Cenomani. È probabile che in questo momento storico i Veneti fossero legati ai Romani tramite ''amicitia'', diversamente dai Galli legati a Roma dal ''[[Socii e Foederati|foedus]]'': questo legame era utilizzato soprattutto negli Stati [[ellenismo|ellenistici]], e prevedeva la neutralità, che poteva diventare alleanza solo in via eccezionale.<ref>{{cita|Buchi e Cavalieri Manasse|p.20|buchi}}</ref>
 
I Veneti non appaiono come un popolo bellicoso e non furono coinvolti in battaglie o guerre importanti. Tuttavia non furono isolati, anzi intrattennero rapporti commerciali e culturali con la vicina [[Etruria]] e mutuarono certe caratteristiche artistico-sociali dai mercanti [[Antica Grecia|greci]] delle colonie. Ebbero con Roma rapporti amichevoli e si giovarono dell'aiuto della città laziale per allontanare la minaccia costituita dall'invasione dei Galli: in cambio di protezione, permisero ai Romani di stabilirsi pacificamente nel loro territorio e, in definitiva, di colonizzarlo costruendo strade, ponti e villaggi. Il [[Veneto]] non venne quindi conquistato con la forza dai Romani, ma fu inglobato pacificamente e, con il tempo, la cultura veneta si perse e venne sostituita (in parte assimilata) dalle usanze di Roma.
 
== Società ==
=== Villaggi e abitazioni ===
I Veneti si stanziarono dapprima in piccoli villaggi, principalmente tra l'[[Adige]] e il [[Lago di Garda]], ma anche nelle zone prealpine della [[Valbelluna]], essendo allora la [[pianura Padana]] ricoperta da boschi e zone paludose. Una delle maggiori necropoli venete, perfettamente conservata, si trova infatti a [[Mel]], tra [[Belluno]] e [[Feltre]]. I centri abitati sorgevano lungo i corsi d'acqua su dossi sabbiosi (dato che la sabbia è molto permeabile e si asciugava velocemente) e sulle colline.<ref>Secondo lo schema, tipicamente [[indoeuropei|indoeuropeo]], della "[[fortezza di collina]]" (indicata dai [[lingua latina|latini]] con il termine "''[[oppidum]]''").</ref> I centri abitati erano costituiti di poche capanne rettangolari raggruppate e collegate le une alle altre; quando il villaggio si espandeva, si costruivano abitazioni con più ambienti, e con parti riservate ad attività artigiane.
 
Le case erano formate da pareti con uno scheletro in legno, che veniva solitamente ricoperto di argilla, mentre la base era in pietra, in modo da ridurre l'umidità. I pavimenti erano di argilla battuta, mentre il tetto era di paglia. Il cuore delle abitazioni era il focolare, realizzato da una base di argilla sulla quale erano stesi frammenti di ceramiche e ciottoli (in modo che trattenessero il calore, agendo da isolante); attorno a esso si raggruppava la famiglia. I centri maggiori erano dotati anche di porti: non solo quelli lungo la costa, ma anche quelli situati lungo fiumi con sufficiente portata d'acqua. In quest'ultimo caso veniva scavata una rete di canali, consentendo così l'attracco di barche.<ref name= Pagina678 >{{cita|Aspes|p.678|aspes}}</ref>
 
Sempre attorno ai centri più grossi i Veneti iniziarono il disboscamento delle foreste, e si organizzarono in centri abitati sempre più grossi, soprattutto lungo i fiumi Adige, Brenta e Piave. Le maggiori città furono [[Este]], [[Altino (città romana)|Altino]], [[Padova]], [[Montebelluna]], [[Oppeano]] e [[Gazzo Veronese]].<ref>{{cita|Aspes|p.675|aspes}}</ref>
 
Le abitazioni sorte in aree montane erano differenti rispetto a quelle costruite in pianura o collina: si trattava di case seminterrate, con fondamenta in pietra ed elevazione in legno, esposte preferibilmente verso sud, in modo da ricevere la maggior quantità possibile di luce e calore.<ref name= Pagina678 />
 
=== Traffici e mercati ===
Forti erano i contatti commerciali con il mondo [[Grecia antica|greco]], sia diretto sia mediato dai popoli dell'[[Italia]] meridionale, con l'[[Etruria]] e con le realtà vicino-orientali. Raffinati bronzetti giungevano dall'[[Etruria]] e dalla [[Grecia]], [[Perle di vetro|perle]] colorate in pasta vitrea dalla zona del [[Caucaso]], i pendenti in [[faience]] testimoniano contatti con l'[[Egitto]], i manufatti in [[ceramica]] ([[daunia]], ionica, [[attica]] a figure nere e rosse) con ricchi apparati figurativi mostrano come le coste dell'[[alto Adriatico]] fossero frequentate da naviganti provenienti dai più lontani lidi del [[Mediterraneo]].<ref>''Archeo'', marzo 2013, pp. 80-81.</ref>
 
=== Abbigliamento ===
[[File:Guerriero veneto.jpg|thumb|Statuetta bronzea dell'[[VIII secolo a.C.]] raffigurante un guerriero, importato dai Veneti e utilizzato come corredo funebre<ref>{{cita|Aspes|p.681|aspes}}</ref>]]
Dai reperti archeologici, tra i quali abbondano le rappresentazioni di sacerdoti, capi e notabili, si può inferire che i Veneti portavano grandi [[Mantello (indumento)|mantelli]] di [[lana]] pesante, che venivano appoggiati sulle spalle. Sotto il mantello, donne e uomini portavano una [[tunica (antica Roma)|tunica]] di stoffa (più leggera rispetto al mantello), con maniche che potevano essere lunghe o corte, simili a quelle portate da Romani ed Etruschi. Nelle donne la tunica era spesso trattenuta da un cinturone (il quale veniva utilizzato anche dagli uomini e dai ragazzi), da cui, nella parte inferiore, si formavano delle pieghe. In alcuni casi esse vi sovrapponevano dei grembiuli. Le donne portavano anche, in testa o sulle spalle, uno scialle (o mantellina), simile a quello utilizzato in [[Veneto]] (soprattutto a [[Venezia]] e nella fascia montana) fino al [[XX secolo|Novecento]].<ref>{{cita|Aspes|pp.679-680|aspes}}</ref> I Veneti portavano anche i cappelli, segni di distinzione e dalla tesa larga e rialzati sui bordi, stivali, utilizzati soprattutto per cavalcare, e calzature a punta. Dalle immagini pervenuteci si può vedere come era usanza maschile radersi il capo.
 
Sono arrivati sino ad oggi anche numerosi ornamenti del vestiario, come spilloni, pendagli, fibule, collane, braccialetti e orecchini, realizzati anche con materiali preziosi come oro, argento, corallo, ambra e perle.
 
=== Armi ===
[[File:Spada_venetica.jpg|thumb|left|Spada venetica "ad antenne" rinvenuta a [[Casier]]]]
I guerrieri portavano inizialmente [[scudo (difesa)|scudi]] rotondi simili a quelli degli [[opliti]] greci, [[elmo|elmi]] a calotta bassa e con una cresta, e venivano spesso rappresentati con [[lancia (arma)|lance]] a punta larga. Successivamente si diffusero grandi [[spada|spade]], scudi di forma ovoidale ed elmi simili a quelli utilizzati dai [[Galli]].
 
== Religione ==
 
Non vi sono molte notizie scritte circa la religione veneta, ma sono stati ritrovati numerosi luoghi di culto, [[necropoli]] e materiale votivo. I luoghi di culto non erano quasi mai situati in edifici chiusi, ma i riti si svolgevano solitamente in [[bosco sacro|boschi sacri]], in luogo libero da vegetazione e circondato da grandi alberi.<ref name= Religione >{{cita|Aspes|pp.680-682-683|aspes}}</ref> All'interno si svolgevano processioni con canti e danze sacre, e all'interno di piccole edicole in legno vi erano rappresentazioni sacre. La quantità dei siti fa presumere l'esistenza di una classe sacerdotale, il cui compito era l'accensione dei fuochi sacri e i sacrifici animali, oltre a quello di scrivere (la scrittura era un privilegio di pochi).<ref name= Religione />
 
Nelle necropoli venete si possono distinguere i doni modesti dei ceti meno abbienti e quelli dei più ricchi, i quali venivano depositati insieme alle spoglie come corredo funebre. Il corpo del defunto veniva [[Cremazione|cremato]] e le ceneri erano poste in apposite urne e, durante la [[sepoltura]], si offrivano alle divinità cibo e bevande (si praticava, dunque, il rito del banchetto funebre).<ref name= Religione /> Si è a conoscenza della presenza del culto degli elementi naturali, e in particolare dell'acqua medicamentaria (o per lo meno ritenuta tale), mediante la quale la divinità interveniva dando la guarigione: la cerimonia prevedeva la richiesta di guarigione da parte del [[malato]], una [[processione]] e quindi vi erano le offerte a qualche idolo.<ref name= Religione />
 
Ad [[Este]] è stata rinvenuta una lamina da cui si può ricavare il nome di una divinità: [[Reitia]], dea guaritrice, della natura, protettrice delle nascite e dea della fertilità.<ref name= Religione /> Essa viene rappresentata con i tipici abiti veneti e con in mano la [[chiave (serratura)|chiave]] per aprire la porta dell'[[aldilà]].
 
Nei territori abitati dai Veneti sono state rinvenute molte ''sortes'', tavolette di ossi di animali con iscrizioni, gettati dagli indovini per trarne gli auspici (ad esempio a [[Magrè (Schio)|Magrè di Schio]], ad [[Asolo]], sul [[Monte Summano]] in [[provincia di Vicenza]]).
 
== Lingua ==
{{Vedi anche|Lingua venetica}}
La lingua dei Veneti, detta dai linguisti [[lingua venetica]] o semplicemente lingua veneta, è documentata da iscrizioni risalenti a un arco di tempo compreso tra il [[VI secolo a.C.|VI]] e il [[I secolo a.C.]] e redatte prima in un [[lingua etrusca#Alfabeto|alfabeto etruscoide]] (dal quale differiva per varie aggiunte, per esempio quella della [[vocale]] /o/), poi in [[alfabeto latino]] (entrambi derivati da [[alfabeto greco|quello greco]]).<ref>{{cita|Aspes|p.666|aspes}}; {{cita|Villar|p.490|villar}}.</ref> Questa lingua è di classificazione incerta; tuttavia, condivide numerosi tratti [[fonetica|fonetici]] e [[morfologia (linguistica)|morfologici]] con il [[lingua latina|latino]], tanto da condurre [[Giacomo Devoto]] e diversi altri studiosi a ipotizzare una parentela genetica tra i due idiomi, giunti in [[Italia]] nel corso di uno stesso movimento migratorio di elementi [[indoeuropei]] dall'[[Europa centrale]] o centro-orientale.<ref>{{cita|Villar|pp.490-491|villar}}</ref> L'introduzione della [[scrittura]] con un [[alfabeto]] [[etrusco]] settentrionale risale ad un'epoca intorno al [[600 a.C.]]<ref>''Archeo'', marzo 2013, pag. 75.</ref>
 
== Cultura ==
=== Arte ===
[[File:Situla veneta.jpg|thumb|La ''[[Situla Benvenuti]]'']]
Peculiaria dei Veneti era la cosiddetta "arte delle situle". Queste [[situle]] venivano create tramite la lavorazione del [[bronzo]] in lamine, che venivano modellate e ricongiunte a formare non solo situle, ma anche più in generale vasi, coperchi, cinture e foderi di pugnali e spade. Le lamine venivano lavorate [[a sbalzo]], ovvero l'artista batteva la lamina dal rovescio, facendo così sollevare al diritto le forme volute, creando un [[bassorilievo]].
 
Con i Veneti si passò per la prima volta<ref name= Arte >{{cita|Aspes|pp.683-684-686|aspes}}</ref> dalla raffigurazione geometrica a quella di figure naturali e umane, come si può vedere nell'importante ''Situla Benvenuti''. Questa situla, della quale manca la parte inferiore (che terminava in un basso piede svasato), era parte del corredo funebre di una tomba femminile, scoperta nella necropoli Benvenuti. Essa è il primo e più importante esempio di situla con raffigurazioni umane. Sono visibili tre fasce in cui sono rappresentate uomini, attività umane (guerra, gare, commercio) e figure mitologiche.<ref>{{cita|Aspes|pp.668-669|aspes}}</ref> [[Situle]], cinturoni, [[elmi]], laminette presentano sulle superfici motivi decorativi legati alla realtà quotidiana, ai commerci, alle attività agricole, alla ritualità, alla guerra insieme con animali fantastici di derivazione orientale.<ref>''Archeo'', marzo 2013, pag. 81.</ref>
 
Gli unici precedenti&nbsp;– soltanto per ciò che riguarda la forma&nbsp;– delle situle venetiche sono manufatti orientali e centro-europei.<ref name= Arte /> Per quanto riguarda, invece, i soggetti raffigurati, l'unico precedente è il tintinnabulo della ''Tomba degli ori'' di [[Bologna]], del [[VII secolo a.C.]]<ref name= Arte /> Quest'arte nacque probabilmente in ambito veneto, dove si sviluppò per secoli passando da forme più naturali a forme più artificiose, in un certo senso "[[barocco|barocche]]".<ref name= Arte /> Gli ultimi esempi ad oggi conosciuti di questa arte sono le laminette dei donari.<ref name= Arte />
 
Il [[cavallo]], chiamato ''Ekvo'' dai Veneti antichi, animale-[[totem]] della [[protostoria]] dell'[[Europa]], giocò nella loro cultura un ruolo di prim'ordine. Questi animali erano allevati per la loro valenza economica e come simbolo di predominio [[aristocratico]] e militare. I cavalli dei Veneti erano noti per la loro abilità nella corsa ed erano spesso riprodotti negli ''ex voto'', nelle aree più sacre. Centinaia di bronzetti a forma di cavallo o di cavaliere su cavallo provengono dai luoghi di culto dei Veneti. Al cavallo erano riservati appositi spazi di sepoltura nelle [[necropoli]]. Il cavallo compare in vari manufatti come immagine simbolica o elemento decorativo nonché in alcune sepolture (come quella del Piovego, VI-V sec. a. Cr.) insieme all'uomo che di lui si era preso cura in vita.<ref>[[Archeo (periodico)|Archeo]], ''Veneti antichi'', marzo 2013, pp. 85-86.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
{{Portale|Biografie|Televisione}}
== Bibliografia ==
=== Fonti primarie ===
 
* [[Erodoto]], ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]''
* [[Polibio]], ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'', II, 17-24
* [[Gaio Giulio Cesare]], ''[[De bello Gallico]]''
* [[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geographica]]'', IV, 4, 1
* [[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]''
* [[Publio Cornelio Tacito]], ''[[De origine et situ Germanorum|Germania]]''
* [[Cassio Dione Cocceiano]], ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Historiae Romanae]]'', XXXIX, 40, 1
 
=== Fonti secondarie ===
 
* {{cita libro|Luigi|Bossi|Della istoria d'Italia antica e moderna|1819-1823|presso gli editori G.P. Giegler, G.B. Bianchi e C.o|Milano|url=http://www.google.it/books?id=xNVtJQSdhccC|formato=PDF|capitolo=Capitolo IX. Notizie particolari degli Orobj, degli Euganei, e dei Veneti|url_capitolo=http://www.google.it/books?id=xNVtJQSdhccC&pg=RA1-PA255&lr=&as_brr=1#PRA1-PA244,M1}}
* {{cita libro|Giuseppe|Micali|wkautore=Giuseppe Micali|[[:s:Storia degli antichi popoli italiani|Storia degli antichi popoli italiani]]|1832|Tipografia all'insegna di Dante|Firenze|capitolo=[[:s:Storia degli antichi popoli italiani/Capitolo XIX-Capo XIX. Euganei e Veneti]]}}
* {{cita libro|Giuseppe|Micali|wkautore=Giuseppe Micali|L'Italia avanti il dominio dei Romani|1887|Unione-tipografico-editrice|Torino|url=http://www.google.it/books?id=FBsTAAAAQAAJ|formato=PDF|capitolo=Capo nono. Degli Orobj, Euganei e Veneti|url_capitolo=http://www.google.it/books?id=FBsTAAAAQAAJ&pg=PA99&lr=&as_brr=1#PPA91,M1}}
* {{cita libro|Giovan Battista|Pellegrini|wkautore=Giovan Battista Pellegrini|coautori=Aldo Prosdocimi|La lingua venetica|1967|Istituto di glottologia dell'Università di Padova|Padova}} {{NoISBN}}
* Giovan Battista Pellegrini, [http://www.treccani.it/enciclopedia/origini-veneti-venezie-venezia-dai-veneti-ai-venetici_%28Storia-di-Venezia%29/ Origini - Veneti, Venezie, Venezia: dai Veneti ai Venetici], in ''Storia di Venezia'' (1992), [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]
* {{cita libro|curatore=Aldo Prosdocimi|titolo=Popoli e civiltà dell'Italia antica|anno=1974|editore=|città=Roma}} {{NoISBN}}
* {{cita libro|curatore=Alessandra Aspes|titolo=Il Veneto nell'antichità: preistoria e protostoria|anno=1984|editore=Banca popolare di Verona|città=Verona|cid=aspes}} {{NoISBN}}
* {{cita libro|Attilio|Mastrocinque|Santuari e divinità dei Paleoveneti|1987|La linea|Padova}} {{NoISBN}}
* {{cita libro|curatore=Ezio Buchi e Giuliana Cavalieri Manasse|titolo=Il Veneto nell'età romana|anno=1987|editore=Banca popolare di Verona|città=Verona|cid=buchi}} {{NoISBN}}
* {{cita libro|Annamaria|Chieco Bianchi|coautori=Michele Tombolani|I Paleoveneti|1988|Programma|Padova}} {{NoISBN}}
* {{cita libro|curatore=Giulia Fogolari e Aldo Luigi Prosdocimi|titolo=I Veneti antichi: lingua e cultura|anno=1988|editore=Programma|città=Padova}}
* {{cita libro|Annamaria|Chieco Bianchi|titolo=Italia, omnium terrarum alumna|capitolo=I Veneti|anno=1988|editore=Garzanti-Scheiwiller|città=Milano|cid=chieco}}
* {{cita libro|Loredana|Capuis|I Veneti: società e cultura di un popolo dell'Italia preromana|1993|Longanesi|Milano|isbn=88-304-1132-9}}
* {{cita libro|Francisco|Villar|wkautore=Francisco Villar|Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa|1997|Il Mulino|Bologna|cid=villar|isbn=88-15-05708-0}}
* {{cita libro|Luigi Malnati|e Mariolina Gamba (a cura di)|I Veneti dai bei cavalli|2003|Canova|Treviso|isbn=88-8409-071-7}}
 
== Voci correlate ==
 
* [[Indoeuropei]]
* [[Popoli dell'Italia antica]]
* [[Gallia cisalpina]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Adriatic Veneti}}
 
== Collegamenti esterni ==
 
* {{cita web|url=http://www.museomel.it/|titolo=Sito ufficiale del museo archeologico di Mel, con approfondimenti sulla necropoli venetica|accesso=30 luglio 2009|lingua=it en}}
 
{{Indoeuropei}}
{{Portale|Archeologia|storia d'Italia|Veneto}}
{{vetrina|9|dicembre|2009|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Veneti|arg=antropologia|arg2=storia}}
 
[[Categoria:Veneti|Vincitori di reality]]