Terremoto del Belice del 1968 e Stazione di Canicattì: differenze tra le pagine

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{{Infobox stazione ferroviaria
{{Terremoto
|nazione = ITA
| titolo =Terremoto del Belice
|nome = Canicattì
| immagine = Poggioreale 2007.jpg
|nome originale =
| didascalia = Ruderi abbandonati di [[Poggioreale (Italia)|Poggioreale]]
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| data =14-15 gennaio [[1968]]
|didascalia =
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|apertura = 1876
| fuso_orario =
|stato attuale = In uso
| magnitudo_momento = 6,4
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| profondità =
|tipologia = Stazione in superficie, passante, di diramazione
| distretto_sismico = Valle del Belice
|binari = 8
| posizione_epicentro =tra [[Gibellina]], [[Salaparuta]] e [[Poggioreale (Italia)|Poggioreale]]
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| nazioni_colpite ={{ITA}}
| intensità = X
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| vittime = 400 (10 soccorritori), 1.000 feriti e 90.000 sfollati.
}}
La '''stazione di Canicattì''' è una [[stazione ferroviaria]] di diramazione di [[Rete Ferroviaria Italiana|RFI]] e lo scalo ferroviario della città siciliana di [[Canicattì]].
Il '''terremoto del Belice del 1968''' fu un violento [[terremoto|evento sismico]], di [[magnitudo momento]] 6,4<ref>[http://emidius.mi.ingv.it/ emidius.mi.ingv.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, che nella [[notte]] tra il 14 e il 15 gennaio [[1968]] colpì una vasta area della [[Sicilia]] occidentale, la [[Valle del Belice]], compresa tra la [[Provincia di Trapani]], quella di [[provincia di Agrigento|Agrigento]] e quella di [[Provincia di Palermo|Palermo]].<ref>[http://emidius.mi.ingv.it/CPTI99/CPTI_finestre.html INGV,catalogo dei terremoti]</ref>.
 
== Il sismaStoria ==
La stazione di Canicattì venne costruita nell'ambito della costruzione della ferrovia da Catania e [[Caltanissetta]] verso [[Licata]] realizzata dalla [[Società Vittorio Emanuele]] come parte importante del progetto di connessione mediante la [[ferrovia|strada ferrata]] delle aree interne zolfifere della Sicilia centro-orientale dirigendone i prodotti minerari verso i porti di imbarco e per il convogliamento verso il porto di Catania dei prodotti agricoli.
La prima forte scossa si avvertì alle ore 13:28 locali del 14 gennaio, con gravi danni a [[Montevago]], [[Gibellina]], [[Salaparuta]] e [[Poggioreale]], una seconda alle 14:15, nelle stesse località ci fu un'altra scossa molto forte, che fu sentita fino a Palermo, Trapani e [[Sciacca]]. Due ore e mezza più tardi, alle 16:48, ci fu una terza scossa, che causò danni gravi a Gibellina, [[Menfi]], [[Montevago]], [[Partanna]], [[Poggioreale (Italia)|Poggioreale]], [[Salaparuta]], [[Salemi]], [[Santa Margherita di Belice]] e [[Santa Ninfa]]. Nella notte, alle ore 2:33 del 15 gennaio, una scossa molto violenta causò gravissimi danni e si sentì fino a [[Pantelleria]]. Ma la scossa più forte si verificò poco dopo, alle ore 3:01, che causò gli effetti più gravi. A questa se ne avvertirono altre, per complessive 16 scosse.<ref name="eventiestremiedisastri.it">http://www.eventiestremiedisastri.it/schede/slide_1/</ref>.
 
La stazione venne costruita in prossimità del centro abitato. Venne inaugurata il 24 settembre [[1876]] in concomitanza con l'apertura all'esercizio della tratta ferroviaria Caltanissetta-Canicattì di 28,871&nbsp;km; ma si dovettero attendere ancora due anni perché l'8 aprile [[1878]] con apertura dell'ultimo ed impegnativo tratto di 6,3&nbsp;km si realizzasse il collegamento con la linea proveniente da ''[[Stazione di Caltanissetta Xirbi|S.Caterina Xirbi]]'' e [[Catania]]. La stazione venne collegata con la [[Stazione di Aragona Caldare]] alla fine del [[1880]] realizzando il collegamento con la [[Ferrovia Palermo-Agrigento-Porto Empedocle]]. Si poteva proseguire quindi per Palermo via Aragona Caldare fino al [[1885]], anno dell'inaugurazione della [[Galleria di Marianopoli]] che aprì l'altro collegamento via Caltanissetta.
Le vittime accertate ufficialmente variano: secondo alcune fonti furono complessivamente 231 e i feriti oltre 600, pochi rispetto ai danni perché molti abitanti avevano trascorso la notte all'aperto. Secondo altre le vittime furono 296 <ref>http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/terremoto_belice.wp</ref>. Altri scrivono addirittura di 370 morti, circa 1000 feriti e 70.000 sfollati circa<ref>{{cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/1068525/l-stabilita-nel-2013-10-milioni-per-il-belice-lemendamento-approvato-alla-camera.shtml |titolo= L. stabilità, nel 2013 10 milioni per il Belice. L'emendamento approvato alla Camera|editore=Mediaset TgCom24 |accesso=12 novembre 2012}}</ref>
 
Canicattì continuò a crescere e a divenire uno snodo ferroviario di interscambio sempre più importante con traffico merci e viaggiatori per tutte le direzioni con la costruzione della linea a scartamento ridotto verso [[Naro]], [[Favara]] e Agrigento e [[Palma di Montechiaro]] e Licata. Venne costruita anche quella che l'avrebbe collegata a [[Delia (Italia)|Delia]], [[Sommatino]], [[Riesi]] e [[Caltagirone]] passando per il complesso minerario ''[[Provincia di Caltanissetta#Storia|Trabia-Tallarita]]'' ma dato l'eccessivo tempo impiegato per realizzarla non venne mai completata ed inaugurata.
I pochi muri ancora rimasti in piedi crollarono completamente in seguito alla fortissima scossa avvenuta il 25 gennaio, alle ore 10:56. Dopo questa ultima scossa le autorità proibirono anche l'ingresso nelle rovine dei paesi di Gibellina, Montevago e Salaparuta.
 
La progressiva diminuzione della produzione e in seguito la chiusura di molte miniere di zolfo ha prodotta la contrazione del traffico merci relativo ma la stazione sviluppò un consistente traffico viaggiatori durante l'ondata migratoria degli anni cinquanta e sessanta successiva alla chiusura delle miniere stesse, che produsse un fortissimo calo demografico in molte aree della [[Sicilia centrale]] a causa dell'esodo di migliaia di lavoratori verso le miniere di carbone del Belgio ed altre zone dell'Europa centrale. Negli ultimi decenni del [[XX secolo]] si è tuttavia sviluppato un notevole traffico merci legato allo sviluppo dei [[vigneto|vigneti]] e delle [[serra|attività serricole]].
Furono registrate strumentalmente 345 scosse. Nel periodo 14 gennaio - 1º settembre 1968 le scosse di magnitudo pari o superiore a 3 furono 81 <ref name="storing.ingv.it">http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/35804.html</ref>.
 
== I primi soccorsiCaratteristiche ==
La stazione insiste sulla direttrice ferroviaria [[Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì|Caltanissetta-Licata]] per la quale è stazione passante con arrivo e partenza dal secondo binario. In essa confluisce, sul primo binario con una singolare immissione da nord, la linea proveniente da [[Ferrovia Caltanissetta-Agrigento|Aragona Caldare e Agrigento]], oggi elettrificata a [[corrente continua]] a 3000 [[volt]].
{{Cn|Il 15 gennaio non si ebbe l'immediata sensazione della gravità del fatto dato che a quel tempo la zona interessata non era considerata critica dal punto di vista sismico. Il terremoto venne sottovalutato nella sua entità al punto che molti quotidiani riportarono la notizia di pochi feriti e qualche casa lesionata.}}
[[File:Austrian Red Cross Help 2.jpg|thumb|Colonna d'aiuti internazionali]]
La realtà si manifestò in tutta la sua terribile evidenza solo quando giunsero i primi soccorsi in prossimità dell'epicentro approssimativamente posto tra [[Gibellina]], [[Salaparuta]] e [[Poggioreale (Italia)|Poggioreale]]: le strade erano state quasi risucchiate dalla terra. In conseguenza di ciò molti collegamenti con i paesi colpiti erano ancora impossibili ventiquattro ore dopo il violento sisma. Ciò rese ancora più confusa l'opera dei soccorritori.
 
== Servizi ==
Essendo inesistente una organizzazione di Protezione Civile, i soccorsi furono molto lenti e vennero prestati dai Vigili del Fuoco e dalle forze dell'ordine.
La stazione dispone di:
*[[File:Feature ticket office.svg|24px|Biglietteria]] Biglietteria
*[[File:Feature ticket office inv 2.svg|24px|Biglietteria automatica]] Biglietteria automatica
*[[File:Aiga waitingroom inv.svg|24px|Sala d'Attesa]] Sala d'attesa
*[[File:AB-Autobahnkiosk.svg|24px|Bar]] Bar
*[[File:News.svg|24px|Edicola]] Edicola
*[[File:RWBA WC.svg|24px|WC]] Servizi igienici
 
==Bibliografia==
'''Eroica la dedizione di vigili del fuoco, dei militari e della Croce Rossa, che''' dovettero anche combattere contro condizioni climatiche avverse; una pioggia insistente che faceva affondare tutto nel fango, bloccò i primi giorni, i mezzi di soccorso e di distribuzione dei viveri, nei Comuni terremotati.
*{{cita libro
| cognome=Molino <!-- dell'autore -->
| nome=Nico <!-- dell'autore -->
| coautori= <!-- Nome Cognome, separati da virgole (,), oppure ''et al'' -->
| wkautore= <!-- se presente in WP inserire la pagina dell'autore -->
| titolo=La rete FS a scartamento ridotto della Sicilia <!-- Titolo del libro (NO ''corsivo'') , se è presente come voce su WP aggiungere parentesi quadre [[ ]] -->
| editore=Edizioni elledi <!-- Nome della casa editrice -->
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| anno=1985 <!-- di stampa dell'edizione -->
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}}
 
{{Navbox ferrovia
Nonostante la macchina dei soccorsi fu molto complicata per causa della viabilità interrotta e dei mezzi di comunicazione non più funzionanti, l’accorrere dei Vigili del Fuoco, che ebbero il ruolo di protagonisti data la loro preparazione professionale nelle molteplici calamità, portò al salvataggio di decine e decine di vite.
|Nome = Canicattì
|Linea = [[Ferrovia Caltanissetta Xirbi-Gela-Siracusa|Caltanissetta Xirbi-Gela-Siracusa]]
|PK = 161+008 / 154+242
|Direzione 1 = [[Caltanissetta]]<br>[[Enna]]<br>[[Catania]]<br>[[Palermo]]<br>[[Messina]]
|Stazione precedente = [[Stazione di Serradifalco|Serradifalco]]
|Stazione successiva = [[Stazione di Campobello-Ravanusa|Campobello-Ravanusa]]
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}}
}}
 
==Voci correlate==
L’ordine immediato della Direzione Generale dei Servizi Antincendi del Ministero dell’Interno, fu di far affluire nelle zone terremotate il più ampio contingente di mezzi e uomini, sia dai Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco di tutta l’Italia, sia dalle Scuole Centrali Antincendi di Capannelle. Il comando delle operazioni venne affidato all’Ing. Riccardo Sorrentino, Ispettore Generale della VIII zona, in suo aiuto per esigenze organizzative ed operative, l’Ing. Fabio Rosati, comandante dei Vigili del Fuoco di Roma. '''A Trapani veniva costituita la Direzione operativa, così come un ponte aereo con Roma''': mediante venti vagoni volanti C-119 tra l’aeroporto di Ciampino e l’aeroporto di Birgi, il giorno successivo giungevano i primi rinforzi costituiti da 120 vigili del nucleo centrale e 627 allievi vigili ausiliari dalle Scuole Centrali Antincendi. Per mare, provenienti da Civitavecchia, la Colonna Mobile Centrale comandata dell’Ing. Silvestrini, con 122 '''uomini tra graduati e vigili''', completi di tutti i mezzi idonei al soccorso, giunsero a Trapani.
*[[Ferrovie siciliane]]
 
*[[Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì]]
Arrivarono ancora nei giorni successivi altri contingenti provenienti da altri porti, con uomini, mezzi e tutto ciò che sarebbe tornato necessario allo svolgimento dell’intervento, nonché di attrezzature logistiche. '''Il servizio degli elicotteri effettuò 126 ore di volo.''' Unitamente a due elicotteri VV.F. di Modena e Roma, anche gli elicotteri della Marina Militare, dell’Aeronautica e dalla Guardia di Finanza. Ebbero largo impiego in special modo durante il primo periodo dei soccorsi, con i trasporti urgenti dei feriti verso gli ospedali di Trapani e Palermo. Nei Comuni della Valle del Belice colpiti dal grave terremoto, provenienti da tutti i Comandi d'Italia, si sono avvicendati circa 7.000 Vigili del Fuoco, tra dirigenti, ufficiali, sottufficiali e vigili.
*[[Ferrovia Caltanissetta-Agrigento]]
 
*[[Società Vittorio Emanuele]]
Nei giorni seguenti visitarono la zona il [[presidente della Repubblica]] [[Giuseppe Saragat]] e il [[Ministero dell'Interno|ministro dell'Interno]] [[Paolo Emilio Taviani]]. Furono impegnati nei soccorsi più di mille [[vigili del fuoco]]<ref>[http://www.vigilfuoco.it/attivita/interventi/maggiori/belice.asp Il terremoto del Belìce sul sito dei Vigili del Fuoco]</ref>, la [[Croce Rossa]], l'[[Esercito Italiano|Esercito]], i [[carabinieri]]. Il pilota di uno degli aerei impegnati nella ricognizione della zona dichiarò di avere visto "uno spettacolo da bomba atomica [...] Ho volato su un inferno".<ref>[http://www.guidasicilia.it/ita/main/news/index.jsp?IDNews=29093 Guida Sicilia: "Quarant'anni fa..."]</ref>
*[[Società per le Strade Ferrate della Sicilia]]
 
*[[Freccia del Sud]]
Morti anche tra i soccorritori: 5 agenti di polizia il 15 gennaio ad [[Alcamo]], nel crollo di un palazzo mentre portavano i primi soccorsi <ref>http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=belice</ref> e un carabiniere (Nicolo' Cannella, medaglia d'oro al Valor Civile)<ref>http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/c/cannella-nicol%C3%B2</ref> e 4 vigili del fuoco (Brigadiere '''''Alessio Mauceri''''', medaglia d'oro al Valor Civile, di anni 53, del Comando Provinciale VVF. di Palermo, Vigile discontinuo '''''Giovanni Nuccio''''', medaglia d'oro al Valor Civile, di anni 28, del Comando Provinciale VVF di Palermo, Vigile temporaneo '''''Savio Semprini''''', medaglia d'oro al Valor Civile, di anni 30, del Comando Provinciale di Modena e Allievo Vigile Ausiliario '''''Giovanni Carturan, medaglia d'oro al Valor Civile,''''' di anni 20, in servizio di leva presso le Scuole Centrali Antincendi di Capannelle), durante la forte scossa del 25 gennaio a [[Gibellina]].<ref>http://gruppostoricovvf.netsons.org/web/?p=1140</ref>
 
Vite travolte proprio dove nei giorni precedenti si erano prodigate a salvare vite e beni altrui, e dove il giorno 25 erano intenti a svolgere le mansioni a loro affidate fra case diroccate e muri pericolanti, rimozione di macerie, riapertura di strade, demolizioni, ricerca delle salme, recupero di preziosi, oggetti d’arte e masserizie di ogni genere.
 
L’ago del sismografo arrivò all’8° della scala Mercalli, per Gibellina fù fatale: si verificarono numerosi crolli di muri perimetrali già lesionati dal precedente sisma e il Brigadiere dei VV.F. Mauceri con il vigile del fuoco Nuccio e con il carabiniere Cannella trovarono una morte istantanea sotto un violento peso di macerie in Corso Umberto.
 
Poco lontano in via Calvario, in simili circostanze rimaneva vittima l’allievo vigile del fuoco Carturan, il destino per il vigile del fuoco Semprini riservò una fine ancora più drammatica, avrebbe potuto salvarsi, se nel fuggire da tale pericolo non avesse trovato la strada sbarrata da un autovettura messa di traverso: fu schiacciato tra la vettura e il muro che in quel momento crollava.
 
== I resoconti dei giornalisti ==
Il resoconto fornito dagli inviati dei grandi giornali del tempo permette una ricostruzione dei fatti e della storia del periodo. Il giornalista [[Giovanni Russo]], inviato del [[Corriere della Sera]], nel suo viaggio attraverso tutti i centri colpiti, intervistò molti dei superstiti descrivendo senza enfasi il disastro che si era compiuto. Egli constatò di persona che [[Gibellina]], [[Salaparuta]] e [[Montevago]] erano stati rasi al suolo e che i superstiti, avendo perso le poche cose che avevano, vivevano in uno stato di totale indigenza. Tra le macerie delle povere case crollate scavando faticosamente furono trovati centinaia di morti. I feriti furono migliaia e, con enorme difficoltà, furono trasportati negli ospedali di [[Palermo]], [[Agrigento]] e [[Sciacca]].
 
Il Corriere della Sera del 20 gennaio [[1968]] evidenzia lo stato in cui si trovarono a lavorare i medici impegnati nel soccorso ai feriti: l'inviato speciale Mario Bernardini a [[Sciacca]] intervistando il prof. Giuseppe Ferrara, giovane primario chirurgo dell'ospedale evidenziava come i chirurghi di tutti gli ospedali in cui erano stati smistati i feriti si trovavano a fronteggiare una situazione d'emergenza; sovente in sala operatoria senza soluzione di continuità per più giorni mentre continuavano le scosse di terremoto. Ferrara raccontava: ''«Stavamo operando, il pavimento ci ballava sotto i piedi. Sentivo accanto a me la suora assistente che recitava le sue preghiere mentre mi porgeva i ferri, attenta e precisa come sempre[...] Eravamo in sala chirurgica dalle 8 del mattino. Non c'era un momento di sosta fra un intervento e l'altro[...] Uno solo di tutti quelli che abbiamo operato è morto. Aveva perso le gambe ed ambedue le arterie erano recise[...] Gli altri, senza una gamba, senza un braccio, li abbiamo tutti salvati. L'intervento più difficile fu una trapanazione del cranio: era una bambina di quattro anni che i vigili avevano trovato a Gibellina, fra le braccia della madre morta»''.
[[File:Ruderi Salaparuta.JPG|thumb|Ruderi a [[Salaparuta]]]]
 
Egisto Corradi, altro inviato del Corriere della Sera, parlando della zona di Santa Ninfa, descrisse minuziosamente lo stato di assoluta precarietà in cui si svolsero i soccorsi nei primi giorni successivi al sisma: ''«La pioggia ha ridotto la piana ad un acquitrino nel quale si affonda fino alle caviglie... Macchine ed autocarri si sono impantanati sia tra le tende che lungo la strada, continuamente bloccata da ingorghi»''. Nell'articolo veniva messa in evidenza anche la mancanza di coordinamento in merito alla distribuzione degli aiuti alimentari che arrivavano da tutta Italia.
 
== Le conseguenze del sisma ==
Tra i 14 centri colpiti dal sisma vi furono paesi che rimasero completamente distrutti: [[Gibellina]], [[Poggioreale (Italia)|Poggioreale]], [[Salaparuta]] in provincia di Trapani, e [[Montevago]] in provincia di Agrigento. I paesi di [[Santa Margherita di Belice]], [[Santa Ninfa]], [[Partanna]] e [[Salemi]] ebbero dall'80 al 70% di edifici distrutti o danneggiati gravemente<ref name="eventiestremiedisastri.it"/>.
Si ricordano gli altri paesi che hanno subito danni ingenti: [[Menfi]], [[Camporeale]], [[Chiusa Sclafani]], [[Contessa Entellina]], [[Sambuca di Sicilia]], [[Sciacca]], [[Vita (Italia)|Vita]], [[Calatafimi-Segesta|Calatafimi Segesta]].<ref>[http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_finestra_storia_1968_terremoto.asp?IDCategoria=1247&IDCatSW= La Gazzetta del Mezzogiorno:Finestra sulla storia]</ref>
 
Il terremoto del 1968 mise drammaticamente a nudo lo stato di arretratezza in cui vivevano quelle zone della Sicilia occidentale, in primo luogo nella stessa fatiscenza costruttiva delle abitazioni in [[tufo]], crollate senza scampo sotto i colpi del sisma. Le popolazioni di quei paesi erano composte in gran parte da vecchi, donne e bambini, visto che i giovani e gli uomini erano già da tempo emigrati in cerca di lavoro. Questo dato rappresentava il disagio sociale che lo Stato conosceva e trascurava, così come trascurò le conseguenze del sisma, che hanno rappresentato, in fatto di calamità naturali, uno dei primi, e tristemente celebri, ''casi italiani'' nella storia del [[dopoguerra]]: l'impreparazione logistica, l'iniziale inerzia dello Stato, i ritardi nella ricostruzione, le popolazioni costrette all'emigrazione, lo squallore delle baracche per coloro che restavano.<ref>[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/belice-1968/727/default.aspx Belice 68, terre in moto] Rai:La storia siamo noi,la puntata sul terremoto del Belice</ref>
 
== La ricostruzione ==
[[File:Poggioreale ruderi2.jpg|thumb|left|Rovine del sisma a Poggioreale (2003)]]
Un mese dopo il sisma, nella provincia di Trapani 9.000 senza tetto erano ricoverati in edifici pubblici, 6.000 in tendopoli, 3.200 in tende sparse e 5.000 in carri ferroviari, mentre 10.000 persone erano emigrate in altre provincie.
Gli abitanti vissero per mesi nelle tendopoli e poi per anni nelle baraccopoli. Nel 1973 i baraccati erano 48.182, nel 1976 erano ancora 47 mila<ref name="storing.ingv.it"/>.
Le ultime 250 baracche con i tetti in [[eternit]] furono smontate solo nel 2006 <ref>http://www.ilgiornale.it/news/38-anni-baracche-belice.html</ref>.
 
Anche i successivi e tardivi stanziamenti economici per la ricostruzione diedero luogo ad opere faraoniche spesso inutili, come quelle di [[Gibellina]], città-museo "en plein air" issata a vessillo della ricostruzione in quanto progettata da famosi architetti e artisti {{cn|ma assolutamente mal pensata in merito al fattore più importante che sta alla base della ripresa economica, ovvero l'occupazione lavorativa per gli abitanti e i luoghi di socializzazione degli abitanti.}} Si pensi che la ferrovia [[Salaparuta]]-[[Castelvetrano]] che collegava la maggior parte dei centri dell'area terremotata con la [[costa|zona costiera]], distrutta dal sisma non venne mai più ricostruita, nonostante avesse un buon traffico viaggiatori. Venne finanziata e costruita l'autostrada [[Autostrada A29 (Italia)|Palermo-Mazara del Vallo]],{{cn| invece di far fronte alla ricostruzione della viabilità ordinaria di collegamento tra i centri abitati, opera più essenziale ed urgente, che invece languì per lungo tempo}}.
 
Gli anni che seguirono il terremoto furono costellati da appalti, buone intenzioni, proclami, stanziamenti. Fatto sta che ancora oggi non tutto è stato ricostruito; e tornano così attualissime le lotte che [[Danilo Dolci]] intraprese a favore della popolazione e contro il malaffare politico-mafioso. Leggendario l'impegno da lui profuso, le frasi scritte sui muri dei ruderi, quali: "La burocrazia uccide più del terremoto", "Qui la gente è stata uccisa nelle fragili case e da chi le ha impedito di riappropriarsi della vita col lavoro", "Governanti burocrati: si è assassini anche facendo marcire i progetti" per sensibilizzare l'opinione pubblica nazionale.<ref>[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/belice-1968/727/default.aspx :La storia siamo noi]</ref>
 
Complessivamente, per una ricostruzione non del tutto completata, sono stati spesi ai valori attuali oltre 6 miliardi di euro<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/03/15/belice-via-le-ultime-baracche-38-anni.html</ref>.
 
== Il Belice oggi ==
[[File:Ruderi di Gibellina.jpg|thumb|Il [[cretto di Burri]], l'opera di land art sulle rovine di Gibellina vecchia.]]
 
Dopo decenni di interminabili lavori, la [[valle del Belice]] si è lentamente risollevata e gli antichi paesi della valle sono stati in gran parte ricostruiti in luoghi distanti da quelli originari interessati dal [[terremoto]]: abitazioni, infrastrutture urbanistiche e stradali hanno sì riportato condizioni di vivibilità ma hanno anche profondamente modificato il volto di quella parte della [[Sicilia]].
 
== Nei media ==
Nel 2008, per l'anniversario del terremoto, è stato girato dal regista [[Salvo Cuccia]] il documentario ''[[Belìce 68, terre in moto]]''.
In esso si descrive la situazione a seguito del terremoto e la situazione attuale della valle; vi sono riportati innumerevoli filmati tratti da trasmissioni televisive dell'epoca; tra i personaggi politici intervistati nel 2008 vi è [[Giulio Andreotti]].
 
Nel 2009 il giornalista Antonino D'Anna ha fatto una lunga intervista, pubblicata dalle Edizioni Grafiche Santocono col titolo ''I figli del terremoto'', a mons. [[Antonio Riboldi]], attuale vescovo emerito di Acerra, che fu prete nella [[valle del Belice]] proprio in quegli anni, condivise la vita nelle baracche e fu certamente la voce più limpida della protesta e del riscatto dei terremotati. In queste "memorie" mons. Riboldi rievoca anche i viaggi della speranza dei bambini dinanzi ad [[Aldo Moro]], [[Sandro Pertini]] e [[Papa Paolo VI|Paolo VI]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Danilo Dolci]] (impegnato nella difesa e ricostruzione del Belìce)
* [[Antonio Riboldi]] (voce di protesta e riscatto della popolazione colpita dal terremoto)
* [[Lista di terremoti in Italia]]
* [[Ludovico Corrao]] (ricostruzione di [[Gibellina]])
* [[Terremoti in Sicilia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Interprogetto|commons=Category:1968 Belice earthquake}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.vigilfuoco.it/aspx/page.aspx?IdPage=362|titolo=Filmati e immagini del terremoto del Belice sul sito dei Vigili del Fuoco}}
* {{cita web|http://biaraven.wordpress.com/2008/05/06/terremoto-del-belice-il-disastro-senza-fine/|''Il disastro senza fine''}}
* {{cita web|url=http://www.antithesi.info/testi/testo_2.asp?ID=405|titolo=La valle dei misteri}}
* [http://storing.ingv.it/cfti4med/ CFTI4Med] Catalogue of Strong Earthquakes in Italy (461 B.C.-1997) and Mediterranean Area (760 B.C.-1500). Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Dante Mariotti, Alberto Comastri, Gabriele Tarabusi and Gianluca Valensise 2007 (INGV - SGA)
* {{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=nIMFxzCoO7Y|titolo=Immagini Rai del terremoto in Sicilia del 14-15 gennaio 1968 - servizio di Sergio Zavoli da Gibellina (TV7)}}
* [http://web.tiscali.it/tillnews/gennaio68.htm Testimonianza di chi ha vissuto in prima persona l'antica tragedia e l'angoscia del domani.] Vita nelle barracche, quel giorno, "Peppi lu babbu", vittime di Gibellina. (da "Addio, Gibellina" di Leonardo Cangelosi - Arti Grafiche Campo (1977)
* http://www.epicentrobelice.net/<nowiki/>Belìce/EpiCentro della Memoria Viva_CRESM Gibellina
* {{cita web|http://ttworkshop.wordpress.com|Topografia del Trauma. Workshop di indagine territoriale nella Valle del Belice}}
 
{{Portale|Catastrofiportale|Sicilia|storia d'Italiatrasporti}}
 
[[Categoria:Catastrofi nel 1968Canicattì]]
[[Categoria:TerremotiStazioni inferroviarie Siciliadella provincia di Agrigento|BeliceCanicattì]]
[[Categoria:Terremoti del XX secolo|1968]]
[[Categoria:Storia della Sicilia contemporanea]]
[[Categoria:Salaparuta]]
[[Categoria:Montevago]]
[[Categoria:Poggioreale]]
[[Categoria:Santa Margherita di Belice]]
[[Categoria:Gibellina]]