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[[Immagine:Palermo - carta storica 1888.png|thumb|right|250px|carta storica di Palermo (1888)]]
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==Preistoria e primi insediamenti==
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La presenza umana a [[Palermo]] è già attestata in epoca preistorica come una delle più antiche di tutta la [[Sicilia]], con interessanti [[Incisioni rupestri|graffiti]] e pitture rupestri, ritrovati nelle grotte dell’[[Addaura]] nel 1953 dall’archeologa [[Bovio Marconi]]: figure danzanti in un rito magico propiziatorio, forse “[[sciamani]]” di un popolo che abitò l’isola.
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La città di Palermo, sorta in epoca sconosciuta, su insediamenti preistorici in forma diversa dall’attuale, sulla convergenza di due parti naturali, si chiamò ''Sis'', il cui significato è “fiore” nella lingua primigenia d’origine africana come i suoi primi abitanti, i [[Matabei]], popolo proveniente dalla [[Giordania]], passato dalla [[Spagna]] all’isola. Essi furono tutti [[Sicani]] – secondo lo storico greco [[Erodoto]] – e chiamarono l’insediamento urbano “Lidobello” per la peculiarità geografica del suo territorio, ponendovi il centro della Sicania, fra il [[XII secolo a.C.|XII]] ed il [[X secolo a.C.]].
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==Fenici e Greci==
[[Image:Palermo-Museo-Archeologico-bjs-07.jpg|thumb|Statua bronzea di Ariete (Museo Archeologico)]]
[[Image:Palermo-Museo-Archeologico-bjs-08.jpg|thumb|Statua bronzea di Ercole (Museo Archeologico)]]
 
Nel [[734 a.C.]] i [[Fenici]], provenienti da [[Tiro]], vi stabilirono una fiorente colonia commerciale in rapporti e contrapposizione ai [[Siculi (Sicilia)|Siculi]], occupanti la parte orientale dell’isola.
 
I primi insediamenti e i fondaci furono trasformati in una splendida città e le diedero il nome di ''Mabbonath'', che in fenicio significa “alloggiamenti” cioè città abitata ed essa divenne ben presto la più importante del cosiddetto triangolo fenicio, comprendente [[Mozia]] e [[Solunto]], ricordato anche da [[Tucidide]]. Della dominazione fenicia rimangono alcune testimonianze, ovvero le mura antiche della città oggi corrispondenti ad alcune vie, e l'assetto del cuore del centro storico,il "Piede Fenicio" con la via principale, oggi Corso Vittorio Emanuele e tutta una serie di vicoli ad esso perpendicolari. Di quest’età, sotto l’aspetto archeologico, la Palermo fenicio-punica ha tracce esclusivamente nelle necropoli, che s’estendono fra Piazza Indipendenza a nord, la “rocca” di [[Monreale]], Corso Pisani e la zona del cosiddetto Papireto, dal nome dell’antico fiume. I fiumi Papireto e Kemonia, appunto, avevano una funzione difensiva, mentre oggi sono fiumi sotterranei, sotterrati al momento della espansione della città.
 
Fra l’[[VIII secolo a.C.|VIII]] e il [[VI secolo a.C.]] i [[Greci]] condussero la colonizzazione della Sicilia, le diedero il nome di ''Panormos'', tutto porto (a sottolineare la peculiarità geografica di una [[penisola]] circondata dalle foci di due fiumi (Papireto e Kemonia), e quindi facilmente difendibile) da cui è derivato l’attuale e mantennero i commerci con i [[Cartaginesi]], cioè con il popolo discendente dai [[Fenici]], che sulle coste africane avevano fondato un regno.
 
La storia della Sicilia s’identifica in grane misura con quella di Palermo: di conseguenza la parte occidentale punica venne colonizzata più tardi rispetto al primo insediamento greco, avvenuto a [[Naxos]] e le due civiltà convissero fino al prevalere della conquista romana, come testimoniano iscrizioni e graffiti nelle vicine [[Solunto]] e [[Selinunte]].
 
La città greca assunse l’aspetto di due nuclei: la ''Paleopolis'' (la parte antica), stretta tra i fiumi ''Kemonia'' e ''Papireto'', e la ''Neapolis'' (quella di più recente sviluppo).
 
==Guerre puniche==
 
Rimase una città fenicia fino alla [[Prima guerra punica]] ([[264 a.C.|264]]-[[241 a.C.]]), a seguito della quale la [[Sicilia]] venne conquistata dai [[Romani]]. Il periodo romano è stato di tranquillità e la città faceva parte della provincia di [[Siracusa]]. Con la divisione dell'[[Impero romano|Impero]] la Sicilia, e con essa Palermo, furono attribuite all'[[Impero Romano d'Oriente]].
 
Con le [[guerre puniche]] Palermo fu al centro dello scontro fra [[Cartaginesi]] e [[Romani]], finché nel [[254 a.C.]] la flotta romana assediò la città, costringendola alla resa e rendendo schiava la popolazione che venne costretta al tributo di guerra per riscattare la libertà. [[Asdrubale]] tentò ancora di riprendersela, ma [[Metello]], il console romano, ottenne una splendida vittoria.
 
Vano anche il tentativo di [[Amilcare]] nel [[247 a.C.]] che si accampò alle falde del [[monte Pellegrino]], chiamato ''Ercta'', senza riuscire a vincere, poiché la città rimase fedele a [[Roma]] ed ebbe i titoli di Pretura, l’Aquila d’oro e il diritto di battere moneta, restando una delle cinque città libere dell’isola.
 
==Periodo imperiale, invasioni barbariche, bizantini ==
 
Testimonianza dell’agiatezza e dello splendore della romana “Panormus” sono edifici dell’epoca della zona di Piazza Vittoria fra cui il teatro esistente fino al tempo dei [[Normanni]] e mosaici scoperti nel [[1868]] in Piazza della Vittoria. In epoca imperiale fu colonia romana – come ci narra [[Strabone]] – ed era ancora il granaio di [[Roma]], ma risentì della decadenza dopo [[Vespasiano]], subendo le invasioni barbariche dal [[445]], con [[Genserico]], re dei [[Vandali]] che mise a ferro e fuoco la città, fino al dominio di [[Odoacre]], [[Teodorico]] e dei [[Goti]].
 
Nel 535 [[Belisario]] espugnò con la sua flotta navale Palermo, sottraendola ai [[Goti]]; iniziava così il periodo bizantino che si protrasse fino all’[[830]] quando gli [[Arabi]], sbarcati a [[Marsala]] quattro anni prima, ne fecero la capitale del loro regno in [[Sicilia]]
 
==Dominazione araba==
[[Image:Palermo-San-Giovanni-bjs-2.jpg|thumb|San Giovanni degli Eremiti]]
 
Nel [[IX secolo]] [[Islam|Musulmani]] dal Nord [[Africa]] invasero la Sicilia, conquistando Palermo nel [[831]] e l'intera isola nel [[965]]. E furono proprio i governatori musulmani a spostare la capitale della Sicilia a Palermo, città nella quale è rimasta da allora. Nel periodo musulmano Palermo è stata una città importante nei commerci e nella cultura e si dice avesse più di 300 [[moschea|moschee]]; era conosciuta in tutto il mondo arabo. Fu un periodo di prosperità e tolleranza: i [[Cristianesimo|Cristiani]] e gli [[Ebraismo|Ebrei]] non erano perseguitati.
 
Gli anni della dominazione araba sancirono la definitiva ascesa della città e la sua superiorità sugli altri centri della [[Sicilia]]. Sede di un potente emirato che, grazie alla capacità amministrativa dei ''Kaglebiti'' divenne una terra ricca e florida dai costumi tipicamente [[musulmani]] con influenze nella lingua e nella [[toponomastica]], nelle colture e nelle costruzioni architettoniche. Le tracce di essa sopravvivono anche nei monumenti che costituiscono il centro della città antica, con i suoi cinque quartieri: il ''Kasr'' nella punta della Paleopolis; il quartiere della grande ''Moschea''; la ''Kalsa'' (ossia Eletta) sede degli emiri nella riva del mare; la zona degli ''Schiavoni'', attraversata dal fiume ''Papireto''; e infine a ponente il ''Moascher'', il quartiere dei soldati antica sede degli emiri.
 
Il monaco Teodosio che ci ha fornito queste notizie sosteneva anche che circa trecento [[moschea|moschee]] si ergevano nel territorio palermitano e l’istruzione era affidata a trecento maestri per una popolazione di oltre trecentomila persone.
 
Divisa la [[Sicilia]] in tre valli (''Val di Mazara'', ''Val Demone'', e ''Val di Noto''), il territorio veniva controllato con una specie di signorie affidate ai “Kaid”. Gli [[Arabi]] dapprima perseguitarono i [[Cristianesimo|Cristiani]], ma poi lasciarono libertà di culto facendo loro pagare la "''gìzia''”, un tributo annuo per mantenere fiorenti i commerci grazie alla pacificazione.
 
La potenza musulmana fu però corrosa dalle lotte intestine all’emirato che aprirono la via della [[Sicilia]] allo straniero finché nel [[1072]], dopo quattro anni d’assedio, il conte [[Ruggero d'Altavilla]], il Normanno, espugnava Palermo.
 
==I Normanni==
[[Immagine:Palermo_palazzo_normanni.jpg|thumb|right|225px|Palazzo dei Normanni]]
[[Image:Palermo-Cathedral-bjs-1.jpg|thumb|left|La [[Cattedrale di Palermo]], sintesi architettonica dei vari momenti storici della città]]
Il periodo arabo di massimo splendore continuò con i [[Normanni]] (soprattutto con [[Ruggero II]]) e con gli [[Svevi]] ([[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]], [[1194]]-[[1250]]), i quali seppero raccogliere e utilizzare l'eredità culturale araba, greca e romana.
Alla morte di Federico II fa seguito un lungo periodo di instabilità culminata con la rivolta antifrancese del [[Vespri Siciliani|Vespro]] ([[1282]]). Palermo si separa da Napoli e offre la corona di Sicilia a [[Federico III d'Aragona]].
 
I [[Normanni]] ripristinarono il culto cristiano, dichiarando la città capitale dell'isola e nel 1130 [[Ruggero II]] d'Altavilla cingeva la corona di Re di [[Sicilia]]. Cominciava così un regno caratterizzato dalla convivenza di varie etnie e diverse fedi religiose, una specie di stato federale con un primo parlamento, creato nel [[1129]], e l'organizzazione del catasto secondo una moderna concezione. Gli edifici più importanti della città ancora oggi ne dimostrano la civiltà, come la chiesa della [[Martorana]] e la [[Cappella Palatina]], e il geografo arabo Edrisi, nel libro dedicato a re Ruggero, ci ha lasciato la testimonianza di questo magnifico periodo di fasti e ricchezza.
 
Ai due Ruggero successero [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo I]] (detto il Malo) e [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II]] (detto il Buono), i quali tentarono d'opporsi alle mire dell'imperatore [[Federico Barbarossa]], deciso ad annientare il Regno dei Normanni in Sicilia.
 
==Gli Svevi==
[[Image:Palermo-sarcofago di federico II.jpg|thumb|Il sarcofago di Federico II nella cattedrale]]
Un matrimonio di stato fra [[Enrico VI del Sacro Romano Impero|Enrico VI]], figlio dell'imperatore tedesco, e [[Costanza d'Altavilla]], figlia di Ruggero II, nel [[1185]], tentò un accordo pacifico, ma aprì solo la strada alla conquista Sveva e nel [[1194]] Palermo veniva conquistata dal sovrano tedesco. Aveva così inizio la nuova dinastia degli [[Svevi]] in Sicilia che con [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]], figlio di Costanza I raggiunse il massimo dello splendore. Palermo e la corte divennero il centro dell'Impero, comprendente le terre della [[Puglia]] e dell’[[Italia]] meridionale. A Palermo nacque la "''[[Scuola poetica siciliana]]''" con la prima poesia italiana; e politicamente il sovrano chiamato "''Stupor mundi''" (meraviglia del mondo) anticipò – come scrive Santi Correnti – "''la figura del principe rinascimentale''", anche con le cosiddette ''[[Costituzioni Melfitane]]'' ([[1231]]). Il suo regno fu tuttavia caratterizzato dalle lotte contro il Papato e i Comuni italiani, nelle quali riportò vittorie o cedette a compromessi, organizzando la [[quarta crociata]] e dotando l'isola e il meridione di castelli e fortificazioni. Volle essere sepolto nella cattedrale di Palermo, quando nel [[1250]] si concluse improvvisamente la sua vita, conseguentemente scatenando le lotte di successione in cui [[Manfredi di Svevia|Manfredi]], figlio naturale di [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]], venne sconfitto a [[Benevento]] nel 126 da [[Carlo d'Angiò]], fratello del re di [[Francia]].
 
==Gli Angioini==
 
[[Carlo d'Angiò]] dava inizio alla dominazione angioina che sarebbe durata fino al [[1282]]. Carlo e i suoi funzionari cercarono di sfruttare con tasse e tributi la Sicilia, mentre frattanto la capitale veniva spostata a [[Napoli]].
Il malcontento dei [[Sicilia]]ni culminò nella rivolta del [[Vespro]], il [[31 marzo]] [[1282]], quando dinanzi alla chiesa del Santo Spirito – si dice – esplose la reazione popolare in seguito all'offesa fatta da un certo Drouet ad una donna palermitana. Tale avvenimento fu l’occasione per cacciare gli odiati [[Angioini]], mentre veniva inviato ad assumere la corona del Regno [[Pietro III]] d'[[Aragona]]. Cominciò una guerra che sarebbe durata novant'anni, conclusasi con la pace di [[Caltabellotta]] nel [[1302]] e di [[Catania]] nel [[1347]].
 
==Gli Aragonesi==
 
Palermo passò da un sovrano all’altro della dinastia aragonese: [[Giacomo II]], [[Federico III di Aragona]] e l’isola fu lacerata dalle rivalità fra le famiglie nobili come i [[Ventimiglia (famiglia)|Ventimiglia]], gli [[Alagona]] e i [[Chiaramonte]], i quali si contendevano il potere nelle terre occidentali della [[Sicilia]]. Tracce artistiche del periodo aragonese troviamo in Palermo in alcuni palazzi sontuosi come lo Steri e Palazzo Sclafani di stile chiaramontano, mentre i commerci con [[Genova]] e con la [[Spagna]] fiorirono con lo scambio di materie prime e prodotti artigianali.
 
==La dominazione spagnola==
 
Nel [[1494]], alla morte di re Martino, la Sicilia venne annessa alla [[Spagna]] e Palermo diventava sede dei Viceré, i governatori a cui veniva affidato il potere nell’isola da condividere con i baroni. Furono espulsi gli [[ebrei]], istituito il [[Sant’Uffizio]], e crebbero i privilegi nobiliari. Tuttavia la città vide rilanciare l’attività artistica e la costruzione di sontuosi edifici pubblici come la chiesa di San Giuseppe, il teatro dello Spasimo e il nuovo assetto scenografico di Porta Nuova, pur frutto di pesanti tasse. Dopo Ferdinando d’Aragona il governo più tirannico fu quello di [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]], della dinastia degli [[Asburgo]] di Spagna, e di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] suo figlio, che esercitarono il potere da lontano servendosi dei baroni, i quali si circondavano di bravacci per esercitare la loro prepotenza. La città s’arricchì però, ad uso soprattutto delle classi nobiliari, dell’apertura di via Maqueda, della scenografia dei Quattro Canti, con statue innalzate ai sovrani come quella a Carlo V in Piazza Bologna, di mura robuste e bastioni per la difesa del territorio.
 
[[Image:Palermo Piazza Pretoria1.jpg|thumb|Piazza Pretoria]]
 
==I Borboni==
[[Image:Orto botanico PA.jpg|thumb|L'Orto botanico di Palermo ([[XVIII secolo]])]]
 
Coinvolta nelle guerre europee tra [[Francia]], [[Austria]] e [[Spagna]], nel [[1713]] col trattato di [[Utrecht]] la Sicilia passava a [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] per breve tempo, finché dal 1734 ritornavano i [[Borboni]] con Carlo III che scelse Palermo per la sua incoronazione del [[Regno delle due Sicilie]]. Sotto questo monarca la città vide crescere e sviluppare l’edilizia, l’industria, il commercio in modo fiorente. A lui successe il figlio Ferdinando, non molto gradito dai Palermitani, ma nel [[1798]] gli eventi della [[Rivoluzione francese]] costrinsero il sovrano a rifugiarsi a Palermo. Negli anni seguenti dal [[1820]] al [[1848]] la Sicilia venne coinvolta nei moti rivoluzionari che videro nel [[12 gennaio]] del [[1848]] un’insurrezione popolare capeggiata da [[Giuseppe La Masa]] che proclamava il primo parlamento e la monarchia costituzionale con comitati presieduti da [[Ruggero Settimo]]. Ma i [[Borboni]] ripresero il potere bombardando le città siciliane (re Ferdinando IV fu detto perciò “Re Bomba”) che avrebbero mantenuto fino allo sbarco di [[Garibaldi]]. Costui nel [[1860]], con la [[Spedizione dei Mille]] preparata dalla rivolta del [[4 aprile]] di [[Francesco Riso]], entrava trionfante a Palermo il [[27 maggio]], dopo aver assunto la dittatura dell’isola col proclama di [[Salemi]], chiamato a liberare la Sicilia dai Borboni da [[Rosolino Pilo]]. Dopo le battaglie vittoriose nell’isola col [[plebiscito]] del [[1860]], la Sicilia sceglieva l’annessione all’Italia una, libera e indipendente, che si sarebbe costituita in regno nel [[1861]].
 
==Dopo l'unificazione italiana==
[[Image:Palermo-Post-bjs.jpg|thumb|right|225px|Ufficio poste centrale di Palermo]]
[[Image:Palermo-Politeama-bjs-1.jpg|thumb|right|225px|Teatro Politeama da piazza Castelnuovo]]
Da allora la storia di Palermo ha seguito le vicende di quella italiana, con contributo dei Siciliani a tutte le guerre per l’espansione del territorio.
 
Tra [[XIX secolo|Ottocento]] e [[XX secolo|Novecento]] - grazie ad un gruppo di imprenditori illuminati (Florio, Ingham, Withaker) - Palermo vive una stagione di grande crescita economica e culturale (guadagnandosi l'appellativo di ''"Floriopoli"''). <br />
Successivamente, lo scoppio della [[prima guerra mondiale|Grande guerra]] prima e il [[fascismo]] dopo relegheranno la città ad un ruolo marginale nello scenario [[italia]]no.
 
Dopo l’ultima guerra mondiale, nella quale la liberazione dell’Italia ebbe inizio dell’armistizio di [[Cassibile]], dal [[1946]] parlamento è sede del Parlamento regionale ed è stata proclamata capitale della Regione a Statuto speciale sede dell’Assemblea a Palazzo dei Normanni.
 
Ripresasi dalle distruzioni del [[seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]], Palermo è oggi - anche in virtù del ruolo di capitale della Regione autonoma della Sicilia - una città a forte prevalenza di attività terziaria e caratterizzata da una vivace vita culturale.
 
Oggi il capoluogo siciliano deve la sua rivitalizzazione economica - oltre alle citate attività del settore terziario - ad una buona ripresa del [[turismo|flusso turistico]], favorito dal clima particolarmente mite di cui la città gode e dal ricco patrimonio artistico presente sul territorio.
Ciò malgrado, la criminalità organizzata continua ad avere un forte impatto sulla città, che continua ad essere afflitta da seri problemi economici e sociali.
 
Le lotte più significative dell’età contemporanea sono state quelle contro la [[mafia]] e il banditismo di [[Salvatore Giuliano]], che ebbe il suo regno nelle zone limitrofe di [[Montelepre]] e Palermo, ha vissuto purtroppo il peso del dominio mafioso per decenni, caratterizzati dalla speculazione edilizia, dal cosiddetto “[[Sacco di Palermo]]”. Nella lotta alla mafia sono stati colpiti uomini dello Stato, come il generale [[Carlo Alberto Dalla Chiesa]] e il presidente della Regione [[Piersanti Mattarella]] e soprattutto i coraggiosi magistrati come [[Giovanni Falcone]] e [[Paolo Borsellino]], uccisi nelle stragi di Capaci e Via D’Amelio, fino a Don Puglisi, martire nella sua difesa dei deboli nei quartieri più degradati.
 
Oggi Palermo, che s’affaccia sul più bel promontorio del [[Mar Mediterraneo]] fra [[Monte Pellegrino]] e il Capo Zafferano, lungo il pendio della Conca d’Oro, conta 700.000 abitanti ed è una città desiderosa di riscatto e di ritrovare l’antico splendore. Essa è il centro degli affari e dei commerci più importanti non solo dell’isola, ma con l’[[Africa]] e gli altri Paesi che s’affacciano sul [[Mar Mediterraneo]], sede di un’Università d’antiche tradizioni, aperta a molti studenti dei paesi islamici con i quali ha mantenuto antichi legami, forti delle sue origini. La sua espansione urbana è stata notevole, favorita nei collegamenti dall’autostrada che la unisce al resto dell’isola, dall’[[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi|aeroporto di Punta Raisi]] e dalle linee marittime recentemente incrementate, ma potrebbe tornare ad essere il centro di collegamento fra il Nord Europa e il continente africano se venissero valorizzati da un turismo intelligente i suoi tesori d’arte e di bellezze naturali.
 
==Voci correlate==
 
* [[Palermo]]
* [[Regno di Sicilia]]
* [[Elenco dei Sindaci di Palermo]]
{{NavSicilia}}
[[Categoria:Palermo]]
[[Categoria:Storia d'Italia per città|Palermo]]
[[Categoria:Storia della Sicilia| Palermo]]
 
[[en:History of Palermo]]