Carmelo Bene e L'ispettore Coliandro: differenze tra le pagine

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{{nota disambigua|il personaggio letterario che ha ispirato la serie televisiva omonima|Coliandro}}
{{P|tutta la parte dopo la biografia (su opera, stile, influenze, ecc) appare una [[WP:RO|ricerca originale]], in buona parte agiografica e scritta con stile scarsamente didascalico; molte poche anche le fonti, vi sono in prevalenza note, anch'esse carenti di fonti. In vari tratti questo stile diventa agiografico.|attori|gennaio 2015}}
{{FictionTV
{{Bio
|titolo italiano = L'ispettore Coliandro
|Nome = Carmelo Pompilio Realino Antonio
|immagine = Ispettore Coliandro.jpg
|Cognome = Bene
|didascalia = Immagine dalla sigla della serie TV (st. 1-4)
|PostCognomeVirgola = noto semplicemente come '''Carmelo Bene'''
|titolo originale =
|ForzaOrdinamento = Bene ,Carmelo
|titolo alfabetico = Ispettore Coliandro, L'
|Sesso = M
|paese = Italia
|LuogoNascita = Campi Salentina
|anno prima visione = [[2006]] – in produzione
|GiornoMeseNascita = 1º settembre
|tipo fiction = serie TV
|AnnoNascita = 1937
|genere = azione
|LuogoMorte = Roma
|genere 2 = commedia
|GiornoMeseMorte = 16 marzo
|AnnoMortegenere 3 = 2002noir
|genere 4 = poliziesco
|Epoca = 1900
|durata = 110 min (episodio)
|Attività = attore
|lingua originale = [[Lingua italiana|italiano]]
|Attività2 = regista
|aspect ratio = [[Rapporto d'aspetto (immagine)#Rapporti d'aspetto in uso nel passato e in epoca moderna|5:3]] (st. 1)<br/>[[16:9]] (st. 2+)
|Attività3 = drammaturgo
|ideatore = [[Carlo Lucarelli]]
|Nazionalità = italiano
|Categorieattori = no
*[[Giampaolo Morelli]]: Coliandro
|Immagine = Carmelo_bene.jpg
*[[Enrico Silvestrin]]: Trombetti
|Didascalia = Carmelo Bene
*[[Veronika Logan]]: Longhi
*[[Giuseppe Soleri]]: Gargiulo
*[[Alessandro Rossi (doppiatore)|Alessandro Rossi]]: De Zan
*[[Massimiliano Bruno]]: Borromini
*[[Paolo Sassanelli]]: Gamberini
*[[Enrica Ajò]]: Balboni
*[[Caterina Silva]]: Bertaccini
*[[Luisella Notari]]: Paffoni
*[[Benedetta Cimatti]]: Buffarini
|casa produzione = [[Rai Fiction]], Nauta Film (st. 1-4), Vela Film (st. 5+)
|inizio prima visione = 24 agosto 2006
|fine prima visione = in corso
|distributore = [[Rai 2]] (st. 1+)
|distributore 2 = [[Rai Play]] (st. 6+)
}}
'''''L'ispettore Coliandro''''' è una [[serie televisiva]] [[italia]]na trasmessa dal 2006 da [[Rai 2]], e dal 2017 anche da [[Rai Play]].
 
Diretta dai [[Manetti Bros.]],<ref name="Battistuzzi">{{cita web|autore=Giovanni Battistuzzi|url=https://www.ilfoglio.it/televisione/2018/11/13/video/ispettore-coliandro-settima-stagione-intervista-manetti-bros-224338/|titolo=L'eccezione dell'Ispettore Coliandro|data=13 novembre 2018}}</ref> la serie vede protagonista l'[[Ispettore (polizia italiana)|ispettore]] [[Coliandro#Personaggio televisivo|Coliandro]], interpretato da [[Giampaolo Morelli]]. Ideatore della serie è invece lo scrittore [[Carlo Lucarelli]]: Coliandro — un [[Polizia di Stato|poliziotto]] con tratti molto diversi dai tradizionali investigatori della [[Fiction televisiva|fiction]] e della narrativa italiana<ref name="Battistuzzi"/> — è una sua creazione tanto che, prima della trasposizione televisiva, il personaggio era stato il protagonista di alcuni suoi [[romanzo|romanzi]] [[Giallo (genere)|gialli]] nei primi anni 1990.<ref>{{cita web|url=http://www.movieplayer.it/serietv/news/l-ispettore-coliandro-debutta-in-tv_2451/|titolo=L'ispettore Coliandro debutta in tv|autore=Giulio Capriglione|data=23 agosto 2006}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=57944|titolo=Da Lucarelli e i Manetti Bros. un ispettore per la criminalità bolognese}}</ref>
== Biografia ==
Nasce a [[Campi Salentina]], in [[provincia di Lecce]]<ref>Carmelo Bene fa riferimento alla regione Puglia al plurale chiamandola "le Puglie". Il [[dialetto salentino]] appartiene al [[gruppo siciliano]] (così come il [[lingua siciliana|siciliano]]), a differenza dei vicini idiomi pugliesi. {{Citazione|Non esiste la Puglia, ci sono le Puglie. Nasco in terra d'Otranto, nel sud del sud dei santi. Mettere insieme Bari e Otranto sarebbe come dire che Milano e Roma siano la stessa cosa. Tutta la terra d'Otranto è fuori di sé|C. Bene e G. Dotto, ''Vita di Carmelo Bene'', op. cit. pag. 12}}</ref>, alle ore 9.30 del 1º settembre [[1937]], da genitori originari di [[Vitigliano]], frazione di [[Santa Cesarea Terme]]. I suoi genitori, Umberto Bene (1900 - ?) e Amelia Secolo (1905 - 1992), gestivano una fabbrica di [[tabacco]] dove lavoravano diverse centinaia di giovani operaie. Bene era un bambino gracile, timido, introverso e taciturno. Sua madre era fervente [[Cattolicesimo|cattolica]] e praticante, così il piccolo Carmelo si trova a servire «un'infinità di messe», sia a Campi Salentina che a [[Lecce]], dove abitava la zia Raffaella, anche tre o quattro al giorno<ref>Carmelo Bene e [[Giancarlo Dotto]]. ''[[Vita di Carmelo Bene|Vita di C.B.]]'', op. cit., pag. 22</ref>. Una vocazione, questa, che abbandona man mano, sino a diventare allergico a qualsiasi tipo di ritualizzazione religiosa.
 
Nonostante sia una serie TV, in pratica ogni episodio de ''L'ispettore Coliandro'' è un film TV [[Stand-alone (televisione)|a sé stante]], girato alludendo ogni volta a un diverso genere cinematografico e con molte citazioni verso alcuni modelli ispiratori,<ref name="Borriello">{{cita web|url=http://www.movieplayer.it/serietv/articoli/minchia-che-ispettore_5292/|titolo=Minchia, che ispettore!|autore=Massimo Borriello|data=20 gennaio 2009}}</ref><ref name="regia">{{cita web|url=http://www.lorenzograssi.it/coliandro/mitoregia.html|titolo=La regia}}</ref> tra cui le [[Cinema di genere|pellicole di genere]] interpretate negli anni 1970 e 1980 da [[Tomas Milian]] nel ruolo dell'ispettore [[Nico Giraldi]], o i classici polizieschi di [[Clint Eastwood]] nei panni dell'ispettore [[Harry Callaghan]].<ref name="Battistuzzi"/>
Frequenta la scuola degli [[Scolopi]] di Lecce, mostrandosi critico verso i propri insegnanti, definiti successivamente nella sua autobiografia<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pagg. 23-24</ref> come incompetenti in teologia, bestemmiatori e pedofili. Trascorre così l'infanzia perlopiù fra i vezzi di questa moltitudine di ragazze, la scuola degli Scolopi e le gite domenicali a Lecce. Dopo gli studi presso l'Istituto Calasanzio dei Padri Scolopi di Campi Salentina, ove frequenta le scuole medie e il [[liceo classico]] sino al secondo anno, conclude gli studi classici nel Collegio Argento dei Padri [[Gesuiti]] di Lecce.
[[File:Carmelo-bene-by-origa.jpg|thumb|upright|Disegno ritraente Carmelo Bene, realizzato da [[Graziano Origa]]]]
In seguito si iscrive, diciassettenne, alla Facoltà di Giurisprudenza a Roma, senza tuttavia frequentarla, tranne inizialmente per quel che riguarda le lezioni di [[anatomia]]. Si iscrive allo stesso tempo al primo anno dell'''[[Accademia Sharoff]]''. Intanto da Lecce gli arriva la cartolina [[precetto]] e parte così per la [[servizio di leva|visita di leva]], ma, contrario a utilizzare 18 mesi delle sue «numerose vite» svolgendo mansioni ritenute inutili, riesce a evitare di svolgere servizio militare fingendosi [[omosessuale]]. Anche all'esame psichiatrico risulta la sua [[ambivalenza]], guadagnando così l'attestato di RAM (ridotta attitudine militare)<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, ''op. cit.'', pagg. 47-48.</ref>.
 
== Trama ==
Nel [[1957]] si iscrive all'[[Accademia Nazionale d'Arte Drammatica|Accademia Nazionale d'Arte Drammatica «Silvio D'Amico»]] e ne frequenta i corsi per un solo anno, ritenendoli inutili<ref>Difficile stabilire dalle diverse testimonianze se Bene si sia volontariamente allontanato dall'accademia o sia stato piuttosto cacciato. [[Tonino Conte]], in ''L'amato bene'' (op. cit., pag. 15), tra gli altri, testimonia questa seconda possibilità, dicendo che Bene "era stato cacciato dopo uno spettacolo-saggio (un ''Caligola'' di Camus) considerato sgangherato e scandaloso dai docenti ma elogiato in un articolo di [[Nicola Chiaromonte]]".</ref>: esisteva un certo attrito fra lui e gli insegnanti, e lo stesso Carmelo Bene sintetizza i divergenti punti di vista affermando che «il metodo per risvegliare i sentimenti era l'[[accademia Sharoff]], quello per addormentarli la Silvio D'Amico». Aggiungendo: «Per fortuna, dopo un anno passai a ''non'' frequentare la Silvio D'Amico». Diventò presto famigerata la battuta: «Come va? Non c'è Bene grazie»<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pagg. 44 e 47. [[Giuliana Rossi]] nel suo libro ''I miei anni con Carmelo Bene'', pag. 18, riferisce che all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico il giovane Carmelo Bene fosse stato inizialmente rifiutato. Gli riuscì in seguito di iscriversi, grazie alla sua testardaggine, combinandone di tutti i colori per il suo carattere "irriverente e inopportuno", da qui la fatidica battuta «Non c'è Bene grazie».</ref>. Bene ricorda che alla ''Silvio D'Amico'', solo due insegnanti credevano in lui: l'insegnante di metrica e la signora Morino<ref>«Non s'accorgono, qui ce n'è uno solo di vero attore». (''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 45</ref>, trent'anni prima attrice con [[Ruggero Ruggeri]].
{{Citazione|L'ispettore Coliandro. Il braccio maldestro della legge.|[[Tagline]] della serie televisiva}}
[[File:P p pasolini.jpg|thumb|[[Pier Paolo Pasolini]], colui che lanciò definitivamente nel cinema Carmelo Bene con il film ''[[Edipo re (film)|Edipo re]]'' ([[1967]])]]
A Roma i genitori gli pagano l'affitto e un minimo di vitto, perciò in questi primi anni romani Carmelo, per sostenere la propria vita sregolata, deve lavorare di astuzia e praticare sotterfugi. In questi anni si ubriaca frequentemente e fuma molto. Finisce spesso per essere arrestato: «Bastava girare con la barba non rasa di un giorno» per essere fermato, interrogato o addirittura arrestato.
 
[[Coliandro#Personaggio televisivo|Coliandro]] è un giovane [[Ispettore (polizia italiana)|ispettore]], in servizio alla [[questura]] di [[Bologna]], che si ritrova sempre invischiato suo malgrado in vicende più grandi di lui. Tuttavia Coliandro non si tira mai indietro, ma la sua sbadataggine e la sua incapacità investigativa finiscono inevitabilmente per cacciarlo nei guai.
Nel solo anno [[1958]] Carmelo Bene trascorse «trecentoventicinque notti nei vari commissariati di zona»<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, ''op. cit.'', pag. 50</ref>. Debutta ventiduenne in teatro con ''[[Caligola (Carmelo Bene)|Caligola]]'' di [[Albert Camus]] nel [[1959]], per la regia di Alberto Ruggiero<ref>Conosciuto alla Silvio D'Amico. ({{cita libro|autore=G. Rossi|titolo=I miei anni con Carmelo Bene, op. cit, pag. 18}})</ref>. Dopo le prime esibizioni romane torna a [[Campi Salentina]] con l'intento di sposare [[Giuliana Rossi]], attrice fiorentina di sei anni più grande, mal vista dalla famiglia di lui<ref>{{Citazione|La presento ai miei con molta semplicità. "Questa è mia moglie". "Non avrai mica fatto, figlio mio, questa follia?", esalò mia madre. "No, ma la faremo quanto prima", non la rassicurai io. "Per il momento sono venuta a presentarvela" [...] Girava anche mia sorella Maria per casa. Siamo in piena ''traviata''. Sentivo nell'aria uno strano modo di pazientare. Un'ambigua tolleranza. Una quiete imbarazzante. Ci guardavano in tralice [...]|C. Bene e G. Dotto, ''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pagg. 102-103}}
Giuliana Rossi, riferisce di una radicata ostilità, motivata da pregiudizi, della famiglia Bene nei suoi confronti. {{Citazione|Tutti [della famiglia Bene] erano convinti che avessi corrotto Carmelo per sistemarmi in una famiglia ricca, come si consideravano [...] Mi accusarono di averlo drogato, di avergli dato cocaina, di essere un'avventuriera alla ricerca di soldi.|G. Rossi, ''I miei anni con Carmelo Bene'', op. cit. pagg. 21-22}}</ref>.
Il padre, in combutta con il primario, arriva a farlo internare al manicomio per un paio di settimane, con l'intenzione di scemare l'attrazione e l'intenzione a realizzare il matrimonio; Giuliana poi subisce esplicite minacce. Si sposano comunque a Firenze il 23 aprile del [[1960]], «più per accontentare la suocera che per effettiva vocazione»<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, ''op. cit.'', pag. 119. - Nella biografia di ''[[Sono apparso alla Madonna]]'' il matrimonio fiorentino viene definito "grottesco". (''[[Opere (Carmelo Bene)|Opere, con l'Aut.]]'' op. cit., pag. 1061)</ref> e dalla loro unione nasce un figlio, Alessandro, che viene allevato prevalentemente dai nonni materni e muore di tumore in giovane età<ref>«Appresi la notizia solo quindici giorni dopo. Un telegramma molto secco. "Tanto non te ne fotte nulla", fu la spiegazione. Avevo chiesto due milioni ai miei per tentare un intervento disperato in Svizzera. Mi negarono questi soldi. Per loro Alessandro era "il figlio della colpa". Questo figliolo fu alla fine vanamente operato in Svizzera. Sei mesi dopo morì. Non aveva ancora sette anni. Stramaledissi i miei». Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, ''op. cit.'', pag. 188. Nell'autobiografia di ''[[Sono apparso alla Madonna]]'' risulta che il figlio Alessandro «morì a cinque anni» (''[[Opere (Carmelo Bene)|Opere, con l'Aut.]]'' op. cit., pag. 1062).</ref> il 3 ottobre 1965 all'ospedale Meyer di Firenze.
[[File:Un amleto di meno-02.jpg|thumb|Carmelo Bene in una scena del film ''[[Un Amleto di meno]]'']]
In questo periodo fiorentino avviene l'incontro letterario fondamentale della sua vita; legge l'''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]''<ref>[http://it.youtube.com/watch?v=831235Pe3PE&NR=1 Carmelo Bene su James Joyce] intervista di Antonio Debenedetti, tratta dal programma televisivo RAI "Una sera, un libro" (''Youtube'')</ref> di [[James Joyce]]<ref>Sebbene pubblicato nel [[1922]], in Italia la prima traduzione integrale si ebbe soltanto nel [[1960]], ad opera di [[Giulio De Angelis]] per la casa editrice [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]]</ref> che lo affascina talmente da sconvolgerne il modo di pensare, sottraendogli gli ultimi residui di ''esistenzialismo''<ref>C. Bene e G. Dotto, ''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 113</ref>. Dopo questo primo impatto letterario Carmelo Bene lascia [[Firenze]], vivendo un periodo di «pura erranza»<ref>C. Bene e G. Dotto, ''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 115</ref>, «scombussolato», senza una meta, prima di approdare a [[Genova]]. Nel [[1960]] conosce e si lega in amicizia con [[Aldo Braibanti]] e [[Sylvano Bussotti]] il quale cura le musiche dello ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'' che si tiene a Bologna nello stesso anno. Con la seconda serie di repliche del ''[[Caligola (Carmelo Bene)|Caligola]]'' del [[1961]] Bene diventa «regista di se stesso», e da Genova in poi, non delegherà più a nessun altro la regia del suo teatro<ref>C. Bene e G. Dotto, ''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 118</ref>. Tra il [[1961]] e il [[1962]] realizza il primo ''[[Amleto]]'', «tutto [[William Shakespeare|shakespeariano]], non ancora pervertito in [[Jules Laforgue|Laforgue]]»<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pag. 124</ref>, e il primo ''[[Pinocchio (Carmelo Bene)|Pinocchio]]''. Dalla [[Compagnia D'Origlia-Palmi]], in auge a Roma tra gli anni trenta e settanta, Carmelo Bene ha modo di prelevare attori come [[Manlio Nevastri]] (in arte Nistri), [[Luigi Mezzanotte]] e [[Alfiero Vincenti]]:
{{Citazione|Giovanissimo capocomico, senza un soldo, circondato finalmente da guitti straordinari reperiti nel Borgo Santo Spirito dalla signora D'Origlia e dal cavalier Palmi, miei ottimi amici<ref>Carmelo Bene, ''Opere con l'Aut.'', op. cit., pag. 1071</ref>.}}
Dal 1961 fino al 1963 costituisce il cosiddetto "[[Teatro Laboratorio]]" (con gli attori prelevati dall'anzidetta compagnia), realizzato in un locale di [[Trastevere]], nel cortile al numero 23 di San Cosimato. Viene in seguito chiuso definitivamente a causa del fattaccio del «piscio» sulla platea e sull'ambasciatore argentino attribuito a Carmelo Bene, ma probabilmente perpetrato dal pittore argentino [[Alberto Greco]]. Al Teatro Laboratorio si allestiscono gli spettacoli cabaret con titoli significativi come ''[[Addio porco]]'', una specie di [[happening]], goliardata o presa in giro, che serviva a raggranellare denaro attirando gente snob e ricca a caccia di emozioni forti. Lo spettacolo ''[[Cristo '63]]'' (registrato da [[Alberto Grifi]] ma che viene censurato<ref>[http://www.lasinovola.it/archivio/letture/0601/GiulianaRossi.pdf lasinovola.it]</ref>) scatena più d'uno scandalo, fino ai tafferugli con la polizia. Bene racconta:
 
Nel corso delle sue indagini Coliandro riceve l'aiuto dei colleghi, gli ispettori Trombetti e Gamberini, e l'agente Gargiulo, mentre a mettergli costantemente i bastoni fra le ruote ci sono il suo superiore, il [[Commissario di polizia|commissario]] De Zan, e la dottoressa Longhi, [[Procuratore aggiunto|sostituto procuratore]], i quali non hanno mai visto di buon occhio le iniziative personali di Coliandro, e non nutrono grande stima di lui. In ogni indagine Coliandro è aiutato da una ragazza, sempre diversa (una testimone, un'amica, una parente della vittima) che, con le sue informazioni, lo aiuta a portare a termine l'indagine. Coliandro si prende sempre una cotta per la ragazza di turno ma, alla fine della vicenda, inesorabilmente, l'ispettore si ritrova come sempre solo e deluso.
{{Citazione|La sera della prima successe un parapiglia infernale. Questo [[Alberto Greco|Greco]], poco assuefatto al bere, si briaca di brutto [...] L'apostolo Giovanni (il Greco) cominciò a dare in escandescenze [...] In ribalta si alza la veste, mette il lembo fra i denti e comincia a orinare nella bocca dell'ambasciatore d'Argentina, della consorte in visone e dell'addetto culturale.<br />Nel frattempo, si faceva passare le torte destinate al dessert e le spappolava in faccia a quel diplomatico e signora [...] Fui condannato in contumacia [... e poi] assolto per essere estraneo ai fatti<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pagg. 131-132</ref>.}}
Lo stesso evento si ripeté successivamente in una villa sulla Cassia Antica messa appositamente a disposizione da una gallerista col solo scopo di far rivivere quel fatidico [[happening]], comprensivo di tafferugli, e questa volta furono i [[Re Magi]] che si misero a orinare addosso alle signore impellicciate<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pag. 152</ref>. In questi primissimi anni, dal ''[[Caligola (Carmelo Bene)|Caligola]]'' in poi, fino alla parentesi cinematografica, Carmelo Bene in definitiva non trae altro successo che dallo scandalo, come ricordano, fra gli altri, [[Franco Quadri]]<ref>Programma Rai. ''La voce che si spense'', prima puntata</ref>, [[Lydia Mancinelli]] e lo stesso Carmelo Bene nella sua autobiografia. D'altra parte [[Giuliana Rossi]] descrive Carmelo come un irresponsabile, cinico, sprezzante verso il prossimo, ma fascinoso e accattivante. Questo suo comportamento biasimevole, però, veniva compensato da una forza creativa e una cura straordinarie che dedicava ai suoi spettacoli.
 
Anche se Coliandro riesce ogni volta, in un modo o nell'altro, a venire a capo dell'indagine (ma solo grazie alla sua testardaggine e a dei provvidenziali colpi di fortuna), nessuno gliene rende mai merito. Alla fine l'ispettore è sempre costretto, suo malgrado, a subire punizioni per via del suo operato "poco professionale".
Sempre nel 1963 e quasi subito dopo la chiusura del Teatro Laboratorio, Carmelo Bene si imbatte casualmente, per la prima volta, in un'edizione laforguiana, che gli farà in seguito concepire poi i suoi ''[[Amleto (da Shakespeare a Laforgue)|Amleti]]''. Già pensa alla sua ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]''; legge ''The Monk'' di [[Matthew Gregory Lewis]] che porterà poi in scena il 12 ottobre [[1966]] al Teatro delle Muse<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pag. 163</ref>, con la rivisitazione<ref name="interprete">Bisogna valutare il fatto che Bene considera le sue versioni (teatrali, cartacee, radiofoniche, filmiche ...) non ''rivisitazioni'' o ''reinterpretazioni'' di un testo, ma una restituzione del così definito da Klossowski "significato metafisico del teatro". ''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 331</ref> dal titolo ''[[Il Rosa e il Nero]]''. Sempre nel 1963 viene allestito l<nowiki>'</nowiki>''[[Edoardo II (Carmelo Bene)|Edoardo II]]'' tratto da [[Christopher Marlowe|Marlowe]] che, in una delle sue repliche all'Arlecchino, vede fra gli spettatori la compagnia degli attori del [[Living Theatre]], di passaggio a Roma, con i quali Bene stringe amicizia. Lavora contemporaneamente all<nowiki>'</nowiki>''[[I polacchi (Ubu Roi)|Ubu roi]]'' da Alfred Jarry che porterà al Teatro dei Satiri e alla ''[[Salomè (Wilde)|Salomè]]'' da Oscar Wilde (con lo "straordinario" [[Franco Citti]] nei panni di Giovanni Battista) al Teatro delle Muse, davanti a un pubblico accanito e irriducibile composto da detrattori e da sostenitori ([[Ennio Flaiano]], [[Alberto Arbasino]], [[John Francis Lane]], [[Alberto Moravia]]).
 
== Episodi ==
Comincia in questo periodo il lungo sodalizio artistico-sentimentale con l'attrice [[Lydia Mancinelli]] la quale per la prima volta recita in ''[[La storia di Sawney Bean]]'' (su testo di [[Roberto Lerici (editore)|Roberto Lerici]]) del [[1964]]. Negli anni sessanta-settanta [[Lydia Mancinelli]]<ref>«Ben al di là della stucchevole donna amante. Molto più dell<nowiki>'</nowiki>''infermiera per amor dell'arte''. Dopo il fallimento cinematografico fu l'amministratore delegato della società per otto anni. Partecipò anche a tutti i miei film, salvo ''Capricci'' [...]» Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pag. 202</ref> e [[Alfiero Vincenti]] sono per Carmelo Bene due figure fondamentali e insostituibili. Il 1964 segna anche l'anno del debutto al [[Teatro delle Muse]] della prima ''[[Salomè (Wilde)|Salomè]]'' tratta da [[Oscar Wilde]], con la partecipazione di [[Franco Citti]] nella parte di Jokanaan<ref>La compagnia teatrale di questa Salomè veniva detta "di Regina Coeli", poiché in un modo o nell'altro, tutti avevano avuto a che fare col carcere.</ref>. Lo spettacolo è osannato da [[Ennio Flaiano]] e da [[Alberto Arbasino]], oltre che dal critico [[John Francis Lane]] del ''[[Times]]''; fu criticato invece aspramente da [[Giuseppe Patroni Griffi]]. Dello stesso anno è la ''[[Manon (Carmelo Bene)|Manon]]'', spettacolo teatrale tratto dalla [[Manon Lescaut]] di Prevost, le cui recensioni dell'epoca (come per gli altri suoi spettacoli) imputano un certo gusto per lo scandalo e una tendenza a voler stupire fine a sé stessa, cosa che Bene smentisce, asserendo che questa "rappresentazione" già era il suo "teatro degli handicap" a venire pienamente affermatosi negli anni ottanta<ref>Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, op. cit., pag. 182</ref>.
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[[File:Nostra signora dei turchi (scena 2).jpeg|thumb|Carmelo Bene in una foto di scena di ''Nostra Signora dei Turchi'']]
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Dopo il sequestro e la chiusura definitiva del Teatro Laboratorio trascorrono sei mesi con l'allestimento del ''[[Teatro Carmelo Bene]]'' al ''Divino Amore'' ([[1967]]), esperienza breve come l'altra precedente del ''[[Beat '72]]'', la cui apertura avviene nel [[1966]]<ref>[[Lydia Mancinelli]] ricorda: «...trovai questo locale al ''Beat 72'' dove pagai 150.000 lire al mese, un certo Ulisse [Benedetti], [...] lo affittai per tutta la stagione invernale; mi feci dare dal comune dei banchi di scuola, perché non avevamo i soldi per le poltrone, quindi facemmo una specie di anfiteatro, di gradoni degradanti, il palcoscenico era in basso e lì debutammo con ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]''». (Dal programma televisivo della RAI ''La voce che si spense'')</ref>. Inoltre, in questo stesso periodo, tra il [[1965]] e il [[1966]], Bene scrive i romanzi ''[[Nostra Signora dei Turchi]]'' e ''[[Credito italiano (romanzo)|Credito italiano]]'', portati poi a teatro. Ma, come tutta l'opera beniana di questo periodo, il successo ebbe più che altro un riscontro elitario. Viene portato in scena al Teatro delle Muse ''[[Il Rosa e il Nero]]'', rivisitazione<ref name="interprete" /> di ''The Monk'' di Matthew Gregory Lewis. Risale a questo periodo una testimonianza della trasmissione televisiva ''Avvenimenti 30''. La voce fuori campo del cronista commenta:
!Stagione!! Episodi!! Prima TV
{{Citazione|Un giovanotto magro, nervoso, spiritato, venuto dalle Puglie per inventare a Roma un suo personalissimo teatro. Si chiama Carmelo Bene. Non ha ancora trent'anni. Ha già scritto un romanzo ''[[Nostra Signora dei Turchi (romanzo)|Nostra Signora dei Turchi]]''. Ha diretto come attore, autore, regista, una decina di spettacoli. Dieci spettacoli, dieci polemiche clamorose. È un istrione? Oppure: è un genio? È un mistificatore? Su questi giudizi il pubblico e la critica si danno battaglia...<ref>Dalla trasmissione ''Bene! Bravo!'' della RAI di [[Marco Giusti]]</ref>.}}
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Carmelo Bene pensa ora di abbandonare il ''teatro'' per dedicarsi ad ''altro''. Nel [[1967]] [[Pier Paolo Pasolini]] lo invita a partecipare al suo film ''[[Edipo re (film)|Edipo re]]''. Intanto [[Nelo Risi]], avendo progettato un film su [[Pinocchio]], propone la parte della fatina a [[Brigitte Bardot]], quella di Pinocchio a Carmelo Bene e quella di [[Geppetto]] a [[Totò]]; ma questi morì proprio nel [[1967]], mandando in fumo il progetto. Nello stesso anno Bene inizia la sua esperienza da regista cinematografico, arrivando l'anno successivo a vincere il [[Leone d'Argento]] al [[Festival di Venezia]] con quello che viene considerato il suo capolavoro: ''[[Nostra Signora dei Turchi]]''. Fra i suoi principali amici e collaboratori di questo periodo vi furono il noto attore, autore e regista tarantino [[Cosimo Cinieri]], [[Mario Ricci]], [[Leo de Berardinis]], [[Piero Panza]] e il noto pittore e scenografo leccese [[Tonino Caputo]]. Nel [[1969]] vediamo Bene partecipare come attore in ''[[Umano non umano]]'', film di [[Mario Schifano]]. La ''parentesi cinematografica'' dura sino al [[1973]], costituita da una serie di lungometraggi come ''[[Capricci]]'' (1969), [[Don Giovanni (film 1970)|Don Giovanni]] ([[1970]]), [[Salomè (film 1972)|Salomè]] ([[1972]]), oltre al già citato ''Nostra Signora dei Turchi'', che spesso producono in Italia reazioni sconsiderate, violenza gratuita e spaccatura di pubblico e critica, tra fautori e detrattori. ''[[Un Amleto di meno]]'' segna la fine di questa meteorica apparizione cinematografica di Carmelo Bene, esperienza mai più ritentata.
| [[Episodi de L'ispettore Coliandro (prima stagione)|Prima stagione]]
| 4
| 2006
|-
| [[Episodi de L'ispettore Coliandro (seconda stagione)|Seconda stagione]]
| 4
| 2009
|-
| [[Episodi de L'ispettore Coliandro (terza stagione)|Terza stagione]]
| 4
| 2009
|-
| [[Episodi de L'ispettore Coliandro (quarta stagione)|Quarta stagione]]
| 2
| 2010
|-
| [[Episodi de L'ispettore Coliandro (quinta stagione)|Quinta stagione]]
| 6
| 2016
|-
| [[Episodi de L'ispettore Coliandro (sesta stagione)|Sesta stagione]]
| 6
| 2017
|-
| [[Episodi de L'ispettore Coliandro (settima stagione)|Settima stagione]]
| 4
| 2018
|}
 
== Personaggi e interpreti ==
Il [[1970]] è l'anno in cui Carmelo Bene conosce [[Salvador Dalí]] ed [[Emilio Villa]]<ref>Emilio Villa dedicherà nei primi anni settanta all'artista salentino il libro "Letania per Carmelo Bene". (Vedi anche {{cita pubblicazione|autore=Marco Palladini |titolo=Carmelo Bene - Emilio Villa. La grande poesia? si rivolge solo ai poeti|accesso=11 maggio 2013}})</ref>, che contribuiscono a segnare la sua esperienza artistica. In questo stesso anno un ''Don Chisciotte'' televisivo commissionato dalla RAI sfuma, poiché il progetto viene ritenuto "impopolare". Il cast d'eccezione contemplava, oltre a Carmelo Bene, artisti di fama come [[Eduardo De Filippo]], il clown sovietico Popov e [[Salvador Dalí]] (scenografo)<ref>Carmelo Bene e [[Giancarlo Dotto]]. ''[[Vita di Carmelo Bene|Vita di C.B.]]'', op. cit., pagg. 299-300</ref>. Stessa sorte toccò a un altro progetto filmico fatto insieme con [[Eduardo De Filippo|Eduardo]], tratto da ''[[La serata a Colono]]'' di [[Elsa Morante]].
{{vedi anche|Personaggi de L'ispettore Coliandro}}
Scrive inoltre ''[[A boccaperta]]'', pensato inizialmente come una [[sceneggiatura]] dedicata a [[San Giuseppe da Copertino]]. Partecipa inoltre in qualità di attore a film come ''[[Necropolis (film 1970)|Necropolis]]'' di [[Franco Brocani]] e a ''[[Storie dell'anno mille]]'' di [[Franco Indovina]]. Nel 1972-1973, Con il ritorno al teatro, dopo la parentesi cinematografica, Carmelo Bene ottiene un vero trionfo. Il primo spettacolo teatrale di ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]'', riportata di nuovo in scena, con le sue venticinque repliche romane, vede in platea un'infinità di "nomi che contano", tra cui [[Ennio Flaiano]], [[Alberto Arbasino]], [[Vittorio Gasman]], [[Mariangela Melato]], [[Giuseppe Patroni Griffi]], [[Alberto Moravia]], [[Renzo Arbore]], [[Gianni Morandi]], [[Gigi Proietti]], [[Elsa De Giorgi]], [[Enzo Siciliano]], [[Franco Franchi]] e tanti altri<ref>''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 319</ref>. Del 1973 sono le ''[[Le interviste impossibili|interviste impossibili]]'' radiofoniche con testi di Ceronetti, Sermonti e Manganelli, in cui Carmelo Bene e altri attori danno immaginificamente voce a vari personaggi storici e preistorici.
[[File:Nostra signora dei turchi (scena 3).jpeg|thumb|Carmelo Bene in una scena di ''Nostra Signora dei Turchi'']]
Il 1974 segna l'anno della sua prima apparizione in televisione con "Quattro modi di morire in versi: Majakowski, Blok, Esenin, Pasternak" con la collaborazione di Roberto Lerici e [[Angelo Maria Ripellino]], che ottiene un grande successo di pubblico e critica e un indice d'ascolto elevatissimo. Con gli anni settanta iniziano le assidue frequentazioni della [[Versilia]] dove Bene incontra intellettuali e uomini di cultura come [[Eugenio Montale]], [[Vittorio Bodini]], lo scultore [[Henry Moore]]. Inizia anche il febbrile interessamento di Bene per la storia medicea e in particolare per [[Lorenzino de' Medici]], detto Lorenzaccio, la "sfinge medicea", che lo farà "impazzire" per un decennio. Nel [[1975]] Carmelo Bene partecipa come attore nel film di [[Glauber Rocha]] ''[[Claro]]''. In questo stesso anno, durante la recita dell<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' al Manzoni di Milano, venne a sapere della morte del suo amico Pier Paolo Pasolini<ref>Carmelo Bene e [[Giancarlo Dotto]]. ''[[Vita di Carmelo Bene|Vita di C.B.]]'', op. cit., pag. 179</ref>.
 
* [[Coliandro#Personaggio televisivo|Ispettore Coliandro]] (stagione 1-in corso), interpretato da [[Giampaolo Morelli]].
La stagione teatrale continua nel 1976 al Teatro Metastasio di Prato con ''[[Faust o Margherita|Faust-Marlowe-Burlesque]]'' e ''[[Romeo e Giulietta (Carmelo Bene)|Romeo e Giulietta]]'' da W. Shakespeare. Tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta Bene conoscerà grandi successi. Nel [[1977]] viene messo in onda il ''[[Riccardo III (film 1979)|Riccardo III televisivo]]''. Alla prima al Teatro Manzoni il suo S.A.D.E. viene fatto sospendere dal questore di Milano per oscenità, provvedimento motivato apparentemente dalla presenza di nudi femminili sul palcoscenico. In questo stesso anno Bene ottiene un successo strepitoso in Francia, portando a Parigi (''Opèra-Comique'', ''Festival d'Automne'') i suoi spettacoli teatrali (undici repliche di ''[[S.A.D.E.]]'', sei di ''[[Romeo e Giulietta (Carmelo Bene)|Romeo e Giulietta]]'') e dove conoscerà [[Jean-Paul Manganaro]] e altri intellettuali francesi con cui intesserà rapporti duraturi e molto proficui. Nella capitale francese frequenta [[Gilles Deleuze]], [[Pierre Klossowski]], [[Michel Foucault]], conosce [[Jacques Lacan]] ed altri.
* Vice ispettore Trombetti (stagione 1), interpretato da [[Enrico Silvestrin]].
* Sostituto procuratore Longhi (stagione 1-in corso), interpretata da [[Veronika Logan]].
* Agente, poi Ispettore Capo Gargiulo (stagione 1-in corso), interpretato da [[Giuseppe Soleri]].
* Commissario De Zan (stagione 1-in corso), interpretato da [[Alessandro Rossi (doppiatore)|Alessandro Rossi]].
* Ispettore Borromini (stagione 1-in corso), interpretato da [[Massimiliano Bruno]].
* Ispettore Gamberini (stagione 2-in corso), interpretato da [[Paolo Sassanelli]].
* Agente Balboni (stagione 2, guest 3), interpretata da Enrica Ajò.
* Sovrintendente, poi Ispettore Bertaccini (stagione 3-in corso), interpretata da Caterina Silva.
* Vicedirigente Paffoni (stagione 5-in corso), interpretata da Luisella Notari.
* Sovrintendente Buffarini (stagione 5-in corso), interpretata da Benedetta Cimatti.
 
== Produzione ==
Il [[1979]] segna l'inizio del suo periodo cosiddetto ''concertistico'' e della [[#La macchina attoriale|macchina attoriale]], arrivando ad esibirsi alla [[Scala di Milano]] con un memorabile ''[[Manfred (Carmelo Bene)|Manfred]]'' in forma di concerto accompagnato dalle musiche di [[Robert Schumann]]. Di questo anno è un ''[[Otello, o la deficienza della donna|Otello televisivo]]'', realizzato a [[Torino]] insieme a [[Cosimo Cinieri]], ma il restauro e il montaggio venne iniziato soltanto nel [[2001]], sotto la vigile ''direzione'' di Bene<ref>L<nowiki>'</nowiki>''[[Otello (Carmelo Bene)|Otello televisivo]]'' fu proiettato per la prima volta, per commemorarne la recente scomparsa dell'artista, il 18 marzo [[2002]] al ''[[Teatro Argentina]]'' di Roma dalle ore 17.00 fino a mezzanotte; fu messo inoltre in onda su RaiTre su Rai Edu Cultura con varie e successive repliche.</ref>. Il 1980 vede la V edizione dello ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'' al Teatro Morlacchi di [[Perugia]] e l<nowiki>'</nowiki>''[[Hyperion (Carmelo Bene)|Hyperion]]''. In questo suo periodo di "approfondimento musicale", conosce e stringe amicizia con il tenore [[Giuseppe Di Stefano]], il quale amava appellarsi il "Carmelo Bene della musica", definito da questi a sua volta, in sintonia con Toscanini, "la più bella voce mai sentita"<ref>''Sono apparso alla madonna'', op. cit., pag. 1070</ref>.
[[File:Lucarelli.jpg|thumb|upright=0.8|Lo scrittore [[Carlo Lucarelli]], creatore del personaggio letterario di [[Coliandro]] e tra gli sceneggiatori della serie.]]
 
La serie nasce da un'idea del produttore Tommaso Dazzi, il quale, dopo aver letto il romanzo di [[Carlo Lucarelli]] ''[[Il giorno del lupo]]'' — il cui protagonista è il [[Sovrintendente (polizia italiana)|sovrintendente]] (poi [[Ispettore (polizia italiana)|ispettore]]) [[Coliandro]] — ha contattato lo scrittore per mostrargli il suo apprezzamento verso il romanzo, e per proporgli di realizzarne un adattamento televisivo.<ref name="Gambèro">{{cita web|url=http://magazine.libero.it/generali/protagonista/coliandro-carlo-lucarelli-ne9301.phtml|titolo=Coliandro? Il mio io cazzone|autore=Sara Gambèro|data=20 gennaio 2009|urlmorto=sì|accesso=26 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100812230140/http://magazine.libero.it/generali/protagonista/coliandro-carlo-lucarelli-ne9301.phtml|dataarchivio=12 agosto 2010}}</ref> Nel 2003 è così partita la realizzazione di un [[film per la televisione]] omonimo basato sul romanzo, prodotto da Dazzi e dalla [[Rai]], sceneggiato da Lucarelli assieme a [[Giampiero Rigosi]], e diretto dai [[Manetti Bros.]]<ref>{{cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3982129|titolo=Va in tv il «lupo» ideato da Lucarelli|pubblicazione=La Stampa|autore=Franco Giubilei|data=27 febbraio 2003|p=29|urlarchivio=https://archive.is/20120707154146/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3982129|dataarchivio=7 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref> Dopo questo film TV, la Rai diede il via libera alla produzione di una [[serie televisiva]] sulle avventure dell'ispettore, realizzata dallo stesso team di produttori, sceneggiatori e registi.<ref>{{cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=5160464|titolo=Lucarelli: in Rai il mio detective razzista|pubblicazione=La Stampa|autore=Franco Giubilei|data=5 aprile 2004|p=29|urlarchivio=https://archive.is/20120707064743/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=5160464|dataarchivio=7 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref>
Nel [[1981]], con la [[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]] dalla [[Torre degli Asinelli]] di Bologna, porta la lettura della [[Divina Commedia]] davanti ad un pubblico di oltre centomila persone, in occasione del primo anniversario della strage della stazione. Terza edizione del Pinocchio al [[Teatro Verdi (Pisa)|Teatro Verdi]] di [[Pisa]]. Nell'estate del 1982 a [[Forte dei Marmi]] scrive ''[[Sono apparso alla Madonna]]'', titolo che gli viene suggerito dall'inconsapevole [[Ruggero Orlando]], in preda ad una delle sue sbornie. Anche se contrito da vari malanni fisici e dagli abusi, prosegue forsennato, anche se in modo discontinuo, a calpestare le scene teatrali. Nel [[1983]] abbiamo la rappresentazione del [[Macbeth (Carmelo Bene)|Macbeth]] al Teatro Lirico di Milano, L<nowiki>'</nowiki>''[[Egmont (Carmelo Bene)|Egmont]]'' in Piazza Campidoglio a Roma; l<nowiki>'</nowiki>''[[Adelchi (Carmelo Bene)|Adelchi]]'' nel [[1984]] al Teatro Lirico di [[Milano]]; la seconda edizione di [[Otello o la deficienza della donna|Otello]] nel 1985 al Teatro Verdi di Pisa; ''[[Lorenzaccio]]'' nel [[1986]] al Ridotto del Teatro Comunale di Firenze. Il 12 settembre del [[1987]] Carmelo Bene è a [[Recanati]] per recitare i Canti di [[Leopardi]] e il 10 novembre dello stesso anno al Teatro Piccinini di Bari con ''[[Hommelette for Hamlet]]''.
 
Nel 2004, completate le riprese della prima stagione, e con la serie già venduta all'estero, la Rai decise però di bloccarne la messa in onda e di non programmarla per quasi due anni, poiché lo stile de ''L'ispettore Coliandro'', molto lontano dai canoni classici della [[Fiction televisiva|fiction]] italiana (violenza, gergo da strada, parolacce, pregiudizi), aveva generato preoccupazione per il suo impatto sul pubblico e sulle [[forze dell'ordine]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/19/Coliandro_ispettore_congelato_dalla_Rai_co_9_051219068.shtml|titolo=Coliandro, ispettore «congelato» dalla Rai|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Emilia Costantini|data=19 dicembre 2005|p=31|uròarchivio=https://archive.is/E6Ms|dataarchivio=11 luglio 2012}}</ref><ref name="Dipollina">{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/08/31/coliandro-un-poliziotto-da-conoscere.html|titolo=Coliandro, un poliziotto da conoscere|pubblicazione=la Repubblica|autore=Antonio Dipollina|data=31 agosto 2006|p=57}}</ref> La serie fu trasmessa per la prima volta soltanto nell'estate 2006:<ref name="Dipollina"/> nonostante l'infelice programmazione nel palinsesto, le vicende di Coliandro ottennero a sorpresa un riscontro superiore a ogni attesa — con il pubblico decisamente incuriosito da «uno sfigato che non diventa eroe, ma che riesce sempre in qualche modo a barcamenarsi»<ref name="Battistuzzi"/> —, tanto da indurre la Rai a dar loro un seguito realizzando una seconda<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200803articoli/31050girata.asp|titolo=Provaci ancora Coliandro|autore=Simonetta Robiony|data=16 marzo 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090210031609/http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200803articoli/31050girata.asp|dataarchivio=10 febbraio 2009}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/settembre/20/Promosso_Coliandro_ispettore_volgare_co_9_080920101.shtml|titolo=Promosso Coliandro, l'ispettore volgare|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Renato Franco|data=28 settembre 2008|p=61|urlarchivio=https://archive.is/20120707094622/http://archiviostorico.corriere.it/2008/settembre/20/Promosso_Coliandro_ispettore_volgare_co_9_080920101.shtml|dataarchivio=7 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref> e poi una terza stagione.<ref>{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/15494/lispettore-coliandro-3-riparte-la-fiction-firmata-da-carlo-lucarelli-manetti-bros|titolo=L'Ispettore Coliandro 3: riparte la fiction firmata da Carlo Lucarelli & Manetti Bros.|autore=Gabriele Capasso|data=1º settembre 2009}}</ref>
Nel [[1988]] Carmelo Bene viene nominato clamorosamente direttore artistico della sezione teatro della [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia|Biennale di Venezia]], suscitando non poche polemiche, finendo poi per degenerare il tutto in querele e contro-querele, ricorsi, per un'intricata faccenda di competenze e responsabilità, e addirittura di appropriazione indebita di opere d'arte. Il 12 gennaio [[1989]] vede la seconda edizione della ''[[La cena delle beffe (Carmelo Bene)|Cena delle beffe]]'' al Teatro Carcano di Milano (con la partecipazione dell'attrice [[Raffaella Baracchi]], che sposerà nel 1992) e il 26 luglio dello stesso anno il ''[[Pentesilea (Carmelo Bene)|Pentesilea]]'' al Castello Sforzesco che l'anno dopo, il 19 maggio, verrà ripreso a Roma, al Teatro Olimpico. Nonostante gli acciacchi e i diversi interventi chirurgici subiti, e che subirà ancor più in seguito, non tradirà la sua fama di ''enfant terrible''. Memorabili furono le sue apparizioni televisive a [[Mixer (programma televisivo)|Mixer Cultura]] (1988) e al [[Maurizio Costanzo Show]] ([[1994]] e [[1995]]).
 
Nel corso dell'estate 2009, in coda alle riprese della terza stagione, furono realizzati due episodi (''Anomalia 21'' e ''666''), che avrebbero dovuto far parte dei quattro nuovi episodi della quarta stagione; ma il 22 dicembre seguente il [[consiglio di amministrazione]] della Rai annunciò che, per problemi di budget, era stata decisa l'esclusione de ''L'ispettore Coliandro'' dal palinsesto televisivo,<ref>{{cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/spettacoli/2009/22-dicembre-2009/cartellino-rosso-rai-crimini-coliandro-1602194692288.shtml|titolo=Cartellino rosso Rai a ''Crimini'' e ''Coliandro''|autore=Sandro Di Domenico|data=22 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.sorrisi.com/2010/03/17/perche-fermano-coliandro/|titolo=Perché fermano Coliandro?|data=17 marzo 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100323003327/http://www.sorrisi.com/2010/03/17/perche-fermano-coliandro/|dataarchivio=23 marzo 2010}}</ref> mettendo quindi i due residui episodi in ''stand-by''. Dopo mesi di proteste da parte dei fan<ref>{{cita web|url=http://www.cinetivu.com/fan-club/lispettore-coliandro-i-fan-continueremo-a-protestare-finche-avremo-energie/|titolo=L’ispettore Coliandro, i fan: ”Continueremo a protestare finché avremo energie”|autore=Diego Odello|data=22 aprile 2010}}</ref> (tra cui anche dei veri [[Polizia|poliziotti]], i quali hanno aperto una pagina su [[Facebook]] per protestare contro il taglio degli episodi<ref>{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/18943/lispettore-coliandro-non-deve-morire-poliziotti-veri-aprono-gruppo-pro-morelli-su-facebook|titolo=L'Ispettore Coliandro non deve morire: poliziotti "veri" aprono gruppo pro Morelli su Facebook|autore=Stefano Sgambati|data=25 marzo 2010}}</ref><ref name="Giornale">{{cita web|url=http://www.ilgiornale.it/spettacoli/dopo_coliandro_ecco_crimini_il_giallo_sbiadito_raidue/29-03-2010/articolo-id=433353-page=0-comments=1|titolo=Dopo Coliandro ecco Crimini, il giallo sbiadito di Raidue|autore=Agnese Gazzera|data=29 marzo 2010}}</ref>), la Rai decise di mandare comunque in onda gli episodi già girati, riducendo la quarta stagione della serie, in pratica, a due soli episodi.<ref>{{cita web|url=http://cinema-tv.corriere.it/cinema/segnaliamo/10_marzo_19/l_ispettore_coliandro_0674f630-3345-11df-82b0-00144f02aabe.shtml|titolo=Torna Coliandro tra le polemiche|data=19 marzo 2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.lorenzograssi.it/coliandro/serie4intro.html|titolo=Quarta stagione}}</ref>
Alla fine del dicembre del [[1990]] Carmelo Bene è a [[Mosca (Russia)|Mosca]] per insistenza e intraprendenza di un suo grande ammiratore, [[Valerj Shadrin]]<ref>[[Valerij Šadrin]] era presidente dell<nowiki>'</nowiki>''Unione artisti sovietici'' ed ex ministro della cultura con [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]]. - [[Vita di Carmelo Bene|Vita di C.B.]]'', op. cit., sect. XIV, UNO ZAR A MOSCA, pag. 378</ref>, realizzando un successo strepitoso. Al suo seguito troviamo, tra gli altri, [[Camille Dumoulié]], [[Jean-Paul Manganaro]] ed [[Edoardo Fadini]]. Questa sua collaborazione e "ricerca teatrale" in terra russa durerà circa tre anni, suscitando, a dire di Bene, non pochi clamori e ostilità nell'ambito dell'[[Ente Teatrale Italiano|E.T.I.]]<ref>Nella sua ''[[Vita di Carmelo Bene|autobiografia]]'' leggiamo che la tournée di Bene in Russia venne mal tollerata dall'allora direttore dell'[[Ente Teatrale Italiano|E.T.I]], [[Bruno D'Alessandro]], e in seguito rinfacciata da [[Carmelo Rocca]] che gli avrebbe – secondo quanto dichiara Bene al [[Maurizio Costanzo Show|MCS]] del 1994 – minacciato ritorsioni contro.</ref> Nel febbraio del [[1992]] Carmelo Bene spende 200 milioni di lire per far pubblicare<ref>Nella sua apparizione al [[Maurizio|MCS]] del 1994, Bene però afferma, riguardo a queste inserzioni, che fu la sua Produzione e non lui a pubblicarle.</ref> e reiterare delle inserzioni pubblicitarie o propagandistiche sul "Messaggero" e la "Repubblica" che in definitiva si dimostreranno essere ''tout court'' potenti armi scagliate soprattutto contro il "Ministero dello spettacolo" e il ''Teatro Stabile''. Questo evento clamoroso fu infatti avvertito come una calunnia e un danno da parte degli interessati addetti ai lavori, tanto che seguiranno poi querele, con richiesta di risarcimento di due miliardi di lire, da parte del ''Teatro di Roma'', rivolte contro i quotidiani anzidetti e contro lo stesso Bene. Ecco l'incipit di uno stralcio estratto da quelle fatidiche inserzioni.
{{Citazione|Oggi lo Stato dello Spettacolo è in mutande: per sopravvivere ad ogni costo, minaccia contributi e sovvenzioni (a una marea indiscriminata di sfaccendati che - "quasi" nessuno escluso - può giovare al teatro in un solo modo: togliendosi di mezzo<nowiki>=</nowiki>disoccuppandosene) [...]<ref>Carmelo Bene e [[Giancarlo Dotto]]. ''[[Vita di Carmelo Bene|Vita di C.B.]]'' op. cit., sect. VI, IL DEBUTTO, pag. 63</ref>}}
 
Nonostante ciò, i fan della serie hanno continuato con varie iniziative la loro protesta per far sì che la Rai rimettesse in produzione ''L'ispettore Coliandro'' (compreso un massiccio ''[[mailbombing]]'' verso i vertici dell'azienda).<ref name="Giornale"/><ref>{{cita web|url=http://www.televisionando.it/articolo/ispettore-coliandro-i-fans-ancora-in-guerra-con-la-rai/26991/|titolo=Ispettore Coliandro, i fans ancora in guerra con la Rai|data=29 maggio 2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/20059/i-coliandrizzati-insorgono-ancora-nel-mirino-giorgio-buscaglia|titolo=I Coliandrizzati insorgono ancora: nel mirino Giorgio Buscaglia|autore=Stefano Sgambati|data=30 maggio 2010}}</ref> Inframezzata dal tentativo, da parte dei Manetti Bros. e di Morelli — i quali hanno sempre sostenuto attivamente le iniziative della ''[[fanbase]]'' —, di far approdare ''Coliandro'' al [[cinema]]<ref>{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/18717/giampaolo-morelli-a-tvblog-dopo-queste-nuove-puntate-lispettore-coliandro-potrebbe-sbarcare-al-cinema|titolo=Giampaolo Morelli: "Dopo queste nuove puntate L'ispettore Coliandro potrebbe sbarcare al cinema"|data=15 marzo 2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/cinematv/grubrica.asp?ID_blog=33&ID_articolo=1636&ID_sezione=260|titolo=Morelli "Il mio Coliandro ora va al cinema"|autore=Silvia Maria Perfetti|data=17 marzo 2010|urlmorto=sì}}</ref> coinvolgendo direttamente i fan nella scrittura di un [[Soggetto (cinema)|soggetto]],<ref>{{cita web|url=http://www.kataweb.it/tvzap/2011/10/27/coliandro-al-cinema-ma-scritto-dai-fan-318793/|titolo=Coliandro al cinema. Ma scritto dai fan|data=27 ottobre 2011}}</ref> nel 2015 la serie viene ufficialmente rimessa in produzione con la realizzazione di una quinta stagione,<ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/12/lispettore-coliandro-torna-in-tv-nuove-riprese-bologna-per-personaggio-lucarelli/1499882/|titolo=Ispettore Coliandro torna in tv, a Bologna le riprese per il personaggio di Lucarelli|autore=Annalisa Dall'Oca|data=12 marzo 2015}}</ref> in onda l'anno seguente.<ref>{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/1211477/palinsesti-rai-gennaio-marzo-2016-novita-programmi|titolo=Palinsesti Rai da gennaio a marzo 2016: Insinna farà Boss in incognito e lo speciale Lotteria, The Voice dal 24 febbraio|autore=Giulio Pasqui|data=20 novembre 2015}}</ref> Seguono due nuove stagioni tra il 2017 e il 2018, che consacrano definitivamente Coliandro a personaggio di culto della serialità italiana.<ref name="Battistuzzi"/>
Dopo pochi mesi di matrimonio con Raffaella Baracchi, i quotidiani riportano la notizia delle percosse inflitte da Bene alla moglie incinta di sei mesi, per fortuna senza gravi conseguenze né per la moglie né per il feto. Seguiranno poi querele e controquerele in cui vengono a trovarsi coinvolti direttamente anche i carabinieri<ref name="carmelobene.it">{{cita web| titolo=Morte di Carmelo Bene| url=http://www.carmelobene.it/MORTECarmeloBene.htm| accesso=9 ottobre 2010}}</ref>. Nel [[1994]] vediamo Bene con l<nowiki>'</nowiki>''[[Amleto (da Shakespeare a Laforgue)|Hamlet Suite]]'' al 46º Festival shakespeariano al Teatro Romano di Verona. Nel [[2000]] con la pubblicazione del poema [['l mal de' fiori]] viene acclamato "poeta dell'impossibile" dalla ''Fondazione Schlesinger'', istituita da [[Eugenio Montale]], la cui presidenza onoraria era tenuta allora da [[Rita Levi-Montalcini]].
[[File:Un amleto di meno-01.jpg|thumb|Carmelo Bene in una scena del film ''Un Amleto di meno'']]
Il 6 ottobre del [[2000]] Carmelo Bene affida, tramite pubblico testamento, i diritti delle sue opere alla fondazione l<nowiki>'</nowiki>''[[Immemoriale di Carmelo Bene]]''. Il 16 marzo del [[2002]] Carmelo Bene muore a Roma. [[Giancarlo Dotto]] così lo ricorda.
{{Citazione|Non è solo l'amico che manca, ma quella voce, chissà dov'è andata, quella voce che ci dava calma e forza, quella voce che dà la nostalgia di tutto ciò che abbiamo perduto senza avere mai avuto.<ref>{{cita web|autore=Giancarlo Dotto|url=http://www.immemorialecarmelobene.it/images/giancarlodotto.pdf|titolo=L'ultimo spettacolo la cura maniacale dei dettagli. Il buio. Le urla. Le invocazioni. Il brusio delle donne. Ritratto di un genio che ha messo in scena la sua morte|formato=PDF|accesso=22 ottobre 2010}}</ref>}}
 
=== Regia ===
Per espressa sua volontà il suo corpo fu cremato e il suo funerale non reso pubblico. La lapide riporta solo il suo nome e cognome e le date, di nascita e di morte. Anche dopo la morte, Bene non cessa di alimentare polemiche e contrasti<ref>{{Cita news |autore = |url = http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,page/id,0266_01_2002_0077_0035_2051589&s=ba9d6edde40a5fbb207fc7e7de024702 |titolo = Carmelo Bene, lotta per l'eredità |pubblicazione = [[La Stampa]] |giorno = 20 |mese = marzo |anno = 2002 |pagina = 31 |accesso=19 novembre 2010}})</ref>. Raccontano alcuni testimoni, tra cui [[Roberto D'Agostino]], che proprio durante la veglia funebre, ci fu un alterco verbale, che stava per degenerare in una violenta rissa, tra Luisa Viglietti (compagna di Bene negli ultimi suoi nove anni) con la Baracchi, la quale si era presentata con la figlia Salomè insieme al suo legale<ref name="carmelobene.it" />.
Tutti gli episodi della serie sono diretti dai Manetti Bros. I due fratelli hanno adottato uno stile di regia molto "spericolato", con un uso molto ridotto degli [[stuntman]] onde rendere le scene d'azione più autentiche. Per questo motivo non sono mancati incidenti sul set, con il protagonista Morelli che in un'occasione è ritrovato con una [[spalla]] [[Lussazione|lussata]] e un [[dito]] rotto, o l'attrice [[Cecilia Dazzi]] che per via di uno [[Munizione#Sparo a salve|sparo a salve]] troppo ravvicinato ha rischiato la [[vista]] e l'[[udito]].<ref name="Costantini"/>
 
=== Sceneggiatura ===
Come se non bastasse, alla successiva tumulazione ''ufficiale'' delle ceneri nel cimitero di Otranto sono seguite una serie di contrasti sulla loro definitiva e giusta sistemazione, che vedono come protagonisti contrapposti la moglie [[Raffaella Baracchi]] e la sorella Maria Luisa insieme a Luisa Viglietti, entrambe assenti al funerale ''ufficiale'', data la loro esplicita disapprovazione. La sorella in particolare lo ha commemorato (senza la presenza dell'urna) nel camposanto di [[Vitigliano]] ([[Santa Cesarea Terme]]), laddove riposano le ceneri della madre Amelia<ref>{{cita news| titolo=Contrasti tra i familiari. Due cerimonie funebri per Carmelo Bene con una coda polemica| url=http://edicola.unionesarda.it/print.aspx?Id=653075&ty=a| data=25 marzo 2002| mese=marzo| anno=2002 |accesso=9 ottobre 2010| pubblicazione=
[[File:L'Ispettore Coliandro - Giampaolo Morelli + Marco Manetti.jpg|thumb|left|[[Giampaolo Morelli]] (a sinistra), il protagonista della serie, assieme a Marco Manetti (a destra), regista della fiction assieme al fratello Antonio, sotto lo pseudonimo dei [[Manetti Bros.]]]]
L'Unione Sarda.it}}</ref>. Dopo più di sette anni dalla morte dell'artista salentino, la fondazione L<nowiki>'</nowiki>''[[Immemoriale di Carmelo Bene]]'' è {{chiarire|tuttora|quando?}} impedita nel dare avvio alle sue attività prefissate, stagnazione dovuta più che altro alla battaglia legale non ancora conclusa fra le parti in causa: [[Raffaella Baracchi]], Luisa Viglietti e Maria Luisa Bene<ref name=Russo>{{Cita pubblicazione |autore = Paolo Russo |url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/14/carmelo-bene-giallo-sei-anni-dalla-morte.html |titolo = Carmelo Bene, giallo a sei anni dalla morte |pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] |giorno = 14 |mese = gennaio |anno = 2009 |pagina = 11 |accesso = 20 ottobre 2010}}</ref>.
 
Caratteristica degli episodi della serie è l'essere scritti, di fatto, replicando sempre un ben noto [[canovaccio]] che non lascia spazio a sorprese: «l'ispettore ficcherà il naso dove non deve, si metterà nei casini, si innamorerà di una donna ovviamente bellissima, verrà scaricato e tutto andrà a finire più o meno bene, con un buon numero di cattivi morti e con l'immancabile incazzatura dei superiori».<ref name="Battistuzzi"/> Una scelta avallata dallo stesso inventore del Coliandro letterario, Carlo Lucarelli, anche dietro alle sceneggiature televisive, e che in questo senso propende per episodi ''[[Stand-alone (televisione)|stand-alone]]'' fruibili come «un romanzo o un fumetto di ''[[Topolino (libretto)|Topolino]]'' o ''[[Tex (fumetto)|Tex Willer]]''».<ref name="Battistuzzi"/>
Il 13 gennaio [[2009]] Maria Luisa Bene, sorella di Carmelo, annuncia ai media di non credere alla morte per cause naturali del fratello. "''Io, Maria Luisa Bene'' - dice la donna - ''avendo piena consapevolezza delle mie condizioni di salute, rendo noto di non intendere lasciare questa terra senza che il mondo sappia che mio fratello, Carmelo Bene, nominato '[[Ordre des Arts et des Lettres|chevalier des lettres et des arts]]' dal governo Mitterrand, è morto per mano altrui''"<ref>{{Cita pubblicazione |autore = |url = http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/persone/carmelo-bene/carmelo-bene/carmelo-bene.html |titolo = Giallo sulla morte di Carmelo Bene |pubblicazione = la Repubblica |giorno = 13 |mese = gennaio |anno = 2009 |accesso = 20 ottobre 2010}}</ref>. Per un motivo o per l'altro, non ultima l'evidenza della malattia, l'ipotesi dell'omicidio è stata accolta dal generale scetticismo di collaboratori e persone vicine all'attore.<ref name=Russo/>
 
A fronte di un panorama seriale che dagli anni 2000 in poi fa sempre più affidamento su trame orizzontali, molteplici ''[[sub-plot]]'' e numerosi colpi di scena, paradossalmente il ritorno a una «storia verticale, una serie classica, come i vecchi telefilm» ha portato ''L'ispettore Coliandro'' a distinguersi nettamente dai prodotti concorrenti; l'unica novità, l'unica nota di cambiamento da episodio a episodio è rappresentata dal tono della narrazione, da una messa in scena che ciclicamente si appiglia a un diverso genere ispiratorio:<ref name="Borriello"/><ref name="regia"/><ref name="Battistuzzi"/> come esemplifica lo stesso Antonio Manetti, «quando ha davanti un [[Lista dei cattivi nei film di James Bond|supercattivo]] alla [[James Bond]] Coliandro sembra essere all'interno di un [[Film di James Bond|film di 007]], quando ha a che fare con un [[serial killer]] sembra quasi muoversi in un film di [[Dario Argento]]».<ref name="Battistuzzi"/>
== Opera ==
{{vedi anche|Opere e poetica di Carmelo Bene}}
La sua discussa e controversa figura, spesso oggetto di clamorose polemiche, ha diviso critica e pubblico fin dagli esordi: considerato da alcuni un affabulante ingannatore e un presuntuoso "massacratore" di testi<ref>Il massacro dei “classici” e la loro manipolazione integrale: questo è un altro elemento da annoverare a favore di Carmelo Bene, come condizionamento di una scrittura drammaturgica ad una scrittura scenica. Il “massacro” avviene peraltro il meno gratuitamente possibile, quale eliminazione da un lato del reticolato ideologico immobile e dall'altro lato per inserimento del maggior numero di elementi di “contemporaneità”. (Giuseppe Bartolucci, da “La Scrittura scenica”, ''Lerici'', Milano 1969). In altri termini, quella che può sembrare apparentemente ''dissacrazione'' o ''massacro'' del "testo a monte", per Bene e per gli studiosi più avveduti non è altro che una rilettura o riscrittura dell'opera originaria a più livelli. Uno splendido saggio esplicativo a tal riguardo è ''[[Sovrapposizioni#Un manifesto di meno|Un manifesto di meno]]'' di Gilles Deleuze.</ref>, per altri Bene è stato uno dei più grandi attori del Novecento. Dalle dichiarazioni di Bene risulta evidente il suo disprezzo per certa critica teatrale, da lui ritenuta "piena di parvenus". Tra i primi a rendergli omaggio si ricordano alcuni tra i più illustri esponenti del mondo intellettuale dell'epoca, come, ad esempio, [[Eugenio Montale]], [[Alberto Moravia]], [[Ennio Flaiano]] e [[Pier Paolo Pasolini]]. Bene ebbe poi modo di collaborare, tra gli altri, con [[Pierre Klossowski]] e [[Gilles Deleuze]], i quali scrissero alcuni saggi sul modo di fare teatro dell'artista italiano. La lotta di Bene si rivolge contro il naturalismo e la drammaturgia borghese, contro le classiche visioni del teatro. Rivendica l'arte attoriale innalzando l'attore da mera maestranza (così definita da [[Silvio D'Amico]]) ad artista-personificazione assoluta del complesso teatrale. Il testo, poiché nato dalla penna di uno scrittore spesso avulso dal problema del linguaggio scenico, non può essere interpretato<ref name="interprete" />: esso deve necessariamente essere ricreato dall'attore.
 
Altra peculiarità del prodotto è la totale assenza di nomi di battesimo per i protagonisti, tutti identificati con i soli cognomi, Coliandro ''in primis'': anche questa una precisa scelta di Lucarelli in fase di ''script'', che oltre a palesare la preferenza dello scrittore per «cognomi che sembrano nomi», vuole anche far sì che la serie mostri una stretta aderenza con la realtà, poiché «nelle cerchie lavorative come la polizia (o come a scuola) ci si chiama spesso per cognome».<ref>{{cita web|autore=Solange Savagnone|url=https://www.sorrisi.com/tv/lispettore-coliandro-intervista-il-suo-ideatore/|titolo=L'ispettore Coliandro intervista il suo ideatore|data=18 febbraio 2016}}</ref> Ciò ha indirettamente dato vita a un discreto ''battage'' tra la ''fanbase'' della serie, che nel corso degli anni ha speculato attivamente circa la reale identità dell'ispettore.<ref>{{cita web|autore=Andrea Parrella|url=https://tv.fanpage.it/lispettore-coliandro-si-chiama-marco-carlo-lucarelli-svela-il-nome-del-personaggio/|titolo=L'Ispettore Coliandro si chiama Marco, Carlo Lucarelli svela il nome del personaggio|data=5 dicembre 2018}}</ref> In realtà già nel romanzo ''Il giorno del lupo'' viene citato di sfuggita il nome «Marco»,<ref>{{cita|Lucarelli|p. 101}}</ref> poi fugacemente presente, a mo' di ''[[easter egg]]'', anche negli episodi televisivi ''Black Mamba''<ref>{{cita episodio|titolo=Black Mamba|serie=L'ispettore Coliandro|stagione=5|episodio=1|canale=Rai 2|data=15 gennaio 2016|ora=0|minuto=23|secondo=55}}</ref> e ''Yakuza'';<ref>{{cita episodio|titolo=Yakuza|serie=L'ispettore Coliandro|stagione=7|episodio=1|canale=Rai 2|data=14 novembre 2018}}</ref> tuttavia lo stesso Lucarelli ha spiegato essere queste solo delle indicazioni fittizie, in quanto «ad un certo punto, per le schede tecniche, la Rai ci ha chiesto un nome per Coliandro, e così, senza pensarci troppo, abbiamo detto Marco».<ref>{{cita web|url=http://www.lorenzograssi.it/coliandro/faq.html#nome|titolo=Da dove viene il cognome Coliandro e come si chiama di nome?}}</ref>
Carmelo Bene è contro il teatro di testo, per un teatro da lui definito "scrittura di scena"<ref>La spiegazione di cosa sia la scrittura di scena è stata ampiamente spiegata in modo abbastanza esaustivo, sia da Carmelo Bene che da studiosi... Una fonte tra le altre è per esempio, la chiarissima spiegazione fornita da Carmelo Bene a ''Mixer Cultura''</ref>, un teatro del dire e non del detto. Fare "teatro del già detto" sarebbe un ripetere a memoria le parole di altri senza creatività, quello che [[Antonin Artaud|Artaud]] definiva un "teatro di invertiti, droghieri, imbecilli, finocchi: in una parola di Occidentali". È l'attore, con la scrittura di scena, a fare teatro ''hic et nunc''. Il testo viene considerato come "spazzatura", perché lo spettacolo va visto nella sua totalità. Il testo ha il medesimo valore di altri elementi come le luci, le musiche, le quinte. Il teatro di testo, di immedesimazione, viene definito da Bene come un teatro cabarettistico. Gli attori che si calano in dei ruoli, che interpretano, sono per lui degli intrattenitori, degli imbonitori, dei "trovarobe". Nel suo teatro, l'attore è l'Artefice. Il testo non viene più messo in risalto come nel teatro di testo, viene anzi martoriato, continuando un discorso iniziato da [[Antonin Artaud|Artaud]], che già aveva iniziato la distruzione del linguaggio, ma che per Bene fallì sulle scene, perché cadde nella interpretazione<ref name="interprete" />.
 
=== Cast ===
Bene distrugge l'Io sulla scena, l'immedesimazione in un ruolo<ref>Carmelo Bene realizzò una propria interpretazione di [[Amleto]] in cui recitava le parti più importanti privandole del rilievo meritato. Il monologo "Essere o non essere" era affidato ad un altro attore, che gli faceva da alter ego. Nelle diverse edizioni dei suoi ''Amleti'' (''[[Un Amleto di meno]]'', ''Hamlet Suite'', ''[[Hommelette for Hamlet]]'', ...), Carmelo Bene, non solo si priva del ''monologo'' dell'"essere o non essere", ma si discosta da tutte quelle parti significative (corroborate dalla tradizione recitativa teatrale) del ''testo a monte''; si svincola dal ''suo'' ''ruolo drammatico'', che viene supportato dallo sdegnato Orazio, costretto a leggervi (queste parti non ''sue''), in bigliettini fortuiti, stracciati dal copione, e consegnatigli da un [[Amleto]] che non ne vuol proprio sapere della sua ''parte'', che scantona, evita di intercalarsi nel ''ruolo'' che gli spetta, al quale non si sente affatto legato o partecipe, più che preparato. Nell'usuale "massacro" del ''testo a monte'', la figura di [[Amleto]] appare tutt'altro che enigmatica, turbata dallo spettro paterno, o dal suo dovere filiale di vendetta; Il Principe danese diventa talmente scaltro e opportunista che finisce addirittura per accordarsi con lo zio Claudio, il quale gli sborsa una certa sommetta, rateata di tanto in tanto, che gli consente di pagare così il suo silenzio o meglio la sua esenzione dal ''ruolo'' che gli spetta, come da copione. Spesso, oltre a filo rosso laforguiano, Carmelo Bene inserisce, in modo mirabile, nei suoi Amleti, degli ''insert'' estranei (tratti da [[Guido Gozzano|Gozzano]], per esempio) complicando ancor più il ''testo a monte'', definito dallo stesso Bene "cartastraccia". Vedi [[Un Amleto di meno]]</ref>, a favore di un teatro del soggetto-attore. Bene è stato definito ''Attore Artifex'', cioè attore artefice di tutto, e lui stesso preferiva definirsi, con un neologismo, una "macchina attoriale": autore, regista, attore, scenografo, costumista.<ref>A causa di questa sua pluri-funzionalità nella ri-scrittura dell'opera svolta dall'artefice e controllore, Piergiorgio Giacchè pensa che la definizione più pertinente sia quella di "uomo-teatro" (e non ''uomo di teatro''), attribuita a Bene per la prima volta da [[Ferdinando Taviani]], ma già riferita ad Antonin Artaud da Jean-Louis Barrault. (''Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale'', op. cit., pag. 57.)</ref> Buona parte delle opere letterarie di Carmelo Bene le possiamo trovare raccolte in un volume unico, dal titolo ''[[Opere (Carmelo Bene)|Opere, con l'Autografia di un ritratto]]'', nella collana dei Classici Bompiani. Inoltre ''[[Immemoriale di Carmelo Bene|La Fondazione Immemoriale di Carmelo Bene]]'' si preoccupa della "''conservazione, divulgazione e promozione nazionale ed estera dell'opera totale di Carmelo Bene, concertistica, cinematografica, televisiva, teatrale, letteraria, poetica, teorica, ...''"
Per la scelta del protagonista, Lucarelli inizialmente non aveva un'immagine precisa dell'attore che avrebbe dovuto impersonare Coliandro, in quanto la sua idea si basava semplicemente sui disegni che aveva realizzato [[Onofrio Catacchio]] in occasione della pubblicazione del [[fumetto]] ''[[Coliandro (fumetto)|Coliandro]]'' nella metà degli anni 1990, dove l'ispettore era stato tratteggiato con un volto tagliato e spigoloso alla [[Clint Eastwood]].<ref name="Gambèro"/> Al contrario i Manetti Bros. avevano personificato fin dal principio Coliandro in [[Giampaolo Morelli]], con il quale si erano già trovati a lavorare in passato.<ref>{{cita web|autore=Gianmaria Tammaro|url=https://www.esquire.com/it/cultura/tv/a13067970/coliandro-ispettore-serie/|titolo=«Io non sono Coliandro»|data=24 ottobre 2017}}</ref> Sicché al momento della scelta di Morelli, Lucarelli si è convinto dal fatto che «appena l'ho incontrato lui mi ha dato la mano "storta", come fanno i [[Polizia di Stato|poliziotti]] e i [[Arma dei Carabinieri|carabinieri]], in maniera molto professionale. E ho pensato: "Questo è perfetto". Poi il personaggio si è modellato su di lui».<ref name="Gambèro"/>
 
Morelli ha individuato il successo di un personaggio così atipico nel fatto che «[ognuno di noi] ci si ritrova [in Coliandro], inevitabilmente. E perché tutti gli eroi della nostra TV sono sempre positivi. Non so perché abbiamo perso quel senso un po' cinico della [[commedia all'italiana]]: [[Alberto Sordi|Sordi]], [[Vittorio Gassman|Gassman]], [[Ugo Tognazzi|Tognazzi]] rappresentavano uomini pieni di difetti, imperfetti. Oggi invece c'è 'sto piattume di personaggi tutti buoni. In Coliandro invece si vede un po' di sana cattiveria»<ref>{{cita news|url=http://www.lorenzograssi.it/coliandro/stampa/coliandrocity.pdf|titolo=L’ispettore Coliandro? Bello, sporco e cattivo|pubblicazione=City|autore=Angela Geraci|data=4 febbraio 2009|p=11}}</ref> perché «[lui è] un tonto, [...] privo di auto[[ironia]], [...] testardo e disordinato, con le incertezze e i pregiudizi. E per questo simile a molti di noi».<ref name="Vitali">{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/spettacoli_e_cultura/ispettore-coliandro/ispettore-coliandro/ispettore-coliandro.html|titolo=Il pubblico premia Coliandro, l'ispettore antieroe di Lucarelli|autore=Alessandra Vitali|data=10 febbraio 2009}}</ref> L'attore ha aggiunto poi, come ulteriore punto a favore, l'annotazione che questa serie «è il primo vero prodotto [televisivo [[italia]]no] rivolto ai giovani, un pubblico diverso per il quale è stato pensato un linguaggio diverso, e un personaggio diverso. [...] Le avventure di Coliandro potrebbero essere prese dalla cronaca di tutti i giorni. Come sfogliare un [[quotidiano]]. E forse è questo che appassiona lo spettatore».<ref name="Vitali"/> Lucarelli è sulla stessa lunghezza d'onda, spiegando come «l'immagine dell'antieroe [...] mancava tra i poliziotti televisivi conosciuti, che sono sempre "bellissimi". [...] Coliandro invece è proprio un antieroe: è tremendo, sfigato, prende cazzotti dall'inizio alla fine, però è buono e [[Onestà|onesto]] e soprattutto è in grado di cambiare sempre sé stesso, puntata dopo puntata, mutando i propri pregiudizi».<ref name="Gambèro"/>
=== Influenze sull'opera beniana ===
Sarebbe fuorviante parlare di "influenza" ''tout court'' sull'opera beniana, considerata l'impossibilità di trovare raffronti e/o filiazioni storico-geografiche, e come scrive [[Piergiorgio Giacchè]], "chi conosce Bene e il suo teatro, sa che la sua ''singolarità'' è assoluta".<ref>Piergiorgio Giacché, ''Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale'', op. cit., tav. XV.</ref> Bisogna considerare inoltre il fatto che già dagli esordi Bene si è dichiarato una volta per tutte "allievo di sé stesso".<ref>Gilles Deleuze scrive: « Si potrebbe dire che Bene non è il primo a fare un teatro della non-rappresentazione. Si possono citare a caso Artaud, Bob Wilson, Grotowski, il Living... Ma non crediamo alle utilità delle filiazioni. Le alleanze sono più importanti delle filiazioni e Bene ha alleanze estremamente diverse con essi tutti. Appartiene a un movimento che agita profondamente il teatro di oggi. Ma appartiene a un movimento solo per quanto egli stesso inventa, non inversamente ». (da ''Un manifesto di meno'', in [[Sovrapposizioni]], op. cit. pag. 89).</ref>
Stabilita questa ''unicità'' e dando al termine "influenza" un valore puramente indicativo e convenzionale, possiamo allora dire che tra le non poche "influenze", più o meno decisive, riscontrabili nella sua opera, si possono citare: [[Dante Alighieri]], [[Giacomo Leopardi]], [[De Sade]], [[Gabriele D'Annunzio]], [[Dino Campana]], [[Tommaso Landolfi]], [[Antonio Pizzuto]], [[Elsa Morante]], [[Emilio Villa]], [[Oscar Wilde]], [[James Joyce]], [[Thomas Eliot]], [[Franz Kafka]], [[Vladimir Majakovskij]], [[Charles Baudelaire]], [[William Shakespeare]], [[Christopher Marlowe]], [[John Donne]], [[Jules Laforgue]], [[Edgar Allan Poe]], [[Giovanni della Croce|San Juan de la Cruz]], [[Pier Paolo Pasolini]], [[Buster Keaton]]<ref name="keaton">{{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=NZSwDWYTepo&feature=related| titolo= Carmelo Bene su Keaton |accesso=13 ottobre 2010}}</ref>, [[Totò]], [[Jean Genet]], [[João César Monteiro]], [[Ettore Petrolini]], [[Peppino De Filippo]], [[Eduardo De Filippo]], [[Antonin Artaud]], [[Living Theatre]], [[Bertolt Brecht]] (con qualche riserva)<ref>Di [[Bertolt Brecht|Brecht]] si può dire solo ciò che sarebbe stato, qualora non fosse finito nelle grinfie di certi registi [...] L'intenzione di [[Bertolt Brecht|Brecht]] è tentare un ''déplacement'' della rappresentazione, ma tutto quello a cui arriva, a partire dai suoi testi, lo straniamento, è una rappresentazione al quadrato [...] - Carmelo Bene e [[Giancarlo Dotto]], ''[[Vita di Carmelo Bene|Vita di C.B.]]'', op. cit., pag. 322</ref>, [[Samuel Beckett]], [[Friedrich Nietzsche]], [[Emil Cioran]], [[Jacques Lacan]], [[Michel Foucault]], [[Gilles Deleuze]], [[Sigmund Freud]], [[Thomas Hobbes]], [[Ferdinand de Saussure]], [[Pierre Klossowski]], [[Leopold von Sacher-Masoch]], [[Salvador Dalí]], [[Francis Bacon (pittore)|Francis Bacon]], [[Giorgio De Chirico]], [[Giuseppe Verdi]], [[Gioachino Rossini]], [[Maria Callas]], e tant'altri.
Fuori dal campo dell'arte e della filosofia, hanno contribuito alla sua formazione (oltre alla famiglia e all'ambiente nativo salentino naturalmente), le influenze sospese tra una probabile storia e l'immaginario come [[San Giuseppe da Copertino]], [[Lorenzaccio]], la non-storia dei Santi.<ref>Piergiorgio Giacchè precisa che: « ... troppo importanti sono, per la ''sua'' arte, i fondamenti e i riscontri che gli offrono via via le vite e le opere di santi, poeti, filosofi, scrittori, pittori, musicisti... Un elenco sarebbe troppo incompleto e una loro gerarchia risulterebbe inammissibile, giacché non si tratta di cogliere qua e là contributi o di saccheggiare citazioni: per Bene "la cultura deve essere l'aria (non un'aria o l'area)" [...] E se si sceglie di abitare nell<nowiki>'</nowiki>''aria'', non può che essere una necessaria e necessitante libertà d'associazione ciò che ci guida in una ricerca che è pur sempre alla fin fine di "poesia". Su tutto il ''resto'', che è appunto soltanto "teatro", Carmelo Bene si lascia andare piuttosto a un eccessivo ed eccedente libertinaggio ». (''Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale'', op. cit., pagg. 59-60)</ref> Decisive furono inoltre le esperienze delle migliaia di messe servite, dove l'infante Carmelo incominciò quasi inconsapevole ad avere a che fare con "il teatro come incomprensibilità e come incomprensione tra officianti e spettatori"<ref>''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 25</ref>. Altra esperienza indimenticabile fu il mesetto, poi ridotto a due settimane, di permanenza in manicomio dove incominciò a rendersi conto del "linguaggio istituzionale normale" e quello "'scombinato o impeccabile" dei ''pazzi'', delle vere "macchine demolitrici"<ref>''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 102-111</ref>.
 
=== Il Grande TeatroRiprese ===
[[File:Bologna-SanPetronioPiazzaMaggiore1.jpg|thumb|La città di [[Bologna]], ___location insolita per il poliziesco italiano, fa da sfondo alle indagini di Coliandro.<ref name="Costantini"/><ref name="Bologna"/>]]
Il linguaggio e la terminologia usati per spiegare il suo modo di concepire e "dis-fare" il teatro sono unici e inequivocabili, mai tentati prima, perciò Carmelo Bene si sente sempre necessitato a precisare, dicendo che il ''Grande Teatro'', o altrimenti detto ''teatro senza spettacolo''<ref>Carmelo Bene parla di idiosincrasia assoluta fra "teatro e spettacolo. Dove c'è spettacolo non c'è teatro. Il teatro può dare osceno, proprio nell'etimo, ''porno'' nel senso proprio greco". (''Un dio assente'', op. cit., pag. 33)</ref>, è:
{{Citazione|... un non-luogo soprattutto; quindi è al riparo da qualsivoglia storia. È intestimoniabile. Cioè, lo spettatore per quanto Martire, testimone, nell'etimo [da ''martyr''], per quanti sforzi possa compiere lo spettatore, dovrebbe non poter mai raccontare ciò che ha udito, ciò da cui è stato posseduto nel suo abbandono a teatro.<ref>Video, ''[http://www.youtube.com/watch?v=Pkh6hd5vkm8 La macchina attoriale]'', a cura di Pietro Ruspoli & Tonino del Colle.</ref>}}
In questo Grande Teatro agisce, o meglio, viene agito il non-attore o la [[#La macchina attoriale|macchina attoriale]] (conseguenza del grande attore), non vi è rappresentazione<ref name="rappresentazione">Per Carmelo Bene la "rappresentazione" (di Stato) è un retaggio millenario, subentrata già con [[Eschilo]], [[Sofocle]], [[Euripide]] e [[Aristofane]].
L'artista salentino si considera invece come colui che ha riportato il teatro alla sua forma originaria barbarica.</ref> e rappresentanza, divisione dei ruoli, messaggio più o meno sociale, psicodrammaticità. In questa utopia o "non-luogo", viene a imporsi l<nowiki>'</nowiki>''[[#L'osceno, il porno, l'eros|osceno]]'' (fuori scena e fuori di sé) e l<nowiki>'</nowiki>''assenza'', il ''[[#L'osceno, il porno, l'eros|porno]]'' (l'aldilà del desiderio): tutti "concetti" di cui Bene ha dimostrato la sussistenza sperimentandoli in prima persona. Per questo sentiamo Bene sempre parlare di ''dis-fare'' e non di fare (teatro o altro), di ''di-scrivere'' e non di scrivere o descrivere, di ''non-attore'' e non di attore<ref name="operatore">Gilles Deleuze sottolinea il fatto che "l'uomo di teatro" non è più "autore, attore o regista", ma un "operatore", e che «l'orgoglio di Bene sta più nel far scattare un processo in cui egli è il controllore, il meccanico o l'operatore [...] piuttosto che l'attore ». (''Un manifesto di meno'', in ''Sovrapposizioni'', op. cit., pag. 88)</ref>, di ''non-luogo'', di ''assenza'' e non di presenza, di irrappresentabile e non di rappresentabile o rappresentazione, di ''porno'' e non di eros, di assenza di ruoli, di ''togliere di scena'' e non di mettere in scena, di ''essere agiti'' e non di agire, di ''esser detti'' e non di dire, ecc. La maggior parte degli studiosi concordano sul fatto che questa revisione totale del teatro (riferita al suo linguaggio, al modo, alla forma e alla sua stessa essenza), consente a Bene di essere annoverato fra gli "attori" di ''genio'' e non di ''talento''.
=== La macchina attoriale ===
La macchina attoriale (o C.B.) è la conseguenza del ''grande attore''<ref name="operatore" /> che si è svestito delle umane capacità espressive corporee (vocalità, espressione del viso, gestualità, ecc.), per indossare una veste amplificata sia sonora che visiva, comunque sempre vincolata e soggiacente alla ''phoné''. Prima di tutto è importante l'[[amplificazione]] della voce, che permette all'attore di ricondurre l'emissione sonora al proprio interno. La voce della cosiddetta ''macchina attoriale'' non è una mera e semplice [[amplificazione]] ma è un'estensione del ventaglio [[timbro (musica)|timbrico]] e [[Tono (musica)|tonale]], che, in questo caso, diventa un sistema unico e inscindibile, che ingloba [[corde vocali]], cavità orale, contrazioni [[Diaframma (anatomia)|diaframmatiche]], [[equalizzazione]], [[amplificazione]], ecc. La ''macchina attoriale'' è una fusione tra macchina e attore; l'[[amplificazione]] non è dunque una mera protesi ma un'estensione organica ulteriore dove la voce ormai non è più caratterizzata dalla sua ''fisicità'', ma prevalentemente, diciamo così, dal meccanismo sonoro. Così come non si possiede un corpo ma si è il corpo, allo stesso modo si è o si diventa [[amplificazione]], [[equalizzazione]], ecc.
Bene facendo un esempio dice che:
{{Citazione|L'[[amplificazione]] non è assolutamente un ''gonflage'', un ingrandimento, ma come guardare questa pagina: se io la guardo in questo modo, ecco, così, io vedo e così sento; ma se io avvicino questo [foglio], più l'avvicino, più i contorni vaniscono. I contorni vaniscono e non vedo più un bel niente.}}
E inoltre aggiunge che la macchina attoriale è:
{{Citazione|... lettura intanto, come nella poesia, nella concertistica,... (Io) ho bisogno sempre [...] di leggere, di essere detto, non di riferire la cosa... [...] non per ricordare, o nella presunzione che lo scritto corrisponda all'orale. [...] Lo faccio per dimenticare. La lettura come oblio. La lettura paradossalmente come non ricordo<ref>"È proprio per essere nell'oblio, che bisogna leggere! Perché se questo occupa anche un dieci per cento della memoria, della memoria d'attore, il gioco è finito". (''Un dio assente'', op. cit., pag. 87)</ref>.}}
Nel seminario del 1984 Carmelo Bene spiega molto chiaramente il perché di una "lettura come non ricordo": il grande attore o la macchina attoriale è obbligata a stornare l'attenzione dal ricordo onde controllare quella che in musica viene detta ''fascia'' (che comprende timbri e toni), laddove è racchiuso tutto il "delirio [della voce], della concentrazione", dal cui limite non si può uscire. "Questa è la ragione fondamentale perché", nonostante C.B. conosca "a memoria Leopardi come pochi", è costretto a leggere onde "controllare questa fascia e al tempo stesso verificare "l'idiosincrasia" tra quanto si sta leggendo e quanto sta divenendo di lui.<ref name="seminario 1984" /> Stornare completamente l'attenzione dalla "cadaverina mnemonica" è ''[[conditio sine qua non]]'' per far funzionare la macchina attoriale, dato che vi è una notevole mole di lavoro e concentrazione da dedicare altrove.
{{Citazione|I foniatri spiegherebbero benissimo l'immane fatica che bisogna fare a tirare una nota alta, mettiamo un SI, e poi scendere, scalare d'ottava, quindi andare due tonalità sotto, una sopra, senza uscire da questa ''fascia'' [...] Le corde vocali giocano nel palato... viene un gran mal di testa dopo un po'... e bisogna stare molto attenti perché si perde la voce con nulla.<ref name="seminario 1984" />}}
Per quanto riguarda la parte visiva della macchina attoriale, Carmelo Bene ricorda che, ''non solo l'orecchio'', ma anche.
{{Citazione|... l'occhio è ascolto. [...] Un'appoggiatura del capo, una frantumazione del gesto, uno due tre. ecc. e una disarticolazione del corpo...<ref>Video, ''[http://www.youtube.com/watch?v=Pkh6hd5vkm8 La macchina attoriale]'', a cura di Pietro Ruspoli & Tonino del Colle, op. cit.</ref>}}
 
Come accade nei romanzi, anche nella serie TV è [[Bologna]] che fa da sfondo alle vicende dell'ispettore: la città e il suo [[hinterland|retroterra]] sono infatti al centro dei gialli metropolitani raccontati in ogni episodio, i quali affrontano ognuno una diversa problematica della realtà urbana locale.<ref name="Costantini">{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/luglio/02/Arriva_ispettore_Coliandro_Sfida_giallo_co_9_040702089.shtml|titolo=Arriva l'ispettore Coliandro, sfida in giallo a Montalbano|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Emilia Costantini|data=2 luglio 2004|p=35|urlarchivio=https://archive.is/20130413025028/http://archiviostorico.corriere.it/2004/luglio/02/Arriva_ispettore_Coliandro_Sfida_giallo_co_9_040702089.shtml|dataarchivio=13 aprile 2013|urlmorto=sì}}</ref><ref name="Bologna">{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/07/30/lucarelli-il-mio-ispettore-imbranato-un-antieroe.html|titolo=Lucarelli: il mio ispettore imbranato un antieroe alla conquista della tv|pubblicazione=la Repubblica|data=30 luglio 2004|p=53}}</ref> In merito a ciò, Lucarelli ha detto che «Coliandro [è venuto fuori] per raccontare una sorta di metropoli che non esiste, come la Bologna di Coliandro, che ha delle connotazioni molto [[noir]]. È uno di quei personaggi che serve a raccontare la società in trasformazione di oggi; è un personaggio che vive per la strada, che vive anche tutti i [[pregiudizi]] che ci sono verso la contemporaneità ed è in grado di far vedere dove i [[Luogo comune|luoghi comuni]] siano tali oppure dove corrispondano alla realtà. È un personaggio molto vivo, che si fa passare addosso tutto quello che succede e quindi può servire a raccontare molte cose».<ref>{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/15599/lispettore-coliandro-svelato-da-carlo-lucarelli-un-personaggio-che-sa-raccontare-la-societa-di-oggi|titolo=L'ispettore Coliandro 'svelato' da Carlo Lucarelli: "Un personaggio capace di raccontare la società di oggi"|autore=Stefano Sgambati|data=14 settembre 2009}}</ref>
=== Scrittura di scena, testo a monte e teatro di regia ===
La scrittura di scena, come il grande attore, precede l'ulteriore sviluppo rappresentato dalla macchina attoriale C.B.
{{Citazione|Io ho ripreso il discorso di [[Antonin Artaud|Artaud]], [...] la ''scrittura di scena'' è tutto quanto non è il ''testo a monte'', è il testo sulla scena.<ref>Video, Mixer Cultura, 1987, condotto da Arnaldo Bagnasco</ref>}}
Precisando poi che l'importanza del testo nella ''scrittura di scena'' è del tutto uguale a qualsiasi altro oggetto che si trova sulla [[Spazio scenico|scena]], che sia più o meno significativo poco importa, come per esempio il parco lampade, un tavolo, un pezzo di stoffa, ecc.<br />Il ''testo a monte'', invece, non è nient'altro che il testo originale, riproposto così in maniera più o meno fedele. Il ''teatro di regia'' rappresenta dunque un progetto, una direzione, contrariamente al ''campo minato'' e allo ''sprogettare'' della ''scrittura di scena''.<ref name="phoné">Gilles Deleuze precisa che « la scrittura e i gesti di Bene sono musicali... » (''Un manifesto di meno'', in ''Sovrapposizioni'', op. cit., pag. 102). Piergiorgio Giacché ricorda che il nome Carmelo è stato soggetto a una serie di suggestioni che lo farebbero per esempio derivare in modo senz'altro immaginifico da ''carme'' e ''melos'' (''Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale'', op. cit., tav. IX). È il caso per esempio del poeta Emilio Villa che parla di Carmelo e della sua voce come ''voix Charmehêlée''.</ref>
=== La phoné ===
Il fatto paradossale è che il suo teatro così ''incomprensibile'' abbia avuto infine, in modo prodigioso, un successo di vasta portata popolare. Questo equivoco lo spiega lo stesso Bene, dicendo che il linguaggio del Grande Teatro, ''incomprensibile'' per definizione, è comprensibile ''tout court'' su un piano d'ascolto diverso, essendo tutto affidato ai ''significanti'' e non al ''senso'' o al ''significato''. Quindi, come succede per la musica, il Grande Teatro è fruibile, comprensibile anche da persone che parlano lingue diverse, come per esempio [[Eschimese|eschimesi]], o cinesi, poiché la ''[[babele]] [[linguistica]]'' viene risolta tutta nella ''phoné'', e non nel ''senso''. La ''phoné'' viene espressamente definita da Bene come rumore, che comprende anche la musica e il dire.<ref name="phoné" />
La ''phoné'' è pur sempre un mezzo e non un fine, e a questo proposito Carmelo Bene fa una precisazione essenziale:
{{Citazione|Se qualcuno ha potuto definire la ''phonè'' una dialettica del pensiero, nego di aver qualcosa a che fare con la ''phonè''. Io cerco il vuoto, che è la fine di ogni arte, di ogni storia, di ogni mondo.<ref>''Un dio assente'', op. cit., pagg. 131-132</ref>}}
=== Atto e azione, chronos e aion ===
L'altro pilastro su cui si basa il tipico modo di ''dis-fare'' il teatro di Bene è quello dell'impossibilità di una qualunque azione di ''realizzare appieno uno scopo, se non si smarrisce nell'atto''. L'atto è ciò che tenta di negare, di ostacolare, ovvero ''sgambetta l'azione, restando orfana del suo artefice''<ref>"Nessun'azione può realizzare il suo scopo, se non si smarrisce nell'atto. L'atto, a sua volta, per compiersi in quanto evento immediato, deve dimenticare la finalità dell'azione. Non solo. Nell'oblio del gesto (in questo caso ''tirannicida'') l'atto sgambetta l'azione, restando orfano del proprio artefice". (''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 237). Altrove Bene afferma che oltre "a uscire fuori dalla frastica: bisogna paralizzare l'azione", giungendo a quel che lui ama definire "l<nowiki>'</nowiki>''atto''. Mentre l'azione è qualcosa di storico, legato al progetto, l/nowiki>'</nowiki>''atto'' è ''oblio'': per agire, occorre dimenticare, altrimenti non si può agire. In questo una parola come attore va decisamente riformulata.
Mentre con attore s'intende per solito colui che fa avanzare l'azione, porgendo la voce al personaggio, io mi muovo in senso contrario. Vado verso l<nowiki>'</nowiki>''atto'', e cioè l'instaurazione del vuoto. Questo è il senso della sovranità o super-umanità attoriale. Ma per far questo si deve decostruire il linguaggio, spostando l'accento dai significati ai significanti che, come dice Lacan, sono stupidi, sono il sorriso dell'angelo. Occorre arrivare all'inconscio, a quanto non si sa, all'oblio di sé". (''Un dio assente'', op. cit., pag. 124)</ref>. Anche in questo caso abbiamo a che fare con ''significanti'' e non con ''significati''. Perciò Carmelo Bene scaglia anatemi ed improperi contro il teatro dell'azione o del "moto a luogo", che viene a svolgersi nel tempo ''[[Kronos]]'', contro gli "spazzini del proscenio" (così definisce gli attori) del ''teatro di regia'' a cui contrappone quello della ''scrittura di scena'' (e in seguito quello della ''[[#La macchina attoriale|macchina attoriale]]'') che accade nel tempo ''[[Aion]]''. Sulla dicotomia Kronos/Aion è forte l'influenza di [[Gilles Deleuze]] che in ''[[Logica del senso]]'' ([[1969]]) ne sviluppò la teorizzazione a partire dal pensiero degli [[Stoici]].
 
== Colonna sonora ==
=== L'osceno, il porno, l'eros ===
{{vedi anche|Colonna sonora de L'ispettore Coliandro}}
La [[colonna sonora]] della serie ''L'ispettore Coliandro'' è stata affidata al duo di musicisti [[Pivio e Aldo De Scalzi]], che hanno composto e diretto le musiche di tutti gli episodi, affidandosi alla collaborazione di [[Flaminio Maphia|G-Max]] e [[Vittorio De Scalzi]] per alcuni brani. Il genere scelto spazia dal [[funky]] anni 1970 all'[[Musica elettronica|elettronica]], dal [[jazz]] al [[rap]].
Carmelo Bene dice che:
:"''...osceno vuol dire appunto, fuori dalla scena, cioè visibilmente invisibile di sé''"<ref>Dalla trasmissione del [[Maurizio Costanzo Show]] del 1990.</ref>
Mentre cercando di definire la differenza tra ''eros'' e ''porno'' afferma che.
{{Citazione|L'erotismo è quanto di romanticamente stupido ci possa [essere]... appartiene all'io... [...] ...il plagio reciproco nella irreciprocità assoluta. [...] Il porno invece ... non è più il soggetto in quanto oggetto squalificato ma [...] è starsi da oggetto a oggetto, non da soggetto a soggetto.<ref>Dalla trasmissione ''Il Laureato'', condotta da [[Piero Chiambretti]]</ref>}}
Inoltre, Carmelo Bene definisce il ''porno'' come ''l'eccesso del desiderio'', e più precisamente l'annullamento del soggetto nell'oggetto, quindi senza più la possibilità di un ''io desiderante''. Nel ''porno'' c'è ''incantamento'', smarrimento, dissolvimento, assenza; nell'Eros (''l'amor facchino''), c'è desiderio, e la conseguente ricerca febbrile del suo sempre frustrato e reiterato appagamento. Ancora Bene dà qualche ulteriore definizione dicendo che.
{{Citazione|... il porno si instaura dopo la morte del desiderio... - morto sacrificato eros - l'aldilà del desiderio.<ref>In realtà è una semplificazione estemporanea, poiché Bene preferisce parlare piuttosto di ''eccesso'' del desiderio che non di un ''aldilà'' del desiderio.</ref> Quando tu fai qualcosa al di là della voglia, la voglia della voglia, questo è il porno. È una svogliatezza.<ref>Definizione estemporanea fornita da Bene nel mentre dialoga con D'Agostino al ''[[Maurizio Costanzo Show]]'' del [[1994]]</ref> [...] il porno è il ''manque'', è quanto non è, è quanto ha superato se stesso, è quanto non ha voglia...<ref>Bene aggiunge infine un'analogia riferita all'erezione maschile e cioè che il porno ''è quanto non gli tira, pur tirando non tira. È stirato. Per sempre.''</ref>}}
Il teatro di Carmelo Bene è specificamente nel ''porno'' e nell<nowiki>'</nowiki>''osceno'', non vi è possibilità di ''comprensione'', poiché si è ''compresi'', come del resto non ci può essere ''rappresentazione'', poiché essa appartiene al ''teatro di regia'', e non alla ''scrittura di scena''. In questo caso la ''perdita del senso'' (non essendoci né rappresentazione né comprensione) è il presupposto fondamentale dell'osceno e dell'assenza. Si è nel ''porno'', da non confondersi con la [[pornografia]] nel senso usuale del termine. L<nowiki>'</nowiki>''osceno'', o meglio l<nowiki>'</nowiki>''o-sceno'', è l<nowiki>'</nowiki>''altrove'', ''non essere dove si è'', un superamento spazio-temporale, il ''non essere in scena''; e Bene dice paradossalmente, appunto, di ''togliere'' e togliersi ''di scena'', smarrire così anche e soprattutto l'identità, lo scopo per cui ''si è agiti'', il ''senso'' e la direzione. ''Smarrirsi per non più ritrovarsi''. C'è tutta questa ''passiva attività'', questo scacco all'arroganza dell'io e del suo ''teatrino occidentale''.
 
Oltre a ciò, la serie si è avvalsa episodicamente anche dei contributi musicali di vari artisti italiani, sia della scena nazionale che del [[Musica indipendente|panorama indipendente]]. Tra di loro [[Neffa]] che, oltre aver recitato come [[guest star]] nell'episodio ''[[Episodi de L'ispettore Coliandro (prima stagione)#Il giorno del lupo|Il giorno del lupo]]'', ha eseguito una sua canzone inserendola così nella serie (ma non negli album contenenti le colonne sonore). Sono stati inoltre utilizzati ripetutamente, a partire dalla seconda stagione della serie, alcuni brani della band [[heavy metal]] italiana [[Death SS]], fra cui ''Terror'', ''Vampire'', ''Venus' Gliph'', ''S.I.A.G.F.O.M.'', ''The Healer'', ''Hi-Tech Jesus'' e ''Revived'' (quest'ultimo un inedito). Tra le colonne sonore degli episodi entrano a far parte anche brani editi di cantautori e band italiane come [[Luca Carboni]], [[Misero Spettacolo]] e le [[Bambole di pezza]]. Inoltre, spesso gli stessi cantanti e le stesse band hanno avuto dei [[cameo]] all'interno della serie.
=== Sospensione del tragico ===
Carmelo Bene ne parla in questi termini.
{{Citazione|Un'azione fermata nell'atto è quanto m'è piaciuta definire ''sospensione del tragico''. È così che, grazie all'interferenza d'un accidentaccio, la surgelata lama del ''comico'' si torce lancinante nella piaga inventata tra le pieghe risibili-velate della rappresentazione nel teatro senza spettacolo.<ref>Carmelo Bene, Opere con l'Aut., op. cit., tav. X</ref>}}
Il ''teatro della rappresentazione'' cerca di rendere la ''tragedia'' attendibile, credibile, con mezzi modi e maniere; mentre per Bene si tratta di minarne il suo ''senso'' dalle fondamenta. Sono fondamentali perciò tutta una serie di ''handicap'' appositamente creati sulla scena che consentono di trasgredire quanto prescritto e consolidato dalla tradizione. Ecco allora, per esempio, [[Riccardo III (film 1979)|Riccardo III]] deformarsi con protesi, che scivola malamente, imprevedibilmente; [[Un Amleto di meno|Amleto]] che rifugge completamente (sebbene ne sia invischiato fino al collo) dal suo ruolo tragico con diversi e astuti sotterfugi. Anche sul piano dei ''[[Monologo|monologhi]]'' e ''dialoghi monologati'' c'è questo ''sgambettarsi'', questo ''cortocircuitarsi'' del linguaggio, tale da rendere inattendibile l'evento. La ''tragedia'' viene ecceduta dal ''comico'', o diversamente detto: esiste una continuità tra il ''tragico'' e il ''comico'' e non un'effettiva apparente dissonanza; più che due facce della stessa medaglia, si tratta di una gradazione di infiniti doppi. Non c'è un margine che possa arginare il ''comico'' dal ''tragico'' o viceversa: si è in balia della trasgressione. Perciò, nel teatro di Carmelo Bene, il ''soggetto'' soltanto può essere ''assoggettato'' a questa ''variabilità'', perturbabilità fondante e non l'''Io'' che è ''rappresentativo'', svolgendo un ''ruolo istituzionale'' e di ''controllo'', anche quando sembra voglia ''trasgredire''.
=== Il comico ===
Carmelo Bene descrive il ''comico'', o meglio, il così da lui definito ''ipercomico'', come "''quanto di più asociale e libertino si possa concepire, se mai fosse concepibile''", affermando che...
{{Citazione|Il comico è cianuro. Si libera nel corpo del tragico, lo cadaverizza e lo sfinisce in ghigno sospeso.<ref>Carmelo Bene e [[Giancarlo Dotto]], ''Vita di C.B.'', op. cit., pag. 31</ref>}}
Perciò Bene considera gli attori come [[Roberto Benigni|Benigni]], [[Dario Fo]], [[Charlie Chaplin]], lo stesso [[Antonio De Curtis|Totò]] e persino il tanto da lui apprezzato [[Peppino De Filippo]], ben lontani dalla gelida lama e dal freddo cadaverico del ''comico'', poiché essi sono, chi in un modo chi in un altro, invischiati nella socialità, nell'intrattenimento, nell'attendibilità. Sono dei ''buffi'', delle ''macchiette'', contrariamente a quanto avviene per esempio nella ''sprezzante ironia'' di un [[Ettore Petrolini]]. Il ''comico'', secondo Bene, permane nel ''porno'' ed è in definitiva nient'altro che la ''spalla'' o ''stampella'' del ''tragico''.
=== Il femminile e l'avvento della donna a teatro ===
In età elisabettiana i ''ruoli femminili'' venivano recitati da maschi, e Carmelo Bene depreca l'abbandono di questa consuetudine, a favore dell'avvento, fatale, della donna sulla ''scena''; e qui ora uomini e donne sono relegati ai loro ruoli specifici, smarrendo entrambi il ''femminile''. Non si è più nel ''porno''; resta il rapporto duale maschio-femmina, la caratterizzazione del loro ''genere'' e sessualità. Non c'è più il ''gioco'', la trasgressione. E così si fa sul serio o si scherza, ma non si ''gioca'' più (in inglese recitare si dice ''to play'' e in francese ''jouer''). Carmelo Bene inoltre considera la donna poco o nulla ''femminile''<ref>Lo conferma anche la teoria [[Carl Gustav Jung|junghiana]] dell'anima e dell'animus, rispettivamente l'atteggiamento interiore dell'uomo e della donna</ref>, e si vede così costretto ad accollarsi il ''femminile'' che alla donna manca.
Spesso Carmelo Bene è stato accusato dalle femministe di maltrattare le donne a teatro<ref name="sessismo">Onde risolvere l'equivoco, Gilles Deleuze spiega: « È strano a tal proposito che alcune donne in collera, e anche alcuni critici, abbiano potuto rimproverare a Bene la sua messa in scena del corpo femminile, accusandolo di sessismo o di fallocrazia. La donna-oggetto di S.A.D.E., la ragazza nuda, passa attraverso tutte le metamorfosi che il padrone sadico le impone, trasformandola in una serie successiva di oggetti usuali; ma appunto, attraversa queste metamorfosi, senza mai assumere pose avvilenti [...] ». (''Un manifesto di meno'', in ''Sovrapposizioni'', op. cit., pag. 101)</ref>, alle quali ribatte fornendo l'esempio dell'[[Otello (Carmelo Bene)|Otello]] che è il ''suo'' più grande omaggio fatto alla donna, in quanto ''assente''.
=== Il degenere ===
Il ''degenere'' ("destabilizzazione di ogni genere"<ref name="seminario 1984">Seminario del 1984</ref>) nel teatro beniano sta a significare, oltre all'impossibilità di un'identificazione precisa ed univoca del genere teatrale ([[farsa (genere teatrale)|farsa]], [[commedia]], [[tragedia]], ecc.), anche la mancata o impossibile identificazione dell'[[attore]] o dell'artefice intercalato nei ruoli che gli dovrebbero competere, e ciò implica una completa revisione e trasgressione del ''testo a monte'', attuate nella ''scrittura di scena''. In senso lato, il ''degenere'' è tutto ciò che contraddice e non rispetta i luoghi comuni del teatro convenzionale, e in questo caso le acquisizioni accademiche essenziali del bagaglio di formazione attoriale, possono servire, se ''minate'' e disattese, alla macchina attoriale, per crearsi handicap irrinunciabili.
=== Oltre i modi ===
[[Gilles Deleuze]] definisce Carmelo Bene come colui che ''ha vinto la sfida del modale'', e quindi il suo teatro viene di conseguenza ad essere considerato, e ormai accettato dagli studiosi più seri e preparati, non un'' modo di fare'' teatro, ma un ''superamento dei modi''. I suoi presupposti si possono rintracciare nel suo decennale lavoro [[Disturbo ossessivo-compulsivo|ossessivo]]-[[mania (disturbi psichici)|maniacale]] di attivo destrutturatore dei linguaggio teatrale, cinematografico, prosodico, ecc. È lo stesso Bene a fornire questo ''bilancio'':
* squartamento del linguaggio e del senso nella discrittura scenica…
* disarticolazione del discorso succubo del significante
* togliere di scena (contro la confezione cultuale<!--ATTENZIONE! - lett. "cultuale" e non "culturale" come riportato in ''Opere di Carmelo Bene'', Autografia di un ritratto, XIII --- ed. aprile del 2002 -- la differenza tra ''cultuale'' e ''culturale'' non è poi così notevole, ma in assenza d'altro conviene attenersi alla versone letterale e non interpretativa//--> della “messa in…”)
* demolizione della finzione scenica…
* sartoria e scenotecnica-linguaggio
* rinnovamento radicale del poema sinfonico (s)drammatizzato
* la ''lettura attoriale'' come non ricordo del ''morto orale pre-scritto''.
* superamento d'Artaud e della “lingua degli angeli” mistico-espressionista (Blumner)
* la sospensione del tragico
* il cinema come immagine acustica…
* neotecnica televisiva, discografica e radiofonia/determinante premessa alla strumentazione fonica amplificata
* campionatura dei suoni e ri-conversione della voce
* l'amplificazione a teatro (finalmente)
* la macchina attoriale (tritalinguaggio-rappresentazione-soggetto-oggetto-Storia)<ref>Carmelo, Opere, Con l'Aut. op. cit. tav. XIII-XIV</ref>
=== Il depensamento e il problema del linguaggio ===
Il ''depensamento'' è, semplificando, l'opposto del ''pensare'', non riconoscer-si (simile al ''neti neti'' dello yoga) né a questo né a quello. Il ''depensamento'' può essere considerato come forma di meditazione oppure come un ''lavorio interno'', che conduce ad una ''non scelta'' tra gli infiniti ''doppi''. Questo prodursi può paragonarsi al ''flusso di coscienza'' (''stream of consciousness''). Il ''depensamento'' comunque non appartiene categoricamente a un metodo colto e aristocratico di sperimentazione e conoscenza, ma fa parte anche e soprattutto della tipica ''indolenza'' del Sud, della classe per così dire ''ignorante'', dei santi come [[San Giuseppe da Copertino]], verso il quale Carmelo Bene nutre un'empatia e una profonda attrazione.
Qui subentra ovviamente anche il discorso dell'interferenza del potere del ''linguaggio'' e del ''linguaggio'' del potere costituito a cui si è ''assoggettati''. Così come non si è nati per propria volontà<ref name="volontà">Al posto del proposito volitivo o della ''volontà'', Bene cerca di percorrere il cammino della cosiddetta ''nolontà'' che Schopenhauer chiama "volontà senza oggettità", ovvero, "niente rappresentazione, niente mondo. Si è al di là del principio del piacere". (''Un dio assente'', op. cit., pag. 121)</ref>, similmente si è ''succubi del linguaggio'' che dispone di noi, e di cui ''non ne disponiamo attivamente''; infatti Carmelo Bene dice, facendo proprio quanto già ribadito da [[Jacques Lacan|Lacan]]<ref>Bene dice: "... a Lacan interessava aver articolato l'inconscio come linguaggio. Io parto articolando il linguaggio come un incosncio, ma affidandolo ai significanti e non ai significati, in balia dei significanti..." (''Un dio assente'', op. cit., pag. 97)</ref>: "quando crediamo di essere noi a dire, siamo detti". Contrariamente alla [[grammatica]] della lingua, nel ''[[linguaggio]]'' il ''soggetto'' è colui che subisce, che è assoggettato.
Il linguaggio così istituito e sedimentato, come un coacervo tirannico di ''luoghi comuni'', è visto come una costante ed implicita minaccia che va debellata a tutti i costi. Per tutta la sua vita, il ''lavorio'' di Carmelo Bene è stato quello di dedicarsi a una pratica certosina di ''destrutturazione del linguaggio'', alla ricerca dei suoi ''buchi neri'', scardinando così la sua istituzionalizzazione e normalizzazione. Per quanto riguarda il lato ''artistico'', lo scopo di tutto ciò è dare adito alla possibilità della realizzazione del ''Grande Teatro'', o, in altri termini, del ''teatro senza spettacolo''. Ciò rende chiara l'idea di come il ''depensamento'' e il lavorio intentato per la ''destrutturazione del linguaggio'' vadano di pari passo. Carmelo Bene non s'illude e, come per il linguaggio costituito ''a priori'', al di là della volontà<ref name="volontà" /> del soggetto, si rende perfettamente conto che non si può evitare l'arroganza del ''potere del teatro'', istituzionalizzato, il cui referente è sempre il ''teatro del potere'', quello da lui definito ''di Stato'', ''della rappresentazione''. Nella memorabile trasmissione del [[Maurizio Costanzo Show|MCS]] del [[1994]] Bene con veemenza proferisce parole significative riguardo al ''linguaggio'' e al suo potere che va ben al di là del soggetto e della volontà<ref name="volontà" />.
{{Citazione|È ora di cominciare a capire, a prendere confidenza con le parole. Non dico con la Parola, non col Verbo, ma con le parole; invece il linguaggio vi fotte. Vi trafora. Vi trapassa e voi non ve ne accorgete}}
=== Il senso; significante e significato ===
Anche le parti [[Dialogo|dialogate]] nel teatro di Carmelo Bene si svolgono in forma di [[La voce di Narciso#Il monologo|monologo]], con la conseguente perdita del ''senso del dialogo'' o del ''discorso''. Si perde altresì il ''senso della direzione''. Spesso notiamo nelle ''performance'' di C.B., per esempio, che un urlo lanciato con veemenza invece di spaventare si autospaventa, come se trovasse di fronte un muro di gomma che lo restituisse al mittente; uno dei tanti altri esempi può essere quando ''[[Riccardo III (film 1979)|Riccardo III]]'' si sputa allo specchio dove si sta mirando, pensando o facendo credere di essere sputato. C'è in più questa perdita del ''senso di identità'', ''senso di causa ed effetto'', di agente e agito, fino a sfociare alla perdita dell'''identità del ruolo'', come in [[Amleto]] che non gradisce proprio la sua parte così come scritta nel [[copione]]. In una scena del [[Macbeth (Carmelo Bene)|Macbeth]], C.B. lancia un urlo e poi dice quasi rassicurato: "No, chi di voi ha fatto questo?.. Posso dire sono stato io?..." Nel teatro di C.B. è del tutto inutile e poco proficuo cercare il ''senso'', la direzione, il [[significato]] o ancor peggio il messaggio, poiché si è sempre ''in balia dei [[Significante|significanti]]''.
=== Essere e non-essere ===
Bene avverte nella coscienza dell'essere e dell'esserci una forma di strabismo che ci identifica in ciò che in effetti non siamo e non possiamo mai essere. Essere cosa? se tutto è in divenire? Carmelo Bene ripropone i tre assiomi di Gorgia:
: - Nulla esiste
: - E ammesso che qualcosa esista, non potremo mai conoscerlo
: - E pur ammettendo che fossimo in grado di conoscerlo, non avremmo alcuna possibilità di poterlo comunicare.
In questi tre paradossi gorgiani è facile rintracciare i concetti di ''assenza'', ''irrappresentabile'', ''incomunicabilità'', che caratterizzano il teatro e la pragmatica filosofia di C.B.
Il motto di Bene a tale proposito potrebbe essere, parafrasando la massima cartesiana, "non esisto: dunque sono"<ref>''La voce di Narciso'', in ''Opere, con l'Autografia d'un ritratto'', op. cit., pag. 995</ref>. Oltre che sui giornali, riviste e opere letterarie, non è affatto raro che anche nelle sue apparizioni televisive l'artista salentino affronti il problema dell'essere, dell'esserci e del non-essere, trovando addirittura offensivo (più che fastidioso) questo rivolgersi a lui in modo ontologico<ref>Al MCS, ''Uno contro tutti'', puntata del 27 giugno del 1994, Bene, furibondo, prorompe violentemente contro una certa Sonia Cassiani che, secondo lui, stava abusando del verbo "essere" nei suoi confronti: "Non parlo a chi mi rompe i coglioni con l'essere e con l'esserci, non parlo con l'ontologia. Abbasso l'ontologia. Me ne strafotto. Parli con il professore Heidegger, non con me, e vada a fare in culo".</ref>.
=== La coscienza, la cultura ===
La "coscienza" [non la coscienza in sé o il [[noumeno]] kantiano], o "conoscenza", è ciò che si è sedimentato culturalmente e socialmente, che Bene aggredisce senza ripensamenti, specialmente se la "coscienza"' stessa diventa o si identifica nel ''civile''. I suoi strali sono lanciati con rabbia anche contro la cultura (che per definizione è di Stato), il museo o il mausoleo, l'''imbellettamento dei classici'', le commemorazioni, la famiglia, ecc. L'elenco completo del resto sarebbe troppo esteso. Bene nella sua lettura [[Jacques Derrida|derridiana]], fa derivare etimologicamente "cultura" (nemica giurata dell'abbandono e della "divina stupidità") da ''colo'', colonizzare.
=== L'immagine ===
Il rapporto che Carmelo Bene ha con l'immagine non è espressamente di [[iconoclastia]], sebbene a volte possa sembrare il contrario<ref>La pellicola di ''Nostra Signora de' Turchi'' fu da lui e i suoi collaboratori calpestata, bruciacchiata con cicche e tagliuzzata, metodicamente, sotto gli occhi allibiti e sconcertati del nobile napoletano [[Franco Jasiello]] che ne aveva finanziato la realizzazione. Per quanto possa sembrare distruttivo, questo degrado della pellicola servì per creare degli effetti speciali particolari a delle intere sequenze consecutive in bianco e nero, che principalmente sembrano rieditare l'aspetto delle pellicole rovinate d'altri tempi.</ref>. Anzi, Bene afferma che l'immagine è volgare.
Questa ''destrutturazione'', più che distruzione, dell'immagine gli serve per portare l'ascolto su un diverso piano, talché anche l'immagine diventi funzionale e, comunque, sempre subordinata alla ''phoné'', accentuandone o caratterizzandone l'espressione, valorizzandola allo stesso modo della gestualità di un direttore d'orchestra. Carmelo Bene "crede molto nei volti", e nelle posture, più o meno cangianti, tanto che lo sfondo delle sue messe in scena è sovente, e quasi del tutto, monocolore, preferibilmente nero o a volte bianco. Lo spazio scenico, o dell'inquadratura, specialmente per quanto riguarda i volti in primo o primissimo piano e le figure, spesso è illuminato con un forte chiaroscuro.<ref>Nel seminario del 1984 Carmelo Bene chiarisce ancor più dicendo che
{{Citazione|...la scena non c'è più, non c'è più niente, anche le luci le tengo basse, voglio che non si veda niente, il meno possibile [...] io devo lavorare quando lavoro; voglio che il pubblico non si distragga a guardare il mio viso che si deforma per ottenere certi suoni, in un modo quasi mostruoso. [Si tratta] di chiudere, di lasciare veramente aperti i varchi al grande salto]}}</ref>
== La "''parentesi cinematografica''" ==
[[File:Salome CB-01.jpg|upright=1.4|thumb|Carmelo Bene in ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]'']]
La prima apparizione sul set [[cinema]]tografico di Carmelo Bene come attore è nell<nowiki>'</nowiki>''Edipo re'' di [[Pier Paolo Pasolini]] risalente al [[1967]]. La ''parentesi'' cosiddetta ''cinematografica'' va dal [[1967|'67]] al [[1972|'72]] e sarà quella che gli darà notorietà e risonanza internazionale, e in Italia non senza scandali e attacchi feroci, non solo dalla critica dei detrattori ma anche dagli spettatori comuni, che causarono devastazioni selvagge e incendi nelle sale in cui avvenivano le proiezioni. ''[[Hermitage (film)|Hermitage]]'' è il suo primo [[cortometraggio]]. Viene creata così la produzione C.B. che alla fine del quinquennio cinematografico subirà un rovinoso tracollo finanziario.
Il successo inizia con ''[[Nostra Signora dei Turchi]]'', presentato alla [[Mostra Internazionale del Cinema di Venezia]], dove vinse il premio speciale della giuria, in concorso con i film presentati di [[Nelo Risi]], [[Liliana Cavani]] e [[Bernardo Bertolucci]]. Seguiranno poi altri lungometraggi: ''[[Capricci]]'' ([[1969]]), rielaborazione personale dell'''[[Arden of Feversham]]'' di anonimo elisabettiano, ''[[Don Giovanni (film 1970)|Don Giovanni]]'' ([[1971]]), ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]'' (1972) e ''[[Un Amleto di meno]]'' ([[1973]]) con il quale termina l'interesse di Bene per il [[cinema]]. Tutte le produzioni della C.B. e della B.B.B.<ref>La B.B.B. ha prodotto ''[[Capricci]]'' e sta per Barcelloni, Bene, Brunet</ref> sono realizzate a bassissimo costo.
Le sue preferenze fin dagli esordi per [[Buster Keaton]]<ref name="keaton" />, e il totale disinteresse, se non disprezzo, per [[Charlie Chaplin]]<ref>Nella video-intervista fatta da Piero Panza, risalente alla "parentesi cinematografica, Bene parla di Keaton come "formula anti-chapliniana" e altrove più o meno nello stesso periodo, l'artista salentino definisce Chaplin un "guittetto ributtante" che insieme a tanti altri, tra cui [[Luis Buñuel]] (tacciato senza mezzi termini come "coglione"), sono "tutti fenomeni meschini e piccoloborghesi". (Intervista tratta da “Cinema & Film”, 11-12, estate-autunno 1970, pp. 276-279, Roma, maggio 1970. ({{cita web | coautori = Gianni Menon | autore = Adriano Aprà | url = http://www.agenziax.it/imgProdotti/19D.pdf | titolo = Conversazione con Carmelo Bene | accesso=8 novembre 2010 | formato = PDF | pagine = 84-98| anno = 1970}})</ref>, sono significativi per capire la ''matrice'' da cui evolverà il suo personale ''stile'' e il suo ''modo'' (oltre i modi) di fare cinema. Questo quinquennio gli è servito per ''demolire'' il cinema, infatti ''[[Nostra Signora dei Turchi]]'' viene oltretutto definito dallo stesso Bene ''una parodia spietata e feroce del cinema''. E lo stesso ''immoderato trattamento'' è ravvisabile in altre produzioni di questo periodo.
=== Considerazioni sul mezzo cinematografico ===
[[File:Nst 148.jpeg|upright=1.4|thumb|Carmelo Bene in ''[[Nostra Signora dei Turchi]]''|right]]
Secondo Carmelo Bene il [[cinema]], ultimo arrivato, è la ''pattumiera di tutte le arti'' (tranne i rari casi in cui il ''film filma se stesso''). Apprezza così [[João César Monteiro]], oltre a [[Buster Keaton]]<ref name="keaton" /> e pochi altri<ref>Della filmografia del suo amico Pasolini Carmelo Bene apprezzerà solo alcune cose di [[Salò o le 120 giornate di Sodoma]] che secondo l'artista salentino "non sono cinema"</ref>, coloro cioè che hanno ''superato il cinema stesso'', "poiché non si può fare cinema col [[cinema]], [[poesia]] con la poesia, [[pittura]] con la pittura, bisogna sempre fare altro...".<ref>La frase è citata da [[Rien Va]] di [[Tommaso Landolfi]]. [[Adelphi]], Milano, 1998, pag. 108. ISBN 88-459-1345-7. Carmelo Bene la ribadirà spesso, come al Maurizio Costanzo Show, nell'uno contro tutti del 1994, aggiungendo che "non si può vivere con la vita".</ref> Ritroviamo nel cinema, comunque, lo stesso ''furore iconoclasta'' e le ''posizioni estreme'' che caratterizzano la sua produzione teatrale.
Per Carmelo Bene l<nowiki>'</nowiki>''opera'' d'arte (il ''capolavoro'') deve rappresentare l'arte ''ecceduta'' e non un semplice ''decorativismo'' o ''confezione infiocchettata'', ovvero l'arte come ''superamento di se stessa''; in altri termini, riprendendo quando già detto da [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], fuori dell'opera d'arte "si è dei capolavori".<!-- Detto questo, se vogliamo fare una gradazione su ciò che Bene predilige, al primo posto c'è ovviamente il ''suono'' o la ''phoné'' che dir si voglia; al secondo posto l<nowiki>'</nowiki>''immagine fissa''; in ultimo abbiamo il cinema la ''settima arte'', ''pattumiera di tutte le altre arti''. Quindi Bene preferisce per esempio la [[Radio (mass media)|radio]] alla [[televisione]], la [[pittura]] oppure la [[fotografia]] all<nowiki>'</nowiki>''immagine in movimento''. Preferisce inoltre il teatro (senza spettacolo) al cinema, proprio per questa ''virtualità'' della pellicola che ha questo succedersi di tot fotogrammi al secondo.--> Bene era solito affermare che nei cosiddetti ''film d'azione'' non si "muove un bel niente", contrariamente a certi capolavori come le tele di [[Francis Bacon (pittore)|Francis Bacon]] o alcune opere del [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]] (come la ''[[Estasi della beata Ludovica Albertoni|Beata Ludovica Albertoni]]'') che possiedono una forma di "energia dinamica sospesa".
Carmelo Bene detesta gli ''effetti speciali'', il ''[[ralenti]]'' e lo ''[[zoom]]'' per esempio li trova oltremodo volgari. Se un ''torero d'arte''<ref>C. Bene, G.Dotto, ''Vita di Carmelo Bene''</ref>, come tenta di definirsi lui stesso, "mette in gioco la pelle", "il cinema invece non rischia la pellicola", non si mette in gioco, non sente il bisogno contingente di "''essere di qua e di là dalla macchina da presa''", di essere nell'immediato. In ''[[Nostra Signora dei Turchi]]'' proprio la pellicola fu variamente calpestata, bruciacchiata, rovinata in modo metodico. Bene ricordando quell'esperienza dice:
{{Citazione|La mia frequentazione cinematografica è ossessionata dalla necessità continua di frantumare, maltrattare il visivo, fino talvolta a bruciare e calpestare la pellicola. M'è riuscito filmare una musicalità delle immagini che non si vedono, per di più seviziate da un montaggio frenetico''.<ref>Dalla trasmissione della Rai ''[[Quattro momenti su tutto il nulla]].</ref>}}
 
Nel 2005 è stato pubblicato l'[[Album discografico|album]] omonimo contenente le musiche utilizzate negli episodi della prima stagione.<ref>{{cita web|url=http://www.lorenzograssi.it/coliandro/schedamusica.html|titolo=Canzoni e musica}}</ref> Nel 2011 è stato realizzato un nuovo disco, un doppio album contenente stavolta i pezzi utilizzati nelle restanti stagioni della serie.<ref>{{cita web|url=https://itunes.apple.com/us/album/lispettore-coliandro-original/id420390027|titolo=L'Ispettore Coliandro (Original Sountrack)|data=15 gennaio 2011}}</ref> Nel 2015 il gruppo Agua Calientes ha inoltre realizzato il brano ''Sbando'' che, pur non essendo parte della colonna sonora della serie, è dedicato al protagonista della stessa, contenendo campionamenti della voce dell'attore Giampaolo Morelli.<ref>{{cita web|url=http://www.kutmusic.com/agua-calientes-lispettore-coliandro-sbando.html|titolo=Agua Calientes & L'Ispettore Coliandro - Sbando|data=13 luglio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ilcentro.gelocal.it/tempo-libero/2015/11/09/news/sbando-brano-con-coliandro-dei-popolesi-agua-calientes-1.12418108|titolo=“Sbando”, brano con Coliandro dei popolesi Agua Calientes|data=9 novembre 2015}}</ref>
== Il rapporto con la critica ==
Bene ha sempre rifiutato "qualsiasi funzione di mediazione alla critica"<ref>{{cita web | coautori = Gianni Menon | autore = Adriano Aprà | url = http://www.agenziax.it/imgProdotti/19D.pdf | titolo = Conversazione con Carmelo Bene | accesso=8 novembre 2010 | formato = PDF | pagina = 85 | anno = 2007}}</ref>, al di là del metodo usato, della sua obiettività, accondiscendenza o buona fede.<ref>Carmelo Bene a ''Mixer Cultura'', citando [[Léon Bloy]], afferma che "il critico è colui che cerca ostinatamente un letto in un domicilio altrui" e, citando Oscar Wilde, aggiunge che "non si dà critico fuori dall'artista", concludendo che "l'artista è il critico; il critico quindi è l'artista. I critici artisti non sono; io sono il critico dei miei spettacoli".</ref> Secondo Piergiorgio Giacchè, «Carmelo Bene nega da sempre al critico-giornalista (e perfino al critico-studioso, che per lo più resta fastidiosamente esterno all'opera) una reale cittadinanza».<ref>''Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale'', op. cit., pag. 77</ref>
 
== Edizioni home video ==
Il disprezzo da lui riservato alla critica [[Teatro|teatrale]] e al [[giornalismo]] dei "[[Gazzetta|gazzettieri]]", è proverbiale.<ref>« [...] Scrivono quello che la massa vuole sentirsi dire [...] I giornalisti sono impermeabili a tutto. Se ne fottono di tutto. Arrivano sul cadavere caldo, sulla partita, a teatro, sul villaggio terremotato, e hanno già il pezzo incorporato. Il mondo frana sotto i loro piedi, s'inabissa davanti ai loro taccuini, e tutto quanto è per loro intercambiabile letame da tradurre in un preconfezionato compulsare di cazzate sulla tastiera. Cinici? No, frigidi. E arroganti. L'arroganza delle scimmie. Fanno ginnastica da un cadavere all'altro. Se ne fottono di tutto. Dategli due noccioline, quattro lire, un cadeau miserabile, quanto basta ». (Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, ''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag.</ref> Fin dall'esordio e per diversi anni, Bene fu stroncato o ignorato dalla critica e dai mass-media italiani. <!--All'estero, come in [[Francia]] e in [[Gran Bretagna]], era invece più apprezzato.--> Del suo debutto a Roma con ''[[Caligola (Carmelo Bene)|Caligola]]'', il giornalista [[John Francis Lane]] scrisse una recensione elogiativa sul ''[[The Times|Times]]'', provocando reazioni concitate tra i critici italiani che interpellarono lo stesso Lane per chiederne ragione.
[[Rai Trade]], sostituita poi da [[Rai Com]], ha distribuito ''L'ispettore Coliandro'' nel mercato [[home video]]. La serie è stata pubblicata in sette distinti volumi, ciascuno contenente gli episodi delle rispettive stagioni; nei [[DVD-Video]] sono presenti, oltre all'episodio integrale, anche alcuni contenuti extra. La prima stagione venne girata nel formato [[5:3]] e, di conseguenza, il primo volume DVD utilizza il formato 4:3 [[letterbox]]. Dalla seconda stagione, invece la serie viene girata in [[16:9]]; ciononostante, anche i successivi volumi DVD utilizzano il rapporto d'aspetto 4:3 letterbox.
{{Citazione|Abbiamo capito subito che era un attore straordinario e che avrebbe fatto bene al teatro. [...] E io ho scritto subito un articolo sul Times di Londra, dicendo che questo era un nuovo uomo di teatro eccezionale. La cosa ha fatto un po' scandalo a Roma perché dicevano: "... ma come? il Times parla di questo cialtrone?..." Poi questo cialtrone sarebbe diventato una icona della cultura italiana.<ref>[[John Francis Lane]], ''La voce che si spense'', op. cit.</ref>}}
 
== Accoglienza ==
In un'intervista televisiva del [[1968]] Carmelo Bene esplica la sua opinione:
[[Aldo Grasso]] del ''[[Corriere della Sera]]'' non è rimasto convinto dalla serie. Dopo la prima stagione il critico ha commentato che «la figura di un poliziotto cresciuto [...] con i film dell'ispettore [[Harry Callaghan|Callaghan]] [...] lascia un po' interdetti». Coliandro viene visto e percepito come un «cane sciolto», e per Grasso è questa la sua pecca maggiore, dato che «non c'è peggior [[Conformismo|conformista]] di chi si sente anticonformista». Sulla regia dei [[Manetti Bros.]] nota come i due tentino «una regia dal doppio registro: da una parte la storia dell'indagine, dall'altra la consapevolezza linguistica (il ricalco cosciente, la citazione, l'autoironia). Non sempre la miscela funziona», e così «la recitazione, costantemente sopra le righe, finisce per diventare di maniera (gli interpreti sono solo così così)», col risultato che «la leggenda del poliziotto "politicamente scorretto" finisce col diventare di una prevedibilità esasperata».<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2006/settembre/07/Noir_Lucarelli_Classico_all_Italiana_co_9_060907085.shtml|titolo=Il Noir di Lucarelli: Classico all'Italiana|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Aldo Grasso|data=7 settembre 2006|p=47|urlarchivio=https://archive.is/20120707002203/http://archiviostorico.corriere.it/2006/settembre/07/Noir_Lucarelli_Classico_all_Italiana_co_9_060907085.shtml|dataarchivio=7 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref>
{{Citazione|Io non ho davvero... rapporti con la critica. Sono loro che sono pagati per averne con me. Quindi per loro è un mestiere... Io non sono pagato per avere rapporti con loro. [...] Per capire un poeta, un artista [...] ci vuole un altro poeta e ci vuole un altro artista [...] La critica vive dalle 22 alle 24, cioè due ore la sera. Non puoi due ore la sera capire quello che invece io continuo a vivere ora per ora [...]<ref>Tratto da ''Bravo! Bene!'', trasmissione Rai di [[Marco Giusti]] - Carmelo Bene è intervistato per il suo [[Don Chisciotte (Carmelo Bene)|Don Chisciotte]], di [[Miguel de Cervantes]], con [[Leo de Berardinis]] e [[Perla Peragallo]].</ref>}}
 
Nello specifico della [[Episodi de L'ispettore Coliandro (seconda stagione)|seconda stagione]], Grasso ha invece criticato l'utilizzo di «storie sinistre e di [[Sinistra (politica)|sinistra]], con l'aria di chi racconta un giallo ma fa anche critica sociale impegnata», e con esso la [[Sceneggiatura|scrittura]] della serie, descritta come «furbetta e ammiccante», dove il personaggio di Coliandro è costruito «per rappresentare una sorta di controcanto al poliziotto tipico delle serie italiane». Critiche rivolte anche ai Manetti, in cui individua «tutta la presunzione di una certa scuola bolognese, tutto il fraintendimento della mistica del cult e dello stracult», e a [[Carlo Lucarelli]], «troppo impegnato all'edificazione del suo [[Io (psicologia)|Ego]] per dire ancora qualcosa di interessante».<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/spettacoli/09_gennaio_29/grasso_lucarelli_coliandro_43cb1d2a-edd7-11dd-b7db-00144f02aabc.shtml|titolo=Troppo furbetta la serie di Lucarelli|autore=Aldo Grasso|data=29 gennaio 2009}}</ref> Gli stessi concetti sono stati da lui ribaditi all'esordio della [[Episodi de L'ispettore Coliandro (terza stagione)|terza stagione]], a proposito della quale ha dichiarato che «''L'ispettore Coliandro'' [...] finge di essere "politicamente scorretto", ma poi delinquenti e violenti sono sempre [[fascisti]], e i poliziotti, invece, molto [[Progressismo|progressisti]]», mentre la recitazione «approssimativa» viene «trattenuta e mascherata da alcuni preziosismi registici, al limite però della leziosità», nonché da numerose citazioni. In definitiva per Grasso il personaggio Coliandro «è tutto "meta", dalle [[t-shirt]] alla [[suoneria]] del [[Telefono cellulare|cellulare]], dai continui rimandi alla serialità americana al calco citazionario di ''[[Per un pugno di dollari]]''».<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/03/Povero_Coliandro_meta_ispettore__co_9_090903092.shtml|titolo=Povero Coliandro «meta-ispettore»|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Aldo Grasso|data=3 settembre 2009|p=55|urlarchivio=https://archive.is/20120707032816/http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/03/Povero_Coliandro_meta_ispettore__co_9_090903092.shtml|dataarchivio=7 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref>
[[Giuliana Rossi]], all'epoca moglie di Carmelo Bene, descrive il rapporto conflittuale fra Bene e i critici italiani:
[[File:Edmondo Berselli.jpg|thumb|left|Il giornalista e scrittore [[Edmondo Berselli]] ha espresso critiche positive nei confronti della serie, lodandone messa in scena e veridicità.<ref name="Berselli"/>]]
{{Citazione|...appena Carmelo apriva bocca, la maggior parte dei critici che venivano a fare le recensioni al Teatro Laboratorio gli davano del "cretino" come minimo. La stampa parlava male, malissimo di lui [...] L'ostracismo del mondo della cultura italiana si manifestava anche nei confronti di chi aveva lavorato con lui. Quando alcuni attori si presentavano in altre compagnie teatrali, dicendo che avevano recitato con mio marito, gli chiudevano ogni porta senza giustificare il motivo. Appena veniva nominato "Carmelo Bene" il diniego era immediato.<ref>Giuliana Rossi, ''[[I miei anni con Carmelo Bene]]'', op. cit., pag. 55</ref>}}
[[Carla Tatò]] conferma lo stesso boicottaggio nei suoi confronti per il fatto di aver lavorato come attrice nel teatro di Carmelo Bene<ref>''[[La voce che si spense]]'', op. cit.</ref>.
 
[[Antonio Dipollina]] della ''[[La Repubblica (quotidiano)|Repubblica]]'' ha invece espresso entusiasmo per la serie, dichiarando come il prodotto, fin dall'inizio, sia «ottimo, godibile, diverso dal solito — soprattutto nella regia dei Manetti Bros. — e degno di quella (ampia) fascia di pubblico che dalla TV si è staccata da tempo abbandonando ogni speranza»,<ref name="Dipollina"/> e aggiungendo in seguito che «è tra i rari prodotti che danno tono e colore alla programmazione in fiction di casa nostra».<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/09/03/ispettore-coliandro-cosi-la-nostra-fiction.html|titolo=L'ispettore Coliandro, così la nostra fiction sale di tono|pubblicazione=la Repubblica|autore=Antonio Dipollina|data=3 settembre 2009|p=55}}</ref> In occasione della protesta dei fan per la cancellazione della serie, Dipollina ha commentato che, anche se «ostentare troppo la propria diversità non è mai un bene [...] Coliandro va difeso a oltranza anche solo perché non insegue il pubblico con ritmi lenti e spiegazioni sfinenti di quello che succede».<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/30/giusto-difendere-coliandro-ma-niente-vittimismo.html|titolo=Giusto difendere Coliandro, ma niente vittimismo|pubblicazione=la Repubblica|autore=Antonio Dipollina|data=30 marzo 2010|p=65}}</ref>
Secondo Bene, i primi anni della propria carriera furono i più difficili anche a causa della critica<ref>Nella ''[[Vita di Carmelo Bene]]'', Bene parla della sua compagna [[Lydia Mancinelli]] (la quale si era assunta l'onere delle pratiche burocratiche e legali) come di un punto di riferimento determinante, senza la quale, a suo dire, con molta probabilità, sarebbe stato costretto a rinunciare al teatro.</ref>, costretto a svolgere il ruolo dell'[[Poeti maledetti|artista maledetto]], a vivere avventurosamente, a praticare la sua attività [[Teatro|teatrale]] con sotterfugi.
 
[[Alessandra Comazzi]] della ''[[La Stampa|Stampa]]'' si è espressa anch'ella in maniera favorevole verso la serie, scrivendo in proposito che «i personaggi hanno una loro attrattiva. [...] La prima impressione è un leggero capogiro con nervoso conseguente, poi passa: Coliandro ha un suo fascino». La Comazzi intravede anche una somiglianza col linguaggio dei [[fumetti]], visto che a suo dire «''L'ispettore Coliandro'' è un fumetto sceneggiato. Solo così si possono accettare le mossette e i ringhi di [[Giampaolo Morelli|Morelli]], "pulotto" onesto, determinato, un po' imbranato, con gli occhiali alla ''[[Cobra (film 1986)|Cobra]]'' di [[Sylvester Stallone|Stallone]] però assai diverso, anche dall'iconografia [[Film poliziottesco|poliziottesca]] italiana».<ref>{{cita news|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=7196141|titolo=Quel fumetto sceneggiato di Coliandro|pubblicazione=La Stampa|autore=Alessandra Comazzi|data=7 settembre 2006|urlarchivio=https://archive.is/20120711190541/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=7196141|dataarchivio=11 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref>
Specialmente nel periodo iniziale della sua carriera, non è affatto raro che critici e giornalisti si accaniscano contro i presunti abusi perpetrati da Bene ai danni del [[buon costume]] e dei [[luogo comune|luoghi comuni]]. La ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]'' del [[1964|'64]] aveva un cast di attori formato prevalentemente da carcerati o ex-galeotti, soprannominata ''compagnia di Regina Coeli''. In una recensione di quest'opera fatta sulle pagine del "''Borghese''", si legge:
{{Citazione|Dinanzi a personaggi come Carmelo Bene e come [[Franco Citti]] nulla può la critica teatrale. Debbono intervenire i carabinieri. E non bisogna aspettare che vilipendano la [[Religione]] o prendano a calci i lavoratori, per procedere al loro arresto; bisogna soltanto accertarsi della loro identità e metterli in galera, perché oltraggiano il buon gusto, nuocciono all'igiene pubblica, deturpano il paesaggio.<ref>''Vita di Carmelo Bene'', op. cit., pag. 155</ref>}}
 
[[Edmondo Berselli]] sull<nowiki>'</nowiki>''[[l'Espresso|Espresso]]'' ha a sua volta lodato la serie, e pur sottolineando come il prodotto «va tenuto a distanza dai bambini, se non si vuole che imparino un linguaggio da scaricatori di porto», la sua opinione è che ''L'ispettore Coliandro'' «ha un tocco "[[noir]]" che può attrarre molto, perché porta le storie al livello della quotidianità e le fa apparire "vere"», concludendo con la considerazione che si tratta di «un buon esempio di poliziesco moderno, televisivamente ben fatto, leggermente ansiogeno: ma questo per un "noir" dovrebbe essere normale».<ref name="Berselli">{{cita web|url=http://espresso.repubblica.it/dettaglio/simpatico-coriandolo/2124504|titolo=Simpatico Coriandolo|autore=Edmondo Berselli|data=6 aprile 2010}}</ref>
C'è una frattura, almeno nella prima parte della carriera, tra fautori e detrattori. Secondo [[Alberto Arbasino]]:
{{Citazione|Questa geniale ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]'' [... spacca] ...il pubblico in due, ma con la precisione di quelle reazioni chimiche tipo tornasole capaci di separare con una botta sola le ''mezze calzette'' da quelli che cercano di capire.<ref>''Opere, con l'Autografia d'un ritratto'', op. cit., pag. 1402</ref>}}
Questa ''critica detrattiva'' condotta per diversi anni, caratterizzerà l'atteggiamento di Bene nei confronti dei ''critici'', dei ''parvenu'' e dei "gazzettieri". [[Lydia Mancinelli]] ricorda: "''La lotta di Carmelo Bene è stata una lotta contro i critici''".<ref>Io gli dicevo: "... ma lascia stare, fregatene" ma non poteva perché diceva "No, mi danneggiano... [...] almeno si limitassero a spiegare la storia, aiutare il pubblico". E invece erano delle stroncature. (testimonianza di [[Lydia Mancinelli]], dalla trasmissione televisiva della Rai ''La voce che si spense'', prima puntata)</ref>
Il successo cominciò con uno ''stratagemma'' scrivendo e inviando a sei giornali diversi la recensione di una sua esibizione teatrale, tutte portanti la firma di un certo "Dice".<ref>"Una volta, per uno spettacolo, scrivemmo ''noi'' la critica e la portammo a sei giornali diversi, firmata ''Dice''... Questo lo manda il ''Dice'', questo lo manda il ''Dice''. Fu uno sguinzagliamento dopo lo spettacolo. Il giorno dopo uscirono sei critiche uguali su tutti i giornali. Ovazioni, venti minuti, tutti in ginocchio..." (testimonianza di [[Lydia Mancinelli]], dalla trasmissione televisiva della Rai ''La voce che si spense'', prima puntata)</ref> Questo successo incominciò con la parentesi [[cinema]]tografica<ref>Anche se il successo per Bene inizia solo dopo la folgorante parentesi cinematografica, Piergiorgio Giacchè pone l'accento sul fatto che fu forse soltanto "con la direzione della Biennale dell'87 [che] arriva quel riconoscimento magistrale che lo scioglie dal voto e dal vuoto di tante polemiche e provocazioni, necessarie fin lì a garantirgli non la visibilità del suo personaggio ma appena lo spazio vitale di un attore". (''Carmelo Bene, antropologia di una macchina attoriale'', op. cit., tav. VII)</ref> e precisamente con ''Nostra Signora de' Turchi'' che, tra il [[1973]] al [[1974]], iniziò ad essere trasposta di nuovo in [[Teatro]]<ref>La prima edizione teatrale di [[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]] avviene il 1º dicembre [[1966]] a Roma, al Teatro ''[[Beat '72]]''.</ref>. Da qui ci fu sempre un crescendo di [[critica]] e successi.
 
Dopo la rimessa in produzione a metà degli anni 2010, Giovanni Battistuzzi de ''[[Il Foglio (quotidiano)|Il Foglio]]'' si è focalizzato in senso più ampio su come la serie sia diventata nel tempo «uno strano caso di [[Subcultura|sottocultura]] di successo», intravedendo in essa una riuscita mescolanza di [[cultura di massa]] ma anche raffinata, di politicamente scorretto che tuttavia non scivola mai nel [[luogo comune]], con una regia ricercata ma che non disdegna lo strizzare l'occhio al più popolare cinema ''action'', riuscendo così a unire «in modo trasversale giovani e meno giovani, ground e [[Cultura underground|underground]], [[Punk (cultura)|punk]] e [[rap]], pop e [[Film indipendente|{{sic|indy}}]]».<ref name="Battistuzzi"/>
Clamorosa fu la presa di posizione di Carmelo Bene al lido di Venezia, quando presentò ''[[Nostra Signora dei Turchi]]'', dichiarando con veemenza, e che non aveva alcuna intenzione di parlare con la stampa italiana. [[Carlo Mazzarella]], inviato della Rai, commenta:
{{Citazione|Carmelo Bene ha dichiarato che avrebbe abbandonato la conferenza stampa, se tutta la stampa italiana non avesse abbandonato la sala, perché ha detto di avere dei ''fatti personali'' contro tutta la stampa italiana...}}
Significativo fu il confronto a [[Mixer (programma televisivo)|Mixer Cultura]]<ref>La veemenza verso i critici e i giornalisti viene riconferma puntualmente nelle due puntate del [[Maurizio Costanzo Show]] (nel 1994 e nel 1995).</ref>, nella trasmissione del 15 febbraio [[1988]], condotta da [[Arnaldo Bagnasco]], nella quale apparvero in modo chiaro le posizioni dei critici e degli studiosi suoi fautori come [[Jean-Paul Manganaro]], di [[Maurizio Grande]]. Fra i ''critici'' invitati alla trasmissione [[Guido Davico Bonino]] assume posizioni estreme, rispetto a quelle più moderate di [[Giovanni Raboni]], [[Renzo Tian]] e [[Guido Almansi]], dicendo:
{{Citazione|Qui si sta parlando di Carmelo Bene come di uno scrittore di scena, si sta parlando di Carmelo Bene come un attore, ma mi pare che l'unica cosa di cui si possa parlare è la sua vera professione, cioè: l'antipatico. Come antipatico Carmelo Bene è assolutamente inarrivabile. [...] Questo è la cosa di te che io amo di più, perché davvero tu qui hai una vera creatività... Ma come scrittore scenico sei di una modestia sconfortante; le tue partiture, i tuoi ''collage'' sono una pacchianeria veramente giovanilistica [...]<ref>Aggiungendo:[...] ''[[Jules Laforgue|Laforgue]] scrive molto meglio della spazzatura che tu tiri fuori dalla porta... Poi mi permetto di dire anche... che come attore sei molto modesto. Hai la voce del Buce, quella che [[Carlo Emilio Gadda|Gadda]] nel ''[[Quer pasticciaccio brutto de via Merulana|Pasticciaccio]]'' chiamava la voce del Buce, hai un fisico che non sai assolutamente portare... Lo spettacolo da [[Jules Laforgue|Laforgue]] lo faceva vedere molto chiaramente. Sei anche truccato con una frangetta da parrucchiere di borgata, e insomma sant'Iddio, vuoi che ancora ci occupiamo di te seriamente...''</ref>}}
 
== Riconoscimenti ==
Altri eventi mediatici clamorosi e significativi simbolici del rapporto con la critica<ref>Come [[Luigi Lunari]], [[Guido Almansi]], nel 1994.</ref> e i giornalisti<ref>Come [[Marinella Venegoni]] de ''La Stampa'', [[Maria Latella]] del ''Corriere della Sera'', nell'edizione del 1994 del Maurizio Costanzo Show; [[Giordano Bruno Guerri]], nell'edizione del 1995</ref> sono le sue due apparizioni televisive al [[Maurizio Costanzo Show|MCS]] del 1994 e 1995.
* 2008 – [[Roma Fiction Fest]]<ref>{{cita web|url=http://www.movieplayer.it/eventi/news/ecco-i-vincitori-del-roma-fiction-fest-2008_6569/|titolo=Ecco i vincitori del Roma Fiction Fest 2008|autore=Antonio Cuomo|data=12 luglio 2008}}</ref>
** Premio giuria scuola per new talent italiano della lunga serie italiana a [[Xhilda Lapardhaja]]
 
* 2009 – Gala del Cinema e della Fiction in Campania<ref>{{cita web|url=http://www.galacinemafiction.com/ita/2009.php|titolo=Edizione 2009 - Premiazioni/Premi Speciali}}</ref>
=== Studiosi dell'opera beniana ===
** Premio miglior attore di fiction a [[Giampaolo Morelli]]
Tra gli studiosi e i fautori in Italia dell'opera di Carmelo Bene spiccano [[Maurizio Grande]], [[Piergiorgio Giacchè]] e [[Goffredo Fofi]]. Ne sono stati strenui difensori, fra gli altri, agli inizi della sua carriera, due figure fondamentali: [[Ennio Flaiano]] e [[Alberto Arbasino]]. Se ne sono interessati, tra gli altri, [[Giuseppe Bartolucci]], [[Oreste Del Buono]], [[Franco Quadri]], [[Umberto Artioli]], [[Edoardo Fadini]], [[Enrico Ghezzi]], [[Giancarlo Dotto]] e [[Ugo Volli]]. Fra gli intellettuali stranieri ricordiamo [[Gilles Deleuze]], [[Jean-Paul Manganaro]], [[André Scala]], [[Camille Dumoulié]] e [[Pierre Klossowski]].
** Migliore attore di televisione a Giampaolo Morelli
 
== Citazioni e riferimenti ==
Un caso a parte è rappresentato dallo studioso [[Guido Almansi]] la cui critica letteraria ha provocato una pluri-decennale serrata polemica con Bene, fatta il più delle volte di reciproca incomprensione e idiosoncrasia per quanto concerne certi aspetti e definizioni dell'opera teatrale. Alcuni concetti basilari del teatro di Bene, come quello dell'osceno, per esempio, non trovano nessun punto in comune o discutibile, come traspare dalla memorabile puntata del [[Maurizio Costanzo Show|MCS]] del 1994 dove l'artista salentino taccia ''L'estetica dell'osceno'' di Guido Almansi di essere "vergognosa", in quanto "dell'osceno non vi si parla affatto".
Nell'episodio ''[[Episodi_de_L'ispettore_Coliandro_(terza_stagione)#Sempre_avanti|Sempre avanti]]'' della terza stagione, in uno scambio di battute con Gargiulo, Coliandro cita implicitamente il proprio ideatore, [[Carlo Lucarelli]], alludendo alla sua mimica e alle scenografie dei suoi programmi: «Gargiulo, tu guardi troppi film polizieschi, guardi troppa TV, magari vedi anche quel tipo che spiega e sta sempre con le mani così, con dietro le figure di cartone...»
 
== OpereCasi mediatici ==
Nel 2006 l'episodio ''[[Episodi de L'ispettore Coliandro (prima stagione)#Vendetta cinese|Vendetta cinese]]'', ambientato nella [[chinatown]] [[Bologna|bolognese]], ha creato polemiche all'interno della comunità [[cina|cinese]] per via di come essa viene descritta in negativo.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/08/31/noi-cinesi-non-siamo-come-nel-film.html|titolo=Noi cinesi non siamo come nel film|pubblicazione=la Repubblica|autore=Jenner Meletti|data=31 agosto 2006|p=1}}</ref> [[Carlo Lucarelli]] ha risposto alle critiche affermando che «il nostro film non voleva in nessun modo essere denigratorio nei confronti della comunità cinese di Bologna e se qualcuno si è ritenuto offeso ne sono profondamente dispiaciuto e gli faccio le mie più sentite scuse [...] ''Vendetta cinese'' è un [[noir]], un giallo, come si dice comunemente, e come tale fa quello che fanno i noir, esagera i toni, aumenta i contrasti, crea una caricatura in nero della realtà [...] Il noir dovrebbe servire come spunto di riflessione. Il resto è fiction. Spero che nessuno si senta offeso da Coliandro perché, ripeto, non è affatto la nostra intenzione».<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/09/01/quel-film-fantasia-non-denigra-cinesi.html|titolo=Quel film è fantasia non denigra i cinesi|pubblicazione=la Repubblica|autore=Carlo Lucarelli|data=1º settembre 2006|p=1}}</ref>
[[File:Marco Materazzi - Inter Mailand (2).jpg|thumb|Il calciatore [[Marco Materazzi]] ha sporto querela nei confronti della serie per un dialogo ritenuto offensivo<ref name="Sgambati"/>]]
 
Nel 2009 i [[Manetti Bros.]] hanno ricevuto una [[querela]] da parte del [[calciatore]] italiano [[Marco Materazzi]], per via di una battuta ritenuta lesiva nei suoi confronti, presente nell'episodio ''[[Episodi de L'ispettore Coliandro (seconda stagione)#Mai rubare a casa dei ladri|Mai rubare a casa dei ladri]]''.<ref>{{cita web|url=http://sport.repubblica.it/news/sport/calcio-materazzi-denuncia-ispettore-coliandro/3710718|titolo=Calcio: Materazzi querela 'L'ispettore Coliandro'|data=31 agosto 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/spettacoli/2009/31-agosto-2009/pure-stavolta-s-fatto-espellerematerazzi-querela-ispettore-coliandro-1601719731347.shtml|titolo=«Pure stavolta s'è fatto espellere», Materazzi querela l'ispettore Coliandro|data=31 agosto 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/200908articoli/22371girata.asp|titolo=Materazzi si offende e querela «L'ispettore Coliandro»|data=31 agosto 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101211114416/http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/200908articoli/22371girata.asp|dataarchivio=11 dicembre 2010}}</ref> La frase incriminata, pronunciata dal personaggio dell'ispettore Borromini (interpretato da [[Massimiliano Bruno]]), è: «Quel bastardo di Materazzi si è fatto espellere pure 'sta domenica, e ho perso a [[fantacalcio]]...».<ref>{{cita episodio|titolo=Mai rubare a casa dei ladri|serie=L'ispettore Coliandro|stagione=2|episodio=4|canale=Rai 2|data=10 febbraio 2009|ora=0|minuto=51|secondo=30}}</ref> Materazzi — il quale ha chiarito come il punto centrale della vicenda non sia il [[luogo comune]] sull'essere un [[Difensore (calcio)|difensore]] facile all'[[Falli e scorrettezze nel gioco del calcio|espulsione]], ma l'uso dell'aggettivo "bastardo" ritenuto offensivo e gratuito<ref name="Sgambati">{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/15487/ispettore-coliandro-materazzi-contro-la-rai-cosi-ci-faccio-una-figuraccia|titolo=Ispettore Coliandro: Materazzi contro la Rai. "Così ci faccio una figuraccia..."|autore=Stefano Sgambati|data=1º settembre 2009}}</ref> — ha chiesto un risarcimento danni pari a 1 [[euro]] per ogni telespettatore dell'episodio (che sono stati {{formatnum:2380000}} circa).<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiornale.it/spettacoli/materazzi_contro_lispettore_coliandro_voglio_euro_ogni_spettatore/manetti_bros-ispettore-coliandro-lucarelli-materazzi-raidue-tv-calcio-inter/31-08-2009/articolo-id=378827-page=0-comments=1|titolo=Materazzi contro l'ispettore Coliandro, "Voglio un euro per ogni spettatore"|data=31 agosto 2009}}</ref> Il protagonista [[Giampaolo Morelli]] ha risposto in merito: «non era una scena offensiva, anzi: la frase era un omaggio al campione. I personaggi di questa fiction parlano il linguaggio di tutti i giorni. E due tifosi che discutono di [[Calcio (sport)|calcio]] al [[Bar (pubblico esercizio)|bar]] non direbbero mai: "Oh, quel birbantello di Materazzi!"».<ref>{{cita news|url=http://www.lorenzograssi.it/coliandro/stampa/leggomaterazzi.pdf|titolo=Morelli: "Le frasi su Materazzi? Un omaggio al campione"|pubblicazione=Leggo|data=1º ottobre 2009}}</ref>
=== Teatrografia ===
 
Nel settembre dello stesso anno l'episodio ''[[Episodi de L'ispettore Coliandro (terza stagione)#Sempre avanti|Sempre avanti]]'' ha scatenato forti reazioni da parte dell'[[estrema sinistra]] per via della presenza nel cast di alcuni personaggi appartenenti all'[[estrema destra]] bolognese, tra cui ragazzi legati al partito [[CasaPound]] e al gruppo [[Nazi punk|nazi rock]] Legittima Offesa. Il regista [[Marco Manetti]] ha replicato che «è stata una precisa scelta artistica e non me ne pento: io difendo il diritto di raccontare il mondo dell'estrema destra così come è, in maniera realistica. Non sarebbe stata la stessa cosa mettere in scena un gruppo di comparse e questo non è un fatto [[Ideologia|ideologico]]. [...] Se non si può raccontare il mondo per quello che è, nella sua [[verità]], si finisce nella [[censura]]. Io invece credo nella [[libertà di espressione]]».<ref>{{cita web|url=http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/2009/09/03/226461-ispettore_coliandro_nero_noir.shtml|titolo=L’ispettore Coliandro più nero che noir, insorge l’ultrasinistra: «Tv fascista»|data=3 settembre 2009}}</ref>
Dove non altrimenti specificato, autore, regista e interprete<ref name="interprete" /> è Carmelo Bene
* 1959, ''[[Caligola (Carmelo Bene)|Caligola]]'', di [[Albert Camus]]. Versione italiana di [[Alberto Ruggiero]] e Carmelo Bene. Regia di [[Alberto Ruggiero]]. Con Antonio Salines, Flavia Milanta (La Spezia 1934 - Perugia 2010). Scene e costumi di Titus Vossberg. Roma, Teatro delle Arti
* 1960, ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'', da [[Vladimir Vladimirovič Majakovskij|Majakovskij]], [[Alexander Blok|Blok]], [[Sergej Aleksandrovič Esenin|Esenin]] e [[Boris Leonidovič Pasternak|Pasternak]]. Musiche dal vivo: [[Sylvano Bussotti]]. Bologna, Teatro alla Ribalta
* 1961
** ''[[Caligola (Carmelo Bene)|Caligola]]'', di [[Albert Camus]] (II edizione). Scene di G. Bignardi. Genova, Teatro Politeama
** ''[[Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (Carmelo Bene)|Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde]]'', da [[Robert Louis Stevenson]]. Scene di G. Bignardi. Genova, Teatro la Borsa di Arlecchino
** ''[[Tre atti unici]]'' di [[Marcello Barlocco]]. Genova, Teatro Eleonora Duse
** ''[[Gregorio: cabaret dell'Ottocento]]''. Con R. B. Scerrino, N. Casale, M. Nevastri, P. Falaja. Scene di S. Vendittelli. Roma, Teatro Ridotto dell'Eliseo
** ''[[Pinocchio (Carmelo Bene)|Pinocchio]]'', da [[Carlo Collodi]]. Con R. B. Scerrino, G. Lavaggetto. Roma, Teatro Laboratorio
** ''[[Amleto (Carmelo Bene)|Amleto]]'', da [[William Shakespeare]]. Con R. B. Scerrino, C. Sonni, L. Mezzanotte. Roma, Teatro Laboratorio
* 1962
** ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'' (II edizione). Musiche dal vivo di A. Rosselli. Roma, Teatro Laboratorio
** ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'' (III edizione). Musiche dal vivo di G. Lenti. Roma, Teatro Laboratorio
* 1963
** ''[[Addio porco]]'' (II edizione di ''Gregorio: Cabaret dell'Ottocento''). Con R. B. Scerrino, L. Mezzanotte. Roma, Teatro Laboratorio
** ''[[Cristo '63]]''. Con [[Alberto Greco|A. Greco]]. Roma, Teatro Laboratorio
** ''[[Edoardo II (Carmelo Bene)|Edoardo II]]'', da [[Christopher Marlowe]]. Con L. Mezzanotte, M. Francis, H. Cameron, G. Ricci. Scene e costumi di Carmelo Bene. Roma, Teatro Arlecchino
** ''[[I polacchi (Ubu Roi)]]'', di [[Alfred Jarry]]. Con L. Mezzanotte, E. Torricella, [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]]. Costumi di Carmelo Bene. Roma, Teatro dei Satiri
* 1964
** ''[[Salomè (Carmelo Bene)|Salomè]]'', di [[Oscar Wilde]]. Con R. B. Scerrino, [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]], [[Franco Citti|F. Citti]]. Costumi di Carmelo Bene. Scene di S. Vendittelli. Roma, Teatro delle Muse
** ''[[La storia di Sawney Bean]]'', di [[Roberto Lerici (editore)|Roberto Lerici]]. Con [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], L. Mezzanotte. Scene e costumi di Carmelo Bene. Roma, Teatro delle Arti
** ''[[Manon (Carmelo Bene)|Manon]]'', dal romanzo dell'[[Antoine François Prévost|Abbé Prévost]]. Con [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]], R. B. Sciarrino, [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]]. Scene e costumi di Carmelo Bene. Roma, Teatro Arlecchino
* 1966
** ''[[Faust o Margherita]]'', di Carmelo Bene e [[Franco Cuomo]]. Con [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], M. Tempesta, P. Vida, A. Angelucci, M. Kustermann, V. Nardone, R. Vadacea. Costumi di Carmelo Bene. Scene di S. Vendittelli. Roma, Teatro dei Satiri
** ''[[Pinocchio (Carmelo Bene)|Pinocchio]]'', da Carlo Collodi (II edizione). Con L.Mancinelli, L.Mezzanotte, E.Florio, P.Vida. Roma, Teatro Centrale
** ''[[Il Rosa e il Nero]]'', da "Il monaco" di [[Matthew Gregory Lewis]]. Con M. Monti, [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], S. Spadaccino, O. Ferrari, M. Spaccialbelli. Costumi di Carmelo Bene. Scene di S. Vendittelli. Musiche di [[Sylvano Bussotti]] e [[Vittorio Gelmetti|V. Gelmetti]]. Roma, Teatro delle Muse
** ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]'' (I edizione). Con [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], M. Puratich. Roma, [[Beat '72|Teatro Beat '72]]
* 1967
** ''[[Salomè (Carmelo Bene)|Salomè]]'', di [[Oscar Wilde]] (II edizione). Con L.Mancinelli, R.B.Scerrino, M. Nevastri, S.Siniscalchi, P.Prete. Roma, Teatro Beat 72--[[Speciale:Contributi/81.208.107.249|81.208.107.249]] ([[User talk:81.208.107.249|msg]]) 17:48, 13 giu 2012 (CEST)
** ''[[Amleto (da Shakespeare a Laforgue)|Amleto o le conseguenze della pietà filiale]]'', da [[William Shakespeare|Shakespeare]] a [[Jules Laforgue|Laforgue]] (II edizione). Con A. Bocchetta, P. Napolitano, P. Prete, A. Moroni, L. Mezzanotte, M.Francis, E. Florio, [[Carla Tatò|C. Tatò]], [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], M. Puratich, M. Nevastri. Roma, Teatro Beat 72
** ''[[Salvatore Giuliano, vita di una rosa rossa]]'' di [[Antonio Massari]]. Con L. Mezzanotte, [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], C. Tatò. Roma, Teatro Beat 72
* 1968
** ''[[Arden of Feversham (Carmelo Bene)|Arden of Feversham]]'', di anonimo elisabettiano. Rielaborazione di Carmelo Bene e [[Salvatore Siniscalchi]]. Con G. Davoli, M. Nevastri, [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], F. Gulà, N. Davoli, [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]]. Roma, [[Teatro Carmelo Bene]].
** ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'' (IV edizione). Musiche dal vivo di [[Vittorio Gelmetti|V. Gelmetti]]. Roma, [[Teatro Carmelo Bene]]
** ''[[Don Chisciotte (Carmelo Bene)|Don Chisciotte]]'', di [[Miguel de Cervantes|Cervantes]]. A cura di Carmelo Bene e [[Leo de Berardinis]]. Con [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], [[Leo de Berardinis|L. de Berardinis]], P. Peragallo, C. Colosimo, G. d'Arpe, C. Orsi. Roma, Teatro delle Arti
* 1973, ''[[Nostra Signora dei Turchi (teatro)|Nostra Signora dei Turchi]]'' (II edizione). Con I. Marani, I. Russo, [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]], B. Baratti, F. Lombardo, G. Scala. Scene G. Marotta. Roma, Teatro delle Arti
* 1974
** ''[[La cena delle beffe (Carmelo Bene)|La cena delle beffe]]'', da [[Sem Benelli]]. Con [[Gigi Proietti|G. Proietti]], [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], M. Fedele, A. Haber, F. Leo, A. B. Dakar, R. Lattanzio, C. Colombo, R. Caporali, S. Ranieri, I. Russo, C. Cassola, S. Nelli. Compagnia del Teatro Stabile dell'Aquila. Scene e costumi di Carmelo Bene. Musiche di [[Vittorio Gelmetti|V. Gelmetti]]. Firenze, Teatro La Pergola
** ''[[Amleto (da Shakespeare a Laforgue)|Amleto]], da [[William Shakespeare]] e [[Jules Laforgue]] (III edizione). Con [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]], L. Mezzanotte, [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], F. Leo, P. Baroni, B. Buccellato, M. N. de Cristofano, M. Fedele, M. A. Nobencourt, M. L. Serena, [[Marina Tagliaferri|M. Tagliaferri]], V. Venturini. Scene e costumi di Carmelo Bene. Prato, Teatro Metastasio
** ''[[S.A.D.E.|S.A.D.E. ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della Gendarmeria salentina]]''. Con C. Cinieri, [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], L. Conte, F. De Rosa, M. Fedele, S. Nelli, G. Castronuovo, F. Cosolito, W. Francesconi, V. Iadicicco, I. Russo, G. Tiegli, [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]], V. Waiman. Musiche di Sante Maria Romitelli. Scene e costumi di G. Bignardi. Direttore d'orchestra: [[Luigi Zito]]. Milano, Teatro Manzoni
* 1976
** ''[[Faust o Margherita|Faust-Marlowe-Burlesque]]'', di [[Aldo Trionfo]] e Lorenzo Salveti. Regia di [[Aldo Trionfo]]. Con Franco Branciaroli. Scene di [[Emanuele Luzzati]]. Costumi di G. Panni. Prato, Teatro Metastasio
** ''[[Romeo e Giulietta (Carmelo Bene)|Romeo e Giulietta]]'', storia di [[William Shakespeare]]. Collaboratori al testo e alla traduzione italiana: Roberto Lerici e Franco Cuomo. Con L. Mezzanotte, [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], E. Florio, F. Branciaroli, P. Baroni, M. Brancaccio, [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]], M. Bronchi, L. Bosisio, R. Lerici, B. Lerici, L. D'Angelo. Musiche originali di [[Luigi Zito]]. Scene e costumi di Carmelo Bene. Maestro d'armi: E. Musumeci Greco. Prato, Teatro Metastasio
* 1977
** ''[[S.A.D.E.|S.A.D.E. ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della Gendarmeria salentina]]'' (II edizione). In lingua francese. Parigi, Opèra-Comique, Festival d'Automne
** ''[[Riccardo III (Carmelo Bene)|Riccardo III]]'', da [[Shakespeare]]. Con [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], M. G. Grassini, D. Silverio, S. Javicoli, L. Morante, M. Boccucci. Musiche originali di [[Luigi Zito]]. Scene e costumi di Carmelo Bene. Cesena, Teatro Bonci
* 1979
** ''[[Otello, o la deficienza della donna]]'', da [[Shakespeare]]. Con C. Cinieri, L. Bosisio, J.P. Boucher, C. Dell'Aguzzo, L. Dotti, S. Javicoli, M. Martini. Musiche di [[Luigi Zito]]. Scene e costumi di Carmelo Bene. Roma, Teatro Quirino
** ''[[Manfred (Carmelo Bene)|Manfred]]'', poema drammatico di [[George Gordon Byron]]. Traduzione di Carmelo Bene. Con [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]]. Musiche di R. Schumann. Direttore d'orchestra: Piero Bellugi. Orchestra e coro dell'Accademia di S. Cecilia. Roma, Auditorium di Santa Cecilia / Milano, Teatro alla Scala
* 1980
** ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij]]'' (V edizione). Musiche di G. Giani Luporini. Percussioni dal vivo: A. Striano. Perugia, Teatro Morlacchi, XXXV Sagra Musicale Umbra
** ''[[Hyperion (Carmelo Bene)|Hyperion]]'', suite dall'opera per flauto e oboe di [[Bruno Maderna]], con testo di [[Friedrich Hölderlin]]. Traduzione di Carmelo Bene.Direttore d'orchestra: Marcello Panni. Orchestra e coro dell'Accademia di S. Cecilia. Solisti: A. Persichilli (flauto), A. Loppi (oboe). Roma, Auditorium di Santa Cecilia
* 1981
** ''[[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]]'' per voce solista. Musiche di [[Salvatore Sciarrino]]. Solista: D. Bellugi (flauto). Bologna, Torre degli Asinelli
** ''[[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]]'' e ''Eduardo recita Eduardo'', recital di Carmelo Bene e [[Eduardo De Filippo]]. Roma, Palaeur
** ''[[Pinocchio (Carmelo Bene)|Pinocchio, storia di un burattino]]'', da [[Carlo Collodi]] (III edizione). Con [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], fratelli Mascherra. Musiche di G. Giani Luporini. Scene e costumi di Carmelo Bene. Maschere di G. Gianese. Strumentazione fonica: R. Maenza. Pisa, Teatro Verdi
* 1982, ''[[Canti Orfici (Carmelo Bene)|Canti Orfici]]'', poesia e musica per [[Dino Campana]]. Chitarra solista: Flavio Cucchi. Milano, Palazzo dello Sport
* 1983
** ''[[Macbeth (Carmelo Bene)|Macbeth]]'', due tempi, da [[Shakespeare|W. Shakespeare]]. Con S. Javicoli. Musiche di [[Giuseppe Verdi]]. Orchestrazione e direzione: F. Zito. Scene e costumi di Carmelo Bene. Strumentazione fonica: R. Maenza. Milano, Teatro Lirico
** ''[[Egmont (Carmelo Bene)|Egmont]]'', un ritratto di Goethe. Elaborazione per concerto e voce solista. Con B. Lerici. Musiche di [[Beethoven]]. Direttore d'orchestra: Marc Albrecht. Orchestra e coro dell'Accademia di Santa Cecilia. Roma, Accademia di Santa Cecilia
** ''... Mi presero gli occhi...'', da [[Friedrich Hölderlin]] e [[Giacomo Leopardi]]. Musiche di G. Giani Luporini. Torino, Teatro Colosseo
* 1984, L'''[[Adelchi (Carmelo Bene)|Adelchi]]'' di Alessandro Manzoni in forma di concerto, uno studio di Carmelo Bene e [[Giuseppe Di Leva]]. Nel bicentenario della nascita di [[Alessandro Manzoni]]. Con Anna Perino. Musiche di Gaetano Giani Luporini. Direttore d'orchestra: E. Collina. Orchestra e coro della RAI di Milano. Percussioni dal vivo: A. Striano. Milano, Teatro Lirico
* 1985, ''[[Otello, o la deficienza della donna|Otello]]'', da [[William Shakespeare]] (II edizione). Con C. Borgognoni, V. De Margheriti, B. Fazzini, Isaac George, F. Mascherra, A. Perino, M. Polla De Luca. Musiche: [[Luigi Zito]]. Scene e costumi di Carmelo Bene. Pisa, Teatro Verdi
* 1986, ''[[Lorenzaccio]]'', al di là di [[Alfred De Musset]] e [[Benedetto Varchi]]. Con I. George, M. Contini. Firenze, Ridotto del Teatro Comunale
* 1987
** ''[[Canti (Carmelo Bene)|Canti]]'', di [[Giacomo Leopardi]]. Recanati, Piazza Leopardi
** ''[[Hommelette for Hamlet]]'', operetta inqualificabile da [[Jules Laforgue]] (IV edizione). Con U. Trama, M. Polla De Luca, A, Brugnini, S. De Santis, O, Cattaneo, W. Esposito, F. Felici, L. Fiaschi, D. Riboli, A. Zuccolo. Musiche adattate e dirette da [[Luigi Zito]]. Scene e costumi di G. Marotta. Sculture: G. Gianese. Bari, Teatro Piccinni
* 1989
** ''[[La cena delle beffe (Carmelo Bene)|La cena delle beffe]]'', da Sem Benelli (II edizione). Con D. Zed, R. Baracchi, A. Brugnini, S. De Santis, D. Riboli. Voce di Ginevra S. Javicoli. Musiche di L. Ferrero. Scene e costumi di Carmelo Bene. Milano, Teatro Carcano
** ''[[Pentesilea (Carmelo Bene)|Pentesilea la macchina attoriale - Attorialità della macchina]]'', momento n° 1 del progetto-ricerca achilleide. Da Stazio, Kleist, Omero. Con A. Perino. Elaborazioni musicali elettroniche di Carmelo Bene. Milano, Castello Sforzesco
* 1990, ''[[Pentesilea (Carmelo Bene)|Pentesilea la macchina attoriale - Attorialità della macchina]]'', momento n° 2 del progetto-ricerca achilleide. Da Stazio, Kleist, Omero. Roma, Teatro Olimpico
* 1994
** ''[[Amleto (da Shakespeare a Laforgue)|Hamlet suite]]'', spettacolo concerto da [[Jules Laforgue]] (V edizione). Con M. Chiarabelli, P. Boschi. Arrangiamenti musicali: Carmelo Bene. Scene: Carmelo Bene. Costumi: L. Viglietti. Luci: D. Ronchieri. Verona, Teatro Romano, XXXVI Festival Shakesperiano
** ''[[Canti Orfici (Carmelo Bene)|Canti Orfici, poesia della voce e voce della poesia]]'', di [[Dino Campana]]. Ostia Antica, Teatro Romano
* 1996, ''[[Macbeth (Carmelo Bene)|Macbeth - horror suite]]'', da [[Shakespeare]] (II edizione). Nel centenario della nascita di [[Antonin Artaud]]. Con S. Pasello. Musiche di [[Giuseppe Verdi]]. Arrangiamenti musicali: Carmelo Bene. Scene: T. Fario. Costumi: L. Viglietti.Luci: D. Ronchieri. Roma, Festival d'Autunno, Teatro Argentina
* 1997
** ''[[Adelchi (Carmelo Bene)|Adelchi]]'' di [[Alessandro Manzoni]], spettacolo in forma di concerto (II edizione). In memoria di Antonio Striano. Con E. Pozzi. Musiche di G. Giani Luporini. Luci: D. Ronchieri. Costumi: L. Viglietti. Roma, Teatro Quirino
** ''[[Canti (Carmelo Bene)|Voce dei Canti]]'' – [[Giacomo Leopardi]], spettacolo in forma di concerto. Musiche di G. Giani Luporini. Pianoforte: S. Bergamasco. Luci: D. Ronchieri. Roma, Teatro Olimpico
* 1998, ''[[Pinocchio (Carmelo Bene)|Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza]]'', da [[Carlo Collodi]] (IV edizione). Con S. Bergamasco. Voci in play-back di Carmelo Bene, S. Bergamasco, [[Lydia Mancinelli]]. Musiche: G. Giani Luporini. Scene e maschere: T. Fario. Luci: D. Ronchieri. Costumi: L. Viglietti. Roma, Teatro dell'Angelo
* 1999, ''Gabriele D'Annunzio – concerto d'autore'', poesia da “[[La figlia di Iorio]]”. Musiche di G. Giani Luporini. Scene: T. Fario. Luci: D. Ronchieri. Costumi: L. Viglietti. Roma, Teatro dell'Angelo
* 2000''[[Pentesilea (Carmelo Bene)|In-vulnerabilità d'Achille, impossibile suite tra Ilio e Sciro]]'', spettacolo-sconcerto in un momento. Da Stazio, Kleist, Omero. Arrangiamenti musicali: Carmelo Bene. Scene: T. Fario. Costumi: L. Viglietti. Roma, Teatro Argentina
* 2001, ''[[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]]''. Contrabbasso: F. Grillo. Otranto, Fossato del Castello
 
Sempre a seguito della trasmissione dell'episodio ''Sempre avanti'', ambientato nel mondo degli [[ultras]] del [[Calcio (sport)|calcio]], la serie è stata oggetto delle critiche del gruppo di tifosi del {{Calcio Bologna|N}} ''Forever Ultras 1974'', i quali hanno pubblicato un comunicato in cui affermano che «ancora una volta si è ripetuto lo stereotipo stucchevole dell'ultras inteso come politicizzato, rasato, drogato e sfigato che va allo stadio armato di coltello, ignorando che a Bologna gli ultras godono di ben altra considerazione», aggiungendo che «pur sapendo che si tratta solo di una [[fiction televisiva]], ci sentiamo di esprimerci in modo assolutamente critico nei confronti di chi ha scritto la [[sceneggiatura]] e voluto girare le scene sugli ultras, senza tenere in alcun conto il contesto della realtà bolognese. [...] Probabilmente i Manetti Brothers pensano che gli ultras siano stupidi come li hanno dipinti».<ref>{{cita web|url=http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2009/9-settembre-2009/coliandro-fa-arrabbiare-anche-ultras-1601750898970.shtml|titolo=Coliandro fa arrabbiare anche gli ultras|autore=Francesca Blesio|data=9 settembre 2009}}</ref>
=== Scritti ===
==== Libri di Carmelo Bene ====
* ''[[Pinocchio Manon e proposte per il teatro]]'', Milano, Lerici, 1964.
* ''[[Nostra Signora dei Turchi (romanzo)|Nostra Signora dei Turchi]]'', Milano, Sugar, 1966 (riedizione, con introduzione di [[Ugo Volli]]: Milano, SugarCo, 1978).
* ''[[Credito italiano (romanzo)|Credito Italiano V.E.R.D.I.]]'', Milano, Sugar, 1967.
* ''[[L'orecchio mancante]]'', Milano, Feltrinelli, 1970.
* ''[[A boccaperta]]'' (contiene: Giuseppe Desa da Copertino, A boccaperta; [[S.A.D.E.]] ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della gendarmeria salentina. Spettacolo in due aberrazioni; [[Ritratto di signora del cavalier Masoch|Ritratto di signora del cavalier Masoch per intercessione della beata Maria Goretti]]. Spettacolo in due incubi), Torino, Einaudi, 1976.
* ''[[Il rosa e il nero]]'', in F. Quadri, L'avanguardia teatrale in Italia, Einaudi, Torino, 1977.
* ''[[Dramaturgie]]'' (contiene la traduzione in lingua francese di [[S.A.D.E.]] curata da [[Jean-Paul Manganaro|J. P. Manganaro]] e D. Dubroca, e scritti di J. Guinot e F. Quadri), Garnier, Sarcelles, 1977.
* ''[[Sovrapposizioni]]'' (Con [[Gilles Deleuze]]; contiene [[Riccardo III (Carmelo Bene)|Riccardo III]] di Carmelo Bene e ''Un manifesto di meno'' di [[Gilles Deleuze|G. Deleuze]]), Feltrinelli, Milano 1978 (ristampa ampliata: Quodlibet, Macerata, 2002).
* ''[[Pinocchio (Carmelo Bene)|Pinocchio]]'', Giusti, Firenze, 1978.
* ''[[Manfred (Carmelo Bene)|Manfred]]'', Giusti, Firenze 1980.
* ''[[Pinocchio (Carmelo Bene)|Pinocchio]]'' (con [[Giancarlo Dotto|G. Dotto]], ''Pinocchio o lo spettacolo della Provvidenza, distrazione a due voci tra scena e quinta''), La casa Usher, Firenze,1981.
* ''[[Otello, o la deficienza della donna]]'' (Contiene saggi critici di [[Gilles Deleuze|G. Deleuze]], [[Maurizio Grande|M. Grande]], [[Pierre Klossowski|P. Klossowski]], [[Jean-Paul Manganaro|J-P. Manganaro]], [[Giancarlo Dotto|G. Dotto]]), Feltrinelli, Milano, 1981.
* ''[[La voce di Narciso]]'' (Contiene interventi di S. Colomba, [[Maurizio Grande|M. Grande]], A. Signorini), Il Saggiatore, Milano 1982.
* ''[[Sono apparso alla Madonna|Sono apparso alla Madonna. Vie d'(h)eros(es)]]'', Longanesi, Milano 1983.
* ''[[Adelchi (Carmelo Bene)|L'Adelchi o della volgarità del politico]]'' (Con G. Di Leva), Longanesi, Milano, 1984.
* ''[[Lorenzaccio]]'' (Contiene lo studio di [[Maurizio Grande|M. Grande]], La grandiosità del vano), [[Nostra Signora Editrice]], Roma 1986.
* ''[[La ricerca teatrale nella rappresentazione di Stato|La ricerca teatrale nella rappresentazione di Stato (o dello spettacolo fantasma prima e dopo C.B.)]]'', in AA. VV., La ricerca impossibile. Biennale Teatro '89 (Contiene saggi di [[Umberto Artioli|U. Artioli]], C. Dumoulié, E. Ladini, [[Maurizio Grande|M. Grande]], [[Jean-Paul Manganaro|J-P. Manganaro]], A. Scala), Marsilio, Venezia 1990.
* ''[[Il teatro senza spettacolo]]'' (Contiene saggi di [[Umberto Artioli|U. Artioli]], C. Dumoulié, E. Ladini, [[Maurizio Grande|M. Grande]], [[Pierre Klossowski|P. Klossowski]], [[Jean-Paul Manganaro|J-P. Manganaro]], A. Scala), Marsilio, Venezia 1990.
* ''[[A boccaperta]]'' (Ristampa del solo testo ''A boccaperta''), Linea d'ombra, Milano 1993.
* ''[[Pentesilea (Carmelo Bene)|Vulnerabile invulnerabilità e necrofilia in Achille. Poesia orale su scritto incidentato. Versioni da Stazio Omero Kleist]]'', Nostra Signora Editrice, Roma, 1993.
* ''[[Lorenzaccio e Il teatro di Bene e la pittura di Bacon]]'' (Edizione fuori commercio per gli abbonati di Linea d'ombra, allegato al n. 78 del gennaio 1993), Milano - Roma, Linea d'ombra - Nostra signora, 1993
* ''[[Opere (Carmelo Bene)|Opere,con l'Autografia d'un ritratto]]'', Bompiani, Milano 1995. (contiene l'opera omnia di Bene, selezionata e revisionata dall'autore, più un'antologia critica).
* ''[[Nulla patria in profeta]]'', in AA. VV., L'immemoriale (Con scritti di [[Gilles Deleuze|G. Deleuze]], [[Goffredo Fofi|G. Fofi]], P. Giacc<!--nobot-->hè, N. Savarese, F. Taviani, Argo, Lecco), 1995.
* ''[[Discorso su due piedi|Discorso su due piedi (il calcio)]]'' (Con [[Enrico Ghezzi|E. Ghezzi]]), Bompiani, Milano 1998.
* ''[[Vita di Carmelo Bene]]'' (Con [[Giancarlo Dotto|G. Dotto]]), Bompiani, Milano 1998.
* ''.[['l mal de' fiori]]'' poema, Bompiani, Milano 2000.
* ''[[Sovrapposizioni]]'' (Con [[Gilles Deleuze|G. Deleuze]]) (Ristampa con aggiunta di materiale fotografico inedito), Quodlibet, Macerata 2002.
* ''[[Un dio assente]]'' (monologo a due voci sul teatro) (Con [[Umberto Artioli|U. Artioli]]), Edizioni Medusa, Milano, 2006.
 
====Articoli e interventi di Carmelo Bene su riviste, giornali e altro====
<ref name="scritti">N.B. - Gli articoli, interventi, critiche, libri, monografie, ecc. qui riportati sono solo una parte della produzione cartacea ''di'' e ''su'' Carmelo Bene.</ref>
* ''Con Pinocchio sullo schermo (e fuori)'', Milano, Sipario N°244-245, 1966
* ''Arden of Feversham''; C.B. e S. Siniscalchi; Sipario N°259, Milano, 1967.
* ''A proposito di Kenneth Tynan'', Teatro, n3-4, Milano, 1968.
* ''Comunicativa e corruzione'', Teatro, n. 1 (seconda serie), pp.&nbsp;64–67, Milano, 1969.
* ''Salomè'', cartella informativa a cura dell'Ufficio Stampa dell'Italnoleggio Cinematografica, Roma, 1972.
* ''S.A.D.E.'' (Extrait), Travail Theatral, n. 27, Lausanne, 1977.
* ''Fragments pour un auto-portrait'', «Les Nouvelles Littéraires», Paris, 22 settembre 1977.
* ''La Salomè di Oscar Wilde'', Edizioni della Rai per il XXIX Premio Italia, Roma, settembre 1977.
* ''Non fate il mio nome invano'', «Paese Sera», Roma, 28 maggio 1978.
* ''Discorso sull'attore – L'avvento della donna''; «Paese Sera», Roma, 7 luglio 1978.
* ''Discorso sull'attore'', «Paese Sera», Roma, 10 luglio 1978.
* ''Piccola storia dell'attore – Tra cerimonia e verità'', «Paese Sera» 20 luglio 1978
* ''Caro critico ma tu credi il mio teatro educativo?'', «La Stampa», Torino, 16 febbraio 1979.
* ''Niente scuole'' (a cura di S. Colomba), «Sipario degli attori», anno XXXV, n.405, pp.&nbsp;54–55, II trimestre 1980,
* ''Macbeth. Libretto e versione da Shakespeare di Carmelo Bene'', in «Macbeth» (Programma di sala), 1983.
* ''Brutti matti'', «Dove sta Zazà, Rivista di cultura meridionale», nn.3-4, Pironti ed., Napoli, 1994.
* ''Carmelo Bene'', frammenti dal «Maurizio Costanzo Show» del 27 giugno 1994, selezionati e rielaborati da Sergio Fava, «Panta» – ''Conversazioni'', n. 15, pp.&nbsp;57–63, 1997.
* ''Lezioni sull'arte'', «Lo Straniero», anno VI, n.22, aprile 2002.
 
==== Volumi su Carmelo Bene ====
* [[Alberto Arbasino]], ''Grazie per le magnifiche rose'', Feltrinelli, Milano, 1965.
* [[Giuseppe Bartolucci]], ''Carmelo Bene o della sovversione'', in: ''La scrittura scenica'', Lerici, Roma, 1968.
* M. Moretti, ''Carmelo Bene Story'', «Le théâtre», 1970, I, Bourgois ed., Paris, 1970.
* [[Goffredo Fofi]], ''Il cinema italiano: servi e padroni'', Feltrinelli, Milano, 1972.
* [[Franco Quadri]], ''L'avanguardia teatrale in Italia (materiali 1960-1976)'', Einaudi, Torino, 1977.
* F. Quadri, ''Il teatro di Carmelo Bene'', in: ''Il teatro degli anni sessanta. Tradizione e ricerca'', pp.&nbsp;309–327, Einaudi, Torino, 1982.
* [[Oreste del Buono]], ''Il comune spettatore'', Garzanti, Milano, 1979.
* Dante Cappelletti, ''La sperimentazione teatrale in Italia tra norma e devianza'', Eri ed., Roma, 1981.
* Gianfranco Dotto, ''Il principe dell'assenza (Carmelo Bene)'', Giusti, Firenze, 1981.
* Roberto Tessari, ''Pinocchio «summa atheologica» di Carmelo Bene'', Liberoscambio, Firenze, 1982.
* [[Ennio Flaiano]], ''Lo spettatore addormentato'', Rizzoli, Milano, 1983.
* [[Gilles Deleuze]], ''Cinema 2. L'immagine-tempo'', Ubulibri, Milano, 1985.
* L. Caffo,'' Flatus Vocis. Breve invito all'agire animale'', Novalogos, Aprilia, 2012.
* [[Maurizio Grande]], ''L'uso della strumentazione elettronica nell'ultimo Bene'', in: R. Tomassino (a cura di), ''Il suono del teatro'', Acquario ed., Palermo, 1982.
* M. Grande, ''La riscossa di lucifero'', Bulzoni, Roma, 1985.
* M. Grande, ''La lettera mancata'' (uno studio su ''La cena delle beffe'' di Carmelo Bene), Marchesi ed., Roma, 1988.
* M. Grande (a cura di), ''Carmelo bene il circuito barocco'', Studi monografici di Bianco e Nero (estratto da Bianco e Nero, fascicolo 11/12), Roma, 1973.
* G. Bartalotta, ''Amleto in Italia nel Novecento'', Adriatica ed., Bari, 1986.
* G. Bartalotta, ''Carmelo Bene e Shakespeare'', Bulzoni, Roma, 2000.
* Sergio Colomba, ''Assolutamente moderni (figure, temi e incontri nello spettacolo del Novecento)'', introduzione di C. Meldolesi, Nuova Alfa ed., Bologna, 1994.
* A. Attisani, ''Scena Occidentale'', Cafoscarina, Venezia, 1995.
* AA. VV., ''Per C. B.'' (con scritti di A. Aprà, A. Attisani, R. Castellucci, C. Cecchi, V. Dini, G. Fofi, P. Giacchè, G. Giani Luporini, M. Grande, S. Lombardi, J.-P. Manganaro, N. Savarese, E. Tadini, G. Turchetta), Linea d'ombra ed., Milano, 1995.
* E. Baiardo – R. Trovato, ''Un classico del rifacimento. L'Amleto di Carmelo Bene'', Erga ed., Genova, 1996.
* [[Enrico Ghezzi]], ''Cose (mai) dette'', Bompiani, 1996.
* E. Villa, ''Letania per Carmelo Bene'' (a cura di A. Tagliaferri), Vanni Scheiwiller ed., Milano, 1996.
* E. Baiardo – F. De lucis, ''La moralità dei sette veli. La Salomè di Carmelo Bene'', Erga ed., Genova, 1997.
* Cosetta G. Saba, ''Carmelo Bene'', Milano, Il Castoro, 1999.
* J.-P. Manganaro, ''Homo illudens'' – prefazione a: C. Bene, ''Notre-Dame-des-Turcs'' suivi de ''Autographie d'un portrait'', traduzione di J.-P. Manganaro, P.O.L., Paris, 2003.
* J.-P. Manganaro, ''Portrait sans corps'' – prefazione a: C. Bene, ''Théâtre. Oeuvres completes II'' suivi de ''Autographie d'un portrait'', traduzione di J.-P. Manganaro, P.O.L., Paris, 2004.
* T. Conte, ''Amato Bene'', Einaudi, Torino, 2002.
* G. Costa (a cura di), ''A CB. A Carmelo Bene'', Editoria & Spettacolo, Roma, 2003.
* G. Di Leva, (a cura di), ''Carmelo Bene a Milano'', Edizioni del Teatro alla Scala, Milano, 2003.
* A. Attisani - M. Dotti (a cura di), ''Bene crudele'', Stampa Alternativa, Viterbo, 2004.
* L. Maiorano – P. De Florio, ''Carmelo Bene & Giuseppe Desa da Copertino. Visioni e contemplazioni'', Lupo ed., Copertino, 2004.
* A. Petrini, ''Amleto da Shakespeare a Laforgue per Carmelo Bene'', edizioni ETS, Pisa, 2004.
* F. Ponzetta (a cura di), ''Carmelo Bene al Costanzo Show'': «Occhio zombie che stasera vi spacco il cervello»", Jubal, Siena, 2005.
* [[Giuliana Rossi]], ''[[I miei anni con Carmelo Bene]]'', Edizioni della Meridiana (collana Teatro studio), 2005.
* Armando Petrini, ''Amleto da Shakespeare a Laforgue per Carmelo Bene'', Edizioni ETS (collana diretta da Anna Barsotti, 2005.
* A. Valcalda, ''Florilegio per Carmelo Bene'', con un testo di J.-P. Manganaro, ed. l'Obliquo, Brescia, 2006.
* Piergiorgio Giacchè, ''Carmelo Bene, Antropologia di una macchina attoriale'', Bompiani (collana Studi Bompiani), 2007.
* P. Boioli, ''Carmelo Bene, il cinema della dépense'', Falsopiano, Alessandria, 2011.
* Emiliano Morreale (a cura di), ''Carmelo Bene contro il cinema'', Minimum Fax, Roma, 2011.
* Luca Buoncristiano (a cura di), ''Panta Carmelo Bene'', Bompiani, Milano, 2012
* L. Liberatore, ''Il Salento Metafisico di Carmelo Bene'', introd. di Carlo Coppola, F.A.L. Vision, Bari, 2012.
* C. Tempio - D. Dell'Ombra, ''Quel che viene a mancare. Il saggio critico e Carmelo Bene'', Villaggio Maori Edizioni, Catania 2012.
* Marco Sciotto, Luisa Viglietti (prefazione), ''Un Carmelo Bene di meno. Discritture di Nostra Signora dei Turchi'', Villaggio Maori Edizioni, Catania 2014.
* Simone Giorgino, "L'ultimo trovatore. Le opere letterarie di Carmelo Bene", Milella, Lecce 2014
* G. Leone, "D'in su la vetta della torre antica. Giacomo Leopardi e Carmelo Bene sospesi fra silenzio e voce", Edizioni Il Melabò, Lecco, 2015.
* G. Leone, "D'in su la vetta della torre antica. Giacomo Leopardi e Carmelo Bene sospesi fra silenzio e voce", II Edizione, Grafiche Rusconi, Bellano-Lecco, 2016.
 
====Articoli, giornali e altro su Carmelo Bene====
<ref name="scritti" />
* M. Sardina, ''L'uomo che apparve alla Madonna - Carmelo Bene dieci anni dopo'', «Amedit», n.10, pp.&nbsp;4–7, marzo 2012.
* [[Aldo Busi]], ''Busi intervista proprio Bene'', «Amedit», n.10, pp.&nbsp;8–11, marzo 2012.
* M. Cavalli, ''Bene sul Carmelo della letteratura'', «Amedit», n.10, p.&nbsp;12, marzo 2012.
* [[Corrado Augias]], ''L'antiphysis di Carmelo Bene'', «Teatro», n.2, pp.&nbsp;86–90, autunno-inverno 1967-68.
* Edoardo Bruno, ''Nostra Signora dei Turchi'', «Filmcritica», n.193, dicembre 1968.
* Italo Moscati, ''Una rivoluzione che parte dal teatro'', «Sipario», n.270, 1968.
* I. Moscati, ''Nostra Signora dei Turchi'', «Rivista del Cinematografo», n.9-10, settembre-ottobre 1968.
* I. Moscati, ''Dopo il teatro e il cinema la TV secondo Carmelo'', «Cineforum», a. XVIII, n.10, ottobre 1978.
* E. Ungari, ''I nudi e i morti'', «Cinema e film», n.9, 1969.
* [[Alessandro Cappabianca]], ''Capricci'', «Filmcritica», n. 202, novembre-dicembre 1969.
* M. Grande, ''Maschere e pugnali'', «Cinema e film», n.9, pp.&nbsp;257–259, estate 1969.
* M. Grande (a cura di), ''Carmelo Bene. Il circuito barocco'', «Bianco e nero», n.11-12, novembre-dicembre 1973;
* M. Grande, ''Prassi della teoria nel teatro e nel cinema. Un esempio: Carmelo Bene'', «Quaderni della Biblioteca U. Barbaro», n.1, Bulzoni, Roma, 1973.
* M. Grande, ''Estetica del vacuo. La cena nuda di Bene'', «Proposta», n.12-13, pp.&nbsp;20.23, marzo-giugno 1974.
* M. Grande, ''L'arte cancellata'', dal programma di sala di ''Amleto'' di Carmelo Bene (da Shakespeare a Laforgue) Ormagrafica, Roma, 1975.
* [[Adriano Aprà]], ''Fiori di ghiaccio'', «Cinema e film», nn.11-12, 1970.
* Francesco Bolzoni, ''Don Giovanni'', «Rivista del Cinematografo», n.8-9, agosto-settembre 1970.
* S. Arecco, ''Don Giovanni'', «Filmcritica», n.211, 1970.
* [[Guido Aristarco]], ''Carmelo Bene, forma barocca e travestimento dell'io'', «Cinema e film», nn.11-12, 1970.
* G. Turroni, ''Capricci'', «Letture», n.4, 1970.
* G. Aristarco, ''Carmelo Bene, forma barocca e
* M. Abati – G. Raboni, ''Nostra Signora dei Turchi, Capricci, Don Giovanni'', «Cineforum», n.104, 1971.
* [[Franco La Polla]], ''Ragioni dell'avanguardia nell'opera di Carmelo Bene'', «Cinema nuovo», n.212, 1971.
* [[Giuseppe Bartolucci]], ''Per una lettura di Carmelo Bene dal sessanta al settanta'', «Bianco e nero», n.11-12, pp.6-18, 1973.
* Franco Pecori, ''I veli di Salomè'', «Filmcritica», n.231, 1973.
* [[Giovanni Grazzini]], ''Un Amleto di meno'', «Corriere della sera», maggio 1973.
* [[Vittorio Giacci]], ''Carmelo Bene: il lucido significato del non-senso'', «Cineforum», nn.135-136, 1974.
* Rino Mele, ''Nota a un Amleto di meno'', «Filmcritica», n.247, 1974
* Enzo Natta, ''Un Amleto di meno'', «Rivista del Cinematografo», n.10-11, ottobre-novembre 1974.
* Alberto Arile, ''Aspettando Carmelo'', «Cinema sessanta», n.102, marzo-aprile 1975.
* Filippo Bettini – Francesca Salina (a cura di), ''Il nuovo teatro di Carmelo Bene'' (con scritti di G. Bartolucci, F. Bettini, M. Grande, I. Moscati, P. Perrotti, F. Salina), «Quadrangolo», n.5, pp. 55-114, gennaio-marzo 1976.
* [[Cesare Garboli]], ''Bene, grande attore "postumo"'', «Il Mondo», n.17, 22 aprile 1976.
* Fernando Trebbi, ''Il bianco medaglione degli Endimioni: surface e profondeur nel Salomè di Carmelo Bene'', «Nuova corrente», n.70, 1976;
* H. Ginette, ''L'énergie sans cesse renouvellée de l'utopie'', «Travail théâtral», n.27, 1977.
* J.-P. Manganaro, ''Carmelo Bene'', «Lumière du Cinéma», n.9, pp.38-47, novembre 1977.
* S. Toni, ''Narciso e la morte del soggetto'', «Sipario», n.369, 1977.
* Franco Quadri, ''Dal teatro alla radio (passando per il cinema)'', in ''La “Salomè” di Oscar Wilde secondo Carmelo Bene'', XXIX Premio Italia, Venezia, Rai Radiotelevisione Italiana, 1977.
* Sergio Colomba, ''L'orgasmo dimezzato (a fin di Bene)'', «Scena», n.3-4, 1978.
* Antonio Costa, ''Carmelo Bene'', in ''Storia del cinema'', vol. IV, Venezia, Marsilio, 1981.
* Bruno Venturi, "Il testo come partitura", in Teatro festival, n.4, giugno-luglio 1986.
* Erik Bullot, ''Sur quelques films de Carmelo Bene'', «Trafic», n.22, 1997.
* Alessandro Bertani, ''Salomè di Carmelo Bene'', «Cineforum», n.377, settembre 1998.
* Ciriaco Tiso, ''Il cinema di Carmelo Bene o l'estasi convulsa dell'immaginario'', «Close-Up», n.7, maggio 1999.
* Alessandro Bertani, ''L'infinito in cartellone. Gli ''Amleti'' di Carmelo Bene'', «Cineforum», n.437, pp. 44-46, agosto-settembre 2004.
* Lorenzo Mango, “Ferita era la benda e non il braccio”, «Filmcritica», n.491-492, p.13, gennaio-febbraio 1999.
* A. Taverna. “Il Manfred di Carmelo Bene” in MUSICA n.140 pp. 56-61 marzo 2001
* P. Giacchè, ''Carmelo Bene, attore della cultura'', «Lo straniero», anno VI, n.22, aprile 2002.
* C. Dumoulié, ''Carmelo Bene o lo splendore del vuoto'', «Lo straniero», anno VII, n.34, aprile 2003.
* P. Giacchè, ''Perdere un amico'', «Rivista di psicologia analitica. Nuova serie», n.17, pp. 87-97, 2004.
* R. Censi, ''Anamorfosi. Don Giovanni'', «Cineforum», n.437, pp. 39-41, agosto-settembre 2004.
* G. Manzoli, ''Atti puri. Carmelo Bene sportivo'', «Cineforum», n.437, pp.53-56, agosto-settembre 2004.
* E. Morreale, ''Storia, geografia, cecità. Nostra Signora dei Turchi'', «Cineforum», n.437, pp.42-43, agosto-settembre 2004.
* G. Pisanò, ''S. Giuseppe da Copertino nella letteratura del Novecento (I. Silone, V. Bodini, C. Bene, A. Prete)'', «Studi salentini», anno 49, LXXXI, pp.148-184, 2004.
* A. Soncini, ''Fottersene di Shakespeare. Carmelo Bene in televisione'', «Cineforum», n.437, pp.50-52, agosto-settembre 2004.
* P. Spaziani, ''Una macchina attoriale'', «Cineforum», n.437, pp.47-49, agosto-settembre 2004.
* B. Filippi, ''L'humilité est ''conditio prima''. Le renvers de l'excés chez Carmelo Bene'', «Théâtre/Public», n.178, pp.&nbsp;31–35, 2005.
* R. Cirio, "Tutto per Bene", "Nero su bianco", "Lo schiacciavoci" in "Serata d'onore" pp.&nbsp;279–285, Bompiani 1983
* R. Cirio, "Carmelodramma" L'Espresso 10 gennaio 1988
* G. Podestà, "L'avventura del realismo in Italia", in "La plasticità teatrica", Mondini e Siccardi Editori, Genova 1982.
* Marco Sciotto, "Il poema dell'informe. ''<nowiki/>'l mal de' fiori'' di Carmelo Bene" in "Engramma. La tradizione classica nella memoria occidentale", n. 115, aprile 2014.
* Carlo Alberto Petruzzi, ''“...di quel figlio ricercando.” Intertestualità e motivi autobiografici nell'opera di Carmelo Bene'', in «La Fusta», Rutgers University, New Brunswick, vol. 22, 2014 (http://italian.rutgers.edu/images/PDFs/9-Petruzzi-Fusta2014.pdf)
 
=== Cinema ===
==== Regie ====
* ''[[Ventriloquio (film)|Ventriloquio]]'' (1970), mediometraggio (17'). Con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli. ''Montaggio'': [[Mauro Contini]]. Irreperibile.
* ''[[Hermitage (film)|Hermitage]]'' (1968), mediometraggio (25'). Con Carmelo Bene, [[Lydia Mancinelli]]. Musica: [[Vittorio Gelmetti]]. Fotografia: [[Giulio Albonico]]. Montaggio: [[Pino Giomini]]. ''Produzione'': Nexus film. Formato: 35&nbsp;mm. Copia conservata presso la Cineteca Nazionale.
* ''[[Il barocco leccese]]'' (1968), cortometraggio (6'). Documentario.
* ''[[A proposito di "Arden of Feversham"]]'' (1968), mediometraggio (20'). Con Carmelo Bene, Giovanni Davoli, Manlio Nevastri.<br />Irreperibile. Presso la Cineteca Nazionale è stato individuato il negativo privo di colonna sonora.
* ''[[Nostra Signora dei Turchi]]'' (1968), lungometraggio (124'). Con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Ornella Ferrari, Anita Masini, Salvatore Siniscalchi, Vincenzo Musso. Premio speciale della giuria al XXIX Festival di Venezia (“per la totale libertà con cui ha espresso la sua forza creativa mediante il mezzo cinematografico”).<br />''Musiche'': Čajkovskij, 'Capriccio italiano'; Donizetti, 'Lucia di Lammermoor'; Musorgksij, 'Una notte sul Monte Calvo', 'Quadri di un'esposizione'; Gounod, Faust; Puccini, 'Manon Lescaut', 'La fanciulla del West'; Rachmaninov, 'Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra'; Rossini, 'La gazza ladra'; Stravinskij, 'Petrouchkà; Verdi, 'Un ballo in maschera', 'La Traviatà; Jarre, tema da 'Lawrence d'Arabià; Karas, tema da 'Il terzo uomo'.
* ''[[Capricci]]'' (1969), lungometraggio (89'). Con Carmelo Bene, Anne Wiazemsky, Tonino Caputo, Giovanni Davoli, Ornella Ferrari, Gian Carlo Fusco, Poldo Bendandi. Presentato al XXII Festival di Cannes 1969, Quinzaine des Realisateurs.<br />''Musiche'': Čajkovskij, 'Capriccio italiano'; Puccini, 'La Bohéme'; Verdi, 'Macbeth', 'La Traviata'.
* ''[[Don Giovanni (film 1970)|Don Giovanni]]'' (1970), lungometraggio (90'). ''Musiche'': Bizet, 'Carmen'; Donizetti, 'Don Pasquale'; Mozart, 'Don Giovanni'; Musorgskij, 'Quadri di un'esposizione'; Prokof'ev, 'Aleksandr Nevskij'; Verdi, 'Simon Boccanegra'.
* ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]'' (1972), lungometraggio (80'). Con Carmelo Bene, [[Lydia Mancinelli]], [[Alfiero Vincenti]], [[Donyale Luna]], [[Veruschka von Lehndorff]], [[Piero Vida]], [[Franco Leo]], [[Ninetto Davoli|Giovanni Davoli]].<br />''Musiche'': Brahms, 'Ein Deutsches Requiem'; Schubert, 'Sinfonia "Incompiuta"'; Sibelius, 'Valse Triste'; R. Strauss, 'Danza dei sette velì.
* ''[[Un Amleto di meno]]'' (1973), lungometraggio (70'). Con Carmelo Bene, Luciana Cante, Sergio di Giulio, Franco Leo, [[Lydia Mancinelli]], Luigi Mezzanotte, Isabella Russo, Giuseppe Tuminelli, [[Alfiero Vincenti]].<br />Soggetto liberamente tratto da: [[Jules Laforgue]], “Hamlet, ou les suites de le pitié filiale” (1877).<br />''Musiche'': Musorgksij, 'Quadri di un'esposizione'; Rossini, 'La gazza ladra', 'Il turco in Italià, 'L'italiana in Algeri'; Stravinskij, 'L'histoire du soldat'; Wagner, 'Tannhauser', 'Tristano e Isotta'.
 
==== Partecipazioni ====
* ''Un'ora prima di Amleto + Pinocchio,'' di [[Paolo Brunatto]], 1965
* ''Bis,'' di Paolo Brunatto, 1965
* ''[[Edipo re (film)|Edipo re]]'', di [[Pier Paolo Pasolini]], 1967
* ''[[Lo scatenato]]'', di [[Franco Indovina]], 1967
* [[Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock|''Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock'']], di [[Nico D'Alessandria]], 1967 (voce narrante)
* ''Umano non umano,'' di [[Mario Schifano]], 1969
* ''[[Colpo rovente]],'' di Piero Zuffi, 1969-1970
* ''[[Necropolis (film 1970)|Necropolis]]'', regia di [[Franco Brocani]] (1970)
* ''Tre nel mille'' di Franco Indovina, 1970 (ma mandato in onda in Rai con il titolo ''Storie dell'anno mille'' nel gennaio/febbraio 1973)
* ''[[Claro (film 1975)|Claro]],'' di [[Glauber Rocha]], 1975
 
=== Televisione ===
* 1973 [[Storie dell'anno Mille (originale televisivo in 6 episodi)]]; con Franco Parenti, Giancarlo Dettori, Carmelo Bene; regia di Franco Indovina; soggetto e sceneggiatura di Tonino Guerra e Luigi Malerba.
* 1974
** ''[[Spettacolo-concerto Majakovskij|Bene! Quattro diversi modi di morire in versi. Blok-Majakovskij-Esènin-Pasternak]]''; adattamento testi di C.B. e R. Lerici; traduzioni di: I. Ambrogio, R. Poggioli, A. M. Ripellino, B. Carnevali; riduzione, adattamento, regia e voce recitante C.B.; scene M. Fiorespino; direttore della fotografia G. Abballe; musiche di V. Gelmetti; voce solista C: B.; assistente alla regia C. Tempestini; mixer video A. Lepore; operatori RVM:&nbsp;m: Nicoletti, E. Piccirilli; produzione RAI; durata 1h 20', trasmesso in due parti il 27 e 28/10/1977, Rai 2.
** ''[[Amleto (da Shakespeare a Laforgue)|Amleto, di Carmelo Bene (da Shakespeare a Laforgue)]]''; regia, scene, costumi e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; direttore della fotografia G. Abballe; montaggio RVM G. Marguccio; musiche L. Zito; altri interpreti: [[Alfiero Vincenti|A. Vincenti]], J. P. Boucher, F. Leo, P. Baroni, L. Mezzanotte, D. Silverio, S. Javicoli, L. Bosisio, M. A. Nobencourt, L. Morante, L. Mancinelli, C. Cinieri; delegato alla produzione R. Carlotto; produzione RAI; durata 63'; trasmesso il 22/4/1978, Rai 2.
* 1977 ''[[Riccardo III (film 1977)|Riccardo III (da Shakespeare) secondo Carmelo Bene]]''; regia, scene, costumi e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; direttore della fotografia G. Abballe; montaggio RVM S. Spini; musiche L. Zito; altri interpreti: [[Lydia Mancinelli|L. Mancinelli]], M. G. Grassini, D. Silverio, S. Javicoli, L. Morante, L. Dotti; assistente alla regia A.M. Angeli; tecnico audio B. Severo; mixer video G. Casalinuovi; elaborazione elettronica per il colore G. Virgili; delegato al programma R. Carlotto; produzione RAI; durata 76'; trasmesso il 7/12/1981, Rai 2 (e il 5/1/1984)
* 1979 ''[[Manfred (Carmelo Bene)|Manfred versione per concerto in forma d'oratorio]]''; regia e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; direttore della fotografia G. Abballe; aiuto regia M. Fogliatti; montaggio RVM F. Biccari; elaborazione elettronica per il colore M. Taruffi; direttore di scena M. Contini; mixer video M. Agrestini, S. Di Paolis; mixage audio A. Bianchi; altri interpreti: Astarte - L. Mancinelli, (soprano) A. Tammaro, (contralto) S. Mukhametova, (tenore) D. Di Domenico, (bassi) F. Tasin, B. Ferracchiato, A. Picciau, A. Santi; Orchestra e coro comunale di Bologna; direttore d'orchestra P. Bellugi; maestro del coro L. Magiera; registrazione in esterni, realizzazione e produzione RAI; coordinamento per l'edizione L. Stefanucci; trasmesso il 12/9/1983, Rai 2
* 1984 ''[[Adelchi (Carmelo Bene)|L'Adelchi, di Alessandro Manzoni in forma di concerto]]''; da uno studio di C.B. e Giuseppe Di Leva “L'Adelchi o la volgarità del politico”; regia e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.;regia televisiva C. Battistoni; musiche G. G. Luporini; altri interpreti: Ermengarda – A. Perino; percussioni live A. Striano; registrato al Teatro Lirico di Milano 1984; trasmesso il 9/9/1985, Rai 2
* 1987
** ''Carmelo Bene e i canti di Giacomo Leopardi''; intervista introduttiva con M. Grande e Vanni Leopardi e lettura dei Canti di C.B.; riprese in diretta da Villa Leopardi e in piazza Leopardi a Recanati; regia televisiva F. Di Rosa; trasmesso il 12/9/1985, Rai 3.
** ''[[Hommelette for Hamlet|Hommelette for Hamlet, operetta inqualificabile (da J. Laforgue)]]''; regia e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; scene e costumi G. Marotta; direttore della fotografia G. Abballe; musiche originali adattate e dirette da L. Zito;sculture G. Gianese; direttore di scena M. Contini; fonico mixer S. Santori; fonico recordista M. Corazzini; altri interpreti: il Re – U. Trama, Kate - Marina Polla De Luca, Orazio - A. Brugnini, Gertrude - S. De Santis, Will - V. Waiman, gli angeli – O. Cattaneo, W. Esposito, F. Felice, L. Fiaschi, D. Riboli, A. Zuccolo; produzione Nostra Signora S.r.l. – RAI; durata 62'; trasmesso il 25/11/1990, Rai 3.
* 1996
** ''[[Macbeth (Carmelo Bene)|Macbeth horror suite di Carmelo Bene da William Shakespeare]]''; regia e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B. musica da G. Verdi; montaggio P. Centomani; altri interpreti: Lady Macbeth&nbsp;– S. Pasello; scene T. Fario; costumi L. Viglietti; [[datore luci]] D. Ronchieri; montaggio audio E. Savinelli; tecnico video P. Murolo; mixer video C. Ciampa; assistente alla regia M. Lamagna; ottimizzazione A. Loreto; direttore di produzione G. Pagano; produzione Nostra Signora S.r.l. e RAI; realizzato nel Centro di Produzione Tv di Napoli; durata 60'; trasmesso il 5/4/1997, Rai 2.
** ''[[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]]'', regia e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; montaggio P. Centomani; montaggio audio E. Savinelli; tecnico video P. Murolo; mixer video C. Ciampa; assistente alla regia M. Lamagna; ottimizzazione A. Loreto; direttore di produzione G. Pagano; produzione Nostra Signora S.r.l. e RAI; realizzato nel Centro di Produzione Tv di Napoli; Rai 2. Inedito.
** ''[[Canti Orfici (Carmelo Bene)|Canti orfici]]'', regia e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; montaggio P. Centomani; montaggio audio E. Savinelli; tecnico video P. Murolo; mixer video C. Ciampa; assistente alla regia M. Lamagna; ottimizzazione A. Loreto; direttore di produzione G. Pagano; produzione Nostra Signora S.r.l. e RAI; realizzato nel Centro di Produzione Tv di Napoli; durata 62'33", trasmesso da Rai 2.
* 1997 ''[[Pentesilea (Carmelo Bene)|Carmelo Bene - In-vulnerabilità d'Achille (tra Sciro e Ilio)]]'', libera versione poetica da Stazio, Kleist, Omero ci Carmelo Bene; regia, scene, costumi e voce solista C.B.; tecnico del suono A. Macchia; montaggio M. Contini; produzione Nostra Signora S.r.l., Rai; durata 50'50".
* 1998 ''[[Canti (Carmelo Bene)|Carmelo Bene e la voce dei Canti, dai Canti di G. Leopardi]]'', regia e interprete<ref name="interprete" /> C.B; musiche di G. Giani Luporini; pianoforte solista S. Bergamasco; tecnici del suono D. D'Angelo, A. Macchia; montaggio M. Contini; direttore di studio T. Fario; Luci D. Ronchieri; produzione Nostra Signora S.r.l., Rai e l'Assessorato alla Cultura di Roma; trasmesso in sette puntate di circa 30' dal giugno al luglio 1998 da Rai 2.
* 1999 ''[[Pinocchio (Carmelo Bene)|Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza]]''; riduzione e adattamento da Caro Collodi di Carmelo Bene; regia e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B., musiche G. Giani Luporini; scene e maschere T. Fario; costumi L. Viglietti; direttore della fotografia G. Caporali; montaggio F. Lolli; altri interpreti: S. Bergamasco; luci spettacolo D. Ronchieri;fonico A. Macchia; assistente alla regia M. Lamagna; postproduzione audio C. Bocci; postproduzione in Edit box C. Bonavita; direttore di produzione G. de Vizio; produzione RAI e Nostra Signora S.r.l.; durata 75'; trasmesso il 29/5/1999, Rai 2.
* [[2001]] ''[[Quattro momenti su tutto il nulla|Carmelo Bene in Carmelo Bene&nbsp;– quattro momenti su tutto il nulla]]'', di C.B.; luci P. Rachi; cameraman N. Confalonieri; direttore produzione R. Romoli; montaggio A. Buonomo; direttore tecnico C.B.; produzione Nostra Signora S.r.l., S. Giussani -Sacha Film e P. Ruspoli - Rai Trade, durata1 h 45'; Rai 2 Palcoscenico
* [[2002]] ''[[Otello, o la deficienza della donna|Otello o la deficienza della donna di William Shakespeare secondo Carmelo Bene]]'', riprese del 1979; girato in due pollici, durata circa 15 ore, presso gli studi Rai di Torino; montaggio 2001/2002 di C.B. e M. Fogliatti; regia scene, costumi e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; musiche L. Zito; altri interpreti: C. Cinieri, M. Martini, L. Bosisio, C. Dell'Aguzzo, J.P. Boucher; produzione RAI; in onore di Carmelo Bene proiettato in prima internazionale al Teatro Argentina il 18 marzo 2002.; durata 76' 46".
* 2003 ''[[Lorenzaccio|Lorenzaccio, al di là di de Musset e Benedetto Varchi]]'', di Carmelo Bene. Regia di Carmelo Bene, interpreti<ref name="interprete" />: Carmelo Bene, Isaac George, Mauro Contini. Registrazione dello spettacolo teatrale del 1986, montaggio di Mauro Contini con la supervisione di Carmelo Bene. Direzione televisiva: Mauro Contini, Produzione: ''[[Immemoriale di Carmelo Bene|Fondazione l'Immemoriale di Carmelo Bene]]'' in collaborazione con Rai International e il comune di Roma, durata 90', 2003, Italia, colore, video. (Proiettato in prima internazionale all'Auditorium Parco della Musica di Roma nell'ambito della manifestazione “Roma per Carmelo ” il 1º settembre 2003)
 
=== Radio ===
;Produzione RAI:
* [[1973]]
** ''[[Le interviste impossibili]]''
*** Giorgio Manganelli incontra De Amicis
*** Giorgio Manganelli incontra Tutankamon
*** Giorgio Manganelli incontra Nostradamus
*** Giorgio Manganelli incontra Casanova
*** Giorgio Manganelli incontra Dickens
*** Giorgio Manganelli incontra il califfo di Bagdad
*** Guido Ceronetti incontra Jack lo squartatore
*** Guido Ceronetti incontra Attila
*** Oreste Del Buono incontra Leopold von Sacher Masoch
*** Oreste Del Buono incontra Dostoevskij
*** Vittorio Sermonti incontra Marco Aurelio
*** Alberto Arbasino incontra Ludwig II di Baviera
*** Alberto Arbasino incontra Oscar Wilde
*** Nelo Risi incontra Jean-Paul Marat
*** Italo Calvino incontra Montezuma
** ''Cassio governa Cipro''; di G. Manganelli. Personaggi e Interpreti<ref name="interprete" />: Otello: Carmelo Bene; Jago: Cosimo Cinieri; Desdemona: Lidia Mancinelli; Cassio: Giacomo Ricci; Emilia: Rosa Bianca Scerrino; Bianca: Renata Biserri; Roderigo: [[Alessandro Haber]]; Brabanzio: Piero Baldini; Ludovico: Rodolfo Baldini.
** ''Nostra signora dei turchi''
* [[1974]]
** ''In un luogo imprecisato''; di G. Manganelli.
** ''Amleto''; da Shakespeare e Laforgue
** ''Pinocchio'', due parti dal romanzo omonimo di Carlo Lorenzini Collodi. Personaggi e Interpreti<ref name="interprete" />: Pinocchio: Carmelo Bene; La Bambina dai Capelli Turchini: Lidia Mancinelli; Lucignolo: Luigi Mezzanotte; La Volpe: Bianca Doriglia, Mastro Ciliegia, Il Grillo Parlante, Il Pappagallo, L'Imbonitore: Cosimo Cinieri; Geppetto, Mangiafuoco, Il Gatto, Il Narratore: [[Alfiero Vincenti]]; Un Ragazzo, Rosa Bianca Scerrino; La Piccola Vedetta Lombarda: Irma Palazzo.
* [[1975]]
** ''Salomè'' da O. Wilde
** ''Tamerlano il grande''; di C. Marlowe; protagonista C.B.; regia [[Carlo Quartucci|C. Quartucci]]
* [[1976]] ''Romeo e Giulietta''; da W. Shakespeare
* [[1979]]
** ''Cuore''; di E. de Amicis
** ''Manfred''; da Byron – Schumann
** ''Otello''; da W. Shakespeare
* [[1979]] ''Hyperion''; da F. Hölderlin - Maderna
* [[1983]] ''Egmont''; da Goethe – Beethoven
* [[1984]] ''L'Adelchi''; da A. Manzoni
* [[1997]]
** ''Canti orfici''; di D. Campana
** [[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]]; di [[Dante Alighieri]]
* [[1998]]
** ''Carmelo Bene e la voce dei Canti di Giacomo Leopardi''
** ''Pinocchio, ovvero lo spettacolo della provvidenza''; di C. Collodi
* [[1999]]
** ''Gabriele D'Annunzio – La figlia di Iorio''; da G. D'Annunzio
** ''Pinocchio, ovvero lo spettacolo della provvidenza''; riduzione e adattamento da Caro Collodi di Carmelo Bene; regia e interprete<ref name="interprete" /> principale C.B., musiche G. Giani Luporini; scene e maschere T. Fario; costumi L. Viglietti; direttore della fotografia G. Caporali; montaggio F. Lolli; altri interpreti: S. Bergamasco;
* [[2000]] ''In-vulnerabilità d'Achille'', da Stazio, Omero e Kleist
 
=== Discografia ===
* 1962 –''Il teatro laboratorio Majakovskij e Garcia Lorca''; attore-solista C.B.; musiche di G. Lenti; Roma, RCA Edizioni letterarie.
* 1976 – ''Una nottata di Carmelo Bene con Romeo, Giulietta e compagni''; a cura di R. Lerici - registrazioni al Teatro Valle di Roma durante le prove di Romeo e Giulietta 1976; Audiolibri Mondadori
* 1980
** ''Carmelo Bene - Manfred – Byron-Schumann''; poema drammatico di G. G. Byron; musiche da R. Schumann; traduzione italiana, regia e voce solista C.B.; e con: L. Mancinelli (voce recitante), S. Baleani (soprano), W. Borelli (mezzosoprano), E. Buoso (tenore), C. del Bosco (basso); orchestra e coro del Teatro alla Scala, direttore D. Renzetti; direttore del coro R. Gandolfi; produzione a cura di R. Maenza; direttore musicale della registrazione F. Miracle; regia del mixaggio C.B.; registrazione live effettuata al Teatro della Scala di Milano il 1/10/1980; doppio LP stereo, Fonit Cetra.
** ''Carmelo Bene - Majakovskij'', dedicato a [[Sandro Pertini]], nel cinquantenario della morte di Majakovskij e nel centenario della nascita di Blok, concerto per voce recitante e percussioni; testi di A. Blok, V. Majakovskij, S. Esenin, B. Pasternak; traduzioni di: R. Poggioli, A. M. Ripellino, B. Carnevali; riduzione, adattamento, regia e voce recitante C.B.; musiche di G. Giani Luporini; musicisti solisti: M. ilie, (violino), [[Sandro Verzari|S. Verzari]] (tromba), V. De Vita (pianoforte); direttore della registrazione P. Chiesa; fonico R. Citterio; produzione a cura di R. Maenza; registrazione live effettuata il 10/10/1980 – Roma&nbsp;– Teatro dell'Opera doppio LP Fonit Cetra.
* 1981
** ''Carmelo Bene - [[Lectura Dantis (Carmelo Bene)|Lectura Dantis]]''; voce recitante C.B.; musiche introduttive di S. Sciarrino; musicista solista D. Bellugi (flauto); produzione R. Maenza; registrazione live Bologna, Torre degli Asinelli, 31 luglio.- CGD.
** ''Carmelo Bene in Pinocchio'' (storia di un burattino da Collodi); nel centenario della nascita di Pinocchio; regia, elaborazione testi e voce principale C.B.; musiche di G.Giani Luporini; la Fatina L. Mancinelli; tecnici della registrazione: G. Burroni, M. Contini, B. Bucciarelli; Mixer L. Torani; produzione a cura di R. Maenza; registrazione effettuata a [[Forte dei Marmi]] - CGD.
* 1984 ''Carmelo Bene – “L'Adelchi di Alessandro Manzoni”''; uno studio di Carmelo Bene e Giuseppe Di Leva; musiche di G. Giani Luporini, orchestra sinfonica e coro di Milano della Rai; Direttore E: Collina, maestro del coro M. Balderi; voce principale C.B.; Ermengarda: A. Perino; percussioni A. Striano; registrato in occasione delle recite al Teatro lirico di Milano febbraio&nbsp;– marzo 1984; produzione a cura di A, Pischedda; regia del mixaggio C.B.; tecnici del suono L. Cavallarin, G. Jametti; Fonit-Cetra.
* 1994 ''Carmelo Bene in Hamlet suite – spettacolo-concerto''; collage di testi e musiche di C.B.; interprete<ref name="interprete" /> principale C.B.; Kate-Ofelia: M. Chiarabelli, P. Boschi; mixer P. Lovat; assistente L. Viglietti; produzione a cura di M. Bavera; registrato al Teatro Morlacchi di Perugia il 25 novembre 1994, Nostra Signora S.r.l.
* 1999 ''Dino Campana – Carmelo Bene - Canti Orfici – Variazioni per voce - stralci e varianti'', voce recitante C.B., in collaborazione con la RAI; Mastering Suoni S.r.l.; tecnico del suono A. Macchia; libro e compact disc - Bompiani, giugno
 
=== Registrazioni audiovisive di prove e seminari ===
* ''[[Il principe cestinato]]'', (colloquio satirico-filosofico con Carmelo Bene), realizzato da Carlo Refele e Maurizio Grande, durante le prove di ''[[Un Amleto di meno]]'', con Lydia Mancinelli e Alberto Arbasino, 1972.
* ''L'immagine della phoné'', Teatro Argentina, Roma, 18 e 20 novembre 1984. Archivio Storico delle Arti Contemporanee, La Biennale, Venezia.
* ''Seminario a porte chiuse sulla macchina attoriale'', per la Biennale Teatro 1989, Venezia, settembre 1989. Archivio Storico delle Arti Contemporanee, La Biennale, Venezia.
* ''Macbeth di William Shakespeare''. Videoregistrazione in tempo reale delle prove dell'edizione teatrale del 1983. Teatro Ateneo, Roma, 22 ottobre&nbsp;– 23 novembre 1982. Centro Teatro Ateneo, Archivio dello spettacolo, Roma.
* ''Macbeth di Carmelo Bene'', programma video in due parti: ''Concerto per attore solo'' e ''Le tecniche dell'assenza''. Progetto di F. Marotti e M. Grande. Centro Teatro Ateneo, Archivio dello spettacolo, Roma, 1985.
* ''Quattro seminari straordinari di Carmelo Bene'', Palazzo delle Esposizioni, Roma, 12-15 dicembre 1990.
 
== Curiosità ==
{{curiosità}}
* Una parodia di Carmelo Bene è stata rappresentata da [[Emilio Solfrizzi]] durante la produzione televisiva Tele Durazzo e ''[[Il Polpo]]'' (1993), con lo pseudonimo di Carmelo Meglio.<!--
* Una successiva parodia è stata portata in scena da [[Maurizio Crozza]] a [[Mai dire gol]] (1999-2000).
* Carmelo Bene era un'accanito fumatore di Gitanes.
* Ha pubblicamente ammesso in un'intervista di aver chiamato entrambi i suoi due cani lupo "Albertazzi". Ovviamente non si trattava di un tributo all'attore toscano, quanto di un ironico segno di disistima visto che Bene aveva poca simpatia per l'attore. ----- Buona la prima ma... ATTENZIONE! Questa seconda citazione andrebbe messa su Wikiquote... In altre parole, se si cominciassero a includere tutte le curiosità e stranezze declamate da Carmelo Bene in questa sezione, data la sua immensa prolificità in questo campo, essa verrebbe a occupare decine di megabyte. La cosa non mi sembra né fattibile, né saggia. //-->
* Il singolo dei Negramaro "Io non lascio traccia" è dedicato proprio a Carmelo Bene.
 
== Note ==
{{<references}}/>
 
== FontiBibliografia ==
* {{cita libro|autore=Carlo Lucarelli|titolo=Il giorno del lupo|editore=Einaudi|città=Torino|edizione=Einaudi tascabili. Stile libero 504|anno=1998|isbn=88-06-14861-3|cid=Lucarelli}}
=== Bibliografiche ===
* Carmelo Bene-[[Giancarlo Dotto]], ''Vita di Carmelo Bene'', Milano, [[Bompiani]]-[[Rcs MediaGroup|RCS]] 2005 (1ª ed. 1998). ISBN 88-452-3350-2
* Carmelo Bene, ''Opere, con l'Autografia d'un ritratto'', Classici Bompiani, Milano, 2002, ISBN 88-452-5166-7
* [[Antonio Attisani]] - [[Marco Dotti]], ''Bene crudele. Cattivario di Carmelo Bene'', [[Nuovi equilibri]], Roma, ISBN 88-7226-826-5
* Cosetta G. Saba, ''Carmelo Bene'', [[Il Castoro Cinema]] n. 195, [[Editrice Il Castoro]], 2005, ISBN 88-8033-133-7
* [[Giuliana Rossi]], ''I miei anni con Carmelo Bene'', Edizioni della Meridiana, Firenze, 2005. ISBN 88-87478-79-1
* [[Piergiorgio Giacchè]], ''Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale'', Bompiani, Milano, 2007 (1 ed. 1997). ISBN 88-452-5823-8
* Carmelo Bene - [[Gilles Deleuze]], ''Sovrapposizioni'', Quodlibet, Macerata, 2002 (2<sup>a</sup> ed. 2006), ISBN 88-86570-91-0
* Umberto Artioli - Carmelo Bene, ''Un dio assente. Monologo a due voci sul teatro'', Medusa ed., Milano, 2006, ISBN 88-7698-051-2
* Tonino Conte, ''L'amato bene'', Giulio Einaudi ed., Torino, 2002. ISBN 88-06-16116-4
* Tempio - Dell'Ombra, ''Quel che viene a mancare. Il saggio critico e Carmelo Bene'', Villaggio Maori Edizioni, Catania 2012, ISBN 88-98119-09-7
* A cura di Bruno Di Marino, Marco Meneguzzo, Andrea La Porta, ''Lo sguardo espanso. Cinema d'artista italiano 1912-2012'', Silvana Editoriale, 2012
 
=== Video ===
* [http://www.veoh.com/watch/v20984787t8aFFtd2 Carmelo Bene ad Acquario], trasmissione del 1978
* ''Mixer Cultura'', trasmissione del 1987
* ''[http://www.youtube.com/watch?v=Pkh6hd5vkm8 La macchina attoriale]'', a cura di Pietro Ruspoli & Tonino del Colle.
* ''Uno contro tutti'', puntata del MCS del 27 giugno 1994
* ''A dispetto di tutti'', puntata del MCS del 23 ottobre 1995
* ''[[La voce che si spense]]'', trasmissione Rai del 2003
 
== Voci correlate ==
* [[Coliandro]]
* [[Corpo grottesco]], contenuto nel cinema di Carmelo Bene
* [[Colonna sonora de L'ispettore Coliandro]]
* [[Antonin Artaud]]
* [[Personaggi de L'ispettore Coliandro]]
* [[Hermitage (film)]]
* [[Nostra Signora dei Turchi]]
* [[Capricci]]
* [[Don Giovanni (film 1970)]]
* [[Salomè (film 1972)]]
* [[Un Amleto di meno]]
* [[Amleto (da Shakespeare a Laforgue)]]
* [[Hommelette for Hamlet]]
* [['l mal de' fiori]]
* [[Giardino Carmelo Bene]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Carmelo Bene}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* https://www.youtube.com/watch?v=awAYwzxTdi4 Da Letania per Carmelo Bene di Emilio Villa, voce Maurizio Boldrini, violino Serena Cavalletti [https://www.youtube.com/watch?v=awAYwzxTdi4]
* {{cita web|url=http://www.carlolucarelli.net/ispettorecoliandro.htm|titolo=L'ispettore Coliandro|urlarchivio=https://archive.is/20130413162745/http://www.carlolucarelli.net/ispettorecoliandro.htm|dataarchivio=13 aprile 2013|urlmorto=sì}}
* {{DBI
 
|nome = Bene, Carmelo
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{{Portale|televisione}}
|autore = [[Piergiorgio Giacchè]]
|anno = 2012
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* {{cita web|http://amedit.wordpress.com/2012/03/23/busi-intervista-proprio-bene/|Aldo Busi intervista Carmelo Bene}}
* {{cita web|url=http://www.adrianoapra.it/?p=533|titolo=Intervista a Carmelo Bene}}
* {{cita web|http://amedit.wordpress.com/2012/03/23/luomo-che-apparve-alla-madonna-carmelo-bene-dieci-anni-dopo/|L'uomo che apparve alla Madonna. Carmelo Bene dieci anni dopo}}
* {{cita web|http://www.immemorialecarmelobene.it/|Fondazione L'Immemoriale di Carmelo Bene}}
* {{cita web|http://www.calasanziofp.it/informazioni/contatti/|Sulle sponde del Genio}}
* {{cita web|http://www.emsf.rai.it/percorsi_tematici/percorso_bene/index.htm|Percorso tematico su Carmelo Bene}}
* {{cita web|http://www.letteratura.rai.it/categorie/carmelo-bene/301/1/default.aspx|Speciale Carmelo Bene su RAI Letteratura}}
* {{cita web|http://www.klpteatro.it/dieci-anni-senza-cb|A dieci anni dalla morte, speciale Carmelo Bene su Krapp's Last Post. Con interventi di Mario Perrotta e Massimo Paganelli}}
* {{cita web|http://affaritaliani.libero.it/puglia/alla-memoria-di-carmelo-bene-un-teatro-a-lecce.html|Alla memoria di Carmelo Bene un teatro a Lecce? (articolo di Carlo Infante)}}
* {{cita web|http://www.bifest.it/festival-carmelo-bene|Festival Carmelo Bene (2012)}}
{{Opere di Carmelo Bene}}
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