Jean-Paul Sartre e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 aprile 11: differenze tra le pagine

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|Nome = Jean-Paul Charles Aymard
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|Cognome = Sartre
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|Sesso = M
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|LuogoNascita = Parigi
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|AnnoNascita = 1905
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|GiornoMeseMorte = 15 aprile
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|AnnoMorte = 1980
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|Attività = filosofo
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|Attività2 = scrittore
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|Attività3 = drammaturgo
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|Attività4 = critico letterario
|Epoca = 1900
|Nazionalità = francese
|Premio1 = Nobel
|Specialità1 = letteratura
|AnnoPremio1 = 1964
|Immagine =
}}
 
Studiò all'[[École Normale Supérieure]] di [[Parigi]], dove si laureò nel [[1929]] in filosofia, per insegnarla poi in licei di [[Le Havre]], di [[Laon]] e infine di [[Parigi]]. È qui che conoscerà [[Simone de Beauvoir]] condividendo con lei vita intima, lavoro e impegno politico.
Nel [[1964]] fu insignito del [[Premio Nobel per la letteratura]], che però rifiutò: "Non voglio essere letto perché Nobel ma solo se il mio lavoro lo merita. E poi, chi è quel tribunale per giudicare la mia opera?" Nel [[1945]] aveva già rifiutato la [[Legion d'onore]] e in seguito la cattedra al [[Collège de France]].
 
Muore nel 1980 al culmine del successo essendo ormai diventato icona della gioventù ribelle e anticonformista del dopoguerra. Si calcola che al suo funerale presenziarono cinquantamila persone. È sepolto nel [[cimitero di Montparnasse]] a [[Parigi]].
 
== La vita ==
[[Immagine:Tomba Sartre-De Beauvoir.jpg|right|thumb|Tomba di Jean-Paul Sartre e [[Simone de Beauvoir]]]]
 
 
Avendo vinto una borsa di studio nel 1933 ebbe l'opportunità di specializzarsi a [[Berlino]], potendo entrare in contatto diretto con la [[fenomenologia]] di [[Edmund Husserl]] e l'[[ontologismo]] di [[Martin Heidegger]]. Venne catturato dai tedeschi e, dopo la sua liberazione, partecipò alla [[resistenza francese]].
 
Sartre è stato uno fra i massimi esponenti dell'[[esistenzialismo]] e uno studioso le cui idee sono sempre state ispirate a un pensiero politico orientato verso la sinistra internazionale (negli anni della [[guerra fredda]] sostenne le ragioni dell'allora [[Unione Sovietica]], pur criticandone in diversi suoi scritti la politica). Ha diviso con [[Simone de Beauvoir]] - conosciuta nel [[1929]] all'[[École Normale Supérieure]] - la propria vita sentimentale e professionale.
 
===Gli anni di gloria===
====L'apoteosi esistenzialista====
 
In seguito alla Liberazione, Sartre conobbe un successo enorme e per oltre un decennio dominò il panorama letterario francese. Promuovendo l'impegno politico-culturale come fine a sé stesso, la diffusione delle sue idee avvenne specialmente attraverso la rivista che egli fondò nel 1945, ''[[Les Temps Modernes]]''. Sartre vi condivide la sua "penna" con, tra gli altri, [[Simone de Beauvoir]], [[Maurice Merleau-Ponty|Merleau-Ponty]] e [[Raymond Aron]]. Nel lungo editoriale del primo numero, egli pose i principi di una responsabilità dell'intellettuale nel suo tempo e di una letteratura impegnata. Per lui, lo scrittore è presente «qualunque cosa faccia, segnato, compromesso fino al suo più lontano ritiro dall'attività (...) Lo scrittore è "in situazione" nella sua epoca.» Questa posizione sartriana dominerà tutti i dibattiti intellettuali della seconda metà del [[XX secolo]]. La rivista è sempre considerata come la più prestigiosa tra le riviste francesi a livello internazionale.
 
[[Immagine:St Germain des Prés tour3.jpg|right|thumb|150px|Il campanile della chiesa di Saint-Germain-des-Prés]]
 
Simbolo di questa gloria surrealista e dell'egemonia culturale di [[Saint-Germain-des-Prés (quartiere)|Saint-Germain-des-Prés]] sul mondo, la sua celebre conferenza dell'ottobre [[1945]], dove una folla immensa cerca di entrare nella piccola sala che era stata riservata. La gente litiga, partono dei colpi, ci sono signore che svengono o cadono in sincope. Sartre in quell'occasione presenta una sintesi della sua filosofia, l'[[esistenzialismo]], in questa fase però già modificato da influssi del pensiero [[marxista]], che sarà poi trascritta nell'opera [[L'esistenzialismo è un umanismo]]. La sua pubblicazione, da parte dell'editore Nagel, è fatta all'insaputa di Sartre che giudica la trascrizione ''[[ex abrupto]]'', necessariamente semplificatrice, poco compatibile con la scrittura e il lavoro del senso che la stessa implica.
 
Tutto il bel mondo vuole ora essere esistenzialista, vivere in modo esistenzialista. Saint-Germain-des-Prés, residenza di Sartre, diviene il quartiere parigino dell'esistenzialismo, e allo stesso tempo un alto luogo di vita culturale e notturna: nel quale si festeggia alla maniera esistenziale, nelle cantine affumicate, ascoltando del [[jazz]], o recandosi al ''café-théâtre''. Fenomeno raro nella storia del pensiero francese, un pensiero filosofico tecnico e austero trova purtuttavia, nel grande pubblico, una eco inaspettata. Ciò può essere spiegato con due fattori: all'inizio l'opera di Sartre è multiforme e permette a ciascuno di trovare il suo livello di lettura, successivamente l'esistenzialismo, che proclama la libertà totale, così come la responsabilità totale degli atti dell'uomo di fronte agli altri e a se stesso, si presta perfettamente a questo strano clima del dopoguerra dove si mescolano festa e memoria delle atrocità. L'esistenzialismo diventa pertanto una vera e propria moda, più o meno fedele alle idee sartriane, e di cui l'autore sembra un po' superato dall'ampiezza che prende quest'ultima.
 
Intanto, Sartre affermerà il suo impegno politico chiarendo la sua posizione, attraverso i suoi articoli su ''Les Temps modernes'': Sartre sposa, come molti intellettuali della sua epoca, la causa della rivoluzione marxista, ma, almeno dal 1956 in poi, senza per questo concedere i suoi favori al partito comunista, agli ordini di un'[[Unione Sovietica|URSS]] che non può soddisfare l'esigenza di libertà. Sartre e i suoi amici continuano perciò a cercare una terza via, quella del doppio rifiuto del capitalismo e dello stalinismo.
 
Nel dicembre [[1946]], la rivista prende posizione violentemente contro la guerra d'Indocina. Nel [[1947]], Sartre nei suoi articoli se la prende con il [[gollismo]] e con il [[RPF]], che considera come un movimento fascista. L'anno seguente, la [[guerra fredda]] che avanza conduce ''Les Temps modernes'' a combattere l'[[imperialismo americano]], affermando al contempo un pacifismo neutralista. Egli pubblica così con [[Merleau Ponty]] un manifesto in favore di un'Europa socialista e neutrale.
 
È allora che Sartre decide di tradurre il suo pensiero in espressione politica, fondando con una conoscenza un nuovo partito politico, il [[Rassemblement Démocratique Révolutionnaire]]. Ma malgrado il successo di qualche manifestazione, il RDR non raggiungerà mai un numero di aderenti necessario a diventare un vero partito. Subodorando una deriva pro - americana da parte del suo co-leader, Sartre rassegna le sue dimissioni nell'ottobre [[1949]].
 
È allora che, senza uscite politiche, il riavvicinamento con i comunisti inizia a diventare per lui una soluzione.
 
====Il compagno di strada del Partito Comunista Francese (PCF)====
 
{{quote|Se la classe operaia volesse distaccarsi dal Partito (PCF), essa non disporrebbe che di un mezzo: ridursi in polvere|[[Les Temps Modernes]], [[1953]]|lingua=fr|Si la classe ouvrière veut se détacher du Parti (PCF), elle ne dispose que d'un moyen: tomber en poussière}}
 
La [[guerra di Corea]], che scoppia nel [[giugno]] [[1950]], accelera questa evoluzione verso il riavvicinamento al [[Partito Comunista Francese]] (PCF). Per Sartre, la guerra, divenuta calda, implica il fatto che ognuno ora debba scegliere il proprio campo. Merleau Ponty, in disaccordo, lascia allora, dopo Raymond Aron, ''les Temps Modernes'', di cui egli era un membro importante. Il [[28 maggio]] [[1952]], il PCF organizza una manifestazione contro la visita del generale Ridgway, che finirà nella repressione e nel sangue, con la morte di 2 militanti e l'arresto di [[Jacques Duclos]], segretario del PCF. L'evento scioccò Sartre in modo tale che egli ne parlerà come di un'autentica « conversione » : egli inizia ormai a sostenere anima e corpo il PCF. Si lancia in un'amplissima spiegazione nell'articolo « ''I comunisti e la pace'' »: qui egli chiarisce che il proletariato non potrebbe vivere senza il suo partito, il partito comunista, e che bisogna dunque assimilare il partito comunista al proletariato. Il PC diventa così il solo partito in favore del quale ci si deve impegnare.
 
Sartre pertanto si impegna, a partire dal [[1952]], in un matrimonio di ragione con i sovietici: in particolare, partecipa al [[Congresso nazionale della pace]] a [[Vienna]] nel [[novembre]] [[1952]], organizzato dall'[[Unione Sovietica|URSS]], e la sua presenza conferisce all'avvenimento una considerazione insperata. Sartre arriva fino ad autocensurarsi facendovi impedire la ripresa della sua pièce ''[[Le mani sporche]]'', che i comunisti consideravano antibolscevica, e che era previsto andasse in scena in quel periodo a Vienna. I comunisti potevano ora rallegrarsi per aver acquisito alla loro causa il filosofo e lo scrittore più celebre del mondo.
 
Questo allineamento di Sartre ai comunisti separa lo stesso Sartre e [[Albert Camus|Camus]], precedentemente molto vicini. Per Camus l'ideologia marxista non deve prevalere sui crimini staliniani, laddove per Sartre, che è al corrente di tali crimini, non si devono utilizzare questi fatti come pretesto per abbandonare l'impegno rivoluzionario.
 
La fedeltà al PCF terminò nel [[1956]]. Nel 1954, al ritorno da un viaggio in URSS, Sartre diede a ''Libération'', un quotidiano vicino al PCF, una serie di 6 articoli che illustravano la gloria dell'URSS. Ancora nel 1955 scrisse una pièce teatrale (il ''[[Nekrassov]]'') che fustigava la stampa anticomunista.
 
Il sodalizio con il PCF terminò all'indomani degli avvenimenti dell'autunno del 1956, quando i carri sovietici soffocarono la rivoluzione ungherese. L'insurrezione aprì gli occhi a molti comunisti di allora e permise di comprendere che esisteva un proletariato al di fuori dal partito con istanze non solo non rappresentate o misconosciute ma addirittura negate e avversate. Sartre dopo aver firmato una petizione di intellettuali di sinistra e di comunisti contestatari, il 9 novembre concesse una lunga intervista al settimanale ''[[l'Express]]'' (giornale mendésista), per smarcarsi platealmente dal partito.
 
Nel 1956 Sartre decise un cambiamento di strategia ma non cambiò le sue opinioni: socialiste, anti-borghesi, anti-americane, anti-capitaliste, e soprattutto anti-imperialiste (la lotta dell'intellettuale impegnato continuò e prese una nuova forma in seguito agli avvenimenti della guerra d'Algeria).
 
====La guerra d'Algeria====
 
Dal [[1956]] al [[1962]], Sartre e la sua rivista intrapresero una lotta radicale in favore della causa nazionalista algerina. Nel marzo del 1956 i comunisti votarono in favore dei pieni poteri a [[Guy Mollet]] in [[Algeria]], Sartre e i suoi amici denunciarono il mito di un'Algeria francese parlando della realtà colonialista. Quindi essi si impegnarono in favore dell'indipendenza manifestando altresì la loro solidarietà con il [[Front de Libération Nationale]]. ''Les temps modernes'' fece anche apparire nella primavera del [[1957]] la testimonianza di [[Robert Bonneau]], un soldato richiamato, che raccontò i barbari metodi adottati durante la guerra in Algeria. Ma Sartre si fece una volta di più prendere dal giogo dell'impegno manicheo come quando era compagno di strada del Partito Comunista: non proferì parola, oppure legittimò i massacri e i crimini di guerra del [[Front de Libération Nationale|FLN]].
 
Nel settembre [[1960]] sostiene il manifesto del diritto alla non sottomissione (chiamato [[manifesto dei 121]]) e si dichiara solidale con le ricerche di aiuto del [[Fronte di liberazione nazionale (Algeria)|FLN]]. Durante il processo [[Jeanson]], un « portaborse » del FLN, egli proclama il suo assoluto sostegno all'imputato. Questa dichiarazione provoca uno scandalo e, malgrado le proteste di diverse organizzazioni, [[Charles de Gaulle|de Gaulle]] non volle persecuzioni contro Sartre, e avrebbe dichiarato: "''Non si imprigiona Voltaire''".
 
Questo suo impegno, non di meno, comporta i suoi rischi: nel gennaio 1962, l'[[Organizzazione Armata Segreta|OAS]] compie un attentato facendo esplodere una parte del suo domicilio, che Sartre aveva proprio abbandonato per timore di rappresaglie.
 
Sostenitore attivo della [[rivoluzione cubana]], dal [[1960]], egli ruppe poi con [[Fidel Castro|Líder Máximo]] nel [[1971]] a causa dell' «[[affaire Padilla]]». Egli dirà di [[Fidel Castro]]: «Il m’a plu, c’est assez rare, il m’a beaucoup plu».
 
====Strutturalismo, Flaubert e premio Nobel====
 
Nel frattempo, sul piano teorico, il filosofo Sartre si occupa di produrre la teoria economica e sociale che servirà a conciliare socialismo e libertà. Si lancia in quest'impresa, che rimarrà incompiuta, con la pubblicazione della prima parte della ''Critica della ragione dialettica'' nel 1960.
 
Dopo di che l'esistenzialismo sembra perdere colpi: durante gli [[anni 1960]], l'influenza di Sartre sulla letteratura francese e sulle ideologie intellettuali diminuisce poco a poco, specialmente nel confronto con gli [[Strutturalismo (filosofia)|strutturalisti]] come l'etnologo [[Claude Lévi-Strauss|Lévi-Strauss]], il filosofo [[Michel Foucault|Foucault]] o lo psicanalista [[Jacques Lacan|Lacan]]. Lo strutturalismo è in qualche modo l'avversario dell'esistenzialismo: in effetti non c'è molto spazio nello strutturalismo per la libertà umana, essendo ogni uomo imbrigliato nelle strutture che lo sovrastano e sulle quali non ha presa. Sartre è altrove, non si cura di discutere di questa nuova corrente: è interamente impegnato in un progetto personale, rappresentato dall'analisi del XIX secolo e della creazione letteraria, e soprattutto dallo studio di un autore che l'ha sempre affascinato, [[Gustave Flaubert|Flaubert]]. Inoltre negli [[anni 1960]] la sua salute peggiora rapidamente. Sartre è prematuramente logorato; logorato per la sua costante iperattività letteraria e politica e logorato dal tabacco, dall'alcool che assume in gran quantità, nonché dalle droghe che lo mantengono in forma ([[chlorydrane]] e [[amfetamina|amfetamine]]).
 
Ma il rifiuto, la rivolta, l'intransigenza si vedono sempre nelle azioni di Sartre. Nel [[1964]], fatto che avrà una grande risonanza mondiale, rifiuta il [[premio Nobel]] poiché, a suo avviso, « nessun uomo merita di essere consacrato da vivo »<ref>Secondo il [[Corriere della Sera]] del 9 ottobre 2008, Sartre «rifiutò il Premio con grande enfasi pubblica e poi si fece avanti privatamente per ottenere l'assegno (l'Accademia naturalmente lo ignorò)» (Segreti da Nobel Intrighi a Stoccolma.
Da Tolstoj a Fo: retroscena, polemiche e tic, http://www.corriere.it/cultura/08_ottobre_09/segreti_nobel_stoccolma_7139684a-95d8-11dd-86ba-00144f02aabc.shtm)</ref>. Aveva già rifiutato la [[Legione d'onore]], nel 1945, e ancora una cattedra al [[Collegio di Francia]]. Questi onori, secondo lui, gli avrebbero alienato la sua libertà, facendo dello scrittore una istituzione. Questi suoi gesti resteranno celebri poiché in grado di illuminare lo spirito e lo stato d'animo dell'intellettuale.
 
== Il pensiero ==
Sartre rimane molto influenzato dal pensiero di Husserl, anche se poi lo utilizza in maniera originale, poichè sin dai suoi primi studi egli vi imprime una forte critica psicologistica che sarà poi solo soppiantata da quella politica dopo il 1946. La prima fase del pensiero di Sartre è segnata dall'opera [[L'essere e il nulla]], pubblicata nel 1943, e che rimane l'opera principale a testimonianza del suo esistenzialismo ateo. Il tema principale in esso posto è la fondamentale [[libertà]] di realizzarsi di ogni uomo come uomo-dio e l'ineludibilità di rimanere sempre un dio-fallito. Ciò che evidenzia il fallimento è l'angoscia che attanaglia l'uomo nel vivere il suo esistere come una libertà fasulla, basata sul ''nulla'':
{{quote| Questa libertà, che si rivela nell'angoscia, può caratterizzarsi con l'esistenza di quel ''niente'' che si insinua tra i motivi e l'atto. Non già ''perché'' sono libero, il mio atto sfugge alla determinazione dei motivi, ma, al contrario, il carattere inefficiente dei motivi è condizione della mia libertà. E se si domanda qual'è questo ''niente'' che fonda la libertà, risponderemo che non si può dscriverlo perché ''non è'', ma si può almeno indicarne il senso, in quanto questo niente ''è stato'' per l'essere umano nei suoi rapporti con se stesso. Corrisponde alla necessità per il motivo di non apparire come motivo altro che come correlazione di una coscienza "di" motivo. In una parola, poiché rimunciamo all'ipotesi dei contenuti di coscienza, dobbiamo riconoscere che non vi sono motivi "nella" coscienza ma solo "per" la coscienza. E per il fatto stesso che il motivo non può sorgere come apparizione, si costituisce da sé come inefficace. | ''L'essere e il nulla'', Il Saggiatore, Milano 1965, pp.69-70 }}
 
Dopo la [[seconda guerra mondiale]], insieme alla cospicua produzione di opere drammaturgiche di alto livello, l'attenzione di Sartre si rivolge all'azione politica. Ma si può dire che in esse esistenzialismo e politica trovino la loro sintesi imntellettuale. Egli si avvicina al [[comunismo]] benché non si sia mai iscritto al [[partito comunista]]. Con la definitiva adesione al comunismo, Sartre si mette decisamente in gioco a favore di questo e dà inizio a un suo ruolo di ''engagé'' che farà da modello a molti intellettuali di sinistra tra gli anni '50 e '80. Il resto della sua vita è segnato dal tentativo di riconciliare le idee esistenzialistiche con i principi del [[marxismo]], convinto che le forze socio-economiche determinino il corso dell'esistenza umana e che il riscatto economico per la classe operaia possa divntare anche culturale.
In questi anni Sartre stringe anche amicizia con un giovano cambogiano di nome Saloth Sar con cui condivide la militanza nel Partito Comunista Francese che diverrà poi noto alle cronache molti anni dopo con il nome di battaglia di Pol Pot capo dei guerriglieri Kehmer Rossi e presidente della Kampuchea Democratica dal 1975 al 1979.
 
E' in questa prospettiva che nasce il progetto della ''Critica della ragion dialettica'' (che uscirà nel 1960) e contemporaneamente la rottura sia con Camus e sia con Merleau-Ponty, non disposti a seguirlo nella sua radicalizzazione politica. Però quest'opera non è per niente allineata alla dotrina comunista sovietica, ma propone una visione della società che lascia all'individualità larghi spazi di libertà e di affermazione anche se in una prospettiva deterministica. Nel perseguimento della "unità dialettica del soggettivo e dell'oggettivo" la soggettività è infatti dipendente dall'oggettività socio-ambientale come suo "campo delle possibilità".
 
Libertà condizionata dell'uomo perciò rispetto a un ampio sottofondo di necessità. Gli assunti fondamentali di ''L'essere e il nulla'' sono perciò nella ''Critica della ragion dialettica'' definitivamente negati con l'assunzione teorica del [[materialismo storico]] marxiano. E' infatti il regno del "pratico-inerte" (l'essenza della materia) a imporsi, a dominare, a determinare la necessità e ad imporla anche all'uomo. Sartre viene quindi a scrivere: {{quote| Non è né nell'attività dell'organismo isolato e né nella successione dei fatti fisico-chinici che la necessità si manifesta: il regno della necessità è il dominio, reale, ma ancora astratto dalla storia, dove la materialità inorganica si chiude sulla molteplicità degli uomini e trasforma i produttori nei loro prodotti. La necessità, come limite nel seno della libertà, come evidenza accecante e come nomento del rovesciamento della ''praxis'' in attività ''pratico-inerte'' diventa, dopo la caduta dell'uomo nella società seriale, la struttura stessa di tutti i processi di serialità, quindi la modalità della loro assenza nella presenza e di una evidenza svuotata. | ''Critique de la raison dialectique'', Gallimard, Paris 1960, pp.375-376}}
 
Nell'[[esistenzialismo]] di Sartre si realizza lo stesso paradosso di [[Heidegger]] e [[Jaspers]]: la trasformazioni del concetto di possibilità in impossibilità. Secondo Sartre l'uomo è definito come "l'essere che progetta di essere Dio" (in "L'essere e il nulla"), ma questa attività si risolve in uno scacco: ciò che per Heidegger e Jaspers è nullificato dalla realtà fattuale, in Sartre è nullificato dalla molteplicità delle scelte e dall'impossibilità di discriminarne la fondatezza e validità.
 
"Ein Mal ist kein Mal" (una volta è nessuna volta), se mi è dato scegliere, il fatto di non poter discernere si traduce in una non scelta.
 
* Contingenza dell'essere: il mondo è « assurdo », senza ragione. È « di troppo ». Esiste semplicemente, senza « fondamento ». Le cose e gli Uomini esistono di fatto, e non di diritto. (Vedere ''[[La nausea]]''.)
 
* L'Uomo è definito dalla coscienza (il "per sé" che si oppone all'"in sé"). Ovvero ogni coscienza è coscienza di qualcosa (idea d'[[intenzionalità]] ripresa da [[Husserl]]). L'Uomo è dunque fondamentalmente aperto sul mondo, « incompleto », « girato verso », esistente (proiettato fuori di sé): c'è in lui un niente, un « foro nell'essere » suscettibile di ricevere gli oggetti del mondo.
 
:La coscienza è ciò che non coincide mai con sé stessi, ciò che è potenza di "nullificazione" (cioè di negazione, cioè d'azione) grazie all'immaginazione (che può pensare ciò che non è). La coscienza rende dunque il progetto possibile.
 
* L'Uomo è assolutamente libero: egli non è nient'altro che ciò che egli fa della sua vita, egli è un progetto. L'esistenza precede l'essenza (contro [[Hegel]]: non c'è essenza predeterminata, l'essenza è liberamente scelta dall'esistente).
 
L'impegno non è una maniera di rendersi indispensabile, non importa chi (intercambiabile).
 
* "L'Uomo è condannato ad essere libero": non impegnarsi è ancora una forma d'impegno, poiché se ne è responsabili.
 
Inoltre, Dio non esiste (e in ogni caso "se esistesse ciò non cambierebbe nulla"), per cui l'uomo è unica fonte di valore e di moralità; è condannato ad inventare la propria morale.
 
* Rifiuto del concetto freudiano d'[[inconscio]], sostituito con la nozione di «malafede»: l'inconscio non saprebbe diminuire l'assoluta libertà dell'Uomo
 
Il criterio della morale non si trova dunque al livello delle "massime" (Kant) ma degli "atti". La « malafede », sul piano pratico, consiste nel dire: "quel che conta è l'intenzione".
 
* Intersoggettività: il soggetto tende a fare degli altri un oggetto e a percepirsi come l'oggetto d'altri (esempio particolare del "gesto sporco" sorpreso mentre fatto di nascosto).
 
L'uomo non vive se non in relazione all'altro, e l'"IO" sartriano non è più soggettivo ma oggettivo, in quanto è riferito ad ogni uomo in chiave universale.
 
Sintetizzando: siamo come una stanza con una finestra che si affaccia sul mondo esterno... e sta a noi, e SOLO a noi, decidere di aprirla.
 
== Il senso de "La nausea" ==
La nausea che prova il protagonista del romanzo - Antoine Roquentin - deriva proprio da quella condizione di sostanziale gratuità della vita, ovvero il sentire la vita come priva di un senso necessario.
 
La vita, secondo Roquentin, nel momento in cui ci appare come un unico e inevitabile flusso di esperienze senza un senso proprio, provoca la grande vertigine della nausea: si può dunque dire che Sartre lamenta il fatto che la [[realtà]] non ci dia [[significato]] da sé, ma che dobbiamo trovarlo da soli. Questa possibilità aperta è la stessa che provoca l'angoscia in [[Soren Kierkegaard]].
 
Non esiste un essere necessario "[[Dio]]" che possa dare significato dall'esterno a questa condizione esistenziale. L'[[esistenza]] è di per sé già compiuta nella sua evidenza, l'[[esistenza]] è assoluta e gratuita.
La condizione di chi si sente esistere è già vissuta come un esistente, seppure assurda perché senza uno scopo apparente, viviamo per vivere e per morire, gli eventi ci vengono incontro come fenomeni e non possiamo dedurli se non vengono in contatto con il nostro [[Io (filosofia)|Io]].
 
== Note ==
<references />
== Opere==
;Romanzi e racconti
* ''[[La nausea]]'' (''La nausée''), [[1938]]
* ''[[Il muro]]'' (''Le mur''), [[1939]]
* ''[[I cammini della libertà]] (''Les chemins de la liberté'') [[1945]]
* ''[[L'età della ragione]]'' ("L'age de raison"), [[1945]]
* ''[[Il rinvio]]'' (''Le sursis''), [[1945]]
* ''[[La morte nell'anima]]'' (''La mort dans l'ame''), [[1949]]
*'' [[Œuvres romanesques]]'' ([[1981]])
;Teatro
* ''[[Bariona o il figlio del tuono]]'' (''Bariona ou le Fils du tonnerre''), [[1940]]
* ''[[Le mosche]]'' (''Les mouches''), [[1943]]
* ''[[A porte chiuse (opera teatrale)|A porte chiuse]]'' (''Huis clos''), [[1944]]
* ''[[La puttana rispettosa]]'' (''La putain respecteuse''), [[1946]]
* ''[[Morti senza tomba]]'' (''Morts sans sépulture''), [[1946]]
* ''[[Le mani sporche]]'' (''Les mains sales''), [[1948]]
* ''[[Il Diavolo e il buon Dio]]'' (''Le Diable et le bon Dieu''), [[1951]]
* ''[[Kean (teatro)|Kean]]'' ([[1954]])
* ''[[Nekrassov]]'' [[1955]]
* ''[[I Sequestrati di Altona]]'' (''Les Séquestrés d'Altona''), [[1959]]
* ''[[Le Troiane]]'' (''Les Troyennes''), [[1965]]
 
;Autobiografia, corrispondenza
* ''[[Le parole]]'' (''Les mots''), [[1964]]
* ''[[Taccuini della strana guerra]]'' (''Carnets de la drôle de guerre''), [[1983]]-[[1995]]
* ''[[Lettere al Castoro e ad altre amiche]] (''Lettres au Castor et à quelques autres''), [[1983]]
;Essais
* ''[[Situazioni I]]'' ([[1947]])
* ''[[Situazioni II]]'' ([[1948]])
* ''[[Situazioni III]]'' ([[1949]])
* ''[[Situazioni IV]]'' ([[1964]])
* ''[[Situazioni V]]'' ([[1964]])
* ''[[Situazioni VI]]'' ([[1964]])
* ''[[Situazioni VII]]'' ([[1965]])
* ''[[Situazioni VIII]]'' ([[1972]])
* ''[[Situazioni IX]]'' ([[1972]])
* ''[[Situazioni X]]'' ([[1976]])
;Saggi politici
* ''[[Riflessioni sulla questione ebraica]]'', (Réflexions sur la question juive), [[1946]]
* ''[[Interviste sulla politica]]'' (''Entretiens sur la politique''), [[1949]]
* ''[[L'Affare Henri Martin]]'' (''L'Affaire Henri Martin''), [[1953]]
* ''Prefazione a [[I Dannati della Terra]]'' (''Les Damnés de la Terre'') di [[Frantz Fanon]], [[1961]]
* ''[[Abbiamo ragione a rivoltarci]]'' (''On a raison de se révolter''), [[1974]]
 
;Critica letteraria
* ''[[La repubblica del silenzio]]'' (''La république du Silence''), [[1944]]
* ''[[Baudelaire (Jean-Paul Sartre)|Baudelaire]]'', [[1946]]
* ''[[Che cos'è la letteratura?]]'' (''Qu'est-ce que la littérature ?''), [[1948]]
* ''[[San Genet, commediante e martire]]'' (''Saint Genet, comédien et martyr''), [[1952]]
* ''[[L'Idiota della famiglia]]'' (''L'Idiot de la famille''), [[1971-1972]] su [[Gustave Flaubert|Flaubert]]
* ''[[Un teatro di situazioni]]'' (''Un théâtre de situations''), [[1973]]
* ''[[Critiche letterarie]]'' (''Critiques littéraires'')
 
;Filosofia
* ''[[L'Immaginazione]]'' (''L'imagination''), [[1936]]
* ''[[La Trascendenza dell'Ego]]'' (''La Transcendance de l'Ego''), [[1937]]
* ''[[Idee per una teoria delle emozioni]]'' (''Esquisse d'une théorie des émotions''), [[1938]]
* ''[[L'immaginario (Jean-Paul Sartre)| L'immaginario]]'' (''L'imaginaire''), [[1940]]
* ''[[L'essere e il nulla]]'' (''L'Être et le Néant''), "saggio di ontologia fenomenologica" [[1943]]
* ''[[L'esistenzialismo è un umanismo]]'' (''L'existentialisme est un humanisme''), [[1945]]
* ''[[Coscienza e conoscenza di sé]]'' (''Conscience et connaissance de soi''), [[1947]]
* ''[[Critica della ragione dialettica]] I: Teoria degli insiemi pratici'' preceduto da ''Questione di metodo'' (''Critique de la raison dialectique''), [[1960]]
* ''[[Quaderni per una morale]]'' (''Cahiers pour une morale''), [[1983]]
* ''[[Critica della ragione dialettica]] II: L'intelligibilità della storia (''Critique de la raison dialectique''), [[1985]]
* ''[[Verità e esistenza]]'' (''Vérité et existence''), [[1989]]
;Sceneggiature
* ''[[Les jeux sont faits]]'', [[1947]]
* ''[[L'ingranaggio]]'' (''L'Engrenage''), [[1948]]
* ''[[Freud. Una sceneggiatura]]'' (''Le Scénario Freud''), [[1984]]
* ''[[Typhus]]'' [[1943]] (scritto durante l'occupazione e edito nel [[2007]] da [[Gallimard]])
 
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== Voci correlate ==
*[[Esistenzialismo]]
*[[Simone de Beauvoir]]
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.ges-sartre.fr Groupe d'études sartriennes], Paris
* [http://www.sartre-gesellschaft.de/ Die deutsche Sartre-Gesellschaft], Berlin
* [http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda.php?id=21 Jean-Paul-Charles-Eymard Sartre di Michel Rybalkà - Giornaledifilosofia.net]
* [http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda.php?id=23 Individu et totalisation : la dialectique et son reste de Juliette Simont - Giornaledifilosofia.net]
* [http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda.php?id=25 Sartre et les Etats-Unis. Interview a Annie Cohen-Solal]
* [http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda.php?id=24 Sartre, quel drôle de succès di Marcella D'Abbiero]
* [http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda.php?id=22 Sartre face à la phénoménologie Interview a Vincent de Coorebyter]
* [http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda.php?id=26 Il giovane Sartre e il problema dell'Io di F.S. Trincia]
* [http://www.romanistik.info/sartre.html http://www.romanistik.info/sartre.html]
* [http://membres.lycos.fr/fabiensolda/darticles%20francais/PM-SartreetMirbeau.pdf Pierre Michel, ''Jean-Paul Sartre et Octave Mirbeau''].
* [http://www.sens-public.org/spip.php?article544 Su Sartre: Testi in linea, Rivista elettronica internazionale''Sens Public''].
 
{{Premio Nobel per la letteratura 1951-1975}}
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