Storia del Football Club Internazionale Milano e Teorema di Bell: differenze tra le pagine

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La '''storia del Football Club Internazionale Milano''', società calcistica italiana con sede nel [[Milano|capoluogo]] della [[Lombardia]], ebbe inizio il 9 marzo [[1908]], giorno della sua fondazione compiuta ad opera di quarantaquattro soci dissidenti del sodalizio concittadino del {{Calcio Milan|N}}.
 
Il '''teorema di Bell''' afferma, nella forma più immediata, che nessuna [[Fisica teorica|teoria fisica]] [[Principio di località|locale]] e [[Realismo (filosofia)|realistica]] a [[Teoria delle variabili nascoste|variabili nascoste]] può riprodurre le predizioni della [[meccanica quantistica]].
Nel corso dei suoi 110 anni di esistenza, l'Inter ha conseguito la vittoria di 39 titoli ufficiali, terzo club italiano per numero di successi dietro la {{Calcio Juventus|N}} e il Milan. Il club risulta essere la sola squadra del [[Bel paese]] che, fin dalla propria stagione di debutto (la [[Football Club Internazionale 1908-1909|1908-1909]]), ha gareggiato ininterrottamente nella massima serie del campionato nazionale e ha vinto almeno una competizione ufficiale in pressoché tutti i decenni di storia (eccezion fatta per gli anni 1940). La compagine nerazzurra, inoltre, è l'unica italiana ad aver realizzato il ''[[treble]]'', ovvero la vittoria di campionato, coppa nazionale e Champions League nell'arco di una singola stagione.
 
Elaborato da [[John Stewart Bell]], è considerato un importante contributo a favore della meccanica quantistica, in particolare del suo carattere controintuitivo nel rifiuto del [[Realismo (filosofia)|realismo]] e della [[Principio di località|località]], toccando questioni fondamentali per la filosofia della [[fisica moderna]].
L'Inter occupa il sesto posto (terzo tra i club italiani) nella speciale classifica dei [[Migliori club del XX secolo per ogni continente IFFHS#In Europa (top 10)|migliori club europei del XX secolo]] stilata dall'[[IFFHS|Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio]] (IFFHS),<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.iffhs.de/?a413f0e03790c443e0f40390b41be8b01905fdcdc3bfcdc0aec70aeedb883ccb05ff1d|titolo=Europe's Club of the Century|editore=International Federation of Football History & Statistics|data=10 settembre 2009|accesso=14 settembre 2009}}</ref> e ventitré personalità affiliate al club sono membri della [[Hall of Fame del calcio italiano]] (primato a pari merito con la Juventus).<ref>{{cita web|http://vivoazzurro.it/le-stelle/|Le stelle|18 gennaio 2017}}</ref>
[[File:Fondatori inter 10.03.1908.jpg|thumb|upright=1.5|right|Alcuni soci fondatori del F. C. Internazionale, da sinistra: Hirzel, Muggiani, Carrer, Cappelli, Mauro, Guzzoni, Crivelli, Hulss e Ugo Rietman.]]
 
== Fondamenti ==
== Le origini, il primo scudetto e i cambi al vertice (1908-1919) ==
L'articolo del 1964 che espone il teorema è intitolato "''Sul paradosso Einstein-Podolsky-Rosen''"<ref name="Bell 1964">J. S. Bell, ''[http://www.drchinese.com/David/Bell_Compact.pdf On the Einstein Podolsky Rosen Paradox''], Physics '''1''', 195-200 (1964)</ref><ref>J. S. Bell: On the problem of hidden variables in quantum mechanics, Rev. Mod. Phys. 38 (1966)</ref><ref>J. S. Bell, ''Sul paradosso Einstein-Podolsky-Rosen'', in J. S. Bell, ''Dicibile e indicibile in meccanica quantistica'', Milano, Adelphi, 2010, pp. 20-30</ref>. Il [[Paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen|paradosso Einstein-Podolsky-Rosen]] (paradosso EPR) è un [[esperimento mentale]] che nel 1935, presumendo valido il realismo locale, ossia le nozioni intuitive che i parametri delle particelle abbiano valori definiti indipendentemente dall'atto di osservazione e che gli effetti fisici abbiano una velocità di propagazione finita, evidenziò il carattere non locale della meccanica quantistica nella sua [[Interpretazione di Copenaghen|interpretazione ortodossa]], ossia il fenomeno dell'[[Entanglement quantistico|entanglement]], giudicandolo incompatibile con la realtà fisica (da cui il paradosso) e concludendo per l'incompletezza della teoria, cioè per la presenza di variabili nascoste.
{{citazione|È il titolo di un nuovo Club sorto da pochi giorni a Milano. Il nuovo Club, nato da una deplorevole scissura che non pochi malintesi hanno creato in seno al Milan Club, è composto in maggioranza di attivi footballey e di parecchi appassionati. Il massimo buon volere ed i migliori propositi sono le basi della nuova società che per ora promette poche ma buone cose. Scopo precipuo del nuovo Club è di facilitare l'esercizio del calcio agli stranieri residenti a Milano e diffondere la passione fra la gioventù Milanese, alla quale vanno fatte speciali e assai lodevoli felicitazioni. I nostri auguri di vita lunga, prospera e, quel che più conta, concorde vadano al nuovo sodalizio, che troverà certo nei suoi fondatori quella buona volontà necessaria perché i buoni intendimenti manifestati abbiano il miglior successo.<ref name="originiinter">[http://www.interfc.it/Origini.asp interfc.it] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170606032220/http://interfc.it/Origini.asp |data=6 giugno 2017 }}</ref>|''[[La Gazzetta dello Sport]]'', marzo [[1908]]}}
 
Ampliando l'"esperimento" del paradosso EPR nella versione proposta da [[David Bohm]] e [[Yakir Aharonov]], in particolare inserendo nel calcolo delle probabilità misure di [[spin]] su angolazioni intermedie rispetto alle sole ortogonali, combinando così più variabili, Bell ha dimostrato che la condizione di realismo locale impone alcune restrizioni delle correlazioni statistiche previste dalla meccanica quantistica tra misure su particelle considerate [[Entanglement quantistico|entangled]]<ref>L'analisi di Bell ha permesso anche di evidenziare che le correlazioni previste mantenendo i principi fondamentali della [[fisica classica]], pur inferiori a quelle della meccanica quantistica, sono molto superiori a quanto suggerisca il senso comune e a quanto ritenessero gli stessi autori EPR, ciò che avrebbe costituito in ogni caso un grande rinnovamento.</ref>. Di converso, previsioni in completo accordo con la teoria quantistica implicano la rinuncia ad almeno uno fra [[realismo (filosofia)|realismo]] e [[Principio di località|località]]. Ne consegue che la meccanica quantistica è una teoria intrinsecamente non locale, non potendo contenere variabili nascoste che ne modifichino tale caratteristica, e va quindi accettata come tale, o rifiutata. Il teorema non è in grado di escludere variabili nascoste non locali che conservino il principio di realtà.
Il Football Club Internazionale Milano nacque presso il ristorante milanese ''Orologio'', in [[Piazza del Duomo (Milano)|Piazza del Duomo]] 22,<ref>{{Cita web|url=http://memomi.it/it/00004/244/linternazionale-di-milano.html|titolo=L'Internazionale di Milano|editore=memomi.it}}</ref> alle ore 23:30 del 9 marzo [[1908]], con il nome di ''Foot-Ball Club Internazionale'' (solo nel 1967 verrà aggiunto ''Milano'' alla denominazione ufficiale, quando diventerà una S.p.A.<ref>{{Cita web|url=http://www.guidamonaci.it/fc-internazionale-milano-spa_82_970408223011111.html |titolo=F.C. Internazionale Milano > Altre informazioni |editore=guidamonaci.it}}</ref>), per iniziativa di quarantaquattro dirigenti dissidenti del [[Associazione Calcio Milan|Milan]]. La motivazione che portò alla scissione fu il fatto che il club rossonero, il quale si trovava in una fase di crisi societaria sotto la guida del consigliere anziano [[Giannino Camperio]], dopo aver iniziamente stabilito di non partecipare ai campionati [[1907]]-[[1908]] per protesta contro la politica nazionalistica della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio]], aveva poi deciso di scendere a patti con la FIGC imponendo il divieto di arruolare calciatori stranieri in aggiunta a quelli già presenti nella rosa.<ref>cfr. Luigi La Rocca, ''Le cartoline raccontano: Il ristorante Orologio di Milano'', Phila-Sport, pag. 30, n.68, ottobre-dicembre 2008.</ref> Il nome scelto per la nuova squadra volle, quindi, simboleggiare la volontà cardine della società: dare la possibilità anche a giocatori non italiani di vestire questa maglia.<ref name="origini">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter1.html|titolo=Dalla fondazione alla prima guerra mondiale - Nasce la Beneamata|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref> Dalla riunione uscì uno storico verbale che costituì l'atto ufficiale di nascita della società:
[[File:I 44 soci dissidenti del Milan.jpg|thumb|upright=1.5|left|I quarantaquattro soci dissidenti del [[Associazione Calcio Milan|Milan]] che fondarono l'Internazionale il 9 marzo del 1908.]]
{{citazione|9 marzo 1908. I signori fondatori si sono riuniti questa sera col fermo proposito di fondare il nuovo Club. Presenti i signori G.Muggiani - Bossard - Lana - Bertolini<ref>{{Cita web|url= http://www.corrieredellosport.it/624/2011/03/09-159785/1908,+nasce+l'Inter+da+una+costola+del+Milan|titolo= 1908, nasce l'Inter
da una costola del Milan|data= 9 marzo 2011|editore= corrieredellosport.it|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160429171938/http://www.corrieredellosport.it/624/2011/03/09-159785/1908,+nasce+l'Inter+da+una+costola+del+Milan|dataarchivio= 29 aprile 2016}}</ref> - De Olma - Hintermann Enrico - Hintermann Arturo - Hintermann Carlo - Dell'Oro Pietro - Rietmann Ugo - Hans - Voelkel - Maner - Wipf - Ardussi Carlo. Dopo piccole discussioni d'occasione, il signor Muggiani propone si passi alla nomina di un consiglio provvisorio da confermarsi nella seduta di mercoledì 11 marzo. Nelle nomine vengono lasciate vacanti le cariche di Presidente e Vicepresidente. Furono nominati: a Segretario G.Muggiani; cassiere De Olma; economo Rietmann Hans; consiglieri 1° Dell'Oro Pietro 2° Paramithiotti. I presenti deliberano di non nominare una commissione di giuoco, ma bensì trovano necessaria la carica di economo. Muggiani propone di nominare quale socio onorario il Sig. Rag. Bosisio, segretario della Federazione Italiana del Foot-Ball. I presenti accettano tale proposta. Il nome del nuovo sodalizio è stato unanimemente accettato quale Foot-Ball Club Internazionale - Milano. La seduta viene tolta alle 11 1/2. Giorgio Muggiani<ref name="originiinter" />}}
 
== Verifica sperimentale==
[[File:Virgilio Fossati.JPG|thumb|upright|[[Virgilio Fossati]], il secondo capitano dell'Inter, nonché primo allenatore e primo idolo della tifoseria.]]
Le restrizioni statistiche evidenziate dal teorema, espresse matematicamente da relazioni di [[disuguaglianza]] chiamate '''disuguaglianze di Bell''', permettono, come suggerito dallo stesso Bell, una verifica sperimentale tramite misure della [[Polarizzazione della radiazione elettromagnetica|polarizzazione]] di fotoni. Gli [[esperimenti sulle disuguaglianze di Bell|esperimenti]], effettuati negli anni ottanta e novanta, avevano indicato con alta probabilità che le disuguaglianze di Bell sono violate. Ulteriori esperimenti effettuati nel corso del 2015 da diversi gruppi indipendenti sono riusciti a soddisfare pienamente le condizioni teoriche previste e a fornire risultati conclusivi<ref> ''Azione inquietante'', Le scienze, Aprile 2019</ref>, fornendo una prova empirica contro il realismo locale e dimostrando che, quelle considerate dal paradosso EPR come "''raccapriccianti azioni a distanza''", sono reali. Questi esperimenti sono ritenuti un'ulteriore prova a favore della meccanica quantistica e dimostrano che il [[principio di località]] deve essere abbandonato, anche nell'ipotesi dell'esistenza di variabili nascoste.
Il [[pittore]] [[Futurismo|futurista]] [[Giorgio Muggiani]], tra i dissidenti del Milan, scelse i colori che avrebbero rappresentato l'emblema della società: il nero e l'azzurro. Quest'ultimo colore fu scelto perché all'epoca si usavano le matite a due colori, rosse da una parte e blu dall'altra quindi simbolicamente il blu era opposto al rosso.<ref>Il figlio di Muggiani, Giorgio Muggiani jr, racconta della scelta dei colori da parte del padre. {{cita web|url=http://www.magliarossonera.it/protagonisti/img_socHQ/muggiani19.jpg|titolo=Il rosso, il nero, il blu. Giorgio Muggiani e i colori dell'Inter|pubblicazione=Inter, Milano siamo noi}}</ref> Il pittore disegnò anche lo stemma: ispirato a quello dei club inglesi, riportava le lettere <small>F, C, I, M</small> sovrapposte in bianco su uno sfondo costituito da un cerchio dorato, circondato da un cerchio nero, che a sua volta era circondato da un cerchio azzurro.
 
I principi della [[relatività speciale]] sono salvati dal [[teorema di non-comunicazione]], che implica che gli osservatori non possono utilizzare gli effetti quantistici per comunicare informazione a velocità superiore a quella della luce.
Nella denominazione della società, ''Milano'' avrebbe dovuto essere l'appellativo principale, tuttavia si scopre ben presto che la compresenza del ''Milano'' e del ''Milan'' potrebbe dar adito a confusione e si stabilisce che la squadra dovrà chiamarsi con il nome programmatico per il quale è sorta: ''Internazionale''.<ref name="origini" />
 
Primo presidente fu nominato il socio e consigliere [[Giovanni Paramithiotti]] e il primo capitano fu lo svizzero [[Hernst Marktl]]; la prima figura ad assumere ''[[de facto]]'' le funzioni dell'allenatore fu, invece, il secondo capitano della squadra, [[Virgilio Fossati]], il quale morirà nel 1916 durante la [[prima guerra mondiale]] e verrà ricordato come il primo idolo dei tifosi del club meneghino.<ref name="origini" />
 
Nel primo anno l'Internazionale disputa solo amichevoli, tra le quali quella persa con l'[[Ausonia Pro Gorla|Ausonia]] per 5-1, che viene registrata come la prima partita giocata dall'Inter,<ref name="Libro Inter Pistone">{{cita libro|Federico|Pistone|Inter - 1908-2008: Un secolo di passione nerazzurra| |Diemme}}</ref>, una partita contro il [[Racing Libertas Club]] vinta per 4-0<ref name="Libro Inter Pistone"/> e la [[Coppa Chiasso]], giocata nella città svizzera, dove l'Inter batté l'Ausonia per 1-0 e arrivò in finale per sorteggio contro il Milan nel primo derby milanese della storia, vinto dai rossoneri per 3-2, in una finale da venticinque minuti per tempo.<ref name="Libro Inter Pistone"/>
 
=== Gli esordi e il 1º scudetto (1909-1910) ===
[[File:Inter 1º Scudetto 1909-10.jpg|thumb|left|La formazione dell'Inter che vinse il primo scudetto nel 1910.]]
 
Al primo presidente [[Giovanni Paramithiotti]] successero nel [[1909]] [[Ettore Strauss]] e nel [[1910]] [[Carlo De Medici]]. La neonata società andava così a muovere i suoi primi passi nel [[Prima Categoria 1909|campionato 1909]], nell'ambito del girone lombardo dove si sarebbe dovuta scontrare con {{Calcio Milan|N}} e [[Unione Sportiva Milanese|Milanese]].<ref name="scudetto1909-10">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter1.html|titolo=Dalla fondazione alla prima guerra mondiale - Il primo scudetto|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref> Il primo derby della storia contro il Milan, svoltosi il 10 gennaio [[1909]] all'Arena, coincise anche con la prima partita ufficiale dei nerazzurri e si chiuse con una vittoria rossonera per 3-2, dopo che la squadra capitanata da Marktl si era portata sull'1-1 grazie alla rete di [[Achille Gama]].<ref name="scudetto1909-10" />
 
La formazione di quella prima stracittadina era: Cocchi; Kappler, Marktl; Niedermann, Fossati, Kummer; Gama, Du Chene, Hopf, Volke, Schuler.<ref name="scudetto1909-10" /> Come si può notare, la stragrande maggioranza dei primi calciatori nerazzurri era di origine svizzera. Il girone in questione fu alla fine vinto dalla Milanese.<ref name="scudetto1909-10" />
 
In vista del torneo [[Prima Categoria 1909-1910|1909-1910]] che si sarebbe svolto con la formula del ''girone unico'', ci fu un rinnovamento e della squadra dell'anno prima rimasero soltanto due titolari, Fossati e Schuler.<ref name="scudetto1909-10" /> Tra i nuovi arrivi c'era il portiere [[Piero Campelli]], che divenne uno dei maggiori punti di forza della squadra. L'Inter si issò in vetta alla classifica in coabitazione con la {{Calcio Pro Vercelli|N}} sino alla fine del campionato, costringendo la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|Federazione]] a indire uno spareggio a [[Vercelli]] per l'assegnazione del titolo.<ref name="scudetto1909-10" /> Dopo che la sfida, fissata inizialmente il 17 aprile [[1910]], fu rimandata al 24 su richiesta dei vercellesi, a causa di un'amichevole che poi non venne disputata, la Federcalcio si oppose a una seconda e analoga domanda di rinvio da parte della Pro, subodorando il tentativo dei piemontesi di voler guadagnare tempo per recuperare gli atleti infortunati.<ref name="scudetto1909-10" /> Per protesta, allora, i bianchi decisero di far scendere in campo la squadra ragazzi e il punteggio finale della partita fu 10-3 in favore dell'Inter.<ref>Secondo alcuni 9-3, secondo altri 11-3.</ref> Questi erano i nomi dei primi campioni nerazzurri: Campelli, Fronte, Zoller; Jenny, Fossati, Stebler; Capra, Payer, Peterlj, Aebi, Schuler.<ref name="scudetto1909-10" /> Durante la stagione l'Inter, inoltre, vinse entrambi i [[Derby di Milano|derby]] in goleada: nella prima partita il mattatore fu Capra, autore di una tripletta, condita dai gol di Payer e Peterly, mentre nella seconda gara Engler e Peterly, con le loro doppiette e Capra, risposero alla segnatura iniziale di Mariani.<ref name="scudetto1909-10" />
 
=== Il periodo 1910-1919 ===
[[File:Campo Inter Ripa Ticinese (1909).jpg|thumb|upright=1.4|Il primo campo da gioco a Ripa Ticinese]]
Allo scudetto seguirono quattro stagioni durante le quali la presidenza cambiò diverse volte: entrarono in carica [[Emilio Hirzel]] ([[1912]]), [[Luigi Ansbacher]] ([[1914]]) e nello stesso anno [[Giuseppe Visconti Di Modrone]].<ref name="scudetto1909-10" /> Dopo la deludente annata 1910-1911, l'Inter chiuse al quarto posto nel girone eliminatorio il campionato successivo.<ref name="scudetto1909-10" /> Nel tentativo di rafforzare la squadra, nel 1912 venne preso [[Luigi Cevenini]] (noto anche come Cevenini III), vero e proprio fuoriclasse dell'epoca, il quale dopo aver rotto col {{Calcio Milan|N}}, decise di trasferirsi in nerazzurro portando con sé i propri fratelli, [[Aldo Cevenini|Aldo]] e [[Mario Cevenini|Mario]].<ref name="scudetto1909-10" /> Il gap con la vetta si ridusse leggermente ma ancora una volta l'Inter rimase esclusa dalle finali, a causa di un terzo posto nel girone ligure-lombardo.<ref name="scudetto1909-10" /> Nel 1913 la squadra venne ulteriormente rafforzata, in particolare con l'attaccante [[Julio Bavastro]], che dette ai due fratelli Cevenini la possibilità di godere di una valida spalla d'attacco in grado di finalizzare al meglio la mole di gioco da loro svolta.<ref name="scudetto1909-10" /> L'Inter riuscì a vincere il girone eliminatorio davanti a Juventus e Milan, ma nella fase successiva dovette arrendersi a Casale e Genoa.<ref name="scudetto1909-10" /> Lo stesso andamento ebbe la stagione 1914-1915, coi nerazzurri primi nel loro girone eliminatorio e in quello di semifinale.<ref name="scudetto1909-10" /> Nel girone di finale, però, il cammino nerazzurro fu interrotto dalla guerra, quando mancava una sola partita ([[Luigi Cevenini|Cevenini III]] fu il capocannoniere con 35 reti).<ref name="scudetto1909-10" /> Molti dei giocatori interisti raggiunsero le prime linee e la società nerazzurra, come del resto le altre, pagò un prezzo salatissimo alla guerra: Fossati, Bavastro e Caimi persero la vita. Nel 1919 con la fine della guerra il calcio riprese il suo svolgimento.<ref name="scudetto1909-10" />
 
== Dal secondo scudetto agli anni venti (1919-1928) ==
=== Il 2º scudetto (1919-1920) ===
[[File:Inter 1919-20.jpg|thumb|left|L'Inter vittoriosa appena conclusa la [[Grande Guerra]]. Da sinistra [[Ermanno Aebi|Aebi]], [[Emilio Agradi|Agradi]], [[Giuseppe Fossati|Fossati II]], [[Alessandro Beltrame|Beltrame]], [[Alessandro Milesi (calciatore)|Milesi]] e [[Luigi Cevenini|Cevenini III]]; accosciati, [[Gustavo Francesconi|Francesconi]], [[Piero Campelli|Campelli]], [[Giuseppe Asti|Asti]], [[Mario Cevenini|Cevenini II]] e [[Leopoldo Conti|Conti]].]]
 
Divenne presidente [[Giorgio Hülss]] (rimarrà soltanto in questa stagione), il quale scelse alla guida della squadra la coppia formata da [[Nino Resegotti]] e [[Francesco Mauro]].<ref name="scudetto19-20">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter2.html|titolo=Dal secondo scudetto alla crisi degli anni '20|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref> La compagine che andava ad affrontare il primo torneo del dopoguerra vedeva la presenza dei "vecchi" Aebi, Agradi, Asti e Campelli, oltre a quattro dei cinque fratelli Cevenini.<ref name="scudetto19-20" /> Inoltre entrarono in prima squadra [[Giuseppe Fossati]], fratello di [[Virgilio Fossati|Virgilio]], deceduto in [[Prima guerra mondiale|guerra]], e [[Leopoldo Conti]], a inizio carriera.<ref name="scudetto19-20" /> Il suo arrivo all'Inter assunse le sembianze di un vero e proprio intrigo: conteso da due club minori milanesi, Conti fu atteso sotto casa da alcuni amici di fede nerazzurra, tra i quali Leone Boccali, il futuro dirigente de ''[[Il Calcio Illustrato]]'', e convinto a vestire la maglia dell'Inter.<ref name="scudetto19-20" />
 
Dopo aver vinto il girone lombardo con Brescia, Juventus Italia, Trevigliese, Cremonese e Libertas, i nerazzurri furono inseriti nel gruppo C di semifinale, insieme a Novara, Bologna, Torino, Andrea Doria ed Enotria Goliardo;<ref name="scudetto19-20" /> totalizzando 16 punti, superarono di tre lunghezze Novara e Bologna qualificandosi, con Juventus e Genoa, al girone finale, che avrebbe sancito la sfidante della vincente del torneo centromeridionale nella finalissima nazionale. Dopo aver battuto i bianconeri per 1-0, all'Inter fu sufficiente un pareggio col Genoa il 6 giugno 1920 per risultare il club primatista del Nord Italia.<ref name="scudetto19-20" />
 
<div style="float:right; font-size:85%; width:300px; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:0px; margin-bottom:0px; text-align:left">
{{finestra|allign=right|width=50%|border=1px|col1=blue|col2=#F7F7F7|col3=white|font-size=120%|titolo=La retrocessione sfiorata|contenuto=
La stagione 1921-1922 fu caratterizzata da due federazioni distinte, [[Confederazione Calcistica Italiana|CCI]] e [[FIGC]], che organizzarono due campionati indipendenti. L'Inter prese parte alla [[Prima Divisione 1921-1922|Prima Divisione]] della CCI, inserita nel Girone B della Lega Nord. Le partite del girone dell'Inter si conclusero il 26 marzo [[1922]], coi nerazzurri piazzatisi ultimi a quota 11 punti. A questo punto il regolamento CCI, il quale non prevedeva retrocessioni dirette nei gironi settentrionali, imponeva all'Inter di disputare uno spareggio interdivisionale contro la seconda classificata di [[Seconda Divisione 1921-1922|Seconda Divisione]] (lo [[Nazionale Lombardia Foot-Ball Club|Sport Club Italia]] di [[Milano]]). In caso di vittoria, i nerazzurri avrebbero evitato la discesa nella serie inferiore e condannato lo Sport Club Italia alla permanenza in essa; un'eventuale sconfitta, invece, avrebbe condannato l'Inter alla relegazione e concesso all'altro club milanese l'ammissione in massima serie.<ref>{{cita news|url=http://blog.guerinsportivo.it/blog/2011/02/15/lo-stile-di-rosetta/|titolo=Lo stile di Rosetta|pubblicazione=[[Guerin Sportivo|blog.guerinsportivo.it]]|autore=Stefano Olivari|data=15 febbraio 2011|accesso=14 gennaio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6DmKfAtXQ?url=http://blog.guerinsportivo.it/blog/2011/02/15/lo-stile-di-rosetta/|dataarchivio=19 gennaio 2013}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.calciomagazine.net/news.php?id_news=3481|titolo=Storia del Campionato di Calcio: 1921-1922|pubblicazione=calciomagazine.net|data=21 marzo 2010|accesso=15 maggio 2013}}</ref>
 
Nel frattempo, tuttavia, la soluzione dei due campionati separati non aveva incontrato favori, e dopo aspre polemiche il 26 giugno 1922 i dirigenti della FIGC e della CCI si riunirono a [[Brusnengo]] per elaborare una nuova composizione unitaria dei gironi nella successiva stagione [[Prima Divisione 1922-1923|1922-1923]]. Arbitro e mediatore fu Emilio Colombo, direttore della ''[[Gazzetta dello Sport]]''. Si giunse a un accordo fra le società rivali (noto come [[Compromesso Colombo]]), e il reintegro della CCI all'interno della FIGC derogò i precedenti regolamenti, comportando la sostituzione delle Categorie con sei "Divisioni" sul modello inglese.<ref>{{cita news|url=http://users.libero.it/arys/Regolamento.gif|titolo=Il verdetto arbitrale per la fusione della Federazione e della Confederazione|pubblicazione=[[Il Gazzettino|Gazzettino dello Sport]]|data=26 giugno 1922}}</ref><ref>{{cita news|url=http://blog.guerinsportivo.it/blog/2011/03/06/linter-non-retrocede/|titolo=L'Inter non retrocede|pubblicazione=[[Guerin Sportivo|blog.guerinsportivo.it]]|autore=Stefano Olivari|data=6 marzo 2011|accesso=14 gennaio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=http://archive.wikiwix.com/cache/20140411002918/http://blog.guerinsportivo.it/blog/2011/03/06/linter-non-retrocede/|dataarchivio=11 aprile 2014}}</ref> La Prima e la Seconda furono dirette a livello nazionale da una sinergia di Lega Nord e Lega Sud, mentre le altre vennero demandate ai Comitati Regionali, confinati a un ruolo di secondo piano. Per determinare la composizione delle prime due Divisioni furono organizzati degli spareggi incrociati di ammissione tra squadre federali e confederate.
 
Il Compromesso, dunque, complicò la situazione dei nerazzurri, i quali si ritrovarono a dover disputare non più una, ma due sfide-salvezza. Il 2 luglio 1922 l'Inter vinse a tavolino (2-0) lo spareggio preliminare CCI in gara unica contro lo Sport Club Italia, che diede ''forfait'' non riuscendo a schierare in campo 11 giocatori. Il club meneghino approdò così al decisivo spareggio interfederale stabilito contro la [[Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas|Libertas Firenze]]. Il 9 luglio i nerazzurri si imposero a [[Milano]] contro i fiorentini per 3-0 (con doppietta di [[Osvaldo Aliatis|Aliatis]] e gol di [[Ermanno Aebi|Aebi]]) nella gara d'andata; infine, l'1-1 nel ritorno del 16 luglio a Firenze permise all'Inter di evitare la relegazione. Grazie a questo risultato, i nerazzurri sono l'unica squadra italiana ad aver militato ininterrottamente nella massima serie del [[campionato italiano di calcio]] fin dalla propria stagione di debutto ([[Campionato Federale di Prima Categoria 1909|1908-1909]]) senza mai retrocedere in una serie inferiore.
}}
</div>
 
Il 20 giugno, infine, i nerazzurri vinsero il titolo tricolore, seppure con più fatica del previsto, battendo il [[Associazione Sportiva Livorno Calcio|Livorno]] 3-2 nella finalissima nazionale di Bologna.<ref name="scudetto19-20" /> Questi gli uomini che avevano composto l'undici titolare nel corso della stagione: Campelli, Francesconi, Beltrame, Milesi, Fossati, Scheidler, Conti, Aebi, Agradi, Cevenini III e Asti. Come già era successo dopo il primo scudetto di dieci anni prima, il successo segnò anche l'inizio di un periodo di stasi, che vide i nerazzurri piombare in una sorta di mediocrità.<ref name="scudetto19-20" />
 
=== Il periodo 1920-1928 ===
[[Francesco Mauro]] divenne il nuovo presidente nerazzurro e l'Inter, affidata a una commissione tecnica, andò ad affrontare il [[Prima Categoria 1920-1921|campionato successivo]] alla vittoria del secondo scudetto con una rosa pressoché immutata. Il girone preliminare lombardo venne vinto agevolmente contro [[Foot Ball Club Casteggio 1898|Casteggio]], [[Giovani Calciatori Legnanesi]] e [[Ausonia Pro Gorla]].<ref name="scudetto19-20" /> Dopo questi primi impegni, cominciava il girone finale lombardo, nel quale l'Inter si trovò di fronte Legnano, U.S. Milanese, Milan, Saronno e Trevigliese.<ref name="scudetto19-20" /> L'avversaria più ostica si rivelò il Legnano, mentre il Milan riservò le proprie forze alle due stracittadine, pareggiate entrambe.<ref name="scudetto19-20" /> Passavano le prime quattro e per i nerazzurri non fu difficile superare anche questo turno.<ref name="scudetto19-20" /> Il girone di semifinale interregionale mise di fronte all'Inter la [[Football Club Pro Vercelli 1892|Pro Vercelli]], la [[Unione Sportiva Torinese|Torinese]] e il [[Fondazione Marcantonio Bentegodi|Bentegodi Verona]].<ref name="scudetto19-20" /> I nerazzurri però fecero solamente tre punti a fronte dei dieci dei bianchi piemontesi e dei nove della Torinese, finendo al terzo posto nel girone.<ref name="scudetto19-20" />
 
Nel [[Prima Divisione 1921-1922|campionato 1921-1922]] l'Inter arrivò ultima e dovette affrontare due spareggi di qualificazione per garantirsi la permanenza nella massima serie del calcio italiano: il primo turno la squadra lo vinse a tavolino, per rinuncia dell'avversaria, lo [[Nazionale Lombardia Foot-Ball Club|Sport Club Italia]] di [[Milano]].<ref name="scudetto19-20" /> Nel turno successivo la squadra sconfisse la [[Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas|P.G.F. Libertas]] di [[Firenze]] per 3-0 a Milano e pareggiò 1-1 in trasferta.<ref name="scudetto19-20" /> L'Inter rimase nel campionato di Prima Divisione (divenuto F.I.G.C.) e non retrocedette nella serie inferiore (vedere riquadro a lato).
 
I nerazzurri, guidati da [[Bob Spottiswood]], il primo allenatore professionista della storia del club, migliorarono sensibilmente le loro prestazioni nel [[Prima Divisione 1922-1923|campionato 1922-1923]] ma non in maniera tale da colmare il divario con le squadre di vertice.<ref name="scudetto19-20" /> Il nuovo presidente, [[Enrico Olivetti]], aveva condiviso la politica dei giovani, ma i risultati continuarono a latitare e non si andò oltre il terzo posto nel [[Prima Divisione 1923-1924|1923-1924]].<ref name="scudetto19-20" /> Nel 1924-1925 i nerazzurri, allenati da [[Paolo Schiedler]] si piazzarono quarti nel girone A della Lega Nord mentre la stagione successiva arrivarono quinti.<ref name="scudetto19-20" />
 
Nel [[1926]] si arrivò ad una svolta: il nuovo presidente divenne [[Senatore Borletti]] mentre in panchina sedette l'ex giocatore interista [[Árpád Weisz]], ungherese di origine ebrea.<ref name="scudetto19-20" /> Nel campionato [[Divisione Nazionale 1926-1927|1926-1927]] l'Inter arrivò prima a pari merito con la {{Calcio Juventus|N}} nel girone A.<ref name="scudetto19-20" /> Ma nel turno finale la formazione [[Milano|milanese]] chiuse al quinto posto.<ref name="scudetto19-20" /> Il campionato vinto dal [[Torino Football Club|Torino]] venne però considerato nullo e lo scudetto revocato per illecito sportivo.<ref name="scudetto19-20" /> In questa stagione l'Inter fece il suo esordio in Coppa Italia venendo eliminata al terzo turno. Nel [[Divisione Nazionale 1927-1928|1927-1928]] si arrivò ancora una volta nel girone finale ma stavolta i nerazzurri finirono al settimo posto. Questa stagione vide l'esordio del diciassettenne [[Giuseppe Meazza]], che segnò 12 reti.<ref name="scudetto19-20" />
 
== L'Ambrosiana-Inter (1928-1945) ==
{{vedi anche|Associazione Sportiva Ambrosiana}}
=== Estate 1928: nasce la Società Sportiva Ambrosiana ===
Con l'instaurazione e l'affermazione del [[regime fascista]] nel corso degli anni venti, l'Inter si vide costretta a cambiare ragione sociale: il [[Partito Nazionale Fascista|Partito Fascista]] non apprezzava infatti il nome "Internazionale", che non rispettava la tradizionale italianità promossa dalla linea di governo e richiamava troppo esplicitamente l'Internazionale per antonomasia, vale a dire la [[Comintern|Terza Internazionale comunista]];<ref name="ambrosiana">{{cita web|url=http://www.storiedicalcio.altervista.org/antenate_inter.html|titolo=U.S. Milanese: Fusione di Regime|editore=storiedicalcio.altervista.org|accesso=2 aprile 2014}}</ref><ref name="scudetto1929-30">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|titolo=I brillanti anni '30 - Il terzo scudetto|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref> inoltre vi era la volontà da parte del regime di ridurre, ove era possibile, il numero di squadre ad una sola per città; infatti è in questo periodo che nascono squadre come il {{Calcio Napoli|N}}, la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] e la {{Calcio Roma|N}} tutte formazioni nate dalla fusione delle varie squadre cittadine (ad eccezione della {{Calcio Lazio|N}} che non rientrò nella fusione capitolina).<ref name="scudetto1929-30" /> Pertanto, nell'estate del 1928, l'F.C. Internazionale si unì all'[[Unione Sportiva Milanese]], ovvero la terza squadra di Milano, mutando nome e casacca: nacque così l'[[Associazione Sportiva Ambrosiana]], con tenuta bianca rossocrociata (colori di [[Milano]]) e segnata dal fascio littorio.<ref name="ambrosiana" /><ref name="scudetto1929-30" /> [[Senatore Borletti]] venne tolto dall'incarico e venne nominato l'ex presidente della U.S. Milanese [[Ernesto Torrusio]], che divenne così l'undicesimo massimo dirigente della storia interista.<ref name="ambrosiana" /><ref name="scudetto1929-30" />
 
L'8 settembre [[1928]]<ref>Tutte le Guide Commerciali di Milano "Savallo e Fontana" a partire dal [[1910]] avevano sempre pubblicato i direttivi del F.C. Internazionale. A partire dal volume del [[1929]] nella sezione '''Società Sportive''' alla voce '''Ambrosiana''' aggiunsero che era nata il 1º settembre [[1928]]. Consultabili presso la [[Biblioteca Nazionale Braidense]] di [[Milano]]</ref> arrivò la ratifica ufficiale della fusione fra Inter e [[U.S. Milanese]]: «''A seguito della fusione tra le società [[F.C. Internazionale]] e [[U.S. Milanese]] deliberata dalle superiori gerarchie ed effettuata dall'Ente Sportivo Provinciale Fascista di [[Milano]], il Segretario del Partito, udito il parere del Commissario, ha ratificato le modalità della fusione stessa, la quale evita la dispersione delle forze calcistiche milanesi e consente l'entrata della Fiumana in Divisione Nazionale. La nuova società assume il nome di [[Società Sportiva Ambrosiana]]. La maglia sociale sarà bianca.''»<ref name="ambrosiana" />
 
Nel [[Divisione Nazionale 1928-1929|campionato 1928-29]], con allenatore un altro ungherese, [[József Viola]], venne raggiunto il sesto posto nel girone B.
 
=== Il 3º scudetto (1929-1930) ===
[[File:Inter 1929-30.jpg|thumb|left|upright=1.4|Una formazione vincitrice del 3º scudetto: da sinistra in piedi, [[Guido Gianfardoni|Gianfardoni]], [[Valentino Degani|Degani]] e [[Luigi Allemandi|Allemandi]]; accasciati, [[Enrico Rivolta|Rivolta]], [[Giuseppe Viani|Viani]] e [[Armando Castellazzi|Castellazzi]]; seduti, [[Umberto Visentin|Visentin]], [[Pietro Serantoni|Serantoni]], [[Giuseppe Meazza|Meazza]], [[Antonio Blasevich|Blasevich]] e [[Leopoldo Conti|Conti]].]]
[[File:Weisz Árpád.jpg|thumb|[[Árpád Weisz]], [[Ungheria|ungherese]] di origine ebrea, vinse il primo campionato a girone unico nel [[Serie A 1929-1930|1930]].<ref name="Marani-c">{{cita|Marani||Marani-c}}</ref> Morì ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] nel 1944.<ref name="Marani-c"/>]]
 
[[Ernesto Torrusio]] nel 1929 lasciò la presidenza a [[Oreste Simonotti]]. La nuova divisa durò poco tempo e, di nuovo in nerazzurro (ma con il colletto a scacchi bianconeri, colori sociali dell'U.S. Milanese), la squadra allenata nuovamente da [[Árpád Weisz]] conquistò il terzo [[scudetto (sport)|scudetto]] in occasione del primo campionato a girone unico senza suddivisioni geografiche, la [[Serie A]] del [[Serie A 1929-1930|1929-1930]].<ref name="scudetto1929-30" /> Dopo aver vinto a [[Livorno]] alla prima partita, i nerazzurri persero a [[Vercelli]] col minimo scarto.<ref name="scudetto1929-30" /> Un pareggio a [[Roma]] con la {{Calcio Lazio|N}} e la vittoria contro la Cremonese, introdussero gli uomini di Weisz al primo [[Derby di Milano|derby stagionale]], che fu vinto grazie alla rete di Meazza nel secondo tempo (anche nel ritorno i nerazzurri prevalsero sui rossoneri).<ref name="scudetto1929-30" /> Il ''Balilla'', con una tripletta, fu il protagonista della goleada col [[Calcio Padova|Padova]], nella settima giornata; la domenica successiva l'Inter fu battuta a Testaccio dalla {{Calcio Roma|N}} dell'ex [[Fulvio Bernardini]].<ref name="scudetto1929-30" /> Il momento non felice fu confermato dalla sconfitta interna con la {{Calcio Triestina|N}}, che allontanò il vertice della classifica.<ref name="scudetto1929-30" /> Alla quindicesima giornata Meazza e compagni andarono a vincere in casa della capolista [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] per 4-1.<ref name="scudetto1929-30" /> In seguito l'Inter riuscì a violare anche il campo della {{Calcio Juventus|N}}, nella giornata successiva, e a vincere titolo di ''campione d'inverno''.<ref name="scudetto1929-30" /> La stagione proseguì rifilando un 6-2 al [[Associazione Sportiva Livorno Calcio|Livorno]] e un 4-0 alla [[Football Club Pro Vercelli 1892|Pro Vercelli]].<ref name="scudetto1929-30" /> Alla ventiquattresima giornata i nerazzurri, vincendo a [[Padova]], approfittarono della contemporanea sconfitta della Juventus a [[Modena]].<ref name="scudetto1929-30" /> Nella giornata successiva venne battuta la Roma per 6-0 con quaterna di Meazza: proprio l'attacco si dimostrò il reparto più efficiente della squadra, rifilando una goleada dietro l'altra alle rivali, tra le quali spiccò l'8-0 sulla [[Pro Patria]] alla ventottesima giornata.<ref name="scudetto1929-30" /> L'ultimo sussulto avvenne alla terzultima giornata, quando a far visita all'Inter arrivò il Genoa secondo in classifica a quattro punti: i nerazzurri, in svantaggio di 3 reti nel primo tempo, riuscirono a pareggiare 3-3 nel secondo tempo grazie a Meazza che segnò la tripletta decisiva.<ref name="scudetto1929-30" /> La matematica certezza arrivò solo la domenica successiva con la vittoria sulla Juventus, partita preceduta da un incidente automobilistico occorso a [[Luigi Allemandi]], condito da una scazzottata, che costrinse il terzino ad arrivare allo stadio proprio poco prima che cominciasse la gara. L'Inter divenne la prima squadra a vincere la [[Serie A]] e Meazza si laureò capocannoniere con 31 reti in 33 gare disputate.<ref name="scudetto1929-30" /><ref>{{cita news |url=http://dlib.coninet.it/bookreader.php?&c=1&f=5204&p=8#page/6/mode/2up |titolo=L'Ambrosiana campione d'Italia |pubblicazione=Lo Sport Fascista|data=luglio 1930|pagina=7 |accesso=27 novembre 2013}}</ref>
 
In campo internazionale venne raggiunta la semifinale di [[Coppa dell'Europa Centrale 1930|Coppa Mitropa]], coppa riservata ai club di [[Austria]], [[Italia]], [[Ungheria]], [[Cecoslovacchia]], [[Romania]] e [[Regno di Jugoslavia|Jugoslavia]].<ref name="scudetto1929-30" />
 
=== Il periodo 1930-1937 ===
Il quinto posto nel [[Serie A 1930-1931|1930-1931]] portò un'aria di cambiamento alla società: il nuovo timoniere [[Ferdinando Pozzani]] cambiò allenatore ingaggiando [[István Tóth]] e ottenne dalla [[FIGC]] il permesso per assumere la denominazione di Ambrosiana-Inter dopo la ricostituzione dell'U.S. Milanese (rinata come polisportiva, calcisticamente solo nel 1945), sciogliendo così la fusione coatta con l'Ambrosiana.<ref>Il cambio del nome in Ambrosiana-Inter. Dal Littoriale di Roma del [http://www.emeroteca.coni.it/?q=node/6&f=822&p=1 25 gennaio 1932 pag. 3] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140226223452/http://www.emeroteca.coni.it/?q=node%2F6 |data=26 febbraio 2014 }}</ref> Lo stravolgimento societario non portò risultati, che si limitarono al sesto posto in campionato.<ref name="1930-1937">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|titolo=I brillanti anni '30 - Sempre ad alto livello|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref>
 
[[File:Giuseppe Meazza 1935.jpg|thumb|upright|[[Giuseppe Meazza]]: con 408 presenze e 288 gol totali è il miglior marcatore nella storia dell'Inter. Vinse tre volte il titolo di [[capocannoniere]] della Serie A.]]
Il nuovo ritorno di [[Árpád Weisz]], permise all'Ambrosiana nel [[Serie A 1932-1933|1932-1933]] di arrivare seconda, otto punti dietro la [[Juventus Football Club|Juventus]].<ref name="1930-1937" /> Il [[1933]] fu anche l'anno dell'unica finale in [[Mitropa Cup]]. Dopo aver eliminato [[First Vienna]] e [[Sparta Praga]], ai nerazzurri restava da battere l'[[FK Austria Vienna|Austria Vienna]]: dopo la vittoria per 2-1 a [[Milano]], a [[Vienna]] i nerazzurri vennero sconfitti 3-1 dai padroni di casa.<ref name="1930-1937" />
 
Nel girone d'andata del [[Serie A 1933-1934|1933-1934]] l'Ambrosiana batté la [[Juventus Football Club|Juventus]] 3-2 all'[[Arena Civica]].<ref name="1930-1937" /> Con le sconfitte nel girone di ritorno con [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] e {{Calcio Torino|N}} i nerazzurri ottennero un altro secondo posto, stavolta con lo scarto ridotto a quattro punti.<ref name="1930-1937" />
 
Nell'[[Serie A 1934-1935|anno successivo]], segnato dalla scomparsa di [[Francesco Frione|"Tito" Frione]], all'ultima giornata Inter e Juventus erano a pari punti: i bianconeri vinsero a [[Firenze]], mentre i nerazzurri persero contro la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], con rete dell'ex nerazzurro [[Felice Levratto]] e la stagione divenne per i ragazzi allenati da [[Gyula Feldmann]] l'anno del terzo secondo posto consecutivo.<ref name="1930-1937" />
 
Passarono due anni dove in panchina si avvicendarono [[Albino Carraro]] (sostituto di Feldmann, esonerato) e [[Armando Castellazzi]], ottenendo un quarto e un settimo posto in [[Serie A]] e una semifinale di [[Mitropa Cup]].<ref name="1930-1937" />
 
=== Il 4º scudetto e la 1ª Coppa Italia (1937-1939) ===
[[File:Inter 1937-38.jpg|thumb|left|upright=1.4|Una formazione dell'[[Associazione Sportiva Ambrosiana-Inter 1937-1938|Ambrosiana-Inter]] vincitrice dello scudetto nel 1938.]]
 
Partita la stagione [[Serie A 1937-1938|1937-1938]] con un pareggio per 3-3 a [[Lucca]], l'Ambrosiana, guidata ancora da Castellazzi, raggiunse la vetta della classifica alla nona giornata, per effetto della vittoria sulla {{Calcio Juventus|N}}.<ref name="1937-1940">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|titolo=I brillanti anni '30 - I trionfi della seconda parte degli anni '30|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref> Al quindicesimo turno, ultimo del girone di andata, i nerazzurri vinsero il titolo di ''campione d'inverno'' con quattro lunghezze di vantaggio sul {{Calcio Bologna|N}}. Il girone di ritorno si aprì con la goleada ai danni della [[Lucchese]]; alla ventiduesima giornata la Juventus affiancò i nerazzurri, per poi staccarli di due lunghezze due domeniche dopo.<ref name="1937-1940" /> I punti di distanza divennero poi tre alla ventiseiesima giornata, quando l'Ambrosiana fu sconfitta sul campo del [[Associazione Calcio Liguria|Liguria]].<ref name="1937-1940" /> In seguito i bianconeri persero a [[Trieste]] e cedettero in casa contro il Liguria, ex Sampierdarenese, a 90 minuti dalla fine.<ref name="1937-1940" /> L'Ambrosiana-Inter balzò così in testa e attese l'ultima giornata con una classifica che vedeva in testa i nerazzurri con 39 punti, poi la Juventus con 38 e Bologna, {{Calcio Genoa|N}} e {{Calcio Milan|N}} terze a quota 37.<ref name="1937-1940" />
 
La squadra vinse lo scudetto all'ultima giornata, per effetto della vittoria di [[Bari]]: l'annuncio venne dato dagli altoparlanti di [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] mentre si giocava {{Calcio Milan|N}}-Juventus con 40.000 nerazzurri infiltrati.<ref name="1937-1940" /> In serata migliaia di tifosi nerazzurri aspettarono il ritorno dei giocatori alla stazione di Milano, per festeggiare il quarto scudetto. Ancora una volta decisivo Meazza, autore di 20 centri stagionali in 25 presenze: nella stessa estate il ''Balilla'' portò l'Italia al [[Campionato mondiale di calcio 1938|secondo trionfo mondiale]].<ref name="1937-1940" />
 
La società compensò il ritiro di mister [[Armando Castellazzi]] con [[Tony Cargnelli]], teorico del [[Sistema (calcio)|sistema]] (modulo che sostituisce il classico [[Metodo (calcio)|metodo danubiano]]). La squadra così rinnovata arrivò terza in [[Serie A]] e vinse la sua prima [[Coppa Italia]] nel [[Coppa Italia 1938-1939|1938-39]] battendo in finale il Novara per 2-1 con gol di Ferraris II e Frossi.<ref name="1937-1940" />
 
=== Il 5º scudetto (1939-1940) ===
[[File:Inter 1939-40.jpg|thumb|upright=1.4|L'undici che vinse il 5º scudetto nel [[Associazione Sportiva Ambrosiana-Inter 1939-1940|1939-40]].]]
 
A tener banco nelle cronache dell'estate del [[1939]] fu un "caso" che riguardò [[Giuseppe Meazza|Meazza]] che rimase escluso dalla rosa titolare dell'Ambrosiana per via di un embolo che colpì il suo piede sinistro, noto come "il piede gelato".<ref name=Chiesa51>{{cita|Chiesa|p. 51}}</ref> I nerazzurri guidarono il campionato [[Serie A 1939-1940|1939-1940]] con [[Tony Cargnelli]] ancora in panchina, vincendo all'ultima giornata lo scontro diretto con il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] e festeggiando lo scudetto sul neutro di [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]], campo del [[Associazione Calcio Milan|Milan]], scelto perché il numero di spettatori era superiore alla capienza massima dell'[[Arena Civica]]. Dopo otto giorni [[Benito Mussolini]] annunciò l'entrata dell'Italia in [[Seconda guerra mondiale|guerra]].<ref name="1937-1940" />
 
=== Il periodo 1940-1942 ===
Gli anni successivi, ceduto Meazza e con la [[seconda guerra mondiale]] in corso, non c'erano certezze sul futuro e non si facevano grossi investimenti.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> La stagione [[Serie A 1940-1941|1940-1941]] vide l'Inter, allenata dalla coppia [[Italo Zamberletti|Zamberletti]]-[[Giuseppe Peruchetti|Peruchetti]] arrivare seconda, mentre nel [[Serie A 1941-1942|torneo successivo]] la squadra ottenne un dodicesimo posto che ebbe il solo vantaggio di evitare la retrocessione.<ref name="dapozzaniamasseroni" />
 
== La presidenza Masseroni (1942-1955) ==
=== Il periodo 1942-1952 ===
[[File:Carlo Masseroni (1954).jpg|thumb|upright|left|Il presidente [[Carlo Masseroni]] nel [[1954]].]]
 
Dati i risultati del biennio precedente, il presidente [[Ferdinando Pozzani]] si fece da parte in favore di [[Carlo Masseroni]], un industriale della gomma che era anche un grande appassionato di ciclismo.<ref name="dapozzaniamasseroni">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter4.html|titolo=L'era Masseroni - Da Pozzani a Masseroni|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref> La sua prima mossa fu l'allontanamento del tecnico [[Ivo Fiorentini]], avvicendato da [[Giovanni Ferrari]], appena passato dal calcio giocato alla panchina.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Sotto la guida di quest'ultimo l'Inter ottenne il quarto posto nel torneo [[Serie A 1942-1943|1942-1943]].<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Ormai il conflitto mondiale era arrivato anche in Italia ed era arrivato il momento di fermare i campionati.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Dopo la caduta del [[regime fascista]], il 27 ottobre [[1945]] Masseroni annunciò che «l'Ambrosiana torna, da oggi, a chiamarsi solo ed esclusivamente Internazionale».<ref name="dapozzaniamasseroni" />
 
Il [[Divisione Nazionale 1945-1946|primo torneo del dopoguerra]] fu anche quello che vide il ritorno dei gironi territoriali, resi necessari dalle difficoltà di movimento causate dalla distruzione delle infrastrutture viarie.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> La squadra, affidata a [[Carlo Carcano]], non andò oltre un quarto posto finale.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> A gennaio del 1947 Carcano venne sostituito da [[Nino Nutrizio]] insieme all'allenatore-giocatore [[Giuseppe Meazza]], tornato all'Inter a trentasei anni.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> La coppia ottenne la salvezza nell'ultima partita da giocatore del ''Pepin''.<ref name="dapozzaniamasseroni" />
 
Soltanto Meazza venne confermato in panchina, poi comunque esonerato con il ritorno di [[Carlo Carcano|Carcano]].<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Alla fine del [[Serie A 1947-1948|1947-1948]], la terza piazza conquistata al giro di boa si ridusse al dodicesimo posto.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Nelle restanti giornate la squadra venne guidata dal gallese [[David John Astley]] che divenne il nuovo tecnico anche per la successiva stagione.
 
Nell'estate del 1948 Masseroni investì pesante sulla campagna acquisti ma i nuovi giocatori non offrirono il gioco richiesto da mister Astley, che venne sostituito a metà stagione da [[Giulio Cappelli]]. Quest'ultimo cominciò la rincorsa sul Torino grazie anche ai gol di [[István Nyers|Nyers]], capocannoniere con 26 reti.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> I nerazzurri tornarono nel gruppo di testa e diventarono il principale avversario dei granata.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Solo con lo 0-0 di Milano del 30 aprile [[1949]] i torinisti riuscirono ad assicurarsi la sicurezza del quinto tricolore di fila.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Quella contro i nerazzurri fu l'ultima partita ufficiale del [[Grande Torino]] poiché l'intera squadra scomparve il 4 maggio nella [[tragedia di Superga]].<ref name="dapozzaniamasseroni" />
 
L'annata successiva l'Inter arrivò terza nel torneo vinto dalla {{Calcio Juventus|N}}.<ref name="dapozzaniamasseroni" />
 
Il torneo [[Serie A 1950-1951|1950-1951]] si trasformò in una lotta tra le due milanesi, risolto alla penultima giornata quando la sconfitta interna del Milan con la Lazio veniva neutralizzata dalla concomitante sconfitta interista a Torino, coi granata.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> La squadra giunse infine al secondo posto.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Nel [[Serie A 1951-1952|torneo successivo]] la squadra arrivò terza.<ref name="dapozzaniamasseroni" />
 
=== La gestione Foni: i due scudetti consecutivi (1952-1955) ===
==== Il 6º scudetto (1952-1953) ====
[[File:Alfredo Foni (Inter).jpg|thumb|upright|[[Alfredo Foni]], vincitore dello scudetto al suo debutto sulla panchina nerazzurra.]]
 
Il [[Football Club Internazionale Milano 1952-1953|1952-1953]] vide la squadra allenata dal dottor [[Alfredo Foni]], un precursore del catenaccio, che reinventò [[Ivano Blason]] libero, scartò [[Faas Wilkes]] in favore di [[Bruno Mazza]] e inventò per [[Gino Armano]] l'innovativo ruolo di ''ala tornante''.<ref name="scudetto52-53/54-55">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter4.html|titolo=L'era Masseroni - Finalmente torna lo scudetto|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref> Gli uomini di Foni presero il comando alla nona giornata e non lo mollarono più sino al termine.<ref name="scudetto52-53/54-55" /> Alla quindicesima giornata l'Inter sconfisse la {{Calcio Juventus|N}} e si ritrovò con quattro lunghezze di vantaggio sul {{Calcio Milan|N}}.<ref name="scudetto52-53/54-55" /> Nelle quattro giornate successive il vantaggio aumentò a otto punti, che divennero nove al ventiduesimo turno.<ref name="scudetto52-53/54-55" />
 
Da quel momento i nerazzurri poterono dedicarsi alla difesa di quel vantaggio, ottenendo la sicurezza della vittoria alla quartultima giornata, con la vittoria sul [[USC Palermo|Palermo]] che consegnò loro il sesto scudetto della storia interista, ottenuto anche grazie alle prestazioni della difesa che subì soltanto 24 reti.<ref name="scudetto52-53/54-55" /> Questa la formazione titolare: [[Giorgio Ghezzi|Ghezzi]], [[Ivano Blason|Blason]], [[Giovanni Giacomazzi|Giacomazzi]], [[Maino Neri|Neri]], [[Attilio Giovannini|Giovannini]], [[Fulvio Nesti|Nesti]], [[Gino Armano|Armano]], [[Bruno Mazza|Mazza]], [[Benito Lorenzi|Lorenzi]], [[Lennart Skoglund|Skoglund]], [[István Nyers|Nyers]].
 
==== Il 7º scudetto e l'addio di Masseroni (1953-1955) ====
[[File:1953–54 Football Club Internazionale.jpg|thumb|upright=1.5|left|L'Inter [[Football Club Internazionale Milano 1953-1954|1953-54]], la prima che seppe bissare il titolo ottenuto l'annata precedente. Nell'immagine una formazione della stagione: da sinistra [[Benito Lorenzi|Lorenzi]], [[Lennart Skoglund|Skoglund]], [[Fulvio Nesti|Nesti]], [[Bruno Mazza|Mazza]], il capitano [[Attilio Giovannini|Giovannini]] e [[István Nyers|Nyers]]; accosciati [[Bruno Padulazzi|Padulazzi]], [[Gino Armano|Armano]], [[Maino Neri|Neri]], [[Giorgio Ghezzi|Ghezzi]] e [[Giovanni Giacomazzi|Giacomazzi]].]]
 
L'Inter riuscì a bissare lo scudetto, stavolta dopo una lotta con la {{Calcio Juventus|N}}, che vide alla fine prevalere i nerazzurri di un punto: fu la prima Inter capace di riconfermarsi ''campione d'Italia'' per due anni di fila.<ref name="scudetto52-53/54-55" />
 
La svolta del campionato si ebbe alla trentaduesima giornata, quando la Juventus, sino ad allora appaiata in testa alla classifica con i nerazzurri, fu sconfitta a [[Atalanta Bergamasca Calcio|Bergamo]], mentre l'Inter pareggiava sul campo di [[USC Palermo|Palermo]].<ref name="scudetto52-53/54-55" /> Quel prezioso punto venne difeso nelle due giornate che mancavano, consegnando così agli uomini di Foni il settimo scudetto. Questa la formazione titolare: [[Giorgio Ghezzi|Ghezzi]], [[Giovanni Giacomazzi|Giacomazzi]], [[Bruno Padulazzi|Padulazzi]], [[Maino Neri|Neri]], [[Attilio Giovannini|Giovannini]], [[Fulvio Nesti|Nesti]], [[Gino Armano|Armano]], [[Bruno Mazza|Mazza]], [[Benito Lorenzi|Lorenzi]], [[Lennart Skoglund|Skoglund]], [[István Nyers|Nyers]].
 
Masseroni, dopo che nel 1954-1955 la squadra arrivò ottava, decise di passare la mano ad [[Angelo Moratti]].<ref name="scudetto52-53/54-55" />
 
== La presidenza di Angelo Moratti (1955-1968) ==
=== Il periodo 1955-1960 ===
Il 28 maggio [[1955]], un sabato, [[Angelo Moratti]] diventò il nuovo presidente e patron dell'Inter. Moratti allontanò [[Alfredo Foni]] e puntò su [[Aldo Campatelli]].<ref name="inter1955-60">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter5.html|titolo=L'era d'oro di Angelo Moratti|editore=enciclopediadelcalcio.it}}</ref> Conclusa una dispendiosa campagna acquisti, in campionato dopo sei giornate l'Inter era in testa, e una sequenza di cinque sconfitte portò all'esonero dell'allenatore alla tredicesima giornata.<ref name="inter1955-60" /> Fu chiamato quindi [[Giuseppe Meazza]] dalle giovanili, che recuperò posizioni chiudendo il [[Serie A 1955-1956|1955-1956]] al terzo posto.<ref name="inter1955-60" />
[[File:Angelo Moratti.jpg|thumb|[[Angelo Moratti]], presidente dell'Inter dal 1955 al 1968.]]
 
Dopo la rivoluzione dell'estate precedente, stavolta Moratti si dedicò al consolidamento dell'impianto preesistente ingaggiando [[Annibale Frossi]], come direttore tecnico e [[Luigi Ferrero]] allenatore in panchina.<ref name="inter1955-60" /> La squadra, dopo una partenza travagliata, si ritrovò in vetta alla dodicesima giornata e in seguito si ritrovò terza a metà torneo.<ref name="inter1955-60" /> L'Inter tenne il passo delle prime sino alla venticinquesima giornata, quando Ferrero decise di mollare la guida tecnica a Frossi.<ref name="inter1955-60" /> Il suo arrivo sulla panchina però non diede i frutti sperati e venne richiamato ancora Meazza: una iniziale serie positiva portò l'Inter al secondo posto, poi cinque sconfitte consecutive la fecero scendere in classifica.<ref name="inter1955-60" /> Con la vittoria nell'ultima giornata i nerazzurri agguantarono la quinta posizione.<ref name="inter1955-60" /> L'arrivo del centravanti [[Antonio Angelillo]] e dell'allenatore [[John Carver]] permisero nel [[Serie A 1957-1958|1957-1958]] di far conquistare alla squadra il nono posto in classifica.<ref name="inter1955-60" /> Per il 1958-1959 la panchina venne affidata a [[Giuseppe Bigogno]] ma a tre mesi dalla fine del campionato, ritornò in panchina Campatelli, con il quale l'Inter chiuse terza e perse la finale di [[Coppa Italia 1958-1959|Coppa Italia]] con la {{Calcio Juventus|N}}.<ref name="inter1955-60" /> Angelillo realizzò 33 gol in 33 partite, record ineguagliato nella [[Serie A]] a 18 squadre, seppur segnando 5 volte nelle ultime 16 giornate.<ref name="inter1955-60" />
 
Nel [[Serie A 1959-1960|1959-1960]] in panchina si sedette la coppia Campatelli-[[Camillo Achilli|Achilli]].<ref name="inter1955-60" /> Dopo un buon girone d'andata, il ritorno di campionato fu peggiore del primo e la squadra fu eliminata ai quarti in [[Coppa delle Fiere]].<ref name="inter1955-60" /> Dopo una sconfitta nel [[Derby di Milano|derby]] venne esonerato Campatelli; dopo un mese toccò anche ad Achilli e il ritorno di [[Giulio Cappelli]] permise di chiudere in quarta posizione.<ref name="inter1955-60" />
 
=== La Grande Inter di Herrera: dai successi internazionali alla ''Stella'' (1960-1968) ===
{{vedi anche|Grande Inter}}
==== 1960-1962: terzo e secondo posto ====
[[File:Herrera Inter.jpg|thumb|left|upright|[[Helenio Herrera]] allenatore dell'Inter dal [[1960]] al [[1968]] e dal [[1973]] al [[1974]]: sarà lui l'artefice dei primi successi internazionali nella storia del club.]]
 
Sotto la guida del nuovo tecnico [[Helenio Herrera]], il 29 gennaio l'Inter si laureò Campione d'inverno con 26 punti. Il girone di ritorno fu meno positivo, caratterizzato da quattro sconfitte consecutive e la sospensione di Juventus-Inter che determinò dapprima la sconfitta a tavolino (0-2) per i bianconeri, i quali, dopo ricorso, ottennero la modifica della sanzione in una multa e la possibilità di rigiocare la partita.<ref name="juve-inter1961">{{cita web|url=http://www.storiedicalcio.altervista.org/juventus_inter_9-1_boniperti.html|titolo=Juventus 9-1 Inter - Gloria effimera|editore=storiedicalcio.altervista.org}}</ref> L'incontro fu disputato quando il campionato regolare era già terminato, con lo scudetto alla Juventus: in segno di protesta i nerazzurri schierarono molti giovani della formazione [[Campionato De Martino|De Martino]], perdendo per 9-1 questa gara di recupero;<ref name="juve-inter1961" /> per l'Inter andò a segno [[Sandro Mazzola]], e la squadra chiuse il campionato al terzo posto con 44 punti, dietro anche al Milan.<ref name="juve-inter1961" /><ref>La partita del 16 aprile 1961 fu sospesa al 31', sul risultato di 0-0, a causa del sovraffollamento sugli spalti, dovuto allo sfondamento dei cancelli da parte di alcuni tifosi interisti senza biglietto, che causò l'invasione della pista d'atletica di alcuni spettatori, che si sedettero sulla stessa per guardare la partita. Nonostante essi non tentassero di entrare nel terreno di gioco, la gara fu fermata e la Corte di Giustizia Federale assegnò all'Internazionale la vittoria per 2-0 a tavolino. La Juventus fece successivamente ricorso e la Corte d'Appello Federale decretò la nuova disputa della gara. I bianconeri alla fine vinsero il campionato con 49 punti, a +4 sul Milan e +5 sull'Inter.</ref>
 
Anche per la stagione 1961-1962 l'Inter fu ''campione d'inverno'', salvo poi cedere la testa della classifica con prestazioni meno positive nel girone di ritorno. Alla fine il tricolore se lo aggiudicò il Milan, con l'Inter che arrivò seconda a 48 punti.
 
==== 1962-1963: l'8º scudetto ====
Nella stagione 1962-1963 le parti dell'Inter e degli avversari si invertirono: la Juventus, in questo caso, fu campione d'inverno, con un punto di vantaggio sull'Inter che agganciò i bianconeri al primo posto il 3 febbraio. Successivamente, dopo un mese di coabitazione al primo posto, i torinesi persero il derby e l'Inter balzò in testa: non lasciò più la prima posizione, aumentò il suo vantaggio e terminò il campionato a quattro punti di distanza dalla Juventus. Fu il primo [[scudetto (sport)|scudetto]] dell'era [[Angelo Moratti|Moratti]] e ottavo della storia interista.
 
==== 1963-1964: trionfo in Coppa dei Campioni ====
[[File:Inter Coppa Campioni 1964 - Armando Picchi con la coppa.jpg|thumb|Il vicepresidente [[Peppino Prisco]] e il capitano [[Armando Picchi]] al ritorno a Milano con la Coppa dei Campioni vinta contro il Real Madrid, sconfitto per 3-1 a Vienna.]]
 
Con la conquista dello scudetto, l'Inter poté così partecipare per la prima volta alla massima competizione continentale per club, la [[Coppa dei Campioni 1963-1964|Coppa dei Campioni]]. I nerazzurri giunsero fino alla finale di [[Vienna]] dove incontrarono gli spagnoli del {{Calcio Real Madrid|N}}, vincendo per 3-1 e diventando la prima squadra in Europa a vincere la coppa senza neanche subire una sconfitta (sette vittorie e due pareggi).
 
In campionato l'Inter si classificò al primo posto a pari merito col {{Calcio Bologna|N}} (54 punti), così il 7 giugno venne disputato il primo e unico spareggio-scudetto della storia del campionato italiano: allo [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico di Roma]] il Bologna vinse per 2-0, divenendo Campione d'Italia.
 
==== 1964-1965: il 9º scudetto, il bis in Europa e l'Intercontinentale ====
Nella stagione 1964-1965 l'Inter vinse il suo nono scudetto, la seconda Coppa dei Campioni consecutiva e la prima Coppa Intercontinentale della sua storia, e con queste vittorie diventò il primo club europeo ad essere nel contempo campione nazionale, europeo e mondiale. In campionato, caratterizzato da una serie di otto vittorie consecutive, l'Inter si aggiudicò lo scudetto aritmeticamente all'ultima giornata. In Coppa Italia fu sconfitta in finale dalla Juventus.
 
Nella coppa europea la squadra superò il [[Benfica]] per 1-0 con gol di Jair in finale, mentre la [[Coppa Intercontinentale 1964|Coppa Intercontinentale]] fu vinta al terzo incontro sugli argentini dell'[[Club Atlético Independiente|Independiente]]: fu la prima squadra italiana a vincere tale coppa.
 
==== 1965-1966: lo scudetto della "stella" e la seconda Intercontinentale ====
[[File:Inter 1965-66.jpg|thumb|left|upright=1.0|L'undici del [[Football Club Internazionale 1965-1966|1966]] che avrebbe vinto la [[Stella (calcio)|''stella'']]. Da sinistra in piedi: [[Giuliano Sarti|Sarti]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], [[Aristide Guarneri|Guarneri]], [[Gianfranco Bedin|Bedin]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]] e capitan [[Armando Picchi|Picchi]]. Accosciati da sinistra: [[Jair da Costa|Jair]], [[Sandro Mazzola|Mazzola]], [[Joaquín Peiró|Peiró]], [[Luis Suárez Miramontes|Suárez]] e [[Mario Corso|Corso]].]]
 
Nella stagione 1965-1966 l'Inter vinse il suo secondo campionato di fila, caratterizzato da sei vittorie consecutive, che fu il decimo della sua storia e quindi quello della [[Stella (calcio)|stella]] sul petto, simbolo di dieci scudetti. In [[Coppa dei Campioni 1965-1966|Coppa dei Campioni]] la squadra venne eliminata in semifinale dal {{Calcio Real Madrid|N}}; stesso risultato in [[Coppa Italia]], dove i nerazzurri furono sconfitti dalla Fiorentina. Inoltre, vinse nuovamente la [[Coppa Intercontinentale 1965|Coppa Intercontinentale]] contro l'[[Club Atlético Independiente|Independiente]].
 
==== 1966-1968: la fine di un ciclo ====
Nella stagione 1966-1967 l'Inter fu ''campione d'inverno'' ma perse lo scudetto all'ultima giornata a seguito della sconfitta contro il Mantova per 1-0 e venne sorpassata dalla Juventus, che fu quindi campione d'Italia. Una settimana prima la squadra aveva perso la finale di Coppa dei Campioni contro il {{Calcio Celtic|N}} di [[Glasgow]].
 
Nel [[1967]] cambiò definitivamente denominazione in ''Football Club Internazionale Milano''.
 
Il campionato 1967-1968 dell'Inter si concluse al quinto posto, partecipando al girone finale della [[Coppa Italia 1967-1968|Coppa Italia]]. Il 18 maggio [[1968]] [[Angelo Moratti]] lasciò, dopo tredici anni, la guida della società a [[Ivanoe Fraizzoli]] e con lui se ne andarono anche [[Helenio Herrera]] e [[Italo Allodi]].
 
== La presidenza Fraizzoli (1968-1984) ==
[[File:Ivanoe Fraizzoli.jpg|thumb|upright|Il presidente [[Ivanoe Fraizzoli]], in carica dal 1968 al 1984.]]
=== Il biennio 1968-1970 ===
Il nuovo presidente fu [[Ivanoe Fraizzoli]] e richiamò all'Inter [[Alfredo Foni]] che negli anni cinquanta aveva vinto due scudetti consecutivi con i nerazzurri, di cui il primo con la tattica del [[catenaccio]]. Foni trasformò il suo metodo in una tattica offensiva che andava a scapito della difesa. Alla fine del campionato arrivò un quarto posto.
 
L'anno successivo in panchina arrivò [[Heriberto Herrera]], soprannominato ''HH2'' e la squadra giunse seconda in campionato alle spalle del [[Cagliari Calcio|Cagliari]] che vinse il suo primo scudetto.
 
=== L'11º scudetto (1970-1971) ===
[[File:Inter 1970-71.jpg|thumb|left|upright=1.4|Una formazione dell'Inter campione d'Italia nel 1970-1971. Da sinistra, in piedi: [[Lido Vieri|Vieri]], [[Roberto Boninsegna|Boninsegna]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], [[Mario Giubertoni|Giubertoni]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]] e [[Mario Corso|Corso]]; accosciati, da sinistra, il capitano [[Sandro Mazzola|Mazzola]], [[Oscar Righetti|Righetti]], [[Sergio Pellizzaro|Pellizzaro]], [[Mario Frustalupi|Frustalupi]] e [[Gianfranco Bedin|Bedin]].]]
 
In estate se ne andò un altro reduce della Grande Inter, [[Luis Suárez Miramontes|Suárez]], che fu ceduto alla [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]]. A gennaio se ne andò definitivamente anche [[Aristide Guarneri|Guarneri]] (alla [[Unione Sportiva Cremonese|Cremonese]]) dopo un paio di stagioni passate a Bologna e Napoli. In compenso arrivarono il regista [[Sampdoria|blucerchiato]] [[Mario Frustalupi]], lo stopper [[Mario Giubertoni]] e l'ala [[Sergio Pellizzaro]] dal [[Unione Sportiva Città di Palermo|Palermo]]; alla guida tecnica venne confermato [[Heriberto Herrera]], che schiera [[Lido Vieri|Vieri]] in porta, [[Giancarlo Cella|Cella]] libero, Giubertoni stopper, [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]] e [[Giacinto Facchetti|Facchetti]] terzini; a centrocampo [[Bernardino Fabbian|Fabbian]], Frustalupi in regia, [[Sandro Mazzola|Mazzola]] interno di punta, [[Mario Corso|Corso]] ala sinistra, [[Sergio Pellizzaro|Pellizzaro]] tornante destro e [[Roberto Boninsegna|Boninsegna]] in attacco.
 
Già eliminata da [[Coppa Italia 1970-1971|Coppa Italia]] e [[Coppa delle Fiere 1970-1971|Coppa delle Fiere]], l'Inter raccolse quattro punti in altrettante giornate e perdette il [[derby di Milano|derby]];<ref name="inter1970-71">{{cita web|url=http://www.storiedicalcio.altervista.org/campionato_calcio_1970_1971.html|editore=storiedicalcio.altervista.org|titolo=1970/71: INTERNAZIONALE - Il "sabotaggio" a Heriberto Herrera porta i nerazzurri ad un insperato scudetto}}</ref> il presidente Fraizzoli mise a disposizione il proprio incarico ad un eventuale gruppo economico che avesse voluto acquistare la società.<ref name="inter1970-71" /> Specificò questo nel comunicato del 9 novembre, con cui veniva esonerato ''HH2'' e si affidava «temporaneamente» la guida tecnica a [[Giovanni Invernizzi (calciatore 1931)|Giovanni Invernizzi]], allenatore delle giovanili.<ref name="inter1970-71" /> Le reazioni dei giocatori furono immediate: [[Mario Corso]] («Il licenziamento si imponeva»), [[Sandro Mazzola]] («In fondo non è proprio che lo abbiamo cacciato noi...») e [[Jair Da Costa|Jair]] («Sono più che contento, ci voleva!») fecero capire che la "vecchia guardia" ebbe ottenuto ciò che chiedeva e prese in mano la situazione.<ref name="inter1970-71" /> Assieme a Invernizzi, i "senatori" stilarono un'ambiziosa tabella che puntò allo scudetto, contro ogni pronostico.<ref name="inter1970-71" />
 
La squadra venne ritoccata, con l'arretramento di Burgnich a libero, il giovane [[Mauro Bellugi]] terzino destro, il ritorno di [[Jair da Costa|Jair]] all'ala e [[Mario Bertini]] al posto di Frustalupi.<ref name="inter1970-71" /> Cominciò così una rincorsa al {{Calcio Milan|N}} che permise all'Inter di recuperare i sei punti di ritardo che accusava dai rivali: il 7 marzo i nerazzurri si aggiudicarono il ''derby'' di ritorno e distanziarono poi il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], terzo in classifica, battendolo in uno scontro diretto in cui ci furono polemiche sulla nebbia che avvolgeva il [[Stadio Giuseppe Meazza|Meazza]] e per le contestate marcature di Boninsegna.<ref name="inter1970-71" /><ref>{{Cita news|url=http://napoli.repubblica.it/sport/2011/03/31/news/le_confessioni_di_capitan_mazzola_quel_blitz_dall_arbitro_nel_match_col_napoli-14344373/|titolo=Le confessioni di Capitan Mazzola "Quel blitz dall'arbitro nel match col Napoli"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=31 marzo 2011|accesso=6 aprile 2012}}</ref> La caduta casalinga del Milan contro il {{Calcio Varese|N}} favorì l'Inter, che vinse a [[Calcio Catania|Catania]] e poté andare a vincere aritmeticamente il titolo con una giornata d'anticipo grazie al 5-0 casalingo sul Foggia.<ref name="inter1970-71" />
 
[[File:Festeggiamenti scudetto inter 70-71.jpg|thumb|upright=1.4|Festeggiamenti per lo [[scudetto (sport)|scudetto]] [[Serie A 1970-1971|1970-1971]].]]
Questa la formazione titolare: [[Lido Vieri|Vieri]], [[Mauro Bellugi|Bellugi]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], [[Gianfranco Bedin|Bedin]], [[Mario Giubertoni|Giubertoni]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], [[Jair da Costa|Jair]], [[Mario Bertini|Bertini]], [[Roberto Boninsegna|Boninsegna]], [[Sandro Mazzola|Mazzola]], [[Mario Corso|Corso]].
 
=== La finale di Coppa Campioni (1971-1972) ===
L'Inter tornò quindi in [[Coppa dei Campioni 1971-1972|Coppa dei Campioni]] dopo cinque anni di assenza. Superato il primo turno contro l'{{Calcio AEK Atene|N}} (4-1 e 2-3), i nerazzurri incrociarono il [[Borussia Mönchengladbach]] negli ottavi. L'andata in [[Germania]] passò alla storia come la "[[Partita della lattina]]". Al 29', con il Borussia in vantaggio per 2-1, [[Roberto Boninsegna]] cadde al suolo colpito da una lattina di Coca-Cola.<ref name="partitalattina" /> I nerazzurri, a stento trattenuti dal tecnico Invernizzi, assediarono l'arbitro [[Paesi Bassi|olandese]] Jef Dorpmans chiedendo la sospensione dell'incontro.<ref name="partitalattina" /> I tedeschi a loro volta aggredirono gli italiani e si formarono diversi capannelli al centro del campo.<ref name="partitalattina" /> Nel parapiglia generale il giocatore del Borussia [[Günter Netzer]] vide la lattina a terra e la lanciò verso un poliziotto che immediatamente la fece sparire sotto il cappotto.<ref name="partitalattina" /> Si accorse di tutto [[Sandro Mazzola]], che tentò di farsela restituire dall'agente, trovando solo la ferma opposizione di quest'ultimo.<ref name="partitalattina" /> A questo punto il capitano interista notò due tifosi italiani oltre le recinzioni e che uno dei due stava bevendo proprio da una lattina di Coca-Cola.<ref name="partitalattina" /> Si precipitò verso di loro, si fece passare la lattina e la consegnò all'arbitro fingendo che fosse il corpo del reato.<ref name="partitalattina" /> Nel frattempo Boninsegna non sembrava essere in grado di riprendersi e il medico dell'Inter ne ordinò la sostituzione.<ref>{{cita web|http://www.torfabrik.de/nc/querpass/aktuelles/datum/2006/10/19/hacki-wimmer-zum-buechsenwurf.html|TORfabrik|28 giugno 2008}}</ref> L'autore del misfatto venne subito arrestato: si trattava di Manfred Kristein, un autista di 29 anni piuttosto alticcio.<ref name="partitalattina" /> A fine partita, conclusasi 7-1 per i tedeschi, puntuale scattò il reclamo della società milanese, che chiede la responsabilità oggettiva del Borussia. Alla commissione disciplinare dell'[[UEFA]] l'avvocato [[Peppino Prisco]] disse in sintesi:
 
{{citazione|La partita non s'è svolta regolarmente dopo l'uscita di Boninsegna, colpito alla testa da una lattina. Il danno poteva essere molto più grave di quanto è stato. L'Inter ne è rimasta così frastornata che ha finito per perdere 7-1. Ma in quel momento il punteggio era di 1-1. Ci sono quindi tutti gli estremi per cancellare quella gara.<ref name="partitalattina">{{Cita web|url=http://temi.repubblica.it/sport-100-anni-di-inter/1970-1979-una-lattina-per-alleata/|titolo=1970-1979: Una lattina per alleata|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|accesso=14 dicembre 2009}}</ref>}}
 
In una intervista nel suo studio di via Podgora nell'autunno del 1979, confessò di aver utilizzato a favore la sconfitta per 7-1.<ref name="partitalattina" /> Sarebbe stato diverso, in altre parole, se i tedeschi avessero vinto "solo" per 3-1. Lui voleva il 2-0 a tavolino e si accontentò della ripetizione dell'incontro.<ref name="partitalattina" />
 
Il ritorno a San Siro si giocò il 3 novembre [[1971]] e venne vinto per 4-2 dall'Inter.<ref>{{cita web|http://www.fussballdaten.de/championsleague/1972/endrunde/achtelfinale/intermailand-mgladbach/|Fussballdaten|28-06-2008}}</ref> La ripetizione dell'incontro di andata si disputò a [[Berlino]] il 1º dicembre [[1971]]. L'Inter si chiuse in difesa e grazie alle prodezze del giovane portiere [[Ivano Bordon]] (che parò anche un rigore a [[Klaus-Dieter Sieloff]]) riuscì a difendere lo 0-0 e si qualificò per i quarti di finale<ref>{{cita web|http://www.fussballdaten.de/championsleague/1972/endrunde/achtelfinale/mgladbach-intermailand-e-2/|Fussballdaten|28 giugno 2008}}</ref> dove sconfisse lo [[Standard Liegi]] coi risultati di 1-0 a [[Milano]] e 2-1 in [[Belgio]]. In semifinale sconfisse il {{Calcio Celtic|N}} ai rigori mentre in finale incontrò l'[[Amsterdamsche Football Club Ajax|Ajax]] di [[Johan Cruijff]] e dell'allenatore rumeno [[Ștefan Kovács]]. Proprio Cruijff realizzò la doppietta che regalò la coppa agli olandesi.
 
In campionato l'Inter arrivò quinta, a pari merito con la Fiorentina, trascinata dai gol di Boninsegna ancora capocannoniere con 22 gol.
 
=== Il periodo 1972-1977 ===
Il lustro successivo alla finale di Coppa vide un ridimensionamento degli obiettivi, con la squadra che cambiò vari allenatori (per un breve periodo si verificò il ritorno di Helenio Herrera, poi costretto all'abbandono da una crisi cardiaca) senza per altro andare mai oltre un quarto posto: nella stagione 1975-76 i nerazzurri non parteciparono neppure alle coppe, causa il nono posto del campionato precedente. L'unico acuto si registrò nel 1976-77, quando [[Giuseppe Chiappella|Chiappella]] condusse la squadra alla finale di [[Coppa Italia 1976-1977|Coppa Italia]]: nell'ultima apparizione di Mazzola, l'Inter fu sconfitta per 2-0 dal Milan.
 
=== Il ciclo di Bersellini (1977-1982) ===
[[File:Eugenio Bersellini 1978.jpg|thumb|left|upright|[[Eugenio Bersellini]], allenatore dell'Inter dal 1977 al 1982.]]
[[File:Graziano Bini, Coppa Italia 1977-1978 - Inter.png|thumb|upright=1.3|[[Graziano Bini]] mentre riceva la seconda Coppa Italia della storia interista.]]
==== 1977-1978: la 2ª Coppa Italia ====
Per questa stagione venne ingaggiato il tecnico [[Eugenio Bersellini]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1977_05/19770527_0012.pdf&query=eugenio%20bersellini|pubblicazione=[[l'Unità]]|titolo=Bersellini nuovo tecnico dell'Inter|data=27 maggio 1977|accesso=31 ottobre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102011118/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1977_05%2F19770527_0012.pdf&query=eugenio%20bersellini|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> Dopo sette anni i nerazzurri tornarono a vincere un trofeo, la [[Coppa Italia 1977-1978|Coppa Italia]], la seconda della storia interista, superando nella finale unica di Roma il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] per 2-1 in rimonta grazie alla reti di [[Graziano Bini|Bini]] e [[Alessandro Altobelli|Altobelli]]. Fu questa l'ultima annata di [[Giacinto Facchetti]].
 
==== 1978-1979: quarto posto ====
In questa stagione la squadra ottenne il quarto posto in campionato.
 
==== 1979-1980: il 12º scudetto ====
L'avvio del campionato fu positivo, spiazzando le altre pretendenti (il {{Calcio Perugia|N}} di [[Paolo Rossi (calciatore 1956)|Paolo Rossi]], la {{Calcio Juventus|N}} e il {{Calcio Torino|N}}, oltre al {{Calcio Milan|N}} campione in carica), destinate a uscire presto dalla lotta per il titolo.<ref name="inter1979-80">{{cita web|url=http://www.storiedicalcio.altervista.org/campionato_calcio_1979_1980.html|editore=storiedicalcio.altervista.org|titolo=1979/80: INTER - Dopo 9 anni Fraizzoli riagguanta lo scudetto, Milan e Lazio in B per il calcioscommesse}}</ref> Ma l'Inter non vinse per mancanza di avversari.<ref name="inter1979-80" /> La squadra esibì valori importanti, che partono da una difesa altamente competitiva, con l'azzurro [[Ivano Bordon|Bordon]] in porta, gli esterni [[Nazzareno Canuti|Canuti]] o [[Giuseppe Baresi]] e il terzino-mediano [[Gabriele Oriali|Oriali]], lo stopper [[Roberto Mozzini|Mozzini]] e il libero [[Graziano Bini|Bini]]: a parte il marcatore centrale, sono tutti prodotti del vivaio nerazzurro, così come il rincalzo [[Franco Pancheri|Pancheri]].<ref name="inter1979-80"/> Il centrocampo era disposto a rombo con [[Domenico Caso|Caso]] davanti alla difesa, [[Gianpiero Marini|Marini]] a sinistra, [[Giancarlo Pasinato|Pasinato]] a destra, che fungeva quasi da ala grazie alle sue continue falcate e [[Evaristo Beccalossi|Beccalossi]] alle spalle delle due punte, [[Alessandro Altobelli|''Spillo'' Altobelli]], centravanti alto e sottile<ref name="inter1979-80"/> e [[Carlo Muraro|Muraro]], detto ''Jair Bianco'',<ref name="turrinipag59">{{cita|Turrini|p. 59.}}</ref> ala sinistra cresciuta nel vivaio, così come il giovane rincalzo [[Claudio Ambu|Ambu]].<ref name="inter1979-80"/><ref name="rombo">{{cita web|url=http://www.fiorentina.it/notizia.asp?IDNotizia=83079&IDCategoria=98|editore=fiorentina.it|titolo=Bersellini: "Jovetic nato per giocare. Montolivo ricorda Souness"|data=9 aprile 2010|accesso=14 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20131031154728/http://www.fiorentina.it/notizia.asp?IDNotizia=83079&IDCategoria=98|dataarchivio=31 ottobre 2013}}</ref>
 
Dopo la prima giornata (7 pareggi e 6 gol in 8 gare) l'Inter si ritrovò già sola in testa;<ref name="inter1979-80" /> tampinata nelle giornate successive dal neopromosso [[Cagliari Calcio|Cagliari]], la squadra nerazzurra chiuse il girone d'andata, il 6 gennaio [[1980]], con tre punti di vantaggio sul {{Calcio Milan|N}}.<ref name="inter1979-80" /> I rossoneri iniziarono male il girone di ritorno e l'Inter si lanciò verso il titolo: il 2 marzo si ritrovò in testa con otto punti sui rossoneri, sulla [[Juventus Football Club|Juventus]] e sull'{{Calcio Avellino|N}}, che cedette alla distanza.<ref name="inter1979-80" /> Il 23 marzo, ventiquattresima giornata, al termine di sette partite di Serie A e [[Serie B]] vennero arrestati quattordici tesserati implicati nel cosiddetto [[Scandalo italiano del calcioscommesse del 1980|''Totonero'']].<ref name="inter1979-80" />
[[File:Inter 1979-80 (a colori).jpg|thumb|upright=1.4|Una formazione della stagione [[Football Club Internazionale Milano 1979-1980|1979-1980]]. Da sinistra, in piedi: [[Ivano Bordon|Bordon]], [[Roberto Mozzini|Mozzini]], [[Giancarlo Pasinato|Pasinato]], [[Graziano Bini|Bini]], [[Nazzareno Canuti|Canuti]], e [[Alessandro Altobelli|Altobelli]]; accosciati, [[Gianpiero Marini|Marini]], [[Giuseppe Baresi|Baresi]], [[Carlo Muraro|Muraro]], [[Gabriele Oriali|Oriali]] e [[Evaristo Beccalossi|Beccalossi]].]]
L'Inter vinse lo scudetto il 27 aprile, con due turni d'anticipo, rimanendo in testa solitaria per tutto il campionato sin dalla prima giornata: una cavalcata che passò dal titolo di campione d'inverno al doppio successo nel [[Derby di Milano|derby]] (2-0 e 0-1) e al trionfo sulla Juventus per 4-0.<ref name="inter1979-80" /> Intanto le sentenze per il [[Scandalo italiano del calcioscommesse del 1980|calcioscommesse]] declassarono Lazio e Milan: i rossoneri finirono per la prima volta in Serie B.<ref name="inter1979-80" /> Questa la formazione titolare: [[Ivano Bordon|Bordon]], [[Giuseppe Baresi|Baresi]], [[Gabriele Oriali|Oriali]], [[Giancarlo Pasinato|Pasinato]], [[Roberto Mozzini|Mozzini]], [[Graziano Bini|Bini]], [[Domenico Caso|Caso]], [[Gianpiero Marini|Marini]], [[Alessandro Altobelli|Altobelli]], [[Evaristo Beccalossi|Beccalossi]], [[Carlo Muraro|Muraro]].
 
==== 1980-1981: semifinale di Coppa Campioni ====
A nove anni dalla finale del 1972 persa a Rotterdam contro l'Ajax, l'Inter tornò in [[Coppa dei Campioni 1980-1981|Coppa dei Campioni]]. In Italia erano state riaperte le frontiere: perso il francese [[Michel Platini]] (col quale era stato raggiunto un accordo due anni prima)<ref>{{cita web|url=http://www.storiedicalcio.altervista.org/platini_mazzola_fraizzoli_inter.html|titolo=Come l'Inter non seppe gestire l'affare Platini|editore=storiedicalcio.altervista.org|accesso=30 ottobre 2010}}</ref> e il brasiliano [[Paulo Roberto Falcão|Falcão]]<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/09/Pianse_rinuncio_Falcao__ga_0_9909095931.shtml|titolo="Pianse e rinuncio' a Falcao"|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|giorno=9|mese=9|anno=1999|pagina=17|accesso=12 novembre 2010}}</ref> il club nerazzurro ripiegò sul nazionale austriaco [[Herbert Prohaska]]. Il cammino nerazzurro, dopo aver eliminato i rumeni dell'Universitatea Craiova, i francesi del Nantes e i serbi della Stella Rossa vincendo il ritorno al Marakana di Belgrado, si fermò in semifinale ad opera del [[Real Madrid Club de Fútbol|Real Madrid]] di [[Vujadin Boškov]]. Al Bernabéu segnarono [[Carlos Alonso González|Santillana]] e [[Juan Gómez González|Juanito]]. A San Siro segnò invece [[Graziano Bini]], ma non fu sufficiente a ribaltare la partita dell'andata.
 
==== 1981-1982: la 3ª Coppa Italia ====
[[File:Finale Coppa Italia 1982 - Torino 1-1 Inter - Gol di Altobelli.jpg|thumb|upright=0.8|left|[[Alessandro Altobelli]] segna il gol del pareggio contro il Torino nella vittoriosa finale di Coppa Italia della stagione 1981-1982.]]
Nella stagione 1981-1982 i nerazzurri riuscirono ad alzare la loro terza [[Coppa Italia 1981-1982|Coppa Italia]]: dopo aver vinto il girone eliminatorio nei confronti di Verona, Milan, SPAL e Pescara, nell'andata dei quarti di finale perse per 4-1 contro la {{Calcio Roma|N}} ma a [[Milano]] l'Inter rovesciò la situazione vincendo per 3-0. In semifinale venne superato il {{Calcio Catanzaro|N}} (2-1 in rimonta a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] e 2-3 dopo i supplementari al [[Stadio Nicola Ceravolo|Militare]], con l'Inter ridotta in nove uomini) e la doppia finale contro il [[Torino Football Club|Torino]] fu decisa dall'1-0 di [[Aldo Serena|Serena]] al ''Meazza'' e dall'1-1 del [[Stadio Olimpico (Torino)|Comunale]], con reti di [[Agatino Cuttone|Cuttone]] e [[Alessandro Altobelli|Altobelli]]. Tra i giovani c'è da segnalare l'esordio in Serie A di [[Riccardo Ferri]], difensore cresciuto nel vivaio. In [[Coppa UEFA 1981-1982|Coppa UEFA]] il cammino dell'Inter si fermò al secondo turno per opera dei rumeni della [[Dinamo Bucarest]].
 
In campionato un derby deciso da Oriali costò caro al Milan che a fine anno retrocesse nuovamente in Serie B. Si affermò in nerazzurro il diciottenne [[Giuseppe Bergomi]] che fu convocato, insieme a [[Ivano Bordon|Bordon]], Altobelli, [[Gianpiero Marini|Marini]] e [[Gabriele Oriali|Oriali]] da [[Enzo Bearzot]] nella Nazionale azzurra per il vittorioso campionato del mondo in Spagna.
 
=== Da Marchesi a Radice (1982-1984) ===
In panchina venne ingaggiato [[Rino Marchesi]]. In campionato la squadra ottenne molti pareggi e poche vittorie e ci fu un nuovo sospetto di Totonero: il caso Genoa-Inter.<ref name="genoainter">{{cita web|url=http://www.storiedicalcio.altervista.org/inter_genoa_1983.html|editore=storiedicalcio.altervista.org|titolo=Genoa Inter 1982/83 - Galeotto fu quel gol...}}</ref> Inoltre, il 3-3 di Juventus-Inter del 1º maggio 1983 venne tramutato in 0-2 dal Giudice Sportivo, a causa di un sasso che aveva colpito, ferendolo, il nerazzurro [[Gianpiero Marini]] mentre si trovava nel pullman della squadra nei pressi del Comunale, così la Roma poté vincere matematicamente lo scudetto una settimana dopo, l'8 maggio.<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0022/articleid,1027_01_1983_0117_0022_22866903/anews,true/|titolo=Ai nerazzurri il 2-0 nella partita con la Juventus|pubblicazione=[[La Stampa]]|giorno=19|mese=5|anno=1983|accesso=4 aprile 2012}}</ref> La squadra arriverà terza alla fine. In questa stagione fece il suo esordio il portiere [[Walter Zenga]]. In [[Coppa delle Coppe 1982-1983|Coppa delle Coppe]] (alla sua seconda e ultima partecipazione), dopo aver eliminato i cechi dello Slovan Bratislava (nonostante due rigori sbagliati nella stessa partita da [[Evaristo Beccalossi|Beccalossi]]) e gli olandesi dell'AZ Alkmaar, l'Inter venne eliminata ancora una volta dal Real Madrid, dopo il pareggio dell'andata per 1-1 a San Siro venne sconfitta 2-1 al Bernabéu e dovette dire addio alla competizione.
 
L'anno successivo sedette in panchina [[Luigi Radice]] e la stagione si concluse con un quarto posto.
 
== La presidenza Pellegrini (1984-1995) ==
=== Da Castagner a Corso (1984-1986) ===
[[File:Ernesto Pellegrini.jpg|thumb|[[Ernesto Pellegrini]], presidente dell'Inter dal 1984 al 1995.]]
 
Nel marzo [[1984]] l'allora vicepresidente [[Ernesto Pellegrini]] rilevò, per 7 miliardi di lire, la società da Fraizzoli: il primo acquisto per la stagione successiva fu quello di [[Karl-Heinz Rummenigge]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/04/20/dopo-rummenigge-ecco-massaro-briaschi-brady.html|titolo=Dopo Rummenigge ecco Massaro, Briaschi e Brady|autore=Gianni Brera|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=20 aprile 1984|pagina=31}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/06/20/conti-di-pellegrini.html|titolo=I conti di Pellegrini|autore=Oliviero Beha|pubblicazione=la Repubblica|data=20 giugno 1984|pagina=38}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/31/dopo-trent-anni-amore-mazzola-lascia.html|titolo=Dopo trent' anni d'amore Mazzola lascia l'Inter|autore=Franco Rossi|pubblicazione=la Repubblica|data=31 agosto 1984|pagina=33}}</ref>
 
Con [[Ilario Castagner|Castagner]] in panchina, nel [[Serie A 1984-1985|campionato 1984-85]] l'Inter contese lo scudetto all'Hellas Verona ma finì al terzo posto: in [[Coppa UEFA 1984-1985|Coppa UEFA]] raggiunse la semifinale, arrendendosi al Real Madrid.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/04/27/ora-inter-arrabbia-non.html|titolo=Ora l'Inter s' arrabbia "Non è una sceneggiata"|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=27 aprile 1985|pagina=24}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/01/inter-cinque-accuse-per-restare-in-europa.html|titolo=Inter, cinque accuse per restare in Europa|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=1º maggio 1985|pagina=30}}</ref> I madrileni furono gli artefici dell'eliminazione anche l'anno seguente, nel medesimo turno<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/04/17/inter-fuori-viva-inter.html|titolo=Inter fuori, viva l'Inter|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=17 aprile 1986|pagina=18}}</ref> allenati da Corso (che prese il posto di Castagner nell'autunno 1985). I nerazzurri finirono il [[Serie A 1985-1986|campionato 1985-86]] in sesta posizione.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/04/29/finalmente-per-tutti-la-prima-notte.html|titolo=E finalmente per tutti la prima notte di follie|autore=Licia Granello|pubblicazione=la Repubblica|data=29 aprile 1986|pagina=23}}</ref>
 
=== La gestione Trapattoni (1986-1991) ===
==== Il periodo 1986-1988 ====
[[File:Trapattoni inter 1987.jpg|thumb|left|[[Giovanni Trapattoni]], sulla panchina nerazzurra dal 1986 al 1991, riportò i milanesi allo scudetto dopo nove anni (1989) e a un trionfo europeo dopo ventisei (1991).]]
 
L'estate [[1986]] portò a Milano l'ex bianconero [[Giovanni Trapattoni]], vincitore di 6 Scudetti nel capoluogo piemontese.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/07/26/pochi-acquisti-ma-il-migliore-trapattoni.html|titolo=Pochi acquisti ma il migliore è Trapattoni|autore=Gianni Brera|pubblicazione=la Repubblica|data=26 luglio 1986|pagina=17}}</ref> Nella sua prima stagione, la squadra patì l'infortunio di Rummenigge<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/04/22/rummenigge-arrende.html|titolo=Rummenigge s' arrende|pubblicazione=la Repubblica|data=22 aprile 1987|pagina=23}}</ref> ma ottenne un positivo terzo posto.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/21/venite-vedere-il-calcio-latino.html|titolo=Venite a vedere il calcio latino|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=21 giugno 1987|pagina=23}}</ref> L'annata successiva fu più deludente, con un piazzamento in quinta posizione e l'addio del capitano Altobelli.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/19/ma-trapattoni-piace-ancora.html|titolo=Ma Trapattoni piace ancora?|pubblicazione=la Repubblica|data=19 maggio 1988|pagina=24}}</ref>
 
==== 1988-1989: lo ''Scudetto dei record'', il 13º ====
Dalla Germania arrivarono il centrocampista [[Lothar Matthäus]] e il terzino sinistro [[Andreas Brehme]].<ref name="inter1988">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/08/03/adesso-credete-all-inter.html|titolo='Adesso credete all'Inter'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=3|mese=8|anno=1988|accesso=27 giugno 2014}}</ref> In difesa avevano ormai trovato spazio il portiere [[Walter Zenga]] e i difensori [[Riccardo Ferri]] e [[Giuseppe Bergomi]] davanti ad [[Andrea Mandorlini]] (trasformato in [[Libero (calcio)#Libero|libero]]). [[Gianfranco Matteoli]] da regista avanzato venne arretrato davanti alla difesa a creare gioco mentre al suo posto andò Matthäus.<ref name="inter1988" /> Accanto a loro fu acquistato l'interno [[Nicola Berti]], dalla [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], e il tornante di destra del {{Calcio Cesena|N}}, [[Alessandro Bianchi (calciatore 1966)|Alessandro Bianchi]].<ref name="inter1988" /> Il centravanti [[Aldo Serena]] fece coppia con l'argentino [[Ramón Díaz]], arrivato a Milano all'ultimo minuto in prestito dalla Fiorentina dopo la bocciatura di [[Rabah Madjer]]. Momentaneamente acquistato da Pellegrini, con tanto di foto ufficiali e presentazione in sede alla stampa, l'algerino, dopo che le visite mediche rilevarono un infortunio muscolare alla coscia che poteva comprometterne l'integrità fisica, non firmò mai il contratto.<ref name="inter1988" /><ref name="madjer">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/06/22/inter-rinuncia-madjer.html|titolo=L'Inter rinuncia a Madjer|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=22|mese=6|anno=1988|accesso=2 luglio 2014}}</ref>
[[File:Football Club Internazionale Milano 1988-89.jpg|thumb|upright=1.3|Una formazione dell<nowiki>'</nowiki>''Inter dei record'', stagione [[Football Club Internazionale Milano 1988-1989|1988-1989]]. Da sinistra, in piedi: [[Walter Zenga|Zenga]], [[Riccardo Ferri|Ferri]], [[Nicola Berti|Berti]], [[Giuseppe Bergomi|Bergomi]], [[Aldo Serena|Serena]] e [[Lothar Matthäus|Matthäus]]; accosciati: [[Ramón Díaz|Díaz]], [[Andreas Brehme|Brehme]], [[Alessandro Bianchi (calciatore 1966)|Bianchi]], [[Gianfranco Matteoli|Matteoli]] e [[Andrea Mandorlini|Mandorlini]].]]
 
I nerazzurri andarono già in testa solitari alla quinta giornata, distanziando il Milan di un punto e la {{Calcio Sampdoria|N}} e il {{Calcio Napoli|N}} di due. Nelle giornate successive il Milan accusò un rallentamento: l'11 dicembre, la sconfitta nel [[Derby di Milano|derby]] impedì ai rossoneri di bissare il titolo. Soltanto il Napoli riuscì a seguire l'Inter, a tre punti di distacco. La situazione non cambiò dopo lo scontro diretto del [[Stadio San Paolo|San Paolo]], il 15 gennaio (0-0); il 5 febbraio l'Inter diventò campione d'inverno e la domenica successiva la rocambolesca sconfitta di [[Firenze]] per 4-3 permise al Napoli di ridurre il distacco a un punto.
 
L'Inter vinse tutte le prime otto gare del girone di ritorno e allungò ancora sui partenopei; il 9 aprile i punti di vantaggio tra prima e seconda classificata furono sette. Vincendo lo scontro diretto del 28 maggio grazie a una punizione di Lothar Matthäus, i milanesi conquistarono matematicamente il loro 13º scudetto. Fu lo scudetto dei record: mai nessuna squadra sarebbe riuscita a toccare quota 58 con i due punti a vittoria. [[Aldo Serena]] vinse la [[Capocannoniere|classifica dei marcatori]] con 22 gol. Questa la formazione titolare: Zenga, Bergomi, Brehme, Matteoli, Ferri, Mandorlini, Bianchi, Berti, Díaz, Matthäus, Serena.
 
==== 1989-1990: la prima Supercoppa Italiana ====
[[File:Inter 2-0 Sampdoria supercoppa italiana 1989.jpg|thumb|upright=1.3|left|Festeggiamenti per la vittoria della prima [[Supercoppa italiana]] ai danni della {{Calcio Sampdoria|N}}.]]
 
Nella [[Serie A 1989-1990|stagione successiva]] fu ceduto [[Ramón Díaz]] e al suo posto venne preso il tedesco [[Jürgen Klinsmann]] dallo {{Calcio Stoccarda|N}}. La squadra venne subito eliminata in [[Coppa dei Campioni 1989-1990|Coppa dei Campioni]], dal [[Malmö Fotbollförening|Malmö]] allenato dall'inglese [[Roy Hodgson]] mentre in campionato arrivò terza. In questa stagione venne conquistata la prima [[Supercoppa italiana 1989|Supercoppa italiana]] ai danni della Sampdoria sconfitta 2-0 a San Siro con le reti di [[Enrico Cucchi]] e [[Aldo Serena]]. La squadra con Brehme, Klinsmann e Matthäus venne rinominata dei "tre tedeschi", che poi andarono a conquistare con la propria nazionale il mondiale.<ref>{{Cita news|lingua=de|url=http://www.bild.de/sport/fussball/inter-mailand/die-deutschen-bei-inter-39191348.bild.html|titolo=Klinsmann, Matthäus, Brehme: Das waren die Deutschen bei Inter|pubblicazione=BILD.de|accesso=27 agosto 2017}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.tuttosport.com/foto/calcio/serie-a/2017/08/25-29742012/gaffe_thohir_interista_dai_tempi_dei_3_olandesi/|titolo=Gaffe Thohir: «Interista dai tempi dei 3 olandesi»|accesso=27 agosto 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.welt.de/sport/fussball/internationale-ligen/gallery135972459/Die-deutschen-Fussballer-bei-Inter-Mailand.html|titolo=Podolski-Transfer: Die deutschen Fußballer bei Inter Mailand - WELT|sito=DIE WELT|accesso=27 agosto 2017}}</ref>
 
==== 1990-1991: la prima Coppa UEFA ====
Il [[Campionato mondiale di calcio 1990|mondiale del 1990]] vide vittoriosa la [[Nazionale di calcio della Germania|Germania]] di [[Lothar Matthäus]], il quale a dicembre vinse il [[Pallone d'oro 1990|Pallone d'oro]] e anche il [[FIFA World Player of the Year 1991|FIFA World Player of the Year]], primo giocatore della storia dell'Inter ad avvalersi di entrambi i prestigiosi riconoscimenti.
 
Nella stagione [[Serie A 1990-1991|1990-1991]] la squadra lottò per lo scudetto insieme alla {{Calcio Sampdoria|N}}; alla dodicesima giornata, approfittando del rinvio delle gare di Sampdoria e Milan, impegnate a fronteggiarsi nella Supercoppa europea, i nerazzurri andarono soli in testa. L'Inter rimase in vetta per diverse giornate, talvolta anche in compagnia di Sampdoria e Juventus, e andò a vincere il [[Campione d'inverno|titolo d'inverno]] il 20 gennaio, con un punto di vantaggio sul Milan e due sul terzetto formato da Sampdoria, Juventus e Parma. Nel girone di ritorno rimasero presto in lotta i blucerchiati e le milanesi. Furono gli scontri diretti a sancire lo scudetto dei genovesi che batterono anche l'Inter vincendo 2-0 al ''Meazza'', in un incontro nel quale [[Gianluca Pagliuca|Pagliuca]] parò un rigore a Matthäus sull'1-0 per i doriani.<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,0866_01_1991_0096_0027_25727244/|titolo=Samp, due stilettate al cuore dell'Inter|pubblicazione=[[La Stampa]]|giorno=6|mese=5|anno=1991|accesso=5 aprile 2012}}</ref>
[[File:Bergomi e Ferri Coppa UEFA 1990-1991 Roma-Inter.jpg|thumb|[[Giuseppe Bergomi]] e [[Riccardo Ferri]] con la [[Coppa UEFA]] conquistata al termine della doppia finale del [[Coppa UEFA 1990-1991|1990-1991]] con la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]].]]
 
In [[Coppa UEFA 1990-1991|Coppa UEFA]] la squadra raggiunse la sua prima finale dove incontrò la {{Calcio Roma|N}}. All'andata a Milano i nerazzurri vinsero 2-0 con reti di [[Lothar Matthäus|Matthäus]] su rigore e di [[Nicola Berti]]. Nel ritorno, all'Olimpico, l'Inter perse per 1-0 con gol di [[Ruggiero Rizzitelli]] vincendo comunque il trofeo: erano ventisei anni che l'Inter non vinceva un trofeo internazionale. L'avventura di Trapattoni sulla panchina nerazzurra si chiuse il 22 maggio [[1991]] dopo esattamente cinque anni.
 
=== L'annata di Orrico (1991-1992) ===
Nell'estate del [[1991]] Trapattoni tornò alla [[Juventus Football Club|Juventus]] e Pellegrini decise di sostituirlo con l'emergente [[Corrado Orrico]], reduce da una promozione in Serie B con la [[Associazione Sportiva Lucchese-Libertas|Lucchese]] seguita da un campionato nella serie cadetta con promozione sfiorata. Sostenitore del modulo a zona, Orrico tentò di applicarlo anche all'Inter (facendo costruire la "[[Gabbia (calcio)|gabbia]]") ma la squadra non riuscì ad assimilare il nuovo sistema di gioco. In [[Coppa UEFA 1991-1992|Coppa UEFA]] ci fu l'eliminazione ad opera del [[Boavista Futebol Clube|Boavista]] nel primo turno. Il tecnico fu sostituito da [[Luis Suárez Miramontes|Luis Suárez]] e l'Inter giungerà ottava rimanendo esclusa dalle [[coppe europee]] dopo sedici anni (record di partecipazioni consecutive alle coppe europee nella storia del club).<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/aprile/27/addio_Europa_siamo_fallimento_co_0_92042710757.shtml|data=27 aprile 1992|accesso=31 ottobre 2010|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|titolo=" addio Europa, siamo al fallimento "}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/aprile/28/Zenga_Bergomi_colpevoli_co_0_92042810987.shtml|data=28 aprile 1992|accesso=31 ottobre 2010|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|titolo=Zenga e Bergomi: colpevoli}}</ref>
 
=== Da Bagnoli a Marini: la seconda Coppa UEFA (1992-1994) ===
Nella stagione [[Serie A 1992-1993|1992-1993]] la panchina passò nelle mani di [[Osvaldo Bagnoli]], già campione d'Italia con il [[Hellas Verona|Verona]] nel [[Serie A 1984-1985|1985]] e che aveva allenato il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] portandolo in Europa. Dopo un avvio con tre sconfitte nelle prime dodici giornate, l'Inter migliorò la sua classifica in primavera. L'acquisto dell'annata fu l'uruguaiano [[Rubén Sosa Ardaiz|Rubén Sosa]], che segnò 20 reti in 28 presenze, la maggior parte delle quali nel girone di ritorno. L'Inter quindi vinse sei partite di seguito finendo il campionato al secondo posto a quattro punti dal Milan campione.
[[File:Dennis Bergkamp - FC Inter - Coppa UEFA 1993-94.jpg|thumb|left|[[Dennis Bergkamp]] posa con il trofeo della [[Coppa UEFA 1993-1994]], conquistata nella doppia finale contro gli austriaci del [[Fussballclub Red Bull Salzburg|Salisburgo]]; l'olandese risultò inoltre capocannoniere dell'edizione con 8 reti.]]
 
L'[[Serie A 1993-1994|anno successivo]] vennero acquistati gli olandesi [[Wim Jonk]] e [[Dennis Bergkamp]] dell'[[Amsterdamsche Football Club Ajax|Ajax]] ma i troppi infortuni peggiorarono una situazione già compromessa.<ref name="zengaatalanta">{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/03/Atalanta_domina_San_Siro_Zenga_co_0_9401033312.shtml|titolo=l'Atalanta domina a San Siro e Zenga perde la testa. Provocato da Valdinoci, tenta due volte di aggredirlo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=3|mese=1|anno=1994|pagina=25|accesso=2 novembre 2010}}</ref> Nella sesta giornata di ritorno Bagnoli venne esonerato e subentrò [[Gianpiero Marini]], allenatore della Primavera.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/febbraio/08/Pellegrini_trova_colpevole_Bagnoli_co_0_9402085320.shtml|titolo=Pellegrini trova il colpevole: Bagnoli|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=8|mese=1|anno=1994|pagina=33|accesso=14 ottobre 2010}}</ref> I successivi risultati però furono peggiori, con due sole vittorie, altrettanti pareggi e otto sconfitte, tanto che l'Inter si salvò alla penultima giornata per un punto.
 
Ma in [[Coppa UEFA 1993-1994|Coppa UEFA]] il cammino fu radicalmente diverso. La squadra nerazzurra infatti raggiunse la finale per la seconda volta dove incontrò la squadra austriaca del [[Casino Salisburgo]]. L'Inter si impose in entrambi gli incontri per 1-0 sollevando così per la seconda volta il trofeo.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/27/Berti_prenota_Coppa_dell_Inter_co_0_9404277841.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|titolo=Berti prenota la Coppa dell'Inter|data=27 aprile 1994|accesso=10 novembre 2010}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/12/finalmente_Inter_grazie_Zenga_co_0_9405124592.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|titolo=L'Inter conquista l'Europa|data=12 maggio 1994|accesso=8 ottobre 2010}}</ref>
 
L'era Pellegrini terminò con un'ultima decisione rilevante, l'assunzione come tecnico di [[Ottavio Bianchi]]. Per l'Inter iniziava la nuova era, che avrebbe visto alla testa del club [[Massimo Moratti]].
 
== La presidenza di Massimo Moratti (1995-2013) ==
=== Da Bianchi ad Hodgson (1994-1997) ===
La vittoria della [[Coppa UEFA 1993-1994|Coppa UEFA]], la seconda nella storia dei nerazzurri, influì poco sui destini sportivi dell'Inter: la presidenza Pellegrini era ormai alla fine e la conduzione tecnica fu affidata ad [[Ottavio Bianchi]].
 
Il 18 febbraio 1995 [[Ernesto Pellegrini|Pellegrini]] cedette l'Inter, che tornò dopo 27 anni nelle mani della famiglia Moratti.<ref name="18feb95"/> Fu [[Massimo Moratti|Massimo]], figlio di Angelo, a prenderne le redini.<ref name="18feb95">{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/19/Moratti_ritorno_alla_leggenda_co_0_9502195976.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|titolo=Moratti 2, ritorno alla leggenda|data=19 febbraio 1995|accesso=8 ottobre 2010}}</ref> Il giorno dopo il nuovo presidente esordì al Meazza con un successo: l'Inter batté il Brescia per 1-0.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/20/Effetto_Moratti_Inter_gol_minuti_co_0_95022011282.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|titolo=Effetto Moratti: l'Inter fa gol in 4 minuti e il Diavolo perde a poker|data=20 febbraio 1995|accesso=8 ottobre 2010}}</ref> Il nuovo presidente confermò il tecnico Bianchi, una scelta che non trovò pieno consenso nei tifosi.<ref>Campionato io ti amo 1995-1996.</ref> La stagione si concluse in rimonta: la squadra risalì la china della classifica e alla fine non andò oltre la sesta posizione in [[Serie A 1994-1995|campionato]], conquistando la qualificazione per la [[Coppa UEFA 1995-1996|Coppa UEFA]] all'ultima giornata.
[[File:Massimo Moratti (1995).jpg|thumb|[[Massimo Moratti]], figlio di Angelo, ha assunto la carica di presidente il 18 febbraio 1995.]]
 
Per la [[Serie A 1995-1996|stagione seguente]], la prima ad iniziare con Moratti presidente, la dirigenza decise di rinnovare la fiducia ad [[Ottavio Bianchi]] ma venne esonerato dopo quattro turni di campionato e rimpiazzato dall'[[Inghilterra|inglese]] [[Roy Hodgson]], già CT della Nazionale svizzera. Proprio a causa dei numerosi impegni con essa, la prima squadra venne momentaneamente affidata [[Luis Suárez Miramontes|Luis Suárez]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/settembre/26/Suarez_scalda_panchina_Hodgson_co_0_95092611360.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|titolo=Suarez scalda la panchina di Hodgson|data=26 settembre 1995|accesso=14 novembre 2014}}</ref> La squadra concluse il [[Serie A 1995-1996|campionato 1995-1996]] al settimo posto mentre in [[Coppa UEFA 1995-1996|Coppa UEFA]] fu eliminata al primo turno dal [[AC Lugano|Lugano]].
 
La stagione [[Serie A 1996-1997|1996-1997]] dei nerazzurri si concluse con il terzo posto, a 6 punti dalla [[Juventus Football Club|Juventus]] campione d'Italia. In campo internazionale l'Inter fu artefice di un percorso positivo in [[Coppa UEFA 1996-1997|Coppa UEFA]], competizione in cui raggiunse la finale contro lo {{Calcio Schalke|N}}. A [[Gelsenkirchen]] la partita di andata finì 1-0 per i tedeschi, a Milano 1-0 per l'Inter. Si andò così ai supplementari e infine ai [[tiri di rigore]]. Zamorano e Winter fallirono dal dischetto, consegnando così ai tedeschi, che andarono a segno con tutti i loro quattro tiratori, la coppa.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/maggio/22/Inter_che_peccato_ga_0_9705226618.shtml|titolo=Inter, che peccato|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]] |giorno=22|mese=05|anno=1997|pagina=3|accesso=30 aprile 2010}}</ref> La sconfitta europea provocò le dimissioni di Hodgson, sostituito nelle ultime due giornate di [[Serie A 1996-1997|campionato]] da [[Luciano Castellini]], in attesa di ingaggiare un nuovo tecnico per la stagione futura.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/23/Hodgson_calcio_all_Inter_co_0_97052312786.shtml|titolo=Hodgson da' un calcio all'Inter|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=23|mese=5|anno=1997|pagina=43|accesso=9 novembre 2010}}</ref>
 
=== Dalla terza Coppa UEFA con Simoni all'annata dei quattro allenatori (1997-1999) ===
Nell'estate [[1997]] Moratti ingaggiò l'allenatore [[Luigi Simoni]] e acquistò per 48 miliardi di [[Lira italiana|lire]] dal [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] il [[Brasile|brasiliano]] [[Ronaldo]], eletto [[Pallone d'oro 1997|Pallone d'oro]] nel dicembre di quell'anno.<ref>{{cita news|url=http://www2.raisport.rai.it/news/rubriche/cmercato/199706/20/33aaedc2003cb/|autore=ANSA |titolo=Ronaldo e' dell'Inter|pubblicazione=[[Rai Sport]]|data=22 giugno 1997|accesso=9 settembre 2010}}</ref> Con l'innesto del ''Fenomeno'', nella stagione 1997-1998 la squadra tornò a battersi per lo scudetto insieme alla [[Juventus Football Club|Juventus]].
[[File:Ronaldo, FC Internazionale 1997.jpg|thumb|left|Il brasiliano [[Ronaldo]], acquistato dal Barcellona nell'estate 1997, venne nominato [[Pallone d'oro]] nel dicembre dello stesso anno.]]
 
I nerazzurri condussero la classifica per le prime 16 giornate e nonostante la vittoria del primo scontro diretto il 4 gennaio,<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/gennaio/05/Inter_spietata_ga_0_9801053752.shtml|titolo=e' un'Inter spietata|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=5 gennaio 1998|accesso=3 ottobre 2010}}</ref> vennero sorpassati a metà torneo dai bianconeri, campioni d'inverno, complice una sconfitta casalinga contro il [[AS Bari|Bari]] (0-1) e un pareggio ad [[Empoli FC|Empoli]] (1-1).<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/gennaio/26/Recoba_cinquanta_metri_per_salvare_co_0_9801262208.shtml|autore=Fabio Monti|titolo=Recoba, cinquanta metri per salvare l'Inter|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=26 gennaio 1998|accesso=10 ottobre 2010}}</ref> A quattro giornate dalla fine, con la Juventus capolista a quota 66 punti e l'Inter seconda a 65, le due rivali si affrontarono a [[Torino]] dove gli ospiti persero 1-0, recriminando veemente per un contatto nell'area bianconera che l'arbitro [[Piero Ceccarini|Ceccarini]] ritenne di non sanzionare;<ref>Lo stesso Ceccarini si scusò per la svista. {{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/agosto/02/Ceccarini_Ronaldo_sbagliato_co_0_9808027737.shtml|titolo=Ceccarini: "Su Ronaldo ho sbagliato"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=2 agosto 1998|accesso=17 ottobre 2011}}</ref> nel proseguimento dell'azione fu invece la Juventus a guadagnare un rigore (poi parato da [[Gianluca Pagliuca|Pagliuca]]): nel frattempo Simoni, infuriato per la condotta della giacchetta nera, era entrato in campo con la palla ancora in gioco, trattenuto a stento dagli addetti, dirigendosi verso il direttore di gara e gridandogli ripetutamente «Si vergogni!», per essere infine espulso.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/aprile/27/Juve_scudetto_dei_veleni_vicino_co_0_9804271357.shtml|titolo=Juve, lo scudetto dei veleni è vicino|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=27 aprile 1998|accesso=27 settembre 2010}}</ref> Nei turni successivi la squadra meneghina perse ulteriore terreno dopo il pareggio in casa contro il Piacenza (0-0)<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/maggio/04/Due_pali_ultimo_sospetto_Inter_co_0_9805046921.shtml|titolo=Due pali e l'ultimo sospetto: l'Inter s'arrende|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=4 maggio 1998|accesso=26 ottobre 2010}}</ref> e la decisiva sconfitta a [[Bari]] per 2-1 contro i pugliesi, il 10 maggio. Con una giornata d'anticipo la Juventus vinse così il campionato.
 
In [[Coppa UEFA 1997-1998|Coppa UEFA]] anche quest'anno il cammino fu positivo raggiungendo per la quarta volta in otto anni la finale. Al [[Parco dei Principi]] di [[Parigi]], il 6 maggio, la squadra di Simoni incontrò la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] battendola 3-0 con reti di Zamorano, Zanetti e Ronaldo. L'Inter vinse la prima finale unica del torneo.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/maggio/07/Grande_Inter_Europa_solo_nerazzurra_co_0_9805078615.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|titolo=Grande Inter, L'Europa è solo nerazzurra|data=7 maggio 1998|accesso=19 giugno 2010}}</ref>
 
La conquista del trofeo valse la conferma di Simoni, che dalla stagione seguente ebbe a disposizione [[Roberto Baggio]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/06/04/baggio-dice-si-moratti-in-francia-da.html|titolo=Baggio dice sì a Moratti in Francia da interista|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=4 giugno 1998|p=46}}</ref> L'ex bolognese avrebbe dovuto far coppia con Ronaldo, che tuttavia rientrò dal [[Campionato mondiale di calcio 1998|Mondiale di Francia]] in precarie condizioni fisiche.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/sport/bufera/bufera/bufera.html|titolo=Ronaldo: "Ho avuto le convulsioni"|data=13 luglio 1998}}</ref> Il secondo posto del campionato 1997-98, unito alla riforma delle coppe europee, permise ai nerazzurri di tornare in Champions League (chiamata Coppa dei Campioni in precedenza) dopo nove anni: eliminando i lettoni dello [[Skonto Football Club|Skonto Riga]] nel preliminare<ref>{{cita web|url=http://www2.raisport.rai.it/news/rubriche/coppe978/199808/12/35d1f562016d2/|titolo=Super Inter|data=12 agosto 1998}}</ref>, la squadra entrò nella fase a gironi.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/sport/league/league/league.html|titolo=Sorteggio Champions League È subito sfida Real-Inter|data=27 agosto 1998}}</ref> Fu una doppietta del ''Divin Codino'' contro il Real Madrid, nella penultima giornata, a garantire la qualificazione per i quarti di finale<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/26/baggio-mondiale-san-siro-esplode.html|titolo=Baggio mondiale, San Siro esplode|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=26 novembre 1998|p=50}}</ref>; Simoni venne tuttavia esonerato pochi giorni dopo, a causa della posizione in [[Serie A 1998-1999|campionato]].<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/sport/simoni/simoni/simoni.html|titolo=Clamoroso all'Inter: esonerato Simoni|data=30 novembre 1998}}</ref> Moratti affidò la conduzione al romeno [[Mircea Lucescu]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/dicembre/03/Scopriamo_Inter_Lucescu_ga_0_9812038918.shtml|titolo=Scopriamo l'Inter di Lucescu|autore=Nicola Cecere|autore2=Valerio Piccioni|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=3 dicembre 1998}}</ref>, che portò i nerazzurri a raggiungere le semifinali di [[Coppa Italia 1998-1999|Coppa Italia]].<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/sport/intpar/intpar/intpar.html|titolo=L'Inter perde la testa e saluta la Coppa Italia|autore=Gianni Piva|data=18 febbraio 1999}}</ref> In Europa, l'Inter fu eliminata dal [[Manchester United Football Club|Manchester United]] con il risultato complessivo di 1-3.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/04/manchester-spezza-il-sogno-inter.html|titolo=Manchester spezza il sogno Inter|autore=Licia Granello|pubblicazione=la Repubblica|data=4 marzo 1999|p=49}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/18/inter-picco-resta-solo-la-juve.html|titolo=Inter a picco, resta solo la Juve|autore=Licia Granello|pubblicazione=la Repubblica|data=18 marzo 1999|p=49}}</ref> Lucescu perse a sua volta il posto, a causa della pesante sconfitta (4-0) rimediata con la Sampdoria<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/22/tre-montella-contro-fantasmi.html|titolo=Tre Montella contro i fantasmi|autore=Stefano Zaino|pubblicazione=la Repubblica|data=22 marzo 1999|p=38}}</ref>: nei restanti due msi di campionato, l'Inter fu guidata da Hodgson prima e Castellini poi.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/04/30/ronaldo-con-hodgson-ora-rigeneriamo-inter.html|titolo=Ronaldo con Hodgson Ora rigeneriamo l'Inter|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=30 aprile 1999|p=57}}</ref> Il presidente rassegnò le dimissioni dall'incarico ancor prima dell'epilogo del torneo<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/sport/simoni/moratti/moratti.html|titolo=Dimissioni choc, Inter nel caos|autore=Licia Granello|data=7 maggio 1999}}</ref>, che vide i nerazzurri piazzarsi all'ottavo posto.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/sport/fine/fine/fine.html|titolo=CLASSIFICHE FINALI|data=23 maggio 1999}}</ref> A coronamento di un'annata deludente, fu perso anche lo spareggio con il Bologna per accedere alla [[Coppa UEFA 1999-2000|Coppa UEFA]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/05/28/inter-sprofonda-san-siro.html|titolo=L'Inter sprofonda a San Siro|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=28 maggio 1999|p=55}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/05/31/la-furia-di-mazzone-bologna-in-europa.html|titolo=La furia di Mazzone Bologna in Europa|autore=Giovanni Egidio|pubblicazione=la Repubblica|data=31 maggio 1999|p=42}}</ref>
 
=== Da Lippi a Tardelli (1999-2001) ===
Nell'estate del [[1999]] la dirigenza ingaggiò [[Marcello Lippi]] che, dopo un quinquennio alla [[Juventus Football Club|Juventus]], si era dimesso a febbraio. Lippi chiese alla società di non rinnovare il contratto del capitano [[Giuseppe Bergomi]], che attendeva il rinnovo dopo un'annata positiva, terminando così la sua carriera interamente giocata con la maglia dell'Inter dopo 20 anni.<ref>{{cita news|url=http://www2.raisport.rai.it/news/sport/calcio/199906/17/376948ef02ae4/|titolo=Beppe Bergomi lascia l'Inter|pubblicazione=[[Rai Sport]]|data=17 giugno 1999|accesso=8 luglio 2010}}</ref> Al termine della stagione l'Inter si piazzò quarta e vinse lo spareggio per l'ingresso in [[UEFA Champions League|Champions League]] contro il {{Calcio Parma|N}} del 23 maggio per 3-1, grazie a due reti di [[Roberto Baggio]], le ultime in maglia nerazzurra e al sigillo finale di [[Iván Zamorano|Zamorano]]. Avendo la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] vinto scudetto e coppa nazionale, la squadra nerazzurra si qualificò per la finale di [[Supercoppa Italiana]] in quanto finalista di [[Coppa Italia 1999-2000|Coppa Italia]].
 
Nella stagione successiva i meneghini furono eliminati dalla [[UEFA Champions League 2000-2001|Champions League]] già ad agosto, nel terzo turno preliminare, dagli [[Svezia|svedesi]] dell'[[Helsingborgs Idrottsförening|Helsingborg]]. La squadra perse anche la finale di [[Supercoppa italiana di calcio|supercoppa italiana]] contro la Lazio per 4-3 e la partita d'esordio in campionato con la {{Calcio Reggina|N}} (1-2 a Reggio Calabria), provocando lo sfogo televisivo di Lippi, che si rivolse ai giocatori con toni rabbiosi.<ref>{{cita news|url=http://www2.raisport.rai.it/news/sport/calcio/200010/03/39da0d1f007da/|pubblicazione=[[Rai Sport]]|titolo=L'Inter scarica Lippi|data=3 ottobre 2000|accesso=11 maggio 2010}}</ref> A causa del clima creatosi nello spogliatoio la dirigenza optò per l'esonero dell'allenatore toscano: due giorni più tardi sulla panchina dell'Inter fu chiamato [[Marco Tardelli]]. Nonostante il cambio della guida tecnica l'Inter chiuse il campionato al quinto posto davanti al Milan, qualificandosi in [[Coppa UEFA 2001-2002|Coppa UEFA]]. Tardelli non venne quindi confermato sulla panchina della squadra.
 
Al termine della stagione scoppiò lo [[scandalo dei passaporti falsi]], riguardante la naturalizzazione illecita di alcuni calciatori extracomunitari: tra le società coinvolte figurò anche l'Inter per la vicenda della nazionalità di [[Álvaro Recoba]]. Il direttore sportivo [[Gabriele Oriali]] patteggiò 20.000 euro di ammenda e Recoba subì una squalifica totale di due anni, poi ridotta dalla [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] a sei mesi di squalifica nelle competizioni nazionali e internazionali con diffida.
 
=== Il biennio di Cúper e la stagione con Zaccheroni (2001-2004) ===
Per la stagione 2001-02, Moratti puntò su [[Héctor Cúper]]: il tecnico argentino, reduce da due sconfitte consecutive in finale di Champions League, ricordò a molti [[Helenio Herrera]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/07/23/cuper-lasciate-stare-herrera-punto-sul-gruppo.html|titolo=Cuper, lasciate state Herrera Punto sul gruppo e Ronaldo|autore=Enrico Currò|pubblicazione=la Repubblica|data=23 luglio 2001|pagina=34}}</ref> In [[Serie A 2001-2002|campionato]] la squadra andò in vetta per varie volte<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/12/10/cuper-equilibrio-concretezza-inter-ha-il.html|titolo=CUPER Equilibrio e concretezza L'Inter ha il suo profeta|autore=Massimo Pisa|pubblicazione=la Repubblica|data=10 dicembre 2001|pagina=3}}</ref> ma, dopo l'addio allo storico vicepresidente [[Giuseppe Prisco|Prisco]], fallì la conquista del titolo di metà stagione.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/calcio_partite/interlazio/interlazio/interlazio.html|titolo=Vieri non basta L'Inter si ferma|sito=repubblica.it|data=6 gennaio 2002}}</ref> A fine marzo, battendo la Roma, riguadagnò il comando per quello che suonò come lo sprint decisivo.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/03/25/il-chino-incanta-la-tribuna.html|titolo=Il "Chino" incanta la tribuna|autore=Carlo Annovazzi|pubblicazione=la Repubblica|data=25 marzo 2002|pagina=3}}</ref> L'ambiente fu però destabilizzato dall'eliminazione in [[Coppa UEFA 2001-2002|Coppa UEFA]] (torneo nel quale l'Inter era entrata tra le semifinaliste)<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/calcio_coppe/feyenoordinter/feyenoordinter/feyenoordinter.html|titolo=Inter, inutile rimonta Promosso il Feyenoord|sito=repubblica.it|data=11 aprile 2002}}</ref>, nonché dalla perdita di punti destinati a rivelarsi fondamentali per lo scudetto.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/aprile/22/Inter_mangia_mani_ga_0_0204223084.shtml|titolo=L' Inter si mangia le mani|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=22 aprile 2002}}</ref> Tallonata da Juventus e Roma, la formazione finì per perdere il titolo all'ultima giornata: la sconfitta in casa della Lazio, per 4-2, fece finire i nerazzurri al terzo posto.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/calcio_partite/laziointer/laziointer/laziointer.html|titolo=Dramma Inter all'Olimpico si illude, poi è terza|autore=Massimo Vincenzi|sito=repubblica.it|data=5 maggio 2002}}</ref> L'obiettivo fallito e la conseguente delusione portarono all'addio di Ronaldo, in particolare per la conferma dell'allenatore con cui il calciatore aveva rapporti difficili.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/09/28/cuper-ronaldo-ora-hai-rotto-crespo-niente.html|titolo=Cuper a Ronaldo Ora hai rotto Crespo, niente Chievo|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=28 settembre 2002|pagina=48}}</ref>
 
Nella stagione seguente, senza più il brasiliano (che a fine 2002 avrebbe vinto il Pallone d'oro con la maglia del Real Madrid) ma con un Vieri al massimo della forma<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/settembre/30/Vieri_porta_fuga_Inter_ga_0_0209304381.shtml|titolo=Vieri porta in fuga l'Inter|autore1=Paolo Condò|autore2=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=30 settembre 2002}}</ref>, l'Inter fu ancora insignita tra le favorite.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/novembre/10/Inter_cade_sul_piu_bello_ga_0_0211102238.shtml|titolo=L' Inter cade sul più bello|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=10 novembre 2002}}</ref> Si fece nuovamente sfuggire il titolo d'inverno<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/gennaio/20/Male_Inter_peggio_arbitro_ga_0_030120563.shtml|titolo=Male l'Inter peggio l'arbitro|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=20 gennaio 2003}}</ref>, mentre in Champions entrò tra le prime 4.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/calcio2002_coppe/leverkinter/leverkinter/leverkinter.html|titolo=L'Inter passa a Leverkusen è nei quarti della Champions|sito=repubblica.it|data=19 marzo 2003}}</ref> Sul fronte dello scudetto, risultarono fatali i punti persi con le formazioni di alta classifica: battuta dalla Juventus e nei derby, ottenne solo pareggi con le romane.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/calcio2002_serie_a/annovazzi/annovazzi/annovazzi.html|titolo=Così Milano piange le occasioni perdute|autore=Carlo Annovazzi|sito=repubblica.it|data=10 maggio 2003}}</ref> La corsa europea si fermò contro i cugini del Milan, prevalsi in semifinale dopo 2 pari (per la regola dei gol in trasferta).<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/calcio2002_coppe/derbyeuropa/derbyeuropa/derbyeuropa.html|titolo=Al Milan basta un pareggio per conquistare la finale|sito=repubblica.it|data=13 maggio 2003}}</ref> Unito al secondo posto in [[Serie A 2002-2003|campionato]]<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/05/25/inter-solo-pari-con-il-perugia-di.html|titolo=Inter, solo pari con il Perugia: Di Loreto firma il 2-2|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=25 maggio 2003|pagina=40}}</ref>, il buon risultato di coppa valse un'ulteriore conferma di Cúper.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/primi_piani/2003/pp_1.0.163542978.shtml|titolo=Cuper si traveste da pompiere|autore=Gaetano De Stefano|sito=gazzetta.it|data=20 settembre 2003}}</ref> Il presidente tornò tuttavia sulla decisione nell'autunno 2003, dopo l'ennesimo capitombolo nella stracittadina.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/sport/calcio/serie_a/cuperfuori/cuperfuori/cuperfuori.html|titolo=Esonerato Hector Cuper all'Inter arriva Zaccheroni|sito=repubblica.it|data=19 ottobre 2003}}</ref> L'argentino venne sostituito da [[Alberto Zaccheroni]] il quale, nel pieno di una situazione provvisoria (segnata anche dalle dimissioni di Moratti, rimpiazzato da Facchetti<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/sport/calcio/serie_a/dimiinter/dimiinter/dimiinter.html|titolo=Inter, Moratti si dimette e propone Facchetti presidente|sito=repubblica.it|data=19 gennaio 2004}}</ref>), centrò il quarto posto e l'ingresso nei preliminari di Champions.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/17/adriano-ufenomeno-per-il-futuro.html|titolo=Adriano, un fenomeno per il futuro|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=17 maggio 2004|pagina=38}}</ref> L'allenatore, a stagione conclusa, fu comunque esonerato.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2004/f/sezioni/sport/calcio/serie_a/zacmancio/zacmancio/zacmancio.html|titolo=Zaccheroni verso la Fiorentina Tutto pronto per Mancini all'Inter|sito=repubblica.it|data=14 giugno 2004}}</ref>
 
=== Il ciclo vincente di Mancini (2004-2008) ===
[[File:Roberto Mancini.jpg|thumb|[[Roberto Mancini]], vincitore di 7 trofei (3 Campionati, 2 coppe Italia e 2 Supercoppe italiane) in meno di 3 anni (dal 15 giugno 2005 al 18 maggio 2008).]]
 
Nell'estate 2004 giunse, dalla Lazio, il tecnico [[Roberto Mancini]].<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/primi_piani/calcio/2004/pp_1.0.433227761.shtml|titolo=Mancini: finalmente Inter|sito=gazzetta.it|data=7 luglio 2004}}</ref> Nella sua prima stagione riportò l'Inter al successo, conquistando la [[Coppa Italia]]: fu il primo trofeo dal 1998.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/06/13/quello-scatenato-di-adriano-inter-ha.html|titolo=Quello scatenato di Adriano l'Inter ha in mano la Coppa Italia|autore=Gianni Mura|pubblicazione=Sport - la Repubblica|data=13 giugno 2005|pagina=40}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadra/Inter/primo%20piano/2005/06-giugno/15inter-roma.shtml|titolo=L'Inter vince la coppa Italia|autore=Riccardo Pratesi|sito=gazzetta.it|data=15 giugno 2005}}</ref> Un'altra vittoria aprì l'annata 2005-06, con il trionfo in Supercoppa italiana.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2005/h/sezioni/sport/calcio/juin10/juin10/juin10.html|titolo=Colpo grosso in casa Juve Adriano-Veron, è Supercoppa|sito=repubblica.it|data=20 agosto 2005}}</ref> Nel 2006, la squadra si riconfermò nella coppa nazionale<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/sport/calcio/coppa-italia-inter-roma/coppa-italia-inter-roma/coppa-italia-inter-roma.html|titolo=Inter si consola con la Coppa Italia la Roma con il buon rientro di Totti|sito=repubblica.it|data=11 maggio 2006}}</ref>: in estate, a seguito delle sentenze di [[Calciopoli]] che declassarono la Juventus e penalizzarono il Milan, le fu anche assegnato lo scudetto.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/sport/calcio/moggi-parla/scudetto-assegnato/scudetto-assegnato.html|titolo=I tre saggi: scudetto all'Inter Moratti: "Grande soddisfazione"|autore=Fulvio Bianchi|sito=repubblica.it|data=26 luglio 2006}}</ref>
 
La retrocessione, a tavolino, dei bianconeri rese l'Inter (che nel frattempo vinse un'altra Supercoppa<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/08/27/ciclone-inter-incredibile-rimonta.html|titolo=Ciclone Inter, incredibile rimonta|autore=Gianni Piva|pubblicazione=Sport - la Repubblica|data=27 agosto 2006|pagina=56}}</ref>) l'unica squadra sempre presente in Campionato. Sulla scia del ritorno ai vertici, giunse anche lo Scudetto [[Serie A 2006-2007|2006-07]] vinto con 97 punti in classifica (primato europeo) e 17 vittorie consecutive.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/04/23/atipico-ma-meritato.html|titolo=Atipico ma meritato|autore=Gianni Mura|pubblicazione=Prima pagina - la Repubblica|data=23 aprile 2007|pagina=1}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/04/23/la-partita-ci-pensa-materazzi-finalmente-festa.html|titolo=la partita Ci pensa Materazzi, finalmente è festa|autore=Gianni Mura|pubblicazione=Sport - la Repubblica|data=23 aprile 2007|pagina=42}}</ref> La formazione era quasi esclusivamente straniera, con l'eccezione di [[Marco Materazzi|Materazzi]] (assoluto protagonista) e del secondo portiere [[Francesco Toldo|Toldo]] (il cui posto di titolare venne preso dal brasiliano [[Júlio César Soares Espíndola|Júlio César]]).<ref name=festa>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/sport/calcio/serie_a/giornata-38/inter-torino/inter-torino.html|titolo=È l'Inter padrona dei record tre gol per iniziare la festa|sito=repubblica.it|data=27 maggio 2007}}</ref> La difesa era imperniata sul capitano Zanetti, su [[Maicon]] e [[Walter Samuel|Samuel]]<ref name=festa/>; a centrocampo agivano [[Patrick Vieira|Vieira]], [[Dejan Stanković|Stanković]], [[Esteban Cambiasso|Cambiasso]] e [[Luís Figo]]<ref name=festa/> mentre in attacco [[Zlatan Ibrahimović|Ibrahimović]] (prelevato, insieme a Vieira, dalla Juventus dopo la discesa in B) veniva affiancato da [[Hernán Crespo|Crespo]] e [[Julio Cruz|Cruz]].<ref name=festa/> In aggiunta all'undici titolare, anche le riserve (tra cui [[Iván Córdoba|Córdoba]] e [[Adriano Leite Ribeiro|Adriano]]) seppero fornire il proprio contributo.<ref name=festa/> Il trionfo venne dedicato alla memoria di Facchetti, scomparso nel settembre 2006: Moratti aveva così ripreso l'incarico presidenziale, abbandonato 2 anni prima.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/2007/05_Maggio/27/festainter.shtml|titolo=San Siro: Inter, è qui la festa|autore=Luca Taidelli|sito=gazzetta.it|data=27 maggio 2007}}</ref>
[[File:Inter Coppa Italia cropped.jpg|thumb|left|L'Inter festeggia la vittoria della 5ª Coppa Italia, nel maggio 2006.]]
 
Malgrado il netto successo, non mancarono critiche per il gioco espresso in campo e il livello medio del campionato (dovuto all'assenza della Juventus e alle penalizzazioni di altre possibili rivali).<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/2007-dell-inter-anno-far-paura-agli-avversari.html|titolo=Il 2007 dell'Inter: un anno da far paura (agli avversari)|autore=Gian Piero Scevola|sito=ilgiornale.it|data=27 dicembre 2007}}</ref> Anche in ragione di tali polemiche, un maggior peso assunse lo scudetto del [[Serie A 2007-2008|2008]], vinto in coincidenza con il centenario.<ref name=centenario>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/sport/calcio/serie_a/inte-moratti/inter-festa/inter-festa.html|titolo=Duetto Celentano-Moratti per il Centenario dell'Inter|sito=repubblica.it|data=8 marzo 2008}}</ref> Diversamente dal tricolore precedente (vinto, aritmeticamente, con 5 giornate di anticipo), l'Inter trionfò soltanto all'ultimo turno, ancora davanti alla Roma.<ref name=centenario/><ref name=ibra>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/19/entra-ibrahimovic-scaccia-gli-incubi-decide-la.html|titolo=Entra Ibrahimovic scaccia gli incubi e decide la partita|autore=Gianni Piva|pubblicazione=Sport - la Repubblica|data=19 maggio 2008|pagina=40}}</ref> Insieme ad alcune positive novità, come l'esordio del giovane [[Mario Balotelli|Balotelli]]<ref name=centenario/>, emersero anche vecchie carenze: tra queste l'ennesimo fallimento in campo europeo e l'esasperazione dell'ambiente.<ref name=centenario/> La situazione culminò in maniera comunque inattesa, con l'esonero di Mancini a pochi giorni dal successo.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/sport/calcio/serie_a/mancini-moratti/incontro-moratti/incontro-moratti.html|titolo=Inter, Moratti caccia Mancini bastano 20 minuti per un addio|sito=repubblica.it|data=27 maggio 2008}}</ref>
 
=== I successi con Mourinho (2008-2010) ===
[[File:Manager Jose Mourinho of Inter Milan, April 18, 2009.jpg|thumb|[[José Mourinho]]: nel biennio all'Inter, il portoghese ha vinto 5 trofei.]]
 
Mancini venne sostituito da [[José Mourinho]], con cui la squadra incassò subito la conquista della Supercoppa italiana.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/sport/calcio/supercoppa-2008/inter-roma-supercoppa/inter-roma-supercoppa.html|titolo=Totti sbaglia, Zanetti fa centro La Supercoppa va ai nerazzurri|sito=repubblica.it|data=24 agosto 2008}}</ref> Il [[Serie A 2008-2009|campionato 2008-09]] vide un'ulteriore affermazione interista, con il 17º titolo italiano: ciò permise di eguagliare il Milan nell'albo d'oro.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2009/giugno/01/Tacco_Ibra_cosi_chiude_anno_ga_3_090601005.shtml|titolo=Tacco di Ibra, così si chiude l'anno|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º giugno 2009}}</ref>
 
Nella stagione 2009-10, l'Inter vinse il 5º Campionato di fila (diciottesimo complessivo) al termine di una lotta a due con la Roma.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/2010/05/16/news/diretta-4102714/|titolo=Milito firma lo scudetto|autore=Corrado Zunino|sito=repubblica.it|data=16 maggio 2010}}</ref> Incamerò anche la 6ª Coppa Italia, ma soprattutto tornò a vincere la massima competizione continentale dopo 45 anni: l'avventura in [[UEFA Champions League 2009-2010|Champions League]] iniziò in salita, con i nerazzurri che superarono il girone da secondi classificati.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/09-12-2009/eto-o-balotelli-scatenati-602267016032.shtml|titolo=Eto'o e Balotelli scatenati Inter agli ottavi di Champions|autore=Valerio Clari|sito=gazzetta.it|data=9 dicembre 2009}}</ref>
 
Nella fase a eliminazione diretta eliminò il [[Chelsea Football Club|Chelsea]], il {{Calcio CSKA Mosca|N}} e i campioni continentali del [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]], già affrontati nel gruppo. La finale, la prima in campo internazionale dopo 12 anni, vide i milanesi trionfare sul [[Fußball-Club Bayern München|Bayern Monaco]] grazie alla doppietta di [[Diego Milito]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/05/23/capolavoro-milito.html|titolo=CAPOLAVORO MILITO|autore=Gianni Mura|pubblicazione=Prima pagina - la Repubblica|data=23 maggio 2010|pagina=1}}</ref> Subito dopo il Triplete (mai realizzato da nessun'altra squadra italiana), Mourinho passò al Real Madrid.<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/sport/speciali/2010/aspettando_madrid/notizie/mourinho-lacrime-addio_53be4ecc-65eb-11df-89b0-00144f02aabe.shtml|titolo=Mourinho, lacrime e addio|sito=corriere.it|data=22 maggio 2010}}</ref>
 
=== Il post-triplete (2010-2013) ===
==== 2010-2011: 5ª Supercoppa italiana, Mondiale per club, 7ª Coppa Italia ====
[[File:Rafael Benítez.jpg|thumb|upright|left|[[Rafael Benítez]], vincitore con l'Inter della [[Supercoppa italiana 2010|Supercoppa italiana]] e del [[Coppa del mondo per club FIFA 2010|Mondiale per club]].]]
 
Il 10 giugno [[2010]] venne ufficializzato l'ingaggio del nuovo allenatore, lo spagnolo [[Rafael Benítez]]. Lo storico ''treble'' dell'annata precedente permise all'Inter di partecipare, oltre alla [[Supercoppa italiana di calcio 2010|Supercoppa italiana]], per la prima volta anche alla [[Supercoppa UEFA 2010|Supercoppa europea]] e al [[Coppa del mondo per club FIFA 2010|Mondiale per club]]. Il 21 agosto i nerazzurri affrontarono la {{Calcio Roma|N}}, finalista di Coppa Italia, nel trofeo italiano per la quarta volta nella ultime cinque edizioni, battendola per 3-1 grazie al gol di [[Goran Pandev|Pandev]] e alla doppietta di [[Samuel Eto'o|Eto'o]] che rimontarono l'iniziale vantaggio di Riise.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/21-08-2010/supercoppa-roma-spreca-71864477191.shtml|titolo=Supercoppa, la Roma spreca Eto'o la punisce: 3-1 Inter|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=21 agosto 2010|accesso=28 agosto 2010}}</ref> In [[Supercoppa UEFA 2010|Supercoppa UEFA]], il 27 agosto, l'Inter perse il trofeo contro l'[[Club Atlético de Madrid|Atlético Madrid]] per 2-0 e insieme ad esso anche la possibilità di vincere sei trofei nell'arco di un anno solare come fece il [[Sextuple|Barcellona nella stagione precedente]].<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/27-08-2010/reyes-aguero-inter-ko-71932801786.shtml|titolo=L'Inter fallisce il pokerissimo Supercoppa all'Atletico Madrid|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=27 agosto 2010|accesso=28 agosto 2010}}</ref> La partita di semifinale della [[Coppa del mondo per club FIFA 2010|Coppa del Mondo per club]] si giocò il 15 dicembre contro i sudcoreani del [[Seongnam Ilhwa Chunma Football Club|Seongnam]] battuti dalla formazione nerazzurra per 3-0 con reti di [[Dejan Stanković|Stanković]], [[Javier Zanetti|Zanetti]] e [[Diego Milito|Milito]]; l'Inter si aggiudicò quindi il diritto di giocare la finale della competizione che si disputò il 18 dicembre contro i campioni africani del [[Tout Puissant Mazembe|Mazembe]], prima squadra non europea e non sudamericana ad accedere alla finale della competizione.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/15-12-2010/ffffffffffffffffffff-712157435352.shtml|titolo=La vera Inter da Mondiale 3-0 al Seongnam: è finale|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=15 dicembre 2010|accesso=24 maggio 2013}}</ref> La partita finì 3-0 per i nerazzurri con i gol di Pandev, Eto'o e [[Jonathan Biabiany|Biabiany]], che si consacrarono ''Campioni del Mondo'' per la terza volta nella loro storia.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/18-12-2010/inter-campione-mondo-712192680554.shtml|titolo=Inter campione del mondo!|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=18 dicembre 2010|accesso=24 maggio 2013}}</ref>
 
Il 23 dicembre Benítez e la dirigenza decisero di rescindere consensualmente il contratto anche a causa delle dichiarazioni rilasciate dal tecnico spagnolo subito dopo la vittoria di [[Abu Dhabi]].<ref>{{cita web|url=http://www.inter.it/aas/news/reader?N=50787&L=it|titolo=Inter e Benitez: risoluzione consensuale |editore=inter.it|data=23 dicembre 2010|accesso=23 dicembre 2010}}</ref> Il nuovo allenatore divenne il brasiliano [[Leonardo Nascimento de Araújo|Leonardo]], ex giocatore e allenatore del {{Calcio Milan|N}}. In campionato i nerazzurri giunsero secondi dietro il Milan, qualificandosi comunque alla [[UEFA Champions League|Champions League]] per la decima volta consecutiva (record italiano).<ref>{{cita web|url=http://www.fcinter1908.it/?action=read&idnotizia=24012|titolo=Statistiche: Champions League, in Italia nessuno come l'Inter|editore=fcinter1908.it|data=20 maggio 2011|accesso=22 maggio 2012}}</ref> In [[UEFA Champions League 2010-2011|Champions League]] la squadra arrivò seconda nella prima fase dietro il [[Tottenham Hotspur Football Club|Tottenham]] e, dopo aver eliminato il {{Calcio Bayern Monaco|N}} negli ottavi di finale ribaltando lo 0-1 di San Siro con un 3-2 all'[[Allianz Arena]],<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/15-03-2011/inter-impresa-campioni-80501449882.shtml|titolo=Inter, impresa da campioni! Decide il gran gol di Pandev|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=15 marzo 2011|accesso=24 maggio 2013}}</ref> venne eliminata dallo {{Calcio Schalke|N}} nei quarti di finale, perdendo sia in casa (5-2) che in trasferta (2-1). In [[Coppa Italia 2010-2011|Coppa Italia]], dopo aver eliminato il {{Calcio Genoa|N}} (3-2), il {{Calcio Napoli|N}} al San Paolo ai calci di rigore (dopo che i supplementari si erano conclusi sullo 0-0) e la {{Calcio Roma|N}} (1-0 all'Olimpico e 1-1 al Meazza), il 29 maggio [[2011]] vinse la finale contro il [[Unione Sportiva Città di Palermo|Palermo]] per 3-1 grazie alla doppietta di Eto'o e al sigillo nel finale di Milito. Si trattò della settima vittoria nella competizione nazionale. Ai nerazzurri venne assegnata contestualmente anche la [[Coppa del 150º anniversario dell'Unità d'Italia]].<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/29-05-2011/leo-ecco-primo-titulo-801392602335.shtml|titolo=Leo, ecco il primo "titulo" La Coppa Italia è dell'Inter|data=29 maggio 2011|accesso=24 maggio 2013}}</ref>
 
==== Il biennio 2011-2013 ====
[[File:Zanetti vs CSKA Mosca 2011 - 2.png|thumb|upright=0.8|[[Javier Zanetti]], capitano dal 1999 al 2014 e vincitore di 16 trofei in nerazzurro.]]
 
In vista della stagione 2011-12, fu scelto [[Gian Piero Gasperini]] come nuovo allenatore.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/25-06-2011/gasperini-genoa-inter-801753333103.shtml|titolo=Gasperini, dal Genoa all'Inter fasce, corsa, 3-4-3 e... Milito|autore=Andrea Schianchi|data=25 giugno 2011}}</ref> La sua esperienza iniziò perdendo la Supercoppa italiana contro il Milan<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/agosto/07/Ibra_Boa_SuperMilan_Inter_colpo_ga_10_110807051.shtml|titolo=Ibra+Boa=Super Milan Inter, colpo di Sneijder I rossoneri rimontano e trionfano a Pechino|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 agosto 2011}}</ref>; in seguito la squadra perse altre 3 volte in 4 partite, tra [[Serie A 2011-2012|campionato]] e [[UEFA Champions League 2011-2012|Champions League]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2011/settembre/12/MICCOLI_MANGIA_INTER_Difesa_disastrosa_ga_10_1109128401.shtml|titolo=MICCOLI MANGIA INTER Difesa disastrosa Gasp inchiodato dal super Palermo|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=12 settembre 2011}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/settembre/15/Gasp_trema_pure_San_Siro_ga_3_110915686.shtml|titolo=Gasp, si trema K.o. pure a San Siro Inter, avvio choc Da 90 anni non ne perdeva 3 di fila|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=15 settembre 2011}}</ref> Gasperini venne così esonerato<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/settembre/21/Gasperini_siamo_all_addio_caos_ga_10_110921011.shtml|titolo=Gasperini, siamo all'addio È caos Inter: senza gioco, senza squadra, senza punti Novara ne fa 3|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=21 settembre 2011}}</ref>, con [[Claudio Ranieri]] chiamato a sostituirlo.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2011/12/09/news/ranieri_presentazione_fiorentina-26334235/|titolo=Il realismo di Ranieri "L'Inter del triplete non c'è più"|autore=Tiziana Cairati|data=9 dicembre 2011}}</ref> Tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 i nerazzurri parvero risollevare le proprie sorti, avvicinandosi alle posizioni di vertice e rientrando in corsa per l'Europa.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/milan/2012/01/15/news/diretta-28183748/|titolo=Inter vince il derby la rimonta continua|autore=Luigi Panella|data=15 gennaio 2012}}</ref> Tuttavia, dopo l'eliminazione dalla [[Coppa Italia 2011-2012|Coppa Italia]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/gennaio/26/Cavani_incanta_Napoli_Inter_interrotta_ga_10_120126014.shtml|titolo=Cavani incanta Napoli Inter k.o.: interrotta la serie d'oro|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=26 gennaio 2012}}</ref>, cominciò un periodo negativo che vide la formazione franare sia in campionato (con 2 punti conquistati in 7 giornate<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/febbraio/02/VALANGHE_SAN_SIRO_Quattro_gol_ga_3_1202021014.shtml|titolo=VALANGHE A SAN SIRO Quattro gol di Milito Ma Miccoli ne fa tre e l'Inter non vince più|autore=Fabio Bianchi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=2 febbraio 2012}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/febbraio/18/Inter_alla_deriva_Che_Bologna_ga_3_120218007.shtml|titolo=È un'Inter alla deriva Che Bologna a San Siro Arriva il terzo k.o. di fila Ora Ranieri è a rischio|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=18 febbraio 2012}}</ref>) che in coppa, dove fu eliminata dal [[Olympique de Marseille|Marsiglia]].<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/champions/2012/03/13/news/inter_marsiglia-31483142/|titolo=Inter beffata, vince ma è fuori|autore=Luigi Panella|data=13 marzo 2012}}</ref> A fine marzo si optò per un altro cambio alla guida, con il giovane [[Andrea Stramaccioni|Stramaccioni]] a rimpiazzare l'esonerato Ranieri.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/marzo/28/Forlan_deluso_Stramaccioni_non_traghettatore_ga_10_120328097.shtml|titolo=«Forlan mi ha deluso Stramaccioni non è un traghettatore»|autore=Luca Taidelli|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=28 marzo 2012}}</ref> Migliorandosi nel finale di stagione, la squadra raggiunse il sesto posto guadagnando - per la prima volta - il diritto a partecipare all'Europa League (torneo che nel 2009 sostituì la Coppa UEFA).<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/maggio/07/Paziente_opportunista_Cosi_Milito_batte_ga_10_120507030.shtml|titolo=Paziente e opportunista Così Milito batte Ibra|autore=Andrea Schianchi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 maggio 2012}}</ref> Stramaccioni prolungò il suo contratto per tre anni.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2012/05/29/news/moratti_vertice_stadio_cinese-36184058/|titolo=Moratti blinda Stramaccioni "Ha firmato per tre anni"|autore=Tiziana Cairati|data=29 maggio 2012}}</ref> La sua seconda stagione iniziò con il piede giusto, tanto che la squadra ottenne ben 10 vittorie consecutive tra [[Serie A 2012-2013|campionato]] e [[UEFA Europa League 2012-2013|coppa]] arrivando - tra l'altro - a sconfiggere la Juventus nel [[Juventus Stadium|suo nuovo impianto]], dove i bianconeri avevano - fin lì - mantenuto l'imbattibilità (49 partite).<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/04/gran-colpo-dellinter-sconfitta-la-juve-torino.html|titolo=Gran colpo dell'Inter sconfitta la Juve a Torino|autore=Maurizio Crosetti|pubblicazione=la Repubblica|data=4 novembre 2012|p=1}}</ref> Malgrado un avvio promettente, i nerazzurri crollarono alla distanza anche a causa dei numerosi infortuni<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/20-04-2013/inter-stramaccioni-vincere-col-parma-una-settimana-tranquillita-20266051036.shtml|titolo=Inter, Stramaccioni: "Non cerco alibi ma gli infortuni hanno cambiato la stagione"|data=20 aprile 2013}}</ref>; conquistando soltanto 19 punti nel girone di ritorno, precipitarono al nono posto mancando (per la prima volta dal 1999) la qualificazione alle coppe europee.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/13-05-2013/inter-nono-posto-niente-europa-stagione-record-negativo-20380433665.shtml|titolo=Inter, nono posto e niente Europa: una stagione da record negativo|data=13 maggio 2013}}</ref>
 
Per l'anno seguente, Moratti scelse [[Walter Mazzarri]] in sostituzione di Stramaccioni.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2013/05/24/news/esonerato_stramaccioni-59543430/|titolo=Inter: Mazzarri il nuovo tecnico, esonerato Stramaccioni|autore=Tiziana Cairati|data=24 maggio 2013}}</ref> L'ingaggio del livornese fu, di fatto, l'ultima mossa del patron che a novembre 2013 cedette la maggioranza del pacchetto azionario a [[Erick Thohir]], imprenditore indonesiano e proprietario (indiretto) dela ''International Sports Capital''.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/15-11-2013/inter-iniziata-assemblea-svolta-thohir-posto-moratti-18-anni-dopo-201573036155.shtml|titolo=Inter, l'Assemblea della svolta. Thohir al posto di Moratti, 18 anni dopo|autore=Matteo Della Vite|autore2=Luca Taidelli|data=15 novembre 2013}}</ref>
 
== La gestione asiatica (dal 2013) ==
=== Il periodo 2013-presente ===
[[File:Zen-Int (2) - Mauro Icardi (cropped).jpg|thumb|upright=0.8|left|[[Mauro Icardi]], capitano interista dal 2015]]
 
La stagione 2013-2014 vide l'Inter piazzarsi al quinto posto in [[Serie A 2013-2014|campionato]], centrando il ritorno in Europa.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/11/inter-perfetta-per-zanetti58.html|titolo=Inter perfetta per Zanetti|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=11 maggio 2014|p=58}}</ref> Mazzarri fu l'ultimo allenatore interista a poter contare sui reduci del "triplete", che lasciarono Milano al termine dell'annata: il capitano Zanetti, Samuel, Cambiasso, Milito e [[Cristian Chivu|Chivu]].<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2014/05/19/news/inter_zanetta_scrive_una_lettera_ai_tifosi-86567047/|titolo=Inter, Zanetti scrive una lettera ai tifosi: "Grazie, spero di servire da dirigente come in campo"|data=19 maggio 2014}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/19/linter-chiude-col-passato-si-riparte-con-mazzarri33.html|titolo=L'Inter chiude col passato si riparte con Mazzarri|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=19 maggio 2014|p=33}}</ref> Concluso il sodalizio con i protagonisti del recente passato, in casa nerazzurra si visse la situazione di un «anno zero».<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/fantacalcio/2014/08/02/news/il_carisma_di_vidic_per_la_nuova_inter-92943330/|titolo=Il carisma di Vidic per la nuova Inter|data=2 agosto 2014}}</ref> La stagione 2014-15 iniziò con grandi aspettative<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/08/07/inter-rivoluzione-thohir-dai-dirigenti-ai-medici-cosi-ha-chiuso-lera-moratti45.html|titolo=Inter, rivoluzione Thohir dai dirigenti ai medici così ha chiuso l'era Moratti|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=7 agosto 2014|p=45}}</ref>, ben presto tradite dal campo.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/09/29/inter-sotto-shock-travolta-a-san-siro-dai-ragazzi-di-zeman36.html|titolo=Inter sotto shock travolta a San Siro dai ragazzi di Zeman|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=29 settembre 2014|p=36}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/11/02/inter-da-incubi-il-parma-rinasce-mazzarri-vede-sempre-piu-nero58.html|titolo=Inter da incubi, il Parma rinasce Mazzarri vede sempre più nero|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=2 novembre 2014|p=58}}</ref> Il rendimento mediocre della squadra, unito all'immagine del tecnico che era andata sempre più deteriorandosi<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/11/10/ma-san-siro-fischia-ancora-icardi-non-basta-per-vincere32.html|titolo=Ma San Siro fischia ancora Icardi non basta per vincere|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=10 novembre 2014|p=32}}</ref>, convinse Thohir - durante la sosta di novembre - a licenziare l'allenatore.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/2014/11/14/news/thoir_e_il_primo_esonero_finalmente_dei_nostri-100541358/|titolo=Thohir e il primo esonero: finalmente è dei nostri|autore=Maurizio Crosetti|data=14 novembre 2014}}</ref> Fu così richiamato Mancini, già alla guida del club dal 2004 al 2008.<ref>{{cita web|url=https://www.panorama.it/sport/calcio/roberto-mancini-thohir-ritorno-inter-esonero-walter-mazzarri-interisti-twitter/|titolo=Mancini torna all'Inter: le reazioni nerazzurre su Twitter|data=14 novembre 2014}}</ref> Complice la posizione di classifica in cui l'Inter si ritrovò al momento del cambio in panchina, nonché l'agguerita concorrenza delle rivali, il [[Serie A 2014-2015|campionato]] risultò fallimentare.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2015/05/23/news/genoa-inter_3-2_la_testa_di_kucka_fa_impazzire_marassi-115116421/|titolo=Genoa-Inter 3-2, la testa di Kucka fa fuori i nerazzurri dall'Europa|autore=Marco Gaetani|data=23 maggio 2015}}</ref> L'ottavo posto significò, nuovamente, l'esclusione dalle manifestazioni continentali.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/06/01/inter-vittoria-con-sofferenza-ma-icardi-raggiunge-toni39.html|titolo=Inter, vittoria con sofferenza ma Icardi raggiunge Toni|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=1º giugno 2015|p=39}}</ref>
 
Nel 2015-16, confermato Mancini, la squadra visse un [[Serie A 2015-2016|girone d'andata]] in cima alla classifica grazie anche alle molte vittorie di misura<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/12/21/uninter-da-mal-di-testa-lazio-e-il-folle-melo-la-gelano-brucia36.html|titolo=Un'Inter da mal di testa Lazio e il folle Melo la gelano a San Siro un ko che brucia|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=21 dicembre 2015|p=36}}</ref>; nella seconda parte accusò tuttavia un calo e - subendo il ritorno della Juventus - non andò oltre il quarto posto.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/05/15/festa-sassuolo-linter-chiude-nel-modo-peggiore58.html|titolo=Festa Sassuolo, l'Inter chiude nel modo peggiore|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=15 maggio 2016|p=58}}</ref> A giugno si verificò una svolta a livello dirigenziale, con il presidente Thohir che cedette la maggioranza delle quote (il 68.55 %) al [[Suning Holdings Group]] (presieduto dal cinese [[Zhang Jindong]]).<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2016/05/31/news/cessione_vicina_suning-141021478/|titolo=Inter, cinesi vicini a prendersi tutto: ma Thohir resta come presidente|data=31 maggio 2016}}</ref> Il magnate indonesiano mantenne il 31,05 % mentre la quota restante venne suddivisa tra la Pirelli e azionisti minori.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/28-06-2016/inter-cinese-242-milioni-piu-vogliamo-scudetto-ed-europa-league-160149222611.shtml|titolo=Inter cinese con 242 milioni in più: "Vogliamo scudetto ed Europa League"|autore=Matteo Brega|data=28 giugno 2016}}</ref> Nonostante la nuova disponibilità economica e i proclami di riscatto, Mancini entrò in rotta con le nuove figure dirigenziali e si dimise a pochi giorni dal [[Serie A 2016-2017|campionato 2016-17]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/08/mancini-e-linter-si-dicono-addio42.html|titolo=Mancini e l'Inter si dicono addio|autore=Stefano Scacchi|pubblicazione=la Repubblica|data=8 agosto 2016|p=42}}</ref> L'Inter chiamò l'olandese [[Frank de Boer]] a prenderne il posto, ma la mossa - compiuta in tempi rapidi quanto stretti - non diede i frutti sperati<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/22/linter-si-presenta-a-pezzi-disastro-con-il-chievo-per-la-boer46.html|titolo=L'Inter si presenta a pezzi disastro con il Chievo per la prima di De Boer|autore=Stefano Scacchi|pubblicazione=la Repubblica|data=22 agosto 2016|p=46}}</ref>; attardati dalle prime posizioni già a settembre<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/25-09-2016/inter-bologna-1-1-perisic-destro-de-boer-frena-170193613646.shtml|titolo=Inter-Bologna 1-1, Perisic risponde a Destro: De Boer frena dopo tre vittorie|autore=Luca Taidelli|data=25 settembre 2016}}</ref>, i nerazzurri disputarono in [[UEFA Europa League 2016-2017|Europa League]] il loro peggior girone nella storia delle coppe internazionali.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/09/30/un-inferno-senza-fine-per-linter-da-330-milioni-la-crisi48.html|titolo=Un inferno senza fine per l'Inter da 330 milioni la nuova rivoluzione non ha scacciato la crisi|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=30 settembre 2016|p=48}}</ref> Nel mese di novembre, De Boer fu sollevato dall'incarico che passò nelle mani di [[Stefano Pioli]].<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/08-11-2016/inter-ufficiale-pioli-nuovo-allenatore-170774970237.shtml|titolo=Inter, Pioli è il nuovo allenatore. Ha firmato fino al 2018|data=8 novembre 2016}}</ref> L'ex tecnico della Lazio costruì una rimonta nei mesi invernali<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/01/09/il-restauratore-pioli-e-la-nuova-furia-inter-ho-portato-fiducia34.html|titolo=Il restauratore Pioli e la nuova furia Inter "Ho portato fiducia"|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=9 gennaio 2017|p=34}}</ref>, portando i milanesi a competere per il terzo posto.<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/sport/pioli-ha-rivitalizzato-linter-lui-champions-non-pi-miraggio-1357547.html|titolo=Pioli ha rivitalizzato l'Inter: con lui la Champions non è più un miraggio|autore=Marco Gentile|data=30 gennaio 2017}}</ref> Come già accaduto in altre occasioni però, la squadra palesò un calo primaverile tale da vanificare il buon lavoro svolto fino a quel punto.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/04/10/la-bocciatura-finale-dellinter-caduta-sul-teorema-di-pitagora42.html|titolo=La bocciatura finale dell'Inter caduta sul teorema di Pitagora|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=10 aprile 2017|p=42}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/04/23/allinter-non-basta-icardi-cosi-perde-leuropa-lo-viola26.html|titolo=All'Inter non basta Icardi così perde l'Europa lo spettacolo è solo viola|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=23 aprile 2017|p=26}}</ref> Arrivata a totalizzare un filotto di 8 partite senza vittorie<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/05/15/mai-cosi-male-da-35-anni-le-figuracce-di-sospetta36.html|titolo=Mai così male da 35 anni le figuracce di un'Inter autodistruttiva e sospetta|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=15 maggio 2017|p=36}}</ref>, la squadra esonerò anche Pioli affidandosi - per le ultime 3 giornate - a [[Stefano Vecchi]], responsabile della Primavera.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2017/05/19/news/inter-165818628/|titolo=Inter, Ausilio attacca: "Strategie sbagliate e gruppo spaccato"|autore=Tiziana Cairati|data=19 maggio 2017}}</ref> Il campionato finì con un settimo posto, mancando l'ingresso in Europa - per un punto - a favore del Milan.<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2017/05/26/inter-suning-spalletti/|titolo=L'Inter ne uscirà mai?|data=26 maggio 2017}}</ref>
 
Già dopo la fine del torneo, viene annunciato l'arrivo di [[Luciano Spalletti]] dalla Roma per tentare l'ennesima rivoluzione degli anni 2010.<ref>{{cita web|url=http://www.ilmalpensante.com/2017/09/08/linter-e-il-suo-7-anno-zero-e-la-volta-buona/|titolo=L'Inter e il suo 7º anno zero: è la volta buona?|autore=Alberto Di Vita|data=8 settembre 2017}}</ref> Nel [[Serie A 2017-2018|campionato 2017-18]] l'Inter disputa un positivo girone di andata<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/12/04/lo-scatto-dellinter-con-perisic-che-preferi-spalletti-a-mou40.html|titolo=Lo scatto dell'Inter con Perisic che preferì Spalletti a Mou|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=4 dicembre 2017|p=40}}</ref>, ritrovandosi in terza posizione al giro di boa.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2017/12/30/news/inter_lazio_pareggio-185521881/|titolo=Inter-Lazio 0-0, i nerazzurri interrompono la serie no|autore=Andrea Sorrentino|data=30 dicembre 2017}}</ref> All'ultima giornata, vincendo 3-2 lo scontro diretto con la Lazio all'[[Stadio Olimpico (Roma)|Olimpico]], la squadra conquista il quarto posto valido per la qualificazione ai gironi di Champions League dopo sei anni di assenza.
 
== Note ==
<references/>
 
== BibliografiaVoci correlate ==
* [[Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell]]
* {{cita libro|autore=[[Leo Turrini]]|titolo=Pazza Inter. Cento anni di una squadra da amare|anno=2007|editore=[[Arnoldo Mondadori Editore]]||città=Milano|isbn=978-88-04-56701-1|cid=Turrini}}
* [[Entanglement quantistico]]
* {{bibliografia|Chiesa|Carlo F. Chiesa. ''Il grande romanzo dello scudetto. Terza puntata: Il Bologna chiude il suo ciclo'', da ''[[Calcio 2000]]'', aprile 2002, pp. 40-59.}}
* [[Informatica quantistica]]
* {{bibliografia|Chiesa|Carlo F. Chiesa. ''Il grande romanzo dello scudetto. Sedicesima puntata: comanda Milano, panca d'Italia'', da ''[[Calcio 2000]]'', giugno 2003, pp. 39-55.}}
* [[Misticismo quantico]]
* {{bibliografia|Chiesa19|Carlo F. Chiesa. ''Il grande romanzo dello scudetto. Diciannovesima puntata: arrivano i nuovi cannonieri'', da ''[[Calcio 2000]]'', settembre 2003, pp. 126-143.}}
* [[Paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen]]
* {{cita libro|autore=Matteo Marani|titolo=Dallo scudetto ad Auschwitz: vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo|anno=2007|editore=Aliberti|città=Roma|isbn=978-88-7424-200-9|cid=Marani}}
* [[Principio di località]]
* [[Teoria delle variabili nascoste]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Calcio Inter navbox}}
* {{cita web|http://www.pv.infn.it/~nicrosi/paradosso/home.htm|Paradosso EPR e teorema di Bell}}
{{Calcio Inter storico}}
* {{cita web|http://xoomer.virgilio.it/paaccom/Teorema_Bell.htm|Il teorema di Bell}}
{{Portale|calcio|Milano}}
* {{SEP||Bell's Theorem|[[Abner Shimony]]}}
* {{Cita video|cognome=Marco Coletti|data=2016-04-07|titolo=Teorema di Bell - Teorie delle Variabili Nascoste|accesso=2018-01-19|url=https://www.youtube.com/watch?v=FIxaRJmYdV8&feature=youtu.be}}
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{{portale|filosofia|quantistica}}
 
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