Origini di Siracusa e Leinster House: differenze tra le pagine

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{{S|palazzi dell'Irlanda|architetture di Dublino}}'''Leinster House''' (in [[lingua irlandese|irlandese]]: ''Teach Laighean'') è dal 1949 la sede dell'[[Oireachtas]] (il Parlamento) della [[Repubblica d'Irlanda]].
__NOINDEX__
{{Edificio civile
La '''fondazione di [[Siracusa]]''' viene fissata secondo i marmi di [[Paros]] nell'anno [[758 a.C.]]; secondo [[Eusebio di Cesarea]] e [[Tucidide]] nell'anno [[733 a.C.]]; mentre gli storici moderni sostengono l'anno [[734 a.C.]]
|nome edificio = Leinster House
|immagine = 20130810 dublin214.JPG
|paese = IRL
|divamm1 = {{simbolo|Flag of Leinster (bright).svg}} [[Leinster]]
|città = Dublino
|indirizzo = Kildare Street
|periodo costruzione = [[1745]] - [[1748]]
|stile = [[Architettura georgiana|Georgiano]]
|uso = Sede dell'[[Oireachtas]]
|proprietario = [[Oireachtas]]
|committente = [[Duca di Leinster]]
}}La Leinster House era precedentemente la residenza del [[Duca di Leinster]].
 
Dal 1922 al 1949 ospitò il Parlamento dello [[Stato Libero d'Irlanda]].
== Cronologia della fondazione ==
<timeline>
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from:-738 till:-738 shift:(,15) text:[[San Gerolamo|Gerolamo]]
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from:-733 till:-733 shift:(,15) text:[[Tucidide]]~[[Eusebio di Cesarea|Eusebio]]
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</timeline>
[[File:Charles Rollin - Syracuse.jpg|miniatura|L'area fisica siciliana dove nacque [[Siracusa]]; carta disegnata da [[Charles Rollin]].]]
[[File:Claude Louis Chatelet.jpg|miniatura|Altra mappatura fisica dell'area ad opera di [[:fr:Claude Louis Chatelet|Claude Louis Chatelet]] e [[:fr:Pierre-Adrien Pâris|Pierre-Adrien Pâris]].]]
La data più alta risalente alla fondazione di Siracusa, è l'anno [[758 a.C.]], attestato nelle cronache del [[marmor Parium]] (marmo di Paro). Esso proviene dall'isola [[Grecia|greca]] delle [[Cicladi]], [[Paros]] - nota appunto per il suo [[Marmo pario|pregiato marmo scultoreo]] - l'[[Epigrafia greca|iscrizione greca]] risale al [[III sec. a.C.]]; il suo autore è ignoto. Nel marmo si colloca la data citata quando ad [[Atene]] era [[Arconte eponimo]] Eschilo, nel 21° anno della sua reggenza, e vigeva il 3° anno della V [[Olimpiade]], in questo tempo partì la spedizione della ''[[Colonizzazione greca|apoikia]] [[Corinto|corinzia]]'' per la fondazione di Siracusa<ref>{{Cita|Felix Jacoby, 1980|pag. 160-62}}</ref><ref>{{Cita|Miller, 1970|pag. 88}}</ref><ref>{{Cita|Scipione, 1828|pag. 17}}</ref>. Altra data prossima al 758 è quella di [[Filisto]], storico siracusano del [[IV sec. a.C.]], che fissa la fondazione nell'anno [[756 a.C.|756]]-[[755 a.C.|5 a.C.]], seguendo il calcolo degli Arconti e delle Olimpiadi, ma egli dice che siamo sotto la VI Olimpiade<ref>Federica Cordano, ''Antiche fondazioni greche: Sicilia e Italia meridionale'', 1986, pag. 41</ref>, mentre altri studiosi moderni informano che la narrazione filistea - incompleta - pone questa data in riferimento ad un evento ignoto<ref>{{Cita|Gabba, Vallet 1980|pag. 93}}</ref>. Altro dato interessante risulta essere la contemporaneità attestata da [[Eforo]] - e divulgata da [[Strabone]]<ref>{{Cita|Strabone|VI 2, 4 .269}}</ref> - tra la fondazione di [[Corcira]] (odierna [[Corfù]]) e Siracusa; attestata 600 anni dopo la presa di [[Troia]] - avvenuta nel 1334-3 secondo [[Duride di Samo]] - giungendo quindi all'anno [[734 a.C.]]<ref>Luca Antonelli, ''Kerkyraiká: ricerche su Corcira alto-arcaica tra Ionio e Adriatico'', 2000, pag. 59-60</ref>.
 
== Altri progetti ==
Ma la fondazione di Siracusa risulta essere contemporanea anche a quella di [[Megara Iblea]] - riferitaci da Strabone<ref>Megaresi che per Strabone parteciparono alla fondazione di Siracusa, dunque presenti già all'epoca della nascita aretusea: {{Cita|Strabone|VI, 2, 4}}; fonte bibliografica moderna:{{Cita|Cordano, Di Salvatore, 2002|pag. 127}}</ref> - il che abbasserebbe di molto la data stabilita precedentemente, portandola intorno agli '20 del 700 a.C., poiché secondo Tucidide Megara sorse nel [[728 a.C.]] - data megarase comunque ritenuta incerta dagli storici moderni<ref>{{Cita|Alessi, 1843|pag. 321}}</ref> - in contrasto con quanto afferma [[Antioco di Siracusa|Antioco]] che pone la fondazione aretusea molto antecedente a quella megarese<ref>{{Cita|Braccesi, 1998|pag. 11}}</ref>.
{{interprogetto|commons=Category:Leinster House}}
 
== Collegamenti esterni ==
[[Pausania il Periegeta|Pausania]] e Strabone attestano inoltre che Siracusa venne fondata nel medesimo tempo del sorgere di [[Crotone]] e [[Sibari]]; l'anno di fondazione sibarese risulta essere il [[709 a.C.]], secondo Eusebio, e il [[720 a.C.]], secondo [[Scimno di Chio]]<ref>{{Cita|Braccesi, 1998|pag. 10}}</ref>. Più complicata è la datazione di Crotone, in quanto alcune fonti primarie come [[Dionigi di Alicarnasso]] e Girolamo affermano la contemporaneità della nascita sibarese e crotoniana (709-708 a.C.)<ref>{{Cita web|url=http://www.archiviostoricocrotone.it/antichit%C3%A0/manos_cap_2.htm#_ftnref3|titolo=Archivio storico di Crotone|accesso=26 agosto 2014}}</ref> - contraddetta invece da Antioco che accorda le parole tardive di Scimno ponendo Sibari fondata antecedentemente a Crotone - per cui sarebbe smentita la contemporaneità delle fondazioni ''Siracusa-Sibari-Crotone'' narrate da Pausania e Strabone. Ma è pur certo che i due fondatori di Siracusa e Crotone - rispettivamente [[Archia (mitologia)|Archia]] e [[Miscello di Ripe|Miscello]] - fossero giunti insieme dall'[[Oracolo di Delfi]] - memoria conservata presso la maggior parte delle fonti primarie - ciò che non è invece certo è il proseguire dei due fondatori; se realmente Archia e Miscello fondarono nello stesso anno Siracua e Crotone, sarebbero smentiti la maggioranza degli storici antichi che pongono in data parecchio antecedente la fondazione siracusana. Altrimenti bisognerebbe considerare l'ipotesi che Strabone e Pausania volessero innalzare al 733 la data crotoniana; ma così si andrebbe contro le date - tutte relativamente basse - che i restanti storici attribuiscono a Crotone. Per risolvere dunque la questione della contemporaneità attestata tra la nascita delle due polis, si è ipotizzato che Miscello, prima della fondazione vera e propria, abbia compiuto diversi viaggi esplorativi nell'[[Italia antica]], staccandosi così da Archia<ref>{{Cita|Braccesi, 1998|pag. 10-11}}</ref>.
*{{cita web|url=http://www.oireachtas.ie/ViewDoc.asp?fn=/documents/tour/kildare.asp&CatID=95&m=t|titolo=Leinster House Website|accesso=21 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180510150309/http://www.oireachtas.ie/ViewDoc.asp?fn=%2Fdocuments%2Ftour%2Fkildare.asp&CatID=95&m=t|dataarchivio=10 maggio 2018|urlmorto=sì}}
 
{{Portale|Irlanda}}
La data più avvalorata è quella di [[Tucidide]] - che a sua volta avrebbe tratto l'informazione da Antioco - e attesta la fondazione di Siracusa nel [[733 a.C.]]<ref>{{Cita|Tucidide|VI, 3, 1}}</ref>; ponendola 1 anno dopo la fondazione di [[Naxos]]; la colonia greca più antica di [[Sicilia]]. La data tucididea è stata abbracciata dalla maggior parte della critica moderna, ed stata accordata con quella di Eusebio<ref>{{Cita|Eusebio|II, pag. 117}}</ref>. Tuttavia alcuni storici moderni hanno posto il dubbio sulle parole tucididee, domandandosi se lo scrittore ateniese, posticipando la data della fondazione di Siracusa di un solo anno rispetto a Naxos - riconosciuta, pare senza alcun dubbio, come la più arcaica dell'isola - non volesse in realtà stabilire, o confermare, l'anzianità della polis aretusea rispetto a tutte le altre colonie siciliane<ref>{{Cita|Gabba, Vallet 1980|pag. 92}}</ref>. Interrogativo questo che farebbe propendere per una data più bassa relativa alla fondazione.
 
[[Categoria:Palazzi di Dublino]]
Parte della storiografia moderna si trova concorde nel sostenere l'anno [[734 a.C.]] o 733 - tenendo sempre fede all'autorità di Tucidide - mentre sono pochi coloro che si fidano della data segnata nei marmi di Paros; poiché tali marmi sono considerati mutevoli negli anni della loro formazione, per cui poco attendibili<ref>{{Cita|Capozzo, 1840}}</ref>. Ciononostante la data di Paros - molto prossima a quella di Filisto - viene accettata da studiosi come [[Antoine Jean Letronne|Letronne]], [[Samuel Johnson|Johnson]], la Miller, Bres<ref>{{Cita|Bres, Ruga, Gaucher, 1816|pag. 182 nata n° 3}}</ref> e diversi altri. Scrive a tal proposito il noto archeologo francese Letronne:
[[Categoria:Duchi di Leinster]]
{{Citazione|Tra tutte le colonie esterne della Grecia, Siracusa è senza dubbio quella che ha giocato il ruolo più importante. Fondata dai Corinzi 757 anni prima di Cristo, ella supera presto per importanza gli altri insediamenti greci dell'Italia e della Sicilia.|[[Antoine Jean Letronne]], ''Essai critique sur la topographie de Syracuse'', 1812<ref>{{Cita|Letronne, 1812|pag. 1}}</ref>|Entre toutes les colonies sorties de la Grèce, Syracuse est sans contredit celle qui a joué le plus grand role. Fondée par les Corinthens [[757 a.C.|757]] ans avant Jésus-Christ, elle éclipsa bientôt les établissemens grecs de l'Italie ed de la Sicile.|lingua=fr}}
Analizzando dunque tutte le date secondo le quali viene attestata la fondazione di Siracusa, si può dedurre che non sia possibile datare con estrema precisione l'anno esatto in cui la città venne fondata dai greci. Poiché attestazioni di contemporaneità nella fondazione con altri siti geografici e diverse fonti primarie non concordi, ne rendono complessa l'origine<ref>{{Cita|Archivio storico siracusano, 1967|pag. 250}}</ref>.
 
== Etimologia ==
=== Homothermon, l'Ortigia d'Etolia e Nasos ===
L'[[isola di Ortigia]] è molto importante per comprendere le origini dell'intera Siracusa, poiché le fonti attestano che nell'isolotto separato dalla terreferma sorse il primo nucleo abitativo siracusano.
 
Secondo la fonte dello [[scoliaste|scoliasta]] di [[Apollonio Rodio]], [[Nicandro (poeta)|Nicandro di Colofone]], il nome più arcaico attribuito all'abitato siracusano fu ''Homothermon''<ref>{{Cita|Raleigh, Birch, Oldys, 1829|pag. 32}}</ref> (italianizzato in ''Omotermon''), il quale indicava la futura Ortigia, ''Omo-termon'': «''eguale-i bagno-i''» è l'unica traduzione fornitaci dal [[Tommaso Fazello|Fazello]]<ref>{{Cita|Fazello (Nannini), 1573|pag. 116 in Libro Quarto - cap. I - Della città di Siracusa}}</ref> e dal [[Vincenzo Mirabella|Mirabella]]<ref>{{Cita|Mirabella, 1717|pag. 4}}</ref>, riguardo all'antico passaggio del poeta [[Ionia|ionico]] in ''Aitolika''. Sempre secondo lo scoliasta, la narrazione nicandrea avrebbe attestato un primario popolamento del sito da parte degli etoli dell'[[Etolia]] - presunta fondazione etolica della quale si discuterà nei successivi capitoli - e poiché in patria lasciarono la loro terra chiamata appunto ''Ortigia'' - spiegazione del termine nel sottostante capitolo - decisero di dare questo nome anche alla futura isola siciliana<ref>{{Cita|Ciaceri, 1914|pag. 1}}</ref>. Ma, posteriormente, gli abitanti continuarono ancora a chiamare il sito ''Nasos'', dal [[dialetto dorico]], ovvero ''Isola''<ref>{{Cita|Di Bella, 2008|pag. 5}}</ref>.
 
=== Ὀρτυγία, la quaglia, la coturnice ===
[[File:Wachtel.jpg|thumb|180px|La Quaglia comune, in gergo la ''[[Coturnix coturnix]]''; l'esemplare di volatile dal quale deriverebbe il nome di [[Ortigia]].]]
Il suo nome è attestato nelle fonti fin dall'epoca greca: ''Ὀρτυγία'' (in [[greco antico]] ''Ortyx''), in [[lingua latina|latino]] ''Coturnix'', termine che italianizzato porterebbe a [[Coturnice]] - razza di uccello diffuso nel [[Mediterraneo]] e nell'[[Asia Minore]] - anche se si pensa alla comune e più antica ''[[Coturnix coturnix]]''; ovvero la quaglia, l'esemplare che vive un pò ovunque in quello che al tempo dei greci era il [[vecchio mondo|mondo conosciuto]]. Il termine citato dai greci, secondo il [[lessicografo]] [[Esichio di Alessandria]], originariamente possedeva una ''ϝ'' collocata all'inizio: ''γόρτυξ'', e può derivare dal [[Sanscrito vedico]]<ref name=Ortigia>{{Cita web|url=http://it.scribd.com/doc/227234407/Dizionario-Etimologico-Della-Mitologia-Greca|titolo=Dizionario Etimologico Della Mitologia Greca - Ortigia|accesso=26 agosto 2014}}</ref> - i [[Veda]] tra i più antichi testi sacri dell'[[India]] - dalla parola sancrita ''Vártikā'', molto somigliante con ''Wachtel'' (che significa ''quaglia'' in [[lingua tedesca]]), e la derivata ''Ortika'' dalla radice [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]] ''Vart'', ''Vartukas''<ref name=Viscardi>{{cita pubblicazione | nome=Giuseppina Paola |cognome=Viscardi |titolo=L'astuzia mimetica della «ragione rituale»: il suono della nascita di Febo nelle urla penetranti di Ortigia |rivista=Academia.edu |editore= |città=Casale della Regina, Velletri (Roma) |volume= |numero= |anno=2013 |mese=giugno |pp= |id= |pmid= |url=http://www.academia.edu/3761244/Lastuzia_mimetica_della_ragione_rituale_il_suono_della_nascita_di_Febo_nelle_urla_penetranti_di_Ortigia |lingua= |accesso=27 agosto 2014 |abstract= }}</ref> (rotondo), e il derivato latino ''Vèrt-ere'' (girare), volatile così detto perché ha l'abitudine di girare quando si trova per terra<ref>{{Cita|Ottorino Pianigiani, 1911|pag. 207}}</ref>.
 
Il termine latino riferito alla quaglia, ''coturnix'', sembrerebbe poter trarre origine dal verso che generalmente questo uccello emette: un'[[Onomatopea|onomatopeia]] individuata in ''kwok''; o ancora nella lingua sanscrita il termine ''katu'' (penetrante, rana, grido). Infine l'ipotesi del termine di orgine egiziano: ''πι.ορτ(υξ)'' che significa quaglia<ref name=Ortigia/>.
 
Ma il termine latino ''vertere'', girare, potrebbe comunque non essere riferito al girare dell'animale, piuttosto potrebbe essere riferito al ''ritorno del [[sole]]'', il suo sorgere; poiché la parola originaria vedica assumeva il significato di ''emblema del sole''<ref name=Viscardi/>, il rinnovarsi, il [[solstizio]] del sole. È la quaglia; uno dei primi uccelli che annunciano la [[primavera]]<ref>{{Cita|Foresti, 1889|pag. 345}}</ref>, che ritornano, il ''vertere'', sulle coste vicino al mare, e il loro stridere, il loro grido, potrebbe essere associato ai riti religiosi greci che si compievano ad esempio a [[Delos]] - isola del [[mare Egeo]] che, vedremo più avanti, ha parecchie analogie mitologiche con la storia siracusana - nella quale si rievocava il ritorno del sole, tramite il ritorno delle quaglie<ref name=Viscardi/>. Delos - termine che significa ''la Manifesta'' - prima si chiamava Ortigia, e ancor prima Asteria<ref>Cesare Antonio de Cara, ''Gli Hethei-Pelasgi: Le migrazioni alle isole dell'Egeo e al continente ellenico'', 1902, pag. 84</ref>, che significa ''Astro'' o ''Stella'', da [[Asteria]], la dea delle stelle; anch'essa legata alla mitologia aretusea.
 
Vi sono diverse località geografiche che portano il nome di Ortigia - come l'Ortigia dell'Etolia - la più antica, secondo alcune versioni, si dice essere quella di [[Efeso]] nella [[Ionia]]<ref>{{Cita|Pozzoli, Noël, Romani, Peracchi, 1822|pag. 55}}</ref>, la quale avrebbe poi passato il suo nome a Delos<ref>{{Cita|Bautista Carrasco, 1864|pag. 517-18}}</ref>, isola delle Cicladi. Secondo altri tale nome si diffuse prima da Delos a tutte le colonie da essa partite. Ma poiché la fondazione di Siracusa è storicamente e solidamente attribuita ai corinzi, non risulta possibile tale appellaivo derivante da un legame politico-fraterno con Delos.
 
=== Συράκουσαι, Sùraka, l'acqua salata ===
[[File:Il Fiume Ciane.jpg|thumb|300px|Un tratto del [[Ciane|Fiume Ciane]] - colmo di leggenda ai tempi dei greci - si accorda ai tanti corsi d'acqua dolce e salata che circondano Siracusa e dal cui insieme potrebbe derivare il suo nome.]]
L'origine del termine Siracusa - ''Συράκουσαι'' (''Syrakousai'') in greco antico e ''Syracusæ'' in latino - è per detta stessa degli studiosi di difficile analisi<ref name=Pellegrini>{{Cita|Pellegrini, 1990|pag. 55}}</ref>. Si è ipotizzato che esso derivi da ''Sur-aku'' che significa ''Acqua salata''; parola indoeuropea composta dalla radice ''sū'' derivato ''sūro'' - ''amaro'' e ''salato''. Dalla [[lingua celtica]] con la radice ''Sura'', che in tedesco diviene ''Sauer'' più ''aku'' o ''aka''<ref name=Pellegrini/>.
 
Sempre all'[[acqua]] sarebbe legato il significato del termine secondo un'origine [[Siculi|sicula]]<ref>{{Cita|Santi Correnti, 1984|pag. 25}}</ref>; da ''Sùraka'', per la presenza di vari corsi d'acqua - i fiumi siracusani - per cui il termine assumerebbe il significato di ''Abbondanza d'acqua''<ref>{{Cita|Carubia, 1996|pag. 29}}</ref>. O per la presenza di una palude dalle acque salmastre vicino alle coste del territorio (oggi identificabile nella zona dei [[Pantanelli]], così chiamati per la presenza di [[Palude|pantani]] che richiamano l'antica paludosità del sito) chiamata per l'appunto Sùraka o ''Siraka'' (Siraca) - dagli abitanti detta ''il Pantano''<ref>{{Cita|Gargallo, 1791|pag. 134}}</ref> - la sua presenza è ricordata da varie fonti, come il [[geografo]] [[greco antico]] [[Marciano di Eraclea]], le cui parole sono citate da diversi autori d'epoca moderna:
{{Citazione|La palude Siraca è quella, che secondo Marciano d'Heraclea ha dato il nome alla città di Siracusa. Nella descrizione del Mondo egli con tali versi risuona:
...Hos Archias assumens Corinthius cum Dioriensihus condiditeas,<br />Que ab contermino Stagno accepere nomen:<br />Nuncque Syracusa ipsis dicuntur.<ref name=Siracuse>{{Cita|Delle antiche Siracuse...|pag. 137}}</ref>|}}
Ne fa menzione anche lo scrittore [[Civiltà romana|romano]] [[Vibio Sequestre]], nel suo ''De stagnis et paludibus<ref>De fluminibus fontibus lacubus nemoribus paludibus montibus gentibus per litteras libellus, cap. VI</ref>'', e la nomina come ''Tyraca Syracusis''. Di essa ne è conservata memoria anche tramite le parole di [[Teocrito]] ([[Idillio]] XVI°); del geografo [[Stefano di Bisanzio]] e del suo collega tedesco [[Filippo Cluverio]]. Inoltre, se pur intrecciata con la storia di un'altra palude scomparsa siracusana - la ''Lisimelia'' posta «tra [[Neapolis (Siracusa)|Napoli]] e l'[[Anapo]]»<ref>{{Cita|Capodieci, 1816}}</ref><ref name=Siracuse/> - essa sta negli scritti di [[Tucidide]] e [[Plutarco]], dove viene nominata come posto pieno di anguille ove i soldati siracusani e ateniesi andavano a pescare durante le ore di riposo<ref>Si vedano ''Delle Antiche Siracuse, il Capodieci e il Gargallo.</ref>.
 
Si è presa in esame inoltre l'ipotesi di una radice [[Continente asiatico|orientale]], facente sempre riferimento alle acque salmastre del tempo, ma stavolta con palesata origine [[Punici|punica]], [[Fenici|fenicia]]. Secondo lo studioso religioso francese [[:fr:Samuel Bochart|Samuel Bochart]], nella sua ''Geographia Sacra'', il termine ''Siracusa'' deriverebbe dal punico ''Sor-Cosia'' che egli traduce in ''Syrach'': «Et Syraco vox Phoenecia»<ref>{{Cita|Bochart, 1646|pag. 594-95}}</ref>. Tale nome fenicio può avere due significati il ''puzzare'' o l' ''essere abbondante'' di qualcosa. Il significato che sceglie il Bochart non è certo gratificante, poiché esso dice che la parola conduce a ''Fetore''; derivato probabilmente dalle acque palustri. Ma tale significato non ha trovato riscontri nella restante storiografia, la quale definisce il termine come ''salato'', ''amaro'' o ''abbondante'', ma non oltre. Ed anzi, le parole del Bochart sono state sentitamente criticate dal [[filologia|filologo]] e storico olandese [[Jacques Philippe D'Orville]], il quale rammenta che avendo il vocabolo fenicio due significati, lo storico non può eleggerne uno ed uno soltanto ignorando l'altra possibilità<ref>D'Orville citato in ''Opere, raccolte e pubbl. dal professore F. Mocchetti'', a cura di Carlo Castone G. Rezzonico (conte della Torre di Rezzonico.), 1817, pag. 336</ref>.
[[File:Demareteion 0667.jpg|thumb|160px|Demareteion siracusano: vi si può leggere chiaramente la scritta SYRAKOSION, con la -SION posta sotto la pancia del delfino. [[V sec. a.C.]]]]
Secondo altre ipotesi il termine ''Syraka'' sarebbe effettivamente orientale. Lo storico [[Adolf Holm]] rende al nome anch'egli un'etimologia fenicia, ma esclude totalmente l'ipotesi che esso debba riferisi al nome di un'antica palude. Piuttosto dice l'Holm, significa ''Luogo Orientale''<ref>{{Cita|Holm, Cavallari, 1887|pag. 65-66-67}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | nome=Sergio|cognome=Caldarella|coautori=David Gryman|titolo=L'acqua e il Tempio. Appunti sul bagno rituale ebraico della Giudecca di Siracusa |rivista=Academia.edu |editore= |città= |volume= |numero= |anno= |mese= |pp= |id= |pmid= |url=http://www.academia.edu/187681/Lacqua_e_il_Tempio._Appunti_sul_bagno_rituale_ebraico_della_Giudecca_di_Siracusa |lingua= |accesso=28 agosto 2014 |abstract= }}</ref>.
 
Interessante risulta essere l'ipotesi secondo la quale la parola ''Syrakousai'', anche detta ''Syrakosion'', non deriverebbe da una più corta radice ma sarebbe essa stessa da analizzare per capire il significato del nome aretuseo: -''Sion'', la parte finale del termine leggibile sulla [[Monetazione di Siracusa|monetazione siracusana]] sarebbe la parola, ricorrente nelle scrittue [[Ebrei|ebraiche]], con la quale [[Mosè]] indicava una ''città di santità'', un popolo religioso che viveva in pace<ref>{{Cita|Di Bella, 2008|pag. 6}}</ref>. Il Fazello sostiene che furono i siculi a dare il nome alla città e la chiamarono ''Siracosion'' che in latino assume all'incirca il significato sopra citato: ''Io volo verso la quiete''<ref>{{Cita|Fazello (Nannini), 1573|pag. 278}}</ref>. Anche il Mirabella afferma che il nome di Siracusa vuol dire ''Portare alla quiete''<ref>{{Cita|Delle antiche Siracuse..., 1717|pag. 12}}</ref>.
 
Vi è infine una curiosità che concerne l'ipotesi del termine ''Syrach'', il quale attraverso la storia di un [[vigneto]] - precisamente quello del [[Syrah]] - spiegherebbe l'origine del nome di Siracusa. Pare infatti che l'[[imperatore romano]], [[Marco Aurelio Probo]], con le sue legioni, importando dall'[[Egitto]] questa vite - per trasportarla in [[Gallia]] - giunse nel territorio siracusano e da quella qualità di [[vino]] sarebbe scaturito il nome di ''Syrah'' - o ''Shiraz'' - esteso in seguito a tutta la città. Ma poiché le innumerevoli fonti greche attestano la già esistenza del toponimo siracusano molto prima del tempo di Roma, è chiaro che si tratti quindi di una leggenda che ambisce a narrare le origini della contesa vite del Syrah<ref>Gionata Ricci Alunni, ''Bere e Sapere'', pag. 155</ref><ref>{{Cita web|url=http://profesordelvino.blogspot.it/2009/06/el-origen-de-la-syraz-las-leyendas-y-la.html|titolo=El Origen de la Syrah: Las leyendas y la verdad "genetica"|accesso=29 agosto 2014}}</ref>.
 
== Tra l'Odissea e l'Eneide ==
=== Negli omerici racconti ===
{{Vedi anche|Studi omerici su Siracusa}}
 
=== Il passo di Virgilio ===
 
== La leggenda sulla fondazione ==
{{Vedi anche|Leggenda sulla fondazione di Siracusa}}
La leggenda sulla fondazione a questo punto si divide in varie versioni: secondo lo scoliasta di [[Pindaro]], Archia aveva già trovato edificate le città-quartiere di [[Neapolis (Siracusa)|Neapolis]], [[Acradina]], [[Tiche]] ed [[Epipoli]], oltre all'appena conquistata [[Ortigia]]; dalla loro sottomissione e dalla loro unione sarebbe nata la polis di Siracusa, nome che le comprendeva tutte nel suo nucleo: sia la terraferma che l'isola<ref>{{Cita|Capozzo, 1840|pag. 93}}</ref>. Interessante è la versione dello storico [[bizantino]] [[Giuseppe Genesio]], secondo il quale Archia avrebbe svolto solamente il ruolo di conquistatore, mentre l'atto della fondazione sarebbe dovuto alle sue due figlie che egli ebbe nella nuova colonia: Syra e Akousa, le due fondatrici, dalle quali scaturì il nome di Siracusa<ref>{{Cita|Bonacasa, Braccesi, De Miro, 2002|pag. 41}}</ref><ref>Genesio. 4, pag. 56, A</ref>.
 
== La ''ktisis'' di Siracusa ==
=== Dati archeologici del territorio ===
{{Vedi anche|sezione=s|[[Periodo protostorico del territorio (Siracusa)|Periodo protostorico]]}}
{{Doppia immagine verticale|sinistra|Penisola di Magnisi.PNG|Spiaggia Marina di Melilli.JPG|250|La [[Thapsos|Penisola di Magnisi]] - vista dall'alto e dal lato frontale - chiamata anche ''Thapsos''; posta a nord di Siracusa. Essa è una delle testimonianze più importanti del periodo pre-greco siciliano.}}
Prima dell'invio di contingenti greci nell'isola di Sicilia, è opinione diffusa tra gli studiosi il ritenere che vi fu un intenso rapporto commerciale, esplorativo e di analisi del territorio, per poi stabilire quando e se fosse il caso di colonizzare la terra di cui si era sentito parlare o che si era già veduta precedentemente. Tale teoria è supportata dall'archeologia che ha rinvenuto sul posto materiali d'origine greca in età arcaica.
 
Prova di presenza greca pre-corinzia a Siracusa la si è trovata presso la Necropoli del Fusco (territorio urbano) dove è stato rinvenuto un ampio cratere - che ha dato il nome alla bottega detta «dei crateri del Fusco» - risalente alla prima metà del VII sec. a.C. e proveniente con molta probabilità da [[Argo (Grecia)|Argo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/manifestazioni-della-cultura-dell-occidente-greco-la-ceramica_%28Il-Mondo-dell%27Archeologia%29/|titolo=Manifestazioni della cultura dell'Occidente greco. La ceramica - Enciclopedia Treccani|accesso=20 settembre 2014}}</ref>. E sempre nella medesima è stata ritrovata una delle due anfore d'origine greca, definite come le più antiche del Meditteraneo centrale; di provenienza [[Cicladi|cicladica]]<ref>L'altra venne ritrovata a [[Gela]], e la si pone d'origine attica.</ref><ref>[[Academia.edu]], ''1. “L’ Orizzonte Euboico nell’Egeo ed I primi rapporti con l’Occidente”'': Alle Origini della Magna Grecia. Mobilità, Migrazioni, Fondazioni. Atti del Cinquantesimo convegno di Studi sulla [[Magna Grecia]], Taranto 1-4 Ottobre 2010, [[Taranto]] 2012, 161-188.</ref><ref>Lorenzo Braccesi, ''Hesperia 10'', 2000, pag. 46</ref>. Alla base di queste frequentazioni ci sarebbero gli [[Eubea|eubei]]; i primi popoli egei a varcare il confine occidentale. E vi sono testimonianze archeologiche della loro presenza sul territorio aretuseo: si pensi ad esempio all'importante ceramica ritrovata nell'entroterra siracusano a [[Castelluccio di Noto|Castelluccio]], tra [[Noto (Italia)|Noto]] e [[Palazzolo Acreide]]<ref name=Debiasi>Andrea Debiasi, ''Esiodo e l'Occidente'', 2008, pag. 102</ref>. E una precoce presenza euboica a Siracusa spiegherebbe, secono diversi storici, l'anomalia dei nomi siracusani come ''Ortigia'' e ''Aretusa'', e alfabeto arcaico, che non mostrano affinità con i corinzi ma piuttosto con quella sfera orientale [[Ionia|ionico]]-euboica<ref name=Debiasi/>.
 
Oltre la testimonianza archeologica di un approccio pre-coloniale dei greci verso il territorio, bisogna comunque tenere presente che l'intera area di Siracusa, in maniera sparsa, era già da tempo abitata dalle popolazioni dette ''native'' del posto; località poste al sud come la [[Area marina protetta Plemmirio|Necropoli del Plemmirio]]<ref>[[Paolo Orsi]], ''La necropoli sicula del Plemmirio (Siracusa): (tav. 6., 10., 11.)'', 1891</ref>, e [[Isola di Ognina|Ognina]], nella quale si è ritrovato - con gli scavi di [[Bernabò Brea]] - un raro esempio di tomba dell'[[età del Bronzo]] che collega la cultura siracusana a quella [[Malta|maltese]]<ref>Anthony Bonanno, Pietro Militello, ''Ognina, Malta e l'Egeo'' (Orazio Palio) in ''Malta in the Hybleans, the Hybleans in Malta: <small>proc. int. conference, Catania, 30 September, Sliema 10 November 2006</small>'', 2008, da pag. 71</ref>, e località poste al nord come [[Thapsos]], dove venne rinvenuta una notevole quantità di reperti d'origine micenea<ref name=Abulafia>[[David Abulafia]], ''Il grande mare'', 2014, cap. I</ref>, e dove si attestò una cultura - detta di [[Cultura di Thapsos|Thapsos]] - che si scoprì presente in vasta parte della Sicilia, facendo pensare alla possibilità di una colonia mista tra siciliani e micenei<ref name=Abulafia/>. Ma ancora numerosi siti proprio all'interno dell'area urbana siracusana<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/siracusa_res-8098408f-8c61-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/|titolo=Siracusa in “Enciclopedia dell' Arte Antica” – Treccani|accesso=21 settembre 2014}}</ref><ref>Davide Tanasi, ''La Sicilia e l'arcipelago maltese nell'età del Bronzo Medio'', 2008</ref>, passando ai più vasti, posti in zona extra-urbana, ma pur sempre nelle vicinanze del territorio come la [[Necropoli di Cassibile]] - la quale ebbe un tale sviluppo che passò in proverbio tra gli archeologi per determinare un periodo cronologico: ''facies di Cassibile'', e il sito pre-greco più vasto di tutti: [[Pantalica]], la cui estensione archeologica l'ha portata ad essere considerata come "la Necropoli più grande d'[[Europa]]"<ref>Jean Guilaine, ''Storia d'Europa: Vol. 2. Preistoria e antichità / a cura di Jean Guilaine ...., Volume 2'', 1994</ref><ref>Francesca Bottari, ''Pantalica e Siracusa'', 2008</ref>. La maggior parte di questi siti risale al tempo in cui i [[siculi]] - popolo d'incerta origine - vi vennero ad abitare stabilmente, all'incirca dal [[XV secolo a.C.]]. E fondando numerosi centri poterono diffondere la loro cultura, la quale divenne egemone per l'isola; al punto tale che la storiografia narra di un mitico re [[Hyblon|Hyblone]] che concesse ai primi coloni greci giunti da Megara, la fondazione di una colonia sul suo terriotorio<ref>Per approfondire la storia di [[Megara Iblea]] vedi: Elio Miccichè, ''Megara Iblea: alla riscoperta dell'antica colonia greca : guida confidenziale'', 2000</ref>:
[[File:Pantalica e la valle dell'Anapo.jpg|thumb|300px|[[Pantalica]]; la Necropoli più vasta del continente europeo - dichiarata dall'[[Unesco]] [[Patrimonio dell'umanità]] - posta sulla [[Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande|Valle dell'Anapo]], con le sue 5.000 tombe e il cosiddetto ''Palazzo del principe'' (Anaktoron), rappresenta ancor oggi una grande fonte di notizie sul periodo pre-greco siciliano, e al contempo si lega agli inizi della storia siracusana, poiché la sua fine coincide con l'approdo dei coloni provenienti da Corinto<ref>{{Cita|Cordano, Di Salvatore, 2002|pag. 64}}</ref>.]]
{{Citazione|cæteri vero Thapso expulsi, duce Hyblone Rege Siculo, qui regionem prodiderat, Megara, quae Hyblæa vocabantur, condiderunt.|[[Tucidide]], ''De bello Peloponnesiaco''}}
All'alba della colonizzazione, e prossima fondazione, la situazione di Siracusa appariva dunque complessa, poiché i greci non andavano a trovare certamente un luogo non interessato da attività socio-culturale pre-ellenica, di grande rilevanza sul territorio.
 
=== L'incontro tra greci e siculi ===
Tra le discordanti date che vedono la fondazione di Siracusa, presumendo quella tardiva, che pone l'arrivo greco in loco dopo la fondazione di Nasso e Megara, una spiegazione può essere colta dalle parole di Strabone, quando il geografo spiega che prima di Teocle - mitico fondatore di Nasso - nessun greco aveva osato venire in Sicilia a fondare colonie a causa delle pericolosità del tragitto, dovuto all'incognita dei [[pirati]] del [[Tirreno]], e a causa della crudeltà dei barbari dell'isola<ref> Strabo 6, 2, 2 C 267 = Ephor.
FGrHist 70 F 137a. Vd. anche [Scymn.] 264 = FGrHist 70 F 137b.</ref><ref>{{Cita|De Snesi Sestito, Intrieri, 2011|pag. 181}}</ref>. A ciò doveva aggiungersi il fatto che i greci colonizzatori preferivano trovare un luogo disabitato al loro arrivo, per evitare probabili scontri con la popolazione locale<ref>{{Cita|Manfredi, Braccesi, 1996|cap. III - La Spedizione}}</ref>. Tutto questo avrebbe potuto dunque allontanare in un primo momento il desiderio dei greci per la costa siracusana, poiché essa - pur avendo in sé tutte le caratteristiche primarie adatte alla fondazione - era però ben circondata da insediamenti abitativi già esistenti.
 
Un preludio che troverebbe conferma nei passi di Strabone e Tucidide. Il geografo di Amasya asserisce:
{{Citazione|Porro Archiam, quum in Siciliam navigaret, Cliersicratcm ex Heraclidis ortum ducentem cum exercitus parte reliquisse|Strabone, Geografia, VI, 2, 4}}
Egli informa dunque che un esercito, posto agli ordini di Archia, stava navigando diretto in Sicilia, a parte i coloni. E le intenzioni, o il preavviso, bellico viene confermato da Tucidide, il quale riferisce:
{{Citazione|Siracusa venne fondata un anno dopo [di Naxos] da Archia, uno degli Eraclidi provenienti da Corinto, il quale cacciò prima i Siculi da quell'isola [Ortigia] che, oggi non più cinta dal mare, forma l'interno della città.|Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso, libro VI, 3, 2|Syracuse was founded the year afterwards by Archias, one of the Heraclids from Corinth, who began by driving out the Sicels from the island upon which the inner city now stands, though it is no longer surrounded by water [...]|lingua=EN}}
Il mitico fondatore Archia trovò quindi le resistenze degli abitanti locali che non volevano cedere all'egemonia greca, la quale adesso pretendeva il controllo del luogo. Tralascinado la leggenda dell'esilio dell'ecista corinzio, è autorevole parere degli storici Manfredi e Braccesi, il ritenere che quando un capo della spedizione si recasse presso il Santuario di Apollo a Delfi, lo facesse dietro esplicito consenso della propria città. Dunque Corinto sapeva della prossima spedizione siracusana, e fornì i coloni di tutto il necessario per affrontare una simile impresa, da cui anche l'armamento bellico. Inoltre, lo stesso Santuario dove le sibille avevano le visioni, sarebbe stato in realtà un luogo di grande conoscenza e sapienza, poiché il sito sacro al dio del sole, raccoglieva una vasta quantità di informazioni provenienti dall'estero; geografia, società e cultura dei luoghi dove poi sarebbero stati mandati i coloni sotto esplicita richiesta dell'oracolo delfico, il quale in questo modo si assicurava il rispetto dei viandanti:
{{Citazione|Tali interpretazioni dovevano quindi basarsi, oltre che sul timore reverenziale dei postulanti anche su notizie precise e documentate delle situazioni dei territori verso i quali si indirizzava la migrazione di un gruppo.|Manfredi, Braccesi, ''I greci d'Occidente'', 1996, cap. I - ''I Colonizzatori''}}
[[File:Facies di Pantalica - Museo Archeologico Paolo Orsi - Siracusa.jpg|left|thumb|160px|Un vaso della ''facies di Pantalica''; conservato presso il [[Museo archeologico regionale Paolo Orsi]] di Siracusa, rappresenta la fase finale di Pantalica (bronzo recente). In seguito gli indigeni siculi sarebbero stati influenzati nell'arte dai nuovi coloni greci.]]
Il caso di Siracusa è dunque uno di quelli dove avvenne uno scontro bellico per poter entrare in una terra nuova e portarla sotto il proprio controllo. Siculi e nuovi coloni siracusani dorico-corinzi non ebbero un approccio pacifico composto da alleanze terriere. Strabone<ref>''Della geografia di Strabone'' (trad. da [[Francesco Ambrosoli]]), 1833, pag. 127</ref> riferisce che i nuovi coloni deportarono i siculi, o li scacciarono, verso l'entroterra, non permettendo loro di restare in maniera egemone sulla costa.
 
Del difficile rapporto tra i due popoli parlerà anche [[Alcibiade]], il quale - riferisce Tucidide<ref>{{Cita|Tucidide|6, 17, 2; 4 e 6}}</ref> - durante la guerra del Peloponneso, cercando alleanze contro Siracusa, era convinto di ricevere il favore dei siculi, poiché questi mal sopportavano il controllo siracusano:
{{Citazione|Tale è dunque la situazione della Sicilia, sulla base di quanto mi viene detto, e diverrà sempre più favorevole, che avremo anche molti barbari i quali, per odio verso i Siracusani, collaboreranno al nostro attacco contro di loro.<ref>Traduzione a cura di Francesca Berlinzani in ''Convivenze etniche, scontri e contatti di culture in Sicilia e Magna Grecia'', 2012, pag. 219</ref>|}}
All'ateniese si oppone [[Ermocrate]], il quale cerca invece di unire i popoli della Sicilia sotto un'unica bandiera contro le mire espansionistiche di Atene, e per far ciò ricorda al Consiglio dei popoli [[Congresso di Gela|riunitosi a Gela]] (anno 424 a.C.) che essi non erano di sola stirpe greca, ma bensì erano il frutto di unioni tra popolazione autoctona e coloni dell'Egeo: «noi non siamo né dori e né ioni, ma [[sicelioti]]» dirà il generale siracusano sancendo per la prima volta quel termine e rivendicando così autonomia culturale dalla madrepatria<ref>{{Cita|Tucidide|VI, 77}}</ref>.
 
La frase ermocratea trarrebbe le sue radici proprio all'inizio della colonizzazione greca, quando le culture indigene e coloniali si incontrarono. La maggior parte degli studiosi afferma infatti che un'unione tra essi doveva essere necessaria ad assicurare un futuro alla nuova colonia. La spedizione dei greci - tranne rare eccezioni - era totalmente composta da uomini, dunque il problema della presenza femminile andava risolto sulla nuova terra<ref name=Fonti>Sulla questione dei rapporti sociali tra indigeni e coloni greci si vedano: Luigi Gallo, ''Colonizzazione, demografia e strutture di parentela'', 1983 pp. 703-728; Manfredi, Braccesi, ''I greci d'Occidente'', 1996, cap. I, II, III; Federica Cordano, Massimo Di Salvatore, ''Il Guerriero di Castiglione di Ragusa: greci e siculi nella Sicilia sud-orientale: <small>atti del Seminario, Milano, 15 maggio 2000</small>'', 2002; Francesca Berlinzani, ''Convivenze etniche, scontri e contatti di culture in Sicilia e Magna Grecia'', 2012, e l'ampia bibliografia annessa.</ref>. Il contatto tra i due popoli poteva avvenire in due diverse modalità: vi era la maniera pacifica, con scambi, doni, proposte di matrimonio tra influenti mebri locali, che generalmente sancivano poi una convivenza tranquilla tra la colonia greca e l'elemento autoctono; oppure vi era la maniera conflittuale, ovvero i coloni greci rapivano contro la volontà dei locali le donne portandole nella colonia<ref>{{Cita|Gallo, 1983|pag. 707}}</ref>. Siracusa, stando alle fonti antiche, rientrerebbe nel secondo caso<ref name=Fonti/>.
 
Gli storici ritengono infatti attestata la consuetudine dei matrimoni misti<ref name=Fonti/>; poiché nonostante posteriormente i greci avessero effettuato una chiusura all'elemento autoctono, prediligendo l'unione solo tra di essi per preservare la grecità, ciò non avvenne all'inizio della vita coloniale quando, per la sopravvivenza, dovettero assicurarsi la presenza di donne, anche se non erano greche<ref>{{Cita|Gallo, 1983|pag. 705}}</ref>. Presenza sicula femminile nella Siracusa greca è stata trovata ad esempio nella necropoli del Fusco, la quale ha restituito oggetti e ornamenti indigeni databili intorno alla metà del VII sec. a.C.<ref>''Confini e frontiera nella grecitá d'Occidente: Atti del trentasettesimo Convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto, 3-6 ottobre 1997, Volume 1'', pag. 337</ref><ref>Rosa Maria Albanese, ''Sicani, siculi, elimi: forme di identità, modi di contatto e processi di trasformazione'', 2003, pag. 144</ref>. Purtroppo le fonti greche tacciono questo importante aspetto sulla nascita delle colonie, per cui ben poco si conosce del periodo che s'interpose tra la fondazione e le prime notizie storiche<ref>Sull'interesse degli scrittori antichi greci per il rapporto sociale tra indigeni e coloni, si veda ''L'elemento indigeno nella tradizione letteraria sulle ktiseis'' a cura di Mauro Moggi, Persée, 1993, pp. 979-1004</ref>.
 
=== La fondazione e l'espansione ===
{{vedi anche|Syrakousai|La Prima Tirannide Siracusana}}
[[File:Teatro Greco di Siracusa - 2.jpg|thumb|300px|Il [[Teatro Greco di Siracusa]]; tra i più vasti dell'antichità nel mondo greco occidentale, scavato quasi interamente sulla nuda [[roccia calcarea]] - nota come ''pietra bianca di Siracusa''<ref>''Dizionario geografico del Regno di Sicilia composto dall'abate Francesco Sacco della provincia di Salerno ... Tomo primo (-secondo), Volume 1'', 1799, pag. 156</ref> - con la quale venne costruita grande parte della città<ref>G. Dato, ''Da Beirut a Noto. Patrimonio archeologico e pianificazione urbanistica. Studi e ricerche nei paesi del Mediterraneo'', Biblioteca Del Cenide, 2005, pag. 61</ref>:
{{Citazione|...la pietra calcarea (soprattutto il calcare tenero, dal caratteristico colore bianco tendente al giallognolo, proveniente dalle [[Latomia|cave del siracusano]]<ref>Carlo Monti,Riccardo Roda,Maria Rosa Ronzoni, ''Costruire sostenible il Mediterraneo'', 2001, pag. 261</ref>|}}]]
La fondazione di Siracusa, com'è noto, si perde tra la leggenda: il mitico ecista Archia giunse sulla costa, battagliò con i nativi e s'impadronì del luogo. Tuttavia diversi storici ritengono che nelle parole del mito vi si celi della verità, poiché esso sarebbe divenuto tale solo in seguito, quando venne arricchito di particolari mitici, consoni all'importanza acquisita e alla tradizione del tempo<ref>{{Cita|De Snesi Sestito, Intrieri, 2011|pag. 184}}</ref>. Per cui vi è chi pensa che personaggi come Archia siano esistiti realmente e abbiano giocato un ruolo storico importante per la futura polis; probabilmente si trattava di navigatori esperti, dei guerrieri, capitani della marineria euboica o corinzia, le quali in quel tempo detenevano il primato sui mari<ref>Giuseppe Zanetto, ''I miti greci'', 2007</ref>.
 
Gli storici, tralasciando la leggenda, sostengono che chiunque abbia fondato questa colonia, lo abbia fatto spostandosi poco alla volta sulla terraferma; dunque dopo l'avvenuta conquista di Ortigia, i coloni pensarono a conquistare ed edificare la terraferma.
 
Per muoversi dal mare di Ortigia alla costa siracusana, i nuovi coloni costruirono un argine di pietre, divenuto in seguito un vero e proprio ponte che portò l'isola a non essere più cinta ovunque dal mare, come informa Tucidide<ref>{{Cita|Tucidide|VI, 3, 2}}</ref>.
 
Popolarono inizialmente l'Acradina, detta ''terra dei peri selvatici'', che divenne in breve tempo la parte più ampia della nuova polis. In base ai sepolcri di periodo greco ritrovati sull'adiacente terreno dell'Acradina, si è inoltre ipotizzato che il primo abitato di Siracusa terminasse lì e non oltre, poiché i greci erano soliti edificare l'area sepolcrare fuori dalla zona urbana<ref name=Peyron>Tucidide tradotto da [[Amedeo Peyron (filologo)|Amedeo Peyron]], ''Della guerra del Peloponneso libri 8. Tucidide, Volume 2'', 1861, pag. 141</ref>.
 
Sulla zona del Temeno (futura Neapolis), a quei tempi ancora disabitata, sulla sommità del colle detto ''Temenites'' (luogo sacro), sorgeva un tempio dedicato ad Apollo, e gli studiosi sostengono che esso fosse stato eretto dai primi coloni - analoga situzione di [[Naxos]] - che dedicarono un'enorme statua all'Apollo Archegeta, il protettore dei colonizzatori<ref name=Peyron/>. Area sacra (o Bosco sacro) dedicato ad Apollo, della quale riferià in futuro anche [[Cicerone]]: «''Apollinis, qui Temenites vocatur, pulcherrimum et maximum''»<ref name=Peyron/>
 
In base agli studi archeologici condotti, sappiamo che le case dei primi coloni siracusani erano composte da un solo vano<ref name=Gallo>{{Cita|Gallo, 1983|pag. 705}}</ref>, da ciò gli studiosi deducono che esse non fossero state costruite per ospitare un'intera famiglia, ma bensì singoli individui; dato che consisterebbe in un chiaro indizio per constatare che alla nuova polis mancavano ancora le donne e gli [[schiavi]]<ref name=Gallo/>. La prima popolazione siracusana sarebbe stata composta da coloni provenienti per la maggior parte da [[Tenea]] - così come informa Strabone<ref>[[Strabone]] tradotto da [[Francesco Ambrosoli]] in ''Della geografia di Strabone libri XVII, Volume 3'', 1833, pag. 348</ref>, tralasciando la componente mitica della loro origine - ed essendo quella località un vasto borgo rurale della regione corinzia, essi, sapienti contadini, portarono il loro mestiere sulle fertili terre aretusee e qui si dedicarono all'[[agricoltura]]<ref>{{Cita|Manfredi, Braccesi, 1996|ap. VI - I Corinzi - Siracusa}}</ref>, facendo prosperare in breve tempo l'economia siracusana, favorendone dunque l'espansione, la quale portò ad una trasformazione della società. Venne integrata sempre più la monodopera degli schiavi. Essi infatti fluivano nella ''chora'' siracusana provenendo dai villaggi dei barbari, ovvero delle popolazioni autoctone sconfitte in battaglia<ref>Luigi Pareti, ''Studi minori di storia antica, vol. I, Preistoria e storia antica'', 1958, pag. 76</ref>. Più grande diveniva il confine siracusano, più ondate di coloni giungevano nella polis, e dunque maggiore diveniva l'importo della schiavitù.
[[File:Sicilia sud orientale citta' V sec ac.jpg|left|thumb|350px|Le colonie greche sono raffigurate di colore rosso. Le sub-colonie fondate dai siracusani sono:[[Eloro]], d'incerta data d'origine<ref>{{Cita web|url=http://www.academia.edu/2330202/Alle_origini_di_Eloro._Lespansione_meridionale_di_Siracusa_arcaica|titolo=Academia.edu - Alle origini di Eloro. L'espansione meridionale di Siracusa arcaica - Fabio Copani - 2005|accesso=29 settembre 2014}}</ref>; [[Akrai|Acre]], fondata nel [[663 a.C.]]<ref>{{Cita|de Presle, 1862|pag. 58}}</ref><ref name=colonie>{{Cita|Cordano, Di Salvatore, 2002|pag. 10}}</ref>; [[Casmene]], fondata nel [[643 a.C.]]<ref>{{Cita|de Presle, 1862|pag. 60}}</ref><ref name=colonie/>; [[Kamarina]], fondata nel [[599 a.C.|599]]-[[598 a.C.]]<ref>Luca Cerchiai, Lorena Jannelli, Fausto Longo, ''The Greek Cities of Magna Graecia and Sicily'', 2004, pag. 230</ref>, la quale chiude la prima fase storica dell'espansione aretusea.]]
Secondo diversi storici Siracusa rappresentò uno degli esempi più antichi dello sfruttamento di schiavi, perpetrato dai coloni a danno delle popolazioni indigene<ref>Pierre Cabanes, ''Introduzione alla storia del mondo antico'', 2002, pag. 37-38</ref>, le quali non avendo la moderna conoscenza della guerra, così come l'avevano acquisita i greci, dovettero soggiacere ad essi, e l'impatto tra una realtà relativamente pacifica come quella locale, e la venuta di una società articolata e schiavista come quella greca, fu probabilmente devastante<ref>{{Cita|Gallo, 1983|pag. 711}}</ref>. Grazie agli scritti di [[Aristotele]] conosciamo alcuni dettagli della società arcaica siracusana; nella [[Politica (Aristotele)|politeia]] - divulgata attraverso [[Erodoto]]<ref>[[Erodoto]], 7, 155, 2</ref> - si parla infatti dei
 
Con l'espansione militare greca, sull'isola scomparvero improvvisamente molti floridi centri indigeni; esempio di violenta scomparsa nel siracusano - VII sec. a.C. - è rappresentato dalla necropoli del Finocchito, posta attualmente in territorio [[Noto (Italia)|netino]], distrutta dai siracusani durante la loro risalita del fiume [[Anapo]]<ref>Università di Catania, Istituto di archeologia, ''La necropoli di Monte Finocchito: estratto da contributi alla conoscenza dell'età del Ferro in Sicilia, Monte Finocchito e Polizzello'', 1982, pag. 96</ref><ref>{{Cita|Cordano, Di Salvatore, 2002|pag. 65}}</ref>. Più misteriosa risulta invece essere la fine di Pantalica, definita la capitale dei siculi.
 
Anche il primo periodo siracusano risulta essere del resto abbastanza misterioso; rare sono le fonti antiche che si sono concentrate sulle prime manovre socio-politiche di Siracusa. Ciò ha dato avvio a diverse congetture riguardo alla nascita delle prime sub-colonie aretusee: [[Eloro]], [[Akrai|Acre]], [[Casmene]], [[Kamarina]].
 
== Nella numismatica la memoria antica ==
=== La moneta di Syra, dell'Astro ===
 
== Aneddoti ==
 
== Note ==
{{references|3}}
 
== Bibliografia ==
=== Fonti primarie ===
{{div col}}
*{{cita libro|autore=[[Eusebio di Cesarea]] |titolo=[[Chronicon (Eusebio)|Chronicon]] |cid=Eusebio}}
*{{cita libro|autore=[[Esiodo]] |titolo=[[Il catalogo delle donne]]|cid=Esiodo}}
*{{cita libro|autore=[[Strabone]] |titolo=[[Geografia (Strabone)|Geografia]] |cid=Strabone}}
*{{cita libro|autore=[[Tucidide]] |titolo=[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|La Guerra del Peloponneso]] |cid=Tucidide}}
*{{cita libro|autore=[[Pindaro]] |titolo=Olimpiche, Pitiche|cid=Pindaro}}
*{{cita libro|autore=[[Plutarco]] |titolo=[[Moralia]]|cid=Plutarco}}
*{{cita libro|autore=[[Pausania il Periegeta]] |titolo=[[Periegesi della Grecia]]|cid=Pausania}}
{{div col end}}
 
=== Fonti secondarie ===
{{div col}}
*{{cita libro | autore=Tommaso Fazello|wkautore=Tommaso Fazello|editore=Appresso Domenico, & Gio. Battista Guerra, fratelli|anno=1573|lingua=|titolo=Le due deche dell'historia di Sicilia, tradotto da Remigio Nannini|volume=|cid=Fazello (Nannini), 1573|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=[[:fr:Samuel Bochart|Samuel Bochart]]|editore=Cardonelli|anno=1646|lingua=latino|titolo=Geographia Sacra: <small>Chanaan Seu De Coloniis Et Sermone Phoenicum</small>|volume=II|cid=Bochart, 1646|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Vincenzo Mirabella|wkautore=Vincenzo Mirabella|editore=nella stamperia di D. Gio. Aiccardo|anno=1717|lingua=|titolo=Delle antiche Siracuse|volume=II|cid=Mirabella, 1717|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Giacome Buonanni e Colonna (Duke of Montalbano.)|autore2=Francesco Buonanni (principe di Roccafiorita, duca di Montalbano.)|editore=nella stamperia di D. Gio. Aiccardo|anno=1717|lingua=|titolo=Delle antiche Siracuse...|volume=|cid=Delle antiche Siracuse..., 1717|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Francesco Aprile||editore=nella stamperia di Gaspare Bayona|anno=1725|lingua=|titolo=Della cronologia universale della Sicilia libri tre del padre Francesco Aprile ..|volume=|cid=Francesco Aprile, 1725|isbn=no}}
*{{cita libro |autore=Tommaso Gargallo|wkautore=Tommaso Gargallo|editore=Stamperia Reale, Napoli|anno=1791|lingua=|titolo=Memorie Patrie Per Lo Ristori Di Siracusa|volume=II|cid=Gargallo, 1791|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Antoine Jean Letronne|wkautore=Antoine Jean Letronne|editore=Pelicier|anno=1812|lingua=francese|titolo=Essai critique sur la topographie de Syracuse au commencement du cinquième siècle avant l'ère vulgaire|volume=|cid=Letronne, 1812|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Onorato Bres|autore2=Pietro Ruga|autore3=Charles-Etienne Gaucher|editore=nella Stamperia De Romanis|anno=1816|lingua=|titolo=Malta antica illustrata co' monumenti, e coll'istoria dal prelato Onorato Bres votante di signatura di giustizia di sua Santita, .. |volume=|cid=Bres, Ruga, Gaucher, 1816|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Giuseppe Maria Capodieci|editore=|anno=1816|lingua=|titolo=Antichi monumenti di Siracusa|volume=I|cid=Capodieci, vol. I, 1816|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Giuseppe Maria Capodieci|editore=|anno=1816|lingua=|titolo=Antichi monumenti di Siracusa|volume=II|cid=Capodieci, 1816|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Franz Joseph Goeller|editore=in libr. Weidmannia|anno=1818|lingua=tedesco|titolo=De situ et origine Syracusarum ad explicandam Thucydidis potissimum historiam scripsit atque Philisti et Timaei rerum Sicularum fragmenta adjecit|volume=|cid=Goller, 1818|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Girolamo Pozzoli|autore2=[[François-Noël Babeuf]]|autore3=[[Felice Romani]]|autore4=Antonio Peracchi|editore=Batelli|anno=1822|lingua=|titolo=Dizionario d'ogni mitologia e antichità|volume=III|cid=Pozzoli, Noël, Romani, Peracchi, 1822|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Scipione Maffei|wkautore=Scipione Maffei|editore=tipi di Francesco Sonzogno q.m Gio. Batt.a, Stradone a S. Ambrogio|anno=1828|titolo=Storici minori volgarizzati ed illustrati. Tomo 1. [-4]: 2|volume=2|cid=Scipione, 1828|isbn=no}}
*{{cita libro |autore=[[Walter Raleigh]]|autore2=[[:en:Thomas Birch|Thomas Birch]]|autore3=[[:en:William Oldys|William Oldys]]|editore=Oxford, at the university press|anno=1829|lingua=inglese|titolo=The history of the world|volume=VI|cid=Raleigh, Birch, Oldys, 1829|isbn=no}}
*{{cita libro| autore=Giuseppe Alessi|wkautore=|editore=Dai torchi dei regj studj a cura di Salvatore Sciuto|anno=1834|titolo=Storia critica di Sicilia, dall'epoca favolosa insino alla caduta dell'Impero romano scritta dal cav. Giuseppe Alessi: <small>Dai tempi favolosi sino all'arrivo delle greche colonie</small>|volume=I|cid=Alessi, 1834|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Guglielmo Capozzo|wkautore=|editore=Tipografia di Bernardo Virzi|anno=1840|titolo=Memorie su la Sicilia|volume=|cid=Capozzo, 1840|isbn=no}}
*{{cita libro| autore=Giuseppe Alessi|wkautore=|editore=Dai torchi dei regj studj a cura di Salvatore Sciuto|anno=1843|titolo=Storia critica di Sicilia, dall'epoca favolosa insino alla caduta dell'Impero romano scritta dal cav. Giuseppe Alessi: <small>3.1. Dalla guerra degli ateniesi infino all'epoca del secondo Gerone in cui vennero i romani in Sicilia</small>|volume=III|cid=Alessi, 1843|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Charles Marie Wladimir Brunet de Presle|editore=Società libraria|anno=1862|lingua=|titolo=Storia patria statistica letteraria ovvero Stabilimento de' greci in Sicilia|volume=|cid=de Presle, 1862|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Juan Bautista Carrasco|editore=Gaspar y Roig (Madrid)|anno=1864|lingua=spagnolo|titolo=Mitología universal|volume=|cid=Bautista Carrasco, 1864|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=[[Adolf Holm]]|autore2=[[Francesco Saverio Cavallari]]|autore3=Cristoforo Cavallari|editore=J.H. Ed. Heitz (Heitz & Mündel)|anno=1887|lingua=tedesco|titolo=Die Stadt Syrakus im Alterthum|volume=|cid=Holm, Cavallari, 1887|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Arnaldo Foresti|wkautore=|editore=N. Zanichelli|anno=1889|titolo=Saggi sulle fonti della epopea greca|volume=|cid=Foresti, 1889|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Pietro Ottorino Pianigiani|wkautore=Ottorino Pianigiani|editore=Tipo-Lito U. Rocchi|anno=1911|lingua=|titolo=Che cosa significa il mio nome?: <small>Saggio etimologico dei nomi propri con una Appendice sopra alcune voci ed espressioni straniere entrate nell'uso</small>|volume=|cid=Ottorino Pianigiani, 1911|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Emanuele Ciaceri|wkautore=Emanuele Ciaceri|editore=Officina Tipografica V. Giannotta|anno=1914|lingua=|titolo=La leggenda della colonizzazione etolica di Siracusa - Estratto dall'Archivio Storico per la Sicilia Orientale - Anno XI - Fascicolo III|volume=|cid=Ciaceri, 1914|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=|wkautore=|editore=Società Siracusana di Storia Patria|anno=1967|lingua=|titolo=Archivio storico siracusano|volume=13-14|cid=Archivio storico siracusano, 1967|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Molly Miller|wkautore=|editore=SUNY Press|anno=1970|lingua=inglese|titolo=The Sicilian Colony Dates|volume=|cid=Miller, 1970|isbn=9780873950497}}
*{{cita libro | autore=Felix Jacoby|wkautore=Felix Jacoby|editore=Ares| anno=1980|lingua=tedesco|titolo=Das Marmor Parium|volume=|cid=Felix Jacoby, 1980|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Emilio Gabba|wkautore=Emilio Gabba|autore2=Georges Vallet|editore=Società editrice storia di Napoli e della Sicilia| anno=1980|lingua=|titolo=La Sicilia antica: pt. 1. Indigeni, Fenici-Punici e Greci|volume=|cid=Gabba, Vallet 1980|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Santi Correnti|wkautore=Santi Correnti|editore=CUECM| anno=1984|lingua=|titolo=Ecologia e storia in Sicilia|volume=|cid=Santi Correnti, 1984|isbn=no}}
*{{cita libro |autore=Luigi Gallo|wkautore=|editore=Publications de l'École française de Rome|anno=1983|lingua=|titolo=Colonizzazione, demografia e strutture di parentela |volume=|cid=Gallo, 1983|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=Giovan Battista Pellegrini|wkautore=Giovan Battista Pellegrini|editore=HOEPLI EDITORE|anno=1990|titolo=Toponomastica italiana: <small>10000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, fiumi, monti spiegati nella loro origine e storia</small>|volume=|cid=Pellegrini, 1990 |isbn=9788820318352}}
*{{cita libro | autore=Karl Otfried Müller|wkautore=Karl Otfried Müller|editore=Guida Editori|anno=1991|titolo=Prolegomeni ad una mitologia scientifica, 1825 - tradotto da Luciano Andreotti|volume=|cid=Müller, 1825 (pubblicazione Andreotti, 1991)|isbn=9788878350823}}
*{{cita libro | autore=Lorenzo Braccesi|wkautore=|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|anno=1993|titolo=Hesperìa: studi sulla grecità di occidente|volume=III|cid=Braccesi, 1993|isbn=9788870628098}}
*{{cita libro | autore=Alessandra Coppola|wkautore=|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|anno=1995|titolo=Archaiologhía e propaganda: i Greci, Roma e l'Italia|volume=|cid=A. Coppola, 1995|isbn=9788870629255}}
*{{cita libro | autore=Francesco Carubia|wkautore=|editore=Boemi|anno=1996|titolo=Autori classici greci in Sicilia|volume=|cid=Carubia, 1996|isbn=no}}
*{{cita libro|autore=[[Valerio Massimo Manfredi]]|autore2=Lorenzo Braccesi|titolo=[[I Greci d'occidente]]|cid=Manfredi, Braccesi, 1996}}, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, ISBN 9788804480600
*{{cita libro | autore=Lorenzo Braccesi|wkautore=|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|anno=1998|titolo=Hesperia 9|volume=|cid=Braccesi, 1998|isbn=9788882650087}}
*{{cita libro | autore=Federica Cordano|wkautore=|autore2=Massimo Di Salvatore|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|anno=2002|titolo=Il Guerriero di Castiglione di Ragusa: greci e siculi nella Sicilia sud-orientale : atti del Seminario, Milano, 15 maggio 2000|volume=|cid=Cordano, Di Salvatore, 2002|isbn=9788882651633}}
*{{cita libro | autore=Cinzia Bearzot|autore2=Franca Landucci Gattinoni|editore=Vita e Pensiero|anno=2006|lingua=|titolo=Argo|volume=|cid=Giuseppe Racone, ''Argo'', 2006|isbn=9788834313879}}
*{{cita libro | autore=Giuseppe Paolo Di Bella|wkautore=|editore=M.P. Bartolone|anno=2008|titolo=Ortigia - L'isola mitologica e storica di Siracusa|volume=|cid=Di Bella, 2008|isbn=no}}
*{{cita libro | autore=[[:fr:François de Polignac|François de Polignac]]|editore=LA DECOUVERTE|anno=2010|lingua=francese|titolo=La naissance de la cité grecque: Cultes, espace et société, VIIIe-VIIe siècles, 1984|volume=|cid=de Polignac (pubblicazione 2010)|isbn=9782707155375}}
*{{cita libro | autore=Vincenzo Di Benedetto|wkautore=Vincenzo Di Benedetto|editore=Bur|anno=2010|lingua=|titolo=Odissea|volume=|cid=Di Benedetto, 2010|isbn=9788858649046}}
*{{cita libro | autore=Giovanna De Sensi Sestito|autore2=Maria Intrieri|editore=ETS|anno=2011|lingua=|titolo=Corcira fra Corinto e l'Occidente: rapporti e sincronismi di colonizzazione in Sulla rotta per la Sicilia: l'Epiro, Corcira e l'Occidente|volume=|cid=De Snesi Sestito, Intrieri, 2011|isbn=9788846730916}}
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