Quartu Sant'Elena e Biblioteche dell'Abruzzo: differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
|Nome=Quartu Sant'Elena
|Nome ufficiale={{Lingue|it}} Quartu Sant'Elena<br />{{Lingue|sc}} Quartu Sant'Alèni
|Panorama=Chiesa sant elena.jpg
|Didascalia=
|Bandiera=Bandiera Quartu.PNG
|Voce bandiera=
|Stemma=Quartu Sant'Elena-Stemma.png
|Voce stemma=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 1=Sardegna
|Divisione amm grado 2=Cagliari
|Amministratore locale=Stefano Delunas
|Partito=[[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|Data elezione=14/06/2015
|Data istituzione=
|Altitudine=
|Superficie=96.41
|Note superficie=
|Abitanti=71216
|Note abitanti={{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html|titolo=Statistiche demografiche ISTAT|accesso=12 dicembre 2015}}
|Aggiornamento abitanti=31-7-2015
|Sottodivisioni=[[Flumini di Quartu]]
|Divisioni confinanti=[[Cagliari]], [[Maracalagonis]], [[Monserrato]], [[Quartucciu]], [[Selargius]]
|Codice postale=09045, 09046
|Prefisso=[[070 (prefisso)|070]]
|Targa=CA
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=931
|Diffusività=
|Nome abitanti=quartesi
|Patrono=[[sant'Elena Imperatrice]]
|Festivo=14 settembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=
|Didascalia mappa=
}}
 
{{torna a|Abruzzo}}
'''Quartu Sant'Elena''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[ˈkwartusan'te:lɛna]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|accesso=16 marzo 2013}}</ref>, '''''Quartu Sant'Alèni''''' in [[lingua sarda|sardo]]<ref>Toponimo ufficiale in lingua sarda ai sensi dell'articolo 10 della Legge n. 482 del 15.12.1999, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 64 del 21.09.2010 [http://www.comune.quartusantelena.ca.it/download_documento.php?id=4282]. Sull'argomento vedi anche {{cita news|autore=Giovanni Manca di Nissa|url=http://edicola.unionesarda.it/Corrente/Articolo.aspx?Data=20100827&Categ=10&Voce=1&IdArticolo=2493841|titolo=Scelto dalla Regione il toponimo della città|pubblicazione=[[L'Unione Sarda]]|giorno=27|mese=08|anno=2010|accesso=27 agosto 2010}}</ref>) è un [[Comuni d'Italia|comune italiano]] di [[Comuni italiani per popolazione|{{formatnum:71216}} abitanti]]<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[città metropolitana di Cagliari]] in [[Sardegna]].
[[File:Pescara Palazzo del Governo 01 (raboe).jpg|thumb|Il Palazzo della Provincia di [[Pescara]], con un'ala sede della Biblioteca provinciale "Gabriele d'Annunzio"]]
Descrizione delle principali '''biblioteche dell'Abruzzo''' situate nelle città maggiori, e quelle più rilevanti dei comuni minori.
 
== Provincia dell'Aquila ==
È il terzo<ref>[http://www.tuttitalia.it/sardegna/97-comuni/popolazione/ Comuni sardi per popolazione]</ref> comune della regione per popolazione dopo [[Cagliari]] e [[Sassari]] e il secondo tra i diciassette che compongono la città metropolitana cagliaritana<ref>{{cita web| url=http://www.aisre.it/images/old_papers/TANDA.pdf| titolo=Verso la città metropolitana di Cagliari: problemi e strategie di governance di area vasta in una regione a statuto speciale| accesso=28 aprile 2015}}</ref>.
[[File:Camera di commercio l aquila.JPG|thumb|upright=0.8|Il [[Palazzo del Convitto]] (foto anno 2015) con la Camera di Commercio a L'Aquila, fino al 2009 sede della biblioteca "Salvatore Tommasi", temporaneamente trasferita nella zona industriale di Bazzano]]
*''[[Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi]]'' ([[L'Aquila]]): si trova presso il [[Palazzo del Convitto]], ricavato dall'ex convento di San Francesco nel 1878, benché la biblioteca esistesse già dal 1848. Fino al 2009 è stata presso il Palazzo del Convitto Nazionale insieme alla sede della Camera di Commercio, successivamente traslata dopo il terremoto in una nuova temporanea struttura presso Bazzano. La biblioteca ospita oltre 30.000 volumi, e una copia originale dell ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]], stampata in città nel XV secolo da Adamo da Rotweill. L'edificio storico è stato ricavato dalla grande sala di lettura dell'antico convento, a pianta rettangolare con volta a botte ricca di stucchi e pennacchi. La biblioteca era inoltre collegata alla sede del Liceo classico "Domenico Cotugno", con l'aula magna decorata da una tela di [[Teofilo Patini]].
 
*''Archivio di Stato dell'Aquila'': si trovava presso la storica sede del [[Palazzo del Governo (L'Aquila)|Palazzo del Governo]], accanto la chiesa di Sant'Agostino, pesantemente danneggiata dal terremoto del 2009 insieme al complesso. L'Archivio di stato di conseguenza è stato trasferito temporaneamente in una struttura a Bazzano. Istituito nel [[1835]] come Archivio provinciale del regno borbonico, ha avuto sede nell'ala posteriore dell'antico convento, trasformato nel periodo napoleonico nel Palazzo dell'Intendenza Provinciale, poi Prefettura.<ref>{{Cita web|url=http://www.asaq.beniculturali.it/index.php?it/101/larchivio-di-stato-comera/|titolo=L'Archivio di Stato, com'era}}</ref>Prima del 2009, si articolava in tre sedi: quella storica, con i fondi più antichi e importanti (pergamene, archivio comunale antico, antichi Catasti e atti notarili del distretto del Regno), la Direzione e l'ufficio amministrativo presso Palazzo Sidoni in Piazza della Rpubblica, la sede universitaria in via del Cardinale. e presso un edificio moderno nel centro antico, con gli archivi contemporanei (il catasto postunitario, quello del distretto militare, e lo stato civile preunitario).
== Geografia fisica ==
[[File:Sulmona - San Francesco della Scarpa 02.jpg|thumb|La "rotonda" di San Francesco della Scarpa a Sulmona: accesso al palazzo civico con la biblioteca "Ovidio Nasone"]]
[[File:Golfo Geremeas.JPG|thumb|Il mare di Geremeas]]
*''Biblioteca diocesana dell'Aquila "Cardinale Carlo Confalonieri"'': la biblioteca arcivescovile è una raccolta ordinaria di documenti manoscritti, stampati e monografie. Fortemente voluta dall'arcivescovo metropolitano Giuseppe Molinari, intitolata a Carlo Confalonieri (arcivescovo dal 1941 al 1950), nacque a servizio della diocesi e della città di L'Aquila con lo scopo di raccogliere i fondi storici della biblioteca del Seminario e fondi provenienti da donazioni di privati.<ref>{{Cita web|url=http://www.bibliotecaconfalonieri.it/biblioteca-confalonieri/cenni-storici.html/|titolo=Cenni storici}}</ref> Dopo una riorganizzazione del materiale, catalogato informaticamente, si è provveduto ad ampliare con opportuni aggiornamenti le sezioni di filosofia, teologia, area biblica e abruzzesistica in maniera tale da poter offrire un contributo valido non solo alle attività dell'Isituto Superiore di Scienze Religiose "Fides et Ratio", ma anche agli studiosi esterni, secondo le disposizioni emanate dall'autorità ecclesiastica. La biblioteca nel 2008 ha aderito al progetto CEI-bib, un sistema di catalogazione messa a punto dalla Conferenza Episcopale Italiana, che custodisce il catalogo collettivo delle biblioteche ecclesiastiche. Nel dicembre 2008 con dei lavori la biblioteca si era dotata di nuove sale, fino al terremoto del 2009 che ha danneggiato l'edificio. La biblioteca oggi è provvisoriamente spostata nel quartiere Torretta, poiché la sede in via San Marciano 25 è inagibile.
[[File:Molentargius.jpg|thumb|Saline nello stagno di Molentargius]]
{{vedi anche|Poetto|Margine Rosso|Marina di Capitana|Geremeas|Parco naturale regionale Molentargius - Saline}}
=== Territorio ===
La [[Città d'Italia#Sardegna|città]] di Quartu Sant'Elena sorge sulla parte meridionale della pianura del [[Campidano]]. Nel lato est della città si trova però il massiccio montuoso dei [[Parco dei Sette Fratelli - Monte Genis|Sette Fratelli]], ricoperto da boschi, dai cui alberi viene ricavato il sughero, ed è habitat naturale di cervi, aquile reali e cinghiali<ref name="geografia">{{cita web| url=http://www.comune.quartusantelena.ca.it/custom_g.php?id=3| titolo=Profilo della città - Ambiente e natura| editore=Comune di Quartu Sant'Elena| accesso= 9 settembre 2009}}</ref>. La cima più alta è il monte Serpeddì, che raggiunge i {{formatnum:1069}} metri di altezza.
==== Idrografia ====
Dal punto di vista idrografico bisogna prima di tutto ricordare che il comune può vantare ben 26&nbsp;km<ref name= geografia /> di litorale. La principale spiaggia è senz'altro quella del Poetto, che risulta essere sia la più estesa spiaggia cittadina che la più frequentata, grazie anche al fatto che sia raggiungibile attraverso numerose linee del [[CTM (Cagliari)|CTM]]. La spiaggia si estende dallo stabilimento dei Carabinieri fino alla spiaggia del Margine Rosso. Le altre spiagge degne di nota sono quelle di Sant'Andrea e Flumini, Cala Regina, Is Mortorius, Kal' e Moru, Capitana, Terra Mala e Murtaucci. Le spiagge di Murtaucci e del Poetto si sono anche fregiate della [[Bandiera Blu]]. Alcune di queste spiagge sono caratterizzate dall'aver una sabbia bianca molto fine, altre dalla presenza di pietroline e scogli. Quasi tutte le spiagge sono dotate dei principali servizi e tutte quante, compresa Terra Mala, sono raggiungibili tramite una o più linee del CTM.
 
*''Biblioteca della Deputazione di Storia Patria nell'Abruzzo "Anton Ludovico Antinori"'' (L'Aquila): si trova presso la [[Basilica di Santa Maria di Collemaggio]], intitolata al cardinale e storico aquilano [[Anton Ludovico Antinori]], corrispondente del Muratori, nata contemporaneamente alla Deputazione stessa (1888), raccogliendo le numerose pubblicazioni di cui la Istituzione storica veniva in possesso per delle donazioni, acquisizioni dirette e recensioni sul proprio periodico- La biblioteca si è successivamente arricchita di grandi donazioni, tra le quali quelle della famiglia Rivera, dell'avvocato Gabriele Sartorelli, l'avvocato Ciarletta e della famiglia Bafile. I fondi librari sono quasi tutti a carattere storico, sia in relazione dell'Abruzzo e del Molise, che a dimensione nazionale ed internazionale. Sono presenti con raccolte quasi tutte le complete pubblicazioni di tutte le Deputazioni e Società storiche riconosciute, produzioni editoriali periodiche e non di circa 150 Istituti di alta cultura italiani.
Il territorio della città comprende i due terzi dello stagno del [[Molentargius]] e dello stagno delle ex saline di Stato che dal [[1999]] costituiscono un [[parco naturale|parco naturale regionale]]<ref>{{cita web|autore=Regione Autonoma della Sardegna|url=http://www.regione.sardegna.it/j/v/86?v=9&c=72&s=1&file=1999005|titolo=Legge Regionale 26 febbraio 1999, n° 5|giorno=26|mese=2|anno=1999|accesso=9 settembre 2010}}</ref> e che sono ora riconosciuti come una delle più importanti zone umide d'Europa<ref name= geografia />. Qui nidificano 230 specie di uccelli<ref name="specie ornitiche del Molentargius">{{cita web|url=http://www.parcomolentargius.it/articolo.php?mid=2&sub=2&sub1=1&art=0|titolo=Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline. Uccelli|accesso=9 settembre 2010}}</ref> tra i quali il [[fenicottero rosa]], l'[[avocetta]], il [[cavaliere d'Italia]], il [[falco di palude]] e il [[pollo sultano]]<ref>{{cita web|url=http://www.parcomolentargius.it/galleria/pdf/389-284.pdf|titolo=Elenco delle 230 specie ornitiche nidificanti nel Molentargius|accesso=9 settembre 2010|formato=PDF}}</ref>; inoltre occasionalmente sono state osservate tre specie aliene ossi il [[Phoenicopterus ruber|fenicottero dei caraibi]], l'[[Chloephaga picta|oca di Magellano]] e il [[parrocchetto dal collare]]<ref name="specie ornitiche del Molentargius" />. Nei pressi della città sorge inoltre il bacino artificiale evaporante del Simbirizzi, utilizzato come riserva di acqua per irrigazione, data la sua residua salinità.
 
Nella città di [[L'Aquila]] sono inoltre presenti le varie biblioteche delle varie Facoltà dell'[[Università degli Studi dell'Aquila]] (Medicina, Farmacia, Scienze motorie, Lettere, Filosofia, Architettura, Lingue straniere), la Biblioteca della Camera di Commercio, le biblioteche dei monasteri di San Bernardino, Santa Chiara e San Giuliano, e la biblioteca della Sovrintendenza dei Beni Culturali.
In città inoltre scorrono alcuni torrenti, la maggior parte dei quali hanno carattere stagionale. Gli unici ad ospitare acqua tutto l'anno sono il rio Foxi (che è stato canalizzato negli [[anni 1980|anni ottanta]]) e il rio Su Pau.
 
*''Biblioteca comunale'' ([[Avezzano]]): è la principale biblioteca della città, situata in via Cavalieri di Vittorio Veneto, mentre la sede storica stava in via D'Annunzio. L'edificio è moderno, come la città, e conserva le principali opere, anche d'abruzzesistica e di storia della città e della Marsica.
=== Clima ===
Il clima di Quartu Sant'Elena è un clima tipicamente [[Clima mediterraneo|mediterraneo]], caratterizzato da estati calde e inverni miti. Le temperature estreme estive superano talvolta i 35&nbsp;°C, mentre quelle invernali scendono raramente sotto lo 0. Le precipitazioni sono maggiori nei mesi invernali, i mesi estivi risultano invece siccitosi. Il tasso d'[[umidità]], alto tutto l'anno, raggiunge il suo massimo nella stagione invernale. I venti che soffiano maggiormente sulla città sono lo [[scirocco]] e il [[maestrale]]
 
*''Biblioteca "Muzio Febonio"'' (Avezzano): si trova in un edificio storico nei pressi del Seminario diocesano, ed è la biblioteca più importante della città per quanto riguarda la sua storia e quella della Marsica. Essendo intitolata al famoso storico marsicano, contiene una copia stampata della ''Historia Marsorum''.
{{ClimaAnnuale
| nome = <!-- Se non indicato, apparirà "Mese" -->
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 14
| tempmax02 = 15
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| tempmax09 = 27
| tempmax10 = 23
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| tempmax12 = 15
<!-- Temperature medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
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| tempmedia12 = 11
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
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| tempmin11 = 10
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<!-- Temperature massime assolute mensili e relativo anno di rilevazione (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempassmax01 =
| annotempassmax01 = <!-- Se non vuoi far apparire la riga, non mettere il dato qui -->
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<!-- Temperature minime assolute mensili e relativo anno di rilevazione (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempassmin01 = <!-- Se non vuoi far apparire la riga, non mettere il dato qui -->
| annotempassmin01 = <!-- Se non vuoi far apparire la riga, non mettere il dato qui -->
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| annotempassmin12 =
<!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| pioggia01 = 46
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<!-- I giorni di pioggia (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| giornipioggia01 = <!-- Se non vuoi far apparire la riga, non mettere il dato qui -->
| giornipioggia02 =
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<!-- Le onde di calore (numero di giorni, anche con cifre decimali, con T.<small>max</small> ≥ 30°C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| warm01 = <!-- Se non vuoi far apparire la riga, non mettere il dato qui -->
| warm02 =
| warm03 =
| warm04 =
| warm05 =
| warm06 =
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<!-- I giorni di gelo (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| giornigelo01 = <!-- Se non vuoi far apparire la riga, non mettere il dato qui -->
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| giornigelo12 =
<!-- I giorni di nebbia (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| giorninebbia01 =
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| giorninebbia11 =
| giorninebbia12 =
<!-- Umidità percentuali medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in %), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| umido01 = 79
| umido02 = 77
| umido03 = 75
| umido04 = 73
| umido05 = 71
| umido06 = 67
| umido07 = 65
| umido08 = 65
| umido09 = 71
| umido10 = 77
| umido11 = 79
| umido12 = 80
<!-- Nuvolosità giornaliere medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in ottavi), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| nubi01 = <!-- Se non vuoi far apparire la riga, non mettere il dato qui -->
| nubi02 =
| nubi03 =
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| nubi07 =
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| nubi12 =
<!-- Insolazioni giornaliere medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in h), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| elio01 = 4
| elio02 = 5
| elio03 = 6
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| elio11 = 5
| elio12 = 4
<!-- Pressioni atmosferiche medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in hPa), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| pressione01 = <!-- Se non vuoi far apparire la riga, non mettere il dato qui -->
| pressione02 =
| pressione03 =
| pressione04 =
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| pressione06 =
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| pressione08 =
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| pressione10 =
| pressione11 =
| pressione12 =
<!-- Ventosità medie mensili, direzione (S-E-N-W-SSW-SSE-NNW-ecc.)
e valore (numero anche con cifre decimali, misurato in m/s), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| vento01 = NNW
| intensità01 = 16
| vento02 = WNW
| intensità02 = 16
| vento03 = NNW
| intensità03 = 15
| vento04 = SSE
| intensità04 = 15
| vento05 = SSE
| intensità05 = 15
| vento06 = SSE
| intensità06 = 15
| vento07 = SSE
| intensità07 = 15
| vento08 = SSE
| intensità08 = 15
| vento09 = SSE
| intensità09 = 15
| vento10 = SSE
| intensità10 = 16
| vento11 = NNW
| intensità11 = 16
| vento12 = NNW
| intensità12 = 16
}}
 
Altre biblioteche di rilievo in città sono l'Archivio di Stato dell'Aquila nella sezione di Avezzano, la biblioteca dei Cappuccini della chiesa di San Francesco, e la biblioteca dell'Agenzia Regionale.
== Storia ==
[[File:Sulmona -Santa Chiara- 2007 by RaBoe 01.jpg|thumb|Chiostro del convento di Santa Chiara a Sulmona]]
{{Nota
*''[[Biblioteca comunale Publio Ovidio Nasone]]'' ([[Sulmona]]): fu fondata nel 1812 nel Palazzo San Francesco, oggi sede del Comune, da un gruppo di privati. Il primo fondo bibliografico venne trasferito nella Biblioteca del Collegio degli Abruzzi situata nella [[Badia Morronese]]. Nel 1816 il Regio Collegio fu trasferito a L'Aquila, e non si ebbe più traccia dei volumi, né testimonianze dell'esistenza di biblioteche pubbliche a Sulmona fino alla realizzazione del Regno d'Italia. Nel 1865 il Comune fondò una nuova biblioteca pubblica arricchendola nei due anni successivi con numerose opere provenienti da [[Scanno]], [[Pacentro]], [[Raiano]] e [[Castel di Sangro]]. La biblioteca monumentale dei Francescani, nel palazzo civico, fu ornata di stucchi e intonaci, e conserva libri risalenti al XVI-XIX secolo. Nel 1958 fu dedicata a l poeta sulmonese [[Publio Ovidio Nasone]], in occasione del bimillenario della nascita.
|titolo=Le origini del nome
|contenuto=
Il nome del comune deriva dal latino ''Quarto ab urbe lapide''<ref>{{cita web| url=http://unionesarda.ilsole24ore.com/collane/casalis/definizione_casalis.aspx?d=124617| titolo=Cenni storici Quartu Sant'Elena| editore=Dizionario Angius/Casalis - La Sardegna paese per paese| accesso=10 settembre 2009}}</ref>. La città sorge infatti esattamente al quarto miglio della strada che collegava [[Cagliari]] a [[Palau (Italia)|Palau]] (attuale [[SS 125]]) e, fino a qualche anno fa (esattamente fino a quando venne costruito l'attuale mercato civico nell'attuale piazza G.B. Dessì), era ancora presente in città la [[pietra miliare]] di epoca romana denominata "sa perda mulla" dagli abitanti.
Nel [[1327]] i villaggi di Quarto Domino (o Donnico), Quarto Josso e Cepola vennero fusi in un unico paese col nome di Quarto<ref name="Storia2" />.
Il 14 settembre del [[1826]], con regio decreto, al nome della città venne aggiunto quello della [[Sant'Elena Imperatrice|Santa Patrona]] divenendo così Quarto Sant'Elena<ref name="Storia2" />. Nel [[1862]] il nome della città passò infine da Quarto a Quartu raggiungendo così l'attuale denominazione.
}}
=== Dai [[nuragici]] ai Pisani ===
[[File:Sa perda Mulla.jpg|thumb|left|"Sa Perda Mulla": pietra miliare romana]] L'origine di Quartu è antichissima. Nel suo territorio sono infatti stati trovati numerosi reperti risalente al periodo prenuragico e nuragico<ref name="Storia" >{{cita libro| | | titolo=Quartu Sant'Elena-Quando lo stagno si tinge di rosa| anno=2001| editore=La nuova golfo editore| città=Cagliari}}</ref>.
 
*''Biblioteca diocesana di Santa Chiara'' (Sulmona): si trova presso il [[monastero di Santa Chiara (Sulmona)|monastero di Santa Chiara d'Assisi]] in Piazza Garibaldi. Già biblioteca del seminario vescovile, la sua storia è legata al canonico Virgilio Orsini, letterato e storico che negli anni '60 si adoperò con grande impegno, acquistando molti volumi per l'istituzione di un primo fondo. Negli anni seguenti con varie donazioni di privati, la biblioteca si arricchì. I volumi furono collegati presso il palazzo vescovile, in un primo momento, nei pressi del Duomo, successivamente la biblioteca fu inaugurata nuovamente nel 2002 presso il Polo culturale diocesano di Santa Chiara, allestita in alcuni ambienti dell'ex convento.<ref>{{Cita web|url=http://www.visit-sulmona.it/poi/128/biblioteca-diocesana-di-santa-chiara/45#sthash.POEjf7Kb.dpbs/|titolo=Biblioteca Diocesana di Santa Chiara}}</ref>La sua gestione è affidata al personale della Soprintendenza BSAE dell'Abruzzo, insieme alla diocesi e al Comune. Il materiale bibliografico riguarda pressoché totalmente la religione, insieme a notizie storiche delle chiese della città e della valle Peligna.
Anche i fenici probabilmente si installarono a Quartu dato che molti studiosi sono d'accordo sul ritenere i toponimi Cepola e [[Geremeas]] di derivazione [[fenicia|fenici]]<ref name="Storia2" >{{cita web|autore=Guido Nossardi|url=http://www.guidonossardi.it/paginecitta/cennistorici.html|titolo=Cenni storici su Quartu Sant'Elena|accesso=31 agosto 2010}}</ref><ref name= Storia />. La presenza punica nel territorio quartese sarebbe provata anche dai ritrovamenti ceramici nella zona di Is Mortorius<ref name="Storia2" />.
[[File:Chiostro SMV Celano 1.jpg|thumb|Chiostro del convento di Santa Maria Valleverde a Celano]]
I romani installarono, invece, il loro insediamento a poche centinaia di metri da Cepola, e ne insediarono gli schiavi abbastanza vicini a [[Cagliari]] per essere controllati e abbastanza lontani per non disturbare la vita cittadina. Questi schiavi vennero fatti lavorare nelle vaste campagne e negli stagni di Quartu e del [[Molentargius]], da cui iniziarono l'estrazione del [[sale]]. Intorno a questi due centri nacquero tanti altri villaggi che diedero origine alle attuali città di Quartu Sant'Elena e [[Quartucciu]].
*''Biblioteca della Fondazione "Giuseppe Capograssi"'' (Sulmona): la biblioteca dell'Agenzia dipende dall'Assessorato alle Politiche Culturali della regione, per la diffusione della lettura e dell'informazione e la programmazione di eventi culturali. Fu istituita nel 1970, e nel 1984 ospitata nella sede progettata dall'architetto Paolo Portoghesi nei presi del Palazzo di Giustizia. La biblioteca possiede un patrimonio librario di circa 30.000 volumi, con ricca sezione di migliaia di testi per ragazzi, dispone inoltre di 1200 materiali multimediali, degna di rilievo è la sezione dedicata a Capograssi, contenente le sue opere e i testi critici del suo lavoro di giurista.
 
*''Biblioteca comunale "Beato Tommaso da Celano"'' ([[Tagliacozzo]]): si trova nel chiostro del convento di San Francesco, ed è una biblioteca che contiene varie opere per la consultazione, e dispone di oltre 6.000 volumi. La sezione storica di Tagliacozzo e delle sue chiese, insieme a volumi a tema religioso, si trova nella biblioteca del [[santuario della Madonna dell'Oriente]].
[[File:Panorama Quarto.jpg|thumb|Panorama di Quartu nell'Ottocento. In primo piano la Basilica di Sant'Elena Imperatrice in secondo piano la stazione tranviaria]]
Dopo la parentesi [[vandali]]ca e la dominazione [[bizantina]], intorno all'[[anno 1000]] erano quattro i villaggi che sorgevano nei pressi dell'attuale città e questi erano: Quarto Domino (o Donnico), Quarto Josso, Cepola e Quarto Suso (o Quartutxo da cui poi prenderà il nome l'adiacente comune di [[Quartucciu]]), facenti parte del [[giudicato di Cagliari]].
 
*''Biblioteca comunale "Vincenzo Balzano"'' ([[Castel di Sangro]]): dedicata al sindaco castellino che amministrò la città nel primo '900, si trova in Piazza Plebiscito ed ospita vari volumi di narrativa e trattatistica abruzzese.
Nel [[1070]] il [[Giudici di Cagliari|giudice]] [[Orzocco Torchitorio I|Torchitorio I]] donò all'Arcivescovo di Cagliari i villaggi di Quarto Josso e di Cepola per assicurarsi anche la protezione della chiesa contro le invasioni dei [[corsari barbareschi|corsari saraceni]].
 
*''Museo e biblioteca del convento di Santa Maria Valleverde'' ([[Celano]]): fin dalle origini, il convento di Santa Maria di Valleverde fu dotato di una biblioteca discreta, necessaria per lo studio dei novizi e per la predicazione, meritando nel 1846 l'istituzione di uno "Stdudio generale" di prima classe, con la presenza di studenti anche di altre regioni. Da un inventario del 1600 la biblioteca risultava fornita di 160 volumi, di cui 53 ad "usum commune" e 107 "ad usum fratrum".<ref>{{Cita web|url=http://www.caicelano.it/celano/arte-e-cultura/biblioteca-museo-santa-maria-valleverde/|titolo=Biblioteca e Museo di Santa Maria Valleverde}}</ref>Nel '700 la biblioteca fu accresciuta dal padre Cesareo da Celano, che fu rettore provinciale, e successivamente entrò nella Collezione Pietro Antonio Corsignani, donata agli ultimi eredi. Nel 1811 la biblioteca contava 357 titoli. Nel 1982 la biblioteca si arricchì grazie al padre Osvaldo Lemme di vari titoli, per via di acquisti e donazioni del marchese Giulio Dragonetti, Giuseppe Capograssi, Ettore Petrolini, Casimiro Centi. Oggi la biblioteca con l'annesso archivio si trova nei piani superiori del convento, ricca di 100.000 titoli, tra i quali si annoverano manoscritti atografi di Manzoni, Tolstoj, Carducci, Hugo, Silone, Donizetti.
A seguito della scomparsa manu-militari del giudicato cagliaritano nel [[1258]], il territorio passò sotto l'amministrazione [[pisana]]; in questo periodo ci furono vari lavori urbanistici nei paesi di Cepola, Quarto Domino e Quarto Josso che resero questi tre paesi un unico centro.
 
*''Centro studi "Antonio De Nino"'' ([[Pratola Peligna]]): è un importante centro di studi con annessa biblioteca che raccoglie il materiale di studi dell'archeologo locale [[Antonio De Nino]], che riscoprì il popolo dei [[Peligni]] e dei [[Vestini]] tra Sulmona e L'Aquila, organizzando varie campagne di scavo a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. La biblioteca contiene quasi tutti gli studi dell'autore.
=== Dalla dominazione Pisana al Novecento ===
Nel [[1324]] [[Giacomo II d'Aragona]], dopo una vittoriosa [[Conquista aragonese della Sardegna|campagna militare]] contro la [[repubblica di Pisa]], fondò il [[Regno di Sardegna]] e i vari villaggi entrarono quindi a far parte di questo regno.
 
*''Biblioteca-mediateca comunale "Vincenzo Tanturri"'' ([[Scanno]]): si trova nel piano terra del palazzo storico della scuola elementare, costituita da un patrimonio librario di 10.000 volumi di vario genere, tra cui opere Scannesi del '700, quali i testi di Antonio Silla e Arcangelo De Angelis<ref>{{Cita web|url=http://www.visit-scanno.it/poi/946/mediateca-comunale-vincenzo-tanturri/45#sthash.HfDKjLxu.dpbs/|titolo=Mediateca comunale Vincenzo Tanturri}}</ref>, nonché i romanzi finalisti al Premio Scanno. Di pregio alcune "cinquecentine", la biblioteca dispone di 4 postazioni internet e di una sala multimediale.
Con un regio decreto di [[Giacomo II d'Aragona]] del [[1327]] i villaggi di Cepola, Quarto Domino e Quarto Josso (ormai contigui da tempo) vennero fusi insieme e chiamati solamente Quarto<ref name="Storia2" />.
 
== Provincia di Pescara ==
Nell'autunno del [[1353]] la villa di Quartu fu occupata dalle armate giudicali di [[Mariano IV di Arborea]], poi sconfitte poco dopo dalle forze aragonesi in una [[battaglia di Quartu|battaglia campale]] svoltasi i primi di ottobre dello stesso anno.
[[File:Palazzo Provinciale Pescara DSC00224.JPG|thumb|Palazzo del Governo a Pescara: l'ala laterale della biblioteca "Gabriele d'Annunzio"]]
*''Biblioteca provinciale "Gabriele d'Annunzio"'' ([[Pescara]]): si trova presso il Palazzo del Governo in Piazza Italia, istituita immediatamente dopo il 1927, quando fu creato il comune di Pescara con l'annessa provincia. Si occupa dell'acquisizione, accrescimento, conservazione e valorizzazione del patrimonio informativo e documentario, con particolare attenzione al patrimonio del territorio abruzzese, della cultura e dell'identità locale.<ref>{{Cita web|url=http://www.provincia.pescara.it/index.php?option=com_content&view=article&id=115&Itemid=162/|titolo=Servizio biblioteca provinciale}}</ref>Garantisce servizi essenziali alle biblioteche (informazione, consultazione e prestito), progettando ed attuando nuovi servizi tecnologicamente avanzati. Collabora con l'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara, dal 2010 gestisce l'Archivio di Storico dell'Ente di Pescara, e collabora con altre università italiane. Un fondo particolare è costituito dai documenti del Regio Subeconomati dei benefici vacanti, databili dal 1792 al primi decenni del XX secolo, confluiti nell'archivio provinciale tra il 1943 e il '44, quando gli uffici della Provincia e della Prefettura furono provvisoriamente trasferiti a [[Civitaquana]], poi a [[Pianella]]. Importante è anche la sezione del poeta ''[[Gabriele d'Annunzio]]'', che consta di 2500 documenti: il materiale è diviso in due sezioni: le opere del poeta, tra le quali manoscritti e prime edizioni, organizzate mediante prestiti anche con il fondo del Museo cada natale di D'Annunzio nel rione Porta Nuova, e i saggi successivi sulla personalità di D'Annunzio stesso. Vi si trovano anche lettere del poeta con amici e con la figlia "Cicciuzza". Nel 70simo anniversario della morte, si è intitolata una sala al poeta, con successivo trasferimento di tutto il materiale bibliografico su D'Annunzio nella sala stessa.
 
*''Biblioteca delle Genti d'Abruzzo e Biblioteca "Vittoria Colonna"'' (Pescara): si trova presso la vecchia fortezza borbonica del corso Manthoné, all'interno del [[Museo delle Genti d'Abruzzo]]. La biblioteca costituisce un complemento alle attività dell'ente ed alle sue ricerche, oltre che uno strumento per gli utenti interessati alle tematiche del museo dedicato alla storia culturale-sociale dell'Abruzzo. Essa si divide nella sezione delle Genti d'Abruzzo e nella sezione civica "[[Vittoria Colonna]]". La prima consta di 4000 documenti tra volumi, riviste e opuscoli, specializzata in abruzzesistica: etnografia, protostoria, storia locale, pastorizia, transumanza, tradizioni varie; la seconda sezione possiede l'archivio storico "Giovanni Pansa", e raccoglie testi di storia dell'arte locale. Il fondo dedicato al medico pennese Giovanni Pansa è stato istituito nel 1978, trasferito nel Museo nel 1988, e contiene numerosi documenti storici importanti per la storia locale abruzzese, specialmente del distretto di [[Penne (Italia)|Penne]]. Il Fondo consta di 2300 volumi, 3100 opuscoli e nutrita collezione di cataloghi di aste numismatiche e vendite d'arte delle principale case d'asta italiane e straniere, 60 testate di riviste di fine '800 e inizio '900. Tra i volumi si segnalano 44 "cinquecetine", circa 1300 edizioni del '600,'700,'800, 14 manoscritti sulla storia regionale.<ref>{{Cita web|url=http://www.gentidabruzzo.com/?page_id=354/|titolo=Biblioteca}}</ref>
Tra il [[XVI secolo|XIV]] e il [[XV secolo]] la città fu bersaglio di frequenti e feroci attacchi barbareschi che insieme alle epidemie, alle carestie e alle invasione delle cavallette, contribuirono all'indebolimento dell'economia cittadina e ad una riduzione drastica degli abitanti.
 
A Pescara si trovano anche la sezione dell'Archivio di Stato, la biblioteca universitaria di viale Pindaro delle sezioni di Architettura e Lingue straniere, la biblioteca "Fra' Tommaso da Celano", la biblioteca "Basilio Cascella" e quella della Soprintendenza dei Beni Culturali.
Nel [[1426]] Quarto venne trasformata in Baronia e venne concessa in Feudo da [[Alfonso il Magnanimo]] a Antonio de Sena, ma verso la fine del secolo rientrò a far parte del patrimonio regio Aragonese.
[[File:Pescara via delle caserme0002.JPG|thumb|Via delle Caserme a Pescara storica, l'ingresso alla biblioteca "Vittoria Colonna"]]
[[File:Quartu Sant'Elena - Torre di Foxi (2).JPG|thumb|Torre di Foxi]]
*''Biblioteca diocesana "Carlo Maria Martini"'' (Pescara-Penne): è stata aperta nel 2017 da Monsignor Tommaso Valentinetti, per dare una nuova sede al fondo conservato presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "G. Toniolo", divenuto troppo piccolo, poi per dare all'istituto una biblioteca in grado di soddisfare le esigenze accademiche. La nuova sede è costituita da più livelli collegati tra loro, d ospita importanti documenti di natura teologica e filosofica di carattere accademico.
Nel [[1520]] la città, una notte, fu invasa dai corsari che sbarcarono nei pressi del paese. Questi si avviarono verso la città per saccheggiarla ma i quartesi accortisi dell'avanzata nemica si armarono e attaccarono e sconfissero i nemici. Alcuni di questi riuscirono a tornare alle navi, altri invece furono catturati e tenuti prigionieri nella strada nota tuttora come via Mori<ref>{{cita libro|autore=Beatrice Saddi|coautori=Carla Onnis|titolo=Chiesa di Sant'Elena Imperatrice. Il gioiello della città di Quartu|anno=1999|città=Quartu Sant'Elena|capitolo=Capitolo 2 - Una storia molto sofferta: i gravi mali che attraverso i secoli hanno colpito i quartesi}}</ref>.
 
*''Biblioteca comunale dell'Agenzia Promozione Culturale'' ([[Penne (Italia)|Penne]]): è la principale biblioteca del Comune, nata nel 1981, constante di 19.000 volumi con sala di lettura da 40 posti
Per proteggere la zona dagli attacchi saraceni, dopo che nel [[1582]], un violentissimo attacco coinvolse tutti i paesi vicino a Cagliari, gli spagnoli fecero costruire delle [[Torri costiere della Sardegna|torri di osservazione]] di cui cinque nel litorale quartese (Cala Regina, Is Mortorius, Sant'Andrea, Foxi e [[Torre di Carcangiolas|Carcangiolas]]).
[[File:Quartu Sant'Elena (CA), danni alluvione 1889.jpg|thumb|left|Danni causati dall'[[alluvione]] del [[1889]]]]
Nel [[1652]] anche Quarto fu colpita dall'epidemia della peste che decimo la già provata popolazione.
 
*''Biblioteca del convento di Santa Maria in Colleromano'' (Penne): il grande plesso conventuale si trova sul colle che guarda verso la città. Risalirebbe al [[1230]], in custodia della diocesi della provincia. L'aspetto attuale, dopo interventi del [[XVII secolo]], è frutto di alcuni restauri degli anni '50 che hanno cercato di riportate il convento all'aspetto medievale. Nei chiostri e in parte dei corridoio porticati, sono sistemati pregevoli pezzi del lapidario tra i quali i resti di un altare benedettino del XIV secolo. Nel chiostro maggiore è conservata una nicchia scavata sul muro del piano superiore, con una statua della Madonna assisa, con sulle ginocchia il modellino della chiesa con la facciata barocca del 1792, successivamente smantellata con i restauri. Importantissima è la biblioteca del convento con vari codici storici, tra i quali 5 centine, provenienti dal convento di San Domenico. Altri ambienti del convento ospitano una Pinacoteca, con opere a carattere religioso, un Museo etnografico, che raccoglie testimonianze della presenza dei Frati Minori nei vari paesi dell'America, dell'Asia e dell'Africa.<ref>{{Cita web|url=http://www.visitpenne.it/cosa-vedere/chiesa-di-santa-maria-in-colleromano.php/|titolo=Chiesa di Santa Maria in Colleromano}}</ref>
Nel [[1711]] Quarto venne concessa in feudo a Francesco Pes e ai suoi discendenti da parte di [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]]<ref name="Storia2" />. Nel [[1718]] il villaggio, come il resto della [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Sardegna]], passò in mano ai [[Casa Savoia|Savoia]]. Con loro per Quartu iniziò la crescita economica, anche se momentaneamente i Savoia riconfermarono la Baronia in favore della famiglia Pes<ref name="Storia2" />, che la tennero fino al [[1836]].
 
*''Biblioteca comunale "N. Castagna"'' ([[Città Sant'Angelo]]): nel corso dell'800 Città Sant'Angelo ebbe tra le ricche famiglie quella dei Castagna. Il ricco Nicola Castagna divenne sindaco della città e il 2 ottobre 1904 scrisse un testamento olografo, dove donava al comune tutto il patrimonio della sua abitazione, composto da libri, manoscritti e autografi, con l'intento di creare una biblioteca pubblica. La biblioteca si trova presso il palazzo municipale, vicino alla chiesa di San Francesco, ed è ricca di documenti unici sulla famiglia Castagna, insieme a testi rari e storici, con dediche e appunti.
Nel [[1793]] Quartu venne [[Spedizione francese in Sardegna|attaccata]] dai [[Francia|francesi]] che si installarono nell'attuale parco Andrea Parodi (parco intorno alla chiesa di Sant'Andrea) e nella zona della chiesa di San Forzorio<ref name="Sanforzorio">{{cita web| url=http://new.monumentiaperti.com/scheda.php?idm=581&idc=110| titolo=San Forzorio| editore=Monumenti aperti| accesso=12 settembre 2009}}</ref>. Dopo lunghe lotte i Quartesi riuscirono a scacciare i francesi dal loro territorio.
 
*''Biblioteca comunale di [[Pianella]]'': è stata istituita nel 1978, inizialmente ospitata fuori il centro storico, e poi nel 2001 riportata nel palazzo comunale.<ref>{{Cita web|url=http://www.abruzzovacanze.net/vr.php/it/3640/|titolo=Biblioteca Municipale}}</ref>Oltre ai volumi iniziali, negli ultimi anni si sono aggiunti 1.500 testi destinati esclusivamente ai ragazzi di età compresa tra i 3 e i 14 anni. All'interno dell'area per ragazzi, inaugurata nel 2004, è stato creato un ambiente speciale per lo svago dei bambini.
Nel [[1861]] avvenne l'[[Seconda guerra d'indipendenza|unificazione italiana]] e Quartu entrò a far parte del nuovo [[Regno d'Italia|regno]].
 
== Provincia di Chieti ==
Nel [[1862]] il comune raggiunse l'attuale denominazione.
*''Biblioteca comunale "Angelo Camillo De Meis"'' ([[Chieti]]): istituita nei primi anni '30 nell'attuale Piazza dei Templi Romani, nel 2005 subì una frana, che la fece chiudere, e trasferire temporaneamente in una strutture del quartiere Filippone- I progetti per il futuro hanno previsto una nuova sede presso l'ex ospedale della caserma Bucciante nella villa comunale. L'edificio storico della De Meis, in restauro per diventare un centro di eventi culturali, ha un impianto polistilistico, a pianta a ventaglio, con una poderosa torre littoria, e facciata semicircolare, in stile razionalista del periodo del Ventennio. La biblioteca ospita vari volumi, ed è una delle più ricche della città.
[[File:Pitz'e Serra.JPG|thumb|Il quartiere di Pitz'e Serra, sorto negli anni ottanta]]
[[File:Seminario regionale chieti.JPG|thumb|Palazzo del Seminario diocesano "San Pio X"]]
Nel [[1868]], l'8 ottobre del [[1881]] e il 5 ottobre del [[1889]] Quartu, come altri centri del campidano subì delle alluvioni causate da forti piogge torrenziali. L'alluvione del [[1889]] fu quella più forte e di cui maggiormente ci si ricorda. Morirono 25 persone, i feriti furono alcune centinaia, oltre 2000 gli sfollati, inoltre cinquecento edifici furono totalmente distrutti mentre molti di quelli rimasti in piedi subirono gravi danni<ref>{{cita web| url=http://web.tiscali.it/cvargiu/quartu_storia/| titolo=L'Alluvione| accesso=9 settembre 2009}}</ref>.
*''Archivio di Stato di Chieti'': si trova in via Ferdinando Ferri.
 
*''Biblioteca civica di Chieti'': è la biblioteca principale di Chieti, situata nel quartiere dello Scalo, in Piazza Carafa.
=== Dal Novecento a oggi ===
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento a Quartu vennero costruite tante nuove strutture come la cantina sociale, le [[fornaci di laterizi Picci]], le [[fornaci di laterizi Maxia]], la stazione tranviaria, la caserma dei carabinieri con annesse le carceri, il pastificio Rosas, la cartiera Perra, la distilleria Cabras e qualche cinema.
 
*''Biblioteca dell'Università "Ettore Paratore"'' (Chieti): è la biblioteca principale dell'[[Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio"]], situata nella palazzina rossa della Facoltà di Lettere nel campus di Chieti Scalo. Ubicata su tre piani, ha spazi alla lettura di periodici, e ai fondi del piano terra, sale di consultazione e studioli per i laureandi al primo piano, una sala informativa al secondo. La biblioteca è intitolata allo studioso Ettore Paratore che presso l'università catalogò il primo fondo. Altri prestigiosi fondi sono quelli di A. Mola, A. Piccone Stella e S. Pasquanzi
Il 9 gennaio [[1959]] con decreto del presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] Quartu è stata insignita del titolo di Città<ref>Vedi l'articolo 7 comma dello Statuto comunale [http://incomune.interno.it/statuti/statuti/quartu_santelena.pdf].</ref>.
 
*''Biblioteca del Seminario diocesano'' (Chieti): si trova nell'antica Villa Nolli, oggi sede del "Pontificio seminario regionale "San Pio X". Fu fondata nel 1914, disponendo di un patrimonio di circa 35-000 volumi a stampa e periodici estinti e correnti, riguardanti le [[Sacre scritture]], teologia, diritto canonico, filosofia, liturgia, patristica, storia della Chiesa. La biblioteca inoltre promuove e favorisce al ricerca scientifica degli alunni dell'Istituto Teologico Abruzzese-Molisano, e degli studiosi delle discipline teologiche e filosofiche.<ref>{{Cita web|url=http://www.seminariochieti.it/biblioteca/|titolo=Biblioteca}}</ref>Nella sala di consultazione è collocata una riserva di libri adottati dai docenti nell'ambito dei corsi accademici dell'anno corrente. I testi antichi antecedenti il 1831 possono essere consultati soltanto sotto il controllo del personale di sala.
Tra gli anni ottanta e gli anni novanta Quartu subì una grandissima crescita demografica, grazie anche alla costruzione del nuovo quartiere di Pitz'e Serra. Nello stesso periodo la città vide i suoi abitanti più che raddoppiati, soprattutto grazie alla vicinanza di [[Cagliari]] nel cui agglomerato urbano è ormai incorporata.
[[File:Vasto Palazzo Ritucci Chinni settembre 2017.jpg|thumb|Palazzo Ritucci Chinni a Vasto, ed a fianco il palazzo della biblioteca Mattioli]]
 
*''Biblioteca comunale "Raffaele Mattioli"'' ([[Vasto]]): si trova sul Corso De Parma, a fianco il Palazzo Ritucci Chinni. Nel 1988 i figli del banchiere Raffaele Mattioli di Vasto, decisero di donare alla città il loro palazzo familiare, affinché fosse adibito a finalità culturali. Integrarono la donazione con circa 3.000 volumi della biblioteca paterna, il cui Raffaele fu presidente della Banca Commerciale Italiana. Il Comune accettò la donazione per fondare la nuova biblioteca nel Palazzo Mattioli, che venne prima restaurato dall'architetto Maurizio Smargiassi, in modo da sfruttare bene gli spazi a disposizione senza stravolgere troppo l'architettura antica. Nell'ottobre 1998 il Comune trasferì i volumi della Casa Rossetti nella biblioteca civica, lasciando in Largo Piave l'importante sezione dell'Archivio Storico Comunale. Al pianterreno la biblioteca ha una prestigiosa sala di lettura e dimostra varie.
Attualmente Quartu, con oltre 70000 abitanti, è la terza città della Sardegna per popolazione dopo [[Cagliari]] e [[Sassari]].
 
[[File:Casa Rossetti.jpg|thumb|upright|left|Casa di Gabriele Rossetti]]
=== Simboli ===
*''Biblioteca del centro studi "Casa di Gabriele Rossetti"'': si trova nella casa natale del poeta [[Gabriele Rossetti]]. La casa dopo la morte del poeta a [[Londra]], divenne sede della storica biblioteca civica, e nel 1952 la casa fu ampiamente restaurata per diventare sede del centro sturi rossettiani. Si trova sulla loggia Amblingh affacciata sul mare, la sala di lettura è intitolata a Pompeo Giannantonio, docente di letteratura presso l'Università di Napoli e primo commentatore critico dell'opera rossettiana.
[[File:Quartu Sant'Elena-Gonfalone.png|right|160px]]
Lo stemma del comune di Quartu Sant'Elena è uno scudo rosso con due spade incrociate e con in basso una pietra miliare di colore verde con incisa la cifra romana IV. All'esterno ha nel lato destro un ramo di [[quercia]] e nel lato sinistro un ramo di [[olivo]], legati insieme da un nastro tricolore. Lo scudo è sovrastato dalla corona di città.
 
La città del Vasto possiede anche la Biblioteca Capitolare in Piazza Pudente, principale sede degli studi teologici, poi la biblioteca del convento dei Cappuccini di Santa Maria Incoronata, e la sede dell'Agenzia Regionale per la Promozione Culturale.
Araldicamente è così descritto: ''di rosso a due spade d'argento, guarnite d'oro, decussate, accompagnate da una pietra miliare di verde, caricata dal numero romano IV, d'oro. Ornamenti esteriori di città.''<ref name="Stemma">Testo unico del regolamento per l'uso dello stemma, del gonfalone, della bandiera comunale, della fascia tricolore, della bandiera della Repubblica Italiana, dell'Unione Europea e della Regione Autonoma della Sardegna</ref>
 
*''Biblioteca comunale "Raffaele Liberatore"'' ([[Lanciano]]): si trova fuori il centro storico presso la nobile Villa Marciani. La biblioteca ebbe origini nel 1868 quando dopo la soppressione dei conventi, il comune entrò in possesso delle librerie di Frati Minori Osservanti di San Francesco e dei Cappuccini di Sant'Antonio, per rendere pubblico il patrimonio librario. Per molti anni la biblioteca civica ebbe scarso incremento e non fu sempre aperta ai lettori. Nel 1921 con solennità fu intitolata al lancianese Raffaele Liberatore, letterato, storico e filosofo. Dal 1925 ebbe incremento per lasciti e donazioni private, e funzionò con regolarità.<ref>{{Cita web|url=http://www.lanciano.eu/comune/index.php?option=com_content&view=article&id=250&Itemid=197/|titolo=La biblioteca a l'Archivio Storico}}</ref>Nel 1964 è stata trasferita dalla vecchia sede presso il liceo classico Vittorio Emanuele II, in locali più vasti e decorosi, e dal 2006 definitivamente presso Villa Marciani. La biblioteca è specializzata in abruzzesistica e in saggi e documenti su Lanciano, con volumi storici e di approfondimenti concentrati nella sezione dell'Archivio Storico di Lanciano, presso il Palazzo De Crecchio, nel centro storico. La sede di Villa Marciani consta di 80.000 volumi, molti dei quali della locale casa editrice "[[Rocco Carabba]]", insieme ad incunaboli, cinquecentine, seicentine, e manoscritti vari.
Fino al [[2003]] lo scudo dello stemma era di colore bianco e verde<ref>I colori dello stemma sono stati modificati con l'approvazione del "Testo unico del regolamento per l'uso dello stemma, del gonfalone, della bandiera comunale, della fascia tricolore, delle bandiere della Repubblica Italiana, dell'Unione Europea e della Regione Autonoma della Sardegna", delibera del consiglio comunale n°15/0</ref>.
[[File:Lanciano - Palazzo Arcivescovile.jpg|thumb|upright=1.2|Il palazzo vescovile di Lanciano]]
*''Biblioteca diocesana di Lanciano'': situata presso il palazzo vescovile, istituita nel 1987 per volere dell'arcivescovo Enzio D'Antonio. Inizialmente era composta da due grandi fondi librari, quello del seminario e quello del Capitolo della Cattedrale, e successivamente furono aggiunti fondi minori come quello dell'Episcopio, e l'altro personale del Monsignor Alberto Carinci<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/1317/Biblioteca+diocesana/|titolo=Biblioteca diocesana}}</ref>. Il fondo del Seminario, dopo i lavori che distrussero la scaffalatura antica negli anni '60, giacque nella stanza per vent'anni, e grazie all'aiuto di volontari il materiale è stato riordinato. Il fondo librario della Cattedrale si trovava sopra la sagrestia in completo disordine, e successivamente il materiale fu riordinato e trasferito in nuova sede. Il trasferimento iniziò nel 1988 sotto la guida del dottor Michele Scioli, direttore della biblioteca. Furono restaurati il primo piano, il salone con scaffalature, il secondo piano con ballatoio e tavoli di consultazione. I due fondi maggiori comprendono testi di svariate discipline dalla letteratura alla matematica, mentre altri incunaboli ed edizioni a stampa contengono opere di [[Giovanni Pico della Mirandola]], gli ''Annalis Frentanorum'' di [[Anton Ludovico Antinori]], e le ''Vite dei pittori'' di [[Giorgio Vasari]].
 
[[File:Palazzo Corvo (interni) - Ortona, Corso Matteotti.jpg|thumb|Palazzo Corvo di Ortona, sede dell'Istituto Nazionale Tostiano, e della biblioteca musicale]]
Il gonfalone è invece un drappo quadrangolare dai colori bianco e verde, ornato di ricami d'oro, caricato dallo stemma comunale e riportante nella parte superiore il nome del comune.<ref name= Stemma />
*''Biblioteca diocesana "San Domenico"'' ([[Ortona]]): si trova sul corso Matteotti, presso l'ex convento degli agostiniani di San Domenico. Fu istituita nel 1941 come "biblioteca del clero", trasformata in biblioteca Capitolare successivamente, e solo nel 1999 in biblioteca diocesana. Ha una specializzazione di testi di filosofia, teologica, e altri fondi di letteratura, storia, arte e abruzzesistica. Conserva inoltre l'archivio storico della Cattedrale di San Tommaso.
 
*''Biblioteca musicale dell'Istituto Nazionale Tostiano'' (Ortona): si trova presso il Palazzo Corvo nel centro storico, creata nel 1996 insieme al Museo dell'Istituto Nazionale "[[Francesco Paolo Tosti]]", dedicata al materiale musicale del compositore e di altri abruzzesi. La biblioteca conserva periodici, monografie, partiture a stampa e manoscritti, con 10.000 documenti e fondi importanti. I fondi sono quelli di Giuseppe Montanari, Giampiero Tintori, Cesare Serafini, Antonio Garzarelli, Giuseppe Gargarella.<ref>{{Cita web|url=http://www.istitutonazionaletostiano.it/it/biblioteca-musicale/|titolo=Biblioteca Musicale}}</ref>
La bandiera comunale presenta gli stessi colori del gonfalone.<ref name= Stemma/>
[[File:Biblioteca Guardiagrele1.jpg|thumb|left|L'ex chiesa di Santa Maria del Popolo a Guardiagrele, oggi sede della biblioteca]]
*''Biblioteca comunale "Antonio Russo"'' ([[Francavilla al Mare]]): si trova presso il Palazzo San Domenico nel centro storico, collegata con il Museo "Francesco Paolo Michetti" (o anche "MuMi"). Istituita nel 1998 circa, è la biblioteca principale della città, con diversi volumi per la consultazione, tra cui una sezione speciale dedicata al pittore abruzzese.
 
*''Biblioteca comunale "Teodoro Rosica"'' ([[Guardiagrele]]): si trova in Piazza Santa Maria Maggiore, presso 'ex chiesa di Santa Maria del Popolo. Istituita alla fine degli anni '90, occupa tutta la navata unica della chiesa, e si divide in un due sezioni, dedicate ai ragazzi, e alla specialistica in storia locale e abruzzesistica. Conserva anche delle prime edizioni del poeta locale [[Modesto Della Porta]].
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine= Corona di città.svg
|nome_onorificenza= Titolo di Città
|collegamento_onorificenza= Città d'Italia
|motivazione= Per le sue tradizioni storiche e per i meriti acquisiti dalla sua Comunità<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/quartu_santelena.pdf Vedi l'articolo 7 comma 6 dello Statuto comunale]</ref>
|luogo= }}
 
*''Biblioteca comunale "A. Bajocco"'' ([[Atessa]]): si trova presso il corso Vittorio Emanuele, ed è specializzata in sezioni per ragazzi, e nei manoscritti musicale di [[Antonio Di Jorio]], compositore di musica da banda locale.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Nel territorio della città di Quartu, sorgono numerose chiese cattoliche, di cui sette parrocchiali, una chiesa parrocchiale [[Chiesa greco-ortodossa|greco-ortodossa]] e una di culto [[Pentecostalismo|cristiano evangelico pentecostale]].
{{vedi anche|Basilica di Sant'Elena Imperatrice}}
[[File:Facciata Basilica di Sant Elena.jpg|thumb|Basilica di Sant'Elena Imperatrice]]
La chiesa principale è la Basilica di Sant'Elena Imperatrice, dedicata alla [[Flavia Giulia Elena|patrona della città]]. La chiesa attuale fu edificata tra il [[1809]] e il [[1825]] sulle rovine della chiesa precedente, andata distrutta in un incendio, e venne consacrata nel [[1828]]. La chiesa, completamente [[affresco|affrescata]] è a piana latina con tre navate, di cui la centrale più grande rispetto alle altre due. Al suo interno si possono ammirare ancora intatti il pulpito e il fonte battesimale, già presenti nella precedente chiesa e risalenti al XVIII secolo. Il 19 luglio [[2007]] alla chiesa è stato conferito il titolo di [[Basilica|Basilica pontificia minore]]<ref>{{cita libro| nome=Ida | cognome=Farci | titolo=Guida alla Basilica di Sant'Elena | anno=2007 | | città=Quartu Sant'Elena | capitolo=Restauro e adeguamento liturgico negli anni 1996-99 ed elevazione a Basilica minore }}</ref>.
 
== Provincia di Teramo ==
Un'altra chiesa parrocchiale che sorge all'interno della città è la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, risalente al XX secolo e sità nel centro della città tra le vie Pellico ed Iglesias, nota per le attività ricreative organizzate nell'oratorio parrocchiale. La chiesa, a tre navate, vanta una grande luminosità al suo interno.
[[File:Biblioteca Delfico Scalinata pre inaugurazione.jpg|thumb|upright=0.8|Scalinata monumentale del Palazzo Delfico a Teramo]]
*''[[Biblioteca regionale Melchiorre Dèlfico]]'' ([[Teramo]]): si trova prezzo il Palazzo Delfico; nel 1814 fu inaugurato a Teramo il Regio Collegio, nel 1816 con il decreto di [[Gioacchino Murat]] fu istituita la biblioteca, e la costruzione del palazzo spett alla famiglia Delfico. Esponente di spicco nella ricerca della cultura e delle tradizioni teramane fu [[Melchiorre Delfico]], che raccolse 300 volumi nella biblioteca, con varie edizioni seicentesche e settecentesche. Tra il 1839 e il 1841 la biblioteca fu destinata ad uso pubblico, nel 1849 la gestione passò ai Padri Barnabiti. Dopo l'unificazione del Regno, il collegio divenne Convitto Nazionale di Teramo, con annesso liceo ginnasio e biblioteca scolastica, che venne notevolmente arricchita con volumi provenienti dai conventi della città appena soppressi: la Madonna delle Grazie, la chiesa dei Cappuccini, il convento di [[Cermignano]], il convento di San Gabriele a Isola del Gran Sasso. Nel 1903 fu nominato bibliotecario Luigi Savorini, che la arricchì ulteriormente, con nuova catalogazione e materiali librario più recente. Alle soglie della [[seconda guerra mondiale]] la biblioteca era arrivata a contare 7.000 volumi. Nel 1949 la gestione passò alla [[Provincia di Teramo]], che l'ha mantenuta sino al 2016. Dal quello stesso anno, la gestione della biblioteca è stata trasferita alla [[Regione Abruzzo]].
 
*''Biblioteca diocesana di Teramo'': si trova all'interno del palazzo del Seminario Aprutino ed è gestita dalla [[Diocesi di Teramo-Atri|Curia Vescovile di Teramo-Atri]]. La biblioteca raccoglie i testi del Seminario e del vicino Palazzo Vescovile, e i testi sono a carattere religioso e filosofico.
{{Vedi anche|Chiesa di Sant'Antonio da Padova (Quartu Sant'Elena)}}
[[File:ChiesaSanDomenico.JPG|thumb|La chiesa di San Domenico a Teramo, il cui convento ospita l'Archivio di Stato]]
La chiesa di Sant'Antonio da Padova venne invece edificata tra il [[1898]] e il [[1904]] dai [[Ordine francescano|frati francescani]] nell'omonima via. Cinquant'anni più tardi divenne la terza chiesa parrocchiale di Quartu. È a pianta greca e al suo interno ospita 6 cappelle di cui 2 più grandi delle altre.
*''Biblioteche delle Facoltà dell'Università degli Studi di Teramo'': il sistema bibliotecario dell'UniTE si articola in due poli: il Polo Umanistico-Bioscienze (delle Facoltà di Giurisprudenza, Scienze della comunicazione, Scienze politiche e Bioscienze), e la Biblioteca della Facoltà di Medicina veterinaria. Per la sede distaccata della Facoltà di Giurisprudenza di Avezzano è presente un fondo presso la Biblioteca dell'Agenzia Regionale di Promozione Culturale; il patrimonio di tutto il complesso bibliotecario è di 200.000 volumi, periodici, materiale multimediale e risorse elettroniche. Presso il Polo Umanistico - Bioscienze è a disposizione degli studenti un fondo antico di notevole prestigio, il cui nucleo principale è costituito da edizioni giuridiche del XVII-XVIII secolo. Fino al 1994 esisteva solo un catalogo cartaceo, successivamente digitalizzato.
 
*''Archivio di Stato di Teramo'': si trova presso l'ex convento della [[chiesa di San Domenico (Teramo)|chiesa di San Domenico]], complesso monumentale del XIII secolo. L'immobile, di notevoli dimensioni, è di pertinenza demaniale, fino al 1798 fu adibito a caserma militare, e successivamente assegnato al Ministero della Difesa, sotto il titolo di "Caserma San Domenico". Con i restauri del 1997 si propose l'idea di realizzare uno spazio adibito alla consultazione dei documenti dell'antico complesso, anche per dare un nuovo spazio al materiale dell'Archivio di Stato di Teramo. Per quanto riguarda la storia del complesso dei Domenicani, le prime notizie risalgono al [[1287]] quando si decise in un documento di fondare un complesso a Teramo. Nel 1353 il vescovo Niccolò degli Arcioni concedeva un'indulgenza ai fedeli che si fossero recati a visitare la chiesa, appena ultimata in quell'anno. Il chiostro del convento fu ultimato nel 1407, sotto il priorato di Vincenzo da Chieti. In un volume del catasto di Teramo, nel XVI secolo si elencano le proprietà del convento, tali ricchezze aumentarono nel 1664. Nelle vicende belliche dell'occupazione francese il convento terminò la sua funzione nel 1798, quando divenne sede militare, e definitivamente fu chiuso nel 1809 quando vi si insediarono stabilmente i militari, divenendo scuola di leva.<ref>{{Cita web|url=http://www.archiviodistatoteramo.beniculturali.it/it/130/sede-di-san-domenico/|titolo=Archivio di Stato di Teramo}}</ref>
{{Vedi anche|Chiesa di Santo Stefano protomartire (Quartu Sant'Elena)}}
[[File:Santuario San Gabriele dell'Addolorata Abruzzo 14.JPG|thumb|Il convento di San Gabriele dell'Addolorata, sede della biblioteca]]
La chiesa di Santo Stefano invece è una delle più recenti, la sua costruzione è infatti stata ultimata nel [[2000]], e sorge in via Palestrina. Nonostante l'istituzione della parrocchia risalga al [[1967]], la costruzione della chiesa iniziò solo negli anni '80. Questa è costruita interamente in cemento armato, si presenta a pianta circolare e lo spazio per l'assemblea è organizzato ad anfiteatro intorno al [[presbiterio]].
*''Biblioteca comunale di [[Atri]]'': si trova nel Palazzo Duchi Acquaviva, principale biblioteca del comune,
 
*''Biblioteca civica "Vincenzo Bindi"'' ([[Giulianova]]): si trova nella parte alta del centro, intitolata al professore e storico dell'arte abruzzese [[Vincenzo Bindi]], che nel 1928 donò al comune la sua collezione bibliografica, che constava di 8.000 volumi e pubblicazioni sulla storia dell'arte dell'Abruzzo, insieme a 15.000 documenti di appunti, studi, scritti e manoscritti inediti. L'amico Giuseppe De Bartolomeis fu il primo custode della raccolta, il quale fondò la biblioteca dividendola nella sezione dell'arbuzzesistica, e l'altra di cultura generale. La biblioteca stata ufficialmente inaugurata nel 1937, dedicata al Bindi, e nel 2017 sono iniziati dei lavori di nuova catalogazione e restauro per modernizzare la struttura.
[[File:Chiesa di San Giovanni Evangelista.JPG|thumb|La chiesa, ancora in costruzione, di San Giovanni Evangelista]]
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista è invece attualmente in costruzione nel quartiere di Pitz'e Serra. Il terreno dove costruire la chiesa venne concesso dal comune con la delibera n°215 del 16 dicembre [[1987]]<ref name="Chiesa di SGE">{{cita web|url=http://www.sge.sardegna.it/pagine/lnc.htm|titolo=La nuova chiesa|accesso=25 agosto 2010}}</ref>. I lavori di costruzione iniziarono il 3 maggio [[1992]]<ref name="Chiesa di SGE" />.
 
*''Biblioteca emeroteca "Vanessa Creati"'': ([[Pineto]]): è stata istituita nel gennaio 1998, mentre nel 2002 è stata intitolata a Vanessa Creati, consigliere comunale dal 1993 al 1997. La biblioteca si trova nel centro cittadino, presso il centro polifunzionale di Pineto, diviso in spazi di area ragazzi, area emeroteca, area lettura, area internet.
La chiesa di san Luca sorge invece in cima ad una collinetta nella zona del Margine Rosso. Dalla sua piazza è possibile ammirare un bellissimo scorcio dall'alto del golfo di Cagliari. La chiesa è di costruzione recente, precedentemente la comunità parrocchiale era ospitata in un ex fortino della [[seconda guerra mondiale]]. L'area per la costruzione della chiesa venne destinata il 30 luglio [[1986]] mentre la posa della prima pietrà avvenne il 10 dicembre [[1989]]<ref name="Chiesa San Luca">{{cita web|url=http://www.parrocchiasanluca.org/storia.php|titolo=La Storia|accesso=25 agosto 2010}}</ref>. La chiesa venne dedicata il 9 giugno [[2001]]<ref name="Chiesa San Luca" />.
 
*''Biblioteca dei Padri Passionisti "San Gabriele dell'Addolorata"'' ([[Isola del Gran Sasso d'Italia]]): si trova presso il [[santuario di San Gabriele dell'Addolorata]], risalente al 1847, anno in cui i Passionisti presero possesso dell'antico convento di San Francesco d'Assisi. Il primo fondo era molto modesto, successivamente vennero acquistati altri libri da [[Roma]], e nel 1850 il Municipio consegnò altri volumi alla biblioteca. Il santo Gabriele d'Assisi fu anche bibliotecario dal 1859 al 1861, e in quest'epoca essa conteneva 1150 volumi. Con l'acquisto di prestigio del santuario, dopo la morte e la beatificazione di Gabriele, la biblioteca si arricchì notevolmente, divenendo parte di un istituto filosofico-teologico. Oggi si trova al piano terra dell'ala di ponente del convento vecchio, ed è una delle più fornite della regione Abruzzo per quanto riguarda il noviziato sacerdotale.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, è l'unica insieme a quella di San Luca a non sorgere all'interno della città. Sorge infatti nella frazione di Flumini.
 
{{Vedi anche|Chiesa di Santa Maria di Cepola}}
La chiesa di Santa Maria di Cepola si trova in via Santa Maria nel quartiere di Cepola. Probabilmente è stata costruita sui ruderi di una chiesa paleocristiana. Le prime notizie della chiesa risalgono al [[1089]] quando la chiesa venne donata dal [[Giudicato di Cagliari|giudice di Cagliari]] [[Costantino I Salusio II|Costantino]] a Riccardo, un abate di San Vittore<ref>{{cita libro| cognome=Farci | nome=Ida | titolo=Guida alle antiche chiese di Quartu | anno=1999 | editore=Ettore Gasperini Editore | città=Cagliari | capitolo= S. Maria di Cepola (fine XI sec. - inizio XII sec.) }}</ref>. L'edificio venne ampliato nel [[XIV secolo]], anno a cui risale l'attuale facciata. La chiesa presenta un'unica navata, la copertura in legno è stata realizzata in due momenti diversi. Ci sono pochi arredi: sull'altare si innalza la tela dell'immagine dell'Immacolata, sono poi conservate le statue di Maria Vergine, di Santo Stefano e di Santa Anastasia.
 
[[File:Chiesa San Benedetto.jpg|thumb|left|Chiesa di San Benedetto]]
{{Vedi anche|Chiesa di San Benedetto (Quartu Sant'Elena)}}
La piccola e semplice chiesa di [[San Benedetto]], risalente alla fine del [[XIV secolo]], è ubicata nel trafficato viale Marconi, nel tratto che va dalla parrocchiale di Sant'Elena verso il Cimitero. È facile non scorgerla, data l'estrema modestia dell'edificio; attualmente è presente un pannello illustrativo, accanto all'ingresso laterale, in cui si trovano notizie sul monumento e che ne facilita l'individuazione. La chiesa apre nei mesi di ottobre e maggio per la recita del [[Rosario]] e nel giorno della festa del titolare, l'11 luglio.
[[File:Chiesa Sant'Agata.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Agata]]
 
{{Vedi anche|Chiesa di Sant'Agata (Quartu Sant'Elena)}}
La chiesa di Sant'Agata si trova in piazza Azuni ed è annessa all'ex convento dei frati Cappuccini. Venne costruita nella seconda metà del XII secolo e andata distrutta. Venne ricostruita tra il 1280 e il 1300. Le prime notizie sulla chiesa di Sant'Agata risalgono al 1291 quando il papa concesse l'indulgenza di 40 giorni per chi avesse visitato la chiesa nella festività di Santa Maria Vergine e Sant'Agata. Nel 1631 la chiesa passò ai frati Cappuccini che la intitolarono a San Francesco. Nella seconda metà dell'Ottocento la chiesa e il convento vennero ceduti al comune che nel 1888 concesse l'area dell'orto alla società delle tranvie. La chiesa ha una modesta facciata a capanna, nel cui centro si apre il portale rettangolare sovrastato da una lunetta a tutto sesto. L'interno, a una sola navata ha la volta a botte; segue un ampio presbiterio. Dal lato sinistro si accede al convento mentre sulla destra si sviluppano la sacrestia e le tre cappelle. La chiesa conserva solo alcuni dei suoi arredi sacri.
 
[[File:Chiesa sant'Efisio2.JPG|thumb|upright=0.7|left|Facciata della chiesa di Sant'Efisio dopo il restauro]]
 
{{Vedi anche|Chiesa di Sant'Efisio (Quartu Sant'Elena)}}
La chiesa di Sant'Efisio si affaccia sull'omonima piazzetta tra via Garibaldi e via XX Settembre, nelle vicinanze del mercato civico. Era inizialmente dedicata ai [[San Sebastiano|santi Sebastiano]] ed [[Sant'Efisio|Efisio]]. Venne costruita nel [[1728]] con il lascito testamentario della benefattrice quartese Maria Piras.
 
[[File:Sanpietroponte.jpg|thumb|Chiesa di San Pietro di Ponte]]
{{vedi anche|Chiesa di San Pietro di Ponte}}
La chiesa di San Pietro di Ponte si trova all'interno del cimitero, alla periferia della città nell'area terminale di Via Marconi. La chiesa trae il nome da un ponte di epoca oggi scomparsa. La chiesa è tra i monumenti di Quartu che meglio conserva l'aspetto originale, è di stile tardo-romanico e in parte gotica.
 
La chiesa di San Forzorio, oggi di proprietà della famiglia Perra che l'acquistò nel XIX secolo<ref name= Sanforzorio />, sorge nella località Santu Frassori. La chiesa presenta una sola navata, voltata a botte e senza cappelle<ref name= Sanforzorio />. La chiesa originale risale alla seconda metà del XIII secolo e fu probabilmente costruita da maestranze locali<ref name= Sanforzorio />. La chiesa subì in seguito numerosi restauri: il primo di cui si ha notizia risale al 1599 quando l'arcivescovo di Cagliari, in [[visita pastorale]], vedendo la chiesa semidistrutta, incaricò due operai del restauro<ref name= Sanforzorio />. Inoltre ci sono fonti riguardo ad un nuovo restauro nel XVIII secolo e la profanazione francese nel 1793<ref name= Sanforzorio />, anno in cui i francesi sbarcarono sulle coste quartesi e occuparono anche la chiesa di Sant'Andrea. L'unico arredamento della chiesa è la statua di un giovane con in mano un libro e la palma del martirio. San Forzorio, a cui è dedicata la chiesa, non è presente nei martirologi, sembra perciò che San Forzorio sia l'italianizzazione del toponimo della località Santu Frassori<ref name= Sanforzorio />.
 
La chiesa di Nostra Signora del Buon Cammino o Madonna del buon cammino come viene più spesso chiamata sorge vicino al bacino artificiale del Simbirizzi. L'edificio risale al XIV secolo ma le colonne di età romana che vi si trovano all'ingresso fanno pensare esistesse già un luogo di culto probabilmente pagano. Il suo tetto è di stile tardo [[Gotico spagnolo|gotico-catalano]]. Dinanzi alla chiesetta è presente un piccolo loggiato costruito probabilmente per riparare i pellegrini venuti nella chiesetta per assistere alla messe delle sagre che vi si organizzano. La facciata e il campanile a vela sono in parte coperti del loggiato. La chiesa viene aperta per il pellegrinaggio organizzato, dalla parrocchia di San Luca, per la festa di Santa Anastasia e per la festa di Sant'Elia.
 
{{Vedi anche|Chiesa di Sant'Andrea (Quartu Sant'Elena)}}
[[File:Chiesa Sant'Andrea Quartu.jpg|thumb|left|Chiesa di Sant'Andrea]]
La chiesa sorge nell'omonima località poco prima di Flumini. Sorge al centro dell'ampia piazza [[Andrea Parodi]] dove è presente anche un parco giochi per i bambini.<br />
A causa delle scorrerie dei corsari nella zona di questa chiesa nel 1621 il Viceré con un'ordinanza vietò che i pellegrinaggi avvenissero di notte. Nel 1793 la chiesetta diventò il forte dei militari francesi che tentarono di occupare l'isola. La struttura è in stile gotico sardo-catalano. Risale al XV sec, ma subì aggiunte e rifacimenti nel 600. La facciata termina con una cornica coronata da merletti dentati e da un piccolo campanile. Sopra il portale rettangolare si può osservare un rosoncino in pietra del 1600. L'ingresso è preceduto da una piccola copertura. Nei prospetti laterali vi sono tre contrafforti; tra quelli di destra sono stati costruiti la sacrestia e gli ambienti utilizzati per le feste. Sullo stesso lato è stata ricavata un'altra piccola loggia, in cui vi è l'ingresso secondario. L'interno è costituito da una sola [[navata]] rettangolare. Nella chiesa sono presenti pochi arredi: un pulpito ligneo e la piccole statue di [[Sant'Andrea]], di [[San Giovanni Battista]] e di [[Sant'Antonio da Padova]]. Nella chiesa si svolgono la festa di Sant'Andrea e la [[Sagra di San Giovanni Battista]].
 
In località Geremeas, a poche decine di metri dall'omonimo nuraghe, sorge infine una chiesetta, oggi in totale stato d'abbandono, di cui poco si sa oltre all'intestazione a Nostra Signora di Bonaria e al fatto che sia stata edificata nel 1933<ref>{{cita web|url=http://www.nuraghediana.it/nuovofile32.html|titolo=Nuraghe Geremeas|accesso=18-08-10}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.comune.quartusantelena.ca.it/beni_culturali.php?cat=Monumenti&gen=Il%20culto&id=160500|titolo=Chiesa di N. S. di Bonaria|accesso=18-08-10}}</ref>.
 
La chiesa parrocchiale greco-ortodossa dedicata a [[San Giuda Taddeo]] sorge in via Cagliari e presenta una volta a botte e l'[[Iconostasi]], con la funzione di separare il presbiterio dalla navata, secondo lo stile bizantino<ref>{{cita web|url=http://www.monumentiaperti.com/scheda.php?idm=804&idc=110|titolo=Chiesa ortodossa di San Taddeo Apostolo|accesso=27 agosto 2010}}</ref>.
 
=== Architetture civili ===
Le antiche case quartesi erano costruite con [[mattoni di fango]] essiccati al sole chiamati in campidanese ladiri (i tipici mattoni [[Adobe (mattone)|adobe]] spagnoli). Le case più ricche erano spesso affrescate nei soffitti e i pavimenti avevano disegni geometrici nelle pianelle. Le case solitamente erano grandi e avevano molte stanze. In tutte le case erano presenti: il solaio per le provviste, un cortile con un pozzo o una cisterna,spazi per gli animali e terra per coltivare, stanze da letto e stalla, la sala dove si faceva il pane (sa dom'e farra), la legnaia, e una zona dove si metteva la spazzatura (muntronaxu); le case più ricche e solo più avanti anche quelle più povere avevano anche un gabinetto e un piano superiore abitabile. Molte di queste case sono visitabili durante la manifestazione Monumenti aperti<ref name= Monumentiaperti />.
 
[[File:Palazzo Portas-Perseu.jpg|thumb|La casa Portas-Perseu oggi]]
La casa Mundicu - Serra venne costruita alla fine dell'Ottocento, aveva un piano superiore ed era in parte adibita a locanda. Aveva stalle e magazzini ed era fino agli anni cinquanta l'ultimo edificio della strada per il Sarrabus. È stata recentemente restaurato ed è ora abitato dagli eredi di Mundicu.
 
La casa Portas - Perseu venne invece edificata agli inizi del Novecento da Giovanni Perra in via Nazionale (oggi via Marconi) su due case precedentemente esistenti. Ha una forma a palazzo ma conserva sul retro il cortile e le stanze tipiche delle case [[Campidano|campidanesi]]. Restaurata negli anni 90 e nella prima metà degli anni 2000 è oggi adibita a [[Comunità alloggio per anziani]].
 
La casa Perra - Cappai nacque nel Novecento dalla fusione di due vecchie case campidanesi. Ha la caratteristica forma delle antiche case quartesi di ferro di cavallo cioè con le stanze disposte tutte intorno all'ampio cortile. È stata restaurata agli inizi degli anni novanta ed è abitata dagli eredi di Perra.
 
La Casa Basciu - Deiana venne costruita nel XIX sec. ed è una delle più grandi case campidanesi di Quartu. È ora di proprietà della Parrocchia di Sant'Elena che l'ha ereditata dalla proprietaria Innocenza Deiana e che l'ha concessa al gruppo scout Agesci, che si occupa anche della ristrutturazione della casa.
 
Casa Secchi sorse nella seconda metà del XIX secolo nel quartiere di Cepola. Era in precarie condizioni fino al 2004, anno in cui l'attuale proprietario l'ha fatta restaurare riportandola agli antichi splendori.
 
Casa Angioni venne costruita invece a metà del XIX sec. e fu ricostruita dopo l'alluvione del 1889 che devastò l'allora paese di Quarto Sant'Elena. La casa è in stile campidanese e attualmente è sede del gruppo folk "Su Idanu".
 
{{vedi anche|Fornaci di laterizi Maxia}}
[[File:Fornaci Maxia.jpg|thumb|left|Le ex fornaci Maxia oggi]]
Le fornaci di laterizi Maxia furono costruite nel [[1909]] dal cav. Felicino Maxia nella periferia di Quartu. Avendo viaggiato per molti anni in [[Lombardia]] e [[Veneto]], Maxia affidò il progetto alla "Meccanica Lombarda", ditta che molto bene conosceva, che si occupò anche di procurare i macchinari. La costruzione fu eseguita con mattoni in fango (in sardo ''ladiri'') con manodopera quartese. Negli anni cinquanta venne installato il forno semi automatico Hoffman. Nel [[1958]] la fabbrica passò nelle mani di Mariuccina Maxia ultima proprietaria e prima donna imprenditrice della Sardegna. La fabbrica chiuse i battenti nel [[1977]].
 
[[File:Antico Macello.jpg|thumb|L'antico macello oggi]]
La cartiere Perra venne costruita nel [[1911]] da L. Frau Puddu e per diverso tempo fu l'unica fabbrica di carta per imballaggio dell'hinterland di Cagliari. Fu rilevata nel [[1945]] da F. Perra suo genero, il quale la modernizzò e ne tenne la proprietà fino al [[1964]], anno in cui venne chiusa. L'ex fabbrica è visitabile durante la manifestazione Monumenti aperti<ref name= Monumentiaperti />.
 
Il mattatoio sorse su una vigna di 4000 m² ad opera del cavalier Melis, nell'attuale Via Dante<ref name="Mattatoio">{{cita web| url=http://new.monumentiaperti.com/scheda.php?idm=256&idc=26| titolo=Antico Macello, Quartu Sant'Elena| editore=Guida Monumenti aperti| accesso=11 settembre 2009}}</ref>. Fu in funzione dal [[1901]] al [[1968]]<ref name= Mattatoio />. Per rientrare nelle 18000 lire stanziate per il progetto il progettista decise di rinunciare all'ornamentazione prevista, limitandosi ad inserire alcuni elementi dello stile [[neogotico]]<ref name= Mattatoio />.
Nella facciata la cosa più visibile è il cancello d'ingresso affiancato da finestre con [[arco a sesto acuto]]<ref name= Mattatoio />. All'interno vi erano locali per il custode, per la dogana, per l'ufficio sanitario, per i bovini e per le sale della macellazione<ref name= Mattatoio />. Nel piazzale è presente una fontana. Davanti alla sala di macellazione si trovava la pelandra, il locale in cui venivano conciate le pelli<ref name= Mattatoio />. Nel [[1973]], quando i locali diventarono cantiere comunale, vennero apportate modifiche alla struttura<ref name= Mattatoio />. Il mattatoio è stato recentemente restaurato ed è visitabile durante la manifestazione [[Monumenti Aperti]]<ref name="Monumentiaperti">{{cita web| url=http://www.monumentiaperti.com/monumenti.php?idc=110| titolo=Monumenti per località| accesso=11 settembre 2009}}</ref>. Attualmente l'antico macello ospita la biblioteca per ragazzi<ref name= Mattatoio />.
 
[[File:Croce gotica (Quartu).jpg|thumb|left|Croce gotica]] Di fronte alla chiesa di Sant'Agata si trova la croce giurisdizionale, nota come croce gotica, innalzata, con elementi di spoglio, dai frati cappuccini per segnare i termini della loro proprietà. È formata da una colonna liscia sovrastata da un capitello romano del [[I secolo]] e da una croce tardo gotica della fine del [[XV secolo]] Venne tolta dal suo sito nel [[1868]] con lo scioglimento dell'ordine e venne ritrovata nel [[1892]] durante dei lavori nella chiesa di Sant'Agata. Venne quindi rimessa al suo posto originario.
 
=== Architetture militari ===
{{vedi anche|Torre di Carcangiolas}}
Nel territorio comunale si potevano contare cinque torri costiere edificate nel periodo aragonese per proteggere la città dalle incursioni dei corsari saraceni: la torre di Carcangiolas, di Foxi, di Sant'Andrea (oggi distrutta), di Mortorio e di Cala Regina.
 
La torre di Carcangiolas, è una torre costiera edificata dagli aragonesi per la difesa dai corsari. La torre è in pietra calcarea e granito ed è a forma tronco conica. Durante la seconda guerra mondiale venne adibita a fortino. Attualmente è rovesciata nel mare e il comune ha finanziato le operazioni per riportarla nell'arenile<ref>{{cita news| autore=Giovanni Manca di Nissa| url=http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20090204&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=2321083| titolo=Mareggiate e mancate promesse, ultimo atto per la torre del Poetto| pubblicazione=L'Unione Sarda| giorno=4| mese=2| anno=2009| accesso=9 settembre 2009}}</ref>.
 
Sorgono inoltre in città numerosi fortini, come ad esempio quello del Margine Rosso, che fu costruito nell'800 per proteggere la zona e venne riutilizzato durante la seconda guerra mondiale. Successivamente negli anni 70 il fortino venne adibito a chiesa.<ref>{{cita web|url=http://www.monumentiaperti.com/scheda.php?idm=812&idc=110|titolo=Su Forti - Chiesa di San Luca|accesso=12 agosto 2010}}</ref>. Altri fortini sorgono nell'arenile del Poetto, nei pressi della via Fiume e lungo il littorale.
 
=== Siti archeologici ===
Essendo abitata fin da tempi remoti Quartu è costellata trentotto nuraghi<ref>{{cita web|url=http://www.nuraghediana.it/presentation1.html|titolo=I Nuraghi di Quartu Sant'Elena|accesso=18 agosto 2010}}</ref>. Il principale è il [[Nuraghe]] Diana che sorge su un'altura a 35 metri sul livello del mare e risale alla prima [[Età del Ferro]]. Si raggiunge tramite la SP 17. Le prime segnalazioni del sito archeologico risalgono agli anni cinquanta, mentre gli scavi sono iniziati nel [[2000]]. È tra i nuraghi più complessi: presenta una torre principale e due torri minori voltate a [[tholos]], collegate tra loro da cortine murarie. Nel monumento sono presenti un vano scala che conduceva ai piani superiori del nuraghe. Attualmente i lavori di scavo nell'area circostante il nuraghe sono bloccati per mancanza di finanziamenti e il sito non è visitabile<ref>{{cita news| autore=Giorgia Daga| url=http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20090822&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=2374401| titolo=Scavi archeologici ancora bloccati al Nuraghe Diana| pubblicazione=L'Unione Sarda| giorno=22| mese=8| anno=2009| accesso=9 settembre 2009}}</ref><ref>{{cita news| autore=Giovanni Manca di Nissa| url=http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20090903&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=2377339| titolo=Neanche i consiglieri riescono a entrare nel Nuraghe Diana| pubblicazione=L'Unione Sarda| giorno=3| mese=9| anno=2009| accesso=9 settembre 2009}}</ref>.
 
Nella frazione di Sant'Andrea, sorge anche una villa marittima di epoca romana, per la maggior parte sommersa dal mare. Attualmente solo gli ambienti della servitù non sono sommersi.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
Non esistono molti dati sulla popolazione di Quartu Sant'Elena precedenti all'[[unità d'Italia]]. Il primo censimento di cui si ha notizia è del [[1801]] secondo il quale a Quartu risiedevano 3853 persone<ref name="popolazione">{{cita web| url=http://unionesarda.ilsole24ore.com/collane/casalis/definizione_casalis.aspx?d=124617&p=2| titolo= Popolazione di Quartu Sant'Elena| autore=Dizionario Angius/Casalis - La Sardegna paese per paese| accesso=10 settembre 2009}}</ref>. Questo censimento fu però molto probabilmente inesatto, in quanto sembra che in realtà la popolazione fosse maggiore<ref name= popolazione />.
 
Nel [[1827]] fu effettuato un censimento parrocchiale secondo cui a Quartu vivevano 5320 persone<ref name= popolazione />.
 
Nel censimento del [[1846]] risiedevano a Quartu 6266 persone di cui 2040 maggiorenni maschi, 2103 maggiorenni femmine, 1025 minorenni maschi e 1100 minorenni femmine<ref name= popolazione />. Nello stesso anno, sempre secondo lo stesso censimento in città erano presenti 1643 famiglie (con una media di 3,8 componenti a famiglia) e 1342 case (1,2 famiglie per casa e 4,7 abitanti per casa)<ref name= popolazione />.
 
{{Demografia/Quartu Sant'Elena}}
 
La città sarda è la terza per popolazione davanti a [[Cagliari]] e [[Sassari]]<ref>[http://www.tuttitalia.it/sardegna/97-comuni/popolazione/ Comuni della Sardegna per popolazione<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e la quarta per densità davanti a [[Monserrato]], [[Cagliari]] e [[Selargius]]<ref>[http://www.tuttitalia.it/sardegna/97-comuni/densita/ Comuni della Sardegna per densità di popolazione<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
L'aumento vertiginoso della popolazione iniziò negli [[anni 1970|anni settanta]] quando la popolazione della città crebbe di circa 10 mila unità.
 
Contrariamente a quello che si è verificato a [[Cagliari]], passata nel giro di 20 anni da 222.000 a 160.000 abitanti (anche in seguito all'ottenuta indipendenza delle ex frazioni di [[Elmas]], [[Monserrato]], [[Quartucciu]] e [[Selargius]]), Quartu (così come gli altri comuni dell'[[Area metropolitana di Cagliari]]) ha una costante crescita demografica, soprattutto in zone di grande espansione urbanistica come: Pitz'e Serra, Quartello e Sant'Anastasia, tant'è che attualmente il comune è compreso tra quelli considerati ad alta tensione abitativa<ref>{{cita web|url=http://www.comune.cagliari.it/japscares/cms/documents/TabellaComuniAltaTensioneAbitativa.pdf|titolo=Elenco dei Comuni considerati ad alta 'tensione abitativa' (Delibera CIPE n. 87 del 13/11/2003 pubblicata sulla G.U. n. 40 del 18/2/2004).|accesso=3 settembre 2010}}</ref>.
 
=== Etnie e minoranze straniere===
Al 31 dicembre [[2013]] a Quartu risiedevano 1.906 cittadini stranieri<ref name="etnie">[http://demo.istat.it/str2013/index.html ISTAT-Cittadini stranieri al 31-12-2013]</ref>, pari al 2,6% della popolazione totale. Solo 6 nazionalità straniere superano la quota dei 50 residenti<ref name= etnie /> e queste sono:
 
{{MultiCol}}
*[[Senegal]] 455
*[[Romania]] 210
*[[Ucraina]] 145
{{ColBreak}}
*[[Repubblica Popolare Cinese|Cina]] 130
*[[Germania]] 120
*[[Marocco]] 91
{{EndMultiCol}}
 
=== Lingua e dialetto ===
La lingua principalmente parlata a Quartu è la [[lingua italiana]]. Molto diffusa è però anche la [[lingua sarda]], che tra le persone anziane è la lingua maggiormente utilizzata; Quartu è infatti una delle città riconosciute come minoritarie di lingua sarda<ref>Vedi l'articolo 23 comma 1 dello Statuto comunale [http://incomune.interno.it/statuti/statuti/quartu_santelena.pdf].</ref>. La variante di sardo parlato è il [[Sardo campidanese|dialetto campidanese quartese]]<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/quartu_santelena.pdf Vedi l'articolo 23 comma 2 dello Statuto comunale]</ref> praticamente identica al Cagliaritano.
 
== Amministrazione ==
[[File:Palazzo Municipale Quartu.jpg|thumb|Palazzo Municipale di Quartu Sant'Elena]]
Alle elezioni del 30 e 31 maggio [[2010]] Mauro Contini ottiene 21.280 voti, pari al 60,55% dei voti validi, ed è stato eletto sindaco della città alla guida di una coalizione di centro-destra composta dal [[Il Popolo della Libertà|PdL]], [[Unione di Centro (2008)|UdC]], [[Riformatori Sardi]], Sardegna Unita ([[Unione Democratica Sarda|UDS]] e Sardegna Socialista), Centro Giovani, Lavoro e Quartieri, [[Movimento per le Autonomie|MpA]] e [[Partito Sardo d'Azione|Psd'Az]]. Il sindaco uscente Gigi Ruggeri ([[Partito Democratico (Italia)|PD]]) ha ottenuto invece 13.864 preferenze, pari al 39,45% dei voti. Il consiglio comunale vede dunque il centrodestra forte di ben 20 seggi (10 PdL più 2 eletti con le liste civiche, 3 UdC, 2 Riformatori Sardi, 1 gli altri partiti della coalizione) contro invece il centosinistra con solo 10 (9 il PD, compreso il seggio per il sindaco uscente non rieletto, e 1 l'[[Italia dei Valori|IdV]])<ref>{{cita web|url=http://comunali.interno.it/amm100530/C0170510.htm|titolo= Risultati elezioni comunali Quartu Sant'Elena del 30/31-05-2010|accesso= 1º giugno 2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.comune.quartusantelena.ca.it/custom_v.php?id=80|titolo=Il consiglio|accesso= 10 settembre 2010}}</ref>.
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
 
{{ComuniAmminPrec
|16 marzo [[2001]]
|14 maggio [[2001]]
|Piergiorgio Portas
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|14 maggio [[2001]]
|8 maggio [[2004]]
|Davide Galantuomo
| [[Forza Italia (1994)|FI]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|6 dicembre [[2004]]
|8 maggio [[2005]]
|Luigi Serra
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|9 maggio [[2005]]
|30 maggio [[2010]]
|Luigi Ruggeri
|[[La Margherita]] poi [[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|31 maggio [[2010]]
|14 giugno 2015
|[[Mauro Contini]]
|[[Il Popolo della Libertà|PDL]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrec
|14 giugno [[2015]]
|
|[[Stefano Delunas]]
|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|[[Sindaco]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
== Cultura ==
==== Musei ====
[[File:Sa Dom'e Farra.jpg|thumb|left|Sa dom'e farra oggi]]
In città esistono due musei "Sa dom'e farra" e "Il Ciclo della vita".
 
==== Sa dom'e farra ====
Il museo venne fondato da Giovanni Musiu nel [[1978]]. "Sa dom'e farra" letteralmente significa "la casa della farina" e venne chiamata così per indicare la più pregiata e redditizia produzione quartese<ref name="Sa dom'e farra" >{{cita web|url=http://www.sergioanedda.it/ICHNUSA/tradizio/farra.htm|titolo=Sa dom'e farra|accesso=9 settembre 2010}}</ref>.
 
Nella casa in cui ha sede il museo sono presenti sia l'abitazione del proprietario terriero che il centro operativo dell'azienda.
 
Il museo propone la propria storia e al suo interno si trovano sia utensili usati per il lavoro nei campi che oggetti di tutti i giorni, usati dai vecchi abitatori della casa.
 
Nella casa erano presenti due cortili; nel primo si affacciano le stalle dei cavalli e dei buoi, i magazzini, la stanza della macina del grano, cantine, corte dei carri e tutto ciò che riguardava l'azienda; nel secondo invece si affacciano camere da letto, stanza per gli ospiti, sale di ricevimento, magazzini del grano e delle graminacee, stanza della farina e stanza padronale, quindi tutto ciò che riguardava la casa del proprietario terriero<ref name="Sa dom'e farra" />.
 
Nel [[1982]] venne aggiunta una porzione di cortile e venne abbattuto il muro tra i due vecchi cortili<ref name="Sa dom'e farra" />.
 
Il museo che era passato nelle mani della regione è stato acquistato con una cifra simbolica dal comune<ref>{{cita news| autore=Giovanni Manca di Nissa| url=http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20080418&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=2233926| titolo=Il museo Sa Dom'e Farra passa al comune| pubblicazione=L'Unione Sarda| giorno=18| mese=4| anno=2008| accesso=9 settembre 2009}}</ref> che ha intenzione di restaurarlo per poterlo riaprire nel giro di poco tempo, in quanto è da tempo chiuso.
Nel 2012 è stato aperto durante la manifestazione Monumenti Aperti, in queste visite è possibile notare la ristrutturazione che ha definitivamente cancellato l'impronta storica della casa. Impianti elettrici moderni, pavimentazioni in cotto per gli interni, intonaci a base di cementi e la completa mancanza delle suppellettili che negli anni avevano portato i turisti a visitare il museo.
 
==== Museo etnografico "Il ciclo della vita" ====
Il museo "Il ciclo della vita" venne aperto nel 1998 a Quartu Sant'Elena da Giovanni Musiu, lo stesso che fondò "Sa dom'e farra".
 
Il museo ha sede in un'antica casa campidanese del 1800.
 
Dopo aver restaurato la casa al suo interno venne allestito un museo che ospita circa 8000 oggetti di uso quotidiano, legati alla tradizione sarda dal XVIII al XX secolo. All'interno del museo attraverso i vari oggetti è rappresentato appunto il ciclo della vita di una persona sarda vissuta tra quei secoli.
 
=== Eventi ===
[[File:Sciampitta 2010.jpg|thumb|Un momento di Sciampitta 2010]]Quartu Sant'Elena ospita numerose manifestazioni e feste famose in tutta la Sardegna. Una delle più famose manifestazioni che si svolgono in città è la Sciampitta, organizzata ogni anno nel mese di luglio dal gruppo folkloristico Città di Quarto, che dal 1985 porta in città gruppi folk da tutte le parti del mondo<ref>{{cita web| url=http://www.guidonossardi.it/paginesciampitta/sciampset.html| titolo=La Sciampitta| autore=Guido Nossardi| accesso=9 settembre 2009}}</ref>. Nelle prime edizioni la sciampitta si svolse nello [[Stadio Is Arenas|Stadio di Is Arenas]], dopo qualche anno la manifestazione si è svolta fino al 2006 in Piazza Mercato, nel 2007 Sciampitta si è tenuta davanti alla Basilica di Sant'Elena, mentre dal 2008 si è ritenuto nello stadio Is Arenas. Nelle ultime edizioni si è tenuta di nuovo in Piazza Mercato. dubrovnkiAltra manifestazione importante è [[Monumenti Aperti]] che nel secondo sabato e nella seconda domenica di maggio permette di visitare i principali monumenti della città<ref name= Monumentiaperti />. Simile manifestazione è Monumenti all'aperto che permette di visitare invece monumenti, siti archeologici e aree di interesse naturalistico posti fuori dal cento cittadino<ref>{{cita web| url=http://new.monumentiaperti.com/monumenti.php?idc=110| titolo=Monumenti all'aperto| accesso=11 settembre 2009}}</ref>.[[File:Tracca.jpg|thumb|left|Tracca della sagra di san Giovanni Battista]] Altro appuntamento del genere è Aziende Aperte che permette appunto di visitare alcune Aziende cittadine e di vedere come vengono prodotti vari prodotti. Manifestazioni musicali di buona fama sono il Jazz & World un festival del Jazz che si tiene a Flumini nella piazza Andrea Parodi e il Jazz & Wine che si tiene nel Chiostro dell'ex convento dei frati francescani in Via Brigata Sassari, in cui oltre a poter ascoltare musica si degustano vari vini prodotti nelle cantine sociali del comune di Quartu e di altre città. Tra le feste religiose le più importanti sono la Festa di Sant'Elena Imperatrice, la [[sagra di san Giovanni Battista]] e la festa di Santa Maria di Cepola. La festa di Sant'Elena imperatrice si svolge dall'11 al 16 settembre. Durante la festa oltre alla processione religiosa si svolgono serate di intrattenimento, la mostra e la sagra dell'uva, un torneo di calcio e una gara ciclistica. I festeggiamenti sono conclusi con i fuochi d'artificio. La Sagra di San Giovanni Battista si svolge l'ultimo sabato e l'ultima domenica di luglio. I riti della Sagra sono molto antichi e la festa sembra fondare le sue radici in un'antica festa punica. Anche per questa festa vengono organizzati festeggiamenti serali civili. La festa di Santa Maria di Cepola si festeggia l'8 settembre e anche in questo caso prevede oltre ad i festeggiamenti religiosi i festeggiamenti civili. Dal 2009 inoltre nel mese di settembre si tiene anche la sagra del pane. Tutte queste manifestazioni, feste e sagre si tengono nel periodo compreso tra maggio e settembre ovvero quando l'afflusso di turisti in città è maggiore. Negli ultimi anni anche nelle feste patronali meno importanti si stanno organizzando serate di intrattenimento caratterizzate in genere da spettacoli folkloristici.
 
== Persone legate a Quartu Sant'Elena ==
*[[Virgilio Angioni]] ([[1878]]-[[1947]]) è stato un sacerdote dichiarato [[venerabile]] nel [[2004]]. È nato, vissuto, morto ed è sepolto a Quartu Sant'Elena.
*[[Eligio Porcu]] ([[1894]]-[[1918]]) è stato un ufficiale italiano del [[45º Reggimento "Reggio"|45º Reggimento Fanteria]] della '''Brigata Reggio''' caduto durante la [[prima guerra mondiale]] e decorato della [[medaglia d'oro al valore militare]]. È nato, vissuto ed è sepolto a Quartu Sant'Elena.
*[[Giovanni Cogoni]] ([[1919]]-[[2007]]) è stato un vescovo italiano. È nato e vissuto a Quartu Sant'Elena.
*[[Giovanni Francesco Pala]] ([[1928]]-[[1987]]) è stato un vescovo italiano. È vissuto a Quartu Sant'Elena.
*[[Antonio Vacca]] ([[1934]]) è un vescovo italiano. È nato e vissuto a Quartu Sant'Elena.
*[[Andrea Parodi]] ([[1955]]-[[2006]]) è stato un cantante italiano. È vissuto, morto ed è sepolto a Quartu Sant'Elena.
*[[Graziano Milia]] ([[1959]]) è un politico italiano, ex presidente della [[Provincia di Cagliari]] ed ex sindaco della città.
*[[Pago (cantante)|Pago]] ([[1971]]) è un cantante italiano. È vissuto a Quartu Sant'Elena.
*[[Giorgia Palmas]] ([[1982]]) è una soubrette italiana. È vissuta a Quartu Sant'Elena.
*[[Melissa Satta]] ([[1986]]) è una soubrette italiana. È vissuta a Quartu Sant'Elena.
*[[Daniele Ragatzu]] ([[1991]]) è un calciatore italiano. È vissuto a Quartu Sant'Elena.
 
== Geografia antropica ==
=== Urbanistica ===
[[File:Quartu Futuro.PNG|thumb|upright=1.4|left|Aggiungere didascalia con colori per spiegare immagine|<li><span style="color:green">'''Verde scuro'''</span>: Confini Zona franca urbana <li><span style="color:fuchsia">'''Violetto'''</span>:Importanti edifici di nuova costruzione o interessati da lavori di ristrutturazione <li><span style="color:aqua">'''Celeste'''</span>: Linea Is Arenas - Poetto di Metrocagliari <li><span style="color:lime">'''Verde chiaro'''</span>: Linea Cagliari - Quartu di Metrocagliari </li> <li><span style="color:red">'''Rosso'''</span>: Importanti infrastrutture stradali interessate da importanti lavori o di prossima costruzione]] Il 28 ottobre [[2009]], dopo il via libera dall'[[Unione europea]] e dal ministero dello sviluppo economico, è stata attivata a Quartu una [[Zona franca|ZFU]] (zona franca urbana)<ref>{{cita news| autore=Giulio Zasso| url=http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20090617&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=2358309| titolo= Decolla la zona franca in tre città sarde| pubblicazione=L'Unione Sarda| giorno=28| mese=10| anno=2009| accesso=29 ottobre 2009}}</ref><ref>{{cita web| url=http://www.sviluppoeconomico.gov.it/primopiano/dettaglio_primopiano.php?sezione=primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=466| titolo=Pmi: Scajola, via libera alle 22 Zone Franche Urbane| editore=Ministero dello sviluppo economico| data=28 ottobre 2009| accesso=29 ottobre 2009}}</ref>, di cui faranno parte il centro storico, Sacro Cuore, Sant'Antonio, Sa Forada, San Pietro, Is Arenas, [[Poetto]], Su Paris, Pardinixeddu, Sa Serrixedda, Pirastu e il [[Molentargius]]<ref>{{cita web| url=http://www.comune.quartusantelena.ca.it/notizia.php?id=153| titolo=Zona franca urbana| editore=Comune di Quartu Sant'Elena| data=17 ottobre 2008| accesso=8 settembre 2009}}</ref>. Il comune ha ipotizzato vari interventi da realizzarsi all'interno della zona franca: nel centro storico, a Sacro Cuore e a Sant'Antonio verranno realizzati degli interventi sociali e verranno create nuove microimprese, a Sa Forada verrà effettuata una riqualificazione urbana, a San Pietro verranno realizzati i Servizi generali e stessa cosa sarà per Pirastu dove inoltre vi sarà un risanamento urbanistico residenziale e la costruzione di attività produttive; a Sa Serrixedda verrà creata l'area industriale, Pardinixeddu verrà urbanizzata e verranno costruite alcune attività produttive e stessa cosa varrà per Su Paris in cui verrà realizzato anche un parco urbano; al Poetto e al Molentargius verranno realizzate delle microimprese e degli interventi sociali, infine a Is Arenas avranno sede delle microimprese, verrà costruito un parco ambientale-sportivo in cui verrà spostato all'interno di un mega-gazebo il mercatino rionale che oggi si tiene in via San Benedetto (il più grande della Sardegna), un parcheggio di scambio da 1750 posti auto<ref>{{cita news| autore=Giorgia Daga| url=http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20090614&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=2357636| titolo=Un piazzale con 1750 parcheggi a Is Arenas| pubblicazione=L'Unione Sarda| giorno=14| mese=06| anno=2009| accesso=8 settembre 2009}}</ref> e inoltre verrà realizzata la pista per Skateboard più grande d'[[Italia]]<ref name="ZFU">{{cita web| url=http://www.robertovirdis.it/psc/Progetto%20Zona%20Franca%20Urbana%2014.07.08.%20definitivo%20doc-%20rev1.pdf| titolo=Progetti per la ZFU| editore=Comune di Quartu Sant'Elena| formato=PDF| accesso=8 settembre 2009}}</ref>.
 
A Su Paris e a Pardinixeddu verranno costruite anche delle case popolari.<ref name= ZFU />
 
Sempre da punto di vista edilizio entro la fine del [[2010]] verrà completata la costruzione del quartiere residenziale Sant'Anastasia, con la costruzione di case ad agevolazione economica.
 
Dal punto di vista delle infrastrutture a Quartu passerà la nuova [[metropolitana leggera di Cagliari]] attraverso due linee e una diramazione. La prima linea attraverserà il comune passando in viale Marconi, viale Colombo, via San Benedetto, via Fiume e terminerà in via [[Carlo Alberto Dalla Chiesa|generale Dalla Chiesa]], la sua diramazione invece inizierà nell'incrocio tra via Fiume e via Polonia e attraverserà via Portogallo e via Lussemburgo; la seconda sarà una sorta di circolare che iniziando in via Beethoven proseguirà per via San Benedetto, via Fiume e attraverserà poi il Poetto quartese, passerà poi in viale Colombo (parte saline) e prima di entrare in città svolterà a sinistra e si ricollegherà all'inizio della linea attraversando il futuro parcheggio di scambio che verrà realizzato vicino al parco ambientale-sportivo.<ref name= ZFU /><ref>{{cita web| url=http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_124_20080523203630.pdf| titolo=Accordo di programma per la metropolitana leggera di Cagliari| editore=Regione autonoma della Sardegna| formato=PDF| data=23 maggio 2008| accesso=8 settembre 2009}}</ref>
 
Verrà inoltre costruita una [[tangenziale]] (recentemente finanziata) che iniziando davanti alla clinica Sant'Elena con una rotonda su viale Marconi, seguirà il corso del rio Is Cungias, verrà collegata a via Dante e via Siena con una rotonda, passerà dietro via Manin (momentaneamente quindi nel territorio di [[Quartucciu]]) e qui si biforcherà, una parte andrà verso SS554 l'altra passera nell'attuale via Giotto e infine, dopo un percorso di poco più di tre chilometri, terminerà in via Marconi (accanto al supermercato [[Conad]] [[E.Leclerc]]) con un'altra rotonda. In futuro la tangenziale proseguira da un lato fino a Is Arenas e dall'altro fino a Pitz'e Serra, con un percorso totale di circa sette chilometri<ref>{{cita news| autore=Giovanni Manca di Nissa| url=http://www.regionesardegna.it/j/v/491?s=89569&v=2&c=1489&t=1| titolo=Trasporti e infrastrutture: Il traffico? Andrà in tangenziale| pubblicazione=L'Unione Sarda| giorno=20| mese=7| anno=2008| accesso=8 settembre 2009}}</ref>.
 
Si sta poi lavornado per terminare la nuova SS 554 ed è stato appaltato l'ultimo lotto della nuova SS 125. Per quanto riguarda l'attuale SS 554 invece stanno per essere appaltati i lavori che consentiranno di rimuovere i semafori agli incroci con le vie Marconi e Pitz'e Serra sostituendoli con delle rotonde e di mettere in sicurezza la strada eliminando alcune intersezioni con delle strade secondarie e costruendo un nuovo rondò all'incrocio con le vie Italia e Boira (attualmente regolato da un semplice stop con precedenza per la statale)<ref name=ZFU /><ref>{{cita news| autore=Giovanni Manca di Nissa| url=http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20090612&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=2357048| titolo=Statale 554, progetti consultabili| pubblicazione= L'Unione Sarda| giorno=12| mese=6| anno=2009| accesso=8 settembre 2009}}</ref>
 
Si è inoltre provveduto alla trasformazione della via Fiume in una strada urbana a quattro corsie, per poter meglio reggere il grande traffico estivo e soddisfare i nuovi quartieri residenziali che sorgono proprio tra la via Fiume e la [[SS 554]].
{{Doppia immagine verticale|destra|Quartu Sant'Elena - Costume tradizionale (04).JPG |Quartu Sant'Elena - Costume tradizionale (07).JPG|250|<br />|Il costume tradizionale|}}
 
L'amministrazione comunale prevede inoltre di trasformare la città rendendola più vivibile e più comoda: sono state appaltate varie opere, alcune molto importanti, tra cui la realizzazione del bocciodromo comunale, la ristrutturazione del velodromo comunale che sarà trasformato in un'Arena per i grandi eventi, la ristrutturazione e l'ampliamento di alcune scuole elementari, realizzazione della cittadella sportiva di Is Arenas, l'espansione del cimitero comunale, la costruzione del mercatino rionale di [[Flumini]], la realizzazione di un centro sportivo a Flumini, la costruzione del teatro Il Nuovo (il più capiente dell'hinterland) e la camminata con posti di osservazione della fauna lungo la parte finale di viale Colombo.
 
=== Suddivisioni amministrative ===
Fino al 2005 la città era divisa in 6 circoscrizioni: Santo Stefano, Pirastu, Pitz'e serra, Perdabona, Centro Storico e Litorale<ref>{{cita web|url=http://www.dinopusceddu.it/circoscrizioni.htm|titolo=Le Circoscrizioni - Comune di Quartu Sant'Elena|accesso=18 agosto 2010}}</ref>. Da quell'anno però le circoscrizioni divennero 4 in seguito alla razionalizzazione attuata dal commissario prefettizio<ref>{{cita news|autore=Giovanni Manca di Nissa|url=http://edicola.unionesarda.it/Articolo.aspx?Data=20050303&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=1106575|titolo=Il commissario taglia le circoscrizioni. Da sei diventeranno quattro.|pubblicazione=[[L'Unione sarda]]|giorno=03|mese=03|anno=2005|accesso=18 agosto 2010}}</ref>. Nel 2010 infine sono state definitivamente abolite<ref>{{cita news|autore=Giovanni Manca di Nissa|url=http://edicola.unionesarda.it/Articolo.aspx?Data=20100309&Categ=0&Voce=1&IdArticolo=2438407|titolo=Al voto senza le Circoscrizioni|pubblicazione=[[L'Unione sarda]]|giorno=09|mese=03|anno=2010|accesso=18 agosto 2010}}</ref> poiché la città non raggiunge la quota di 250.000 abitanti necessari per poterle istituire.
 
== Economia ==
Importante centro agricolo del [[Campidano]], in passato l'economia di Quartu era basata principalmente sull'agricoltura e sulla pastorizia. Agli inizi del Novecento a Quartu venne aperta la cantina sociale che attualmente non produce più il vino in città ma nella sede staccata in comune di [[Maracalagonis]]. I principali vini prodotti sono la "Malvasia", ottimo vino da dessert, e il "Villa di Quartu". Quartu era famosa in tutto il circondario di Cagliari per la produzione di dolci sardi fatti in casa e anche la famiglia reale per i dolci si riforniva in città. I principali dolci prodotti sono i pistocchedus, i pistoccus de bentu, gli amaretus, i piricchitus, i candelaus e i pabassinas. Meno diffusi erano il fattu e cottu, il pan'e saba e il gattò prodotto e consumato specialmente durante la [[Sagra di San Giovanni Battista (Quartu Sant'Elena)|Festa di San Giovanni Battista]]. A Quartu negli ultimi decenni la tradizione di produrre i dolci in casa non è più diffusa ma sono ancora tante le pasticcerie che producono dolci sardi. Per quasi un secolo, esattamente dal 1878 al 1985, a Quartu venivano prodotti laterizi e tegole dalle fornaci [[Fornaci di laterizi Picci|Picci]] e [[Fornaci di laterizi Maxia|Maxia]]. Fino agli anni sessanta inoltre in città era praticata, nelle zone di Pitz'e Serra e Is Ammostus, l'estrazione di argilla bianca. A Quartu era ed è ancora diffusa la lavorazione dell'oro con cui vengono prodotti gioielli in [[filigrana]]. Dagli anni settanta in città sono presenti aziende per la lavorazione del legno e per la produzione di alimenti. Negli ultimi decenni Quartu, specialmente il suo litorale, è divenuta una meta turistica.
 
== Sport ==
=== Calcio ===
* La [[Sant'Elena Quartu|A.S.D. Sant'Elena Quartu]] milita attualmente nel campionato di Promozione.
* Il Quartu 2000 milita attualmente nel campionato di Promozione.
* L'Antoniana milita attualmente nel campionato di Seconda Categoria.
* L' S.S.D. San Francesco milita attualmente al campionato degli Allievi Regionali
=== Pallacanestro ===
* L'Antonianum Basket (squadra maschile) milita attualmente in Serie C regionale
* L'Antonianum Basket (squadra femminile) milita attualmente in Serie A3
* La Ferrini Basket (squadra maschile) milita attualmente in Serie D regionale
* La Ferrini Basket (squadra femminile) milita attualmente in Promozione regionale
* La Basket Quartu (squadra femminile) milita attualmente in Serie C femminile
* L'ASD Basket Disabili Sardegna milita nella serie A1 di basket in carrozzina
* L'ASD FlaminGO Basket (squadra maschile) milita attualmente in Promozione Regionale
 
=== Altri sport ===
* L'[[Atiesse Calcio a 5|Atiesse]] è la principale squadra di [[calcio a 5]] della città. Nella stagione 2013-14 milita nel campionato di serie B, ma in passato ha disputato per due campionati di seguito ([[Serie A 2009-2010 (calcio a 5)|2009-10]] e [[Serie A 2010-2011 (calcio a 5)|2010-11]]) la massima serie nazionale.
* La [[Società Cooperativa Dilettantistica Promogest]] Quartu Pallanuoto (squadra maschile) milita nel Campionato Nazionale di Serie A1
* La [[Società Cooperativa Dilettantistica Promogest]] Quartu Pallanuoto (squadra femminile) milita nel Campionato Nazionale di Serie A2
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
* [[Strada statale 554 Cagliaritana]] che collega la città alle altre dell'hinterland di Cagliari e alle [[SS 131|S.S. 131]] (Cagliari - [[Porto Torres]]) e [[SS 130|S.S. 130]] (Cagliari - [[Iglesias (Italia)|Iglesias]]).
* [[Strada statale 554 Cagliaritana#Nuova SS 554|Nuova S.S. 554]] che per ora collega la frazione di Terra Mala alla fine della Via dell'autonomia Regionale Sarda e di conseguenza alla vecchia S.S. 125; quando sarà terminata collegherà la Strada Statale 554 alla nuova SS 125 e alla SS 130.
* [[Strada statale 125 Orientale Sarda|S.S. 125]] che collega Quartu a [[Palau (Italia)|Palau]].
* [[Strada statale 125 Orientale Sarda#Nuova S.S 125|Nuova S.S. 125]] (ancora in fase di completamento) che attualmente collega Quartu (Cala Regina) a Cardedu
* S.P. 17 che collega Quartu a Villasimius attraversando le frazioni e [[Solanas (Sinnai)|Solanas]].
 
=== Porti ===
A Quartu è presente un porticciolo turistico nella località Marina di Capitana. Il porto passeggeri e merci più vicino alla città è quello di [[Porto di Cagliari|Cagliari]]
 
=== Mobilità urbana ===
I trasporti urbani e suburbani in città sono gestiti dal [[Consorzio trasporti e mobilità|CTM]], di cui il comune di Quartu è azionista col 7,5% del capitale<ref>{{cita web|url=http://www.ctmcagliari.it/custom/azienda.html|titolo=L'Azienda|accesso=25 agosto 2010}}</ref>. Il CTM gestisce anche i trasporti interurbani con alcuni centri della città metropolitana collegando Quartu con Assemini, Cagliari, Monserrato, Pirri, Quartucciu e Selargius.
 
Dal [[1893]] al [[1961]] Quartu Sant'Elena era collegata al capoluogo tramite una caratteristica tranvia extraurbana che transitava per Selargius e Monserrato, esercita dapprima con trazione a vapore e in seguito, incorporata nella [[Rete tranviaria di Cagliari (1893-1973)|rete tranviaria di Cagliari]], con tram elettrici.
 
==Citazioni==
{{citazione|Non credo ci sia in Europa un villaggio il cui pane possa essere paragonato a quello di Quartu.''|Antoine Claude Pasquin, noto Valéry, Voyages en Corse, à l'île d'Elbe et en Sardaigne, 1837|}}
 
==Galleria d'immagini==
<gallery mode="packed">
immagine:Sant'AnastasiaQuartuSant'Elena.JPG|Il quartiere di Sant'Anastasìa
immagine:Quartello.JPG|Il quartiere di Quartello
immagine:Basilica_Sant_Elena_Quartu.jpg|Basilica di Sant'Elena Imperatrice
immagine:Chiesa sant'Efisio1.JPG|Cupola della Chiesa di Sant'Efisio
immagine:Internosantefisio.JPG|Interno della Chiesa di Sant'Efisio
</gallery>
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|||Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 4 (O-S)|2006|Carlo Delfino editore|Sassari|curatore=[[Manlio Brigaglia]], Salvatore Tola|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589103|ISBN=88-7138-430-X}}
* {{cita libro|||Grande Enciclopedia della Sardegna|2007|Newton&ComptonEditori|Sassari|curatore=Francesco Floris|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10}}
*''Guida alle antiche chiese di Quartu''.Cagliari, Ettore Gasperini Editore, 1999.
*Beatrice Saddi e Carla Onnis. ''Chiesa di Sant'Elena Imperatrice - Il gioiello della città di Quartu"
*Guida di Monumenti Aperti
*Guida di Monumenti all'Aperto
 
== Voci correlate ==
*[[Area metropolitana di Cagliari]]
*[[Marina di Capitana]]
*[[Flumini di Quartu]]
*[[Geremeas]]
*[[Sagra di San Giovanni Battista (Quartu Sant'Elena)]]
*[[Parco regionale Molentargius - Saline]]
*[[Golfo degli Angeli]]
*[[Parco dei Sette Fratelli - Monte Genis]]
*[[Poetto]]
*[[CTM (Cagliari)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Quartu Sant'Elena}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://www.comune.quartusantelena.ca.it/|Sito ufficiale Del Comune di Quartu Sant'Elena}}
*{{cita web|http://www.comunas.it/quartu/|La scheda del comune nel portale ''Comunas'' della Regione Sardegna}}
*{{cita web|http://www.sciampitta.com|Festa internazionale della Sciampitta}}
*{{cita web|http://www.quartu.net/|Portale del Comune di Quartu Sant'Elena}}
*{{cita web|http://www.comitatosantelena.it|Comitato stabile per i festeggiamenti di Sant'Elena Imperatrice e Patrona della città di Quartu Sant'Elena}}
 
{{Città metropolitana di Cagliari}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Sardegna}}
 
[[Categoria:QuartuAbruzzo|Biblioteche Santdell'Elena| Abruzzo]]
[[Categoria:Biblioteche dell'Abruzzo]]