Falco peregrinus e Bono (Italia): differenze tra le pagine

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== Altri progetti == {{interprogetto}} == Collegamenti esterni == {{Collegamenti esterni}}
 
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{{Divisione amministrativa
== Descrizione ==
|Nome = Bono
Il falco pellegrino ha una lunghezza compresa tra 34 e 58&nbsp;cm, e un'apertura alare di 80–120&nbsp;cm.<ref name="White94">{{Cita pubblicazione|autore=White, C.M. et al.|contributo=Family Falconidae|titolo=Handbook of Birds of the World: New World Vultures to Guineafowl|curatore = del Hoyo, J., Elliot, A. and Sargatal, J.|editore=Lynx Edicions|città=Barcelona|anno=1994|volume=2|pp=216–275, plates 24–28|isbn=84-87334-15-6}}</ref><ref name="Dewey"/> Maschi e femmine hanno piumaggio simile ma, come in molti altri rapaci, sono caratterizzati da un marcato [[dimorfismo sessuale]] per cui le femmine sono circa il 30% più grandi dei maschi.<ref name="Scholz">{{Cita pubblicazione|autore=Scholz, F.|anno=1993|titolo=Birds of Prey|editore=Stackpole Books|isbn=0-8117-0242-1}}</ref><ref name=bwp>{{Cita pubblicazione|autore=Snow, D.W. et al.|anno=1998|titolo=The complete birds of the western Palaearctic on CD-ROM|editore=Oxford University Press|isbn=0-19-268579-1}}</ref>
|Nome ufficiale = {{lingue|it|sc}}Bòno
Il peso varia quindi dai 440-850 g dei maschi, ai 750-1250 g delle femmine. Le fluttuazioni dei valori tengono conto anche delle sottospecie.
|Panorama = Bono - Municipio (01).jpg
|Didascalia = Il municipio.
|Bandiera = Bono (Italia)-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Bono (Italia)-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Sardegna
|Divisione amm grado 2 = Sassari
|Amministratore locale = Elio Mulas
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione = 11-6-2017
|Data istituzione =
|Abitanti = 3506
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 marzo 2018.
|Aggiornamento abitanti = 31-03-2018
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Anela]], [[Benetutti]], [[Bonorva]], [[Bottidda]], [[Bultei]], [[Burgos (Italia)|Burgos]], [[Nughedu San Nicolò]], [[Oniferi]] ([[Provincia di Nuoro|NU]]), [[Orotelli]] (NU)
|Zona sismica = 4
|Gradi giorno =
|Diffusività =
|Nome abitanti = {{it}}bonesi<br/>{{sc}}''bonesos''
|Patrono = san Michele Arcangelo
|Festivo = 29 settembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Bono (province of Sassari, region Sardinia, Italy) - 2016.svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Bono nella provincia di Sassari
|Sito = http://www.comunebono.gov.it
}}
 
'''Bono''' (''Bono'' in [[lingua sarda|sardo]]<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | Garzanti | Milano|p= 87}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 3506 abitanti della [[provincia di Sassari]], situato nella regione storica del [[Goceano]].
[[File:Falco-peregrinus-silhouette-2.png|thumb|left|Silhouette in volo, vista da sotto]]Il dorso e le ali appuntite degli adulti sono solitamente di un colore che va dal nero bluastro al grigio ardesia, con alcune striature caratteristiche delle sottospecie. La punta delle ali è nera.<ref name="Dewey">{{Cita pubblicazione|autore=Dewey, T. and Potter, M.|anno=2002|url=http://animaldiversity.ummz.umich.edu/site/accounts/information/Falco_peregrinus.html|titolo=Animal Diversity Web: ''Falco peregrinus''|editore=University of Michigan Museum of Zoology|accesso=21 maggio 2008}}</ref>
 
==Geografia fisica==
La parte inferiore è striata con sottili bande marrone scuro o nere.<ref name="Lees">{{Cita pubblicazione|autore=Ferguson-Lees, J. and Christie, D.|anno=2001|titolo=Raptors of the World|editore=Houghton Mifflin Field Guides|isbn=0-618-12762-3}}</ref> La coda, dello stesso colore del dorso ma con striature nette, è lunga, sottile e arrotondata alla fine con una punta nera e una banda bianca a ciascuna estremità. La testa nera contrasta con i fianchi chiari del collo e la gola bianca.<ref name="Terres91">{{Cita pubblicazione|autore=Terres, J.K.|titolo=The Audubon Society Encyclopedia of North American Birds|editore=Wings Books, New York|anno=1991|isbn=0-517-03288-0}}</ref> La "cera" del becco e le zampe sono gialle, mentre il becco e gli artigli sono neri.<ref name="Beckstead">Beckstead, D. (2001)</ref> La punta del becco ha un intaglio, risultato di un adattamento biologico, che permette al falco di uccidere le prede spezzando loro le vertebre cervicali del collo.<ref name="F&WL">{{Cita pubblicazione|autore=U.S. Fish and Wildlife Service|anno=1999|titolo=All about the Peregrine falcon|accesso=13 agosto 2007}}</ref><ref name="White94"/><ref name=bwp />
===Territorio===
[[File:Monte Rasu (02).JPG|thumb|left|Monte Rasu]]
Bono sorge a 540 m al di sopra del livello del mare, ai piedi del monte Rasu. Abitato fin dall'epoca preistorica, il suo territorio è caratterizzato da una grande varietà di paesaggi, in un continuo alternarsi di pianure, colline e montagne, e si estende dalla valle del [[Tirso]] fino alla cima di monte Rasu la cui vetta, "Sa Punta Manna", raggiunge i 1259 metri s.l.m.
 
Di notevole importanza naturalistica è la località di "Sos Nibberos", posta alle pendici nord-ovest del monte Rasu, che tra l'altro comprende la foresta di [[Taxus baccata]] più grande d'Italia, dichiarata [[monumento naturale]]; alcuni esemplari millenari raggiungono i 16 metri d'altezza ed hanno un diametro superiore al metro. A poca distanza dal paese si trovano monte Pisanu e l'area di sosta "Sa Puntighedda".
I giovani immaturi sono caratterizzati da un colore più bruno con parti inferiori striate che invece che barrate; la "cera" e l'anello orbitale è blu pallido.<ref name="White94"/>
Presso l'ex-caserma del Corpo forestale di monte Pisanu, a 861 metri d'altezza, sono state impiantate diverse specie arboree quali il cedro atlantico, la roverella, le tuie giganti; tra esse emerge un notevole esemplare di abete bianco.
 
La maggior parte del territorio di Bono per rilevante interesse naturalistico, è protetto e salvaguardato dalla intensa attività svolta dal [[Corpo forestale e di vigilanza ambientale]] e dell'[[Ente foreste della Sardegna]] ed è frequentato da molti turisti attratti anche dalla presenza di numerosi laghetti<ref>[http://www.sardegnaambiente.it/j/v/1189?s=8448&v=2&c=7216&t=1 La foresta demaniale di Monte Pisanu]</ref>
=== Identificazione ===
[[File:PeregrineFalconSilhouettes.svg|thumb|Silhouette del Falco pellegrino: a sinistra, in volo; a destra, in preparazione della picchiata]]
Il falco pellegrino è facilmente distinguibile dalla poiana comune (''[[Buteo buteo]]'') per il suo corpo compatto e la sua silhouette più agile, le ali sono strette e a punta e non larghe e frangiate all'estremità, come quelle della Poiana. Notevoli sono anche i suoi colpi d'ala veloci e vigorosi, mentre i battiti della poiana tendono ad essere più lenti. Più difficile è distinguerlo dal [[gheppio]], più piccolo e meno massiccio e con la coda più lunga, ma per il resto simile. Il pellegrino, a differenza del gheppio, non fa mai lo "spirito santo", un atteggiamento di caccia, utile per la cattura di insetti e roditori, che consiste nel librarsi fermo nell'aria, grazie a piccoli movimenti delle ali.
 
== Biologia Storia==
=== Alimentazione Origini===
Il territorio di Bono è abitato dall'uomo sin dall'età nuragica come testimoniato dai numerosi [[nuraghi]] sparsi nel territorio.
[[File:Peregrine Falcon with Kill.jpg|thumb|Falco pellegrino con [[Columba palumbus|colombaccio]]]]
I metodi di caccia del falco pellegrino sono tutti condizionati dalle sue caratteristiche fisiche. Il falco pellegrino è un abile cacciatore in grado di attaccare anche le prede a mezz' aria. Contrariamente a quanto si crede, esso non è in grado di volare in orizzontale a velocità importanti. R. Meinerzhaghen ha cronometrato numerosi esemplari in inseguimento di prede, potendo constatare che la velocità massima va collocata fra i 105 e i 110 chilometri orari: insufficiente, per esempio, per raggiungere il [[colombaccio]] (''Columba palumbus'') o il piccione (''Columba livia'') o ancora la maggior parte delle anatre selvatiche, cioè molte delle sue prede principali. Al contrario, nella picchiata, il falco pellegrino è imbattibile. Mebs ha cronometrato più volte un esemplare, lanciatosi dal campanile della cattedrale di [[Colonia (Germania)|Colonia]], a velocità fra i 252 e i 324 chilometri all'ora.
 
===Età Giudicale===
Ma il falco, normalmente, caccia da altezze ben maggiori, dalle quali dovrebbe raggiungere e forse superare la [[velocità critica]] di cui il suo corpo, ad ali chiuse, è capace (in breve, velocità critica è quella che un corpo, di determinati peso e forma, può raggiungere, accelerato dalla forza di gravità e rallentato dalla resistenza dell'aria). Hangte, nel 1968, ha potuto calcolare che la velocità critica del falco pellegrino è da collocarsi fra i 368 e i 384 chilometri all'ora.
Durante il [[medioevo]] Bono apparteneva al [[giudicato di Torres]] e precisamente alla [[curatoria]] del Goceano con [[Bottidda]], [[Burgos (Italia)|Burgos]], [[Anela]], [[Esporlatu]], [[Bultei]] e [[Benetutti]]. Nei primi decenni del [[XII secolo]] l'isola si arricchì di chiese, monasteri e castelli. Anche Bono ebbe la nuova chiesa, in stile [[romanico pisano]], oggi parrocchia di San Michele Arcangelo, il suo convento, uno dei più antichi della Sardegna, a Monte Rasu e a pochi chilometri di distanza il Castello del [[Goceano]].
 
===Età Moderna===
Un'altra caratteristica importante del falco pellegrino è la rigidità delle [[penne remiganti]], importante per la manovrabilità alla fine della picchiata. Ma penne rigide significa anche penne fragili. Quindi la cattura deve sempre avvenire in spazi aperti, evitando il rischio di colpi con rami e perfino fogliame. In conseguenza, la strategia di [[caccia]] del falco pellegrino consiste nel tentativo di portarsi in posizione dominante nei confronti della probabile preda. Questo può essere ottenuto in uno dei seguenti modi: trovare un posatoio in posizione elevata, per esempio su un monte; guadagnare quota, quasi sempre sfruttando una termica, e poi pattugliare dall'alto i terreni favorevoli, e infine, più di rado, aggredire una preda dal basso, spingerla a fuggire verso quote altissime e, se è capace di portarsi sopra di lei, infine inseguirla in picchiata.
Sotto la dominazione spagnola Bono seguì la sorte del resto della Sardegna: spopolamento e depressione economica; ma, nel [[1721]], dopo la cessione del [[Regno di Sardegna]] ai [[Casa Savoia|Savoia]], la situazione migliorò con un notevole incremento dell'attività agricola. Nel 1796, in seguito alla partecipazione ai moti antifeudali di [[Giovanni Maria Angioy]], nativo del luogo, il centro venne attaccato dalle truppe piemontesi che dopo averlo bombardato lo conquistarono. I bonesi aspettarono i soldati sulla via del ritorno, li attaccarono e ne fecero prigionieri alcuni. Agli inizi del secolo scorso per qualche anno il paese fu capoluogo di provincia, poi venne inserito nella [[Sassari]], sebbene tutt'oggi mantenga maggiori rapporti culturali ed economici con quella di [[Provincia di Nuoro|Nuoro]].
 
==Società==
La cattura vera e propria avviene con la cosiddetta "stoccata", un colpo sferrato con entrambi gli artigli, che dovrebbe tramortire, o sbilanciare, o ferire la preda, che cade a terra, dove viene uccisa con il potente becco. Più raramente il falco ghermisce la preda (come invece fanno i falchi che cacciano all'inseguimento). Mai la colpisce con il becco o (come sostiene qualche antico testo) con il petto. Da quanto abbiamo detto, si può capire che, salvo su terreni innevati o molto nudi, il Falco pellegrino non caccia mai a terra e mai animali terrestri. Il fabbisogno quotidiano del falco pellegrino è pari a circa 140 grammi di carne. Con i bocconi inghiotte volentieri un poco di piume, che poi rigetta il mattino dopo, prima di riprendere le attività venatorie.
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Bono (SS)}}
===Lingue e dialetti===
La variante del [[lingua sarda|sardo]] parlata a Bono è quella [[sardo logudorese#Logudorese centrale o comune|logudorese centrale o comune]].
 
==Economia==
=== Riproduzione ===
Bono è considerato il Capoluogo del Goceano.
I partner di una coppia di falchi pellegrini rimangono insieme perlopiù per tutta la vita e si accoppiano nuovamente in caso di morte di uno dei partner. La durata della cova dura dai 32 ai 37 giorni, in funzione della latitudine e dalla percentuale di umidità della zona prescelta per la cova. La covata può prevedere da 2 a 6 uova (casi eccezionali) con solitamente 3/4 uova come standard usuale.
L'economia locale è soprattutto di tipo agro-pastorale sebbene sia discreta anche la presenza dell'artigianato rappresentato dalla lavorazione del ferro e del legno e della tessitura e panificazione. Nel paese sono presenti i principali servizi di pubblica utilità: la sede della Comunità montana "Goceano", un ufficio regionale ERSAT e quelli dell'ispettorato agrario, della Compagnia dei carabinieri e del Corpo forestale di vigilanza ambientale.
 
[[File:Bono - Costume tradizionale (02).JPG|miniatura|Costume tradizionale]]
Il falco pellegrino raggiunge in media un'età massima di 17 anni allo stato brado, ma sono stati osservati in cattività casi in cui dei soggetti superavano l'età di 20 anni.
 
== Amministrazione ==
[[File:peregrinus hawk.jpg|thumb|upright=1.4|Esemplare di falco pellegrino]]
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
 
{{ComuniAmminPrec
Il falco pellegrino è stato uccello dell'anno nel [[1971]].
|Nome = Cesare Nurra
 
|Inizio = 6 giugno 1993
== Distribuzione e habitat ==
|Fine = 27 aprile 1997
Il falco pellegrino ha una [[distribuzione cosmopolita]]: può contare 21 sottospecie che popolano l'intero globo con esclusione dei poli, ciò determina un adattamento ''dedicato'' alle più svariate condizioni ambientali, dalla tundra artica ai deserti australiani. In Italia caccia prevalentemente in spazi aperti ed è perciò osservabile in quasi tutti i biotopi - tuttavia prevalentemente negli spazi aperti e sui bacini lacustri con abbondanza di uccelli. In alcune città si è pure urbanizzato.
|Partito = [[Democrazia Cristiana|DC]]
 
|Note = <ref name="93-97">{{Cita web|titolo=Comunali 06/06/1993|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=06/06/1993&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
Cova anche in strutture architettoniche prominenti in alti palazzi come campanili delle chiese, vecchie fabbriche dove caccia prevalentemente piccioni (p.e. a [[Gottinga]]). Esempi di nidificazione in città italiane sono le 3 coppie di falchi che hanno nidificato nella primavera 2013 sulla cima della [[Lanterna di Genova]]<ref>[http://www.genova24.it/2013/06/lanterna-di-genova-dove-osano-e-nidificano-i-falchi-pellegrini-51986/ Lanterna di Genova: dove osano (e nidificano) i falchi pellegrini | Genova24.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e la coppia che a Milano nel 2014 ha nidificato nel sottotetto del [[grattacielo Pirelli]], a 125 metri dal suolo<ref>[http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_maggio_22/dalle-alpi-pirellone-trovato-nido-falco-pellegrino-aae118ec-e17f-11e3-8be9-3eb4fd26c19b.shtml Dalle Alpi al Pirellone: trovato un nido di falco pellegrino a 125 metri]</ref>. Più recente è il caso della coppia che nel 2016 si è riprodotta sul campanile del [[Abbazia di San Giovanni Evangelista|Monastero di San Giovanni a Parma]], dando alla luce ben quattro pulli<ref>[http://www.gazzettadiparma.it/news/news/353232/Nati-4-falchi-in-San-Giovanni.html Gazzetta di Parma dell'11.05.2016: Nati 4 falchi in San Giovanni]</ref>. Nel 2017 nuovamente una coppia di falchi pellegrini, Giulia e Giò, hanno nidificato nel sottotetto del [[grattacielo Pirelli]] a Milano dando alla luce 3 piccoli falchi. Altrimenti il falco pellegrino predilige ripide rupi come luogo di cova, molto più raramente nidi abbandonati di altri rapaci.
}}
 
{{ComuniAmminPrec
== Tassonomia ==
|Nome = Mariano Marteddu
[[File:PeregrineSubspeciesMap.png|upright=1.8|thumb|Areale di riproduzione delle varie sottospecie]]
|Inizio = 27 aprile 1997
 
|Fine = 13 maggio 2001
Sono state descritte numerose [[sottospecie]] di falco pellegrino e di queste 19 sono accettate dall'''Handbook of the Birds of the World''.<ref name="White94"/><ref name=bwp /><ref name="Vaurie (1961)">Vaurie (1961)</ref>
|Partito = [[lista civica|liste civiche]] di [[centro-sinistra]]
 
|Note = <ref name="90-01">{{Cita web|titolo=Comunali 27/04/1997|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=27/04/1997&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
* ''Falco peregrinus peregrinus'', la sottospecie di riferimento, descritta da [[Marmaduke Tunstall|Tunstall]] nel 1771, si riproduce nella parte temperata dell'[[Eurasia]] tra la tundra a nord e i [[Pirenei]], il [[Mar Mediterraneo]] e la [[Alpi|cintura alpina]] a sud.<ref name="AOU164">American Ornithologists' Union (1910):p.164</ref> Nell'Europa è essenzialmente stanziale, mentre è migratore in Scandinavia e Asia. I maschi raggiungono un peso di 580-750 g, mentre le femmine pesano 925-1030 g.<ref name=bwp/> La sottospecie comprende ''brevirostris'', ''germanicus'', ''rhenanus'', e ''riphaeus''.
}}
* ''Falco peregrinus calidus'', descritto da John Latham nel 1790, precedentemente conosciuto come ''leucogenys'' include il ''caeruleiceps''. Si riproduce nella tundra artica dell'Eurasia, da [[Murmansk]] ai fiumi [[Jana]] e [[Indigirka]], in [[Siberia]]. È completamente migratore e d'inverno si sposta verso sud fino all'Africa sub-sahariana. Vive prevalentemente attorno a insediamenti in zone umide.<ref name=pcr>{{Cita libro|autore=Rasmussen, PC & JC Anderton|anno=2005| titolo=Birds of South Asia. The Ripley Guide. Volume 2|editore=Smithsonian Institution and Lynx Edicions|pagine=116}}</ref> È di colore più chiaro del ''peregrinus'', specialmente sulla testa. I maschi pesano 588-740 g, le femmine 925-1333 g.<ref name=bwp/>
{{ComuniAmminPrec
* ''Falco peregrinus japonensis'', descritto da [[Johann Friedrich Gmelin|Gmelin]] nel 1788, include ''kleinschmidti'', ''pleskei''; l'''harterti'' sembra riferirsi a integrazioni con ''calidus''. Si trova dal nordest della [[Siberia]] alla [[Kamčatka]] (anche se forse qui è rimpiazzato dal ''pealei''), e in [[Giappone]]. Le popolazioni del nord sono migratorie, quelle giapponesi stanziali. È simile al ''peregrinus'', ma i giovani sono anche più scuri dei piccoli ''anatum''.
|Nome = Antonio Maria Demontis
 
|Inizio = 13 maggio 2001
[[File:Peregrine Falcon Kobble Apr07.JPG|thumb|La sottospecie australiana ''F.&nbsp;p.&nbsp;macropus'']]
|Fine = 26 maggio 2002
* ''Falco peregrinus macropus'', descritto da [[William John Swainson|Swainson]] nel 1837 è il Falco pellegrino australiano. Si trova in tutta l'Australia, tranne che nel sud-ovest. È non migratore e simile al ''brookei'' nell'aspetto, ma è più piccolo e con la regione auricolare interamente nera; le zampe sono in proporzione più grandi.<ref name="Lees"/>
|Partito = [[centro-sinistra]]
* ''Falco peregrinus submelanogenys'', descritto da [[Gregory Mathews|Mathews]] nel 1912, è il Falco pellegrino del sud-ovest dell'Australia; non migratore.
|Note = Elezione nulla<ref name="01-02">{{Cita web|titolo=Comunali 13/05/2001|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=13/05/2001&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
* ''Falco peregrinus peregrinator'', descritto da [[Carl Jacob Sundevall|Sundevall]] nel 1837, è noto come Falco pellegrino indiano, Shahin nero o Shahin indiano.<ref>Il ''shahin'' ('''شاهین''') nella [[letteratura araba]] e [[letteratura persiana|persiana]] è solitamente il ''Falco pelegrinoides''; gli Indiani (शाहीन) e Pakistani (شاہین) invece normalmente intendono il ''peregrinator''.</ref> Era noto in precedenza come ''Falco atriceps'' o ''Falco shahin''. L'areale comprende l'Asia meridionale a partire dal [[Pakistan]] attraverso [[India]], [[Bangladesh]], [[Sri Lanka]] fino alla [[Cina]] sud occidentale. In India, lo Shaheen è presente in tutti gli Stati, eccetto l'[[Uttar Pradesh]], soprattutto nelle regioni collinari e rocciose. È presente anche nelle isole [[Andamane e Nicobare]].<ref name="Pande_et_al_2007">{{Cita libro |cognome=Pande |nome=Satish |cognome2=Yosef |nome2=Reuven|cognome3=Mahabal|nome3=Anil|curatore-nome=Janusz |curatore-cognome=Sielicki |altri=Mizera, Tadeusz |titolo=Peregrine Falcon populations - Status and Perspectives in the 21st Century |anno=2009|editore=European Peregrine Falcon Working Goup and Society for the Protection of Wild nimals "Falcon", Poland and Turl Publishing & Poznan University of Life Sciences Press, Warsaw-Poznan|città= <!--|pagine=493–520--> |pagine=800 |capitolo=Distribution of the Peregrine Falcon (''Falco peregrinus babylonicus'', ''F. p. calidus'' and ''F. p. peregrinator'') in India con note sulle abitudini nidificatorie dello shahin.|isbn=978-83-920969-6-2}}</ref> Depone in genere da tre a quattro uova, con i pulcini in grado di volare dopo 48 giorni e una percentuale di sopravvivenza di 1,32 pulcini per nido. In India nidifica oltre che sulle scogliere, anche su edifici o strutture costruite dall'uomo come i ripetitori per la telefonia cellulare.<ref name="Pande_et_al_2007"/> Nello Sri Lanka la stima di coppie in fase riproduttiva era di una quarantina nel 1996.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Döttlinger,Hermann; Hoffmann, Thilo W|anno=1999|titolo= Status of the Black Shaheen or Indian Peregrine Falcon ''Falco peregrinus peregrinator'' in Sri Lanka|rivista= J. Bombay Nat. Hist. Soc. |volume=96|numero=2|pp=239–243}}</ref> È non migratore, piccolo e scuro, con sottopancia rossiccio. Nello [[Sri Lanka]] questa sottospecie preferisce le colline più elevate, mentre il migratore ''calidus'' è avvistato più frequentemente lungo le coste.<ref>Döttlinger & Nicholls (2005)</ref> In Pakistan è il simbolo della locale [[Pakistani Fida'iyye|Aeronautica militare]].
}}
 
{{ComuniAmminPrec
* ''Falco peregrinus anatum'', descritto da [[Carlo Luciano Bonaparte|Bonaparte]] nel 1838,<ref name="AOU164"/> è conosciuto come Falco pellegrino americano, o "Falco anatra" come indica il suo nome scientifico. Attualmente vive prevalentemente nelle [[Montagne Rocciose]], mentre in precedenza era comune in tutto il Nord America, dalla tundra al Mexico settentrionale, dove gli sforzi di reintroduzione cercano di ristabilire la popolazione.<ref name="AOU164"/> Gli adulti di ''anatum'' svernano nella zona di riproduzione, tranne quelli che si riproducono molto a nord. Gli esemplari più vagabondi che raggiungono l'Europa sembrano appartenere alla variante più settentrionale e migratoria ''tundrius'', che è considerata distinta solo dal 1968. È simile al ''peregrinus'', ma un po' più piccola; gli adulti hanno un colore più chiaro e meno caratterizzato al di sotto, mentre i giovani sono un po' più scuri e marcati. Il peso dei maschi è compreso tra 500 e 570 g, le femmine tra 900 e 960 g.<ref name="White94"/><ref name = Michigan>Michigan Department of Natural Resources (2007)</ref>
|Nome = Giuseppe Pietrino Molotzu
* ''Falco peregrinus cassini'', descritto da Sharpe nel 1873, è noto anche come Falco pellegrino australe. Comprende il ''kreyenborgi'', o falcone pallido<ref>Noto anche come "Falcone di Kleinschmidt", che tuttavia può indicare anche il ''F. p. kleinschmidti'' che un sinonimo del ''japonensis'',</ref> una forma di [[leucismo]] tipica soprattutto del Sud America e che per lungo tempo è stata considerata una specie separata.<ref name="Ellis83">{{Cita pubblicazione|autore=Ellis, D.H. and Garat, C.P.|anno=1983|titolo=The Pallid Falcon ''Falco kreyenborgi'' is a color phase of the Austral Peregrine Falcon (''Falco peregrinus cassini'')|rivista=Auk|volume=100|pp=269–271|url=http://elibrary.unm.edu/sora/Auk/v100n02/p0269-p0271.pdf|formato=PDF|accesso=24 maggio 2008|numero=2}}</ref> Il suo areale comprende il Sud America e va dall'[[Ecuador]] alla [[Bolivia]], [[Argentina]], [[Cile]], [[Terra del Fuoco (arcipelago)|Terra del Fuoco]] e [[Isole Falkland]].<ref name="Lees"/> È non migratore e simile al ''peregrinus'', ma un po' più piccolo e con la regione auricolare nera. La variante ''kreyenborgi'' è di un grigio medio con piccole striature sotto e la testa simile al [[Falco cherrug]], anche se la regione auricolare è bianca.<ref name="Ellis83"/>
|Inizio = 26 maggio 2002
[[File:Peales.jpg|upright|thumb|Femmina di ''F.&nbsp;p.&nbsp;pealei'']]
|Fine = 27 maggio 2007
[[File:FalcoMinorKeulemans.jpg|upright|thumb| Sottospecie ''F.&nbsp;p.&nbsp;minor'', in un'illustrazione di [[John Gerrard Keulemans|Keulemans]], 1874]]
|Partito = [[lista civica]]
* ''Falco peregrinus pealei'', descritto da [[Robert Ridgway|Ridgway]] nel 1873, è conosciuto anche come "Falco di Peale" e include il ''rudolfi''.<ref name="AOU165"/> Si trova nella costa del Pacifico nord-occidentale dell'America, a partire dallo [[stretto di Puget]] lungo la [[Columbia Britannica]] (comprese le [[isole Regina Carlotta]], nel [[Golfo dell'Alaska]] e nelle [[isole Aleutine]], fino alla costa orientale russa del [[Mare di Bering]].<ref name="AOU165">American Ornithologists' Union (1910):p.165</ref> Si può trovare anche nelle [[isole Curili]] e nella costa della [[Kamčatka]]. È un non-migratore. È la sottospecie più grande, tanto che sembra un ''tundrius'' più scuro e di grandi dimensioni, o un grande e striato ''anatum''. Ha un becco molto grande.<ref name="Proctor"/> I giovani possono avere una cresta più chiara.
|Note = <ref name="02-07">{{Cita web|titolo=Comunali 26/05/2002|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=26/05/2002&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
* ''Falco peregrinus tundrius'', descritto da C.M. White nel 1968, era stato incluso nel ''leucogenys''. Vive nella tundra artica del Nord America e della [[Groenlandia]]. Migra per svernare nell'America Centrale e nel Sud America.<ref name="Proctor">Proctor, N. & Lynch, P. (1993):p.13</ref> Gli esemplari più vagabondi che raggiungono l'Europa appartengono a questa sottospecie, che era in precedenza unificata con l<nowiki>'</nowiki>''anatum''. È l'equivalente americano del ''calidus''. Come dimensioni è più piccolo e più chiaro dell'''anatum''. La maggior parte degli individui hanno la fronte e la regione auricolare chiara con la cresta scura, diversamente dal ''calidus''.<ref name="Proctor"/> I giovani sono più tendenti al marrone e meno al grigio dei ''calidus'', e più chiari degli ''anatum''.
}}
* ''Falco peregrinus madens'', descritto da [[Sidney Dillon Ripley|Ripley]] e Watson nel 1963, è caratterizzato da [[dimorfismo sessuale|dicromatismo sessuale]]. È un non-migratore delle isole di [[Capo Verde]];<ref name="Lees"/> la specie è in serio pericolo in quanto sembrano sopravvivere solo sei-otto coppie.<ref name="White94"/> I maschi hanno un colore rosso slavato sul capo, la nuca, le orecchie e il dorso; il sottopancia è bruno-rosato. Le femmine sono di un bruno intenso diffuso, soprattutto sul capo e nuca.<ref name="Lees"/>
{{ComuniAmminPrec
* ''Falco peregrinus minor'', descritto da [[Carlo Luciano Bonaparte|Bonaparte]] nel 1850. Precedentemente veniva spesso chiamato ''perconfusus''.<ref>Vaurie, 1961</ref> Ha una distribuzione scarsa e a chiazze nelle aree sub-sahariane e nel Sud Africa e si spinge lungo le coste atlantiche fino al [[Marocco]]. È un non-migratore piuttosto piccolo e scuro.
|Nome = Giuseppe Pietrino Molotzu
* ''Falco peregrinus radama'', descritto da [[Gustav Hartlaub|Hartlaub]] nel 1861, si trova nel [[Madagascar]] e nelle isole [[Comore]]. È non-migratore.<ref name="Lees"/>
|Inizio = 27 maggio 2007
* ''Falco peregrinus brookei'', descritto da [[Richard Bowdler Sharpe|Sharpe]] nel 1873, è conosciuto anche come Falco pellegrino mediterraneo o Falcone maltese.<ref>[[Carlo V d'Asburgo]] impose ai [[Cavalieri Ospitalieri]] il mantenimento di questi uccelli quando donò loro l'isola di Malta.</ref> Comprende il ''caucasicus'' e molti tipi della proposta razza ''punicus'', anche se alcuni potrebbero appartenere ai ''pelegrinoides'' o loro ibridi dell'[[Algeria]]. Si trovano in tutta l'area mediterranea a partire dalla [[Penisola iberica]], tranne che nelle zone più aride del [[Caucaso]]. È un non-migratore, più piccolo del ''peregrinus'' e con una sfumatura ruggine nel sottopancia.<ref name="Lees"/> I maschi pesano circa 445 g, le femmine fino a 920 g.<ref name=bwp/>
|Fine = 10 giugno 2012
 
|Partito = [[lista civica]]
[[File:FalcoPeregrinusBabylonicusGould.jpg|upright|thumb|Disegno di [[John Gould]] raffigurante la sottospecie ''F.&nbsp;p.&nbsp;babylonicus'']]
|Note = <ref name="07-12">{{Cita web|titolo=Comunali 27/05/2007|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=27/05/2007&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
* ''Falco peregrinus ernesti'', descritto da Sharpe nel 1894, si trova dall'[[Indonesia]] alle [[Filippine]] e a sud di [[Papua Nuova Guinea]] e nell'[[arcipelago delle Bismarck]]. La sua separazione dal ''nesiotes'' è da confermare. È un non-migratore, più scuro del ''peregrinus'' con dense barrature zona auricolare nera.
}}
* ''Falco peregrinus furuitii'', descritto da Momiyama nel 1927, si trova nelle [[isole Izu]] e [[isole Ogasawara|Ogasawara]]. È un non-migratore, piuttosto raro, forse limitato ad un'unica isola.<ref name="White94"/> Ricorda il ''pealei'', ma è più scuro specie sulla coda.<ref name="Lees"/>
{{ComuniAmminPrec
* ''Falco peregrinus nesiotes'' descritto da [[Ernst Mayr|Mayr]] nel 1941,<ref>Mayr (1941)</ref> si trova nelle isole [[Figi]] e forse anche a [[Vanuatu]] e in [[Nuova Caledonia]]. È un non-migratore.<ref>Peters, J. L.; Mayr, E. & Cottrell, W. (1979):p.423</ref>
|Nome = Michela Sau
* ''Falco peregrinus pelegrinoides'', descritto da [[Coenraad Jacob Temminck|Temminck]] nel 1829, si trova nelle [[isole Canarie]], Nord Africa, Vicino Oriente e [[Mesopotamia]]. È molto simile al ''brookei'', ma con dorso più chiaro, collo ruggine e parte inferiore giallina con poche marcature. È più piccolo del ''peregrinus'', con le femmine che pesano attorno a 610 g.<ref name=bwp/>
|Inizio = 10 giugno 2012
* ''Falco peregrinus babylonicus'', descritto da [[Philip Lutley Sclater|Sclater]] nel 1861,si trova nell'[[Iran]] orientale, lungo le catene montagnose dell'[[Hindu Kush]], [[Tien Shan]] e [[Monti Altaj]]. Pochi esemplari svernano nel nord dell'India, soprattutto in aree semideserte.<ref name="Pande_et_al_2007"/> È più chiaro del ''pelegrinoides'', simile a un piccolo [[Falco biarmicus]] chiaro. I maschi pesano 330-400 g, le femmine 513-765 g.<ref name=bwp/>
|Fine = 11 giugno 2017
 
|Partito = [[lista civica]] "Rinnovamento e Rinascita"
== Conservazione ==
|Note = <ref name="12-17">{{Cita web|titolo=Comunali 10/06/2012|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=10/06/2012&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
Il Falco pellegrino è considerato un [[superpredatore]]. Come tale le sue popolazioni sono soggette a notevoli variazioni, dovute alle fluttuazioni delle popolazioni delle prede (quasi esclusivamente uccelli), alle persecuzioni messe in atto dall'uomo (per esempio la sistematica distruzione di esemplari nelle [[Highlands scozzesi]], dove i falchi predano prevalentemente le pernici bianche ''(Lagopus lagopus)'', o durante la [[seconda guerra mondiale]], quando il Governo inglese tentò, senza riuscirvi, di distruggere la specie per proteggere il traffico dei piccioni viaggiatori, usati per tenere i contatti con la [[Resistenza francese]]).
}}
 
{{ComuniAmminPrec
Nonostante questo, intorno al 1950, vi erano nel mondo numerosi falchi pellegrini: da 9.320 a 12.470 coppie in Europa, escludendo la Russia (D. Ratcliffe 1993); da 10.600 a 12.000 coppie in Nord America (Cade e Burnham 2003); da 3.000 a 5.000 coppie in Australia (Cade 1982); senza beninteso poter calcolare la consistenza delle popolazioni, mai studiate in quell'epoca, del resto del mondo. In Europa occidentale e in America settentrionale, poco dopo il 1950, ebbe inizio un autentico tracollo che portò alcune popolazioni al completo collasso. Per esempio, quella statunitense a est delle [[Montagne Rocciose]] scomparve completamente, mentre rimasero circa trenta coppie negli Stati occidentali (Cade e Burnham 2003). In Europa centrale e settentrionale si ebbe parimenti una quasi totale scomparsa e in Inghilterra si passò dalle circa 700 coppie del [[1955]] (S. Cramp, 1980) alle 68 del 1962 (D. Ratcliffe 1980). Resistettero invece quasi tutte le popolazioni del Mediterraneo (S. Cramp 1980).
|Nome = Elio Mulas
 
|Inizio = 11 giugno 2017
In seguito al bando del DDT, alla rigorosa protezione dei siti di nidificazione dal prelievo di uova e nidiacei per la rinascita della [[falconeria]] e agli importanti interventi di reintroduzione, le popolazioni, a partire dagli anni settanta ebbero una progressiva e quasi totale ripresa. La specie, fra l'altro, si adatta volentieri alla presenza dell'uomo, tanto da nidificare spesso nei palazzi cittadini.
|Fine = -
 
|Partito = [[lista civica]] "Impegno per Bono"
Da molti secoli, in [[Europa]], [[collezionismo|collezionisti]] di [[Uovo (biologia)|uova]], guardiacaccia e allevatori di [[piccione viaggiatore|piccioni viaggiatori]] hanno prelevato un costante, e talora pesante, tributo di uova, giovani e adulti di falco pellegrino, ma la popolazione complessiva ha resistito, nonostante una forte mortalità giovanile<ref>Cade 1982, trad. italiana, 1990</ref>. Intorno al [[1955]] molte popolazioni hanno conosciuto un'importante decrescita: si osservavano con frequenza esemplari morti ma, soprattutto, si trovavano le uova, rotte nei nidi abbandonati.
|Note = <ref name="17-">{{Cita web|titolo=Comunali 11/06/2017|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=11/06/2017&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
 
}}
Molti ricercatori, da entrambi i lati dell'[[Atlantico]], cominciarono a intuire che la causa potesse essere l'[[inquinamento]] da [[insetticida clororganico|insetticidi clorurati]] ([[DDT (insetticida)|DDT]] e, in particolare, [[Diclorodifeniltricloroetano|DDE]]). Ma fu [[Derek Ratcliffe|Ratcliffe]] (studiando uova di collezioni museali) a dimostrare che, fra il [[1945]] e il [[1947]], contemporaneamente all'introduzione massiccia di questi prodotti in [[agricoltura]], i gusci delle uova di falco pellegrino, improvvisamente, avevano cominciato a perdere spessore. I [[biologi]], in particolare D. S. Miller poterono successivamente dimostrare che gli insetticidi in questione provocano un'alterazione [[enzima]]tica dell'[[anidrasi carbonica]] e del [[calcio ATPasi]], che trasportano il [[Calcio (metallo)|calcio]] dalla [[circolazione sanguigna]] della femmina al guscio in formazione dell'uovo. Le stesse alterazioni, e la stessa catastrofe, si riscontravano in altri [[falconiformi]], in particolare in quelli che si nutrono principalmente di [[uccelli]], per esempio nello [[sparviero]]. Le modalità di avvelenamento erano da individuare nella [[catena alimentare]]: [[insetto]]-uccello insettivoro-falco. La discrepanza fra gli anni dei primi massicci avvelenamenti e quelli degli effettivi collassi delle popolazioni è spiegata con la sopravvivenza degli adulti, più resistenti all'avvelenamento, la cui mancata riproduzione portò a effetti visibili solo alcuni anni più tardi.
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
In considerazione del valore sentimentale che lega l'uomo a questa mitica specie, fin dai tempi degli antichi [[Egizi]] e per la [[falconeria]], in pochi anni ci si convinse a bandire, l'uso di DDT e DDE, almeno in [[Europa]] e [[America settentrionale]]. Contemporaneamente furono rinforzate le tutele nei confronti delle predazioni tradizionali da parte dell'uomo: falconeria, difesa della [[selvaggina]] e dei piccioni viaggiatori. Prelievi che erano tollerabili in epoche di popolazioni abbondanti, non lo erano certo più quando la specie sembrava sull'orlo dell'estinzione. In Europa e in particolare nelle [[Isole britanniche]] le popolazioni residue di falchi si dimostrarono sufficienti a una ripresa spontanea. Vi furono piccoli nuclei di esemplari riprodotti e rilasciati (in [[Francia]], a [[Pavia]], in [[Inghilterra]]), ma solo a scopo di studio. Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e in [[Canada]], invece, la specie era praticamente scomparsa. Un gruppo di studiosi facenti capo alla [[Cornell University]], sotto la guida di Tom J. Cade fondò il Peregrine Fund, con lo scopo di riprodurre in [[Allevamento|cattività]] e successivamente liberare i falchi pellegrini. L'operazione ebbe un successo completo, tanto che nel [[2003]] si potevano contare complessivamente 2.000 coppie nidificanti, che occupavano quasi gli stessi ambienti di prima del tracollo, e in più molto numerosi, le aree urbane.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|||Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna|2006|Carlo Delfino editore|Sassari|curatore=[[Manlio Brigaglia]], Salvatore Tola|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589019|isbn=88-7138-430-X}}
* Theodor Mebs, ''Greifvögel Europas. Biologie, Bestandsverhältnisse, Bestandsgefährdung'', Kosmos Naturführer. Stuttgart 1989
* {{cita libro|||Grande Enciclopedia della Sardegna|2007|Newton&ComptonEditori|Sassari|curatore=Francesco Floris|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10}}
* Derek Ratcliffe, ''The Peregrine Falcon'', T & A D Poyser. Calton 1980
* Stanley Cramp e altri, ''Handbook of the Birds of Europe, the Middle East and North Africa'', vol II, Oxford University Press, Oxford 1980
* Tom J. Cade, ''The World of Falcons'', William Collins Sons and Co. Ltd, London 1982 (trad it. Milano Alauda Editoriale, 1990)
* Tom J. Cade and William Burnham, ''Return of the Peregrine'', [The Peregrine Fund], Boise, 2003.
* R. Meinrzhagen, ''Pirates and Predators'', Oliver & Boyd 1959
* T. Mebs, ''Family: Falcons'', in Grzimek, ''Vita degli Animali'', Bramante Editrice, 1970
* E. Hangte, ''Beeuterwerk unserer Wanderfalken'', Orn. Mitt. 20: 211-217
 
== Voci correlate ==
* [[Uccelli nidificanti in Italia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons|wikispecies}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Collegamenti esterni}}
* {{Avibase}}
* {{cita web|url=http://www.hbwcomunas.comit/ibcbono/phtml/votacio.phtml?idVideo=778&tipus=1|titolo=VideoLa scheda del comune nel portale ''Comunas'' della sulRegione PellegrinoSardegna}}
* {{cita web |1=http://www.falcoperegrinus.net |2=European Peregrine Falcon Working Group |accesso=2 settembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161002222129/http://falcoperegrinus.net/ |dataarchivio=2 ottobre 2016 |urlmorto=sì }}
 
{{ControlloComuni della provincia di autoritàSassari}}
{{Portale|uccelliSardegna}}
 
[[Categoria:FalconidaeBono (Italia)| ]]