Trabucco (pesca) e Pietro Montani: differenze tra le pagine

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{{P|Toni curriculari, l'ultima sezione è [[WP:IR]], visto che è sorretta da fonti autorefenziali.|biografie|aprile 2018}}
{{Citazione|La macchina pareva vivere d'armonia propria, avere un'aria ed un'effige di corpo d'anima|'''[[Gabriele d'Annunzio]]'''}}
{{F|filosofi italiani|arg2=accademici|aprile 2018|Mancano fonti terze}}
{{Bio
|Nome = Pietro
|Cognome = Montani
|Sesso = M
|LuogoNascita = Teramo
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1946
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = filosofo
|Attività2 = accademico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
 
==Biografia ==
Il '''trabocco''' (detto anche '''trabucco''' o ''travocco'') è un'antica macchina da [[pesca commerciale|pesca]] tipica delle coste abruzzesi. In Puglia è tutelata come patrimonio monumentale dal [[Parco Nazionale del Gargano]] anche se non sono costruzioni di "pugliese memoria". La costruzione originale è diffusa nel basso [[Adriatico]] lungo il litorale della provincia di [[Chieti]], ma alcune costruzioni di simile fattezza sono anche nelle province di [[Foggia]], [[Campobasso]] e parte della costa del Nord Barese. È presente anche in alcuni punti della costa basso [[mare Tirreno|tirrenica]]. Ovviamente l'assoggettamento alla definizione di trabocco anche per le costruzioni al di fuori della costa chietina è dovuto all'uso improprio del termine palafitta, come struttura ad uso abitativo piuttosto che peschifero.__TOC__
È professore Ordinario di [[Estetica]] alla [[Sapienza Università di Roma]], è stato Directeur d'Études Associé presso all'[[Ecole des hautes études en sciences sociales|EHESS]] di Parigi e ha insegnato Estetica al [[Centro sperimentale di cinematografia]] di Roma. La sua ricerca si concentra oggi principalmente sui temi di filosofia della tecnica.
[[Immagine:Trabocco, Fossacesia, Chieti.JPG|thumb|upright=1.3|Un trabocco a [[Fossacesia]], [[Chieti]]]]
[[Immagine:Ortona_Trabucco_02_(RaBoe).jpg|thumb|upright=1.3|Un trabocco abruzzese in azione]]
[[Immagine:Trabocco_Marina_di_San_Vito-001.jpg|thumb|upright=1.3|Trabocco nei pressi di Marina di [[San Vito Chietino]]]]
[[File:Trabocchi - Giulianova (TE).jpg|thumb|upright=1.3|Trabocchi di [[Giulianova]] in [[provincia di Teramo]]]]
==Le caratteristiche costruttive==
Il trabocco è un'imponente costruzione realizzata in [[legno strutturale]] che consta di una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d'Aleppo, dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall'acqua, due (o più) lunghi bracci, detti ''antenne'', che sostengono un'enorme rete a maglie strette detta ''trabocchetto''.
 
Allievo di [[Emilio Garroni]], per Montani l'estetica non va considerata come filosofia dell'arte, ma come una teoria della sensibilità umana, che ha la peculiarità di essere aperta agli stimoli del mondo esterno<ref>{{Cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli-programma-puntate/pietro-montani-il-senso/24116/default.aspx|titolo=P. Montani, Il senso, Rai Scuola}}</ref>. La riflessione di Montani si snoda in diversi passaggi e attraverso il confronto con alcuni dei protagonisti della filosofia, della [[linguistica]], della [[semiotica]] e della teoria del cinema del Novecento, avendo sempre come punto di riferimento la filosofia critica di [[Immanuel Kant|Kant]]<ref>{{Cita libro|autore=|titolo=I percorsi dell'immaginazione. Studi in onore di Pietro Montani.|anno=2016|editore=Pellegrini|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
La diversa morfologia della costa abruzzese e garganica ha determinato la compresenza di due diverse tipologie di trabocco: quella garganica prevede l'ancoraggio ad uno sperone di roccia di una piattaforma estesa longitudinalmente alla linea di costa, dalla quale si dipartono le ''antenne''. La tipologia originale abruzzese, tecnicamente detta bilancia, insiste spesso su litorali meno profondi e si caratterizza pertanto per la presenza di una piattaforma in posizione trasversale rispetto alla costa, alla quale è collegata da un ponticello costituito da pedane di legno, inoltre le bilance hanno un solo argano, azionato elettricamente spesso, anche quando il mare è perfettamente tranquillo e la rete è molto più piccola di quella dei trabocchi garganici; altra caratteristica che differenzia le due tipologie è la lunghezza ed il numero delle antenne, più estese sul Gargano (anche il doppio di quelle di Abruzzo e Molise); a Termoli le bilance hanno al massimo due antenne, sul Gargano e nel Nord Barese, a Barletta, Trani e Molfetta, sempre due o più.
 
==Storia= Pensiero ===
Secondo alcuni storici pugliesi, il trabocco sarebbe un'invenzione importata dai [[Fenici]]. La più antica data di esistenza documentata risale al [[XVIII secolo]], periodo in cui i pescatori dell'Abruzzo dovettero ingegnarsi per ideare una tecnica di pesca che non fosse soggetta alle condizioni meteomarine della zona. I trabocchi, infatti, permettono di pescare senza doversi inoltrare per mare: sfruttando la morfologia rocciosa di alcune zone pescose della costa, venivano costruiti nel punto più prominente di punte e promontori, aggettando le reti verso il largo attraverso un sistema di monumentali bracci lignei.
 
==== Ermeneutica e filosofia critica ====
Il trabocco è tradizionalmente costruito col legno di [[Pinus halepensis|pino d'Aleppo]], il [[pino]] comune in tutto il medio Adriatico; questo perché è un materiale pressoché inesauribile, data la diffusione nella zona, modellabile, resistente alla [[salsedine]] ed elastico (il trabocco deve resistere alle forti raffiche di [[Maestrale]] che battono il basso [[Adriatico]]). Alcuni trabocchi sono stati ricostruiti negli ultimi anni, grazie anche a finanziamenti pubblici come ad esempio la legge regionale abruzzese n.99 del 16/9/1997, ma hanno però perso da tempo la loro funzione economica che nei secoli scorsi ne faceva principale fonte di sostentamento di intere famiglie di pescatori, acquistando in compenso il ruolo di simboli culturali e di attrattiva turistica. Alcuni trabocchi sono stati persino convertiti in ristoranti. Il termine “Trabocco” è di origine dialettale; si pensa derivi dal latino “ Trabs – Trabis”, trave o albero, essendo il trabocco composto quasi esclusivamente da travi.
 
Nel 1985 Montani pubblica ''Il debito del linguaggio'', in cui, partendo dal confronto con le teorie strutturaliste, in particolare quelle di [[Roman Jakobson]] e [[Jan Mukařovský|Jan Mukarovsky]], mostra come la questione del significato del testo poetico non possa essere risolta mediante l'individuazione del codice linguistico o semiotico di riferimento, ma rimandi ad una condizione estetica della significazione. Questo tema viene ulteriormente approfondito da Montani in ''Estetica ed ermeneutica''. In questo testo Montani, prendendo le mosse dalla [[Immanuel Kant|filosofia critica kantiana]], propone di ripensare la verità – nel senso [[Martin Heidegger|heideggeriano]] della ''a-letheia'', del dis-velamento dell'essere &nbsp;– come una situazione ermeneutica strettamente legata all'effettiva esperienza del soggetto, seguendo la rilettura della filosofia di Heidegger proposta da [[Hans Georg Gadamer]].
==Sistema di pesca==
La tecnica di pesca, peraltro efficacissima, è ''a vista''. Consiste nell'intercettare, con le grandi reti a trama fitta, i flussi di pesci che si spostano lungo gli anfratti della costa. I trabocchi sono posizionati là dove il mare presenta una profondità adeguata (almeno 6m), ed eretti a ridosso di punte rocciose orientate in genere verso SE o NO, in modo da poter sfruttare favorevolmente le [[Corrente marina|correnti]].
 
==== Il cinema sovietico ====
La rete (che tecnicamente è una [[rete a bilancia]]) viene calata in acqua grazie ad un complesso sistema di [[argano|argani]] e, allo stesso modo, prontamente tirata su per recuperare il pescato. Ad almeno due uomini è affidato il durissimo compito di azionare gli argani preposti alla manovra della gigantesca rete, nei piccoli trabocchi della costa molisana e abruzzese l'argano è azionato spesso elettricamente. Sul trabocco operano in norma quattro uomini (che si spartiscono i compiti di avvistamento del pesce e di manovra), detti ''"traboccanti"''.
 
La formazione e il pensiero di Montani sono stati segnati dal suo interesse per il cinema e in particolare per due autori sovietici: [[Dziga Vertov]] e [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn]]. Di entrambi ha curato l'edizione italiana degli scritti: nel 1975 veniva pubblicato in italiano per la prima volta ''L'occhio della rivoluzione'' di Dziga Vertov (a cui Montani ha dedicato anche un volume<ref>{{Cita libro|autore=P. Montani|titolo=Dziga Vertov|anno=1975|editore=La Nuova Italia|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>) e nel 1981 ''La natura non indifferente'', inaugurando così un lungo lavoro di traduzione e cura delle ''Opere scelte'' di Ėjzenštejn.
==Diffusione==
I trabocchi sono un elemento caratterizzante del paesaggio costiero del basso Adriatico. La loro presenza è comunque attestata anche lungo il basso [[mare Tirreno|Tirreno]].
 
==== Verso una teoria dell'immaginazione ====
Diffusissimi lungo tutta la costa della [[Provincia di Chieti]] cui sono originari, i trabocchi sono così frequenti che danno vita alla cosiddetta [[Costa dei Trabocchi]], che si estende precisamente da [[Ortona]] a [[Vasto]].
 
Nel testo ''L'immaginazione narrativa'' (Guerini 1999) Montani coniuga l'interesse per il cinema con quello più strettamente filosofico per il tema dell'immaginazione. Montani propone di considerare l'immaginazione nei termini in cui, in ''Tempo e racconto'', [[Paul Ricœur]] parla della narrazione, ovvero come di un processo di “rifigurazione” dell'esperienza del tempo da parte dell'uomo. Per Ricoeur la narrazione ha il potere di far fare al lettore esperienza di un tempo propriamente umano. Montani fa propria la tesi di Ricoeur, applicandola però, all'ambito della narrazione cinematografica. Montani ritiene che il territorio dell'immaginazione in cui lavora il cinema sia quello dell'intreccio tra finzione e testimonianza, tra la costruzione dell'intreccio narrativo e la documentazione del reale. La trasformazione dell'esperienza del tempo avviene, così, ad un livello più profondo e creativo.
I trabocchi sono però diffusi anche più a sud, tra le coste molisane e pugliesi sulla [[Gargano|costa garganica]], soprattutto nella zona tra [[Peschici]] e [[Vieste]], dove vengono chiamati impropriamente "trabucchi", sono addirittura tutelati dal [[Parco Nazionale del Gargano]] e sono ritornati in attività grazie all’azione di salvaguardia e di valorizzazione del Parco, che li ha adottati in segno di rispetto della tradizione e dell’ambiente garganico.
In realtà erano numerosi anche sulle coste pugliesi più a Sud del Gargano, dove recenti ricerche storiche attualmente in corso hanno evidenziato diversi residui strutturali di antichi trabocchi ancora ben visibili, per esempio a Barletta, dove ne sopravvive ancora uno sia pure in pessime condizioni di conservazione, degli originari cinque, tutti ubicati sui bracci del porto. A Trani in numero di quattro, tutti scomparsi ed a Molfetta dove certa è stata verificata la presenza di almeno un trabocco, a Cala San Giacomo, ora scomparso. Verso la metà del 1970 si costruì un trabocco anche sulla costa ligure in loc. Vesima (prov. di Genova). L'impianto fu dismesso quasi subito e resistette come struttura per alcuni anni.
 
==== Tecnica ed estetica ====
==Documentazione video==
LA COSTA DEI TRABOCCHI, un importante documentario sui trabocchi, il primo di ampio respiro ed esaustivo sull'argomento, è stato realizzato dalla regista e antropologa Anna Cavasinni. La loro storia dall'ideazione alle progressive innovazioni e all'uso attuale, le leggende, la cultura, il paesaggio, le possibili prospettive. Con l'aiuto di Pietro Cupido, uno storico di S. Vito Chietino, e di alcuni traboccanti (fra questi il più anziano e noto è Antonio Verì), la regista attraversa tutta la costa teatina dei trabocchi da Ortona a Vasto, dal mare e da terra, con suggestive immagini e canti della tradizione popolare marinara prima d'ora sconosciuti all'etnomusicologia.
Il documentario, della durata di 58 minuti, è stato editato su dvd.
 
Con ''Bioestetica'' si inaugura la fase attuale del pensiero di Montani, dedicata all'approfondimento del rapporto tra tecnica e estetica<ref>{{Cita web|url=http://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda.php?id=77|titolo=L'immaginazione estatica. Estetica, tecnica e biopolitica|sito=www.giornaledifilosofia.net|accesso=2 luglio 2016}}</ref>. Attraverso il paradigma della bioestetica Montani propone di leggere i fenomeni di biopotere che caratterizzano la nostra epoca a partire dalla loro natura innanzitutto tecnica ed estetica, cioè a partire dal fatto che la nostra sensibilità viene sempre più orientata ed organizzata tecnicamente. Il biopotere consiste proprio nella capacità di canalizzare la nostra sensibilità<ref>{{Cita web|url=http://www.sintesidialettica.it/bioetica/leggi_articolo.php?AUTH=172&ID=314|titolo=Biopolitica come an-estetizzazione. Il significato estetico della biopolitica|autore=Alessandra Campo|editore=|data=|accesso=2 luglio 2016}}</ref>. Al cinema è assegnato il compito di elaborare una “etica della forma” capace di riestetizzare la sensibilità umana, nell'ambito di una dimensione innanzitutto etica e politica. ''L'immaginazione intermediale'' approfondisce la questione della testimonianza, avendo sempre come pietra di paragone il cinema, ma allargando ora la considerazione ai media digitali e alle forme diffuse di intermedialità rese disponibili dalla rete. Prendendo le mosse dalla spettacolarizzazione della politica emersa in seguito all'attentato delle Torri Gemelle e dal riconoscimento che le immagini digitali si prestano a pratiche di manipolazione potenzialmente illimitate, Montani introduce il concetto di "autenticazione dell'immagine"<ref>{{Cita libro|autore=P. Montani|titolo=L'immaginazione intermediale|anno=2010|editore=Laterza|città=|p=|pp=7-9|ISBN=}}</ref>. L'immaginazione intermediale, in quanto "spazio di dialogo"<ref>{{Cita web|url=http://www.micciacorta.it/2011/01/il-naufragio-del-mondo-in-un-mare-di-immagini/|titolo=Il naufragio del mondo in un mare di immagini|autore=Stefano Catucci|editore=|data=|accesso=2 luglio 2016}}</ref> tra i diversi registri e formati dell'audiovisivo – audio e suono, analogico e digitale, finzionale e documentaristico – attiva un processo di “autenticazione”, il cui scopo non è l'accertamento del referente fattuale dell'immagine (il vero, il reale) ma la rigenerazione di un orizzonte di senso condiviso, la capacità di riferimento dell'esperienza e del linguaggio, in un'epoca segnata al contrario da crescenti fenomeni di “indifferenza referenziale”<ref>{{Cita libro|autore=P. Montani|titolo=L'immaginazione intermediale|anno=2010|editore=Laterza|città=|p=|pp=21-24|ISBN=}}</ref> L'intreccio di estetica e tecnica si gioca sempre più sul piano di un'originaria connessione tra il sentire e le forme di esternalizzazione tecnica: Montani fa suo il termine coniato da [[Gilbert Simondon]] di “tecnoestetica” per designare l'insieme di questi fenomeni. La riflessione sulla tecnoestetica porta Montani, in ''Tecnologie della sensibilità'' (Cortina 2014), a a teorizzare l'esistenza di una terza funzione dell'immaginazione: accanto a quella produttiva e riproduttiva, ampiamente attestate dalla tradizione filosofica, vi è una funzione interattiva. L'essere umano si relazione con l'ambiente e, quindi, con gli oggetti interattivamente<ref>{{Cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-11-23/gli-occhiali-immaginare-081508.shtml?uuid=AB7hP9GC|titolo=Gli occhiali per immaginare|autore=Anna Li Vigni|editore=Il Sole 24 Ore|data=|accesso=2 luglio 2016}}</ref>, ovvero facendo un'operazione di sintesi (nell'accezione kantiana del termine) tra le qualità “salienti” rinvenute nell'oggetto e le qualità “sopravvenienti”, che il soggetto non ritrova nell'oggetto, aprendo la strada ad una possibile riprogettazione dell'ambiente stesso. L'immaginazione interattiva diventa il paradigma attraverso cui leggere la nostra epoca, attraversata profondamente da fenomeni dell'interattività digitale e dalla proliferazione di ambienti virtuali.
==Bibliografia==
 
=== Opere ===
* E.Orlando, ''La costa dei Trabocchi'', Pescara 2001
* 1985 ''Il debito del linguaggio: il problema dell'autoriflessività estetica nel segno, nel teesto e nel discorso'', Marsilio, Venezia;
* P. Barone-L. Marino-O. Pignatelli, ''I Trabocchi, Macchine da pesca della costa adriatica'', CIERRE edizioni, 1999
* 1993 ''Fuori campo: studi sul cinema e l'estetica'', Quattroventi, Urbino;
* Pietro Cupido, ''Trabocchi, Traboccanti e Briganti'', Ortona CH, Edizioni Menabò, Libreria D'Abruzzo
* 1996 ''Estetica ed ermeneutica: senso, contingenza, verità'', Laterza, Roma-Bari;
* M. Fasanella-G. De Nittis, ''Il Trabucco'', Vieste FG, Grafiche Laconeta, 1992
* 1999 ''L'immaginazione narrativa: il racconto del cinema oltre i confini dello spazio letterario'', Guerini e associati, Milano;
* Teresa Maria Rauzino, Rita Lombardi, Raffaella Specchiulli, Ignazio Polignone, ''I trabucchi della costa garganica''
* 2002 ''Arte e verità dall'antichità alla filosofia contemporanea: un'introduzione all'estetica,''con A. Ardovino e D. Guastini, Laterza, Roma-Bari;
* 2004 ''L'estetica contemporanea: il destino delle arti nella tarda modernità'', a cura di P. Montani, Carocci, Roma;
* 2005 ''Lo stato dell'arte: l'esperienza estetica nell'era della tecnica'', a cura di M. Carboni e P. Montani, Laterza, Roma-Bari;
* 2007 ''Bioestetica: senso comune, tecnica e arte nell'età della globalizzazione'', Carocci, Roma;
** ''Bioesthétique'', [trad. francese di J.-C. Cavallin] Vrin, Paris 2014;
* 2010 ''L'immaginazione intermediale: perlustrare, rifigurare, testimoniare il mondo visibile'', Laterza, Roma-Bari;
* 2014 ''Tecnologie della sensibilità. Estetica e immaginazione interattiva'', Cortina, Milano.
 
==Voci correlateNote ==
<references />
[[Immagine:VenereTrabocchi.jpg|thumb|upright=1.3|Trabocchi lungo la costa [[Chieti|chietina]], visti dall'[[Abbazia di San Giovanni in Venere]] a [[Fossacesia]].]]
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