Germani e Colonizzazione dello spazio: differenze tra le pagine

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[[File:Stanford Torus interior.jpg|thumb|Disegno di una ipotetica colonia spaziale fatto da Donald E. Davis per la [[NASA]]]]
{{nota disambigua}}
{{Popolo
|nome = Germani
|immagine = Germanic tribes (750BC-1AD).png
|didascalia = Espansione dei Germani in [[Europa centrale]]<br />([[VIII secolo a.C.]]-[[I secolo|I secolo d.C.]]):{{legend|#f00|Insediamenti prima del [[750 a.C.]]}} {{legend|#f84|nuovi insediamenti dal 750 a.C. al [[1|1 d.C.]]}} {{legend|#ff0|nuovi insediamenti fino al [[100|100 d.C.]]}} {{legend|#0f0|nuovi insediamenti dopo il 100 d.C.}}
|alternativi = [[Popoli germanici]]
|sottogruppi =
*[[Popoli germanici orientali|Germani orientali]]
*[[Popoli germanici occidentali|Germani occidentali]]
*[[Popoli germanici settentrionali|Germani settentrionali]]
|regione = [[Scandinavia]] meridionale, [[Jutland]]
|periodo = Etnogenesi nel [[I millennio a.C.]]
|lingua = [[Lingue germaniche]]
|religione =
|correlati =
|distribuzione = [[Europa settentrionale]]
|popolazione =
|note =
}}
[[File:027 Rekonstruktionsversuch wandalicher Trachten von dem Äußere Karpatensenken und Westbeskiden, 2 bis 3 Jh. PR DSC 1316 przeworsk.JPG|thumb|300px|Ricostruzione di uomo e donna [[vandali]] [[asdingi]] dei [[Carpazi]] esterni e dei [[Monti Beschidi]] occidentali.]]
[[File:Germane.png|thumb|Un germano, rappresentato su un rilievo trionfale romano oggi custodito ai [[Musei Vaticani]], a [[Roma]].]]
Il termine '''Germani''' (chiamati anche '''Teutoni''' o, per [[sineddoche]], '''[[Goti]]''') indica un insieme di popoli parlanti [[lingue germaniche]], nati dalla fusione fra gruppi etnici di origine [[indoeuropei|indoeuropea]] e gruppi etnici autoctoni di origine paleolitica nella loro [[Urheimat|patria originaria]] ([[Scandinavia]] meridionale, [[Jutland]], odierna [[Germania]] settentrionale), che, dopo essersi cristallizzati in un'unica compagine, a partire dai primi secoli del [[I millennio]] si diffusero fino a occupare un'ampia area dell'[[Europa]] centro-settentrionale, dalla Scandinavia all'alto corso del [[Danubio]] e dal [[Reno (Germania)|Reno]] alla [[Vistola]]. Da qui, a partire soprattutto dal [[III secolo]], numerose [[tribù]] germaniche migrarono in molteplici ondate verso ogni direzione, toccando gran parte del continente europeo e arrivando fino in [[Nordafrica]] e in [[Nordamerica]].
 
La '''colonizzazione dello spazio''', anche identificata come '''insediamento nello spazio''', è l'ipotetica [[Colonia (insediamento)|sistemazione permanente e autosufficiente]] dell'[[uomo]] in sedi esterne alla [[Terra]], sia [[Viaggio interplanetario|viaggianti nello spazio]] che residenti su altri pianeti abitabili.
Dopo il periodo delle migrazioni i popoli germanici attraversarono un nuovo periodo di [[etnogenesi]] dal quale emersero alcune nazioni odierne:<ref>{{Cita libro|cognome1=Waldman |nome1=Carl |cognome2=Catherine |nome2=Catherine |titolo=Encyclopedia of European Peoples |url=http://books.google.no/books?id=kfv6HKXErqAC |accesso=25 maggio 2013 |anno=2006 |editore=Infobase Publishing |città= |isbn=1-4381-2918-1 |p=xii}}</ref> i popoli scandinavi ([[Danesi]], [[Faroesi]], [[Islandesi]], [[Norvegesi]], [[Svedesi]]); i [[Tedeschi|popoli tedeschi federati]], gli [[Austriaci]], gli [[Svizzeri|Svizzeri Alemanni]]; i popoli franconi ([[Fiamminghi]], [[Olandesi]], [[Lussemburghesi]]) e i popoli di matrice anglo-frisone ([[Frisoni]], [[Inglesi]]),<ref>{{Cita libro|cognome=Minahan |nome=James |titolo=One Europe, many nations: a historical dictionary of European national groups |url=http://books.google.no/books?id=NwvoM-ZFoAgC |accesso=25 maggio 2013 |anno=2000 |editore=[[Greenwood Publishing Group]] |città= |isbn=0-313-30984-1 |p=769}}</ref> sebbene il lascito dei Germani sia presente in tutta Europa, anche in nazioni che non parlano lingue germaniche dove essi si fusero con le popolazioni locali non germaniche, dai paesi del mediterraneo, alla [[Francia]] dove essi assunsero la [[lingue gallo-romanze|lingua gallo-romanza]] locale, alla [[Russia]] ([[Variaghi]]).
 
Il problema più importante da affrontare nel viaggio spaziale sono le modificazioni del [[corpo umano]] in assenza di [[gravità]], in quanto prolungate permanenze nello spazio provocano [[osteoporosi]] grave e irreversibile. Dunque la creazione di una gravità artificiale sembra essere il problema di maggiore difficoltà. Nelle più ardue [[Fantascienza|fantasie]] questo problema è risolto creando un [[pianeta artificiale]].
Dall'età moderna furono soprattutto gruppi germanici, almeno in origine, a [[colonizzazione europea delle Americhe|fondare colonie nell'America del nord]] e in altre zone non europee. Da questo periodo in poi elementi culturali originariamente propri di gruppi germanici, quali la [[lingua inglese]] e la [[protestantesimo|religione protestante]] che fu creata in ambito germanico nel XVI secolo, si sono diffusi in tutto il mondo anche tra popolazioni non germaniche.
Per quanto riguarda la colonizzazione di altri pianeti il problema più importante è la distanza della Terra dal pianeta nell'[[Universo]]. Le agenzie spaziali di vari Paesi, e in particolare la statunitense [[NASA]], impiegano un'ingente quantità di scienziati e risorse per progettare la colonizzazione del satellite della [[Terra]], la [[Luna]], e del [[pianeta]] [[Marte (astronomia)|Marte]], nel [[Sistema Solare]].
 
Per quanto riguarda la possibilità dell'esistenza di pianeti abitati nella nostra [[galassia]], si considera l'[[equazione di Drake]] che a seconda delle quantità considerate nei parametri, può dare come risultato, nella migliore delle ipotesi, calcolata da Isaac Asimov, 530.000 pianeti con una civiltà tecnologicamente evoluta<ref>[[Civiltà extraterrestri (saggio)]] ISBN 88-04-27682-7</ref> e nella peggiore delle ipotesi 660 pianeti abitati.
== Etnonimo ==
=== Esonimo: Germani ===
Il termine "Germani" delle fonti classiche (latino ''Germanus(-i)'', pronunciato con G iniziale dura=«''ghermani''») [[Gaio Cornelio Tacito|Tacito]] sostiene sia di origine [[celti]]ca. Utilizzato inizialmente per identificare una specifica tribù, passò in seguito a essere impiegato per la totalità dei Germani. Tacito sostiene che il termine indicasse originariamente una tribù [[galli]]ca stanziata nell'odierno [[Belgio]] prima di essere scacciata da una penetrazione germanica: quella dei [[Tungri]] che, una volta insediatisi nel territorio dei "Germani" celtici, sarebbero stati indicati dai vicini con il medesimo nome, in un secondo tempo esteso a tutte le genti a loro affini.<ref>Francisco Villar, ''Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa'', p. 431.</ref>
 
L'etimologia dell'etnonimo ''Germani'' non è certa. Se davvero derivasse dalla [[lingua gallica]] è stato proposto si tratti di un composto di *''ger'' "vicini" + *''mani'' "uomini", comparabile al [[lingua gallese|gallese]] ''ger'' "vicino", l'[[antico irlandese]] ''gair'' "vicino", e l'[[lingua irlandese|irlandese]] ''gar-'' (prefisso) "vicino" e ''garach'' "vicinamente".<ref>''[[Oxford Dictionary of English Etymology]]'' 1966</ref><ref>McBain's ''An Etymological Dictionary of the Gaelic Language''</ref><ref>Schulze (1998). ''Germany: A New History'', p. 4.</ref><ref>[http://www.oxfordreference.com/views/ENTRY.html?subview=Main&entry=t27.e6407 "German"], ''The Concise Oxford Dictionary of English Etymology''. Ed. T. F. Hoad. [[Oxford, England|Oxford]]: [[Oxford University Press]], 1996. Oxford Reference Online. Oxford University Press. Retrieved 4 March 2008.</ref> Un altro etimo celtico ricollega la radice "ger" a "rumoroso", quindi "Germani" a "uomini rumorosi" o "urlanti"; cf. [[lingua bretone|bretone]]/[[lingua cornica|cornico]] ''garm'' "urlare", irlandese ''gairm'' "chiamare".<ref name=partridge>{{Cita pubblicazione|titolo=Origins: A Short Etymological Dictionary of Modern English |nome=Eric |cognome=Partridge|url=https://books.google.com/books?id=xA9dxrhfa5kC&pg=PA1265|p=1265}}</ref> Tuttavia non v'è corrispondenza tra le vocali e la lunghezza delle stesse.
 
Altri studiosi hanno proposto una etimologia dal [[lingua protogermanica|germanico comune]] stesso, *''gēr''-''manni'', "uomini di lancia" o "di spada" o in senso lato "uomini d'arme", cf. [[olandese medio]] ''ghere'', [[alto tedesco antico]] ''Ger'', [[norreno antico]] ''geirr'',<ref>{{Cita pubblicazione|p=245|editore=Oxford|cognome1=Mallory|cognome2=Adams|titolo=The Oxford Introduction to Proto-Indo-European and the Proto-Indo-European World}}</ref> o anche [[lingua inglese|inglese contemporaneo]] ''gear'', "arnese", "congegno", "equipaggiamento". Tuttavia, la forma ''gēr'' (dal protogermanico *''gaizaz'') sembra foneticamente di molto posteriore al I secolo, perché ha una vocale lunga dove dovrebbe essercene una corta per le lingue germaniche del periodo, e la forma latina ''Germanus(-i)'' ha una sola -''n''-, non una [[geminazione consonantica|geminata]].
 
=== Endonimo: "Teutoni, Tedeschi" ===
I Germani identificavano sé stessi semplicemente come "il popolo" o "i popoli", con una varietà di parole tutte aventi la stessa origine nel [[lingua protogermanica|germanico comune]] ''*[[wikt:Reconstruction:Proto-Germanic/þiudiskaz|þiudiskaz]]'' (''thiudiskaz''). La radice ''*[[wikt:Reconstruction:Proto-Germanic/þeudō|þeudō]]'' (''theudo'') significava appunto "popolo" (nel senso del moderno ''volk'', ovvero "gruppo etnico", gruppo di gente accomunata dalla stessa origine e dagli stessi costumi), e il suffisso ''*[[wikt:Reconstruction:Proto-Germanic/-iskaz|-iskaz]]'' formava l'aggettivo (tale suffisso continua p.es. nell'inglese ''[[:wikt:-ish|-ish]]'' e nel tedesco odierno ''-isch'', nonché nell'italiano ''-esco'' per prestito dal germanico, cfr. p.es. il nome proprio in origine etnonimo "[[Francesco (nome)|Francesco]]"). La parola [[lingua protoindoeuropea|proto-indoeuropea]] ''*tewtéh₂'' ("tribù"), che è accettata negli studi linguistici come base di ''theudo'', è all'origine anche di parole affini in altre lingue indoeuropee quali il [[lingua lituana|lituano]] ''tautà'' ("nazione"), l'irlandese antico ''túath'' ("tribù", "popolo") e l'[[lingua osca|osco]] (una delle antiche lingue italiche) ''touto'' ("comunità").<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=The Oxford Introduction to Proto-Indo-European and the Proto-Indo-European World
|cognome=Mallory |nome=J.&nbsp;P. |cognome2= Adams|nome2=D.&nbsp;Q.|wkautore2=Douglas Q. Adams |anno=2006
|editore=Oxford University Press |città=USA|url=https://books.google.com/books?id=yfZZX1qjpvkC&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q=&f=false |isbn= 0-19-929668-5}}, p. 269.</ref> Dalla forma in germanico occidentale *''þiudisk'' e sue variazioni successive deriva il prestito latino medievale ''theodiscus'' e le sue varianti [[lingue romanze|neolatine]].<ref>W. Haubrichs, "''Theodiscus'', Deutsch und Germanisch - drei Ethnonyme, drei Forschungsbegriffe. Zur Frage der Instrumentalisierung und Wertbesetzung deutscher Sprach- und Volksbezeichnungen." In: H. Beck et al., ''Zur Geschichte der Gleichung "germanisch-deutsch"'' (2004), 199-228</ref>
 
''Thiudiskaz'' nell'[[inglese medio]] divenne ''thede''/''thedisc'', ma già dal Medioevo gli Inglesi si riferivano a sé stessi come ''Englisc'' poi ''English'', e dal primo inglese moderno ''thede'' era già perso (conservandosi solo in alcuni toponimi in Inghilterra come [[Thetford]], "passo pubblico"). Continua nell'[[lingua islandese|islandese]] ''þjóð'' (''thiod'') che sta per "popolo, nazione" e nel [[lingua norvegese|norvegese]] [[nynorsk|nuovo]] ''tjod'' dallo stesso significato, e specialmente nel [[lingua tedesca|tedesco]] della [[Germania]] ''Deutsch'' dove non indica un concetto generico di popolo ma proprio il "popolo germanico". Indicano specificamente la nazione della Germania anche l'[[lingua olandese|olandese]] ''Duits'' (che pure possiede una variante antiquata, ''Deits'', a significare il solo "popolo olandese"), lo [[lingua yiddish|yiddish]] (germanico giudaico) דײַטש ''daytsh'', il [[lingua danese|danese]] ''tysk'', il norvegese ''tysk'', lo [[lingua svedese|svedese]] ''tyska'', e i derivati neolatini come lo [[lingua spagnola|spagnolo]] ''tudesco'' e l'[[lingua italiana|italiano]] ''tedesco''.
 
La parola "teutone", in forma aggettivale "teutonico", deriva anch'essa dal germanico ''thiudiskaz'' ma non attraverso il latino medievale ''theodiscus'', quanto attraverso il latino antico ''Teutones'' già adottato dai Romani ad identificare una delle prime tribù germaniche con le quali erano entrati in contatto, i [[Teutoni]] appunto.
 
== Aspetto fisico e carattere ==
[[File:Hermann Katsch Germane mit Eisbärenfell 1893.jpg|thumb|''Germano con pelle d'orso'', di Hermann Katsch (1893).]]
Stando a [[Tacito]], i Germani si distinguono dalle altre genti in quanto:
::« [...] senza essersi mescolati con altre nazioni esser [loro] gente propria, e schietta, solamente a sé stessa e non ad altri simile. Onde ancora l'aspetto dei corpi, quantunque in tanto gran numero d'uomini, è in tutti il medesimo: gli occhi fieri, di colore ceruleo (azzurro), i capelli biondi, grandi di statura, vigorosi solamente nell'impeto, ma non già nelle fatiche e nel patire, come neanche possono tollerare la sete e il caldo, ma sono abituati dalla qualità del [loro] paese e dell'aria a sopportare il freddo e la fame.»<ref>Publius Cornelius Tacitus, [https://books.google.it/books?id=sjdbZfntF5gC&pg=PA501#v=onepage&q&f=false Opere di Cornelio Tacito, Annali, Historie, Costumi de' Germani, e Vita di Agricola; illustrate con notabilissimi aforismi del signor D. Baldassar' Alamo Varienti, trasportati dalla lingua castigliana nella toscana da D. Girolamo Canini d'Anghiari.] Giunti, 1620</ref>
 
All'epoca di [[Gaio Giulio Cesare]] (58-53 a.C.) i Germani ad est del [[Reno]] erano più alti rispetto ai soldati romani dell'epoca; se infatti i Romani superavano di rado il metro e mezzo di statura, i Germani arrivavano anche a poco più di 170&nbsp;cm<ref>G. Garbarino, ''Opera 1B, L'età di Cesare'', Paravia Bruno Mondadori Editori, 2003</ref>. [[Tacito]] afferma che generalmente i Germani avevano occhi azzurri e capelli fulvi (biondi e biondo-rossastri), dotati di un fisico robusto ma incapace di resistere alla sete e al caldo, sebbene ottimo sia per il combattimento che per resistere al gelo.<ref>Publio Cornelio Tacito, ''op. cit.'', IV.</ref>
 
=== Studi genetici ===
[[File:HG I1 in europa.jpg|thumb|Distribuzione dell'aplogruppo I1a del cromosoma Y in Europa.]]
Gli studi della moderna [[genetica delle popolazioni]] sostengono una stretta correlazione tra i movimenti migratorii dei popoli germanici e la distrubuzione che ha oggi il lignaggio maschile rappresentato dall'[[Aplogruppo I (Y-DNA)|aplogruppo I]]1 (e specialmente I1a) del [[cromosoma Y]], la cui origine è tracciata a un uomo (quello che la genetica delle popolazioni definisce "antenato comune più recente") che visse tra i 4,000 e i 6,000 anni fa nell'Europa settentrionale, possibilmente nella zona che è oggi la Danimarca. In altre parole, l'aplogruppo I1a è quello che più caratterizza i popoli germanici.<ref name=genographic>[https://genographic.nationalgeographic.com/atlas.html Genographic Project of National Geographic]</ref><ref name=newphylo>"New Phylthatetic Relationships for Y-chromosome Haplogroup I: Reappraising its Phylogeography and Prehistory," Rethinking the Human Evolution, Mellars P, Boyle K, Bar-Yosef O, Stringer C, Eds. McDonald Institute for Archaeological Research, Cambridge, UK, 2007, pp. 33–42 by Underhill PA, Myres NM, Rootsi S, Chow CT, Lin AA, Otillar RP, King R, Zhivotovsky LA, Balanovsky O, Pshenichnov A, Ritchie KH, Cavalli-Sforza LL, Kivisild T, Villems R, Woodward SR</ref>
 
È anche probabile che l'aplogruppo I1 sia [[Europa Antica|pre-indoeuropeo]], ossia l'aplogruppo I1 potrebbe appartenere a quelle popolazioni paleolitiche native del nord Europa che furono assimilate dagli [[Indoeuropei]] quando questi vennero dall'Asia centrale, compartecipando alla formazione etnica, culturale e linguistica dei Germani. In altre parole, l'analisi dell'Y-DNA sia delle popolazioni germaniche moderne (Tedeschi, Scandinavi, Inglesi, ecc.) sia dei resti lasciati presso gli antichi insediamenti rivela un misto omogeneo di aplogruppo I1 con elementi di aplogruppi tipici di altre popolazioni indoeuropee (specialmente [[Celti]] e [[Slavi]]), quali gli aplogruppi [[aplogruppo R1a (Y-DNA)|R1a]]1a, [[aplogruppo R1b|R1b]]-P312 e R1b-U106. Tale composizione è quella che possibilmente portava l'"antenato comune più recente".<ref>Manco, 2013. p. 208</ref>
 
L'aplogruppo I1 è rilevato nel 40% dei maschi islandesi, nel 40%–50% degli svedesi, nel 40% dei norvegesi, e nel 40% dei danesi. Ha poi picchi sopra il 30% tra i Tedeschi della Germania del nord e tra gli Inglesi dell'Inghilterra dell'est. Gli aplogruppi R1b e R1a, comuni ad altri popoli di matrice indoeuropea, insieme sono rilevati nel 40% dei maschi svedesi, nel 50% di quelli norvegesi, nel 60% di quelli islandesi, nel 60-70% dei tedeschi, e tra il 50% e il 70% nei maschi inglesi e olandesi con variazioni regionali.<ref>J. D. McDonald (2005). ''Y Haplogroups of the World''. PDF map, University of Illinois. URL: [http://www.scs.illinois.edu/~mcdonald/WorldHaplogroupsMaps.pdf]</ref> La presenza di aplogruppi R1b-P312 e R1b-L21 nelle genti germaniche odierne fa pensare a un substrato celtico e si trova con frequenza in Olanda e Inghilterra sudoccidentale.<ref>Manco, 2013. pp. 208-209</ref> L'aplogruppo R1b-U106 ha picchi in Scandinavia e fornisce informazioni rilevanti sui tragitti di migrazione seguiti dai Germani.<ref>Manco, 2013. pp. 209-210</ref>
 
== Storia ==
=== Dal XIX al XX secolo ===
[[File:ArcheologicalCulturesOfCentralEuropeAtEarlyPreRomanIronAge.png|thumb|Prima parte dell'[[età del ferro]]:<br />
[[Jules Verne|Giulio Verne]] nella seconda metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] ha immaginato e scritto il viaggio ''[[Dalla Terra alla Luna]]'' e la circumnavigazione ''[[Intorno alla Luna]]''; questi [[Sogno|sogni]] nel secolo successivo si sono regolarmente realizzati, con la [[Programma Apollo|conquista della Luna]] e l'allunaggio.
verde scuro - [[Età del bronzo scandinava]]<br />
rosso scuro - [[Cultura di Jastorf]]<br />
giallo - [[Gruppo di Harpstedt-Nienburg]]<br />
arancio - Gruppi [[celti]]ci<br />
verde oliva - [[Cultura pomeranica]]<br />
verde chiaro - [[Cultura di House urns]]<br />
rosso chiaro - Cultura baltica orientale<br />
lilla - Cultura baltica occidentale<br />
turchese - cultura di Milogrady<br />
nero - Gruppimestoni]]
{{vedi anche|Germania Magna}}
 
=== LeKennedy originie la conquista dello spazio ===
La corsa allo spazio sembra essere uno dei progetti chiave di [[economia globale]] per riconvertire l'industria [[Guerra|bellica]] in industria spaziale secondo un progetto statunitense degli anni [[1960]], di [[John F. Kennedy]], riportato nel suo discorso, del 26 maggio 1961 <ref>{{en}} [http://www.jfklink.com/speeches/jfk/publicpapers/1961/jfk206_61.html ''Conference on Peaceful Uses of Space''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140213084735/http://www.jfklink.com/speeches/jfk/publicpapers/1961/jfk206_61.html |data=13 febbraio 2014 }}. Meeting in Tulsa. May 26, 1961</ref>, che riteneva l'uso pacifico dello spazio e il progresso tecnologico essere la [[Nuova Frontiera]] verso i quali l'[[società umana|umanità]] doveva progredire.
==== Il mito ====
In età antica era diffusa l'ipotesi, riferita da [[Publio Cornelio Tacito]], nel ''[[De origine et situ Germanorum]]'', secondo cui i Germani fossero un popolo indigeno della Germania stessa, dal momento che nelle epoche più antiche gli spostamenti di intere popolazioni avvenivano esclusivamente via mare ed egli ritiene che nessun popolo del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] si sia spinto verso il [[Mare del Nord]]<ref>Publio Cornelio Tacito, ''De origine et situ Germanorum'', II.</ref>. Oltre a ciò, lo storico romano riferisce anche delle origini mitiche che la tradizione germanica attribuiva al proprio popolo, trasmesse oralmente; essi si consideravano discendenti di [[Tuisto]]ne, [[dio|divinità]] della terra. I suoi nipoti, figli di suo figlio [[Manno (mitologia)|Manno]], sarebbero i capostipiti delle tre stirpi germaniche: quella degli [[Ingaevones|Ingevoni]], degli [[Istaevones|Istevoni]] e degli [[Herminones|Erminoni]]. Secondo altre tradizioni invece, i figli sarebbero di più, e dunque avrebbero dato origine ad altre tribù: i [[Marsi (Germani)|Marsi]], i [[Suebi]], i [[Gambrivi]] ed i [[Vandali|Vandili]].<ref>Publio Cornelio Tacito, ''op. cit.'', III.</ref>.
 
=== Anni 2000 ===
==== Le testimonianze storiche e archeologiche ====
[[File:ISS Agreements.jpg|thumb|ISS Accordi mondiali]]
{{vedi anche|Cultura del vaso campaniforme|Indoeuropei}}
Un primo passo verso questi obiettivi è la [[Stazione Spaziale Internazionale]] (ISS) orbitante, nella quale si stanno studiando in un primo approccio i [[Medicina spaziale|problemi del corpo umano]] legati all'assenza di gravità.<br />Esistono anche diversi progetti della [[NASA]] e dell'[[Agenzia Spaziale Europea|ESA]] sulla possibilità di colonizzare lo [[Spazio (astronomia)|spazio esterno]].<br />
L'accordo e l'amicizia, in una rinnovata tavola rotonda delle nazioni, ha portato a tutti grandi vantaggi [[Economia|economici]], [[Politica|politici]] e [[Società (sociologia)|sociali]].
 
Le nazioni che stanno partecipando al progetto sono [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] ([[NASA]]), [[Russia]] ([[Russian Federal Space Agency|RKA]]), [[Italia]] ([[Agenzia Spaziale Italiana|ASI]]), [[Giappone]] ([[Japan Aerospace Exploration Agency|JAXA]]), [[Brasile]], [[Canada]] ([[Canadian Space Agency|CSA]]), [[Austria]], [[Finlandia]], [[Francia]], [[Germania]], [[Irlanda]], [[Grecia]], [[Lussemburgo]], [[Portogallo]], [[Svizzera]] ([[European Space Agency|ESA]]). Mentre sono in attesa di unirsi all'impresa altri paesi, come la [[Cina]] e l'[[Inghilterra]].
I Germani furono il risultato dell'[[indoeuropei]]zzazione, nella prima metà del [[III millennio a.C.]], della [[Scandinavia]] meridionale e dello [[Jutland]] da parte di genti provenienti dall'[[Europa centrale]], già indoeuropeizzata nel corso del [[IV millennio a.C.]] Sebbene la cronologia esatta di questa penetrazione sia ancora oggetto di disputa, è riconosciuto che entro il [[2500 a.C.]] gli elementi culturali propri di questi popoli - la [[Cultura del vaso campaniforme|Cultura del vaso campaniforme (detta anche della ceramica a cordicella)]] e la [[Cultura della ceramica cordata|Cultura dell'ascia da combattimento]] - avevano raggiunto un'ampia area dell'Europa settentrionale, dal [[Mar Baltico]] orientale all'odierna [[Russia europea]], dalla [[Penisola scandinava]] alle coste orientali del [[Mare del Nord]]<ref name="Villar425">Villar, ''cit.'', p. 425.</ref>.
 
== Motivazioni ==
Al momento del loro insediamento in quella che sarebbe divenuta la [[Urheimat|patria originaria]] dei Germani, gli elementi indoeuropei trovarono già sviluppata una civiltà [[agricoltura|agricola]], autrice dei [[Megalito|megaliti]] propri dell'[[Età della Pietra nordica]]. Non si conoscono i caratteri etnici propri di questi popoli, ma è possibile che fossero affini a quelli delle (relativamente) vicine genti [[Lingue finnosami|finniche]]<ref>Simili considerazioni si basano esclusivamente sull'osservazione dei tratti somatici (pelle molto chiara, occhi spesso azzurri, capelli biondi) diffusi in quelle aree e generalmente considerati elementi di sostrato [[genetica|genetico]] pre-indoeuropeo; dal punto di vista linguistico, invece, non esiste alcun elemento che possa mettere in correlazione la [[lingua proto-germanica]] con le [[lingue ugrofinniche]]; cfr. Villar, cit., p. 425. Alcuni studiosi hanno ipotizzato l'esistenza nell'area di un [[substrato (linguistica)|substrato]] linguistico non-[[Lingua protoindoeuropea|indoeuropeo]], affine al [[Lingua basca|basco]] e al [[Lingua berbera|berbero]], nel [[lessico]] e nella [[toponomastica]] germanica ([[Vasconico|ipotesi vasconica]]).</ref>. La fusione, più o meno pacifica, di questi elementi pre-indoeuropei con i gruppi indoeuropei provenienti da sud determinò la cristallizzazione dei Germani, che conservarono la [[lingua protoindoeuropea|lingua indoeuropea]] dei nuovi venuti<ref name="Villar425" />.
=== Conservazione della specie ===
Nel lungo termine, nell'arco di migliaia o decine di migliaia di anni, la specie umana potrebbe rischiare l'estinzione per diverse cause, sia antropologiche che naturali. Lo sviluppo della civiltà in posti lontani dalla Terra potrebbe salvaguardare dall'[[estinzione dell'umanità]]. I rischi di un'[[estinzione di massa]] possono essere di natura antropologica, come ad esempio una guerra globale, naturale, come l'impatto con un [[asteroide]] di dimensioni considerevoli, o ibride. Molte personalità illustri hanno espresso la loro opinione in merito, facendo previsioni più o meno azzardate. [[Stephen Hawking]] ha previsto che la razza umana si estinguerà entro mille anni se entro 200 anni non inizierà la colonizzazione spaziale<ref>{{Cita web |url=https://www.telegraph.co.uk/news/science/space/7935505/Stephen-Hawking-mankind-must-move-to-outer-space-within-a-century.html |titolo=Stephen Hawking: mankind must move to outer space within a century |data=9 agosto 2010 |lingua=en |accesso=9 agosto 2018}}</ref>. Lo stesso direttore della NASA nel 2005 annunciò che la colonizzazione spaziale deve essere l'obiettivo ultimo dell'esplorazione spaziale<ref>{{Cita web |url=http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2005/09/23/AR2005092301691.html |titolo=NASA's Griffin: 'Humans Will Colonize the Solar System' |data=25 settembre 2005 |lingua=en |accesso=9 agosto 2018}}</ref>. L'imprenditore [[Elon Musk]] suggerisce l'importanza della colonizzazione di un altro pianeta come piano di riserva per l'umanità e sta investendo gran parte del suo patrimonio per raggiungere questo obiettivo<ref>{{Cita web |url=https://www.ecowatch.com/elon-musk-mars-2546356131.html |titolo=Elon Musk: We Must Colonize Mars for Humanity to Survive the 'Dark Ages' |sito=EcoWatch |data=12 marzo 2018 |lingua=en |accesso=9 agosto 2018}}</ref>.
 
=== Sfruttamento di risorse ===
Il grado di compattezza dell'insieme dei Germani è oggetto di dibattito storiografico. Comunemente si ritiene che, nonostante la scissione in numerose tribù e l'assenza di un [[endoetnonimo]] attestato, i Germani avessero coscienza della propria identità etnica, secondo quanto ampiamente attestato sia dalla storiografica coeva greca e romana, sia dalla stessa produzione germanica di poco successiva<ref name=villar421>Villar, ''cit.'', p. 421.</ref>; tuttavia alcuni recenti filoni storiografici criticano tale impostazione e, interpretando le attestazioni di appartenenza come conseguenti alla descrizione etnografica classica, negano ogni forma di coscienza identitaria comune<ref name=bordone>Renato Bordone-Giuseppe Sergi, ''Dieci secoli di Medioevo'', pp. 5-6.</ref>. Permane in ogni caso piena convergenza sia sul carattere etnicamente composito delle varie tribù germaniche, sia sulla contemporanea omogeneità sociale, religiosa e linguistica<ref name=villar421 /><ref name=bordone />.
Lo spazio è ricco di risorse in qualche misura diverse da quelle comuni sulla superficie della Terra, sia materiali che energetiche. L'[[industria mineraria spaziale]] potrebbe generare un nuovo boom economico grazie all'estrazione di materiali rari sulla Terra, come i [[metalli del gruppo del platino]]<ref>{{Cita web |url=http://ssi.org/reading/papers/space-studies-institute-roadmap/ |titolo=A Space Roadmap: Mine the Sky, Defend the Earth, Settle the Universe | Space Studies Institute |sito=ssi.org |lingua=en |accesso=10 agosto 2018}}</ref>. La [[Luna]] presenta concentrazioni di [[elio-3]] molto più abbondanti della Terra<ref>{{Cita web |url=http://www.lastampa.it/2009/07/15/scienza/elio-e-silicio-lass-si-decider-il-nostro-futuro-v2tyM9MtNYt112TqnPtHhJ/pagina.html |titolo=Elio-3 e silicio: lassù si decideràil nostro futuro |sito=LaStampa.it |accesso=10 agosto 2018}}</ref> che in futuro potrebbe costituire un combustibile alternativo per la produzione di energia elettrica. In orbita alla Terra, invece, la [[radiazione solare]] è maggiore in quanto è assente l'attenuazione dell'[[atmosfera]] e la produzione di energia tramite [[impianto fotovoltaico]] è più efficiente.
 
== Condizioni ==
=== L'età del bronzo (XVII-VI secolo a.C.) ===
[[File:Spacecolony3edit.jpeg|thumb|Un [[cilindro di O'Neill]], uno dei possibili habitat spaziali]]
La cultura materiale che si sviluppò sulle rive del [[mar Baltico]] occidentale e nella [[Scandinavia]] meridionale durante la tarda [[età del bronzo]] europea ([[1700 a.C.]]-[[500 a.C.]]), nota come [[età del bronzo nordica]], è già considerata la cultura comune ancestrale del popolo germanico<ref name="Villar425" />. Esistevano a quel tempo insediamenti piccoli ed indipendenti, oltre ad un'economia fortemente incentrata sulla disponibilità di bestiame.
 
Per la permanenza della [[vita]] umana nello spazio, l'[[habitat]] scelto deve avere determinate caratteristiche essenziali, come ad esempio la [[biodiversità]]. Deve cioè ospitare [[specie]] non umane, [[microrganismo|microrganismi]] e una notevole varietà di [[flora (botanica)|piante]].
Fu questa l'epoca in cui la [[lingua proto-germanica]] assunse, all'interno della famiglia linguistica indoeuropea, le proprie caratteristiche peculiari<ref name="Villar426">Villar, ''cit.'', p. 426.</ref>. Il germanico comune - da intendersi più come un insieme di dialetti affini che come una lingua completamente unitaria - rimase sostanzialmente compatto fino alle grandi migrazioni di Germani verso sud, iniziate già nell'[[800 a.C.]]-[[750 a.C.]] A metà dell'[[VIII secolo a.C.]], infatti, i Germani risultano attestati lungo l'intera fascia litoranea che va dai [[Paesi Bassi]] alla foce della [[Vistola]]. La pressione continuò nei secoli successivi, non come un movimento unitario e unidirezionale ma come un intricato processo di avanzamenti, retrocessioni e infiltrazioni in regioni abitate anche da altri popoli. Intorno al [[550 a.C.]] raggiunsero l'area del [[Reno (Germania)|Reno]], imponendosi sulle preesistenti popolazioni [[celti]]che<ref name="Villar428">Villar, ''cit.'', p. 428.</ref> e in parte mescolandosi a esse (è considerato misto il popolo di confine dei [[Belgi]]).
 
Il rapporto tra ''organismi'', il loro ''habitat'' e l'''ambiente esterno'' non-terrestre possono essere di diverso tipo:
Durante questo periodo i Germani furono a lungo in contatto, linguisticamente e culturalmente, con i Celti e gli [[Italici]] (sia [[Osco-umbri]], sia [[Latino-falisci|proto-Latini]] e proto-[[Antichi Veneti|Veneti]]) a sud e con i [[Balti (popolo)|Balti]] a est<ref name="Villar428" />. I rapporti con gli Italici, certificati dalla [[Glottologia|linguistica storica]], si interruppero alla fine del [[II millennio a.C.]], quando questi popoli avviarono la loro migrazione verso sud<ref name="Villar426" /> e sarebbero ripresi soltanto a partire dal [[I secolo a.C.]], quando con [[Gaio Giulio Cesare]] l'espansione di [[Antica Roma|Roma]] sarebbe arrivata fino al Reno.
# Con gli organismi e il loro habitat completamente isolati dall'ambiente esterno (come nell'esperimento [[Biosfera 2]])
# Cambiando l'ambiente per trasformarlo in uno compatibile con la vita (tramite un procedimento chiamato [[terraforming]])
# Cambiando gli organismi per farli diventare compatibili con l'ambiente (ad esempio importando l'organismo nell'habitat, oppure tramite l'[[ingegneria genetica]]).
 
È possibile anche una combinazione di questi tre tipi.
=== L'Età del ferro (V-I secolo a.C.) ===
{|align=right
|[[File:Pre-roman iron age (map).PNG|upright=0.8|thumb|L'area occupata dai Germani durante l'[[Età del ferro]] ([[500 a.C.]]-[[60 a.C.]] circa). In rosso, la loro patria originaria ([[Scandinavia]] meridionale e [[Jutland]]), corrispondente a quella dell'[[Età del bronzo nordica]]; in magenta, le prime regioni toccate dalla loro espansione e dove si sviluppò la [[Cultura di Jastorf]]]]||[[File:Pre Migration Age Germanic.png|upright=1.8|thumb|L'espansione dei Germani in [[Europa centrale]] tra il [[I secolo a.C.]] e il [[III secolo|III secolo d.C.]].]]
|}
 
Un altro attributo, facoltativo ma molto auspicabile, è l'[[autoreplicazione]], perché permette un aumento esponenziale nelle colonie. Si potrebbe discutere se la costruzione di una colonia sia il primo atto di autoreplicazione terrestre oppure no.
Dal [[V secolo a.C.|V]] al [[I secolo a.C.]], durante l'[[Età del ferro]], i Germani premettero costantemente verso sud, venendo a contatto (e spesso in conflitto) con i [[Celti]] e, in seguito, con i [[Antica Roma|Romani]]. Lo spostamento verso sud fu probabilmente influenzato da un peggioramento delle condizioni climatiche in [[Scandinavia]] tra il [[600 a.C.]] e il [[300 a.C.]] circa{{citazione necessaria}}. Il clima mite e secco della Scandinavia meridionale (una temperatura di due-tre gradi più elevata di quella attuale) peggiorò considerevolmente, il che non solo modificò drammaticamente la vegetazione, ma spinse le popolazioni a cambiare modi di vivere e ad abbandonare gli insediamenti{{citazione necessaria}}. Intorno a tale periodo questa cultura scoprì come estrarre il "[[ferro di palude]]" ([[limonite]]) dal [[minerale]] nelle [[palude|paludi]] di [[torba]]{{citazione necessaria}}. Il possesso della tecnologia adatta ad ottenere minerale di [[ferro]] dalle fonti locali può aver favorito l'espansione in nuovi territori.
 
Nel [[2002]], l'[[antropologo]] John Moore stimò che una popolazione di 150-180 individui permetterebbe una riproduzione normale per 60-80 generazioni (circa 2000 anni).
Nell'area di contatto con i Celti, lungo il [[Reno (Germania)|Reno]], i due popoli entrarono in conflitto. Sebbene portatori di una civiltà più articolata, i [[Galli]] subirono l'insediamento di avamposti germanici nel loro territorio, che diedero origine a processi di sovrapposizione tra i due popoli: insediamenti appartenenti all'uno o all'altro ceppo si alternavano e penetravano, anche profondamente, nelle rispettive aree d'origine. Sul lungo periodo, a uscire vincitori dal confronto furono i Germani, che qualche secolo più tardi sarebbero dilagati a occidente del Reno. Identico processo si sarebbe verificato, a sud, lungo l'altro argine naturale alla loro espansione, il [[Danubio]]<ref>Villar, ''cit.'', pp. 428-429.</ref>.
 
== Luoghi ==
Sul finire del [[II secolo a.C.]] i Germani risultavano presenti, oltre che nella loro patria originaria baltico-scandinava, in un'ampia ma indefinita regione dell'Europa centrale, all'epoca ricoperta di fitte foreste e corrispondente agli attuali [[Paesi Bassi]], [[Germania]] centro-settentrionale e [[Polonia]] centro-occidentale. I confini dell'area da loro raggiunta, sia pure fluidi e soggetti a mutamenti e a condivisioni con altri popoli, coincidevano a grandi linee con i bassi corsi del [[Reno (Germania)|Reno]] a ovest e della [[Vistola]] a est; a sud la situazione era ancor più incerta, con penetrazioni germaniche anche profonde in regioni abitate prevalentemente da [[Celti]], come [[Norico]] e [[Pannonia]]. Già nel [[I secolo a.C.|secolo successivo]], tuttavia, la presenza germanica si sarebbe meglio definita, da un punto di vista territoriale, quale quella predominante nelle aree poste immediatamente al di là del [[Limes romano]], marcato in quelle regioni dal Reno e dall'alto [[Danubio]].
[[File:Stanford torus under construction.jpg|thumb|Rappresentazione artistica di un [[Toro di Stanford]] in costruzione]]
 
Il luogo è un frequente punto di discussione tra i fautori della colonizzazione spaziale. Esso può essere:
==== Le incursioni di Cimbri e Teutoni ====
{{vedi anche|Guerre cimbriche}}
 
* Su un [[pianeta]], un [[satellite naturale]] o un [[asteroide]]
I Germani vennero a contatto con [[Antica Roma|Roma]] fin dall'ultimo scorcio del [[II secolo a.C.]], con le incursioni di [[Cimbri]] e [[Teutoni]] in territorio romano. I due popoli germanici mossero dal natio [[Jutland]] e penetrarono in [[Gallia]], spingendosi fino alla [[province romane|provincia romana]] della [[Gallia Narbonense]], di recente costituzione. Qui discesero il corso del [[Rodano (fiume)|Rodano]] favorendo una ribellione delle tribù [[celti]]che appena assoggettate a Roma e sconfiggendo in più occasioni le legioni romane che avevano tentato di arginarne l'invasione.
** in questi casi l'''habitat'' può essere costruito come sulla [[Terra]]
* oppure nello [[Spazio (astronomia)|spazio]], in un habitat spaziale, in una [[stazione spaziale]] o una navicella spaziale mobile.
 
=== Pianeti, satelliti naturali e asteroidi ===
Negli anni successivi i Cimbri penetrarono in [[Penisola iberica|Iberia]], mentre i Teutoni proseguirono le loro scorrerie in Gallia settentrionale. I due popoli tornarono poi a volgersi contro i domini di Roma, minacciando la [[Gallia cisalpina]]; a opporsi a loro fu inviato il [[console (storia romana)|console]] [[Gaio Mario]], che in due battaglie annientò entrambi i popoli: i Teutoni ad [[Battaglia di Aquae Sextiae|Aquae Sextiae]] (l'odierna [[Aix-en-Provence]]) nel [[102 a.C.]], i Cimbri ai [[Battaglia dei Campi Raudii|Campi Raudii]] (presso [[Vercelli]]) nel [[101 a.C.]]
I piccoli asteroidi sono stati spesso visti come un luogo "privilegiato" in quanto hanno il vantaggio di passare più vicini alla Terra diverse volte in un decennio. Tra questi avvicinamenti alla Terra, un asteroide (ad esempio della [[fascia principale]]) comunque può trovarsi anche ad una distanza di circa 350 milioni di chilometri dal [[Sole]] (il relativo [[afelio]]) e di 500 milioni dalla Terra.
 
=== Il conflitto lungo il ''Limes'' (confine) romano (I secolo a.C.-I secolo d.C.) ===
[[File:GermanenAD50-it.png|thumb|upright=1.4|Le popolazioni germaniche attorno al [[50]], durante l'[[impero romano|Impero]] di [[Claudio]].]]
{{vedi anche|Guerre romano-germaniche|limes renano|limes danubiano}}
 
Superato il pericolo dell'invasione di Cimbri e Teutoni, Roma passò a una politica marcatamente espansionistica verso nord, nei territori dell'[[Europa]] centro-occidentale. Il processo, articolato in varie fasi, portò alla conquista di tutte le aree collocate a ovest del [[Reno (Germania)|Reno]] e a sud del [[Danubio]], oltre a varie penetrazioni al di là di tale linea. L'ininterrotta frontiera dell'[[Impero romano]], estesa dal [[Mare del Nord]] al [[Mar Nero]], fu il [[Limes romano|Limes]], per secoli argine alla spinta espansionista dei Germani verso sud e verso ovest. Lungo il Limes, numerosi furono i conflitti che si accesero nel corso dei secoli tra i Romani e i Germani, che tentarono a più riprese di penetrare nel più ricco e organizzato territorio soggetto all'Urbe. Soltanto però quando l'Impero romano entrò - per cause interne - in [[Crisi del III secolo|grave crisi]], ai Germani riuscì la penetrazione con ampie masse al di qua del Limes ([[III secolo]]).
 
==== Gli scontri con Cesare (58-54 a.C.) ====
{{vedi anche|Conquista della Gallia}}
Al tempo della [[conquista della Gallia]] condotta da [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], nuovi conflitti si accesero lungo il [[Reno (Germania)|Reno]], confine tra i [[Celti]] e i Germani. Fin dal [[72 a.C.]] un gruppo di tribù germaniche, capeggiate dai [[Suebi]] di [[Ariovisto]], aveva passato il fiume e tormentava con le sue scorribande il [[Gallia|territorio gallico]], infliggendo anche una dura sconfitta ai [[Galli]] presso [[Admagetobriga]] ([[60 a.C.]]). I Galli invocarono allora l'aiuto di Cesare, che sconfisse definitivamente Ariovisto presso [[Mulhouse]] ([[58 a.C.]]).
 
La disfatta di Ariovisto non fu comunque sufficiente ad arrestare la pressione esercitata in quegli anni dai Germani sui Galli. Una massa di [[Usipeti]] e [[Tencteri]] minacciò i [[Menapi]] [[belgi]] presso la foce del Reno, fornendo a Cesare una nuova opportunità di intervento ([[55 a.C.]]). Sconfitte le due tribù in [[Gallia belgica]], il proconsole sconfinò nelle terre dei Germani: valicato il Reno, compì razzie e saccheggi per terrorizzare il nemico e indurlo a rinunciare a nuove incursioni verso la Gallia. Fissò quindi stabilmente il confine dei territori soggetti a Roma sullo stesso Reno.
 
==== Il tentativo di conquista romana sotto Augusto (12 a.C.-9 d.C.) ====
[[File:Hermannsdenkmal zoom3.JPG|upright=0.7|thumb|Il monumento ad [[Arminio]], considerato un eroe nazionale [[Germania|tedesco]], eretto a [[Detmold]], in [[Vestfalia]]]]
{{vedi anche|Occupazione romana della Germania sotto Augusto|Germania (provincia romana)}}
In seguito [[Augusto]] tentò di spostare il [[Limes romano]] dal Reno all'[[Elba (fiume)|Elba]] ([[12 a.C.]]), ma l'occupazione delle terre dei Germani fu effimera e costò anche gravi perdite a Roma, come nel caso della [[Battaglia della foresta di Teutoburgo]] ([[9]] d.C.): qui una coalizione di tribù germaniche, capeggiate da [[Arminio]] capo dei [[Cherusci]], annientò tre [[legione romana|legioni]], comandate da [[Publio Quintilio Varo]].
 
==== L'occupazione romana degli Agri decumati ====
{{Vedi anche|Limes germanico-retico|Campagne suebo-sarmatiche di Domiziano}}
Dopo il disastro di Teutoburgo, Roma tentò nuovamente di ridurre all'obbedienza i Germani, ma questi riuscirono sempre a evitare di piegarsi al giogo romano, salvo episodi momentanei. Una spedizione condotta da [[Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico|Germanico]] sotto [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]] ([[14]]-[[16]] d.C.) si concluse con la vittoria della [[Battaglia di Idistaviso]], che tuttavia non portò a un ampliamento dei domini romani. Nel [[47]] [[Claudio]] decise di ritirare definitivamente le legioni al di qua del Reno. Durante questo periodo, varie tribù germaniche stanziate nei pressi della foce del fiume avevano dovuto accettare lo ''status'' di tributari di Roma, salvo poi ribellarsi (i [[Frisoni]] nel [[28]], i [[Batavi]] nel [[69]]-[[70]]).
 
Tra l'[[83]] e l'[[85]] una nuova campagna contro i Germani fu condotta dall'imperatore romano [[Domiziano]], che si scontrò con i [[Catti]] e occupò l'area degli [[Agri decumates]], riducendo così la lunghezza del Limes tra Reno e Danubio. In seguito, lo stesso imperatore combatté contro altre tribù germaniche (i [[Marcomanni]] e i [[Quadi]]) più a est, lungo il medio corso del Danubio ([[Pannonia]]), in una serie di campagne proseguite poi da [[Traiano]] ([[89]]-[[97]]).
 
=== Le tribù germaniche nel I secolo ===
{{vedi anche|Lista di tribù germaniche}}
[[File:Germania Magna.jpg|thumb|upright=1.4|Le popolazioni della [[Germania Magna]] dopo [[Augusto]].]]
Risale alla fine del [[I secolo]] la prima dettagliata descrizione dei Germani, riportata nella ''[[De origine et situ Germanorum|Germania]]'' di [[Publio Cornelio Tacito|Gaio Cornelio Tacito]] ([[98]] d.C. circa). A quel tempo i Germani erano ormai diventati da un pezzo agricoltori sedentari. Lo storico romano, come già [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] prima di lui, si occupa esclusivamente dei "Germani occidentali", che sono dunque i primi a essere descritti dettagliatamente dalla [[storiografia]]. Tacito testimonia che inizialmente questi Germani non erano interessati ai territori romani. Ogni tanto sommovimenti generati all'interno o indotti da pressioni esterne convogliavano l'aggressività endemica di queste tribù guerriere verso i confini dell'Impero romano, che suscitava in loro paura, riverenza e cupidigia. Ma l'Impero era troppo forte e le tribù troppo deboli per potere consolidare quelle incursioni in vere e proprie campagne militari. Le incursioni erano piuttosto i Romani a effettuarle nelle terre barbare, con risultati terrorizzanti<ref>Giorgio Ruffolo, ''Quando l'Italia era una superpotenza'', Einaudi, 2004, p. 82</ref>. Fu solo tra il [[II secolo|II]] e il [[IV secolo]] che, spinti dalle tribù di nomadi delle steppe che, superiori militarmente, ne occuparono i pascoli, essi iniziarono a premere verso sud.
 
La partizione dell'insieme delle [[Lista di tribù germaniche|tribù germaniche]] in tre grandi sottoinsiemi, geograficamente caratterizzati (occidentali, orientali e settentrionali), segue una distinzione [[linguistica]] interna alle [[lingue germaniche]] più che una strettamente storica<ref>Secondo lo schema classico di [[August Schleicher]], che ripartiva le [[lingue germaniche]] nei tre rami occidentale, orientale e settentrionale; cfr. Villar, ''cit.'', p. 432.</ref>, giacché frequenti erano, presso i Germani, i mescolamenti e le ibridazioni di tribù diverse.
 
==== I Germani occidentali ====
{{vedi anche|Popoli germanici occidentali}}
Nella ''[[De Origine et situ Germanorum|Germania]]'' [[Tacito]] ripartisce i Germani (occidentali) in tre gruppi: ''[[Ingaevones]]'', ''[[Istaevones]]'' e ''[[Herminones]]''. Tale tripartizione è stata accolta anche dalla storiografia moderna, che li identifica rispettivamente con le tribù del [[Mare del Nord]], del bacino del [[Reno (Germania)|Reno]]-[[Weser]] e di quello dell'[[Elba (fiume)|Elba]]<ref name="Villar436">Villar, ''cit.'', p. 436.</ref>.
 
Gli ''[[Ingaevones]]'' all'epoca di Tacito erano le tribù stanziate lungo le coste del [[Mare del Nord]] e le piccole isole adiacenti; tra queste, i [[Frisoni]] (presso la foce del Reno), gli [[Angli]] (nell'odierno [[Schleswig-Holstein]]), i [[Sassoni]] (anch'essi originari dello Schleswig-Holstein, poi espansi verso sud e verso ovest fino a raggiungere il Reno e a entrare in conflitto con altre tribù germaniche) e gli [[Juti]] (tradizionalmente collocati nello [[Jutland]]. Angli, Juti e gran parte dei Sassoni migrarono in massa in [[Gran Bretagna]] nel [[V secolo]]<ref name="Villar437">Villar, ''cit.'', p. 437.</ref>.
 
Gli ''[[Istaevones]]'' si trovavano, nel [[I|I secolo]]-[[II secolo]] nell'area dei bacini dei fiumi [[Reno (Germania)|Reno]] e [[Weser]]. Tra le varie tribù che facevano parte di questo gruppo spiccano i [[Batavi]], gli [[Ubi (popolo)|Ubi]], i [[Treveri]], i [[Catti]] e i [[Franchi]], che presto si evolsero da singola tribù a confederazione includente anche apporti di diversa origine.
 
Gli ''[[Herminones]]'' (spesso indicati anche con il nome generico di [[Suebi]], impiegato tuttavia in modo incoerente dalle fonti classiche) occupavano, sempre intorno al I secolo, la regione compresa tra il basso corso dell'[[Elba (fiume)|Elba]] e il [[Mar Baltico]], chiamata allora [[Golfo di Codano]]. Tra le tribù che ne facevano parte, oltre agli stessi Suebi, si contavano i [[Marcomanni]], i [[Quadi]] e i [[Semnoni]]; questi ultimi avrebbero costituito il nucleo della confederazione degli [[Alemanni]].
 
==== I Germani orientali ====
{{vedi anche|Popoli germanici orientali}}
Chiamati anche, dal luogo del loro insediamento tra [[I secolo|I]] e [[II secolo]], "gruppo dell'[[Oder]]-[[Vistola]]", anche questo grande sottoinsieme dei Germani, identificato principalmente su base linguistica<ref>L'unica lingua pienamente attestata dall'antichità è, tra le [[lingue germaniche|germaniche]] orientali, quella [[lingua gotica|gotica]]; delle altre si conservano soltanto glosse e parole isolate. Cfr. Villar, ''cit.'', p. 435.</ref>, era frazionato in numerose tribù; tra le principali, [[Vandali]], [[Burgundi]], [[Gepidi]], [[Rugi]], [[Eruli]], [[Bastarni]], [[Sciri]], [[Goti]] (poi scissi in due rami: [[Ostrogoti]] e [[Visigoti]]) e [[Longobardi]] (questi ultimi, però, a volte sono inseriti tra gli ''[[Herminones]]'', Germani occidentali)<ref>Villar, ''cit.'', p. 435.</ref>.
 
Scarse sono le informazioni su questa branca germanica nei primi secoli d.C.: a causa dei rari contatti con il mondo classico, le testimonianze degli storici e dei geografici greci e latine sono poche e confuse. Soltanto a partire dal [[III secolo|III]]-[[IV secolo]], con i primi grandi movimenti migratori dei Germani orientali dall'area [[Mar Baltico|baltica]] verso il [[Limes romano]] e con la traduzione in [[lingua gotica]] della [[Bibbia]] per opera di [[Ulfila]], le tribù germaniche orientali sarebbero entrate nella linea della storia.
 
==== I Germani settentrionali ====
{{vedi anche|Popoli germanici settentrionali}}
Nonostante la scarsità dei contatti, gli storici e i geografi latini hanno tramandato alcune informazioni sul ramo settentrionale dei Germani: [[Plinio il Vecchio]] li indica con il nome generico di ''Hilleviones'', mentre [[Tacito]] ricorda la tribù dei [[Suioni]] (dal cui nome deriva quello della [[Svezia]]). Accomunate dalla [[lingua proto-norrena]], tramandata dalle iscrizioni in [[alfabeto runico]], nei primi secoli d.C. le varie tribù erano stanziate nella parte meridionale della [[Penisola scandinava]]; soltanto a partire dal [[V secolo]] ebbero inizio vari movimenti migratori, che espansero notevolmente l'area occupata da questa branca germanica<ref>Villar, ''cit.'', p. 433.</ref>.
 
=== Il conflitto lungo il Limes nel II secolo: le Guerre marcomanniche ===
[[File:Marcomannia e Sarmatia 178-179 dC jpg.jpg|thumb|left|upright=1.4|Le [[Guerre marcomanniche]], combattute nella (progettata) regione della [[Marcomannia]]]]
{{Vedi anche|Guerre marcomanniche|Marcomannia}}
 
Dopo un periodo di tranquillità, i Germani ripresero a manovrare contro l'[[Impero romano]] nel [[135]], con i [[Suebi]]; contro di loro mosse, in due campagne, [[Lucio Elio Cesare]] ([[136]]-[[137]]). Ma nel corso del [[II secolo]] furono soprattutto i [[Marcomanni]] a combattere contro Roma, dando vita a un lungo periodo di conflitti militari (dal [[167]] al [[188]]) combattuti soprattutto in [[Pannonia]].
 
Nel [[166]]/[[167]], avvenne il primo scontro lungo le [[limes romano|frontiere]] della [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]], ad opera di poche bande di predoni [[Longobardi]] e [[Osii]], che, grazie al pronto intervento delle truppe di confine, furono prontamente respinte. La pace stipulata con le limitrofe popolazioni germaniche a nord del [[Danubio]] fu gestita direttamente dagli stessi imperatori, [[Marco Aurelio]] e [[Lucio Vero]], ormai diffidenti nei confronti dei barbari aggressori e recatisi per questi motivi fino nella lontana [[Carnuntum]] (nel [[168]]).<ref>''Historia Augusta'' - ''Marco Aurelio'', 14.1-5</ref> La morte prematura del fratello Lucio (nel [[169]] poco distante da [[Aquileia romana|Aquileia]]), ed il venir meno ai patti da parte dei barbari (molti dei quali erano stati [[popolo cliente (storia romana)|"clienti"]] fin dall'epoca di [[Tiberio]]), portò una massa mai vista prima d'allora, a riversarsi in modo devastante nell'Italia settentrionale fin sotto le mura di [[Aquileia romana|Aquileia]], il cuore della ''[[Venetia et Histria|Venetia]]''. Enorme fu l'impressione provocata: era dai tempi di [[Gaio Mario|Mario]] che una popolazione barbarica non assediava dei centri del nord Italia.<ref>Cassio Dione, ''Storia romana'', LXXII, 3.1.</ref> Intorno ai Marcomanni si realizzò una coalizione di tribù, che includeva anche [[Quadi]], [[Vandali]], [[Naristi]], [[Longobardi]] e perfino popoli non germanici, come gli [[Iazigi]] di ceppo [[sarmati]]co. Contro di essa mosse l'imperatore [[Marco Aurelio]] che, pur sconfiggendo a più riprese i barbari, non riuscì a completare il suo progetto a causa della morte dell'imperatore romano (nel [[180]]). Ciò portò a porre fine ai piani espansionistici romani e determinò l'abbandono dei territori occupati della [[Marcomannia]] e la stipula di nuovi trattati con le [[Regno cliente (storia romana)|popolazioni "clienti"]] a nord-est del [[limes danubiano|medio Danubio]].<ref>{{AE|1956|124}}</ref>
 
=== Le invasioni del III secolo: le federazioni etniche ===
{{vedi anche|Invasioni barbariche del III secolo}}
 
Nel [[III secolo]], approfittando della [[Crisi del III secolo|grave crisi]] che stava colpendo l'[[Impero romano]], numerosi popoli germanici (sia tribù singole, sia aggregazioni attorno a una tribù catalizzatrice, sia federazioni etniche) si misero in movimento, passando in più punti il [[Limes romano]].
 
[[File:Droysens Hist Handatlas S17 Germanien.jpg|thumb|upright=1.4|Mappa della Germania Magna e delle sue popolazioni attorno alla fine del [[II secolo|II]]-inizi del [[III secolo|III secolo d.C.]].]]
 
Durante la [[dinastia dei Severi]] ([[212]]-[[236]]) il Limes settentrionale fu ripetutamente attaccato, tra gli altri, da [[Alemanni]], [[Catti]], [[Marcomanni]] e [[Quadi]]; le incursioni furono respinte dall'[[esercito romano]], che tuttavia non fu in grado di garantire stabilità alla frontiera.
Negli anni successivi, infatti, una nuova serie di incursioni germaniche sfondò ripetutamente il Limes, grazie anche al fatto che la frontiera era parzialmente sguarnita dalle legioni romane, spesso impegnate a guerreggiare fra di loro ([[Anarchia militare]] del periodo [[235]]-[[284]]).
 
La prima incursione, condotta dai Catti nel 212, fu respinta sul [[Meno (fiume)|Meno]] l'[[213|anno seguente]] dall'[[imperatore romano]] [[Caracalla]], e da allora i Germani costrinsero quasi tutti gli imperatori successivi ad accorrere da un capo all'altro del Limes, per rintuzzare gli attacchi. In questa prima fase delle [[Invasioni barbariche]] lo scopo delle incursioni era principalmente la razzia e il saccheggio; non si trattava, quindi, ancora di spostamenti di massa di intere popolazioni come quelli che si sarebbero verificati nei secoli successivi, quando l'irruzione degli [[Unni]] nello scacchiere europeo avrebbe indotto molte tribù germaniche a cercare nuove sedi d'insediamento all'interno dell'Impero romano. Nel III secolo a muoversi erano più o meno numerose orde di guerrieri, che per lo più lasciavano alle loro spalle, nei territori dove si erano stabiliti immediatamente al di là del Limes, le famiglie e gli accampamenti delle tribù; dopo una o due stagioni di razzie, facevano rientro alle basi, non curandosi di creare colonie stabili nel territorio romano.
 
==== Gli Alemanni e i Franchi ====
{{vedi anche|Alemanni|Franchi}}
 
Dopo le [[Guerre marcomanniche]], tra i Germani si verificò un nuovo processo: in luogo delle semplici coalizioni di tribù si realizzarono vere e proprie federazioni etniche. Le identità proprie di ogni singolo gruppo tribale lasciavano cioè il posto, in questi casi, a una nuova identità più ampia, "nazionale": quella della federazione. Esempi di questa nuova modalità furono i [[Franchi]], gli [[Alemanni|Alamanni]] e più tardi, dal [[V secolo]], gli [[Anglosassoni]]. Il processo si realizzò soltanto in alcuni casi, e fu soltanto una delle linee di sviluppo possibili del grande processo di riorganizzazione compiuto dalle tribù germaniche durante i processi migratori noti come [[Invasioni barbariche]]; in altri casi continuò a operare l'aggregazione di tribù, parti di tribù e perfino di singoli guerrieri attorno a tribù già esistenti, che funzionarono così da catalizzatore e continuarono a conservare la propria identità (anche se ora allargata). Aggregazioni di questo genere furono, per esempio, quelle che si realizzarono intorno ai [[Suebi]], agli [[Ostrogoti]], ai [[Visigoti]] e ai [[Longobardi]]. Anche [[Marcomanni]] e [[Quadi]] agirono più volte in coalizione, uniti anche a popoli non germanici come gli [[Iazigi]] di ceppo [[sarmati]]co.
 
[[File:Alemanni expansion.png|thumb|left|upright=1.4|La regione d'insediamento degli Alemanni e i loro movimenti tra III e IV secolo, con l'indicazione dei luoghi e delle date degli scontri con i Romani]]
 
La tribù dei [[Semnoni]], parte degli ''[[Herminones]]'', costituì il nucleo originario della federazione di tribù nota come Alemanni (o Alamanni), nominati per la prima volta nel [[213]]. Gli Alemanni inizialmente vennero arruolati nell'[[esercito romano]] come [[ausiliari]], ottenendo a fronte del graduale spopolamento il diritto di insediarsi in alcune zone dell'impero e diventando così, da pastori e cacciatori nomadi o seminomadi, agricoltori sedentari. Il popolo si stanziò nella valle del [[Neckar]]<ref name="Villar438">Villar, ''cit.'', p. 438.</ref>. La federazione degli Alemanni venne a conflitto con i Romani per la prima volta lungo il [[Limes germanico-retico]], dove fu sconfitta da [[Caracalla]], nel 213. Alla sconfitta fece seguito un periodo di relativa tranquillità, ma nel [[235]]-[[236]] il conflitto con Roma si riaccese; questa volta a opporsi agli Alemanni fu [[Massimino Trace]], che non solo ne respinse le incursioni, ma penetrò anche profondamente all'interno del loro territorio, al di là del Limes. Nel [[254]] un nuovo tentativo di sfondamento del Limes fu arginato da [[Gallieno]], ma nel [[260]] gli Alemanni riuscirono a penetrare, attraverso il [[passo del Brennero]], in [[Italia]], da dove solo a fatica l'imperatore riuscì a ricacciarli, in una battaglia combattuta presso [[Milano]]. La pressione alemannica indusse comunque Gallieno a rettificare il confine settentrionale dell'Impero, abbandonando gli [[Agri decumates]], che così poterono essere occupati dagli stessi Alemanni. Negli anni successivi, gli Alemanni ripeterono più volte il medesimo schema, penetrando in Italia attraverso i passi alpini ([[268]], [[270]]); ogni volta furono respinti, ma soltanto a fatica e dopo che il primo obiettivo delle loro incursioni (il saccheggio) era comunque stato raggiunto. Nel [[298]] tornarono ad aggredire il Limes [[Reno (Germania)|renano]], impegnando [[Costanzo Cloro]].
 
I Franchi sorsero, tra la fine [[II secolo|II]] e gli inizi del [[III secolo]], dalla fusione di popoli come [[Catti]], [[Cauci]], [[Bructeri]], [[Camavi]] e [[Sigambri]], tutti ''[[Istaevones]]''. Ad essi si unirono anche altri Germani occidentali, quali nuclei di [[Sassoni]] e di [[Bavari]]; l'insieme così costituito si stanziò lungo il corso del [[Reno (Germania)|Reno]]<ref>Villar, ''cit.'', p. 440.</ref> e da qui presero il via le loro incursioni contro il territorio imperiale. Nel corso del III secolo attaccarono il Limes e penetrarono in [[Gallia]] in numerose occasioni: nel [[254]] furono respinti, insieme agli Alemanni, da [[Gallieno]], ma nel [[257]] penetrarono fino a [[Mogontiacum]], prima di essere ricacciati da [[Aureliano]]. Nel [[258]] penetrarono molto più profondamente nell'Impero: superata [[Colonia (Germania)|Colonia]], si spinsero fino in [[Penisola iberica]], dove saccheggiarono [[Tarragona]], e alle coste della [[Mauretania (provincia romana)|Mauretania]]. Tornarono poi a premere contro la Gallia ([[261]]), dove penetrarono nel [[275]]. Qui occuparono alcune regioni, prima di essere sconfitti da [[Marco Aurelio Probo]] che, tuttavia, li accolse sul territorio della spopolata Gallia e in altre parti dell'Impero. Un nucleo, insediato nel [[Ponto]], si ribellò ([[277]]) e compì numerose azioni di [[pirateria]] nel [[Mediterraneo]] centro-orientale, fino a occupare [[Siracusa]].
 
==== I Marcomanni e i Quadi ====
[[File:Invasioni occidente 258-260 png.png|thumb|upright=1.4|Invasioni in Occidente di [[Franchi]], [[Alemanni|Alamanni]], [[Marcomanni]], [[Quadi]], [[Iazigi]] e [[Roxolani]] degli anni [[258]]-[[260]].]]
{{vedi anche|Marcomanni|Quadi}}
 
La lunga fase delle [[Guerre marcomanniche]] ([[167]]-[[188]]) non esaurì il potenziale offensivo dei Marcomanni, capaci di aggregare attorno a sé altre tribù germaniche, come i Quadi. Nel [[214]] si scontrarono con i vicini [[Vandali]], sobillati da [[Caracalla]], ma più tardi, nel [[258]]-[[260]], tornarono ad attaccare l'Impero, devastando la [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]] e penetrando anche in Italia, forse fino a [[Ravenna]]. Al tempo stesso, tuttavia, prese avvio un processo di integrazione all'interno delle strutture statali romane: l'imperatore [[Gallieno]] invitò alcune tribù a stanziarsi nell'ormai spopolata [[Pannonia]], e sposò addirittura una principessa marcomanna.
 
I Quadi, già alleati dei Marcomanni in occasione delle Guerre marcomanniche, continuarono per tutto il [[III secolo]] a compiere incursioni in territorio romano, soprattutto in [[Pannonia]], muovendo dalla loro area d'insediamento, appena al di là del Limes [[Danubio|danubiano]]. Nel [[214]] si scontrarono con [[Caracalla]], che fece giustiziare il loro re [[Gabiomaro]]. Nel [[246]] furono respinti da [[Filippo l'Arabo]], nel [[257]] attaccarono il ''[[castrum]]'' di [[Brigetio]] e tra il [[258]]-[[260]] devastarono, insieme a Marcomanni e [[Iazigi]], l'intera provincia. In questa occasione furono duramente sconfitti da Gallieno, ma qualche anno dopo, nel [[282]], tornarono ad assaltare l'Impero.
 
==== I Vandali e i Burgundi ====
{{vedi anche|Vandali|Burgundi}}
Stirpe germanica orientale inizialmente stanziata nella regione della foce della [[Vistola]], i Vandali erano entrati a far parte della coalizione che aveva combattuto le [[Guerre marcomanniche]]. Tuttavia, nel [[214]] si prestarono al gioco diplomatico dell'imperatore [[Caracalla]] e si opposero agli stessi [[Marcomanni]], nell'area del Limes [[Danubio|danubiano]]. Per tutto il secolo rimasero stanziati nella regione [[Pannonia|pannonico]]-danubiana, ma autonomamente non presero molte iniziative contro l'[[Impero romano]]; contingenti vandali, tuttavia, entrarono via via a far parte delle coalizioni guidate dai popoli a loro più vicini. Nel [[269]] condussero invece un attacco autonomo, sempre contro la Pannonia; contro di loro mosse l'imperatore [[Aureliano]] che, nel [[270]], riuscì a ristabilire i buoni rapporti tra Roma e il popolo germanico, tanto da accogliere duemila cavalieri vandali nelle file dell'[[esercito romano]].
 
Pochi anni più tardi, però ([[275]]), i Vandali tornarono a premere sul Limes, questa volta lungo il fronte [[Reno (Germania)|renano]] insieme a [[Franchi]] e [[Burgundi]], un'altra popolazione germanica orientale che nel corso del [[II secolo]] si era spostata a sua volta dall'originaria regione della Vistola verso l'area tra Reno e [[Meno (fiume)|Meno]], a ridosso del Limes. I tre popoli riuscirono a penetrare e a razziare la [[Gallia]], prima di lasciarsi affrontare e battere separatamente da [[Marco Aurelio Probo]] ([[277]]). Non tutti i Germani rientrarono però nelle loro sedi, ma anzi diversi nuclei si stanziarono in Gallia su invito dello stesso imperatore, che intendeva così ripopolare la Gallia.
 
==== Goti ====
{|align=left
|[[File:Goti 268-270 invasioni png.png|thumb|upright=1.4|L'invasione delle genti [[goti]]che del [[267]]/[[268]]-[[270]] durante i regni di [[Gallieno]] e [[Claudio il Gotico]]. In colore verde il [[regno di Palmira]] della regina [[Zenobia]] e [[Vaballato]].]]||[[File:Fibula gotica a forma di aquila.JPG|thumb|upright=0.7|[[Fibula (spilla)|Fibula]] [[goti]]ca a forma di aquila]]
|}
{{vedi anche|Goti}}
 
Nel [[230]] i [[Goti]], che nel corso di una lunga migrazione si erano spostati dalle sponde meridionali del [[Mar Baltico]] a quelle settentrionali del [[Mar Nero]], si stanziarono in [[Mesia]]. L'incursione fu di breve durata, e i Germani si ritirarono presto al di là del Limes, a nord del [[Danubio]]. Già in questa fase i Goti avevano in parte perso i connotati originari di singola stirpe germanica, per assumere quelli di una federazione: all'insieme gotico si erano infatti aggregati, riconoscendosi comunque sotto la medesima denominazione etnica, numerosi apporti di altra origine, con l'inclusione di altre tribù (o parti di tribù) germaniche, ma anche [[daci]]che e [[sarmati]]che<ref>Pat Southern, ''The roman empire: from Severus to Constantine'', Londra & New York 2001, pp. 207 e segg.</ref>.
 
Pochi anni più tardi i Goti si rimisero in movimento, occupando ampie porzioni della [[Dacia (regione storica)|Dacia]] e ottenendo il versamento di un tributo in cambio di una provvisoria pacificazione. Poco più tardi, però, ripresero ad agitarsi, alleandosi alle vicine tribù [[daci]]che e [[sarmati]]che e scontrandosi ripetutamente con le [[legione romana|legioni romane]]; nel [[249]] approfittarono di un conflitto interno all'Impero per occupare un'ampia porzione di territorio tra Dacia, Mesia e [[Tracia]]. Guidati da [[Cniva]], nel [[250]] cinsero d'[[assedio]] [[Filippopoli]]; l'imperatore [[Decio]], accorso a difesa della città, fu duramente sconfitto e Filippopoli cadde, fu saccheggiata e data alle fiamme. I Goti svernarono nel territorio dell'impero e l'[[251|anno seguente]], durante il difficile rientro nelle loro basi a nord del Danubio, vennero nuovamente alle armi con l'imperatore: nuovamente sconfitto nella [[Battaglia di Abrittus]], Decio cadde, primo imperatore a essere ucciso in battaglia da un nemico straniero. Nonostante il ricco bottino ottenuto a Filippopoli, negli anni seguenti i Goti quasi annualmente tornarono a compiere incursioni di razzia contro l'Impero, sia via terra, nelle [[Penisola balcanica|regioni balcaniche]] ([[253]], [[254]], [[256]]), sia via mare, lungo le coste dell'[[Asia Minore]] (256, [[257]]).
 
Nel frattempo maturò la distinzione dei Goti nei due grandi rami: gli [[Ostrogoti]], o Goti dell'est, e i [[Visigoti]], o Goti dell'ovest. Nel [[268]] furono proprio gli Ostrogoti a compiere, insieme ad altre tribù (germaniche e non), una nuova incursione contro l'Impero. I Germani furono fermati soltanto sotto le mura di [[Bisanzio]] dall'esercito romano, che tuttavia non riuscì a impedire che imperversassero a lungo nell'intera [[Mar Egeo|regione egea]]: dopo aver colpito le isole e le coste orientali dell'Egeo, si spostarono in [[Acaia (provincia romana)|Acaia]] dove saccheggiarono anche [[Sparta]], [[Argo (Grecia)|Argo]], [[Corinto]] e [[Tebe (Grecia)|Tebe]]. Soltanto nel [[269]] furono duramente sconfitti dall'imperatore [[Claudio II il Gotico]], nella [[Battaglia di Naisso]] dove persero la vita cinquantamila ostrogoti. La sconfitta non fu comunque definitiva: già nello stesso 269 bande gotiche compivano azioni di [[pirateria]] in tutto il Mar Egeo, mentre nel [[271]] un'altra orda passò il Danubio, tanto che l'imperatore [[Aureliano]] si risolse ad evacuare la [[Dacia (provincia romana)|provincia della Dacia]]. Lo stillicidio delle incursioni gotiche contro l'[[Asia Minore]] riprese già nel [[275]]-[[276]], e soltanto a fatica gli imperatori [[Marco Claudio Tacito]] e [[Marco Aurelio Probo]] riuscirono a ricacciarli.
 
==== Gepidi e Eruli ====
[[File:Europa Eruli.jpg|thumb|upright=1.4|Gli spostamenti degli Eruli dalla terra d'origine presso il Mar Baltico (1) agli insediamenti presso il Mar Nero (2), in Pannonia (3), in Boemia (4) e in Illiria (5), da dove preso il via le incursioni contro l'Impero romano (3)]]
{{vedi anche|Gepidi|Eruli}}
 
I Gepidi, Germani orientali forse parte della famiglia [[goti]]ca, migrarono dalle sponde del [[Mar Baltico]] alla regione dei [[Carpazi]], dove nel [[231]] furono fermati proprio da Goti, già da tempo insediati nell'area. Nel [[267]]-[[268]] presero entrarono nella grande coalizione, capeggiata sempre dai Goti, che sfondò il Limes lungo il basso corso del [[Danubio]] e razziò numerose città della [[Mesia]], dell'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]] e dell'[[Asia (provincia romana)|Asia Minore]].
 
Gli Eruli, giunti a ridosso del Limes ([[Pannonia]], sponde settentrionali del [[Mar Nero]], presso il [[Mar d'Azov]]) dalle natie terre baltiche intorno alla metà del [[III secolo]], nel [[253]] si unirono anch'essi ai Goti nell'attacco a [[Pessinunte]] ed [[Efeso]], che distrussero. In seguito presero anch'essi parte, insieme ai Gepidi e ad altre tribù, all'imponente coalizione guidata dai Goti che saccheggiò le [[province romane]] della regione balcanico-anatolica.
 
=== Le invasioni del IV secolo ===
{{vedi anche|Invasioni barbariche del IV secolo}}
Verso la metà del [[IV secolo]] la pressione delle tribù germaniche sui confini del [[Danubio]] e del [[Reno (Germania)|Reno]] era diventata molto forte, incalzata dagli [[Unni]] provenienti dalle steppe [[Asia centrale|centro-asiatiche]] (probabilmente la stessa popolazione, ricordata con il nome di [[Xiongnu]], che un secolo prima avevano insidiato l'[[Impero cinese]] presso la [[Grande Muraglia]]). L'irruzione degli Unni sulla scacchiere europeo modificò profondamente i caratteri degli attacchi germanici contro il territorio romano: se durante il [[III secolo]] la modalità prevalente era stata quella delle incursioni con finalità di saccheggio, esaurite le quali le varie tribù, federazioni o coalizioni facevano ritorno nei loro insediamenti posti immediatamente al di là del [[Limes romano]], nel IV presero avvio migrazioni di massa vero l'Impero. In questo processo, a spostarsi erano non soltanto più i guerrieri, ma l'intero popolo, in cerca di nuove aree di stanziamento; la migrazione, comunque, non sostituì completamente la razzia, ma le due modalità si intersecarono e si sovrapposero ripetutamente.
 
In un primo momento, meno alluvionale, delle invasioni, Roma tentò di assorbire gli spostamenti delle popolazioni germaniche inserendole all'interno delle proprie strutture, affidando loro un territorio di stanziamento lungo il Limes e impegnandole, in cambio dell'accoglienza, alla difesa del Limes stesso. In seguito allo stanziamento unno in [[Pannonia]] ([[361]]), tuttavia, la politica di progressiva assimilazione non poté più essere proseguita, e i Germani irruppero in massa e al di fuori di ogni pianificazione all'interno dell'Impero. Al termine del processo, proseguito anche nei secoli seguenti, numerosi popoli germanici si trovarono insediati in vari territori dell'Europa occidentale, meridionale e perfino in [[Nordafrica]], ridisegnando di conseguenza la mappa etnica e linguistica del Vecchio continente.
 
La nuova situazione ebbe come momento di svolta la [[battaglia di Adrianopoli (378)]], nella quale i [[Visigoti]] sconfissero l'esercito dell'imperatore [[Valente (imperatore romano)|Valente]], che perse la vita nello scontro. La battaglia portò all'elaborazione, da parte di Roma, di una nuova strategia di contenimento nei confronti dei barbari. Da quel momento infatti gli imperatori, incapaci di fermare le invasioni militarmente, cominciarono ad adottare una politica basata sui sistemi della ''[[hospitalitas]]'' e della ''[[foederati]]o''.
 
==== Alemanni, Franchi e Sassoni ====
{{vedi anche|Alemanni|Franchi|Sassoni}}
Lungo il Limes settentrionale, tra l'area [[Reno (Germania)|renana]] e la [[Britannia]], protagonisti delle incursioni furono coalizioni e federazioni tribali a componente prevalentemente occidentale (''[[Istaevones]]'', ''[[Ingaevones]]'' ed ''[[Herminones]]'').
 
Nel [[354]] una nuova incursione alemanna contro l'Impero romano, mossa partendo sempre dal loro territorio d'insediamento nell'odierna Germania meridionale, sfociò in un ampio conflitto contro l'imperatore [[Costanzo II]]. Guidata dai fratelli [[Gundomado]] e [[Vadomario]], la confederazione penetrò in [[Gallia]] attraverso il Limes renano, saccheggiò numerose città e vinse nella [[Battaglia di Reims (356)]] il [[cesare (titolo)|cesare]] d'Occidente, [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]], che tuttavia ebbe la sua rivincita già l'anno seguente, nella [[Battaglia di Strasburgo|Battaglia di Strasburgo (357)]]. Poco più tardi gli Alemanni si accordarono con lo stesso imperatore per scendere in campo contro Giuliano ([[359]]), che tuttavia costrinse Vadomario a negoziare una pace ([[360]]). Roma, dilaniata dalle rivalità tra i diversi cesari e [[augusto (titolo)|augusti]], cercò di inserire gli Alemanni all'interno dei propri giochi politici; nonostante un attacco a tradimento contro Giuliano nel [[361]], Vadomario e i suoi guerrieri furono impiegati come truppe [[mercenari]]e in [[Asia (provincia romana)|Asia]] ([[365]]-[[366]]) e in [[Regno d'Armenia|Armenia]] ([[371]]). Il nucleo della confederazione proseguiva intanto nelle sue scorrerie: nel [[368]] travolsero [[Magonza]] e costrinsero l'imperatore [[Valentiniano I]] ad accorrere e a ricacciare i Germani con la [[Battaglia di Solicinium]]; nel [[378]] a sconfiggerli fu [[Graziano]], nella [[Battaglia di Argentovaria]].
 
Intorno alla metà del secolo, la federazione dei Franchi fu protagonista di diverse incursioni in territorio [[Gallia|gallico]], condotte a partire dalla loro area d'insediamento presso il [[Reno (Germania)|Reno]]. Nel [[342]] furono respinti da [[Costanzo I]] e nel [[358]] da [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]].
 
Verso il [[370]] i Sassoni iniziarono a cercare di muoversi in massa dalla loro regione d'insediamento, presso la costa sudorientale del [[Mare del Nord]], verso la [[Gran Bretagna]], ma furono inizialmente arginati dall'imperatore [[Valentiniano I]].
 
==== Marcomanni e Quadi ====
{{vedi anche|Marcomanni|Quadi}}
 
Nella primavera del [[357]] la consueta coalizione tra Marcomanni e Quadi, cui si erano uniti anche i [[Sarmati]] [[iranici]], tornò ad agitarsi sul [[Danubio]], invadendo e saccheggiando [[Rezia (provincia romana)|Rezia]], [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]] e [[Mesia]]. Le razzie furono arginate da [[Costanzo II]], che operò sia militarmente sia diplomaticamente, anche assegnando nuove aree d'insediamento ad alcune tribù della coalizione. Dopo qualche decennio di relativa tranquillità, nel [[374]] i Quadi ripresero la via delle incursioni in Pannonia, ancora insieme a tribù sarmatiche (gli [[Iazigi]]). Contro di loro mosse [[Valentiniano I]], che morì durante la campagna.
 
==== Ostrogoti e Visigoti ====
{{vedi anche|Ostrogoti|Visigoti}}
 
La scissione della grande famiglia [[goti]]ca nei due rami "occidentale" (Visigoti) e "orientale" (Ostrogoti) non frenò la loro pressione contro il [[Limes romano|Limes danubiano]], che tra III e IV secolo esercitarono sia singolarmente, sia congiuntamente.
 
[[File:Wulfila bibel.jpg|thumb|upright=1.4|La Bibbia di Ulfila (''Codex Argenteus'')]]
Nel [[332]] i Visigoti sfondarono il Limes, ma furono sconfitti dall'imperatore [[Costantino]]. Tuttavia, invece di rientrare nelle loro basi secondo la modalità consueta delle [[Invasioni barbariche del III secolo]], furono accolti dall'imperatore all'interno dell'Impero romano, in seguito a un accordo che li impegnava, in cambio del territorio ottenuto, a difenderne i confini. Da allora rimasero in pace fino al [[367]], quando, guidati da [[Atanarico]], appoggiarono l'usurpazione di [[Procopio (usurpatore)|Procopio]] contro l'imperatore [[Valente (imperatore)|Valente]] e pianificarono una rivolta. Valente passò il [[Danubio]], ma Atanarico evitò lo scontro aperto e si ritirò sui [[Carpazi]]; gli scontri proseguirono fino al [[369]], quando fu siglata una tregua che sospendeva i precedenti rapporti di collaborazione basati sui sussidi (o tributi) offerti dai romani in cambio di contingenti mercenari, stabilità nella regione e scambi commerciali. In quegli anni, intanto, aveva preso il via la conversione di una parte del popolo gotico al [[Cristianesimo]], secondo la variante [[arianesimo|ariana]] promossa da [[Ulfila]], e lo stesso vescovo aveva intrapreso la messa per iscritto della [[Bibbia]], che divenne così il primo testo in [[lingua gotica]] e la più estesa testimonianza delle [[lingue germaniche]] antiche.
 
Nel [[375]], incalzati dagli [[Unni]] che li avevano scacciati dalla loro regione d'insediamento tra il Danubio e il [[Mar Nero]], i Visigoti chiesero pressantemente asilo a Valente, accalcandosi in duecentomila tra le foci del Danubio, la [[Mesia]] e la [[Tracia]] ([[376]]). L'accoglienza fu concessa, ma malamente gestita: i Goti furono spogliati delle armi e privati dei bambini, consegnati come ostaggi, ma non venne adeguatamente assicurato l'approvvigionamento alimentare. La fame e gli stenti spinsero i Visigoti, guidati da [[Fritigerno]] alla rivolta: si unirono agli [[Ostrogoti]] che avevano a loro volta passato il Danubio e insieme sconfissero un [[esercito romano]] a [[Marcianopoli]]. Mosse allora contro i Germani lo stesso imperatore che, nella [[battaglia di Adrianopoli (378)]], subì una disastrosa sconfitta, tanto da cadere egli stesso sul campo. I Visigoti rimasero in Mesia, compiendo ripetute razzie nelle regioni circostanti, fino al [[390]], dopo aver ottenuto dal nuovo imperatore [[Teodosio I]] il riconoscimento quali alleati.
 
=== Le invasioni del V secolo ===
{{vedi anche|Invasioni barbariche del V secolo}}
 
A partire dalla [[battaglia di Adrianopoli (378)]] i rapporti tra i Germani, soprattutto quelli occidentali e orientali, e l'[[Impero romano]] mutarono radicalmente. A partire da quella data, infatti, i conflitti non furono più limitati alle regioni poste a ridosso del [[Limes romano]], anche se con incursioni più o meno profonde all'interno del territorio imperiale, ma assunsero i caratteri di migrazioni di massa, compiute da popoli interi, che raggiunsero gran parte dell'Impero e portarono nuclei germanici a insediarsi in una vastissima area, dalle [[Isole britanniche]] alla [[Penisola balcanica]] all'[[Africa settentrionale]].
 
==== Franchi ====
[[File:Charles Martell 1.jpg|thumb|[[Carlo Martello]], X secolo.]]
{{vedi anche|Franchi}}
Stabilizzati nella Gallia centrale come ''[[foederati]]'', fin dagli inizi del [[V secolo]] i Franchi furono incaricati di difendere la frontiera del [[Reno (Germania)|Reno]] contro [[Alani]], [[Suebi]] e [[Vandali]]. Con il disfacimento dell'[[Impero romano d'Occidente]], i Franchi si stanziarono con maggiore libertà oltre il Reno, creando due regni principali: i Franchi dell'ovest ([[Salii]]) nella valle della [[Schelda]] e i Franchi dell'est ([[Ripuari]]) presso la [[Mosella]].
 
==== Anglosassoni ====
{{vedi anche|Anglosassoni}}
Forti contingenti di Germani occidentali verso la [[Gran Bretagna]], a completamento di un processo avviato fin dal [[V secolo]]: a partire da quell'epoca, infatti, gran parte degli ''[[Ingaevones]]'' (praticamente tutti gli [[Angli]] e gli [[Juti]] e numerosi contingenti di [[Frisoni]] e [[Sassoni]]) si erano stanziati in Gran Bretagna.
 
Con il ritiro dei Romani, la [[Gran Bretagna]] si spezzettò in regni formati da gruppi di [[Britanni]] spesso in lotta tra loro o con i popoli non [[celti]]ci del nord, e in queste lotte i re e capi locali cominciarono ad ingaggiare milizie germaniche provenienti dal continente; esse occuparono le terre sud-orientali dell'isola principale spingendo le popolazioni celtiche verso nord e ovest. Gli Angli occuparono la parte centrale e orientale dell'antica Britannia, i Sassoni quella del sud, mentre gli Juti, in minor numero, si stanziarono nell'estremo lembo sudorientale corrispondente più o meno all'attuale [[Kent]]. Presto le varie tribù germaniche sarebbero arrivate a fondersi<ref name="Villar437" />: già nell'[[VIII secolo]] lo [[storico]] [[Longobardi|longobardo]] [[Paolo Diacono]] li indica collettivamente con il nome di [[Anglosassoni]]<ref name="Villar438" />. La più antica testimonianza della loro lingua (l'[[inglese antico]]), il [[poema epico]] ''[[Beowulf]]'', risale al [[VII secolo]]<ref name="Villar438" />.
 
==== Alemanni e Suebi ====
[[File:Osterby Man.jpg|thumb|Cranio con tipico [[nodo suebo]].]]
{{vedi anche|Alemanni|Suebi}}
 
I Suebi penetrarono in [[Gallia]] ([[406]]-[[409]]) e, in seguito, nella [[Penisola iberica]] ([[410]]) insieme ai [[Vandali]]. Giunti in territorio iberico si stabilirono nella parte nordoccidentale della penisola ([[Galizia (provincia romana)|Galizia]], [[Lusitania]]), dove fondarono [[Regno suebo di Galizia|un regno]] che si estendeva fino alle foci del [[Tago]].
 
Non tutti i Suebi seguirono però i Vandali nella marcia verso occidente; forti contingenti rimasero in Europa centrale e si confusero con Alemanni e [[Marcomanni]], rimanendo insediati nella regione da tempo occupata dagli stessi Alemanni. Nel corso del V e soprattutto del VI secolo la federazione degli Alemanni andò infatti via via perdendo i suoi connotati distintivi, confondendosi con quella dei Suebi tanto che dagli inizi del [[VI secolo]] il loro territorio d'origine, chiamato fino ad allora "Alemannia", incominciò a essere indicato con il nome di [[Svevia]] (che tuttavia si sarebbe imposto definitivamente soltanto a partire dall'[[XI secolo]]<ref name="Villar438" />).
 
==== Burgundi ====
{{vedi anche|Burgundi}}
''[[Foederati]]'' insediati nella prima metà del [[V secolo]] tra [[Meno (fiume)|Meno]] e [[Reno (Germania)|Reno]], i Burgundi subirono nel [[436]] l'attacco degli [[Unni]], allora arruolati da [[Flavio Ezio|Ezio]]. Lo stesso condottiero romano permise poi ai Burgundi di stanziarsi tra la [[Saona]] e il [[Rodano (fiume)|Rodano]], in quella che da essi prenderà il nome di [[Borgogna]], per difendere i passi [[alpi]]ni.
 
==== Vandali ====
{{vedi anche|Vandali}}
 
Già attestati a ridosso del [[Limes romano|Limes]] settentrionale fin dal [[III secolo]] e in seguito insediatisi in [[Pannonia]], nel [[406]]-[[409]] i Vandali passarono il [[Reno (Germania)|Reno]] e dilagarono in [[Gallia]]. Razziando e saccheggiando, i Germani attraversarono l'intera Gallia fino a oltrepassare i [[Pirenei]]. In questo periodo, attorno ai Vandali si era formata una coalizione di tribù, che includeva sia altri elementi germanici ([[Seubi]], [[Silingi]]) sia popoli di diversa stirpe ([[Alani]]). Nel 409 passarono i Pirenei e penetrarono nella [[Penisola iberica]], dove ottennero lo status di ''[[foederati]]'' dall'imperatore romano [[Onorio (imperatore romano)|Onorio]] ([[410]]). Una prima spartizione tra le diverse tribù che formavano la coalizione fu messa in discussione dall'arrivo dei [[Visigoti]], inviati nel [[416]] dall'imperatore a "ristabilire" l'autorità romana. Inizialmente sconfitti dai Visigoti, i Vandali, guidati da re [[Gunderico]] riuscirono a contrattaccare nel [[421]]-[[422]], ottenendo il controllo di numerosi porti sul [[Mediterraneo]] dai quali avviarono un'attività di [[pirateria]].
 
La marina vandala compì fin dal [[425]] incursioni in [[Nordafrica]] ([[Mauretania]]), attratta dalle prospettive di bottino che quella ricca e allora fertile provincia offriva. Nel [[429]] il nuovo re, [[Genserico]], decise il trasbordo dell'intera popolazione (ottantamila persone, inclusi anche circa trentamila non vandali) in Africa, anche per sfuggire alla pressione dei Visigoti. Una volta sbarcati, nel giro di un decennio (429-[[440]]) i Vandali conquistarono l'intera costa nordafricana compresa tra le antiche [[province romane]] di [[Mauretania (provincia romana)|Mauretania]] e [[Africa (provincia romana)|Africa]]). [[Cartagine]] cadde nel [[439]] e divenne la [[Capitale (città)|capitale]] del regno di Genserico.
 
==== Visigoti ====
{{vedi anche|Visigoti|Regno visigoto}}
 
La [[battaglia di Adrianopoli (378)]] fu il momento culminante di una serie di scontri che si combatterono pressoché ininterrottamente, nelle [[province romane]] di area [[Penisola balcanica|balcanica]], fino al [[382]], noti come [[Guerra gotica (376-382)|Guerra gotica]]. Gli scontri ebbero termine con la pace ratificata nel [[382]] tra il nuovo imperatore [[Teodosio I]] e i capi visigoti, fra i quali spiccava [[Fravita]]. Ai Visigoti, cui fu riconosciuto lo status di ''[[foederati]]'', venne assegnata la [[Pannonia]], ma forti nuclei rimasero insediati ancora a lungo in [[Mesia]]. Secondo la concezione del [[diritto germanico]], i capi goti si ritenevano vincolati ai patti solo in forma individuale, e non già "statale"; così, alla morte di Teodosio ([[395]]), si ritennero liberi di intraprendere nuovamente una politica attiva. Già in precedenza, comunque, alcuni contingenti di guerrieri visigoti, capeggiati da [[Alarico]] e ingrossati da apporti di altre popolazioni (anche non germaniche, come gli [[Unni]]), avevano compiuto nuove scorrerie in territorio imperiale, sia in [[Tracia]] ([[391]]-[[392]]) sia verso l'[[Italia]] ([[394]]). In entrambe le occasioni furono fermati, ma non annientati dal comandante in capo dell'[[esercito romano]], il [[Vandali|vandalo]] [[Stilicone]].
 
Proclamato re Alarico, nel [[395]] i Visigoti penetrarono nuovamente nelle province balcaniche, occupando e saccheggiando la [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], la [[Tessaglia]], la [[Beozia]] e l'[[Attica]]; dopo aver costretto alla resa [[Atene]], cui fu risparmiato il saccheggio, nel [[396]] passarono nel [[Peloponneso]], dove occuparono anche [[Corinto]], [[Argo (Grecia)|Argo]] e [[Sparta]]. Stilicone, sbarcato nel [[397]], giunse a un accordo con Alarico, che si ritirò verso l'[[Epiro]]; qui ottenne, nel [[399]], un'investitura ufficiale da parte dell'imperatore d'Oriente [[Arcadio]] sull'[[Illirico romano]], che governò in qualità di ''[[magister militum]]''. Insoddisfatti della sistemazione e sobillati dalle rivalità che dividevano Arcadio dal suo fratello e collega sul trono d'Occidente, [[Onorio (imperatore romano)|Onorio]], nel [[401]] mossero verso l'Italia. Qui furono ripetutamente affrontati e sconfitti da Stilicone, che nuovamente non ebbe la forza o la volontà di annientarli e consentì loro di ritirarsi tra [[Norico]] e [[Pannonia]].
 
Alla morte di Stilicone ([[408]]) Alarico calò nuovamente in Italia e, dopo il fallimento delle trattative con Onorio, trincerato a [[Ravenna]], occupò e saccheggiò la stessa [[Roma]] ([[Sacco di Roma (410)|Sacco di Roma del 410]]). L'orda visigota continuò la sua marcia verso sud, fino in [[Calabria]]; qui [[Alarico]] morì e il nuovo re, suo fratello [[Ataulfo]], li guidò a ritroso lungo penisola, fino alla [[Gallia]] dove giunsero nel [[412]]. Insediati inizialmente tra [[Provenza]] ed [[Aquitania]], nel [[414]]-[[416]] abbandonarono le regioni più orientali per espandersi invece nella [[Penisola iberica]]. Si stanziarono quindi definitivamente nell'ampia regione a cavallo dei [[Pirenei]], occupando gran parte della [[Penisola iberica]] e della Gallia sudoccidentale. Qui governarono inizialmente come ''[[Legatus|legati]]'' in nome di Roma e in seguito, dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] ([[476]]) come regno anche formalmente indipendente, protagonista di vari scontri con gli altri [[Regni latino-germanici]] creati ai loro confini da [[Franchi]], [[Burgundi]], [[Suebi]] e [[Vandali]].
 
==== Ostrogoti ====
{{vedi anche|Ostrogoti}}
 
Travolti dall'invasione [[Unni|unna]], numerosi nuclei di Ostrogoti entrarono a far parte dell'orda di [[Attila]]; dopo la morte del condottiero unno ([[453]]), il popolo ostrogoto si ricostituì e si stanziò lungo il medio corso del [[Danubio]], in un territorio corrispondente grosso modo all'odierna [[Serbia]]. Qui il re [[Teodorico il Grande|Teodorico]], salito al trono nel [[474]], siglò un accordo con l'[[imperatore bizantino]] [[Zenone (imperatore)|Zenone]], che lo invitò a invadere l'[[Italia]] in suo nome per scacciare il re degli [[Eruli]] [[Odoacre]], che dopo aver deposto l'ultimo [[imperatore romano d'Occidente]], [[Romolo Augusto]] ([[476]]) ed essersi proclamato ''Rex Italiae'', amministrava la penisola in totale autonomia.
 
Gli Ostrogoti risalirono quindi la [[Sava (fiume)|Sava]] e penetrarono in Italia attraverso le [[Alpi Giulie]]; penetrati nella [[Pianura Padana]], si scontrarono più volte con Odoacre, sconfiggendolo definitivamente nel [[493]]. Teodorico ottenne il titolo di ''patricius'' da parte dell'Imperatore d'Oriente e governò in suo nome il regno degli Ostrogoti, esteso dall'Italia a un'ampia porzione nordoccidentale della [[Penisola balcanica]], anche se di fatto era pienamente indipendente.
 
==== Eruli ====
{{vedi anche|Eruli}}
 
Gli Eruli erano la componente principale dell'insieme di tribù germaniche che, entrate al servizio dell'[[Impero romano]] in qualità di [[mercenari]], ne decisero le sorti in territorio italico: nel [[476]], infatti, il loro re [[Odoacre]] depose l'ultimo [[imperatore romano d'Occidente]], [[Romolo Augustolo]], e assunse il controllo dell'[[Italia]]. Il regno degli Eruli fu però di breve durata, scalzato nel [[493]] dagli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]].
 
=== I regni romano-germanici (V-VI secolo) ===
{{vedi anche|Regni romano-barbarici}}
 
Nei territori appartenuti all'[[Impero romano]] e in seguito sommersi dalla [[Invasioni barbariche]], i nuovi venuti germani diedero vita, insieme ai vinti [[Romanici]] (gruppi etnici gallo-romani e ibero-romani e genti d'altra origine residuati della dissoluzione dell'antico Impero Romano), a istituzioni statali di nuovo tipo, dette [[regni romano-barbarici]] (o latino-germanici). All'interno di questi regni avvenne, durante l'[[Alto Medioevo]], l'integrazione tra gli invasori germani e gli autoctoni romanici, dando così vita - almeno nelle linee più generali - alla composizione etnica e linguistica dell'[[Europa]] moderna.
 
==== Il Regno Franco ====
{{vedi anche|Regno franco}}
 
==== Il Regno di Borgogna ====
{{vedi anche|Regno di Borgogna}}
 
==== I Longobardi ====
{{vedi anche|Longobardi}}
 
Nel [[568]] i Longobardi, guidati da [[Alboino]], mossero verso l'[[Italia]], indebolita dalla recente [[Guerra gotica (535-553)]] che aveva abbattuto il [[regno ostrogoto]] e restaurata l'autorità imperiale. La popolazione, appartenente probabilmente al gruppo germanico orientale, era giunta in Italia in seguito a una plurisecolare migrazione che li aveva portati dalla [[Scandinavia]] meridionale a risalire il corso dell'[[Elba (fiume)|Elba]], fino ad insediarsi in [[Pannonia]]. Le deboli difese [[bizantini|bizantine]] in Italia caddero rapidamente, e i Longobardi fondarono un [[Regno longobardo|proprio regno]].
 
=== I Normanni e le migrazioni vichinghe (IX-X secolo) ===
{{vedi anche|Normanni|Norreni|Vichinghi}}
 
==== Popolamento dell'Islanda e istituzione della prima forma di governo parlamentare—''althing'' islandese ====
{{vedi anche|Islanda}}
 
==== Il Ducato di Normandia ====
{{vedi anche|Ducato di Normandia}}
 
==== I Variaghi nell'Europa slava ====
{{vedi anche|Variaghi}}
 
=== Sviluppo dei grandi stati germanici ===
====Il Regno d'Inghilterra====
{{vedi anche|Regno d'Inghilterra}}
 
====L'Impero carolingio====
{{vedi anche|Impero carolingio}}
 
=====Il Regno di Francia=====
{{vedi anche|Regno di Francia}}
 
=====Il Sacro Romano Impero—la Germania=====
{{vedi anche|Sacro Romano Impero}}
 
====I regni scandinavi====
 
== Società ==
{{NN|storia|giugno 2013}}
Cesare testimonia, parlando del potente popolo dei [[Suebi]], che si trovava a sud del fiume [[Meno (fiume)|Meno]] che
{{citazione|''[...] tra i [[Suebi]] non esiste assolutamente proprietà privata e la terra tra loro divisa, né è permesso ad alcuno di rimanere più di un anno ad esercitare l'agricoltura. Si cibano poco di frumento, ma soprattutto di latte e carne. Esercitano la caccia che serve loro sia per l'alimentazione sia per l'addestramento quotidiano, sia per la libertà di vita, poiché fin da ragazzi sono abituati a non rispettare alcuna disciplina, ...sia aumenta le loro forze sia fa crescere le loro corporature in modo smisurato... Concedono ai mercanti di entrare nei loro territori per avere qualcuno a cui vendere i loro bottini di guerra, più che per importare beni. Essi non importano nemmeno i cavalli... Nei loro combattimenti tra cavallerie, spesso scendono da cavallo e combattono a piedi. Hanno infatti addestrato i cavalli a rimanere sul posto, e quando ne hanno bisogno ritornano rapidamente a cavalcarli... e non adoperano la sella... Non permettono che sia importato nel loro paese il vino, perché credono che renda gli uomini effeminati e troppo deboli per resistere alla fatica.''| Cesare, ''De bello Gallico'', IV, 1-2.}}
 
La struttura fondamentale della società germanica era il ''*kunja'' (inglese: ''kin'', ''cynn'', sassone: ''cunni'', tedesco: ''kunne''), che significa "generazione", "razza", "discendenza", etimologicamente imparentato al greco ''ghenos'' e al latino ''genus'', istituito nel ''*sibjō'' (tedesco: ''[[sippe]]''; equivalente al [[clan]]), formato dall'unione di più famiglie patriarcali imparentate fra loro. Il clan costituiva un'entità economica, militare e politica del tutto autonoma e autosufficiente. I capi-clan diedero vita, probabilmente già in età molto antica, a periodiche riunioni assembleari. L'entità superiore delle ''sippen'' era il ''*theudō'' (anche ''thiuda''), il ''volk'', "popolo" (inglese: ''thede'', sassone: ''thiod'', tedesco: ''diot'' [poi ''deutsch'' con il suffisso aggettivale ''-isch''], norreno: ''thjóð'', con la forma tedesca poi latinizzata in ''theodiscus''), territorialmente esteso nel ''[[gau (suddivisione territoriale)|gau]]'', chiamato dai latini ''civitas'', cioè una tribù stanziata in un determinato territorio.
 
Sostanzialmente democratica, la società germanica conobbe forme di [[monarchia elettiva]] entro le quali l'assemblea degli uomini liberi, il ''thing'' (o ''[[allthing]]'', o, nei regni anglosassoni ''[[witan]]'') periodicamente riunita manteneva di fatto tutti i poteri, compreso quello giudiziario. Le assemblee esprimevano le decisioni del popolo, che quindi consisteva nell'unione libera e volontaria di diversi ''kin''.
 
Dopo gli uomini liberi, la minoranza col diritto di portare le armi e che deteneva l'intero potere (tra i [[Longobardi]] si chiamavano per esempio [[arimanni]]), venivano gli aldi (''hald'', latinizzato: ''haldii''), uomini semiliberi legati alla terra quasi alla stregua di [[servi della gleba]]; infine gli [[schiavo|schiavi]], quasi sempre prigionieri di guerra o civili catturati durante le razzie.
 
In caso di guerra l'assemblea nominava comandanti uomini di particolare valore o autorità, e questi, semplici "primi fra pari", dovevano sempre rispondere del loro operato all'assemblea stessa. Solo in epoca più tarda i comandanti militari eletti iniziarono ad assumere tratti da re e con la formazione dei regni romano-barbarici, dopo la fine dell'[[Impero romano d'Occidente]], si affermarono stirpi reali prestigiose. In ogni caso, le figure dei sovrani germanici furono sempre limitate nel loro potere dall'assemblea.
 
Interessante era l'uso del ''comitatus'', cioè l'abitudine di aggregare i giovani delle famiglie meno in vista a quelli delle famiglie più importanti, facendoli diventare compagni inseparabili in pace e in guerra. Questo modello di fedeltà personale avrebbe influenzato, tramite le legislazioni romano-barbariche, le istituzioni del [[Medioevo]], divenendone anzi una delle caratteristiche salienti.
 
=== Insediamenti ===
I germani vivevano in piccole comunità o insediamenti sparsi. Le costruzioni erano in legno e assai semplici, e già [[Tacito]] testimonia l'esistenza di edifici simili a quella che sarebbe poi diventata la ''[[casa con intelaiatura a traliccio|fachwerkhaus]]'', la casa caratteristica dei popoli germanici. Le scoperte archeologiche testimoniano inoltre l'esistenza nelle zone occupate dai Germani di luoghi fortificati, i ''burga'', da cui i nomi delle città che terminano in ''burg'', ''borg''<ref>di origine indoeuropea. Si confronti con il [[celti]]co ''briga'', "luogo rilevato", o "città".</ref> (come [[Würzburg]], in [[Germania]]) oppure ''burgh'', ''borough'' o ''bury'' (come [[Peterborough]] o [[Canterbury]], in [[Gran Bretagna]]).
 
Presso le tribù germaniche non esisteva la [[proprietà privata]] della terra: le terre via via occupate venivano spartite tra i clan, ciascuno dei quali provvedeva a sua volta a suddividere la propria quota tra le famiglie che lo componevano. L'[[agricoltura]] del resto era primitiva, e tendeva semplicemente a sfruttare il più possibile, nell'immediato, il terreno strappato alla foresta.
 
=== Vestiario antico e tradizionale ===
 
=== Tecniche militari ===
{{Vedi anche|Organizzazione militare dei Germani}}
 
==== Al tempo di Mario e Cesare (I secolo a.C.) ====
{{Vedi anche|Battaglia in Alsazia (58 a.C.)}}
 
[[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] racconta di come i cavalieri germani combattevano normalmente. Da questa forma tecno-tattica, si ritiene che in seguito nacquero le cosiddette [[coorte equitata|coorti equitate]] al tempo della [[riforma augustea dell'esercito romano]]:
{{citazione|[[Ariovisto]] [...] ogni giorno combatté con la cavalleria. Era questo il genere di combattimento nel quale i Germani si esercitavano. I cavalieri erano 6.000: c'erano altrettanti fanti molto valorosi e assai veloci nella corsa. I cavalieri li avevano scelti da ogni reparto, uno ad uno per la propria difesa personale. Partecipavano alle battaglie in loro compagnia. I cavalieri si ritiravano presso di loro e se il combattimento si inaspriva, andavano anche loro alla carica. Se qualcuno era ferito in modo grave, era caduto da cavallo, lo circondavano. Se dovevano compiere una lunga avanzata o una rapida ritirata, la loro velocità era tanto grande per l'esercizio, che sostenendosi alle criniere dei cavalli ne eguagliavano la corsa in velocità.|[[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], ''[[De bello Gallico]]'', I, 48.4-7.}}
Il normale schieramento delle fanterie germaniche era invece di tipo [[falange (militare)|falangitico]] come ci racconta ancora Cesare:
{{citazione|Con tale violenza i Romani andarono all'assalto dei Germani, ma altrettanto improvvisamente e rapidamente i Germani corsero all'attacco, che non vi fu spazio [da parte dei Romani] di lanciare i ''[[pilum]]'' contro il nemico. Lasciati da parte i ''pila'' si combatté, corpo a corpo, con le spade. Ma i Germani velocemente secondo il loro costume, si schierarono in falange e sostennero l'assalto delle spade.|[[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], ''[[De bello Gallico]]'', I, 52.3-4.}}
 
==== Al tempo di Tacito (I secolo d.C.) ====
[[File:Otto Albert Koch Varusschlacht 1909.jpg|thumb|Assalto dei Germani alle legioni romane nella ''[[clades variana]]''.]]
{{Vedi anche|Occupazione romana della Germania sotto Augusto}}
 
I Germani, a differenza dei [[Celti]], combattevano soprattutto a piedi, in formazione falangitica [[tattiche della fanteria romana#Formazione a cuneus|a "cuneo"]], come viene indicato da [[Tacito]] nella sua ''Germania''.<ref>[[Tacito]], [[Wikisource:la:De origine et situ Germanorum (Germania)#VI|De origine et situ Germanorum, 6]].</ref> Dalle tribù nomadiche delle steppe ([[sciti]] e [[sarmati]]) appresero poi un maggior utilizzo del cavallo a discapito della fanteria.
{{Citazione|Pochi [Germani] si servono di spade o di grandi lance. Maneggiano invece delle aste che essi chiamano "[[Lancia (periodo delle migrazioni)|framee]]", dalla punta aguzza e breve, ma così appuntite e facili all'utilizzo che con una stessa arma, a seconda del caso, possono combattere da vicino o da lontano. I cavalieri inoltre non si servono che dello scudo e di questo tipo di lancia, mentre i fanti lanciano anche [altri] proiettili. Ciascuno di loro ne lancia molti anche molto lontano. Combattono nudi o al massimo con indosso una leggera veste. I Germani non sfoggiano alcuna eleganza, si limitano ad ornare i loro scudi con particolari colori. Pochi tra di loro utilizzano una corazza, solo uno o due indossano un elmo di metallo o di cuoio.<br />I loro cavalli non si differenziano per bellezza o velocità. A loro i Germani non insegnano a compiere delle evoluzioni, come facciamo noi [Romani], ma li guidano dritti alla carica, o li fanno ripiegare con un solo tipo di conversione verso destra, in modo che in virtù di questa mossa serrata in modo circolare, nessuno rimane indietro. A giudicare dal complesso, sta nella fanteria il nerbo del loro esercito. Nel combattimento i fanti si mischiano ai cavalieri, in modo che bene si adattano alla battaglia tra cavallerie e si armonizza la velocità dei soldati della fanteria, scelti tra i giovani e destinati al fronte dello schieramento. Anche il numero di questi è fisso. Sono 100 per ogni distretto, e si chiamano così tra loro, in modo che quello che inizialmente fu solo un numero, oggi è un appellativo d'onore.<br />L'esercito schierato a battaglia, si dispone a cuneo. I Germani non ritengono un atto di viltà, ma solo un segno di prudenza, il ritirarsi, purché si ritorni a combattere. Anche quando l'esito della battaglia non è stato troppo favorevole, riportano dal campo i corpi dei compagni caduti. È per loro massima vergogna abbandonare lo scudo. Chi si macchia di una simile colpa viene escluso dalle assemblee e dalle cerimonie sacre, tanto che molti che si erano ritirati dal combattimento, poi si impiccarono per porre fine alla vergogna.|[[Tacito]], [[Wikisource:la:De origine et situ Germanorum (Germania)#VI|De origine et situ Germanorum, 6]].}}
 
==== Nel IV-V secolo ====
[[File:Ulpiano Checa La invasión de los bárbaros.jpg|thumb|upright=1.4|Cavalieri barbari (in particolare [[Visigoti]] e [[Vandali]]) assaltano l'[[Impero romano]] e saccheggiano la stessa [[Roma (città antica)|Roma]] nel [[V secolo]].]]
 
Anche la loro tecnica militare si era evoluta notevolmente, soprattutto grazie alle tecniche apprese durante gli anni trascorsi nelle file delle [[truppe ausiliarie dell'esercito romano]].
L'arma principale rimaneva l'asta da urto (''framea'') di varia lunghezza. L'uso della spada era invece meno diffuso presso alcune tribù. Adoperavano anche giavellotti da lancio, come i [[Franchi]], simili al ''pilum'' romano. L'arco rimase un'arma secondaria per la maggior parte di questi popoli. Altre armi usate in combattimento erano l'[[ascia]], in particolare dai [[Franchi]], e la [[mazza]].
 
L'armamento difensivo si era notevolmente evoluto, accompagnando al tradizionale uno scudo di legno al cui centro era posto un umbone in metallo, un elmo e spesso una corazza di maglie di ferro. E comunque indossavano tutti delle brache (simili ai nostri pantaloni), una tunica, a volte dei mantelli (come nel caso degli [[Alemanni|Alamanni]]) oltre a calzari simili a sandali che si legavano fino a sotto le ginocchia, ed erano indossati sopra una sorta di primitive calze (utilizzate soprattutto durante l'inverno).
 
Restano famose alcune tribù per le caratteristiche della loro [[cavalleria]]: i cavalieri combattevano mischiati ai fanti leggeri, e spesso abbandonavano il loro cavallo, abituato ad attenderli, per combattere loro stessi a piedi. Il nucleo dell'esercito rimaneva, però, la fanteria. Suoni di corno ed il famoso ''barritus'' o ''barditus'' (grido di guerra), stimolavano l'ardore dei combattenti.
 
I Germani appresero l'arte di costruire valli difensivi per i loro campi dai Romani, come pure il concetto di comando della battaglia. I capi, una volta erano abituati a dare l'esempio, lanciandosi all'attacco. Durante questo periodo cambiarono tattica, dirigere i propri soldati come facevano i Romani, lontani dalle prime linee.
 
Furono utilizzati per il loro coraggio e capacità guerresche come alleati delle truppe romane di confine. Si racconta infatti che nel 288 d.C. [[Massimiano]] fece dei [[Franchi]] un regno vassallo, al quale venne affidata la difesa della frontiera contro gli altri Germani. I Franchi da quel momento, oltre ad essere arruolati nelle [[Truppe ausiliarie dell'esercito romano|truppe ausiliare]] dell'esercito, cominciarono ad entrare al servizio di Roma come [[Foederati|federati]], conservando la loro organizzazione, i loro capi nazionali, la loro lingua e i loro costumi, la loro indipendenza, tanto da renderli sempre meno assimilabili e sempre più pericolosi per l'[[Impero romano]].
 
Fu poi la volta dei [[Goti]], al tempo di [[Teodosio I]], ad essere riconosciuti come federati. E l'uccisione di [[Stilicone]] nel [[408]] d.C. risultò l'ultimo tentativo da parte dell'elemento romano di combattere la superiorità dei Germani nell'esercito e nello Stato. Con il 410 d.C., anno del sacco di Roma da parte di Alarico, ebbe inizio l'epoca dei Regni romano-barbarici.
 
== Religione ==
{{NN|storia|giugno 2013}}
=== La religione germanica antica ===
[[File:Arnkiel Othin Thor & Frigge2.jpg|thumb|"Othin, Thor und Frigge" da ''Cimbrische Heyden-Religion'' (1691, edizione 1702) di Trogillus Arnkiel. [[Odino]], [[Thor]] e [[Frigga]] rappresentati nello stile iconografico tipico del Medioevo, con i simboli della spada (Odino), dello scettro e del fuoco sacro o fascio (Thor) e dell'arco (Frigga).]]
La carenza di fonti impedisce di conoscere a fondo la religione originale dei Germani: le loro fonti (archeologiche, [[alfabeto runico|rune]] e poemi) sono spesso di difficile interpretazione, mentre le fonti latine e greche sono tarde e scarsamente obiettive per l'implicita difficoltà di capire culture estranee a quelle del loro mondo.
 
Conosciamo gli dei germanici, gli [[Æsir|Asi]] (cfr. [[lingua norrena|norreno]] ''[[áss]]'', [[lingua protogermanica|protogermanico]] ''*ansuz'', [[lingua protoindoeuropea|protoindoeuropeo]] ''*h₂énsus'', "generati" o "generanti", cioè i "genii" o "dèi") e i [[Vanir|Vani]] (norreno'' vanir'', protoindoeuropeo ''*wen'', "sforzo"), grazie soprattutto alle fonti scandinave. Nella loro mitologia si trovano molte affinità con altre culture euro-asiatiche, che testimoniano indirettamente una serie di influenze esterne difficilmente districabili dai contenuti "originali" della cultura germanica, anche per via della disomogeneità tra le varie tribù.
 
Asi e Vani ricordano gli [[Asura]] e i [[Deva]] indo-iranici, mentre le [[Norne]] ricordano le [[Parche]]/[[Moire (mitologia)|Moire]] greco-romane che presiedono il destino umano; [[Odino]]/Wotan, in quanto presente al passaggio tra vita e morte, è assimilabile a [[Hermes]]/[[Mercurio (divinità)|Mercurio]], mentre [[Thor]] è simile a [[Ares]]/[[Marte (divinità)|Marte]]. I Vani ([[Njordhr]] o [[Freyja]]) sono più ascrivibili al culto della Terra/Madre e della fecondità, in quanto dispensatori di ricchezza, pace e fertilità di terra e mare.
 
Tacito scriveva nella ''[[Germania (Tacito)|Germania]]'' (libro IX) che i Germani non avevano una casta sacerdotale, né effigi religiose, né santuari, né luoghi sacri, anche se non è del tutto corretto, perché sono state trovate rappresentazioni religiose antropomorfe, resti di templi ed esistevano dei sacerdoti. Uno dei più importanti centri sacri era Uppsala, in Svezia, dove sorgeva un tempio dedicato ai tre dèi Odino, Thor e Freyr. Esistevano poi [[sciamano|sciamani]] che mediavano tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti.
 
=== Adozione del cristianesimo ===
{{vedi anche|Cristianizzazione dei Germani}}
Le popolazioni germaniche che per prime penetrarono nell'Impero romano ne adottarono la religione di stato, il [[cristianesimo]]. La maggior parte di essi optò nelle fasi iniziali per l'[[arianesimo]], una dottrina che dal 380 era stata dichiarata eretica dalla Chiesa di Roma e che riconosceva al Verbo (e quindi al Cristo) una natura posteriore rispetto a quella di Dio Padre (semplificando, non valevano per gli ariani i primi versi del [[Vangelo di Giovanni]]: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio"; il Verbo per gli ariani non si identificava con Dio ma ne era la creazione). I vescovi e i preti ariani, allontanati dalle aree d'influenza dell'impero, trovarono seguaci presso i popoli germanici.
 
Con lo stabilirsi dei regni romano-germanici e a partire dalla conversione alla Chiesa di Roma (cattolica) dei Franchi per opera di [[Clodoveo]] nel 511, anche i popoli germanici ariani aderirono gradualmente alla dottrina ufficiale della Chiesa romana.
 
Le popolazioni che erano rimaste fuori dall'Impero romano avevano conservato la religione germanica. Furono convertiti al cristianesimo relativamente tardi da un'intensa attività missionaria ad opera soprattutto dell'[[Impero carolingio]] (caso dell'Inghilterra), oppure per decreto regio (Norvegia e Islanda), oppure ancora con la forza militare da parte della potenza carolingia (caso dei Sassoni, la cui conversione accompagnò l'annessione all'Impero carolingio).
 
==== La riforma protestante ====
{{vedi anche|Riforma protestante}}
Nel 1517 un frate agostiniano sassone, [[Martin Lutero]], si fece portatore del generale malcontento che in area germanica generavano le politiche finanziare della Chiesa di Roma, specialmente quelle legate alla pratica dell'[[indulgenza]], dando inizio a un movimento di riforma della religione cristiana noto da allora come "riforma protestante" che prevedeva innanzitutto l'abbandono della Chiesa romana.
 
Il [[protestantesimo]] trovò subito l'adesione dei potentati di area germanica e nell'arco di relativamente poco tempo quasi tutti i popoli germanici (eccezion fatta per principati della Germania meridionale e l'attuale Austria, zone dell'Olanda meridionale compresi i Fiamminghi) furono convertiti alla nuova fede, la quale trovò espressione in una grande diversità di chiese e dottrine, inizialmente il [[luteranesimo]], il [[calvinismo]] (Chiese riformate) e l'[[anglicanesimo]] (Chiesa inglese).
 
La riforma determinò una spaccatura religiosa dell'Europa occidentale tra un nord germanico-protestante e un sud cattolico-romano che ha avuto conseguenze politiche e culturali i cui effetti proseguono anche ai nostri giorni.
 
=== Sviluppi moderni ===
[[File:Þingblót 2009.jpg|thumb|Un gruppo della ''Ásatrúarfélagið'' ("Sodalizio della Fedeltà Divina" o "agli Asi") degli Islandesi si avvia a celebrare il ''Þingblót'' al [[Parco nazionale Þingvellir|Þingvellir]].]]
I cambiamenti radicali che la riforma protestante comportò nelle società germaniche e nella visione del mondo di ogni singolo individuo, e specificamente le dottrine protestanti che sono alla base di questi cambiamenti, come la dottrina dei "due regni" di Martin Lutero, sono considerati da alcuni studiosi come i semi che aprirono la strada per i processi di [[separazione tra Stato e Chiesa]] e conseguente [[secolarizzazione]].<ref>''The Unintended Reformation: How a Religious Revolution Secularized Society''. Harvard University Press, 2012</ref> A partire dal XX secolo i paesi che furono culle della riforma protestante sono stati teatro di un graduale e costante declino del cristianesimo. Nel [[:w:Religion in the Netherlands|2013 solo il 34% degli Olandesi dichiarava di aderire al cristianesimo]]. Anche negli stati della [[Germania Est]] che furono incorporati nell'[[Unione Sovietica]] dopo la [[seconda guerra mondiale]] si è verificato un declino del cristianesimo anche dovuto alle politiche contrarie alla religione dell'unione, tanto che nel 2010 in [[Sassonia-Anhalt]], la terra d'origine di Martin Lutero, i cristiani erano solo il 18% (14% protestanti e 4% cattolici).<ref>{{Cita web|url=http://www.ekd.de/download/Ber_Kirchenmitglieder_2010.pdf |titolo=Statistik der EKD für 2010 |formato=PDF |data= |accesso=16 agosto 2014}}</ref> Un declino simile si verifica nei paesi scandinavi e in Inghilterra.
 
A partire dalla seconda metà del XX secolo s'è verificata d'altro canto una riscoperta della religione germanica antica, il culto agli [[:wiktionary:áss|Asi]] (dall'indoeuropeo ''*h₂énsus'', cioè i "generati" o "generanti", cioè i "genii" o "dèi"), e anche ai Vani, che ha preso la forma di una costellazione di gruppuscoli diversi che nondimeno si riconoscono sotto il termine comune di "[[Etenismo]]" (cfr. ing. ''[[:wiktionary:heath|Heathenism]]'', "religione della [[landa]]" o "dei boschi"). Ancora minoritario in tutta Europa, il movimento ha una certa visibilità in [[Islanda]] dove l'''Ásatrúarfélagið'' ("Sodalizio della Fedeltà Divina" o "agli Asi") raccoglie circa l'1% della popolazione.
 
== Diritto ==
{{vedi anche|Storia del diritto germanico}}
Per gli antichi Germani la giustizia era una questione privata. Chi osava offendere qualcuno ne subiva la vendetta dell'offeso, chiamata [[faida]]. Se uno non aveva prove certe per accusare qualcuno, si verificava la colpevolezza dell'accusato attraverso l'[[ordalia]] o giudizio di Dio (giudizio di Dio non è il nome originale, ma è stato dato dai Germani cristianizzati e dai [[Longobardi]]): se l'imputato rimaneva illeso dopo aver camminato sui carboni ardenti oppure aveva sconfitto l'accusatore poteva essere dichiarato innocente (i Germani, infatti, pensavano che il Fato non avrebbe aiutato i colpevoli). Esisteva anche una pena scontata con una multa pesante, chiamata [[guidrigildo]].
 
== Economia ==
Dell'agricoltura i Germani, almeno al tempo di Cesare, non si occupano con zelo. La maggior parte della loro alimentazione è costituita da latte, formaggi e carne.<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', VI, 22.1.</ref> Altamente sviluppato era l'[[allevamento]] di [[Equus caballus|cavalli]], essenziali per gli abili cavalieri germani.
 
== Lingua ==
{{vedi anche|Lingua proto-germanica|Lingue germaniche}}
Le antiche tribù germaniche parlavano [[dialetto|dialetti]] mutuamente intelligibili e condividevano una comune cultura e la stessa [[Mitologia norrena|mitologia]], come è chiaramente indicato dal [[Beowulf]] e dalla [[Volsunga saga]]. L'esistenza di una identità comune è testimoniata dall'esistenza di un termine proprio, ad indicare le popolazioni non-germaniche: ''*walhaz'' (plurale di ''*walhoz''), da cui sono derivati toponimi ancora in uso oggi come [[Galles]] (''Welsh''), [[Vallese]] (''Wallis''), [[Vallonia]] (''Walloon'') e [[Trentino]] (''Welschtirol'')<ref>Nome che il territorio aveva quando era sotto il dominio austriaco.</ref>.
 
Un ulteriore esempio di questa unità etnica è dato dal fatto che i [[Storia di Roma|Romani]] li riconoscevano come unica popolazione e davano loro il nome collettivo di ''Germani''.<br />
In assenza di una politica egemonica come quella imposta dai Romani alle popolazioni italiche, le diverse tribù rimasero libere, sotto la guida dei propri capi, ereditari oppure eletti.
 
== Cultura ==
[[File:Beakerculture.jpg|thumb|Ceramiche lavorate [[Cultura del vaso campaniforme|a cordicella]] rinvenute in [[Germania]] e risalenti al [[XX secolo a.C.|XX]]-[[XIX secolo a.C.]]]]
I Germani non usavano estesamente la [[scrittura]], facendo invece affidamento sulla tradizione orale e cantoriale di [[mito|miti]] e [[leggende]] che esaltavano il valore ed il coraggio dei protagonisti. Alcune testimonianze artistiche dei germani giunte sino a noi sono degli oggetti in [[metallo]] (come [[armi]], [[fibbia|fibbie]] e [[gioielleria|gioielli]]) finemente lavorati ed incisi.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro| cognome = Harrison | nome = Albert A. |titolo=Spacefaring: The Human Dimension|anno=2002 |editore=University of California Press |città=Berkeley, CA, USA |cid=Harrison2002|isbn=978-0-520-23677-6}}
=== Fonti primarie ===
* {{Cita libro|cognome=Seedhouse|nome=Erik|titolo=Interplanetary Outpost: The Human and Technological Challenges of Exploring the Outer Planets|anno=2012 |editore=Springer |città=Berlin |cid=Seedhouse2012|isbn=978-1-4419-9747-0}}
* [[Beda il Venerabile]], ''[[Historia ecclesiastica gentis Anglorum]]''.
* {{Cita libro| cognome = Cameron M. Smith | nome = Evan T. Davies, |titolo=Emigrating Beyond Earth: Human Adaptation and Space Colonization|anno=2012 |editore=Springer-Verlag |città=Berlin |cid=Smith2012|isbn=978-1-4614-1164-2}}
* [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], ''[[De bello Gallico]]''.
* {{cita libro| cognome = Tiziani | nome = Moreno | titolo = The Colonization of Space. An Anthropological Outlook| editore = Antrocom | volume = 9 | numero = 1| pagine = 225-236| data = Jun., 2013| url = http://www.antrocom.net/upload/sub/antrocom/090113/21-Antrocom.pdf}}
* [[Cornelio Tacito]], ''[[Germania (Tacito)|Germania]]''.
* [[Cornelio Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]''.
* [[Strabone]], ''Geografia''.
* [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], ''[[Geografia (Tolomeo)|Geografia]]''.
* [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il vecchio]], ''[[Naturalis historia]]''.
 
=== Fonti secondarie ===
* {{cita libro|cognome= Bordone|nome= Renato |wkautore=Renato Bordone|coautori= [[Giuseppe Sergi (storico)|Giuseppe Sergi]]|titolo=Dieci secoli di Medioevo|anno= 2009|editore= Einaudi|città= Torino|isbn= 978-88-06-16763-9}}
* [[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia medievale'', Firenze, [[Le Monnier]] Università, 2006. ISBN 8800204740
* Marco Battaglia, ''I germani. Genesi di una cultura europea'', Roma, Carocci, 2013
* S.Fischer-Fabian, ''I Germani'', Milano 1985.
* G. Garbarino, ''Opera 1B, L'età di Cesare'', Paravia Bruno Mondadori Editori, 2003
* C. Lecoteux, ''Dizionario di mitologia germanica'', Argo, Lecce 2007
* Roger Remondon, ''La crisi dell'impero romano da Marco Aurelio ad Anastasio'', Milano 1975.
* E.A.Thompson, ''Una cultura barbarica: I Germani'', Bari-Roma 1976.
* [[Malcolm Todd]], ''I Germani: dalla tarda Repubblica romana all'epoca carolingia'', ECIG, Genova, 1996
* {{Cita libro|cognome=Manco |nome=Jean |anno=2013 |titolo=Ancestral Journeys: The Peopling of Europe from the First Venturers to the Vikings |città=New York|editore=Thames & Hudson | isbn= 978-0-500-05178-8}}
* {{cita libro | cognome=Villar | nome=Francisco | titolo=Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa | editore=Il Mulino | città=Bologna | anno=1997 | isbn=88-15-05708-0 }}
* [[Herwig Wolfram]], ''I germani'', Il Mulino, Bologna, 2005
 
== Voci correlate ==
{{Colonne}}
* [[Lingua proto-germanica]]
* [[Agenzia Spaziale Europea]]
* [[Lista di tribù germaniche]]
* [[Ascensore spaziale]]
** [[Popoli germanici settentrionali]]
* [[Astronautica]]
** [[Popoli germanici orientali]]
* [[Astronave]]
** [[Popoli germanici occidentali]]
*** [[IngaevonesNave dormitorio]]
*** [[IstaevonesNave generazionale]]
*** [[HerminonesCilindro di O'Neill]]
* [[Colonizzazione del sistema solare esterno]]
* [[Re germanico]]
* [[Tarda antichitàCyborg]]
* [[AdelingiKim Eric Drexler]]
{{Colonne spezza}}
* [[NASA]]
* [[Scienze dello spazio]]
* [[Spaziali (Asimov)]]
* [[Spazio interstellare]]
* [[Terraformazione]]
* [[Toro di Stanford]]
* [[Velocità superluminale]]
* [[Viaggio interstellare]]
* [[Zona abitabile]]
{{Colonne fine}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:AncientSpace Germanic peoplescolonization}}
{{wikilibro|Colonizzazione dello spazio}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.storiafilosofiafaqs.itorg/popolidocs/germaniNewtonian/Newtonian_91.htm|ApprofondimentoEffetti biologici dell'assenza di storicopeso}}
* {{cita web|http://www.daviddarling.info/encyclopedia/S/spacecolony.html|Colonie Spaziali}}
* Per uno studio della composizione genetica delle popolazioni germaniche e di altri popoli [http://www.scs.uiuc.edu/~mcdonald/WorldHaplogroupsMaps.pdf] e [https://www5.nationalgeographic.com/genographic/atlas.html]
* {{cita web | 1 = http://lifesci3.arc.nasa.gov/SpaceSettlement/ | 2 = Orbital Space Settlements - NASA | accesso = 7 novembre 2004 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20041108025013/http://lifesci3.arc.nasa.gov/spacesettlement// | dataarchivio = 8 novembre 2004 | urlmorto = sì }}
* {{Thesaurus BNCF}}
* {{cita web | 1 = http://www.foresight.org/NanoRev/Mars.html | 2 = "Sviluppi Spaziali: Contro la colonizzazione di Marte" di K. Eric Drexler | accesso = 7 novembre 2004 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20041022073722/http://www.foresight.org/NanoRev/Mars.html | dataarchivio = 22 ottobre 2004 | urlmorto = sì }}
* {{cita web |1=http://lifesci3.arc.nasa.gov/SpaceSettlement/75SummerStudy/Design.html |2=Proposal for a space habitat with 10,000 people |accesso=29 settembre 2005 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051023152306/http://lifesci3.arc.nasa.gov/SpaceSettlement/75SummerStudy/Design.html |dataarchivio=23 ottobre 2005 |urlmorto=sì }}
 
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