Madame Bovary e Storia di Ripatransone: differenze tra le pagine

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{{Nota disambigua|altri significati|[[Madame Bovary (disambigua)]]}}
 
{{citazione|Più dentro pose Trasone i bastioni<br/>di Ripa invitta città dei Piceni<ref>La traduzione metrica in endecasillabi è di Rolando Perazzoli.</ref><ref name=Perazzoli>{{cita libro|nome=Rolando|cognome=Perazzoli|titolo=Storie ripane|città=Grottammare|editore=Archeoclub d'Italia|anno=2001}}</ref>|Francesco Panfilo, ''Picenum, hoc est de agro Piceni quae Anconitana vulgo Marchia nominatur nobilitate et laudibus opus''|Interius Traso posuit munimine Ripam<br/>nulli Picentum vincitur ipsa loco|lingua=la|lingua2=it}}
{{quote| Eravamo nell'aula di studio, quando il Rettore entrò, seguito da un ''nuovo'' in abiti borghesi e da un inserviente che portava un grosso banco. Quelli che dormivano si svegliarono, e ognuno s'alzò, come sorpreso nel lavoro. |[[Gustave Flaubert]]}}
 
{| class="sinottico" style="width:280px"
{{Libro
|- class="sinottico_testata"
|tipo =
! style="background-color:#E60005; color:#FFF" colspan=2 | Storia di Ripatransone
|titolo = Madame Bovary
|-
|titoloorig =
! Paese
|titolialt =
| [[Italia]]
|titoloalfa =
|-
|immagine =
! Regione
|didascalia =
| [[Marche]]
|autore = [[Gustave Flaubert]]
|-
|annoorig = 1856
! Provincia
|annoita =
| [[Provincia di Ascoli Piceno|Ascoli Piceno]]
|genere = romanzo
|-
|sottogenere = naturalismo
! Popolo fondatore
|lingua = fr
|ambientazione = [[TôtesLongobardi]], o [[Ry (Francia)|RyFranchi]]
|-
|personaggi =
! Data di fondazione
|protagonista = Madame Bovary
| [[822]]-[[1198]]
|coprotagonista =
|-
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! Autonomia comunale
|altri_personaggi =
| [[1205]]
|serie =
|-
|preceduto =
! Stato di annessione
|seguito =
| [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
}}
|-
! Data di annessione
| 19 settembre [[1860]]
|}
 
La '''storia di Ripatransone''' inizia ufficialmente nel [[1205]], anno in cui la cittadina [[provincia di Ascoli Piceno|picena]] ottenne l'autogoverno diventando il primo libero comune rurale d'[[Italia]].<ref>Laddove infatti tutti gli altri comuni erano dominati da nobiltà e borghesia, i ripani erano esclusivamente proprietari terrieri.</ref><ref name=Polidori>{{cita libro|nome=Adolfo|cognome=Polidori|titolo=Storia di Ripatransone|città=Fermo|editore=La Rapida|anno=1974}}</ref> Le origini sono tuttavia più antiche. Se i più remoti insediamenti umani risalgono alla [[preistoria]], il borgo fortificato è databile all'epoca della venuta dei [[Franchi]], con [[Carlo Magno]], o poco dopo ([[VIII secolo|VIII]]-[[IX secolo]]). Castello inaccessibile, difese strenuamente la sua autonomia anche contro [[Francesco Sforza]]. Ottenne il rango di [[Città d'Italia|Città]] [[sede vescovile|vescovile]] nel [[1571]].
'''''Madame Bovary''''' è il primo [[romanzo]] di [[Gustave Flaubert]]. Appena pubblicato, fu messo sotto inchiesta per "oltraggio alla morale". Dopo l'[[Sentenza#Procedura penale|assoluzione]]<ref>Il giudice, comunque, "condannò moralmente" il romanzo, ''«poiché la missione della letteratura deve essere di onorare e di ricreare lo spirito innalzando ed epurando i costumi»''.</ref>, il [[7 febbraio]] [[1857]], divenne un [[bestseller]] sotto forma di [[libro]] nell'[[aprile]] del medesimo [[anno]], ed oggi è considerato uno dei primi esempi di romanzo [[realismo (letteratura)|realista]].
 
== Preistoria ==
È [[fulcro|imperniato]] sulla figura della moglie di un [[ufficiale sanitario]], la signora Emma Bovary, che si dà all'[[adulterio]] e vive al di sopra dei suoi mezzi per sfuggire alla [[noia]] ed alla vacuità della vita di [[provincia]]. L'opera attinge alla vera [[arte]] nei dettagli e negli schemi nascosti: si sa che Flaubert era un perfezionista della [[scrittura]] e si faceva un vanto di essere alla perenne ricerca de ''le mot juste'' (la [[parola]] giusta).
La città sorge su un colle che i [[Storia romana|Romani]] chiamarono Cuprae Mons (monte di [[Cupra]]),<ref name=CupraeMons>Questo nome ha ingenerato confusione con la Cupra Montana citata da [[Plinio il Vecchio]], poi invece correttamente identificata con il [[Massaccio]].</ref> dal nome della divinità [[Umbri|umbro]]-[[picena]] ivi venerata. Il Cuprae Mons fu abitato fin dall'[[età della pietra]], come dimostrano i numerosi reperti rinvenuti nel territorio (armi, oggetti d'osso e di pietra, ceramiche).<ref>Molti sono oggi conservati presso il [[Museo civico archeologico Cesare Cellini]].</ref> Le testimonianze della frequentazione umana si spingono fino al [[Paleolitico inferiore]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.comune.ripatransone.ap.it/page.asp?id=104020100 Museo civico archeologico Cesare Cellini] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
== Età preromana ==
Flaubert si ispirò alle vicende realmente accadute di una giovane donna di provincia, Delphine Delamare, del cui suicidio si parlò in un giornale locale nel 1851.
{{Approfondimento|allineamento = destra|larghezza = 300px|titolo = L'ipotesi etrusca|contenuto = Nell'agro cuprense si erano alternati [[Liburni]], [[Liguri]], [[Siculi]], Umbri e Piceni. Al confine erano stanziati i [[Pelasgi]],<ref name=Polidori/> popolo che una tradizione antica vuole imparantato (se non identificato) con gli [[Etruschi]]. Lo storico Vicione<ref>Luigi Antonio Veccia, poi Vicione (Ripatransone, 1773 – Roma, 1829), minore conventuale e lettore di sacra teologia del seminario di Ripatransone.</ref> ritiene che Ripatransone sia sorta dalle rovine di un preesistente Castello Etrusco. Oltre a menzionare un [[ipogeo]] scoperto sotto il paese ([[1727]]) e recante all'interno un idolo bronzeo di [[Ercole]] in ceppi, lo studioso adduce a supporto della sua tesi anche molta toponomastica locale. Infatti il nome della moderna contrada Tosciano, nei cui pressi fu rinvenuta una [[necropoli]],<ref name=Rossi>{{cita libro|nome=Alfredo|cognome=Rossi|titolo=Vicende ripane|città=Centobuchi|editore=Amministrazione comunale di Ripatransone|anno=2002}}</ref> riecheggia quello di Tusciano, citato in antiche pergamene e riconducibile al [[Lingua latina|latino]] ''Tuscum''. Altrettanto si può dire di Fontursia, che il Vicione spiega con la composizione di ''Fons'' e ''Thuscia''.<ref>Il nome dialettale di questa contrada (''Fëntusce''), italianizzato dal Vicione in Fontuscia, sembra rispecchiare più fedelmente l'etimologia proposta.</ref> Suggestiva (benché probabilmente forzata)<ref name=Polidori/> è anche la riconduzione del toponimo Monterone all'ibrido [[lingua greca antica|greco]]-latino di ''Mons'' e ''Ἥρον'' (''Héron''),<ref>[[Sincope (linguistica)|Sincope]] di ''Ἥραιον'' (''Héraion'').</ref> monte dell'Ereo.<ref>Il Vicione rammenta in proposito l'esistenza di una chiesa di Santa Maria in Monterone a Roma.</ref> Il Monterone è infatti un'area di forma circolare che ben potrebbe aver ospitato un tempio di [[Giunone]] ([[Era (divinità)|Era]]).<ref name=CastelloEtrusco>{{cita libro|nome=Luigi Antonio|cognome=Vicione|titolo=Ripatransone sorta dalle rovine di Castello Etrusco|città=San Benedetto del Tronto-Martinsicuro|editore=Laberinto|anno=1982|annooriginale=Fermo, 1828}}</ref>}}
Varie sono le testimonianze dell'insediamento degli Umbri all'inizio dell'[[età del ferro]]. Questo popolo si insediò sulla riva sinistra del [[Tesino (fiume)|Tesino]], dove per primo introdusse il culto di Cupra. Gli Umbri stazionarono sul Tesino, subito a nord delle popolazioni [[pelasgi]]che, finché l'invasione dei Piceni li costrinse a riparare sull'alto colle.
 
La ritirata permise al Cuprae Mons di dare subito prova della propria valenza strategica: la roccaforte umbra resse infatti gli assalti piceni fin quando gli invasori si risolsero di scavare cunicoli sotterranei per sorprendere i rivali nel cuore della fortificazione.<ref name=Polidori/><ref>Questi cunicoli costituiscono oggi un vasto reticolato che attraversa il sottosuolo cittadino da ovest a est. Noti con il nome di Grotte di Santità, vennero chiusi nel 1967.</ref> Così i Piceni assimilarono gli Umbri e presero possesso del forte, destinandolo a riparo sicuro per le popolazioni costiere incalzate dai [[pirateria|pirati]].
== Trama ==
 
== Età romana ==
Un ufficiale sanitario, Charles Bovary, dopo aver studiato medicina durante la giovinezza, sposa una donna più grande di lui, che però muore prematuramente. Rimasto vedovo, si risposa con una bella ragazza di campagna, Emma Rouault, impregnata di desideri di lusso e [[romanticismo|romanticherie]], vagheggiamenti che le provengono dalla lettura di novelle popolari. Charles è benestante, ma anche noioso e maldestro. Emma crede che la nascita di un maschio "curerà" il loro [[matrimonio]]. Quando rimane [[gravidanza|incinta]], e alla fine partorisce una figlia, si convince che la propria vita sia virtualmente finita.
[[File:Picenum.jpg|thumb|left|upright=0.7|Una mappa del Piceno augusteo: si può notare il sito di Ripatransone impropriamente indicato con il nome di Cupra<ref name=CupraeMons/>]]
A loro volta, i Piceni erano destinati a soccombere all'espansionismo dei Romani. Gli scomodi vicini, impegnati sul fronte della guerra ai [[Senoni]] ([[282 a.C.]]), furono inizialmente tenuti a bada tramite un'alleanza, che anzi fruttò importanti concessioni territoriali. Ma ben presto si giunse allo scontro armato.
 
Nel [[269 a.C.]] i Piceni insorsero, abbattendo le guarnigioni romane sul territorio e sconfiggendo i consoli [[Quinto Ogulnio Gallo|Ogulnio Gallo]] e [[Gaio Fabio Pittore|Fabio Pittore]]. Roma reagì allora inviando [[Publio Sempronio Sofo (console 268 a.C.)|Sempronio Sofo]] e [[Appio Claudio Russo]] l'anno seguente ([[268 a.C.]]). Di fronte alla superiorità militare romana, per la popolazione adriatica venne l'ora della resa definitiva.
Charles decide che per Emma ci vuole un cambio di scena, e si trasferisce dal villaggio di Tostes (oggi [[Tôtes]]) a un altro villaggio altrettanto deprimente, Yonville (tradizionalmente identificato con la cittadina di [[Ry (Francia)|Ry]]). Emma accetta il corteggiamento di una delle prime persone che incontra, un giovane studente di [[giurisprudenza]], Léon Dupuis, che sembra condividere con lei il gusto per le "cose più belle della vita". Quando Léon se ne va per motivi di studio a [[Parigi]], Emma intraprende una relazione con un ricco [[proprietà terriera|proprietario terriero]], Rodolphe Boulanger. Confusa dai suoi fantasiosi vagheggiamenti romantici, Emma escogita un piano per fuggire con lui. Rodolphe, anche amandola, non è pronto ad abbandonare tutto per una delle sue amanti; quindi rompe l'accordo la sera precedente a quella dell'architettata fuga, mediante una [[lettera (messaggio)|lettera]] sul fondo di un cesto di [[albicocca|albicocche]]. Lo shock è tale che Emma si ammala gravemente, e per qualche tempo si rifugia nella religione.
 
Assimilati i Piceni, i Romani ne conservarono i costumi: in particolare perpetuarono il culto di Cupra identificandola con [[Giunone]]. Il territorio conservò importanza intorno alla città di [[Cupra Maritima]]. In età [[Augusto|augustea]] venne incluso nella [[Regio V Picenum|V Regio]] con il nome di [[Ager Cuprensis]]. Il colle ripano restò invece ai margini della regione, finché le [[invasioni barbariche]]<ref>Visigoti (409), Unni (452), Ostrogoti (546), Longobardi.</ref> provocarono la caduta di Cupra, e gli abitanti dell'Ager cercarono nuovo scampo sulla collina.<ref name=Settimo>{{cita libro|nome=Giorgio|cognome=Settimo|titolo=Profilo storico di Ripatransone|città=Ascoli Piceno|anno=1979}}</ref>
Una sera, a [[Rouen]], Emma e Charles assistono all'[[opera lirica|opera]], ed Emma incontra di nuovo Léon. I due iniziano una relazione: Emma si reca in città ogni settimana per incontrarlo, mentre Charles crede che lei prenda lezioni di [[pianoforte]]. Al contempo, Emma sta spendendo esorbitanti somme di denaro. I suoi debiti intanto raggiungono valori esplosivi e la gente inizia a sospettare l'[[adulterio]]. Dopo che i suoi amanti le hanno rifiutato il denaro per pagare il debito, Emma ingoia dell'[[arsenico]] e muore, in modo penoso e lento. Il leale Charles è sconvolto, tanto più che ritrova le lettere che Rodolphe le scriveva. Dopo poco tempo muore a sua volta, e la figlia della coppia rimane orfana.
 
== Capitolo per capitoloMedioevo ==
=== PrimaLe parteorigini ===
Nel [[XVIII secolo|Settecento]] Giovanni Battista Fedeli accede alla tesi che riconduce il nome della città a Trasone,<ref>È questa la forma più accreditata del nome del personaggio, anche noto come conte Transone o Dransone.</ref> un nobile dell'[[VIII secolo|VIII]]-[[IX secolo]].<ref name=Fedeli>Giovanni Battista Fedeli, ''Chronicon comitum Truentinorum''.</ref> La storicità del nobile è un fatto acquisito, testimoniato dalla toponomastica cittadina,<ref name=Rossi/><ref>Una lapide murata nel quartiere di Roflano reca infatti la scritta ''Via Trasone''.</ref> ma la sua stirpe è incerta. Alcuni ricostruiscono la figura di un giovane [[Longobardi|longobardo]], nipote di [[Ildebrando di Spoleto]]<ref name=Fedeli/> e [[conte]] di [[Truentum|Truento]] sotto [[Carlo Magno]].<ref name=Settimo/> Altri vi vedono un condottiero, già cinquantenne, investito delle terre fra Tesino e [[Menocchia]] da [[Ludovico II il Giovane|Ludovico II]].<ref name=Polidori/> Altri infine ritengono si trattasse di un comandante [[Franchi|franco]].<ref>{{cita libro|nome=Luigi Antonio|cognome=Vicione|titolo=Sull'esistenza di Ripa o Ripatransone prima dell'anno MCXCVIII|città=San Benedetto del Tronto-Martinsicuro|editore=Laberinto|anno=1982|annooriginale=Fermo, 1827}}</ref> Il Piceno era stato annesso dai Longobardi al [[Ducato di Spoleto]] ([[574]]) e, con questo, aveva conservato autonomia anche sotto i Franchi ([[774]]).
# Infanzia, periodo degli studi e primo matrimonio di Charles Bovary
# Charles incontra Rouault e la figlia Emma; muore la moglie di Charles
# Charles propone ad Emma di sposarlo
# Il matrimonio
# La nuova vita di coppia a Tostes
# Un resoconto dell'infanzia di Emma ed il suo segreto mondo fantastico
# Emma si annoia; invito al ballo presso il Marchese di Andervilliers
# Il ballo al castello La Vaubyessard
# Emma segue la moda; la sua noia preoccupa Charles, e decidono di trasferirsi; scoprono la sua gravidanza
 
=== SecondaLa partefondazione ===
[[File:Markward von Annweiler.jpg|thumb|left|upright=0.5|Marcovaldo di Annweiler]]
# Descrizione di Yonville-l'Abbaye: Homais, Lestiboudois, Binet, Bournisien, Lheureux
Secondo la tradizione, gli originari castelli ripani (Monte Antico, Capodimonte, Roflano e Agello) furono fondati già nell'[[822]]. All'epoca sulla costa marchigiana si abbatté un'ondata di assalti [[saraceni]] agli ordini dell'ammiraglio al-Sabah, e gli abitanti del Cuprae Mons furono chiamati a respingerli. Essi furono assediati senza successo nell'[[827]],<ref name=Perazzoli/><ref name=CastelloEtrusco/> nell'[[829]] e nell'[[835]],<ref name=Settimo/><ref>[[Flavio Biondo]], ''Historiarum ab inclinatione Romanorum imperii decades'', Libro II, Decade II.</ref><ref>[[Bartolomeo Sacchi]], ''Vita di Gregorio IV''.</ref> ma i saraceni recarono profonde devastazioni e si approvvigionarono di schiavi.
# Emma incontra Léon Dupuis, lo studente di legge
# Emma dà alla luce Berthe, le fa visita in casa della nutrice con Léon
# Una partita a carte; cresce l'amicizia tra Emma e Léon
# Viaggio per vedere la manifattura del [[lino (fibra)|lino]]; terreno di Lheureux; Emma è rassegnata alla sua vita
# Emma visita il prete Bournisien; Berthe si ferisce; Léon parte per Parigi
# La madre di Charles vieta le notizie; lo spargimento di sangue della manovalanza agricola di Rodolphe; Rodolphe incontra Emma
# La ''comice agricole'' (spettacolo agreste); Rodolphe incoraggia Emma
# Sei settimane dopo Rodolphe ritorna ed escono a cavallo; egli la seduce ed inizia la relazione
# Le strade di Emma e quelle di Binet s'incrociano; Rodolphe s'innervosisce; una lettera di suo padre fa pentire Emma
# Operazione al piede torto di Hippolyte; M. Canivet deve amputare; Emma ritorna da Rodolphe
# Gli stravaganti doni di Emma; lite con la matrigna; piani di fuga
# Rodolphe si dilegua; Emma si ammala gravemente
# Charles è oberato di debiti; Emma si dà alla religione; Homais e Bournisien litigano
# Emma incontra Léon alla rappresentazione della ''[[Lucia di Lammermoor]]''
 
I quattro castelli furono unificati nel [[1096]] per volere del vescovo fermano Ugo o Ulcaldino.<ref name=Rossi/> Nel [[1198]] le fortificazioni erano ultimate e il nuovo castello assumeva la denominazione di Ripatransone.<ref name=Polidori/> Il futuro ''Propugnaculum Piceni''<ref>Appellativo dovuto alla proverbiale resistenza agli attacchi nemici.</ref> fu però subito preda del [[siniscalco]] di [[Arrigo VI]] [[Marcovaldo di Annweiler]] ([[1199]]), che lo distrusse perché disapprovava la sua edificazione. Ripa fu ricostruita in pochi anni e, dopo aver resistito ai nuovi attacchi di Marcovaldo,<ref name=Perazzoli/><ref>Francesco Maria Tanursi, ''Historiarum Ripanarum epitome'', 1781.</ref> si avviò a diventare [[libero comune]].
=== Terza parte ===
# Emma e Léon conversano; la torre della cattedrale di Rouen; corsa in carrozza censurata
# Emma va da Homais; l'arsenico; il vecchio Bovary è morto; il conto di Lheureux
# Ella visita Léon a Rouen
# Ella riprende le "lezioni di piano" del giovedì
# Léon; il cantante girovago; Emma inizia a contraffare i conti
# Angoscia di Emma; la spirale dei debiti è incontrollabile
# Emma chiede denaro a varie persone
# Rodolphe non può salvarla; ella inghiottisce l'arsenico; la sua morte
# Emma in camera alla sua veglia
# Il funerale
# Charles trova le lettere; la sua morte; avvenimenti successivi nel paese; il destino della figlia
 
=== L'autonomia comunale (1205) ===
== Personaggi ==
La lunga aspirazione di Ripa all'autonomia, rivendicata soprattutto nei confronti di [[Fermo]], compì un primo decisivo passo avanti con la trattativa per il governo comunale nei confronti del vescovo fermano Adenulfo. Nel [[1205]] il castello si costituì in libero comune. A questa prima conquista di indipendenza seguirono lunghe lotte con le città vicine. Gli assedi fermani iniziarono nel [[1225]], contro una Ripa [[ghibellina]] e fedele a [[Federico II di Svevia|Federico II]].<ref name=Settimo/>
 
Nel [[1229]] il comune estese il proprio potere grazie alla concessione di vari castelli ([[Cossignano]], Lameriano, [[Marano (Cupra Marittima)|Marano]], [[Massignano]], Penna e Sant'Andrea) da parte del duca [[Rainaldo di Spoleto]], perché il paese fosse ingrandito in riparazione dei danni prodotti dalla guerriglia fermana. La concessione seguì un fatto d'armi che aveva visto Ripa respingere un improvviso assedio fermano condotto approfittando dell'impegno di Rainaldo al fronte contro la [[Santa Sede]].<ref name=Settimo/> Benché solidissimo, il castello impiegò mezzo secolo per attuare la prima autentica emancipazione dalla potente vicina.<ref>{{cita libro|nome=Rolando|cognome=Dondarini|titolo=[http://books.google.it/books?id=0xaJLuwTc0AC&printsec=frontcover#PPA2009,M1 Farfa, abbazia imperiale]|città=San Pietro in Cariano|editore=Il Segno dei Gabrielli|anno=2006}}</ref>
===Emma Bovary===
Emma è la protagonista del romanzo. Sogna di consacrarsi all'agio, alla passione ed all'alta società. Proprio il contrasto fra siffatti ideali romantici, maturati attraverso le letture dell'[[adolescenza]], e le realtà asfissiante del suo paese costituisce il filo conduttore di buona parte del romanzo, il fattore che indurrà Emma a due [[relazioni extra-coniugali]] nonché a contrarre quella mole insormontabile di debiti che alla fine causerà il suicidio della [[donna]]. Emma è una donna sognatrice i cui desideri non possono venire soddisfatti da un uomo semplice come Charles.
 
=== Le guerre contro Fermo ===
Flaubert tratta la protagonista in modo ambivalente. Ridicolizza le sue tendenze romantiche e le stigmatizza non solo come impraticabili, ma alla fine anche perniciose.
Nelle lotte fra comuni Ripa fu prevalentemente alleata di [[Ascoli Piceno|Ascoli]], con cui stipulò una storica alleanza l'8 gennaio [[1346]]. Ascoli e Fermo si contendevano la zona costiera presso la foce del [[Tronto]], e i fermani, che detenevano [[San Benedetto del Tronto|San Benedetto in Albula]], attaccarono per primi distruggendo le fortificazioni del [[porto d'Ascoli]] ([[1348]]).<ref name=Settimo/> L'alleanza si rivalse allora su San Benedetto e sugli altri possedimenti fermani, ottenendo ragione dei rivali a [[San Severino Marche|San Severino]]. Si attivò poi in difesa di [[Osimo]], che era stata occupata a sorpresa dal capitano fermano [[Gentile da Mogliano|Gentile]], e la recuperò nel [[1351]].<ref name=Settimo/>
Allo stesso tempo, tuttavia, Flaubert non sembra mai porre alcun biasimo su Emma di per sé, quanto invece sui romanzi tardo romantici, stucchevoli, che hanno avuto un influsso negativo sulle sue fantasie, così come su tante donne borghesi contemporanee di Flaubert.
{{Approfondimento|allineamento = destra|larghezza = 300px|titolo = I ripani cavarono gli occhi ai fermani?|contenuto = Si narra che nella contesa di San Michele Arcangelo (8 maggio 1429) i ripani si siano accaniti con estrema efferatezza sui rivali. Questi, dopo essere stati catturati, avrebbero subìto l'accecamento, e i loro occhi sarebbero stati nascosti in un canestro di ciliegie per essere donati o venduti ai notabili fermani. L'umanista bolognese [[Giovanni Garzoni]], pur non avendo conoscenza diretta dei fatti, accetta senza riserve la verità dell'evento.<ref>Giovanni Garzoni, ''De rebus Ripanis'', 1497.</ref> In realtà, unico e incauto “testimone” di quest'episodio,<ref name=Perazzoli/> il Garzoni non fa che ripetere una macabra leggenda popolare fiorita in ambiente ripano e riferitagli dal teologo Giovanni Paci: spia certo dell'odio per i sempre minacciosi fermani, ma assolutamente priva di fondamento.<ref name=Settimo/> Nonostante la ferocia dei tempi, infatti, le contese tra i comuni non si sarebbero mai spinte a simili eccessi, o avrebbero chiamato sicura vendetta.<ref name=Polidori/>}}
Invero, Emma stessa, inconsapevole di ciò, si chiede con sgomento perché sia incapace di essere felice della propria vita. Inoltre, nonostante la visione critica di Emma, Flaubert è altrettanto critico nei ritratti dei [[borghesia|borghesi]] di provincia che circondano Emma opprimendola.
L'ambizione alla [[sede vescovile]], che avrebbe ulteriormente accresciuto l'indipendenza da Fermo, si era fatta concreta con l'elezione del [[papa]] ascolano [[Niccolò IV]]. Il pontefice era parso propenso a concedere la diocesi, ma il suo regno era stato troppo breve ([[1288]]-[[1292]]). Quando l'interessamento del cardinale [[Egidio Albornoz|Albornoz]] rinnovò le speranze di autonomia diocesana, i già difficili rapporti tra Ripa e Fermo si incrudirono ulteriormente. Anche Albornoz, tuttavia, spirò prima di poter dar seguito alle richieste (24 agosto [[1367]]).
 
La sua morte e il ritorno del papa in [[Avignone]] segnarono così la fine dell'effimera pace con Fermo, che tentò la conquista di Ripa in tre sterili assedi. I primi due occorsero nel maggio e nel settembre [[1376]]. Nel secondo assedio i fermani stessi uccisero il proprio capitano Tommaso Politi,<ref>Francesco Adami, ''Fragmenta Firmana''.</ref> reo di aver rimediato una sconfitta dopo aver millantato l'ottima conoscenza del forte ripano.<ref name=Settimo/>
=== Charles Bovary ===
Il marito di Emma, Charles Bovary, è un [[uomo]] molto semplice e ordinario. È un [[ufficiale sanitario]] per professione, ma anche in ciò, come in ogni altro campo, non è molto abile. In effetti non è abbastanza qualificato per essere uno specialista, ma è piuttosto un ''officier de santé'', cioè un "ufficiale di sanità".
Quando viene convinto a tentare una difficoltosa [[tarsoclasia|operazione]] [[chirurgia|chirurgica]] sul [[piede (anatomia)|piede]] torto di un paziente, il risultato è disastroso, ed il malcapitato dovrà farsi amputare la [[gamba (anatomia)|gamba]] da un medico migliore. Questo suo fallimento non farà che aumentare il disprezzo che Emma nutre nei suoi confronti.
 
L'assedio dell'8-13 maggio [[1389]], condotto con l'impiego di numerosi soldati anche [[mercenari]], fu tolto dopo soli cinque giorni. Le ragioni sono probabilmente da rintracciare in una sortita ripana dalle mura simile a quella che, molti anni dopo, permise a Santoro Pucci di sgominare l'esercito dello Sforza.<ref name=Settimo/><ref>Il Fedeli enfatizza l'evento, parlando di una vera e propria carneficina di fermani. Si tratta certamente di un'esagerazione, tuttavia dei fatti del 1389 recano traccia le cronache di città anche remote per l'epoca (Ascoli, [[Amandola]] e [[Camerino]]).</ref>
Charles adora sua moglie e la trova innocente, malgrado l'ovvia dimostrazione del contrario. Non sospetta in alcun modo le sue relazioni e le concede il pieno controllo dei propri averi, in tal modo procurandosi la [[bancarotta]] con le proprie mani. A dispetto della completa devozione di Charles ad Emma, quest'ultima lo detesta, giudicandolo il [[antonomasia|perfetto esempio]] di tutto ciò che è noioso e comune.
Quando Charles scopre gli inganni di Emma - dopo la morte di quest'ultima - ne è completamente devastato e muore di lì a poco. È interessante notare come la morte della moglie coincida, nel romanzo, con una improvvisa rivalutazione della figura di Charles stesso che, da persona sciocca e priva di spessore, si trasformerà nell'unico personaggio veramente positivo e meritevole di compassione di tutta la storia.
 
Nel [[1429]] vi fu una contesa di confine a San Michele Arcangelo. L'episodio non ebbe particolare rilievo, ma gli storici delle due parti lo enfatizzarono, tutti pretendendo che la propria città fosse stata provocata e avesse poi ricondotto il nemico a più miti consigli. Di certo entrambe vi portarono l'esercito, e a quanto sembra furono i ripani a prevalere;<ref name=Dizionario>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=4bwAAAAAcAAJ&pg=PA14&lr=&as_brr=3#PPA14,M1|titolo=Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica|accesso=12 giugno 2009}}</ref> ne sorse però la leggenda popolare dell'accecamento dei fermani, assai contestata da questi ultimi anche perché accreditata da una fonte autorevole ([[Giovanni Garzoni]]).
=== Monsieur Homais ===
Monsieur Homais è il [[farmacia|farmacista]] della cittadina. È brillante e sarcastico e cerca sempre occasioni per dire il suo punto di vista. Disprezza la borghesia (pur appartenedovi) e il clero, e per quest'ultimo motivo si trova sempre in contrasto con il prete del paese. Fervente sostenitore di ideali [[Positivismo|positivisti]] e del progresso, si da un gran da fare per promuovere se stesso(è tanto geloso quanto fiero delle sue "alchimie") e scrive di continuo articoli [[scientismo|scientisti]] alla [[gazzetta]] del capoluogo; non manca mai di intavolare discussioni su qualsiasi argomento, specialmente la sera all'osteria-albergo di Yonville. Anche se a volte si manifesta un po' egocentrico, si considera sempre e comunque un "uomo qualunque" di classe sociale media. Nel finale il suo desiderio di ottenere la [[Legion d'onore]] si fa ossessivo, ma alla fine vi riesce. Per caratterizzare il personaggio si noti che l'arsenico che assume Emma proviene proprio dalla sua farmacia. Il signor Homais è così pieno di sè ma stupido che non conserva con la dovuta attenzione il potente veleno. Rappresenta esattamente l'uomo che parla, parla, parla ma in realtà è un pallone gonfiato.
 
Fin dal [[XIV secolo|Trecento]] Ripa apparteneva al [[Comitato fermano]] come comune autonomo, ma era accerchiata dall'immenso territorio di Fermo che a sua volta mal digeriva l'alleanza ripana con Ascoli. Quando quest'alleanza fu rinnovata ([[1484]]) i fermani inasprirono le scorribande contro le due città, anche perché nel frattempo ripani e ascolani liberarono [[Monte San Pietrangeli|Monte San Pietro degli Agli]], che era soggetta alla Santa Sede ma era stata occupata da Fermo approfittando della morte di [[Sisto IV]].<ref name=Settimo/> Allorché i fermani assalirono Marano e i possedimenti dei Boccabianca,<ref>La nobile famiglia ripana dei Boccabianca, prende il nome dal castello che possedeva nei pressi del torrente Menocchia e discende dal primogenito di Trasone, Longino. È anche nota come ''gens Longina'' o degli Attoni.</ref> Ripa reagì sbaragliando le guarnigioni nemiche in [[Acquaviva Picena|Acquaviva]] e completando la ritorsione contro [[Grottammare]] e San Benedetto.<ref name=Perazzoli/><ref name=Settimo/><ref>I ripani gravarono gli abitanti di questi due borghi fedeli a Fermo di una durissima penitenza: dopo aver distrutto le imbarcazioni, li obbligarono a caricarsi il peso delle ancore e a portarle in spalla fino a Ripa. Queste ancore sono state a lungo conservate nella chiesa di Santa Maria d'Agello, fino alla sua sconsacrazione.</ref> I fermani recuperarono Acquaviva ingaggiando uno scontro in cui morì Sante Tanursi, eroe della [[battaglia di Santa Prisca]]. Le schermaglie proseguirono furiose fino all'intervento di [[Innocenzo VIII]] che impose una lunga tregua alle parti.<ref name=Dizionario/>
=== Léon Dupuis ===
Prima amicizia di Emma appena giunta a Yonville, Léon sembra un incontro perfetto per lei: sebbene faccia il praticante [[notaio]], condivide con lei gli ideali romantici e [[il disprezzo]] per la vita comune. Adora Emma da molto ma, essendo timido non riesce a dichiararle il suo amore, poi sconsolato decide di andarsene a studiare legge a Parigi. Un incontro fortuito ricongiunge i due, parecchi anni più tardi, e ne scaturisce la relazione. Depuis, così timido quando era in provincia, cambia totalmente a Parigi. Appena incontra Emma a teatro le dà appuntamento per il giorno dopo a Rouen, qui la invita nella propria carrozza e mentre la carrozza corre per la città senza una meta precisa, i due fanno quello che avevano sognato per anni. Nonostante la felicità iniziale, successivamente i due amanti non riescono a mantenere le reciproche aspettative romantiche. Il [[rapporto]] fra Emma e Léon è un'ulteriore, implicita, stroncatura degli ideali romantici.
 
=== La guerra contro Francesco Sforza ===
=== Rodolphe Boulanger ===
[[File:Francesco Sforza.jpg|thumb|left|upright=0.5|Francesco Sforza]]
Rodolphe è un benestante [[Dongiovanni]] del luogo che seduce Emma aggiungendola alla sua lunga lista di conquiste. Superficialmente attratto da Emma, egli prova ben poco sentimento nei suoi confronti. Nulla al confronto di ciò che ella riversa su di lui. Al crescere della disperazione di Emma, Rodolphe perde ogni [[interesse]] verso di lei, ed anzi è preoccupato per la sua [[colpa (diritto)|imprudenza]]. È lui che pone termine alla loro [[storia]] d'amore. Verso il finale sembra avere barlumi di coscienza: alla morte di Emma si limita ad inviare un biglietto; tuttavia quando tempo dopo incontra casualmente Charles, che ormai ha appreso dei fatti passati, lo tradisce un certo imbarazzo.
Nel Quattro-Cinquecento il ''Propugnaculum'' vacillò tre volte sotto le devastazioni di altrettanti saccheggi, tutti compiuti a sorpresa o addirittura con l'inganno. Nel primo e più grave di essi il castello rischiò la capitolazione definitiva di fronte a [[Francesco Sforza]]. La situazione era particolarmente tesa proprio perché lo Sforza si serviva di truppe fermane a lui fedeli: si può anzi ritenere che tanto l'incendio di Ripa quanto la successiva cacciata degli sforzeschi siano eventi spiegabili più in termini di rivalità cittadina che come una vera e propria resistenza allo Sforza.<ref name=Settimo/>
{{Approfondimento|allineamento = destra|larghezza = 320px|titolo = La battaglia di Santa Prisca|contenuto = [[File:Ripatransone Porta 2.jpg|thumb|left|upright=0.5|Porta Cuprense]] Domenico Nocchi, della fazione di Santoro Pucci, schierò i soldati alle prime ore del giorno, uscendo da Porta Cuprense. Gli uomini erano pochi, ma nelle retrovie le donne camuffate nelle armature simulavano una truppa più numerosa. Gli sforzeschi, colti di sorpresa, accettarono la sfida, pensando a una mossa disperata degli assediati. Quando il grosso dell'esercito fu impegnato, Nocchi si ritirò, continuando però a provocare. Solo a quel punto saltò fuori Santoro Pucci, nascostosi nottetempo coi suoi nella selva del colle di Capo di Termine.<ref name=Perazzoli/> Assaliti gli uomini di sentinella, Santoro si sbarazzò delle armi pesanti nemiche e si lanciò poi sul resto della truppa impegnata a respingere Nocchi. La seconda sorpresa fu fatale agli occupanti, che sbandarono, consentendo allo stesso Nocchi di riorganizzarsi e cadendo infine tra le grinfie di un terzo manipolo guidato da Sante Tanursi. In breve furono quasi annientati.<ref name=Polidori/>}}
Nel [[1434]] Luca Boccabianca, capo dei ghibellini, aveva ottenuto di consegnare Ripa alla signoria del futuro [[Ducato di Milano|duca di Milano]]. Otto anni più tardi [[Tolentino]] si sollevò, mettendo così in discussione il dominio sforzesco sul Piceno.
 
Nonostante la rivolta tolentinate fosse stata sedata, lo Sforza dovette cominciare a temerne la propagazione allorché anche a Ripa accadde un fatto drammatico. Una guarnigione comandata dal fratello [[Alessandro Sforza|Alessandro]] subì infatti un attacco da parte del capitano [[guelfi|guelfo]] Santoro Pucci, e un ufficiale fu ucciso.<ref name=Rossi/><ref name=Settimo/>
=== Monsieur Lheureux ===
Un mercante scaltro e manipolatore che convince continuamente Emma a [[compravendita|comprare]] beni a [[credito]] e [[contratto|contrarre]] [[mutuo]] presso di lui. Lheureux raggira Emma magistralmente ed alla fine la spinge così in fondo nel baratro dei debiti da determinare la sua rovina [[finanza|finanziaria]] ed il conseguente suicidio.
 
Francesco Sforza si decise allora a mostrare i muscoli e a riservare agli insorti una punizione esemplare. Con l'aiuto di uno stratagemma,<ref name=Rossi/> le sue truppe presero quindi il forte ripano nei giorni fra il 21 e il 23 settembre<ref name=Perazzoli/> [[1442]]. Sul posto Francesco lasciò poi Alessandro, che si rivelò incapace di contenere l'ira dei soldati fermani: ne derivarono danni considerevoli, anche perché al saccheggio si accompagnarono incendi di edifici privati e pubblici, fra cui l'archivio.<ref name=Polidori/><ref name=Settimo/>
== Ambientazione ==
L'ambientazione di Madame Bovary è cruciale nell'[[economia]] del romanzo per due [[ragione|ragioni]]. In primo luogo è importante perché è [[funzionalismo|funzionale]] allo stile realistico ed alla critica sociale di Flaubert e in secondo luogo per come si mette in relazione con la protagonista Emma Bovary.
 
Due anni dopo la caduta, tuttavia, l'armata di Santoro Pucci respingeva lo Sforza sotto le mura cittadine, dando vita nel giorno di [[Prisca romana|Santa Prisca]] (18 gennaio [[1445]]) a uno scontro che sarebbe stato rievocato fino al [[XX secolo|Novecento]].<ref>Nelle immediatezze dell'evento fu istituita una solenne processione commemorativa da tenere ogni anno il 18 gennaio. Ma ancora nel XX secolo si svolse a lungo uno spettacolo pirotecnico chiamato ''La battaglia di Santa Prisca'', in cui due torrioni del Colle San Nicolò si contendevano la vittoria.</ref> Sulla scia dell'evento anche le altre città picene si sollevarono, ponendo fine alla dominazione. Fermo insorse contro Alessandro Sforza il 24 novembre.<ref name=Polidori/>
Il romanzo inizia nell'[[ottobre]] [[1827]], e termina nell'[[agosto]] [[1846]] ([http://www.infoplease.com/ipa/A0158969.html Francis Steegmuller]). Siamo intorno all'era che va sotto il nome di "[[Monarchia di Luglio]]", ovvero il [[Monarchia|regno]] di [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]]. Si tratta di un periodo di netta ascesa della [[Classe (sociale)|classe]] medio-borghese. Flaubert detestava la borghesia. Molta parte del suo lavoro di descrizione dei costumi della Francia rurale, tuttavia, può essere interpretata come critica sociale.
 
I Boccabianca pagarono a caro prezzo la fedeltà a Francesco Sforza, scomunicati e condannati all'esilio da [[Eugenio IV]]. Nella pestilenza del [[1447]] il popolo vide però un castigo divino per questa condanna.<ref name=Settimo/>
Flaubert si sforza intensamente di assicurarsi che i suoi [[ritratto|ritratti]] della vita comune siano accurati. In ciò è agevolato dal fatto di aver scelto un argomento a lui particolarmente [[famiglia|familiare]]. Sceglie, difatti, di ambientare la storia nella città di Rouen (Normandia) ed immediate vicinanze, ossia nel [[teatro]] della sua [[nascita]] ed infanzia. La cura ed il dettaglio che Flaubert profonde nell'ambientazione sono determinanti per lo [[stile]] di tutto il romanzo. È questa verosimiglianza degli elementi mondani della vita rurale che ha meritato al libro la sua reputazione di pietra miliare del movimento noto come ''realismo''.
 
Nel [[1461]] Ripa subì un altro grave sacco ad opera di [[Sigismondo Malatesta]].<ref>L'episodio viene erroneamente riferito dal Tanursi all'anno 1415, quando però il Malatesta non era ancora nato.</ref> Rispetto a quello sforzesco esso non recò altrettanta devastazione al castello, ma fu più crudele a causa della profanazione di chiese e degli stupri che lo Sforza aveva invece espressamente vietato.<ref name=Perazzoli/> Il saccheggio più celebre, per l'epico epilogo che ne seguì, resta però quello perpetrato con l'inganno dagli [[Spagna|spagnoli]] nel [[1515]].
Flaubert usa anche deliberatamente l'ambientazione per creare contrasto con i protagonisti. Le fantasie romantiche di Emma sono drammaticamente soffocate dalla prosaicità della vita di tutti i giorni. Flaubert si serve di tale giustapposizione per dare luce ad entrambi i soggetti. Emma diventa più capricciosa ed assurda alla cruda luce della [[Erving Goffman|realtà quotidiana]]. Ma al contempo, nondimeno, l'[[autoreferenziale]] banalità della gente del posto è amplificata dal confronto con Emma, che, seppur nella sua [[astrazione|astrattezza]], dimostra comunque una sensibilità per la bellezza e la grandezza che pare del tutto ignota ai "benpensanti".
 
== StileEtà moderna ==
=== Il sacco spagnolo ===
Il libro, altamente basato sulla "storia vera" di un compagno di scuola divenuto medico, è stato scritto per insistenza degli amici, che cercavano (invano) di "curare" Flaubert dal proprio viscerale romanticismo rifilandogli il più deprimente argomento che potessero concepire, e sfidando lo scrittore a renderlo interessante senza l'aggiunta di alcun evento straordinario.
{{doppia immagine verticale|left|Teatro Luigi Mercantini - Ripatransone Virginia.jpg|Ripatransone Torrione 1.jpg|130|Particolare del ''Sacrificio di Virginia'' di Giuseppe Ruffini ([[1811]])|Porta d'Agello}}
Anche se Flaubert non apprezzava particolarmente lo stile di [[Honoré de Balzac|Balzac]] o di [[Émile Zola|Zola]], il romanzo è considerato oggi come un esempio tipico di realismo, fatto che ha contribuito al processo per oscenità (peraltro largamente motivato da un attacco [[politica|politico]] del [[governo]] contro la [[rivista]] [[liberalismo|liberale]] che dapprima pubblicò tale [[testo]] a puntate, ovvero ''La Revue de Paris'').
Dopo la [[battaglia di Marignano]], alcuni mercenari spagnoli erano rimasti sbandati e vagavano per la penisola. Un gruppo di essi, al seguito del capitano García Mandríguez de Haro, giunse a Ripa con un falso salvacondotto papale. Fidandosi del documento, i ripani aprirono le porte, ma i soldati dopo aver approfittato dell'ospitalità si diedero al saccheggio, al ratto di donne e allo stupro. Il padre di una delle ragazze rapite, piuttosto che lasciare la figlia in mano agli spagnoli, la trafisse mortalmente con un pugnale. L'anonima giovane passò alla storia come Virginia, per analogia con la [[Virginia (Alfieri)|Virginia]] romana celebrata da [[Vittorio Alfieri]].
 
Mandríguez però era tutt'altro che pago, e condusse la sua banda in [[Italia meridionale]], dove essa vagò in lungo e in largo accrescendosi di numero e recando notevoli guasti. Rifiutate le offerte del viceré di Napoli, gli spagnoli si incamminarono di nuovo lungo l'[[Adriatico]] alla volta dello [[Stato della Chiesa]], varcarono il Tronto e il 15 febbraio [[1521]] si ripresentarono a Ripa per tentare una seconda incursione.<ref name=Guicciardini>[[Francesco Guicciardini]], [[:s:Storia d'Italia/Libro XIII/Capitolo XVI|''Storia d'Italia'', libro XIII, capitolo XVI.]]</ref>
Flaubert, come [[autore]] della storia, non giudica direttamente la [[morale|moralità]] di Emma Bovary e si astiene dal condannarne esplicitamente l'adulterio. Tale decisione indusse qualcuno ad accusare Flaubert di esaltare l'adulterio e creare uno scandalo (un biasimo piuttosto infondato, ove si tengano presenti l'eterna insoddisfazione di Emma e il suo infelice destino).
 
I ripani erano naturalmente ben memori della prima, e lo scontro armato fu inevitabile. La battaglia (16 febbraio) contrappose cinquemila fanti spagnoli e la comunità ripana, comprese molte donne.<ref name=Perazzoli/><ref name=Dizionario/> Due di esse (Luchina Saccoccia e Angela di Zingaro) perirono in duello, insieme a diciannove patrizi e molti soldati. Un'altra, Bianca Benvignati de Tharolis,<ref>Bianca era certamente moglie di Almonte de Tharolis. L'appartenenza al casato dei Benvignati è invece discussa.</ref> si rese protagonista di un celebre atto di eroismo. Inseguito a cavallo il nemico, Bianca uccise brutalmente l'alfiere spagnolo, gli strappò lo stendardo e andò poi a sventolarlo da un torrione (presumibilmente quello di Porta d'Agello),<ref>Anche noto come Torrione Donna Bianca.</ref> dando così l'impulso decisivo alla vittoria dei concittadini.<ref name=Settimo/>
Il realismo mira alla verosimiglianza, concentrando l'attenzione sullo sviluppo dei personaggi. Il movimento costituiva una reazione all'[[idealismo]] romantico, che nel romanzo è il tipo di [[pensiero]] che governa le azioni di Emma. Ella è sempre più insoddisfatta, poiché le sue fantasie - che trascendono la vita - per [[tautologia|tautologica]] definizione, non potranno evidentemente realizzarsi.
Flaubert ebbe a dichiarare che buona parte del romanzo aveva un'ispirazione [[biografia|autobiografica]] - ''Madame Bovary, c'est moi'' ("Madame Bovary, sono io") - riferendosi al romanzo nel suo complesso, e non soltanto al personaggio di Emma.
 
Gli invasori contarono perdite assai più numerose, e furono costretti a ritirarsi dall'[[Italia]] dietro condizioni molto più sfavorevoli di quelle che avevano rifiutato.<ref name=Guicciardini/> Per gratitudine il [[papa Leone X]] esentò Ripa dal pagamento delle imposte per i quindici anni seguenti.<ref name=Perazzoli/>
''Madame Bovary'' è un commento all'intera cultura dell'epoca in cui visse Flaubert, e ciò è reso palese dall'accento nettamente posto sull'assurdità delle figure [[scienza|scientifiche]] "[[razionalismo|razionali]]", sull'inutilità dei [[rito|riti]] della [[Chiesa cattolica|Chiesa]], sull'auto-indulgenza borghese di Lheureux (che raggira Emma ottenendo che acquisti merce da lui a credito).
 
=== La conquista della sede vescovile (1571) ===
== Poetica ==
{{vedi anche|Diocesi di Ripatransone|Lucio Sassi|Filippo Sega}}
=== L'inadeguatezza del linguaggio ===
L'anno [[1571]] rappresenta la seconda maggiore tappa della storia ripana, dopo la conquista dell'autonomia comunale. A seguito di un lungo interessamento di varie personalità ([[Ascanio Condivi]], [[Michelangelo]], [[Annibal Caro]], [[Filippo Neri]]), il 30 luglio [[Pio V]] eresse finalmente il castello in diocesi e gli conferì il titolo di [[Città (Italia)|Città]] vescovile. Il 23 marzo [[1572]] il vescovo [[Lucio Sassi]] prese possesso della chiesa di San Benigno, prima cattedrale ripana.<ref name=Rossi/> Ripa divenne così indipendente dalla [[Arcidiocesi di Fermo|diocesi di Fermo]] e fu sottoposta direttamente alla Santa Sede. Il suo periodo di massimo splendore coincise quindi con i pontificati di Pio V e [[Gregorio XIII]]: la città era inclusa fra i sei maggiori baluardi dello Stato Pontificio, insieme a [[Anzio|Porto d'Anzio]], [[Perugia]], [[Orvieto]], [[Spoleto]] e un ultimo centro non ancora identificato.<ref>Lo testimonia nella [[Rocca Albornoziana (Spoleto)|Rocca Albornoziana]] di Spoleto una serie di affreschi, datati fra il 1572 e il 1575 e affiancati allo stemma di Gregorio XIII, che raffigurano le suddette città.</ref>
{{quote|... e il linguaggio umano è simile ad un tamburo rotto su cui battiamo melodie per farci ballare gli orsi, mentre ciò che desideriamo è fare musica che commuova le stelle.|Gustave Flaubert}}
{{doppia immagine verticale|right|El Greco 050.jpg|Sisto V Papa.jpg|130|Pio V|Sisto V}}
Ma la crisi era in agguato. Dopo appena un quindicennio, con l'ascesa al soglio pontificio di Felice Peretti, i privilegi ottenuti cessarono di colpo. Infatti [[Sisto V]], originario di Grottammare ma vissuto a [[Montalto delle Marche|Montalto]], non fece altro che favorire la sua città d'adozione a scapito delle vicine. Privilegi furono concessi anche a Fermo, eretta in [[arcidiocesi]] mentre Ripa ne diventava suffraganea. Le fonti concordano nel ritenere che la città ebbe soli danni da questo pontefice, dovendogli unicamente la costruzione di nuove opere difensive giustificata dall'importanza strategica del Propugnacolo.<ref name=Rossi/><ref name=Settimo/>
 
=== La decadenza del Sei-Settecento ===
Madame Bovary esplora la possibilità che la parola scritta non riesca a coglier neppure una minima parte della vita umana. Flaubert usa una varietà di tecniche per mostrare come il [[linguaggio]] sia spesso un mezzo inadeguato per esprimere [[emozione|emozioni]] ed [[idea|idee]]. La frequente inettitudine dei personaggi alla [[comunicazione]] interpersonale è emblematica del fatto che le parole non descrivono perfettamente ciò che [[semantica|significano]]. Nel primo capitolo, ad esempio, l'[[pedagogia|insegnante]] di Charles crede che egli si chiami "Charbovari". Egli non riesce a far intendere il proprio nome. L'inadeguatezza del [[logica|discorso]] è qualcosa che Emma incontrerà ripetutamente nel tentare di palesare il proprio malessere al [[prete]] o di esprimere il proprio [[amore]] a Rodolphe. Si manifesta anche quando Charles legge la lettera di Rodolphe e la fraintende come un [[messaggio]] di [[amore platonico|affetto]] [[Platone#Il concetto di Eros-philosophos e l.27iper-uranio|platonico]].
Le riforme sistine causarono un indebolimento politico destinato, nel quadro di una complessiva decadenza dello Stato della Chiesa, a influire a lungo sulla storia ripana, ma non furono il solo fattore di crisi. Il [[XVII secolo|Seicento]] si aprì in effetti sotto i peggiori auspici. Una grave crisi agricola, frutto di una pessima gestione del territorio e di disboscamenti che avevano provocato o esteso [[calanchi]] e frane, aveva causato diffusa denutrizione. Non fosse bastato, nel [[1630]] divampò una grave [[pestilenza]] fra Piceno e [[Abruzzo]].<ref name=Settimo/>
Le bugie di cui abbonda Madame Bovary contribuiscono al senso d'inadeguatezza del linguaggio nella novella, ed al concetto che le parole possano essere più efficaci nel mascherare la [[verità]], o a trasmetterne il contrario, piuttosto che nel [[rappresentanza|rappresentare]] la verità medesima. La vita di Emma è descritta come "un [[tessuto]] di bugie". Inventa storie dopo storie per impedire al marito di scoprire le sue beghe. Analogamente, Rodolphe racconta così tante bugie sul suo amore per Emma da arrivare a supporre che nemmeno lei sia sincera. Flaubert mostra che mentendo gli amanti rendono impossibile che le parole possano anche solo sfiorare la verità fattuale. Il forte senso d'inadeguatezza del linguaggio fa parte di una [[Reazione umana|reazione]] contro la [[scuola]] del realismo. Sebbene Flaubert fosse in un certo senso un realista, credeva anche che fosse errato pretendere che il realismo fosse in grado di raffigurare la vita più efficacemente del romanticismo. Fa ricorso ad ironiche descrizioni romantiche per stabilire una tensione tra le esperienze degli eventi dei vari personaggi e gli aspetti autentici della vita. Combinando romanticismo ironico e [[narrativa|narrazione]] realistica letterale, Flaubert cattura i suoi personaggi e le loro lotte più pienamente di quanto avrebbe permesso uno stile letterale in senso stretto o - per converso - uno stile [[integrale|integralmente]] romantico.
 
Alla [[nobiltà]] e al [[clero]], ai proprietari terrieri che concentravano in sé l'intero potere economico, si contrapponevano una [[borghesia]] assai debole e un ceto popolare sempre più povero e pressato dalle esigenze della stretta sopravvivenza. Anche per questo il XVII secolo vide sorgere e rafforzarsi il sentimento [[religione|religioso]], i pellegrinaggi, il culto dei santi protettori anche locali. [[Sant'Emidio]], patrono di Ascoli, proteggeva dal [[terremoto]]; [[Basso di Nizza|San Basso]], patrono di Cupra, dalle pestilenze.<ref name=Polidori/> Più ancora, la città strinse un intenso legame devozionale con la [[Madonna di Loreto|Vergine di Loreto]], il cui simulacro fu commissionato proprio in questo secolo dalla Confraternita di San Giovanni. La Madonna di San Giovanni fu condotta a Ripa la domenica ''in albis'' del [[1620]] e incoronata il 10 maggio [[1682]].<ref name=Rossi/><ref>La Madonna di San Giovanni è ancora venerata come patrona della Città e Diocesi nella solenne festa dell'[[Ottava di Pasqua|Ottava]].</ref> Fu in questo momento che nacque la tradizione popolare del [[Cavallo di fuoco]].
=== L'impotenza delle donne ===
{{quote|Ma una donna ha continui impedimenti. A un tempo inerte e cedevole, ha contro di sé le debolezze della carne e la sottomissione alle leggi. La sua volontà, come il velo del suo cappello tenuto da un cordoncino, palpita a tutti i venti, ''c'è sempre un desiderio che trascina, e una convenienza che trattiene''.|Madame Bovary}}
 
Anche il XVIII secolo cominciò molto male. Al [[terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto del 1703]], che sconvolse [[L'Aquila]] e causò gravi danni anche a Ripa,<ref>Si trattò di una delle tante scosse dello sciame sismico del 1703, con epicentro apparentemente nei [[Sibillini]]. Dai danni di questa scossa fu preservata Ascoli, che vide in ciò un miracolo del suo protettore.</ref> altri infausti eventi si sovrapposero. Si ricordano in particolare la [[carestia]] del [[1716]] e gli attraversamenti di truppe [[Regno di Napoli|napoletane]], spagnole e [[Sacro Romano Impero Germanico|imperiali]] durante le guerre di successione [[guerra di successione polacca|polacca]] e [[guerra di successione austriaca|austriaca]]. Questi passaggi avvennero tra il [[1735]] e il [[1744]] recando molti danni alle campagne picene.<ref name=Polidori/><ref name=Settimo/> La situazione economica era immutata, e ricchezza e carriere (civili ed ecclesiastiche) restavano saldamente in mano a poche famiglie. La città, che ormai viveva essenzialmente di agricoltura, aveva subìto un crollo demografico precipitando a 3.500 abitanti.<ref name=Polidori/> Ogni potere politico sostanziale era venuto meno. La sola conquista ripana nel Settecento fu l'ottenimento da [[Clemente XII]] dell'organo amministrativo del Consiglio di credenza (23 dicembre [[1734]]).<ref name=Rossi/> Il secolo trascorse senza altri avvenimenti di rilievo.
La speranza di Emma di aver concepito un maschio - perché "una donna è sempre impedita" - è solo uno dei tanti passi del romanzo in cui Flaubert dimostra un'intima comprensione dei problemi che assillano le sue contemporanee.
Attraverso Madame Bovary vediamo come i compagni di Emma possiedano il [[potere]] di cambiarle la vita nel bene e nel male - un potere che di per sé ella non ha. Perfino Charles concorre nel determinare l'impotenza di Emma. La sua indolenza gli impedisce di diventare un buon dottore, e la sua incompetenza gli impedisce di avanzare verso un più alto [[stratificazione sociale|strato sociale]] che potrebbe soddisfare le aspirazioni di Emma. Di conseguenza, Emma è [[vischio|invischiata]] in un paesotto, con pochi quattrini in tasca. Rodolphe, che ha i mezzi economici per far librare Emma dalla sua vita, la abbandona ed ella, in quanto donna, è incapace di fuggire [[autonomia privata|autonomamente]]. Léon, a tutta prima, sembra simile ad Emma. Ambedue sono insoddisfatti dell'ambiente rurale, ambedue sognano cose maggiori e migliori. Ma poiché Léon è uomo, ha davvero il potere di inverare il suo sogno di trasferirsi in una città importante, laddove Emma deve rimanere a Yonville, incatenata al marito ed alla figlia.
 
== Età contemporanea ==
Alla fine, comunque, la struttura morale del romanzo [[postulato|postula]] che Emma assuma la [[il principio responsabilità|responsabilità]] delle proprie azioni. Non può scaricare la [[colpa (filosofia)|colpa]] di tutto sugli uomini che la circondano. Sceglie [[libero arbitrio|liberamente]] di essere infedele a Charles, e i suoi tradimenti finiranno per ferirlo mortalmente. D'altro canto, nella situazione in cui si trova Emma, ha solo due [[teoria dei giochi|scelte]]: cercare amanti o restare fedele ad un [[angolo ottuso|ottuso]] matrimonio. Una volta sposato Charles, la scelta di commettere adulterio è il solo mezzo di Emma per esercitare un qualche potere sul proprio [[destino]]. Mentre gli uomini hanno accesso all'agiatezza ed alla proprietà, l'unica [[moneta]] che Emma possieda per [[influenza]]re gli altri è il proprio [[Corpo (anatomia)|corpo]], una forma di [[capitale (economia)|capitale]] che ella può [[commercio|commerciare]] solo in segreto al [[prezzo]] della vergogna e con il [[costo]] aggiuntivo dell'inganno. Mentre ella elemosina disperatamente soldi per far fronte ai debiti, gli uomini offrono denaro in cambio di favori [[Rapporto sessuale|sessuali]]. Alla fine, tenta di recuperare Rodolphe come amante, nella speranza che costui le paghi i debiti. Anche l'atto finale del suicidio è consentito da una [[transazione]] fondata sul suo incanto fisico, profuso nei riguardi di Justin, che le permette di entrare nel magazzino in cui è custodito l'[[arsenico]]. Perfino per togliersi la vita, deve far ricorso al potere sessuale, e sfruttare l'amore di Justin in modo da convincerlo ad agire secondo i desideri di lei.
=== L'epoca napoleonica ===
[[File:Dep-fr-it.jpg|thumb|left|upright=0.7|L'Italia napoleonica]]
La convulsa storia ripana dei secoli andati, sopita da quasi duecento anni, doveva conoscere un brusco risveglio con la [[Rivoluzione francese]]. Nella cittadina pontificia le notizie d'oltralpe giungevano filtrate dal governo papalino, e soprattutto dai ''preti refrattari'' francesi in fuga, che qui pervennero nel biennio [[1792]]-[[1794]].<ref name=Polidori/><ref name=Settimo/> Ciò alimentò nella popolazione un terrore destinato a crescere a dismisura nell'imminenza della venuta di [[Napoleone|Bonaparte]]. Appena un anno dopo il [[trattato di Tolentino]], infatti, Napoleone occupò la [[Roma|capitale]], istituì la [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] ([[1798]]), e vi annesse fra gli altri territori anche il Piceno. Ripatransone entrò a far parte del [[dipartimento del Tronto]] come capoluogo di uno dei 19 cantoni.<ref name=Polidori/><ref name=Rossi/>
 
La città si divise allora fra il partito apertamente repubblicano della borghesia, da un lato, la nobiltà e il clero, dall'altro. Le classi elevate riconoscevano formalmente il nuovo governo in cambio del mantenimento di molti dei loro privilegi, ma erano pronte ad aizzare il popolo e covavano la riscossa. Il vescovo Bartolomeo Bacher, in particolare, teneva contatti con l'esercito di re [[Ferdinando IV di Napoli|Ferdinando]] tramite il fedele [[Giuseppe Cellini (insorgente)|Giuseppe Cellini]]. Piceno e Abruzzo pullulavano inoltre di bande che già dal maggio 1798 avevano intrapreso la guerriglia antifrancese.<ref name=Polidori/><ref name=Settimo/>
=== Il fallimento della borghesia ===
Le inquietudini di Emma scaturiscono in gran parte dalla sua insoddisfazione riguardo all'ambiente borghese francese. Aspira ad avere un gusto molto più raffinato e sofisticato di quello della [[classe (sociale)|classe]] cui appartiene. Questa frustrazione riflette una tendenza storica e [[sociologia|sociale]] crescente nella seconda metà del [[XIX secolo]].
 
In novembre i napoletani varcarono il Tronto e, forti di un esercito molto più numeroso delle guarnigioni francesi, si fecero strada alla volta di Fermo. La nobiltà ripana si decise allora ad armare il Cellini, che nel frattempo si era impossessato del municipio: egli rivolse di buon grado le mire altrove e corse subito a dar man forte ai borbonici ponendosi a capo di una banda di contadini. Ma la perfetta organizzazione militare francese ebbe la meglio: inflitta all'invasore e agli insorti una sonora sconfitta a [[Torre di Palme]] (28 novembre), i bonapartisti si concessero perfino il lusso di sconfinare, e occuparono [[Civitella del Tronto|Civitella]].<ref name=Polidori/>
Al tempo in cui scrive Flaubert, il [[Lemma (linguistica)|lemma]] "borghesia" si riferiva alla classe media: persone che - seppur non possedevano l'indipendente agiatezza e la [[genealogia]] della [[nobiltà]] - tuttavia esercitavano professioni che garantivano il sostentamento senza imporre il [[finimenti|giogo]] del [[lavoro]] fisico. I loro [[gusto|gusti]] si caratterizzavano per il vistoso materialismo. Si coccolavano secondo i propri mezzi, ma senza discernimento critico. La mediocrità borghese era frustrante per Flaubert, ed egli usò il disgusto di Emma Bovary per la propria classe come un mezzo per proiettare il proprio odio verso la classe media. Madame Bovary mostra quanto ridicole, soffocanti, e potenzialmente perniciose possano essere le [[convenzione|convenzioni]] e le trappole della borghesia. Nei discorsi prolissi e saccenti del farmacista Homais, Flaubert sbeffeggia le velleità borghesi in materia di [[conoscenza]] ed [[apprendimento]], così come la fede, tutta borghese, nel potere di quella [[tecnologia]] che in realtà essa non comprende appieno.
Ma Homais non è solo buffo: è anche pericoloso. Quando persuade Charles a provare un nuovo [[procedimento]] medico su '''Hippolyte''', il paziente sviluppa una [[cancrena]] e poi perde la gamba.
 
La Francia però boccheggiava in una situazione internazionale assai sfavorevole, e le forze antinapoleoniche locali ne approfittarono. Fu così che nelle Marche e in [[Umbria]] venne organizzandosi un vasto movimento, gli [[Insorgenti]], che era composto in buona parte da [[briganti]]<ref name=Polidori/><ref name=Settimo/> e fra i cui massimi capi era proprio il Cellini con il grado (probabilmente autoattribuito)<ref name=Polidori/> di generale. Agli ordini del generale fuoriuscito dell'esercito francese [[Giuseppe Lahoz Ortiz|de la Hoz]], gli Insorgenti ottennero in breve tempo (anche se a caro prezzo, causa la loro disorganizzazione)<ref>Il generale de la Hoz aveva vanamente tentato di istruire alla tattica militare l'esercito irregolare e raccogliticcio. Quando l'impreparazione ostacolò la presa di Ancona, prolungandone per mesi l'assedio, perse ogni pazienza residua e fece arrestare quasi tutti i capi insorgenti, fra cui il Cellini. Ma egli stesso cadde in battaglia pochi giorni dopo (10 ottobre 1799).</ref> il controllo di quasi tutte le Marche ([[1799]]). Ripatransone fu presa violentemente dalle bande abruzzesi dell'ex prete Donato De Donatis. In seguito, al volgere degli eventi ancora in favore dei francesi, la città fu di nuovo sottratta al governo pontificio e annessa al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]]: si scatenò allora la rappresaglia repubblicana che sfociò nell'arresto, sia pur di breve durata, dello stesso vescovo Bacher.<ref name=Polidori/>
== Adattamenti ==
Il romanzo ''Madame Bovary'' è stato adattato per il [[film|grande schermo]] parecchie volte, a partire dalla versione del [[1933]] di [[Jean Renoir]]. È stato anche l'argomento di una quantità di "mini-serie" [[televisione|televisive]] o [[sceneggiato televisivo|sceneggiati]] per lo stesso [[mezzo di comunicazione di massa]]. Il più considerevole fra questi adattamenti rimane la ''Madame Bovary'' [[cinema]]tografica del [[1949]], [[produzione|prodotta]] dalla [[MGM]]. [[Regia cinematografica|Diretto]] da [[Vincente Minnelli]], aveva come protagonisti [[Jennifer Jones]] nel [[ruolo]] principale, e co-protagonisti [[James Mason]], [[Van Heflin]], [[Louis Jourdan]], e [[Gene Lockhart]].
Nel [[1969]], [[Edwige Fenech]] interpreta Emma Bovary nel film italo-tedesco: [[I peccati di Madame Bovary]].
Un adattamento cinematografico molto fedele al romanzo è invece quello del [[1991]] di [[Claude Chabrol]], al contrario della produzione russa del film [[Salva e custodisci]] di [[Aleksandr Sokurov]] ([[1989]]) che si ispira al libro di Flaubert, ambientandolo però in Russia, modificando i tratti di alcuni personaggi del romanzo e sottolineando l'erotismo degli incontri della protagonista con i suoi amanti. Vi fu pure, nel [[2000]], un adattamento televisivo per il [[Masterpiece Theatre]] (Teatro del capolavoro), che vedeva come interpreti [[Frances O'Connor]] e [[Hugh Bonneville]].
Nel 1997 è stato trasposto in manga (fumetto giapponese) dalla mangaka Yumiko Igarashi, un manga erotico dedicato ad un pubblico femminile, facente parte degli Shojo manga (per donne).
 
=== TraduzioniIl italianeRisorgimento ===
[[File:Giovanni Gallucci La Battaglia di Castelfidardo palazzo comunale di Castelfidardo.jpg|thumb|upright=0.7|La battaglia di Castelfidardo]]
[[Bruno Osimo]], nel suo ''Manuale del traduttore'', ha analizzato come tre traduzioni (Del Buono, Ginzburg e Spaziani) hanno reso diversamente il passaggio sulle dame che a tavola coprono i propri bicchieri con il guanto per segnalare il loro rifiuto di bere («plusiers dames n'avaient pas mis leurs gants dans leur verre», prima parte, capitolo 8).<ref>[[Bruno Osimo]], ''Manuale del traduttore: guida pratica con glossario'', Hoepli, Milano 1998, p. 35, n. ed. 2004, pp. 67-8</ref>
Dopo la [[Restaurazione]], gli anni di preparazione all'[[Unità d'Italia]] non videro particolari agitazioni in città: al contrario, nel contesto dei [[moti del 1820-1821|moti del 1821]] fu proprio sotto il Propugnacolo che la guardia pontificia sgominò la spedizione di Vincenzo Pannelli (17 febbraio), senza che alcun ripano movesse un dito. Anche i [[moti del 1830-1831|moti del 1831]], che pure ebbero vasto seguito nelle Marche, lasciarono la cittadina picena pressoché indifferente.<ref name=Polidori/>
 
Di questo stato di cose esisteva un preciso motivo. Gli ex giacobini, in apparenza, avevano stimato più prudente riavvicinarsi al governo costituito, e quando - essendo morto nel [[1813]] monsignor Bacher - fu nominato il nuovo vescovo Michelangelo Calmet, questi trovò una situazione eccezionalmente tranquilla. Il potere centrale però diffidava, e inviò all'uopo un governatore che stilò infatti una lunga lista di [[carboneria|carbonari]] ripani. Il segretario di stato chiese allora una relazione segreta a Calmet e, ricevuto da lui un rapporto che contraddiceva apertamente quello del governatore, nient'affatto convinto lo richiamò a Roma per redarguirlo. Monsignor Calmet ne fu molto provato, e poco dopo - benché i fatti non siano in chiara relazione, essendo egli già di salute malferma - improvvisamente cadde malato e morì (7 agosto [[1817]]), lasciando il posto a due successori più rispondenti alle esigenze di stretto controllo della curia romana.<ref name=Polidori/>
* 1881 Oreste Cenacchi, Treves
* 1923 Valerio Bandini, Modernissima
* 1924 Ferdinando Bideri, Bideri
* 1926 Decio Cinti, Sonzogno
* 1932 Nina Zanghieri, Bietti
* 1933 Bruno Ohmet, Società Editrice Lombarda
* 1934 Gerolamo Lazzeri, Barion
* 1936 [[Diego Valeri]], Mondadori
* 1946 Giuliano Belforte, Tirrena
* 1949 [[Libero Bigiaretti]], Einaudi
* 1949 Giuseppe Achille, Rizzoli
* 1955 Hedy Revel, Utet
* 1964 Domenico Campana, Rusconi
* 1965 [[Oreste del Buono]], Garzanti
* 1966 Ottavio Cecchi, Editori Riuniti
* 1967 Giovanni Battista Angioletti, Sansoni
* 1969 Virginio Enrico, Casini
* 1973 Bruno Oddera, Fabbri
* 1974 Annita Biasi Conte, Ferni
* 1983 [[Natalia Ginzburg]], Einaudi
* 1993 Gabriella Mezzanotte, Bignami
* 1994 Roberto Carifi, Feltrinelli
* 1994 Alessandro Castellari e Maria Teresa Cassini, Principato
* 1995 Isabella Ruggi, Guaraldi
* 1995 Gabriella Pesca Collina, Demetra
* 1996 [[Margherita Giacobino]], Frassinelli
* 1996 Marina Premoli, Opportunity book
* 1996 Gabriella Pesca Collina, Giunti
* 1997 [[Maria Luisa Spaziani]], Mondadori
* 2004 Sandra Teroni, L'Espresso
* 2009 Lella Ricci, Baldini Castoldi Dalai
 
Nondimeno, è certo che anche a Ripatransone esistettero movimenti segreti, e che anzi negli anni [[1831]]-[[1837]] molti ricercati trovarono rifugio in città, in particolare presso il convento dei [[cappuccini]]. Nel 1837 però questa situazione mutò bruscamente, forse per la sostituzione del superiore.<ref name=Polidori/> Perciò, se anche l'avvento di [[Pio IX]] prima e il [[Primavera dei popoli|1848]] poi ravvivarono alcuni entusiasmi, bisognò aspettare l'ultimo momento perché i fermenti risorgimentali esplodessero di prepotenza. Il 19 settembre [[1860]], Ripatransone insorse e si liberò da sola, prima fra le città della provincia e senza aiuti esterni,<ref name=Settimo/> votando l'annessione al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] con un [[plebiscito]] a larghissima maggioranza. Di certo la [[battaglia di Castelfidardo]], sbandando le truppe pontificie, aveva tolto il freno all'entusiasmo della popolazione, spazzato le remore e lasciato intravedere tempi migliori.<ref name=Polidori/>
== Note ==
<references/>
 
[[File:Ripatransone-Stemma.png|thumb|upright=0.7|Lo stemma comunale ripano con il [[leone araldico|leone]] [[Attributi araldici di azione#Illeopardito|passante]] [[giglio araldico|gigliato]] sui cinque [[monte (araldica)|colli]] in campo [[rosso (araldica)|rosso]]]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=''Madame Bovary''|q=Gustave Flaubert#La signora Bovary|q_preposizione=da|commons=Category:Madame Bovary}}
 
=== L'Unità d'Italia e il Novecento ===
== Collegamenti esterni ==
L'Unità d'Italia però non recò immediati vantaggi. Anzi, il servizio militare obbligatorio produsse un gran numero di renitenti tra i contadini, che spesso finivano imboscati. Molti furono poi rintracciati dai carabinieri e mandati in campo a [[battaglia di Custoza (1866)|Custoza]] ([[1866]]) per trovarvi la morte. Solo dopo la [[presa di Roma]] la vita economica e sociale ripana (e marchigiana in genere) si ridestò, fino a far vivere alla città una nuova giovinezza.
* {{it}} [http://www.booksandbooks.it/e-books/260-ebook-gratuito-madame-bovary-gustave-flaubert.html Ebook in Italiano del romanzo]
 
* {{fr}}[http://www.litteratureaudio.com/livre-audio-gratuit-mp3/flaubert-gustave-madame-bovary.html/ Versione audio in francese di ''Madame Bovary''] [[File:Speaker Icon.svg|20px]]
I fattori che più incisero nel rinnovato splendore di Ripatransone, la cui popolazione cresceva incessantemente,<ref>I ripani, dai 5.769 che si contavano nel 1861, divennero 7.232 nel 1901, fino a sfiorare quota novemila (8.998) nel 1951.</ref> furono il nuovo impulso dell'agricoltura e l'investimento nel settore dell'istruzione che ne fece un importante centro di studi. Nel [[1889]] il [[pedagogista]] ripano [[Emidio Consorti]] ottenne infatti l'istituzione del primo corso di lavoro manuale educativo d'Italia. La città possedeva inoltre un efficiente sistema sanitario,<ref name=Polidori/> vedeva - grazie alla costruzione della provinciale Cuprense - migliorati i collegamenti con la costa, e acquistava via via numerosi uffici: il [[mandamento (diritto)|mandamento]], la [[Pretore (ordinamenti moderni)|pretura]], la tenenza dei [[carabinieri]].<ref name=Rossi/>
* {{fr}}[http://bovary.univ-rouen.fr/ Tutti i manoscritti originali del romanzo (Université de Rouen)]
 
* {{en}}[http://www.online-literature.com/gustave-flaubert/madame-bovary/ Versione on-line "ricercabile" del testo]
Fu dopo le due [[guerra mondiale|guerre mondiali]] e il [[ventennio fascista]] che, complice il [[miracolo economico italiano|boom economico]], l'[[emigrazione]] e lo spopolamento delle campagne determinarono un nuovo repentino tracollo demografico. Ripatransone seguì perciò il destino di molte cittadine dell'entroterra, mancando ormai i benefici che questa medesima posizione geografica le assicurava in passato. Le istituzioni stesse andarono in gran parte perdute: dei carabinieri restò una stazione, la curia diocesana fu trasferita a San Benedetto del Tronto, l'ospedale fu declassato in [[residenza sanitaria assistenziale]], la presidenza dell'istituto magistrale (poi liceo pedagogico) venne accorpata a quella dell'istituto per geometri di Grottammare.
* {{en}}[http://www.imdb.com/title/tt0025442/ ''Madame Bovary'', il film del 1933 di Jean Renoir, con Valentine Tessier.] presso [[IMDb]]
 
* {{en}}[http://fly.hiwaay.net/~oliver/madame.html Film del 1949.] Di Vincente Minnelli con l'attrice Jennifer Jones nella parte di Madame Bovary.
Solo dallo scorcio del XX secolo ai primi anni del [[XXI secolo|XXI]], anche grazie al fenomeno dell'[[immigrazione]] dall'estero, il comune non perde più abitanti e intravede prospettive di ripopolamento.
* {{en}}[http://www.imdb.com/title/tt0102368/ ''Madame Bovary'', film del 1991 di Claude Chabrol] presso IMDb
 
* {{en}}[http://fajardo-acosta.com/worldlit/flaubert/bovary.htm Il sito web del Dr.Fajardo-Acosta sulla letteratura mondiale]
== Cronologia essenziale ==
* {{en}}[http://books.guardian.co.uk/departments/classics/story/0,6000,763030,00.html Commento su ''Madame Bovary''] di [[A. S. Byatt]]
{{div col|cols=2|small=yes}}
* {{en}}[http://www.salon.com/sept97/bovary970915.html Commento su ''Madame Bovary''] di [[Erica Jong]]
[[822]] – Sorgono i castelli di Monte Antico, Capodimonte, Roflano e Agello<br/>
* {{en}}[http://www.imdb.com/find?s=all&q=madame+bovary Lista di film su Madame Bovary]
[[827]]-[[835]] – Nella regione infuria la minaccia dei saraceni<br/>
* {{en}}[http://www.cummingsstudyguides.net/Guides3/Bovary.html#Madame%20Bovary Madame Bovary: guida allo studio]
[[1096]] – I quattro castelli sono unificati per volere del vescovo di Fermo<br/>
* [http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/alta_voce/archivio_2003/eventi/2003_12_01_bovary/ ''Madame Bovary'', riduzione radiofonica di Radio 3 Rai] (Il Terzo Anello - Ad alta voce): 23 puntate, formato.ram (nello stesso sito, ''L'educazione sentimentale'' in 22 parti) [[File:Speaker Icon.svg|20px]]
[[1198]] – Il nuovo castello è completamente edificato e assume il nome di Ripatransone<br/>
* "Ho un amante", esclama Emma Bovary dopo il primo amplesso con Rodolphe. Un brano dallo spettacolo [http://it.youtube.com/watch?v=naTpcMm-szY Paolo e Francesca]
[[1199]] – Ripa è espugnata da Marcovaldo di Annweiler<br/>
[[1205]] – Ripa si costituisce in libero comune<br/>
[[1225]] – Fermo e Offida cingono inutilmente d'assedio il castello<br/>
[[1229]] – Il duca Rainaldo di Spoleto concede al comune i castelli di Cossignano, Lameriano, Marano, Massignano, Penna e Sant'Andrea<br/>
8 gennaio [[1346]] – Ascoli e Ripa si alleano<br/>
[[1348]] – Fermo aggredisce i possedimenti ascolani; Ascoli e Ripa reagiscono e sconfiggono Gentile da Mogliano a San Severino<br/>
[[1351]] – L'alleanza libera Osimo, occupata da Gentile<br/>
[[1376]]-[[1389]] – Fermo assedia Ripa inutilmente a più riprese<br/>
[[1434]] – Francesco Sforza ottiene dai ghibellini la consegna spontanea di Ripa alla sua signoria<br/>
[[1442]] – Tolentino insorge contro lo Sforza; i guelfi ripani, capeggiati da Santoro Pucci, assaltano la guarnigione sforzesca e uccidono un ufficiale fermano<br/>
21-23 settembre 1442 – Ripa è espugnata da Francesco Sforza e i soldati fermani la mettono a ferro e fuoco<br/>
18 gennaio [[1445]] – Santoro sbaraglia le truppe sforzesche nella battaglia di Santa Prisca<br/>
[[1461]] – Sigismondo Malatesta viola il Propugnacolo e lo saccheggia violentemente<br/>
[[1484]] – Ascoli e Ripa rinnovano l'alleanza e liberano Monte San Pietrangeli dai fermani<br/>
[[1515]] – Gli spagnoli del capitano Mandríguez saccheggiano Ripa con l'inganno<br/>
16 febbraio [[1521]] – Mandríguez tenta un nuovo assalto al castello, ma i ripani lo respingono incitati da Bianca de Tharolis<br/>
30 luglio [[1571]] – Pio V concede a Ripa la dignità di Città vescovile<br/>
3-7 ottobre 1571&nbsp;– Il nolano Lucio Sassi è nominato vescovo di Ripatransone e subito dopo viene consacrato<br/>
23 febbraio [[1572]] – Monsignor Sassi prende possesso della cattedrale<br/>
24 maggio [[1589]] – Sisto V erige Fermo in arcidiocesi e rende sua suffraganea la diocesi ripana<br/>
[[1620]] – Il simulacro lauretano della Madonna di San Giovanni viene traslato in città<br/>
[[1630]] – La peste falcia Piceno e Abruzzo<br/>
10 maggio [[1682]] – Il simulacro della Madonna di San Giovanni è incoronato solennemente; per merito di un artificiere di Atri nasce il Cavallo di fuoco<br/>
[[1703]] – Lo sciame sismico del terremoto dell'Aquila provoca seri danni in città<br/>
[[1716]] – Una grave carestia si abbatte sul Piceno<br/>
23 dicembre [[1734]] – Clemente VII concede a Ripa il Consiglio di credenza<br/>
[[1735]]-[[1744]] – Sono in corso le guerre di successione; soldati di vari eserciti portano la devastazione attraversando le campagne ripane<br/>
[[1792]]-[[1794]] – Dalla Francia rivoluzionaria giungono a Ripatransone numerosi ''preti refrattari''<br/>
[[1798]] – Napoleone Bonaparte fonda la Repubblica Romana e le annette il Piceno: Ripatransone è creata capoluogo di cantone nel dipartimento del Tronto<br/>
20 aprile [[1808]] – Ripatransone è riannessa da Napoleone al Regno d'Italia e si conferma capoluogo di cantone del dipartimento del Tronto<br/>
[[1816]]-[[1818]] – Bonaparte è caduto, ma la sede vescovile è vacante dal 1813 per la morte di monsignor Bacher: si alternano i vescovi Calmet, Rainaldi e Ugolini<br/>
[[1831]]-[[1837]] – La città è probabilmente attraversata da moti impercettibili e di difficile ricostruzione: i patrioti ricercati dal 1831 vi si recano a disperdere le proprie tracce<br/>
19 settembre [[1860]] – All'indomani della battaglia di Castelfidardo, Ripatransone si libera del governo pontificio e vota l'annessione al Regno d'Italia<br/>
[[1889]] – Emidio Consorti fonda il suo corso di lavoro manuale educativo; la città è in rapida espansione economica e demografica<br/>
19 giugno [[1944]] – La Liberazione arriva a Ripatransone: i tedeschi sono fuggiti il giorno prima collocando deboli mine che restano inesplose, e le truppe alleate transitano senza difficoltà<br/>
[[1951]] – L'espansione demografica sfiora la punta massima di novemila abitanti<br/>
[[1992]] – Viene fondata la Congrega dell'Ignoranza
{{div col end}}
 
== Note ==
<references/>
 
=== TestoBibliografia on line ===
*{{cita libro|nome=Rolando|cognome=Perazzoli|titolo=L'umanista bolognese G. Garzoni e il teologo ripano G. Paci|città=Grottammare|editore=Archeoclub d'Italia|anno=1999}}
Il [[Progetto Gutenberg]] mette [[gratis|gratuitamente]] a disposizione il testo di ''Madame Bovary'':
*{{cita libro|nome=Rolando|cognome=Perazzoli|titolo=Storie ripane|città=Grottammare|editore=Archeoclub d'Italia|anno=2001}}
* [http://www.gutenberg.org/etext/2413 in inglese]
*{{cita libro|nome=Adolfo|cognome=Polidori|titolo=Storia di Ripatransone|città=Fermo|editore=La Rapida|anno=1974}}
* [http://www.gutenberg.org/etext/14155 in francese]
*{{cita libro|nome=Alfredo|cognome=Rossi|titolo=Vicende ripane|città=Centobuchi|editore=Amministrazione comunale di Ripatransone|anno=2002}}
* [http://www.liberliber.it/biblioteca/f/flaubert/index.htm testo in italiano su Liberliber]
*{{cita libro|nome=Giorgio|cognome=Settimo|titolo=Profilo storico di Ripatransone|città=Ascoli Piceno|anno=1979}}
*{{cita libro|nome=Luigi Antonio|cognome=Vicione|titolo=Sull'esistenza di Ripa o Ripatransone prima dell'anno MCXCVIII|città=San Benedetto del Tronto-Martinsicuro|editore=Laberinto|anno=1982|annooriginale=Fermo, 1827}}
*{{cita libro|nome=Luigi Antonio|cognome=Vicione|titolo=Ripatransone sorta dalle rovine di Castello Etrusco|città=San Benedetto del Tronto-Martinsicuro|editore=Laberinto|anno=1982|annooriginale=Fermo, 1828}}
 
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[[Categoria:Romanzi francesi]]
 
[[Categoria:Ripatransone]]
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[[ca:Madame Bovary]]
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[[cs:Paní Bovaryová]]
[[da:Madame Bovary]]
[[de:Madame Bovary]]
[[en:Madame Bovary]]
[[eo:Madame Bovary]]
[[es:Madame Bovary]]
[[eu:Madame Bovary]]
[[fa:مادام بوواری]]
[[fi:Rouva Bovary]]
[[fr:Madame Bovary]]
[[he:מאדאם בובארי]]
[[hr:Madame Bovary]]
[[hu:Bovaryné]]
[[io:Madame Bovary]]
[[ja:ボヴァリー夫人]]
[[ka:მადამ ბოვარი]]
[[lv:Bovarī kundze]]
[[mk:Госпоѓа Бовари]]
[[ml:മദാം ബോവറി]]
[[nl:Madame Bovary]]
[[no:Madame Bovary]]
[[pl:Pani Bovary]]
[[pt:Madame Bovary]]
[[ru:Госпожа Бовари]]
[[sh:Madame Bovary]]
[[sl:Gospa Bovary]]
[[sr:Gospođa Bovari (roman)]]
[[sv:Madame Bovary]]
[[th:มาดามโบวารี]]
[[tr:Madame Bovary]]
[[uk:Пані Боварі]]
[[vi:Bà Bovary]]
[[zh:包法利夫人]]