Biondelli e Gole del Verdon: differenze tra le pagine

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[[File:Verdon Trescaire.jpg|thumb|Vista delle gole dal belvedere di Trescaire]]
{{Casata
Le '''gole del Verdon''' sono delle [[Gola (geografia)|gole]] situate in [[Francia]], nella [[Antiche province francesi|provincia]] [[provenza]]le, create dallo scorrere del [[Verdon (fiume)|fiume Verdon]].
|cognome = Biondelli
|stemma = Arms of the Biondelli family.jpg
|motto = Virtus - Et Haec Facta
|blasonatura = Guerriero armato di tutte pezze di argento loricato di rosso in maestà poggiante con le due mani di carnagione sull'elsa di una spada su oro con in capo una stella a sei raggi di rosso su oro (fonte: Enciclopedia storico-nobiliare italiana del Marchese Vittorio Spreti).
D’oro al guerriero loricato al naturale, accompagnato da una stella di rosso a sei punte in capo (fonte: decreto di riconoscimento del titolo nobiliare da parte del Regno d'Italia)
|stato = [[Ducato di Milano]], [[Stato Pontificio]], [[Ducato di Parma e Piacenza]],[[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], [[Italia|Repubblica Italiana]]
|casataderivazione = Curletti
|titoli = Nobili di [[Piacenza]] (mf)
|etnia = Italiana
}}
 
==Geografia==
I '''Biondelli''' sono un'antica famiglia patrizia di [[Piacenza]] creata Nobile di [[Piacenza]] durante il periodo del dominio della famiglia [[Farnese]] sul [[Ducato di Parma e Piacenza]].
Il [[Verdon (fiume)|Verdon]] sgorga dalla propria sorgente sul [[Colle d'Allos]], nel massiccio dei [[Trois-Évêchés (montagna)|Trois Evêchés]] (2819 m). Si va a gettare nella [[Durance (fiume)|Durance]], nei pressi di [[Vinon-sur-Verdon]] dopo un percorso di circa 175 chilometri. Il tratto più interessante del corso del fiume si trova tra [[Castellane]] ed il Pont du Galetas, sul [[Lac de Sainte-Croix]], bacino lacustre artificiale creato da non molti decenni su quella che era la vasta piana di [[Les Salles-sur-Verdon|Salles-sur-Verdon]] e formatosi a seguito della costruzione della diga di [[Sainte-Croix-du-Verdon|Sainte-Croix]]. A seguito dell'aumento delle acque nel [[1973]], il vecchio abitato di [[Les Salles-sur-Verdon|Salles]] fu evacuato con la forza, distrutto e lasciato inabissare. La chiesa del luogo fu fatta esplodere, così come il resto del villaggio fu demolito, per poi avviare la ricostruzione di un abitato più moderno situato fuori dal bacino lacustre, con notevole disappunto dei suoi abitanti. Salles è attualmente uno dei più giovani villaggi di Francia.
 
Le gole del Verdon formano per un buon tratto il confine tra i dipartimenti del [[Var (dipartimento)|Var]] a sud e dell'[[Alpes-de-Haute-Provence]] a nord, all'interno della regione della [[Provenza-Alpi-Costa Azzurra]].
A seguito dell'[[Unità d'Italia]], tale titolo venne riconosciuto mediante provvedimento di giustizia dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] con conseguente iscrizione della famiglia tra i nobili del regno.
 
L'area tra Castellane ed il lac de Sainte-Croix, che viene comunemente denominata ''gorges du Verdon'', è divisibile in realtà in tre parti distinte:
== Storia familiare ==
* le ''Prégorges'', che vanno da Castellane a Pont de Soleils;
La famiglia Biondelli è un casato originario del territorio [[Piacenza|piacentino]] derivante dall'antico ceppo famigliare dei Curletti probabilmente proveniente dalla [[Liguria]] e presente nella [[Val d'Aveto]] fin dal [[medioevo]].
* le ''Gorges'' che vanno da Pont de Soleils a l'Imbut;
* il Canyon che va da l'Imbut al Pont de Galetas.
 
La Gole del Verdon sono strette e profonde: da 250 a 700 metri di profondità, con una larghezza che va da 6 a 100 metri al livello del fiume Verdon e da 200 a 1500 metri da un lato all'altro in cima alla gola.
Nel corso dei secoli i Curletti divennero una delle principali parentele (ossia un gruppo di famiglie discendenti da un medesimo capostipite e unite da un forte legame di rapporti sociali ed economici) presenti nei suddetti territori della [[Val d'Aveto]] e della confinante [[Val Nure]].
 
==Geologia==
Diedero, infatti, il proprio nome all'omonimo Comune (oggi frazione del Comune di [[Ferriere (Italia)|Ferriere]]) posto sull'[[Appennino ligure]] dove, a partire almeno dalla prima metà del [[XIV secolo]], Ruffino e Opizio (Obizzo) Curletti erano già proprietari di terreni, mentre altri membri della famiglia ricevettero in assegnazione da parte dell'[[Abbazia di San Colombano]] a [[Bobbio]] la conduzione della terra ivi posseduta dalla stessa.
Durante il periodo [[Triassico]], la Provenza era situata ad un livello più basso del mare e completamente ricoperta da questo, fattore che ha contraddistinto il formarsi di vari strati di calcare. La situazione mutò nel periodo [[Giurassico]], quando la zona si trovò coperta da un mare caldo e poco profondo, facilitando la crescita dei coralli. Nel Cretaceo, la Bassa Provenza affiorò dalle acque ed il mare raggiunse l'attuale livello alla base delle [[Alpi]]. Il [[Cenozoico|Terziario]] vide la formazione delle Alpi, mentre le crepe più o meno consistenti che si verificarono con tale spinta tra i calcari giurassici ebbero come risultato le varie vallate e gole. Fu proprio in questo periodo che presero forma le Gole del Verdon. Nel [[Quaternario]] durante la [[glaciazione]], i fiumi e laghi dell'area divennero imponenti masse ghiacciate che plasmarono definitivamente la topografia locale e caratterizzarono vari strati del terreno. Al termine della glaciazione, le acque dei fiumi completarono il lavoro d'erosione, in particolare il Verdon che nel corso dei secoli ha scavato il suo letto fluviale tra i sedimenti calcarei e corallini con una portata di acque tumultuose di circa 2000 a 3000 m³ al secondo.
 
==Storia==
Titolari dell'investitura, in una zona confinante con proprietà terriere appartenenti alle nobili famiglie dei [[Nicelli]] (che in quel periodo era la principale famiglia della [[Val Nure]]), dei Balbi e dei [[Brugnatelli]] (signori di [[Corte Brugnatella|Brugnello]]) oltre che dei succitati Ruffino e Opizio Curletti, furono nel [[1332]] il presbitero Pagano assieme al fratello Guglielmo e al nipote Opicello.
 
La valle del Verdon fu abitata dai [[Galli]] di [[Verguni]].
Tale territorio, anticamente ricompreso nei domini del [[feudo monastico di Bobbio]], fece poi parte della [[Magnifica Università della Val Nure]] (sotto la cui amministrazione era ricompresa anche la [[Val d'Aveto]]), una comunità composta da 38 comuni che beneficiò di un'ampia autonomia politica, amministrativa e fiscale oltre al diritto di emanare propri statuti, di eleggere propri magistrati e di riscuotere tributi su persone e merci transitanti sul proprio territorio.
 
Le gole del Verdon non attirarono l'attenzione dei viaggiatori se non tardi. Le prime descrizioni che ci giungono sono infatti dei secoli [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo|XIX]], ma si tratta di due rare stampe (una del 1782 e l'altra del 1804).<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 11-17|lddgdv}}</ref> Nonostante la crescente sensibilità dell'uomo verso le bellezze naturali e il periodo [[romanticismo|romantico]], non ci furono molti interessamenti all'area, anche per la sua natura impervia e la possibilità di percorrerla soltanto facendo scomodi sentieri e mulattiere. Le gole cominciarono ad avere una certa fama dopo la descrizione che ne fece [[Élisée Reclus]] nel 1879,<ref>{{cita|Alain Collomp|p. 21|lddgdv}}</ref> e la diffusione delle prime guide turistiche (le Guide Joanne di sicuro ne parlarono a partire dal 1877,<ref>{{cita|Alain Collomp|p. 33|lddgdv}}</ref> in seguito ''Guide touristique de la Provence'', e ''[[guide Baedeker]]'') durante la [[Belle Époque]].
Tale entità ebbe origine con un decreto promulgato il primo di novembre del [[1441]] da [[Filippo Maria Visconti]] duca di [[Milano]] (sotto la cui signoria era allora ricompreso il territorio di [[Piacenza]] e, quindi, anche la [[Val Nure]]) che ne sanciva la separazione fiscale dal restante territorio [[Piacenza|piacentino]] con la diretta dipendenza alla sola autorità ducale oltre a garantirne diverse esenzioni anche di natura tributaria.
 
Le gole furono cartografate per la prima volta dai [[César-François Cassini|Cassini]] ([[anni 1770]])<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 18-19|lddgdv}}</ref> e dagli ingegneri geografi del re, nel 1778.<ref>{{cita|Alain Collomp|p. 20|lddgdv}}</ref>
Queste concessioni furono poi riconosciute dalle dinastie regnanti che si succedettero alla guida del [[Ducato di Milano]] e, in particolare, da [[Francesco Sforza]] nel [[1452]] e da [[Francesco I di Francia|Francesco I]] re di [[Francia]] nel [[1516]], fino a che, in seguito all'inclusione del territorio di [[Piacenza]] nello [[Stato Pontificio]], nel [[1523]] [[Papa Clemente VII]] istituì ufficialmente la [[Magnifica Università della Val Nure]] che sopravvivrà fino al periodo [[napoleonico]].
 
Fu Martel che diresse la prima spedizione di discesa all'interno del canyon del Verdon (aprendo la strada dell'ormai famoso [[sentier Martel]], cui deve il nome).<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 22-23|lddgdv}}</ref> Il turismo cominciò ad interessare le gole lentamente dagli [[anni 1880]] in poi:<ref>{{cita|Alain Collomp|p. 32|lddgdv}}</ref> il sentiero era ancora malandato e pericoloso, le infrastrutture ricettizie (hotel, ristoranti, strade, sentieri) rari e poco confortevoli. In più, il principale mezzo di trasporto dell'epoca, la ferrovia, si arrestava a [[Saint-André-les-Alpes]], il che obbligava a noleggiare delle carrozze per arrivare alle gole.<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 41-42|lddgdv}}</ref>
In tale ambito i Curletti rappresentarono il territorio del proprio Comune e la loro parentela sia in seno all'assemblea della [[Magnifica Università]] sia nei confronti del potere centrale dei vari stati che nei secoli si susseguirono nel controllo della [[Val Nure]] (il [[Ducato di Milano]], lo [[Stato Pontificio]] e, infine, il [[Ducato di Parma e Piacenza]]) e strinsero rapporti di parentela con altri casati presenti in [[Val Nure]] quali i Malchiodi di [[Brugneto]] (antico borgo anch'esso oggi frazione del Comune di [[Ferriere (Italia)|Ferriere]]) a loro volta imparentati con i [[Nicelli]] e i [[Malaspina]].
 
Dagli [[anni 1890]] (e fino agli [[anni 1920|anni venti]] compresi), dei progetti per rendere il canyon un tratto navigabile furono presi in considerazione.<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 36|lddgdv}}</ref> I primi lavori risalgono al 1906: il [[Touring Club de France]] (TCF) traccia un sentiero che permette di scendere nelle gole.<ref>{{cita|Alain Collomp|p. 71|lddgdv}}</ref> Il primo boom turistico delle gole avviene tra la fine degli anni venti e gli anni trenta, su impulso del TCF: campagna sulla stampa a partire dal 1928, viaggi e spedizioni, reportage diffusi nei cinema, visite di giornalisti britannici.<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 97-98, 105-107|lddgdv}}</ref> Questa promozione fu interrotta per nuovi lavori tra il 1929 ed il 1930: miglioramento della viabilità della strada, sempre su iniziativa e con fondi del TCF,<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 101-102|lddgdv}}</ref> creazione dei [[belvedere (architettura)|belvedere]] (tra cui quello che diverrà il celebre [[Point Sublime (Verdon)|Point Sublime]]), incoraggiamento alle compagnie di trasporti locali per incrementare le possibilità di spostamento nell'area, creazione di nuovi sentieri inaugurati nel giugno del 1930<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 102-103|lddgdv}}</ref> ed infine la creazione del rifugio di Malines nel 1936.<ref>{{cita|Alain Collomp|pp. 110-111|lddgdv}}</ref> Questi sforzi furono premiati da un numero sempre crescente di visitatori che ben presto raggiunsero le migliaia attuali.
Da ricordare in tal senso fu l'accordo stretto nel [[1443]] con [[Bartolomeo Colleoni]], che vide Jacopo Curletti impegnarsi in rappresentanza della propria parentela, per il pagamento della tassa sui cavalli dovuta al [[Duca di Milano]] e che fu raggiunto a seguito della sconfitta inflitta dalle forze della [[Val Nure]] nei confronti del condottiero, che, giunto nella valle il 27 marzo di quello stesso anno con numerose truppe per esigere il pagamento forzoso del tributo, ne venne scacciato dopo solo tre giorni di scontri in cui perse molti uomini.
 
Il 7 maggio del 1990 il luogo è divenuto un sito naturale protetto.
Di questo gruppo famigliare facevano parte anche i Biondelli che, forse a partire dalla prima parte del [[XIV secolo]] con Agostino Curletti detto il Biondello, aggiungessero al cognome originario appunto l'appellativo di "Biondelli" (“Curletti delli Biondelli”) al fine di distinguersi dagli altri rami dei Curletti e che, con il passare del tempo, sostituiranno definitivamente l'antico cognome con quello di Biondelli.
 
==Sito d'arrampicata==
I Biondelli, come del resto anche gli altri Curletti, furono legati al potente casato dei [[Nicelli]] nella lunga faida che nella prima metà del [[XVI secolo]] li vide contrapposti alla famiglia dei [[Camia]] per il controllo della [[Val Nure]] e che si concluse per volontà di [[papa Paolo III]] il 22 giugno [[1540]] con il giuramento presso l'altar maggiore della chiesa di San Francesco a [[Piacenza]] in presenza del [[legato pontificio]], il [[cardinale]] [[Ennio Filonardi]], di un patto di riappacificazione tra le due fazioni tra i cui aderenti vi fu anche Matteo de Curletti delli Biondelli.
[[File:Gorges du Verdon - Sector Escalès.jpg|thumb|Le pareti d'arrampicata del settore Escalès]]
[[File:Climbing in the Verdon Gorge.jpg|thumb|Due arrampicatori impegnati su una via]]
Le pareti delle Gole del Verdon rappresentano un importante [[sito d'arrampicata]] tra i più famosi della [[Francia]] e d'[[Europa]].
Sono presenti più di 800 vie tra monotiri e vie lunghe su roccia di [[calcare]].
 
===I settori===
La successiva nascita del [[Ducato di Parma e Piacenza]], sancita dallo stesso [[papa Paolo III]] che nel [[1545]] separò le due città con i rispettivi territori circostanti dallo [[Stato Pontificio]] cedendole a favore di suo figlio [[Pier Luigi Farnese|Pier Luigi]] (che fu il primo sovrano del [[Ducato (feudo)|ducato]]) e il conseguente rafforzamento del potere centrale del nuovo stato a discapito dei regimi e delle istituzioni tardo medievali, segnarono, tuttavia, l'inizio del declino sia del sistema delle parentele sia della [[Magnifica Università della Val Nure]].
I settori più famosi:
* ''Escalès''
Fu, presumibilmente, anche a seguito di tali eventi che, a partire almeno dalla seconda metà del [[XVI secolo]], alcuni membri della parentela dei Curletti si trasferirono dalla [[Val d'Aveto]] e dalla [[Val Nure]] a [[Piacenza]] che, in una fase iniziale, fu la capitale del nuovo stato.
* ''La Baume aux Pigeons''
* ''Dérobée''
* ''Paroi Rouge''
* ''Orni''
* ''Luna Bong''
* ''La Demande''
* ''Dingomaniaque''
* ''Pichenibule''
* ''Carelle''
* ''Troisieme Ciel''
* ''Fenrir''
* ''Saut d'Homme''
* ''Golem''
* ''La Fête des Nerfs''
* ''Sordidon''
* ''Virginie''
* ''Mission''
* ''Surveiller et Punir''
* ''Gueule d'Amour''
* ''Dent d'Aire''
 
===Monotiri===
Tra questi vi era anche un ramo della famiglia Biondelli i cui membri divennero tra i principali esponenti del Collegio dei Mercanti di detta città dove raggiunse particolare prominenza sociale grazie alla gestione dei traffici commerciali con gli stati confinanti, all'esercizio di appalti pubblici, alla riscossione dei dazi e alla costituzione di un rilevante patrimonio terriero distribuito tra il territorio del [[Ducato di Parma e Piacenza]] e il [[Ducato di Milano]] dove i Biondelli divennero gli unici proprietari del [[comune]] di [[Regina Fittarezza]]<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/6001222/ Storia del Comune di Regina Fittarezza dal secolo XVI al 1757]</ref>.
I monotiri più difficili:
* 9a/5.14d:
** ''Promotion Canne à pêche'' - agosto 2011 - Sébastien Bouin - Baume des Cavaliers (Rive gauche)<ref>{{cita web|url=http://www.up-climbing.com/it/news/falesia/9a-a--prima-salita-di-s-bastien-bouin|titolo=9a/a+ prima salita di Sébastien Bouin|editore=up-climbing.com|data=30 agosto 2011|accesso=10 agosto 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150610233158/http://www.up-climbing.com/it/news/falesia/9a-a--prima-salita-di-s-bastien-bouin|dataarchivio=10 giugno 2015}}</ref>
** ''PPP'' - 7 agosto 2010 - [[Adam Ondra]] - Grotte de Galetas (Rive gauche)<ref>{{cita web|url=http://www.up-climbing.com/it/news/falesia/ondra-s-tour-in-francia|titolo=Ondra’s tour in Francia|editore=up-climbing.com|data=17 agosto 2010|accesso=2 gennaio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110821181743/http://www.up-climbing.com/it/news/falesia/ondra-s-tour-in-francia|dataarchivio=21 agosto 2011}}</ref>
* 8c+/5.14c:
** ''Pull Over'' - 24 ottobre 2009 - Charlotte Durif - Grotte de Galetas (Rive gauche)<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=37052|titolo=Charlotte Durif, pioggia di 8c+ in Francia|editore=planetmountain.com|data=30 ottobre 2009|accesso=2 gennaio 2012}}</ref>
* 8c/5.14b:
** ''Red comme la justice'' - Grotte de FFF
** ''Les spécialistes directe''
** ''Le Mustok''
* 8b+/5.14a:
** ''Tom et je ris'' - Bruno Clement
** ''Wet Willy'' - 1988 - [[Stefan Glowacz]]
** ''Les spécialistes'' - 1987 - [[Jean-Baptiste Tribout]]
** ''Ultime Atome''
** ''41, placette''
** ''Le Must''
 
===Vie lunghe===
Pur ormai stabilitosi a [[Piacenza]], questo ramo dei Biondelli mantenne, comunque, stretti rapporti con la [[Val Nure]] e la [[Val d'Aveto]], subentrando in parte nel ruolo che in passato era stato ricoperto in tali territori dalla famiglia [[Nicelli]].
Le vie lunghe più difficili:
 
* ''Golden Shower'' - 2012 - Prima salita in libera di [[Stefan Glowacz]], 150&nbsp;m/8b+, Rive gauche.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=40155|titolo=Stefan Glowacz libera Golden Shower in Verdon|editore=planetmountain.com|data=12 ottobre 2012|accesso=12 ottobre 2012}}</ref>
Figura centrale in questo processo fu Giovanni Francesco Biondelli che nel [[1684]], durante il regno di [[Ranuccio II Farnese]], ricevette in appalto dalla Camera Ducale di [[Piacenza]] (l'organo a cui era affidata la gestione dei beni del [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato]] nel territorio piacentino) le regalie sui territori delle suddette valli (ossia i diritti regali del fisco di tipo feudale, originariamente appartenuti fin dal [[medioevo]] ai [[Nicelli]] e poi passati in capo allo stato centrale).
* ''Le Vieux et la mer'' - 2009 - Prima salita in libera di Toni Lamprecht, 8b.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=37027|titolo=Verdon arrampicata: Toni Lamprecht libera Le Vieux et la mer|editore=planetmountain.com|data=19 ottobre 2009|accesso=2 gennaio 2012}}</ref>
 
* ''La Ramirole'' - maggio 2007 – Prima salita in libera di Sylvain Millet della via aperta da Bruno Clément, 150&nbsp;m/8b, Rive gauche.<ref>{{fr}} {{cita web|url=http://bealplanet.com/news/news_complete.php?idnews=77|titolo=La Ramirole 140m 8bmax par Sylvain Millet|editore=bealplanet.com|data=23 maggio 2007|accesso=2 gennaio 2012}}</ref>
Il successo delle attività economiche della famiglia e la crescente stima goduta presso la corte ducale fecero sì che il primo di gennaio del [[1697]] [[Francesco Farnese]] [[Ducato di Parma e Piacenza|duca di Parma, Piacenza e Guastalla]] e [[Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa]] concedesse a Giovanni Battista Biondelli (figlio di Giovanni Francesco) una patente di famigliarità in cui lo indicava come persona di propria fiducia a fronte dei suddetti servizi resi alla Camera Ducale e in seguito, con proprio decreto del 2 novembre [[1702]] creasse il medesimo Giovanni Battista e suo fratello Gerolamo Nobili di [[Piacenza]].
* ''Ultime démence'' - 2006 – Prima salita in libera di Sylvain Millet e Laurent Triay, 100&nbsp;m/8a+, Rive gauche.
 
* ''Mingus'' - 1994 – Prima salita in libera di [[Lynn Hill]], 400&nbsp;m/8a.
Successivamente alla concessione del titolo, con atto della Comunità dell'11 dicembre [[1702]], la famiglia Biondelli fu ammessa tra le famiglie nobili del Consiglio Generale della città di [[Piacenza]] (l'antico organo di governo cittadino risalente al [[XII secolo]] i cui membri erano scelti ogni due anni tra le principali famiglie di [[Piacenza]]) nella classe [[Landi]] (una delle quattro classi in cui era a quel tempo ripartito tale organo amministrativo).
 
Nel corso del [[XVIII secolo]] diversi membri della famiglia furono, quindi, al servizio del [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato]], militando nell'esercito dello stesso e adempiendo a incarichi pubblici nell'ambito dell'amministrazione della città e del territorio di [[Piacenza]].
 
In tal senso Gerolamo Biondelli fu insignito con ordine sovrano intervenuto il 23 febbraio [[1737]], durante il periodo della dominazione [[Asburgo d'Austria|asburgica]] del [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato]] iniziata con l'[[imperatore]] [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]] nel [[1736]], della carica di Tesoriere della Comunità di [[Piacenza]]. Tale carica verrà mantenuta anche a seguito del passaggio del ducato nel [[1748]] alla dinastia dei [[Borbone Parma]] e trasmessa ai discendenti di Gerolamo fino alla prima parte del [[XIX secolo]]
 
Sempre nel corso del [[XVIII secolo]] i Biondelli, già imparentati con diverse famiglie nobili di [[Piacenza]], ebbero anche modo di legarsi sia alla [[Patriziato (Venezia)|nobiltà veneta]] che a quella [[nobiltà milanese|milanese.]]
 
Ciò avvenne grazie al matrimonio tra Pietro Francesco (figlio di Giovanni Battista) con la nobile Dorotea dei conti [[Giovanelli|Giovanelli de Noris]] e a quello di Giovanni Francesco (figlio di Gerolamo) con la nobile Eurosia Rho figlia del nobile Agostino appartenente allo storico casato milanese di origine germanica che fu anticamente [[feudatario]] dell'[[Rho|omonimo comune]] e che venne in seguito insignito del feudo di [[Borghetto Lodigiano|Borghetto]] (non molto distante dai possedimenti dei Biondelli a [[Regina Fittarezza]]) e della nobile Giacinta a sua volta esponente dello storico casato [[Milano|milanese]] dei [[Sessa (famiglia)|Carcano]].
 
Dalla fine del [[XVIII secolo]] la famiglia sarà testimone dell'ultima fase della storia del [[Ducato di Parma e Piacenza]] che sarà segnata dall'arrivo delle truppe [[Napoleone Bonaparte|napoleoniche]] con l'annessione all'[[Primo Impero francese|Impero francese]], dalla successiva ricostituzione del [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato]] dopo il [[Congresso di Vienna]] che lo assegnerà a [[Maria Luisa d'Austria]] (moglie dello stesso [[Napoleone]]) prima della restaurazione della dinastia dei [[Borbone Parma]], fino alla definitiva annessione al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
 
In particolare il cosiddetto "Diario Biondelli", un [[manoscritto]] principalmente redatto da Padre Eustachio Biondelli, [[Ordine di San Benedetto|monaco benedettino]] del [[monastero]] di [[Chiesa di San Sisto (Piacenza)|San Sisto]] [[Piacenza]], descrive gli eventi che portarono prima all'occupazione del secolare monastero (che in quel momento ospitava anche alcuni monaci e aristocratici francesi fuggiti dalla [[Rivoluzione francese|Rivoluzione]]) avvenuta nel [[1797]] da parte del [[generale]] francese [[Andrea Massena]] giunto in Italia al seguito di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e poi alla definitiva soppressione dello stesso avvenuta nel [[1810]] da parte di [[Médéric Louis Élie Moreau de Saint-Méry|Médéric Moreau de Saint-Méry]] amministratore delegato generale degli Stati Parmensi per conto del medesimo [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]].
 
Tale fase storica fu contrassegnata per i Biondelli dall'estinzione del ramo della famiglia derivante da Giovanni Battista e dalla scomparsa senza eredi di diversi degli appartenenti a quello di Gerolamo i cui membri continuarono a ricoprire incarichi nell'amministrazione della città e del territorio di [[Piacenza]] e nell'esercito del [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato]].
 
[[File:Firma grande patto di Locarno.jpg|upright=1.8|thumb|I firmatari del [[Patto di Locarno]]. [[Giuseppe Biondelli]] (in giacca chiara alle spalle di Sir [[Austen Chamberlain|Joseph Austen Chamberlain]], [[Ministro degli Esteri]] del [[Regno Unito]]) è l'ultimo del gruppo di persone (da sinistra a destra) in piedi sotto al grande quadro presente nella sala. |alt=]]
 
A seguito poi dell'[[Unità d'Italia]] un ramo della famiglia discendente da Gerolamo Biondelli lascerà [[Piacenza]] per trasferirsi a [[Pesaro]]<ref>[http://www.europeana.eu/portal/record/07602/3148C827AE3E15A5FF73A9AA3C6C323281307736.html Palazzo Biondelli a Pesaro]</ref> dove i suoi esponenti opereranno come funzionari pubblici del neonato [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] e dove fu particolarmente partecipe della vita culturale della città intrattenendo rapporti di amicizia anche con [[Pietro Mascagni]] che fu direttore del Liceo Musicale di [[Pesaro]].
 
Con l'ingresso del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] nella [[Prima guerra mondiale]] Gerolamo (che aveva già partecipato alla fase finale della [[guerra italo-turca]]), [[Giuseppe Biondelli|Giuseppe]] e Luigi Biondelli (tre fratelli provenienti dai Biondelli di [[Pesaro]]) combatterono al fronte nei ranghi del [[Regio Esercito]], rispettivamente come [[sergente]] dei [[granatieri]], [[sottotenente]] di [[artiglieria da campagna]] e [[sottotenente]] di [[Artiglieria costiera|artiglieria da fortezza]].
 
In ragione della loro partecipazione al conflitto [[Giuseppe Biondelli|Giuseppe]] e Luigi Biondelli, ancora viventi nel [[1968]], vennero entrambi insigniti del titolo di [[Cavalieri di Vittorio Veneto]] che fu costituito in tale anno per commemorare i combattenti della [[Prima guerra mondiale]].
 
A partire dal [[1940]], a seguito del matrimonio tra [[Giuseppe Biondelli]] (futuro [[Ambasciatore]] d'[[Italia]] e allora [[Agente consolare|Console Generale]] a [[Londra]]) con la nobile Clementina dei Conti [[Maggi (famiglia)|Maggi]] di [[Gradella]], il ramo di [[Pesaro]] inizierà gradualmente a spostarsi verso [[Brescia]], città natale di Clementina [[Maggi (famiglia)|Maggi]] di [[Gradella]] dove tutt'oggi questa parte della famiglia risiede.
 
Nel [[1942]] [[Giuseppe Biondelli]] (che nel [[1940]] aveva ottenuto il decreto di riconoscimento del titolo di nobile di [[Piacenza]] da parte del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]) acquisterà, infatti, a [[Bornato]] (frazione di [[Cazzago San Martino]]) in [[Franciacorta]] la [[villa]] e parte della proprietà agricola che era in precedenza stata dei Conti [[Fè d'Ostiani]].
 
Con la scomparsa senza eredi già nel corso del [[XIX secolo]] dei Biondelli di [[Piacenza]] e con la medesima sorte toccata ai Biondelli di [[Pesaro]] nella seconda metà del [[XX secolo|XX]], gli appartenenti al ramo di [[Brescia]] rappresentano gli unici discendenti della famiglia.
 
Oggi le attività della famiglia sono principalmente incentrate in ambito agricolo e in particolare nella produzione di vino in [[Franciacorta]]<ref>[http://www.biondelli.com/ Sito della Cantina della Famiglia Biondelli]</ref>.
 
== Attività letteraria e accademica ==
Nel corso dei secoli diversi membri della famiglia Biondelli s'impegnarono in attività letterarie e accademiche. Tra questi si possono ricordare:
* [[Gaetano Biondelli]], [[letterato]] e [[poeta]], pubblicò a [[Piacenza]] nel [[1726]] il "[[Ludus, vulgò dictus Tresette in quattro, latino metro descriptus]]" ("Gioco, comunemente detto Tresette in quattro, descritto in metrica latina") un poemetto allegorico in latino sul gioco del [[Tressette]];
* Padre Basilide Biondelli, [[priore]] del [[Chiesa di San Sisto (Piacenza)|monastero benedettino di San Sisto]] a [[Piacenza]], fu lettore filosofo presso lo stesso e membro dell'[[Accademia]] degli Onesiferi;
* Padre Eustachio Biondelli, membro dell'[[Ordine dei Benedettini]], fu lettore teologo presso il [[Chiesa di San Sisto (Piacenza)|monastero di San Sisto]] a [[Piacenza]], membro dell'[[Accademia]] degli Onesiferi e coautore del cosiddetto "Diario Biondelli". Ebbe probabilmente tra i propri allievi anche [[Pietro Giordani]] che nel [[1797]] fu ammesso come [[novizio]] nel [[monastero]] di [[Chiesa di San Sisto (Piacenza)|San Sisto]];
* Padre [[Francesco Biondelli]], membro della [[Congregazione della missione]] di [[san Vincenzo de' Paoli]], fu autore di un testo sulla [[Medaglia miracolosa]] dal titolo "La Medaglia miracolosa: nuova ancora di speranza pel secolo XX''"'' pubblicato a [[Roma]] nel [[1898]]'';''
* [[Giuseppe Biondelli]], [[ambasciatore]] d'[[Italia]], pubblicò nel [[1936]] "La Cina e gli stranieri", un [[saggio]] sulla storia della penetrazione straniera in [[Cina]] basato sulla propria esperienza [[Diplomazia|diplomatica]] in tale paese, il "Manuale teorico pratico del servizio consolare marittimo" (edito nel [[1938]]) e il "Manuale teorico pratico del servizio consolare. Ad uso degli uffici consolari, avvocati, notai e studi legali in genere" (edito nel [[1955]]), due testi di [[diritto consolare]];
* Mariella Biondelli Beccaria, moglie di Carlottavio Biondelli e figlia dell'ingegner [[Bruno Beccaria]], è stata coautrice con [[Dina Rebaudengo]] di "Le Isole San Pietro e San Baldassare" (edito nel [[1977]]) e "Le Isole San Giuseppe e San Melchiorre" (edito nel [[1978]]), due testi di [[storia dell'architettura]] relativi alla città di [[Torino]].
 
== Personaggi di spicco ==
* [[Gaetano Biondelli]], fu [[letterato]] e [[poeta]].
* Gerolamo Biondelli, fu tesoriere della Comunità di [[Piacenza]].
* Giovanni Francesco Biondelli (figlio di Gerolamo), fu tesoriere della Comunità di [[Piacenza]].
* Gerolamo Biondelli (figlio di Giovanni Francesco), fu tesoriere della Comunità di [[Piacenza]].
* Paolo Biondelli, fu [[capitano]] dell'[[esercito]] del [[Ducato di Parma e Piacenza]].
* Padre Basilide Biondelli, fu [[Priore]] presso il [[monastero]] dell'[[Ordine dei Benedettini]] di [[Chiesa di San Sisto (Piacenza)|San Sisto]] a [[Piacenza]], lettore filosofo presso lo stesso e membro dell'[[Accademia degli Onesiferi]].
* Padre Eustachio Biondelli, fu membro dell'[[Ordine dei Benedettini]] presso il [[monastero]] di [[Chiesa di San Sisto (Piacenza)|San Sisto]] a [[Piacenza]], lettore teologo presso lo stesso e membro dell'[[Accademia degli Onesiferi]].
* Don Gaetano Biondelli, fu [[canonico]] della [[Cattedrale di Piacenza]] nella prima metà del [[XIX secolo]].
* Padre [[Francesco Biondelli]], fu membro della [[Congregazione della Missione]] di [[San Vincenzo de' Paoli]].
* [[Giuseppe Biondelli]], fu [[ambasciatore]] d'[[Italia]] e [[ispettore generale]] del [[Ministero degli Esteri]].
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Alain Collomp|titolo=La découverte des gorges du Verdon|editore= Édisud|anno=2002|lingua=francese|isbn=2-7449-0322-1|cid=lddgdv}}
* {{cita libro |titolo= Nascita di un disordine. Una famiglia signorile e una valle piacentina tra XV e XVI secolo|anno=1993|editore=Unicopli|città= Milano |ISBN=8840003088| autore1=Daniele Andreozzi }}
 
* {{cita libro | autore1=Emilio Nasalli Rocca |titolo= Il comune federale della Val Nure, articolo pubblicato sull'Archivio storico per le province parmensi|anno= IV s.,Vol XXI, 1969|città= Parma |editore= Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi}}
== Altri progetti ==
* {{cita libro | autore1=Gian Carlo Piovanelli |titolo= I nobili Biondelli, una famiglia piacentina trasferita a Brescia, proprietari del Palazzo Uggeri attribuito al Palladio, articolo pubblicato sulla Strenna piacentina |anno=1989|città= Piacenza |editore=}}
{{interprogetto|commons=Verdon river}}
 
== VociCollegamenti correlateesterni ==
* {{cita web|http://www.alpes-haute-provence.com/geographie/verdon.htm|Scheda sul sito del turismo delle Alpi dell'Alta Provenza|lingua=fr}}
* [[Gaetano Biondelli]]
* {{cita web|url=http://www.planetmountain.com/rock/falesie/falesia.html?stato=Francia&regione=Haute-Provence&idfalesia=074|titolo=Guida d'arrampicata su PlanetMountain}}
* [[Francesco Biondelli]]
* {{cita web|url=http://www.ukclimbing.com/articles/page.php?id=2076|titolo=Guida d'arrampicata su UKClimbing}}
* [[Giuseppe Biondelli]]
* [[Val d'Aveto]]
* [[Val Nure]]
* [[Piacenza]]
* [[Regina Fittarezza]]
* [[Pesaro]]
* [[Bornato]]
* [[Franciacorta]]
* [[Francesco Farnese]]
* [[Ducato di Milano]]
* [[Stato Pontificio]]
* [[Ducato di Parma e Piacenza]]
* [[Regno d'Italia]]
 
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