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[[File:Nicolo tron.JPG|miniatura|Statua di Prato della Valle (Padova) di Nicolò Tron]]
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'''Nicolò Tron''' ([[Padova]], 21 settembre [[1685]] – [[Venezia]], 31 gennaio [[1771]]) è stato un politico, imprenditore e [[agronomo]] italiano.
'''Chiesa di san Francesco Saverio - 'La Missione'''' La prima pietra di questa chiesa di [[Mondovì]] ([[Cuneo|CN]]) fu posata il 14 maggio 1665. Per la costruzione dell'edificio, progettata dall'architetto fossanese Giovenale Boetto, furono abbattute le case del lato meridionale della piazza Maggiore con sei arcate dei portici che circondavano originariamente l'intera piazza. La facciata è in pietra arenaria ed è opera del Boetto per la metà inferiore e di sconosciuti (Forse il Gallo) la parte superiore. Del Pozzo è la balconata esterna che aiuta a superare il dislivello della piazza.
La chiesa ha una sola navata ed è riccamente decorata all'interno. Spesso le decorazioni scultoree e quelle pittoriche si confondono. La straordinaria decorazione pittorica interna, come per esempio la finta doratura, le stuatue in finto bronzo e le colonne pitturate a marmo, è opera del confratello laico dei Gesuiti Andrea Pozzo.
La spettacolare finta cupola rappresenta la glorificazione di san Francesco Saverio. Ai pennacchi sono rappresentate quattro gigantesche figure femminili, allegorie dei quattro continenti dove allora si svolgeva l'opera di evangelizzazione dei Gesuiti. Una particolarità è che il soffitto è piatto, ma dall'entrata la cupola sembra innalzarsi veramente verso il cielo.
Nel catino absidale è rappresentato san Francesco Saverio nell'atto di battezzare gli infedeli.
Di Andrea Pozzo è anche l'altare destro, dedicato alla Vergine Addolorata. La statua in legno è di Antonio Roasio.
L'altare sinistro è dedicato al fondatore dell'ordine dei Gesuiti, sant'Ignazio di Loyola. Esso è attribuito alla scuola genovese e viene datato all'inizio del Settecento. La pala d'altare rappresenta il santo che invia san Francesco Saverio a predicare nelle Indie.
Una particolarità della chiesa è la macchina d'altare, interamente in legno. La figura del santo al centro è di lamiera. Il tutto è dipinto e si trattava presumibilmente di un'opera di carattere provvisorio, poi mantenuta forse per mancanza di fondi. Essa è l'unica macchina d'altare sopravvissuta in Europa.
Vi sono anche sei tribune in legno magnificamente intagliate.
L'organo fu trafugato da Napoleone e venduto all'asta sulla piazza Maggiore per colpa delle sue grandi dimensioni. Ora si trova nella parrocchiale di Pianfei.
Sopra all'entrata vi è l'autoritratto del Pozzo, nascosto tra le finte colonne.
 
== Biografia ==
[[Image:Chiesa della missione e Palazzo di città.jpg|thumbnail|Chiesa della missione e Palazzo di città]]
Nicolò Tron, [[Patriziato (Venezia)|nobile veneziano]], fu ambasciatore giovanissimo della [[Repubblica di Venezia]] presso la corte inglese; di ritorno in Italia, cercò di importare le novità tecnologiche e organizzative viste all'estero fondando il lanificio di Schio, organizzando con criteri moderni le sue tenute agricole e attivandosi in campo politico per favorire e incentivare le imprese venete.
 
=== Ambasciatore a Londra ===
Nacque in una nobile famiglia veneziana, discendente dall'omonimo doge di Venezia vissuto due secoli prima; frequentò il collegio dei Nobili di Parma e giovanissimo intraprese la carriera politica come Savio agli Ordini, prima carica senatoriale a cui potevano aspirare i giovani patrizi. Nel 1711 sposò Chiara Grimani di Francesco, a detta dei contemporanei una delle più belle dame del tempo, che nel giro di un anno, il 3 ottobre 1712, gli diede alla luce il primogenito Andrea, che a sua volta intraprenderà una brillante carriera politica diventando il cosiddetto "paròn del Senato".
 
Nello stesso anno, il 10 dicembre, Nicolò Tron venne nominato ambasciatore presso la regina Anna di Gran Bretagna. Il compito affidatogli era di cercare sostegno presso la corte britannica nelle guerre che la Serenissima stava conducendo contro i turchi. Tron arrivò a Londra un anno e mezzo più tardi, nel giugno 1714; nel frattempo alla regina Anna era succeduto Giorgio I. All'ambiente di corte, però, il Tron sembrava preferire la frequentazione di scienziati e matematici, quali Isaac Newton, che lo nominò fellow alla Royal Society, John Theophilus Desaguliers, matematico e fisico francese fondatore il 14 giugno 1714 della Gran Loggia, ossia della moderna massoneria e imprenditori tra quali Benjamin Berck, celebre fabbricante di panni-lani che gli fece vedere le più moderne tecniche utilizzate in Inghilterra per tali manifatture. Il governo di Venezia non era particolarmente compiaciuto della vita che l'ambasciatore stava conducendo, e dopo avergli mandato qualche missiva di richiamo ai suoi doveri, decise di affiancargli una sorta di luogotenente, un certo cavalier Giacomo Querini, la cui presenza venne accettata e sopportata dal Tron senza particolari problemi.
 
Alla fine del suo mandato, Giorgio I nominò il Tron cavaliere dell'ordine di San Giorgio, titolo appena costituito dal nuovo monarca, ma non concesse gli appoggi militari che Venezia avrebbe sperato: l'Inghilterra preferiva probabilmente curare i propri interessi commerciali con le potenze orientali, turchi compresi, piuttosto che muovere loro guerra; oppure l'ambasciatore non aveva insistito abbastanza. In compenso, grazie all'amicizia che aveva stretto con l'ambasciatore spagnolo, il Tron ottenne da quest'ultimo un contingente di sei navi.
 
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== Note ==
 
== Bibliografia ==