Eduardo De Filippo e Discussione:Venalità delle cariche: differenze tra le pagine

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{{Progetti interessati
{{Membro delle istituzioni italiane
|progetto= storia
|nome=Eduardo De Filippo
|progetto2= politica
|istituzione=Senato
|accuratezza= c
|immagine=Sandro Pertini e Eduardo De Filippo.jpg
|scrittura= b
|luogo_nascita= [[Napoli]]
|fonti= c
|data_nascita= [[24 maggio]] [[1900]]
|immagini= d
|luogo_morte= [[Roma]]
|note=
|data_morte= [[31 ottobre]] [[1984]]
|utente= Retaggio
|titolo=
|data = giugno 2018}}
|professione= attore e regista teatrale e cinematografico
|partito=
|legislatura= [[VIII Legislatura della Repubblica Italiana|VIII]], [[IX Legislatura della Repubblica Italiana|IX Legislatura]]
|gruppo_parlamentare= [[Sinistra Indipendente]]
|coalizione=
|circoscrizione=
|nomina_senatore_a_vita=Nomina presidenziale
|data_nomina_senatore_a_vita=[[26 settembre]] [[1981]]
|incarichi=
}}
{{quote|Quando sono in palcoscenico a provare, quando ero in palcoscenico a recitare... è stata tutta una vita di sacrifici. E di gelo. Così si fa il [[teatro]]. Così ho fatto! |Dall'ultimo discorso pubblico al Teatro di [[Taormina]], [[1984]]}}
 
==Contenuti della voce==
{{Bio
La voce, dal mio punto di vista, è del tutto insoddisfacente. Confonde la venalità degli uffici (una pratica molto diffusa negli stati europei di ''ancien régime'', che consisteva nell'alienazione e nel diritto di trasmissione ereditaria delle cariche delle amministrazioni pubbliche in seguito al versamento di somme pecuniarie) con altre forme di "venalità" presenti e riscontrabili in epoche diverse e con differenti finalità, che sono da ascrivere semmai al campo della corruzione o sono da intendersi semplicemente come manifestazioni dell'importanza dell'uso denaro nell'esercizio del potere.<br/>
|Nome = Eduardo
Vorrei inoltre segnalare che è a mio avviso una palese forzatura inserire tra gli esempi di venalità delle cariche l'appalto delle imposte (l'esempio del pubblicano del Vangelo, ma anche di numerosi altri appaltatori di imposte durante il medioevo e gran parte dell'età moderna: gli appaltatori non erano "pubblici ufficiali"<ref>Su questo, mi pare che la nozione di [[pubblico ufficiale]] modernamente intesa sia molto ampia, e/o non sia applicabile alle epoche storiche in esame. (Filippof)</ref>, non detenevano cariche civili, né tantomeno poteri giurisdizionali<ref>E perché la venalità delle cariche dovrebbe essere circoscritta all'esercizio della [[giurisdizione]]? Dove mai ho scritto qualcosa del genere? (Filippof)</ref>), la formazione di contingenti militari o eserciti privati (l'esempio dei reggimenti: gli ufficiali delle gerarchie militari non sono "pubblici ufficiali", semmai rientrano in questa categoria quegli ufficiali militari dotati anche di poteri giurisdizionali<ref>E perché? Mi pare che continuiamo a confondere "cariche pubbliche" con "giurisdizione", concetto assai più ristretto. (Filippof)</ref>, come i castellani in epoca rinascimentale), e soprattutto cariche derivanti da elezione e non da nomina<ref>Che differenza fa se "compro" il Grande Elettore piuttosto che la carica in quanto tale? (Filippof)</ref>(l'esempio di Carlo V d'Asburgo, gli imperatori erano eletti e non nominati).<br/>
|Cognome = De Filippo
Alcune considerazioni sono poi totalmente inesatte, come ad esempio l'affermazione secondo la quale la venalità delle cariche sarebbe una testimonianza dei processi di cristallizzazione sociale e di chiusura aristocratica della società: al contrario (come si può leggere anche nella prima delle fonti citate) la venalità degli uffici era uno dei principali strumenti di ascesa sociale<ref>Qui posso parzialmente convenire, nel senso di ammettere che la venalità delle cariche permettesse alla [[borghesia]] di attingere a dignità "ex-nobiliari". (Filippof)</ref>, permettendo anche a individui provenienti dai ceti inferiori di accedere alla cosiddetta nobiltà di toga.<br/>
|PostCognomeVirgola = noto semplicemente come '''Eduardo'''<ref>solo in quanto attore; come autore e regista si firmava anche con il cognome.</ref>
Infine credo che una bibliografia minima relativa alla venalità delle cariche non possa prescindere, quanto meno, dal citare i lavori di Roland Mousnier, Klaus Malettke, Federico Chabod, Salvo Mastellone...<br/>
|PreData=
[[Utente:RBell|RBell]] 12:22, 21 set 2007 (CEST)
|Sesso = M
|LuogoNascita = Napoli
|GiornoMeseNascita = 24 maggio
|AnnoNascita = 1900
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 31 ottobre
|AnnoMorte = 1984
|Attività = attore teatrale
|Attività2 = commediografo
|Attività3 = regista teatrale
|AttivitàAltre ={{sp}}e [[regista cinematografico|cinematografico]]
|Nazionalità = italiano
|Categorie = no
|PostNazionalità = , fra i massimi esponenti della cultura italiana del [[XX secolo|Novecento]]. [[Senatore a vita]] della Repubblica e [[cavaliere di gran croce]]
}}
 
=== BiografiaGrazie… ===
Mi scuso per aver letto solo ora le tue interessanti critiche alla "mia" voce in oggetto (mi riservo di ritornarci, ora ''dovrei'' andare al lavoro…).
=== Figlio d'arte===
[[Immagine:Eduardo Scarpetta.jpg|thumb|left|150px|[[Eduardo Scarpetta]], padre di Eduardo De Filippo]]
 
Nel pregarti di voler modificare le parti che a tuo avviso "non vanno proprio", e/o suggerirmi delle "tracce" che io potrei poi sviluppare/adattare, desidererei che ''medio tempore'' mi indicassi per esteso la bibliografia che — sempre a tuo avviso — non può mancare.
[[Figlio naturale]] dell' attore e commediografo [[Eduardo Scarpetta]] e della sarta teatrale Luisa De Filippo, Eduardo e i suoi fratelli furono riconosciuti come figli dalla madre di cui assunsero il cognome De Filippo. Eduardo Scarpetta, sposato il [[16 marzo]] [[1876]] con Rosa De Filippo, da cui ebbe tre figli: Domenico, Maria e Vincenzo, ebbe una relazione extra-coniugale con Luisa De Filippo (figlia di Luca, fratello di Rosa De Filippo) da cui nacquero [[Titina De Filippo|Titina]], [[Peppino De Filippo|Peppino]] e Eduardo.
 
Io mi '''diletto''' soltanto di storia, sociologia, diritto… insomma, scienze sociali in genere, ma mi sembra che tu sia più professionale in merito.
Eduardo nasce a Napoli nel quartiere [[Chiaia]], (secondo alcuni in via dell'Ascensione n. 3<ref>[[Peppino De Filippo]], ''Una famiglia difficile'', [[Napoli]], [[Marotta]], [[1976]]</ref>, per altri in via Giovanni Bausan n. 15<ref>Federico Frascani, ''Eduardo segreto'', [[Napoli]], Guida, [[1974]]</ref>). A soli quattro anni è condotto per la prima volta su un palcoscenico, portato in braccio da un attore della compagnia di Scarpetta, [[Gennaro Della Rossa]], in occasione di una rappresentazione dell'operetta ''La Geisha'', al [[Teatro Valle]] di [[Roma]].
Cresce nell'ambiente teatrale napoletano insieme ai fratelli [[Titina De Filippo|Titina]], la maggiore, che aveva già agli inizi degli anni '10 un suo posto nella compagnia di [[Vincenzo Scarpetta]] (uno dei figli legittimi di Scarpetta) e [[Peppino De Filippo|Peppino]], il più piccolo che assieme ad Eduardo di tanto in tanto viene convocato per qualche apparizione in palcoscenico.
 
Lieto dell'incontro, e fiducioso in una feconda collaborazione.
Nel [[1912]] i De Filippo vanno ad abitare in via dei Mille, e sia Eduardo che Peppino vengono mandati a studiare al Collegio Chierchia, a [[Via Foria|Foria]]; qui, tra tentativi di fughe ed insofferenze varie, il piccolo Eduardo inizia a dilettarsi nella scrittura, producendo la sua prima poesia, con versi scherzosi dedicati alla moglie del direttore del collegio. Rientrato a casa, parte per [[Roma]] in cerca di indipendenza economica, ospite di una zia ed in cerca di qualche lavoretto nell'ambiente cinematografico, ma senza successo. Tornato a Napoli si cimenta nelle sue prime prove d'attore: prima recita nella rivista di [[Rocco Galdieri]], poi nella compagnia di [[Enrico Altieri]], quindi in altre compagnie come la ''Urciuoli-De Crescenzo'' e la ''Compagnia Italiana''. Ed è così che, tra un teatro e l'altro ([[Teatro San Ferdinando|San Ferdinando]], [[Teatro Orfeo|Orfeo]], [[Teatro Trianon|Trianon]]) conosce [[Totò]], che sarebbe diventato un suo grande amico.
--[[Utente:Filippof|Filippof]] - [[Discussioni_Utente:Filippof|Discutimi]] 08:12, 17 gen 2008 (CET)
 
===Nella compagniaReplica di VincenzoRBell Scarpetta===
Mi sembra che il principale punto di disaccordo (al di là di alcune divergenze di vedute relative a fatti secondari) stia nell'interpretazione da dare al termine venalità delle cariche: tu lo interpreti in maniera, per così dire, più estensiva; io invece lo circoscrivo entro limiti molto più ristretti. In conseguenza di questo la voce risulta a mio avviso sbilanciata, nel senso che dedica molto spazio a temi e fatti che riguardano la venalità in generale (ma non degli uffici), o gli antecedenti storici della v.d.u., o ancora quelli che potremmo definire effetti collaterali della v.d.u.; ma tocca soltanto in maniera superficiale il nocciolo del problema.<br />
[[Immagine:Eduardo e Pulcinella.jpg|200px|thumb|Eduardo e Pulcinella ([[Achille Millo]])]]
Non è che io sia un esperto in materia, la mia è soltanto una personalissima opinione, però per me si può parlare in senso proprio di venalità delle cariche soltanto quando uno Stato (il monarca, il principe, la repubblica ...) procede all'attribuzione delle cariche pubbliche richiedendo ai candidati che verranno nominati a ricoprire gli uffici dell'apparato burocratico statale il versamento di somme di denaro per ottenere tali nomine.<br />
Nel [[1914]] Eduardo entra stabilmente nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta, raggiungendo così la sorella Titina; tre anni dopo, con l'ingresso nella compagnia di Peppino, i tre fratelli si ritrovano a recitare insieme. Alla fine della guerra, Eduardo presta servizio di leva nei [[Bersaglieri]] (II Reggimento, di stanza a [[Trastevere]]) ed è incaricato dal comando di organizzare piccole recite per i soldati, di cui è anche autore oltre che attore e direttore di compagnia. Durante questo periodo matura sempre di più la voglia e la capacità di essere anche autore e regista oltre che attore, giungendo a scrivere nel [[1920]] la sua «prima commedia vera e propria»<ref>Eduardo De Filippo, ''Vita e opere. 1900-1984'', [[Mondadori]], [[Milano]], [[1986]]</ref>, ''[[Farmacia di turno]]'', atto unico dal finale amaro rappresentato l'anno successivo dalla compagnia di Vincenzo Scarpetta.
Perché ci sia venalità delle cariche devono insomma essere rispettate alcune condizioni:
* deve esistere uno Stato dotato di un apparato burocratico (anche se in forme molto diverse da quelle degli stati attuali);
* deve esistere la figura dell'ufficiale, inteso come funzionario facente parte di un apparato e subordinato a un potere o a una autorità superiore;
* l'ufficiale deve essere nominato (l'atto che gli conferisce i suoi poteri tecnicamente è detto "lettera patente di nomina") e non eletto, non cooptato, non deve ottenere l'incarico per aggiudicazione d'asta.
* deve esistere l'obbligo al pagamento in denaro per ottenere la nomina (che poi questa sia trasmissibile ereditariamente o decada con la morte dell'ufficiale non è elemento vincolante).<br />
La definizione di venalità delle cariche che viene data in [http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/u/u001.htm] è perfetta: questa è la venalità delle cariche e null'altro. È un fenomeno storico che si sviluppa nei secoli XIV-XVIII, soprattutto in Francia e Spagna, ma con qualche riflesso, magari tardivo e incompleto, anche negli antichi stati italiani del rinascimento e dell'età moderna.<br />
Un'ultima cosa, riguardo ad alcuni punti nelle mie osservazioni: riguardo agli ufficiali dotati di poteri giurisdizionali, il mio era soltanto un esempio, pensavo ad alcuni importanti uffici venali come i balivi in Francia, i castellani sabaudi o i podestà di molte città lombarde; sugli appaltatori delle imposte invece hai ragione, io avevo in mente gli appaltatori delle gabelle o delle tasse sul sale in Lombardia, un caso a parte che non può essere generalizzato; sull'imperatore Carlo V rimango invece della mia opinione, nella sua elezione c'è una componente di venalità, ma non di venalità degli uffici; e così pure mi rimangono molti dubbi sul fatto che nella creazione di eserciti (o di contingenti militari) privati si possano ravvisare elementi attribuibili alla venalità delle cariche.<br />
Grazie per l'attenzione<br />
Ciao, [[Utente:RBell|RBell]] 18:43, 17 gen 2008 (CET)
 
==Venalità della cariche o degli uffici?==
Dal fratellastro, Eduardo eredita, tra l'altro, anche quella severità e quel rigore che lo caratterizzeranno per tutta la vita sul lavoro e nei rapporti con gli altri, caratteristiche sovente enfatizzate da una sorta di leggenda ma che hanno senza dubbio un fondo di verità. Vincenzo Scarpetta propone in quell'epoca un repertorio essenzialmente basato sulle commedie del celebre padre oltre a ad altre commedie, a spettacoli di rivista e a sparute incursioni nel cinema, riscuotendo un buon successo di critica e di pubblico.
Ho riflettuto un poco sulla nostra discussione degli ultimi giorni, a proposito del senso più o meno restrittivo da attribuire alla venalità delle cariche. Ho dato per scontato sostenendo la mia tesi che i termini "venalità delle cariche" e "venalità degli uffici" siano dei sinonimi, che indichino la stessa cosa e siano quindi assolutamente intercambiabili tra loro. Ora però mi viene qualche dubbio. Raccogliendo i testi della bibliografia sulla v.d.u. così come la intendo io, e che ti avevo promesso, mi sono reso conto che si parla sempre di venalità degli "uffici" appunto, e quasi mai di "cariche", se non in alcuni testi abbastanza datati. La cosa non è molto chiara e definita, però mi sembra che differenze ci siano. In effetti dicendo "cariche" si comprende una gamma molto più vasta di concetti, che non dicendo "uffici": una carica ad esempio può benissimo essere elettiva e non necessariamente derivare da una nomina; una carica può non essere pubblica, ma privata (anche se parlando di epoche lontane dalla nostra la distinzione tra pubblico e privato può non essere così evidente e marcata); una carica può essere di tipo ecclesiastico (la venalità in questo caso è detta [[simonia]]).<br />
La mia proposta a questo punto è di mantenere l’attuale impostazione della voce, modificando la definizione della voce in modo da applicarle un significato più estensivo. Qualcosa del tipo:<br />
:La '''venalità delle cariche''' è una pratica di assegnazione delle cariche, degli uffici o di ogni altro incarico, pubblico o privato, civile o ecclesiastico, basata sulla vendita e sull’acquisto delle medesime, sia in forma di transazione legale e autorizzata, sia nel caso la compravendita abbia luogo illegalmente.<br />
E quindi creare una nuova sezione (o ampliare la sezione "Nozione più restrittiva" che hai già creato) o addirittura (e forse è la soluzione migliore...) creare una nuova voce: '''Venalità degli uffici''' o '''Venalità degli uffici pubblici''' (sulla seconda ho sempre qualche riserva sul termine "pubblici"). Nella quale sviluppare l’argomento (che è sicuramente molto più specifico e dai limiti molto più ristretti, forse addirittura un po’ troppo "specialistico"), magari evidenziando le differenze esistenti nelle differenti epoche, magari spiegando le peculiarità dei sistemi in uso nei vari stati europei e italiani, sicuramente aggiungendovi la bibliografia (a cui sto lavorando e che è incredibilmente vasta, forse troppo...). Di questo ovviamente, anche se con una certa gradualità, per il poco tempo a disposizione, posso farmi carico io.<br />
Questa potrebbe essere una buona soluzione, secondo me.
[[Utente:RBell|RBell]] 12:46, 19 gen 2008 (CET)
 
== Note ==
Nel [[1922]] scrive ''Ho fatto il guaio? Riparerò!'' che va in scena al [[Teatro Fiorentini]] quattro anni dopo e che prende in seguito il titolo definitivo di ''[[Uomo e galantuomo]]''; in questa commedia, tra le più comiche del repertorio eduardiano, l'autore introduce del temi che saranno una costante in numerose opere successive, come la pazzia (vera o presunta) e il tradimento, con un vago sentore pirandelliano che riporta al Ciampa de ''[[Il berretto a sonagli]]'', seppur seguendo nella struttura del testo, il modello scarpettiano della farsa tradizionale. Curiosa la citazione che Eduardo inserisce nella commedia, quasi a mo' di rivalsa, del lavoro di [[Libero Bovio]] ''Mala nova'' e che il drammaturgo e poeta napoletano non gradì.
{{references|2}}
 
== Propongo di eliminare la castroneria sulla discriminazione sessuale ==
Il rilievo che Eduardo acquisisce nella compagnia di Scarpetta è già notevole, nonostante la giovane età; ciò lo porta anche a maturare, specie nelle stagioni teatrali estive, esperienze diverse come le recite con i cosiddetti "seratanti" nel [[1921]] o come la messa in scena di ''Surriento gentile'', idillio musicale di [[Enzo Lucio Murolo]] opera per la quale Eduardo cura, per la prima volta nella sua lunga carriera, la regia ([[16 settembre]] [[1922]]).
 
Trattasi di assoluta castroneria, per ovvi motivi. Ma siccome "stupiditas imperat", mi spiego: L'impossibilità delle donne di combattere con armamento da campo non è una discriminazione. Il problema di "discriminare le donne" non si è mai posto a chi doveva organizzare un esercito.
Dopo la morte di Eduardo Scarpetta ([[29 novembre]] [[1925]]), Eduardo va a convivere con una giovane di nome Ninì, per la quale compone alcune poesie d'amore (tra cui ''E mmargarite'', la più antica tra quelle in seguito pubblicate<ref>Eduardo, ''Le poesie di Eduardo'', [[Einaudi]], [[Torino]], [[1975]]</ref>); viene raggiunto quindi dal fratello Peppino, che nel frattempo ha recitato senza alcun positivo riscontro economico, con la ''Compagnia Urciuoli'', e che forse spera di poter anch'egli essere scritturato da Scarpetta. Ma Eduardo decide di tentare l'avventura del teatro in lingua e si fa scritturare nella compagnia di [[Luigi Carini]] come attore "brillante" convincendo l'impresario a prendere anche Peppino. Ma Peppino ci ripensa per entrare nella Compagnia Vincenzo Scarpetta come sostituto del fratello. La parentesi dura poco ed Eduardo rientra nei ranghi, scrivendo nel [[1926]] ''[[Requie a l'anema soja]]'' (poi diventata ''I morti non fanno paura'') in cui recita vestito da "vecchio"; così dirà, molti anni dopo in un'intervista: «Non vedevo l'ora di diventare vecchio: così, pensavo, non avrò più bisogno di truccarmi. E poi, se faccio il vecchio da adesso, lo posso portare avanti. Se invece mi metto a fare il giovane, presto diranno: "È invecchiato!"<ref>Claudio Donat Cattin, ''Eduardo, l'arte di invecchiare'', intervista TV pubblicata su [[Il Tempo]] [[19 ottobre]] [[1984]]</ref>». Il tema della pazzia, stavolta vera e non presunta, torna prepotentemente nella commedia successiva, dal titolo emblematico di ''[[Ditegli sempre di sì]]'' che la compagnia di Scarpetta rappresenterà per la prima volta nel [[1927]].
 
=== Le prime esperienze in proprio ===
[[Immagine:Scarpetta e figli De Filippo.jpg|thumb|right|150px|Da sinistra: [[Eduardo de Filippo|Eduardo]], [[Luisa De Filippo|Luisa]], [[Eduardo Scarpetta]], [[Peppino De Filippo|Peppino]] e [[Titina De Filippo|Titina]].]]
Al termine della stagione teatrale del 1927, Eduardo tenta un esperimento "in proprio", mettendo su una sorta di cooperativa d'attori senza produttore nè finanziatore diretti, e per la quale chiama i fratelli Peppino e Titina a recitare in un sodalizio artistico con [[Michele Galdieri]] (amico di Eduardo e figlio del poeta Rocco); nasce così la ''Compagnia Galdieri-De Filippo'', di cui Eduardo è il direttore, che debutta con successo al Fiorentini di Napoli il 27 luglio con lo spettacolo dal titolo scaramantico ''La rivista ...che non piacerà''.
 
In quel periodo Eduardo conosce Dorothy Pennington ("Dodò"), un'americana di [[Filadelfia (Pennsylvania)|Philadelphia]] di cui si innamora, nonostante l'avversione della famiglia di lei, e che sposa a Roma con il [[Chiesa Evangelica|rito evangelico]] il [[12 dicembre]] [[1928]]. Intanto proseguono i tentativi di mettersi in proprio assieme ai fratelli e ancora come attore, autore e capocomico lavora nella ''De Filippo - Comica Compagnia Napoletana d'Arte Moderna''. Sempre nel 1928 scrive l'atto unico ''[[Filosoficamente]]'', che propone una sorta di ritratto della rassegnazione di un piccolo borghese; il testo però è il solo dell'autore napoletano a non essere mai stato portato sulla scena.
 
Nel [[1929]], usando degli pseudonimi (R. Maffei, G. Renzi e H. Retti), Eduardo e Peppino mettono in scena lo spettacolo comico ''Prova generale. Tre modi di far ridere'', lavoro in tre atti con prologo ed epilogo di Galdieri, rappresentato al Fiorentini. Numerose saranno negli anni a venire, le volte in cui Eduardo si firmerà, come autore teatrale con vari pseudonimi (tra i più noti, Tricot, Molise, C. Consul); ciò al fine di superare le difficoltà che aveva in quegli anni a farsi riconoscere dagli impresari i suoi diritti d'autore.
 
===="La Ribalta Gaia"====
Ma ben presto, Eduardo, Peppino e Titina vengono chiamati dall'impresario della ''Compagnia Molinari'', appena privatasi dell'apporto di [[Totò]] che vi aveva recitato, a costituire una ditta autonoma all'interno della compagnia stessa, la ''Ribalta Gaia'', assieme a [[Pietro Carloni]], [[Carlo Pisacane (attore)|Carlo Pisacane]], [[Agostino Salvietti]], [[Tina Pica]] e [[Giovanni Bernardi]]. I tre ottennero un buon successo nella rivista ''Pulcinella principe in sogno...''. Ed è all'interno dello spettacolo che viene inserita, come sketch, ''[[Sik-Sik, l'artefice magico]]'', tra le commedie più riuscite del periodo giovanile eduardiano, rappresentata al Teatro Nuovo nel [[1929]]<ref>Eduardo De Filippo, ''L'abbrustolaro'', Introduzione a M.R. Schiaffino, ''Le ore del caffè'', Idealibri, [[Milano]], [[1985]]</ref> (secondo alcuni nel [[1930]]<ref>Maurizio Giammusso, ''Vita di Eduardo'', [[Mondadori]], [[Milano]], [[1993]]-[[1995|95]]</ref>). Lo spettacolo, che narra con ilarità malinconica i risvolti amari della vita di un artista tormentato, povero e anche un po' filosofo, ottiene a Napoli un clamoroso successo di critica e di pubblico che viene in parte a mancare nella successiva rappresentazione estiva a [[Palermo]], dove Titina, inadatta al ruolo per lei non consono di soubrette, viene fischiata.
 
Eduardo è lanciato verso il successo e collabora anche agli altri copioni della ''Compagnia Molinari'', come autore (con [[Mario Mangini]] in ''Follia dei brillanti'' e ''La terra non gira'', con Carlo Mauro in ''La signora al balcone'', con Mangini e Mauro in ''C'era una volta Napoli'', ''Le follie della città'', ''E' arrivato 'o trentuno'', ''S'è 'nfuocato o sole!'', ''Cento di questi giorni'' e ''Vezzi e riso'').
 
===Il Teatro Umoristico "I De Filippo"===
 
Dal [[1931]] finalmente il sogno dei tre fratelli d'arte di recitare assieme in una compagnia tutta loro diventa realtà. Eduardo fonda, raccogliendo l'adesione dei fratelli, la compagnia del Teatro Umoristico "I De Filippo", che debutta con successo a Roma. Dopo alcune recite a [[Milano]], la compagnia è a Napoli al [[Teatro Kursaal]] (poi Filangieri) dove rappresentano ''O chiavino'' di Carlo Mauro, ''Sik-Sik'' e per la prima volta la commedia scritta da Peppino ''[[Don Rafele 'o trumbone]]''. Vanno quindi in scena l'adattamento ''[[L'ultimo Bottone]]'' (di Munos Seca e Garcia Alvarez) e una nuova commedia scritta da Eduardo dal titolo ''[[Quei figuri di trent'anni fa]]'' (titolo originario mutato per la censura, ''La bisca''). Gli ultimi giorni dell'estate i De Filippo sono a [[Montecatini]] dove presentano alcuni sketch assieme alla soubrette emergente Ellen Meis, senza riscuotere particolare successo, prima di tornare a recitare per l'ultima volta con la Molinari. Il 1931 è anche l'anno in cui Eduardo presenta, sotto lo pseudonimo di Tricot, ''[[Ogni anno punto e da capo]]'', in occasione di una serata della festa di [[Piedigrotta]] dedicata alla canzone al Teatro Reale, la cui prima rappresentazione avviene al Teatro Nuovo, all'interno dello spettacolo di rivista ''Cento di questi giorni'', in occasione di una serata in onore del fratello Peppino.
La scatenata verve comica dei tre fratelli risaliva alle forme [[farsa (teatro)|farsesche]] dell'antica [[commedia dell'Arte]], che Eduardo conosceva bene avendola studiata e non condividendone la visione che gli studiosi avevano di essa: si dimostrò, infatti, critico verso l'[[agiografia]] degli attori che ne veniva fatta.
 
====Natale in casa Cupiello====
{{Vedi anche|Natale in casa Cupiello}}
La commedia forse più nota di Eduardo, ''[[Natale in casa Cupiello]]'', portata in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli, il [[25 dicembre]] 1931, segna di fatto l'avvio vero e proprio della felice esperienza della Compagnia del "Teatro Umoristico I De Filippo", composta dai tre fratelli e da attori già famosi o giovani alle prime armi che lo diventeranno (Agostino Salvietti, Pietro Carloni, Tina Pica, [[Dolores Palumbo]], [[Luigi De Martino]], [[Alfredo Crispo]], [[Gennaro Pisano]]). A giugno Eduardo aveva firmato un contratto con l'impresario teatrale che lo impegnava per soli nove giorni di recite per presentare il suo nuovo atto unico subito dopo la proiezione di un film. Il successo della commedia fu tale che la durata del contratto fu prolungata sino al [[21 maggio]] [[1932]]. Nata come atto unico (l'odierno 2°), Eduardo aggiunse alla commedia altri due atti, quello di apertura (nel 1932 o [[1933]]) e quello conclusivo, dalla cronologia piuttosto controversa (per alcuni fu scritto nel [[1934]]<ref>Fiorenza Di Franco, ''Il teatro di Eduardo'', [[Laterza]], [[Bari]], [[1975]]</ref>, secondo altri addirittura nel [[1943]], secondo un'ipotesi più probabile ed avallata più tardi anche dallo stesso autore<ref>Giulio Trevisani, ''Storia e vita del teatro'', Ceschina, [[Milano]], [[1967]]</ref> che però definirà anche più tardi la commedia come «parto trigemino con una gravidanza durata quattro anni»). Nel ''Natale'' eduardiano tutto ruota attorno ad un pranzo natalizio che viene scosso da un dramma della gelosia. Sullo sfondo, il ritratto tragicomico del protagonista, Luca Cupiello, figura ingenua di un vecchio con comportamenti fanciulleschi ed immerso nelle sue fantasie e nel suo amore per il presepe, cui si dedica con passione, apparentemente incurante delle tragiche vicende familiari che gli ruotano attorno. Aspetti autobiografici sono rilevabili nella commedia, sebbene mai confermati dall'autore: i nomi dei protagonisti, Luca e Concetta, sono i medesimi infatti dei nonni di Eduardo.
 
====L'avanspettacolo====
Il prolungamento del contratto al Kursaal costringe la compagnia ad un superlavoro, dovendo cambiare spettacolo in cartellone praticamente ogni settimana, come consuetudine in quegli anni di [[avanspettacolo]], dove si recitava subito dopo la proiezione di un film. Numerosi sono i lavori portati in scena: oltre a ''Natale in casa Cupiello'', la compagnia proponeva sovente ''Sik-Sik'', ''Quei figuri di trent'anni fa'' oppure commedie in collaborazione con [[Maria Scarpetta]], sorellastra di Eduardo, come ''Parlate al portiere'', ''Una bella trovata'', ''Noi siamo navigatori'', ''Il thè delle cinque'', ''Cuoco della mala cucina''. Curioso è l'episodio della parodia di [[Cavalleria rusticana]] che la compagnia portava in scena e che turbò [[Pietro Mascagni]] al punto da farne bloccare le repliche. Nell'estate del 1932, la compagnia si trasferisce al cinema-teatro Reale mietendo un buon successo di pubblico e di critica; i tre fratelli vengono ormai chiamati semplicemente con il loro nome di battesimo, Eduardo, Peppino e Titina.
 
====Al Sannazaro====
Proprio quando i piccoli cinema-teatri dell'avanspettacolo iniziano a stare stretti alla compagnia "I De Filippo", e nello stesso tempo in cui Eduardo e Peppino sono impegnati con [[Tito Schipa]] nella lavorazione nel film ''[[Tre uomini in frac]]'' di [[Mario Bonnard]], l'impresario del [[Teatro Sannazaro]] li scrittura per la stagione del celebre teatro napoletano. Il nuovo sodalizio, che perde Salvietti ma mantiene tra gli altri, Carloni e Pisano, vede una maggiore presenza di Titina come prima attrice della compagnia; il debutto è datato [[8 ottobre]] 1932 con ''[[Chi è cchiu' felice 'e me!]]'' (due atti di Eduardo, scritta nel 1929) e ''Amori e balestre'' (atto unico di Peppino). Si inizia così a formare un primo "repertorio eduardiano" che la compagnia "I De Filippo" porta sulle scene, alternandolo con lavori scritti da Peppino e Titina stessi o da Maria Scarpetta, [[Ernesto Murolo]] e [[Gino Rocca]].
 
====La conquista dell'Italia====
[[File:Eduardo e Pirandello.jpg|200px|left|thumb|Eduardo incontra [[Luigi Pirandello|Pirandello]] ([[1933]])]]
Eduardo inizia a sentire il bisogno di abbandonare il "provincialismo" napoletano della compagnia e, anche spinto da benevoli spunti della critica decide che è giunto il momento per la sua compagnia di operare il decisivo salto di qualità per iniziare a calcare i più prestigiosi teatri italiani. Fu decisivo in tal senso l'incontro casuale con [[Luigi Pirandello]], che ebbe come conseguenze una grande interpretazione dell'opera ''[[Berretto a sonagli]]'' nei panni di Ciampa ([[1936]]) , la messa in scena di ''[[Liolà (Pirandello)|Liolà]]'' e la scrittura della commedia ''[[L'abito nuovo]]''. <ref>Racconta Andrea Camilleri che lavorò a lungo con Eduardo per la trasposizione televisiva delle sue commedie:«Io gli chiesi una volta dei suoi rapporti con Pirandello. Avevano fatto ‘L’Abito Nuovo’ insieme. Lui aveva una sorta di stima-disistima. Stima l’aveva come uomo di teatro, aveva minore stima come inventore di commedie. Mi raccontò che i ‘[[Sei personaggi in cerca d'autore|Sei Personaggi....]]’ in realtà non erano originali, ma risalivano non so a quale fonte. Però diceva alla fine: "Come l’ha saputo strutturare lui..."»</ref>.</br>
Il 20 dicembre [[1944]] recitò per l'ultima volta, al teatro Diana di Napoli, accanto a Peppino, con il quale esplose il diverbio finale<ref>Peppino lo ricostruisce così: offeso da un duro richiamo di Eduardo, salì in piedi su una sedia e battendo le mani, cominciò ritmicamente a scandire: "Duce, Duce, Duce!"; rivolgere quell'indirizzo sarcastico al fratello, che faceva il verso alla piaggeria delle masse verso il dittatore da poco deposto, significava censurare l'autoritarismo con cui Eduardo imponeva la sua visione alla compagnia, ma anche offenderlo con un riferimento politico nel quale sicuramente non si riconosceva (Cfr. P. De Filippo, Una famiglia difficile, Napoli, Marotta, 1977).</ref>: quindi fondò la nuova compagnia teatrale che si chiamò semplicemente "Il Teatro di Eduardo".
 
===La ricostruzione del Teatro San Ferdinando===
[[Immagine:Eduardo e Totò.jpg|thumb|right|150px|Eduardo e [[Totò]]]]
Nel [[1948]] egli acquistò il semidistrutto [[Teatro San Ferdinando]] di Napoli, investendo tutti i suoi guadagni nella ricostruzione di un antico teatro ricco di storia, mentre Napoli viveva una triste stagione all'insegna della più assurda speculazione edilizia. Il San Ferdinando fu inaugurato il [[22 gennaio]] [[1954]] con l'opera ''Palummella zompa e vola''. Eduardo cercò di salvaguardare la facciata [[XVIII secolo|settecentesca]] dello stabile realizzando all'interno un teatro tecnicamente all'avanguardia per farne una "casa" per l'[[attore (spettacolo)|attore]] e per il [[spettatore|pubblico]]. Al San Ferdinando interpretò le sue opere, ma mise in scena anche testi di autori napoletani per recuperare la tradizione e farne un "trampolino" per un nuovo Teatro.
 
Adottò il parlato popolare, conferendo in questo modo al [[dialetto napoletano]] la dignità di lingua ufficiale, ma elaborò una lingua teatrale che travalicò napoletano ed [[lingua italiana|italiano]] per diventare una lingua universale. Non vi è dubbio che l'azione e l'opera di Eduardo De Filippo siano state decisive affinché il "[[teatro dialettale]]", precedentemente giudicato di second'ordine dai critici, fosse finalmente considerato un "teatro d'arte".
 
Tra le opere più significative di questo periodo meritano una citazione particolare ''[[Napoli milionaria!]]'' ([[1945]]), ''[[Questi fantasmi!]]'' e ''[[Filumena Marturano]]''<ref>«La cosa che ritengo davvero straordinaria è come per i napoletani [Eduardo] sia ancora presente, vivo, nei modi di dire, nelle citazioni di sue battute. Noi siamo stati a Vicolo San Liborio, vicolo di "Filumena Marturano", ed è nata come una specie di piccola inchiesta e la gente è convinta che Filumena Marturano abitava lì e ci hanno mostrato la casa.»</ref> (entrambi del [[1946]]), ''[[Mia famiglia]]'' ([[1953]]), ''[[Bene mio e core mio]]'' ([[1956]]), ''[[De Pretore Vincenzo]]'' ([[1957]]), ''[[Sabato, domenica e lunedì]]'' ([[1959]]) scritto apposta per l'attrice [[Pupella Maggio]] nei panni della [[protagonista]].
 
===L'impegno politico===
Eduardo non abbandonò mai il suo impegno politico e sociale che lo vide in prima linea anche ad ottant'anni quando, nominato [[senatore a vita]]<ref>«Io sarò al Senato quello che sono stato sia nella vita, sia nelle commedie. È per quello che ho scritto che mi lusingo abbiano voluto compensarmi con la nomina a senatore. Quindi lo sapevano e lo sanno che io sono per il popolo». (Eduardo De Filippo, in occasione della nomina a senatore)</ref> lottò in Senato e sul palcoscenico per i minori rinchiusi negli istituti di pena. Nel [[1962]] partì per una lunga tournée in [[Unione Sovietica]], [[Polonia]] ed [[Ungheria]] dove poté toccare con mano la grande ammirazione che pubblico ed intellettuali avevano per lui.
 
Tradotto e rappresentato in tutto il mondo, combatté negli anni sessanta per la creazione a Napoli di un teatro stabile. Continuò ad avere successo e nel [[1963]] gli venne conferito il "Premio Feltrinelli" per la rappresentazione ''[[Il sindaco del rione Sanità]]'' (da cui nel [[1997]] sarà tratto un film interpretato da [[Anthony Quinn]]).
 
Del [[1973]] è ''[[Gli esami non finiscono mai]]'', allestito con successo per la prima volta a [[Roma]]: tale commedia gli permise di vincere il "premio Pirandello" per il teatro l'anno successivo. Dopo aver ricevuto due [[Laurea honoris causa|lauree ''honoris causa'']] (prima a [[Birmingham]] nel [[1977]] e poi a Roma nel [[1980]]) nel [[1981]] fu nominato [[senatore a vita]] e aderì al gruppo della [[Sinistra Indipendente]].
 
Quando morì, la camera ardente venne allestita al [[Senato della Repubblica|Senato]] e dopo le solenni esequie trasmesse in diretta televisiva e il commosso saluto di oltre trentamila persone fu sepolto al [[cimitero del Verano]].
 
Nel teatro italiano, la lezione di Eduardo resta imprescindibile non solo per quanto concerne la contemporanea [[drammaturgia]] napoletana ([[Annibale Ruccello]] ed [[Enzo Moscato]]) e tutta quella fascia di "spettacolarità" tra cinema-teatro-televisione che ha riconosciuto in [[Massimo Troisi]] il proprio campione; ma tracce dell'influenza di Eduardo si riconoscono anche in [[Dario Fo]] ed in tutta una serie di giovani "attautori" come [[Ascanio Celestini]] (soprattutto in merito al linguaggio) o di personalità sconosciute al grande pubblico che lavorano nell'ambito della "ricerca" (si ricordi ad esempio [[Gaetano Ventriglia]]).
 
=== Il cinema ===
[[Immagine:Gdp-spettac1-03.jpg|thumb|180px|I Fratelli De Filippo]]
 
Dal [[1932]] Eduardo De Filippo entrò prepotentemente anche nel mondo del grande schermo, sia come attore che come [[regista]] (ed occasionalmente anche come [[sceneggiatore]]): il suo esordio sul set avvenne con ''[[Tre uomini in frac]]'' di [[Mario Bonnard]] ([[1932]]). Eduardo venne scritturato assieme al fratello Peppino da [[Giuseppe Amato]] che li aveva visti recitare al Teatro Kursaal di Napoli. Il film aveva come protagonista il celebre cantante [[Tito Schipa]] al quale i due fratelli fanno da spalla. <ref>[http://w3.uniroma1.it/cta/eduardo/cinema/attore/treuomini.html in Terza Università Statale di Roma]</ref> La prima regia di Eduardo fu nel film, di cui fu anche interprete, ''[[In campagna è caduta una stella]]'' del [[1940]].
 
Amico e collaboratore di [[Vittorio De Sica]], per Vittorio egli inventò alcuni personaggi divertenti in alcune pellicole (''[[Tempi nostri]]'' e ''[[L'oro di Napoli (film)|L'oro di Napoli]]'') e curò la sceneggiatura di ''[[Matrimonio all'italiana]]'' ([[1964]]), [[remake]] di ''[[Filumena Marturano (film)|Filumena Marturano]]'', film diretto da Eduardo nel [[1951]] con lui e la sorella Titina protagonisti. Nel [[1950]] diresse e interpretò con [[Totò]] ''[[Napoli_milionaria_(film)|Napoli milionaria!]]''.
 
Dopo la regia di ''[[Spara forte, più forte... non capisco!]]'' del [[1966]] Eduardo abbandonò il cinema per dedicarsi alla TV, per la quale ripropose le sue commedie per tutto il decennio successivo e, nel [[1984]], l'anno della sua morte, interpretò il suo ultimo ruolo: il vecchio maestro nello sceneggiato ''[[Cuore (sceneggiato televisivo)|Cuore]]'', diretto da [[Luigi Comencini]] e tratto dal libro di [[Edmondo De Amicis]].
 
Eduardo avrebbe dovuto partecipare al film ''[[Porno-Teo-Kolossal]]'' di [[Pier Paolo Pasolini]], rimasto incompiuto per la morte prematura dell'intellettuale bolognese.
 
=== Vita privata ===
La vita privata di Eduardo, frenetica e confusa nel periodo pre-bellico, trovò invece pace e serenità negli anni della vecchiaia.
 
Tre sono state le donne importanti e straordinarie nella sua vita: Dorothy Pennington (una giovane e colta americana che sposò nel [[1928]]; il matrimonio fu annullato nel [[1952]] con sentenza del tribunale della [[Repubblica di San Marino]], poi convalidata anche da quello di [[Napoli]] nel [[1955]])<ref>Fonte: [http://www.defilippo.it/penziere/eduardo.htm Defilippo.it]</ref>, [[Thea Prandi]] (madre dei suoi figli Luisa e Luca, sposata il [[2 gennaio]] [[1956]]) e, infine, [[Isabella Quarantotti]], scrittrice e sceneggiatrice che sposò nel [[1977]].
 
Nel corso di pochi anni sopportò gravi lutti familiari: prima la morte della figlia Luisella, nel [[1960]], poi quella della moglie (da cui si era peraltro separato l'anno prima), nel [[1961]],<ref>[[Andrea Camilleri]] in un articolo scritto in memoria di Eduardo con cui ebbe frequentazioni di lavoro e d'amicizia ricorda questo episodio: «''L’immagine che uno aveva di Eduardo era di un uomo corazzato, un uomo che si difendeva anche recitando la parte che si era assegnata lui stesso nella vita. Non so come nel 1960 ero preoccupato perché una delle mie figlie aveva la febbre alta; non pensai all'incidente della bambina di Eduardo e gli dissi che ero un po’ preoccupato per mia figlia. Rispose: "Io l’ho persa una figlia". E mi raccontò minutamente come lui aveva vissuto la cosa e si mise a piangere. Non è una cosa che si sopportava facilmente veder piangere Eduardo. È stata una cosa inenarrabile, penosa. Mi dispiace anche di averla rammentata.''»</ref>ed infine l'addio alle scene (1953) e la morte (1963) di Titina, la sorella da sempre "ago della bilancia" tra le forti personalità di Eduardo e di Peppino. Il 4 marzo [[1974]], in seguito a un malore durante una rappresentazione scenica, gli fu applicato un [[pacemaker]]; tuttavia il 27 marzo era di nuovo sul palcoscenico.
 
=== L'incerta riconciliazione ===
Nonostante le voci di riconciliazione con il fratello Peppino in occasione della malattia di questi nel [[1980]], ripetute anche di recente dal figlio [[Luigi De Filippo|Luigi]]: {{Quote|Anni e anni dopo, quando mio padre si ammalò, avvisai Eduardo. Un po' si fece pregare, ma poi riuscii ad accompagnarlo in clinica; li lasciai da soli. Avevano tante cose da dirsi e poco tempo. Devo ammettere che come famiglia siamo stati molto uniti in scena, ma una volta chiuso il sipario, ognuno faceva la sua vita. Ho continuato a vedere Eduardo anche dopo il litigio.<ref>vedi: [http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/de-filippo/de-filippo/de-filippo.html?ref=search la Repubblica]</ref>}} secondo alcuni scrittori di argomenti teatrali i due fratelli in realtà non riuscirono a ricomporre i propri dissidi. "''I giornali scrissero quello che il pubblico voleva leggere''"<ref>M. Giammusso, ''Vita di Eduardo'', Ed. Mondadori, 1993 pag. 306</ref>.
 
Anche in occasione della morte di Titina nel [[1963]], Eduardo e Peppino avevano litigato accesamente, davanti alla sorella defunta e agli attoniti familiari di lei, a proposito del luogo di sepoltura<ref>vedi: [http://archiviostorico.corriere.it/1993/dicembre/22/Napoli_ricorda_sua_Titina_Filippo_co_0_93122213467.shtml Corriere della Sera]</ref>.
 
Si è scritto che alla notizia del peggioramento delle condizioni di Peppino, Eduardo andò sì a fargli visita ma una volta morto il fratello non partecipò alle esequie e la sera, rivolto al pubblico del [[Teatro Duse (Bologna)|teatro Duse di Bologna]] disse: "''Adesso mi manca. Come compagno, come amico, ma non come fratello''"<ref>op. cit. pag. 376</ref>.
 
== L'eredità ==
L'aver recitato al fianco di Eduardo è stato, per gli attori già noti al grande pubblico, il coronamento della carriera artistica; per altri, ancora sconosciuti, un irripetibile trampolino di lancio. Se ne elencano alcuni:
*[[Anna Maria Ackermann]]
*[[Giuseppe Anatrelli]]
*[[Franco Angrisano]]
*[[Carmelo Bene]]
*[[Regina Bianchi]]
*[[Tommaso Bianco]]
*[[Cloris Brosca]]
*[[Lando Buzzanca]]
*[[Enzo Cannavale]]
*[[Pietro Carloni]]
*[[Antonio Casagrande]]
*[[Marina Confalone]]
*[[Luisa Conte]]
*[[Ugo D'Alessio]]
*[[Isa Danieli]]
*[[Ferruccio De Ceresa]]
*[[Luca De Filippo]]
*[[Pietro De Vico]]
*[[Nuccia Fumo]]
*[[Nunzia Fumo]]
*[[Giacomo Furia]]
*[[Rino Genovese]]
*[[Aldo Giuffré]]
*[[Carlo Giuffré]]
*[[Marzio Honorato]]
*[[Angelica Ippolito]]
*[[Marisa Laurito]]
*[[Angela Luce]]
*[[Pupella Maggio]]
*[[Gino Maringola]]
*[[Nello Mascia]]
*[[Vittorio Mezzogiorno]]
*[[Linda Moretti]]
*[[Marina Pagano]]
*[[Dolores Palumbo]]
*[[Gennarino Palumbo]]
*[[Tina Pica]]
*[[Lina Polito]]
*[[Gigi Savoia]]
*[[Vincenzo Salemme]]
*[[Lina Sastri]]
*[[Mario Scarpetta]]
*[[Sergio Solli]]
 
Eduardo esercitò le sue capacità anche come insegnante essendo stato incaricato dall'[[Sapienza Università di Roma|Università "la Sapienza" di Roma]] come docente a contratto di Drammaturgia tra il [[1981]] e l'[[1982|82]].
 
== Carriera ==
{{Quote|Lo sforzo disperato che compie l'uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro|Da un manoscritto di Eduardo}}
 
{{MultiCol}}
=== Teatro ===
* ''[[Farmacia di turno]]'' ([[1920]])
* ''[[Uomo e galantuomo]]'' ([[1922]])
* ''[[Requie a l'anema soja...]]'' / ''[[I morti non fanno paura]]'' ([[1926]])
* ''[[Ditegli sempre di sì]]'' ([[1927]])
* ''[[Filosoficamente]]'' ([[1928]])
* ''[[Sik-Sik, l'artefice magico]]'' ([[1929]])
* ''[[Chi è cchiu' felice 'e me!]]'' ([[1929]])
* ''[[Quei figuri di trent'anni fa]]'' ([[1929]])
* ''[[Ogni anno punto e da capo]]'' ([[1931]])
* ''[[È arrivato 'o trentuno]]'' ([[1931]])
* ''[[Natale in casa Cupiello]]'' ([[1931]])
* ''[[L'ultimo Bottone]]'' ([[1932]])
* ''[[Gennareniello]]'' ([[1932]])
* ''[[La voce del padrone (De Filippo)|La voce del padrone]]'' / ''[[Il successo del giorno]]'' ([[1932]])
* ''[[Una bella trovata]]'' ([[1932]])
* ''[[Noi siamo navigatori]]'' ([[1932]])
* ''[[Thè delle cinque]]'' ([[1932]])
* ''[[Cuoco della mala cucina]]'' ([[1932]])
* ''[[Il coraggio]]'' ([[1932]])
* ''[[Il dono di Natale]]'' ([[1932]])
* ''[[Parlate al portiere]]'' ([[1933]])
* ''[[Tre mesi dopo]]'' ([[1934]])
* ''[[Sintetici a qualunque costo]]''
* ''[[Quinto piano, ti saluto!]]'' ([[1934]])
* ''[[Uno coi capelli bianchi]]'' ([[1935]])
* ''[[L'abito nuovo]]'' ([[1936]])
* ''[[Occhio alle ragazze!]]'' ([[1936]])
* ''[[Che scemenza]]'' ([[1937]])
* ''[[Il ciclone]]'' ([[1938]])
* ''[[Pericolosamente|Pericolosamente / San Carlino]]'' ([[1938]])
* ''[[La parte di Amleto]]'' ([[1940]])
* ''[[Basta il succo di limone!]]'' ([[1940]])
* ''[[Non ti pago]]'' ([[1940]])
* ''[[Io, l'erede]]'' ([[1942]])
* ''[[La fortuna con l'effe maiuscola]]'' ([[1942]])
* ''[[Sue piccole mani]]''
* ''[[Napoli milionaria!]]'' ([[1945]])
* ''[[Occhiali neri]]'' ([[1945]])
* ''[[Questi fantasmi!]]'' ([[1946]])
* ''[[Filumena Marturano]]'' (1946)
* ''[[Le bugie con le gambe lunghe]]'' ([[1947]])
* ''[[La grande magia]]'' ([[1948]])
* ''[[Le voci di dentro]]'' ([[1948]])
* ''[[La paura numero uno]]'' ([[1950]])
* ''[[Amicizia (De Filippo)|Amicizia]]'' ([[1952]])
* ''[[Mia famiglia]]'' ([[1955]])
* ''[[Bene mio e core mio]]'' ([[1955]])
* ''[[De Pretore Vincenzo]]'' ([[1957]])
* ''[[Il figlio di Pulcinella]]'' ([[1957]])
* ''[[Sabato, domenica e lunedì]]'' ([[1959]])
* ''[[Il sindaco del rione Sanità]]'' ([[1960]])
* ''[[Tommaso d'Amalfi]]'' ([[1962]])
* ''[[L'arte della commedia]]'' ([[1964]])
* ''[[Dolore sotto chiave]]'' ([[1964]])
* ''[[Il cilindro]]'' ([[1965]])
* ''[[Il contratto]]'' ([[1967]])
* ''[[Il monumento]]'' ([[1970]])
* ''[[Gli esami non finiscono mai]]'' ([[1973]])
 
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=== Cinema (attore) ===
* ''[[Tre uomini in frac]]'' (1932)
* ''[[Il cappello a tre punte]]'' (1934)
* ''[[Quei due (film 1935)|Quei due]]'' (1935)
* ''[[Sono stato io]]'' (1937)
* ''[[L'amor mio non muore (film 1938)|L'amor mio non muore]]'' (1938)
* ''[[Il Marchese di Ruvolito]]'' (1939)
* ''[[In campagna è caduta una stella]]'' (1939)
* ''[[Il sogno di tutti]]'' (1941)
* ''[[A che servono questi quattrini (film 1942)|A che servono questi quattrini]]'' (1942)
* ''[[Non ti pago!]]'' (1942)
* ''[[Il fidanzato di mia moglie]]'' (1943)
* ''[[Non mi muovo!]]'' (1943)
* ''[[La vita ricomincia]]'' (1945)
* ''[[Uno tra la folla]]'' (1946) di Ennio Cerlesi
* ''[[Assunta Spina]]'' (1948) di Mario Mattoli con Anna Magnani
* ''[[Campane a martello (film 1950)|Campane a martello]]'' (1949)
* ''[[Filumena Marturano]]'' (1951)
* ''[[Cameriera bella presenza offresi]]'' (1951) di Giorgio Pastina
* ''[[Cinque poveri in automobile]]'' (1952)
* ''[[Le ragazze di Piazza di Spagna]]'' (1952)
* ''[[Marito e moglie]]'' (1952)
* ''[[Ragazze da marito]]'' (1952)
* ''[[Napoletani a Milano]]'' (1953)
* ''[[Traviata '53]]'' (1953)
* ''[[Villa Borghese (film 1953)|Villa Borghese]]'' (1953)
* ''[[L'oro di Napoli (film)|L'oro di Napoli]]'' (1954)
* ''[[Tempi nostri]]'' (1954) film a episodi, regia di Alessandro Blasetti
* ''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]'' (1955)
* ''[[Fortunella (film 1958)|Fortunella]]'' (1958)
* ''[[Vento di passioni (film 1958)|Vento di passioni]]'' (1958) Regia di Richard Wilson
* ''[[Ferdinando I, re di Napoli]]'' (1959)
* ''[[Tutti a casa]]'' (1960)
* ''[[Fantasmi a Roma]]'' (1960)
 
=== Cinema (regista) ===
* ''[[In campagna è caduta una stella]]'' (1939)
* ''[[Ti conosco, mascherina!]]'' (1944)
* ''[[Napoli milionaria (film)|Napoli milionaria]]'' (1950)
* ''[[Filumena Marturano (film)|Filumena Marturano]]'' (1951)
* ''[[Marito e moglie]]'' (1952)
* ''[[Ragazze da marito (film 1952)|Ragazze da marito]]'' (1952)
* ''[[I sette peccati capitali (film 1952)|I sette peccati capitali]]'' (1952), (episodio ''Avarizia e ira'')
* ''[[Napoletani a Milano]]'' (1953)
* ''[[Questi fantasmi (film 1954)|Questi fantasmi]]'' (1954)
* ''[[Fortunella (film 1958)|Fortunella]]'' (1958)
* ''[[Sogno di una notte di mezza sbornia (teleteatro)|Sogno di una notte di mezza sbornia]]'' (1959)
* ''[[Oggi, domani, dopodomani]]'' (1965)
* ''[[Spara forte, più forte... non capisco!]]'' (1966)
 
===Prosa radiofonica===
* ''[[Il mio primo amore]]'' ([[6 marzo]] [[1937]])
*''[[Le voci di dentro]]'' , con Eduardo De Filippo, con [[Titina De Filippo]], [[Rosita Pisano]], [[Eduardo]], [[Aldo Giuffrè]], [[Vera Carmi]], [[Enzo Donzelli]], regia di Eduardo, trasmessa nel secondo programma, giovedì [[23 luglio]] [[1959]].
 
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=== Televisione ===
* Teatro in diretta (1955-56)
** ''[[Miseria e nobiltà (commedia)|Miseria e nobiltà]]''
** ''Non ti pago!''
** ''Questi fantasmi''
* Sei telefilm da sei atti unici (1956)
** ''Il dono di natale''
** ''[[Quei figuri di tanti anni fa]]''
** ''[[I morti non fanno paura]]''
** ''San Carlino 1900... e tanti''
** ''Amicizia''
** ''La chiave di casa''
* Teatro in diretta (1959)
** ''Tre calzoni fortunati''
** ''[[La fortuna con l'effe maiuscola]]''
** ''Il medico dei pazzi''
* Il teatro di Eduardo. Primo ciclo (1962)
** ''Tipi e figure''
** ''Poesie''
** ''L'avvocato ha fretta''
** ''Sik-Sik''
** ''Ditegli sempre di sì''
** ''Natale in casa Cupiello''
** ''Napoli milionaria''
** ''Questi fantasmi!''
** ''Filumena Marturano''
** ''Le voci di dentro''
** ''Sabato, domenica e lunedì''
* Un teleromanzo (1963)
** ''[[Peppino Girella]]'' (originale televisivo in sei puntate)
* Il teatro di Eduardo. Secondo ciclo (1964)
** ''Chi è più felice di me?''
** ''L'abito nuovo''
** ''Non ti pago!''
** ''La grande magia''
** ''La paura numero uno''
** ''Bene mio core mio''
** ''Mia famiglia''
** ''Il sindaco del rione Sanità''
* Il ciclo scarpettiano (1975)
** ''[[Lu curaggio de nu pompiere napulitano]]''
** ''[[Li nepute de lu sinneco]]''
** ''[[Na santarella]]''
** ''[['O tuono 'e marzo]]''
* Il teatro di Eduardo. Terzo ciclo (1975-1976)
** ''[[Uomo e galantuomo]]''
** ''[[De Pretore Vincenzo]]''
** ''[[L'arte della commedia]]''
** ''[[Gli esami non finiscono mai]]''
* Il teatro di Eduardo. Quarto ciclo (1977-1981)
** ''Natale in casa Cupiello'' (1977)
** ''Il cilindro'' (1978)
** ''Gennareniello'' (1978)
** ''Quei figuri di tanti anni fa'' (1978)
** ''Le voci di dentro'' (1978)
** ''Il sindaco del rione Sanità'' (1979)
** ''Il contratto'' (1981)
** ''Il berretto a sonagli'' (1981)
* Serata d'onore (1978)
** ''Lieta serata insieme a Eduardo e ai suoi compagni d'arte''
* Lirica in TV (1959, 1977, 1984)
** ''La pietra del paragone'' (1959)
** ''Napoli milionaria!'' (1977)
** ''La pietra del paragone'' (1984)
* ''[[Cuore (sceneggiato televisivo)|Cuore]]'' (1984)
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==Opere di Eduardo==
===Teatro===
* ''Teatro. Cantata dei giorni pari'', Edizione critica e commentata a cura di Nicola De Blasi e Paola Quarenghi, Milano, Mondadori (I Meridiani) 2000
* ''Teatro. Cantata dei giorni dispari'', tomo I, Edizione critica e commentata a cura di Nicola De Blasi e Paola Quarenghi, Milano, Mondadori (I Meridiani) 2005
* ''Teatro. Cantata dei giorni dispari'', tomo II, Edizione critica e commentata a cura di Nicola De Blasi e Paola Quarenghi, Milano, Mondadori (I Meridiani) 2007
* ''Cantata dei giorni pari'', ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1959]])
* ''Cantata dei giorni dispari '' (3 volumi), ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1995]])
* ''I capolavori di Eduardo'' (2 volumi), ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1973]])
* ''Tre commedie'' (con nota introduttiva di G. Davico Bonino), ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1992]])
 
===Adattamenti e lavori teatrali in collaborazione===
* ''[[L'ultimo Bottone]]'', (adattamento da Munos Seca e Garcia Alvarez)
* ''[[Sogno di una notte di mezza sbornia]]'', (adattamento libero di ''L'agonia di Schizzo'' di [[Athos Setti]]) ([[1936]])
* ''Pulicinella ca va' truvanno 'a fortuna soia pe' Napule'' di P. Altavilla (libero adattamento di Eduardo), (Edizioni del [[Teatro San Ferdinando]], [[Napoli]], [[1958]])
* ''La fortuna con l'effe maiuscola'' (in collaborazione con [[Armando Curcio]], in "Il teatro di Armando Curcio", Curcio, [[Milano]], [[1977]])
* ''La tempesta di William Shakespeare nella traduzione in napoletano di Eduardo De Filippo'', ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1984]])
* ''Peppino Girella'' (da una novella di Isabella Quarantotti De Filippo, Editori Riuniti, [[Roma]], [[1964]])
* ''Eduardo De Filippo presenta 4 commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta'' (liberi adattamenti di Eduardo), ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1974]])
* ''Simpatia'' (in collaborazione con la Scuola di drammaturgia di [[Firenze]]), ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1981]])
* ''Mettiti al passo!'', (commedia di Claudio Brachini su soggetto di Eduardo), ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1982]])
* ''L'erede di Shylock'' (commedia di Luciana Lippi su soggetto di Eduardo), ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1984]])
* ''Un pugno d'acqua'' (commedia di Renato Iannì su soggetto di Eduardo), ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1985]])
* ''Teatro. Cantata dei giorni pari'', a cura di Nicola De Blasi e Paola Quarenghi, Milano, Mondadori (I Meridiani) 2000
* ''Teatro. Cantata dei giorni dispari'', tomo I, a cura di Nicola De Blasi e Paola Quarenghi, Milano, Mondadori (I Meridiani) 2005
* ''Teatro. Cantata dei giorni dispari'', tomo II, a cura di Nicola De Blasi e Paola Quarenghi, Milano, Mondadori (I Meridiani) 2007
 
===Poesie e racconti===
Della produzione artistica di Eduardo non vanno dimenticate le poesie di cui lo stesso autore ce ne racconta la genesi:«''Dopo aver scritto poesie giovanili, come fanno più o meno tutti i ragazzi, questa attività divenne per me un aiuto durante la stesura delle mie opere teatrali. Mi succedeva, a volte, riscrivendo una commedia, d'impuntarmi su una situazione da sviluppare, in modo da poterla agganciare più avanti a un'altra, e allora, messo da parte il copione, per non alzarmi dal tavolino con un problema irrisolto, il che avrebbe significato non aver più voglia di riprendere il lavoro per chissà quanto tempo, mi mettevo davanti un foglio bianco e buttavo giù versi che avessero attinenza con l'argomento e i personaggi del lavoro interrotto.''
 
''Questo mi portava sempre più vicino all'essenza del mio pensiero e mi permetteva di superare gli ostacoli.''
 
''Per esempio, ''La gatta d' 'o palazzo'' e ''Tre ppiccerilli'' <ref>Tre ppiccerille,<br/>
sott'a nu mbrello:<br/>
duje bruttulille,<br/>
n'ato cchiù bello.<br/>
Chillu occhiù bello,<br/>
cchiù strappatiello,<br/>
purtav' 'o mbrello,<br/>
a rras' 'e cappiello.<br/>
(da "Tre ppiccerille" in op.cit.)<br/></ref>
''mi aiutarono ad andare avanti con Filumena Marturano. Come la gatta lascia il biglietto da mille lire e mangia il cibo, così Filumena non mira al danaro di Domenico Soriano ma alla pace e alla serenità dei suoi figli.''
 
''I quali figli sono poi i tre bambini sotto un ombrello che vidi davvero una mattina in un vicolo di Napoli, uniti nella poesia, separati nella vicenda teatrale fino al momento della rivelazione di Filumena... A poco a poco ci ho preso gusto e ora scrivo poesie anche indipendentemente dalle commedie».'' (in nota di copertina a "Eduardo De Filippo,''Le poesie'', Einaudi, Collana: ET Poesia, 2005"
 
* ''Il paese di Pulcinella'', (Casella, [[Napoli]], [[1951]])
* '' 'O Canisto'', (Edizioni del Teatro San Ferdinando, [[Napoli]], [[1971]])
* ''Le poesie di Eduardo'', ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1975]])
* '' 'O penziero e altre poesie di Eduardo'', ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1985]])
* ''È asciuto 'o sole'', (poesia inedita del 1973, Mercurio di [[La Repubblica]], n.20, [[19 maggio]] [[1990]]).
 
===Altri scritti===
* ''Io e la nuova commedia di Pirandello'', Il Dramma, [[1º giugno]] [[1936]]
* ''Lettera al Ministro dello Spettacolo'', in L. Bergonzini e F. Zardi, "Teatro anno zero", (Parenti, [[Firenze]], [[1961]])
* ''Prefazione'' a M. Mangini, "Eduardo Scarpetta e il suo tempo", (Montanino, [[Napoli]], [[1961]])
* ''Sulla recitazione'', in "Actors in Acting", Crown Publishers, ([[New York]], [[1970]])
* ''Il teatro e il mio lavoro'', in "Adunanze straordinarie per il conferimento dei premi A. Feltrinelli", vol. I, fasc. 10, ([[Accademia Nazionale dei Lincei]], [[Roma]], [[1973]])
* ''I fantasmi siamo noi!'', lezione-spettacolo, ([[Piccolo Teatro di Milano]], n. 3, [[1985]])
* ''L'abbrustolaro'', Introduzione a M.R. Schiaffino, "Le ore del caffè", (Idealibri, [[Milano]], [[1985]])
* ''Lezioni di teatro. All'Università di Roma "La Sapienza"'', a cura di P. Guarenghi, prefazione di F. Marotti, ([[Einaudi]], [[Torino]], [[1986]])
 
==Onorificenze==
{{Onorificenze
|immagine=Cordone di gran Croce OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica Italiana
|motivazione=<ref>[http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=35265&iddecorato=34812 Dal sito del Quirinale]</ref>
|luogo=[[Roma]], [[2 giugno]] [[1973]].
}}
* [[Ambrogino d'oro]] e cittadinanza onoraria di Milano
* Cittadinanza onoraria di [[Mola di Bari]]
* [[Premio Feltrinelli]] dell'[[Accademia dei Lincei]] di [[Roma]], [[1972]]
 
==Note==
Le note 2, 3, 4 e 6 sono tratte da un articolo dello scrittore siciliano [[Andrea Camilleri]] riportato nel sito [http://www.vigata.org/eduardo/eduardo.shtml vigata.org ]
{{references|2}}
 
== Altra castroneria da eliminare: confusione di ideologia e mentalità ==
== Bibliografia ==
*[[Luigi Silori]], ''Eduardo De Filippo'', [[Belfagor (rivista)|Belfagor]] n. VI, [[Firenze]], [[D'Anna]], [[1950]]
*Vito Pandolfi, ''Eduardo De Filippo'' [[Milano]], [[Marzorati]], [[1970]]
*Federico Frascani, ''Eduardo segreto'', [[Napoli]], Guida, [[1974]]
*[[Peppino De Filippo]], ''Una famiglia difficile'', [[Napoli]], [[Marotta]], [[1976]]
*Giovanni Antonucci, ''Eduardo De Filippo: introduzione e guida allo studio dell'opera eduardiana - storia e antologia della critica'' [[Firenze]], [[Le Monnier]], [[1981]]
*Andrea Bisicchia, ''Invito alla lettura di Eduardo De Filippo'', [[Milano]], [[Mursia]], [[1982]]
*[[Emma Giammattei]], ''Eduardo De Filippo'', [[Firenze]], [[La Nuova Italia]], [[1983]]
*Paolo Calcagno, ''Eduardo: la vita è dispari'', con un intervento di [[Dario Fo]], [[Napoli]], [[Pironti]], [[1985]]
*Isabella Quarantotti De Filippo, Sergio Martin (a cura di), ''Eduardo: polemiche, pensieri, pagine inedite'', [[Milano]], [[Bompiani]], [[1985]]
*Anna Barsotti, ''Introduzione a Eduardo'', [[Roma]]-[[Bari]], [[Laterza]], [[1992]]
*Augusto Carloni, ''Natale in casa De Filippo'', [[Napoli]], [[Benincasa]], [[1993]]
*Maurizio Giammusso, ''Vita di Eduardo'', [[Milano]], [[Mondadori]], [[1993]]-[[1995|95]]
*Paola Quarenghi, ''Lo spettatore col binocolo: Eduardo De Filippo dalla scena allo schermo'', [[Roma]], [[Edizioni Kappa]], [[1995]]
*Pio Cocorullo, ''Eduardo'', [[Roma]], [[Newton Compton]], [[1996]]
*[[Italo Moscati]] (a cura di), ''Il cattivo Eduardo'', [[Venezia]], [[Marsilio]], [[1998]], ISBN 88-317-6958-8
*Maria Procino Santarelli, ''Eduardo dietro le quinte. Un capocomico-impresario attraverso cinquant'anni di storia, censura e sovvenzioni (1920-1970)'', [[Roma]], [[Bulzoni]], [[2003]]
*[[Utente:Gianmi|Gianmichele Cautillo]], ''Gli esami di Eduardo. Analisi della commedia "Gli esami non finiscono mai" di Eduardo De Filippo'', [[Roma]], [[Il Calamaio]], [[2007]], ISBN 978-88-87277-67-8
* [[Pasquale Sabbatino]], ''Le città indistricabili. Nel ventre di Napoli da Villari ai De Filippo'', [[Napoli]], [[Edizioni Scientifiche Italiane]], [[2007]], ISBN 978-88-495-1416-2
 
"Sul piano dell'ideologia, evidentemente la venalità delle cariche è il riflesso di una mentalità incapace di distinguere il patrimonio dello stato da quello del re e/o dell'élite dominante."
==Voci correlate==
Questa frase è completamente insensata. Confonde mentalità e ideologia e dimostra totale incomprensione dell'ordine feudale.
*[[Teleteatro]]
*[[Eduardo Scarpetta]]
*[[Titina De Filippo]]
*[[Peppino De Filippo]]
*[[Isabella Quarantotti]]
 
== Collegamenti esterni modificati ==
== Altri progetti ==
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Gentili utenti,
== Collegamenti esterni ==
* [http://w3.uniroma1.it/cta/eduardo/ Sito dedicato a Eduardo de Filippo]
* [http://www.eduardodefilippo.it Sito omaggio al maestro Eduardo De Filippo]
* [http://www.defilippo.it Sito ufficiale della compagnia De Filippo]
* {{Imdb|nome|0208370}}
* [http://archiviteatro.napolibeniculturali.it/index_html/ L'Archivio Eduardo De Filippo (Archivi di teatro Napoli)]
* [http://www.vigata.org/eduardo/eduardo.shtml Il racconto di Andrea Camilleri sull'esperienza televisiva di Eduardo De Filippo]
* [http://archiviteatro.napolibeniculturali.it/attivita/centanni/index_html Mostra virtuale] per il centenario della nascita di Eduardo
* [http://www.campani.eu/personaggi-illustri-ed-emergenti/eduardo-e-le-nostre-voci-di-dentro.html (Eduardo e Le Voci di Dentro)] Campani.eu
* [http://www.antoniodecurtis.org/eduardo_de_filippo.htm "Scheda + clip Totò visto da Eduardo De Filippo"]
 
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