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Castello di Schio è il toponimo di una zona centrale di Schio che ricorda l'antica presenza di un castello, di cui resta oggi soltanto la torre merlata svettante, inglobata nella chiesetta di Santa Maria della Neve, attualmente sconsacrata. L'intera area del castello, una sorta di piccola collinetta che si eleva in pieno centro cittadino, è adibita a parco pubblico.
{{Avvisounicode}}
{{nota disambigua|altri significati|[[Anima (disambigua)]]}}
 
Storia
[[File:Wolf von Hoyer, Psyche.jpg|thumb|125px|right|[[Psiche]], personificazione dell'anima nella [[mitologia greca]]]]
L''''anima''' (dal [[lingua latina|latino]] ''anima'', connesso col [[lingua greca|greco]] ''ànemos'', «soffio», «vento»), in molte [[religioni]], [[tradizioni]] [[spiritualità|spirituali]] e [[filosofia|filosofie]], è la parte spirituale ed [[eternità|eterna]] di un [[essere vivente]], comunemente ritenuta indipendente dal [[corpo umano|corpo]], poiché distinta dalla parte fisica. Tipicamente si pensa che consista della [[coscienza (filosofia)|coscienza]] e della [[personalità]] di un [[essere umano]], e può essere sinonimo di «[[spirito]]», «[[mente]]» o «[[Io (psicologia)|io]]». Si crede che l'anima continui a vivere dopo la [[morte]] fisica della persona, e alcune religioni postulano che sia [[Dio]] a creare o generare le anime. In alcune culture, si dice che gli esseri viventi non umani e, talvolta, altri oggetti (come i [[fiumi]]) abbiano un'anima, una credenza nota come [[animismo]].
 
Pianta del castello di Schio realizzata da Carlo Letter nel 1890 in base ai rilevamenti effettuati sul posto[1]
I termini «anima» e «spirito» vengono spesso usati come sinonimi, anche se il primo è maggiormente legato al concetto di [[individuo|individualità]] di una persona.<ref>[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Vocabolario_online/A/VIT_III_A_005783.xml Vocabolario Treccani].</ref>
Secondo studi di toponomastica e rilievi di tipo archeologico si evince come nel solo alto vicentino - oltre che quello di Schio - ci fossero una ventina di castelli, come quello di Magré che si trovava in una collina poco distante.
 
Dai reperti archeologici emersi dagli scavi del 1919, l'epoca di fondazione del primitivo castello di Schio parrebbe risalire all'età del ferro, cosicché potrebbe essere stato costruito dalle popolazioni degli Euganei o dei Veneti. In epoca medioevale sorse qui il castello dei Maltraversi, conti di Vicenza, i quali, con la parentesi ezzeliniana, dominarono fino al 1311. Il castello passò alla città di Vicenza, quindi agli Scaligeri e nel 1314 fu danneggiato dai padovani. Nel 1382 fu dei Visconti, del conte Giorgio Cavalli che lo rinforzò, poi passò sotto Venezia[2].
Anche le parole «anima» e «[[psiche]]» possono essere considerate come sinonimi, sebbene «psiche» abbia connotazioni relativamente più fisiche, mentre l'anima è collegata più strettamente alla [[metafisica]] e alla religione. Nella [[Grecia antica]] si faceva a volte riferimento all'anima con il termine ''psyche'', da collegare con ''psychein'', «respirare», «soffiare». Nell'[[Induismo]] in generale si fa riferimento all'[[Ātman]].
 
Nel 1412, solo 6 anni dopo che la Serenissima aveva preso il controllo della zona di Schio, il castello venne smantellato[3], probabilmente per volontà di Vicenza che voleva così tenere il territorio scledense sotto controllo[4]. Schio era infatti retta da un vicario nominato da Vicenza, ma ambiva a divenire una Podestaria, con un Podestà nominato direttamente da Venezia, al pari di Lonigo e Marostica[4]. La comunità scledense inviò in più occasioni a Venezia suppliche finalizzate al ripristino del castello di Schio: nel 1477, nel 1487 e infine nel 1508[4]. Durante il periodo della guerra della Lega di Cambrai la comunità di Schio assunse in varie occasioni atteggiamenti filo-imperiali, soprattutto finalizzati alla volontà di svincolarsi dal controllo del territorio da parte di Vicenza[4]: il castello non venne quindi rinforzato. Nel 1514 il castello fu demolito definitivamente per ordine di Venezia[5]: Bartolomeo d'Alviano aveva predisposto la distruzione dei castelli di Schio e Pievebelvicino, questo atto fu anche una risposta agli atteggiamenti di mancato riconoscimento da parte della comunità locale dell'autorità del vicario scelto da Vicenza, Gaetano Repeta[4].
== Il concetto di anima nella filosofia occidentale ==
=== Greci ===
Il concetto di anima compare la prima volta con [[Socrate]], il quale ne fece il centro degli interessi della filosofia. Prima di lui, i filosofi erano soliti occuparsi di questioni attinenti al mondo o la [[natura]], e la nozione di anima possedeva connotati esclusivamente [[mitologia|mitologici]], ad esempio negli autori epici come [[Omero]] e [[Virgilio]], dove era assimilata ad un "soffio" che abbandona il corpo nel momento della morte; allora si riteneva che essa avesse soltanto la consistenza di un'ombra, capace di sopravvivere nell'[[Ade (regno)|Ade]] ma senza più poter esplicare la sua energia vivificatrice.
 
Da quell'epoca il castello di Schio è rimasto solo nei dipinti di un pittore, non è chiaro peraltro quanto lo stesso abbia rispettato la fisionomia reale del sito: ne resta infatti memoria in un dipinto di Francesco Verla datato 1512 conservato nella chiesa di San Francesco[1]. Si ritiene che la struttura complessiva del castello comprendesse dei posti di guardia esterni posti lungo le direttrici di accesso allo stesso; uno dei quali è ancora esistente, pur se trasformato in civile abitazione[1].
È solo con Socrate, e col suo discepolo [[Platone]], che sarà utilizzato il termine ''psyché'' (anima) per designare il mondo interiore dell'uomo, a cui viene ora assegnata piena dignità.
 
Dell'antico castello oggi rimane solo la spianata con i resti dei basamenti di due torri ora scomparse, la torre campanaria merlata con l'orologio installato nel 1900 (di fatto considerata la torre civica di Schio) e l'attigua chiesa di Santa Maria della Neve, sorta negli ultimi anni del XIV secolo, ma riedificata nel Settecento. Nel XVIII secolo la chiesa fu sede della Confraternita del Confalone e nel 1810, una volta soppressa la confraternita, fu chiusa al culto e sconsacrata; gli ornamenti furono dispersi. Fu acquisita dal Comune nel 1828[6]. Fu quindi adibita a quartiere militare sia dai francesi che dagli austriaci e nel 1875 fu attrezzata a palestra dalla Società Ginnastica Fortitudo[2]. Oggi è sede del Circolo fotografico.
{{quote|Il concetto di [[psiche]] inventato da [[Socrate]] e codificato da [[Platone]] è centrale a questo proposito: Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la [[psicoterapia]], potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronunciava sull'[[immortalità]] dell'anima, perché non aveva ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia la ''psyche''. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una creazione [[cristianesimo|cristiana]]: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di [[risurrezione]] dei corpi. Che poi i primi pensatori della [[Patristica]] abbiano utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il concetto di ''psyche'' è una grandiosa creazione dei greci. L'[[Civiltà occidentale|Occidente]] viene da qui.|[[Giovanni Reale]]}}
 
Negli anni quaranta, sotto il colle del castello, fu realizzato un rifugio antiaereo scavato nella roccia. Tale tunnel, munito di due entrate e rinforzato in calcestruzzo, ha una superficie interna di circa 500 metri quadrati ed una lunghezza di circa 100 metri. Tra il 2008 e il 2010 il rifugio è stato liberato da detriti e restaurato, e adibito alla stagionatura e maturazione di vini e formaggi locali, grazie al microclima interno particolarmente favorevole[7].
Secondo [[Platone]], l'anima è per sua natura simbolo di purezza e spiritualità. Ha la sua origine nel soffio divino (da cui il significato stesso della parola, ossia: ''vento'', ''soffio''). Essa non ha un inizio, in quanto è ingenerata; ed è immortale e incorporea. L'anima presente in ogni uomo sarebbe inoltre un frammento dell'[[anima del mondo]].<ref>Platone, ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'', VIII, 34-37.</ref> Secondo la contrapposizione [[Gnosticismo|gnostica]] tra [[Dio]] (pura perfezione, bene) e [[materia (filosofia)|materia]] (imperfezione, male), ripresa dallo stesso Platone, l'anima sarebbe stata calata da Dio in un corpo materiale e perciò contaminata dall'intrinseca malvagità della materia stessa.
 
Descrizione
Nel tentativo di superare il dualismo platonico, [[Aristotele]] intende l'anima come ''[[entelechia]]'', cioè forma e principio di vita che anima e governa il corpo. Di tale principio egli distingue le funzioni, personificandole in tre anime:
La ex chiesa di Santa Maria della Neve si presenta come una semplice costruzione in pietrame e cocci a vista con facciata a capanna; essa presenta un portale con cornice in pietra bianca sormontata da una ulteriore apertura ad arco, anch'essa corniciata in pietra. La fiancata sinistra è forata da una finestrella ed una porta; anche quella di destra, poco visibile perché esposta sul ciglio della collina, presenta delle finestre. La zona absidale presenta un elemento di minor altezza rispetto alla chiesa, forato da una finestra ad arco, fiancheggiato dalla torre. La torre, a base quadrangolare, presenta una cella campanaria definita da una bifora; sotto di essa, sui due lati del campanile più visibili, sono posti i quadranti dell'orologio. A concludere la torre un motivo ornamentale a merli.
* ''anima vegetativa'', che governa le funzioni fisiologiche [[istinto|istintive]] (quelle che noi chiamiamo "animali", appunto: nutrizione, crescita, riproduzione);
* ''anima sensitiva'', che presiede al movimento e all'attività sensitiva;
* ''anima intellettiva'', che è la fonte del pensiero razionale e governa la conoscenza, la volontà e la scelta.
Un principio di [[eternità]] riposa nell'anima intellettiva, che per ciò risiede nel singolo corpo ma non ne dipende. Tuttavia, Aristotele non chiarisce i rapporti tra quest'anima e le altre, nè se l'eternità dell'anima intellettiva sia anche individuale.
 
L'interno è ritmato da lesene lungo le pareti, il pavimento è in marmo bicolore con motivo a scacchiera, mentre il soffitto è decorato a stucchi, in linea con il gusto estetico settecentesco.
Per [[Plotino]] l'Anima è la terza [[Ipostasi (filosofia e teologia)|ipostasi]], la cui essenza è immortale, intellettiva e divina. Vi è un'anima universale, emanazione della sovra-realtà dell'[[Intelletto]], che plasma e vitalizza l'intero universo (diventando [[Anima del mondo]]), e anime individuali, per tutti gli esseri viventi. Seguendo il [[Timeo (dialogo)|''Timeo'']] di [[Platone]], Plotino attribuisce anime anche agli astri e ai pianeti.
La singolarità del pensiero di questo filosofo riguardo l'anima sta nel suo averla sdoppiata in "Anima superiore", originaria e legata al divino, e "Anima inferiore" (appunto Anima del mondo), preposta al governo del cosmo o, nel caso degli individui, al governo del corpo.
 
L'anima originaria per il filosofo non è mai oggetto di "caduta" e non discende mai nel mondo materiale. La discesa nel corpo consiste infatti in una propensione ("inclinazione") verso il sensibile e il particolare che si realizza in una sorta di emanazione.<ref>Plotino, ''Enneadi'', I 1, 12.</ref> L'anima originale (a. superiore) produce così una specie di riflesso, una seconda parte dell'anima (a. inferiore) la cui funzione consiste nel muovere e guidare il corpo. Ciò avviene sia a livello individuale (ogni essere vivente possiede infatti un'anima superiore rivolta all'Intelletto e in perenne contemplazione, e un'anima inferiore, visibile come governo dell'anima e identificata con l'Io terreno) che a livello universale (l'Anima ipostasi, che procede dall'intelletto, emana da sé l'anima del mondo - l'anima inferiore dell'universo - che plasma e muove armoniosamente il tutto).
Per quanto riguarda l'etica, Plotino ritiene che l'anima superiore sia esente dal peccato e dalla corruzione,<ref>''Ibidem'' I, 1, 9.</ref> questo perché i comportamenti e gli atteggiamenti scorretti sono esclusivamente da riferire all'anima inferire e al suo commercio con la materia.
Il percorso dell'anima e la sua conversione è un processo dell'anima inferiore, che può elevarsi verso le prime realtà attraverso l'unione e il riassorbimento con l'anima superiore.
Le due anime possiedono ciascuna funzioni cognitive proprie:<ref>''Ibid.'' IV, 3, 31.</ref> entrambe sono dotate di capacità di pensiero, anche se si tratta di modalità di pensiero differenti e di [[immaginazione]]. Per Plotino - come per [[Platone]] e [[Aristotele]] - l'immaginazione è funzione della [[memoria (fisiologia)|memoria]], quindi il suo sdoppiamento dà luogo a due tipi diversi di ricordi<ref>''Ibid. IV, 3, 31.</ref> (per l'anima inferiore si tratta ricordi di oggetti sensibili e di esperienze terrene, mentre per l'anima superiore si tratta di [[reminiscenza]]). La comunicazione tra le due anime avviene continuamente in maniera spontanea proprio attraverso il continuo confronto dei ricordi sensibili provenienti dal basso con gli [[archetipi]] contemplati dalla parte superiore.
Le passioni sono invece tipiche dell'anima inferiore, anche se in alcuni passi<ref>Cfr. il trattato III, 5 ''Sull'Amore''.</ref> si parla di passione in riferimento all'anima superiore, si tratta di un desiderio ancestrale che la tiene unita all'Intelletto.
 
=== Latini ===
I latini, come è noto, non furono grandi speculatori di pensiero astratto, e utilizzarono serenamente per le proprie speculazioni filosofiche strutture provenienti da altre [[cultura|culture]]. Tanto che il grande filosofo-poeta [[epicureismo|epicureo]] [[Lucrezio]], all'inizio del suo ''[[De rerum natura]]'', afferma di non sapere in cosa consista la natura dell'anima, limitandosi ad accennare alle teorie correnti, compresa quella della [[reincarnazione]], senza mostrare alcun interesse a privilegiarne una:
 
{{quote|S'ignora infatti quale sia la natura dell'anima,<br />se sia nata o al contrario s'insinui nei nascenti,<br />se perisca insieme con noi disgregata dalla morte<br />o vada a vedere le tenebre di [[Ade (divinità)|Orco]] e gli immani abissi,<br />o per volere divino s'insinui in animali d'altra specie|Lucrezio, ''De rerum natura'', I, 112-116|''Ignoratur enim quae sit natura animai,<br />nata sit an contra nascentibus insinuetur<br />et simul intereat nobiscum morte dirempta<br />an tenebras Orci visat vastasque lacunas<br />an pecudes alias divinitus insinuet se''|lingua=la}}
 
Riecheggia questa indifferenza filosofica&nbsp;– accanto ad un sentimento personale di compassione&nbsp;– la piccola ode dell'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], due secoli dopo (i cui primi versi sono noti ai moderni soprattutto per essere stati posti da [[Marguerite Yourcenar|Yourcenar]] in testa alle sue ''[[Memorie di Adriano]]''):
{{quote|Piccola anima smarrita e soave,<br />compagna e ospite del corpo,<br />ora t'appresti a scendere in luoghi<br />incolori, ardui e spogli,<br />ove non avrai più gli svaghi consueti.||''Animula vagula, blandula,<br />Hospes comesque corporis,<br />Quæ nunc abibis in loca<br />Pallidula, rigida, nudula,<br />Nec, ut soles, dabis iocos.''|lingua=la}}
 
=== ''Anima Mundi'' ===
{{Vedi anche|Anima del mondo}}
Concetto di origine [[filosofie orientali|orientale]] denominato ''[[Atman]]'' e, probabilmente attraverso gli [[orfismo|orfici]] o i [[pitagorismo|pitagorici]], arrivato a [[Platone]] che nel ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' (34 b) la chiama ''megàle psyché'' ("grande anima"). Richiamandosi alla tradizione dell'[[ilozoismo]] arcaico, per il quale il mondo è una sorta di grande animale, Platone lo vede supportato dall'Anima del Mondo, infusagli dal [[Demiurgo]], che impregna il cosmo e gli dà vitalità generale.
 
Alcuni autori [[cristianesimo|cristiani]] lo identificarono con lo [[Spirito Santo]], anche se il termine risultò piuttosto sospetto a qualche teologo cristiano in quanto evocava princìpi [[panteismo|panteistici]] come il ''Logos'' degli stoici o la terza [[ipostasi (filosofia e teologia)|ipostasi]] di Plotino, chiamata appunto ''anima''.
 
Attraverso il [[neoplatonismo]] di Plotino e dei suoi epigoni il concetto, con varie denominazioni, arriva alla cultura [[Rinascimento|rinascimentale]] e ha un importante rilancio a cominciare da [[Marsilio Ficino]], seguito più tardi da [[Giordano Bruno]].
 
È una nozione particolarmente cara al [[Magia|pensiero magico]] e [[misticismo|mistico]], che viene elaborata in occidente non oltre il periodo romantico ([[Friedrich Schelling|Schelling]]), e tende a riemergere in fasi culturali di crisi del [[razionalismo]] [[materialista]].
 
== Il concetto di anima nelle religioni monoteiste ==
<!--{{stub religione}}-->
=== Ebraismo ===
 
Soprattutto negli insegnamenti della [[Torah]], nell'[[Ebraismo]], nella letteratura [[Rabbino|rabbinica]] classica, è possibile trovare diverse descrizioni dell'anima dell'uomo. In quanto entità celeste, l'anima è la parte della persona che mantiene la purezza e, dopo la morte, anche quando macchiata da gravi guasti o da peccati, comunque passibili di espiazione anche in vita attraverso la [[Teshuvah]] intesa come pentimento nel ritorno del penitente a Dio, essa può sostare nel [[Ghehinnom]] per essere purificata completamente dalle conseguenze delle proprie trasgressioni e dall'istinto cattivo cui fu soggetta in vita: se non compiuta in vita, la purificazione dopo la morte nel Ghehinnom avviene nell'immersione nel fiume di fuoco Dinur, simbolo metaforico dell'espiazione. Dopo la purificazione completa ogni anima può quindi ascendere al [[Giardino dell'Eden|Gan Eden]] dove sono presenti molti livelli secondo i meriti e la natura dell'anima che vi giunge.
 
Le anime esistono ancor prima di essere poi unite al corpo e costituire gli individui del Mondo come vediamo; per aver preso parte al Mondo spirituale prima della nascita come [[Adamo]] ed [[Eva]] erano nel [[Giardino dell'Eden]], gli individui vi sono protesi ed ispirati naturalmente. Nel trattato del [[Talmud]] di Niddah è scritto che prima della nascita Dio obbliga l'anima a giurare di non trasgredire le [[Mizvot]].
 
Nell'[[era messianica]] l'uomo avrà un rapporto di maggiore profondità con l'anima, le sue potenzialità, i suoi poteri e con i suoi riferimenti spirituali che saranno maggiormente manifesti.
 
==== Le cinque tipologie fondamentali di anima ed i loro livelli ====
 
{{vedi anche|Mondo Superiore}}
Nella bibbia ebraica vi sono più termini che, anche nelle elaborazioni successive delle varie religioni, sono stati collegati al concetto di anima.
 
[[Saadiah Gaon]] e [[Mosè Maimonide|Maimonide]] spiegano il classico insegnamento rabbinico sull'anima attraverso le lenti della filosofia neo aristotelica. Il primo (nel trattato ''Emunoth ve-Deoth'' 6:3) sostiene che l'anima è quella parte dell'uomo che è costituita di desideri fisici, emozioni e pensiero. Nella [[Guida dei Perplessi]] il secondo intende l'anima come l'intelletto sviluppato, privo di sostanza.
 
Nella [[Cabala|Qabbalah]] e nello [[Zohar]] (un trattato di mistica) l'anima è vista come composta da tre elementi: ''Nefesh'', ''Ruach'', e ''Neshamah''. Queste ultime due sono parti dell'anima non presenti dalla nascita, ma si creano lentamente col passare del tempo. Il loro sviluppo dipende dall'agire e dalle credenze dell'individuo. Di esse si dice che esistano in forma completa negli individui spiritualmente avanzati. Essi sono solitamente spiegati in questi termini:
 
* il primo è [[Nephesh|'''Nèfesh''']] ('''נפש''' in [[lingua ebraica]]) e indica l'uomo come essere vivente. Nel canone ebraico la parola nèfesh ricorre 754 volte, la prima delle quali in [[Genesi]] 1.20. La costituzione dell'uomo come "Nefesh" è descritta in Genesi 2,7:
 
{{quote|Dio il [[Tetragramma biblico|SIGNORE]] [YHWH] formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici l'alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente (ebr. '''''Nèfesh haChayyah'''''; latino ''animam viventem''; greco ''psychè ton zòion'').}}
 
:Riguarda la parte inferiore e le "funzioni animali" dell'anima. Si riferisce agli istinti e funzioni vitali. Si trova in tutti gli uomini. Affine alla concezione della ''psiche'' è all'origine della natura fisica e riguarda soprattutto la vitalità del corpo, l'istinto, la psicologia più semplici e l'intelletto, la consapevolezza dell'esistenza e della [[Presenza divina]] nel Mondo e la facoltà di donare ed aiutare: esse sono definite distintamente '''''Nefesh Behamit''''', l'anima "animalesca", '''''Nefesh Ha'sichlì''''', l'anima intellettuale, e '''''Nefesh E-lokit''''', l'anima divina. Il livello di '''''Nefesh haChayyah''''' può essere raggiunto in [[Qedushah]] con lo studio approfondito della Torah.
 
:Il nefesh non si identifica con il soffio di vita che proviene da Dio, ma indica il respiro. In questo senso l'essere animato [Nèfesh], quando ne viene incluso dopo la morte, è compreso nel luogo identificato con il [[Giardino dell'Eden|Gan eden]] o [[Paradiso]] e con lo Sheol o [[Inferno|Inferi]]. Si dice che al momento della morte ''nefesh'' rimanga con il corpo sino al definitivo completamento di esso nella tomba e che, nel legame con ''Ruach'' e ''Neshamah'', assuma spesso la sembianza del corpo della persona quando era in vita. Nefesh, principalmente legata al corpo rimasto senza vita, si riunisce poi con le altre anime della persona deceduta già giunte alla destinazione prestabilita anche se una sua parte resta assieme al corpo: questo non esclude l'unità di ciò che viene definito "anima" in quanto la percezione ultraterrena della persona deceduta riguarda il proprio coinvolgimento nell'Unità divina.
 
:Presente ancora un'interpretazione secondo cui anche gli oggetti inanimati sono dotati di una sorta di ''nefesh'' non paragonabile però a quella degli animali o a quella degli essere umani, essa è infatti minore e con modalità riconoscibili differenti.
 
* '''Ruach''' (ebr. '''רוח'''): il termine ''Ruach'', da cui '''''[[Ruach haQodesh]]''''' (''[[Spirito Santo]]''), è in greco ''pnéuma'' e in latino spiritus. Pnèuma deriva dal verbo pnèo, che significa "respirare" o "soffiare", e si ritiene che anche l'ebraico rùach derivi da una radice che ha lo stesso significato, ed indica l'alito vitale comunicato da Dio all'uomo.
 
:L'anima mediana, o [[spirito]]. Essa consiste nelle virtù morali e nella capacità di distinguere il bene dal male. Nel linguaggio moderno è analoga alla psiche o all'ego. Riguarda principalmente le emozioni;
 
* '''Neshamah''' (ebr. '''נשמה'''): è l'anima superiore, il ''sé'' più elevato. Essa distingue l'uomo da tutte le altre forme di vita. Riguarda aspetti più elevati dell'intelletto e permette all'uomo di godere e beneficiare dei livelli superni della vita dell'aldilà.
 
:Questa parte permette una consapevolezza maggiore dell'esistenza e presenza di Dio ed è stretta alla sapienza delle modalità divine.
 
:La [[Torah]] insegna che durante il giorno santo del [[Shabbat|Sabato]] ogni Ebreo riceve un'anima aggiuntiva che lo fa entrare nella solennità di questo giorno, chiamato ''patto tra Me ed i figli d'Israele'' e ''giorno della fede'': in ebraico il nome dell'anima supplementare dello Shabbat è '''''Neshamah yeterà''''', aspetto eccelso della Neshamah che permette di legarsi alla comprensione ed alla percezione spirituali ed intellettuali più alte della fede, della Torah nei suoi segreti più nascosti, l'approccio delle quali si fa più sottile ed ampio anche nel godimento consapevole della delizia di questo giorno santo e buono. La concessione della ''Neshamah yeterà'' permette quindi all'Ebreo di legarsi a Dio ed alle Sue parti eccelse delle fonti spirituali diversamente dagli altri giorni quando invece Neshamah è anche collegata a Nefesh ed a Ruach, e questo sia spiritualmente sia intellettualmente, in quest'ultimo caso anche perché nello Shabbat vengono aperti tutti i cancelli superni della Torah.
 
Molti studiosi del Talmud ritengono che l'infusione dell'anima nell'[[embrione]] avvenga non prima del quarantesimo giorno.<br />Chi ne abbia il privilegio può raggiungere Ruach a partire dall'età di 13 anni e Neshamah dai 20 anni di età, come già detto Nefesh è già presente anche alla nascita.
 
Si ritiene che Nefesh risieda nel fegato, in ebraico ''kaved'', Ruach nel cuore, ''lev'', e Neshamah nel cervello, ''moach'': le iniziali di queste tre parole formano la parola ''melekh'' che significa ''re'' e riguarda il livello raggiunto dalla persona in cui vi siano le tre anime suddette e che permette di essere considerata come un re per il grado di sapienza, conoscenza ed intelligenza, per la consapevolezza ed il controllo delle emozioni e degli istinti.
 
Chi capace e particolarmente elevato spiritualmente può elevare Nefesh oltre il livello semplice della vitalità delle funzioni vitali fisiche ed includerla in modo completo nella santità, la Qedushah.
 
Nello Zohar si dice che, dopo la morte, si dissolve l'apporto di Nefesh al corpo pur restando ad esso legato per un periodo, il ''Ruach'' si trasferisce in una sorta di stato intermedio dove è sottoposto ad un processo di purificazione ed entra in una specie di "paradiso transitorio", mentre ''Neshamah'' ritorna alla sua fonte divina. Si ritiene che dopo la resurrezione ''Ruach'' e ''Neshamah'', anima e spirito, si riuniscano in una forma definitiva trasmutata.
 
Il ''Raaya Meheimna'', un trattato cabbalistico pubblicato assieme allo Zohar, aggiunge due parti ulteriori all'anima umana: ''Chayyah'' e ''Yehidah''. [[Gershom Scholem]] scrive che "essi sono considerati i livelli più sublimi della cognizione intuitiva, e si trovano solo in pochi individui eletti:
 
* '''Chayyah''' (ebr. '''חיה'''): la parte dell'anima che permette la consapevolezza della forza della vita divina stessa;
 
* '''Yechidah''' (ebr. '''יחידה'''): il livello più elevato dell'anima, nella quale si raggiunge la più intima unione con Dio.
 
Quelli dell'anima sono livelli cui l'uomo può generalmente accedere nel corso della propria vita per gradi ed elevazioni nella coscienza, nella consapevolezza, nella spiritualità e nella santità. Dio dona Nefesh al principio della vita dell'individuo ed è compito di essa dirigere la propria interiorità, le proprie intenzioni, le proprie azioni ed i propri coinvolgimenti verso la spiritualità nell'atto di portare l'aspetto materiale verso la meta della spiritualità. Una volta raggiunto ciò e purificatosi in questa predisposizione Dio lo prepara per ricevere Ruach che domina Nefesh e gli permette di conseguire intenzioni più elevate con una coscienza più ampia; la persona così elevata attraverso Nefesh e Ruach, ormai raggiunte le dinamiche e le forme del [[Avodah|servizio spirituale per Dio]], se questo sarà buono e corretto, può raggiungere Neshamah che, un livello più alto, comunque secondo la natura della persona stessa, è ancora più santo e domina gli altri livelli. Il livello di Neshamah permette di raggiungere [[Binah]] ed in tale individuo sono predisposte le attitudini e le modalità delle [[Sefirot]]: solo così egli potrà essere definitivamente nominato ''adorato del Santo Benedetto Egli sia''. Questi tre livelli sono necessari per giungere alla ricezione di quelli della [[profezia]].<br />Con riferimento all'anima soffiata nelle narici del primo uomo, Adamo, lo Zohar insegna che la Neshamah derivò dalla [[Shekhinah]] Superiore, Ruach è legato a [[Nomi di Dio nella Bibbia|Zeir Anpin]] mentre Nefesh venne dalla Shekhinah Inferiore.
 
I [[maestri ebrei]] spiegano che durante il sonno l'anima giunge a Dio divenendo così purificata nuovamente, ritemprata e "pulita" sino a quando ritorni con il risveglio dell'individuo; questo aspetto è diverso dalla morte ed effettivamente l'anima rimane comunque continuamente legata al corpo.
 
===== Un aspetto ulteriore dell'anima: Tzel e Tzelalim =====
 
* '''Tzel''' e '''Tzelalim''': sono tre livelli spirituali definiti metaforicamente ''ombra'' ed ''ombra nell'ombra''; questi rivestono il corpo secondo la natura dell'individuo.
 
:Possono essere macchiati spiritualmente dalle trasgressioni o da condotte etiche non consone e, quando a [[Sukkot]] viene sigillato il giudizio annuale, nel caso di un verdetto divino di morte entro l'anno essi si ritraggono dal corpo prima che essa avvenga per essere visionati da Dio dinanzi all'[[angelo]] [[Metatron]] per un giudizio ulteriore: il fatto che essi scompaiano dall'ambito fisico prima della morte non riguarda l'effetto della morte stessa poiché essa avviene effettivamente solo nel caso dell'abbandono del corpo delle anime succittate Nefesh, Ruach, Neshamah, Chayyah e Yechidah e non dello Tzel o degli Tzelalim. L'[[Arizal]] spiega che alcuni individui sono in grado di distinguere ad occhio nudo questi ultimi tre livelli.
 
==== Anima Universale ====
 
Questa espressione presenta due significati principali differenti e non connessi ed un terzo elaborato dall'[[Avicebron]]:
 
* nei testi della Qabbalah si riepilogano molte delle tradizioni secondo le quali ogni anima, creata fin dai primi giorni della Creazione, è riunita nella propria interezza nella persona che seguirà e condurrà la propria vita secondo le peculiarità proprie; esiste quindi una sorta di unione di tutte le anime che dovranno nascere; ognuna mantiene il proprio livello e grado e le proprie qualità che dovranno essere migliorati nel corso della vita dopo la nascita. In questo senso viene confermato quanto insegnato da molti maestri ebrei come l'[[Arizal]] a proposito della natura di tutte le anime esistenti, natura determinata dall'appartenenza distinta di ognuna ad uno dei [[Sephirot|4 Mondi]] di cui parla la Qabbalah: esistono quindi anime originarie del Mondo di [[Atziluth]], altre di quello di [[Beri'ah]], di [[Yetzirah]] o di [[Asiyah']].
 
* Il secondo significato riguarda l'interpretazione del suo simbolismo unitamente al paragone con la profezia: con questo paragone, in questo caso, la si confronta con la possibilità che l'[[Intelletto Agente]] possa essere collegato alla persona favorita in questo.
 
* Elaborazione del secondo che ne è naturale e conseguente riflessione, vi è poi un terzo significato, già individuato anche dall'Avicebron, secondo cui per ''Anima Universale'' si intende il fondamento spirituale e sottile della [[Creazione (teologia)|Creazione]] tutta.
 
==== Esegesi ebraica nelle fonti scritturali ====
 
Benché con anime di differente natura e quindi come conferma dell'insegnamento dell'esegesi ebraica secondo cui ''tutte le creature sono di eguale importanza di fronte a Dio'', anche ad indicare la priorità dell'[['Olam haBa]] e dell'era messianica in una prospettiva spirituale nel mondo, la cui consapevolezza prima di essa è retaggio di pochi, rispetto all'aspetto meramente materiale dello stesso, nei libri dell'''Ecclesiaste'', si trovano dei versi rilevanti per il confronto seppur nella distinzione, forte nel cristianesimo, fra uomo ed animale:
 
{{quote|[19]. Poiché la sorte de' figliuoli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, la superiorità dell'uomo sulla bestia non ha alcuna consistenza; [20]. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengon dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere. [21]. Chi sa se il soffio dell'uomo sale in alto, e se il soffio della bestia scende in basso nella terra? [22] Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui|'Ecclesiaste'', cap. 3, versi 19-22}}
 
=== Cristianesimo ===
[[File:Seele entweicht.jpg|200pz|thumb|Un angelo prende l'anima di un morente (secolo XV)]]
Nel Nuovo Testamento non esiste una definizione univoca di anima. [[Paolo di Tarso]] fa riferimento ad una tripartizione dell'uomo, nominando il corpo, l'anima e lo spirito, già presente in Platone. La parola ''psychè'' (ψυχή, in [[lingua greca]]) ricorre da sola 102 volte, la prima dei quali nel [[Vangelo di Matteo]] 2:20, ed è usata nelle citazioni di passi dell'[[Antico Testamento]] dove è presente nefesh. Talvolta le due parole Psyche e Pneuma finiscono per assumere il medesimo significato.
 
Il termine greco ''psychè'', è definito nei dizionari, tra l'altro, “vita”, e “anima come personalità e carattere” o usato per indicare la persona stessa. Anche in opere greche non bibliche il termine era usato a proposito di animali. Naturalmente opere del genere si basano più che altro sugli scritti di autori greci classici, e includono tutti i significati attribuiti alla parola dai filosofi greci pagani, fra cui “anima” dei morti, “anima, come sussistente senza il corpo, o contrapposta ad esso”, ecc. Dal momento che alcuni filosofi pagani pensavano che l'anima alla morte uscisse dal corpo, il termine psychè significava anche “farfalla”, creatura che subisce una metamorfosi, trasformandosi da crisalide in creatura alata.<ref>L. Rocci, Vocabolario greco-italiano, pp. 2060, 2061.</ref>
==== Teologia cattolica ====
La [[Chiesa cattolica]] non ha una definizione filosofica esplicita dell'anima, sebbene abbia respinto diverse dottrine come quelle [[gnosticismo|gnostiche]] che sostenevano che l'anima individuale era increata perché della stessa sostanza divina, o la teoria della [[metempsicosi]] o ipotesi secondo le quali l'anima (intesa come anima razionale e spirito) non era considerata individuale e immortale. Fra gli autori ecclesiastici che hanno affrontato l'argomento, con diverse ipotesi, sono da annoverare [[Agostino di Ippona]], [[Tommaso d'Aquino]] e [[Bonaventura da Bagnoregio]]. Mentre Agostino immagina l'anima come una specie di nocchiero del corpo, postulando un certo dualismo, Tommaso d'Aquino insiste sull'unità inscindibile dell'uomo. L'anima intellettuale è la forma del corpo e la sua separatezza dopo la morte è vista come un esilio, poiché essa è naturalmente unita al corpo, a cui tende con la resurrezione finale.
 
{{quote|''II. «Corpore et anima unus» - Unità di anima e di corpo
 
362 La persona umana, creata a immagine di Dio, è un essere insieme corporeo e spirituale. Il racconto biblico esprime questa realtà con un linguaggio simbolico, quando dice: « Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente » (Gn 2,7). L'uomo tutto intero è quindi voluto da Dio.
 
363 Spesso, nella Sacra Scrittura, il termine anima indica la vita umana, oppure tutta la persona umana. Ma designa anche tutto ciò che nell'uomo vi è di più intimo e di maggior valore, ciò per cui più particolarmente egli è immagine di Dio: « anima » significa il principio spirituale nell'uomo.
 
364 Il corpo dell'uomo partecipa alla dignità di « immagine di Dio »: è corpo umano proprio perché è animato dall'anima spirituale, ed è la persona umana tutta intera ad essere destinata a diventare, nel corpo di Cristo, il tempio dello Spirito.
 
« Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi, attraverso di lui, toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore. Allora, non è lecito all'uomo disprezzare la vita corporale; egli anzi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno ».
 
365 L'unità dell'anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l'anima come la « forma » del corpo; ciò significa che grazie all'anima spirituale il corpo, composto di materia, è un corpo umano e vivente; lo spirito e la materia, nell'uomo, non sono due nature congiunte, ma la loro unione forma un'unica natura.
 
366 La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio – non è « prodotta » dai genitori – ed è immortale: essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale.
 
367 Talvolta si dà il caso che l'anima sia distinta dallo spirito. Così san Paolo prega perché il nostro essere tutto intero, « spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore » (1 Ts 5,23). La Chiesa insegna che tale distinzione non introduce una dualità nell'anima. « Spirito » significa che sin dalla sua creazione l'uomo è ordinato al suo fine soprannaturale, e che la sua anima è capace di essere gratuitamente elevata alla comunione con Dio.
 
368 La tradizione spirituale della Chiesa insiste anche sul cuore, nel senso biblico di « profondità dell'essere » (« in visceribus »: Ger 31,33), dove la persona si decide o non si decide per Dio.''|COMPENDIO CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA ([[2005]])}}
 
==== Teologia ortodossa ====
Per gli ortodossi, corpo e anima compongono la persona, e alla fine, corpo e anima verranno riuniti; quindi, il corpo di un [[santo]] condivide la santità dell'anima del santo.
 
==== Teologia protestante ====
Secondo il teologo protestante [[Cullmann]], autore di ''[[Immortalità dell'anima o risurrezione?]]'', pubblicato nel 1986,
 
{{quote|Lo stato intermedio fra la morte e la risurrezione del corpo è caratterizzato da un periodo di sonno, in cui gli addormentati (Prima lettera ai Tessalonicesi, 4,13) aspettano la resurrezione finale.}}
 
Cullmann inoltre nel suo libro fa notare che la dottrina dell'immortalità dell'anima risale al II secolo e che deriva dalla analoga dottrina ellenica, presa a prestito dal cristianesimo.
 
In seguito, nella stessa opera, scrive:
 
{{quote|[Esiste] una differenza radicale fra l'attesa cristiana della risurrezione dei morti e la credenza greca nell'immortalità dell'anima... Se poi il cristianesimo successivo ha stabilito, più tardi, un legame fra le due credenze e se il cristiano medio oggi le confonde bellamente fra loro, ciò non ci è parsa sufficiente ragione per tacere su un punto che, con la maggioranza degli esegeti, consideriamo come la verità... Tutta la vita e tutto il pensiero del Nuovo Testamento [sono] dominati dalla fede nella risurrezione... L'uomo intero, che era davvero morto, è richiamato alla vita da un nuovo atto creatore di Dio.}}
 
=== Islamismo ===
Nell'[[Islam]] si ritiene che l'infusione dell'anima avvenga al termine del quarto mese.
 
== Il concetto di anima nelle religioni induiste ==
Nell'[[Induismo]], e nelle religioni ad esso collegate, l'anima è l'aspetto più puro e sottile dell'esistenza umana, il principio che dà vita alla totalità, e che influenza e caratterizza l'evoluzione di un individuo nella sua completezza. Non ha "rivestimenti", viene infatti anche detta ''Anupadaka'', cioè priva di aspetti che la separino dal resto della creazione. Il principio separativo, "ego", è soltanto un riflesso limitato di questa immensa energia.
 
Nelle diverse vite che l'uomo si trova a vivere attraverso la [[reincarnazione]], le esperienze vissute entrano a far parte del bagaglio dell'anima, che ha così la possibilità di ricordarle tutte. Il fatto di non ricordare nulla delle vite passate può dare un'idea della distanza che si viene ogni volta a creare tra la percezione che l'uomo ha di sé stesso durante la vita (''ego'') e la sua vera natura (anima).<br />
Soltanto gli [[iniziazione|iniziati]] e i [[guru|maestri]] riescono a ricordare le vite precedenti, perché la loro identificazione non è più con l<nowiki>'</nowiki>''ego'' inferiore ma con il vero principio unificatore, e la sintonia con la loro anima è pressoché perfetta.
 
Tutte le pratiche [[Yoga]] e le diverse [[filosofie orientali|filosofie e religioni orientali]] hanno sostanzialmente come obiettivo la liberazione dalla schiavitù dell<nowiki>'</nowiki>''ego'' e la definitiva sintonizzazione con l'energia della propria anima.
 
Nella tradizione [[esoterismo|esoterica]] si parla di anima individuale (''Jiva'') e anima suprema (''[[Ātman]]''). Poiché lo Yoga si pone appunto come obiettivo la fusione del ''jiva'' nell'''atman'', del sé individuale con quello Supremo (Dio, Bhagwan), esso mira in tal modo alla vera realizzazione spirituale e alla fine della sofferenza. L'Ātman, propriamente «respiro», può quindi essere inteso in un doppia accezione, sia come "anima del mondo", sia come princìpio dell'anima individuale.
 
== Il concetto di anima presso i popoli primitivi ==
{{S sezione|antropologia}}
 
Secondo le credenze sciamaniche, sono gli spiriti a muovere il creato, ancora prima degli dei. Gli spiriti sono presenti in tutti gli esseri viventi, e il loro rango è proporzionale alla creatura che animano. Ne conseguiva che con la morte, l'essere umano entrava nella dimensione degli spiriti, superiore a quella terrena. Da questo si deduceva la necessità di onorare il defunto, non solo per l'affetto, ma soprattutto perché da quel piano elevato poteva benedire i vivi. Da questo nasce anche la paura dei morti: se una persona, in vita era stata oppressa e maltrattata; giunta nel reame superiore poteva, in qualche modo vendicarsi.
 
== Lessico, modi di dire, uso figurato ==
[[File:Anima postmoderna.jpg|thumb|Gioco di parole sul termine ''anima'']]
 
In generale, l'uso figurato di anima allude a qualcosa dotato di movimento e di [[vita]] (spesso più immaginaria che reale), oppure a qualcosa di segreto ma essenziale, che in qualche modo cambia la natura dell'oggetto in cui si installa.
 
* Nei manufatti si definisce ''anima'' la componente dura, portante, interna, non visibile ma essenziale dell'oggetto, ad esempio:
** ''bastone animato'': è un bastone da passeggio che nasconde al proprio interno una lama affilata;
** ''anima in polietilene o in poliuretano'' dentro pannelli in alluminio;
** in [[liuteria]] si intende per ''anima'' il pezzetto di legno incastrato, non incollato, tra il fondo e la tavola degli strumenti ad arco.
* I [[cartoni animati]] sono [[disegno|disegni]] che, proiettati in rapida successione, danno l'illusione del movimento (come se ''prendessero vita'' e fossero dunque dotati di ''anima'')
* Un popolare [[proverbio]] recita: "La [[pubblicità]] è l'''anima'' del commercio".
* ''Anima'' può essere una [[metonimia]] per "[[persona]]" in espressioni come "Un villaggio di poche ''anime''".
 
C'è poi un spettro semantico nel quale l'anima si riferisce ai morti:
* ''la buonanima di...'', espressione popolare per alludere a un defunto;
* le ''anime sante'', frequentemente stazionanti in [[purgatorio]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Rosemary Altea, ''[[I segni dell'anima]]'', Sperling & Kupfer, 2004 ISBN 88-8274-648-8
* Marco Bertali, ''Psichiatria come "medicina dell'anima"'', Macro Edizioni, 2006
* C. Casagrande, S. Vecchio, ''Anima e corpo nella cultura medievale. Atti del V Convegno di studi della Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale'', Firenze, SISMEL, Edizioni del Galluzzo, 1999
* James Hillman, ''Anima. Anatomia di una nozione personificata'', Adelphi, 1989-2002
* [[James Hillman]], ''Intervista su amore, anima e psiche'', Laterza, 1984
* [[Vito Mancuso]], ''[[L'anima e il suo destino]]'', Raffaello Cortina Editore, 2007
* Francesco Sarri, ''[http://books.google.it/books?id=NN6eDK07qxYC&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q=&f=false Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima]'', introduzione di [[Giovanni Reale]], Vita e Pensiero, Milano, 1997 ISBN 88-343-0866-2
* Gershon Winkler, ''La Saggezza della Cabala. Gemme di virtù dell'Albero della Vita'', Armenia, Milano, 2006
* Oscar Cullmann, ''Immortalità dell'anima o risurrezione dei morti? La testimonianza del Nuovo Testamento'', edizioni Paideia, 1986
* ''Il Dizionario della Bibbia'', a cura di Paul J. Achtemeier, prima edizione 1993, alla voce Anima
 
== Voci correlate ==
 
* [[Anima del mondo]]
* [[Anima gemella]]
* [[Animismo]]
* [[Carne (Bibbia)]]
* [[Chassidut]]
* [[Corpo (metafisica)]]
* [[Gan Eden]]
* [[Ghehinnom]]
* [[James Hillman]]
* [[Platone]], [[Aristotele]] (''[[Sull'anima]]''), [[Plotino]] (''[[Enneadi]]'') e [[Marsilio Ficino]]
* ''[[Psiche (Rohde)|Psiche, culto delle anime e fede nell'immortalità presso i Greci]]'', di. E. Rohde
* [[Reincarnazione]]
* [[Spirito]]
* [[Tempio Celeste di Gerusalemme]]
* [[Tetragramma biblico]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|etichetta=anima|q|q_preposizione=sull'|commons=Category:Soul|commons_preposizione=sull'|wikt=anima}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=ottoemezzo&video=4210 Il teologo Vito Mancuso su La7, a Otto e Mezzo, discute dell'anima con Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni (video)]
* [http://www.lideale.info/ReadArticolo.aspx?id=833&par=c L'Occidente nasce dalla ''psyche'' greca], articolo di [[Giovanni Reale]]
* [http://www.cristianitestimonidigeova.net/Portal/articolo.aspx?Articolo=277/ Significato e traduzione di nèfesh secondo le interpretazioni dei Testimoni di Geova] (digitare nello spazio di ricerca)
* [http://www.disf.org/Voci/30.asp La voce Anima nel Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede]
 
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