Storia degli ebrei in Francia e Seraphina's Love Affair: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
And.martire (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
 
LauBot (discussione | contributi)
m Bot: passaggio degli url da HTTP a HTTPS
 
Riga 1:
{{Film
[[File:Synagogue Palaprat -Back side.jpg|thumb|Interno della [[sinagoga]] Palabrat a [[Tolosa]] (foto del 2011).]]
|titolo italiano = Seraphina's Love Affair
La '''[[storia degli ebrei]] in [[Francia]]''' - corrispondente al territorio attualmente occupato - sembra risalire al I secolo dell'[[era volgare]], per poi proseguire fino ai giorni nostri, facendo in tal modo della presenza comunitaria ebraica francese una delle più antiche nell'intera [[Europa occidentale]].
|titolo alfabetico = Seraphina's Love Affair
|titolo originale = Seraphina's Love Affair
|immagine =
|didascalia =
|lingua originale = inglese
|paese = [[Stati Uniti d'America]]
|anno uscita = [[1914]]
|durata = 150 metri (split reel)
|tipo colore = B/N
|film muto = sì
|aspect ratio = 1,33 : 1
|genere = commedia
|genere 2 = drammatico
|regista = [[Charles M. Seay]]
|soggetto =
|sceneggiatore =
|produttore =
|produttore esecutivo =
|casa produzione = [[Edison Company]]
|attori =
*[[May Abbey]]: Seraphina, semplice ragazza di campagna
*[[Augustus Phillips]]: MacSweeney
*[[Dan Mason]]: Ezra Haskin, il patrigno di Seraphina
*[[Jessie Stevens]]: Mrs. Haskin, la matrigna di Seraphina
*[[Edwin Clarke]]: Chug, l'innamorato di Seraphina
|fotografo =
|cortometraggio= sì
}}
 
'''''Seraphina's Love Affair''''' è un [[cortometraggio|cortometraggio muto]] del [[1914]] diretto da [[Charles M. Seay]].
Giunti nel territorio della [[Gallia]], poco dopo la [[Conquista della Gallia]] (58-51) ad opera degli eserciti di [[Giulio Cesare]], gli [[ebrei]] vi rimasero sotto la dinastia dei [[Merovingi]] prima e dei [[Carolingi]] poi, conoscendo un periodo di relativa prosperità. Nel corso dell'XI secolo la [[Francia medievale]] divenne un centro fiorente di apprendimento della [[cultura ebraica]]: era abitata a settentrione dalle comunità degli [[Aschenaziti]] - ove fiorì nella [[Champagne (regione)]] la scuola di [[Rashi]] e dei suoi continuatori [[Tosafisti]] - mentre in meridione trovò un notevole sviluppo la [[storia degli ebrei in Provenza e Linguadoca]].
 
== Trama ==
La situazione cominciò a deteriorarsi fortemente con l'avvio della [[Prima crociata]] (1095-99), per poi proseguire con i processi pubblici intentati contro il ''[[Talmud]]'' (1240-42) e le espulsioni, inizialmente temporanee ed in seguito definitive. Un millennio dopo la loro istituzione non esistettero praticamente più ebrei nel [[regno di Francia]]. Le uniche comunità di un certo peso e rilievo, poste comunque al di fuori dei confini del regno, rimangono gli "[[Ebrei del papa]]" ad [[Avignone]] (vedi [[Contado Venassino]]) e quelli dell'[[Alsazia]].
{{...|film}}
 
==Produzione==
Circa un secolo dopo l'[[espulsione degli ebrei dalla penisola iberica]] (1492), alcuni cripto-ebrei originari del [[regno del Portogallo]] iniziarono ad insediarsi a [[Bordeaux]] e a [[Bayonne]]. Nel corso del XVII secolo anche gli ebrei alsaziani e della [[Lorena (regione francese)]] si vennero a ritrovare sotto la giurisdizione francese, a seguito della [[pace di Westfalia]] (1648).
Il film fu prodotto dalla Edison Company.
 
==Distribuzione==
Gli ebrei francesi furono i primi europei a godere dell'[[emancipazione ebraica]], che venne loro concessa all'inizio della [[Rivoluzione francese]], sia nel territorio metropolitano che nelle colonie. Tuttavia il "franco-giudaismo", nell'ambito della [[laicità in Francia]], viene a corrispondere con un accresciuto [[antisemitismo in Francia]] il quale - persistendo nonostante l'uguaglianza giuridica - si esaspera in particolar modo nel contesto dell'[[affare Dreyfus]] (1895) prima e sotto il [[governo di Vichy]] (1940-44) poi, il quale attuò una politica di attivo [[collaborazionismo]] con il [[nazionalsocialismo]].
Distribuito dalla [[General Film Company]], il film - un cortometraggio di 150 metri (split reel) - uscì nelle sale cinematografiche USA il 20 maggio 1914. Nelle proiezioni, veniva programmato con il sistema dello split reel, accorpato in un'unica bobina con un altro cortometraggio prodotto dalla Edison, la commedia ''[[Three Knaves and a Heathen Chinee]]''<ref>[https://www.imdb.com/title/tt0444419/trivia?ref_=tt_trv_trv IMDb trivia]</ref>.
 
==Note==
Brutalmente isolata dal resto della popolazione e perseguitata con un particolare zelo dalla "[[Milice française]]", 75.000 ebrei furono deportati e morirono durante l'occupazione tedesca della Francia nord-occidentale nei [[campi di concentramento]] nazisti<ref name=USHMM>{{Cita web|titolo=France|url=http://www.ushmm.org/wlc/article.php?lang=en&ModuleId=10005429|sito=Holocaust Encyclopedia|editore=[[United States Holocaust Memorial Museum]]}}</ref>, soprattutto rifugiati provenienti dall'[[Europa orientale]] e dalla [[Germania nazista]]; ma anche 24.000 ebrei francesi (corrispondenti al 10% dell'intera popolazione ebraica metropolitana) persero la vita<ref>Chiffres établis par l'association des Fils et filles de déportés juifs de France présidée par Serge Klarsfeld et publiés en 1985</ref>. Il 75% della popolazione ebraica francese riuscì tuttavia a sopravvivere al conflitto<ref name="bseditions.fr">{{Cita web|url=http://www.encyclopedie.bseditions.fr/article.php?pArticleId=158&pChapitreId=23982&pArticleLib=Le+Bilan+de+la+Shoah+en+France+%5BLe+r%E9gime+de+Vichy%5D|titolo=Le Bilan de la Shoah en France [Le régime de Vichy]|sito=bseditions.fr}}</ref><ref name="auto">[[Yad Vashem]] [http://www.yad-vashem.org.il/yv/en/education/languages/dutch/pdf/article_croes.pdf]</ref>.
 
La [[Quarta Repubblica francese]] rimase nonostante tutto la scelta naturale per molti ebrei costretti a lasciare l'[[Egitto]] e le ex colonie francesi del [[Nordafrica]] tra gli anni cinquanta e sessanta, dopo che questi paesi raggiunsero l'indipendenza. La comunità ebraica francese, fino a questo momento in primo luogo composta da [[Aschenaziti]] assimilati, tende a farsi sempre più [[Sefardita]] ed attaccata alle tradizioni dell'[[ebraismo ortodosso]].
 
Nel XXI secolo la [[Quinta Repubblica francese]] ha la più grande popolazione ebraica europea e la terza per dimensioni nel mondo intero, dopo [[Israele]] e gli [[Stati Uniti d'America]] (vedi [[Storia degli ebrei negli Stati Uniti d'America]]). Ai giorni nostri comprende 478.000 persone<ref name=J1>{{en}} {{cita web|titolo=World Jewish Population, 2013|url=http://www.jewishdatabank.org/Studies/downloadFile.cfm?FileID=3113|data=2014|autore=[[Sergio DellaPergola]]}}</ref>, che vivono principalmente nella capitale [[Parigi]] e nella regione dell'[[Île-de-France]] oltre che a [[Lione]], [[Marsiglia]], [[Tolosa]], [[Strasburgo]] e [[Nizza]]<ref>{{cita web|url=http://www.slate.fr/story/90135/sarcelles-actes-antisemites|titolo=Sarcelles est la cinquième ville de France en nombre d'actes antisémites|sito=Slate.fr|autore=Jean-Laurent Cassely|data=21 luglio 2014}}</ref>; tutte le proprie tendenze ed affiliazioni religiose interne vi si trovano rappresentate, dai [[Charedì]] ultra-ortodossi agli assimilati laici i quali generalmente contraggono [[matrimonio interreligioso]].<ref>{{Cita web|url=http://www.religioscope.com/notes/2002/111_juifs_france.htm|editore=Religioscope|titolo=France: Un portrait de la population juive}}</ref>
 
Altre stime danno fino a 550<ref name="Library480">{{Cita web|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/jewpop.html |titolo=Jewish Population of the World |sito=[[Jewish Virtual Library]] |anno=2012 |accesso=29 gennaio 2014}}</ref><ref name="Times500">{{Cita web|url=http://www.timesofisrael.com/french-jews-fear-anti-semitism-will-destroy-community/ |titolo=French Jews fear anti-Semitism will destroy community |editore=Times of Israel |data=14 gennaio 2013 |accesso=5 febbraio 2013 |autore=Serge Attal}}</ref><ref name="Federations500">{{Cita web |url=http://www.jewishfederations.org/page.aspx?id=41975 |titolo=More Than One Quarter of Jews in France Want To Leave, Poll Finds |editore=Jewish Federations |data=25 marzo 2012 |accesso=5 febbraio 2013 |autore=Joe Berkofsky |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130602204712/http://www.jewishfederations.org/page.aspx?id=41975 |dataarchivio=2 giugno 2013 }}</ref><ref name="Spiegel500">{{Cita web|url=http://www.spiegel.de/international/world/jews-emigrating-from-france-to-israel-a-822928.html |titolo=Fears of Anti-Semitism: More and More French Jews Emigrating to Israel |editore=Spiegel |data=22 marzo 2012 |accesso=5 febbraio 2013 |autore=Gil Yaron}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.franceinfo.fr/actu/societe/article/la-communaute-juive-de-france-compte-550-000-personnes-dont-25-000-toulouse-125573 |titolo=La communauté juive de France compte 550.000 personnes, dont 25.000 à Toulouse |autore=France info |langua=francese |accesso=9 gennaio 2015}}</ref>-600.000 persone<ref name="John Irish and Guillaume Serries">{{Cita web|url=https://www.reuters.com/article/2012/03/19/us-france-crime-idUSBRE82I07N20120319 |titolo=Gunman attacks Jewish school in France, four killed |editore=Reuters |data=March 2012 |accesso=5 febbraio 2013 |autore=John Irish and Guillaume Serries}}</ref><ref name="Jim Maceda">{{Cita web|titolo=Four shot dead at Jewish school in France; gun used in earlier attacks |editore=NBC News |url=http://worldnews.nbcnews.com/_news/2012/03/19/10753032-four-shot-dead-at-jewish-school-in-france-gun-used-in-earlier-attacks?lite |data=19 marzo 2012 |accesso=5 febbraio 2013 |autore=Jim Maceda}}</ref>, ma il risultato dipende in larga parte dall'auto-definizione adottata (vedi "[[Chi è ebreo?]]").
 
Tuttavia a partire dal 2010 la comunità si trova a dover affrontare una nuova ondata di [[antisemitismo]], con le sue matrici nell'[[islamismo]], che si traduce in attacchi spesso mortali ad istituzioni e individui tra cui i più gravi sono stati gli [[Attentati di Tolosa e Montauban del 2012]] e la cattura di ostaggi all'Hyper Cacher a Porte de Vincennes nel 2015. Infine, con le [[Elezioni presidenziali in Francia del 2017]], l'ascesa sempre più radicata degli estremisti suscita una forte inquietudine.
 
Circa 200.000 ebrei di nazionalità francese vivono attualmente in [[Israele]] a seguito dell'[[Aliyah]]<ref>{{Cita web|url=https://www.independent.co.uk/news/world/europe/jews-are-leaving-france-in-record-numbers-amid-rising-anti-semitism-and-fears-of-more-isis-inspired-a6832391.html|titolo=Jews are leaving France in record numbers amid rising anti-Semitism and fears of more Isis-inspired terror attacks|editore=[[The Independent]]}}</ref>.
 
== Primo millennio ==
Secondo la ''[[Jewish Encyclopedia]]'' del 1906 "''i primi insediamenti degli ebrei in Europa sono oscuri: a partire dal 163 prima dell'[[era volgare]] ci sono prove di ebrei presenti a [[Roma]] [...] Nell'anno 6 vi furono ebrei a [[Vienne (Francia)]] e nella Gallia Celtica; nell'anno 39 a [[Lugdunum]] (corrispondente all'odierna [[Lione]])''"<ref name="1906enc"/>.
[[File:Lampe jouive d'Orgon musée judéo-comtadin de Cavaillon (1er s).jpg|thumb|Lampada a olio ebraica rinvenuta a [[Orgon]].]]
=== Epoca gallo-romana e merovingia ===
Il primo [[ebreo]] famoso che venne ad abitare in [[Gallia]] sembra sia stato [[Erode Archelao]], figlio di [[Erode il Grande]] e mandato in [[esilio]] a Vienne da [[Augusto]] nell'anno 6<ref>{{cita|Graetz|1853-1875|loc=Deuxième période, troisième époque, chapitre 13 (II, 3, 13)}}</ref>. Diversi reperti, rinvenuti principalmente nella [[valle del Rodano]], testimoniano la presenza ebraica durante il I secolo, tra cui una lampada ad olio adornata con i candelabri a sette braccia (vedi [[Menorah]]) scoperti nel 1967 ad [[Orgon]]<ref name=HJF11>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=I, 1}}</ref><ref>Voir la carte, page 173 : {{cita web|url=http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/crai_0065-0536_1969_num_113_1_12357?_Prescripts_Search_tabs1=standard&|titolo=Les premières implantations de Juifs en France ; dal I al V secolo|autore=[[Bernhard Blumenkranz]]|data=1969|sito=[[Persée (portail)|Persée]]}}</ref>.
 
Nel territorio gallo posto sotto il controllo dell'amministrazione romana gli ebrei godono, secondo il [[diritto romano]] e la ''[[Constitutio Antoniniana]]'' (212), del medesimo status civico-giuridico di tutti gli altri loro concittadini. Pare abbiano mantenuto relazioni cordiale con il resto della popolazione, anche dopo l'introduzione del [[cristianesimo]]<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor2|titolo=JE, Roman-gallic Epoch}}</ref>.
 
Un racconto dell'[[apologetica]] cristiana elogia [[Ilario di Poitiers]] (morto nel 366) per aver abbandonato la società ebraica. Gli imperatori [[Teodosio II]] (408-50) e [[Valentiniano III]] (425-55) inviarono un decreto ad Amatius, prefetto della Gallia (9 luglio del 425), che vietava agli ebrei e ai pagani di praticare la ''[[legge mosaica]]'' o di tenere uffici pubblici (i ''militandi''), affinché i cristiani non dovessero essere soggetti - a causa del loro incitamento - a cambiare la loro fede. Al funerale di [[Ilario di Arles]] nel 449 gli ebrei e i cristiani si mescolarono in folle piangenti, mentre i primi salmeggiarono in ebraico. Dall'anno 465 la [[Chiesa (istituzione)]] prese ufficialmente atto della presenza degli ebrei nel territorio francese<ref name="1906enc"/>.
 
Nel VI secolo gli ebrei possedettero svariate [[sinagoghe]] negli ex centri amministrativi romani situati sulle principali rotte commerciali e vengono documentati a [[Marsiglia]] (la [[leggenda]] narra che la stessa [[Maria Maddalena]] sia sbarcata da una navicella di fortuna nei pressi delle città), [[Arles]], [[Uzès]], [[Narbonne]], [[Clermont-Ferrand]], [[Orléans]], [[Parigi]] e [[Bordeaux]]. In armonia con il ''[[codice teodosiano]]'' e secondo un editto dell'imperatore [[Costantino I]] datato 331, gli ebrei furono organizzati in gruppo religioso in tutto l'[[Impero romano]]. Ebbero pertanto [[rabbini]], [[Chazzan]] e altri funzionari. Lavoravano inizialmente principalmente come commercianti, poiché era vietato loro di possedere la terra; servirono in seguito anche come esattori delle tasse, marinai e medici<ref name="1906enc">{{Cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france|titolo=France|editore=[[Jewish Encyclopedia]]}}</ref>.
 
Con tutta probabilità rimasero sotto la legge romana fino al trionfo del cristianesimo, con lo status stabilito da [[Caracalla]], sulla base dell'uguaglianza tra tutti i concittadini. Il clero cristiano continuò a partecipare ad alcune festività ebraiche; talvolta si verificarono matrimoni interreligosi e gli ebrei proseguirono a fare proselitismo. Preoccupato per i cristiani che adottavano abitudini religiose ebraiche, il terzo Consiglio di Orléans (539) avvertì i fedeli contro le "superstizioni" ebraiche, ordinando loro al contempo di astenersi dai viaggi di [[domenica]]. Nel VI secolo una comunità ebraica prosperava a [[Parigi]]<ref name="jewishvirtuallibrary.org"/>; costruirono una [[sinagoga]] sull'[[Île de la Cité]], ma furono successivamente cacciati dai cristiani i quali eressero al suo posto sullo stesso sito una [[chiesa (architettura)]]<ref name="jewishvirtuallibrary.org">{{Cita web|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/vjw/France.html#History|titolo=The Virtual Jewish History Tour, France|sito=[[Jewish Virtual Library]]}}</ref>.
 
Alla fine del VI secolo possono incontrare una varietà di situazioni diverse. [[Gregorio di Tours]] riferisce che nel 576 una sommossa popolare ha condotto alla distruzione totale della sinagoga di Clermont e dopo la quale gli ebrei della città avrebbero accettato il [[battesimo]]<ref name=B1>{{cita|Philippe|1979|loc= chapitre « Des origines à l'an 1000 »}}</ref>. Al contrario l'ebreo parigino Priscus, consigliere reale di [[Chilperico I]] (561-84), rifiutò la conversione senza alcun danno; mentre il re la richiese a tutti gli altri ebrei della capitale (vedi [https://fr.wikisource.org/wiki/Nouvelles_Lettres_sur_l%E2%80%99histoire_de_France/06|Nouvelles Lettres sur l’histoire de France]).
 
All'inizio dell'[[Alto Medioevo]], come dimostra lo storico Bernhard Blumenkranz, la popolazione cristiana sembra coesistere con gli ebrei senza molti problemi. A volte anche li supporta. Quando Priscus veene ucciso a Parigi nel 582 da Pathir, un convertito recente, la folla si ammassò per inseguirlo; l'assassino riuscirà a fuggire dopo essersi rifugiato assieme ai suoi servi all'interno di una [[Chiesa (architettura)]], ma uno dei servitori rimarrà ucciso selvaggiamente.<ref>Jean Verdon, ''Le Moyen Âge. Ombres et lumières'', Perrin, 2013, p. 274-275.</ref>
[[File:Inscription de Narbonne.jpg|thumb|[[Epitaffio]] ebraico di [[Narbonne]] (689).]]
Nel 629 il re [[Dagoberto I]] propose di espellere tutti gli ebrei che non avessero abbracciato il cristianesimo. Nessun'altra menzione degli ebrei è stata trovata a partire dal suo regno e fino a quello di [[Pipino il Breve]] (750 circa)]. Ma nel [[Midi (Francia)]], allora conosciuto come [[Septimania]] e dipendenza dei re [[Visigoti]] spagnoli, gli ebrei continuarono a vivere e prosperarono. A quest'epoca (689) risale la prima iscrizione ebraica conosciuta in Francia, quella di [[Narbonne]]; questi ebrei, principalmente mercanti, rimasero popolari presso il popolo il quale spesso si ribellò assieme a loro contro la dominazione visigota.
 
=== Periodo carolingio ===
Gli ebrei godettero di uno status relativamente favorevole durante il regno di [[Carlo Magno]] (la loro presenza è attestata documentariamente), riuscendo ad accedere ad alte posizioni ufficiali regolamentate legalmente. Il sovrano ad esempio utilizzò un ebreo per portare merci preziose dalla [[Palestina]]; un altro di nome Isaac venne inviato nel 797 con due ambasciatori da [[Hārūn al-Rashīd]]<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor10|titolo=JE, Under Charlemagne}}</ref>. Fu egli che, tornato nell'802 ad [[Aquisgrana]], presentò all'imperatore i regali ricevuti, tra cui vi era anche un [[elefante]]<ref name=B1/>.
 
Gli scambi diretti con l'Oriente erano fortemente diminuiti con la forte presenza dei [[Saraceni]] nell'area del [[Mar Mediterraneo]] a seguito dell'[[espansione islamica]]. Il commercio e l'importazione di prodotti come l'[[oro]], la [[seta]], il [[pepe nero]] o il [[papiro]] scomparvero quasi del tutto sotto i [[Carolingi]]. I commercianti ebrei [[Radaniti]] rimasero quasi l'unico gruppo a mantenere aperte le vie commerciali<ref>{{Cita libro|titolo=Mahomet et Charlemagne (reprint of 1937 classic)|editore=Dover Publications|anno=2001|isbn=0-486-42011-6|pp=123–128|lingua=fr|autore=[[Henri Pirenne]]}}</ref>.
 
Re Carlo fissò una formula per il giuramento ebraico allo [[Stato]]; permise agli ebrei di intraprendere azioni legali contro i cristiani. Non venne consentito di imporre ai cristiani di lavorare la domenica, mentre gli ebrei non furono però autorizzati a scambiare [[valuta]], [[vino]] o [[grano]]. Legalmente gli ebrei appartenevano all'imperatore e avrebbero potuto essere giudicati solo da lui in persona. I numerosi consigli provinciali che si vennero a creare durante il suo regno non si preoccuparono delle comunità ebraiche.
 
L'[[Impero carolingio]] (800-888) ospitò molte comunità ebraiche, che avevano le proprie scuole e godevano direttamente della protezione imperiale.<ref>Geneviève Bührer-Thierry, Charles Mériaux, ''La France avant la France (481-888)'', éd. Belin, 2010, p.462.</ref> [[Alcuino di York]] e [[Rabano Mauro]] ebbero modo di consultarsi con gli studiosi ebrei mentre stavano lavorando nel contesto della loro opera esegetica. [[Ludovico il Pio]] (814-33) rimase fedele ai principi paterni e diede una protezione rigorosa agli ebrei in ragione delle loro estese attività nell'ambito del commercio e ne ripettò i beni<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor11|titolo=JE, Under Louis le Débonnaire.}}</ref>.
 
Come già suo padre prima di lui anche Ludovico credette che la "[[questione ebraica]]" avrebbe potuto essere risolta con la graduale conversione; secondo lo studioso medievale JM Wollace-Harill alcune persone però credevano che questa [[tolleranza]] minacciasse l'unità cristiana dell'Impero, il che portò al rafforzamento dei Vescovi a spese dell'Imperatore. San [[Agobardo di Lione]] (779-841) ebbe numerosi incontri con gli ebrei francesi; scrisse di quanto fossero diventati ricchi e potenti. Alcuni studiosi come Jeremy Cohen<ref>Living Letters of the Law: Ideas of the Jew in Medieval Christianity
By Jeremy Cohen 139-141</ref> suggeriscono che la convinzione di Agobardo nei riguardi della potenza ebraica contribuì al suo coinvolgimento in rivolte violente che tentarono di detronizzare Ludovico nei primi anni dell'830.<ref>{{Cita web|url=http://legacy.fordham.edu/halsall/source/agobard-insolence.asp|titolo=Internet History Sourcebooks Project}}</ref>.
 
Le suppliche di Agobardo a [[Papa Gregorio IV]] ottennero il sostegno papale per il rovesciamento dell'imperatore; ma questi, tornato al potere nel 834, depose con la forza Agobardo dal suo incarico, con la costernazione dello [[Stato della Chiesa]]. In questo periodo circolarono anche voci - mai confermate - sul fatto che la seconda moglie di Ludovico, [[Giuditta di Baviera]], si fosse convertita all'[[ebraismo]], poiché non avrebbe accettato l'"Ordinatio" per il loro primo figlio.
 
Gli ebrei furono impegnati soprattutto nelle esportazioni, in particolar modo quelle verso la [[Palestina]]. Quando i [[Normanni]] sbarcarono sulle coste della [[Gallia narbonese]] furono scambiati per dei mercanti ebrei. Un'autorità dichiarò che i commercianti ebrei si vantavano di acquistare tutto ciò che piaceva loro direttamente dai vescovi e dagli abati. Isaac, che fu inviato da Carlo Magno nel 797 con due ambasciatori dal quinto [[Califfo]] degli [[Abbasidi]], era probabilmente uno di questi mercanti. Si diceva che avesse chiesto al califfo di [[Baghdad]] il permesso di far istruire gli ebrei della sua città da un [[rabbino]] di [[Narbonne]].
 
Nell'VIII secolo gli scambi tra Occidente ed Oriente vennero realizzati esclusivamente dai mercanti ebrei; rappresentarono l'unico collegamento rimasto tra [[Islam]] e [[Cristianità]] dopo che gli [[arabi]] conquistarono la [[penisola iberica]]<ref name=Pi>{{cita web|autore=[[Henri Pirenne]]|url=http://classiques.uqac.ca/classiques/pirenne_henri/mahomet_et_charlemagne/mahomet.html|titolo=Mahomet et Charlemagne|sito=Cegep de Chicoutimi|p=128}}</ref>. Questi mercanti furono chiamati [[Radaniti]]; grandi viaggiatori, uomini di profonda cultura, conoscitori di molte lingue, mantennero i contatti tra la [[civiltà occidentale]] e il [[mondo musulmano]]<ref name=B1/><ref>{{en}}{{cita libro|url=http://books.google.fr/books?id=8edQAwAAQBAJ&lpg=PA559&dq=radhanites&hl=fr&pg=PA559#v=onepage&q=radhanites&f=false Norman Roth|titolo=Medieval Jewish Civilization: An Encyclopedia|autore=Norman Roth|anno=2014|editore=Routledge}}</ref>.
 
Tuttavia a partire dalla metà del IX secolo diversi concili tesero a limitare la libertà degli ebrei, diffondendo l'idea che essi fossero sempre pronti a tradire; mentre a [[Bordeaux]] vennero sospettati di aver consegnato la città nelle mani dei [[Vichinghi]] nell'848 [[Incmaro di Reims]] accusò il medico personale ebreo di [[Carlo il Calvo]] (843-877), Sdechias, di averlo fatto avvelenare<ref>Geneviève Bührer-Thierry, Charles Mériaux, ''La France avant la France (481-888)'', éd. Belin, 2010, pp. 462-463.</ref>.
 
== I capetingi (987-1096) ==
=== Prime persecuzioni ===
La vita relativamente pacifica degli ebrei sotto i [[Carolingi]] aiutò e sostenne lo svilupparsi di nuove comunità tra cui le più importanti si stabilirono a [[Tolosa]], [[Carcassonne]], [[Chalon-sur-Saône]], [[Sens]] e [[Metz]]<ref name=B2>{{cita|Philippe|1979|loc=chapitre « De l'an 1000 à l'expulsion de 1394 »}}</ref>.
 
Ma con la rapida erosione del potere carolingio il destino degli ebrei cominciò a divenire completamente dipendente dalla buona volontà del potere locale. Nel 987 [[Ugo Capeto]] fu il primo della dinastia dei [[Capetingi]] ad ascendere al trono francese. L'XI secolo testimoniò delle prime persecuzione indotte dall'[[antigiudaismo]]. Fu anche intorno all'anno 1000 che venne fondata la comunità alsaziana<ref>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr//histoire/historiq/histo/index.htm|sito=Site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine|autore=Grand rabbin [[Max Warschawski]]|titolo=Histoire des Juifs d'Alsace|accesso=2 ottobre 2007}}</ref>.
 
Vi furono persecuzioni diffuse a partire dal 1007 o 1009. Questi atti, istigati da [[Roberto II di Francia]] (987-1031) - soprannominato "il Pio" - vengono descritte in un [[pamphlet]] ebraico<ref>Published in Berliner's ''Magazin'' iii. 46-48, Hebrew part, reproducing ''Parma De Rossi'' MS. No. 563, 23; see also Jew. Encyc. v. 447, s.v. France.</ref><ref name=JE/> il quale afferma inoltre che il re contava sui suoi vassalli per distruggere tutti gli ebrei presenti nelle loro terre che non avrebbero accettato il [[battesimo]] e che molti vennero uccisi. Roberto è accreditato per aver sostenuto le conversioni forzate dell'ebraismo locale, nonché la violenza della plebaglia contro gli ebrei che si rifiutarono di piegarsi.<ref>{{Cita libro|url=https://www.amazon.com/The-Complete-Jewish-Guide-France/dp/0312244495 |titolo=The Complete Jewish Guide to France |data=September 2001 |editore=St. Martin's Griffin |autore=Toni L. Kamins|ISBN= 978-0-312-24449-1}}</ref> Roberto "il Pio" è noto per la sua [[intolleranza religiosa]] e per l'odio che ha scatenato contro tutti i cosiddetti "eretici"; fu lui che ripristinò l'abitudine dell'[[Impero romano d'oriente]] di annientare gli eretici attraverso la [[morte sul rogo]]<ref>MacCulloch, Diarmaid. "A History of Christianity: The First Three Thousand Years". (Penguin Books, 2010) {{ISBN|9780141957951}}. p. 396.</ref>.
 
Sotto il regno di [[Riccardo II di Normandia]] (996-1026) gli ebrei di [[Rouen]] subirono persecuzioni talmente spietate che molte donne, per sfuggire alla furia della folla, saltavano nel fiume e si annegavano. Un notabile della città, Jacob b. Jekuthiel, studioso del ''[[Talmud]]'', cercò di intercedere con [[papa Giovanni XVIII]] per fermare le persecuzioni nella [[Lorena (regione francese)|Lorena]] (1007)<ref>Berliner's "Magazin," iii.; "Oẓar Ṭob," pp. 46-48.</ref>.
 
Jacob intraprese il cammino verso Roma, ma fu imprigionato con la moglie e i quattro figli dal duca Riccardo; riuscì a scampare da morte certa, ma non si è mai venuti a sapere come. Lasciò il figlio maggiore Giuda come ostaggio, mentre lui assieme alla moglie e ai tre figli rimasti ripartirono alla volta di Roma. Riuscì a convincere il papa con sette pezzi d'oro e duecento [[livre]]; il "[[Santo Padre]]" mandò quindi subito un inviato speciale da re Roberto per intimargli di interrompere le persecuzioni.<ref name=JE>{{Cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/8418-jacob-ben-jekuthiel|titolo=Jacob Ben Jekuthiel|editore=JewishEncyclopedia.com}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.encyclopedia.com/article-1G2-2587517096/rouen.html|titolo=Rouen|editore=encyclopedia.com}}</ref>
 
I [[cronaca (genere letterario)|cronisti]] dell'epoca, [[Ademaro di Chabannes]] e [[Rodolfo il Glabro]], accreditarono false accuse di complicità tra ebrei e musulmani, accusandoli di compiere spedizioni congiunte contro i cristiani con l'incentivo di distruggere il [[Santo Sepolcro]]. Se si dovesse credere ad Ademaro, che scrisse nel 1030, i sentimenti antiebraici si accrebbero nel 1010 dopo che gli ebrei occidentali avevano indirizzato una lettera ai loro coreligionari orientali, avvertendoli di un movimento militare cristiano intrapreso contro i [[Saraceni]]. Secondo Ademaro i cristiani, avvertiti da [[papa Sergio IV]],<ref>''[[Monumenta Germaniae Historica]]'', Scriptores, iv. 137.</ref> rimasero letteralmente sconvolti dalla notizia dell'avvenuta distruzione della [[Basilica del Santo Sepolcro]] a [[Gerusalemme]] da parte dei [[musulmani]] nel 1009.
 
La reazione europea alla voce passata di bocca in bocca fu di sgomento e [[shock]]. Il monaco dell'[[Abbazia di Cluny]] "il Glabro" non mancò di accusare apertamente gli ebrei per la distruzione. Nel 1010 Alduino, il [[vescovo]] di [[Limoges]]<ref name=J5/> (990-1012), offrì agli ebrei della propria [[diocesi]] la scelta tra il [[battesimo]] e l'[[esilio]]. Per un mese i teologi disputarono con gli ebrei - ma senza molto successo - e solo pochissimi di loro abbandonarono la propria fede; altri si uccisero e il resto fuggì o fu espulso dalla città.<ref>''Chronicles of Adhémar of Chabannes'' ed. Bouquet, x. 152; ''Chronicles of William Godellus'' ib. 262, according to whom the event occurred in 1007 or 1008.</ref><ref name=Bokenkotter>Bokenkotter, Thomas (2004). ''A Concise History of the Catholic Church''. Doubleday. p. 155. {{ISBN|0-385-50584-1}}</ref>
 
Esortazioni simili avvenero anche in altre città francesi<ref name=Bokenkotter/>. In seguito [[Roberto I di Normandia]] (1028-35) concordò con i suoi vassalli in modo che tutti gli ebrei i quali non avessero accettato di farsi battezzare avrebbero dovuto essere eliminati; la minaccia venne messa in esecuzione tanto che molti ebrei scelsero il [[suicidio]].<ref name=J5/>.
 
"Il Glabro" riferisce che gli ebrei di [[Orléans]] avrebbero mandato in Oriente - tramite un mendicante - una lettera che provocò l'ordine della distruzione del "Santo Sepolcro"; egli aggiunge che quando il crimine venne scoperto fu decretata ovunque la loro espulsione; alcuni furono cacciati dalle città, altri vennero messi a morte, mentre alcuni si uccisero; solo in pochi rimasero nel territorio.<ref>''Chronicles of Adhémar of Chabannes'' ed. Bouquet, x. 34.</ref> Il conte Paul Riant (1836-1888) affermò che tutta la vicenda inerente ai presunti rapporti di complicità tra gli ebrei e i "maomettani" fosse solo una di quelle leggende popolari di cui le cronache del tempo abbondarono.<ref>Paul Edouard Didier Riant,''Inventaire Critique des Lettres Historiques des Croisades - 786-1100'', Paris, 1880, p. 38. ASIN B0017H91JQ.</ref>
 
Nuove agitazioni si verificarono attorno al 1065; allora i combattimenti contro i [[Mori (storia)|Mori]] nell'ambito storico della [[Reconquista]] fornirono un ulteriore pretesto per compiere massacri antiebraici. Fatti che avvennero copiosamente anche se [[Papa Alessandro II]] condannò le uccisioni<ref name=J5>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor15|titolo=JE, Persecution of Jews in Limoges and Rouen}}</ref>. Alessandro II scrisse a Béranger, Visconte di Narbonne e a Guifred, vescovo della città, lodandoli per aver impedito la strage degli ebrei nel loro distretto e ricordando loro che [[Dio]] non approvava lo spargimento di sangue; il papa ammonì anche Landolfo VI, duca di Benevento, "che la conversione degli ebrei non deve essere ottenuta con la forza"<ref>Simonsohn, pp 35–37.</ref>. Nello stesso anno poi reclamò però anche una [[crociata]] che avrebbe dovuto scatenarsi contro i "Mori" di [[al-Andalus]]<ref>Lee Hoinacki, ''El Camino: Walking to Santiago de Compostela'', (Penn State University Press, 1996), 101.</ref>.
 
Altre regioni dell'attuale territorio francese rimasero tuttavia ben più accoglienti, ad esempio la contea di [[Champagne (regione)]] la cui provincia venne però inglobata tra i sossedimenti reali alla morte di [[Filippo IV di Francia]] (1314); una prospera comunità ebraica brillò intellettualmente a [[Troyes]]<ref>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr//histoire/historiq/histo/index.htm|sito=Site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine|autore=Grand rabbin [[Max Warschawski]]|titolo=Histoire des Juifs d'Alsace|accesso=2 ottobre 2007}}</ref>. Per quanto riguarda il [[Midi (Francia)]] tra il 1000 e il 1300 esso conobbe un'autentica "età dell'oro" ebraica in città come [[Narbonne]], [[Lunel]] e [[Montpellier]]<ref>{{cita web|url=http://ngj.vjf.cnrs.fr/jc_cohen/presentation_cohen.htm|autore=Jean-Claude Cohen|sito=Nouvelle Gallia Judaica (CNRS)|titolo=Les communautés juives d'Avignon et du Comtat-Venaissin au XVIII s.|accesso=9 agosto 2011}}</ref>.
[[File:Old Jewish Area Troyes of Rachi France.jpg|thumb|left|Area dell'antico [[quartiere ebraico (diaspora)]] a [[Troyes]].]]
=== Nasce la letteratura ebraica francese ===
La tranquillità che ancora era prevalente nella terra di Champagne permise la diffusione di una letteratura ebraica francese, in special modo connessa alla poesia liturgica (le [[Piyyut]]) ove venivano evocate le sofferenze d'Israele e la sua invincibile speranza; ma più spesso era un semplice esercizio scolastico senza aspirazione, destinato piuttosto a divertire istruendo. In seguito sopravvenne l'[[esegesi biblica]], la semplice interpretazione del testo (la [[Peshat]]) la quale riflette una fede completa nell'interpretazione tradizionale e fondata preferibilmente sul [[Midrash]]<ref name=RA>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor16|titolo=JE, Franko-Jewish Literature}}</ref>.
 
Ma fu soprattutto il ''[[Talmud]]'' e i suoi commentari ad essere maggiormente studiati; questo testo, assieme agli scritti dei [[Gaon]] - ed in particolare i loro "[[responsa]]" - vennero riveduti, copiati e trattati come codice legale (un ''[[corpus juris]]''). Nuovamente commentati e studiati sia per esercitare la [[dialettica]] che per riflettere sulle loro conseguenze pratiche<ref name=RA/>.
 
Il più celebre studioso dell'inizio dell'XI secolo fu [[Gershom ben Judah]] (960-1028) il quale visse tra [[Metz]] e [[Magonza]]. Divenne uno dei primi dottori della legge degli [[Aschenaziti]]; vietò la [[poligamia]] e il [[ripudio]] della sposa senza il suo consenso. Anche se insegnò ad innumerevoli allievi tra cui Eliahou ben Menahem, il suo autentico successore fu l'illustre [[Rashi]] (nato 12 anni dopo la sua morte). Nella medesima epoca Joseph Tov Elem, [[rabbino]] a [[Limosino]] e [[Anjou (Isère)]], creò la prima unione regionale delle comunità ebraiche<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p. 56}}</ref>.
[[File:Raschi-Haus.JPG|thumb|L'abitazione di [[Rashi]] ai giorni nostri.]]
=== Rashi ===
La grande figura che domina la seconda metà dell'XI secolo sulla totalità dell'[[ebraismo]] francese fu Salomon ben Isaac, meglio conosciuto come [[Rashi]] (1040-1106)<ref>Per trovare il commentario della [[Torah]] di Rachi vedi il sito [http://www.sefarim.fr Sefarim]</ref>. Egli incarna il "genio" ebraico nella Francia settentrionale; il suo attaccamento e la sua fervida fede, la sua pietà - ardente ma senza alcuna traccia di [[misticismo]] - costituiscono il riflesso della sua professione di [[rabbino]] a [[Troyes]] e della propria occupazione come vignaiolo<ref name=RA/>.
 
Il suo commento sulla ''[[Tanakh]]'' (in particolare la ''[[Torah]]'') rappresenta un'[[esegesi]] tanto semplice quanto naturale; esso costituisce una specie di repertorio del ''[[Midrash]]'' e serviva per l'edificazione, ma anche avanzava il gusto di cercare il semplice e più vero significato della ''[[Bibbia]]''.<ref name=RA/>. Nei suoi commenti biblici si avvalse delle opere dei contemporanei. Tra questi si deve citare Moshe haDarshan, capo della scuola di [[Narbonne]], il fondatore degli studi esegetici in Francia<ref>Vedi [[Rabbenu Tam]], ''Sefer ha-Yashar,'' ed. Vienna, No. 620, p. 74.</ref> e Menachem b. Helbo.
 
I suoi commenti sul ''[[Talmud]]'', spesso punteggiati da parole francesi trascritte in caratteri ebraici, sono una delle principali fonti di informazione sulla [[lingua francese]] del tempo. È stato definito anche per essere stato il "primo vero intellettuale francese". Le sue opere si distinguono per la loro chiarezza, lo stile diretto e la scrittura semplice, concisa e inalterata, pienamente adatta al suo soggetto<ref>{{cita libro|autore=Patrick Jean-Baptiste|titolo=Dictionnaire des mots français venant de l'hébreu||editore=Seuil|isbn=978-2-02-097152-2|passage=68}}</ref>.
 
Il suo commentario talmudico, che è stato il prodotto di un lavoro gigantesco, ha eclissato le opere simili di tutti i suoi predecessori; per la sua chiarezza espositiva ha reso più facile lo studio dell'intera raccolta e presto divenne il suo complemento indispensabile. Ogni edizione del ''Talmud'' che è mai stata pubblicata da questo momento in poi porta il suo commento stampato.
[[File:Synagoge Worms 07.jpg|thumb|La [[sinagoga]] di [[Worms]] dove studiò [[Rashi]].]]
La scuola talmudica (la [[Yeshivah]]) istituita a Troyes - suo luogo di nascita - dopo aver seguito gli insegnamenti dei rabbini di [[Worms]] e [[Magonza]], divenne immediatamente celebre. Intorno alla sua sedia si riunirono R. Shamuel b. Meïr (Rashbam) e Shemariah ben Mordecai, suoi nipoti; anche Shemaria, Giuda b. Nathan e Isaac ben Asher ha-Levi continuarono il suo lavoro insegnandovi qui, assieme a Rivam e Simha ben Samuel di Vitry, il compilatore del più antico ''Machzor'' tuttora conservato<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor23|titolo=JE, Centers of Rabbinic Learning|autore=Joseph Jacobs et M. Seligsohn}}</ref>; questo centro rabbinico è all'origine della scuola dei [[Tosafisti]] i quali forgiarono fino al XIV secolo la reputazione dell'ebraismo francese.
 
I commenti e le interpretazioni del Talmud di questa scuola sono la base e il punto di partenza della tradizione degli [[Aschenaziti]] su come interpretare e comprendere la spiegazione talmudica delle leggi bibliche. In molti casi queste interpretazioni differiscono sostanzialmente da quelle dei [[Sefarditi]], che si traducono in differenze tra come si dovrebbe applicare nella pratica la legge e le diverse [[Mitzvah]].
 
== Prima crociata e XII secolo ==
Nell'XI secolo il racconto del cronista [[Rodolfo il Glabro]] accredita l'ipotesi di un complotto ebraico ad [[Orléans]] volto alla distruzione del [[Santo Sepolcro]]; nonostante la sua "implausibilità"<ref>{{cita|Philippe|1979|p. 16}}</ref> la voce ebbe, come descritto, conseguenze gravi per gli ebrei. Anche se in territorio francese sembra abbiano sofferto meno per gli eventi connessi alle [[Crociate]] rispetto ai loro correligionari tedeschi, la [[Prima crociata]] predicata da [[Pietro l'Eremita]] rappresentò un autentico disastro<ref name=B2/>.
 
I crociati rinchiusero gli ebrei di [[Rouen]] in una chiesa e sterminarono, senza fare alcuna distinzione di età o sesso, tutti coloro che rifiutarono il [[battesimo]]; questi massacri vengono ricordati nella liturgia ebraica col termine ''Gzeirot Tatnav'' (גזירות תתנו). Anche gli ebrei orleanesi e quelli di [[Limoges]] vennero espulsi<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor18|titolo=JE, The Crusades}}</ref>.
 
I massacri più gravi si verificarono lungo la [[valle]] del [[Reno]]; a migliaia vennero assassinati dai crociati ed intere comunità scomparvero del tutto. A [[Strasburgo]] furono attaccati nel 1146 a seguito della predicazione fanatica di un monaco chiamato Radhulpe o Rodholp<ref>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr//histoire/villes/strasbrg/hist/index.htm|titolo=Histoire des Juifs de Strasbourg|autore=Grand rabbin Max Warchawski|sito=Site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine}}</ref>.
{{vedi anche|Crociata dei tedeschi}}
All'epoca della prima e della [[Seconda crociata]] (1147-49) vennero fatte circolare due delle affermazioni più comuni dell'[[antigiudaismo]] cristiano, cioè che gli ebrei s'impegnavano in omicidi rituali (vedi [[accusa del sangue]]) e che praticassero con estrema facilità l'[[usura]]; l'accusa di omicidio rituale sarebbe stata legata alla volontà degli ebrei di ripetere la [[crocifissione di Gesù]] uccidendo i cristiani. Questi [[temi propagandistici dell'antisemitismo]] divennero sempre più frequenti alla fine del XII secolo e culminarono a [[Blois]] nel 1171 con la [[morte sul rogo]] di 31 ebrei<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=288&letter=F&search=France#800|titolo=Blood Accusation}}</ref>.
 
Per quanto riguarda l'accusa di usura essa derivò dal fatto che il prestito su interesse, assimilato ad essa, rimaneva vietato ai cristiani ma non agli ebrei; quindi essi divennero spesso i banchieri privati sia dei ricchi che dei poveri. L'accusa di usura fu un'ottima maniera per consentire ai mutuatari di liberarsi molto semplicemente dei propri debiti<ref name=us>{{cita web|url=http://www.histoiredesjuifs.com/articles.php?lng=fr&pg=1339|sito=Histoire des Juifs.com|titolo=À partir de 1096}}</ref>. Ad un tale riguardo [[Abelardo]] nel suo testo intitolato ''Dialogo di un filosofo con un ebreo e un cristiano'' fa parlare l'ebreo della sua opera di usuraio, dicendo di non poter possedere alcun campo, vigneto o terra e che pertanto solamente per questa ragione egli si ritrova costretto a praticare l'usura<ref name=PS21>Pierre Savy, ''Histoire du peuple juif dans l'Occident médiéval'', MOOC à l'UNEEJ, leçon 2, séquence 1, 2016</ref>.
 
Ma nonostante l'ostilità che li circondò gli ebrei del XII secolo ebbero lo stesso un'intensa vita spirituale. Come già detto la scuola dei [[Tosafisti]] si sviluppò nella [[Champagne (regione)]], in particolare a [[Ramerupt]] attorno alla figura di [[Rabbenu Tam]], uno dei nipoti di [[Rashi]], ma anche in [[Borgogna]], a [[Parigi]] e in [[Normandia]]. Si organizzarono anche grandi incontri di rabbini provenienti da tutto il paese a [[Troyes]]<ref name=B2/> dove, secondo Rabbenu, esistettero ben due sinagoghe<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor24|titolo=JE, Synods}}</ref>.
 
Allo stesso modo anche il [[Midi (Francia)]] godette di un fiorente [[stile di vita]] ebraico, molto ben illustrato dalle vicende della famiglia [[Ibn Tibbon]], nonostante continuassero - seppur sporadicamente - accese manifestazioni di [[antigiudaismo]]<ref name=Phil1/>.
[[File:Ecclesia et Synagoga.jpg|thumb|"Ecclesia trionfante e Sinagoga sconfitta" nella [[Cattedrale di Strasburgo]].]]
Nella regione dell'[[Alsazia]], da quando [[Beniamino di Tudela]] narrò di diversi iraeliti "saggi e ricchi" di [[Strasburgo]], la [[Chiesa (istituzione)]] iniziò a propagare un'immagine negativa degli ebrei, come venne ben evidenziato in seguito dalla celebre statua raffigurante la "Sinagoga bendata e armata con una lancia spezzata"<ref>{{cita|Philippe|1979|p. 306}}</ref>.
 
Quest'immagine è del tutto simile a quella parigina posizionata sul portale centrale della facciata principale della [[Cattedrale di Notre-Dame]]; esso è circondato da due statue, una che rappresenta la "Chiesa trionfante" e l'altra la "Sinagoga sconfitta", fatte ricostruire da [[Eugène Viollet-le-Duc]] dopo la loro distruzione avvenuta durante la [[rivoluzione francese]]<ref>Dans sa description de Notre-Dame, Viollet-le-Duc évoque sur la statue d'origine, un bandeau qu'il a donc remplacé par un serpent ! Voir {{cita libro|titolo=Description de Notre-Dame, cathédrale de Paris|autore=Ferdinand de Guilhermy et Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc|editore=Bance|anno=1856|présentation en ligne={{Google Livres|MUwUAAAAQAAJ|surligne=Synagogue vaincue|passage=page 22}}}}</ref>. La statua ha gli occhi velati da un serpente per mezzo di una fasciatura, una lancia spezzata, una corona caduta a terra e le tavole della legge (i ''[[Dieci Comandamenti]]'') abbassate.
 
Il parallelismo con l'immagine ecclesiale tuttavia indica però anche l'importanza assunta dalla comunità ebraica parigina nel corso dell'XI secolo, quando venne per la prima volta innalzata la cattedrale<ref>{{cita web|url=http://patrimoine-de-france.com/references/eglise-personnifiee-synagogue-personnifiee.php|titolo=église personnifiée, synagogue personnifiée|sito=Patrimoine de France}}</ref>.
[[File:La Synagogue a Notre-Dame de Paris.jpg|thumb|left|La "Sinagoga accecata" all'esterno della [[Cattedrale di Notre-Dame]].]]
 
== Espulsioni e ritorni ==
=== Espulsione e richiamo 1182-1198 ===
Verso la fine del XII secolo iniziò lo sviluppo intensivo dell'attività economica e [[Parigi]] godette di un'ampia espansione attraverso cui parteciparono anche gli ebrei. Ma la popolazione cristiana presto divenne gelosa e invidiosa di loro tanto che [[Filippo II di Francia]] raccolse le voci di queste denunce; egli vide in loro i nemici della [[fede]] nonché dei pericolosi concorrenti per la nuova [[borghesia]] mercantile. Il 10 marzo del 1182 un decreto del sovrano depredò gli ebrei di tutti i loro beni e li costrinse ad abbandonare il regno<ref name=B2/>.
[[File:1182 french expulsion of jews.jpg|thumb|L'espulsione degli ebrei nel 1182. [[Miniatura]] tratta dalle ''Grandes Chroniques de France''.]]
Le sinagoghe si trasformarono in chiese, le proprietà degli ebrei vennero ridistribuite alla [[nobiltà]] o alle corporazioni. Il re inaugurò così un modello di espulsione-spogliamento il quale si ripeterà tale a quale ancora molte volte nel corso della storia. Gli ebrei migrarono il più vicino possibile, al di fuori del dominio reale, nella [[Champagne (regione)]] o in [[Borgogna]], ma anche più a sud verso la [[Provenza]]; questa prima espulsione insegnò alla comunità di non investire in immobili bensì in gioielli e contanti, sempre negoziabili e facilmente trasportabili<ref name=B2/>.
 
Nel 1198 il sovrano richiamò gli ebrei. Non assunse una tale decisione per un senso tardivo di compassione, ma con un intento d'interesse ben preciso in quanto gli ebrei - per la loro professione di finanziatori - contribuivano sostanzialmente alla crescita economica dell'intero paese<ref>{{cita|Philippe|1979|p. 26-27}}</ref>; inoltre venne fatta applicare una tassa speciale per ciascuna delle loro transazioni<ref name=B2/>.
 
Questo ritorno nel regno si accompagnò ad un reciproco accordo di [[estradizione]] stipulato con [[Tebaldo III di Champagne]]<ref>{{cita|Philippe|1979|p. 308}}</ref>; infine il re fece degli ebrei i "Servi della Corona" (vedi [[servitù della gleba]])<ref name=JPA/>, privandoli in tal modo dell'eventuale protezione concessa loro dalla [[Chiesa (istituzione)]]. Da questo momento in poi rimasero completamente soggetti all'arbitrarietà regale e dei suoi vassalli<ref name=JPA>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor31|titolo=JE, Recalled by Philip Augustus, 1198}}</ref>.
[[File:Expulsión judíos.svg|thumb|left|Le varie espulsioni e migrazioni ebraiche nel [[continente europeo]] tra il 1100 e il 1600.]]
La pratica dei "trattati reciproci di estradizione" si diffuse in tutta la Francia dopo il 1198. I signori che intendevano imporre una tassa pesante (''caption'', letteralmente "cattura") sugli ebrei che vivevano all'interno della propria giurisdizione (''dominium'') firmarono accordi con i loro vicini; l'entrata degli ebrei nei suoi domini veniva proibita reciprocamente, così da "trattenerli" nei luoghi di tassazione. Ciò sorse in risposta alla comune migrazione ebraica - di fronte a una ''caption'' - in un diverso ''dominium''; spesso acquisirono il diritto di risolvere indebitamente il problema con "donazioni" al loro nuovo signore. Nel maggio del 1210 la corona negoziò tutta una serie di trattati con i vicini dei "domini reali" e "catturò" i suoi ebrei con un cospicuo prelievo fiscale.
 
Dal 1223 in poi, tuttavia, i [[duchi e conti di Champagne]] si rifiutarono di firmare tali trattati ed inoltre anche di affermare il diritto asserito dalla corona di forzare le politiche di non estradizione sui suoi baroni. Tali trattati sono diventati obsoleti dopo l'ordinanza di [[Luigi IX di Francia]] (1230), quando divenne illegale la migrazione ebraica interna tra le diverse Signorie. Questa ordinanza - il primo capitolo della legislazione pubblica in Francia sin dai tempi [[Carolingi]] - dichiarò anche [[alto tradimento]] il rifiutare la non-conservazione<ref>[[William Chester Jordan]] (1998), "Jews, Regalian Rights, and the Constitution in Medieval France", ''AJS Review'' '''23'''(1): 5–7.</ref>.
 
All'inizio del XIII secolo tuttavia l'istituzione ecclesiastica si fece più dura e diffidente nei confronti degli ebrei del re tanto che nel 1205 [[Papa Innocenzo III]] protestò ufficialmente contro la protezione che il sovrano aveva loro dato; il [[papa]] fu anche dell'opinione di far annullare i debiti verso gli ebrei ai signori reali che accettavano di battersi sotto l'insegna della croce. Il re però non accettò la proposta<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor32|titolo=JE, Innocent III}}</ref>.
[[File:13thcenturyrabbis.jpg|thumb|Un raduno di rabbini ebrei (XIII secolo).]]
 
=== Sorte degli ebrei di Linguadoca ===
{{vedi anche|Storia degli ebrei in Provenza e Linguadoca}}
Alla fine del XII secolo gli ebrei di [[Linguadoca (provincia)]] e della [[Contea di Tolosa]] conobbero una brillante vita intellettuale<ref name=Phil1/> e sperimentarono una situazione di pace generale<ref name=Phil1>{{cita|Philippe|1979|p. 44}}</ref>.
 
Il legato del papa, che lanciò la [[Crociata albigese]], non solo rimproverò il conte [[Raimondo VI di Tolosa]] di consentire al [[catarismo]] di svilupparsi, ma anche di favorire esplicitamente gli ebrei. Questi non furono massacrati come i Catari dopo essere stati sconfitti, ma la contea tolosana passò di mano dopo la morte di [[Raimondo VII di Tolosa]] (1249), divenendo possedimento di [[Alfonso di Poitiers]], fratello di "San Luigi" ([[Luigi IX di Francia]]).
 
Da allora gli ebrei soffrirono di un'arbitrarietà simile a quella che governava sopra di loro nel [[regno di Francia]]; imposizioni forzate e minacce di espulsione con l'obbligo d'indossare una rotella identificativa da portare sopra gli abiti. Molti ebrei allora migrarono in direzione della [[Provenza]], sottomessa al casato [[Angiò]]<ref name=B2/><ref name=JEAL>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor42|titolo=JE, Policy of Alphonse of Poitiers.}}</ref>.
 
=== 1223-70 ===
Con [[Luigi VIII di Francia]] (1223-26) e in particolar modo con [[Luigi IX di Francia]] (1226-70) lo status socio-politico ebraico venne caratterizzato sempre più dalla crescente influenza dello [[Stato della Chiesa]], senza dimenticare l'interesse della "Corona". Luigi VIII in un'ordinanza del 1223 proibì gli interessi sui prestiti concessi dagli ebrei e chiese ai vassalli di raccogliere entro tre anni il rimborso del [[capitale (economia)]] a nome degli ebrei<ref name=J12>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor33|titolo=JE, Under Louis VIII and St. Louis}}</ref>.
 
Luigi IX "il Santo" continuò questa stessa politica combinando l'ostilità verso il prestito su [[interesse]] all'[[ebraismo]] in generale<ref>{{cita web|url=http://www.humanite.fr/node/172126|titolo=Jacques Le Goff nous ouvre le dossier Saint Louis|sito=[[L'Humanité]]|data=2 luglio 1996}}</ref>. Da par suo poi condannò senza riserve i prestiti su interesse e rimase meno sensibile alle considerazioni fiscali addotte dal nonno [[Filippo II di Francia]]. Nel dicembre del 1230 egli obbligò diversi signori a vietare agli ebrei di concedere prestiti; ma allo stesso tempo fu fatto ripubblicare l'ordine del 1223 che proibiva i prestiti a [[tasso d'interesse]], dimostrandone in tal modo la non applicazione<ref name=J12/>.
 
Nel 1234 il sovrano liberò i propri sottoposti da 1/3 dei loro debiti nei confronti degli ebrei; ordinò poi che ale somma venisse restituita a coloro che già l'avevano rimborsata; proibisce infine l'imprigionamento dei cristiani o la vendita dei loro immobili al fine di rimborsare i debiti dovuti agli ebrei<ref name=J12/>.
==== Processo al Talmud ====
Alcuni [[ebrei]] convertiti al [[cristianesimo]] cominciarono a diffondere l'idea che i testi ebraici oltraggiassero il "Signore" [[Gesù Cristo]]. Uno di loro, un certo Nicolàs Donin nativo di [[La Rochelle]], aveva studiato con Yechiel di Parigi prima di divenire [[abate]]; riuscì ad ottenere da [[Papa Gregorio IX]] nel 1239 una [[bolla pontificia]] di condanna del ''[[Talmud]]''.
 
Ne scaturì un vero e proprio processo che condusse alla dichiarazione finale: "''il Talmud è un libro infame!''" Furono pertanto solennemente bruciati a [[Place de l'Hôtel-de-Ville]] 12.000 manoscritti talmudici e altri libri ebraici alla presenza del capo-funzionario dei commercianti parigini e del clero tutto<ref name=B2/>. Molte altre controversie avvennero durante il regno di "San Luigi", ogni qual volta a rischio e pericolo degli ebrei<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor35|titolo=JE, Disputations Between Jews and Christians.}}</ref>.
 
==== Crociata dei pastori ====
{{vedi anche|Crociata dei pastori}}
Sotto l'influenza di un monaco e con il sostegno della madre del re, [[Bianca di Castiglia]], migliaia di pastori e montanari presero le armi in pugo - come fossero dei novelli crociati - con l'intento precipuo di andare a liberare "San Luigi", caduto prigioniero durante la [[Settima crociata]] (1248-54); questa spedizione popolare fallì dopo essersi scontrata con il [[clero]], ma non prima di essere riuscita a massacrare gli ebrei di [[Bourges]]<ref>{{cita libro|titolo=Histoire de France,tome deuxième|autore=Antoine Dareste De La Chavanne|anno=1865|url=http://books.google.fr/books?id=z08PAAAAQAAJ&pg=PA246&dq=pastoureaux+juifs+bourges+blanche+de+castille&hl=fr&ei=bB5pTqeGKo6gOqnkjOIL&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&sqi=2&ved=0CDUQ6AEwAg#v=onepage&q=pastoureaux%20juifs%20bourges%20blanche%20de%20castille&f=false|p.246|sito=Google Books}}</ref>.
[[File:Jewish man - worms - 16th century.jpg|thumb|left|Un ebreo di [[Worms]] con la rotella identificativa di colore [[giallo]] apposta sopra l'abito, dello stesso tipo di quella in uso anche in territorio francese (XVI secolo).]]
==== Imposizione della rotella ====
Nel 1269 "San Luigi" impose agli ebrei d'indossare una rotella di riconoscimento, così come venne stabilito dal [[Concilio Lateranense IV]] già nel 1215. La rotella fu un pezzo di panno rotondo di colore [[giallo]], raffigurante i celeberrimi "30 denari" del tradimento di [[Giuda Iscariota]]; gli ebrei dovettero apporla sui propri vestiti<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor32|titolo=JE, Increased Restrictions Under St. Louis|autore=[[Joseph Jacobs]] & [[Israël Lévi]]}}</ref>.
 
Per [[Jacques Le Goff]] nella sua opera ''Saint Louis'': "''queste concezioni e questa pratica, questa politica di feroce [[antigiudaismo]], hanno creato la base del più tardo [[antisemitismo]]. San Luigi è una pietra miliare sulla strada verso l'antisemitismo cristiano, occidentale e francese''"<ref>{{cita|Le Goff|1996}}, pag. 814</ref>.
=== 1270-1285 ===
L'avvento di [[Filippo III di Francia]] non mutò considerevolmente il destino degli ebrei del [[regno di Francia]]. Essi rimasero soggetti ad un numero considerevole di [[discriminazione|disciminazioni]], rafforzate di volta in volta da diverse ordinanze<ref name=J17>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor37|titolo=JE, Under Philip the Bold and Philip the Fair}}</ref>.
 
Due eventi importanti si verificarono a livello politico; alla morte dello zio [[Alfonso di Poitiers]] avvenuta nel 1271 le sue terre tornarono sotto il controllo diretto del re<ref name=JEAL/>. Gli [[ebrei]] di [[Tolosa]] e [[Aquitania]] condivisero quindi completamente il destino dei loro correligionari già presenti nel regno. D'altra parte nel 1274 Filippo cedette il [[Contado Venassino]] allo [[Stato della Chiesa]], il cui governo permise agli ebrei di rimanere nel territorio di [[Avignone]] fino allo scoppio della [[rivoluzione francese]]: furono denominati gli "[[Ebrei del papa]]"<ref>{{cita libro|nome=René|cognome=Moulinas|titolo=Du ghetto pontifical à la nation française, les juifs d'Avignon et du Comtat Venaissin au dernier siècle de l'Ancien Régime|anno=1981|editore=Les Belles Lettres}}</ref>.
 
Sotto Filippo III gli ebrei cominciarono a subire l'[[Inquisizione]], introdotta inizialmente in Francia per combattere gli [[Albigesi]]. Infatti nel 1267 [[Papa Clemente IV]] nella sua [[bolla pontificia]] intitolata ''Turbato Corde'' decretò che gli ebrei convertiti al cristianesimo e poi tornati all'[[ebraismo]] dovessero essere sottoposti all'autorità degli inquisitori<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=I, 3}}</ref>. Nel 1278 gli ebrei tolosani seppellirono un cristiano convertito all'ebraismo nel loro cimtero; perquesto atto percepito come [[proselitismo]] il loro [[rabbino]] Isaac Malès venne condannato dal tribunali inquisitoriale alla [[morte sul rogo]]<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor43|titolo=JE, Relations with the Inquisition}}</ref>.
=== 1285-1314: persecuzioni, spoliazione ed espulsione ===
[[Filippo IV di Francia]] "il Bello" fu il sovrano più duro verso gli ebrei che ci fosse mai stato, tanto che non ve ne furono mai molti sotto le sue dirette dipendenze durante il suo regno. Inoltre la moglie [[Giovanna I di Navarra]] era contessa della [[Champagne (provincia)]], territorio ove si era già stabilita una ricca comunità ebraica e protetta fin dai tempi dei [[Duchi e conti di Champagne]]. Già nel 1288 13 ebrei vennero condannati dall'[[Inquisizione]] alla [[morte sul rogo]] a [[Troyes]] per un presuno caso di omicidio<ref name=J17/>; due anni dopo si verificò il cosiddetto "miracolo di Billettes", un caso di [[accusa di profanazione delle ostie]] attribuita a un ebreo<ref>Le jour de Pâques 1290, le Juif Jonathas aurait exigé une hostie pour rendre les vêtements qu'une vieille femme avait mis en gage. Jonathas taillade alors l'hostie qui laisse échapper un sang abondant. Il la jette ensuite dans de l'eau bouillante qui devient rouge sang. La vieille femme ayant ameuté le public, Jonathas est arrêté et condamné à être brûlé vif et ses biens saisis par Philippe le Bel qui fait construire la chapelle du Miracle. (cf : [[Jacques Hillairet]], « [[Dictionnaire historique des rues de Paris]] », article [[Rue des Archives]] numero 22 à 26, Éditions de Minuit, 1985).</ref>.
 
Prima della sua ascesa al trono Filippo si compromise notevolmente facendo affari con gli ebrei. Quando la moglie prese possesso della Champagne nel 1284 egli riuscì ad ottenere dagli ebrei un pagamento per poter conermare il loro diritto di residenza all'interno della provincia. Nel corso degli anni successivi li protesse contro la [[Chiesa (istituzione)]] per conservarsi una fonte sempre disponibile di reddito<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor38|titolo=JE, Blood Accusation and Host Desecration}}</ref>.
 
Il [[censimento]] degli ebrei parigini (1.500 su 150.000 abitanti) consente di stimare che sotto Filippo gli ebrei rappresentavano l'1% dell'intera popolazione il cui dato però diminuì in maniera costante fino all'[[esilio]] permanente proclamato nel 1394<ref>{{cita libro|lingua=fr|autore=[[Michel Roblin]]|titolo=Juifs de Paris|editore=A. et J. Picard|data=1952|passage=20}}</ref>. Lo storico Gérard Nahon stima che la popolazione ebraica francese del tempo ammontasse a 100.000 anime, concentrata soprattutto nell'[[Île-de-France]], nella Champagne, in [[Normandia]], nei [[Paesi della Loira]] e nella [[Linguadoca (provincia)]] meridionale<ref>{{cita web|titolo=L'expulsion des juifs par Philippe le Bel|url=https://francearchives.fr/commemo/recueil-2006/39231|sito=Portail national des Archives|autore=Gérard Nahon}}</ref>.
 
Nel 1292 venne stabilita una nuova imposta per gli ebrei e di cui il re ne riscosse interamente i proventi; tre anni dopo furoro arrestati e tenuti prigionieri, avendo 8 iorni di tempo per poter essere riscattati, altrimenti sarebbero stati venduti a beneficio del "Tesoro reale". Ulteriori imposte vennero ancora riscosse nel 1299 e nel 1303<ref name=J17/>.
 
Ma nel 1306 le casse reali risultarono essere nuovamente irrimediabilmente vuote; il re prese quini la decisione di far "uccidere la gallina dalle uova d'oro", per utilizzare l'espressione della ''[[Jewish Encyclopedia]]''. Fece arrestare gli ebrei, il che voleva significare l'[[esilio]] e il sequestro delle proprietà, inclusi i loro crediti, senza neanche rendere il servizio ai suoi vassalli di liberarli dai debiti contratti. Il numero totale deli ebrei esiliati è stato stimato in 100.000<ref name=HJF12>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=I, 2}}</ref>.
 
Il poeta Geoffrey di Parigi deplorò quest'atto nella sua [[cronaca (genere letterario)]] in rima e si rammaricò del fatto che i creditori ebrei fossero molto più buoni degli stessi cristiani in tali faccende. L'esilio venne realizzato in condizioni assai difficili; il cronista Giovanni di San Vittore annotò che gli ebrei dovettero pagare per essere in grado di lasciare il regno e che molti di loro morirono in mezzo alla strada a causa dell'esaurimento e della sofferenza<ref name=N/>.
 
Il regno nel frattempo era cresciuto rispetto alla prima espulsione comminata da [[Filippo II di Francia]] nel 1182; questa volta gli ebrei dovettero rifugiarsi nei paesi circostanti, in [[Alsazia]], nella [[Contea di Savoia]] e in [[Provenza]], ma alcuni giunsero fino alla [[penisola italiana]], nei territori tedeschi e nella [[penisola iberica]]. Ai giorni nostri esistono famiglie "Tsarfati" (che significa "francese" nella [[lingua ebraica]]), "Narboni", "Bedersi" (da [[Béziers]]) ecc. Ciò secondo la diffusa abitudine di nominare le persone dal nome della città o del paese da cui traevano le proprie origini<ref name=N>{{cita web|url=http://www.culture.gouv.fr/culture/actualites/celebrations2006/expulsion.htm|titolo=L’expulsion des juifs par Philippe le Bel|sito=Ministère de la Culture|autore=Gérard Nahon}}</ref>.
 
Anche se gli ebrei furono richiamati nel 1315 quest'espulsione segnò la fine dell'[[ebraismo]] francese nel [[Medioevo]]. Proprio come la revoca dell'[[Editto di Nantes]] che condannò gli [[Ugonotti]] all'esilio nel 1685, questa decisione fu per lo storico Siméon Luce un completo disastro per la vitalità economica francese<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor40|titolo=JE, Exile of 1306}}</ref>: "''colpendo agli ebrei Filippo il Bello, allo stesso tempo, prosciugò una delle fonti più feconde della prosperità finanziaria, commerciale e industriale del suo regno''"<ref>{{Cita libro|titolo=Jewish Reference Book: B'nai Brith Manual|url=https://archive.org/details/jewishreferenceb00coho|anno=1926|p=209|città=Cincinnati, O.|curatore=Samuel S. Cohon (1888–1959)|accesso=2 agosto 2013}}.</ref>.
[[File:14th century Hannukah lamp (hanukiah), France - Musée d'art et d'histoire du Judaïsme.jpg|thumb|left|Una [[Chanukkiyah]] (lampada) per [[Chanukkah]] datata a prima del 1394.]]
 
=== Dal richiamo del 1315 all'espulsione definitiva del 1394 ===
==== Richiamo del 1315 ====
Costituisce un fatto eccezionale che il richiamo del 1315 avvenne in special modo sotto la pressione del "clamore del popolo", questo almeno secondo i termini dell'ordinanza<ref>{{cita libro|titolo=Les juifs dans le moyen age : essai historique|autore=[[Georges-Bernard Depping]]|url=http://books.google.fr/books?id=P4IPAAAAQAAJ&pg=PA158&dq=juifs+%22clameur+du+peuple%22+1315&hl=fr&ei=uNqFTtXPCqfU4QTk7OWIDw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CDIQ6AEwAQ#v=onepage&q=juifs%20%22clameur%20du%20peuple%22%201315&f=false|anno=1844|p.158}}</ref>. Fu così che [[Luigi X di Francia]] li richiamò, anche se solo per 12 anni, con molta probabilità per avere la facoltà di derubarli nuovamente come aveva già fatto suo padre prima di lui<ref name=LX/>. Ma in queste condizioni è probabile che ben pochi ebrei volessero ritentare la fortuna all'interno dei confini reali. Questo richiamo risultò un'operazione tanto più vantaggiosa per il re quanto negativa per gli ebrei i quali vennero pesantemente tassati secondo i loro redditi precedenti al 1306: ciò portò nelle casse reali 122.500 [[livre]]<ref name=LX>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor49|titolo=JE, Return of the Jews to France, 1315}}</ref>.
==== Seconda crociata dei pastori e espulsione del 1323 ====
Non dobbiamo attendere i 12 anni concessi da Luigi X per vedere gli ebrei nuovamente colpiti. Nel 1320 la seconda spedizione della [[Crociata dei pastori]] provocò, lungo tutyo il corso della sua procesione, massacri di ebrei nel Sud-Ovest francese<ref name=B2/>.
[[File:Exécution des lépreux et des juifs.png|thumb|[[Morte sul rogo]] per lebbrosi e ebrei (XIV secolo).]]
La conseguenza di tale rivolta fu paradossale, ma spesso la si rinviene nella [[storia dell'antisemitismo]]; il potere incolpoò gli ebrei di aver prodotto problemi di ordine sociale solamente con la loro presenza. Secoondo tale logica furono gli ebrei a dover essere puniti e pertanto vennero per l'ennesima volta espulsi in virtù di un'ordinanza del 24 giugno del 1322, ma fatta eseguire l'anno successivo. Il pretesto venne dato a seguito dell'[[accusa di avvelenamento dei pozzi]]: gli ebrei avrebbero gettato un malato di [[lebbra]] dentro in pozzo, infettando così l'acqua potabile!<ref name=HJF12/>{{,}}<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor52|titolo=JE, Conditions at Tours}}</ref>
==== Pesecuzioni in Alsazia: massacro di San Valentino ====
Le comunità ebraiche si moltiplicarono in [[Alsazia]] all'inizio del 1300, con tutta probabilità a causa dell'espulsione dal [[regno di Francia]]<ref name=HJF12/>. Ma già nel 1336 un movimento inurrezionale minacciò pesantemente gli ebrei i quali dovettero cercare rifugio a [[Colmar]] nel 1337, sotto la protezione delle autorità imperiali ed episcopali<ref name=Col>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/histoire/villes/colmar/hist/index.htm|titolo=Histoire des Juifs de Strasbourg|sito=le site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine|autore=Grand rabbin Jacky Dreyfus}}</ref>.
 
L'epoca più terribile fu quella della "[[Peste nera]]" quando la [[peste]] infestò l'intero [[continente europeo]] tra il 1347 e il 1349. I n Alsazia e altrove gli ebrei vennero nuovamente sottoposti all'[[accusa di avvelenamento dei pozzi]]. A [[Strasburgo]] nel febbraio del 1349 gli ebrei vennero condannati alla [[morte sul rogo]] (vedi [[pogrom di Strasburgo]])<ref name=Str>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/histoire/villes/strasbrg/hist/index.htm|titolo=Histoire des Juifs de Strasbourg|sito=le site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine|autore=Grand rabbin grand rabbin [[Max Warschawski]]}}</ref> e, contemporaneamente, anche quelli di Colmar furono bruciati vivi nel sito che prese poi il nome di ''Judenloch'' (la "fossa degli ebrei")<ref name=Col/>.
 
Anche dopo i disordini gli ebrei sopravvissuti, che avevano trovato scampo nelle campagne circostanti, poterono ritornare per qualche tempo in città. Questi eventi segnarono la trsformazione dell'ebraismo alsaziano il quale divenne eminentemente rurale per i successivi 4 secoli<ref name=Str/>.
==== Richiamo del 1360 ====
Nel 1336 [[Giovanni II di Francia]] cadde prigioniero degli inglesi a seguito della [[battaglia di Poitiers (1356)]]; venne chiesto un risctto di 3 milioni di corone per liberarlo. L'erede [[Carlo V di Francia]], disideroso di rimpinguare le finanze reali, ebbe l'ide brillante di rinegoziare il ritorno degli ebrei per vent'anni e con la promessa di lievi imposte: una tassa d'iscrizione di quattordici fiorini per capofamiglia e di un fiorino per ognuno dei suoi membri, più sette fiorini all'anno per il combustibile di riscaldamento (la legna) e un fiorino ulteriore per ogni membro della famiglia<ref name=HJ3211>{{cita|Graetz|1853-1875|loc=III, 2, 11}}</ref>.
 
Le condizioni negoziate dal [[delfino]] non furono troppo sfavorevoli ma Giovanni II, che rimaneva più ostile del figlio nei confronti degli ebrei, ripristinò l'obbligo di indossare la rotella di riconoscimento. Pare in ogni caso che ben pochi ebrei fossero ansiosi di tornare<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor53|titolo=JE, Under John the Good}}</ref>.
==== Espulsione finale del 1394: bilancio di più di un millennio di presenza ebraica in Francia ====
Carlo V "il Saggio" protesse gli ebrei per tutto il periodo del proprio regno e prolungò il loro diritto di residenza. Il suo successore - dal 1380 - [[Carlo VI di Francia]] ("il Folle") fu invece molto più influenzabile. Sotto il pretesto del ritorno all'[[ebraismo]] di un ebreo precedentemente convertito il sovrano firmò il 17 settembre del 1394 un decreto che vietava agli ebrei di rimanere nel regno<ref>La France est un {{cita pubblicazione|royaume Très-Chrétien où la foi est illuminée, où n’habite ni Juif ni païen}}. Voir Pierre Savy, ''Histoire du peuple juif dans l'Occident médiéval'', MOOC à l'UNEEJ, leçon 5, séquence 1, 2016</ref>; permise semplicemente loro di realizzare i propri crediti e di vendere le proprietà, proteggendoli poi nel viaggio verso i confini<ref name=HJ3211/> durante l'inverno del 1395<ref name=HJF12/>.
 
La comunità ebraica francese viene stimata ai tempi di [[Luigi IX di Francia]] da 50 a 100.000 persone distribuite in tutto il territorio<ref>{{cita|Le Goff|1995|p 793}}</ref>. Secondo lo storico Gérard Nahon, anche se esistette ancora un certo habitat rurale ebraico vi era per lo più una chiara tendenza in direzione dell'[[urbanizzazione]], con le abitazioni ebraiche che spesso corrispondevano alla vicinanza di una sede amministrativa municipale<ref>Gérard Nahon, ''Une géographie des Juifs dans la France Louis IX (1226-1270)'' dans « The Fifth World Congress of Jewish Studies », vol. II, Jérusalem 1972, p. 127-132 citato in {{cita|Le Goff|1996}}, pag. 796 </ref>.
 
Secondo il monaco Michel Pintoin (1350-1421) della [[Basilica di Saint-Denis]] il re firmò questo decreto a seguito delle pressanti insistenze in merito ricevute da parte della regina [[Isabella di Baviera]] ("Chron. de Charles VI." ii. 119).<ref>History of the reign of Charles VI, titled ''Chronique de Religieux de Saint-Denys, contenant le regne de Charles VI de 1380 a 1422'', encompasses the king's full reign in six volumes. Originally written in Latin, the work was translated to French in six volumes by L. Bellaguet between 1839 and 1852.</ref>
[[File:Maison sublime - mur nord.jpg|thumb|I resti perimetrali esterni della "Maison sublime".]]
Rimangono a tutt'oggi ben poche prove materiali sui XIV secoli di presenta ebraica in Francia fino al 1394; un edificio (denominato "Maison sublime") seppellito sotto il palazzo di corte di [[Rouen]]<ref>{{cita web|url=http://www.rouen-histoire.com/mj/|titolo=Le monument juif du palais de justice de Rouen|sito=Rouen-Histoire}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.lamaisonsublime.fr/content/view/13/47/|titolo=La maison sublime de Rouen|sito=Association La Maison Sublime de Rouen}}</ref><ref>{{cita web|titolo=Découvrez le monument juif le plus ancien de France|url=http://fr.timesofisrael.com/decouvrez-le-monument-juif-le-plus-ancien-de-france/?utm_source=A+La+Une&utm_campaign=c80882ca93-Mardi_26_avril_20164_26_2016&utm_medium=email&utm_term=0_47a5af096e-c80882ca93-55247257|sito=The Times of Israel|data=26 aprile 2016}}</ref>; una casa che aveva anche la funzione di [[sinagoga]] del XIII secolo a [[Rouffach]]<ref>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/synagog/hautrhin/r-z/rouffach.htm|titolo=Synagogue de Rouffach|sito=Site du Judaïsme d'Alsace et de Lorraine}}</ref>; un luogo per il [[Mikveh]] dello stesso periodo a [[Strasburgo]] (nel [[Quartiere ebraico (diaspora)]]) e un altro a [[Montpellier]]<ref>{{cita web|url=http://www.montpellier.fr/334-mikve-medieval.htm|titolo=Mikvé médiéval - Un témoignage médiéval émouvant|sito=Ville de Montpellier}}</ref>; infine lapidi ebraiche visibili soprattutto al museo "[[Hôtel de Cluny]]" a [[Parigi]]<ref>{{cita web|url=http://www.culture.gouv.fr/public/mistral/joconde_fr?ACTION=CHERCHER&FIELD_98=DENO&VALUE_98=st%E8le&DOM=All&REL_SPECIFIC=1|titolo=(Base) Joconde|sito=Ministère de la Culture}}</ref>.
 
L'archeologa ed esperta in [[storia dell'arte]] Camille Enlart poteva scrivere nel 1929: "''molte sinagoghe esistevano in Francia nel [[Medioevo]]. Erano più o meno importanti secondo il numero e la fortuna delle varie comunità presenti. Durante le ripetute persecuzioni improntate dall'[[antigiudaismo]] più acceso tutte le sinagoghe furono distrutte e i cimiteri vicini vennero profanati''"<ref>{{cita libro|titolo=L'archéologie juive de la France médiévale, dans Archéologie médiévale, tome V|anno=1975|url=http://books.google.fr/books?id=LLreCJN1uxwC&printsec=frontcover&hl=fr#v=onepage&q&f=false|pp.141-159|autore=[[Gérard Nahon]]}}</ref>.
 
Ma in più di 400 cittadine e villaggi francesi esistono un vicolo, una via o un intero quartiere ebraici i quali rammemorano sia l'attuazione della presenza rurale che la sua scomparsa nel corso del XIV secolo, con l'eccezione della [[storia degli ebrei in Alsazia]] e degli "[[Ebrei del papa]]". La mappa di queste "strade degli ebrei" fornisce una panoramica sull'insediamento ebraico medioevale; identifica le comunità alsaziane e provenzali e un capillare numero di fondazioni in tutto il settentrione francese, in particolare nella [[Champagne (provincia)]] e in [[Normandia]] fino alla [[Bretagna]] superiore.
 
Sul piano spirituale l'eredità risulta essere incommensurabile, innanzitutto grazie a [[Rashi]], i cui commenti sulla ''[[Torah]]'' e sul ''[[Talmud]]'' - così come quelli dei [[Tosafisti]] a lui succeduti - sono ancora attualmente oggetto di numerosi commenti. Per quanto riguarda la scienza profana essa ha beneficiato notevolmente dell'opera dei medici ebrei stabiliti a [[Montpellier]] o a [[Lunel]] e grazie alla famiglia [[Ibn Tibbon]]] la quale ha tradotto i trattati antichi o arabi sulla [[medicina]]. La [[lingua francese]] stessa è stata arricchita dalla presenza ebraica<ref>È possibile farsi un'idea cercando nel [[Centre national de ressources textuelles et lexicales]]; le parole francesi le cui prime tracce risalgono alla [[lingua zarfatica]] si trovano ben presenti nell'opera di [[Rashi]] su [http://www.google.fr/search?hl=fr&lr=&safe=off&q=%22jud%C3%A9o-fr%22+site%3Acnrtl.fr&btnG=Rechercher&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai= Mots utilisés en judéo-français] e in [http://www.google.fr/search?hl=fr&lr=&safe=off&q=raschi+site%3Acnrtl.fr&btnG=Rechercher&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai= Mots utilisés par Rachi]</ref>.
[[File:Wittenberg Judensau Grafik.jpg|thumb|left|Un [[libello]] arricchito con lo [[Judensau]] [[Wittenberg]], 1596.]]
Gli ultimi secoli del [[Basso Medioevo]] hanno anche lasciato in eredità alcuni dei [[temi propagandistici dell'antisemitismo]] cristiano i quali sono stati successivamente sempre più presi in considerazione, come l'[[accusa di profanazione delle ostie]], l'[[accusa del sangue]], l'[[accusa di avvelenamento dei pozzi]] e l'[[usura]]<ref name=us/>.
 
Una chiara rappresentazione di questo [[odio]] è ancora visibile sulla [[Cattedrale di Strasburgo]] attraverso la statua della "perfida sinagoga bendata" o nella [[Collegiata di San Martino (Colmar)]] con lo [[Judensau]] (una caricatura che mostra una scrofa mentre allatta i suoi maialini assieme agli ebrei). Sarà solamente con [[Papa Giovanni XXIII]] e il [[Concilio Vaticano II]] prima (1962-65) e con [[Papa Giovanni Paolo II]] poi che si mise finalmente la parola fine a ciò che lo storico [[Jules Isaac]] definisce "l'insegnamento del disprezzo"<ref name=GC>{{cita libro|url=http://books.google.fr/books?id=vmypA5AK26cC&pg=PA94&dq=%22jules+isaac%22+%22nostra+aetate%22&hl=fr&ei=4j9zTpGaAoHP4QSH84CFDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CDQQ6AEwAQ#v=onepage&q=%22jules%20isaac%22%20%22nostra%20aetate%22&f=false|titolo=Juifs et chrétiens: le nouveau dialogue|autore=Geneviève Comeau|sito=Google Books|editore=les éditions de l'Atelier|isbn=2-7082-3549-4|anno=2001|p.94}}</ref>.
==== Vita sociale ebraica medioevale ====
Fino al XIII secolo gli ebrei risultarono essere, nonostante tutto, assai ben integrati nel tessuto sociale francese. I loro abiti non furono costretti a portare alcun segno distintivo tranne che in [[Alsazia]] ove portavano "papilotte" arrotolati in cui si avvolgevano i capelli e capelli a punta. Il loro linguaggio fu quello della popolazione circostante, come testimoniano alcune traduzioni conosciute di testi liturgici; ma i loro nomi imasero esenzialmente bilici, mentre quest'uso scomparve gradualmente tra i cristiani. Con l'inizio delle espulsioni dai loro luoghi di residenza a partire dal XII secolo gli ebrei hanno cominciato ad aggiungere sempre la città d'origine al proprio cognome<ref>Lafonte principale dell'intero capitolo è {{cita|Blumenkranz|1972|loc=I, 2}}</ref>.
 
In territorio francese si abituarono molto presto a riunirsi in quartieri specifici (Juiverie, il [[quartiere ebraico (diaspora)]]), il che facilitò la loro vita religiosa attiva, l'educazione dei figli e il rispetto per il [[Casherut]] con il rituale di macellazione. Già nel IX secolo un quartiere di questo tipo esistette a [[Vienne (Francia)|Vienne]]; ma alcuni secoli dopo - da una scelta libera qual'era stata fino ad allora - divenne un obbligo e nel 1294 gli ebrei parigini dovettero stabilirsi esclusivamente entro il perimetro di 4 strade<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p. 29}}</ref>.
 
Ebbero svariate sinagoghe, spesso più d'una per città, come testimoniato dalle aste pubbliche di vendita di locali a seguito dell'espulsione del 1306<ref name=HJF12/>. Le scuole elemeentari avrebbero potuto essere gratuite, come dimostrato dagli atti notarili del 1407 ad [[Arles]]; per quanto riguarda le scuole ebraiche l'autore Benjamin de Tudèle ne cita numerose presenti in tutto il [[Midi (Francia)]], a [[Narbonne]], [[Montpellier]] e [[Marsiglia]]<ref>{{cita|de Tudèle|1732|p. 5-18}}</ref>, mentre nel contempo [[Rashi]] e i suoi seguaci crearono le "dinastie degli studiosi"<ref>{{cita|Philippe|1979|p. 40}}</ref>.
 
[[File:Portail Sainte-Anne.jpg|thumb|Lato inferiore del portale di [[Anna (madre di Maria)]] della [[Cattedrale di Notre-Dame]].]]
La parte orizzontale inferiore del portale dedicato a [[Anna (madre di Maria)]] nella [[Cattedrale di Notre-Dame]] a [[Parigi]], che rappresenta i matrimoni di Anna e di sua figlia [[Maria (madre di Gesù)]], mostra gli ebrei e la [[sinagoga]] così come lo scultore li vede: indossano un cappello a punta, il [[rabbino]] porta sulle spalle il [[Talled]], mentre la sinagoga viene rappresentata dalla sua lampada perennemente accesa, dai ''[[Sefer Torah]]'' (rotoli della legge) e da altri libri<ref>{{cita libro|titolo=Le guide culturel des Juifs d'Europe|autore=Emmanuel Haymann (autore del capitolo sulla Francia)|editore=Seuil|anno=2002|passage=page 22}}</ref>.
[[File:Ner tamid.jpg|thumb|left|Una "lampada eterna" davanti all'[[Aron haQodesh]].]]
Al principio del [[Medioevo]], come già accennato, gli ebrei non sembra avessero limitazioni nell'ambito della propria vita professionale e lo stesso [[Carlo Magno]] impiegò alcuni ebrei per le sue ambasciate. Fino al XII secolo molti di loro di diedero alla [[viticoltura]]; tuttavia, da quel momento in poi, le numerose restrizioni introdotte lasciarono disponibili olte poche attività tra cui il commercio, il credito e la [[medicina]].
==== Credito e commercio ====
A seguito del quasi [[monopolio]] del commercio internazionale tenuto nelle mani dei [[Radaniti]] il [[credito]] divenne, nel [[Basso Medioevo]], una delle attività ebraiche più ordinarie in quanto i prestiti a [[tasso d'interesse]] risultarono indispensabili per qualsiasi impresa; almeno teoricamente questo rimaneva vietato ai cristiani. I mutuatari furono sia ricchi che umili. Dal XIII secolo il prestito divenne una delle attività più importanti dell'[[ordine francescano]] di nuova fondazione; ciò liberò la strada ai massacri degli ebrei sia nella [[penisola italiana]] che nei territori tedeschi. Questo almeno secondo quanto ne dice il giornalista e polemista [[Bernard Lazare]]<ref>[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k823703/f2.table ''L'antisémitisme son histoire et ses causes''] (1894 – Léon Chailley Ed.) [http://www.fordham.edu/halsall/jewish/lazare-anti.html Testo in inglese]</ref>.
 
Dopo [[Filippo II di Francia]] il prestito di denaro venne rigorosamente regolamentato dalla legge; si poterono fissare tassi fino al 46%<ref name=HJF12/>. Tuttavia questa rimase spesso solamente una delle attività tra le altre per gli ebrei, come dimostrato dai libri contabili della famiglia Héliot di [[Vesoul]]; all'inizio del XIV secolo questa famiglia fa piccoli crediti ai poveri, mentre ai ricchi anche fino a diverse centinaia di [[livre]]<ref>{{cita web |url= http://archive.org/stream/revuedestudesj49soci/revuedestudesj49soci_djvu.txt |titolo= Banque Héliot de Vesoul |sito = http://archive.org/ |accesso= 12 novembre 2012}}.</ref>. Ma la sua fortuna derivò principalmente dal commercio all'ingrosso o dalla [[vendita al dettaglio]] di vari prodotti e tessuti: gli Héliot furono anche associati ai cristiani per il trasporto di beni o [[vino]] dai loro vitigni.
==== Medicina ====
Anche se gli ebrei non parteciparono alla fondazione della facoltà medica a [[Montpellier]], come alcuni avevano invece affermato, vi furono numerosi medici ebrei, specialmente nel [[Midi (Francia)]]. Abbiamo già veduto il contributo dato dagli [[Ibn Tibbon]] alla conoscenza dei medicinali arabi e antichi. A [[Parigi]] nel 1292 esistettero 4 medici ebrei su un totale di 37; anche a [[Manosque]] ce n'erano 4. Questi medici si occuparono sia di ebrei che di cristiani. Il concilio avignonese del 1337 limitò la pratica medica per gli ebrei imponendo emolumenti di ben due volte inferiori ai medici ebrei rispetto a quelli dovuti ai cristiani<ref name=HJF12/>.
[[File:Pézenas - Rue Juiverie et porte du Ghetto -234.jpg|thumb|L'ingresso del [[ghetto]] a [[Pézenas]].]]
 
== Dal 1394 al 1789 ==
Dopo il 1394 il [[regno di Francia]] non poté più contare sugli ebrei, ma l'editto di espulsione risparmiò quelli della regione del [[Delfinato]] recentemente annesso. Al di fuori dei confini reali le comunità ebraiche però rimasero presenti: in [[Alsazia]], nel [[Ducato di Lorena]], nel [[Ducato di Savoia]], in [[Provenza]] e nel [[Contado Venassino]]. La "Contea Franca" di [[Besançon]] divenne temporaneamente un rifugio per gli ebrei espulsi dal territorio reale<ref>{{cita web|url=http://www.judaicultures.info/sites-patrimoine/france-15/region-est/article/besancon|titolo=Présence juive à Besançon|sito=Judaïques cultures}}</ref>. Queste comunità, soggette a differenti regimi giuridici, ebbero destini sostanzialmente separati durante i 4 secoli che precedttero l'avvio della [[rivoluzione francese]].
 
Quando all'inizio del XVII secolo gli ebrei ricominciarono nuovamente a entrare in Francia parve rendersi necessario un nuovo decreto il quale, in data 23 aprile del 1615 e con l'imprimatur di [[Luigi XIII di Francia]] (detto "il Giusto"), impedì espressamente ai cristiani, sotto la [[pena di morte]] e la confisca dei beni, di proteggere gli ebrei o anche solo di conversare con loro<ref>Vedi articolo 1 di [http://chnm.gmu.edu/revolution/d/335/ ''The Code Noir'', of 6 May 1687]</ref>.
=== Partenza degli ebrei del Delfinato ===
Nel 1349 il trattato stipulato a [[Romans-sur-Isère]], tramite cui il Delfinato venne riunificato alla Francia, stabilì espressamente che non avvrebbero dovuto esservi cambiamenti nel governo degli ebrei; pertanto, come tali, essi non vennero espulsi nel 1394. La popolazione ebraica, limitata a poche decine di famiglie, lasciò gradualmente la provincia a causa della [[discriminazione]] - tra cui vi erano la pressione fiscale eccesiva e l'[[accusa del sangue]] - ciò nonostante le misure fatte adottare dal futuro [[Luigi XI di Francia]] per trattenerli<ref>{{Cita web|url=http://halshs.archives-ouvertes.fr/docs/00/06/67/65/PDF/presence_juive_en_Dauphine.pdf|titolo=La présence juive en Dauphiné au Moyen Âge|sito=Institut des Sciences de l'Homme, Lyon|autore=Frédéric Chartrain|data=16 gennaio 2007}}</ref>.
=== Persecuzione e migrazione degli ebrei di Savoia ===
Il [[Ducato di Savoia]] in questo periodo non faceva ancora parte del regno: verrà annessa solo alla metà inoltrata del XIX secolo. Nel corso del XV secolo le persecuzioni furono eminentemente scatenate dall'[[antigiudaismo]] - ossia furono prettamente di origine religiosa - e provenivano soprattutto dagli ebrei convertiti (i "nuovi cristiani") come l'esponente dell'inquisizione Ponce Feugerons<ref name=HJF12/>.
 
Nel 1416 il [[duca]] [[Amedeo VIII di Savoia]] fece sequestrare tutti i libri ebraici con l'intento di farli esaminare dai censori cristiani. Il 18 luglio i libri di preghiera, le ''[[Tanakh]]'' e la letteratura scientifica (per lo più testi di [[fisica]] e [[fisiologia]]) vennero restituiti ai loro proprietari, mentre il restante patrimonio librario fu minuziosamente esaminato da due medici ebrei convertiti, Pierre de Mâon e Guillaume Saffon del [[monastero]] dell'[[ordine francescano]] annesso alla [[Cattedrale di Chambéry]].
 
Molti ebrei subirono l'imprigionamento e la [[tortura]]; tra questi vi era anche il gran rabbino Yohanan Trèves, un rifugiato a seguito dell'espulsione del 1394 il quale sarà nominato nel 1426 guida di tutti gli ebrei del [[Sacro Romano Impero]]. Sotto tortura uno dei maestri della legge confermò il carattere ereticale e ingiurioso nei confronti della [[cristianità]] tutta del ''[[Talmud]]''. L'inchiesta portò ad una condanna ed i 17 gennaio del 1417 i libri ebraici furono dati alle fiamme e gli ebrei dovettero riacquistare dal duca il diritto di rimanere; coloro che vennero rilasciati dovettero impegnarsi a non studiare più i testi talmudici<ref>{{cita libro|lingua=fr|nome1=Gilbert|cognome1=Dahan|nome2=Gérard|cognome2=Nahon|nome3=Élie|cognome3=Nicolas|titolo=Rachi et la culture juive en France du Nord au Moyen Âge|collana=[[Revue des Études Juives]]|anno=1997|isbn=978-90-6831-921-7}}</ref>.
 
Nel corso degli anni 1460 gli ebrei continuarono ad essere perseguitati sotto diverse accuse: procurato [[aborto]], accuse di [[omicidio]], pratiche di [[magia]] e insulti contro il duca; furono condannati a multe elevate. A partire da questo momento nella storia savoiarda non si ritrova più alcuna traccia di ebrei ad eccezione di [[Chambéry]] dove una piccola comunità sarebbe esistita almeno fino al XVIII secolo<ref name=HJF12/>.
 
A [[Nizza]], appartenente al territorio savoiardo, esistette una comunità ebraica del tutto similie a quelle presenti nei vicini centri urbani della [[penisola italiana]]. A partire dal 1733 gli ebrei dovettero risiedere nel [[Ghetto]] (223 persone nel 1736)<ref name=HJF232>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=II, 3, 2}}</ref>; questo viene ricordato dalla "rue Benoît Bunico" (in [[dialetto nizzardo]] ''Carriera de la juderia''). Bunico è il nome del membro del parlamento cittadino che nel 1848 fece abolire l'obbligo di residenza nel ghetto<ref>{{cita web|url=http://www.nicerendezvous.com/car/rue-benoit-bunico.html|titolo=Rue Benoît-Bunico|sito=Plan et dictionnaire des rues de Nice}}</ref> (già parzialmente messo in atto a seguito dell'occupazione della città da parte delle truppe francesi nel corso della [[Rivoluzione francese]] e del [[Primo Impero francese]])<ref>{{cita web|url=http://www.farhi.org/Documents/Les_Juifs_a_Nice.htm|sito=Les Fleurs de L'Orient|autore=Léon Alhadeff|titolo=Les Juifs à Nice avant le rattachement à la France}}</ref>.
[[File:Uccelo host burning.jpg|thumb|Pannello di [[Paolo Uccello]] che descrive l'[[accusa del sangue]]: gli ebrei sono stati traditi dalla scia sanguinolenta uscita dalla porta della loro abitazione (1467-69). ]]
=== Provenza ===
{{vedi anche|Storia degli ebrei in Provenza e Linguadoca}}
Sono state recentemente rinvenute prove archeologiche le quali attesterebbero una presenza ebraica in [[Provenza]] a partire da almeno il I secolo; le prime testimonianze documentali risalgono invece alla metà del V secolo e provengono da [[Arles]]. La presenza ebraica ha raggiunto un picco nel 1348, quando probabilmente era di circa 15.000 unità<ref name=jvl>[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/judaica/ejud_0002_0016_0_16137.html Jewish Virtual Library - Provence]</ref>.
 
Nel 1481, per il gioco delle successioni, la regione cadde sotto il dominio regale. I privilegi degli ebrei provenzali furono confermati nel 1482. Tuttavia, a partire dal 1484, scoppiarono tumulti antiebraici, con saccheggi e violenze perpetrate da operai provenienti dall'esterno della regione assunti per la stagione del raccolto. In alcuni luoghi gli ebrei vennero protetti dai funzionari della città e furono dichiarati sotto la protezione regale. Nonostante ciò, prese il via un esodo volontario il quale si accelerò ulteriormente quando altri attacchi simili si ripeterono nel 1485: i disordini furono imputati agli stessi ebrei<ref name=jvl />.
 
Secondo lo studioso Isidore Loeb, in un'edizione speciale della ''Revue des Études Juives'' (xiv. 162-183), circa 3.000 ebrei giunsero in territorio provenzale dopo che il ''[[Decreto di Alhambra]]'' promosso dai re cattolici di [[Spagna]] [[Isabella di Castiglia]] e [[Ferdinando II di Aragona]] portò all'espulsione tutti gli ebrei nel 1492.
 
Dal 1484 in poi una città dopo l'altra richiesero a gran voce l'espulsione, ma le domande vennero tutte ripetutamente respinte da [[Carlo VIII di Francia]]. Tuttavia [[Luigi XII di Francia]] in uno dei suoi primi atti come re nel 1498, emise un ordine generale di espulsione degli ebrei della Provenza. Anche se non applicato all'epoca l'ordine fu rinnovato nel 1500 e ancora una volta nel 1501. In quest'ultima occasione venne definitivamente implementato e l'ordine scattò il 31 luglio<ref name=B3>{{cita|Philippe|1979|loc=capitolo « De 1394 à l'aube de la Révolution »}}</ref>.
 
Gli ebrei provenzali ebbero la possibilità di trasformarsi in cristiani e un certo numero di loro scelse questa opzione, preferendo il [[battesimo]] all'ennesimo [[esilio]]. Tuttavia già nel 1512 - con l'intento di compensare almeno parzialmente la perdita dei ricavi causati dalla partenza degli ebrei - il re impose un balzello speciale, denominato "tassa dei neofiti", di 6.000 livre: colpì 122 famiglie in 16 diverse località<ref name=jvl />.
 
Questi "nuovi cristiani", assieme ai loro discendenti, divennero presto gli oggetti della [[discriminazione]] sociale e delle calunnie, continuando ad esserlo per quasi tre secoli<ref name=B3/>.
 
Durante la seconda metà del XVII secolo un certo numero di ebrei tentò di ristabilirsi in Provenza. Prima che la [[Rivoluzione francese]] ne abolisse l'entità amministrativa la prima comunità al di fuori del Sud-Ovest francese venne ricreata a [[Marsiglia]]<ref name=jvl />.
[[File:Carpentras synagogue 02.jpg|thumb|Interno della [[sinagoga]] di [[Carpentras]] (XVIII secolo), il più antico luogo di culto dell'[[ebraismo]] in attività ancora ai giorni nostri.]]
 
=== Avignone e Contado Venassino ===
[[Avignone]] e il [[contado Venassino]], sotto l'amministrazione dello [[Stato della Chiesa]], risultò essere il rifugio più prossimo per i nuovi espulsi. Ma alla fine del XVI secolo essi vennero limitati tutti dentro i 4 quartieri a loro riservati ad Avignone, [[L'Isle-sur-la-Sorgue]], [[Carpentras]] e [[Cavaillon (Francia)]], mentre vissero liberamente nel [[Principato di Orange]] fino al 1732<ref>{{cita web |url=http://www.acjp.fr/revue/revuespdf/37.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=2 dicembre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131202231840/http://www.acjp.fr/revue/revuespdf/37.pdf |dataarchivio=2 dicembre 2013 }} Bulletin des carrières] Association culturelle des juifs du Pape, numero 37, 2004</ref><ref>[http://archive.org/stream/revuedestudesj57soci/revuedestudesj57soci_djvu.txt L'expulsion des juifs de la Principauté d'Orange] D. Wolfson, Revue d'études juives</ref>.
[[File:Intérieur synagogue Cavaillon.JPG|thumb|left|Interno della [[sinagoga]] di [[Cavaillon (Francia)]] (XVIII secolo).]]
Con una relativa liberalizzazione del loro regime di vita nel corso del XVIII secolo, il miglioramento delle condizioni generali permise agli "[[Ebrei del papa]]" di sviluppare rinomate sale di preghiera sia a Cavaillon<ref>{{cita web|url=http://www.culture.gouv.fr/culture/inventai/itiinv/synag/fr/syna3.htm|titolo=Synagogue de Cavaillon: la tribune du rabbin|editore=Ministère de la Culture|accesso=19 agosto 2011}}</ref> che a Carpentras<ref>{{cita libro|url=http://books.google.fr/books?id=98HanjIeyLMC&pg=PA356&dq=belle+synagogue+de+carpentras&hl=fr&ei=XpxnTpiaLJDOsgaNq6WKCw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDcQ6AEwAg#v=onepage&q=belle%20synagogue%20de%20carpentras&f=false|titolo=Provence|autore=Stéphanie Vinet|editore=Michelin|p.360)}}</ref>, quest'ultima a tutt'oggi è la più antica sinagoga francese ancora in servizio<ref>{{cita web|url=http://www.carpentras.fr/decouvrir-carpentras/histoire-987.html?0=|titolo=Histoire|sito=Ville de Carpentras}}</ref>.
=== Metz e Lorena ===
Nel [[ducato di Lorena]], la cui annessione inizia nel 1552 con l'assunzione dei [[Tre Vescovadi]], le autorità permisero a 4 ebrei di stabilirsi a [[Metz]] con le loro famiglie<ref name=HJF211>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=II, 1, 1}}</ref>; questo numero aumentò gradualmente nonostante l'opposizione dei notabili. Una [[sinagoga]] venne fatta costruire nel 1618 e fu visitata anche da [[Luigi XIV di Francia]] nel 1657<ref>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/histoire/villes/metz/rabbinat/rabbinat.htm|sito=Site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine|titolo=Le rabbinat de Metz des origines au début du XX s.|autore=Colette Hahn}}</ref>.
 
Malgrado la pesante tassazione, istituita per "proteggere" gli ebrei dalle [[estorsioni]] dei signori locali e pagata fino al tempo della [[rivoluzione francese]], la comunità si sviluppò nel corso del XVII secolo, anche se l'esistenza rimase estremante regolamentata e soggetta alla benevolenza o, meglio, all'arbitrarietà delle autorità locali e reali. Alla vigilia della [[Rivoluzione]] vi vivevano all'incirca 400 famiglie<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p. 86}}</ref>.
 
A [[Nancy]], ancora indipendente, gli ebrei furono ufficialmente accettati a partire dal 1721, divenendo sudditi reali al momento dell'[[annessione]] del 1766 con la morte di [[Stanislao Leszczyński]]. Il numero di famiglie ebraiche stabilitesi nella [[Lorena (regione)]], escludendo la [[Généralité]] di Metz, nel 1789 può essere stimato a 500<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p. 92}}</ref>.
=== Alsazia ===
Fino all'annessione dell'[[Alsazia]] da parte del [[regno di Francia]] avvenuta nel 1648 gli ebrei alsaziani condivisero il comune destino dei loro correligionari del [[Sacro Romano Impero]], vale a dire che dipesero totalmente nei fatti dalle autorità locali, molto frammentate nella regione. Agli ebrei venne vietato di risiedere in città come [[Strasburgo]] e [[Colmar]], ove la [[borghesia]] commerciale temette fortemente la loro presenza. Vi fu tuttavia una certa tolleranza nelle campagne, dove solo a loro era concesso di poter prestare denaro: non ebbero però alcun diritto di possedere terre<ref name =War>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/histoire/historiq/histo/index.htm|titolo=Histoire des Juifs d'Alsace|autore=Grand-rabbin Max Warschawski|sito=le site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine}}</ref>.
 
L'avvenimento dell'annessione non cambiò molto per la comunità, anche se poté essere considerato un segno di progresso il fatto che il potere reale non tentò di espellerli. Essi rimasero sottoposti al ''Leibzoll'' (un pedaggio corporale speciale), che venne abolito solamente grazie all'ostinazione del politico [[Cerf Beer]] nel 1784<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.156}}</ref>. Tuttavia in quello stesso anno le ''[[Lettere patenti]]'' restrinsero ancora una volta notevolmente i [[diritti civili]] degli ebrei<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|pp.157-158}}</ref>; nella loro generalità i governatori e gli amministratori fecero applicare fedelmente le ordinanze reali<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.150}}</ref>.
=== Ebrei portoghesi nella Francia sud-occidentale ===
==== Dall'espulsione degli ebrei spagnoli alla promulgazione delle ''lettere patenti'' nel 1723 ====
L'[[espulsione degli ebrei dalla Spagna]] nel 1492 provocò l'[[esilio]] di migliaia di persone. Coloro che scelsero il [[regno di Portogallo]] incorsero in una nuova espulsionee nel 1496 per opera di [[Manuele I del Portogallo]]. Tutti gli ebrei della [[penisola iberica]] si ritrovarono costretti a migrare verso Nord, nelle terre dei [[Paedi Bassi (regione storica)|Paesi Bassi]] e d'[[Inghilterra]] o anche, poco dopo, in [[America del Nord]].
[[File:Cimetière juif de La Bastide Clairence.jpg|thumb|Il cimitero ebraico di [[La Bastide-Clairence]].]]
Alcuni di loro scelsero però di stabilirsi nel Sud-Ovest francese, cercando per quanto possibile di nascondere il proprio [[ebraismo]]. Nel 1550 [[Enrico II di Francia]] autorizzò le ''[[lettere patenti]]'' sotto la dicitura "nuovi cristiani". Nel 1600 fu organizzata la comunità di [[La Bastide-Clairence]] ed in seguito anche quelle di [[Peyrehorade]] e del quartiere Saint-Esprit nei sobborghi di [[Bayonne]], infine giunsero a [[Bordeaux]]<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.228}}</ref>.
 
Nel 1723 ottennero, con il versamento di una tassa di 100.000 [[livre]], delle nuove ''lettere patenti''. Ufficialmente e giuridicamente, 230 anni dopo l'espulsione dalla [[Spagna]], i [[Marrani]] francesi vennero riconosciuti come "giudei"<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=II, 4, 3}}</ref>; formarono una fiorente comunità. Le fattorie si limitarono ai vigneti che producevano vino [[Casher]], mente si dedicarono con impegno all'industria che trasformava le merci coloniali: questa divenne una specialità ebraica. I Gradis si specializzarono nello [[zucchero]], i Dacosta nel [[cioccolato]] (introdotto per la prima volta in Francia proprio dagli ebrei di Bayonne)<ref>{{cita web|url=http://www.jedecouvrelafrance.com/f-269.pyrenees-atlantiques-chocolat-bayonne.html|titolo=Chocolat de Bayonne|sito=Je découvre la France SARL}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.bayonne.fr/index.php?id=900|titolo=Bayonne et le chocolat|sito=Ville de Bayonne}}</ref>. Altri furono medici, soprattutto a La Bastide-Clairence<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.246}}</ref>.
=== 1723-1789 ===
A Bordeaux il [[commercio internazionale]] all'ingrosso fu in gran parte un'attività ebraica. I loro affari inclusero il commercio via nave con i [[corsari]], il settore bancario, gli armamenti, le assicurazioni e anche la [[tratta barbaresca degli schiavi]]<ref>{{cita libro|autore=Gérard Nahon|titolo=Juifs et judaïsme à Bordeaux|editore=Mollat|anno=2003|isbn=2-909351-77-7|p.80|url=http://books.google.fr/books?ei=Lb1gTty0J5CM-wbQiMwy&ct=result&sqi=2&id=msNtAAAAMAAJ&dq=gradis+traite+esclaves+nahon&q=esclaves#search_anchor}}</ref> oltre al trasporto merci verso le colonie americane, soprattutto nel [[Canada francese]]<ref name=B9>{{cita|Blumenkranz|1972|p=247-249}}</ref>.
 
Alla vigila della [[rivoluzione francese]] a Bordeaux vissero 2.400 ebrei, meno che a Saint-Esprit, ma si trovarono ad essere molto più influenti. [[Jacob Rodrigues Pereira]] venne accolto nel 1774 all'"Académie nationale des sciences, belles-lettres et arts de Bordeaux". Allo stesso tempo la città rimase limitata agli ebrei tanto che la comunità diminuì: dai 3,500 del 1750 scesero a 2.500 nel 1785<ref name=B9/>.
 
Nel corso degli anni 1780 vi furono dai 40 ai 50 mila ebrei concentrati principalmente a [[Bordeaux]], [[Metz]] e in poche altre città. Avevano diritti e opportunità molto limitati, a parte l'attività di prestito di denaro, ma il loro status non era illegale<ref>Nigel Aston, ''Religion and Revolution in France, 1780-1804'' (2000) pp.72-89</ref>.
=== Antille francesi ===
Numerosi ebrei olandesi emigrarono inizialmente a [[Recife]] nel [[Brasile olandese]] dal 1630 al 1654<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=342&letter=P&search=isaac%20de%20pinto#1299|titolo=JE, Recife (Pernambuco)|autore=Cyrus Adler et L. Hühner }}</ref>. Dovettero lasciare il paese quando l'[[impero portoghese]] riconquistò il controllo del territorio e ristabilì l'[[Inquisizione portoghese]]; alcuni si stabilirono così nelle [[Antille francesi]] e si afferma che la capitale della [[Guadalupa]], [[Pointe-à-Pitre]], debba il suo nome ad un ebreo olandese chiamato Peter o Pitre, a seconda della trascrizione in [[lingua francese]]<ref>{{cita libro|titolo=La France et l'Outre-Mer antillais|autore=Félix-Hilaire Fortuné|editore=L'Harmattan|anno=2001|isbn=2-7475-0315-1}}</ref>.
 
Tuttavia gli ebrei abbandonarono le isole dopo essere stati espulsi nel 1683, atto confermato dal ''[[Code noir]]'' del 1685 il cui primo articolo impose "a tutti i nostri ufficiali di far uscire dalle nostre isole tutti gli ebrei che hanno stabilito la propria residenza, verso cui - per quanto riguarda i nemici dichiarati del credo cristiano - decretiamo il comando di farli partire entro tre mesi a decorrere dal giorno della pubblicazione di questa decisione"<ref>Suzy Halimi, ''Commerce(s) en Grande-Bretagne au {{s-|XVIII|e}}'', Publications de la Sorbonne, Paris, 1990, {{ISBN erroné|2-85944-195-7}}</ref>.
 
Nel XVIII secolo gli ebrei tornarono nell'isola di [[Martinica]], dove vennero tollerati solo fino allo scoppio della [[rivoluzione francese]]. Spesso furono i corrispondenti commerciali degli imprenditori di [[Bordeaux]], come accadde ad esempio per la famiglia Gradis<ref>{{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=225&letter=M&search=martinique|titolo=JE, Martinique|autore=Gotthard Deutsch et S. Kahn}}></ref>.
 
== Dal 1789 al 1815 ==
Quando scoppiò la [[Rivoluzione]] vi erano 40.000 ebrei nel [[regno di Francia]]<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.266}}</ref>; quasi la metà di loro viveva in [[Alsazia]], dove gl'intendenti li descrivono come "poveri"; vittime di numerose [[discriminazione|discriminazioni]] fiscali oltre che nei diritti di residenza e [[proprietà privata]]. Rimasero anche esposti all'ostilità delle popolazioni circostanti poiché una delle loro attività principali fu il prestito su pegno.
 
La [[Sinagoga]] di [[Lunéville]] a [[Meurthe e Mosella]] venne fatta costruire nel 1786 a seguito dell'autorizzazione rilasciata direttamente da [[Luigi XVI di Francia]], a condizione però che non fosse visibile dalla strada. All'epoca, fu il primo centro di culto fondato dai tempi del [[Medioevo]] e rimane uno dei più antichi sopravvissuti fino ad oggi.
 
Gli ebrei della [[Lorena (regione)]] videro la propria situazione migliorare nel corso del XVIII secolo e le sinagoghe sia di Lunéville che di [[Nancy]] testimoniano ancora oggi del recente miglioramento della loro situazione. Allo stesso modo gli "[[Ebrei del papa]]" furono molto meno confinati all'interno delle mura del proprio [[quartiere ebraico (diaspora)]].
 
Per quanto riguarda gli ebrei di [[Bordeaux]] essi godettero di tutte le libertà concesse anche agli altri cittadini; parteciparono alla vita comunale, votarono alle elezioni per la convocazione degli [[Stati generali del 1789]]; a [[Parigi]] riuscirono addirittura ad ottenere il diritto di residenza e quello di potersi muoversi liberamente<ref name=B4>{{cita|Philippe|1979|loc=capitolo « La Révolution et l'Empire »}}</ref>.
 
Grazie ad una lenta evoluzione delle idee la Rivoluzione permise una grande trasformazione dello status degli ebrei francesi.
[[File:Boze - Honoré de Mirabeau.jpg|thumb|Ritratto di [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau]].]]
=== Cammino verso l'emancipazione ===
{{vedi anche|Emancipazione ebraica}}
La condizione ebraica era già notevolmente migliorata nella [[Repubblica delle Sette Province Unite]] dalla fine del XVI secolo e in [[Inghilterra]] dalla fine del XVII.
 
Ma fu soprattutto grazie al progredire della [[filosofia]] dell'[[Illuminismo]] che l'[[opinione pubblica]] si cominciò un poco alla volta a rendere conto dell'assurdità della situazionee esistenziale in cui versavano gli ebrei. Il "Secolo dei Lumi" produsse in terra tedesca l'[[Haskalah]], concezione dela [[filosofia ebraica]] sviluppata da [[Moses Mendelssohn]]; la congiuntura di questi due movimenti, esterni e interni, contribuì a far accelerare gli eventi. Nel 1787 due personaggi che svolsero un ruolo di primo piano nella prima parte della Rivoluzione, [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau]] e [[Henri Grégoire]], diedero alle stampe dei testi fondamentali<ref name=F>{{cita|Feuerwerker|1976}}</ref>.
[[File:Buste de Abbé Grégoire -- Salle du serment du jeu de paume -- Versailles.jpg|thumb|left|[[Busto (scultura)|Busto]] in onore dell'abate [[Henri Grégoire]].]]
Mirabeau apprezzò l'opera di Mendelssohn e fece pubblicare ''Sur Moses Mendelssohn, sur la réforme politique des Juifs''<ref>{{cita web|url=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k9337j/f75.chemindefer|titolo=Sur Moses Mendelssohn, sur la réforme politique des Juifs|autore=Mirabeau|anno=1787}}</ref>. Per quanto riguarda Gregoire egli scrisse il suo ''Essai sur la régénération physique, morale et politique des Juifs''<ref>{{cita web|url=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k46653g|titolo=Essai sur la régénération physique, morale et politique des Juifs|autore=Abbé Grégoire|anno=1787}}</ref> in risposta ad un concorso organizzato dalla "Société royale des Sciences et des Arts de Metz" la quale nel 1788 pose la questione: "Vi sono dei modi per rendere gli ebrei più felici e utili alla Francia?"<ref name=B4/>.
 
A livello politico il principio della tolleranza progredì all'epoca di [[Luigi XVI di Francia]], con le tappe chiave costituite dalla [[Patente di tolleranza]] emanata nel 1781 da [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena]] la quale concesse la libertà di culto ai protestanti così come agli ebrei; la soppressione dei pedaggi corporali in [[Alsazia]] nel 1784; l'[[editto di Versailles]] del 1787, emesso per influenza diretta di [[Guillaume-Chrétien de Lamoignon de Malesherbes]] (ministro delle minoranze religiose) il quale concesse lo status civile a tutti i non cattolici francesi. Tuttavia il [[Parlamento francese (Ancien Régime)]], seguendo l'esempio di quello di [[Metz]], vi aggiunse una clausola che escludeva gli ebrei<ref name=F/>.
 
Alla vigilia della Rivoluzione nel Sud-Ovest (principalmente [[Bordeaux]] e [[Bayonne]]) e a [[Avignone]] si erano stabiliti 10.000 [[Sefarditi]], mentre 50.000 [[Aschenaziti]] (né integrati né assimilati) vivevano nel'[[Alsazia]] e nella [[Lorena (regione)]]<ref>{{cita web|url=http://www.lefigaro.fr/vox/histoire/2016/06/10/31005-20160610ARTFIG00258-patrice-gueniffey-comment-napoleon-a-reussi-l-assimilation-des-juifs.php|titolo=Patrice Gueniffey : « Comment Napoléon a réussi l'assimilation des juifs »|autore=[[Patrice Gueniffey]]|sito=Le Figaro|data=11 giugno 2016}}</ref>.
 
=== Convocazione degli Stati generali e ''cahiers de doléances'' ===
Gli ebrei parteciparono all'elezione dei delegati agli [[Stati generali del 1789]] esattamente come tutti gli altri soggetti giuridici del paese; questo però solamente a Bordeaux e Bayonne, mentre in Alsazia-Lorena e a [[Parigi]] questo diritto venne loro negato<ref name=B4/>.
 
[[Cerf Berr]] si rivolse a [[Jacques Necker]] e riuscì così ad ottenere, al momento dell'apertura dei lavori, il diritto per gli ebrei esclusi dell'Est di poter nominare a loro volta dei delegati<ref name=bpr11>{{Cita libro|cognome=Philippe|nome=Beatrice|titolo=Etre juif dans la société française du Moyen Age à nos jours|anno=1979|editore=Montalba|città=Paris|capitolo= La Révolution et l'Empire|isbn=2-85870-017-6}}</ref>. Sei di loro giunsero il 31 agosto - dopo il voto della ''[[Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino]]'' - e trasmisero i propri ''[[cahiers de doléances]]'': tra di essi vi fu anche [[David Sintzheim]], che divenne il primo Gran [[rabbino]] di Francia sotto il [[Primo Impero Francese]]<ref name=HJF312>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=III, 1, 2}}</ref>.
 
Le rimostranze espresse nei ''cahiers'' richiesero naturalmente l'applicazione della legislazione generale anche a tutti gli ebrei e l'abolizione delle imposte speciali a cui si trovavano sottoposti. Quanto ai ''cahiers'' dei cristiani essi talvolta menzionarono gli ebrei per denunciare l'[[usura]] che questi esercitavano o per limitarne i diritti matrimoniali. Vi furono anche dei ''cahies'' più avanzati rispetto al proprio tempo come quelli della [[nobiltà]] di [[Troyes]] i quali osservarono che "la differenza di opinione in materia religiosa non dovrebbe disunire i cittadini": richiesero pertanto che gli Stati generali si impegnassero a creare una legislazione a favore dei non cattolici, al livello d'estensione ritenuto più opportuno<ref name=B4/>.
=== Emancipazione all'inizio della Rivoluzione ===
La [[presa della Bastiglia]] (14 luglio 1789) fu l'inizio di tutta una serie di tumulti scatenatisi nell'intero paese i quali assunsero una connotazione anti-ebraica in [[Alsazia]], dove i contadini attaccarono le abitazioni: si rifugiarono nelle chiese sotto la protezione del vescovi. [[Henri Grégoire]] non mancò di descrivere tali eventi durante la sessione del 3 agosto dell'[[Assemblea nazionale costituente]] e richiese la completa [[emancipazione ebraica]]: "''facciamo che i cittadini ebrei, rigenerati sia fisicamente che moralmente, acquisiscano un temperamento più sano e robusto, l'Illuminazione e la Probità''"<ref name="Birnbaum">{{cita libro|autore=[[Pierre Birnbaum]]|titolo=La République et le Cochon|editore=Le Seuil|data=2013|pages totales=180|isbn=978-2-07-012682-8}}</ref>.
 
L'Assemblea condivise l'indignazione del prelato ma non prese comunque alcuna decisione nei riguardi dell'emancipazione; rimase intimidita dai deputati alsaziani, in particolare da [[Jean-François Rewbell]]<ref name=bpr11 />. Su espilcita richiesta di Théodore Cerf Berr, rappresentante degli ebrei alsaziani nonché figlio di [[Cerf Berr]], l'Assemblea concesse la protezione delle autorità pubbliche agli ebrei nel corso della seduta del 28 settembre. Il 14 ottobre Berr-Isaak Berr si rivolse all'Assemblea presentando le rivendicazioni ebraiche<ref name=HJ3414>{{cita|Graetz|1853-1875|loc=III, 4, 14}}</ref>.
 
Dal 21 al 24 dicembre del 1789 la "[[questione ebraica]]" venne nuovamente discussa dall'Assemblea; [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau]], [[Henri Grégoire]], [[Maximilien de Robespierre]], Adrien Duport, [[Antoine Barnave]] e il [[conte]] Stanislas de Clermont-Tonnerre misero in atto tutta la loro eloquenza per far ottenere una risoluzione favorevole all'emancipazione<ref name=HJ3414/><ref>{{cita web|autore=[[Jules Simon]]|titolo=La Liberté de conscience|città=Paris|editore=Hachette|sito=Google Books|data=1859|url=http://books.google.fr/books?id=tl6LGVwZhNAC&pg=PA168&dq=assembl%C3%A9e+nationale+22-23+d%C3%A9cembre+1789#PPA168,M1|p=168-171}}</ref>.
 
Il conte pronunciò quelle parole che caratterizzarono l'assimilazione ebraica francese nei due secoli successivi: "''"dobbiamo negare gli ebrei come nazione e concedere tutto agli ebrei come individui. Non devono fare un corpo politico o creare un ordine nello Stato. Devono essere cittadini individuali''". Questa visione assimilazionista nello spazio pubblico non deve nascondere la sua tolleranza delle pratiche ebraiche nello spazio privato; questa frase del suo discorso decisivo venne preceduta da: "per quanto riguarda l'insocialità essa rappresenta un'esagerazione... esiste difatti forse una legge che mi obbliga a mangiare una lepre, e a mangiarla proprio con te?"<ref name="Birnbaum"/>
 
Gli ebrei di origini portoghesi e spagnole più quelli di [[Avignone]], che avevano goduto fin dal 1787 di tutti i [[diritti civili]] come francesi naturalizzati, furono dichiarati cittadini a pieno titolo con un maggioranza di 150 voti il 28 gennaio del 1790<ref name=JE90>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6262-france#anchor61|titolo=JE, Debates in the National Assembly}}</ref>. Ma il decreto non si applicò agli ebrei alsaziani e loreni e questo a causa di ripetuti disordini e di una forte opposizione da parte dei membri provinciali appoggiati dal [[clero]]; questo causò un rinvio della decisione<ref>{{cita web|autore=Achille-Edmond Halphen|lien auteur=Achille Halphen|titolo=Recueil des lois : décrets, ordonnances, avis du conseil d'état, arrêtés et règlements concernant les Israélites depuis la révolution de 1789|città=Paris|sito=Google Books|editore=Bureaux des Archives israélites|data=1851|url=http://books.google.fr/books?id=Q9U-H5JjWFxUC&pg=PA191&dq=Barnave+juifs+d%C3%A9cembre+1789&lr=#PPA183,M1p=183-194|urlmorto=sì}}].</ref><ref>Élie Nicolas, « Le choix patronymique, vecteur d'intégration. L'exemple de la Provence au début du XIX s. », ''Provence historique'', volume 53, numero 212, 2003, pagg. 257-258.</ref>.
 
Dopo il fallimento del gennaio 1790 un nuovo tentativo venne compiuto il 27 settembre, pochi giorni prima della dissoluzione dell'[[Assemblea nazionale costituente]]. Adrien Duport, membro del [[club dei Giacobini]], salì improvvisamente sul podio della tribuna e dichiarò: "''credo che la [[libertà di religione]] non consente alcuna distinzione nei diritti politici dei cittadini a causa delle loro convinzioni. La questione dell'esistenza politica degli ebrei è stata sospesa. Tuttavia, i [[turchi]], i [[musulmani]]] e gli uomini di tutte le sette sono autorizzati a godere dei diritti politici in Francia. Chiedo che il rinvio sia revocato e che, pertanto, venga decretato che gli ebrei possano godere dei diritti di [[cittadinanza]] attiva''"<ref name=HJ3414/>.
[[File:Royal decree proclaiming the emancipation of the Jews, France, 1791 - Musée d'art et d'histoire du Judaïsme.jpg|thumb|''Loi relative aux Juifs'', il decreto del 1791 che diede agli ebrei la piena cittadinanza.]]
Questa volta la proposta venne accettata pienamente. L'Assemblea approvò la legge il giorno seguente e si sciolse due giorni più tardi. Il 13 novembre [[Luigi XVI di Francia]] retificò il provvedimento che dichiarava cittadini francesi tutti gli ebrei<ref name=HJ3414/>.
=== Il "Terrore" ===
L'[[ebraismo]] francese divenne così, come il deputato alsaziano Schwendt scrisse ai suoi elettori, "nient'altro che il nome di una [[religione]] distinta". Tuttavia in [[Alsazia]], specialmente nel [[Basso Reno]], i reazionari non cessarono le loro agitazioni e gli ebrei rimasero ancora una volta vittime di [[discriminazione]]<ref name=bpr11 />, con molte delle loro [[sinagoghe]] saccheggiate<ref name=B4/>.
 
Durante il [[Regime del Terrore]] l'ebraismo, assieme a tutte le altre religioni presenti in territorio francese, subirono la messa in atto della feroce ostilità del potere venutosi a costituire. A [[Bordeaux]] i ricchi commercianti ebrei vennero pesantemente tassati alla stessa identica maniera dei cristiani; essi, compromessi nella causa dei [[Girondini]], dovettero pagare o fuggire per salvarsi la vita, mentre alcuni (49 secondo la ''[[Jewish Encyclopedia]]'') furono imprigionati a [[Parigi]] come sospetti e 9 di questi finirono sotto la mannaia della [[ghigliottina]]<ref name="hjmedw11">{{Cita web|url=http://www.mediterranee-antique.info/Moyen_Orient/Graetz/HJ_514.htm|titolo=Chapitre XIV – La Révolution française et l’émancipation des Juifs — (1789–1806).|cognome=Fournier|nome=François-Dominique|editore=Histoire antique des pays et des hommes de la Mediterrannée|sito=Histoire des Juifs|accesso=5 marzo 2012}}</ref>.
 
Il decreto della [[convenzione nazionale]] con la quale la fede cattolica venne annullata e sostituita dall'adorazione dei [[culti della Ragione e dell'Essere Supremo]] venne fatto applicare dai club provinciali, in particolare da quelli dei distretti tedeschi, anche nei confronti della religione ebraica. Alcune sinagoghe furono incendiate e i sindaci di alcune città orientali ([[Strasburgo]], [[Troyes]] ecc.) proibirono la celebrazione dello [[Shabbat]] (per sostituirlo con la nuova settimana composta da dieci giorni)<ref name=hjmedw11 />.
=== Dal 1799 al 1815 ===
[[Napoleone Bonaparte]] non sapeva molto degli ebrei quando prese il potere, anche se nella sua qualità di comandante dell'[[Armata d'Italia]] li emancipò dal [[ghetto di Venezia]]<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=44&letter=V&search=venice#129|titolo=Venice}}</ref> e da quello di [[Ancona]]<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=1491&letter=A&search=ancona#4266|titolo=Ancona}}</ref>.
 
Sotto il [[Consolato (Francia)]] i prefetti di nuova costituzione furono responsabili per i rapporti di segnalazione nel proprio [[dipartimento]]; venne alluso più volte alla sorte degli ebrei. E' proprio nella [[Lorena (regione francese)]] e in [[Alsazia]] che le relazioni risultarono essere maggiormente dettagliate. Esse dimostrano che gli ebrei sono generalmente poveri e che sollevano nella popolazione una certa ostilità in relazione alle loro attività mercantili, mente qualsiasi altro tipo di carriera rimane [[de facto]] ad essi preclusa<ref name=B4/>.
 
L'organizzazione del culto cattolico venne stabilito grazie al ''[[Concordato del 1801]]'' e quello protestante dagli ''Articles organiques'' del 18 germinale anno X. Tuttavia non venne fissato alcunché per quanto riguardava il culto ebraico. Una tale situazione poté anche soddisfare gli ebrei ben integrati di [[Bordeaux]], mentre in territorio alsaziano si manifestarono agitazioni; furono create delle sinagoghe dissidenti e, soprattutto, i prestiti a [[tasso d'interesse]] provocarono molteplici conflitti. Alcuni membri della ristretta cerchia di Napoleone, come [[Louis de Bonald]] e [[Louis-Mathieu Molé]], sostennero la necessità d'introdurre misure eccezionali contro gli ebrei; mentre da par loro i liberali reclamarono semplicemente l'applicazione della legislazione già esistente<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.292}}</ref>.
 
Infine il 30 maggio del 1806 un decreto del [[Consiglio di Stato della Repubblica francese]] convocò un'Assemblea dei notabili scelta dai prefetti.
[[File:David Sintzheim, chef du grand Sanhedrin.jpg|thumb|[[Joseph David Sinzheim]] fu il presidente del "Gran Sinedrio", un'alta corte ebraica voluta da [[Napoleone Bonaparte]] durante il [[Primo Impero Francese]].]]
==== Assemblea dei notabili e Gran Sinedrio ====
I 111 membri dell'Assemblea provennero da tutto il [[Primo Impero Francese]] e dal [[Regno d'Italia (1805-1814)]]; la riunione inaugurale si tenne il 26 luglio del 1806. Il governo delegò 3 commissari, Louis-Mathieu Molé, [[Joseph-Marie Portalis]] e [[Étienne-Denis Pasquier]] i quali posero 12 questioni all'Assemblea, ma solo quella relativa al [[matrimonio interreligioso]] fu delicata ed ottenne una risposta invero molto semplice e naturale: "''i rabbini non sarebbero più disposti a benedire i matrimoni di una cristiana con un ebreo o di un ebreo aon un cristiano fino a che i [[preti]] cattolici non avrebbero consentito a loro volta di benedire tali unioni''"<ref>Vedi la risposta dell'Assmblea in: {{cita web|url=http://www.napoleon-juifs.org/AssembleePresse.html#Il_|titolo=Extrait de journaux parisiens: Le Publiciste et le Journal de l'Empire|sito=© Maurice Gelbard - {{ISBN|2-9505795-8-2}}|data=2007}}</ref>.
 
Le risposte soddisfecero Napoleone il quale decise di farle approvare da un'assembla maggiormente rappresentativa dal punto di vista religioso. Convocò quindi un "Gran Sinedrio" composto da 71 membri, ispirato dal [[Sinedrio]] originale antico di [[Gerusalemme]]; il [[rabbino]] [[Joseph David Sinzheim]] ne fu il presidente. Esso ratificò solennemente entro il 9 marzo del 1807 le risposte date dall'Assemblea dei notabili. Quest'ultima si sciolse il 6 aprile senza essere riuscia a definire l'organizzazione del culto: il governo centrale prese allora nelle proprie mani la decisione<ref name=HJF313>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=III, 1, 3}}</ref>.
 
==== Decreti del 1808 ====
Il 17 marzo del 1808 l'[[imperatore dei francesi]] promulgò ben tre decreti; i primi due riguardarono l'organizzazione del culto e le istituzioni, confermando quelle già esistenti. Il terzo, passato alla storia come "decreto infame", riprisinò la [[discriminazione]] così come era già esistita nella [[società (sociologia)]] dell'[[Ancien Régime]].
==== Creazione dei concistori ====
Napoleone pose la gestione del culto israelitico sotto la responsabilità del "Concistoro centrale israelita di Francia", diffuso in concistori regionali per quei dipartimenti ove vi fossero più di 2.000 fedeli<ref>{{cita web|url=http://www.napoleon-juifs.org/Reglement.html|titolo=Décret impérial qui ordonne l'exécution d'un règlement du 10 décembre 1806 concernant les Juifs|autore=Napoléon Ier}}</ref>.
 
Quest'organizzazione centralizzata e gerarchica si pose in netto contrasto con la tradizione ebraica che voleva le comunità auto-amministrarsi senza l'obbligo di dover far riferimento ad un qualche potere centrale. Fu comunque alla fine accettato e per molto tempo esso rimase l'unico interlocutore delle comunità con le autorità<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.300}}</ref>; da un lato favorì l'unità dell'[[ebraismo]] francese ma dall'altro limitò l'ascesa di quei movimenti che sostenevano un [[ebraismo riformato]] maggiormente lberale o, al contrario, un [[ebraismo ortodosso]]<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p. 318}}</ref>.
==== "Decreto infame" ====
Dopo che nel mese di settembre del 1807 venne regolamentato il [[credito]] e il tasso d'interesse fissato ad un limite massimo del 5%, Napoleone fece promulgare nella primavera seguente un decreto rivolto specificamente contro gli ebrei dell'[[Alsazia]] il quale prevedeva una serie di casi arbitrari in cui si potevano cancellare i reclami e le ordinazioni fatte dai mercanti ebrei; inoltre si rese necessario un brevetto annuale - e pur sempre revocabile - rilasciato dai prefetti<ref name=inf>{{cita web|url=http://www.napoleon-juifs.org/DecretInfame.html|titolo=Décret impérial concernant les Juifs|autore=Napoléon Ier}}</ref>.
 
Gli ebrei dovettero infine soddisfare personalmente la [[coscrizione]] non avendo più la possibilità di pagare un sostituto. come potevano invece continuare a fare tutti gli altri cittadini. Venne vietata ogni ulteriore [[immigrazione]] in Alsazia. Tale decreto non si applcò agli ebrei di [[Bordeaux]], della [[Gironda (dipartimento)]] e delle [[Landes (dipartimento)]] "che non hanno dato origine a denunche e che non si occupano di traffici illeciti". L'atto rimase valido per 10 anni<ref name=inf/>.
 
Questo decreto suscitò grande emozione; gli ebrei di [[Parigi]] e di [[Bayonne]] riuscirono ad esserne esenti, ma esso soprattutto impoverì notevolmente gli ebrei dell'Est<ref>Robert Anchel, « Napoléon et les Juifs »</ref>.
==== Regolarizzazione di status civile ====
Il 20 luglio del 1808 Napoleone fece approvare il "decreto di Bayonne" il quale impose a tutti gli ebrei di assumere un cognome di famiglia. Alcuni continuarono a mantenere la tradizione di chiamarsi col nome paterno utilizzando esclusivamente [[antroponimi]] di derivazione biblica<ref>{{cita web|url=http://www.napoleon-juifs.org/Patronymes.html|titolo=Décret impérial concernant les Juifs qui n'ont pas de nom de famille et de prénom fixes|autore=Napoléon Ier}}</ref>.
 
=== Mantenimento dell'emancipazione dopo il 1815 ===
La caduta napoleonica non ebbe conseguenze significative per gli ebrei francesi. Tutte le legislazioni promosse durante il periodo rivoluzionario ed imperiale - tranne il decreto infame - rimasero in vigore; cosa questa che non avvenne in molti altri paesi europei, dove la [[Restaurazione]] rigettò gli ebrei nella loro precedente condizione<ref>Vedi a questo proposito l'[http://www.napoleon-juifs.org/JuifsMonde.htm Univers Israélite] del 1851 (36 anni dopo la [[battaglia di Waterloo]])</ref>.
== Dal 1815 al 1848 ==
La [[restaurazione francese]] non condusse ad alcun cambiamento nello status degli ebrei e nel 1818 il ''decreto infame'' non fu rinnovato da [[Luigi XVIII di Francia]], nonostante le denunce dei consigli alsaziani. All'interno del [[diritto]] francese rimase pertanto solo un'unica misura viziata dalla prevaricazione fondata sull'[[antigiudaismo]], il ''Serment more judaico'': i testimoni e gli imputati ebrei dovettero prestare solenne [[giuramento]] non nel tribunale, bensì all'interno della [[sinagoga]] con il [[Talled]] sulle spalle e i [[Tefillin]] posti sulla fronte ed intorno al braccio.
[[File:Adolphe Crémieux by Nadar, 1856.png|thumb|left|[[Adolphe Crémieux]] in una foto di [[Nadar]].]]
Nel 1839 il [[rabbino]] di [[Phalsbourg]] Lazare Isidor si oppose a questo sistema di giuramento inficiato dalla [[discriminazione]], il che gli causò a sua volta un procedimento penale durante il quale venne difeso da [[Adolphe Crémieux]]: nel 1846 quest'ultimo riuscì ad ottenere l'abolizione del "giuramento giudaico" da parte della [[Corte di cassazione]]<ref>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/histoire/historiq/morejud/morejud.htm|autore=[[Lazare Landau]]|titolo=Le serment "more judaïco" et son abolition en Alsace|sito=Site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine}}</ref>.
[[File:Struth.JPG|thumb|[[Sinagoga]] rurale a [[Struth]] nel [[Basso Reno]] (1839).]]
Un avvenimento più fondamentale avvenne però prima, appena iniziata la [[monarchia di luglio]], ossia il voto della legge sul finanziamento del culto; una logica conseguenza della nuova Costituzione la quale stabilì che il [[cattolicesimo]] fosse solo la [[religione]] della maggioranza dei francesi e non più la [[religione di Stato]]. Il 1º febbraio del 1831 venne adottato un [[disegno di legge]] proposto da Augustin Perier; questo termina affermando: "''dal 1º gennaio del 1831 i ministri del culto israelitico riceveranno salari dal tesoro pubblico''". La legge, fatta promulgare l'8 febbraio, decretò l'uguaglianza effettiva dei ministri delle diverse religioni<ref>{{cita web|url=http://www.eglise-etat.org/CulteIsrelite.html|titolo=Culte israélite|autore=Maurice Gelbard}}</ref>.
 
Questa legislazione, che stabilì la parità tra i culti cattolico, ebraico e protestante, rappresentò un evento eccezionale. Gli ebrei francesi erano allora meno di 100.000 e i loro rabbini diventarono molto semplicemente degli impiegati pubblici pagati dallo [[Stato]]; una situazione unica al mondo la quale permetterà un notevole sviluppo della comunità ebraica nel corso del XIX secolo e la costruzione di molte nuove sinagoghe. Questo fu il periodo in cui gli ebrei tedeschi e dell'[[Europa centrale]] poterono affermare: "''felice come Dio in Francia!''"<ref>Secondo [[Alain Finkielkraut]] [[Saul Bellow]] diede "un'[[esegesi]] ironica e deliziosamente secolare" dell'espressione "felice come Dio in Francia" usata in precedenza dagli ebrei dell'[[Europa centrale]] e dell'[[Europa orientale]]: "Dio sarebbe perfettamente felice in Francia perché lì non sarebbe più disturbato dalle preghiere, dai riti, dalle richieste di benedizioni e dall'interpretazione di delicate questioni dietetiche.». Vedi {{cita web|url=http://www.levinas.fr/institut/institut.asp|titolo=L'Institut d'études lévinassiennes|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170707205108/http://levinas.fr/institut/institut.asp|dataarchivio=7 luglio 2017}}</ref>
 
Lo storico Joseph Salvador (1796-1873)<ref>[http://www.akadem.org/photos/contextuels/681_JosephSalvador_1.pdf Notice sur Akadem] {{pdf}}</ref> divenne il teorico di questo "franco-giudaismo", volendo reinterpretare l'[[ebraismo]] esclusivamente come una religione del tutto parallela alle altre [[confessioni cristiane]]<ref>{{cita|CabanelBordes-Benayoun|2004|p. 21}}</ref>.
 
== Dal 1848 al 1870 ==
La [[rivoluzione francese del 1848]] diede la stura ad una certa violenza antiebraica nell'[[Alsazia]], ma venne presto ricondotta all'ordine: fu l'ultima scossa di [[antigiudaismo]] in quella regione<ref>{{cita|Philippe1979|p=150}}</ref>.
[[File:Facade Synagogue Victoire Paris 2014.jpg|thumb|Facciata della grande [[sinagoga]] di [[Parigi]] (1867).]]
Le nuove sinagoghe vennero erette dove già si erano trovate quelle più antiche e dove vi era la presenza di nuove comunità. Le grandi sinagoghe di [[Lione]] e di [[Marsiglia]] furono costruite intorno al 1864; quella di [[Parigi]] a "rue de la Victoire" a partire dal 1867. Gli ebrei rimasero grati al governo per averli finalmente condotti alla pace, verso l'[[uguaglianza sociale]] e la parità di [[diritti civili]] e politici<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.326}}</ref>.
 
La mobilità sociale di molte famiglie ebraiche provocò una forte [[emigrazione]] dai loro habitat tradizionali in direzione delle grandi città<ref>{{cita|Barnavi|1992|p.160}}</ref>. Gli ebrei alsaziani cominciarono a lasciare i villaggi delle zone rurali per [[Strasburgo]]. Le piccole cittadine del [[Contado Venassino]] videro la propria popolazione ebraica scomparire completamente o comunque diminuire in una maniera drastica a favore di [[Marsiglia]]. Allo steso modo le comunità del Sud-Ovest migrarono verso i maggiori centri urbani come [[Bordeaux]]; infine gli ebrei di tutte le comunità francesi conversero su [[Parigi]]<ref>{{cita|Philippe|1979|p.137}}</ref>.
 
L'uguaglianza giuridica comportò l'[[assimilazione culturale]] di molti ebrei i quali poterono facilmente dimenticare entro poche generazioni ogni pratica dell'[[ebraismo]]. Ciò permise ad alcuni anche di raggiungere un pieno successo sociale sia nel settore finanziario con le famiglie Pereire e [[Rothschild]] sia in campo politico con [[Adolphe Crémieux]] e [[Achille Fould (politico)]] ed infine anche nelle arti con l'attrice teatrale [[Elisabeth Rachel Félix]] e i musicisti [[Jacques Offenbach]] e [[Émile Waldteufel]] tra gli altri<ref>{{cita|Philippe|1979|pp.137-153}}</ref>.
 
La comunità ebraica francese cominciò ad interessarsi ai suoi correligionari meno fortunati. Rivolse la propria attenzione agli ebrei dell'[[impero coloniale francese]] e più in generale a quelli del [[bacino mediterraneo]]<ref>{{cita|Philippe1979|p.147}}</ref>.
[[File:Buffault1.JPG|thumb|left|Interno della [[sinagoga]] Buffault (1877) nel [[IX arrondissement di Parigi]].]]
=== Verso l'integrazione degli ebrei algerini ===
{{vedi anche|Storia degli ebrei in Algeria}}
La prima preoccupazione degli ebrei francesi fu quella di lavorare per migliorare le sorti dei loro correligionari presenti nell'[[Algeria francese]] recentemente conquistata; fino a quel momento difatti essi avevano subito lo stato vessatorio riservato ai [[dhimmi]]. Sotto il regno di [[Luigi Filippo di Francia]] e attraverso il coinvolgimento di [[Adolphe Crémieux]] e di [[Max-Théodore Cerfberr]] il governo creò tre concistori ad [[Algeri]], [[Orano]] e [[Costantina (Algeria)]], facenti riferimento al "Concistoro centrale" a partire del 1862<ref>{{cita|AyounCohen|1982|p.126}}</ref>.
 
Nel frattempo Crémieux sostenne la concessione della [[nazionalità]] francese per tutti gli algerini, sia [[arabi]] che [[ebrei]]<ref name=B332>{{cita|Blumenkranz|1972|p.332}}</ref>; ma alla proposta si opposero tenacemente i coloni e i militari. L'atto (il ''[[Decreto Crémieux]]'') non poté realizzarsi fino al suo ritorno al governo dopo la caduta di [[Napoleone III]]. Il 24 ottobre del 1870 un decreto firmato da [[Léon Gambetta]] rese tutti gli ebrei algerini dei cittadini francesi<ref>{{Cita web|url=http://maitre-eolas.fr/2007/08/18/694-l-affaire-de-la-consonnance-isralite-du-nom-de-famille|titolo=L'affaire de la "consonnance israélite" du nom de famille|sito=Journal d'un avocat|lingua=fr}}</ref>; i coloni però continuarono ad opporsi pervicacemente alla sua applicazione anche agli arabi<ref name=B332/>.
 
Gli ebrei, con la garanzia della [[cittadinanza]], acquisirono la garanzia al diritto d'istruzione e al [[diritto di voto]] oltre che l'obbligo di svolgere il [[servizio militare]]. Questo decretò aprì loro interamente le porte della [[società (sociologia)]] francese, nonostante la persistente ostilità di alcuni coloni<ref name=B332/>.
=== Creazione dell'Alleanza israelitica universale ===
Nel 1860, a seguito del [[Caso Edgardo Mortara]] scoppiato nello [[Stato della Chiesa]], venne creata l'[[Alleanza israelitica universale]]. I fondatori furono ebrei noti come lo stesso [[Adolphe Crémieux]] il quale "''porta a questa Società la cooperazione della sua eloquenza e del suo sostegno, della sua fermezza e del suo coraggio''"<ref name=G3418>{{cita|Graetz|1853-1875|loc=III, 4, 18}}</ref>.
 
Lo scopo precipuo dell'Alleanza fu chiaramente indicato fin dall'inizio nella dichiarazione che accompagnò la prima seduta ufficiale: "''difendere l'onore del nome d'Israele ogni volta che questo viene attaccato; incoraggiare con ogni mezzo l'esercizio delle professioni laboriose e utili... operare, attraverso il potere della persuasione e l'influenza morale che sarà permesso di esercitare, a favore dell'emancipazione dei nostri fratelli che stanno ancora gemendo sotto il giogo di una legislazione eccezionale''"<ref name=G3418/>.
 
Essa si costituì "''per lavorare ovunque a favore dell'[[emancipazione ebraica]] e del progresso morale degli ebrei, per offrire loro un'efficace assistenza quando fossero colpiti dall'[[antisemitismo]] e per incoraggiare tutte le pubblicazioni dedicate a promuovere un tale scopo''"<ref>[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/judaica/ejud_0002_0001_0_00834.html Alliance Israelite Universelle], Jewish Virtual Library.</ref>.
 
Tramite le sue scuole le quali offrirono un'istruzione sia religiosa che laica l'Alleanza diede una [[cultura ebraica]] di stampo francese a migliaia di giovani ebrei del [[bacino del Mediterraneo]] e del [[Medio Oriente]] per oltre un secolo<ref>{{cita web|url=http://www.cairn.info/revue-archives-juives-2001-1-page-23.htm|autore=Catherine Nicault|titolo=L’Alliance au lendemain de la Seconde Guerre mondiale : ruptures et continuités idéologiques|sito=[[Cairn.info]]|serie=Archives juives|data=Janvier 2001, N° 34||p=23-53}}</ref>.
=== Liberali, conservatori e ortodossi ===
L'ebraismo francese non conobbe le lotte dottrinali vissute nei territori tedeschi, laddove gli ebrei furono sempre molto più numerosi e i punti di vista maggiormente distinti<ref name=HJF322/>. I liberali si organizzarono attorno al giornalista Samuel Cahen, traduttore e redattore di una ''[[Tanakh]]'' bilingue in ebraico-francese. Nel 1840 fondò gli ''Archives Israélites'' dove, assieme ad altri, incoraggiò la riforma della [[liturgia]] per poter consentire alla [[sinagoga]] di competere con la [[Chiesa (istituzione)]]; promosse la sostituzione di testi lunghi come i [[Piyyut]] con preghiere o predicazioni in [[lingua francese]], nonché l'introduzione dell'[[organo (strumento musicale)|organo]] e dei cori nelle celebrazioni sinagogali<ref name=HJF322/>.
 
Nel 1856 i "gran rabbini" accolsero la riduzione dei testi nella pratica effettiva, oltre che la predicazione in francese e l'organo; d'altra parte rimasero nella generalità dei casi consrvatori, ovvero sostenitori di soluzioni intermedie di conciliazione<ref name=HJF322/>.
 
L'[[ebraismo ortodosso]] mancò invece di leader riconosciuti; si riunirono però intorno a Simon Bloch, fondatore di ''Univers israélite''<ref name=HJF322/>. Anche il gran rabbino di [[Colmar]] Salomon Klein venne contato fra di loro e s'indignò profondamente per le risoluzioni riformiste adottate nel 1856; ma sotto l'impulso del gran rabbino di Francia Salomon Ulmann e del presidente del "Concistoro centrale" le contrapposizioni riuscirono un poco alla volta ad appianarsi<ref name=HJF322>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=III, 2, 2}}</ref>.
 
== Dal 1870 al 1940 ==
{{vedi anche|Storia dell'antisemitismo#Terza Repubblica Francese}}
Secondo il [[censimento]] del 1866 il [[Secondo Impero Francese]] contava 90.000 ebrei (circa il doppio rispetto all'inizio del secolo, di cui 36.000 nella sola [[Alsazia]]. La perdita dell'[[Alsazia-Lorena]] a seguito della [[guerra franco-prussiana]] risultò essere un'autentica catastrofe per l'ebraismo francese; il censimento del 1872 contò soltanto 49.000 ebrei nella [[Terza Repubblica Francese]]. Tuttavia in 15.000 (quasi il 40% della loro presenza), grati per essere stati condotti verso la libertà e per aver ottenuto pari diritti, scelsero di emigrare dall'Alsazia-Lorena divenuta tedesca verso la Francia<ref name=HJF361/>.
 
Le stime del [[Concistoro]] indicano 60.000 ebrei nel 1882 e 71.000 nel 1897. Queste stime potrebbero essere state sottovalutate in quanto le famiglie in parte de-giudaizzate non ebbero più contatti con la comunità religiosa e i nuovi immigrati che stavano fuggendo dalle persecuzioni nell'[[Europa orientale]] non si dichiararono obbligatoriamente. Allo stesso tempo la popolazione dell'Alsazia e della Lorena annesse all'[[impero tedesco]] scese da 41 a 32.000 nel 1900<ref name=HJF361>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=III, 6, 1}}</ref>.
 
La perdita dei territori dell'Est accentuò l'evoluzione dell'ebraismo francese. Gli ebrei dell'Et, ma anche quelli delle altre regioni, lasciarono i piccoli borghi per dirigersi nelle città più grandi; nel contempo abbandonarono le loro attività tradizionali come la [[vendita al dettaglio]] per diventare commercianti ben consolidati o per diventare dei [[liberi professionisti]]. La pratica religiosa diminuì tra gli ebrei celebri del tempo, specialmente in ambito finanziario; solamente alcune famiglie come i [[Rothschild]] continuarono a praticare attivamente l'ebraismo, contribuendo alla costruzione e manutenzione di [[Yeshivah]] e luoghi di culto<ref>{{cita|Philippe|1979|p. 138}}</ref>.
 
Tuttavia, sebbene il XIX secolo non fosse stato sfavorevole per gli ebrei francesi, si trovarono a dover affrontare una nuova ondata di [[antisemitismo]], connesso in special modo con il [[razzismo scientifico]] e con la teorizzazione della fantomatica "[[razza ariana]]"<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.342}}</ref>.
[[File:1889 French election poster for antisemitic candidate Adolphe Willette.jpg|thumb|left|Manifesto elettorale del candidato antisemita [[Adolphe Willette]] (1889).]]
=== Sviluppo dell'antisemitismo razziale ===
{{vedi anche|Storia dell'antisemitismo}}
L'[[antisemitismo razziale]] del XIX secolo si differenziò dall'[[antigiudaismo]] classico di matrice cristiana in quanto non si basò sull'ostilità nei confronti della [[religione]] ebraica, bensì sull'[[odio]] verso la supposta "[[razza (categorizzazione umana)]]" costituita dagli [[ebrei]]. Se [[Richard Wagner]] aveva giustificato la propria ostilità - soprattutto nei riguardi di [[Giacomo Meyerbeer]] - utilizzando pseudo-teorie razziali (vedi [[Storia dei concetti razziali nella specie umana]]), fu il giornalista tedesco [[Wilhelm Marr]] ad inventarsi il concetto di "anti-semitismo" nel 1879<ref>{{cita web|url=http://www.universalis.fr/encyclopedie/antisemitisme/|titolo=Antisémitisme|sito=[[Encyclopædia Universalis]]|autore=[[Esther Benbassa]]}}</ref>.
 
Il fallimento della banca cattolica [[Union générale]] nel 1882, fondata da un ex dipendente dei [[Rothschild]], rappresentò solo uno dei fattori scatenanti dell'ondata montante dell'[[antisemitismo in Francia]]. Nel 1886 [[Édouard Drumont]] iniziò le pubblicazioni di ''[[La France Juive]]'', [[pamphlet]] su cui François Delpech poté dire: "''La prima parte... è una lunga digressione sulla contrapposizione ariano-semita. Le quattro parti seguenti sono una raccolta di pettegolezzi e [[stereotipi sugli ebrei]] francesi''"<ref name=HJF323>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=III, 2, 3}}</ref>.
 
Drumont fondò la [[Lega antisemitica di Francia]] nel 1889. Dopo aver trascorso anni di ricerca sul tema riuscì a sviscerare tre grandi filoni antisemitici: il primo era l'atteggiamento cattolico tradizionale nei confronti degli "assassini di Cristo" ([[Deicidio]]) accentuati da una forte antipatia nei confronti della [[rivoluzione francese]]; il secondo era l'ostilità al [[capitalismo]], del tipo promosso dal movimentismo del [[socialismo]]; il terzo filone era il [[razzismo scientifico]], basato sull'argomento che le "razze umane" (vedi [[storia dei concetti razziali nella specie umana]]) hanno caratteristiche fisse e gli ebrei in particolar modo ne possiedono di molto negative<ref>Richard S. Levy, ''Antisemitism: A historical encyclopedia of prejudice and persecution'' (2005) 1:191</ref><ref>Natalie Isser, ''Antisemitism during the French Second Empire'' (1991)</ref>.
[[File:1893 La-Libre-Parole-antisemitische-Karikatur.jpg|thumb|Copertina del 1893 di ''[[La Libre Parole]]'' che mostra la caricatura dell'ebreo che cerca d'impossessarsi del mondo intero.]]
Nel 1890 ''[[La Croix (periodico)]]'', giornale d'ispirazione cattolica, poté auto-proclamersi "il foglio più antisemita di Francia"<ref>{{cita libro|titolo=Censure, autocensure et art d'écrire: de l'antiquité à nos jours|autore=Jacques Domenech et Paule Adamy|passage=258|editore=Éditions Complexe|anno=2005|isbn=2-8048-0028-8}}</ref>. Nel 1892 Drumont lanciò il giornale apertamente antisemita ''[[La Libre Parole]]'' il quale però non ebbe un gran successo<ref name=HJF323/>. Poi scoppiò l'[[affare Dreyfus]].
=== Affare Dreyfus e sue conseguenze ===
Il caso giudiziario riguardante [[Alfred Dreyfus]] fu un grande scandalo politico che sconvolse l'intero paese dal 1894 fino alla sua risoluzione nel 1906, con strascichi i quali si riverberarono per più di due decenni. La vicenda viene spesso vista come un simbolo universale di palese ingiustizia promossa dalla "ragion di Stato" e rimane uno degli esempi più sorprendenti di un complesso [[errore giudiziario]] dove un ruolo centrale è stato svolto dalla stampa e dalla stessa [[opinione pubblica]]<ref>Guy Canivet, primo presidente della Suprema francese, ''Justice from the Dreyfus Affair'', p. 15.</ref>.
 
Tutta la questione ruotò fondamentalmente attorno all'antisemitismo esplicito così come veniva praticato dall'esercito e difeso dai [[cattolici tradizionalisti]] tradizionalisti contro le forze del [[secolarismo]] e del [[repubblicanesimo]], tra le quali vi era una folta presenza ebraica<ref>Piers Paul Read, ''The Dreyfus Affair'' (2012)</ref><ref>Stephen Wilson, "Antisemitism and Jewish Response in France during the Dreyfus Affair," ''European Studies Review'' (1976) 6#2 pp 225-48</ref>.
 
Nel 1894 Dreyfus, un ufficiale di [[stato maggiore]] ebreo venne falsamente accusato di [[alto tradimento]] e condannato da un consiglio di guerra all'umiliazione del degrado militare e alla [[deportazione]] perpetua nella [[Guyana francese]]. Solo i suoi più stretti amici rimasero persuasi della sua innocenza, la cui testimonianza fu raccolta solo nel 1896.
[[File:J accuse.jpg|thumb|left|''[[J'accuse]]'' di [[Émile Zola]].]]
Il vero colpevole, il maggiore [[Ferdinand Walsin Esterhazy]], sarà successivamente identificato. Nonostante questo e i numerosi appelli da parte dei suoi sostenitori, compresi [[Émile Zola]] (con il celeberrimo editoriale 'intitolato ''[[J'accuse]]'') e [[Georges Clemenceau]], la revisione processuale del 1899 portò solamente ad un'attenuazione della condanna. Dreyfus ottenne la "[[Grazia (diritto)]]" dal [[Presidente della Repubblica francese]] [[Émile Loubet]] e nel 1906 venne completamente riabilitato dalla [[Corte di Cassazione]]<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|pp.356-360}}</ref>.
 
In occasione di questa lunga vicenda giudiziaria gli ebrei francesi scoprirono la nuova faccia dell'[[antisemitismo]]. La stampa e la folla scatenatasi pronunciarono i peggiori [[temi propagandistici dell'antisemitismo]]; colpito fortemente dagli eventi il giornalista viennese [[Theodor Herzl]] si mise a scriver il testo fondativo del [[sionismo]], ''[[Lo Stato ebraico]]''. Tumulti antiebraici ebbero luogo sia durante il processo intentato a Zola che nel corso della revisione di [[Rennes]] nel 1899<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.352}}</ref>.
 
In quello stesso anno [[Édouard Drumont]], l'autore di ''[[La France Juive]]'', risultò eletto come deputato di [[Algeri]] e [[Max Régis]] conquistò il comune alla testa di una "lista antisemita"<ref name=B366>{{cita|Blumenkranz|1972|p.366}}</ref>. Tuttavia il 26 luglio del 1906, dopo la completa riabilitazione di Dreyfus, gli ''Archives israélites'' scrissero: "''In ogni caso l'[[affare Dreyfus]] è finito per i figli d'Israele e dalla sua conclusione avremmo sperato di più, se solo fosse stato possibile, per il nostro caro paese''"<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.364}}</ref>.
 
Eppure ancora nel 1908 Dreyfus rimase vittima di un attentato a sfondo antisemita, quando fu ferito in un attacco durante il trasferimento delle ceneri di Zola al [[Pantheon]]. Il suo aggressore fu assolto nel processo che ne seguì<ref>{{cita libro|titolo=Zola au Panthéon : l'épilogue de l'affaire Dreyfus|autore=Alain Pagès|p.59|editore=Presse Sorbonne nouvelle|anno=2010|isbn=978-2-87854-485-5}}</ref>.
 
Gli ebrei non si alzarono in massa per difendere Dreyfus. [[Léon Blum]] scrive nelle sue [[memorie (genere letterario)]]: "''il sentimento predominante è stato espresso in una formula come questa: è qualcosa in cui gli ebrei non dovrebbero intromettersi''"<ref>Léon Blum, « Souvenirs sur l'Affaire », 1935, Paris, citato in {{cita|Philippe|1979|p.184}}</ref>. Le istituzioni ebraiche non si schierarono nella vicenda e solo il Gran [[rabbino]] di Francia [[Zadoc Kahn]] ebbe l'ardire di protestare<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.354}}</ref>.
 
Alcuni ebrei, tuttavia, a titolo personale sostennero Dreyfus e tra loro vi era anche [[Bernard Lazare]] - il cui [[pamphlet]] ''Une erreur judiciaire. La vérité sur l'Affaire Dreyfus'' pubblicato nel 1896 ebbe una vasta risonanza - e [[Joseph Reinach]]<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|pp.353-354}}</ref>.
 
=== Gli ebrei francesi e il sionismo ===
Se la pluriennale vicenda giudiziaria Dreyfus ispirò [[Theodor Herzl]] per il suo ''[[Lo Stato ebraico]]'' del 1896, gli ebrei francesi non rimasero ssenti dallo sviluppo del [[sionismo]]. Già nel 1870 l'[[Alleanza israelitica universale]] sotto l'impulso di [[Charles Netter]] e grazie al sostegno finanziario di [[Edmond James de Rothschild]] inaugurò la prima scuola agricola [[Mikveh Israel]]<ref name=B355/> in [[Terra d'Israele]], ancor oggi collegio franco-israeliano. Il [[barone]] Rothschild s'impegnò con decisione nell'istituzione d'insediamenti ebraici in [[Palestina]] acquistando i terreni coltivabili e finanziando i primi [[Kibbutz]]<ref>{{cita|Barnavi|1992|p.300}}</ref>. Aiutò infine nella fondazione d'intere città come [[Rishon LeZion]] e [[Zikhron Ya'aqov]]<ref>{{cita libro|titolo=la longue marche d'Israël|autore=[[Jacques Soustelle]]|p.25|editore=Fayard|anno=1968}}</ref>.
 
Questo ruolo fondamentale svolto dal barone (le cui ceneri vennero fatte trasferire in [[Israele]] nel 1954) non deve far dimenticare l'indifferenza che provava a quel tempo la gran parte dell'ebraismo francese nei riguardi del sionismo. Solo il Gran [[rabbino]] di Francia [[Zadoc Kahn]] inviò un proprio messaggio d'auguri e simpatia al primo congresso sionista tenutosi a [[Basilea]] nel 1897<ref name=B355>{{cita|Blumenkranz|1972|p.355}}</ref>.
[[File:Édouard Moyse Sermon dans un oratoire israelite 1897.jpg|thumb|''Sermon dans un oratoire israelite'' di [[Édouard Moyse]] )1897).]]
=== Immgrazione dall'Europa centro-orientale ===
Nonostante l'[[affare Dreyfus]] la [[Terza Repubblica Francese]] rimase molto attraente per gli ebrei dell'[[Europa centrale]] e dell'[[Europa orientale]] i quali continuavano ancora ad essere vittime di [[persecuzione]] e di [[discriminazione]] diffusa nei loro paesi d'origine. A partire dal 1880 un'ondata d'immigrati ebrei che fuggivano dai [[pogrom]] scatenati nell'Est europeo raggiunsero la Francia; questi migranti parlavano la [[lingua yiddish]] ed erano perlopiù operai e artigiani. Molti di lorosi stabilirono nel quartiere parigino di [[Le Marais]].
[[File:P1280148 Paris IV rue Pavee synagogue rwk.jpg|thumb|left|La sinagoga russo-polacca di [[Le Marais]] (1914).]]
Le relazioni con gli ebrei locali furono tese; i nuovi arrivati videro i loro correligionari come dei "piccoli ebrei", mentre da par loro gli ebrei francesi videro i profughi dell'Est come molto più evocativi di pregiudizi antisemitici di quanto non lo fossero mai stati loro stessi. L'inaugurazione della sinagoga russo-polacca di "rue Pavée" nel 1914 venne celebrata senza la presenza del Concistoro e del rabbinato<ref name=B370>{{cita|Blumenkranz|1972|pp.370-373}}</ref>.
 
Da questi immigrati emersero alcune grandi figure le quali parteciperanno a pieno titolo dell'influenza artistica prodotta dalla [[cultura della Francia]] nel mondo. Il pittore bulgaro [[Jules Pascin]] giunse nel 1905; lo scultore lituano [[Jacques Lipchitz]] e il russo [[Ossip Zadkine]] nel 1909; il pittore bielorusso [[Marc Chagall]] nel 1910; il russo [[Chaïm Soutine]] nel 1912; l'ucraino [[Emmanuel Mané-Katz]] nel 1913<ref name=B370/>. Questi, insieme ad altri immigrati come l'italiano [[Amedeo Modigliani]] giunto nel 1906, sono tra i membri più eminenti e persino fondatori della [[Scuola di Parigi]].
 
Quest'immigrazione massiccia contribuì alla crescita del numero totale degli ebrei francesi il quale viene stimato nel 1914, alla vigilia della [[prima guerra mondiale]], in 120.000 persone di cui 1/3 di provenienza straniera. Altri 30.000 vivevano nell'[[Alsazia-Lorena]], dove rimasero spesso molto francofili, mentre altri
70.000 vivevano nell'[[Algeria francese]]<ref name=B366/>.
[[File:Juifs volontaires 1914.jpg|thumb|Volontari ebrei davanti all'[[Hôtel des Invalides]] nel 1914.]]
=== Prima guerra mondiale ===
Gli ebrei francesi e algerini furono mobilitati allo scoppio della guerra e 6.500 di loro caddero sui campi di battaglia<ref name=B370/>. Oltre ai cittadini anche molti ebrei stranieri s'impegnarono a favore del paese che aveva dato loro asilo<ref name=B370/>.
 
Il movimento dell'"Union sacrée", che segna l'inizio del conflitto, è simboleggiato religiosamente dalla morte sul "campo dell'onore" del rabbino [[cappellano militare]] [[Abraham Bloch]]<ref name="auto1">Paul Netter, ''Un Grand Rabbin dans la Grande guerre'', éditions Italiques</ref>, ucciso il 29 agosto del 1914 da un [[obice]] tedesco mentre stava porgendo un [[crocifisso]] a un soldato francese agonizzante<ref>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/histoire/rabbins/abloch/abloch.htm|titolo=Abraham Bloch|sito=le site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine}}</ref>.
 
La vittoria francese permise il reintegro del territorio dell'[[Alsazia-Lorena]]; in tal modo 30.000 ebrei riacquistarono la [[nazionalità]] francese, portando così la stima totale a 150.000 nel 1919 senza contare gli ebrei algerini<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.375}}</ref>.
 
=== Periodo interbellico ===
Al termine della "Grande Guerra" gli ebrei francesi pensarono d'aver raggiunto l'obiettivo che si erano posti, quello cioè di fondersi completamente con la nazione di cui erano dei componenti, allo stesso identico modo dei cattolici e dei protestanti<ref>{{cita libro|autore=[[Patrick Cabanel]]|titolo=Juifs et protestants en France, les affinités électives : XVIe-XXIe siècle|editore=Fayard|data=2004|pagine totali=360}}</ref>; diedero il loro sangue e tutte le proprie capacità, raggiungendo posizioni elevate in molte aree della vita sociale. Gli ebrei alsaziani ritrovarono ancora una volta la via della Francia e si riunirono alla comunità nazionale ma, assieme alla [[Mosella (dipartimento)]], l'Alsazia rimase esclusa dal regime concordatario di [[separazione tra Stato e Chiesa]]] votato nel 1905 e pertanto esso non venne applicato a quelle regioni: i [[rabbini]] rimasero quindi remunerati dallo [[Stato]]<ref name=B376>{{cita|Blumenkranz|1972|p.376}}</ref>.
 
Durante il [[periodo interbellico]] la comunità ebraica francese subì una rapida trasformazione. L'avvenuta [[rivoluzione russa]], il sempre risorgente [[antisemitismo]] nell'[[Europa orientale]], lo stesso successo ottenuto dall'[[Alleanza israelitica universale]] la quale diede una cultura prettamente francese agli ebrei provenienti dalla [[Grecia]] e dalla [[Turchia]] centrale e, ancora una volta, l'avviarsi di una forte [[immigrazione]] dall'Est che portò ad una stima di 200.000 ebrei francesi nel 1930. L'ascesa sempre più prepotente del [[nazionalsocialismo]] nell'oramai morente [[repubblica di Weimar]] accelerò questo movimento: nel 1939 la presenza ebraica era salita a 300.000 unità, a cui si dovevano aggiungere i 110.000 ebrei algerini<ref name=B376/>.
 
Gli ebrei francesi nativi divennero una minoranza; molti tra i migranti furono artigiani e, anche se alcuni riuscirono con rapidità ad elevarsi socialmente, la maggior parte di loro venne a formare un [[proletariato]] che visse nel quartiere parigino di [[Le Marais]] e a [[Place de la Bastille]]. La maggioranza dei nuovi arrivati non si riconobbe nel Concistoro ebraico, troppo lontano dalle tradizioni religiose degli [[Aschenaziti]]; gli stessi ebrei francesi rimasero spesso assai riluttanti nei confronti di questi correligionari con un forte accento orientale i quali chiedevano regolarmente la loro assistenza<ref>{{cita|Philippe|1979|p.209}}</ref>.
[[File:Marcel Proust 1895.jpg|thumb|[[Marcel Proust]] nel 1900 circa.]]
Nel corso di questo breve periodo gli ebrei francesi giunsero ad occupare un posto privilegiato all'interno della [[cultura della Francia]], sia nell'ambito artistico che in quelli industriali e politici. L'espressione "felice come Dio in Francia" parve corrispondere sempre più al vero<ref>Bernard Wasserstein, On The Eve: The Jews of Europe before the Second World War [https://books.google.com/books?id=kySZG0i_BQAC&pg=PT19&lpg=PT19&dq=wie+Gott+in+Frankreich+leben+french+jews&source=bl&ots=wc8wkZOmpH&sig=S55eg8bmRnJ6e9lGPXf3KeLyP-M&hl=fr&sa=X&ei=C6mNVJ_ELcT5UL6FgaAB&ved=0CC0Q6AEwAg#v=onepage&q=wie%20Gott%20in%20Frankreich%20leben%20french%20jews&f=false]</ref><ref>Anne Fuchs, Florian Krobb, Ghetto Writing: Traditional and Eastern Jewry in German-Jewish Literature from Heine to Hilsenrath [https://books.google.com/books?id=JBiMFsTjKqgC&pg=PA138&lpg=PA138&dq=wie+Gott+in+Frankreich+leben+french+jews&source=bl&ots=zBj_P5SgPO&sig=6kIKUURdP6KT6NdG63AKEwVLv-I&hl=fr&sa=X&ei=C6mNVJ_ELcT5UL6FgaAB&ved=0CCkQ6AEwAQ#v=onepage&q=wie%20Gott%20in%20Frankreich%20leben%20french%20jews&f=false]</ref>.
 
Oltre ai membri della già citata [[Scuola di Parigi]] si vennero a distinguere nella [[letteratura francese]] [[Marcel Proust]] (la cui madre era ebrea, autore [[omosessuale]] di ''[[Alla ricerca del tempo perduto]]''), il poeta [[Max Jacob]], il filosofo [[Henri Bergson]], lo scrittore [[Julien Benda]], il drammaturgo [[Tristan Bernard]], il romanziere-biografo [[André Maurois]], la filosofa critica del [[marxismo]] [[Simone Weil]] e l'ucraina [[Irène Némirovsky]]. L'imprenditore [[André Citroën]] diede vita alla [[Citroën]], rivoluzionando l'intero comparto automobilistico brevettando la [[Citroën Traction Avant]].
[[File:Simone1-300x297.jpg|thumb|left|[[Simone Weil]].]]
La [[Terza Repubblica Francese]] fu anche uno dei primi paesi europei - preceduto dal [[Regno d'Italia]] con [[Luigi Luzzatti]] dal 1910 al 1911 e con [[Sidney Sonnino]] nel 1906 e dal 1909 al 1910 il quale era però un convertito all'[[anglicanesimo]]; mentre [[Benjamin Disraeli]] era anch'egli d'origine ebraica, seppur convertito al [[cristianesimo]] - in cui un ebreo, [[Léon Blum]], venne nominato [[Presidente del Consiglio (Francia)]]; dal 1936 al 1939 con la coalizione del [[Fronte Popolare (Francia)]]. Proprio in quanto ebreo divenne il bersaglio designato di feroci attacchi antisemitici i quali non feceo che rafforzarsi parallelamente con l'aumento della presenza ebraica, contenente nel suo seno praticanti religiosi, assimilati e anche qualche convertito<ref name=B380>{{cita|Blumenkranz|1972|pp.380-383}}</ref>.
==== Aumento dei pericoli ====
Nel 1920 furono pubblicati anche in Francia, dopo l'[[impero tedesco]] e il [[Regno Unito]], i famigerati ''[[Protocolli dei Savi di Sion]]'', un [[pamphlet]] antisemitico creato [[ad hoc]] dalla [[polizia segreta]] zarista dell'[[Ochrana]]nel 1905; ebbe la prefazione di Roger Lambelin. Nonostante l'approfondita indagine condotta da ''[[The Times]]'', che ne smascherò la frode nel 1921, questo testo venne ripetutamente fatto ristampare; esso è noto con molte varianti ma tutte incentrate sul "pericolo ebraico". L'[[antisemitismo razziale]], ancorato all'[[estrema destra]], prese la forma della denuncia di una "trama occulta" volta al "dominio del mondo" perpetrata dal [[Giudeo-bolscevismo]]<ref name=B380/>.
 
L'antisemitismo diminuì nel corso dei primi anni venti, in parte perché il fatto che molti ebrei fossero morti per difendere la "[[Patria]]" durante la guerra mondiale rese molto più difficile l'accusa a loro rivolta di non avere abbastanza [[patriottismo]]. Il giornale antisemitico ''[[La Libre Parole]]'' chiuse nel 1924 e l'ex anti-Dreyfusardo [[Maurice Barrès]] incluse gli ebrei tra le "famiglie spirituali" della nazione.
 
Nel 1926 l'esponente ebreo dell'[[anarchismo in Russia]] [[Sholom Schwartzbard]] uccise l'[[Atamano]] ucraino [[Simon Petljura]], implicato in vari [[pogrom]], nel bel mezzo di una strada parigina con 8 colpi di pistola.
 
Manifestazioni antisemitiche accompagnarono l'esibizione di un'[[opera teatrale]] di [[Jean Richepin]] incentrata sull'[[affare Dreyfus]] sia nel 1931 che nel 1933. Ma già nel 1921 i fratelli [[Jérôme Tharaud]] e [[Jean Tharaud]] scrissero a quattro mani un libro dal titolo significativo ''Quand Israël n'est plus roi'': "''quello che stupisce di più è vedere sessantacinque milioni di [[tedeschi]] che autorizzano a farsi dominare in questo modo da seicentomila [[Ebrei]]''"<ref name=HJF342>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=III, 4, 2}}</ref>.
 
L'afflusso massiccio di rifugiati ebrei tedeschi e l'[[ebraismo]] dichiarato del leader del [[Fronte Popolare (Francia)]] [[Léon Blum]] contribuirono invece alla rinascita dell'antisemitismo durante gli anni trenta. Scrittori come [[Paul Morand]], [[Pierre Gaxotte]], [[Marcel Jouhandeau]] e il leader dell'[[Action française]] [[Charles Maurras]] non mancarono di denunciare gli ebrei.
 
L'antisemitismo si fece più duro e aspro a seguito del caso inerente il truffatore [[Alexandre Stavisky]], soprannominato "la bella Sacha", uno scandalo politico-economico scoppiato nel gennaio del 1934 il quale scoperchiò la [[corruzione]] presente all'interno del 2° governo di [[Camille Chautemps]] e che contribuì alla sua caduta e ai successivi tumulti antiparlamentari del 6 febbraio<ref>[http://www.scripophilie.com/temoignages/stavisky.htm ' Stavisky '], sur le site scripophilie.com, consulté le 9 décembre 2013</ref>. In quello stesso 1934 ci fu la traduzione completa in [[lingua francese]] del ''[[Mein Kampf]]''<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.381}}</ref>.
[[File:Léon Blum 1927.jpg|thumb|[[Léon Blum]] nel 1927.]]
La vittoria del "Fronte Popolare" nel 1936 vide l'avvento al governo di Blum, che la lega di [[estrema destra]] "Solidarité française" designò come "nemico pubblico numero uno"<ref>{{cita|Philippe|1979|p.216}}</ref>; ciò scatenò l'ira della destra palamentare e delle varie leghe ad essa affiliate<ref>[[Laurent Joly]], [[Tal Bruttmann]], ''La France antijuive de 1936. L’agression de Léon Blum à la Chambre des députés'', [[Éditions des Équateurs]], [[2006]]</ref>. [[Xavier Vallat]] declamò alla tribuna della Camera: "''per la prima volta quest'antico paese gallo-romano sarà governato da un giudeo''"<ref name=HJF342/>.
 
L'antisemitismo si radicò quindi anche nella vita politica, in particolar modo tra le fila della "Fédération républicaine" di [[centro-destra]], del cui gruppo parlamentare era vicepresidente Vallat<ref name=LJ>[[Laurent Joly]] (2007), « Antisémites et antisémitisme à la Chambre des députés sous la {{IIIe}} République », ''[[Revue d'histoire moderne et contemporaine]]'', 3/2007 (numero 54-3), pagg. 63-90.</ref>.
 
Nel 1937 apparve ''[[Bagatelle per un massacro]]'' di [[Louis-Ferdinand Céline]]; l'autore diventò improvvisamente un profeta dell'antisemitismo: "''lasciateli morire tutti di fame, poi si vedrà''". Violentemente dichiarò: "''mi sento molto amichevole nei riguardi di [[Adolf Hitler]] e di tutti i tedeschi, che considero come dei fratelli... I nostri veri nemici sono ebrei e la [[massoneria]]... Sono delle cimici''".
 
Nel 1937 anche i tradizionali conservatori e socialisti, precedentemente non associati ai [[temi propagandistici dell'antisemitismo]], denunciarono la presunta influenza ebraica che stava spingendo - a loro dire - il paese in una "guerra giudaica" contro la [[Germania nazista]]. L'alto livello di antisemitismo nel biennio 1938-39 fu un precursore della politica di [[collaborazionismo]] attivo intrapresa dal [[governo di Vichy]] di [[Philippe Pétain]] tra il 1940 e il 1944<ref name="jackson2001">{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=xtLSly2RN2wC&lpg=PP1&pg=PT184#v=onepage&f=false|titolo=France: The Dark Years, 1940-1944|editore=Oxford University Press|anno=2001|isbn=0-19-820706-9|pp=105–107|autore=Jackson, Julian}}</ref>.
[[File:Herschel Grynszpan nov 7 1938.jpg|thumb|left|[[Herschel Grynszpan]] subito dopo l'arresto.]]
Nel novembre del 1938 l'omicidio di un consigliere dell'ambasciata tedesca parigina, [[Ernst vom Rath]], da parte del rifugiato adolescente [[Herschel Grynszpan]] (si ipotizzò perfino una relazione omosessuale tra i due) fornì il pretesto al [[nazionalsocialismo]] per innescare il massacro che sarà conosciuto sotto il nome di ''[[Notte dei cristalli]]''.
 
Tutti questi fatti sommati l'uno all'altro accrebero l'ansia e l'imbarazzo degli ebrei francesi e dei loro leader i quali reagirono sempre molto sommessamente a questo stato di cose<ref>{{cita web|url=http://www.crif.org/?page=sheader/detail&aid=10287&artyd=84|sito=le site du CRIF|titolo=Prélude à la « Nuit de Cristal »: L’énigme Grynspan|data=8 gennaio 2008|autore=Jean-Pierre Allali et Haim Musicant}}</ref>. Venne istituito un comitato nazionale nel tentativo di salvare le vittime dell'antisemitismo nella Germania oramai del tutto nazificata, ma ebbe vita breve. La comunità si divise tra coloro che volevano a tutti i costi mantenere un basso profilo davanti agli eventi, come il giovane [[Edgar Morin]]<ref>Edgar Morin, « Autocritique », 1969, Paris: « Déjà, avant la guerre, j'avais peur de réagir en Juif aux événements politiques et j'étais heureux de m'opposer, pacifiste, au ''de la plupart'' des autres Juifs».</ref> e coloto che chiedevano invece a gran voce una resistenza attiva, come [[Julien Benda]]<ref>{{cita web|url=http://publications.univ-provence.fr/ddb/document.php?id=95|titolo=Benda ou les jouissances mentales d’un enterré vif|sito=Université de Provence|autore=Régine Piétra|data=3-4 juin 2005}}</ref>.
[[File:Wall of names, Memorial of the Shoah, Paris.jpg|thumb|Il "Muro dei nomi" nel [[memoriale (monumento)|memoriale]] della [[Shoah]] a [[Le Marais]].]]
 
== Seconda guerra mondiale ==
Con la dichiarazione di guerra gli ebrei francesi furono mobilitati come tutti i loro compatrioti, e, esattamente come accadde anche nel 1914, molti ebrei stranieri si unirono ai reggimenti di volontari; si stima che circa 40.000 di loro vennero incorporati. Gli ebrei tedeschi rifugiati in Francia subirono l'incarcerazione in quanto appartenenti alla "[[nazionalità]] nemica"<ref name=HJ451>{{cita|Blumenkranz|1972|loc=IV, 5, 1}}</ref>.
 
Come regola generale gli ebrei rimasero rassicurati della capacità francese di proteggerli dal [[nazionalsocialismo]]. Un gran numero di ebrei dell'[[Alszia]] e della [[Mosella]] vennero costretti ad abbandonare le proprie abitazioni poste proprio sulla linea di confine e cercarono rifugio nella zona non occupata già a partire dai primi di luglio del 1940<ref>{{cita|Philippe|1979|p.227}}</ref>.
 
L'accordo del ''[[Secondo armistizio di Compiègne]]'' del 22 giugno firmato tra il rappresentante della [[Germania nazista]] e quello del governo di [[Philippe Pétain]], anche non comprendente alcun disposizione esplicita per gli ebrei, previde due clausole che collegheranno il loro destino alla politica antisemitica tedesca:
* l'articolo 3 prevede che nelle regioni occupate dal Reich tedesco il governo e l'amministrazione francesi devono «facilitare in ogni modo i regolamenti relativi all'esercizio dei diritti del Reich;
* gli articoli 16 e 19 prevedono che il governo francese debba effettuare il rimpatrio della popolazione nei territori occupati, "il governo francese deve consegnare su richiesta tutti i cittadini tedeschi nominati dal governo del Reich e che si trovano in Francia, così come nei possedimenti francesi, nelle colonie, nei territori sotto protettorato e sotto mandato" (Vedi [[wikisource:fr:Convention d’armistice du 22 juin 1940|Armistice du 22 juin 1940]].).
[[File:Camp de Gurs panneau mémoriel 1980.jpg|thumb|Pannello commemorativo all'ingresso del [[campo d'internamento]] di [[Gurs]].]]
=== Misure antisemitiche tedesche e di Vichy ===
Quando ebbe termine la [[campagna di Francia]] e il paese fu occupata dai tedeschi nel giugno 1940 vi erano circa 330.000 ebrei residenti (più altri 370 000 in tutto il [[Nordafrica]]). Di questi meno della metà deteneva la [[cittadinanza]]; gli altri erano stranieri, soprattutto esuli provenienti dalla stessa [[Germania nazista]] e dall'[[Europa centrale]] che avevano migrato nel corso degli anni trenta<ref name=USHMM />. Altri 110.000 vivevano nella colonia dell'[[Algeria francese]]<ref name=HDJEF>{{Cita libro|cognome=Blumenkranz|nome=Bernhard|titolo=Histoire des Juifs en France|data=1972|editore=Privat|città=Toulouse|pp=376}}</ref>.
==== Dall'armistizio all'invasione della zona libera ====
Nell'estate del 1940 [[Otto Abetz]], ambasciatore tedesco a [[Parigi]], organizzò l'espoprio delle famiglie ebraiche più ricche<ref>Jérôme Gautheretn, Thomas Wieder, « De la haine dans l'air », ''Le Monde'', 27 juillet 2010.</ref>. Il [[governo di Vichy]] intraprese le prime misure antiebraiche immediatamente dopo le autorità tedesche, verso l'autunno; lo ''Statut des Juifs'' preparato da Raphaël Alibert, ma reso ancora più duro dallo stesso Pétain - secondo un [[documento]] rinvenuto e fatto pubblicare nel 2010 dallo storico [[Serge Klarsfeld]]<ref>{{cita web|url=http://www.lepoint.fr/petain-a-durci-le-texte-sur-les-juifs-selon-un-document-inedit-03-10-2010-1244328_19.php|titolo=Pétain a durci le texte sur les Juifs, selon un document inédit|sito=Le Point|data=3 ottobre 2010}}</ref> - vietò agli ebrei francesi alcune professioni (insegnante, giornalista, avvocato ecc.).
 
La successiva legge del 4 ottobre pianificò di rinchiudere gli ebrei stranieri in [[campo d'internamento]] nelle zone del Sud, come quello sorto a [[Gurs]] il quale venne presto raggiunto da convogli di ebrei deportati dalle zone che il "Reich millenario" voleva annettere in modo permanente come l'[[Alsazia]], la [[Lorena (regione francese)|Lorena]] e l'intero [[Belgio]]<ref>[[Michèle Cointet]], ''L'Église sous Vichy'', Perrin 1998, p.181</ref>.
[[File:Statut des Juifs - page 1.jpg|thumb|left|Prima pagina dello ''Statut des Juifs'' annotato di proprio pugno dallo stesso [[Philippe Pétain]].]]
Il "Commissariat général aux questions juives" creato dall'amministrazione dello "Stato francese" nel marzo del 1941 organizzò il saccheggio della [[proprietà privata]] ebraica<ref>Vedi il [http://www.ladocumentationfrancaise.fr/rapports-publics/004000897/index.shtml rapport de la Mission d'étude sur la spoliation des Juifs]</ref> e orchestrò i [[temi propagandistici dell'antisemitismo]], mentre i tedeschi attivarono nella zona occupata centri informativi di identificazione degli ebrei e che il ''Second statut des Juifs'' del 2 giugno del 1941 ne completò l'istituzione sistematica in tutto il territorio. Tali rapporti, come quello stilato dal prefetto parigino André Tulard, assecondarono la [[Gestapo]] nella sua politica di [[deportazione]]; l'assenza della "[[Maghen David|stella gialla]]", che non fu obbligatorio indossare nella "zona libera", non protesse comunque gli ebrei dai maggiori rastrellamenti.
[[File:WW2 Holocaust Europe map-fr.svg|thumb|Le vie di [[deportazione]] verso il [[campo di concentramento di Auschwitz]].]]
Per poter controllare più da vicino la comunità ebraica i tedeschi crearono il 9 novembre del 1941 l'"Union générale des israélites de France", responsabile dell'unificazione di tutte le opere di assistenza ebraica: i tedeschi poterono in tal modo venire a conoscenza di tutte le residenze ebraiche. I leader dell'Union previdero troppo tardi la misura del rischio costituito dal dialogo con i nazisti e René-Raoul Lambert e André Baur scomparvero presto sommersi dalla politica di deportazione<ref name=B5>{{cita|Philippe|1979|loc=chapitre « La Guerre »}}</ref>.
 
Un'ordinanza tedesca ordinò il 29 maggio dl 1942 l'utilizzo della "stella gialla" per tutti gli ebrei di età superiore ai 6 anni<ref>{{cita|Philippe|1979|p.251}}</ref>.
[[File:Drancy Wagon-Témoin.jpg|thumb|left|Uno dei convogli usati per la [[deportazione]] al [[campo d'internamento]] di [[Drancy]].]]
Gli arresti degli ebrei francesi iniziarono nel 1940 in forma individuale e in maniera massiccia dall'anno seguente. Il primo rastrellamento ebbe luogo il 14 maggio del 1941; uomini e stranieri furono internati nei primi campi di transito a [[Pithiviers]] e a [[Beaune-la-Rolande]] (3.747 uomini in totale). Il secondo si verificò tra il 20 e il 21 agosto riguardò 4.232 uomini trancesi e stranieri; finirono nel [[campo d'internamento]] situato a [[Drancy]]<ref>{{cita web|url=http://www.cheminsdememoire.gouv.fr/page/affichepage.php?idLang=fr&idPage=2556|titolo=Les rafles de 1941|sito=Chemins de mémoire, site du ministère de la Défense|editore=Source: Claude Singer, Historien, enseigne à l'université de Paris I (DUEJ). Revue ''Les Chemins de la Mémoire'' n° 119, juillet-août 2002 pour Mindef/SGA/DMPA}}.</ref>.
 
La vera e propria [[deportazione]] iniziò il 27 marzo del 1942, la data di partenza da [[Parigi]] per il [[campo di concentramento di Auschwitz]] del primo convoglio<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.404}}</ref>; essa si rivolse anche alle donne e ai bambini nel [[Rastrellamento del Velodromo d'Inverno]] del 16-17 luglio, nel corso del quale 13.000 ebrei vennero fatti arrestare dalla polizia francese. Nella zona occupata l'amministrazione civile e la polizia rimasero sotto la diretta autorità tedesca; i francesi quindi applicarono alla lettera gli ordini tedeschi<ref>[[Tal Bruttmann]], « Au bureau des affaires juives. L'administration française et l'application de la législation antisémite », [[La Découverte]], 2006.</ref> contro gli ebrei ed entro il 1942 consegnarono tutti gli stranieri presenti nei campi d'internamento. Aiutarono attivamente a condurre più di 10.000 persone verso la morte nei [[campi di sterminio]] attraverso il campo di Drancy<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.401-405}}</ref>.
 
Nella zona non direttamente occupata a partire dall'agosto del 1942 gli ebrei stranieri o [[apolidi]] che erano stati deportati a seguito dell'[[armistizio]] nei campi profughi del Sud-Ovest del paese vennero nuovamente arrestati e fatti deportare in convogli nella zona occupata, per finire nei campi di sterminio tedeschi e polacchi del [[governatorato generale]]<ref>{{cita libro|titolo=Histoire de France, 1750-1995: Monarchies et républiques|autore=René Souriac et Patrick Cabanel|p.215|url=http://books.google.fr/books?id=R5i9J2iRbkcC&pg=PA215&dq=%22juifs+%C3%A9trangers%22+vichy+allemands&hl=fr&ei=cHNyTtuWF-zR4QTwoJWuCQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&sqi=2&ved=0CDYQ6AEwAg#v=onepage&q=%22juifs%20%C3%A9trangers%22%20vichy%20allemands&f=false|editore=Presses Universitaires du Mirail|anno=1996|isbn=2-85816-274-3}}.</ref>.
 
==== Dall'invasione della zona libera alla capitolazione tedesca ====
Entro il novembre del 1942 l'intero territorio francese si trovava sotto il diretto controllo tedesco ad accezione della zona d'occupazione italiana (vedi [[Occupazione italiana della Francia meridionale]]), ove gli ebrei vennero perlopiù risparmiati; questo almeno fino alla caduta del regime di [[Benito Mussolini]] e alla sostituzione della truppe italiane con quelle tedesche nel settembre del 1943 dopo l'[[armistizio di Cassibile]].
 
Il banchiere italiano [[Angelo Donati]] e il "Comité d'Aide aux Refugees" cercarono di salvare gli ebrei dalle deportazioni promosse dalla polizia francese tra il novembre del 1942 e il settembre del 1943. Donati riuscì a convincere le autorità italiane di occupazione a proteggere gli ebrei. Importante fu la collaborazione con il capo della "polizia razziale" [[Guido Lospinoso]] con cui, grazie anche agli uffici di [[Maria Benedetto|Padre Maria Benedetto]] organizzarono la salvaguardia della comunità ebraica in località protette e la loro graduale e segreta entrata in Italia e in altre nazioni ritenute più sicure. Dopo la caduta di Mussolini, nell'agosto del 1943 cercò di organizzare il trasporto di migliaia di ebrei in [[Nordafrica]] con l'aiuto della [[Città del Vaticano]], del [[regno d'Italia]] e degli [[Alleati della seconda guerra mondiale]], ma l'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre fece fallire il piano.
 
Le autorità tedesche assunsero sempre più il controllo degli ebrei, mentre il [[governo di Vichy]] dovette affrontare i "problema" inerenti una sensibilizzazione graduale dell'[[opinione pubblica]] nei riguardi della [[persecuzione]] e il primo strutturari di una forma di "resistenza ebraica". Tuttavia la [[Milice française]], composta da francesi che avevano acquisito l'[[ideologia]] nazista, raddoppiarono il loro impegno nel far consegnare ai tedeschi le famiglie ebraiche della cui esistenza fossero stati a conoscenza. Il ritmo dei convogli in direzione dell'[[Europa orientale]] s'intensificò; gli ultimi, provenienti da [[Drancy]], lasciarono la stazione di [[Bobigny]] il 31 luglio del 1944<ref>{{cita web|autore=Bénédicte Prot|url=http://www.live2times.com/1944-dernier-convoi-drancy-auschwitz-e--10751/|titolo=Dernier convoi Drancy-Auschwitz|accesso=16 settembre 2011|urlmorto=sì}}.</ref>.
 
Nel'[[Algeria francese]] il generale [[Henri Giraud]] prima e [[Charles de Gaulle]] poi fecero ritardare il ripristino della legalità repubblicana; gli ebrei non riconquistarono la [[cittadinanza]] francese fino al 20 ottobre del 1943<ref>Jacques Cantier, ''L'Algérie sous le régime de Vichy'', Odile Jacob, 2002, p. 383.</ref>.
 
Tra il 1942 e il 1943 i gruppi clandestini della [[resistenza francese]] contribuirono a creare il "Service d'évacuation et de regroupement d'enfants", ribattezzato nel 1944 2Œuvre de protection des enfants Juifs". La sua missione principale fu quella di salvare i bambini ebrei i cui genitori erano stati deportati o scomparsi; questi minori, minacciati d'arresto e deportazione, furono protetti da famiglie ed istituzioni francesi sia laiche che religiose non ebraiche. Già nel settembre del 1944 si riuscì a raggruppare i bambini nelle ex abitazioni dei deportati le quali vennero a loro riservate<ref>{{cita web|url=http://www.opej.org/historique.html|titolo=OPEJ - Historique|sito=le site de l'OPEJ|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120307021452/http://www.opej.org/historique.html|dataarchivio=7 marzo 2012}}.</ref>.
 
René Carmille ("[[Mort pour la France]]"), a capo del servizio nazionale di statistica, riuscì a sabotare l'utilizzo da parte delle autorità d'occupazione dei documenti d'archivio indicanti la "[[razza (categorizzazione umana)]] ebraica", costituiti da [[scheda perforata]] da usare nei sistemi meccanografici. Camille fu arestato a [[Lione]] nel febbraio del 1944<ref>[https://www.reseau-canope.fr/cnrd/ephemeride/4606 CNDP réseau-canope Éphéméride]</ref> e morì nel [[campo di concentramento di Dachau]] l'anno seguente<ref>Vedi «Le train de la mort» di Christian Bernadac</ref>.
 
Grazie al sussistere di una zona non occupata - e anche grazie all'aiuto di molti francesi (i "[[Giusti tra le Nazioni]]") spesso rimasti anonimi - i 3/4 degli ebrei francesi riuscirono a sfuggire alle misure di [[genocidio]]<ref>All'incirca 50000 furono in grado di lasciare il territorio francese, spesso verso la [[Spagna]] e la [[Svizzera]], 1/3 visse in una situazione regolare, tra cui 15.000 detenuti di guerra non deportabili. Fonte : Renée Poznanski, ''Être juif en France pendant la Seconde Guerre mondiale'', Hachette, 1994, p. 451.</ref>: il 90% di sopravvissuti se ci si riferisce agli ebrei di [[nazionalità]] francese, invece fu il 60% degli ebrei stranieri a potersi salvare. Questo è un taso relativamente elevato se confrontato con quello degli altri paesi europei occupati, come il [[Belgio]] il quale non ebbe più del 55% di sopravvissuti e i [[Paesi Bassi]] con il 20%<ref>{{cita libro|autore=[[Jacques Sémelin]]|titolo=Persécutions et entraides dans la France occupée. Comment 75 % des Juifs en France ont échappé à la mort|editore=Le Seuil|data=2013|pagine totali=912|isbn=978-2-35204-235-8}}</ref>.
 
Malgrado ciò 74.182 dei 330.000 ebrei francesi subirono la deportazione, inclusi 11.000 bambini e 55.000 stranieri: solamente il 3% di tutti loro uscì dai campi della morte ancora vivo<ref>{{Pdf}}{{cita web|url=http://www.akadem.org/dyn/open.php?lien=http%3A%2F%2Fwww.paris.fr%2Fportail%2Fviewmultimediadocument%3Fmultimediadocument-id%3D27790|titolo=Enfants juifs déportés – La brochure de l'exposition|autore=[[Fils et Filles des Déportés Juifs de France]]|sito=Akadem}}</ref>. A questi numeri debbono essere aggiunti i 1.200 ebrei asassinati dai tedeschi o dai loro complici francesi e i 3.000 che morirono per eaurimento o malattia nei campi situati in territorio francese. Si giunge così ad un totale di oltre 76.000 vittime<ref>{{cita|Marrus|Paxton|2015|p.482}}</ref>.
 
=== Sopravvivenza degli ebrei francesi durante la guerra ===
Di fronte ai pericoli che pesarono su di loro gli ebrei francesi che non furono in grado dimettersi in salvo all'estero non ebbero altra scelta che nascondersi o combattere.
[[File:Recensement des Juifs.JPG|thumb|left|Poster affisso a [[Marsiglia]] nel luglio del 1941 che ordina il [[censimento]] di tutti gli [[ebrei]].]]
==== Nascosti per sopravvivere ====
Per gli ebrei si trattò essenzialmente di una questione di mera sopravvivenza. Sopravvivere significava evitare l'arresto che conduceva direttamente ai [[campi di concentramento]] francesi - come quelli di [[Gurs]] e [[Les Milles]] al Sud e quelli di [[Beaune-la-Rolande]] e [[Pithiviers]] nella zona occupata - e poi nel campo di [[Drancy]], prima del trasferimento verso i [[campi di sterminio]] principalmente dalle stazioni di [[Le Bourget]] (1942-43) e [[Bobigny]] (1943-44).
 
Per evitare denunce e arresti risultò necessario essere il più discreti possibile e, nel caso di cattivi incontri con la polizia tedesca o francese, fu preferibile avere documenti falsi i quali non indicavano più nomi e luoghi ebraici di nascita nell'[[Europa centrale]] e nell'[[Europa orientale]]. Divenne indispensabile scegliersi il nuovo nome in modo da mantenere le stesse iniziali, per non contraffare troppo la propria firma ed infine cercare di essere convincenti declinando la propria identità senza alcun residuo d'accento straniero<ref>{{cita libro|titolo=Les Juifs à Toulouse et en midi toulousain au temps de Vichy|autore=Jean Estèbe|p.247|editore=Presses universitaires du Mirail|anno=1996|isbn=2-85816-263-8}}.</ref>.
 
Sopravvivere significò anche alimentarsi sufficientemente e rimanere uniti alla famiglia. In virtù dello status acquisito molti ebrei perdettero il diritto di poter esercitare la propia professione, ad esempio medici, insegnanti o ufficiali pubblici. Tutti gli imprenditori, dl patrono delle [[Galeries Lafayette]] ai piccoli negozianti, persero le loro aziende a seguito dell'ordinanza tedesca del 18 ottobre del 1940 la quale organizzò l'"arianizzazione" delle imprese appartenenti agli ebrei. Dovettero pertanto svolgere occupazioni che richiedessero uno scarso investimento o protezione nella loro qualità di rappresentanti commerciali. Prima dell'invasione della zona libera le grandi città del [[Midi (Francia)]] come [[Marsiglia]] poterono ancora offrire riparo e occupazione<ref>{{cita libro|titolo=Les juifs à Marseille pendant La Seconde Guerre mondiale: août 1939--août 1944|autore=Renée Dray-Bensousan|editore=Belles Lettres|anno=2004|isbn=978-2-251-38066-7|p.40}}.</ref>.
 
Dopo il novembre del 1942 con l'occupazione tedesca di quasi tutto il territorio meridionale Marsiglia e [[Tolosa]] divennero pericolose tanto quanto [[Parigi]]. Molti ebrei si rifugiarono allora verso le zone rurali dell'interno; molti francesi fornirono loro riparo e protezione o ne impedirono l'arresto avvisandoli per tempo. Uno degli atti più feroci si verificò nel corso del rastrellamento di [[Nancy]], con i poliziotti francesi preposti che lo fecero fallire e salvando in tal maniera da 350 a 385 persone<ref name=lazare>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/perso/philosem/nancy.htm|titolo=Édouard Vigneron, Pierre Marie, les policiers sauveurs des Juifs de Nancy|autore=[[Lucien Lazare]]|accesso=12 luglio 2008|editore=site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine}}.</ref>.
[[File:Pasteur André Trocmé.jpg|thumb|Il [[pastore (religione)]] [[André Trocmé]], con l'assistenza dei suoi compaesani di [[Le Chambon-sur-Lignon]], riuscì a mettere in salvo molti ebrei.]]
Alcuni di questi francesi furono eletti "Giusti" da [[Yad Vashem]]. La vicenda degli abitanti di [[Le Chambon-sur-Lignon]] e del loro [[pastore (religione)]] [[André Trocmé]] è stata spesso celebrata; ma migliaia di altri ebrei dovetteo sopravvivere cercando il più possibile di rimanere del tutto sconosciuti. Anche altre piccole cittadine costituirono esempi nel fornire protezione ai figli dei profughi e ad intere famiglie, come accadde a [[Dieulefit]] e a [[Moissac]]<ref name=Lib>{{cita web|url=http://www.marianne.net/shoah-miracle-oublie-moissac-100244171.html?utm_campaign=Echobox&utm_medium=Social&utm_source=Twitter#link_time=1467450994|titolo=Shoah: le miracle oublié de Moissac|sito=Marianne|data=2 luglio 2016|autore=Anne Rosencher}}</ref><ref name=Pyrda>{{cita web|titolo=Moissac. 70 ans après, Wolf l'orphelin, veut dire « merci»|url=http://www.ladepeche.fr/article/2009/12/20/741114-moissac-70-ans-apres-wolf-l-orphelin-veut-dire-merci.html|autore=Pierre-Jean Pyrda|data=20 dicembre 2009}}</ref>.
 
Migliaia di famiglie dovettero affidare i propri figli ai "[[Gentili]]" per proteggerli sotto un falso nome. Questi bambini sono generalmente stati risparmiati, ma non tutti poterono riabbracciare i propri genitori ed alcuni di loro persero del tutto la conoscenza delle loro radici ebraiche<ref>{{cita web|url=http://lamaisondesevres.org/cel/celsom.html|titolo=Les enfants cachés pendant la Seconde Guerre mondiale aux sources d'une histoire clandestine|autore=Céline Marrot-Fellag Ariouet|data=4 giugno 2005|sito=Maison de Sèvres}}</ref>.
 
Sopravvivere fu infine organizzarsi per l'aiuto reciproco; il lituano Wladimir Rabinovitch ha lasciato scritto: "''eravamo talmente soli!''"<ref name=B5/> I proclami delle misure antiebraiche non crearono una grande agitazione nell'[[opinione pubblica]] generale; gli ebrei sparirono semplicemente dai loro posti di lavoro. [[André Neher]], professore di tedesco, lo testimoniò. La [[Chiesa cattolica]] romana attese passivamente almeno fino ai rastrellamenti del 1942<ref>{{cita libro|autore=Sylvie Bernay|titolo=L'Église de France face à la persécution des Juifs 1940-1944|editore=CNRS Éditions|data=2012|pagine totali=528|isbn=978-2-271-07153-8}}.</ref>; le prese di posizione dei vescovi [[Pierre-Marie Gerlier]] e [[Jules-Géraud Saliège]] provocarono un sentimento di partecipazione e in certi casi spinsero i fedeli a proteggere gli ebrei che cercavano asilo<ref>{{cita|Philippe|1979|p.264-266}}</ref>.
 
La gerarchia ecclesiastica nel [[governo di Vichy]] rimase, tranne rare eccezioni, del tutto indifferente nei riguardi delle sorti della popolazione ebraica; mentre alcun cattolici agirono individualmente nell'ombra, sempre a basso livello ma in maniera efficace a partire dal momento della proclamazione delle misure antiebraiche<ref>{{cita libro|autore=[[Jacques Duquesne]]|titolo=Les catholiques français sous l'Occupation|editore=Grasset|data=1966|pagine totali=457|isbn=978-2-246-11609-7}}.</ref>. Nel 1942 alcuni [[Sefarditi]], tra cui il futuro cantante algerino [[Salim Halali]], furono fatti nascondere all'interno della [[Moschea di Parigi]]<ref>Vedi l'intervento di [[Benjamin Stora]]: {{cita web|url=http://bibliobs.nouvelobs.com/actualites/20110927.OBS1193/quand-la-mosquee-de-paris-sauvait-des-juifs.html|titolo=Quand la Mosquée de Paris sauvait des juifs}}</ref>.
 
Le associazioni ebraiche come l'"Éclaireuses et éclaireurs israélites de France" (lo [[scautismo]]) e l'"Œuvre de secours aux enfants" riuscirono a salvare molti bambini organizzandone la fuga in direzione della [[Svizzera]]. Il "Concistoro centrale", sotto la guida del suo presidente Jacques Heilbronner e del "Gran [[rabbino]] di Francia Isaïe Schwartz assieme al suo vice Jacob Kaplan, creò fondi di soccorso e moltiplicò i contatti con le autorità di Vichy e la [[Chiesa cattolica in Francia]] per ottenere il loro supporto<ref>{{cita web|url=http://www.crif.org/?page=pgs/creation_fra|titolo=La création du CRIF|sito=CRIF.org}}</ref>.
 
Nel tentativo di evitare un disastro totale fu necessario coordinare gli sforzi di tutti. Nel luglio del 1943 tali negoziazioni permisero la formazione del "Comité général de défense juive". Un accordo con il "Concistoro centrale" condusse alla creazione clandestina del "Conseil représentatif des institutions juives de France" il cui statuto venne definitivamente elaborato nel 1944: il suo primo compito fu quello di unificare le azioni di salvataggio<ref>{{cita web|url=http://www.crif.org/?page=pgs/creation_fra|titolo=La création du CRIF|sito=CRIF.org}}</ref>.
 
==== Resistenza ====
Molti ebrei e persone di origini ebraiche (poiché i nazisti promettevano loro lo stesso destino) scelsero di combattere contro la [[Germania nazista]] e il loro coinvolgimento nella [[resistenza francese]] interna o in [[France libre]] fu talvolta precoce. Il primo civile ad aderire al [[Governo provvisorio della Repubblica francese]] guidato dal Generale [[Charles De Gaulle]] fu un ebreo, il giuista [[René Cassin]] (futuro [[Premio Nobel per la pace]])<ref>{{cita web|url=http://www.charles-de-gaulle.org/pages/l-homme/documents-et-ressources/biographies-de-personnalites/cassin-rene-biographie.php?searchresult=1&sstring=cassin|titolo=René Cassin|sito=Fondation et Institut Charles de Gaulle|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131202224603/http://www.charles-de-gaulle.org/pages/l-homme/documents-et-ressources/biographies-de-personnalites/cassin-rene-biographie.php?searchresult=1&sstring=cassin|dataarchivio=2 dicembre 2013}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Mémoire et histoire--la Résistance|nome1=Jean-Marie|cognome1=Guillon|nome2=Pierre|cognome2=Laborie|p.233|editore=Privat|isbn=2-7089-5383-4|anno=1995|url=http://books.google.fr/books?ei=KqFkTrGENMX5sgbq_PiHCg&ct=result&id=6OkLAQAAMAAJ&dq=%22r%C3%A9sistance+juive%22+pr%C3%A9coce&q=pr%C3%A9coce#search_anchor}}</ref>.
 
Molti altri lo seguirono, tra cui [[François Jacob]], [[Maurice Schumann]], [[Pierre Mendès France]], [[Pierre Dac]], [[Pierre Laroque]] e [[Jean-Pierre Lévy]], quest'ultimo leader nazionale del movimento di resistenza "Franc-Tireur" e di cui fece parte anche lo storico [[Marc Bloch]]. Si può anche citare il caso di [[Michel Debré]], funzionario anziano di Vichy che si unì alla rete di "Ceux de la Résistance" nel febbraio del 1943 ed il cui nonno paterno era un [[rabbino]]<ref>[http://judaisme.sdv.fr/histoire/rabbins/debre/sdebre.htm Biographie du rabbin Simon Debré]</ref>.
 
La specificità della minaccia incombente su tutti gli ebrei incitò alcuni di loro a raggrupparsi per portare aiuto agli internati nei campi francesi, favorire i tentativi di evasione, produrre documenti falsi e infine anche combattere con le armi per la "Liberazione". Le prime reti clandestine si formarono attorno agli scout già nel 1941 con Robert Gamzon<ref name=Mer>Marc Fineltin, [http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=996 « Robert Gamzon dit Castor »] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090114033007/http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=996 |data=14 gennaio 2009 }}, [http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=1436 Joseph Weill] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090114034616/http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=1436 |data=14 gennaio 2009 }}, [http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=892 Georges Loinger] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090114034623/http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=892 |data=14 gennaio 2009 }} et [http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=695 Jacques Lazarus] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090114060040/http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=695 |data=14 gennaio 2009 }} sur ''Mémoire et espoirs de la Résistance''</ref> e all'"Œuvre de secours aux enfants" attraverso il medico Joseph Weill<ref name=Mer/> e l'insegnante di [[educazione fisica]] Georges Loinger<ref name=Mer/>.
 
Anche la resistenza più prettamente militare venne organizzata, soprattutto grazie all'opera di Jacques Lazarus<ref name=Mer/>, attorno all'"Armée juive"<ref>{{cita web|url=http://www.resistancejuive.org|titolo=Archives de l'Organisation juive de combat - Collection Joseph Georges Cohen|sito=Archives de l'Organisation juive de combat|accesso=13 luglio 2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.memoresist.org/resistant/anciens-de-la-resistance-juive-de-france/|titolo=Anciens de la Résistance Juive de France|sito=Mémoire et Espoirs de la Résistance|accesso=9 settembre 2017|autore=Maurice Wiener}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.akadem.org/photos/contextuels/1196_Les_maquis_juifs_du_Tarn.pdf|titolo=Les maquis juifs du Tarn - L’armée juive et les Éclaireurs juifs de France|sito=[[Akadem]]|accesso=14 luglio 2010}}</ref> la quale si diede alla acchia nelle [[Montagne Noire]] attorno a [[Castres (Tarn)]]<ref>{{cita web|url=http://www.memoresist.org/spip.php?page=oublionspas_detail&id=844|titolo=Organisation Juive de Combat|sito=Mémoire et espoirs de la Résistance|autore=Maurice Wiener|urlmorto=sì}}</ref>.
 
L'industriale russo Isaac Schneersohn creò nel 1943 il "Centre de documentation juive contemporaine" per raccogliere prove documentali sulla "[[Shoah]]", con lo storico [[Léon Poliakov]] che ne prese la direzione dopo l'avvenuta liberazione<ref>{{cita web|autore=[[Renée Poznanski]]|titolo=La création du centre de documentation juive contemporaine en France (avril 1943)|sito=Persée|collana=Vingtième Siècle. Revue d'histoire|numero=63|data=juillet-septembre 1999|url=http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/xxs_0294-1759_1999_num_63_1_3853}}</ref>: il Centro sta all'origine dell'edificazione del "Memoriale della Shoah".
[[File:Affiche rouge.jpg|thumb|''[[L'affiche rouge]]''.]]
Il [[governo di Vichy]] pose un particolar accento alla persecuzione della "Main-d'œuvre immigrée", un'organizzazione comunista ai margini dei raggruppamenti ebraici ma principalmente composta da ebrei<ref name=P276/>. ''[[L'affiche rouge]]'', un manifesto propagandistico fatto affiggere da Vichy in cui si presentano diversi resistenti ebrei, testimonia il loro coraggio così come è stato celebrato da [[Louis Aragon]]<ref name=P276>{{cita|Philippe|1979|p.276}}</ref> e da [[Léo Ferré]]<ref>{{cita web|url=http://nerial.free.fr/artelio/artelio/art_027.html|titolo=Léo Ferré: discographie d’un galaxique|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120119080313/http://nerial.free.fr/artelio/artelio/art_027.html|dataarchivio=19 gennaio 2012}}</ref>.
 
== Dopo il 1945 ==
Al termine della guerra l'[[ebraismo]] francese era esangue. Più di 1/4 degli [[ebrei]] presenti sul territorio nazionale nel 1940 erano scomparsi e migliaia di bambini si ritrovarono orfani e del tutto privi di familiari; vennero ospitati (e in molti casi anche adottati) da estranei cristiani. Molti che risiedevano nelle province dell'Est si erano spostati verso il centro del paese; una buona parte delle [[sinagoghe]] rimasero inagibili, quando non del tutto distrutte. Ufficialmente morirono 23 [[rabbini]] e 35 officianti del culto<ref name=Hui>{{cita|Philippe|1979|articolo «Aujourd'hui»}}</ref>.
 
Le certezze che avevano sempre animato gli ebrei francesi vennero specialmente annientate dal fatto che le istituzioni pubbliche non furono in grado di proteggerli dal [[nazionalsocialismo]] e che, anzi, talvolta contribuirono alla loro [[persecuzione]]. Al tempo della "Liberazione" e per diversi decenni l'atteggiamento ufficiale consistette, come dice [[Bernard-Henri Lévy]] in ''Ce grand cadavre à la renverse'', nel tentativo di "cancellare dalla nostra storia" la Francia di Vichy, il che è antinomico rispetto all'obbligo ebraico della "memoria" ("zakhor" זכור).
 
Si aprì così una crepa profonda nel rapporto degli ebrei con la [[Francia]], ben illustrata dalla partenza di un centinaio di giovani in direzione del neonato [[Israele]] nel 1948 a seguito dell'ex resistente Robert Gamzon<ref name=HJF361/>.
[[File:Synagogue de la Paix retouched.jpg|thumb|left|La "Grande synagogue de la Paix" a [[Strasburgo]], inaugurata nel 1958.]]
=== Ricostruzione ===
La struttura tradizionale della comunità fondata sul "Concistoro Centrale" non fu sufficiente a coprire le immense necessità nell'affrontare il nuovo mondo. Nel 1949 venne creato il "[http://www.fsju.org/ Fonds social juif unifié"], responsabile della raccolta di [[beneficenza]] ebraica, del tutto simile al "American Jewish Joint Distribution Committee". Sotto la direzione di Élie de Rothschild esso gestì anche la ridistribuzione degli aiuti provenienti da oltreoceano prima e poi - dal 1954 - dalle riparazioni tedesche; venne sovvenziona tutta l'assistenza ai giovani (campi di festa, patrocinio, materiale scolastico...). Contribuì a riparare sinagoghe o a costruire nuovi centri comunitari: la "Grande synagogue de la Paix" sarà inaugurata nel 1958 a [[Strasburgo]]<ref>{{cita web|url=http://judaisme.sdv.fr/histoire/villes/strasbrg/synago/inaug2.htm|titolo=Consécration de la synagogue de la Paix|autore=Claude Hemmendinger|sito=Site du judaïsme d'Alsace et de Lorraine}}</ref>.
 
La ricostruzione non fu solo materiale, ma anche politica. Jacob Kaplan, futuro "Gran rabbino di Francia", combatte con perseveranza per risolvere il cosiddetto "affare Finaly"<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.fipa.tm.fr/fr/programmes/2008/l-affaire-finaly-17173.htm Documentaire ''L'Affaire Finaly''] |date=ottobre 2017 |bot=InternetArchiveBot }} - [[Festival international des programmes audiovisuels|FIPA]] compétition 2008</ref>, in cui la tutrice dei due fratelli Finaly rifiutò di consegnare alle proprie famiglie i figli a lei affidati durante la guerra con il pretesto che li aveva fatti battezzare; ricevette molti sostenitori da parte della [[Chiesa cattolica in Francia]]. La diplomazia di Kaplan e la perseveranza di un amico stretto della famiglia Finaly, Moses Keller, aiutarono questi due bambini a tornare alle loro famiglie nel 1953, 8 anni dopo la fine della guerra. La buona risoluzione di questa vicenda consentì di ristabilire il [[dialogo ebraico-cristiano]]<ref>L’accordo finale tra [[Pierre-Marie Gerlier]] e Kaplan si limitò a stabilire che «l'emozione di eventi dolorosi sarà dimenticata». Vedi {{cita web|url=http://bcrfj.revues.org/53|titolo=Positions divergentes des prélats catholiques sur le baptême des enfants Finaly (1945-1953)|autore=Catherine Poujol|data=2005|editore=Bulletin du Centre de recherche français à Jérusalem}}</ref>.
 
Ma è a [[Jules Isaac]] che andò il merito di analizzare le cause dell'[[antisemitismo]] cristiano e soprattutto ad aprire una "porta di condivisione" con i ''[[Dieci punti di Seelisberg]]'' nel 1947. La sua lotta continuò con la pubblicazione di ''Jésus et Israël''<ref>Nota critica di J. Hadot in [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/rhr_0035-1423_1960_num_158_1_9074 ''Revue de l'histoire des religions''], 1960, vol. 158, p. 101.</ref> e ''L'Enseignement du mépris''<ref>Cf. [[André Kaspi]], ''Jules Isaac, ou la passion de la vérité'', Plon, 2002, p. 227.</ref>. Fu ricevuto in udienza privata da [[Papa Giovanni XXIII]] il 13 giugno del 1960; la dichiarazione ''[[Nostra aetate]]'' del [[Concilio Vaticano II]], pubblicata da [[Papa Paolo VI]] nel 1965, sancì la vittoria delle sue idee<ref name=GC/>.
 
La ricostruzione si rivelò essere anche spirituale e l'ebraismo francese ebbe la possibilità di partorire tre notevoli pensatori. [[Emmanuel Lévinas]] reinserì l'ebraismo come oggetto filosofico; [[André Neher]] cercò di portare l'ebraismo fuori dall'angoscia esistenziale che seguì la "[[Shoah]]" e che fece riconoscere la [[lingua ebraica moderna]] come materia d'insegnamento dall'università francese; Leon Ashkénazi addestrò una generazione di studenti e trasmise il messaggio del rav Kook: «coinvolgere nel [[dialogo interreligioso]]<ref>{{cita web|url=http://www.akadem.org/photos/contextuels/1985_1429_2_pensee_ecole_paris.pdf|titolo=La renaissance d'Orsay - L´école de pensée juive de Paris|sito=Akadem}}</ref>.
 
=== Arrivo degli ebrei dal Nordafrica ===
Dal 1948 al 1975 centinaia di migliaia di [[sefarditi]] abbandonarono il [[mondo arabo]] il quale aveva recentemente ottenuto l'indipendenza a causa della crescita del [[nazionalismo arabo]] e dello sviluppo del [[sionismo]] il quale portò ala nascita di [[Israele]]; ebbe così inizio all'[[esodo ebraico dai paesi arabi]]. Alcuni ebrei si andarono a stabilire nel nuovo Stato per ideali politici e/o religiosi oltre che per motivi economici e di sicurezza<ref>{{cita web|url=http://www.sefarad.org/desinfo/20011116.html|titolo=Les réfugiés juifs originaires des pays arabes|autore=Maurice Konopnicki|data=16 novembre 2001|sito=Institut Sépharade Européen}}</ref>.
 
A partire dal 1948 e fino al 1967 circa 235.000<ref>[[Jacques-Olivier Boudon]], ''Religion et politique en France depuis 1789'', Armand Colin, 2007, p. 200</ref> ebrei del [[Nordafrica]] trovarono rifugio nella [[Quarta Repubblica francese]] prima e nella [[Quinta Repubblica francese]] poi, soprattutto cittadini dell'[[Algeria francese]] e francofoni dal [[Marocco]], dalla [[Tunisia]] edall'[[Egitto]]. Questi ebrei nordafricani costituirono una parte importante dei cosiddetti "[[Pieds-noirs]]"; come diretta conseguenza tra il 1950 e il 1976 la popolazione ebraica francese salì da 225 a 650.000 persone<ref name=MLL>{{cita web|url=http://books.google.fr/books?id=qcebL0ufd7AC&pg=PA43&lpg=PA43&dq=france+225000+juifs&source=bl&ots=oeZc0PIUd7&sig=jAQKrkYNO6pzMnCHg98YY41Mbbw&hl=fr&ei=ByNmTrfjM831sgbnt_n8CQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CB8Q6AEwAA#v=onepage&q=%22225%20000%22&f=false|titolo=Réflexion sur les évaluations du nombre de Juifs en France dans Démographie et destin des sous-populations|sito=Google Books|data=21-23 septembre 1981|autore=[[Michel-Louis Lévy]]|p.42-44}}</ref>.
 
La scelta migratoria sefardita fu una risposta a differenti questioni; la possibilità d'impiego, l'esistenza di una comunità che avrebbe consentito loro di praticare apertamente l'[[ebraismo]], il [[clima mediterraneo]] del tutto simile a quello dei luoghi di provenienza ecc. Presero residenza in gran parte nell'[[Île-de-France]] - nei nuovi centri urbani di [[Sarcelles]] e [[Créteil]] - oltre che a [[Marsiglia]], [[Nizza]], [[Tolosa]], [[Lione]], [[Nizza]] e [[Strasburgo]]<ref>{{cita web|url=http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/assr_0003-9659_1966_num_22_1_2601?_Prescripts_Search_tabs1=standard&|titolo=Vers une étude des mutations de la population juive en France et du judaïsme français|autore=[[Georges Lévitte]]|sito=Persée|data=1966|collana=Archives des sciences sociales des religions}}</ref>.
 
Il Concistoro lanciò dagli anni cinquanta l'"operazione dei cantieri" sotto la direzione del banchiere e [[filantropo]] [[Alain de Rothschild]]<ref>{{cita web|url=http://www.cairn.info/article.php?ID_REVUE=LMS&ID_NUMPUBLIE=LMS_197&ID_ARTICLE=LMS_197_0029|titolo=Grandes et petites misères du grand exode des Juifs nord-africains vers la France|autore=Charlotte Siney-Lange|editore=Le Mouvement Social, Editions de l’Atelier}}</ref>.
 
Con l'arrivo in massa dei rimpatriati dall'[[Algeria]] le necessità si fecero enormi e ciò condusse alla moltiplicazione di edifici abitativi molto più funzionali che estetici. A [[Parigi]], [[Villiers-le-Bel]], [[Massy (Essonne)]], Sarcelles e [[Fontainebleau]] vennero costruite delle nuove sinagoghe prima del 1965; a poco a poco il loro modello tradizionale dedicato esclusivamente al culto lasciò il posto ad un centro comunitario in cui potevano svolgersi tutte le attività culturali, innanzitutto ricevimenti familiari. Nel solo 1982 ben 36 nuove sinagoghe furono create<ref>{{cita libro|titolo=Les Juifs de France: de la Révolution française à nos jours|nome1=Annette|cognome1=Wieviorka|lien auteur=Annette Wieviorka||curatorere=Liana Levi|editore=Éditions Liana Levi|anno=2008|isbn=2-86746-181-2|passage=275}}</ref>.
 
La comunità ebraica francese, fino a quel momento composta quasi esclusivamente da [[Aschenaziti]], diventò principalmente sefardita. Meno assimilati rispetto ai loro correligionari presenti da più tempo, i sefarditi contribuirono a rilanciare l'osservanza delle pratiche religiose - incluso il rispetto per la [[Casherut]] - il che si tradusse con la comparsa di negozi "kosher" nelle città con una forte prevalenza ebraica<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.431}}</ref>.
 
A causa dell'insoddisfazione nei riguardi degli uffici comuni che si affacciò tra aschenaziti e sefarditi, i leader rabbinici e concistoriali si sforzarono di attivare nuove strutture adeguate ai fedeli recentemente acquisiti<ref>{{cita|Blumenkranz|1972|p.431}}</ref>. Nel 1980, per la prima volta, un ebreo nordafricano (René-Samuel Sirat) diventò "Gran rabbino di Francia"<ref>{{cita libro|autore=Doris Bensimon|titolo=Les Juifs de France et leurs relations avec Israël: 1945-1988|lire en ligne=http://books.google.fr/books?id=_AYlHiMQKH4C&pg=PA121&dq=sirat+%22grand+rabbin+de+france%22&hl=fr&ei=Am9yToqfKPHb4QTpp4S1CQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDUQ6AEwAg#v=onepage&q=sirat%20%22grand%20rabbin%20de%20france%22&f=false|passage=121|editore=L'Harmattan|anno=1989|isbn=2-7384-0378-6}}</ref>.
 
L'[[immigrazione]] dal [[Nordafrica]] contribuì ad approfondire i legami della comunità ebraica francese con [[Israele]]. Fino ad allora infatti gli ebrei francesi non ebbero quasi nessuna parentela in comune con gli [[israeliani]]; le famiglie provenienti dall'Africa del Nord spesso si separarono ed alcune di loro presero la direzione dello Stato ebraico. Avvicinati in tal modo alle famiglie israeliane, la [[guerra dei sei giorni]] giunse a produrre una forte emozione<ref>{{cita|Philippe|1979|p.299}}</ref>.
=== Gli anni di Mitterrand ===
=== Ebrei di Francia e Israele ===
=== Ebrei francesi ai giorni nostri ===
Come fece buona parte dell'elettorato, anche quello ebraico svoltò a [[destra (politica)]] al secondo turno delle [[Elezioni presidenziali in Francia del 1995]], dando in tal modo il proprio contributo per la vittoria finale di [[Jacques Chirac]]<ref name="ElectoratsMusulmanJuif"/>.
 
Nonostante il processo contro [[Klaus Barbie]] e [[Paul Touvier]] nel 1994<ref>{{cita libro|titolo=Dictionnaire de la France sous l'occupation|autore=Eric Alary et [[Bénédicte Vergez-Chaignon]]|editore=Larousse|anno=2011|lire en ligne=http://books.google.fr/books?id=r7CpTLUGMMsC&pg=PT80&dq=malaise+Juifs+France+Vichy&hl=fr&sa=X&ei=oWJhUZyxI4rxhQfsnYHoDw&ved=0CC8Q6AEwADgK|isbn=978-2-03-586129-0}}</ref> il malessere causato dal rifiuto di assunzione delle responsabilità francesi nel [[governo di Vichy]] è stato per la prima volta a chiare lettere dissipato dal nuovo [[presidente della Repubblica Francese]] il 16 luglio del 1995 in occasione del 53º anniversario del [[Rastrellamento del Velodromo d'Inverno]]:
{{citazione|"''queste ore buie contaminano la nostra storia per sempre e sono un insulto al nostro passato e alle nostre tradizioni. Sì, la follia criminale dell'occupante è stata assecondata dai francesi, dallo Stato francese. Cinquantatré anni fa, il 16 luglio del 1942, 4500 poliziotti e gendarmi francesi, sotto l'autorità dei loro capi, risposero affermativamente alle richieste dei nazisti. Quel giorno, nella capitale e in tutta l'[[Île-de-France]] quasi 10.000 uomini, donne e bambini ebrei furono arrestati nelle loro case al mattino presto e vennero riuniti nelle stazioni di polizia. (...) La Francia, sede dell'[[illuminismo]] e dei [[diritti dell'uomo]], terra di benvenuto e asilo, la Francia, quel giorno, ha compiuto l'irreparabile. Mancando alla propria fede abbandonò i suoi protetti ai loro carnefici''"<ref>[http://elysee.fr/elysee/elysee.fr/francais/interventions/discours_et_declarations/1995/juillet/allocution_de_m_jacques_chirac_president_de_la_republique_prononcee_lors_des_ceremonies_commemorant_la_grande_rafle_des_16_et_17_juillet_1942-paris.2503.html Allocution de M. Jacques CHIRAC Président de la République prononcée lors des cérémonies commémorant la grande rafle des 16 et 17 juillet 1942 (Paris)] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090413170546/http://elysee.fr/elysee/elysee.fr/francais/interventions/discours_et_declarations/1995/juillet/allocution_de_m_jacques_chirac_president_de_la_republique_prononcee_lors_des_ceremonies_commemorant_la_grande_rafle_des_16_et_17_juillet_1942-paris.2503.html |data=13 aprile 2009 }}, Président de la république</ref>.}}
Quest'affermazione è stata confermata il 12 febbraio del 2009 dalla più alta autorità giudiziaria francese, il [[Consiglio di Stato della Repubblica francese]] il quale ha dichiarato di credere che la "responsabilità dello Stato fu acclarata a causa dei danni prodotti da azioni che non ebbero luogo a seguito di una coercizione diretta da parte dell'occupante, bensì permise o facilitò la [[deportazione]] dalla Francia di persone vittime della [[persecuzione]] antisemitica"<ref>{{cita web|url=http://tempsreel.nouvelobs.com/actualites/societe/20090216.OBS5000/deportation__letat_francais_responsable_mais.html|titolo=Déportation: l'Etat français "responsable" mais...|sito=Le Nouvel Observateur|data=16 febbraio 2009|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Il presidente della [[Société Nationale des Chemins de fer Français]] Guillaume Pepy ha ammesso la stessa cosa quando ha dichiarato il 25 gennaio del 2011 che le ferrovie statali furono un ingranaggio della macchina di morte nazista<ref>{{cita web|url=http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2011/01/25/01016-20110125ARTFIG00777-la-sncf-un-rouage-de-la-machine-nazie.php|titolo=La SNCF, un «rouage de la machine nazie»|autore=Marie-Amélie Lombard|sito=Le Figaro|data=26 gennaio 2011}}</ref>.
 
Il bicentenario del Concistoro caduto nel 2008 è stata l'occasione per celebrare ufficialmente le buone relazioni intercorrenti tra la comunità ebraica francese e la [[Repubblica]]<ref>{{cita web|url=http://www.blog-fillon.com/article-18795485.html|titolo=Bicentenaire des consistoires israélites|sito=blog de François Fillon|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080422042818/http://www.blog-fillon.com/article-18795485.html|dataarchivio=22 aprile 2008}}</ref>. Tale situazione si è rafforzata in occasione della visita di Stato di [[Nicolas Sarkozy]] in [[Israele]] nel giugno del 2008, durante la quale ha iniziato il suo discorso davanti alla [[Knesset]] con le parole: "''Esiste una profonda amicizia che lega Israele alla Francia''"<ref>{{cita web|url=http://www.diplomatie.gouv.fr/fr/IMG/pdf/23.06_allocution_KnessetB.pdf|titolo=Discours de M. le Président de la République à la Knesset|data=23 giugno 2008|sito=Présidence de la République}}</ref>.
 
In questo contesto il presidente eletto [[François Hollande]] ha dato un lustro speciale alla commemorazione del 70º anniversario del "rastrellamento" il 22 Luglio del 2012, affermando che "l'[[antisemitismo]] non è un'opinione qualunque, bensì è un'abiezione. Per questo deve essere guardato in faccia appena appare. Dev'essere nominato e riconosciuto per quello che è. Ovunque si svolga, esso verrà smascherato e punito"<ref>[http://www.elysee.fr/president/les-actualites/discours/2012/discours-du-president-de-la-republique-pour-le.13674.html Discours du 22/7/12 sur le site de l'Élysée] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120726182716/http://www.elysee.fr/president/les-actualites/discours/2012/discours-du-president-de-la-republique-pour-le.13674.html |data=26 luglio 2012 }}</ref>. Due mesi dopo, il 21 settembre del 2012, ha inaugurato al "campo d'internamento di Drancy" il "[[memoriale (monumento)]] della [[Shoah]]"<ref>{{cita web|url=http://www.liberation.fr/societe/2012/09/21/hollande-inaugure-le-memorial-de-la-shoah-a-drancy-ce-vendredi_847860|titolo=Hollande inaugure le Mémorial de la Shoah à Drancy ce vendredi |sito=liberation.fr |data=21 sept. 2012 |autore=AFP|accesso=21 sept. 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.israel-infos.net/Discours-du-President-de-la-Republique-lors-de-l-inauguration-du-nouveau-Memorial-de-la-Shoah-a-Drancy--9111.html|titolo=Discours du Président de la République lors de l'inauguration du nouveau Mémorial de la Shoah à Drancy|autore=François Hollande|data=21 settembre 2012|sito=Israël-Infos}}</ref>.
 
Nel mese di aprile del 2013 la comunità ebraica francese ha vissuto molto male le confessioni del "Gran Rabbino di Francia" Gilles Bernheim sul [[plagio (diritto d'autore)]] commesso in molti dei suoi lavori e sull'usurpazione del titolo di professore aggiunto di [[filosofia]]<ref name=dem1>{{cita web|url=http://www.lexpress.fr/actualite/societe/religion/le-grand-rabbin-gilles-bernheim-avoue-ses-plagiats-mais-refuse-de-demissionner_1238891.html|titolo=Le Grand Rabbin Gilles Bernheim avoue ses plagiats mais refuse de démissionner|sito=L'Express|data=9 aprile 2013}}</ref>; ha annunciato la sua disposizione ad accettare la messa in congedo forzato alla fine del consiglio speciale del "Concistoro Centrale israelita di Francia"<ref name=dem2>{{cita web|url=http://www.lemonde.fr/societe/article/2013/04/11/demission-du-grand-rabbin-de-france-gilles-bernheim_3158297_3224.html|titolo=Le grand rabbin de France Gilles Bernheim s'est mis "en congé"|sito=Le Monde|data=11 aprile 2013}}</ref>.
 
I sondaggi e il risultato del primo turno delle [[Elezioni presidenziali in Francia del 2017]] hanno suscitato "molte preoccupazioni tra gli ebrei francesi" a causa della crescita sia dell'[[estrema destra]] del [[Fronte Nazionale (Francia)]] di [[Marine Le Pen]] che dell'[[estrema sinistra]] di [[La France Insoumise]] di [[Jean-Luc Mélenchon]]<ref>{{cita web|url=http://www.liberation.fr/elections-presidentielle-legislatives-2017/2017/04/24/l-election-a-suscite-beaucoup-d-inquietudes-parmi-les-juifs-francais_1564848|titolo=«L’élection a suscité beaucoup d’inquiétudes parmi les juifs français»|autore=Bernadette Sauvaget|data=24 aprile 2017|sito=Libération}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en|titolo=French Jews Worry About Rising Communist Presidential Candidate|url=http://forward.com/news/breaking-news/369558/french-jews-worry-about-rising-communist-presidential-candidate/|sito=[[The Forward]]|autore=Cnaan Liphshiz|data=20 aprile 2017}}</ref>. A questo proposito il "Conseil représentatif des institutions juives de France" ha notato "con preoccupazione", in una dichiarazione, che "i candidati dei due estremismi rappresentano più del 40% dei suffragi espressi"<ref>{{cita web|url=http://www.leparisien.fr/flash-actualite-politique/appel-clair-du-crif-a-voter-macron-24-04-2017-6883302.php|sito=Le Parisien|titolo="Appel clair" du Crif à voter Macron|data=24 aprile 2017}}</ref>.
 
Nel luglio del 2017, durante una cerimonia al sito del "Vélodrome d'Hiver", l'appena eletto [[presidente della Repubblica francese]] [[Emmanuel Macron]] ha denunciato il ruolo del paese nell'[[Olocausto]] e il [[revisionismo storico]] che ha negato la responsabilità francese nel rastrellamento del 1942 e nella successiva [[deportazione]] di 13.152<ref name="AIDH">{{Cita web |url=http://www.aidh.org/Racisme/shoah/rafle/espoir01.pdf |sito=AIDH.org |titolo=Pourquoi le rafle n'a pas ateint son objectif |p=52 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080703235953/http://www.aidh.org/Racisme/shoah/rafle/espoir01.pdf |dataarchivio=3 luglio 2008 }}</ref> persone (tra cui 4.051 bambini<ref name=YadVashemHIF>{{Cita web|titolo=The Vel' d'Hiv Roundup|url=http://www.yadvashem.org/yv/en/holocaust/france/vel_dhiv_roundup.asp|sito=The Holocaust in France|editore=[[Yad Vashem]]|accesso=22 aprile 2014}}</ref>). Ha confutato le affermazioni che volevano il [[governo di Vichy]], al potere durante la [[seconda guerra mondiale]], non rappresentativo dello [[Stato]]<ref>https://www.washingtonpost.com/news/worldviews/wp/2017/04/10/marine-le-pen-doesnt-deny-that-french-jews-were-handed-over-to-nazis-but-she-claims-france-is-not-to-blame/</ref>. "''Fu in effetti la Francia che ha organizzato la [[gendarmeria]] la quale ha a sua volta collaborato con i nazisti. Non un solo tedesco''" era direttamente coinvolto, ha aggiunto.
 
Né Chirac né Hollande avevano mai espressamente affermato che l'"amministrazione Vichy", in carica durante gli anni 1940-44, rappresentasse nei fatti lo Stato francese<ref>https://books.google.com/books?id=bRshMk5sBxUC&pg=PA52&dq=plaque++velodrome+d'hiver+boulevard+de+Grenelle&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjaj76q_5DVAhWI8YMKHViEC94Q6AEIKDAA#v=onepage&q=plaque%20%20velodrome%20d'hiver%20boulevard%20de%20Grenelle&f=false, p=53</ref>. D'altronde, Macron ha chiarito che quel governo era in realtà quello della Francia. "''È conveniente vedere il regime di Vichy come nato dal nulla, restituito al nulla. Sì, è conveniente, ma è falso, non possiamo ricostruire il nostro orgoglio basandoci su una menzogna''"<ref>https://www.theguardian.com/world/2017/jul/17/france-macron-denounces-state-role-holocaust-atrocity-paris-1942</ref><ref>https://www.nytimes.com/2017/07/17/world/europe/macron-israel-holocaust-antisemitism.html</ref>.
 
Macron ha fatto un sottile riferimento anche all'[[apologia]] di Chirac del 1995 quando ha aggiunto: "''lo dico ancora una volta qui: è stata la Francia che ha organizzato il rastrellamento, la deportazione e perciò stesso anche quasi tutti gli omicidi degli ebrei francesi''"<ref>https://www.washingtonpost.com/world/europe/macron-hosts-netanyahu-condemns-anti-zionism-as-anti-semitism/2017/07/16/dfba544a-ca1f-40f9-82e6-98575393798c_story.html</ref><ref>http://www.bbc.com/news/world-europe-40622845</ref>.
==== Evoluzione demografica e assimilazione ====
==== Nuovo antisemitismo e tempo di attentati ====
==== Scelte elettorali e possibili cause ====
Secondo uno studio condotto da Jérôme Fourquet, direttore dell'"Institut français d'opinion publique", gli elettori ebrei sono passati da sinistra a destra tra il 1981 e il 2014. Nel 1981 e nel 1988 la sinistra aveva una maggioranza netta tra l'elettorato ebraico; ma da quel momento in poi non v'è più stata alcuna crescita e nel 2012 questa si è fermata del tutto, anche in relazione alle tensioni intracomunitarie e alle posizioni sempre più filo-israeliane da parte dei candidati della destra come [[Alain Madelin]]. [[Nicolas Sarkozy]] ha ottenuto il 45% dei voti dell'elettorato ebraico al primo turno; mentre esso ha sempre votato marginalmente anche per la destra [[Marine Le Pen]] è riuscita a raccoglierne il 13,5%<ref name="ElectoratsMusulmanJuif">{{cita pubblicazione|lingua=fr |autore1=Jérôme Fourquet |titolo=Le vote Front national dans les électorats musulman et juif |autore pubblicazione=Sylvain Crépon, Alexandre Dézé, [[Nonna Mayer]] |titolo pubblicazione=Les Faux-semblants du Front national|sottotitolo=sociologie d'un parti politique |editore=[[Presses de Sciences Po]] |anno=2015 |isbn=978-2-7246-1810-5 |url=http://www.slate.fr/story/109031/electeurs-juifs-musulmans-front-national }}</ref>. Fourquet spiega questo progresso attraverso tre fattori:
* l'effetto combinato di un clima di persistente insicurezza a seguito dell'avvio dell'[[islamismo]] radicale (gli [[Attentati di Tolosa e Montauban del 2012]]) e delle forti tensioni intracomunitarie;
* la strategia di "dédiabolisation" condotta da Marine Le Pen ha permesso di far saltare le serrature finora molto solide nei riguardi del "Fronte";
* tra gli elettori ebrei, così come in tutto il proprio elettorato, la frangia più di destra è rimasta delusa da Sarkozy il quale non ha mantenuto le promesse, in particolare in materia di lotta contro la criminalità<ref name="ElectoratsMusulmanJuif"/>.
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci Bibliografia correlate==
*[[Filmografia della Edison]]
* {{cita libro|autore=[[Raymond Aron]]|titolo=De Gaulle, Israël et les Juifs |editore=Plon|anno=1968}}
* {{cita libro|cognome1=Ayoun|cognome2=Cohen|nome1=Richard|nome2=Bernard|titolo=les Juifs d’Algérie. Deux mille ans d'histoire|città=Paris|editore=Jean-Claude Lattès|anno=1982}}
* {{cita libro|nome=Élie|cognome=Barnavi|lien auteur1=Élie Barnavi|titolo=Histoire universelle des Juifs|editore=[[Hachette (editore)|Hachette]]|anno=1992|isbn=2-01-016334-6}}
* {{cita libro|nome=Esther|cognome=Benbassa|lien auteur1=Esther Benbassa|titolo=Histoire des Juifs de France|editore=Le Seuil|anno=1997}}
* [[Léon Berman]], ''Histoire des juifs de France : des origines à nos jours'', Paris: Librairie Lipschutz, 1937, 512+IV p.
* {{cita libro|nome=Pierre|cognome=Birnbaum|lien auteur1=Pierre Birnbaum|titolo=Les fous de la République. Histoire des Juifs d'État de Gambetta à Vichy|città=Paris|editore=[[Arthème Fayard]]|anno=1992|isbn=2-02-020505-X}}
* {{cita libro|nome=Bernhard|cognome=Blumenkranz|lien auteur1=Bernhard Blumenkranz|titolo=Histoire des Juifs en France|editore=Privat, Éditeur|città=Toulouse|anno=1972}}
* {{cita libro|nome1=Patrick|cognome1=Cabanel|nome2=Chantal|cognome2=Bordes-Benayoun|titolo=Un modèle d'intégration: juifs et israélites en France et en Europe (XIXe-XXe siècles)|anno=2004|editore=Berg international éditeurs|isbn=2-911289-68-4}}
* {{cita libro|autore=[[Gilbert Dahan]]|titolo=L'expulsion des Juifs de France, 1394 |editore=Le Cerf|anno=2004}}
* {{cita libro|nome=David|cognome=Feuerwerker|lien auteur1=David Feuerwerker|titolo=L'Émancipation des Juifs en France. De l'Ancien Régime à la fin du Second Empire |editore=Albin Michel|città=Paris|anno=1976|isbn=2-226-00316-9}}
* {{cita libro|nome=Heinrich|cognome=Graetz|lien auteur1=Heinrich Graetz|titolo=Histoire des Juifs|lire en ligne=http://www.mediterranee-antique.fr/Auteurs/Fichiers/GHI/Graetz/Histoire_Juifs/H_Juifs_00.htm|editore=Site Méditerranée antique de François-Dominique Fournier|anno=1853-1875}}
* {{cita libro|nome=Salomon|cognome=Grayzel|lien auteur1=Salomon Grayzel|titolo=Histoire des Juifs|città=Paris|anno=1967|editore=Service technique pour l'éducation}}
* {{Jewish Encyclopedia|article=FRANCE|author=[[Joseph Jacobs]] & [[Israël Lévi]]|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=288&letter=F}}. Dans le corps de cet article, les références vers la ''Jewish Encyclopedia'' sont identifiées par les initiales JE suivies du titre du paragraphe de cette encyclopédie. Jusqu'à la fin du VI s., elle se fonde sur l'Histoire des Francs de Grégoire de Tours, disponible sur Gallica<ref>[http://gallica.bnf.fr/ Site de Gallica, Bibliothèque nationale de France]</ref>.
* {{cita libro|nome=Jacques|cognome=Le Goff|lien auteur1=Jacques Le Goff|titolo=Saint Louis|città=Paris|editore=[[Gallimard]], [[le Grand Livre du mois]]|anno=1996|isbn=2-07-073369-6|isbn2=978-2070733699|collection=Bibliothèque des histoires|pages totales=976|présentation en ligne=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5620138s/f276.image|bnf=35801658n}} {{BNF|35811189r}}
* {{cita libro|autore=Louis Maitrier|lire en ligne=http://www.cairn.info/resume.php?ID_ARTICLE=RDM_022_0374|titolo=L’espace juridique des Juifs en France, recherches sur les communautés dans la monarchie|anno=2003|città=Paris|editore=La Découverte}}
* Salomon Malka et [[Victor Malka]], ''Le grand désarroi : enquête sur les juifs de France'', Albin Michel, 2016
* {{cita libro|nome1=Michaël R.|cognome1=Marrus|nome2=Robert O.|cognome2=Paxton|lien auteur2=Robert Paxton|titolo=Vichy et les Juifs|editore=Calmann-Lévy|anno=2015|isbn=978-2-7021-5702-2}}
* {{cita libro|nome=Béatrice|cognome=Philippe|lien auteur1=Béatrice Philippe|titolo=Être juif dans la société française|editore=Montalba|anno=1979}}
* {{cita libro|nome=Béatrice|cognome=Philippe|lien auteur1=Béatrice Philippe|titolo=Les Juifs et l'identité française|editore=Odile Jacob|anno=2016}}
* Rabi, ''Anatomie du judaïsme français'', Minuit, 1962
* Maurice Rajfus, ''Des Juifs dans la collaboration, L'UGIF (1941-1944)'', préface de Pierre Vidal-Naquet, éd. Études et Documentation Internationales, 1980
* {{cita libro|nome=Michel|cognome=Winock|lien auteur1=Michel Winock|titolo=La France et les juifs. De 1789 à nos jours|editore=Le Seuil|collana=L'Univers historique|anno=2004|isbn=2-02-083787-0}}
* {{cita libro|cognome1=Collectif|titolo=Juifs de France: Le judaïsme, la République et Israël|collana=Les Collections de l'histoire|volume=hors-série trimestriel numéro 10|mese=gennaio|anno=2001|editore=Société d'éditions scientifiques}}
* Gerardo Unia. Scacco ad Eichmann: un italiano salva migliaia di ebrei dalla ferocia nazista Ed. Nerosubianco, 2012 ISBN 8889056959, 9788889056950 [https://www.amazon.it/Eichmann-italiano-migliaia-ferocia-nazista/dp/8889056959 <nowiki>[1]</nowiki>]
* Yaacov Lozowick, [https://books.google.it/books?id=BNYhIBIZHzUC&pg=PA221&lpg=PA221&dq=Guido+Lospinoso&source=bl&ots=pz41-X07_h&sig=VbL5SQvSqe6a8uVMZ_3x6ZGI1iE&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj3yovQgMjWAhWHWBQKHZNLB3s4ChDoAQg-MAQ#v=onepage&q=Guido%20Lospinoso&f=false Hitler's Bureaucrats: The Nazi Security Police and the Banality of Evil], A&C Black, 1º luglio 2005, [[ISBN]] [[Speciale:RicercaISBN/9780826479181|9780826479181]].
* Susan Zuccotti, [https://books.google.it/books?id=HzlvaQAZk2MC&pg=PA93&lpg=PA93&dq=pere+benoit+nice&source=bl&ots=dHJaVApiLf&sig=nQ8SPNWeontPGcJlwD9t6gPXX7c&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiq-9OeqKHWAhXJ7BQKHZNeC4EQ6AEIXzAI#v=onepage&q=pere%20benoit%20nice&f=false Père Marie-Benoît and Jewish Rescue: How a French Priest Together with Jewish Friends Saved Thousands during the Holocaust], Indiana University Press, 04 giugno 2013, [[ISBN]] [[Speciale:RicercaISBN/0253008662|0253008662]].
* Isaac Levendel e Bernard Weisz, Hunting Down the Jews: Vichy, the Nazis and Mafia Collaborators in Provence, 1942-1944, Enigma Books, 15 novembre 2011, [[ISBN]]&nbsp;[[Speciale:RicercaISBN/9781936274321|9781936274321]].
* Jonathan Steinberg, All or Nothing: The Axis and the Holocaust 1941-43, Routledge, 11 settembre 2002, [[ISBN]]&nbsp;[[Speciale:RicercaISBN/9781134910243|9781134910243]]
=== Opere di riferimento ===
* {{cita libro|nome=Benjamin|cognome=de Tudèle|lien auteur1=Benjamin de Tudèle|titolo=Voyage de Rabbi Benjamin, fils de Jona de Tudèle, en Europe, en Asie et en Afrique depuis l'Espagne jusqu'à la Chine|editore=Jean-Philippe Baratier|anno=1732|lire en ligne=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k104380z/f4.table}} Cet ouvrage écrit par un rabbin grand voyageur du {{s-|XII|e}} est disponible sur le site Gallica. Il décrit entre autres la vie juive du Sud de la France et mentionne la communauté de Strasbourg.
* {{cita libro|autore=Maurice Gelbard|titolo=1808 - 2008, Bicentenaire de l'organisation du culte israélite par Napoléon {{Ier}}|lire en ligne=http://www.napoleon-juifs.org/1806.html|anno=2007|isbn=2-9505795-8-2}}
* Site du Judaïsme d'Alsace et de Lorraine<ref>[http://judaisme.sdv.fr Site du Judaïsme d'Alsace et de Lorraine]</ref>, source d'information détaillée sur l'histoire des communautés juives d'Alsace et de Lorraine.
=== Stampa ebraica francese ===
* ''[[Actualité juive]]'', hebdomadaire disponible dans certains kiosques et dans les magasins cachères
* ''[[L'Arche (revue)|L'Arche]]'', publiée par le [[Fonds social juif unifié]] (FSJU), qui devrait reparaître trimestriellement en septembre 2011
* [http://www.informationjuive.fr/ ''L'Information juive''], le mensuel du [[Consistoire central israélite de France]]
 
== Voci correlate ==
* [[Religioni in Francia]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20141125083255/http://histoiredesjuifs.com/articles.php?lng=fr&pg=427 Histoire chronologique et thématique des Juifs en France]
* [http://www.cfaj.fr Commission française des archives juives]
* {{en}} [http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/vjw/France.html#History Histoire des Juifs de France]
* {{cita web|url=http://www.lemonde.fr/opinions/article/2010/01/16/les-juifs-en-france-une-presence-oubliee_1292663_3232.html|titolo=Les Juifs en France, une présence oubliée|sito=Le Monde|autore=Laurence Sigal}} (article payant aussi disponible gratuitement [http://www.cifpr.fr/+Les-juifs-en-France-une-presence+ ici])
* {{cita libro|autore=Gilles Bernheim|titolo=Video : « Tora et modernité » - Juif et Français : quelle position aujourd'hui|editore=[[Akadem]]|mese=febbraio|anno=2010
|lire en ligne=http://www.akadem.org/sommaire/themes/philosophie/7/1/module_7840.php}}
* [http://tetrade.huma-num.fr Territoires et Trajectoires de la Déportation des Juifs de France], par [[Jean-Luc Pinol]]
 
{{Portale|Francia|storiacinema}}
 
[[Categoria:EbraismoCortometraggi in Franciacommedia]]
[[Categoria:StoriaCortometraggi dell'ebraismodrammatici]]
[[Categoria:Storia della Francia]]