Ponzio Pilato e Nicola Palomba: differenze tra le pagine

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<noinclude>{{Cancellazione|arg=biografie}}</noinclude>
{{Santo
 
|nome = San Ponzio
{{F|religiosi|arg2=politici italiani|marzo 2019}}
|immagine = Duccio maesta detail4.jpg
 
|didascalia = Ponzio Pilato riceve Gesù, da un dipinto di [[Duccio di Buoninsegna]]
|note =
|nato =
|morto =
|venerato da = Chiesa ortodossa etiopica
|beatificazione =
|canonizzazione = VI secolo
|santuario principale =
|ricorrenza = [[25 giugno]]<ref name="santo">[http://www.newadvent.org/cathen/12083c.htm Arthur Barnes, ''Pontius Pilate'', in ''The Catholic Encyclopedia'', vol. 12, Robert Appleton Company, New York 1911].</ref>
|attributi =
|patrono di =
|santiebeati =
}}
{{Bio
|Nome = PonzioNicola Vincenzo
|Cognome = PilatoPalomba
|PreData = in [[Lingua latina|latino]]: ''Pontius Pilatus''; in [[lingua greca|greco]]: Πόντιος Πιλᾶτος; in [[lingua ebraica|ebraico]]: פונטיוס פילאטוס; ''[[floruit]]'' 26-36
|Sesso = M
|LuogoNascita = Avigliano
|GiornoMeseNascita = 23 Ottobre
|AnnoNascita = 1746
|LuogoMorte = Napoli
|GiornoMeseMorte = 14 ottobre
|AnnoMorte = I secolo1799
|Attività = presbitero
|Epoca = 0
|AttivitàAttività2 = politico
|Epoca = 1700
|Nazionalità = romano
|Nazionalità = italiano
}}
 
Nei [[Vangelo|Vangeli]] Pilato è colui che condanna a morte [[Gesù]].
 
Pilato è ricordato come [[martire]] dalla [[Chiesa ortodossa copta|Chiesa copta]] e come [[santo]] dalla [[Chiesa ortodossa etiope|Chiesa etiope]]<ref name="santo"/>.
 
== Biografia ==
Il sacerdote Nicola Vincenzo Palomba nacque ad [[Avigliano]], presso il palazzo di famiglia, il 23 ottobre 1746, da antica famiglia gentilizia. Il padre, Don Giovanni Francesco Palomba, aveva sposato Donna Orsola Pacifico di [[Forenza]], dal quale matrimonio Nicola nacque. Oltre a lui, il matrimonio generò Gennaro (sacerdote giacobino) e [[Giustiniano Palomba|Giustiniano]] (avvocato giacobino). Intraprese i suoi studi presso l'Università de' Regj Studj di [[Napoli]]. Successivamente, si dedicò ad attività didattiche, dovendo poi ritornare presso la natia Avigliano in seguito ad un'accusa per omicidio, che sostenne dinanzi alla Regia Udienza di Basilicata insieme al fratello Gennaro. L'accusa si rivelò priva di fondamento, e Nicola tornò a Napoli, dove entrò a far parte d'una locale loggia massonica. Nel 1793 partecipò alle attività della [[Società Patriottica Napoletana]] di [[Carlo Lauberg]], finendo per essere coinvolto nelle accuse della congiura [[giacobina]] del 1794.
I dettagli biografici di Pilato prima e dopo la sua nomina in Giudea non sono certi.
 
Successivamente si ritirò nuovamente ad Avigliano, mantenendo frequenti contatti con i compagni della capitale. Allorquando si svilupparono le vicende della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana del 1799]] (dove trovò la morte in combattimento il nipote [[Francesco Paolo Palomba|Francesco]]) tornò a Napoli insieme al fratello Giustiniano. In seguito venne nominato Commissario per la difesa di [[Altamura]]. Caduta la repubblica, venne giustiziato il 14 ottobre 1799 in Piazza del Mercato, a Napoli.
Oltre che dai vangeli, le vicende di Ponzio Pilato ci sono note anche dai resoconti di due autori ebrei del tempo: [[Flavio Giuseppe]] e [[Filone di Alessandria]]<ref name="Jean-Pierre Lémonon 2007">Jean-Pierre Lémonon, "Ponce Pilate", 2007.</ref>. Un breve accenno è inoltre presente in [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]].<ref name="Jean-Pierre Lémonon 2007"/>
 
== Voci correlate ==
Fu il quinto [[Prefetto (storia romana)|prefetto]] della prefettura della [[Giudea romana|Giudea]], in carica tra gli anni [[26]] e [[36]]; è famoso per il ruolo che svolse nella [[passione di Gesù]], secondo quanto testimoniano i [[vangelo|vangeli]], in quanto fu giudice del [[processo di Gesù]] e ne ordinò la [[flagellazione]] e la crocifissione.
* [[Repubblica Napoletana (1799)]]
 
* [[Repubblicani napoletani giustiziati nel 1799-1800]]
Pilato compare in tutti e quattro i vangeli [[Canone della Bibbia|canonici]]. Il [[Vangelo secondo Marco]] mostra Gesù innocente dell'accusa di aver complottato contro l'[[Impero romano]] e raffigura Pilato come estremamente riluttante a giustiziarlo, dando la colpa alle gerarchie giudaiche per la condanna, anche se Pilato era l'unica autorità in grado di decidere una condanna a morte. Nel [[Vangelo secondo Matteo]], Pilato si lava le mani del caso e, riluttante, manda Gesù a morte. Nel [[Vangelo secondo Luca]], Pilato riconosce che Gesù non aveva minacciato l'Impero. Nel [[Vangelo secondo Giovanni]], Pilato interroga Gesù, il quale non afferma di essere né il Figlio dell'Uomo né il [[Messia]], ma gli dà conferma rispondendo "tu lo dici: io sono re".<ref name="Harris">Stephen L. Harris, ''Understanding the Bible'', Mayfield, Palo Alto 1985.</ref>
[[File:Ecce homo by Antonio Ciseri (1).jpg|thumb|upright=1.4|''[[Ecce Homo]]'', dipinto di Antonio Ciseri, raffigurante Ponzio Pilato che presenta Gesù flagellato alla gente di Gerusalemme]]
 
Secondo quanto riportato da Flavio Giuseppe, Pilato provò senza successo a romanizzare la [[provincia romana]] della [[Giudea]], introducendo immagini dell'imperatore a Gerusalemme (cosa che suscitò una forte protesta perché la legge ebraica non lo consentiva)<ref>Flavio Giuseppe, ''[[Guerra giudaica (Flavio Giuseppe)|Guerra Giudaica]]'', ii.169-171 (traduzione italiana [http://digidownload.libero.it/Hard_Rain/Guerra%20Giudaica.pdf disponibile qui]).</ref> e provando a costruire un acquedotto con i fondi che si raccoglievano nel [[secondo Tempio|Tempio]].<ref>Flavio Giuseppe, ''Guerra Giudaica'', ii.175-177.</ref> {{citazione necessaria|I contrasti con la popolazione locale lo portarono a trasferire la capitale della regione da [[Cesarea marittima|Cesarea]] a [[Gerusalemme]], per poter meglio controllare le continue ribellioni.}}
 
Il governatore della [[Siria (provincia romana)|Siria]], [[Lucio Vitellio il Vecchio|Lucio Vitellio]], lo destituì nell'anno 36 o [[37]] a causa della durezza con la quale aveva represso i [[Samaritani]] che avevano messo in atto la [[rivolta del monte Garizim]] e l'imperatore [[Caligola]] lo mandò in [[Gallia]] (37–[[41]]).<ref>Flavio Giuseppe, ''[[Antichità giudaiche]]'', xviii.85-89 (traduzione italiana [http://www.alateus.it/Antichitait.pdf disponibile qui]).</ref> Al suo ruolo di prefetto della Giudea subentrò [[Governatori romani della Giudea#Prefetti|Marcello]].
 
[[Filone di Alessandria]] racconta che era corrotto, licenzioso e crudele, che rubava e che condannava senza processo.<ref>Filone Alessandrino, ''Legatio ad Gaium'', 302.</ref> [[Eusebio di Cesarea]], citando degli scritti apocrifi, afferma che Pilato non ebbe fortuna sotto il regno di Caligola e si [[Suicidio|suicidò]] nella città gallica di [[Vienne (Francia)|Vienne]].<ref>Eusebio, ''Historia Ecclesiae'' II: 7.</ref> Secondo [[Agapio di Ierapoli]], Pilato si suicidò durante il primo anno del regno di Caligola.<ref>[http://www.tertullian.org/fathers/agapius_history_02_part2.htm Agapius, ''Universal History'', trad. di A. Vasiliev (1909), part 2. pp.1-287].</ref>
 
== Ruolo nella passione di Gesù ==
[[File:Ponzio Pilato.jpg|thumb|Statua di Ponzio Pilato, a [[San Giovanni Rotondo]], sul percorso della [[Via Crucis]] monumentale, nella stazione di "Gesù davanti a Pilato".]]
 
=== Negli scritti cristiani ===
Secondo il [[Nuovo Testamento]], Gesù fu portato al cospetto di Pilato dalle autorità ebraiche di Gerusalemme, le quali dopo averlo arrestato, lo interrogarono e ricevettero delle risposte che lo fecero considerare blasfemo.
 
La domanda più importante che Pilato fece a Gesù fu se lui considerasse se stesso come ''re dei Giudei''. Nella prosecuzione dell'interrogatorio, secondo il [[Vangelo secondo Giovanni]], Gesù affermò di essere venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità e proseguì dicendo: ''Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce''. Al che Pilato chiese: ''Che cos'è la verità?''.
Pilato tentò di non condannare Gesù e, visto che in occasione della [[Pasqua]] era usanza che fosse liberato un prigioniero, Pilato lasciò al popolo la scelta tra Gesù e un assassino di nome [[Barabba]].
 
Nel [[Vangelo secondo Matteo]] ci sono altri due elementi, un intervento della moglie di Pilato, [[Claudia Procula]], la quale gli consiglia di rilasciare Gesù, e l'episodio di Pilato che si lava le mani davanti alla folla dicendo: ''Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!''. Da questo gesto nasce il detto: ''lavarsi le mani'' per indicare il gesto di una persona che non prende posizione e lascia che altri prendano una decisione.
 
Pilato è anche presente negli ''[[Atti di Pilato]]'', un [[apocrifo]] del II/III secolo.
 
=== Fonti antiche non cristiane ===
Altri testi che ci parlano di lui in relazione a Gesù sono un brano dello storico giudeo [[Flavio Giuseppe]] risalente all'anno [[93]] o [[94]]:
{{citazione|Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani}}
Questo passaggio, noto come ''[[Testimonium Flavianum]]'', è da tempo oggetto di discussione a causa del suo tono celebrativo: la maggioranza degli studiosi lo ritiene autentico nella sostanza ma oggetto di interpolazioni da parte di copisti medievali. In un manoscritto arabo del X secolo ne è ad esempio documentata una versione con le stesse informazioni ma in una versione più scarna e priva degli elementi celebrativi.
 
Un riferimento a Pilato è inoltre presente nel brano dello storico romano [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] risalente all'anno [[116]] o [[117]]:
{{citazione|Cristo era stato ucciso sotto l'imperatore [[Tiberio]] dal procuratore Pilato; questa esecrabile superstizione, momentaneamente repressa, è iniziata di nuovo, non solo in Giudea, origine del male, ma anche nell'Urbe (Roma), luogo nel quale confluiscono e dove si celebrano ogni tipo di atrocità e vergogne.}}
 
Secondo alcuni in questo passo di Tacito ci sarebbe un errore: a Pilato infatti viene assegnato il ruolo di procuratore e non quello di prefetto, mentre tale titolo, a parere di alcuni studiosi, entrò in uso solo dal [[44]]. Altri fanno però notare come il termine "procuratore" venga però attribuito da [[Flavio Giuseppe]] anche a [[Coponio]], il primo ''prefectus cum iure gladii'' della Giudea appena diventata provincia romana.<ref>[http://pace.mcmaster.ca/york/york/showText?book=2&chapter=8&textChunk=whistonSection&chunkId=1&go.x=15&go.y=9&go=go&text=wars&version=whiston&direction=&tab=&layout=split Flavio Giuseppe, ''Guerra Giudaica'' II, 8].</ref>
Questo dimostrerebbe una certa confusione nell'uso dei termini da parte degli storici antichi: prefetto indicava un ruolo militare, procuratore un ruolo legato alle finanze.
 
==== Iscrizione di Cesarea di Palestina ====
{{per approfondire|Iscrizione di Pilato}}
[[File:Caesarea Maritima 2010-09-23 09-28-35 2.JPG|thumb|left|Copia dell'iscrizione trovata presso il teatro di [[Cesarea marittima]] nel [[1961]]. Vi si leggono il [[committente]], con il [[gentilizio]] ''Pontius'' e il [[cognomen]] ''Pilatus'', la carica dello stesso, ''Prefectus Iudeae'' ([[prefetto]] della [[Giudea]]), il nome del dedicatario, ''Tiberiéum''.]]
Nel [[1961]] presso l'anfiteatro romano di [[Cesarea marittima|Cesarea]] è stata infine rinvenuta casualmente una lapide risalente al periodo [[Tiberio|tiberiano]] sulla quale Pilato veniva menzionato nell'incisione incompleta che recita: "[Caesarensibu]s Tiberiéum/[Pon]tius Pilatus/[Praef]ectus Iuda[ea]e".<ref name="lapide">[http://www.infotdgeova.it/citazioni/pilato.php Descrizione dell'incisione menzionante Ponzio Pilato a Cesarea].</ref> traducibile forse come "presso i Cesarensi, Ponzio Pilato, Prefetto di Giudea, [dedicato a] Tiberio". Altre interpretazioni riferiscono di una possibile attestazione di lavori effettuati da Pilato presso l'anfiteatro della città, forse colpita da un [[terremoto]] o della presenza sul luogo del ritrovamento di un [[tempio]] realizzato in onore dell'imperatore da Pilato.<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.pilloledistoria.it/6682/storia-antica/ponzio-pilato-breve-biografia-delluomo-che-condanno-gesu|titolo = iscrizione di Cesarea|accesso = |editore = |data = }}</ref>
 
=== Pilato nella Chiesa ortodossa etiope ===
 
La [[Chiesa ortodossa etiope]] segue una tradizione secondo cui, dopo il processo a Gesù, Pilato si convertì e lo venera come santo, celebrandone la ricorrenza il 25 giugno.<ref name="santo"/> Secondo altre tradizioni si suicidò.
[[File:Peltuinum 18.JPG|thumb|upright=1.3|Resti di [[Peltuinum]], in [[provincia dell'Aquila]], dove Pilato avrebbe posseduto la villa dell'esilio]]
[[Antoine de La Sale]], scrittore e viaggiatore francese del XV secolo, riporta una leggenda raccolta durante un viaggio nell'Italia Centrale secondo cui Ponzio Pilato, riportato a [[Roma]] da [[Vespasiano]] fu fatto uccidere e il suo cadavere, su di un carro trainato da buoi, trasportato verso le pendici del [[Monte Vettore]] nel massiccio dei [[Monti Sibillini|Sibillini]], e gettato in un [[Lago di Pilato|lago]], che oggi porta il suo nome.
 
== Nella leggenda ==
[[File:Fontana Fraterna (Isernia).JPG|thumb|left|Fontana Fraterna di [[Isernia]]: una iscrizione romana di dedica a Pilato ha fatto ipotizzare la sua nascita nella città sannita]]
 
La tradizione cristiana ha generato leggende in competizione tra loro sul suo luogo di nascita.
 
Numerose località si contendono l'onore di avergli dato i natali o di averlo ospitato al suo rientro in [[Italia]] dopo i fatti evangelici. Ad esempio, a San Pio di [[Fontecchio]] ([[Provincia dell'Aquila|AQ]]) vi è un monte detto ''Montagna di Pilato'' dove la tradizione locale colloca la villa in cui Pilato si ritirò prima di morire. Il ritrovamento in tempi recenti di resti di edifici romani ha stimolato ulteriormente questa leggenda.
 
Altre leggende parlano delle rovine romane di [[Peltuinum]] presso L' Aquila. Vi è anche una rivendicazione molisana sulla città natale di Pilato, ossia [[Isernia]], per un'iscrizione romana di dedica sulla storica [[Fontana Fraterna]].
 
Un'altra leggenda narra che la villa di Pilato fosse localizzata a [[Tussio]] ([[Provincia dell'Aquila|AQ]]), nelle vicinanze dell'antica [[Peltuinum]]. Ad avvalorare la tesi è sopravvenuto il ritrovamento di due leoni in pietra risalenti al [[I secolo]], che porterebbero invece ad indicarne la tomba. Sempre a Pilato viene accreditata l'introduzione nella piana di [[Navelli]] dello [[Crocus sativus|zafferano]] (''Crocus sativus'').
 
Secondo un'altra leggenda Pilato fu esiliato dall'imperatore [[Caligola]] a [[Vienne (Francia)|Vienne]] in [[Francia]] e vi è morto suicida. Sulla via per Vienne avrebbe soggiornato prima a [[Torino]], nella [[Porta Palatina]], poi a [[Nus]] in [[Valle d'Aosta]], dove il castello è noto col nome di "[[Castello di Pilato]]", nonostante la costruzione attuale risalga al medioevo.
 
Altra leggenda vuole i suoi natali ad [[Atina]] ([[Provincia di Frosinone|FR]]).
 
La leggenda che vuole [[Bisenti]] ([[provincia di Teramo|TE]]) quale patria di Ponzio Pilato, a differenza delle altre leggende riferite ad altri luoghi, è molto articolata. Non si limita ad affermare che il prefetto sia nato a Bisenti ma spiega i dettagli dell'origine bisentina del preside romano. Secondo questa tradizione, tramandata di generazione in generazione, un avo del celebre funzionario romano, Ponzio Aquila, partecipò alla congiura delle idi di Marzo contro Giulio Cesare; con il ristabilirsi dell'ordine pubblico, le famiglie dei cesaricidi furono confinate presso le colonie romane e tra queste i Ponzi furono esiliati in quel di Berethra (antico nome di Bisenti dal greco BARATRON “valle stretta e profonda"). Nato e cresciuto in questa località, il giovane e futuro prefetto ebbe dunque la possibilità di conoscere le tradizioni ebraiche ed apprendere una la lingua “straniera”, l'aramaico. L'allora Berethra, infatti, era è ubicata nel cuore di un territorio, dell'area centro-adriatica, conosciuto in antichità con la denominazione di "palestina piceni" in quanto colonizzato nel 600 a.C. circa da popolazioni mediorientali provenienti dalla terra di Canaan. Proprio la conoscenza del linguaggio e delle abitudini simil-giudaiche, apprese vivendo nella “Palestina Piceni”, avvantaggiarono il giovane militare Ponzio Pilato nella nomina di V prefetto della Giudea. A Bisenti è visitabile il luogo che la tradizione indica come casa natale di Ponzio Pilato. L'edificio, anche se modificato e ristrutturato nel corso dei secoli, conserva ancora, nel suo impianto, le caratteristiche di una tipica domus romana: un lato dello stabile presenta un porticato con un cortiletto o “vestibolo”, sul lastrico di tale corte si notano dei resti di una antica pavimentazione realizzata con ciottoli che formano delle particolari geometrie molto simili alle figurazioni dei mosaici che impreziosivano le ville romane. A ridosso di tale cortiletto si trova un locale, l'“atrium” della “casa di Ponzio Pilato”. Al di sotto di tale area dell'edificio, sono presenti due enormi cisterne che, per le caratteristiche tecniche costruttive delle murature in “opus caementicium” e per la presenza di alcune tracce di intonaco impermeabile di tipo “opus signinum”, possono essere fatte risalire all'epoca romana. Sotto l‘ ”impluvium”, è ancora perfettamente conservato un [[qanat]], un sistema di distribuzione idrico molto diffuso nei territori mediorientali. Non si può dunque escludere che il qanat di Bisenti sia stato realizzato proprio da Ponzio Pilato che, avendone appreso la tecnologia costruttiva in
Giudea, una volta tornato in patria pensò bene di costruire un sistema idrico
del genere per captare le acque da una falda, incanalarle mediante una galleria sotterranea per alcuni chilometri e prelevarla, per le proprie esigenze personali, da un pozzo situato all'interno della sua casa e, per le necessità degli altri concittadini Berethriani, in una fonte di erogazione pubblica, oggi denominata "fonte vecchia", della quale si possono ancora ammirare, integralmente preservate, i cunicoli di adduzione e le vasche di decantazione.
 
Comunque, ad avvalorare la leggenda che Pilato fosse di origine [[Abruzzo|abruzzese]], vi è l'ipotesi che lo fa discendere dalla famiglia [[Vestini|Vestina]] dei Ponzi, da cui sarebbero usciti, al tempo della [[guerra sociale]], gli avi di Ponzio Pilato quali condottieri dell'esercito [[sanniti|sannita]]. Questa vecchia tradizione popolare è anche presente in un'opera minore di [[Ennio Flaiano]]. È anche riportata da [[Angelo Paratico]] in "gli assassini del Karma" e da [[Giacomo Acerbo]] in "fra due plotoni di esecuzione".
 
La figura di Ponzio Pilato è legata a diverse tradizioni anche in [[provincia di Latina]]: l'[[isola]] di [[Ponza]] lega il suo nome ad una leggenda che lo vuole esiliato qui, mentre i suoi natali sono rivendicati anche dalle antiche [[città]] di [[Cori]]
e [[Cisterna|Cisterna di Latina]].
Notevole è anche la tradizione attestata ad Ameria oggi [[Amelia (Italia)|Amelia]] dove oltre ad essersi tramandata la "leggenda" del Palazzo di Pilato ed essere attestata la presenza di una villa romana in località monte Pelato (ma forse più correttamente Pilato) nel XVI secolo un'iscrizione ritrovata nei pressi della chiesa Abbazia di San Secondo desta sicuramente una certa curiosità. Si parla infatti di un certo ['Pilatus/IIII VIR/QUINQ (UENNALIS) (CIL, XI 4396)].
Tale iscrizione avvalorerebbe quanto riportato nel Vangelo Apocrifo cd Atti di Pilato dove più volte viene citata la Città di Ameria quale luogo di esilio e morte del governatore.
 
Circa la morte esistono diverse ipotesi: giustiziato dall'Imperatore [[Caligola]]; suicida in Gallia dopo esservi stato esiliato; penitente e convertito al [[Cristianesimo]] per influenza della moglie [[Claudia Procula]] (canonizzata dalla [[Chiesa greco-ortodossa]]); morto a [[Vienne (Francia)|Vienne]] o a Latina.<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.pilloledistoria.it/6682/storia-antica/ponzio-pilato-breve-biografia-delluomo-che-condanno-gesu|titolo = morte di Pilato|accesso = |editore = |data = }}</ref>
 
== Influenza nella letteratura ==
Pilato è stato a volte identificato nella ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]] come "Colui/Che fece per viltade il gran rifiuto".
 
Nel racconto ''Il procuratore della Giudea'' ([[1902]]) dello scrittore [[Francia|francese]] [[Anatole France]], un Ponzio Pilato vecchio e amareggiato rievoca con un commilitone i vecchi tempi del servizio in Palestina, la litigiosità e la ingovernabilità degli Ebrei, le azioni intraprese e le critiche ricevute, i riconoscimenti e le sanzioni ad opera della burocrazia imperiale. Dell'episodio della condanna di un eversore a nome Gesù il Nazareno, pretesa e ottenuta dai maggiorenti locali, nessun ricordo.
 
Il romanzo ''[[Il Maestro e Margherita]]'' (1966-'67) dello scrittore russo [[Michail Afanas'evič Bulgakov]] contiene un [[Pseudobiblion|romanzo nel romanzo]] incentrato sull'incontro tra Pilato e Yeshua (il nome ebraico di [[Gesù]]). Nel romanzo di Bulgakov è infatti presente una riscrittura del processo a Gesù dei [[Vangelo|Vangeli]]. Nel finale (nel capitolo ''Il perdono e il rifugio eterno''), Pilato guarda con ''occhi ciechi'' il disco della luna, condannato insieme al suo unico amico ''fedele guardiano'', un cane scuro (''... chi ama deve condividere la sorte dell'oggetto del suo amore''),<ref>Michail Afanas'evič Bulgakov, ''Il Maestro e Margherita'', Guaraldi ed., Torriana 1995, p. 440.</ref> a dormire da duemila anni in un luogo deserto, ma colpito dall'insonnia quando c'è la luna piena.
 
== Filmografia su Ponzio Pilato ==
* ''[[Ponzio Pilato (film)|Ponzio Pilato]]'', regia di [[Gian Paolo Callegari]] e [[Irving Rapper]] (1962) <ref>http://www.comingsoon.it/film/ponzio-pilato/17672/scheda/</ref>
* ''[[L'inchiesta (film 1986)|L'inchiesta]]'', regia di [[Damiano Damiani]] (1986) <ref>http://www.comingsoon.it/film/l-inchiesta/5626/scheda/</ref>
* ''[[Secondo Ponzio Pilato (film)|Secondo Ponzio Pilato]]'', regia di [[Luigi Magni]] (1987) <ref>http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=22010</ref>
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
*{{DBI|francesco-paolo-palomba|Francesco Paolo Palomba|autore = Cristina Passetti|anno = 2014|volume = 80|cid = Passetti}}
* ''Il processo di Gesù'', [[Josef Blinzler]], Brescia, [[Paideia]], 1966
* {{cita libro|titolo=Saggio storico della rivoluzione di Napoli|edizione= seconda edizione con aggiunta dell'autore|autore=[[Vincenzo Cuoco]]|città= Milano|editore= Sonzogno |anno= 1820|url=https://books.google.it/books?id=vJsbrdST4k4C&pg=PA116&dq=nicola+palomba&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwilzrHL14LiAhVpMewKHRVxAtYQ6AEISjAG#v=onepage&q=nicola%20palomba&f=false|cid=Vincenzo Cuoco}}
* ''Apocrifi del Nuovo Testamento'', a cura di L.Moraldi, Torino, [[UTET]], 1971
http://lucania1.altervista.org/avigliano/illustri/npalomba.htm
* ''Processo e morte di Gesù. Un punto di vista ebraico'', Chaim Cohn, Torino, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 2000
* ''Ponzio Pilato. Storia di un mito'', a cura di Giacomo Jori, Firenze, [[Leo S. Olschki|Olschki]], 2013 ISBN 978-88-222-6249-3
* ''Pilato e Gesù'', [[Giorgio Agamben]], Roma, [[Nottetempo]], 2013 ISBN 978-88-7452-409-9
 
== Voci correlate ==
* [[Apocrifo]]
* ''[[Atti di Pilato]]''
* [[Vangelo]]
 
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