Il '''''Karolus Magnus et Leo Papa''''' (anche noto come '''''De Karolo Rege et Leone Papa''''', '''''Epos di Paderborn''''' o '''''Epos d’Aquisgrana''''') è un poema epico carolingio anonimo in 536 esametri; composto in lingua latina, è incentrato sull’incontro tra [[Carlo Magno]] e [[papa Leone III]] avvenuto a [[Paderborn]] nel 799.
{{nota disambigua}}
== Trama ==
{{titolo minuscolo}}
Il poema si apre con una dichiarazione dell’autore anonimo, che, collegando metaforicamente l’opera di composizione poetica a un viaggio in nave (come farà Dante nel celebre incipit del Purgatorio), afferma di essere pronto per imbarcarsi una terza volta; la nave è diretta dove brilla il faro dell’Europa, Carlo Magno, oggetto di un lungo ritratto encomiastico. Il re dei Franchi è fotografato mentre da una posizione sopraelevata osserva e dirige i lavori per la costruzione di Aquisgrana, nuova sede della sua corte. Il poeta passa quindi a descrivere una battuta di caccia di Carlo nella riserva che sorge nelle vicinanze, rappresentando minuziosamente tanto la natura e la fauna del luogo quanto il sovrano e i numerosi personaggi del corteo che lo accompagna. Conclusa la caccia, viene organizzato un fastoso banchetto, ma nella notte Carlo ha un sogno premonitore che gli mostra papa Leone III ferito e in lacrime. Invia quindi a Roma dei missi dominici per accertare l’accaduto, mentre lui si reca in Sassonia, dove è impegnato in una campagna militare finalizzata alla cristianizzazione delle tribù locali. Giunti a Roma, i missi scoprono che il pontefice è stato vittima di un agguato in cui ha perduto gli occhi e la lingua, ma che è anche riuscito a salvarsi e, guarito miracolosamente, a rifugiarsi presso il duca di Orvieto. Informato da quest’ultimo della presenza dei funzionari franchi, Leone li fa convocare e chiede loro di essere accompagnato da Carlo per mettersi sotto la sua protezione. Il sovrano franco è nel frattempo giunto a Paderborn e, messo a conoscenza della situazione, manda incontro al papa il figlio Pipino insieme a cento soldati. L’incontro tra Carlo e Leone è descritto in tutta la sua scenografia e occupa la sezione finale dell’opera, prima che il racconto si chiuda con il sovrano che si ritira nelle sue stanze e il pontefice che rientra nel suo accampamento dopo un altro sfarzoso banchetto<ref>per tutto il capitolo, si veda Stella 2016, pp.25-26</ref>.
{{Testata giornalistica
== Tradizione manoscritta, edizioni e fortuna dell’opera ==
|nome = l'Unità
Il testo è arrivato a noi trasmesso da un solo manoscritto, un miscellaneo oggi conservato a Zurigo (Zürich, Zentralbibliothek, C. 78), in una sezione prodotta nel secolo IX presso il monastero di San Gallo<ref>Stella 2016, p.26</ref>; Francesco Stella osserva che il testo (conservato dai fogli 103v-114v, già diviso in capitoli<ref>Stella 2016, p.33</ref> e rimasto a San Gallo fino al Settecento) è molto vicino a quello originale, ma presenta degli errori che impediscono d’ipotizzare che sia esso stesso l’originale<ref>Stella 2016, pp.26-27</ref>.
|logo = L'Unità logo trasparente.png
|larghezza logo = 200px
|paese = {{ITA}}
|lingua = [[lingua italiana|Italiano]]
|periodicità = [[Quotidiano]]
|genere = Quotidiano politico
|formato = [[Berlinese]] <small>a 5 colonne</small>
|tiratura = 60.990 (100%)<ref name="ads201404"/>
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|diffusione = 20.937 (34%)<ref name="ads201404">[http://www.primaonline.it/2014/06/09/185912/ Dati aprile 2014] di [[Accertamenti diffusione stampa]]</ref>
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|collocazione= [[sinistra (politica)|Sinistra]]
|fondazione = 12 febbraio [[1924]]
|fondatore = [[Antonio Gramsci]]
|proprietà = Società editrice l'Unità (1944-1994)<br />L'Arca (1994-1998)<br />L'Unità editrice multimediale (1998-2000)<br />Nuova Iniziativa Editoriale S.p.A. (2001-2014)<br />Nuova società Unità srl (2015-oggi)
|sede = Viale Liegi, 41 - 00198 [[Roma]]
|direttore = [[Erasmo D'Angelis]]
|vicedirettore = Vladimiro Frulletti
|redattore capo = Marco Bucciantini
|sito = [http://www.unita.tv/ www.unita.tv]
|ISSN =
}}
'''''l'Unità''''' è un quotidiano italiano, fondato il 12 febbraio [[1924]] da [[Antonio Gramsci]].
L’editio princeps del testo è curata nel 1604 da Manitius; la prima edizione critica è approntata nel 1804 da Joseph C. Orelli. Nel 1881 viene data alle stampe una seconda edizione critica ad opera di Ernst Dümmler, impostasi negli anni come riferimento. La più moderna edizione viene infine realizzata da Franz Brunhölzl nel 1966 e ristampata nel 1999 in allegato a un volume di Wilhelm Hentze<ref>per tutto il paragrafo, Stella 2016, p.28-29</ref>.
Il giornale è stato dal [[1924]] al [[1991]] organo ufficiale del [[Partito Comunista Italiano]] e poi di [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] e [[Democratici di Sinistra|DS]]<ref name=pagina>{{cita web|url=http://archivio.unita.it/esploso.php?vperiodo=1&dd=02&mm=01&yy=2007&ed=Nazionale&nn=|titolo=L'Unità del 2 gennaio 2013|sito=Archivio telematico de l'Unità|accesso=14 maggio 2013}} p.29</ref>. Dal [[1997]] non era più interamente di proprietà del partito, sebbene il [[Partito Democratico|PD]] sia tornato a rilevarne un piccola quota nel [[2011]]<ref name=bilancio/><ref name=comunicato/>, dopo un periodo di quattordici anni in cui il quotidiano, pur organo di partito, era completamente di proprietà di privati<ref name=pagina/><ref name=bilancio/>. Negli ultimi tempi la società editrice de l'Unità è stata la Nuova Iniziativa Editoriale<ref name=bilancio>{{cita web|url= http://www.partitodemocratico.it/doc/239052/bilancio2011|titolo=Bilancio 2011 del PD|sito=Sito ufficiale Partito Democratico|accesso=14 maggio 2013}} p. 14</ref><ref name=comunicato>{{cita web|url=http://www.unita.it/italia/unita-sciopero-unita%2527-cdr-giornalisti-crisi-editoria-meli-ad-soru-fago-mian-pd-eventitalia-sardo-1.497912|titolo=Comunicato Cdr del 1º maggio 2013|sito=Sito de l'Unità|accesso=14 maggio 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.partitodemocratico.it/doc/246065/il-primo-bilancio-sociale-del-pd.htm?t=/trasparenza2012/documenti/dettaglio.htm|titolo=Bilancio sociale 2011 del PD|sito=Sito ufficiale Partito Democratico|accesso=14 maggio 2013}} p. 31</ref>.
== Storia ==
=== Nascita del quotidiano ===
[[File:L'Unità 1924.jpg|thumb|Logo de ''l'Unità'' dal 1924.]]
I primi numeri de ''l'Unità - Quotidiano degli operai e dei contadini'' sono stampati a [[Milano]], su una proposta di [[Antonio Gramsci]] fatta il 12 settembre [[1923]] al Comitato Esecutivo del [[Partito Comunista d'Italia]]. La prima sede de l'Unità era in Via Santa Maria alla Porta nei pressi di Corso Magenta.
{{Citazione|Il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito. Dovrà essere un giornale di sinistra. Io propongo come titolo l'Unità puro e semplice che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale|[[Antonio Gramsci]], lettera per la fondazione de l'Unità, 12 settembre [[1923]]<ref>[http://archivio.unita.it/esploso.php?dd=28&mm=07&yy=2000&ed= L'Unità 28 luglio 2000]</ref>}}
Il giornale ha una tiratura media di 20.000 copie e giunge alle 34.000 copie nelle settimane successive al delitto [[Giacomo Matteotti|Matteotti]].
Il 4 gennaio [[1925]] dopo il [[discorso di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925|discorso del 3 gennaio 1925]] con l'inizio dei poteri dittatoriali di [[Benito Mussolini]] il quotidiano uscì con questo titolo dato che era stato sequestrato per un giorno dal prefetto della provincia di Milano [[Vincenzo Pericoli]]<ref>[http://archivio.unita.it/esploso.php?dd=04&mm=01&yy=1925&ed= L'Unità 4 gennaio 1925]</ref>:
{{Citazione|'''Il fascismo non si salverà con il terrore'''<br />La prossima riscossa si organizzerà intorno al Partito Comunista nei Comitati degli operai e dei contadini}}
Inoltre la notizia del sequestro del giorno prima:
{{Citazione|'''Sequestro N.3'''<br />II Serie (totale 35)<br />PREFETTURA DI MILANO<br />gabinetto<br /><center>'''IL PREFETTO'''</center><br /><center>'''DELLA PROVINCIA DI MILANO'''</center><br />
Visto il giornale l'Unità in data 3 gennaio 1925 N. 3, edito in Milano dalla Tipografia "Stige" sita in via Settala 22;<br />
Ritenuto che detto giornale pubblica diverse notizie di pura cronaca e sport mettendo in sarcastico rilievo che esse sono tratte da altri giornali non stati sequestrati;<br />
Ritenuto che ciò, dato i noti precedenti del giornale, ha condotto una violenta denigratoria campagna contro l'attuale ordinamento, costituisce evidente provocazione, e negli attuali momenti pericolo di reazione e conseguente turbamento dell'ordine pubblico:<br />
Visto gli art. 4 del R.D. 15-7-1923 n. 3288 e R.D. 10-7-1924 n. 1081;
<center>DECRETA</center>
il sequestro del giornale del giornale l'Unità in data 3 gennaio 1925 N. 3 edito in Milano dalla Tipografia "Stige".<br />
Il signor Questore di Milano è incaricato dell'esecuzione del presente decreto da notificarsi per iscritto all'interessato.<br />Milano, lì 3-1-1925<br />Il Prefetto: f.to Pericoli}}
A quasi tre anni dall'apertura, con 261 numeri pubblicati, in seguito al fallito attentato contro [[Benito Mussolini|Mussolini]] da parte del quindicenne [[Anteo Zamboni]], avvenuto il 31 ottobre [[1926]], il regime fascista reprime ogni opposizione rimasta e il successivo 8 novembre la distribuzione del giornale viene sospesa dal prefetto di Milano [[Vincenzo Pericoli]], congiuntamente all'organo del [[Partito Socialista Italiano]], l' ''[[Avanti!]]''. L'ultimo numero de L'Unità esce con la notizia del sequestro con uno scarno comunicato<ref>[http://archivio.unita.it/esploso.php?dd=08&mm=11&yy=1925&ed= L'Unità 8 novembre 1925]</ref>:
{{Citazione|'''I sequestri dell'Unità'''<br />
Il Prefetto della provincia di Milano ha ieri ordinato il sequestro del nostro giornale con la seguente motivazione:<br />
"Considerato tutto il suo complesso è tale da eccitare gli animi con pericolo di turbamento dell'ordine pubblico decreta" ecc. ecc.<br />
Il sequestro è avvenuto in macchina.}}
=== Gli anni della clandestinità ===
Il 27 agosto [[1927]] esce il primo numero dell'edizione clandestina del giornale dopo solo sette mesi dalla chiusura, la sede è a [[Lilla]] ([[Francia]]) in 40, Rue d'Austerlitz grazie al nuovo direttore, l'avvocato [[Riccardo Ravagnan]].
In seguito verrà pubblicato anche in [[Italia]] a [[Torino]], [[Milano]], [[Roma]].
Il 1º luglio [[1942]] ''l'Unità'' ritorna in Italia, seppure in clandestinità. La diffusione clandestina de ''l'Unità'' prosegue per tutta la [[seconda guerra mondiale]] e con l'arrivo degli alleati dal 6 giugno [[1944]] riprende a [[Roma]] la pubblicazione ufficiale del giornale. Il nuovo direttore è [[Celeste Negarville]].
=== La Ricostruzione ===
Il 2 gennaio [[1945]] il giornale esce dalla clandestinità dopo quasi vent'anni e sposta la sua sede in via IV novembre a [[Roma]], nella parte d'[[Italia]] da poco liberata dagli alleati e il nuovo direttore è [[Velio Spano]], iscritto al PCI da vent'anni e combattente partigiano e direttore dell'edizione meridionale del quotidiano.
Dopo la Liberazione, escono nel [[1945]] l'edizione genovese, quella milanese e quella torinese. Nei primi mesi del [[1945]] i responsabili dell'edizione di [[Torino]] del quotidiano sono [[Ludovico Geymonat]] e [[Amedeo Ugolini]]; tra i collaboratori del quotidiano ci sono [[Davide Lajolo]], [[Ada Gobetti]], [[Cesare Pavese]], [[Italo Calvino]], [[Elio Vittorini]], [[Aldo Tortorella]], [[Paolo Spriano]], [[Luigi Cavallo]], [[Augusto Monti]], [[Massimo Mila]], [[Raimondo Luraghi]], [[Massimo Rendina]].
Nel [[1945]] si tiene a [[Mariano Comense]] la prima festa di diffusione del quotidiano, la [[Festa de l'Unità]]. Il giornale crea una vasta rete di diffusione casa per casa della sua edizione domenicale; nei giorni "speciali" (25 aprile, 1º maggio) la tiratura supera il milione di copie.
=== Gli anni di Togliatti e Longo ===
[[File:L'Unità.gif|thumb|upright=1.4|Logo dell<nowiki>'</nowiki>''Unità'' dal 1945 al 1991]]
Dal 1º agosto [[1957]] si fondono le edizioni de ''l'Unità'' di [[Genova]], [[Torino]] e [[Milano]] dando origine ad un'unica edizione per l'Italia settentrionale. A partire dal 9 marzo [[1962]] vengono unificate le direzioni di [[Roma]] e di [[Milano]]; il direttore è [[Mario Alicata]], mentre condirettori sono [[Aldo Tortorella]] per l'edizione settentrionale e [[Luigi Pintor]] per quella centro-meridionale. Dopo la scomparsa di [[Mario Alicata]] nel [[1966]], la direzione del giornale è affidata a [[Maurizio Ferrara]].
Nel [[1969]] i membri del comitato centrale del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] [[Lucio Magri]], [[Luigi Pintor]] e [[Rossana Rossanda]] sono espulsi dal partito e nel [[1971]] trasformano in quotidiano il mensile [[Il manifesto]]: l'Unità in un suo articolo pone polemicamente l'interrogativo "chi vi paga?". Dal [[1967]] l'ex-deputato della [[Democrazia Cristiana]] [[Mario Melloni]] diviene corsivista de l'Unità e viene ricordato per i suoi interventi graffianti e satirici firmati con lo pseudonimo di Fortebraccio.
=== Anni di piombo ===
Nel [[1974]] la tiratura de ''l'Unità'' è di 239.000 copie giornaliere. Nel [[1975]] [[Pier Paolo Pasolini]] spiega dalle colonne del quotidiano il suo voto al [[Partito Comunista Italiano|PCI]] per le [[Elezioni regionali italiane del 1975|elezioni regionali]].
Il 18 settembre [[1977]] il redattore de ''l'Unità'' Nino Ferrero viene ferito a [[Torino]] da un attentato di [[Azione Rivoluzionaria]]. Nei giorni del rapimento di [[Aldo Moro]] del [[1978]] ''l'Unità'' condanna duramente le [[Brigate Rosse]], definite "nemici della democrazia", e proclama lo sciopero generale.
=== Gli anni del riflusso ===
Nei primi [[Anni 1980|anni ottanta]], periodo del cosiddetto ''[[Riflusso nel privato|riflusso]]'', il giornale ha una forte flessione di vendite: si passa dai 100 milioni di copie annue del [[1981]] ai 60 milioni del [[1982]]. Il 17 marzo [[1982]] ''l'Unità'' accusa il ministro democristiano [[Vincenzo Scotti]] di collusioni con la nuova camorra organizzata di [[Raffaele Cutolo]]. Il documento che denuncia i membri del governo (fornito dai servizi segreti), però, si rivela falso: è il caso Maresca; il direttore [[Claudio Petruccioli]] deve dimettersi e al suo posto viene nominato [[Emanuele Macaluso]].
Sotto Macaluso, nel [[1986]] si dà il via libera all'allegato ''[[Tango (rivista)|Tango]]'', settimanale satirico che creerà non poche frizioni fra il quotidiano e il PCI, ma aiuterà il giornale a risalire nelle vendite. Nel [[1988]] ''Tango'' chiude e un paio di mesi dopo ([[1989]]) viene sostituito da ''[[Cuore (periodico)|Cuore]]'' a cura di [[Michele Serra]]. Dal [[1991]] ''Cuore'' diverrà settimanale a sé.
=== Dal PCI al PDS ===
La prima pagina de ''l'Unità'' dell'11 novembre [[1989]], il giorno seguente alla caduta del [[Muro di Berlino]], si apre con ''Il giorno più bello d'Europa''. Il direttore del giornale è [[Massimo D'Alema]], che nel luglio [[1990]] lascia l'incarico a [[Renzo Foa]], primo direttore giornalista del foglio, e non quindi dirigente di partito. Nel [[1991]] ''l'Unità'' cambia sottotitolo, da "Giornale del Partito Comunista Italiano" a "Giornale fondato da Antonio Gramsci". La tiratura è di circa 156.000 copie al giorno.
=== La svolta Veltroni ===
{{F|quotidiani|marzo 2015|toni non troppo neutrali}}
Dal [[1992]] al [[1996]] il giornale passa nelle mani di [[Walter Veltroni]], che rilancia il quotidiano e ne fa uno strumento sul quale si confronteranno molti uomini politici di altri partiti e che diventerà il luogo del dibattito nel centrosinistra. Veltroni offre ai lettori una serie di ''gadget'' a pagamento in allegato al quotidiano che rappresentano una novità nel panorama dei quotidiani italiani: libri, audiocassette, videocassette di film rari e fuori catalogo e la ristampa degli album delle figurine [[Calciatori Panini|Panini]] dei calciatori.
Il 25 gennaio [[1994]] nasce ''l'Unità 2'', quotidiano di cultura e spettacoli, che raccoglierà il meglio dei giovani scrittori e degli intellettuali italiani. Al prodotto lavorano il condirettore [[Piero Sansonetti]] insieme con il redattore capo [[Pietro Spataro]], [[Alberto Cortese]], [[Roberto Roscani]]. Un anno dopo esatto l'Unità è il primo quotidiano nazionale in Italia ad aprire un proprio spazio su Internet (''www.mclink.it/unita'')<ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1995_01/19950125_0032.pdf Un giornale nella Rete]</ref>. L'iniziativa avrà immediato successo<ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1995_04/19950409_0029.pdf L'Unità, «boom» su Internet]</ref>.
=== I film allegati con l'Unità ===
Dal 28 gennaio [[1995]] è il primo giornale ad allegare film in [[VHS]] ogni sabato<ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1995_01/19950129_0008.pdf Con 320mila copie volano «l'Unità» e «Ultimo tango»]</ref> pressoché ininterrottamente per tre anni. Grazie a queste operazioni ''l'Unità'' risana i suoi debiti.
Serie ''Capolavori italiani'' (28 gennaio - 26 agosto [[1995]])
* 1 - [[Ultimo tango a Parigi]]
* 2 - [[Il sorpasso]]
* 3 - [[Bianca (film)|Bianca]]
* 4 - [[Una giornata particolare]]
* 5 - [[Non ci resta che piangere]]
* 6 - [[Sacco e Vanzetti (film 1971)|Sacco e Vanzetti]]
* 7 - [[Totò a colori]]
* 8 - [[Il ladro di bambini]]
* 9 - [[Per un pugno di dollari]]
* 10 - [[Blow-Up]]
* 11 - [[Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto]]
* 12 - [[Ricomincio da tre]]
* 13 - [[Germania anno zero]]
* 14 - [[La grande guerra]]
* 15 - [[Uccellacci e uccellini]]
* 16 - [[Berlinguer ti voglio bene]]
* 17 - [[Il grande cocomero (film)|Il grande cocomero]]
* 18 - [[Ecce bombo]]
* 19 - [[La battaglia di Algeri]]
* 20 - [[Il caso Mattei]]
* 21 - [[Un americano a Roma]]
* 22 - [[Il muro di gomma]]
* 23 - [[Straziami ma di baci saziami]]
* 24 - [[Fantozzi (film)|Fantozzi]]
* 25 - [[Bellissima]]
* 26 - [[Nell'anno del Signore]]
* 27 - [[L'armata Brancaleone]]
* 28 - [[Audace colpo dei soliti ignoti]]
* 29 - [[Il Decameron]]
* 30 - [[Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?]]
Serie ''Americana'' (9 settembre 1995 - 25 maggio [[1996]])
* 1 - [[Easy Rider]]
* 2 - [[Incontri ravvicinati del terzo tipo]] (edizione speciale)
* 3 - [[Il grande freddo]]
* 4 - [[Il laureato]]
* 5 - [[Soldato blu]]
* 6 - [[Taxi Driver]]
* 7 - [[Platoon]]
* 8 - [[Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba]]
* 9 - [[Omicidio a luci rosse]]
* 10 - [[I tre giorni del Condor]]
* 11 - [[Momenti di gloria]]
* 12 - [[Il cacciatore]]
* 13 - [[Un uomo chiamato Cavallo]]
* 14 - [[Serpico]]
* 15 - [[Frankenstein Junior]]
* 16 - [[Hannah e le sue sorelle]]
* 17 - [[Gli uomini preferiscono le bionde (film 1953)|Gli uomini preferiscono le bionde]]
* 18 - [[Stand by Me - Ricordo di un'estate]]
* 19 - [[Fronte del porto]]
* 20 - [[Il piccolo grande uomo (film)|Il piccolo grande uomo]]
* 21 - [[Cotton Club]]
* 22 - [[Butch Cassidy]]
* 23 - [[Cabaret (film)|Cabaret]]
* 24 - [[Come eravamo]]
* 25 - [[Vestito per uccidere]]
* 26 - [[M*A*S*H (film)|M.A.S.H.]]
* 27 - [[Fuga di mezzanotte]]
* 28 - [[Un lupo mannaro americano a Londra]]
* 29 - [[Sesso, bugie e videotape]]
* fuori collana - [[Novecento (film)|Novecento]] atto I
* fuori collana - Novecento atto II
* 30 - [[La rosa purpurea del Cairo]]
* 31 - [[Tutti gli uomini del presidente (film)|Tutti gli uomini del presidente]]
* 32 - [[Giulia (film)|Giulia]]
* 33 - [[Il braccio violento della legge]]
* 34 - [[Un uomo da marciapiede]]
* 35 - [[Brivido caldo (film)|Brivido caldo]]
* 36 - [[Un mercoledì da leoni]]
Serie ''Cinema Italia'' (1º giugno - 7 settembre 1996)
* 1 - [[Il piccolo diavolo]]
* 2 - [[Scusate il ritardo]]
* 3 - [[C'eravamo tanto amati (film)|C'eravamo tanto amati]]
* 4 - [[La dolce vita]]
* 5 - [[Mediterraneo (film)|Mediterraneo]]
* 6 - [[I soliti ignoti]]
* 7 - [[La notte di San Lorenzo]]
* 8 - [[La grande abbuffata]]
* 9 - [[Miracolo a Milano]]
* 10 - [[Borotalco (film)|Borotalco]]
* 11 - [[I vitelloni]]
* 12 - [[I mostri]]
* 13 - [[Il vigile]]
* 14 - [[Mignon è partita]]
* 15 - [[Palombella rossa]]
Serie ''Introvabili'' (14 settembre - 19 ottobre 1996)
* [[Jules e Jim]]
* [[I ragazzi della 56ª strada]]
* [[Fragole e sangue]]
* [[Il pranzo di Babette (film)|Il pranzo di Babette]]
* [[Professione: reporter]]
* [[The Elephant Man]]
Serie ''Il cinema di Sergio Leone'' (26 ottobre - 23 novembre 1996)
* 1 - [[Giù la testa]]
* 2 - [[C'era una volta il West]]
* 3 - [[Per qualche dollaro in più]]
* 4 - [[Il colosso di Rodi]]
* 5 - [[Il buono, il brutto, il cattivo]]
Serie ''Introvabili'' (ripresa) (30 novembre - 28 dicembre 1996)
* [[Salò o le 120 giornate di Sodoma]]
* [[Qualcuno volò sul nido del cuculo]]
* [[Quinto potere]]
* [[Maledetto il giorno che t'ho incontrato]]
* [[Amadeus (film)|Amadeus]]
Serie ''Marilyn Monroe'' (4 - 25 gennaio [[1997]])
* 1 - [[Facciamo l'amore]]
* 2 - [[Quando la moglie è in vacanza]]
* 3 - [[Niagara (film)|Niagara]]
* 4 - [[Come sposare un milionario]]
Serie ''Marcello Mastroianni'' (1 - 22 febbraio 1997)
* 1 - [[Divorzio all'italiana]]
* 2 - [[8½]]
* 3 - [[Il bell'Antonio (film)|Il bell'Antonio]]
* 4 - [[Che ora è?]]
Serie ''Libro e film'' (1 - 29 marzo 1997)
* [[Tom Jones (film)|Tom Jones]]
* [[I duellanti]]
* [[Nosferatu il vampiro]]
* [[Il diario di Anna Frank (film 1959)|Il diario di Anna Frank]]
* [[Picnic ad Hanging Rock]]
Serie ''Introvabili'' (ripresa) (5 - 26 aprile 1997)
* [[Nashville (film)|Nashville]]
* [[Sette ore di guai]]
* [[La legge del desiderio]]
* [[I sette samurai]]
Serie ''50º festival di Cannes'' (3 - 31 maggio 1997)
* [[Z - L'orgia del potere]]
* [[Il Gattopardo (film)|Il Gattopardo]]
* [[Terra e libertà (film)|Terra e libertà]]
* [[L'odio]]
* [[Otello]]
Serie ''Italiani'' (7 - 28 giugno 1997)
* [[Amarcord]]
* [[Ladri di biciclette]]
* [[Zabriskie Point (film)|Zabriskie point]]
* [[Riso amaro]]
Serie ''Brividi d'estate'' (5 - 26 luglio 1997)
* [[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]
* [[La casa dalle finestre che ridono]]
* [[Papillon (film)|Papillon]]
* [[L'invasione degli ultracorpi (film)|L'invasione degli ultracorpi]]
Serie ''Film, storie d'Italia'' (2 agosto - 20 settembre 1997)
* [[Sciuscià (film)|Sciuscià]]
* [[Roma città aperta]]
* [[Paisà]]
* [[Salvatore Giuliano]]
* [[La scorta]]
* [[Il caso Moro]]
* [[Un eroe borghese]]
Serie ''Cinema l'U'' (27 settembre 1997 - ?)
* [[Ombre rosse]]
* [[L'ultimo imperatore]]
* [[Lo spaccone]]
* [[Donne sull'orlo di una crisi di nervi]]
* [[Il giorno più lungo]]
* [[Il cielo è affollato]]
* [[Ferie d'agosto]]
* [[Smoke (film)|Smoke]]
* [[Le mani sulla città]]
* [[La canzone di Carla]]
* [[Balla coi lupi]]
* [[Lisbon Story]]
* [[Excalibur (film)|Excalibur]]
* [[Michael Collins (film)|Michael Collins]]
* [[La canzone di Carla]]
* [[La signora della porta accanto]]
* [[Anni di piombo]]
* [[Thelma & Louise]]
* [[True Lies]]
* [[The Abyss (film)|The Abyss]]
* [[Kagemusha - L'ombra del guerriero]]
* [[Riccardo III (film 1995)|Riccardo III]]
* [[Enrico V (film 1989)|Enrico V]]
* [[Amleto (film 1990)|Amleto]]
* [[Molto rumore per nulla (film 1993)|Molto rumore per nulla]]
=== Crisi e chiusura ===
Nel [[1997]] prende il via il processo di "privatizzazione" che permette agli imprenditori [[Alfio Marchini]] e [[Giampaolo Angelucci]] di entrare nel giornale. In conseguenza di ciò, nel gennaio 1998 viene chiamato a dirigere il giornale l'editorialista de ''[[la Repubblica]]'' [[Mino Fuccillo]], cioè un esterno. L'operazione durerà appena 7 mesi e in agosto arriva il vicedirettore de ''[[Il Messaggero]]'' [[Paolo Gambescia]]. Le vendite crollano a 60 mila copie e a gennaio [[1999]] si decide l'immediata chiusura delle redazioni di [[Bologna]] e [[Firenze]]. La situazione si fa drammatica proprio paradossalmente quando per la prima volta il PDS è al governo ed esprime come [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del consiglio]] un ex direttore de ''l'Unità'', Massimo D'Alema: inevitabili gli scioperi e le manifestazioni sotto [[palazzo Chigi]].
Nel [[1998]], per salvare il posto di lavoro, 123 giornalisti si autoriducono lo stipendio. Nel settembre [[1999]] viene richiamato [[Giuseppe Caldarola]], già direttore dal 1996 al 1998, ma il quotidiano continua a perdere copie e nel giugno del [[2000]] si scende sotto le cinquantamila copie. Il 13 luglio 2000 il quotidiano è in liquidazione e si tenta una disperata rinascita con l'editore [[Alessandro Dalai]] ([[Baldini Castoldi Dalai Editore|Baldini & Castoldi]]), ma non se ne fa nulla e il 28 luglio [[2000]] il quotidiano cessa le pubblicazioni. In quel periodo il quotidiano arriva a tirare circa 28.000 copie. Il giorno della chiusura la notizia rimbalzò su tutti i mezzi di comunicazione mentre in edicola c'era l'ultimo numero.
La ripresa delle pubblicazioni grazie alla cordata di finanziatori guidata da Alessandro Dalai fu solo un'ipotesi. La chiusura del giornale, che [[Michele Serra]] definì quasi un "delitto perfetto" sulla prima pagina de ''la Repubblica'' non riguardò solo il giornalismo e la politica nazionale. Il quotidiano è stato uno dei protagonisti della cultura italiana del Novecento e ha ospitato sulle sue pagine gli interventi di intellettuali italiani e stranieri di primo piano, tra cui [[Pier Paolo Pasolini]], [[Elio Vittorini]], [[Salvatore Quasimodo]], [[Italo Calvino]], [[Massimo Bontempelli]], [[Cesare Pavese]], [[Alfonso Gatto]], [[Paul Éluard]], [[Louis Aragon]], [[Federico García Lorca]] ed [[Ernest Hemingway]]. Dal 29 luglio al 23 agosto [[2000]] ''l'Unità'' esce solo on-line.
=== La rinascita ===
Nel gennaio 2001 un gruppo di imprenditori coordinati da Dalai si organizza come ''[[Nuova Iniziativa Editoriale]]'', rileva la storica testata e ''l'Unità'' torna in edicola il 28 marzo 2001, e si decide di far dirigere la testata a [[Furio Colombo]], coadiuvato da [[Antonio Padellaro]] e da [[Pietro Spataro]] che è il vicedirettore de ''l'Unità'' e garantisce una sorta di continuità. Dal 27 dicembre 2004 direttore de l'Unità è Antonio Padellaro, a seguito di una forte polemica che ha coinvolto Furio Colombo e che ha visto la proprietà costretta a chiederne le dimissioni. Vicedirettore vicario è [[Pietro Spataro]]. L'altro vicedirettore è Rinaldo Gianola.
La tiratura del 25 agosto 2006 è stata di 131.856 copie. A fine 2007 incomincia ad affacciarsi seriamente l'ipotesi di acquisto del quotidiano da parte della Tosinvest, società legata alla [[Antonio Angelucci|famiglia Angelucci]], editrice di [[Libero (quotidiano)|Libero]] e del [[il Riformista|Riformista]]. Nonostante il parere fortemente critico della redazione del quotidiano fondato da [[Antonio Gramsci]], la trattativa è stata a lungo a un passo dall'essere conclusa, ma poi è sfumata.<ref>{{Cita web|url=http://www.agendacomunicazione.it/?id=1451&tsd=1|titolo=Notizia su agendacomunicazione.it}}</ref> Un altro imprenditore interessato era [[Francesco Di Stefano]] (da tempo impegnato nella battaglia giudiziaria per [[Europa 7]]).
=== L'acquisto da parte di Soru ===
Il 20 maggio [[2008]] [[Marialina Marcucci]], presidente di [[Nuova Iniziativa Editoriale]], annuncia che la testata fondata su proposta del sardo [[Antonio Gramsci|Gramsci]] è stata acquistata dal sardo [[Renato Soru]], allora presidente della [[Regione Sardegna]] e patron di [[Tiscali (azienda)|Tiscali]]<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/economia/soru-unita/soru-unita/soru-unita.html|titolo=La Repubblica 20.05.2008: ''Soru compra l'Unità: una fondazione gestirà il giornale''}}</ref>. Il contratto di acquisto, firmato il 5 giugno [[2008]], e seguito il giorno successivo dall'assemblea dei soci, ha evitato l'ingresso nel quotidiano della famiglia [[Antonio Angelucci|Angelucci]], già proprietaria di [[Libero (quotidiano)|Libero]] e [[Il Riformista]]. Il comitato di redazione commenta favorevolmente: «In tutti questi mesi ci siamo battuti perché i nuovi assetti de L'Unità fossero coerenti con la sua storia e il suo radicamento e garantissero prospettive di sviluppo certo al giornale. La soluzione che si è determinata risponde a queste richieste e ci soddisfa appieno». Il 22 agosto la direzione del giornale è affidata dalla nuova proprietà a [[Concita De Gregorio]], che lascia ''[[la Repubblica]]'', firmando il suo primo numero lunedì 25 agosto 2008. Il 25 ottobre [[2008]] il giornale cambia formato, riducendo drasticamente le dimensioni delle pagine, fino a diventare metà [[tabloid]].
La campagna pubblicitaria che annunciava questa rivoluzione grafica, curata da [[Oliviero Toscani]], ricalca una nota immagine dello stesso autore, creata nel [[1973]] per i [[Jesus Jeans|jeans Jesus]] e raffigura il sedere di una ragazza in minigonna con in tasca una copia del giornale. L'Unità diventa pian piano un quotidiano generalista dando molto spazio alla cultura, allo spettacolo e allo sport, arricchendosi di firme prestigiose. La rivoluzione editoriale continua l'11 novembre [[2008]] anche sul web, con il restyling del sito del giornale. A maggio 2009, a parere del comitato di redazione, il destino del quotidiano è a rischio.<ref>[http://www.unita.it/news/84603/comunicato_del_cdr_de_lunit Comunicato del cdr de l'Unità - Editoria - l'Unità.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
=== Dal 2011 al 2014 ===
Il 7 luglio [[2011]] [[Concita De Gregorio]] torna alla [[la Repubblica|Repubblica]] e lascia la carica di direttore a [[Claudio Sardo]], proveniente dal [[Il Messaggero|Messaggero]]. L'Unità assiste ad alcuni cambiamenti: a partire dal febbraio del [[2012]] chiunque può creare un blog personale sul sito del giornale nella sezione ''ComUnità'' (la community de l'Unità). A inizio maggio viene annunciata la modifica del formato della testata<ref>{{cita web|url=http://video.unita.it/media/Culture/Dal_7_maggio_l_Unit_torna_grande_4889.html|titolo=Dal 7 maggio l'Unità torna grande|sito=lunita.it |accesso=13 maggio 2012}}</ref>: a partire dal 7 maggio, giorno in cui i giornali annunciano la vittoria di [[François Hollande]] alle [[elezioni presidenziali in Francia del 2012|elezioni presidenziali francesi]], l'Unità esce in edicola in formato [[berlinese]]. A partire dal 12 maggio il quotidiano è presente in edicola ogni sabato col settimanale ''[[left]]''<ref>{{cita web|url=http://www.left.it/2012/05/03/si-parte-con-lunita/3063/|titolo=Si parte con l'Unità|sito=left.it|accesso=13 maggio 2012}}</ref>, con il quale era già uscito tempo prima con due numeri a scopo promozionale. Le vendite rimangono stabili anche nel resto dell'anno.
Il 17 ottobre [[2013]] Luca Landò, vicedirettore dal 2001 e responsabile dell'edizione web, subentra a Sardo nella direzione del quotidiano, che rimane nel giornale come [[editorialista]]<ref>{{cita web|url=http://www.europaquotidiano.it/2013/10/18/chi-e-luca-lando-nuovo-direttore-dellunita/|titolo=Sardo lascia, il nuovo direttore dell’Unità è Luca Landò|accesso=10 gennaio 2014}}</ref>. L'11 giugno [[2014]] la proprietà annuncia la decisione di aver messo in liquidazione la casa editrice del quotidiano, a rischio fallimento per fine luglio<ref>{{cita web|url=http://www.unita.it/italia/unita-giornale-quotidiano-pd-giornalisti-azienda-sciopero-firme-europa-nie-1.574589|titolo=
l'Unità, Cdr: «Nie in liquidazione. Inaudita assenza comunicazioni»|accesso=3 luglio 2014}}</ref>.
Dal primo di agosto del [[2014]], a causa della grave situazione debitoria, cessano le pubblicazioni del quotidiano L'Unità<ref name="epolisba20140730">{{cita news|pubblicazione=[[E Polis|EPolis Bari]]|titolo=Addio a l'Unità dal 1º agosto. I giornalisti: ci hanno uccisi|pagina=2|data=30 luglio 2014}}</ref>. Il numero di mercoledì 30 luglio 2014 esce in bianco<ref name="epolisba20140730"/> e si fermano gli aggiornamenti del sito [[Internet]].
Il 1º agosto 2014 Nuova Iniziativa Editoriale s.p.a. in Liquidazione - società proprietaria de L’Unità - ha proposto domanda di [[concordato preventivo]] avanti al Tribunale di Roma – sezione fallimentare, che con provvedimento del 26 settembre ha nominato giudice delegato la dr.ssa Luisa De Renzis e commissario giudiziale il prof. avv. [[Antonio Maria Leozappa]].<ref>{{cita web| url=http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=984371&sez=LATINA|titolo=Da Latina all'Unità: Andrea Palombo vuole comprare il quotidiano fondato da Antonio Gramsci | accesso=10 ottobre 2014}}</ref>
=== La seconda rinascita ===
Il 30 giugno [[2015]] l'Unità, completamente rinnovata, riprende le pubblicazioni, su carta e online, con la direzione di [[Erasmo D'Angelis]]. Cambia anche il logo: infatti l'apostrofo diventa verde e la scritta "l'Unità" diventa bianca su sfondo rosso.
== Finanziamenti pubblici ==
''L'Unità'' ha beneficiato dei finanziamenti pubblici riservati all'editoria di partito.<ref>[http://www.governo.it/die/dossier/contributi_editoria_index.html Speciale contributi editoria] dal sito del [[Governo della Repubblica Italiana]]</ref>
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! Anno
! Finanziamento
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|}
== Diffusione ==
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! Anno
! [[Diffusione (editoria)|Diffusione]]
|-
| 2014 || 20.937<ref>[http://www.primaonline.it/2014/06/09/185912/ Dati 2014] di [[Accertamenti Diffusione Stampa]]</ref>
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|-
| 2010 || 44.450<ref>[http://www.primaonline.it/2011/03/25/90579/ Dati 2010] di [[Accertamenti Diffusione Stampa]]</ref>
|-
| 2009 || 53.221<ref>[http://www.primaonline.it/2010/03/25/79419/ Dati 2009] di [[Accertamenti Diffusione Stampa]]</ref>
|-
| 2008 || 48.536<ref>[http://www.primaonline.it/2009/03/17/69663/ Dati 2008] di [[Accertamenti Diffusione Stampa]]</ref>
|-
| 2007 || 52.718<ref>[http://www.primaonline.it/2008/12/18/30888/ Dati 2007] di [[Accertamenti Diffusione Stampa]]</ref>
|-
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| 2001 || 72.904<ref>[http://www.primaonline.it/2008/12/18/64724/ Dati 2001] di [[Accertamenti Diffusione Stampa]]</ref>
|}
== Firme ==
* [[Fulvio Abbate]]
* [[Antonello Anappo]]
* [[Ugo Baduel]]
* [[Oliviero Beha]]
* [[Giuseppe Boffa]]
* [[Arrigo Boldrini]]
* [[Angela Camuso]]
* [[Luigi Cancrini]]
* [[Furio Colombo]]
* [[Diego Cugia]] ([[Jack Folla]])
* [[Nando dalla Chiesa]]
* [[Vittorio Emiliani]]
* [[Giovanna Gabrielli]]
* [[Paolo Flores d'Arcais]]
* [[Margherita Hack]]
* [[Maria Novella Oppo]]
* [[Pier Paolo Pasolini]]
* [[Lidia Ravera]]
* [[Roberto Rezzo]]
* [[Emilio Sarzi Amadé]]
* [[Andrea Satta]]
* [[Corrado Stajano]]
* [[Antonio Tabucchi]]
* [[Nicola Tranfaglia]]
* [[Marco Travaglio]]
* [[Delia Vaccarello]]
* [[Gianni Vattimo]]
== Direttori ==
* [[Ottavio Pastore]] (12 febbraio-6 settembre [[1924]])
* [[Alfonso Leonetti]] (6 settembre 1924 - 16 gennaio [[1925]])
* Mario Malatesta (17 gennaio-26 luglio 1925)
* [[Riccardo Ravagnan]] (27 luglio 1925 - 28 maggio [[1926]])
* [[Girolamo Li Causi]] (29 maggio-31 ottobre 1926)
* [[Eugenio Curiel]] ([[1943]]-[[1944]])
* [[Celeste Negarville]] (1944-[[1945]])
* [[Velio Spano]] (1945 - 21 luglio [[1946]])
* [[Mario Montagnana]] (22 luglio 1946-10 febbraio [[1947]])
* [[Pietro Ingrao]] (11 febbraio 1947 - 15 gennaio [[1957]])
* [[Alfredo Reichlin]] (16 gennaio 1957 - 9 marzo [[1962]])
* [[Mario Alicata]] (10 marzo 1962 - 6 dicembre [[1966]])
* [[Maurizio Ferrara]] (7-14 dicembre 1966)
* Maurizio Ferrara - Elio Quercioli (15 dicembre 1966 - 26 febbraio [[1969]])
* [[Giancarlo Pajetta]] (27 febbraio 1969 - 19 ottobre [[1970]])
* [[Aldo Tortorella]] (20 ottobre 1970 - 10 aprile [[1975]])
* [[Luca Pavolini]] (11 aprile 1975 - 13 maggio [[1977]])
* [[Alfredo Reichlin]] (14 maggio 1977 - 5 ottobre [[1981]])
* [[Claudio Petruccioli]] (6 ottobre 1981 - 13 aprile [[1982]])
* [[Emanuele Macaluso]] (14 aprile 1982 - 29 aprile [[1986]])
* [[Gerardo Chiaromonte]] (30 aprile 1986 - 21 luglio [[1988]])
* [[Massimo D'Alema]] (22 luglio 1988 - 27 luglio [[1990]])
* [[Renzo Foa]] (28 luglio 1990 - 9 maggio [[1992]])
* [[Walter Veltroni]] (10 maggio 1992 - 29 aprile [[1996]])
* [[Giuseppe Caldarola]] (30 aprile 1996 - 30 gennaio [[1998]])
* [[Mino Fuccillo]] (31 gennaio-9 agosto [[1998]])
* [[Paolo Gambescia]] (10 agosto [[1998]] - 25 settembre [[1999]])
* [[Giuseppe Caldarola]] (26 settembre [[1999]] - 23 agosto [[2000]])
* [[Furio Colombo]] (27 marzo [[2001]] - 14 marzo [[2005]])
* [[Antonio Padellaro]] (15 marzo 2005 - 24 agosto [[2008]])
* [[Concita De Gregorio]] (25 agosto 2008 - 6 luglio [[2011]])
* [[Claudio Sardo]] (7 luglio 2011 - 16 ottobre 2013)
* Luca Landò (17 ottobre 2013 - 31 luglio 2014)
* Erasmo D'Angelis (30 giugno 2015 - oggi )
== Sottotitoli della testata ==
* Quotidiano degli operai e dei contadini (12 febbraio [[1924]] - 31 ottobre [[1926]])
* Giornale dei lavoratori ([[1927]])<ref name="Cland">Edizioni clandestine</ref>
* Organo del Partito Comunista d'Italia ([[1928]] - [[1943]])<ref name="Cland"/>
* Organo del Partito Comunista Italiano (6 giugno [[1944]]<ref>Di fatto come edizione clandestina già dal 16 maggio [[1943]]</ref> - 3 febbraio [[1991]])
* Giornale fondato da Antonio Gramsci nel 1924 (4 febbraio [[1991]] - 1 agosto [[2014]] )
* Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 (30 giugno [[2015]] - oggi )
L’interesse moderno per il ''Karolus Magnus et Leo Papa'' (''KMLP'') sembra essere dovuto a indagini di natura storica, mirate a rintracciare in ambito carolingio le origini della moderna concezione di Europa unita (particolarmente significativo sarebbe l’epiteto di “''Pater Europe''”<ref>v. 505; al v. 93 si trova invece l'epiteto di ''Europe venerandus apex, pater optimus'' </ref> attribuito a Carlo), più che a una riscoperta del suo valore sul piano letterario. Parlare di riscoperta si direbbe anzi inadeguato in partenza: il testo sembra avere riscosso scarsa fortuna anche presso i contemporanei (probabile causa della perdita di tutti gli altri testimoni, oltre che dell’assenza di riferimenti che possano permetterci d’identificare in modo incontrovertibile l’autore). Per la precisione, Ermoldo Nigello è l’unico autore a riprendere il KMLP, circa vent’anni dopo la sua composizione: nel IV libro del Carmen Elegiacum in Honorem Hludovici Christianissimi Caesaris Augusti (un poemetto dedicato a Ludovico Il Pio), Ermoldo ne recupera infatti vari elementi (stilistici più che tematici, Godman), tra cui spicca una scena di caccia esemplata su quella che vede protagonista Carlo all’inizio del KMLP.
== Criticità: autore, datazione e completezza del testo ==
L’assoluto anonimato che circonda la figura dell’autore del KMLP ha spinto molti studiosi a mettersi alla ricerca di elementi utili alla sua identificazione. La storia degli studi ha visto ascrivere l’opera a quasi tutti gli esponenti della prima generazione di poeti carolingi, incluse personalità di primissimo piano come Alcuino, Teodulfo e Angilberto. Nella sua edizione critica del 1804, Orelli osserva che una nota (aggiunta in seguito) al manoscritto lo attribuisce a un certo Elperico: sembra però improbabile si tratti di Elperico di Auxerre, l’unico autore con quel nome a noi noto, e nessuno è finora riuscito a spiegare questa bizzarra attribuzione. Alla luce del grande spazio che il testo riserva alla descrizione dei personaggi femminili (unicum nella letteratura carolingia, Godman PC 349), in un suo lavoro del 2012 Helene Scheck ipotizza che il KMLP sia stato composto da una delle donne della famiglia reale franca, ma è lei stessa a definire il suo ragionamento “pure conjecture” (le principali indiziate, sulla base di elementi squisitamente biografici, sarebbero Gisella, sorella di Carlo, o una tra Gundrada e Tetrada, sue cugine). Dieter Schaller fa risalire il testo alla penna di Eginardo: nonostante non ci sia giunto nessuno scritto che giustifichi queste lodi, l’autore della Vita Karoli viene infatti celebrato come poeta da alcuni contemporanei. Tra questi spicca Modoino di Autun, che cita l’esistenza di poesie di Eginardo in alcuni passi delle sue ecloghe, tradizionalmente datate tra l’804 e l’814. In un articolo del 1981 Roger P. H. Green, e prima di lui Dietmar Korzeniewski, smentisce però questa datazione e fa risalire la composizione delle ecloghe di Modoino all’801, facendo così crollare anche l’ipotesi di Schaller (o perlomeno gli indizi a suo favore): Schaller stesso infatti, in opposizione a chi vorrebbe il testo composto nel 799 contemporaneamente agli eventi che racconta (è questa l’opinione di Helmut Beumann, Stella 30; D’Angelo presenta obietta anche che p. 71), sostiene che il KMLP sia successivo all’incoronazione di Carlo Magno a imperatore (25 dicembre 800), dal momento che il sovrano viene definito ”augustus”, proponendo quindi una datazione tra l’801 e l’804 (precedente cioè, dal suo punto di vista, alle ecloghe, le cui somiglianze col KMLP sarebbero frutto d’imitazione); è quindi chiaro che, retrodatando le ecloghe a un periodo in cui il KMLP non era ancora stato composto, le parole di Modoino su Eginardo non potevano riferirsi al poemetto. Francesco Stella nota che l’attributo “augustus” è tuttavia presente anche in testi sicuramente precedenti e contesta la datazione, ponendosi sulla scia di Helmut Beumann e Franz Brunhölzl, secondo cui la composizione del poemetto sarebbe da fa risalire al 799, contemporanea agli eventi che narra; elementi cogenti in questo senso sarebbero i mancati riferimenti al reinsediamento di Leone a Roma e alla morte della regina Liutgarda.
Stella individua proprio in Modoino l’ipotesi autoriale maggiormente difendibile. Sulla scorta di dei già citati Green e Korzeniewski, lo studioso analizza minuziosamente i numerosi punti in comune tra il KMLP e le ecloghe: le coincidenze tematiche, stilistiche e linguistiche tra le due opere si rivelano sorprendenti e quasi impossibili da ricondurre alla semplice imitazione, peraltro improbabile nei confronti si un autore minore come il vescovo di Autun, almeno a livelli così profondi. I testi condividono, scrive Stella,
“non solo espressioni, formule, iuncturae, combinazioni topiche, ma caratteristiche fondamentali sul piano ideologico, come la fede nella nova Roma, sia sul piano strutturale, come l’accenno ai due libri nel proemio, la similitudine del re con il sole e quella dei lavori per la costruzione di Aquisgrana con l’attività delle api, l’affectatio modestiae in polemica con i poeti più anziani, e molte espressioni anche rare”.
L’accenno proemiale qui citato ha generato discussioni anche riguardo la completezza del testo. Se per Stella è chiaro che le “geminae procellae” corrispondano ai “gemini libelli” delle ecloghe, l’opinione più corrente è quella espressa da Schaller, secondo cui l’espressione si riferisce a due libri precedenti all’interno del KMLP, che consisterebbe quindi in quattro libri. Accettando quest’ipotesi, Scheck intravede nella struttura complessiva del KMLP un percorso che andrebbe dall’ascesa di Carlo (primi due libri) alla sua incoronazione (libro quarto). Rispetto agli ultimi due versi del testo, che offrono un breve riassunto dell’opera, Schaller afferma che siano stati aggiunti in seguito da un lettore, mentre Brunhölzl li interpreta come una chiusa dell’opera, che sarebbe quindi intera e conclusa.
Ad oggi non si hanno prove definitive a sostegno dell’una o dell’altra tesi. Quel che è certo è che la questione della completezza dell’opera ha messo in discussione anche il suo titolo. Se infatti il classico Karolus Magnus et Leo Papa sembra essere stato definitivamente accantonato in favore del più aderente De Karolo Rege et Leone Papa (che rispetta l’espressione esatta usata nel v.???), chi non ritiene il KMLP un’opera conclusa sottolinea come entrambi questi titoli non rispecchierebbero la vera natura del testo completo; per questo si tende oggi a identificare l’opera con le meno circostanziate intestazioni Epos di Paderborn (in riferimento al villaggio sede dell’incontro tra Carlo Magno e Leone III; lo usa Beumann convinto che composto lì mentre c’era Leo) o Epos di Aquisgrana (con uno sguardo decisamente rivolto a quella che si sospetta dovesse essere la struttura originale del poema).
== Modelli e caratteristiche ==
Il primo tra i modelli che l’autore del KMLP ha in mente è certamente Virgilio: la scena della costruzione di Aquisgrana, la nova Roma, è infatti fortemente esemplata su quella analoga della costruzione di Cartagine nel libro I dell’Eneide, così come la riserva di caccia carolingia ricorda molto da vicino quella che ospita Enea e Didone nel libro IV . Echi virgiliani e ovidiani affiorano in realtà lungo tutto l’arco della narrazione, con particolare frequenza nella descrizione di Carlo Magno e del suo seguito diretti alla battuta di caccia e in quella della caccia stessa, dove però i numerosi richiami all’epica classica latina e greca (alcune espressioni virgiliane riprese qui sono a loro volta tratte dall’Iliade e dall’Odissea) sono sapientemente riadattati e ricombinati, oltre che tra loro, con la costante presenza del vero modello di queste due scene, Venanzio Fortunato (anche navigazione, Schaller 27). Il centinaio di versi dedicato alle figlie di Carlo Magno (argomento che, fa notare giustamente Peter Godman, è scevro di quella tensione che gli eredi maschi dell’imperatore non potevano fare a meno di suscitare; ecco svelato forse il motivo per cui a quest’ampio spazio, in cui viene inclusa persino la figlia illegittima di Carlo, fanno da contraltare i brevi accenni riservati a Pipino e Carlo il Giovane, quantomeno presenti, a differenza di Ludovico Il Pio) riprende infatti il De Virginitate, con l’intento di glorificare le donne della famiglia reale avvicinandole alla Vergine Maria, supremo modello di regalità femminile (Scheck 17); la scena di caccia riproduce invece in modo fedele quella della Vita Sancti Martini, alterandola però sensibilmente proprio grazie alla continua influenza di Virgilio e Ovidio, oltre che, caso rarissimo (riguarda solo l’autore del KMLP, Teodulfo e, se non coincide con l’autore stesso, Modoino), dalle Laudes Iustini di Corippo, che, qualora si accolga l’idea di un KMLP incompleto, proprio insieme alla Vita Sancti Martini fornirebbero anche il modello per la divisione in quattro libri.
La seconda parte del testo, quella in cui entra in scena papa Leone, pare nascondere una diversa fonte d’ispirazione poco considerata, secondo Edoardo D’Angelo: il continuo insistere sull’agguato subito dal pontefice e sulla natura miracolosa della sua guarigione (i versi a ciò dedicati occupano la bellezza del 9% del testo, percentuale che sale al 22% da quando l’argomento viene introdotto attraverso il sogno di Carlo) sarebbero qui nient’altro che lo svolgersi del tema neotestamentario del miracolo, caratterizzato appunto dalle continue ripetizioni nel testo del fatto prodigioso, a cui, come in questo caso, assistono sempre dei testimoni. Papa Leone, afferma D’Angelo riprendendo il titolo di un lavoro di Kristine Ratkowitsch, sarebbe quindi un alter Christus, vittima del Male incarnato nei suoi aggressori, da cui l’alter Aeneas Carlo, che sin dalla sua prima apparizione svetta su tutti letteralmente e metaforicamente, è destinato a salvarlo, come dimostra il sogno premonitore che avverte il re franco del pericolo e come anticiperebbe proprio la scena della caccia, in cui il sovrano uccide un cinghiale, uno dei simboli medievali per rappresentare Satana.
== Note ==
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==Bibliografia==
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