Il '''''Karolus Magnus et Leo Papa''''' (anche noto come '''''De Karolo Rege et Leone Papa''''', '''''Epos di Paderborn''''' o '''''Epos d’Aquisgrana''''') è un poema epico carolingio anonimo in 536 esametri; composto in lingua latina, è incentrato sull’incontro tra [[Carlo Magno]] e [[papa Leone III]] avvenuto a [[Paderborn]] nel 799.
{{Impianto sportivo
== Trama ==
|nomeimpianto = Orogel Stadium-Dino Manuzzi
Il poema si apre con una dichiarazione dell’autore anonimo, che, collegando metaforicamente l’opera di composizione poetica a un viaggio in nave (come farà Dante nel celebre incipit del Purgatorio), afferma di essere pronto per imbarcarsi una terza volta; la nave è diretta dove brilla il faro dell’Europa, Carlo Magno, oggetto di un lungo ritratto encomiastico. Il re dei Franchi è fotografato mentre da una posizione sopraelevata osserva e dirige i lavori per la costruzione di Aquisgrana, nuova sede della sua corte. Il poeta passa quindi a descrivere una battuta di caccia di Carlo nella riserva che sorge nelle vicinanze, rappresentando minuziosamente tanto la natura e la fauna del luogo quanto il sovrano e i numerosi personaggi del corteo che lo accompagna. Conclusa la caccia, viene organizzato un fastoso banchetto, ma nella notte Carlo ha un sogno premonitore che gli mostra papa Leone III ferito e in lacrime. Invia quindi a Roma dei missi dominici per accertare l’accaduto, mentre lui si reca in Sassonia, dove è impegnato in una campagna militare finalizzata alla cristianizzazione delle tribù locali. Giunti a Roma, i missi scoprono che il pontefice è stato vittima di un agguato in cui ha perduto gli occhi e la lingua, ma che è anche riuscito a salvarsi e, guarito miracolosamente, a rifugiarsi presso il duca di Orvieto. Informato da quest’ultimo della presenza dei funzionari franchi, Leone li fa convocare e chiede loro di essere accompagnato da Carlo per mettersi sotto la sua protezione. Il sovrano franco è nel frattempo giunto a Paderborn e, messo a conoscenza della situazione, manda incontro al papa il figlio Pipino insieme a cento soldati. L’incontro tra Carlo e Leone è descritto in tutta la sua scenografia e occupa la sezione finale dell’opera, prima che il racconto si chiuda con il sovrano che si ritira nelle sue stanze e il pontefice che rientra nel suo accampamento dopo un altro sfarzoso banchetto<ref>per tutto il capitolo, si veda Stella 2016, pp.25-26</ref>.
|soprannome = La Fiorita
== Tradizione manoscritta, edizioni e fortuna dell’opera ==
|immagine = Stadio Manuzzi7.jpg
Il testo è arrivato a noi trasmesso da un solo manoscritto, un miscellaneo oggi conservato a Zurigo (Zürich, Zentralbibliothek, C. 78), in una sezione prodotta nel secolo IX presso il monastero di San Gallo<ref>Stella 2016, p.26</ref>; Francesco Stella osserva che il testo (conservato dai fogli 103v-114v, già diviso in capitoli<ref>Stella 2016, p.33</ref> e rimasto a San Gallo fino al Settecento) è molto vicino a quello originale, ma presenta degli errori che impediscono d’ipotizzare che sia esso stesso l’originale<ref>Stella 2016, pp.26-27</ref>.
|nazione= ITA
|ubicazione = Viale dello Stadio, 124<br />47521 [[Cesena]] ([[Provincia di Forlì-Cesena|FC]])
|uso = Calcio
|uso2 = Rugby
|posti = 20194
|copertura = Tutti i settori
|annofondazione = [[1957]]
|proprietario = [[Cesena|Comune di Cesena]]
|usufruttuario = {{Calcio Cesena}}
|materiale superficie = [[erba sintetica]]
|dimensioni terreno = 105 x 68 m
|pista atletica = Assente
|progetto =
|ristrutturazione = 1998
|costi di ricostruzione =
|annoapertura =
|Sito ufficiale = www.orogelstadium.it
}}
L<nowiki>'</nowiki>'''Orogel Stadium-Dino Manuzzi''', già ''Dino Manuzzi'' e ''La Fiorita'', è un [[impianto sportivo]] di [[Cesena]].
L’editio princeps del testo è curata nel 1604 da Manitius; la prima edizione critica è approntata nel 1804 da Joseph C. Orelli. Nel 1881 viene data alle stampe una seconda edizione critica ad opera di Ernst Dümmler, impostasi negli anni come riferimento. La più moderna edizione viene infine realizzata da Franz Brunhölzl nel 1966 e ristampata nel 1999 in allegato a un volume di Wilhelm Hentze<ref>per tutto il paragrafo, Stella 2016, p.28-29</ref>.
Situato nella zona orientale della città, nell'area cosiddetta "La Fiorita" del [[quartiere Fiorenzuola]], è il più importante e capiente impianto sportivo della [[Romagna]]. Lo stadio ospita le partite delle società calcistiche del {{Calcio Cesena|N}} e del Romagna Centro.
Il 10 settembre [[2011]], è stato il primo impianto in Italia ad aver ospitato una partita di [[Serie A]] su terreno in [[erba sintetica]]; sempre nella stessa occasione, è divenuto il primo stadio in Europa a ospitare due ''Real Box'', strutture in [[plexiglas]] interamente chiuse posizionate appena fuori dal campo, in corrispondenza delle bandierine del calcio d'angolo, in grado di ospitare ciascuna 8 spettatori che possono assistere alla partita da bordo campo. Occorre ricordare, inoltre, che il Dino Manuzzi è stato il primo stadio italiano interamente coperto.<ref>{{cita web|http://www.cesenacalcio.it/images/stories/realbox.jpg | www.cesenacalcio.it |11-06-2011}}</ref>
== Storia ==
=== La costruzione ===
Lo stadio fu costruito nel [[1957]] per ospitare le gare dell'{{Calcio Cesena|N}}. Era originariamente costituito da una tribuna coperta, cui nel tempo, si aggiunsero una ''gradinata'' (situata sul lato opposto) e due ''curve'': una sul ''lato Sud'' (in cui si situano i sostenitori della squadra locale, chiamata anche "Curva Mare"); l'altra sul ''lato Nord'' (riservata ai tifosi della squadra ospite, chiamata anche "Curva Ferrovia"). Il terreno di gioco misurava 105 x 68 metri ed è stato uno tra i più apprezzati in Italia fino al 13 agosto 2011, giorno in cui è stato definitivamente smantellato per far posto ad un nuovo manto artificiale, ampiamente criticato.
=== Dalla ''Fiorita'' al ''Dino Manuzzi'' ===
La gradinata e le curve furono poi notevolmente ampliate nel 1973, allorché il Cesena guadagnò la sua prima promozione in serie A, per mezzo di ponteggi e tubi [[Ferdinando Innocenti|Innocenti]], tanto che lo stadio arrivò ad avere una capienza superiore ai 30.000 posti. È in questa versione che lo stadio di Cesena ha fatto segnare il record di presenze di 35.991 spettatori e fu registrato il 10 febbraio 1974 in occasione della partita Cesena - Milan (terminata col risultato di 1-0 in favore dei padroni di casa). Nonostante all'epoca lo stadio di Cesena fosse omologato per 28.000 spettatori ufficiali, i controlli e le norme di sicurezza non erano così restrittive come oggi. Fu possibile dunque introdurre tanti spettatori allo stadio perché su ogni gradone i tifosi arrivarono a disporsi in tripla fila e fu riempito anche tutto il parterre a ridosso della recinzione, tribuna compresa.<ref>{{cita web | http://www.blackwhiteskin.com/2011/03/la-torre-di-babele.html | www.corriereromagna.it |06-09-2010}}</ref> Lo stadio, di proprietà dell'amministrazione comunale, prese originariamente il nome dalla zona in cui era collocato, La Fiorita. Fu intitolato a [[Dino Manuzzi]] (presidente del club cesenate dal [[1964]] al [[1980]]) dopo la sua morte, avvenuta il 29 maggio [[1982]].
=== Ristrutturazioni ===
[[File:Stadio Manuzzi9.jpg|thumb|Lo stadio nel 2009]]
Nel [[1988]] lo stadio è stato rinnovato radicalmente: del vecchio impianto è rimasta intatta solo la tribuna, anche se, nel progetto originario, anch'essa avrebbe dovuto essere demolita e poi ricostruita. Esso, oltre alla tribuna (comunque rinnovata) che può ospitare 1.844 spettatori, è costituito dalla ''gradinata est'', dotata di 9.592 posti a sedere, e due ''curve'', capaci di contenere 6.212 spettatori ciascuna. Questi ultimi tre settori sono progettati a ''doppio anello'' e sono tra loro contigui. Nell'attuale assetto lo stadio può ospitare 23.860 spettatori. Nel [[1999]] ha ospitato anche gli incontri di [[Intertoto]] della {{Calcio Juventus|N}}, la quale ha disputato nell'impianto anche numerosi incontri amichevoli.
Il 28 ottobre 2009 uno dei vicepresidenti del Cesena Calcio, Luca Mancini, durante una trasmissione televisiva locale, affermò di stare organizzando una cordata di capitali privati per realizzare l'ultimazione dello stadio Manuzzi con la costruzione della tribuna mancante rispetto al progetto originale del riammodernamento attraverso un'operazione di [[project financing]], con l'obiettivo di potere proporre la candidatura dello stadio cesenate come uno degli impianti che avrebbero potuto ospitare il [[Campionato europeo di calcio 2016]], qualora fossero stati affidati all'Italia.<ref>{{cita web|http://im2.freeforumzone.it/up/20/73/456513898.jpg | www.corriereromagna.it |28-10-2009}}</ref> Dopo i controlli e le selezioni effettuate dalla FIGC nel mese di dicembre 2009, lo stadio e la città di Cesena furono ufficialmente inserite nel lotto delle città italiane candidate ad ospitare gli Europei di calcio del 2016, manifestazione che però non venne affidata all'Italia dall'[[UEFA]]. Nel dossier consegnato alla federazione, era stato ufficialmente presentato il progetto di riammordernamento dell'impianto romagnolo: la capienza sarebbe passata dagli attuali 23.929 a 31.597 posti, comprendendo spazi per autorità, stampa, vip e sky box. L'importo complessivo dell'intervento era stimato in 27,5 milioni di euro.<ref>{{cita web|http://www.romagnanoi.it/News/Sport/Cesena/articoli/114299/Ecco-come-sar-il-nuovo-Manuzzi.asp | www.romagnanoi.it |15-01-2010}}</ref>
Nell'estate [[2010]] lo stadio è stato sottoposto ad alcuni lavori di adeguamento per il campionato di [[Serie A]] che hanno riguardato l'ampliamento del terreno di gioco (passato da 66 a 68 metri di larghezza), l'aumento della superficie degli spogliatoi, della sala stampa e della tribuna stampa (passata da 60 a oltre 100 posti).
=== Dall'erba al sintetico ===
Il 18 luglio [[2011]] il presidente del Cesena, [[Igor Campedelli]], e Paolo Limonta, patron del Gruppo Limonta, azienda specializzata in terreni sintetici, hanno firmato l'accordo che ha portato il Manuzzi a vestire un campo sintetico. Il 13 agosto seguente, al termine della partita Italia - Giappone di [[rugby]], i tifosi sono potuti entrare in campo e portare via tutte le zolle di erba che hanno voluto.<ref>{{cita web|http://img545.imageshack.us/img545/9500/sam5294b.jpg | www.cesenainbolgia.org |14-08-2011}}</ref> Il giorno successivo è cominciata la stesura del nuovo manto sintetico realizzato da Limonta Sport. Il campo esistente è stato sostituito dal manto in erba artificiale di tipo 'Soccer Pro Max S', in combinazione con un intaso al 100% naturale (Infill Pro Geo Plus).<ref>{{cita web|http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Cesena/notizie/14-08-2011/partiti-lavori-l-erba-sintetica-manuzzi-802447752558.shtml | www.gazzetta.it |14-08-2011}}</ref> Il 10 settembre 2011 il Manuzzi è stato il primo stadio in Italia ad ospitare una partita di Serie A su campo artificiale, Cesena-[[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] (1-3). Avrebbe dovuto essere preceduto da quello di [[Stadio Silvio Piola (Novara)|Novara]] il 28 agosto [[2011]], ma la prima giornata del campionato di Serie A 2011-2012 è stata posticipata per via dello "sciopero" dei calciatori.
Sempre il 14 agosto 2011 sono cominciati altri nuovi lavori di riammodernamento dello stadio: nella tribuna inferiore dei distinti sono state tolte le panche ed è stata posata una struttura in legno lamellare, ricoperta da una guaina, che ha innalzato la tribuna di circa 50 centimetri e l'ha allungata verso il campo di due file.<ref>{{cita web|http://im2.freeforumzone.it/up/26/58/1589698084.png | www.corriereromagna.it |19-08-2011}}</ref> Su questa struttura sono stati impiantanti nuovi seggiolini che hanno ampliato la capienza dello stadio di circa 1000 posti. Le nuove sedute, di colore bianco e nero, sono state disposte per formare la scritta A.C. Cesena e uno scudetto bianconero.<ref>{{cita web|http://im2.freeforumzone.it/up/26/61/369261979.jpg | www.corriereromagna.it |17-08-2011}}</ref> Un'altra importante novità è rappresentata dall'eliminazione delle vetrate, sempre nei distinti inferiori, con l'istituzione di un nuovo sistema di mini-barriere alte 110 centimetri, ulteriormente innalzabili a 220 cm in caso di necessità. In questo modo non ci sono più ostacoli per la visuale tra gli spettatori dei distinti inferiori e il campo.
Nessun altro stadio in Italia (neppure il nuovo [[Juventus Stadium]]) ha una vicinanza tale (solo 5 metri) tra la prima fila del settore distinti e il campo da gioco.<ref>{{cita web|http://im2.freeforumzone.it/up/26/60/709301520.jpg | www.corriereromagna.it |17-08-2011}}</ref> Inoltre, sono stati realizzati, in prossimità delle bandierine per il calcio d'angolo sotto la tribuna, due "Real Box", strutture in plexiglas interamente coperte e chiuse, che possono ospitare ciascuna 8 persone in grado di seguire la gara praticamente da bordo campo. Sarà il primo stadio in Europa ad essere autorizzato per questo tipo di struttura.<ref>{{cita web|http://im2.freeforumzone.it/up/26/97/991470181.jpg | www.quotidianonazionale.it |19-08-2011}}</ref><ref>{{cita web|http://img17.imageshack.us/img17/8462/cesenac7.jpg | www.cesenacalcio.it |16-06-2011}}</ref> Infine sono state eliminate le reti parapallone in corrispondenza della Curva Mare, ed è stato realizzato un nuovo tabellone elettronico al centro della Curva Ferrovia<ref>{{cita web|http://img845.imageshack.us/img845/5894/cesenac5.jpg | www.cesenacalcio.it |16-06-2011}}</ref>. Infine, all'esterno dello stadio, nel piazzale antistante i distinti, è stata realizzata una struttura di Business Hospitality per gli sponsor, che ospita un ristorante e sale di accoglienza.<ref>{{cita web|http://img233.imageshack.us/img233/4440/cesenac.jpg | www.cesenacalcio.it |16-06-2011}}</ref> Tutti questi lavori sono stati voluti ed eseguiti dalla Gsport, rappresentata a Cesena in quegli anni da Saverio Provenzano.
=== Dal ''Dino Manuzzi'' all<nowiki>'</nowiki>''Orogel Stadium'' ===
Il 27 settembre [[2014]], il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi, ha stipulato un contratto di sponsorizzazione con la [[Orogel]], mutando il nome dell'impianto sportivo in ''Orogel Stadium - Dino Manuzzi'', inoltre, lo stesso giorno ha scoperto una scultura collocata nella Rotonda Edmeo Lugaresi col posizionamento della foto dello storico presidente del Cesena nella sala stampa. Il battesimo della nuova denominazione è avvenuto il 28 settembre [[2014]], in occasione della partita casalinga contro il {{Calcio Milan|N}}. Il 26 agosto del 2015 viene inaugurata la [http://www.orogelstadium.it/ pagina ufficiale dello stadio].
=== Ristrutturazione dell'impianto in vista degli europei Under 21 ===
Al termine del campionato cadetto il 18 maggio [[2018]], all'Orogel Stadium-Dino Manuzzi iniziano i lavori di riqualificazione dell'impianto con la sostituzione dell'ormai vecchio e obsoleto manto erboso sintetico in uno misto di nuova tecnologia. Il campo passerà da 67 a 68 metri con lo spostamento delle panchine che verranno incavate in tribuna stile [[Juventus Stadium]]. Gli spalti superiori inoltre sono stati ripitturati e lucidati, dato che come da normativa UEFA sono stati applicati i seggiolini, rispettivamente in Curva Mare, Distinti superiori e Curva Ferrovia (dedicata agli ospiti). Ovviamente i seggiolini hanno colorazione bianco e nera. L'impianto dovrebbe ospitare tre gare della fase a gironi eliminatoria e le qualificazioni alle olimpiadi di [[Giochi della XXXII Olimpiade|Tokyo 2020]]. La struttura dopo il fallimento del [[Cesena]] che riparte dalla [[Serie D]], risulta tra le più nuove e capienti del centro nord.
== La Nazionale di calcio a Cesena ==
[[File:Stadio Manuzzi Cesena 2004.jpg|thumb|L'interno dello Stadio durante una partita.]]
Il ''Dino Manuzzi'' ha ospitato tre incontri della [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale maggiore di calcio]], tutti amichevoli, contro la {{nazNB|CA|BGR}} (20 settembre [[1989]], padroni di casa vincenti per 4-0), con {{nazNB|CA|SMR}} (12 febbraio [[1992]], vittoria azzurra ancora per 4-0) e contro la {{nazNB|CA|SWE}} (18 novembre [[2009]], vittoria azzurra per 1-0).<ref>{{cita web|http://www.cesenacalcio.it/notizie/comunicato-stampa/campedelli-porta-la-nazionale-maggiore-a-cesena.html | www.cesenacalcio.it |22-10-2009}}</ref> A metà [[Anni 1980|anni ottanta]] è stato il terreno di gioco tra le nazionali Under 21 di [[Nazionale di calcio dell'Italia Under-21|Italia]] ed {{nazNB|CA|URS||Under-21}}.
=== Italia-Bulgaria 4-0 ===
'''Reti''': 18' rig. e 34' R. Baggio, 46' A. Carnevale, 53' aut. Iliev
'''Italia''': [[Walter Zenga|Zenga]], [[Giuseppe Bergomi|Bergomi]] (76' [[Ciro Ferrara|Ferrara]]), [[Paolo Maldini|P. Maldini]] (61' [[Luigi De Agostini|De Agostini]]), [[Franco Baresi|F. Baresi]], [[Riccardo Ferri|R. Ferri]], [[Giancarlo Marocchi|Marocchi]] (68' [[Massimo Crippa|Crippa]]), [[Roberto Baggio|R. Baggio]], [[Fernando De Napoli|De Napoli]], [[Gianluca Vialli|Vialli]], [[Giuseppe Giannini (calciatore)|Giannini]], [[Andrea Carnevale|A. Carnevale]]. [[Commissario Tecnico|C.T.]]: [[Azeglio Vicini|A. Vicini]].
'''Bulgaria''': Valov, E. Dimitrov, Ivanov, Dotchev, Iliev, Bankov, Petkov (83' Simeonov), Stichkov, Penev, Iordanov (46' Kostadinov), Balakov. Ct: I. Voutzov.
'''Arbitro''': Constantin (Belgio).
=== San Marino-Italia 0-4 ===
'''Reti''': 36' R. Baggio, 42' Donadoni, 47' Casiraghi, 84' R. Baggio.
'''San Marino''': Benedettini, Canti, Muccioli, M. Mazza, Gobbi, Guerra, [[Pier Angelo Manzaroli|Manzaroli]], [[Massimo Bonini|Bonini]], P. Mazza (83' Mularoni), Francini (74' Gennari), Bacciocchi (46' Pasolini). Ct: [[Giorgio Leoni|G. Leoni]].
'''Italia''': Zenga (46' [[Gianluca Pagliuca|Pagliuca]]), [[Moreno Mannini|Mannini]] (46' [[Massimo Carrera|Carrera]]), P. Maldini, De Napoli, [[Alessandro Costacurta|Costacurta]], F. Baresi (46' Ferri), [[Alessandro Bianchi (calciatore 1966)|Bianchi]] (46' [[Gianluigi Lentini|Lentini]]), [[Roberto Donadoni|Donadoni]] (46' [[Gianfranco Zola|Zola]]), [[Pierluigi Casiraghi|Casiraghi]], R. Baggio, [[Alberigo Evani|Evani]]. C.T.: [[Arrigo Sacchi|A. Sacchi]].
Arbitro: Martino ([[Svizzera]]).<ref>La partita è stata giocata a Cesena per motivi di capienza, ma risulta come partita casalinga della [[Nazionale di calcio di San Marino|Nazionale sammarinese]]. cfr. [[Marco Zunino]] - ''Il calcio sammarinese. La storia, i personaggi, le squadre''.</ref>
=== Italia-Svezia 1-0 ===
'''Reti''': 29' Chiellini
'''Italia''': Marchetti; Maggio (dal 1' s.t. Cassani), Legrottaglie, Chiellini, Criscito (dall'11' s.t. Bocchetti); Candreva (dal 1' s.t. Rossi), Montolivo (dal 19' s.t. Palombo), Biondini (dal 1' s.t. Galloppa); Marchionni (dal 33' s.t. Camoranesi), Pazzini, Di Natale. (De Sanctis, Grosso, Gilardino, Palladino). All. Lippi.
'''Svezia''': Isaksson; Lustig (dal 28' s.t. Wernbloom), Mellberg, Majstorović, Dorsin (dal 14' s.t. Wendt); V. Elm (dal 1' s.t. R. Elm), A. Svensson; Larsson, Elmander (dal 35' s.t. Rosenberg), Safari (dal 14' s.t. Đurić); Hysén (dal 28' s.t. Toivonen). (Gustafsson, Bjärsmyr, Granqvist, Holmén, G. Svensson, Wiland). All. Hamrén.
'''Arbitro''': Skomina (Slovenia).
== La Nazionale di rugby a Cesena ==
Il ''Dino Manuzzi'' ha anche ospitato un incontro della [[Nazionale di rugby dell'Italia|nazionale maggiore di rugby]], valido come [[test match]], il 13 agosto 2011, padroni di casa vincenti per 31-24 (primo tempo: 14-17 per il Giappone).
=== Italia-Giappone 31-24 ===
'''MARCATORI''': p.t. 3' m. Pratichetti tr. Bocchino, 12' m. Gori tr. Bocchino, 23' m. Usuzuki tr. Arlidge, 29' m. Taira tr. Arlidge, c.p. Arlidge; s.t. 6' m. Ghiraldini tr. Bocchino, 19' m. Lo Cicero tr. Orquera, 23' m.t. Giappone tr. Arlidge, 34' c.p. Orquera
'''Italia''': McLean; Toniolatti, Sgarbi (17' s.t. Canale), Pratichetti M., Benvenuti T.; Bocchino (13' s.t. Orquera), Gori (13 s.t. Canavosio); Parisse S. (cap), Bergamasco Ma., Zanni (14' s.t. Derbyshire); Bortolami, Geldenhuys (33' p.t. Van Zyl); Cittadini (14' s.t. Castrogiovanni), Ghiraldini (37' s.t. D'Apice), Lo Cicero. All.: Mallett
'''Giappone''': Webb; Endo, Taira (13' s.t. Tupuailai), Nicholas, Usuzuki; Arlidge, Tanaka (31' s.t. Hiwasa); Holani (36' s.t. Hatakeyama), Leitch (37' s.t. Nishihara), Kikutani (cap); Kitagawa, Ives (15' p.t. Thompson); Hatakeyama (15' s.t. Fujita), Horie, Hirashima. A disposizione: Yuhara, Williams. All.: Kirwan
'''Giudici di gara''': Poite (arbitro, Francia), Garces (g. di linea, Francia), Gauzere (g. di linea, Francia); Redmond (TMO, Inghilterra)
'''Note''': Spettatori 12.000. Gialli. 23' s.t. Lo Cicero, 32' s.t. Hirashima. Calci: Bocchino 3/4, Orquera 2/2, Arlidge 4/4. [[Man of the match]] Mauro Bergamasco.
==Football americano==
L'Orogel Stadium è stato selezionato per ospitare le finali dei campionati italiani di football americano 2016.
===IV Rose Bowl Italia - Campionato femminile===
{{Incontro di club
|Giornomese = 8 luglio
|Anno = 2016
|Ora = 18:00
|Squadra 1 = {{Football Neptunes Bologna|BD}}
|Punteggio 1 = 18
|Squadra 2 = {{Football One Team Milano}}
|Punteggio 2 = 19
|Parziali= 6-0 0-19 0-0 12-0
|Città = Cesena
|Stadio = Orogel Stadium-Dino Manuzzi
|Sfondo = off
}}
===XVII NineBowl - Terza Divisione===
{{Incontro di club
|Giornomese = 8 luglio
|Anno = 2016
|Ora = 21:00
|Squadra 1 = {{Football Knights Persiceto|BD}}
|Punteggio 1 = 22
|Squadra 2 = {{Football Sharks Palermo}}
|Punteggio 2 = 36
|Parziali = 0-14 8-6 14-0 0-16
|Referto =
|Città = Cesena
|Stadio = Orogel Stadium-Dino Manuzzi
|Spettatori =
|Arbitro =
|Sfondo = off
}}
===XXIII Silver Bowl - Seconda Divisione===
{{Incontro di club
|Giornomese = 9 luglio
|Anno = 2016
|Ora = 15:30
|Squadra 1 = {{Football U.T.A. Forlì-Pesaro|BD}}
|Punteggio 1 = 23
|Squadra 2 = {{Football Barbari Roma Nord}}
|Punteggio 2 = 13
|Parziali = 7-0 7-0 3-0 6-13
|Referto =
|Città = Cesena
|Stadio = Orogel Stadium-Dino Manuzzi
|Spettatori =
|Arbitro =
|Sfondo = off
}}
===XXXVI Italian Bowl - Prima Divisione===
{{Incontro di club
|Giornomese = 9 luglio
|Anno = 2016
|Ora = 20:50 [[CEST]]
|Squadra 1 = {{Football Rhinos Milano|BD}}
|Punteggio 1 = 44
|Squadra 2 = {{Football Giants Bolzano}}
|Punteggio 2 = 18
|Parziali = 14-9 17-6 13-3 0-0
|Referto =
|Città = Cesena
|Stadio = Orogel Stadium-Dino Manuzzi
|Spettatori =
|Arbitro =
|Sfondo = off
}}
==Galleria d'immagini==
<gallery>
Immagine:Stadio Manuzzi.jpg|Il terreno di gioco
Image:Stadio Manuzzi2.jpg|''Curva Mare''
Image:Stadio Manuzzi5.jpg|Uno degli ingressi
Image:Stadio Manuzzi7.jpg|Lo stadio visto dalla tribuna''
Image:Stadio Manuzzi3.jpg|Il terreno visto dalla curva Mare''
Image:Stadio Manuzzi6.jpg|Un'entrata della tribuna''
Image:Stadio Manuzzi4.jpg|La tribuna''
</gallery>
L’interesse moderno per il ''Karolus Magnus et Leo Papa'' (''KMLP'') sembra essere dovuto a indagini di natura storica, mirate a rintracciare in ambito carolingio le origini della moderna concezione di Europa unita (particolarmente significativo sarebbe l’epiteto di “''Pater Europe''”<ref>v. 505; al v. 93 si trova invece l'epiteto di ''Europe venerandus apex, pater optimus'' </ref> attribuito a Carlo), più che a una riscoperta del suo valore sul piano letterario. Parlare di riscoperta si direbbe anzi inadeguato in partenza: il testo sembra avere riscosso scarsa fortuna anche presso i contemporanei (probabile causa della perdita di tutti gli altri testimoni, oltre che dell’assenza di riferimenti che possano permetterci d’identificare in modo incontrovertibile l’autore). Per la precisione, Ermoldo Nigello è l’unico autore a riprendere il KMLP, circa vent’anni dopo la sua composizione: nel IV libro del Carmen Elegiacum in Honorem Hludovici Christianissimi Caesaris Augusti (un poemetto dedicato a Ludovico Il Pio), Ermoldo ne recupera infatti vari elementi (stilistici più che tematici, Godman), tra cui spicca una scena di caccia esemplata su quella che vede protagonista Carlo all’inizio del KMLP.
== Criticità: autore, datazione e completezza del testo ==
L’assoluto anonimato che circonda la figura dell’autore del KMLP ha spinto molti studiosi a mettersi alla ricerca di elementi utili alla sua identificazione. La storia degli studi ha visto ascrivere l’opera a quasi tutti gli esponenti della prima generazione di poeti carolingi, incluse personalità di primissimo piano come Alcuino, Teodulfo e Angilberto. Nella sua edizione critica del 1804, Orelli osserva che una nota (aggiunta in seguito) al manoscritto lo attribuisce a un certo Elperico: sembra però improbabile si tratti di Elperico di Auxerre, l’unico autore con quel nome a noi noto, e nessuno è finora riuscito a spiegare questa bizzarra attribuzione. Alla luce del grande spazio che il testo riserva alla descrizione dei personaggi femminili (unicum nella letteratura carolingia, Godman PC 349), in un suo lavoro del 2012 Helene Scheck ipotizza che il KMLP sia stato composto da una delle donne della famiglia reale franca, ma è lei stessa a definire il suo ragionamento “pure conjecture” (le principali indiziate, sulla base di elementi squisitamente biografici, sarebbero Gisella, sorella di Carlo, o una tra Gundrada e Tetrada, sue cugine). Dieter Schaller fa risalire il testo alla penna di Eginardo: nonostante non ci sia giunto nessuno scritto che giustifichi queste lodi, l’autore della Vita Karoli viene infatti celebrato come poeta da alcuni contemporanei. Tra questi spicca Modoino di Autun, che cita l’esistenza di poesie di Eginardo in alcuni passi delle sue ecloghe, tradizionalmente datate tra l’804 e l’814. In un articolo del 1981 Roger P. H. Green, e prima di lui Dietmar Korzeniewski, smentisce però questa datazione e fa risalire la composizione delle ecloghe di Modoino all’801, facendo così crollare anche l’ipotesi di Schaller (o perlomeno gli indizi a suo favore): Schaller stesso infatti, in opposizione a chi vorrebbe il testo composto nel 799 contemporaneamente agli eventi che racconta (è questa l’opinione di Helmut Beumann, Stella 30; D’Angelo presenta obietta anche che p. 71), sostiene che il KMLP sia successivo all’incoronazione di Carlo Magno a imperatore (25 dicembre 800), dal momento che il sovrano viene definito ”augustus”, proponendo quindi una datazione tra l’801 e l’804 (precedente cioè, dal suo punto di vista, alle ecloghe, le cui somiglianze col KMLP sarebbero frutto d’imitazione); è quindi chiaro che, retrodatando le ecloghe a un periodo in cui il KMLP non era ancora stato composto, le parole di Modoino su Eginardo non potevano riferirsi al poemetto. Francesco Stella nota che l’attributo “augustus” è tuttavia presente anche in testi sicuramente precedenti e contesta la datazione, ponendosi sulla scia di Helmut Beumann e Franz Brunhölzl, secondo cui la composizione del poemetto sarebbe da fa risalire al 799, contemporanea agli eventi che narra; elementi cogenti in questo senso sarebbero i mancati riferimenti al reinsediamento di Leone a Roma e alla morte della regina Liutgarda.
Stella individua proprio in Modoino l’ipotesi autoriale maggiormente difendibile. Sulla scorta di dei già citati Green e Korzeniewski, lo studioso analizza minuziosamente i numerosi punti in comune tra il KMLP e le ecloghe: le coincidenze tematiche, stilistiche e linguistiche tra le due opere si rivelano sorprendenti e quasi impossibili da ricondurre alla semplice imitazione, peraltro improbabile nei confronti si un autore minore come il vescovo di Autun, almeno a livelli così profondi. I testi condividono, scrive Stella,
“non solo espressioni, formule, iuncturae, combinazioni topiche, ma caratteristiche fondamentali sul piano ideologico, come la fede nella nova Roma, sia sul piano strutturale, come l’accenno ai due libri nel proemio, la similitudine del re con il sole e quella dei lavori per la costruzione di Aquisgrana con l’attività delle api, l’affectatio modestiae in polemica con i poeti più anziani, e molte espressioni anche rare”.
L’accenno proemiale qui citato ha generato discussioni anche riguardo la completezza del testo. Se per Stella è chiaro che le “geminae procellae” corrispondano ai “gemini libelli” delle ecloghe, l’opinione più corrente è quella espressa da Schaller, secondo cui l’espressione si riferisce a due libri precedenti all’interno del KMLP, che consisterebbe quindi in quattro libri. Accettando quest’ipotesi, Scheck intravede nella struttura complessiva del KMLP un percorso che andrebbe dall’ascesa di Carlo (primi due libri) alla sua incoronazione (libro quarto). Rispetto agli ultimi due versi del testo, che offrono un breve riassunto dell’opera, Schaller afferma che siano stati aggiunti in seguito da un lettore, mentre Brunhölzl li interpreta come una chiusa dell’opera, che sarebbe quindi intera e conclusa.
Ad oggi non si hanno prove definitive a sostegno dell’una o dell’altra tesi. Quel che è certo è che la questione della completezza dell’opera ha messo in discussione anche il suo titolo. Se infatti il classico Karolus Magnus et Leo Papa sembra essere stato definitivamente accantonato in favore del più aderente De Karolo Rege et Leone Papa (che rispetta l’espressione esatta usata nel v.???), chi non ritiene il KMLP un’opera conclusa sottolinea come entrambi questi titoli non rispecchierebbero la vera natura del testo completo; per questo si tende oggi a identificare l’opera con le meno circostanziate intestazioni Epos di Paderborn (in riferimento al villaggio sede dell’incontro tra Carlo Magno e Leone III; lo usa Beumann convinto che composto lì mentre c’era Leo) o Epos di Aquisgrana (con uno sguardo decisamente rivolto a quella che si sospetta dovesse essere la struttura originale del poema).
== Modelli e caratteristiche ==
Il primo tra i modelli che l’autore del KMLP ha in mente è certamente Virgilio: la scena della costruzione di Aquisgrana, la nova Roma, è infatti fortemente esemplata su quella analoga della costruzione di Cartagine nel libro I dell’Eneide, così come la riserva di caccia carolingia ricorda molto da vicino quella che ospita Enea e Didone nel libro IV . Echi virgiliani e ovidiani affiorano in realtà lungo tutto l’arco della narrazione, con particolare frequenza nella descrizione di Carlo Magno e del suo seguito diretti alla battuta di caccia e in quella della caccia stessa, dove però i numerosi richiami all’epica classica latina e greca (alcune espressioni virgiliane riprese qui sono a loro volta tratte dall’Iliade e dall’Odissea) sono sapientemente riadattati e ricombinati, oltre che tra loro, con la costante presenza del vero modello di queste due scene, Venanzio Fortunato (anche navigazione, Schaller 27). Il centinaio di versi dedicato alle figlie di Carlo Magno (argomento che, fa notare giustamente Peter Godman, è scevro di quella tensione che gli eredi maschi dell’imperatore non potevano fare a meno di suscitare; ecco svelato forse il motivo per cui a quest’ampio spazio, in cui viene inclusa persino la figlia illegittima di Carlo, fanno da contraltare i brevi accenni riservati a Pipino e Carlo il Giovane, quantomeno presenti, a differenza di Ludovico Il Pio) riprende infatti il De Virginitate, con l’intento di glorificare le donne della famiglia reale avvicinandole alla Vergine Maria, supremo modello di regalità femminile (Scheck 17); la scena di caccia riproduce invece in modo fedele quella della Vita Sancti Martini, alterandola però sensibilmente proprio grazie alla continua influenza di Virgilio e Ovidio, oltre che, caso rarissimo (riguarda solo l’autore del KMLP, Teodulfo e, se non coincide con l’autore stesso, Modoino), dalle Laudes Iustini di Corippo, che, qualora si accolga l’idea di un KMLP incompleto, proprio insieme alla Vita Sancti Martini fornirebbero anche il modello per la divisione in quattro libri.
La seconda parte del testo, quella in cui entra in scena papa Leone, pare nascondere una diversa fonte d’ispirazione poco considerata, secondo Edoardo D’Angelo: il continuo insistere sull’agguato subito dal pontefice e sulla natura miracolosa della sua guarigione (i versi a ciò dedicati occupano la bellezza del 9% del testo, percentuale che sale al 22% da quando l’argomento viene introdotto attraverso il sogno di Carlo) sarebbero qui nient’altro che lo svolgersi del tema neotestamentario del miracolo, caratterizzato appunto dalle continue ripetizioni nel testo del fatto prodigioso, a cui, come in questo caso, assistono sempre dei testimoni. Papa Leone, afferma D’Angelo riprendendo il titolo di un lavoro di Kristine Ratkowitsch, sarebbe quindi un alter Christus, vittima del Male incarnato nei suoi aggressori, da cui l’alter Aeneas Carlo, che sin dalla sua prima apparizione svetta su tutti letteralmente e metaforicamente, è destinato a salvarlo, come dimostra il sogno premonitore che avverte il re franco del pericolo e come anticiperebbe proprio la scena della caccia, in cui il sovrano uccide un cinghiale, uno dei simboli medievali per rappresentare Satana.
== Note ==
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