Gran Premio del Giappone 1976 e Henry de Montherlant: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{torna a|Campionato mondiale di Formula 1 1976}}
|Nome = Henry Marie Joseph Frédéric Expedite Millon de
{{Avvisounicode}}
|Cognome = Montherlant
{{Gara F1
|Sesso = M
|Nazione =Giappone
|LuogoNascita = Parigi
|Gran Premio =del Giappone
|GiornoMeseNascita = 21 aprile
|Nome ufficiale = F1世界選手権・イン・ジャパン
|AnnoNascita = 1896
<!--In ordine, numero assoluto del gran Premio nella storia, numero nella stagione e numero di GP totali nella stagione-->
|LuogoMorte = Parigi
|Gara_Tot =280
|GiornoMeseMorte = 21 settembre
|Gara_No =16
|AnnoMorte = 1972
|Stagione_No =16
|Epoca = XX
<!--Immagine,didascalia e data effettuazione-->
|Attività = scrittore
|Image = Fuji-Historical-1976-1977.svg
|Attività2 = drammaturgo
|Caption =
|Attività3= poeta
|Data =24 ottobre
|Nazionalità = francese
|Anno =1976
|Immagine = Henry de Montherlant - sunglasses.jpg
<!--Circuito con lunghezza km e miglia, tipo di circuito, dati totali e tempo atmosferico della gara-->
|DimImmagine = 200
|Luogo =[[Circuito del Fuji|Monte Fuji]]
|Didascalia= Henry de Montherlant
|Percorso_km =4,359
|Percorso_mi =
|Percorso =
|Distanza_giri =73
|Distanza_km = 318,207
|Distanza_mi =
|Tempo =Piovoso
<!--Pole position-->
|Pole_Pilota = Mario Andretti
|Pole_Nazione =Stati Uniti
|Pole_Team =[[LotusF1|Lotus]]-[[Ford]] [[Cosworth]]
|Pole_Tempo = 1'12"77
<!--Giro veloce in gara-->
|Fast_Pilota = Masahiro Hasemi
|Fast_Nazione = Giappone
|Fast_Team =[[Kojima]]-[[Ford]] [[Cosworth]]
|Fast_Tempo =1'18"23
|Fast_Giro =25<ref>Secondo i dati ufficiali della Federazione internazionale. Organizzatori e federazione giapponese rettificarono successivamente, assegnandolo a [[Jacques Laffite]] su [[Ligier]]-[[Matra]].</ref>
<!--Primo classificato-->
|Primo_Pilota =Mario Andretti
|Primo_Nazione =Stati Uniti
|Primo_Team=[[LotusF1|Lotus]]-[[Ford]] [[Cosworth]]
<!--Secondo classificato-->
|Secondo_Pilota = Patrick Depailler
|Secondo_Nazione= Francia
|Secondo_Team =[[Tyrrell]]-[[Ford]] [[Cosworth]]
<!--Terzo classificato-->
|Terzo_Pilota =James Hunt
|Terzo_Nazione =Regno Unito
|Terzo_Team =[[McLaren]]-[[Ford]] [[Cosworth]]
}}
[[File:Henry de Montherlant signature.svg|thumb|Firma di Henry de Montherlant]]
 
Di [[Nobiltà|nobile]] famiglia, ultimo esponente della tradizione del [[decadentismo]], fu combattente volontario nella [[prima guerra mondiale]] e, come intellettuale, ispirato da [[Nietzsche]] e [[Gabriele D'Annunzio]] nella concezione [[Superomismo|eroica]] e [[Aristocrazia|aristocratica]] della vita. Durante la sua vita oscillò tra [[estetismo]] [[Paganesimo|paganeggiante]] e [[cattolicesimo]], esprimendo nelle sue opere un certo anti-[[sentimentalismo]], il culto dell'[[Avventuriero|uomo d'azione]] e un forte [[individualismo]]. Dopo la [[seconda guerra mondiale]], fu accusato di [[collaborazionismo]] "morale" con il [[Governo di Vichy|regime filonazista di Vichy]] e gli fu impedito di scrivere per un anno. Riprese in seguito la sua attività. Si diede la morte nel [[1972]]. Fu [[Accademico di Francia]] dal [[1960]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/henry-millon-de-montherlant/ Montherlant, Henry Millon de], Treccani.it</ref>
Il '''Gran Premio del Giappone 1976''' è stata la sedicesima, e ultima, prova della stagione [[Campionato mondiale di Formula 1 1976|1976]] del [[Campionato mondiale di Formula 1]]. Si è corsa domenica [[24 ottobre]] [[1976]] sul [[Circuito del Fuji]]. La gara è stata vinta dallo statunitense [[Mario Andretti]] su [[Team Lotus|Lotus]]-[[Ford]] [[Cosworth]]; per il vincitore si trattò del secondo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il francese [[Patrick Depailler]] su [[Tyrrell]]-[[Ford]] [[Cosworth]] e il britannico [[James Hunt]] su [[McLaren]]-[[Ford]] [[Cosworth]].
 
==Biografia==
Grazie al terzo posto [[James Hunt]] si aggiudicò il suo primo, e unico, [[Campionato mondiale piloti di Formula 1|campionato del mondo piloti di F1]] con un solo punto di scarto su [[Niki Lauda]], che si ritirò dalla gara per le cattive condizioni atmosferiche, che avevano messo inizialmente in dubbio la stessa tenuta della gara.
{{Citazione|Che cosa sarebbe la mia vita, senza il periodo passato in guerra? Sarei stato buono soltanto da bambino.|{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Pietà per le donne|città=Milano|anno=1958|pp=239}}}}
 
Di origini bretoni e catalane<ref>{{cita libro|titolo=Je choisis ... mon théâtre: Encyclopédie du théâtre contemporain|autore=Jean Bergeaud|editore=Éditions Odilis|anno=1956|p=451|url=https://books.google.it/books?id=iaxJAAAAMAAJ&q=breton+et+catalan+montherlant&dq=breton+et+catalan+montherlant&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiS0uPOvvbXAhWDxxQKHTsnBXMQ6AEILTAC}}</ref>, figlio unico di Joseph e Marguerite Camusat de Riancey e nobile progenie, trascorse i primi anni dell'infanzia accanto a un padre preoccupato delle finanze familiari, a una nonna materna corrucciata e ansiosa, agli zii e al nonno, il Conte de Riancey, uomo politico, campione della monarchia e della religione (la nobiltà risale fino a Robert Millon, Seigneur d'Abbémont, nel sedicesimo secolo; il trisavolo era stato deputato all'Assemblea nazionale e della Costituente, poi ghigliottinato); ovvero in una atmosfera di memorie dotate di spessore, castellani, antichi lombi, oggetti d'arte e da collezione, belle donne e cavalli da corsa.<ref name=Nicoletti>{{Cita|Nic|p. 439}}</ref>
==Vigilia==
===Sviluppi futuri===
[[Jochen Mass]] annunciò il suo passaggio alla [[March]] per il 1977, mentre la [[Shadow]], sempre per la stagione successiva, liberò [[Jean-Pierre Jarier]]; venna messa in dubbio la prosecuzione del rapporto tra [[Brabham]] e [[Alfa Romeo (Formula 1)|Alfa Romeo]].<ref name=mass/>
 
Studiò a Sainte-Croix de Neuilly e superò il [[maturità francese|bachot]] nel 1912. Nel [[1909]], avendo assistito a Bayonne a una corsa di tori, concepì grande passione per la [[corrida]], si esercitò nell'arte di toreare, e fu proprio in occasione di una [[becerrada]] che il suo nome comparve per la prima volta su un giornale, ''Le Torero'' di [[Nîmes]].
===Analisi per il campionato piloti===
L'austriaco [[Niki Lauda]] era ancora in testa al mondiale ma [[James Hunt]] lo tallonava a soli tre punti. Hunt però aveva sei vittorie contro le 5 di Lauda, per cui ad ogni arrivo a pari punti sarebbe prevalso il britannico. Il regolamento del campionato prevedeva che contassero solo i migliori 7 risultati dei primi 8 gran premi, e i migliori 7 degli ultimi 8. Entrambi i piloti non dovevano scartare nulla, indipendentemente dal risultato dell'ultima gara.<ref>{{cita news|titolo=Può finire così|data=12 ottobre 1976|accesso=25 marzo 2012|pubblicazione=[[La Stampa]]|pagina=19|autore=}}</ref>
 
La [[tauromachia]], di cui fu particolarmente appassionato (a quindici anni uccise il suo primo toro), gli ispirò uno dei suoi migliori libri: ''[[Les Bestiaires]]'' ([[1926]]). Nell'arte del toreare Montherlant vide l'antico culto [[Mitraismo|mitraico]]<ref>«Mithra uccide il Toro: ma ecco che dal sangue si genera il vino, dal midollo il grano e tutti i vegetali, dallo sperma le bestie buone agli uomini. Dall'atto sanguinario originano i beni della terra: il corno taurino si è fatto simbolo di abbondanza. Domani, sino alla fine dei tempi, Mithra rinnova il sacrificio del Toro divino. E da esso scaturisce non più questa vita terrena ma la risurrezione dei corpi e delle anime, coi castighi e le felicità eterne.»</ref> oltre che un simbolo della passione umana<ref>«La tauromachia è qualcosa che va molto lontano. Il dramma taurino, noi possiamo incontrarlo a tutte le cantonate della vita e per tutta la vita. Avrei molte cose da dire a questo proposito e con profondità ben maggiore di quando ne scrivevo trent'anni fa. Quello che dovrei dire è essenzialmente questo: il dramma del toro, nel quarto d'ora della corrida, riproduce la vita dell'uomo, riproduce il dramma dell'uomo: nella passione di un animale l'uomo viene ad assistere alla sua passione». {{cita libro|autore=Henry de Montherlant|capitolo=IV Nota|titolo=Il cardinale di Spagna|città=Milano|editore=Bompiani|anno=1960}}</ref>; la tauromachia è trattata anche con «l'intenzione di dare al fatto di sangue radici mitiche, senso divino».<ref>{{cita libro|titolo=Il Sole nero dei poeti: saggi sulla letteratura francese dell'Otto-Novecento|autore=Maria Luisa Belleli|editore=S. Sciascia|città=Caltanissetta|anno=1975|p=305}}</ref> Nel 1925, durante una corrida ad [[Albacete]], un toro gli perforò il polmone destro, ferendolo gravemente.<ref name=brullo/>
[[Niki Lauda]] poteva laurearsi campione del mondo piloti se:
 
Divideva il suo tempo tra il circolo sportivo «L'Auto» e il patronato cattolico «Le Bon Conseil», leggendo avidamente, disegnando e facendo i primi tentativi di scrittura giovanile (''La vie de Scipion'' – mai pubblicato – quando aveva appena dieci anni e ''Pro Unà Terrà'', in collaborazione con Faure-Biguet, nel 1907)<ref name=Nicoletti/>; a venti anni pubblicò a sue spese, dopo il rifiuto di undici editori, ''La Releve du Matin'', un omaggio ai soldati della [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]]<ref>{{Cita|Vat|p. 15}}.</ref>, a cui aveva preso parte, volontario, come soldato semplice.
* avesse vinto.
* fosse terminato secondo o terzo, con Hunt che non vinceva.
* fosse terminato quarto o quinto e Hunt non arrivava tra i primi due.
* fosse terminato sesto e Hunt non arrivava fra i primi tre.
* fosse terminato settimo o peggio, e Hunt non giungeva fra i primi quattro.
 
Rimpiangendo lo spirito della guerra e trovando il mondo del dopoguerra abietto, Montherlant sentì la necessità di dar vita con alcuni amici ad una società segreta, che fu chiamata «l'Ordre».
[[James Hunt]] per laurearsi campione doveva:
 
I membri de «l'Ordre» si richiamavano ai [[Cavalleria medievale|cavalieri]] o ai [[samurai]] e al pari di questi disprezzavano la società borghese; «non potrebbe essere altrimenti per uno che possiede una civiltà interiore più rara e più avanzata di quella che circola intorno a lui». Alla base dell'«Ordre» erano sottesi valori come la ''droiture'', la ''fierté'', il ''courage'', la ''sagesse'', poi la ''fidélité'', il ''respect de sa parole'', il ''maîtrise de soi'', il ''désintéressement'' e la ''sobriété''. I colori erano il nero e il bianco; le donne non erano ammesse e il cristianesimo – «tra le cause dell'indebolimento dell'esercito romano alla fine dell'Impero» – era assente. La vita dell'«Ordre» durò circa dieci mesi.<ref>{{cita web|lingua=fr|titolo=En 1919, création de l’Ordre|url=http://www.montherlant.be/biographie-03-voyageur.html}}</ref>
*vincere.
*terminare secondo, con Lauda che non arrivava sul podio.
*terminare terzo, con Lauda che non faceva meglio di sesto.
*terminare quarto, con Lauda fuori dalla zona punti.
 
[[File:Montherlant par J-Emile Blanche 1922.jpg|thumb|upright=0.8|left|[[Jacques-Émile Blanche]], ''Ritratto di Henry de Montherlant'' (1922), Musée des Beaux-Arts de Rouen.]]
Di seguito è riportata la situazione, in base ai piazzamenti e alle possibili combinazioni, tra i due contendenti del campionato
Nel [[1922]] scrisse ''Le songe'' e nel [[1923]] ''Les Olympiques'', opera nella quale celebrava i cultori dell'[[atletica leggera]]. Entrambi i testi sono una rassegna dei sogni eroici del giovane Montherlant. Egli cesella personaggi còlti nella solennità, quasi religiosa, dei campi di battaglia o delle palestre, esalta lo sforzo fisico, il coraggio, la virile abnegazione, il gusto dell'avventura, il superamento delle debolezze tipiche degli uomini comuni.<ref name=giorgetto>{{Cita libro|autore=Giorgetto Giorgi|capitolo=Montherlant|titolo=Dizionario critico della letteratura francese: diretto da Franco Simone, I|città=Torino|editore=U.T.E.T.|anno=1972|p=835}}</ref> Parallelamente, in ''Aux fontaines du désir'' ([[1927]]), abbracciò il culto della rinuncia come dominio di sé; il rifiuto, per Montherlant, è più nobile del desiderio.
 
I suoi primi successi furono la [[tetralogia]] ''[[Ragazze (tetralogia)|Les jeunes filles]]'' ([[1936]]-[[1939]]; composto da: ''Le ragazze da marito'', ''Pietà per le donne'', ''Il demone del bene'', ''Le lebbrose'') e ''[[Gli scapoli|Les célibataires]]'' ([[1934]]). In ''Les jeunes filles'' Montherlant si scaglia contro il richiamo della ''tendresse'', contro il sentimentalismo, particolarmente vivi nell'animo femminile e che rischiano di corrompere l'uomo («La storia dell'umanità, da [[Eva]] in poi, è la storia degli sforzi fatti dalla donna, perché l'uomo sia sminuito e soffra, e divenga il suo uguale»).<ref name=giorgetto/>
{| class="wikitable" style="font size: 85%"
|+ Piazzamenti totali
|- valign="top"
!valign="middle"| Pos
!valign="middle"| Pilota
!style="background-color:#ffffbf"| 1°
!style="background-color:#dfdfdf"| 2°
!style="background-color:#ffdf9f"| 3°
!style="background-color:#dfffdf"| 4°
!style="background-color:#dfffdf"| 5°
!style="background-color:#dfffdf"| 6°
!valign="middle"| Punti
|-
!1
| {{bandiera|AUT}} [[Niki Lauda]]
|5
|2
|2
|1
|0
|0
|align="right"| '''68'''
|-
!2
| {{bandiera|UK}} [[James Hunt]]
|6
|1
|0
|1
|1
|0
|align="right"| '''65'''
|-
|}
 
Montherlant, in quest'opera, alza la sua protesta contro un'epoca in cui i grandi valori individuali vanno spegnendosi e la democrazia diffonde [[conformismo]]. All'anticonformismo [[Virilità|virile]] si contrappone, secondo l'autore, il conformismo femminile: cioè la mimetica capacità delle donne di adattarsi alla vita, di sposarla nella sua contradditorietà e mediocrità, senza mai misurarla al paragone di un'ideologia, di un assoluto. Uno dei protagonisti principali è Pierre Costals, un alter ego dell'autore, una sorta di esteta [[D'Annunzio|dannunziano]] simile ad [[Il_piacere_(romanzo)#Andrea_Sperelli|Andrea Sperelli]]<ref>[https://www.wuz.it/archivio/cafeletterario.it/171/8845915646.htm Henry de Montherlant. Le ragazze da marito - recensione]</ref> che proclama: {{quote|Una donna deve essere trattata come un'amante, e ciò non per un capriccio passeggero, ma costantemente.|H. de Montherlant, ''Le ragazze da marito''}}
{| class="wikitable" style="font size:85%; text-align:center"
L'opera, tacciata di [[misoginia]], fu definita da [[Simone de Beauvoir]] una «cafoneria».<ref>{{cita libro|autore=Simone de Beauvoir|capitolo=Miti: Montherlant o il pane del disprezzo|titolo=Il secondo sesso|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1961|pp=249-263}}</ref> In questo periodo lo scrittore viaggiò molto, specie in [[Spagna]], [[Italia]] ed [[Algeria]].
|+ Condizioni per ogni pilota di vincere il campionato
|-
!rowspan="2"| Pilota
!rowspan="2" colspan="2"| Risultato<br /><small>(punti totali)</small>
!colspan="2"| Punti massimi dei rivali<br /><small>(punti totali nel caso)</small>
|-
! Lauda
! Hunt
|-
|align="left" rowspan="7"| {{bandiera|AUT}} [[Niki Lauda]]
|bgcolor="#ffffbf"| '''1°'''
|bgcolor="#ffffbf"| 77
|rowspan="7"|
| -
|-
|bgcolor="#dfdfdf"| '''2°'''
|bgcolor="#dfdfdf"| 74
| 3° (69)
|-
|bgcolor="#ffdf9f"| '''3°'''
|bgcolor="#ffdf9f"| 72
| 2° (71)
|-
|bgcolor="#dfffdf"| '''4°'''
|bgcolor="#dfffdf"| 71
| 3° (69)
|-
|bgcolor="#dfffdf"| '''5°'''
|bgcolor="#dfffdf"| 70
| 3° (69)
|-
|bgcolor="#dfffdf"| '''6°'''
|bgcolor="#dfffdf"| 69
| 4° (68)
|-
|bgcolor="#cfcfff"| '''≥6°'''
|bgcolor="#cfcfff"| 68
| 5° (67)
|-
|align="left" rowspan="5"| {{bandiera|UK}} [[James Hunt]]
|bgcolor="#ffffbf"| '''1°'''
|bgcolor="#ffffbf"| 74
| -
|-
|bgcolor="#dfdfdf"| '''2°'''
|bgcolor="#dfdfdf"| 71
| 4° (71)
|-
|bgcolor="#ffdf9f"| '''3°'''
|bgcolor="#ffdf9f"| 69
| 6° (69)
|-
|bgcolor="#dfffdf"| '''4°'''
|bgcolor="#dfffdf"| 68
| ≥6° (68)
|}
 
Da cattolico, con venature pagane, Montherlant vide nella [[Cattolicesimo|Chiesa romana]] l'erede ideale della [[Impero romano|tradizione imperiale]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/henri-de-montherlant_(Enciclopedia-Italiana)/ ''MONTHERLANT, Henri de''], in «[[Enciclopedia Italiana]]», Appendice I, Roma 1938, ''ad vocem''.</ref> Nella sua opera risentì molto degli scritti di [[Paul Adam]]<ref>{{cita libro|autore=Jean-François Domenget|titolo=Montherlant critique|capitolo=Sous la bannière de la droite|città=Genève|editore=Droz|anno=2003|p=40}}</ref>, [[Maurice Barrès]] (dal quale ereditò il culto dell'individualismo e della forza<ref name=lauro>{{Cita news|autore=Carlo Lauro|titolo=La coppia è un ingranaggio di avventure |pubblicazione=L'Indice dei libri del mese|anno= 2000|numero= 12|p=11|url=
La [[Scuderia Ferrari]] si era già, invece, aggiudicata la coppa costruttori al termine del [[Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est 1976|Gran Premio di Watkins Glen]], penultima prova del mondiale.
http://www.digibess.it/fedora/repository/lindicescarl:LINDICE-00187-0011}}</ref>), [[Paul Bourget]]<ref>{{fr}}{{cita news|autore=Henry de Montherlant|titolo=Charles Maurras|pubblicazione=Le Nouveau Mercure|data=n. 4, aprile 1923|pp=9-12}}</ref><ref>{{Cita|Pas|p. 69}}</ref>, [[André Gide]]; ma anche dell'influsso della grande tradizione religiosa del Seicento francese, da [[Jean Racine|Racine]] e [[Pierre Corneille|Corneille]] a [[Jacques Bénigne Bossuet|Bossuet]] – soprattutto per lo splendore magniloquente della sua prosa e per la statura grandiosa dei suoi personaggi –, di [[Marco Aurelio]] e [[Seneca]], dei poeti persiani [[Firdusi]], [[Saˁdi]], [[Hafez]], dei cinesi [[Li Bai]] e [[Du Fu]], della cultura giapponese dell'epoca [[Periodo Edo|Tokugawa]].<ref>{{cita web|titolo=Ce que je dois aux maîtres de l’Iran (I)|url=http://www.teheran.ir/spip.php?article287#gsc.tab=0}}</ref>
 
Non bastano tuttavia questi autori a spiegare interamente in Montherlant l'uomo e l'artista. Ad essi si aggiungono lo [[Stendhal]] dei cinici e risoluti [[eroi]], e [[Charles Maurras|Maurras]], evidente nella sua influenza quando Montherlant si dichiara cattolico di tradizione ma incredulo cattolico, per la difesa di un determinato ordine temporale ma anticristiano. Su tutto incombe l'ombra di [[Nietzsche]] e quella di [[Gabriele d'Annunzio]], che si spinse d'altra parte a complimentarsi con lui e a cui Montherlant rese ampiamente omaggio negli ultimi ''carnets''.<ref>«I miei due primi libri, ''La Relève du Matin'' e ''Le Songe'', sono addirittura impregnati del ''Fuoco'' fino all'intossicazione. Lo stesso si dica del capitolo finale dei ''Bestiaires''. Nelle ''Olympiques'' vi è l'influenza di un altro D'Annunzio. [...] D'Annunzio riappare nel ''Solstice de Juin''. [...] A partire dal ''Solstice'', l'influenza di D'Annunzio su me sparisce. Io scrivo, da allora, per il Teatro, e penso che nel Teatro bisogna rifuggire dalla poesia, come dal diavolo. Ma avevo subito quella influenza fino a quarantacinque anni!». {{Cita|Maurizio Serra|p. 211}}; {{cita news|autore=Henri de Montherlant|titolo= D'Annunzio ed io|pubblicazione=Il Giornale d'Italia|data=9-10 luglio 1963|p=3|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/ritagliostampa/BNCR_1968218/BNCR_1968218/1/original}}</ref><ref>{{Cita news|autore=[[Francesco Casnati]]|titolo=Montherlant|pubblicazione=Vita e Pensiero|data=febbraio 1952|p=91}}</ref>
===Aspetti tecnici===
La gara si tenne sul [[circuito del Fuji]] posto ai piedi della [[Monte Fuji|montagna]] più alta dell'arcipelago [[giappone]]se. Il tracciato, lungo 4,3&nbsp;km e che possedeva un rettifilo di 1,6&nbsp;km, il più lungo del mondiale, venne definito dai tecnici come simile a quello di [[Circuito di Anderstorp|Anderstorp]].<ref name=test>{{cita news|titolo=Incrocia la spada col "samurai" Hunt|data=20 ottobre 1976|accesso=25 marzo 2012|pubblicazione=[[Stampa Sera]]|pagina=2|autore=}}</ref> Il record sul giro apparteneva allo statunitense [[Mark Donohue]] che con una [[McLaren]] aveva ottenuto 1'16"81.<ref name=ven>{{cita news|titolo=Ferrari più veloce, Hunt è in crisi|data=23 ottobre 1976|accesso=27 marzo 2012|pagina=18|pubblicazione=[[La Stampa]]|autore=Giorgio Viglino}}</ref>
 
===Aspetti sportiviAvant-guerre===
{{Citazione|Scolaro, la mia famiglia mi assegnò un padre spirituale gesuita di destra al fine di controbilanciare l'influenza del collegio democristiano (di sinistra) in cui mi trovavo. Ciò ha influito nella mia vita facendomi di volta in volta apparire ambiguo ed equilibrato.|{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=La Marée du soir|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1972|pp=74-75}}}}
Per la prima volta una prova del [[Campionato mondiale di Formula 1]] si corse in [[Asia]]. La gara non venne definita ufficialmente ''Gran Premio del Giappone'' ma ''Campionato del mondo di Formula 1 in Giappone''. Ciò perché con tale nome era denominato un appuntamento della [[Formula 2000 giapponese Anno 1976|Formula 2000 giapponese]] di quell'anno. Si decise inizialmente di ammettere alla partenza solo 24 vetture, anche se poi ne partirono effettivamente 25.
 
Dal [[1932]] al [[1940]] visse l'avant-guerre dialetticamente. Rinunciò alla pubblicazione integrale della ''Rose de sable'', perché conteneva pagine a favore dei musulmani dell'Africa del Nord, quindi un atteggiamento critico nei riguardi della dominazione francese in Algeria («In guerra, negli stadi, avevo visto la violenza solo da pari a pari: violenza sana. Nel Nord Africa la vedo esercitata dal forte, dall'europeo, sul debole, sul nativo»<ref>{{cita libro|lingua=fr|titolo=Montherlant par lui-même|autore2=Henry de Montherlant|autore1=Pierre Sipriot
Vi era una interessante nota locale data da un piccolo gruppo di piloti partecipanti al [[Formula Nippon|campionato nipponico di F2000]], tutti all'esordio nel mondiale: [[Masami Kuwashima]] (inizialmente indicato quale pilota della [[RAM (automobilismo)|RAM]], che però non partecipò per le solite vicende giudiziarie) prese il posto di [[Warwick Brown]] alla [[Walter Wolf Racing|Wolf]]-[[Frank Williams Racing Cars|Williams]], [[Noritake Takahara]] (che aveva già partecipato al [[BRDC International Trophy 1974]] con la [[March]]) quello di [[Brett Lunger]] alla [[Surtees]], [[Kazuyoshi Hoshino]] trovò un ingaggio sulla [[Tyrrell]] della ''Heroes Racing'', mentre [[Masahiro Hasemi]] portò all'esordio la [[Kojima]]. Sulla vettura di Hoshino fecero il loro debutto nel mondiale le gomme [[Bridgestone]], mentre sulla Kojima vennero montati degli pneumatici [[Dunlop]], che tornava nel mondiale dopo 6 stagioni. Tra i costruttori si rivide, per l'ultima volta, la nipponica [[Maki]], con [[Tony Trimmer]] nuovamente alla guida. Non parteciparono alla trasferta in Giappone l'[[Ensign]], con Ickx infortunato, [[Otto Stuppacher]] e [[Henri Pescarolo]], mentre l'[[Hesketh]] iscrisse il solo Ertl.
|editore=Éditions du Seuil|città=Paris|anno=1966|p=101}}</ref>); inoltre l'autore non gradiva che il suo nome fosse associato alla categoria degli scrittori di [[sinistra (politica)|sinistra]].<ref name="Vin">{{cita|Vin|p. 103}}.</ref> Prese a collaborare a periodici di opposte tendenze politiche (''L'Echo de Paris'', ''Le Figaro'', ''L'Intransigeant'', ''Le Jour'', ''Candide'', ma anche ''Le Quotidien'', ''La Volonté'' e ''Marianne''). Si compiaceva nel ricordare che il suo ''Le Songe'' era stato ammirato da [[Benito Mussolini|Mussolini]] e [[Tomáš Masaryk|Masaryk]]; il ''Chant funèbre'' da [[Raymond Poincaré|Poincaré]] e [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]], ma anche da [[Romain Rolland]] e [[Emile Vandervelde|Vandervelde]].<ref>{{Cita libro|titolo=Un écrivain dans le siècle: Henry de Montherlant|autore=Jean-Louis Garetvt
Éditions des Écrivains|città=Paris|anno=1999|p=86}}</ref> Rifiutò premi non compatibili con alcune sue convinzioni, versandone l'ammontare equamente a soldati francesi e marocchini perché, per quanto nemici, «avevano fatto ugualmente il loro dovere»; firmò manifesti pro russi bianchi e rossi; ruppe il secondo fidanzamento nel [[1934]], dopo averne rotto un altro dieci anni prima.
 
Pur non aderendo alle battaglie portate avanti dagli intellettuali vicini all'[[Action française]], sembrò risentirne in alcune dichiarazioni (ma non condivideva né lo spirito [[Germania|germanofobo]] né il «nationalisme attentiste»<ref>{{Cita|Vin|p. 99}}.</ref>) nelle quali si scagliò contro la democrazia e il pacifismo, ritenuti tra le cause della mancanza di qualità e dell'onore nella Francia contemporanea. In una intervista rilasciata al quotidiano algerino ''Oran-Matin'', pose a confronto l'efficacia delle misure di governo della Germania con la politica di ''sabotage'' della vita morale e dei regimi economico e sociale condotta dall'élite francese.<ref>''Oran-Matin'', 26 marzo 1933. {{Cita|Vin|p. 90-91}}.</ref>
Lauda, qualche giorno prima della gara, chiese di poter testare il circuito, a lui sconosciuto, ma gli venne concesso solo di provarlo con una vettura stradale,<ref name=test/> anche se al sabato della settimana precedente la gara il tracciato venne testato da [[McLaren]] e [[Fittipaldi Automotive|Copersucar-Fittipaldi]].<ref name=mass>{{cita news|titolo=I piloti sono per Lauda|data=21 ottobre 1976|accesso=27 marzo 2012|pubblicazione=[[Stampa Sera]]|autore=Giorgio Viglino|pagina=11}}</ref>
 
L'8 maggio [[1933]], sbarcato dall'Algeria, incontrò [[Roger Martin du Gard|Martin du Gard]] con il quale commentò l'ascesa dei [[NSDAP|nazionalsocialisti]]: «Mi sono sempre rifiutato di andare in Germania dopo questa guerra; eppure ero persuaso che la vita nuova... sì, che la vita era lì. Oggi non voglio andarci perché, in questo momento, mi piacerebbe troppo».<ref>{{Cita libro|autore=Roberto Calasso|capitolo=La società viennese del gas|titolo=L'innominabile attuale|città=Milano|editore=Adelphi Editore|anno=2017|p=56|url=https://books.google.it/books?id=xec2DwAAQBAJ&lpg=PT56&dq=inauthor%3A%22roberto%20calasso%22%20montherlant&hl=it&pg=PT56#v=onepage&q&f=false}}</ref>
==Qualifiche==
===Resoconto===
Nella prima giornata di prove il miglior tempo fu di [[Mario Andretti]] su [[Team Lotus|Lotus]] in 1'13"74, davanti a [[José Carlos Pace|Carlos Pace]] e [[Clay Regazzoni]]. Il migliore dei piloti di casa fu [[Masahiro Hasemi]] su [[Kojima]] che ottenne il quarto tempo nella prima sessione, e l'ottavo al termine della giornata di prove. Il giapponese nella seconda sessione fu autore di un'uscita di pista che rovinò il telaio e costrinse a sospendere le prove. Lauda chiuse col quinto tempo, mentre il suo avversario diretto Hunt col sesto, a soli due centesimi dal tempo dell'austriaco.<ref>{{cita news|titolo=Andretti, miglior tempo|data=23 ottobre 1976|accesso=27 marzo 2012|pagina=18|pubblicazione=[[La Stampa]]|autore=}}</ref> Anche Hunt però fu autore di un testacoda con conseguente uscita di pista.<ref name=ven/>
 
Nel [[1935]] firmò, più per solidarietà verso gli indigeni che per convinzione politica<ref>{{Cita|Maurizio Serra|p. 214}}.</ref>, un manifesto che criticava il [[colonialismo]] in genere e la politica coloniale dell'Italia in [[Etiopia]]. Critico verso lo schieramento capeggiato dai franchisti durante la [[guerra civile spagnola]], rifiutò tuttavia l'invito di [[Louis Aragon]] a nome del governo spagnolo a recarsi a Barcellona per una conferenza, «presentendo – scrive nei ''Carnets'' – che una volta laggiù mi farebbero fare un giro nelle trincee, e allora sarebbe più forte di me, prenderei un fucile e ci resterei».<ref>{{Cita|Luigi Bàccolo|p. 187}}.</ref> Nel [[1938]] pubblicò ''L'Equinoxe de septembre'', contro la [[Conferenza e accordo di Monaco|pace di Monaco]] e il pacifismo francese, in cui accusò i suoi compatrioti di opporre alla «morale leonina» degli [[totalitarismo|Stati totalitari]] una morale da «provinciali»<ref>{{es}}{{Cita libro|titolo=Literatura y espiritualidad|autore=Ignacio Elizalde|editore=España|anno=1983|p=420|url=https://books.google.it/books?id=cv4KAAAAIAAJ&q=%22oponer+a+la+moral+leonina+de+los+Estados+totalitarios%22&dq=%22oponer+a+la+moral+leonina+de+los+Estados+totalitarios%22&hl=it&sa=X&redir_esc=y}}</ref>. La storica inimicizia tra Francia e Germania avrebbe dovuto risolversi, in modo cavalleresco<ref>{{Cita|Vin|p. 114}}.</ref>, sul campo di battaglia. Montherlant parlava di una guerra «onorevole» contro l'«onorevole» nemico tedesco; «l'élite tedesca, affermò, aveva salvato la Germania dalle conseguenze della sua sconfitta».<ref>{{cita libro|titolo=La crise de l'humanisme: 1914-1939|autore=Micheline Tison-Braun|città=Paris|editore=Nizet|anno=1967|p=342}}</ref> La [[Francia]] stava disertando la guerra, minata dall'«étranger de l'intérieur», da un nemico interno; si trattava di uno dei temi [[Affaire Dreyfus|anti-dreyfusard]] per eccellenza propagandati dall'[[Action française]].<ref>{{cita libro|autore=Jean-François Domenget|capitolo=Sous la bannière de la droite|titolo=Montherlant critique|città=Genève|editore=Droz|anno=2003|p=43}}</ref> Nel [[1940]], inabile al servizio militare, si fece inviare come corrispondente di guerra del settimanale ''Marianne'' in [[Oise|Oise-et-Aisne]], dove fu ferito leggermente da una bomba.<ref>{{Cita|Nic|p. 440}}</ref>
[[Masami Kuwashima]], dopo gli scarsi risultati nelle prove del venerdì e il mancato palesarsi degli sponsor che avrebbero dovuto sostenerlo, venne sostituito alla [[Walter Wolf Racing|Wolf]] [[Frank Williams Racing Cars|Williams]] dall'austriaco [[Hans Binder]]. Binder aveva fatto il suo esordio nel mondiale con l'[[Ensign]] nel [[Gran Premio d'Austria 1976|Gran Premio d'Austria]].
 
Scrisse inoltre per il teatro, specie dopo la [[seconda guerra mondiale]], pubblicando opere come ''La reine morte'' ([[1934]]), ''Pasiphaë'' ([[1949]]), ''Malatesta'' ([[1950]]) e la trilogia - segnata da un rigorismo di derivazione [[giansenismo|giansenista]]<ref>{{Cita web|titolo=Montherlant, Henry Millon de|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/henry-millon-de-montherlant/|sito=Enciclopedia on line [http://www.treccani.it Treccani.it]|editore=[[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]]}}</ref> - dei «drammi sacri»; ovvero: ''[[Il gran maestro di Santiago|Le Maître de Santiago]]'' ([[1947]]), ''[[La città che ha per principe un ragazzo|La ville dont le prince est un enfant]]'' ([[1951]]), ''[[Port-Royal (Montherlant)|Port-Royal]]'' ([[1954]]).
Andretti si confermò il più rapido anche nella seconda giornata di prove. Conquistò così la seconda ''pole'' nel mondiale, dopo otto anni da quella segnata nel [[Gran Premio degli Stati Uniti 1968]]. Questo periodo così lungo che intercorse tra le due ''pole'' rappresenta un record assoluto in termini di anni, mentre in termini di gran premi (107) venne eguagliata da [[Giancarlo Fisichella]] nel {{F1|2005}}.<ref>{{cita web|url=http://it.f1-facts.com/statistiche/lacune_nelle_carriere/piloti/poli/|titolo=lacuna-pole|accesso=27 marzo 2012|editore=it.f1-facts.com}}</ref> Per la [[Team Lotus|Lotus]] fu la ''pole'' 68, la prima dopo il [[Gran Premio d'Argentina 1974]]. In prima fila si posizionò Hunt, che precedette Lauda e [[John Watson (automobilismo)|John Watson]]. Brambilla venne penalizzato dalla rottura del propulsore, mentre Regazzoni si trovò a utilizzare le gomme scartate da Lauda. [[Arturo Merzario]] fu colpito da una foratura in pieno rettilineo, ma fu capace di governare la sua vettura. Incidente anche per l'altra [[Walter Wolf Racing|Wolf]] [[Frank Williams Racing Cars|Williams]] di [[Hans Binder]]. L'unico non qualificato fu [[Tony Trimmer]] su [[Maki]].<ref>{{cita news|titolo=Andretti, Lotus tra i due rivali|data=24 ottobre 1976|accesso=27 marzo 2012|pagina=19|pubblicazione=[[La Stampa]]|autore=Ercole Colombo}}</ref>
 
Tra gli ultimi eredi del [[decadentismo]] europeo, Montherlant unì il gusto estetizzante del passato a una vena di inquieto [[moralismo]], che lo portò sia nei romanzi che nel teatro a scrutare il dramma di anime belle e tormentate, superiori alla comune umanità: nei suoi romanzi, in particolare, amava ritrarre personaggi eroici e moralmente perfetti.
===Risultati===
Nella sessione di qualifica<ref>[http://www.statsf1.com/fr/1976/japon/qualification.aspx Sessione di qualifica]</ref> si è avuta questa situazione:
 
Questo culto per l'[[eroismo]] lo portò a pubblicare nel [[1941]], su ''[[Le Gerbe]]'' e sulla ''[[Nouvelle Revue Française]]'' diretta da [[Pierre Drieu La Rochelle]], ''Le solstice de Juin''; un saggio in cui esprimeva la sua ammirazione per l'esercito [[Germania|tedesco]], dichiarava che la Francia era stata giustamente sconfitta e conquistata<ref>{{Cita|Loc}}.</ref> e auspicava che i [[Germania nazista|tedeschi]] (eredi ideali di [[Licinio]]) giungessero a far sventolare la «[[Svastica|ruota solare]]» su Notre-Dame per instaurare un nuovo ordine.<ref name=lauro/><ref>Nella «ruota solare» l'autore vide però, secondo una sua personale interpretazione, un simbolo di uno dei concetti chiave che caratterizzarono sia la sua vita sia le sue opere: e cioè l'alternanza. Tutto ciò che esiste è, per l'autore, «sottomesso all'alternanza. Chi lo comprende ha compreso tutto. Gli antichi Greci ne sono impregnati. E sembra che la Cina antica assunse come emblema il drago dalla coda oscillante, per testimoniare tale principio. La natura avanza di contrario in contrario. Nell'uomo, quel segreto piacere che egli prova a "rinnegarsi", che non è niente altro che portare alla luce le parti di se stesso che prima soffocava, è il piacere di sentire il proprio accordo profondo con l'ordine delle cose». {{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Il solstizio di giugno|traduttore= Claudio Vinti|editore=Akropolis|città=Napoli|anno=1983|p=195}}</ref>
{| class="wikitable sortable" style="font-size: 100%"
! Pos
! Nº
! Pilota
! Costruttore
! Tempo
! Griglia
|-
!1
|5
|{{bandiera|USA}} [[Mario Andretti]]
|{{bandiera|UK}} [[Team Lotus|Lotus]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
|'''1'12"77'''
|1
|-
!2
|11
|{{bandiera|UK}} [[James Hunt]]
|{{bandiera|UK}} [[McLaren]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
|1'12"80
|2
|-
!3
|1
|{{bandiera|AUT}} [[Niki Lauda]]
|{{bandiera|ITA}} [[Scuderia Ferrari|Ferrari]]
|1'13"08
|3
|-
!4
|28
|{{bandiera|UK}} [[John Watson (automobilismo)|John Watson]]
|{{bandiera|USA}} [[Penske]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
|1'13"29
|4
|-
!5
|3
|[[File:Flag of South Africa 1928-1994.svg|20px]] [[Jody Scheckter]]
|{{bandiera|UK}} [[Tyrrell]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
|1'13"31
|5
|-
!6
|8
|{{bandiera|BRA}} [[José Carlos Pace|Carlos Pace]]
|{{bandiera|UK}} [[Brabham]]-[[Alfa Romeo (Formula 1)|Alfa Romeo]]
|1'13"43
|6
|-
!7
|2
|{{bandiera|SUI}} [[Clay Regazzoni]]
|{{bandiera|ITA}} [[Scuderia Ferrari|Ferrari]]
|1'13"64
|7
|-
!8
|9
|{{bandiera|ITA}} [[Vittorio Brambilla]]
|{{bandiera|UK}} [[March]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
|1'13"72
|8
|-
!9
|10
|{{bandiera|SWE}} [[Ronnie Peterson]]
|{{bandiera|UK}} [[March]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
|1'13"85
|9
|-
!10
|51
|{{bandiera|JPN}} [[Masahiro Hasemi]]
|{{bandiera|JPN}} [[Kojima]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
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|10
|-
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|26
|{{bandiera|FRA}} [[Jacques Laffite]]
|{{bandiera|FRA}} [[Ligier]]-[[Matra]]
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|11
|-
!12
|12
|{{bandiera|GER}} [[Jochen Mass]]
|{{bandiera|UK}} [[McLaren]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
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|12
|-
!13
|4
|{{bandiera|FRA}} [[Patrick Depailler]]
|{{bandiera|UK}} [[Tyrrell]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
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|13
|-
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|16
|{{bandiera|UK}} [[Tom Pryce]]
|{{bandiera|UK}} [[Shadow]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
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|14
|-
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|17
|{{bandiera|FRA}} [[Jean-Pierre Jarier]]
|{{bandiera|UK}} [[Shadow]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
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|15
|-
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|6
|{{bandiera|SWE}} [[Gunnar Nilsson]]
|{{bandiera|UK}} [[Team Lotus|Lotus]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
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|16
|-
!17
|7
|{{bandiera|AUS}} [[Larry Perkins]]
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|17
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|{{bandiera|GER}} [[Hans-Joachim Stuck]]
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|1'14"38
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|-
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|20
|{{bandiera|ITA}} [[Arturo Merzario]]
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|-
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|19
|{{bandiera|AUS}} [[Alan Jones (pilota automobilistico)|Alan Jones]]
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|52
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|-
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|24
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|{{bandiera|BRA}} [[Emerson Fittipaldi]]
|{{bandiera|BRA}} [[Fittipaldi Automotive|Fittipaldi]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
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|-
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|18
|{{bandiera|JPN}} [[Noritake Takahara]]
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|-
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|NP<ref name=kuwashima>[[Masami Kuwashima]] venne sostituito da [[Hans Binder]] alla [[Walter Wolf Racing|Wolf]] [[Frank Williams Racing Cars|Williams]] dopo la prima giornata di prove.</ref>
|-
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|}
 
In quest'opera riprendeva anche alcune argomentazioni già affrontate in precedenza (in ''Chant funèbre pour les morts de Verdun'', ''L'Exil'' e ''L'Equinoxe de septembre'') come l'impossibilità di bandire la [[guerra]] dalla vita umana in quanto connaturata a quest'ultima.<ref name=vin58>{{Cita|Vin|p. 58}}</ref>
==Gara==
===Resoconto===
La domenica una forte pioggia colpì il circuito; le nuvole basse provocavano diversi problemi anche con la visibilità. Vennero effettuati inoltre dei lavori sulla pista per migliorare il drenaggio.
 
Il libro non piacque però ai tedeschi che ne vietarono la circolazione in Francia, anche se per sole tre settimane. In Belgio e in Olanda, l'interdizione durò fino alla fine della guerra. Tuttavia, [[André Gide]] accusò l'autore di ''désinvolture'' e nel dopoguerra [[André Rousseaux]] lo attaccò violentemente in un articolo, per «sottomissione al nemico»; nel 1962 [[Philippe Soupault]] e [[Robert Kanters]] istituirono una sorta di processo contro di lui sul settimanale ''Arts''.<ref>{{Cita|Vin|pp. 95-97}}.</ref>
La commissione piloti (formata da Lauda, Hunt, Jarier, Fittipaldi e Pace) si dichiarò contraria all'effettuazione della gara (di parere diverso furono solo [[Hans-Joachim Stuck]], [[Vittorio Brambilla]] e i piloti di casa)<ref name=vigl2/> ma [[Bernie Ecclestone]] e gli organizzatori, convisero a posticipare di due ore la partenza del gran premio, nella speranza di un miglioramento delle condizioni atmosferiche. Alle 13:30, ora prefissata per la partenza, solo alcune vetture svolsero dei giri molto lenti per testare la situazione della pista. [[Tom Pryce]], della [[Shadow]], venne incaricato dagli altri colleghi di studiare il tracciato. Al termine della sua perlustrazione affermò l'impossibilità di effettuare la gara.<ref name=vigl2/>
 
===Gli anni del dopoguerra===
Venne prospettata l'ipotesi che la gara non venga considerata valida per il mondiale, così come di posticiparla al giorno seguente o di annullarla e chiudere il campionato mondiale con una gara da disputarsi nel [[1977]].<ref name=vigl2>{{Cita news|lingua=|autore=Giorgio Viglino|url=|titolo=Una folle gara sotto l'acqua|pubblicazione=[[Stampa Sera]]|giorno=25|mese=10|anno=1976|pagina=17|numero=|accesso=29 novembre 2010|cid=}}</ref>
{{quote|Sai qual è la più grande forza che ci sia al mondo? L'indifferenza. Con l'indifferenza io non muoio vinto.|da ''Il caos e la notte''<ref name=brullo>Davide Brullo, [http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/montherlant-nobile-forza-torero-indifferente-1364321.html ''Montherlant: la nobile forza di un "torero" indifferente'']</ref>}}
Accusato di [[Collaborazionismo in Francia|collaborazionismo]]<ref>[[Eugenio Di Rienzo]], [http://www.ilgiornale.it/news/resistenti-indifferenti-e-collab-l-intellighenzia-francese.html ''Resistenti, indifferenti e «collabò» L'intellighenzia francese sotto Hitler''], ''[[Il Giornale|il Giornale.it]]'', 31 agosto 2011.</ref><ref>{{cita news|autore=Pierre Vial|url=http://www.centrostudilaruna.it/jean-giono-e-%e2%80%9cle-chant-du-monde%e2%80%9d.html|titolo=Jean Giono e "Le Chant du Mond"|pubblicazione=Centro Studi La Runa|data=10 dicembre 2009}}</ref>, finito sulla lista di proscrizione<ref>{{Cita|Pas|p. 68}}.</ref>, nel dopoguerra gli fu proibito di pubblicare per un anno. L'adesione dello scrittore al governo del Maréchal [[Philippe Pétain|Pétain]] fu essenzialmente «morale» e «spirituale»<ref name="Vin" /><ref>{{cita news|autore=Paul Gentizon|titolo=Ai miei amici italiani. Sguardi sulla Francia: La casa capovolta|pubblicazione=Corriere della Sera|data=a. 69, n. 244, 12 ottobre 1944|p=1}}</ref>; a Pétain lo legava l'aver preso parte, in qualità di segretario generale, alle operazioni di allestimento dell'[[Ossario di Douaumont]], ma non ebbe incarichi attivi nel regime come altri, ad esempio [[Robert Brasillach]], e difficili furono i suoi rapporti con [[Louis-Ferdinand Céline]].<ref>{{Cita|Vin|p. 105}}</ref>
 
Non mancheranno critiche dell'autore al regime di Pétain, soprattutto in merito all'educazione dei giovani: Montherlant ritenne degradanti la produzione cinematografica (il suo giudizio sul cinema fu in generale negativo: definì il cinematografo «fogna del XX secolo» e [[Charlie Chaplin]] «un mediocre pagliaccio di cinema»<ref>{{Cita libro|titolo=Chapliniana: Chaplin e la critica|città=Bari|editore=Laterza|anno=1979|p=100}}</ref>), le riviste e le trasmissioni radiofoniche e detestabile l'istituzione della ''Loterie Nationale''.<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Abrami|titolo=A colloquio con Montherlant|pubblicazione=Il Popolo|data=26 ottobre 1963|p=5|url=http://digital.sturzo.it/spogliogenerale/1963/19631026/20/5/acoll}}</ref> In linea con la politica famigliare del regime fu invece la seguente dichiarazione rilasciata a ''Radio-Jeunesse'': «Con le signorine farò in fretta: quando avrò detto loro "tenete in ordine la casa, fate la cucina, dei figli e l'amore", avrò detto loro tutto».<ref>{{Cita libro|autore=Maurizio Serra|titolo=Una cultura dell'autorità: la Francia di Vichy|città=Bari|editore=Laterza|anno=1980|p=118}}</ref> Ma le critiche non riguardarono mai la politica estera; egli si limitò a denunciare gli stessi mali che avevano condotto alla disfatta della [[Terza Repubblica]], invocando misure da parte del regime.<ref>{{Cita|Vin|p. 105}}.</ref>
Si decise alla fine, di far disputare la gara, con partenza alle 15:09,<ref name=vigl2/> circa un'ora e mezza dopo quanto prefissato, sulla metà dei giri inizialmente previsti, a meno che le condizioni del tempo non fossero migliorate durante la gara.
 
Nella [[Campagna di Francia|Parigi occupata]] dai nazisti svolse un ruolo di mediatore tra la cultura francese e quella tedesca e collaborò con il ''Deutschland-Frank-reich'', l'annuario edito dall'Istituto tedesco di Parigi.<ref>{{Cita libro|autore=Ernst Jünger, Antonio Gnoli, Franco Volpi|titolo=I prossimi titani: conversazioni con Ernst Jünger|editore=Adelphi|città=Milano|anno=1997|p=94}}</ref> L'invito alla collaborazione con il nemico è stato individuato in un passaggio del ''Solstice de juin'' in cui Montherlant afferma che si deve «fare tutto ciò che è necessario per annientare l'avversario. Ma una volta che questi ha dimostrato di avere in mano la partita, allearsi con lo stesso spirito con lui».<ref>{{Cita|Luigi Bàccolo|p. 190}}; {{Cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Il solstizio di giugno|traduttore=Claudio Vinti|città=Napoli|editore=Akropolis|anno=1983|p=183}}</ref> In una conferenza del Comité France-Allemagne, introducendo l'ambasciatore tedesco [[Otto Abetz]]<ref name=serra216>{{Cita|Maurizio Serra|p. 216}}.</ref>, ribadì quanto aveva già affermato nel 1929 in una allocuzione agli studenti tedeschi sulla ''Europäische Revue'': ossia il rispetto del nemico secondo un codice dei [[samurai]] del [[XVI secolo]].<ref>{{Cita|Vin|p. 94}}.</ref> Durante gli anni di Vichy fu rappresentata in serata di gala alla [[Comédie-Française]], davanti ad una sala occupata in massima parte da ufficiali della [[Wehrmacht]], la [[dramma|pièce]] ''La reine morte'', diretta da [[Jean-Louis Vaudoyer]], che raccolse consensi da parte di [[Pierre Drieu La Rochelle]] e [[Lucien Rebatet]].<ref>{{Cita libro|autore=Mary Ann Frese Witt|titolo=The Search for Modern Tragedy: Aesthetic Fascism in Italy and France|città=New York|editore=Cornell University Press|anno=2001|p=206|url=https://books.google.it/books?id=x7AMFccO-IcC&lpg=PA206&dq=%22Rebatet%22%20reine%20morte&hl=it&pg=PA206#v=onepage&q&f=true}}</ref> Tuttavia l'opera conteneva riflessioni amare, ma non golliste, che la censura tedesca non scoprì. Nel marzo [[1944]] lo scrittore subì anche una perquisizione da parte della Gestapo nella sua abitazione, ma senza conseguenze.<ref>{{Cita|Pas|pp. 73-74}}.</ref>
[[James Hunt]] partì in testa seguito da [[John Watson (automobilismo)|John Watson]], [[Mario Andretti]], [[Jody Scheckter]], [[Vittorio Brambilla]] e [[Clay Regazzoni]]; [[Kazuyoshi Hoshino]] su una [[Tyrrell]] del team locale '' Heroes Racing'', che montava gomme Bridgestone era ottavo, mentre l'altro contendente al titolo, [[Niki Lauda]] era decimo. Al secondo giro Lauda rientrò ai box per ritirarsi: le condizioni della pista, per il pilota austriaco, erano troppo pericolose per gareggiare. [[Mauro Forghieri]], tecnico della [[Scuderia Ferrari]] gli propose di dare la colpa ad un problema elettrico, ma Lauda preferì prendersi la responsabilità del ritiro.<ref name=vigl>{{cita news|titolo=Niki Lauda getta la spugna|data=25 ottobre 1976|accesso=29 marzo 2012|pagina=11|pubblicazione=[[Stampa Sera]]|autore=Giorgio Viglino}}</ref> A Hunt, quel punto, bastava arrivare quarto (sempre che la gara non fosse stata fermata troppo presto attribuendo così solo la metà dei punti previsti): avrebbe gli stessi punti di Lauda ma avrebbe vinto per un numero maggiore di vittorie (6 per l'inglese, 5 per Lauda).
 
Nel dopoguerra, nel rispondere alle accuse di collaborazionismo, Montherlant sostenne che la libertà di espressione sulla stampa collaborazionista era così grande da consentirgli anche di esprimere idee opposte alla politica del regime. Tra gli articoli critici verso la dominazione tedesca l'autore indicò ''Redevenons une insolente nation'' e un articolo sui moralisti persiani; a proposito del quale Montherlant affermò che nulla vi è di più contrario al [[nazionalsocialismo]] della morale e della civiltà persiana del Medioevo. Ribadì, tuttavia, il proprio rispetto verso l'avversario.<ref>In un articolo scritto in occasione della morte del suo traduttore per il tedesco, lo storico Karl-Heinz Bremer, raccolto in volume nel [[1943]] in Belgio, scrisse: «Un giorno i nugoli (le ideologie) che riempiono il cielo al di sopra di coloro che combattono si riuniranno. E saranno solamente uno. Poi questo nugolo si dissiperà. Di questi corpi e di questi nugoli, resterà solamente un orribile distillato di reminiscenze vaghe: Cesare era per la libertà ed il Papa era ghibellino. Non c'è nulla di duraturo che lo svanire delle cose». In altri termini, sotto l'occupazione tedesca, Montherlant sostenne che la morte dei combattenti tedeschi era una morte inutile. I tedeschi accettarono questa indipendenza di atteggiamento. Tuttavia, dopo tale articolo, nove suoi articoli su dieci furono vietati dalla censura. {{cita libro|titoloTextes sous une occupation, 1940-1944|autore=Henry de Montherlant|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1953|p=151}}</ref>
Anche [[Emerson Fittipaldi]], [[José Carlos Pace|Carlos Pace]] e [[Larry Perkins]] abbandonarono volontariamente per le condizioni meteorologiche. Nei primi giri [[Vittorio Brambilla]] conquistò diverse posizioni. Era già secondo al terzo giro, dopo aver superato Scheckter e Andretti. Successivamente l'italiano della [[March]] fu costretto da una fortura a fermarsi ai box, ripartendo ottavo. Anche il giapponese Hoshino risalì terzo posto superando Scheckter al giro 10, favorito dagli pneumatici.
 
Affascinato dalla figura di [[Sigismondo Pandolfo Malatesta|Sigismondo Malatesta]], al quale si sentiva unito da un fantasioso legame di sangue<ref>«[...] ho accolto un giorno la notizia che, se nel latte è contenuto il sangue, in me c'era qualche goccia di sangue malatestiano, dal momento che un'amica di mia madre, che mi allattò, discendeva dai Malatesta». {{Cita news|autore=H. de Montherlant|titolo=Il Malatesta di Montherlant|pubblicazione=Il Resto del Carlino|data=28 luglio 1969|p=3}}</ref>, nel [[1950]] fece mettere in scena il dramma in quattro atti ''Malatesta'', che ripercorreva gli ultimi mesi di vita, dal giugno all'ottobre 1468, del condottiero e signore di Rimini. L'opera fu rappresentata eccezionalmente a Rimini, all'anfiteatro romano di Lecce, a Pescara, a Fano (che fu tra i possedimenti di Malatesta) e al Teatro Romano di Gubbio.<ref>{{Cita libro|autore=H. de Montherlant|capitolo=Malatesta chez Malatesta|titolo=La tragédie sans masque|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1972|p=74}}</ref>
Brambilla recuperò rapidamente diverse posizioni, superando Mass, [[Patrick Depailler]] e Regazzoni poi Scheckter e Hoshino e al 14esimo giro fu di nuovo terzo. Il monzese superò poi [[Mario Andretti]], tanto da attaccare [[James Hunt]] per il primo posto. Brambilla riuscì a passarlo ma subito dopo perse la testa della gara per un testacoda.
 
Inquadrabile nel contesto dell'[[anarchismo]] di destra<ref>{{Cita|Vin|p. 98}}</ref> o del [[Rivoluzione conservatrice|radicalismo]] politico<ref>{{Cita|Sip|p. 251}}</ref>, estraneo ai movimenti politici o d'avanguardia e lontano dalla vita mondana della capitale, Montherlant fu vivacemente contestato per le sue posizioni conservatrici durante una rappresentazione del ''Cardinale di Spagna'' ([[1960]]) alla Comédie-Française. Più che di vero conservatorismo, per Montherlant, si può parlare di un superbo, anche se anacronistico, tentativo di riportare nelle lettere francesi, in piena civiltà di massa e letteratura sperimentale, lo splendore della tradizione.
Jochen Mass e Patrick Depailler rinvennero dall retrovie, superando prima Andretti e poi Brambilla. Smise di piovere così venne deciso di completare tutti i giri previsti (73). Al giro 27 Hoshino fu costretto al ritiro. Le sue gomme erano ormai consunte, e l'assenza di un treno di ricambio lo costrinse a fermarsi
 
[[File:Henry de Montherlant - statue.jpg|thumb|Henry de Montherlant fra le statue antiche nell'appartamento sul Quai Voltaire, Parigi.]]
Watson ruppe il motore della sua [[Penske]], Mass compì un'uscita di pista mente Pryce s'installò al terzo posto, dopo aver passato in pochissimi giri lo stesso Watson, Andretti e Brambilla. Brambilla e Pryce si fermarono poco dopo, per guai tecnici.
Nel [[1963]] pubblicò, con discreto successo, ''[[Il caos e la notte]]''; un ritratto, in parte grottesco, di un anarchico spagnolo incapace di approdare ad alcun significato universale; una critica sia del [[comunismo]] che della società [[statunitense]], ma anche della Chiesa cattolica e della Spagna franchista, soprattutto per la sua compromissione con gli Stati Uniti.<ref>«In Spagna come in Francia, e certamente anche altrove, delle cose per se stesse buone e impiantate da gran tempo nel paese, venivano soppresse con un tratto di penna, perché urtavano i turisti americani e Dio sa che turisti! Dio sa quali esemplari di umanità superiore! Don Celestino era mortificato per tanta insulsaggine internazionale». {{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Il caos e la notte|città=Milano|editore=Club degli editori|anno=1966}}</ref><ref name=debella>{{Cita news|autore=Nino De Bella|titolo=Montherlant tra il caos e la notte|pubblicazione=La parola e il libro|data=a. 49, maggio 1966}}</ref>
 
Appassionato di storia [[Roma antica|romana]], nel [[1965]] fece rappresentare a Parigi il dramma ''La Guerre civile'', la cui trama è imperniata sulla fase conclusiva del duello tra [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]]. Allo scrittore interessano non le alterne vicende belliche, bensì il conflitto fra le ambizioni rivali dei due aspiranti alla supremazia entro lo Stato romano. Nel dramma tale contrasto di idee e di programmi anima il dialogo tra Pompeo e [[Marco Porcio Catone Uticense|Catone]], uniti soltanto nell'avversione a Cesare che non figura sulla scena, ma la domina ed è presente come un incubo minaccioso.<ref>{{cita news|autore=[[Pietro De Francisci]]|titolo=La guerra civile|pubblicazione=Il Tempo|numero=78|data=20 marzo 1965|p=3}}</ref> Nel 1970 pubblicò ''Le Treizième César'', una raccolta di saggi composti fra il 1955 e il 1970 e consacrati a Roma antica. Nell'ultimo saggio, l'età del tredicesimo Cesare – che secondo l'autore si potrebbe chiamare anche «Progrès»<ref>{{Cita|Lettere a Luigi Bàccolo|p. 170}}.</ref> – egli condanna amaramente l'epoca contemporanea.
Guidava [[James Hunt]], davanti a [[Patrick Depailler]], terzo [[Mario Andretti]], poi Mass, Alan Jones con la Surtees e Nilsson. Hunt, in crisi con le coperture, decise di rallentare, venendo superato da Depailler e Andretti, tanto che il quarto posto era sufficiente per guadagnare il titolo 1976. Depailler forò, passò così in testa Andretti. Anche Hunt forò e fu costretto ad un cambio gomme a soli 4 giri dal termine. Hunt ripartì solo quinto ora, ma nel corso degli ultimi giri l'inglese superò prima Jones poi Regazzoni. Ci furono polemiche per la scarsa grinta che il ticinese mette nel bloccare Hunt, ma vi era da considerare che Regazzoni era rimasto senza informazioni e che l'esperimento del collegamento radio coi box, effettuato a Fiorano qualche settimana prima, non era stato poi portato in gara.
 
Esteta armato, «[[anarca]]» – [[Ernst Jünger]] vedrà nella prefazione di ''Service inutile'' il Montherlant più vicino al prototipo dell'«anarca»<ref name=serra216/>–, la sua vita fu segnata da uno spirito di profondo anticonformismo, che lo portò nella vita come nell'arte, a sdegnare ogni forma di convenzione in contrasto con le proprie convinzioni.<ref>{{Cita libro|autore=Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani|capitolo=La narrativa in Francia|titolo=La scrittura e l'interpretazione : storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea : Dall'ermetismo al postmoderno (dal 1925 ai giorni nostri). Tomo primo|città= Palermo|editore=Palumbo|anno=1997|p=502}}</ref>
Primo fu [[Mario Andretti]], 5 anni dopo la vittoria di [[Gran Premio del Sudafrica 1971|Kyalami]] nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1971|1971]], la Lotus fu di nuovo sul primo gradino del podio dopo 2 anni e ben 31 gran premi. Il giro più veloce venne inizialmente attribuito a [[Masahiro Hasemi]] sulla vettura giapponese [[Kojima]]. La cosa fu controversa in quanto nel giro nel quale il nipponico avrebbe fatto il giro più rapido è stato superato da tre vetture. Nei giorni successivi al gran premio gli organizzatori diffusero un comunicato che assegnava il giro più veloce a [[Jacques Laffite]] con un tempo di 1'19"97 al 70º giro. Questo comunicato fu ripreso dalla [[Japan Automobile Federation]] (JAF). La correzione non fu però resa nota all'estero e ancora oggi viene assegnato ad Hasemi il giro più veloce anche dal sito ufficiale della Formula 1.<ref>{{Citation
|author=i-dea archives|title='76 F1イン・ジャパン (1976 F1 World Championship in Japan)|url=http://as-web.jp/race100sen/issue_info.php?no=18|series=AUTO SPORT Archives 日本の名レース100選 (The 100 Best races in Japan)|volume=Vol. 001|date=01/14/06|year=2006|month=January|publisher=San-eishobo Publishing Co.,Ltd.|language=Japanese|isbn=978-4-7796-0007-4|page=77}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.jaf.or.jp/CGI/msports/results/n-race/detail-result.cgi?race_id=2939|titolo=
Motorsport competition results: 1976 F1 World Championship in Japan|accesso=17 dicembre 2010|lingua=Japanese |editore=[[Japan Automobile Federation]] }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.nikkansports.com/ns/sports/motor/japan_gp/history/japan-1976.html|titolo=
Archive: 1976 F1 World Championship in Japan|data=25-101976|accesso=17 dicembre 2010|lingua=Japanese |editore=[[Nikkan Sports|Nikkan Sports News]] }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.formula1.com/results/season/1976/457/|titolo=
1976 Japanese Grand Prix|data=|accesso=17 dicembre 2010|editore=Formula One Administration Ltd|lingua=en }}</ref>
 
Quando fu eletto nell'[[Académie française]] – di cui fu membro dal [[1960]] al [[1972]] –, senza aver proposto come da consuetudine la propria candidatura<ref>{{Cita news|autore=[[Daniel-Rops]]|titolo=L'Accademia di Francia ritorna alle origini|pubblicazione=L'Eco di Bergamo|data=31 marzo 1960|p=3}}</ref>, egli rifiutò di indossare l'uniforme di gala e anziché pronunciare, secondo la tradizione, l'elogio funebre del suo predecessore, non esitò ad esprimere la sua divergenza di idee verso il sociologo [[André Siegfried]].
Hunt fu terzo e, così, campione del mondo. Al termine della gara, non sapendo la sua esatta posizione di classifica il pilota inglese protestò contro la sua scuderia per non averlo richiamato prima per cambiare gli pneumatici, convinto di aver perduto il mondiale. Poi [[Teddy Mayer]], il manager della [[McLaren]], alzò tre dita al cielo, per indicargli la posizione raggiunta, e così anche Hunt realizzò di aver vinto il titolo.<ref name=vigl/>
 
{{Citazione|Non sono molto ottimista sulla durata del mio Teatro. La "pseudo-avanguardia" e il "terrore ideologico" [...] avranno facilmente ragione nell'avvenire degli scrittori che non gli convengono. Voi parlate della decisione che si deve prendere fra l'accademismo e il funambolismo, ma per quanto io so della Casa che in Francia porta il nome di Accademia, dirò che essa si sforza perdutamente di essere a sua volta funambola.|Da una lettera a [[Luigi Bàccolo]], 3 giugno 1970<ref>{{cita news|autore=Luigi Bàccolo|titolo=Montherlant è oggi inattuale|pubblicazione=La Fiera Letteraria|data=settembre 1973|p=12}}</ref>}}
Al termine del gran premio Lauda affermò:
{{quote| Quanto è accaduto in [[Gran Premio di Germania 1976|Germania]] non c'entra per nulla nella scelta che ho preso in Giappone. Non ci sono remore psicologiche o condizionamenti, no. Semplicemente ho giudicato che fosse assurdo continuare a correre su quella pista, titolo in palio o meno. È una decisione che avrei preso un anno fa e che ripeterei anche domani. Subito dopo il via, mi sono trovato fra muri di acqua. Sulla pista c'era un velo di liquido tale che la mia vettura pareva galleggiare. È l'effetto "aquaplaning". Un giro, e non riuscivo più neanche a capire dov'ero. Ho pensato: è una pazzia, è un correre oltre ogni ragionevole rischio. E mi sono fermato. La Ferrari mi paga per guidare una sua macchina, è vero, ed lo l'ho dichiarato più volte, ma non mi paga perché mi ammazzi. Non sarebbe neanche nel suo interesse.<ref>{{cita news|titolo=Perché mi sono ritirato in Giappone|data=26 ottobre 1976|accesso=29 marzo 2012|pubblicazione=[[La Stampa]]|pagina=17|autore=Michele Fenu}}</ref>}}
===Risultati===
I risultati del gran premio<ref>[http://www.formula1.com/results/season/1976/457/ Risultati del gran premio]</ref> sono i seguenti:
 
===La morte===
{| class="wikitable sortable" style="font-size: 95%"
{{Citazione|Il suicida è un vinto. Ma è davvero un vinto? Dovette essere un tema di scuola, a Roma... Rifletto un momento. Vinto, sia pure. Ma che male c'è, ad essere vinto? Dalla società? È un onore. Dalla malattia, dalla vecchiaia? È la natura. Da un nemico? È un soffio nel vento della morte, la vita è fatta di questo. Che il suicida sia o non sia sconfitto, ha poca importanza, se col suo suicidio ha testimoniato due cose: il suo coraggio, e il suo dominio. Allora, il suicidio è la consumazione della vita, come la fiamma consuma la torcia. E per questo che, nel fondo delle mie fantasticherie, si snoda una lunga processione di uomini romani. Essi marciano, a due per due, nella notte. Hanno quel viso sereno che i più coraggiosi offrono alla loro morte. Ciascuno di loro tiene nella destra una torcia viva. La sua fiamma, è la fiamma del suo suicidio, e illumina la loro strada.|{{Cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Mort de Caton}}<ref>Citato in Piero Buscaroli, ''I 'Cari Romani' di Henry de Montherlant'', in H. de Montherlant, ''La guerra civile'', Torino, Fògola, 1976.</ref>}}
|-
! Pos !! No !! Pilota !! Costruttore !! Giri !! Tempo/Ritiro !! Pos.Griglia !! Punti
|-
! 1
| 5
| {{Bandiera|USA}} '''[[Mario Andretti]]'''
| {{Bandiera|GBR}} '''[[Team Lotus|Lotus]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]'''
| 73
| 1h43'58"86
| 1
| '''9'''
|-
! 2
| 4
| {{Bandiera|FRA}} '''[[Patrick Depailler]]'''
| {{Bandiera|GBR}} '''[[Tyrrell]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]'''
| 72
| + 1 Giro
| 13
| '''6'''
|-
! 3
| 11
| {{Bandiera|GBR}} '''[[James Hunt]]'''
| {{Bandiera|GBR}} '''[[McLaren]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]'''
| 72
| + 1 Giro
| 2
| '''4'''
|-
! 4
| 19
| {{Bandiera|Australia}} '''[[Alan Jones (pilota automobilistico)|Alan Jones]]'''
| {{Bandiera|GBR}} '''[[Surtees Racing Organization|Surtees]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]'''
| 72
| + 1 Giro
| 20
| '''3'''
|-
! 5
| 2
| {{Bandiera|SUI}} '''[[Clay Regazzoni]]'''
| {{Bandiera|ITA}} '''[[Scuderia Ferrari|Ferrari]]'''
| 72
| + 1 Giro
| 7
| '''2'''
|-
! 6
| 6
| {{Bandiera|SWE}} '''[[Gunnar Nilsson]]'''
| {{Bandiera|GBR}} '''[[Team Lotus|Lotus]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]'''
| 72
| + 1 Giro
| 16
| '''1'''
|-
! 7
| 26
| {{Bandiera|FRA}} [[Jacques Laffite]]
| {{Bandiera|FRA}} [[Ligier]]-[[Matra]]
| 72
| + 1 Giro
| 11
| &nbsp;
|-
! 8
| 24
| {{Bandiera|AUT}} [[Harald Ertl]]
| {{Bandiera|GBR}} [[Hesketh]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 72
| + 1 Giro
| 22
| &nbsp;
|-
! 9
| 18
| {{Bandiera|JPN}} [[Noritake Takahara]]
| {{Bandiera|GBR}} [[Surtees Racing Organization|Surtees]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 70
| + 3 Giro
| 24
| &nbsp;
|-
! 10
| 17
| {{Bandiera|FRA}} [[Jean-Pierre Jarier]]
| {{Bandiera|GBR}} [[Shadow]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 69
| + 4 Giri
| 15
| &nbsp;
|-
! 11
| 51
| {{Bandiera|JPN}} [[Masahiro Hasemi]]
| {{Bandiera|JPN}} [[Kojima]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 66
| + 7 Giri
| 10
| &nbsp;
|-
! Rit
| 3
| [[Immagine:Flag of South Africa 1928-1994.svg|20px]] [[Jody Scheckter]]
| {{Bandiera|GBR}} [[Tyrrell]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 58
| Surriscaldamento
| 5
| &nbsp;
|-
! Rit
| 21
| {{Bandiera|AUT}} [[Hans Binder]]
| {{Bandiera|CAN}} [[Walter Wolf Racing|Wolf]] [[Frank Williams Racing Cars|Williams]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 49
| Ruota
| 25
| &nbsp;
|-
! Rit
| 16
| {{Bandiera|GBR}} [[Tom Pryce]]
| {{Bandiera|GBR}} [[Shadow]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 46
| Energia
| 14
| &nbsp;
|-
! Rit
| 9
| {{Bandiera|ITA}} [[Vittorio Brambilla]]
| {{Bandiera|GBR}} [[March]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 38
| Problemi elettrici
| 8
| &nbsp;
|-
! Rit
| 34
| {{Bandiera|GER}} [[Hans-Joachim Stuck]]
| {{Bandiera|GBR}} [[March]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 37
| Problemi elettrici
| 18
| &nbsp;
|-
! Rit
| 12
| {{Bandiera|GER}} [[Jochen Mass]]
| {{Bandiera|GBR}} [[McLaren]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 35
| Incidente
| 12
| &nbsp;
|-
! Rit
| 28
| {{Bandiera|GBR}} [[John Watson (automobilismo)|John Watson]]
| {{Bandiera|USA}} [[Penske]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 33
| Motore
| 4
| &nbsp;
|-
! Rit
| 52
| {{Bandiera|JPN}} [[Kazuyoshi Hoshino]]
| {{Bandiera|GBR}} [[Tyrrell]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 27
| Gomme
| 21
| &nbsp;
|-
! Rit
| 20
| {{Bandiera|ITA}} [[Arturo Merzario]]
| {{Bandiera|CAN}} [[Walter Wolf Racing|Wolf]] [[Frank Williams Racing Cars|Williams]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 23
| Cambio
| 19
| &nbsp;
|-
! Rit
| 30
| {{Bandiera|BRA 1968-1992}} [[Emerson Fittipaldi]]
| {{Bandiera|BRA 1968-1992}} [[Fittipaldi Automotive|Fittipaldi]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 9
| Ritiro volontario
| 23
| &nbsp;
|-
! Rit
| 8
| {{Bandiera|BRA 1968-1992}} [[José Carlos Pace|Carlos Pace]]
| {{Bandiera|GBR}} [[Brabham]]-[[Alfa Romeo (Formula 1)|Alfa Romeo]]
| 7
| Ritiro volontario
| 6
| &nbsp;
|-
! Rit
| 1
| {{Bandiera|Austria}} [[Niki Lauda]]
| {{Bandiera|ITA}} [[Scuderia Ferrari|Ferrari]]
| 2
| Ritiro volontario
| 3
| &nbsp;
|-
! Rit
| 7
| {{Bandiera|Australia}} [[Larry Perkins]]
| {{Bandiera|GBR}} [[Brabham]]-[[Alfa Romeo (Formula 1)|Alfa Romeo]]
| 1
| Ritiro volontario
| 17
| &nbsp;
|-
! Rit
| 10
| {{Bandiera|SWE}} [[Ronnie Peterson]]
| {{Bandiera|GBR}} [[March]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 0
| Motore
| 9
| &nbsp;
|-
! NP
| 21
| {{Bandiera|JPN}} [[Masami Kuwashima]]
| {{Bandiera|CAN}} [[Walter Wolf Racing|Wolf]] [[Frank Williams Racing Cars|Williams]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| &nbsp;
| Vettura utilizzata<br> da un altro pilota
| 26<ref name=kuwashima/>
| &nbsp;
|-
! NQ
| 54
| {{Bandiera|GBR}} [[Tony Trimmer]]
| {{Bandiera|JPN}} [[Maki]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| &nbsp;
| &nbsp;
| &nbsp;
| &nbsp;
|-
|}
 
[[File:Plaque Henry de Montherlant, 106 rue Lauriston, Paris 16.jpg|thumb|Targa commemorativa di Henry de Montherlant, in Rue Lauriston, Parigi.]]
==Classifiche==
{{MultiCol}}
===Piloti===
 
Nel [[1971]] pubblicò il suo ultimo romanzo ''Un assassin est mon maître''; giudicato una satira della società psicanalitica, costituisce anche una presa d'atto dell'antitesi tra società umanistica e cristiana e società psicanalitica<ref>{{Cita|Lettere a Luigi Bàccolo|p. 175}}.</ref>, quest'ultima caratterizzata dalla assenza di [[carità]], scopo invece essenziale – [[Henry de Montherlant#La giustizia e la carità|secondo l'autore]] – di tutte le religioni, come sintetizzato anche dal detto musulmano: «Colui che avrà dato un sorso d'acqua a un cane, sarà salvato». Il protagonista, influenzato dall'''Introduzione alla psicoanalisi'' di [[Sigmund Freud|Freud]], finisce per credere di essere affetto da una nevrosi; ma in realtà non c'è alcuna nevrosi in lui, a parte quella che viene considerata una forma di nevrosi e che si chiama «delicatezza d'animo». All'origine della sua nuova condizione c'è il crollo delle difese psicologiche che permettono all'individuo di sopravvivere – anche aggredendo a sua volta – di fronte allo spettacolo dell'«eterna bassezza dell'uomo egoisticamente integrato nella società».<ref>Tutti i virgolettati sono di {{cita pubblicazione|autore=Luigi Bàccolo|titolo=Per De Montherlant l'assassino è Freud|pubblicazione=Gazzetta del popolo|data=5 gennaio 1972}}</ref>
{| class="wikitable" style="font-size: 100%;"
! Pos
! Pilota
! Punti
|-
! 1
|bgcolor="#FFFFBF"| {{Bandiera|Regno Unito}} '''[[James Hunt]]'''<ref>[[James Hunt]] campione del mondo piloti per la stagione 1976.</ref>
|bgcolor="#FFFFBF"| '''69'''
|-
! 2
|bgcolor="#DFDFDF"| {{Bandiera|Austria}} [[Niki Lauda]]
|bgcolor="#DFDFDF"| 68
|-
! 3
|bgcolor="#FFDF9F"| [[Immagine:Flag of South Africa 1928-1994.svg|20px]] [[Jody Scheckter]]
|bgcolor="#FFDF9F"| 49
|-
! 4
| {{Bandiera|Francia}} [[Patrick Depailler]]
| 39
|-
! 5
| {{Bandiera|Svizzera}} [[Clay Regazzoni]]
| 31
|-
! 6
| {{Bandiera|Stati Uniti}} [[Mario Andretti]]
| 22
|-
! 7
| {{Bandiera|Regno Unito}} [[John Watson (automobilismo)|John Watson]]
| 20
|-
! 8
| {{Bandiera|Francia}} [[Jacques Laffite]]
| 20
|-
! 9
| [[Immagine:Flag of Germany.svg|20px]] [[Jochen Mass]]
| 19
|-
! 10
| {{Bandiera|Svezia}} [[Gunnar Nilsson]]
| 11
|-
! 11
| {{Bandiera|Svezia}} [[Ronnie Peterson]]
| 10
|-
! 12
| {{Bandiera|Regno Unito}} [[Tom Pryce]]
| 10
|-
! 13
| [[Immagine:Flag of Germany.svg|20px]] [[Hans-Joachim Stuck]]
| 8
|-
! 14
| {{Bandiera|Brasile 1968-1992}} [[Carlos Pace]]
| 7
|-
! 15
| {{Bandiera|Australia}} [[Alan Jones (pilota automobilistico)|Alan Jones]]
| 7
|-
! 16
| {{Bandiera|Argentina}} [[Carlos Reutemann]]
| 3
|-
! 17
| {{Bandiera|Brasile 1968-1992}} [[Emerson Fittipaldi]]
| 3
|-
! 18
| {{Bandiera|Nuova Zelanda}} [[Chris Amon]]
| 2
|-
! 19
| {{Bandiera|Italia}} [[Vittorio Brambilla]]
| 1
|-
! 20
| [[Immagine:Flag of Germany.svg|20px]] [[Rolf Stommelen]]
| 1
|-
|}
{{ColBreak}}
===Costruttori===
 
In seguito a un'[[insolazione (medicina)|insolazione]] nel [[1959]], cominciò a soffrire di [[Vertigine|vertigini]] e di perdite d'equilibrio, a cui si aggiunsero l'[[agorafobia]] e la perdita quasi totale della vista in seguito a un [[ictus]] cerebrale nel [[1968]].<ref>Montherlant, Essais, L'Équinoxe de septembre, Bibliothèque de La Pléiade, 1976, p. 806.</ref>
{| class="wikitable" style="font-size: 100%;"
! Pos
! Costruttore
! Punti
|-
! 1
|bgcolor="#FFFFBF"| {{Bandiera|Italia}} '''[[Scuderia Ferrari|Ferrari]]'''<ref>La [[Scuderia Ferrari]] aveva già vinto, matematicamente, la coppa costruttori.</ref>
|bgcolor="#FFFFBF"| '''83'''
|-
! 2
|bgcolor="#DFDFDF"| {{Bandiera|Regno Unito}} [[McLaren]] -[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
|bgcolor="#DFDFDF"| 74
|-
! 3
|bgcolor="#FFDF9F"| {{Bandiera|Regno Unito}} [[Tyrrell]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
|bgcolor="#FFDF9F"| 71
|-
! 4
| {{Bandiera|Regno Unito}} [[Team Lotus|Lotus]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 29
|-
! 5
| {{Bandiera|Stati Uniti}} [[Penske]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 20
|-
! 6
| {{Bandiera|Francia}} [[Ligier]]-[[Matra]]
| 20
|-
! 7
| {{Bandiera|Regno Unito}} [[March]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 19
|-
! 8
| {{Bandiera|UK}} [[Shadow]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 10
|-
! 9
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| 9
|-
! 10
| {{Bandiera|Regno Unito}} [[Surtees]]-[[Ford Cosworth DFV|Ford Cosworth]]
| 7
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Divenuto quasi [[Cecità|cieco]], si suicidò nel [[1972]], ripetendo il gesto dei filosofi [[stoici]] che aveva pubblicamente ammirato per tutta la vita.<ref>{{Cita|Vin|p. 128}}.</ref> Quattro ore prima di morire dichiarò al pittore Mac'Avoy: «Sono sulla lista nera. [...] So che tutto è finito per me». [[Pierre Pascal]], amico dell'autore, additò [[Roger Peyrefitte]] – noto per le sue uscite diffamatorie<ref>Anche lo scrittore cattolico e premio Nobel [[François Mauriac]] e papa [[Papa Paolo VI|Paolo VI]] furono tra i bersagli di Peyrefitte. ''Cfr''. {{cita libro|autore=Frédéric Martel|titolo=Sodoma|città=Milano|editore=Feltrinelli|anno=2019|url=https://books.google.it/books?id=wTqIDwAAQBAJ&lpg=PT189&dq=paolo%20vi%20mauriac%20peyrefitte&hl=it&pg=PT189#v=onepage&q&f=true}}</ref> – quale responsabile morale della morte<ref name=Pas>{{Cita|Pas|p. 73}}.</ref>: {{quote|Quel verme umano che fu cacciato dalla diplomazia per motivi che non ha raccontato e che gira per certe librerie di Roma, in compagnia di un ineffabile cugino in cerca di opere pornografiche rare, ha osato di recente, in un libro ignobilmente concepito e sporcamente scritto, scrivere su Henry de Montherlant un intero capitolo di infamie, che sono altrettante menzogne, rasentanti la polizia politica e che non meriterebbero altro che lo sfregio di una punta di spada attraverso le sue due facce… Egli ha la sua parte di responsabilità nella morte di Henry de Montherlant, e lo sa.|Pierre Pascal}}
==Note==
 
Durante la sua vita Montherlant fu sempre molto riservato e non scrisse mai nulla sulla propria vita sentimentale e sessuale; nei romanzi ritenuti a sfondo autobiografico i personaggi praticano la sessualità [[eterosessuale]].<ref>Jean Cau, Croquis de mémoire (Biographie), Paris, Julliard, 1985, 261 p. (ISBN 978-2-260-00402-8, OCLC 13272050), pages 191 à 193 et biographie de Pierre Sipriot.</ref> Nel citato libro di memorie Peyrefitte alluse a un segreto, e nel [[1968]] pubblicò parte della corrispondenza, secondo lui cifrata, intercorsa con Montherlant tra il [[1938]] e il [[1941]], fornendo una chiave di decifrazione che accusava lo scrittore di discutere spesso della [[pederastia]] e, indirettamente nel romanzo ''[[Le amicizie particolari (romanzo)|Le amicizie particolari]]'' (trasposto in [[Le amicizie particolari|film nel 1964]]), sostiene implicitamente che Montherlant avesse avuto [[Omosessualità|rapporti]] con giovani ragazzi. Questo è riportato da [[Pierre Sipriot]] nella sua biografia di Montherlant.<ref>P. Sipriot, ''Propos secrets'', (tome 1), Éd. Albin Michel, 1977.</ref>
 
Prevedendo in un certo senso queste "rivelazioni", negli ultimi ''Carnets'' Montherlant le descrisse come falsità e appuntò: {{quote|Appena sarò morto, due avvoltoi, la [[Calunnia]] e l'[[Odio]], copriranno il mio cadavere affinché appartenga del tutto e solo a loro, e lo lacereranno.<ref name=montbe>{{cita web|lingua=fr|titolo=La mort de Montherlant|url=http://montherlant.be/biographie-06-mort.html}}</ref>}} Tre mesi prima di togliersi la vita, trascrisse in un messaggio indirizzato a [[Gabriel Matzneff]] una frase di [[Ernst Jünger]] sul suicidio: «Le suicide fait partie du capital de l'humanité».<ref>{{Cita libro|autore=Christopher Gérard|titolo=La source pérenne|città=Lausanne|editore=L'Age d'Homme|anno=2007|p=159|url=https://books.google.it/books?id=PdRXi3iIO-kC&lpg=PA159&dq=%22Le%20suicide%20fait%20partie%20du%20capital%20de%20l'humanit%C3%A9%22&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=true}}</ref>
 
L'ultimo giorno di vita lo scelse nell'estremo dell'estate, giovedì 21 settembre 1972. Come sempre, fece colazione in un ristorante vicino a casa, quindi dormì un poco secondo una sua abitudine. Poco prima delle quattro pomeridiane allontanò con un semplice pretesto la segretaria, poi ruppe tra i denti una capsula di [[Cianuro di potassio|cianuro]] e immediatamente si sparò un colpo di [[pistola]] alla gola.<ref name=montbe/> La segretaria, quando sentì l'esplosione del colpo, corse nella stanza da poco lasciata. La testa di Montherlant era rovesciata all'indietro e la pistola era ancora stretta nella mano.<ref name=montbe/>
 
Accanto al corpo, insieme a tre lettere (una per la segretaria, una per l'ufficiale giudiziario, in cui spiega che trattasi realmente di suicidio per evitare aperture di indagini, e una per suo cugino, lo scrittore cattolico [[Michel de Saint Pierre]]), fu rinvenuto un documento firmato e datato diversi mesi prima in cui lasciò scritto:
{{Citazione|Desidero espressamente che il mio cadavere non sia esposto al pubblico e che nessuno possa vederlo, salvo quelle persone che vi sono obbligate per dovere del loro ufficio. Il mio corpo dovrà essere condotto, senza alcuna cerimonia né civile né religiosa, direttamente dal luogo del mio decesso ad un cimitero dove possa essere cremato. Non mi importa di ciò che avverrà delle mie spoglie. Questa disposizione sottintende non c'è bisogno di dirlo che non dovranno esserci né fiori, né corone, né evidentemente discorsi.}}
 
Fu la coerente conseguenza di un particolare modo concepire la propria [[esistenza]]. L'idea del suicidio in Montherlant non nacque da un momento di debolezza, ma trovò la sua radice in una concezione pagana della vita e nel fortissimo [[ideale|ideale estetico]] che lo animava e che lo portava a respingere ogni appannamento, ogni deterioramento. A ciò si univa la convinzione di avere esaurito il proprio compito terreno: così egli volle uscire di scena, scegliendo il suicidio, una «particella di libertà, nella necessità».<ref>{{Cita|Rossellini|p. 11}}.</ref>
 
Montherlant tuttavia comprendeva le ragioni della morale [[cristianesimo|cristiana]] che si opponeva al suicidio: «Se ammiro il coraggio di coloro che si suicidano — aggiungeva nello stesso testo — ammiro anche il coraggio di coloro che per quindici secoli — secoli del cristianesimo — hanno sopportato tutto, perfino le cose più atroci, senza suicidarsi. Il coraggio di morire e di non morire».
 
Per questo motivo, Montherlant pensava che il suo gesto finale non contraddicesse i principii del cristianesimo. Egli stesso annota in ''La marée du Soir - Carnets 1968-1971''<ref name=PasSoir>{{Cita|Pas|p. 72}}.</ref>: {{Citazione|Mi comunicano questa frase, che ben si conviene a ciò che io ho spesso scritto del suicidio, ma che conviene meno, mi pare, ai commenti dei teologi: "È proibito uccidere e uccidersi, se non per ordine di Dio e per ispirazione dello Spirito Santo" (San Tommaso, ''Dei dieci comandamenti'', cap. V).}}
 
Ma anche: «Quest'uomo che si considera cristiano, si è tirato un colpo di [[Rivoltella|revolver]] perché non era più d'accordo col mondo che è stato creato. Ha fatto un segno di croce sul revolver, l'ha baciato e se n'è andato».<ref name=montbe/>
 
Inoltre, afferma di avere consultato un [[cattolicesimo|cattolico]] eminente: questi gli rispose che le cerimonie ufficiali che generalmente accompagnano la morte dei cattolici non erano necessarie e che contava soprattutto l'intenzione. Secondo questa spiegazione, che Montherlant fa sua, i funerali religiosi sono un onore che la Chiesa riserva ai suoi fedeli e che questi ultimi possono rifiutare.<ref name=paseyro>{{Cita news|autore=[[Ricardo Paseyro]]|titolo=Ricordo di Henry de Montherlant|anno=1972|numero=3|pubblicazione=Revisione|pp=165-166}}</ref>
 
Negli stessi ''Carnets'', alla data del 14 gennaio 1971, è scritto<ref name=PasSoir/>: {{Citazione|C'è una parola che cito qui per la quarta volta almeno nei miei scritti, la parola di [[Louis Hubert Gonzalve Lyautey|Lyautey]] che muore: "Muoio della Francia". Mi dispiace solo che queste parole di Lyautey non siano quelle con cui finiscono non soltanto questi "carnets", ma tutta la mia opera. Tuttavia, anche se il caso farà che la mia opera si fermi per sempre su altre parole, sono queste che moralmente saranno state le ultime.}}
 
In un primo testamento aveva lasciato scritto: «Desidero che il volto del mio cadavere venga ricoperto con la maschera di guerriero romano, che mi si posi sul letto l'Eros funebre e sul basso ventre la testa di toro di Guadalest. Che le mie ceneri vengano disperse in Roma». Le sue ceneri furono così sparse dall'esecutore testamentario [[Jean-Claude Barat]] e dallo scrittore [[Gabriel Matzneff]] sulle lastre del pavimento del [[Tempio di Portuno]], nel [[Tevere]], nei pressi dell'[[Isola Tiberina]] e – come raccontò Matzneff nel ''[[Le Figaro|Figaro]]'' – sul Foro, lanciate da «un muretto a gomito che domina l'arco di [[Settimio Severo]] e la Curia e che, secondo una tradizione antica, è il punto preciso in cui Remo e Romolo furono allattati dalla Lupa». Era la notte tra il 21 e il 22 marzo [[1973]]. «La luna alta nel cielo» – scrive Matzneff – «rischiarava il paesaggio di morte ed un complice vento portò Montherlant verso l'angolo occidentale della basilica Emilia, là dove l'Argileto sfocia sul Foro... Simili alle ali diafane di una farfalla, alcune ceneri caddero volteggiando sulle foglie degli oleandri».<ref>{{Cita|Bernacconi|p. 192}}; {{Cita news|autore=Giorgio Locchi|titolo=Disperse ai piedi del Campidoglio le ceneri di Henri de Montherlant|pubblicazione=Il Tempo|numero=104|data=15 aprile 1973|p=24|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/giornale/CFI0415092/1973/n.104/24/original}} {{Cita news|autore=Manlio Triggiani|titolo=Quando Matzneff “officiò” i funerali dell’antico romano Henry de Montherlant|pubblicazione=Barbadillo|data=13 aprile 2016|url=http://www.barbadillo.it/55266-cultura-quando-matzneff-officio-i-funerali-dellantico-romano-henry-de-montherlant/}} ''Cfr.'' {{Cita news|autore=Tiziana Mian|titolo=Il samurai della letteratura|pubblicazione=Il Giornale|data=21 aprile 1995|p=14}} Matzneff: «Fu un atto quasi liturgico colmo di emozione e di ''pietas''. L'amore per Roma antica era stata la nostra complicità. Montherlant era innamorato di Roma, più ancora che della Grecia. Innamorato di Roma come lo fu della vita anche se il tema costante delle sue conversazioni era la morte. Si uccise proprio perché amava la vita. Perché non poteva più vivere la vita che amava. Per rispetto di sé e degli altri. Perché aveva l'orrore estetico della decadenza, proprio di uno stoico aristocratico. Sentì che era "ragionevole" concludere, poiché la sua opera era conclusa. Ma non voleva una tomba, voleva involarsi: lo spargimento delle ceneri era la forma più sicura per scomparire e anche la più asociale. Perché Montherlant fu asociale fin nella morte». (Gabriel Matzneff, ''Le défi'', Paris, La table ronde, 1988).</ref>
 
Questo desiderio, «essere ridotto in ceneri dal fuoco, affinché fossero disperse a brezza leggera sul [[Foro Romano|Foro]], tra i Rostri e il Tempio di Vesta», riferito da Pierre Pascal a [[Julius Evola]] (autore ammirato da Montherlant), fu alla base della volontà testamentaria simile espressa dal filosofo italiano alla sua morte nel [[1974]].<ref>Pierre Pascal così ricorda Evola nei suoi ultimi giorni: «Gli dissi il desiderio supremo di Henry de Montherlant: essere ridotto in ceneri dal fuoco, affinché fossero disperse a brezza leggera del Foro, tra i Rostri e il Tempio di Vesta. Allora quest'uomo, che era davanti a me, disteso, con le belle mani incrociate sul petto mi mormorò dolcemente e quasi impercettibilmente: "Io vorrei... ho disposto... che le mie fossero lanciate dall'alto di una montagna"» (Riccardo Paradisi, ''Gli Arya seggono ancora al picco dell'avvoltoio'', in Giovanni Conti, ''Evola tascabile'', Roma, Settimo Sigillo, 1998, p. 25.)</ref> I suicidi di [[Yukio Mishima]] ([[1970]]) e [[Dominique Venner]] ([[2013]]) sono stati paragonati all'estremo gesto di Montherlant, e in particolare si è sostenuta un'influenza sul pensiero di Venner dello scritto di Montherlant ''Il solstizio di un giugno''.<ref>{{cita web|url=https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=45591|titolo=A proposito di Venner. “Il solstizio di giugno” di Henry de Montherlant}}</ref>
 
Secondo Marie-Christine Giquel, figlioccia dell'autore, Montherlant avrebbe confidato a suo padre di avere due figli, la cui identità non è stata tuttavia stabilita.<ref>{{cita web|autore=Christian Lançon|titolo=Philippe Giquel, le Prince des Airs|url=http://www.montherlant.be/article_73_giquel.html|urlarchivio=https://archive.today/20130628001901/http://www.montherlant.be/article_73_giquel.html|sito=Montherlant.be|accesso=18 marzo 2019|dataarchivio=28 giugno 2013|urlmorto=sì}}</ref>
 
==Temi==
{{quote|Baciamo la mano che non possiamo recidere.|Ferrante in ''La regina morta''<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Il gran maestro di Santiago. La regina morta. Malatesta|traduttore=Massimo Bontempelli e Camillo Sbarbaro|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1952|p=166}}</ref><ref name=brullo/>}}
Henry de Montherlant elabora una vasta opera narrativa in cui parla dei beni della vita con una lirica esaltazione che spesso rasenta l'[[estetismo]] ma anche un acuto senso di psicologia [[virilità|virile]]. Sull'alveo aperto da Barrès, Montherlant rende la sua materia con alta tenuta di stile, in forma brillante, densa e sostenuta nello stesso tempo.
 
Gli autori che preferiva erano [[Montaigne]], [[Racine]], [[Blaise Pascal|Pascal]]; i ''[[moralista|moralistes]]'' del XVI e del XVII secolo, [[François de La Rochefoucauld (scrittore)|La Rochefoucauld]], [[Jean de La Bruyère]], [[Luc de Clapiers de Vauvenargues|Vauvenargues]], [[Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort|Chamfort]], [[Antoine Rivaroli|Rivarol]], [[Joseph Joubert|Joubert]]. Nel XIX secolo [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]], [[Stendhal]], [[Maurice Barrès|Barrès]] (soprattutto il primo Barrès). In Svizzera, [[Henri-Frédéric Amiel|Amiel]]. In Germania, [[Goethe]] e [[Nietzsche]]. In Italia, [[D'Annunzio]].<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Abrami|titolo=25 Quai Voltaire, una intervista di Montherlant|pubblicazione=La Fiera Letteraria|numero=16|data=21 aprile 1963|p=1}}</ref> In ''La Marée du soir'' scrisse che [[Dante]] e Racine erano gli unici poeti che lo interessassero; e riteneva che il primo sarebbe stato odiato dai contemporanei per la sua «energia», il secondo sarebbe stato incompreso a causa della sua «sensibilità».<ref>{{Cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=La Marée du soir|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1972|pp=154-155}}</ref>
 
Nel dopoguerra, scrive che gli scrittori che mancano oggi, della sua generazione, sono quelli che hanno scritto o fatto i più grandi «errori»: [[Pierre Drieu La Rochelle|Drieu]], [[Georges Bernanos|Bernanos]]; perché non hanno cercato di essere «importanti».<ref>{{cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Va jouer avec cette poussière : Carnets 1958-1964|città=Paris|anno=1966|p=69}}</ref>
 
===''Syncrétisme et alternance''===
All'incirca verso il [[1927]], con ''Aux fontaines du désir'' (1927), ''La petite infante de Castille'' (1929), ''Les Célibataires'' (1934) e soprattutto ''Service inutile'' (pubblicato nel 1935 in Francia e nel 1939 in Germania), Montherlant sembra attenuare il culto dell'eroismo e dell'onore per approdare a una riedizione del biblico «[[Vanitas vanitatum et omnia vanitas|vanità delle vanità, tutto è vanità]]».
 
Un solo valore, una sola realtà è degna di galleggiare sul mare del nulla<ref>Montherlant ha definito l'esistenza una «ricreazione fra due nulla». ''Cfr.'' [[Saʿdi|Sa'dī]] (''[[Il roseto|Gulistan]]'', VIII, 33): «Il mondo è un'esistenza tra due annientamenti».</ref>: l'individuo, singolo, l'[[anarca]], che sceglie la libertà di dire di no, privo di norme cui regolare la propria condotta, solo di fronte a se stesso, solo giudice di se stesso. Montherlant a questo punto si autoproclama cavaliere «du néant» e, sulla base di questa visione [[tragedia|tragica]], tenta di edificare una filosofia della prassi, che si sintetizza nel concetto di ''alternance'': dal momento che in assoluto non vi è nulla di vero, tutto è vero.
 
Centrale nelle sue opere, da questo momento, è il principio [[Eraclito|eracliteo]] dell'alternanza, teorizzato in ''Syncrétisme et alternance'', per cui valori incompatibili tra loro coesistono e si equivalgono<ref>{{Cita news|titolo=Montherlant di sé stesso|pubblicazione=La Fiera Letteraria|numero=40|data=1º ottobre 1972}}</ref>; è la perpetua oscillazione tra i valori dell'azione e quelli della rinuncia, che consiste nel conquistare il mondo delle cose per misurarne la nullità. Perciò è stato affermato che egli ha fatto proprio lo sguardo nietzschiano del «biologista dei valori». Montherlant teorizza il suo ''service inutile'', la gratuità dell'azione; esemplare è in tal senso una frase dell'arcivescovo di Parigi [[Georges Darboy]], posta in epigrafe al saggio ''Service inutile'': «Il vostro errore consiste nel credere che l'uomo deve fare qualcosa in questa vita».<ref>{{cita libro|autore=Jean de Beer|titolo=Montherlant ou l'homme encombré de Dieu: avec des remarques par Henry de Montherlant|città=Paris|editore=Flammarion|anno=1963|p=436}}</ref> Il motto dell'autore è «vivere la vita come se ci si credesse», ma senza credervi veramente, affinché non diventi una cosa seria e non si disperda la gioia della sua «inconcludenza sublime».<ref name=sciacca52/> Da tale visione derivano il distacco e l'indifferenza verso la realtà circostante e l'azione intesa come diversivo:
 
{{Citazione|I bambini trascorrono una giornata a costruire un fortino di sabbia, sapendo che la marea della sera lo distruggerà. Questa immagine mi ha sempre perseguitato, simbolo dell'azione intesa come gioco, che è in fondo l'unico modo che la giustifichi. Ma, a ben vedere, quel che c'è di meraviglioso è che sia la distruzione ad animare in parte i bambini. I loro occhi radiosi quando costruiscono il forte. I loro occhi radiosi quando lo vedono distruggere dalla marea. Che l'uomo ami distruggere quello che ha fatto o ciò che gli sta a cuore, questo è noto. ''Ædificabo et destruam''. "Costruirò. E poi distruggerò quello che ho costruito".|{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Carnets 1958-1964: Va a jouer avec cette poussiere|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1966|p=148}}}}
 
Pur negando ogni prospettiva fideistica, Montherlant conserva nella sua opera il senso del religioso o del profondo, che gli suggerì la ''Présentation du Capitaine Romero'', una riflessione su un dipinto di [[El Greco]]:
{{Citazione|Oltre il reale e oltre l'irreale, c'è il profondo. Al di là di una semplice realtà di impulsi fisici e relazioni quotidiane, oltre l'artificialità delle virtù di pura maniera e i codici di condotta, c'è questa profondità, accessibile solo mediante l'introspezione e la contemplazione di ciò che è. Questo paradiso del profondo può essere raggiunto solo dallo sforzo personale dell'individuo e la scoperta non può essere comunicata agli altri.<ref>{{Cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Essais|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1963|p=XIV}}</ref>}}
 
Inoltre, la sua visione della realtà risente della filosofia stoica, delle opere di [[Seneca]] e di [[Marco Aurelio]], i cui insegnamenti egli considera fondamentali per il conseguimento della padronanza di sé.<ref name=juan09>{{Cita libro|autore=Pierangela Adinolfi|capitolo=La mort qui fait le trottoir (Don Juan) di Henry de Montherlant|titolo=Don Giovanni nelle riscritture francesi e francofone del Novecento : atti del Convegno internazionale di Vercelli (16-17 ottobre 2008)|curatore=Michele Mastroianni|città=Firenze|editore=Olschki|anno=2009|p=204}}</ref>
 
La morale di Montherlant è quella dell'agire per agire, senza alcuno scopo, per il puro gusto di agire, di muoversi; azione totalmente libera, priva di ragione. Cercare, «sapendo che il problema è insolubile»; servire, sorridendo all'ideale a cui si serve; ma «riconoscere, comprendere e sopportare» ciò avendo continuamente la «dolorosa e inutile» convinzione di essere nel giusto: infatti «è necessario che io conquisti un punto fermo da cui poter slanciare verso l'alto, superando finalmente me stesso. Ma come e con quale mezzo? [...] Io mi getto nelle braccia dell'assurdo. O anima!».<ref name=sciacca52/>
 
Il concetto di alternanza ritorna più volte nelle sue opere, associato ora alla [[svastica|ruota solare]], ora all'[[equinozio d'autunno]], come nei saggi de ''L'Equinoxe de Septembre'': il 24 settembre, il giorno dell'equinozio, quando il giorno è uguale alla notte; «nella festa di questo santo mistero, nel quale il sì e il no si equivalgono. È il giorno della pace e la notte della guerra. Uno o l'altro, ''ni más, ni menos'', né più né meno, come è scritto nel famoso quadro di [[Juan de Valdés Leal]]».<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|capitolo=L'Equinoxe de Septembre|titolo=Essais|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1963|p=806}}</ref> Due concezioni opposte non sono che deviazioni differenti di una «stessa verità».<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|capitolo=Carnets XXXI|titolo=Essais|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1963|p=1205}}</ref>
 
Nei ''Carnets'' il medesimo concetto è reso mediante una metafora legata alle onde del mare: «Nel vederle così lontane [le onde], si penserebbe che copriranno la terra; arrivano, un movimento opposto le cancella; la più audace non ha guadagnato un metro in più delle altre, quando già si ritira e cessa di essere nel seno senza gloria del mare. L'uccello degli spazi guarda questo movimento eterno, e vede l'immobilità».<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Essais|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1963|p=XXXIX}}</ref>
 
Esteta armato, i nemici di Montherlant sono tutti coloro che partecipano al mondo falso e convenzionale degli adulti: scrittori impegnati, politici, confessori, parentele, eredi. Al vertice quale nemico per antonomasia è il ''civis'' che insidia la cittadinanza poetica dell'eterno ''[[adolescenza|Jüngling]]''.
 
Perciò, l'estata armato è costretto all'esilio permanente in luoghi che gli consentano di sfuggire al controllo e alle regole della società civile: ecco l'arena, lo stadio, la trincea, poi la fontana, il giardino, l'oasi nel deserto. Lo sfondo per eccellenza è quello dell'Europa mediterranea e del Nordafrica.<ref>{{Cita|Maurizio Serra|p. 208}}.</ref>
 
===La guerra e lo sport===
Altro tema che caratterizza la sua opera e sul quale il suo giudizio rimase immutato è la centralità della [[guerra]] nella vita umana. Gli uomini, nel battersi tra loro, scoprono una realtà «familiare» alla loro natura più profonda, rimasta nascosta fino a quel momento dalle «sovrastrutture della società», ovvero dal «progresso civile» e dalle banalità da «midinettes» della vita borghese.<ref name=vin58/> Ai valori della [[pace]] Montherlant contrappone quelli della «civiltà della guerra» (coraggio, complicità, ''compagnonnage''<ref>{{Cita|Maurizio Serra|p. 211}}.</ref>) che i soldati sperimentano sul campo di battaglia.<ref>{{fr}}{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|capitolo=Chant funèbre pour les morts de Verdun|titolo=Essais|città=Parigi|editore=Gallimard|collezione=Bibliothèque de la Pléiade|anno=1963|p=183}}</ref>
 
Montherlant sembrava accettare l'idea della guerra secondo una visione [[futurismo|futurista]] quasi come «igiene del mondo», un fatto capace di rivelare negli uomini le loro qualità e soprattutto il loro coraggio poiché, a volte, proprio dalla guerra vengono i buoni e i migliori. Era senza dubbio una concezione [[aristocrazia|aristocratica]] che gli faceva considerare in teoria anche un principio autoritario. Non quello «biondo» come definiva il tedesco e neppure quello «dilettantistico» come supponeva il [[gollismo|gollista]] ma preferiva l'italiano sia per l'influenza che gli veniva dalla simpatia per [[D'Annunzio]] sia dalla comprensione per [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]].<ref>{{Cita|Bernacconi|p. 194}}.</ref>
 
L'esperienza della guerra non è connessa al patriottismo, ma piuttosto alla necessità di fuggire dalla mediocrità della vita quotidiana. La guerra si configura come un'esperienza «stimolante e purificatrice», di «elevazione spirituale e sfogo degli istinti, dedizione a un ideale»<ref>{{Cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/Montherlant%2C+Henry+Millon+de-.html|titolo=Montherlant, Henry Millon de-|sito=Sapere.it}}</ref>. Essa va inoltre vissuta in modo cavalleresco, nel rispetto del nemico, secondo la lezione dei [[samurai]]; a tal proposito risulta esemplare l'aneddoto che Montherlant riporta in ''Le parapluie du samouraï'' (''L'équinoxe de septembre'', 1938): si racconta di due guerrieri giapponesi che si recano sul terreno per battersi, ma sopraggiunge la pioggia e dal momento che uno dei due è sprovvisto di ombrello l'altro lo ripara sotto il proprio, prima di sguainare la spada e di uccidersi l'un l'altro.
 
Alla cultura [[giappone|giapponese]] si richiamò anche quando ebbe a commentare amaramente il tramonto dell'[[onore]]. Nel saggio intitolato ''Un senso perduto'' commentò un fatto di cronaca con un altro, ma occidentale e non meno ammirevole: Montherlant elogiò lo [[stoicismo]] di una donna giapponese, moglie di un tenente, la quale si uccise affinché il marito si sentisse liberato di ogni preoccupazione nei suoi confronti, mentre era in servizio. Dopo essersi vestita con l'abito tradizionale ed essersi dedicata a preparativi estremamente complicati, la giovane donna si era seduta dinnanzi agli dèi della sua famiglia e si era recisa una arteria del polso.<ref>{{cita libro|autore=Shinshō Hanayama|titolo=La via dell'Eternità|traduttore=Pierre Pascal|altri=presentazione di Giovanni Artieri|editore=Circolo Gabriele D'Annunzio|città=Grosseto|anno=1975|p=374}}</ref>
 
Alla [[guerra]] segue l'elogio dello [[sport]], come mezzo di sviluppare, non solo fisicamente, ma intellettualmente la propria personalità; di evadere da un ambiente, da consuetudini di vita che su tale sviluppo sortiscono effetti perniciosi; di sottrarsi ai tormenti della cosiddetta età ingrata e di conquistare una castità che nulla abbia di morbosamente [[ascesi|ascetico]]. Montherlant richiama inoltre l'attenzione degli intellettuali sui campi sportivi dove ognuno di loro avrebbe dovuto trascorrere fin dall'adolescenza qualche giornata ogni mese; e il richiamo è carico di rimprovero in quanto il dualismo fra intellettualità e vita fisica è ritenuto una delle cause dirette della crisi di ogni cultura.
 
Ciò che viene attaccato è il disprezzo verso l'attività fisica, considerata come inferiore con il risultato che, ogniqualvolta si trova davanti a una prova seria, l'intellettuale dà in una crisi di coscienza o nell'isterismo. L'esperienza sportiva offre infine nuove possibilità di poesia, come nelle ''Olympiques'' e nel ''Songe'', in cui convergono tematiche tipiche degli autori greci [[Pindaro]] e [[Tirteo]].<ref>{{Cita web|titolo=Sport e letteratura nella storia|autore=Francesca Petrocchi|sito=Enciclopedia dello Sport - Treccani.it|anno=2003|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/sport-e-letteratura-nella-storia_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/}}</ref>
 
Tuttavia, già in ''Aux fontaines du désir'' (1927), quello che pareva nato per esaltare tutti coloro che marciano, corrono, che diceva di voler morire da guerriero, per trovarsi poi un giorno nel paradiso all'ombra delle spade, non comprende più né la fretta né la smania, né la competizione né il record; e attribuisce al concetto della [[velocità]] la «même vulgarité que le concept de nombre», poiché entrambi farebbero «une figure d'une grande bassesse en face du concept de qualité». Infine sdegna e rifiuta l'intervento del cronometro nelle gare, chiamando ridicolo il mito che dà importanza alla differenza di un decimo di secondo.<ref>''cfr''. {{Cita news|autore=[[Adriano Tilgher (filosofo)|Adriano Tilgher]]|titolo=Attivismo in crisi, Montherlant pessimista|pubblicazione=La Cultura|numero=4|data=1º marzo 1928|pp=157-160}}</ref>
 
===La giustizia e la carità===
{{quote|Non esiste il potere, ma soltanto l'abuso di potere.|Cardona in ''Il Cardinale di Spagna''.<ref>{{cita libro|autore=Pierre J. Lapaire|titolo=Montherlant et la parole: étude d'un langage dramatique|città=Birmingham|editore=Summa Publications|anno=1993|p=17|url=https://books.google.it/books?id=foR-O4vcEZUC&pg=PA17&dq=%22y+a+l%27abus+de+pouvoir,+rien+d%27autre%22+cisneros&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw7Kzfho7hAhW4wAIHHZztCKYQ6AEIKDAA}}</ref><ref name=brullo/>}}
Nelle sue opere importanza è data anche alla giustizia e alla carità. Montherlant — ha scritto [[Kléber Haedens]] — ha cercato sempre, sia nei suoi romanzi sia nel suo teatro, di essere giusto con i suoi personaggi, dando a ciascuno i propri meriti. Montherlant pensava che gli scrittori d'oggi non amassero a sufficienza le loro creature. Infatti già dal 1929 aveva estratto dalla sua opera un intero volume di frammenti scelti dal titolo ''Pagine di tenerezza''.<ref name=paseyro/>
In tutta la letteratura di Montherlant ci sono momenti sublimi, nei quali si sente irradiare la dolcezza. Il suo amore per la gioventù che gli ispirò scene di collegio, di guerra, di arene di tori. Montherlant era un uomo generoso. Non c'è contraddizione nel fatto che quest'uomo generoso, amante di una vita che si esprime pienamente nella libertà della gioventù seguisse con tristezza l'evoluzione del mondo.
 
Montherlant soffriva davanti allo spettacolo della ''religio depopulata''<ref>{{cita web|url=http://www.montherlant.be/article-027-riviere.html|titolo=L'Abbé Rivière, “fils de la solitude rustique”, ange tutélaire de Montherlant}} {{Cita libro|titolo=Lettres à Michel de Saint Pierre|autore=Henry de Montherlant, Michel de Saint Pierre|editore=Editions Albin Michel|città=Paris|anno=1987|p=10}} ''Cfr.'' Montherlant: «Si sarebbe tentati di recarsi in una cappella buia, dietro l'altare maggiore, solo due vecchie e voi, qualche candela bruciata in onore dell'Altissimo a illuminare i vostri "peccati", e assistere a una [[messa bassa]] detta da un prete che crede. Ma con la reputazione che i sacerdoti e le chiese hanno oggi, c'è la paura di imbattersi in un burlone, in una chiesa saccheggiata, e si preferisce celebrare a casa propria, a modo proprio, un Dio che onoriamo e al quale non crediamo.». (H. de Montherlant, ''La marée du soir. Carnets 1968-1971'', Paris, 1972, p. 85.).</ref> e per l'avvilimento e la stupidità di dottrine che pretendono di ridurre l'uomo a uno stato di cellula meccanica di una società senz'anima. [[Roland Laudenbach]], che lo frequentò per trent'anni, offre una testimonianza significativa: «Per Montherlant tutto andava sempre peggio: Montherlant credeva che Tartufo aveva vinto e che le macchinazioni, gli imbrogli, la viltà e il disordine avrebbero finito per sommergere ogni cosa».<ref name=paseyro/>
 
Per Montherlant il fenomeno più rilevante del ventesimo secolo era l'onnipotenza della [[propaganda]], che porta a screditare l'uomo in quanto essere pensante. L'organizzazione della propaganda è di una così grande potenza e abilità internazionale che, ovunque nel mondo, l'uomo, anche quando ha un qualche valore, non è più in grado di resistervi.
 
Il mondo contemporaneo gli appare governato da [[snobismo]] sociale, politico, intellettuale, religioso, artistico, economico. Per snobismo intende l'inclinazione ad assumere un'opinione contraria ai propri convincimenti, soltanto perché sembra conveniente e accettata dalla maggioranza. Lo snobismo delle classi popolari è uguale e superiore a quello delle [[Élite (sociologia)|élites]].
 
Molte cose mancano – secondo Montherlant – nel mondo contemporaneo, soprattutto l'[[intelligenza]] – quella reale, non quella degli intellettuali – e la [[carità]], quella reale, e non quella delle persone che fanno carriera nell'[[altruismo]].<ref>{{cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Va jouer avec cette poussière : Carnets 1958-1964|città=Paris|anno=1966|p=182}}</ref>
 
Quanto alle conquiste della [[scienza]] contemporanea, afferma di ammirarle nella stessa misura in cui ammira l'acrobata che si esibisce in un volteggio e per questo gli sembra una specie di essere mostruoso. Per Montherlant le cosiddette conquiste della scienza sono il prodotto di un'[[intelligenza]] deviata. Perché l'uomo che gira intorno alla Terra o alla Luna può essere allo stesso tempo un sciocco nella sua vita privata, uno sciocco nella sua assenza di pensiero o nel suo pensiero.
 
Montherlant è della stesso avviso della regina [[Giovanna di Castiglia|Jeanne]] che ne ''Le Cardinal d'Espagne'' afferma: «Andare a portare l'ordine nelle Indie quando non si è in grado di mettere ordine in casa!».<ref>{{cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Va jouer avec cette poussière : Carnets 1958-1964|città=Paris|anno=1966|pp=80-81}}</ref>
 
Vi sono infine alcuni ideali ricorrenti a cui è rimasto fedele: austerità, coraggio e aristocrazia, riconducibili all'educazione impartitagli dalla madre, all'etica dei samurai e del mondo cavalleresco e nobile della Castiglia. Luogo della sua formazione spirituale resta pur sempre la Spagna classica – del ''[[Cid Campeador]]'', della ''[[Reconquista]]'', del misticismo castigliano e del ''[[Don Chisciotte]]'' – che lo ha educato al disprezzo della mondanità.<ref>{{Cita news|autore=[[Giovanni Allegra]]|titolo=La Spagna di Montherlant|pubblicazione=Il Tempo|numero=258|data=21 settembre 1973|p=3|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/giornale/CFI0415092/1973/n.258/3/original}} {{Cita|Vin|pp. 125-126}}.</ref>
 
=== Il teatro ===
Nel secondo periodo della sua vita, Montherlant realizza una serie di [[dramma|drammi]] che vengono rappresentati a distanza di tempo dalla loro composizione. I drammi dell'autore francese non appartengono all'attualità nel senso cronachistico del termine, in quanto non rispecchiano vicende di oggi. Ma lo stato d'animo di cui si fanno portavoce, la rivendicazione dell'[[onore]] e della [[dignità]] umana in senso rigoroso e formale contribuiscono a spiegare anche certi momenti del difficile dopoguerra francese.
 
La formula drammatica di Montherlant oscilla tra l'obbedienza alla rigida struttura della [[tragedia]] classica francese e il richiamo a forme più libere del dramma [[romanticismo|romantico]] (rievocazione storica, costumi riccamente ricostruiti, atmosfere accese). Dal punto di vista tematico tutto il suo universo teatrale ruota attorno a un assunto fondamentale: alla mediocrità del mondo e del consorzio umano si oppone l'[[eroismo]] di un uomo solo, diviso tra il desiderio dell'azione e il dubbio rispetto alla sua stessa utilità.<ref>{{Cita libro|curatore=[[Silvio D'Amico]]|titolo=Enciclopedia dello spettacolo: Mal-Perg|città=Roma|editore=Le maschere|anno=1962|p=789}}</ref>
 
Viene ribadita dunque la tesi dell'universale vanità e il concetto di ''alternance''. Poiché il mondo sarebbe privo di ogni significato, l'individuo si trova di fronte ad un bivio: o soddisfare sino in fondo il suo amor proprio, il suo orgoglio, la sua sensualità, come l'insaziabile Don Juan in ''La Mort qui fait le trottoir'', oppure negare tutti i valori mondani e annullarsi misticamente nella divinità. Così, nella ''Regina morta'' (1942) vediamo il re Ferrante condannare a morte Inès, non tanto per esigenze di ragion di Stato, a cui lui stesso non crede affatto, bensì per orgoglio e per cinismo. Nel ''[[Il gran maestro di Santiago|Maestro di Santiago]]'' (1947), in ''[[La città che ha per principe un ragazzo|La ville dont le prince est un enfant]]'' (1951), in ''[[Port-Royal (Montherlant)|Port-Royal]]'' (1954), i protagonisti abbandonano invece ogni velleità di gloria mondana per sprofondare nella pace, ad un tempo dolce e austera dell'[[Essere]] o del [[nulla]], secondo la formula «Dieu est le rien» di [[Meister Eckhart]].<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Théâtre|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1972|p=1189}}</ref> Tale concezione, [[eroica]] e [[tragedia|tragica]], rende insomma possibile, agli occhi di Montherlant, un'oscillazione tra [[epicureismo]] e [[giansenismo]], tra religione del piacere e religione dell'austerità.<ref>{{cita libro|autore=Giorgetto Giorgi|capitolo=Montherlant, Henry Millon de|titolo=Dizionario critico della letteratura francese: diretto da Franco Simone, I|città=Torino|editore=U.T.E.T.|anno=1972|p=835}}</ref>
 
I personaggi del teatro di Montherlant vivono, in genere, il dramma dello disfatta di fronte all'incomprensione e della conseguente solitudine.<ref name=sciacca52>{{cita libro|autore=Michele Federico Sciacca|capitolo=Correnti minori di irrazionalismo e di relativismo in Francia: L. Rougier, G. de Gaultier, E. de Montherlant|titolo=La filosofia, oggi : I|editore=Fratelli Bocca Editori|città=Roma-Milano|anno=1952-1954|pp=181-182}}</ref>
 
== Opere ==
=== Narrativa ===
* La Jeunesse d'Alban de Bricoule:
** ''Le Songe'' ([[1922]])
** ''[[Les Bestiaires]]'' ([[1926]])
** ''Les Garçons'' ([[1969]])
* ''[[Gli scapoli|Les Célibataires]]'' ([[1934]])
*''[[Ragazze (tetralogia)|Les Jeunes Filles]]'':
** ''Les Jeunes Filles'' ([[1936]])
** ''Pitié pour les femmes'' ([[1936]])
** ''Le Démon du bien'' ([[1937]])
** ''Les Lépreuses'' ([[1939]])
* ''[[Il caos e la notte|Le Chaos et la Nuit]]'' ([[1963]])
* ''La Rose de sable'' ([[1968]])
* ''Un assassin est mon maître'' ([[1971]])
* Pubblicazioni postume:
** ''Thrasylle'' ([[1984]])
** ''Moustique'' ([[1986]])
 
===Teatro===
* ''L'Exil'' ([[1914]] - [[1929]])
* ''Pasiphaé'' ([[1936]])
* ''La Reine morte'' ([[1942]])
* ''Fils de personne'' ([[1943]])
* ''Un incompris'' ([[1943]])
* ''Malatesta'' ([[1946]])
* ''[[Il gran maestro di Santiago|Le Maître de Santiago]]'' ([[1947]])
* ''Demain il fera jour'' ([[1949]])
* ''Celles qu'on prend dans ses bras'' ([[1950]])
* ''[[La città che ha per principe un ragazzo|La Ville dont le prince est un enfant]]'' ([[1951]] - [[1967]])
* ''[[Port-Royal (Montherlant)|Port-Royal]]'' ([[1954]])
* ''Brocéliande'' ([[1956]])
* ''La Mort qui fait le trottoir (Don Juan)'' ([[1956]])
* ''Le Cardinal d'Espagne'' ([[1960]])
* ''La Guerre civile'' ([[1965]])
 
===Racconti===
* Les Voyageurs traqués:
** ''Aux fontaines du désir'' ([[1927]])
** ''La Petite Infante de Castille'' ([[1929]])
** ''Un voyageur solitaire est un diable'' ([[1961]])
* Pubblicazioni postume:
** ''Mais aimons-nous ceux que nous aimons ?'' ([[1973]])
** ''Le Fichier parisien'' ([[1974]])
** ''Coups de soleil'' ([[1976]])
** ''Quelques mois de féerie, quelques jours de galère. Inédits nord-africains (1926-1940)'' ([[1995]])
 
===Saggi===
* ''La Relève du matin'' ([[1920]])
* ''Les Olympiques'' ([[1924]])
* ''La mort de Peregrinos'' ([[1927]])
* ''Mors et vita'' ([[1932]])
* ''Service inutile'' ([[1935]])
* ''L'Équinoxe de septembre'' ([[1938]])
* ''Les Nouvelles chevaleries'' ([[1941]])
* ''Le Solstice de juin'' ([[1941]])
* ''Notes de théâtre'' ([[1943]])
* ''Textes sous une occupation (1940-1944)'' ([[1963]])
* ''Discours de réception à l'Académie française et réponse du duc de Lévis Mirepoix'' ([[1963]])
* ''Le Treizième César'' ([[1970]])
* ''La Tragédie sans masque. Notes de théâtre'' ([[1972]])
* ''Essais critiques'' ([[1995]])
 
===''Carnets''===
* ''Carnets 1930-1944'' ([[1957]])
* ''[[Va jouer avec cette poussière|Va jouer avec cette poussière (1958-1964)]]'' ([[1966]])
* ''La Marée du soir (1968-1971)'' ([[1972]])
* Pubblicazioni postume:
** ''Tous feux éteints (1965, 1966, 1967, 1972 et sans dates)'' ([[1975]])
** ''Garder tout en composant tout (Derniers carnets, 1924-1972)'' ([[2001]])
 
===Poesia===
* ''Les Sauteurs de haies'' (1924)
* ''Encore un instant de bonheur'' ([[1934]])
 
===Lettere===
*''Correspondance (1938-1941)'', présentation et notes de R. Peyrefitte et Pierre Sipriot, Robert Laffont, 1983
* ''Lettres à Michel de Saint Pierre'', préface de Michel de Saint Pierre, Albin Michel, 1987
 
===Vari===
* ''Pages catholiques'', recueillies et présentées par Marya Kasterska, Plon, 1947
* ''Dessins'', préface de Pierre Sipriot, Copernic, 1979
 
== Traduzioni italiane ==
*{{cita news|titolo=Quelle che prendiamo tra le braccia: dramma in tre atti|traduzione=Camillo Sbarbaro|pubblicazione=Sipario|anno=1951|numero=63}}
*{{cita libro|titolo=Il gran maestro di Santiago; La regina morta; Malatesta|traduttore= [[Massimo Bontempelli]], [[Camillo Sbarbaro]]|città=Milano|editore=Bompiani|anno=1952}} Riedito in parte: {{cita libro|titolo=Malatesta : dramma in quattro atti|traduttore=Camillo Sbarbaro|altri=con una nota critica di Luca Scarlini|città=Rimini|editore=Raffaelli|anno=1995}}
*{{cita libro|titolo=Gli scapoli|traduttore=Egidio Bianchetti|città=Milano|editore=Mondadori|anno=1953}}
*{{cita libro|titolo=Ragazze|altri=con ''Pietà per le donne'', ''Il demone del bene'', ''Le lebbrose''|traduttore=Maria Luisa Cipriani Fagioli|città=Milano|editore= Mondadori|anno=1958}} Nuova traduzione: {{cita libro|titolo=Le ragazze da marito [Volume primo della tetralogia]|traduttore=Cesare Colletta|città=Milano|editore= Adelphi|anno= 2000}}
*{{cita libro|titolo=Il cardinale di Spagna; Port-Royal|traduttore= Giuseppina Gozzini, Camillo Sbarbaro|città=Milano|editore=Bompiani|anno=1961}} Riedito in parte: {{cita libro|titolo=Port-Royal|traduttore=Camillo Sbarbaro|città=Torino|editore=Nino Aragno Editore|anno=2015}}
*{{cita libro|titolo=Il caos e la notte|traduttore=Giuseppe Mormino|città=Milano|editore=Bompiani|anno= 1965}}
*{{cita libro|titolo=La guerra civile : dramma in tre atti|altri=premessa e traduzione di [[Piero Buscaroli]]|città=Torino|editore= Fògola|anno=1976}}
*{{cita libro|titolo=Il solstizio di giugno|altri=introduzione e traduzione di Claudio Vinti|città=Napoli|editore= Akropolis|anno=1983}}
*{{cita libro|titolo=Pasiphaë|traduttore=Luca Coppola|altri=introduzione di Claudio Vinti|città=Palermo|editore=Novecento|anno=1990}}
*{{cita libro|titolo=L'infinito è dalla parte di Malatesta|altri=introduzione di [[Giuseppe Scaraffia]] e appendice a cura di Moreno Neri|città=Rimini|editore=Raffaelli|anno=2004}}
 
== Premi letterari ==
* [[1920]] - ''Prix Montyon''
* [[1934]] - [[Gran premio di letteratura dell'Accademia francese]]
* [[1934]] - ''Prix Northcliffe''
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
{{Rapporto gara F1
*{{Cita news|autore=[[Giuseppe Prezzolini]]|titolo=H. de Montherlant, Le releve du matin, Paris, Joud, 1922|pubblicazione=Il Convegno|numero=11-12|data=25 dicembre 1922|p=690}}
|Nome_di_gara =Gran Premio del Giappone
*{{Cita news|autore=[[Giacomo Prampolini]]|titolo=Doni dell'Africa|pubblicazione=La Fiera Letteraria|numero=42|data=14 ottobre 1928|p=8}}
|Anno_di_gara=1976
*{{Cita libro|autore=[[Lorenzo Giusso]]|capitolo=Montherlant|titolo=Il viandante e le statue|città=Milano|editore=Corbaccio|anno=1929|pp=289-298}}
|Prova = 16
*{{Cita news|autore=[[Emilio Castellani (traduttore)|Emilio Castellani]]|titolo=La lezione dello stadio|pubblicazione=Corrente di vita giovanile|numero=12|data=15 luglio 1938|p=4}}
|Precedente_gara_nella_stagione =[[Gran Premio degli Stati Uniti-Est 1976]]
* {{Cita libro|autore=[[Michel de Saint Pierre|Michel de Saint-Pierre]]|titolo=Montherlant bourreau de soi-meme|città=Parigi|editore=Gallimard|anno=1949|lingua=fr}}
|Prossima_gara_nella_stagione =[[Gran Premio d'Argentina 1977]]
*{{Cita libro|autore=[[Indro Montanelli]]|capitolo=Montherlant|titolo=Tali e quali : 2|città=Milano|editore=Longanesi|anno=1956|pp=331-336}}
|Precedente_anno_gara ='Nessuna'
*{{Cita libro|autore=Antonio Corsaro|capitolo=Per Montherlant|titolo=Astrattismo nella poesia francese del Seicento e altri studi|città=Palermo|editore=Flaccovio|anno=1968|pp=255-259}}
|Prossimo_anno_gara = 1977
*{{Cita libro|autore=[[Renzo Rossellini]]|titolo=Ultimi colloqui con Montherlant|città=Monte-Carlo|editore=Imprimerie Monegasque|anno=1972|cid=Rossellini}}
}}
* {{Cita news|autore=Émile Lecerf, Jean Mabire, Michel Ciry, François d'Orcival, Michel Marmin, [[Jean Cau]], Michel Mourlet|titolo=Henry de Montherlant|pubblicazione=Nouvelle École|data=settembre 1972|numero=20|lingua=fr}}
*{{Cita news|autore=[[Giorgio Locchi]]|titolo=De Montherlant l'ultimo scrittore aristocratico|pubblicazione=Il Tempo|data=23 settembre 1972|p=3|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/giornale/CFI0415092/1972/n.242/3/original|cid=Loc}}
*{{cita news|autore=Pierre Pascal|titolo=In ricordo di Montherlant: XXI settembre MCMLXXII, sedicesima ora|pubblicazione=la Destra : rivista internazionale di cultura e politica|numero=10|data=ottobre 1972|url=https://ita.calameo.com/read/004801946880bd81cda37|cid=Pas}}
*{{cita libro|autore=Eric Vatré|titolo=Montherlant: entre le Tibre et l'Oronte|città=Parigi|editore=Nouvelles Éditions Latines|anno=1980|cid=Vat|lingua=fr}}
*{{Cita libro|autore=Luigi Bàccolo|capitolo=Mitologia politica di Montherlant|titolo=Il mormorio delle passioni nascenti e altre cose|città=Cuneo|editore=L'arciere|anno=1981|cid=Luigi Bàccolo}}
* {{cita libro|autore=Pierre Sipriot|titolo=Montherlant sans masque|editore=Éditions Robert Laffont|città=Paris|anno=1982|cid=Sip|lingua=fr}}
*{{Cita libro|autore=Gianni Nicoletti|capitolo=Henry Millon de Montherlant|titolo=I contemporanei: Letteratura francese II|città=Roma|editore=Lucarini|anno=1984|cid=Nic}}
*{{Cita libro|autore=Claudio Vinti|titolo=Il ventaglio del samurai: H. de Montherlant e l'ideologia della guerra|città=Napoli|editore=Edizioni scientifiche italiane|anno =1985|cid=Vin}}
*{{Cita libro|autore=Sergio Bernacconi|capitolo=A Lourdes: Zola, Carrel, Montherlant|titolo=Un gatto nel Parnaso|città=Ferrara|editore=SATE|data=1989|cid=Bernacconi}}
*{{Cita libro|autore=Maurizio Serra|capitolo=La dedica di D'Annunzio a Montherlant|titolo=L'esteta armato : il poeta-condottiero nell'Europa degli anni Trenta|città=Bologna|editore=Il Mulino|anno=1990|cid=Maurizio Serra}}
*{{cita libro|autore=[[Alain de Benoist]]|capitolo=Henry de Montherlant|titolo=Bibliographie générale des droites françaises, vol. 1|collana=Patrimoine des lettres|editore=Dualpha|città=Paris-Coulommiers|anno=2004|lingua=fr}}
*{{Cita news|autore=Pierangela Adinolfi|titolo=Bernanos e Montherlant: dai Dialogues des Carmélites a Port-Royal|pubblicazione=Studi Francesi|numero=148|data=gennaio-aprile 2006|pp=41-55}}
*{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Lettere a Luigi Bàccolo|altri=edizione critica a cura di Pierangela Adinolfi|editore=Nuova Trauben edizioni|città=Torino|anno=2018|cid=Lettere a Luigi Bàccolo}}
 
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[[sv:Japans Grand Prix 1976]]