Italia e Claude Monet: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m tolta img nc
 
m fix link
 
Riga 1:
{{Bio
{{Nota disambigua|altri significati di Italia|[[Italia (disambigua)]]}}
|Nome = Claude-Oscar
{{Stato
|portaleCognome = ItaliaMonet
|PostCognome =
|nomeCorrente = Italia
|Sesso = M
|nomeCompleto = Repubblica Italiana
|LuogoNascita = Parigi
|nomeUfficiale = [[Repubblica Italiana]]
|GiornoMeseNascita = 14 novembre
|linkBandiera = Flag of Italy.svg
|AnnoNascita = 1840
|paginaBandiera = Bandiera italiana |
|LuogoMorte = Giverny
|linkStemma = Italy-Emblem.svg
|GiornoMeseMorte = 5 dicembre
|paginaStemma = Stemma italiano
|AnnoMorte = 1926
|linkLocalizzazione = EU ___location ITA.png
|Attività = pittore
|motto = <!-- il motto dello Stato (se esiste) -->
|Epoca = 1800
|lingua = [[Lingue parlate in Italia|italiano]]
|Epoca2 = 1900
|capitale = [[Immagine:Comuneroma.jpg|15px]] [[Roma]]
|Nazionalità = francese
|capitaleAbitanti = 2 823 804
|PostNazionalità = , considerato uno dei fondatori dell'[[impressionismo]] francese e certamente il più coerente e prolifico del movimento. I suoi lavori si distinguono per la rappresentazione della sua immediata percezione dei soggetti, in particolar modo per quanto riguarda la [[pittura paesaggistica|paesaggistica]] e la pittura ''[[en plein air]]''
|capitaleAbitantiAnno = 2004
|Immagine = Autoportret Claude Monet.jpg
|governo = [[Repubblica parlamentare]]
|Didascalia = Claude Monet, ''Autoritratto'' (1886); olio su tela, 55×46 cm, collezione privata
|presidente = [[Giorgio Napolitano]]
|elenco capi di stato = [[Presidenti della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]]
|elenco capi di governo = [[Elenco dei Governi Italiani|Presidente del Consiglio dei Ministri]]
|primoMinistro = [[Romano Prodi]]
|indipendenza = [[17 marzo]] [[1861]]
|ingressoONU = [[14 dicembre]] [[1955]]
|ingressoUE = [[25 marzo]] [[1957]]<br>membro fondatore
|superficieTotale = 301.338
|superficieOrdine = 69
|superficieAcqua = 2,4
|popolazioneTotale = 58 883 958
|popolazioneAnno = luglio 2006
|popolazioneOrdine = 23
|popolazioneDensita = 195,4
|popolazioneDensitaOrdine = 40
|continente = [[Europa]]
|orario = [[Tempo Coordinato Universale|UTC]] +1
|PIL= 1.708.151
|PILValuta= $
|PILAnno= 2007
|PILOrdine= 8
|PILprocapite= 28.534
|PILprocapiteValuta= $
|PILprocapiteAnno= 2006
|PILprocapiteOrdine= 21
|HDI= 0,940 (alto)
|HDIAnno= 2004
|HDIOrdine= 17
|valuta = [[Euro]]
|energia = 0,63 kW/H
|tld = [[.it]]
|telefono = +39
|targa = I
|inno = [[Il Canto degli Italiani]]<br />''noto come''<br />[[Inno di Mameli]] o [[Fratelli d'Italia]]
|festa = [[2 giugno]]
|note = <references/>
}}
[[File:Claude Monet Signature.svg|thumb]]
L''''Italia''' o '''Repubblica Italiana''' è uno [[stato]] dell'[[Europa meridionale]], che occupa gran parte della [[Geografia dell'Italia|regione geografica italiana]] o italica. Confina con la [[Francia]] ad ovest, con la [[Svizzera]] e l'[[Austria]] a nord e con la [[Slovenia]] ad est. Al suo interno sono presenti due [[Microstato (Geografia politica)|microstati]]: [[San Marino]] e la [[Città del Vaticano]]. Fa parte della Repubblica anche il comune di [[Campione d'Italia]], [[enclave]] nel territorio della [[Svizzera italiana]]. La capitale è [[Roma]]. Lo stato si costituì nel [[1861]] e assunse l'istituzione di [[repubblica parlamentare]] nel [[1946]].
 
== Biografia ==
Tradizionalmente chiamata ''la Penisola'' (in ragione della sua natura geografica prevalente), ''lo Stivale'' (in virtù della sua caratteristica forma) e il ''Belpaese'', l'Italia si estende in latitudine per 12 gradi, per un totale di circa 1.300 chilometri, e in longitudine per 12 gradi. Comprende tre parti: una parte continentale, confinante a nord con la catena [[Alpi|alpina]], una parte peninsulare, che si allunga nel [[Mediterraneo]] fino a circa 150 chilometri dalle coste dell'[[Africa]], e una parte insulare, che include la [[Sardegna]] e la [[Sicilia]], le due maggiori isole del Mediterraneo. I confini territoriali sono lunghi in tutto 1.800 chilometri, mentre lo sviluppo costiero è di 7.500 chilometri.
[[File:Claude Monet - Caricature of Léon Manchon.jpg|thumb|left|Claude Monet, ''Léon Manchon veste una giacca'' (1858 circa); pastello nero su carta grigia con lumeggiamenti di pastello bianco, 612x452 mm, The Art Institute of Chicago]]
=== Giovinezza ===
Claude-Oscar Monet nacque il 14 novembre 1840 a Parigi. Suo padre era Adolphe, un droghiere che, dopo aver solcato i mari europei in qualità di marinaio su una nave mercantile di Le Havre, era tornato a Parigi per sposare la bella Louise-Justine Aubrée. Quest'unione fu coronata dalla nascita di Léon Pascal, nel 1836, e di Oscar, battezzato in questo modo dai genitori ma destinato a entrare nelle pagine dei libri di storia dell'arte come Claude Monet.<ref>{{cita|Wildenstein|p. 11}}</ref>
 
Il piccolo Claude fu battezzato a Notre-Dame-de-Lorette il 20 maggio 1841: egli, tuttavia, beneficiò poco del fervente clima culturale parigino siccome, a soli cinque anni, seguì la famiglia a [[Le Havre]], dove una sorellastra del padre deteneva un commercio di articoli marittimi insieme al marito Jacques Lecadre. Monet beneficiò di uno stile di vita borghese, trascorrendo una fanciullezza agiata e all'aria aperta, grazie alla quale poté coltivare un amore viscerale per i paesaggi normanni, le campagne e il mare; una passione che sarà cruciale per la sua futura carriera pittorica.
La Repubblica Italiana conta circa 59 milioni di abitanti (stime [[ISTAT]] relative al 2006), per una densità di quasi 196 abitanti per km². Le donne sono circa 1,7 milioni in più degli uomini.
 
La scuola non lo attraeva, ed i quattro anni trascorsi al ''collège communal'' di Le Havre non fecero che soffocare la sua creatività: «ero un ragazzo naturalmente indisciplinato» osservò Monet cinquant'anni dopo «anche nella mia infanzia odiavo obbedire alle regole ... Vivevo la scuola come una prigione e odiavo trascorrere il mio tempo lì, anche se per sole quattro ore giornaliere». Il suo elemento, come si è già accennato, era l'aria aperta, «dove il sole era allettante, il mare affascinante, e dove era semplicemente meraviglioso correre lungo le scogliere, o magari sguazzare nell'acqua». Nonostante Monet odiasse trascorrere il suo tempo dietro ai banchi di scuola, ebbe modo di assimilare i fondamenti della lingua francese e dell'aritmetica, ed erano ben pochi i compagni di classe che non apprezzavano la sua personalità affascinante ed il suo senso dell'umorismo.<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 13-14}}</ref>
È membro fondatore dell'[[Unione Europea]], della [[Nato]], del [[Consiglio d'Europa]] e dell'[[UEO|Unione Europea Occidentale]], aderisce alle [[Nazioni Unite]] (per il biennio [[2007]]-[[2008]] è membro non-permanente del [[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite]]) e fa parte del [[G8]].
 
Una materia che tuttavia catturò sin da subito il suo interesse fu il disegno. «Disegnavo ghirlande sui margini dei miei libri ed ero solito ricoprire la fodera blu dei miei eserciziari con ornamenti fantastici, o magari con raffigurazioni irriverenti dei miei insegnanti, soggetti a distorsioni estreme». Nonostante Monet avesse individuato con successo la sua passione, questi anni per lui furono tutt'altro che felici: nell'estate del 1857 lasciò il ''collège'', privo ormai del sostegno della madre, scomparsa il 28 gennaio di quell'anno, e del padre, dal quale era considerato poco più che un fallito. Se Monet, ormai divenuto un adolescente, non abbandonò le sue ambizioni artistiche per darsi al commercio insieme al padre fu solo grazie alla zia Lecadre, la quale - incapace di colmare il vuoto lasciato dalla morte del marito Jacques - decise di cimentarsi con i pennelli «come solo le donne sposate sanno fare».
== Etimologia del nome ==
[[Immagine:italia colonie.jpg|thumb|right|250px|l'Italia di Erodoto]]
Il nome Italia venne usato per la prima volta dagli autori [[letteratura greca|greci]] e [[letteratura latina|latini]], nella fattispecie da [[Erodoto]]. Con tale nome si indicava la parte meridionale della [[penisola]], l'antico ''[[Bruttium]]'' meridionale abitato dagli ''Itali'' di ''Re Italo'' (attuale [[Calabria]] meridionale) secondo quanto tramandato anche da [[Dionigi di Alicarnasso]], [[Tucidide]] e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], poi il nome fu esteso ad indicare i connazionali della [[Magna Grecia]], che venivano detti ''Italiótai''.
 
Grazie all'interessamento della zia, Monet fu in grado di proseguire la sua passione sotto la guida di [[Jacques-François Ochard]], docente presso il ''collège'' dai modi assertivi e cordiali. Dopo essersi opportunamente formato Monet licenziò i suoi primi cimenti artistici, specializzandosi nella realizzazione di sferzanti caricature da vendersi al prezzo di venti franchi. Accentuando in modo ridicolo e satirico i tratti salienti degli abitanti di Le Havre, Monet riuscì certamente a farsi un nome e ad aumentare la sua stima in sé stesso; non vi è sorpresa, dunque, se realizzò un centinaio di caricature, arrivando persino ad esporle in cicli settimanali presso la vetrina di una bottega sulla rue de Paris, Gravier's. Quando ogni domenica il popolino di Le Havre si dava appuntamento lì davanti e scoppiava a ridere fragorosamente, Monet, per usare le sue stesse parole, «scoppiava di orgoglio».<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 19-20}}</ref>
L'[[etimologia]] del nome, secondo una tesi antica, si basa sul nome [[greco]] ''italós'', che significa toro come forma contratta e grecizzata dell'[[Lingua umbra|umbro]] ''vitlu'' (vitello). Tale etimologia era stata già tramandata dagli stessi greci che vedevano l'origine del nome in ''Ouitoulía'', ossia "terra dei vitelli". Essa fu in seguito riproposta da [[Dionigi d'Alicarnasso]], [[Varrone]], [[Aulo Gellio]] e [[Sesto Pompeo Festo]].
 
=== Un apprendista pittore a Parigi ===
Alcuni sostengono che tale nome deriva dal vocabolo "Italòi", termine con il quale i greci designavano i Vituli, una popolazione che abitava la regione a sud dell'odierna [[Catanzaro]] e adorava il simulacro di un vitello. Il nome significherebbe quindi "abitanti della terra dei vitelli". Infatti fino all'inizio del [[V secolo a.C.]], con Italia si indicò solo la Calabria, poi tutta la parte meridionale del Paese e, dal [[49 a.C.]], quando alla [[Gallia Cisalpina]] furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della penisola. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa dell'[[Augusto (imperatore romano)|imperatore Augusto]] ([[27 a.C.]]) che li portò a [[ovest]] fino al [[Varo (fiume)|fiume Varo]] (presso [[Nizza]]) e ad [[est]] fino al fiume Arsa, in [[Istria]].
[[File:Monet, Claude - View At Rouelles, Le Havre (1858).jpg|thumb|Claude Monet, ''Veduta di Rouelles'' (1858); olio su tela, 46×65 cm, collezione privata]]
==== Boudin ====
Ormai consapevole di aver raggiunto una certa perizia artistica, Monet era fermo nel voler proseguire la sua vita nel solco dell'arte. Fondamentale, in tal senso, fu l'intervento del corniciaio operante presso Gravier's, grazie al quale il nostro fece conoscenza di un paesaggista normanno modesto ma determinato, [[Eugène Boudin]]. «Dovresti conoscere monsieur Boudin» rivelò il corniciaio al giovane Claude «checché ne dicano le persone sa assolutamente il fatto suo ... potrebbe darti ottimi consigli». Le perplessità di Monet furono rilevanti - il suo spirito di autodidatta era insofferente ai freni - ma le insistenze del corniciaio furono talmente pressanti da sollecitarlo a rivolgersi a Boudin, che era ben contento di insegnare la sua arte ad un «giovane uomo così versato per le caricature».
 
Fu un incontro intensissimo. Boudin ammirava le opere «sconvolgenti, ricche di entusiasmo e di vita» del giovane allievo, che dal suo canto ammise di aver beneficiato non poco degli insegnamenti del maestro: «Boudin, con instancabile gentilezza, intraprese la sua opera d'insegnamento. I miei occhi finalmente si aprirono e compresi veramente la natura; imparai al tempo stesso ad amarla. L'analizzai con una matita nelle sue forme, la studiai nelle sue colorazioni».<ref>{{cita|Wildenstein|p. 22}}</ref> Se un tutoraggio accademico lo avrebbe confinato nel claustrofobico chiuso degli ''ateliers,'' Boudin fu perfettamente in grado di convertire la passione di Monet in temperamento artistico, trasmettendogli un grande amore per la pittura ''en plein air'': «È ottimo come inizio, ma presto ne avrai abbastanza delle caricature. Studia, impara a vedere e a disegnare, dipingere, fare paesaggi».<ref>{{cita|Lemaire|p. 5}}.</ref>
Secondo un'altra ipotesi l'origine del nome non è una forma grecizzata dell'umbro, bensì un termine di derivazione [[Lingua etrusca|etrusca]]. In Etrusco esisteva difatti il termine Italòs, che indicava il toro, probabilmente derivato da *vitalu, con caduta del [[digamma]]. Questo termine fu usato dagli [[etruschi]] per indicare i popoli italici (dell'Italia centro meridionale); ciò è stato in parte affermato da [[Apollodoro]], che sosteneva che il termine italòn fosse un termine di derivazione tirrenica, e quindi etrusca, usato per indicare il toro. Lo stesso confermava il bizantino [[Giovanni Tzetzes]], che presumibilmente non conosceva la fonte di Apollodoro e, forse, lo aveva appreso da qualche altra fonte antica. Appare inoltre molto più probabile che il termine sia passato dall'etrusco al greco, piuttosto che dall'umbro, per altri due motivi: utilizzare il termine italòn per indicare un popolo ha probabilmente una connotazione negativa, in quanto rimanderebbe ad una certa inferiorità; considerando la superiorità tecnico culturale degli etruschi, e le condizioni dei rapporti che esistevano fra questo popolo e le genti italiche, è molto probabile che gli etruschi abbiano utilizzato tale appellativo con lo scopo di deridere i propri vicini. Appare in secondo luogo difficile credere che tale appellativo sia stato applicato a tutti i popoli italici a partire da un piccolo popolo, mentre la sua paternità etrusca renderebbe più probabile la sua diffusione su vasta scala.
 
==== Nella ''ville lumière'' ====
Su quest'ultimo punto ci sono state ipotesi divergenti; ad esempio c'è chi, come il filologo [[Domenico Silvestri]], sostiene che il nome sia passato dall'etrusco al greco, ma già con il suo significato finale. In pratica gli Etruschi chiamavano la penisola già ''Italia'' e i suoi abitanti ''Itali''.
La vocazione artistica di Monet, ormai fattasi intensa, quasi bruciante, non poteva che convergere a [[Parigi]], dove nel maggio 1859 i maggiori artisti di tutta Francia si erano dati appuntamento per il Salon. Monet comunicò tempestivamente i fatti artistici osservati durante il soggiorno parigino al Boudin, cui confidò le seguenti parole:
Altri sostengono che il termine Italia sia derivato dal greco Aithàle, termine usato per indicare l'[[isola d'Elba]] ed alcune vicine, trasformatosi poi in Aitlìa, Eitalìale, Etalìa, Italìa. Aithàle in greco significa fumosa o fumante, ed avrebbe indicato la presenza di molte fornaci per la lavorazione dei metalli. Tale presenza è però attestata solo sull'isola d'Elba e non in tutto il sud Italia, ragion per cui difficilmente questo nome avrebbe potuto diffondersi a tutta la penisola. Altri sostengono che il termine Aithàle avrebbe indicato una tecnica di coltivazione, eseguita appiccando incendi sui campi con lo scopo di aumentarne la fertilità, ma tale tecnica era diffusa in tutto il mediterraneo. Vi è poi chi sostiene che Aithale rimandi al concetto del tramonto, per il fatto che l'Italia era per i greci la terra dove tramontava il sole, ma tale nome avrebbe potuto essere applicato anche alla Sicilia, o alla [[Numidia]], che godevano della stessa caratteristica.
{{citazione|Non potete credere quale interesse troverete venendo subito a Parigi. C'è un'esposizione di dipinti moderni che comprende le opere della scuola del 1830 e che prova che non siamo tanto in decadenza come si dice. Vi sono diciotto Delacroix splendidi [...]. Vi sono altrettanti Decamps, una dozzina di Rousseau, di Dupré, vi sono anche da sette a otto Marilhat [...]. E poi sappiate anche che il solo buon pittore di marine che noi abbiamo, Jongkind, è morto per l'arte: è completamente folle. [...] Ho dimenticato di dirvi che Courbet e Corot brillano anche in quest'esposizione, così come Millet|Claude Monet}}
[[File:Bazille, Frédéric - Monet after His Accident at the Inn of Chailly.jpeg|thumb|Jean-Frédéric Bazille, ''L'ospedale da campo improvvisato dopo l'incidente di Monet alla locanda di Chailly'' (1865); olio su tela, 47×62 cm, museo d'Orsay, Parigi]]
 
Monet, poi, espresse ammirazione anche per le composizioni di Troyon, benché osservò che «avevano le ombre un po' nere». Il nostro, che nonostante la giovane età poteva già giovarsi di una solida erudizione artistica, arrivò persino a conoscerlo di persona: «gentile e senza pretese», [[Constant Troyon]] ammirò i pregi cromatici intessuti da Monet e fece pressione affinché egli si iscrivesse presso l'''atelier'' di [[Thomas Couture]], artista di impronta accademica che nel 1847 aveva stupito il pubblico del Salon con la sua opera ''I romani della decadenza''. Couture, dunque, era un artista ligio alla tradizione accademica, e scettico verso gli sperimentalismi pittorici promossi da Monet che, infatti, non fu ammesso ai suoi corsi, anche per via della sua indigenza economica.
Più di recente l'erudito [[Giovanni Semerano]], noto per una sua teoria che fa derivare le [[lingue indoeuropee]] da alcune [[lingue semitiche]], asserì che il termine ''Italia'' deriverebbe da ''Atalu'', una pretesa parola [[accadico|accadica]] che significherebbe "terra del tramonto". Egli si basava non su tradizioni storiche (non esistono infatti motivi storici che possano avere portato un termine accadico dalla [[Mesopotamia]] all'Italia) ma su considerazioni a suo dire linguistiche (la "i" del [[Lingua latina|latino]] ''vitulus'' è breve, mentre la "i" di ''Italia'' è lunga; va detto, per inciso, che ''Atalu'' è priva di ''i'', sia brevi che lunghe).
 
Neanche Monet, d'altronde, era desideroso di asservirsi ad un artista troppo legato ai convenzionalismi borghesi e pertanto non esitò ad iscriversi all'Académie Suisse, scuola d'arte privata fondata a Parigi da Charles Suisse, un pittore emulo di David: in questa scuola Claude aveva a disposizione modelli veri per pochi soldi e poteva sperimentare liberamente i propri progetti artistici, considerata la totale assenza di esami di ammissione o di docenti troppo restrittivi. Sotto l'ala protettiva di ''père'' Suisse, in effetti, Monet fu esposto a una quantità inestimabile di stimoli pittorici, germogliati poi grazie all'assidua frequentazione della Brasserie des Martyrs, luogo di riunione di molti scrittori e intellettuali: «È lì che ho conosciuto quasi tutte quelle persone di cui parla Firmin Maillard nel suo libro ''Les Derniers Bohémes'', ma soprattutto Firmin Maillard, Albert Glatigny, Théodore Pelloquet, Alphonse Duchesne, Castagnary, Delvau, Daudet, e altri cattivi soggetti come me ...». Preso da una vera e propria ebbrezza intellettuale, Monet in questi anni di tirocini e scoperte stabilì una fittissima rete di conoscenze, destinata a rivelarsi vincente per la sua carriera. Nel frattempo, malgrado i pochi dipinti di rilievo eseguiti in questo periodo, approfondì la sua amicizia con Boudin, del quale si dichiarò fiero discepolo e compagno.
L'Italia è anche poeticamente chiamata "il Belpaese". Anche se oggi pochi ne sono consapevoli, tale denominazione risale al grande successo editoriale che ebbe, a cavallo tra l'[[XIX secolo|Ottocento]] e il [[XX secolo|Novecento]], il volume ''Il Bel Paese'', pubblicato nel [[1876]] dall'abate [[Antonio Stoppani]] con l'intento di illustrare le bellezze d'Italia (a sua volta, probabilmente, questo titolo intendeva rimandare alla definizione [[Dante|dantesca]] dell'Italia come il "bel paese là dove 'l sì suona". [[Inferno - Canto trentatreesimo|''Inferno'' XXXIII]], 80).
[[File:Claude Monet - Camille.JPG|thumb|Claude Monet, ''Camille in nero'' (1866); olio su tela, 231×151 cm, Kunsthalle, Brema]]
==== L'Algeria ====
Ben presto, tuttavia, accadde l'impensabile: nel 1861, infatti, Monet dovette presentarsi alle autorità del dipartimento della Senna, dalle quali fu chiamato a prestare il servizio militare. Ciò, stando alla legislazione francese del tempo, poteva essere evitato a patto che si pagassero 2500 franchi di contributo per retribuire opportunamente un eventuale sostituto. I genitori di Monet potevano permettersi un esonero, ma per colmare la voragine finanziaria che si sarebbe generata avrebbero necessitato del figlio nella drogheria di famiglia: Claude, tuttavia, non era affatto disposto ad abbandonare i pennelli e perciò si arruolò nel Reggimento dei Cacciatori d'Africa, di stanza ad [[Algeri]], città che in effetti lo affascinò molto.<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 40-41}}</ref> Ci rimangono testimonianze molto vivide, pittoresche, se non liriche del soggiorno algerino di Monet, che in terra d'Africa si disse «non scontento di vestire l'uniforme»: a Mustapha, villaggio presso il quale si era poi stabilito con gli altri camerati, egli in effetti trascorse «un periodo genuinamente meraviglioso».
 
Quel favoloso Oriente, con il suo splendore cromatico e luministico, seppe soddisfare la sua curiosità insaziabile e la sua sete di meraviglie e, per di più, rafforzò la sua vocazione artistica: «Pensavo solo a dipingere, tanto m'inebriava quello stupendo paese». Durante il tempo libero, in effetti, Monet - stimolato, in tal senso, anche dai suoi superiori, aveva l'opportunità di fissare la luce e il colore di quei luoghi che ben rispondevano al gusto orientalista diffusosi in Europa: una fatale caduta da un mulo, tuttavia, gli costò condizioni di salute assai precarie e pertanto fu rimpatriato in Francia, a Le Havre, per un breve periodo di convalescenza.<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 42-43}}</ref>
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia d'Italia}}
[[Immagine:RomaPalazzoQuirinale.JPG|thumb|right|250px|Il [[palazzo del Quirinale]], residenza del [[Presidente della Repubblica Italiana|Capo dello Stato]]]]
[[immagine:palazzogovernoitalia.jpg|thumb|right|250px|Il [[palazzo Chigi]], sede del [[Governo|Governo Italiano]]]]
[[Immagine:Ministerodegliesteri.jpg|thumb|right|250px|Il [[palazzo della Farnesina]], sede del ministero degli affari esteri]]
La storia dell'Italia ha fortemente influenzato la storia, la cultura e lo sviluppo sociale sia d' Europa che del resto del mondo.
 
==== Jongkind ====
Il popolamento del territorio italiano risale alla [[preistoria]], epoca di cui sono state ritrovate importanti evidenze [[archeologia|archeologiche]].
Purtroppo «il buon amico Boudin» si era allontanato da Le Havre, e pertanto Monet si ritrovò a dipingere da solo: nonostante l'assenza di quello che, sostanzialmente, era il suo più grande maestro spirituale, Claude strinse un intenso sodalizio artistico e umano con [[Johan Barthold Jongkind]]. Era costui un pittore di marine di origine olandese che, all'aperto, si limitava a riprodurre il paesaggio in schizzi e acquerelli, per poi definirli sulla tela nel suo studio, conservando tuttavia la freschezza della prima osservazione. Monet giovò molto dell'amicizia di Jongkind, dal quale fu esortato ad intraprendere un apprendistato con maggiore dedizione e impegno, in modo tale da produrre finalmente capolavori sublimi.<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 45-46}}</ref>
 
Papà Alphonse, infatti, era dello stesso avviso, e fu disposto persino a pagare i 2500 franchi richiesti per l'esonero dal servizio militare (la convalescenza era ormai conclusa) affinché il figlio potesse migliorare i propri mezzi tecnici: «Mettiti in testa che d'ora in poi lavorerai, e ''seriamente''. Voglio vederti in un ''atelier'' sotto la guida di un maestro rispettabile. Se decidi nuovamente di essere indipendente, la paghetta che fino ad ora ti ho concesso svanirà senza pietà. Sono stato chiaro?». Monet, ormai, era messo alle strette, e pertanto su consiglio del padre si appellò al pittore [[Auguste Toulmouche]], di casa al n. 70a di rue Notre-Dame-des-Champs. Per saggiare le sue competenze artistiche Monet si cimentò davanti agli occhi del Toulmouche in una natura morta, e certamente non mancò di impressionarlo: «È ottimo, forse un po' vistoso [...] sei veramente promettente, Claude, ma devi spendere le tue energie con più saggezza ... giovane uomo, hai definitivamente talento. Devi entrare in un ''atelier''».<ref>{{cita|Wildenstein|p. 50}}</ref>
In epoca storica, tra i vari [[Popoli dell'Italia antica|popoli Italici]] sono degni di nota in particolare i [[Liguri]], i [[Veneti]] e i [[Celti]] nell'Italia settentrionale, gli [[Etruschi]] e i [[Latini]] in quella centrale, mentre al sud prosperarono le colonie greche ([[Magna Grecia]]). La prima, importante cultura antica sviluppatasi sul suolo italiano fu quella Etrusca (a partire dall' [[VIII secolo a.C.]]) che influenzò profondamente [[Roma]] e la sua civiltà. Quest'ultima rappresenta senz'altro la più alta elaborazione politica, economica e culturale del mondo allora conosciuto. Nata in Italia e forgiatasi grazie anche ai cospicui apporti provenienti dall'[[Etruria]], dagli altri popoli italici, dalla [[Grecia]] e da altre regioni del Mediterraneo Orientale ([[Palestina]] in primo luogo, culla del [[Cristianesimo]],ma anche [[Siria]], [[Fenicia]], ed [[Egitto]]), la civiltà romana si diffuse con il suo [[Impero Romano|Impero]] in gran parte dell'Europa e del nord Africa ed in tutte le regioni che si affacciavano sul [[Mare Mediterraneo]].
 
=== La preistoria impressionista ===
Dopo la caduta dell'[[Impero Romano d'Occidente]], per un lungo periodo (14 secoli) il territorio della penisola si articolò in diversi stati preunitari indipendenti o dominati da potenze straniere. Il più longevo fra essi fu lo [[Stato Pontificio]], che resistette fino alla presa italiana di [[Roma]] nel [[1870]] e che fu poi ricostituito come [[Città del Vaticano]] nel cuore della capitale italiana. All'ultimo imperatore romano di occidente seguì la costituzione di due regni barbarici successivi (quello degli Eruli e degli Ostrogoti).La liberazione dell'Italia operata da [[Giustiniano]] (metà del VI secolo d.C.) fu di breve durata perché già fra il [[568]] ed il [[570]], un popolo germanico, i longobardi, occuparono la maggior parte del paese che si trovò diviso, per la prima volta dall'unificazione di età romana, in due zone perfettamente differenziate fra di loro. Successivamente l'area romano-bizantina fu soggetta ad una serie di amputazioni territoriali riuscendo però a sopravvivere fino all'XI secolo, mentre i Longobardi dovettero assoggettarsi ai [[Franchi]] di [[Carlo Magno]] fin dalla seconda metà dell'[[VIII secolo]]. Lo sviluppo di una civiltà comunale (a partire dall'[[XI secolo]] circa) diede nuovo impulso alla vita economica e culturale dell'Italia centro-settentrionale mentre nel sud si veniva formando il regno Normanno, fra i più moderni e meglio amministrati dell'Europa del tempo. Dai [[Comune (storia)|comuni]] si formarono le [[Signoria|signorie]] e le [[Repubblica marinara|Repubbliche Marinare]].
==== Bazille e Renoir ====
[[File:Monet dejeunersurlherbe.jpg|thumb|Claude Monet, ''La colazione sull'erba'' (1865–1866); olio su tela, frammento destro, museo d'Orsay, Parigi]]
Lo stesso Monet, d'altronde, era dello stesso avviso, e perciò iniziò a frequentare l'atelier di [[Charles Gleyre]], artista dalla pennellata «lieve, graziosa, fine, sognante, alata» con «qualcosa d'immateriale» presso il quale egli ebbe modo di perfezionare gli aspetti tecnici della sua pittura, allenandosi nel disegno, nello studio del nudo, nella prospettiva e nelle altre discipline previste dallo studio accademico. Importantissimo per l'evoluzione pittorica di Monet fu poi l'incontro con [[Alfred Sisley]], [[Pierre-Auguste Renoir]] e [[Jean-Frédéric Bazille]], artisti che come lui ripudiavano la sterilità del disegno accademico. Fu con loro, infatti, che nell'aprile del 1863 si recò a [[Chailly-en-Bière]], nel cuore della foresta di Fontainebleau, sull'esempio di quei pittori come Corot, Daubigny e Rousseau che si immergevano nella vegetazione e si misuravano direttamente con la natura, offrendone un'interpretazione squisitamente realistica e priva di quella retorica presente nel paesaggismo tradizionale.
 
Stregato dal «fascino imperituro» di Chailly, Monet vi rimase per lungo tempo e si esercitò fruttuosamente nella pittura ''en plein air'', così detta perché esercitata all'aperto: lasciata Chailly si recò con Bazille a [[Honfleur]], sull'estuario della Senna, per poi essere a Saint-Adresse, Rouen, per poi fare ritorno a Chailly. Qui fece uno degli incontri decisivi per la sua maturazione pittorica: quello con [[Gustave Courbet]], patriarca del realismo in pittura che aveva dato vita ad un «ampio principio» particolarmente apprezzato dal nostro: «Courbet dipingeva sempre su fondi scuri, su tele preparate col marrone, comodo procedimento che tentò di farmi adottare. Là sopra, diceva, potete disporre le vostre luci, le masse colorate e vederne subito gli effetti». Nonostante le ire furibonde del padre, che in seguito ad una lite cessò di inviargli denaro, Monet grazie all'interessamento di Courbet poté dedicarsi alla pittura con dedizione ancora più intensa: fu in questo periodo che, infatti, iniziò a firmarsi come «Claude».<ref>{{cita|Lemaire|p. 6}}.</ref>
Sotto le Signorie e le [[Repubblica|Repubbliche]] ebbe inizio il [[Rinascimento]], caratterizzato da una vistosa rinascita delle arti, che ebbe grande influenza nel resto di Europa. Le dominazioni straniere e le varie trasformazioni degli stati che si erano formati sul territorio proseguirono fino alla prima metà del [[XIX secolo]], quando si sviluppò una serie di movimenti volti alla creazione di un'Italia indipendente e unitaria; questo periodo è detto [[Risorgimento]].
 
[[File:La Grenouillère MET DT833.jpg|thumb|left|Claude Monet, ''La Grenouillère'' (1869); olio su tela, 74,6×99,7 cm, The Metropolitan Museum of Art, New York]]
L'Italia contemporanea nacque come Stato unitario quando il [[17 marzo]] [[1861]] la maggior parte degli stati della penisola e le due isole principali vennero unite sotto il re [[Vittorio Emanuele II]] della dinastia dei Savoia. Architetto dell'unificazione dell'Italia fu il primo ministro del re, [[Camillo Benso]] Conte di Cavour che, dando mezzi e supporto (seppur non riconoscendolo direttamente) a [[Giuseppe Garibaldi]], consentì l'annessione del [[regno delle Due Sicilie]]. La prima capitale fu [[Torino]], che era la capitale del [[Regno di Sardegna]], punto di partenza del processo di unificazione dell'Italia. In seguito alla [[Convenzione di settembre]] ([[1864]]), la [[capitale (città)|capitale]] venne spostata a [[Firenze]].
Nonostante soggiornasse per lunghi periodi in località di campagna Monet non mancò di interessarsi ai maggiori avvenimenti pittorici della capitale, la quale nel 1863 era attraversata dal virulento scandalo sobillato dalla ''[[Colazione sull'erba (Manet)|Colazione sull'erba]]'' di Manet, quadro che non rispondeva affatto alle prescrizioni accademiche per via della presenza di un nudo femminile non avallato da una sicura contestualizzazione storica o mitologica. Affascinato dalla ''Colazione sull'erba'' Monet decise di assimilarne la vibrante modernità e di realizzare, sulle orme di Manet, una serie di quadri particolarmente significativi, tutti destinati a riscuotere qualche tiepido consenso tra i critici dei Salon: ''La foce della Senna a Honfleur'', ''La punta della Héve con la bassa marea'', ''La foresta di Fontainebleau'' e ''Camille in abito verde''. Più fredda, invece, fu l'accoglienza riscossa dalla sua ''Colazione sull'erba'', replica diretta dello scandaloso dipinto manettiano, che fu duramente criticata da Gustave Courbet.
 
[[File:Claude Monet 022.jpg|thumb|Claude Monet, '''Signora in giardino a Sainte-Adresse'' (1867); olio su tela, 82,3× 101,5 cm, museo dell'Ermitage, San Pietroburgo]]
Nel [[1866]], l'Italia acquisì dall'[[Impero asburgico]] il [[Veneto]], in seguito alla [[Terza guerra di indipendenza italiana|guerra]], che vide l'Italia alleata alla [[Prussia]] di [[Bismarck]] Dall'unificazione rimaneva esclusa [[Roma]] e i territori limitrofi, che erano sotto il controllo del Papa; ma grazie a una rapida guerra il [[20 settembre]] [[1870]] anche Roma venne annessa e venne proclamata capitale del regno. In seguito, con i [[Patti lateranensi]] del [[1929]], il Papa ottenne la sovranità sulla [[Città del Vaticano]]. Un'altra entità autonoma all'interno dei confini italiani è la [[Repubblica di San Marino]]. L'Italia riconosce inoltre il [[Sovrano Militare Ordine di Malta]] come ente con propria soggettività nel diritto internazionale e gli concede una zona extraterritoriale sempre nella città di Roma, precisamente sull'Aventino.
Oscillando tra il realismo courbettiano e il nuovo naturalismo promosso da Manet in questi anni Monet realizzò opere rigorosamente ''en plein air'' che, nella trascrizione pittorica dei paesaggi francesi, cercavano di rispettare gli stessi meccanismi che regolano la visione umana: un'ambizione, forse, troppo alta, tanto che i suoi maggiori capolavori di questo periodo - si pensi a ''La colazione'' - non furono accettati ai Salon. Monet, tuttavia, poteva godere del supporto morale di una vasta schiera di amici e conoscenti, oltre che di una buona moglie. Camille-Léonie Donciuex era una giovane ragazza nativa di [[Lione]] con la quale generò un figlio, Jean: i due, dopo una storia d'amore molto accidentata, convolarono a nozze il 28 giugno 1870.<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 74-75}}</ref>
 
Fondamentali, poi, furono anche le amicizie con l'ormai inseparabile Bazille e con Pierre-Auguste Renoir, aspirante artista che gli faceva spesso visita nella sua dimora a Saint-Michel e che a tal proposito scrisse: «Sto quasi sempre da Monet [...]. Non tutti i giorni si mangia. Tuttavia, sono contento lo stesso perché, per quel che riguarda la pittura, Monet è un'ottima compagnia». Monet intrecciò con Renoir una amicizia fervida e vitale, ben testimoniata dai dipinti che entrambi licenziarono sul tema dell'isolotto della Grenoullière. Si trattava di un piccolo ristorante, affiancato da uno stabilimento balneare e collocato sulle rive della Senna, a poca distanza da Parigi. Per Monet e Renoir si trattava di un pretesto eccellente per sperimentare la nuova tecnica pittorica che in quegli anni andavano coltivando, tutta basata sulle variazioni degli effetti di luce: perciò nell'estate del 1869 entrambi si recarono presso l'isolotto, piazzando i propri cavalletti l'uno di fronte all'altro, e in poco tempo ciascuno aveva realizzato la propria ''Grenoullière''. Il confronto tra le due opere è ancora oggi indispensabile per mettere opportunamente a fuoco queste due grandi personalità artistiche.
Dopo la [[prima guerra mondiale]] si affermò la [[Fascismo|Dittatura Fascista]], evento che comportò la perdita delle libertà politiche per oltre vent'anni. Dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]] il [[2 giugno]] [[1946]] un [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum]] stabilì l'abbandono della monarchia come forma di governo e l'adozione della [[Repubblica parlamentare]]; in questo stesso giorno i cittadini italiani vennero chiamati a votare anche per l'elezione di un'Assemblea Costituente che, nel dicembre del [[1946]], cominciò a lavorare alla stesura di una Costituzione. La [[Costituzione della Repubblica Italiana|nuova costituzione]] entrò in vigore il [[1 gennaio|1° gennaio]] [[1948]].
{| {{prettytable|align=right|width=300px}}
|-
|style="font-size:110%; background:#FEDCBA" align="center" colspan=2 | '''''Organizzazioni internazionali''''' <!--titolo della tabella -->
|-
| bgcolor="#EFEFEF" | Membro [[NATO]] dal:
| [[4 aprile]], [[1949]] <!--ingresso nella NATO - nella forma "anno"-->
|-
| width="120px" bgcolor="#EFEFEF" | Membro [[ONU]] dal:
| [[14 dicembre]], [[1955]] <!--ingresso all'ONU - nella forma "giorno" - "anno"-->
|-
| bgcolor="#EFEFEF" | Membro [[UE]] dal:
| [[1 gennaio|1° gennaio]], [[1958]] <!--ingresso nell' UE - nella forma "anno"-->
|-
|}
 
==== Il primo soggiorno londinese ====
L'Italia è un membro fondatore della [[NATO]] e dell'[[Unione Europea]], avendo istituito con [[Belgio]], [[Francia]], [[Germania Occidentale]], [[Lussemburgo]], [[Paesi Bassi]] il [[18 aprile]] [[1951]] (per mezzo del [[Trattato di Parigi]]) la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio ([[CECA]]); e ha partecipato a tutti i principali trattati di unificazione europea compreso l'ingresso dell'[[Euro]] nel [[1999]].
[[File:Claude Monet - Jardin à Sainte-Adresse.jpg|thumb|Claude Monet, ''Terrazza a Sainte-Adresse'' (1866-1867); olio su tela, 98.1×129.9 cm, Metropolitan Museum of Art, New York]]
Nel 1870 Monet si trasferì con Camille ed il piccolo Jean a Trouville, in Normandia. Quello che inizialmente era un tranquillo soggiorno in un paesino bretone, tuttavia, fu ben presto insanguinato dallo scoppio della [[guerra franco-prussiana]]: sotto il fuoco dei cannoni tedeschi il secondo Impero crollò rovinosamente, Parigi fu assediata e Monet, per evitare di essere arruolato e di sacrificare la propria vita per [[Léon Gambetta]] e l'[[Alsazia-Lorena]], si rifugiò a Londra: fu una scelta saggia, considerato che Bazille, offertosi volontario per la grandezza della patria, morì ucciso in combattimento. Stabilitosi al n. 11 di Arundel Street, nei pressi di Aldwych, Monet a Londra fece conoscenza di Daubigny, artista che gli introdusse il proprio gallerista personale, Paul Durand-Ruel, anch'egli fuggito a Londra (era, d'altronde, titolare di una galleria d'arte a New Bond Street particolarmente fiorente).
 
Grazie all'intercessione di Durand-Ruel, poi, Monet strinse amicizia con [[Camille Pissarro]], artista con il quale si divertì ad esplorare Londra e il suo vibrante patrimonio museale, che vedeva in Turner, Gainsborough e Constable gli artisti prediletti: pur non riuscendo ad esporre alla Royal Academy Monet continuò comunque a lavorare alacremente, fissando nei suoi quadri il fascino emanato dal fiume Tamigi e dai vari parchi londinesi.<ref>{{cita|Wildenstein|po. 104-106}}</ref> Con la stipula dei trattati di pace nel 1871, tuttavia, la guerra franco-prussiana poteva dirsi definitivamente conclusa: non aveva più senso, dunque, rimanere a Londra, né per Monet, né per Pissarro e gli altri esuli francesi. Se, tuttavia, quest'ultimi rimpatriarono immediatamente, Monet preferì dilungarsi e fare tappa a [[Zaandam]], nei [[Paesi Bassi]], «paese molto più bello di come si ritiene comunemente»: visitò il Rijksmuseum in data 22 giugno ed eternò i mulini a vento, i canali ed il paesaggio olandese in generale in «tele [...] dove rivela una grande libertà stilistica e un marcatissimo distacco nei confronti del soggetto, che non ha più niente di pittoresco, singolare o naturalista, ma non è più altro che un veicolo per meditazioni plastiche, non esiste se non al termine di trasposizioni pittoriche che si susseguono e dalle quali trae il suo valore emotivo e poetico» (Lemaire).<ref>{{cita|Lemaire|p. 15}}.</ref>
==Politica==
{{Vedi anche|Sistema politico dell'Italia}}
[[Immagine:Presidente Napolitano.jpg|thumb|left|250px|[[Giorgio Napolitano]], Presidente della Repubblica]]
La '''Repubblica Italiana''' è lo Stato rappresentativo della popolazione che risiede sul territorio italiano. La forma repubblicana dello Stato fu decisa con il referendum del 2 giugno 1946, con il quale il popolo italiano abolì la [[monarchia]] a favore della [[repubblica]].
 
[[File:Pont Argenteuil Monet 2.jpg|thumb|Claude Monet, ''Porto ad Argenteuil'' (1874); olio su tela, museo d'Orsay, Parigi]]
La [[Costituzione della Repubblica italiana|Costituzione]], legge fondamentale della Repubblica Italiana, entrò in vigore il [[1 gennaio|1° gennaio]] [[1948]].
 
=== La nascita dell'Impressionismo ===
Essa indica i principi fondamentali della [[Repubblica]], i diritti e i doveri dei cittadini e fissa l'ordinamento della Repubblica.
==== Argenteuil ====
Fu solo nell'autunno del 1871 che Monet tornò in Francia soggiornando per un breve periodo a Parigi, dove approfondì la sua fraterna amicizia con Renoir e Pissarro, ponendo in questo modo le basi per l'età d'oro dell'Impressionismo. La metropoli, tuttavia, non lo affascinava più, e complice anche la ricezione di alcune cattive notizie - innanzitutto la morte dell'amato Bazille e l'incarcerazione di Courbet per via del suo sostegno alla Comune - egli sentì ben presto l'esigenza di stabilirsi in un sobborgo agreste. [[Argenteuil]] rispondeva perfettamente a questo desiderio: si trattava di un piccolo villaggio placidamente disteso sulla riva destra della Senna di notevole interesse storico ed architettonico che godeva di un'attività viticoltrice e velistica assai intensa.
 
Ad Argenteuil Monet fu rapidamente raggiunto da Renoir, Sisley e Caillebotte e, stimolato dal genio degli amici, raggiunse subito la pienezza della sua potenza artistica: il suo tocco, infatti, iniziò a farsi più mobile e vibrante, assumendo un carattere virgolato particolarmente congeniale per una resa più veritiera della luce e degli effetti cromatici che da essa derivano. Fu questo un periodo di grande splendore artistico di Monet, che poteva finalmente beneficiare di un clima di ''caramaderie'' e di fiducia, oltre che di un certo benessere economico - i collezionisti e i mercanti reclamavano in gran numero le sue tele. Per captare con maggiore immediatezza il brillio della luce che trascolora nella Senna arrivò persino a farsi adattare con l'aiuto di Caillebotte un'imbarcazione in ''atelier flottant'', ovvero in uno studio galleggiante con il quale poter dipingere in mezzo al fiume.
Il [[Presidente della Repubblica]] è la massima carica dello [[Stato]] e ne rappresenta l'unità. Viene eletto ogni sette anni dal parlamento in seduta comune, integrato dai rappresentati regionali, e ha funzioni di natura legislativa, giudiziaria ed esecutiva, anche se nei fatti le sue prerogative sono quasi esclusivamente rappresentative.
La costituzione prevede però che il Presidente della Repubblica acquisisca consistenti poteri nei casi di deriva istituzionale dello Stato, o nei casi nei quali le istituzioni dello Stato violino la legge ad alti livelli.
 
==== La prima mostra del 1874 ====
L'Italia è una repubblica parlamentare, il cui potere legislativo è affidato ad un parlamento bicamerale, costituito dalla [[Camera dei Deputati]] (630 deputati) e dal [[Senato della Repubblica]] (315 senatori eletti, più i senatori a vita: 5 di nomina presidenziale più i Presidenti emeriti della Repubblica). Il parlamento viene eletto dal popolo con un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza. La [[legislatura]] ha una durata massima di cinque anni.
Nel frattempo iniziò a formarsi in Monet la volontà di dare una costituzione ufficiale al gusto pittorico che andava informando gli sperimentalismi della sua ''bande''. Da qui il progetto di emanciparsi dalle istituzioni ufficiali e di organizzare una mostra artistica nei locali di un vecchio studio fotografico al n. 35 di boulevard des Capucines messo a disposizione da [[Nadar]]. Nonostante le varie difficoltà di sorta tutto era pronto per il 15 aprile 1874, giorno in cui i trenta artisti che avevano aderito - tra i tanti ricordiamo, oltre a Monet, anche Degas, Cézanne, Boudin, Pissarro, Berthe Morisot, Renoir e Sisley - poterono finalmente esporre le loro tele al pubblico. Tra i dipinti proposti da Monet vi era ''[[Impressione, levar del sole]]'', opera che fu accolta con pubblico dileggio da una corte di osservatori scandalizzati dalle eccessive libertà compositive e cromatiche che Monet vi si era preso. Tra i critici più virulenti vi fu senza dubbio [[Louis Leroy]], autore del seguente brano, apparso sul ''Le Charivari'':
{{citazione|“Ah, eccolo, eccolo!” esclamò dinanzi al n. 98. “Che cosa rappresenta questa tela? Guardate il catalogo”. “Impressione, sole nascente”. “Impressione, ne ero sicuro. Ci dev'essere dell’impressione, là dentro. E che libertà, che disinvoltura nell’esecuzione! La carta da parati allo stato embrionale è ancor più curata di questo dipinto"|Louis Leroy}}
[[File:Claude Monet, Impression, soleil levant.jpg|thumb|Claude Monet, ''Impressione, levar del sole'' (1872); olio su tela, 48×63 cm, musée Marmottan Monet, Parigi]]
Fu in quest'occasione che Monet e i suoi colleghi adottarono per la prima volta l'appellativo di «Impressionisti», accettando con provocatoria ironia un aggettivo che il Leroy, come si è visto, aveva invece coniato a fini esclusivamente denigratori. Il pubblico parigino, in effetti, fu scandalizzato dall'aspetto formale delle opere esposte, come ci testimonia Zola nel suo romanzo ''[[L'Opera|L'Œuvre]]'': «Il riso che si udiva non era più quello soffocato dai fazzoletti delle signore e la pancia degli uomini che si dilatava quando davano sfogo alla loro ilarità. Era il riso contagioso di una folla venuta per divertirsi, che progressivamente si andava eccitando, scoppiava a ridere per un nonnulla, spinta all'ilarità tanto dalle cose belle che da quelle esecrabili».
 
C'è tuttavia da sottolineare che, se una parte della critica concordava nel ritenere Monet e gli altri Impressionisti dei dilettanti che non sapevano tenere in mano un pennello, alcuni apprezzarono l'iniziativa dei giovani, ammirandone la spontaneità e la freschezza adoperate per la resa della vita contemporanea. Fra questi recensori vi era [[Jules-Antoine Castagnary]], il quale - accettando il neologismo di «Impressionisti» - scrisse: «...sono impressionisti nella misura in cui non rappresentano tanto il paesaggio quanto la sensazione in loro evocata dal paesaggio stesso. E proprio questo termine è entrato a far parte del loro linguaggio [...]. Da questo punto di vista hanno lasciato alle loro spalle la realtà per entrare nel regno del puro idealismo. Quindi la differenza essenziale tra gli impressionisti e i loro predecessori è una questione di qualcosa in più e qualcosa in meno dell'opera finita. L'oggetto da rappresentare è lo stesso ma i mezzi per tradurlo in immagine sono modificati [...]».
Il potere esecutivo è affidato al [[Governo]], all'interno del quale, secondo l'art. 92, c. 1 Cost. possono distinguersi tre diversi organi: il Presidente del [[Consiglio dei Ministri]], i Ministri e il [[Consiglio dei ministri]] che è costituito dall'unione dei precedenti due organi. La formazione del Governo è disciplinata in modo succinto dagli art. 92, c. 2, 93 e 94 Cost. e da prassi costituzionali consolidatesi nel tempo.
 
[[File:Pierre-Auguste Renoir, 1875, Claude Monet, oil on canvas, 84 x 60.5 cm, Musée d'Orsay, Paris.jpg|thumb|left|[[Pierre-Auguste Renoir]], ''[[Ritratto di Claude Monet]]'' (1875); olio su tela, 85×60,5 cm, museo d'Orsay, Parigi]]
Il potere giudiziario è esercitato dal corpo giudiziario complessivamente considerato. Al vertice di questo troviamo la [[Corte Costituzionale]], introdotta nell'ordinamento italiano dalla [[Costituzione della Repubblica italiana]], che ha come competenza principale quella di giudizio sulla costituzionalità delle leggi, ed il [[Consiglio Superiore della Magistratura]], con compiti di autogoverno del corpo giudiziario.
L'amministrazione dello [[Stato]] è suddivisa tra lo [[Stato]] e gli Enti Amministrativi Locali, (Regioni, Province e [[Comuni]]) secondo i principii di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza (art. 118 Cost).
 
Nonostante i timidi apprezzamenti di Castagnary la prima esposizione impressionista si risolse in un totale insuccesso, e al suo termine Monet, Renoir e gli altri furono costretti a prendere atto di un terrificante deficit finanziario. Sotto la spinta di Renoir, dunque, il gruppo si accinse ad organizzare, in data 24 marzo 1875, un'asta pubblica all'Hôtel Drouot, nella prospettiva di far fronte alle drammatiche difficoltà economiche che opprimevano tutti. La spietata recensione del critico Albert Wolff lasciava presagire un nuovo fiasco: «L'''impressione'' che danno gli impressionisti è quella di un gatto che passeggia sulla tastiera di un pianoforte, o di una scimmia che si è impossessata di una scatola di colori». La vendita, presieduta in qualità d'esperto da Durand-Ruel, ebbe in effetti esiti deprimenti: con il ricavato Monet riusciva a malapena a pagarsi il prezzo delle cornici, e fu necessario persino l'intervento della polizia per evitare che gli alterchi potessero degenerare in rissa. Gli esegui guadagni non furono dunque sufficienti per tranquillizzare le preoccupazioni economiche di Monet, funestato tra l'altro dell'improvvisa e terribile malattia che aveva colpito la moglie Camille. «Sebbene io abbia fede nel futuro, il presente è veramente difficile da affrontare» scrisse il pittore a Manet in data 28 giugno 1875. Queste difficoltà, tuttavia, non prosciugarono le sue ambizioni artistiche e pertanto nell'aprile 1876, nonostante il fiasco conosciuto in occasione della prima mostra, Monet organizzo una seconda esibizione impressionista, proponendovi ben diciotto quadri, fra i quali ''La giapponese''. Pur attirandosi l'ostilità della critica e del pubblico in quest'occasione Monet riuscì a guadagnare qualche soldo, anche grazie al caldo supporto di Zola, per il quale egli era «innegabilmente il capogruppo» per il «suo pennello che si distingue per uno straordinario splendore», e di Castagnary, che elogiò senza mezzi termini l'«immenso sforzo verso la luce e la verità» compiuto dal gruppo.<ref>{{cita|Lemaire|p. 19}}.</ref>
Le competenze attribuite in esclusiva allo Stato sono solo quelle indicate nella [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]]; allo stesso modo sono indicate quelle per cui l'indicazione delle linee guida e dei limiti di legge sono di competenza dello Stato (mentre la loro fattiva attuazione è affidata agli enti amministrativi locali); tutte le materie la cui competenza non è esplicitamente attribuita allo Stato, in via esclusiva o principale, sono attribuite agli enti locali. La Corte Costituzionale è competente a giudicare sui conflitti di competenza tra lo [[Stato]] e gli Enti Amministrativi Locali.
 
[[File:Claude Monet - The Magpie - Google Art Project.jpg|thumb|Claude Monet, ''La gazza'' (1868-1869); olio su tela, 89×130 cm, museo d'Orsay, Parigi]]
===Cittadinanza italiana===
Era il periodo in cui i critici d'arte si ponevano con serietà il problema di una corretta comprensione del fenomeno impressionista: per Paul Mantz l'impressionista era «l'artista sincero e libero che, rompendo con i procedimenti di scuola, con i raffinamenti alla moda, subisce, nell'ingenuità del suo cuore, il fascino assoluto che promana dalla natura e traduce, con semplicità e con la maggiore franchezza possibile, l'intensità dell'impressione subìta»; per Duranty, «...la scoperta degli impressionisti consiste propriamente nell'aver riconosciuto che la grande luce scolora i toni, che il sole riflesso dagli oggetti tende, per forza di chiarezza, a ricondurli a quella unità luminosa che fonde i sette raggi prismatici in un unico sfavillio incolore, che è la luce. D'intuizione in intuizione, a poco a poco sono arrivati a decomporre la luce solare nei suoi raggi, nei suoi elementi, e a ricomporre la sua unità attraverso l'armonia generale delle iridescenze che essi spandono nelle tele». Nonostante Monet dovesse affrontare spesso fatiche e disagi soprattutto per le scarse disponibilità economiche, poi, in questi anni iniziò lentamente a formarsi intorno al pittore una leale cerchia di ammiratori e mecenati: oltre a Caillebotte, fervente collezionista di opere impressioniste, vanno indubbiamente citati il medico George de Bellio e, soprattutto, il mercante Ernest Hoschedé.
{{Vedi anche|Cittadinanza italiana}}
La legge 15 febbraio 1992, n.91, ai sensi dell'art. 1 co. 1, stabilisce che è cittadino per nascita a) il figlio di padre o di madre cittadini (''Ius Sanguinis''); b) chi è nato nel territorio della Repubblica se ambo i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge dello Stato di questi (''Ius Soli''). Per il comma 2º, è cittadino per nascita il figlio d'ignoti trovato in Italia, se non si prova il possesso di un'altra cittadinanza.
Inoltre acquisiscono automaticamente la cittadinanza italiana i cittadini vaticani al cessare dei diritti di dimora nella piccola enclave di Roma.
 
Era quest'ultimo nato a Parigi il 18 settembre 1837 da una famiglia di modeste origini commerciali che, dopo aver sposato l'amatissima Alice nel 1863, generando con lei vari bambini, consacrò la propria carriera alle Belle Arti, tributando una sincera ammirazione soprattutto per quanti, come Monet, avevano il coraggio di sfidare i convenzionalismi accademici e di percorrere strade nuove. Da Hoschedé Monet ricevette la commissione di decorare le pareti del suo castello di Rottembourg, presso Montgeron: di questo soggiorno ci sono rimaste tele di particolare pregio artistico, come ''[[I tacchini|Les dindons]]''. Ben presto, tuttavia, anche la famiglia Hoschedé soffrì un atroce tracollo economico e, considerati i buoni rapporti che intercorrevano con i Monet, ambedue le famiglie decisero di congiungere i loro sforzi e di trasferirsi in un'unica casa presso Vétheuil, lungo le rive della Senna, nel dipartimento della Val-d'Oise.<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 150-159}}</ref>
===La costituzione===
{{Vedi anche|Costituzione della Repubblica italiana}}
La Costituzione della [[Repubblica italiana]] è la legge fondamentale dello Stato italiano. Fu approvata dall'[[Assemblea Costituente]] il [[22 dicembre]] [[1947]] e promulgata dal Capo provvisorio dello Stato [[Enrico De Nicola]] il [[27 dicembre]] [[1947]]. È entrata in vigore il [[1 gennaio|primo gennaio]] [[1948]].
 
====Claude Monet a Parigi ====
==Simboli della Repubblica==
[[File:Claude Monet - The Saint-Lazare Station - Google Art Project.jpg|thumb|Claude Monet, ''La stazione di Saint-Lazare'' (1877); olio su tela, 75×104 cm, museo d'Orsay, Parigi]]
{{vedi anche|Simboli patrii italiani}}
Pur amando fino alle lacrime l'idillio campestre che percorreva i fiumi, i campi, le distese erbose delle campagne intorno Parigi, Monet non poteva fare a meno di ritenere affascinante lo scalpitio della vita moderna che gravitava intorno a Parigi. Fu per questo motivo che, a partire dal 1877, il pittore tornò a indagare la realtà metropolitana, con un particolare occhio di riguardo rivolto alla stazione di Saint-Lazare, dalla quale partivano tra l'altro i treni per l'amata Argenteuil. Su questo scalo ferroviario Monet dipinse circa una dozzina di tele, e - pur ripudiando il teatro, i caffè rumorosi, le corse ippiche preferite da Degas e dai suoi discepoli - non mancò nei suoi quadri di occhieggiare sul tessuto urbano parigino, luogo che favoriva incontri stimolanti e che era ricolmo di autentici monumenti della modernità: non bisogna dimenticare, d'altronde, che la Parigi dove visse Monet era quella che il potente [[barone Haussmann]] aveva trasformato in moderna capitale europea con la messa in essere di un ambizioso piano di riqualificazione urbanistica che vedeva nei ''boulevard'', quegli ampi viali alberati ricolmi di negozi, caffè ed eleganti palazzi signorili, il fattore chiave per un vigoroso e generalizzato rilancio economico, morale e culturale. Monet immortala quest'incalzante modernità, lucidamente descritta in letteratura da opere come ''[[La bestia umana]]'' di Zola e ''[[Alla ricerca del tempo perduto]]'' di Proust, in tele come ''La Gare Saint-Lazare'' e ''La rue Montorgueil a Parigi''.
===Tricolore italiano===
 
=== La ''Donna col parasole'' ===
[[Immagine:Piazza Venezia dal Vittoriano.jpg|thumb|left|250px|Il Tricolore italiano sventola su Piazza Venezia a Roma]]
[[File:Claude Monet - Woman with a Parasol - Madame Monet and Her Son - Google Art Project.jpg|thumb|Claude Monet, ''Donna con il parasole, madame Monet con il figlio'' (1875); olio su tela, 100×81 cm, National Gallery of Art, Washington D.C.]]
Il primo tricolore italiano nasce il [[7 gennaio]] [[1797]] a [[Reggio Emilia]] come bandiera della [[Repubblica cispadana]] proposto da [[Giuseppe Compagnoni]].
Al di là delle apparenze, tuttavia, questo era per Monet un periodo difficile e triste. Nonostante il maggiore interesse dimostrato dalla pratica impressionista, ben testimoniato dalla pubblicazione del ''The Impressionists and Edouard Manet'' di Mallarmé, il movimento stava inesorabilmente esaurendo ogni spinta propulsiva, con i singoli aderenti che, complici anche delle divergenze artistiche impossibili da ignorare, ritornarono ad esporre al Salon ufficiale. Monet, dal suo canto, non disertò affatto le mostre impressioniste, anche se il destino del movimento era segnato: nel 1883 scoccò la sua ora definitiva con la morte di Manet il quale, pur non avendo mai formalmente preso parte alle esposizioni organizzate da Monet, era stato comunque in grado di operare una netta cesura con l'arte precedente e di porre le basi dell'arte impressionista.
 
Ancor più catastrofica era la sua vita personale. Le asperità economiche non si attenuarono e, per di più, la malattia dell'amata Camille si aggravò. «Mia moglie ha appena avuto un altro bambino e io sono in pena perché sono incapace di provvedere alle spese per le cure mediche di cui entrambi hanno ''assolutamente'' bisogno»: alla fine fu soprattutto Caillebotte a sopperire alla cronica mancanza di denaro che affannava Monet. Nulla, tuttavia, sembrava alleviare il dolore di Camille: «È soprattutto la cagionevole salute di Madame Monet a preoccuparci in questi giorni. Penso che non abbia altro che due giorni rimanenti per vivere ... la sua morte lenta è alquanto triste ...» scrisse, disilluso, Hoschedé alla madre in una lettera datata maggio 1879. Nonostante le amorevoli cure del dottor Tichy e del dottor de Bellio Camille fu tormentata da dolori atroci e, alla fine, persino da un cancro all'utero aggravato dalla nascita del figlio Michel. «Sento che le sofferenze di quella povera donna alla fine le risulteranno fatali. È orribile vederla sottoposta a questa tortura, talmente strazianti che persino la morte, al loro posto, sarebbe desiderabile» scrisse la moglie di Hoschedé, Alice, alla madre.
Come altre bandiere, anche l'italiana si ispira alla [[bandiera francese]] introdotta con la [[Rivoluzione francese|rivoluzione]] del [[1789]]. Quando le armate napoleoniche attraversarono l'Italia, nel [[1796]], sia le varie neonate repubbliche giacobine, sia i reparti militari che affiancavano l'esercito di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] adottarono bandiere simili. La scelta dei colori si deve probabilmente ai vessilli della [[Legione Lombarda ]] nei quali il bianco e il rosso del comune di [[Milano]] si affiancavano al verde delle divise della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, vennero adottati anche dalla Legione Italiana, composta da soldati provenienti dall'Emilia e dalla Romagna. A [[Reggio Emilia]], che si fregia del titolo di città del tricolore, è esposto il primo vessillo tricolore, risalente al [[1797]].
 
[[File:Claude Monet, 1879, Camille sur son lit de mort, oil on canvas, 90 x 68 cm, Musée d'Orsay, Paris.jpg|thumb|Claude Monet, ''La morte di Camille'' (1879); olio su tela, 90×68 cm, museo d'Orsay, Parigi]]
Dopo il [[Congresso di Vienna]], e la [[Restaurazione]] il tricolore rimase come simbolo di libertà e venne utilizzato nei moti rivoluzionari del [[1831]] e del [[1848]]. Fu proprio in quest'anno, con l'annuncio della [[Prima guerra d'indipendenza]] che [[Carlo Alberto di Savoia]] adotta per le sue truppe un vessillo composto dalla bandiera italiana, recante al centro lo stemma dei [[Casa Savoia|Savoia]] bordato di azzurro. Questa bandiera diverrà, a partire dal [[14 marzo]] [[1861]] la bandiera del [[Regno d'Italia]], anche se la legge che definisce la forma esatta della bandiera arriverà solo nel [[1923]].
Camille si spense il 5 settembre 1879 alle 10:30 del mattino: non aveva che trentadue anni. Per Monet fu un colpo terribile, siccome gli era morta la compagna di una vita, una persona alla quale voleva immensamente bene e con la quale aveva sempre condiviso gioie e dolori. «Un giorno, all'alba mi sono trovato al capezzale del letto di una persona che mi era molto cara e che tale rimarrà sempre. I miei occhi erano rigidamente fissi sulle tragiche tempie e mi sorpresi a seguire la morte nelle ombre del colorito che essa depone sul volto con sfumature graduali»: con queste strazianti parole Monet descrisse il momento in cui comprese che la moglie era passata a miglior vita.
Con la fine della [[Seconda guerra mondiale]], e la proclamazione della repubblica la bandiera italiana perde lo stemma del Savoia e assume la foggia odierna. L'importanza di questo passaggio è testimoniata dall'inserimento nella [[Costituzione italiana|Costituzione]] di un articolo - il [[Wikisource:Costituzione della Repubblica Italiana#Art. 12|12]] - compreso tra i principi fondamentali ad esso dedicato: "La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni". Il verde rappresenta quello delle nostre pianure, il bianco simboleggia invece il candore delle nevi delle Alpi, ed infine il rosso raffigura il sangue dei nostri connazionali caduti.
 
Il vuoto affettivo ed emotivo deflagrato dopo la morte di Camille fu colmato da Alice, moglie di Ernest Hoschedé, con la quale intraprese una relazione extraconiugale che venne ufficializzata solo nel 1892, un anno dopo la morte del legittimo marito della donna. Quello a Vétheuil, tuttavia, fu un soggiorno significativo non solo perché ricolmo di questi luttuosi eventi, ma anche perché segnò un momento in cui Monet soffrì in prima persona la crisi dell'Impressionismo e, immerso in un lavoro accanito e solitario, iniziò gradualmente ad allontanarsi dalle ricerche figurative dei suoi colleghi. Il periodo a Vétheuil, non a caso, è il ''trait d'union'' cronologico che correla la felice stagione creativa di Argenteuil con gli accordi finali di Giverny, cittadina presso la quale Monet si isolò definitivamente dal gruppo degli Impressionisti, che d'altronde non poteva più godere né del sostegno di Durand-Ruel, anch'egli tormentato da periodi difficili, né del supporto di Zola, che ormai per pittori come Monet e Cézanne non provava più simpatia.
===Emblema della Repubblica===
[[immagine:Italy-Emblem.svg|right|250px]]
L'emblema ufficiale della [[Repubblica italiana|Repubblica Italiana]] è quello approvato dall'[[Assemblea Costituente]] nella seduta del [[31 gennaio]] [[1948]] e promulgato dal [[Presidente della Repubblica]] [[Enrico De Nicola]] il successivo [[5 maggio]]. Il bozzetto iniziale fu realizzato dall'artista [[Paolo Paschetto]], vincitore dei due concorsi pubblici indetti nel [[1946]] e nel [[1947]], cui parteciparono complessivamente circa 500 candidati con oltre 800 bozzetti.
 
=== Oltre l'Impressionismo ===
La sua definizione formale è riportata nello schema a lato.
==== Da Vétheuil a Giverny via Étretat ====
Nel frattempo Monet iniziò a farsi sempre più irrequieto. Nell'inverno 1883 fu ad [[Étretat]], città la cui principale caratteristica morfologica è costituita dalle candide falesie che, con la loro solenne verticalità, inquadrano dall'alto la placida distesa del mare. I ripetuti studi di queste «alte falesie caratterizzate dalla presenza di tre singolari aperture chiamate Porte», come le descrisse [[Guy de Maupassant]], preannunciano tutte le serie degli anni a venire: Monet, pur subendo la fascinazione di un luogo così pittoresco, non voleva tuttavia stabilirsi ad Étretat, né intendeva continuare la sua vita a Vétheuil. Come fare, allora?
 
Vi era, nella valle della Senna, alle porte del Vexin e della Normandia, un piccolo e tranquillo villaggio agricolo immerso nella quiete idillica della campagna dove «la luce era unica: non si trova uguale in nessun'altra parte del mondo», per usare le parole dello stesso pittore: il nome di questo luogo era [[Giverny]], e fu lì che Monet, al seguito della moglie e dei figli, si trasferì nel 1883. Egli, d'altronde, aveva spesso visto questo pittoresco villaggio affacciandosi dal finestrino del treno che, da Saint-Lazare, correva nelle campagne francesi fino ad Argenteuil.
La [[stella]] bianca a cinque punte è stata la tradizionale rappresentazione simbolica dell'Italia sin dall'epoca [[risorgimento|risorgimentale]]; nell'emblema repubblicano essa è sovrapposta a una ruota dentata d'acciaio, simbolo del [[lavoro (economia)|lavoro]] su cui si basa la Repubblica ([[:s:Costituzione della Repubblica Italiana#Art. 1|Art. 1 Cost.]]) e del progresso. L'insieme è racchiuso da un ramo di [[quercia]], che simboleggia la forza e la dignità del popolo italiano, e da uno di [[olea europaea|ulivo]], che rappresenta la volontà di pace della nazione.
==== Bordighera ====
[[File:Claude Monet - Villas at Bordighera - Google Art Project.jpg|thumb|Claude Monet, ''Ville a Bordighera'' (1884); olio su tela, 115×130 cm, museo d'Orsay, Parigi]]
Questo trasferimento, poi, fu accompagnato da una rinnovata sete di nuovi stimoli pittorici e istanze culturali, da soddisfare solo con un viaggio in un posto nuovo e tonificante, come la [[Costa Azzurra]]: Monet, d'altronde, non aveva mai visto il Mediterraneo se non grazie al soggiorno algerino. La scelta cadde su [[Bordighera]], uno dei più ameni e frequentati luoghi di villeggiatura della Riviera di Ponente, in Liguria: il compagno di viaggio fu individuato in Renoir. Fu un soggiorno molto piacevole per entrambi: Renoir, infatti, diede finalmente avvio a un drastico mutamento stilistico che trovò espressione nella cosiddetta svolta ''aigre'', mentre Monet rimase talmente stregato dalla vivace esuberanza del paesaggio italiano che decise di ritornare a Bordighera nel gennaio 1884, da solo.
 
A sapere di questo suo progetto vi era Paul Durand-Ruel, cui Monet richiese il massimo riserbo: «Gentile Signor DurandRuel, voglio passare un mese a Bordighera, uno dei luoghi più belli che abbiamo visto durante il nostro viaggio. Da laggiù, nutro la speranza di portarvi tutta una serie di cose nuove. Perciò vi domando di non parlare a nessuno di questo proposito, non perché voglia fare un mistero, ma perché ci tengo a farlo da solo: come mi è stato piacevole fare il viaggio da turista con Renoir, così mi sarebbe imbarazzante farlo in due per lavorare. Ho sempre lavorato meglio nella solitudine e secondo le mie sole impressioni».<ref>{{cita|Gavioli|p. 45}}</ref> Stabilitosi presso la pensione Anglaise, Monet rimase estasiato dalla luce e dai colori della Liguria: a rapirlo furono soprattutto i [[giardini Moreno|giardini del signor Moreno]], un luogo «fantasmagorico» dove «tutte le piante dell’universo sembrano crescervi spontaneamente», in un tripudio naturalistico per lui insolito di ulivi, aranci, limoni, mandarini, palme e piante rare.
Pur identificato spesso come stemma della Repubblica Italiana, tecnicamente non si tratta di uno [[stemma]] in quanto è privo dello scudo, che ne costituisce una parte essenziale secondo la definizione araldica (al contrario di altre decorazioni come corone, elmo o rami che non sono essenziali). Per questo risulta più corretto riferirvisi con il termine di '''[[Emblema della Repubblica Italiana]].'''
 
Di questi giorni fecondi, trascorsi nel tepore della luce mediterranea, il carteggio di Monet parla abbondantemente. Di seguito si riporta il testo di una lettera indirizzata alla compagna Alice:
===Inno nazionale===
{{citazione|Cara Alice, oggi ho lavorato duro: cinque tele e domani conto di iniziare la sesta. Procede dunque abbastanza bene, anche se è tutto assai difficile da realizzare: queste palme mi fanno dannare e poi i motivi sono estremamente difficili da ritrarre, da mettere sulla tela. Qui è talmente folto dappertutto. ... È delizioso da vedere. Si può passeggiare indefinibilmente sotto le palme, gli aranci, i limoni e gli splendidi ulivi, ma quando si cercano dei soggetti è molto difficile. Vorrei fare degli aranci che si stagliano sul mare azzurro, ma non sono ancora riuscito a trovarne come voglio. Quanto al blu del mare e del cielo, riprodurlo è impossibile. Comunque, ogni giorno aggiungo e scopro qualcosa che prima non avevo saputo vedere. Questi luoghi sembrano fatti apposta per la pittura ''en plein air''. Mi sento particolarmente eccitato da quest'esperienza e, dunque, penso di tornare a Giverny più tardi del previsto, anche se la vostra assenza disturba la mia serenità|Claude Monet<ref>{{cita web|url=http://restaurars.altervista.org/claude-monet-e-lamore-per-la-moglie-camille-un-video-e-una-lettera/|editore=RestaurArs|data=14 febbraio 2017|titolo=Claude Monet e l’amore per la moglie Camille. Un video e una lettera}}</ref>}}
L'Inno di Mameli, conosciuto anche come Fratelli d'Italia, dai primi versi - o più precisamente, [[Il Canto degli Italiani]] - è dal [[12 ottobre]] [[1946]] l'[[inno]] nazionale italiano, in modo provvisorio. Il [[17 novembre]] [[2005]] il Senato aveva approvato in prima lettura un progetto di legge volto a renderlo definitivo, ma alla Camera il provvedimento non fu più votato e l'Inno di Mameli rimane tuttora come inno italiano provvisorio.
Il tempo sembrava volare in un posto dove Monet poteva godere quotidianamente dell'amicizia del signor Moreno («è decisamente un uomo delizioso»), di un mare e di un cielo tinti di un blu profondissimo, di una vegetazione variopinta ed esuberante che gli dispensava «fiori, arance, mandarini, limoni dolci che sono deliziosi a mangiarli» e di paesaggi che sembravano quasi riproporre il mito del paradiso terrestre. Dolceacqua, un paesino medievale dell'entroterra ligure abbarbicato su uno sperone roccioso, affascinò enormemente Monet:
Il testo fu scritto nell'autunno [[1847]] da [[Goffredo Mameli]]; la musica è di poco successiva e fu composta da [[Michele Novaro]].
{{citazione|Abbiamo compiuto una escursione meravigliosa. Partiti in carrozza di buonora abbiamo raggiunto un villaggio della Val Nervia straordinariamente pittoresco. Intenzionati a ritornare a Bordighera a piedi lungo un percorso collinare ... sfortunatamente non potrò mai raccontare le meraviglie che ho visto durante il ritorno attraverso dei quadri a causa delle difficoltà che dovrei affrontare per ritornarvi a dipingere}}
Alla proclamazione della [[Repubblica Italiana|Repubblica]] ha sostituito la [[Marcia Reale]] e [[S'hymnu sardu nazionale]], in vigore durante il [[Regno d'Italia]].
 
==== Belle-Île e Antibes ====
Nel corso degli [[Anni 1990|anni novanta]] è stata talvolta ventilata l'ipotesi di sostituire ''Il canto degli Italiani'' con il ''[[Va', pensiero]]'' (celebre [[aria (musica)|aria]] dall'[[opera lirica]] ''[[Nabucco]]'') di [[Giuseppe Verdi]] come inno rappresentativo della nazione italiana.
[[File:Claude Monet - Rocks at Belle-lle, Port-Domois - Google Art Project.jpg|thumb|Claude Monet, ''Scogliere a Belle-Île'' (1886); olio su tela, 64.8×81.3 cm, Cincinnati Art Museum, Ohio, Stati Uniti]]
Il soggiorno a Bordighera fu di immenso giovamento per Monet, che beneficiando dei colori, della luce e del tepore del Mediterraneo recuperò un entusiasmo che, considerati i dispiaceri degli anni passati, sembrava quasi perduto. Anche una volta ritornato a Giverny egli seppe rivolgersi alla Natura con un rinnovato vigore che si può percepire persino dal suo epistolario, dove troviamo scritto: «Scopro ogni giorno motivi sempre più belli. C'è di uscirne pazzi, tanto sento il desiderio di fare tutto ... la testa mi scoppia». Anche Guy de Maupassant, quando strinse amicizia con il pittore presso Étretat nel settembre 1886, fu testimone di questa straordinaria foga pittorica:
{{citazione|Lo scorso anno, in questo paese, ho spesso seguito Claude Monet in cerca di ‘impressioni’. Non era un pittore, in verità, ma un cacciatore. Andava, seguito dai bambini che portavano le sue tele, cinque o sei tele raffiguranti lo stesso motivo, in diverse ore del giorno e con diversi effetti di luce. Egli le riprendeva e le riponeva a turno, secondo i mutamenti del cielo. E il pittore, davanti al suo soggetto, restava in attesa del sole e delle ombre, fissando con poche pennellate il raggio che appariva o la nube che passava… E sprezzante del falso e dell’opportuno, li poggiava sulla tela con velocità … L’ho visto cogliere così un barbaglio di luce su una roccia bianca, e registrarlo con un fiotto di pennellate gialle che, stranamente, rendevano l’effetto improvviso e fuggevole di quel rapido e inafferrabile bagliore. Un’altra volta ha preso a piene mani uno scroscio d’acqua abbattutosi sul mare e lo ha gettato rapidamente sulla tela. Ed era proprio la pioggia che era riuscito a dipingere, nient’altro che della pioggia che velava le onde, le rocce e il cielo, appena distinguibili sotto quel diluvio|Guy de Maupassant<ref>{{cita|Gavioli|p. 46}}</ref>}}
Furono questi anni straordinari, in cui Monet dipinse con fertile e sollecita attività. L'implacabile esigenza di trovare nuovi spunti pittorici lo spinse a viaggiare per tutta la Francia: nel settembre 1886 fu a Belle-Île-en-Mer, in Bretagna, dove ebbe agio di dipingere le terribili scogliere del luogo che sorgono dalle acque agitate e di conoscere [[Gustave Geffroy]], destinato a diventare un suo fervente ammiratore. Nel 1888, invece, si recò ad Antibes, nel sud della Francia, nel tentativo di riscoprire quella luce e quei colori che tanto lo avevano affascinato durante il soggiorno a Bordighera («Dopo Belle-Île ci sarà qualcosa di dolce; qui non c'è che blu, rosa e oro ... Ma quale difficoltà, buon Dio!» scrisse, divertito, al critico Théodore Duret, mentre a Geffroy rivelò: «Sgobbo e fatico enormemente, molto preoccupato di ciò che faccio. Qui tutto è così bello, chiaro e luminoso! Si galleggia nell'aria blu: è sconvolgente»). Ad Antibes, Monet era in ammirazione di una natura che gli appariva meravigliosamente esotica, con la luce del Mar Mediterraneo, con le sue palme e la sua acqua blu, e che in effetti non mancò di raffigurare in un ampio concorso di dipinti, destinati stavolta all'esposizione al pubblico.
==== «Viva Monet!»: il successo====
[[File:Claude Monet (French - Wheatstacks, Snow Effect, Morning - Google Art Project.jpg|thumb|Claude Monet, ''Covoni di grano, effetto neve, mattina'' (1891); olio su tela, 64,8×99,7 cm, J. Paul Getty Museum, Los Angeles, California, Stati Uniti]]
Tornato a Giverny e a Parigi, infatti, Monet volle sottrarsi dalla tutela di Durand-Ruel, in modo tale da farsi conoscere da un più ampio circuito di collezionisti, e rivolgersi a [[Georges Petit]], il quale - dopo aver consacrato la propria carriera all'arte ufficiale e alle pompose opere di Meissonier, Cabanel e Gérôme - volle gettarsi sull'arte impressionista. Fu una scelta, per entrambi, vincente: in concomitanza con l'Esposizione Universale Petit aveva deciso di riunire le tele più belle di Monet con i capolavori di [[Auguste Rodin]], scultore adulato e oberato di committenze, realizzando un'esposizione congiunta che decretò brillantemente la fortuna dell'Impressionismo. Certo, non mancarono conflittualità, dovute perlopiù al cattivo carattere di Rodin e alla perplessità di alcuni critici, ma perlopiù l'esito della mostra si può condensare nel giubilante urlo che il dottor de Bellio profuse durante l'inaugurazione: «E ora lunga vita a Monet! Lunga vita a Rodin! Evviva Monet! Evviva Rodin! Hourrrrha!».<ref>{{cita|Wildenstein|p. 324}}</ref> Octave Mirbeau, vedendo rincorrersi davanti ai propri occhi quadri come ''Nevicata ad Argenteuil'', ''Tramonto sulla Senna in inverno'', ''Mare selvaggio'' ed altri, lasciò un commento rimasto celebre:
{{citazione|Tra il nostro occhio e l'apparenza delle figure di mari, fiori, campi, s'interpone un'atmosfera reale. Manifestamente l'aria inonda ogni oggetto, lo riempe di mistero, lo avvolge di tutte le colorazioni, ora sfumate ora sfavillanti, che ha accumulato prima di raggiungerlo. Il dramma è messo a punto scientificamente, l'armonia delle forze si accorda alle leggi atmosferiche, con l'andamento regolare e preciso dei fenomeni terrestri e celesti ...}}
Monet aveva vinto. Dopo anni e anni di incomprensioni, diffidenze e privazioni, il pubblico stava iniziando a riconoscere, e soprattutto ad apprezzare, la rivoluzione estetica stimolata dagli Impressionisti: lui, finalmente, non era più visto come un ozioso imbrattatele, bensì come un autentico caposcuola, in grado di cantare la bellezza della modernità e di imporre un suo modo di vedere il mondo e l'arte con virtù pittoriche umanamente cercate e conquistate con sforzo e impegno. Lo stesso Monet, per sottolineare questo cambiamento di rotte, organizzò una sottoscrizione pubblica simbolica, finalizzata ad acquistare dalla vedova di Manet l<nowiki>'</nowiki>''Olympia'', quadro che appena un ventennio prima aveva sobillato scandali enormi e che poi diede avvio all'avventura impressionista. Il quadro, poi, sarebbe andato donato al Louvre, in modo da sottolineare non l'ufficialità, ma l'universalità della produzione manettiana.<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 325-326}}</ref> Raccogliere il denaro non fu difficile e, superate le prudenze di una volta, l<nowiki>'</nowiki>''Olympia'' fu finalmente esposta in un museo: «questa volta» commenta il critico Lemaire «la battaglia si è veramente conclusa».<ref>{{cita|Lemaire|p. 29}}.</ref>
 
==== L'idillio di Giverny: tra covoni, giardini e cattedrali ====
== Geografia ==
[[File:Claude Monet - Rouen Cathedral, West Façade, Sunlight - Google Art Project.jpg|thumb|left|Claude Monet, ''Cattedrale di Rouen, facciata ovest, luce del sole'' (1894); olio su tela, 100×65,8, National Gallery of Art, Washington D.C.]]
{{vedi anche|Geografia dell'Italia|Zone Altimetriche d'Italia}}
Monet, dunque, dopo la mostra organizzata da Petit poté godere del sostegno economico e morale di un pubblico finalmente svincolatosi dalle pastoie della pittura accademica. La gloria, tuttavia, non offuscò né la sua umiltà né le sue ambizioni pittoriche, finalizzate a rendere «l'immediatezza, l'atmosfera soprattutto e la stessa luce diffusa ovunque». Volendo indagare in maniera più accurata i problemi della luce e dalle sensazioni di colore, dunque, Monet intraprese le cosiddette ''serie'', nelle quali uno stesso soggetto viene ripreso in decine e decine di tele, in modo tale che l'unico fattore cangiante è proprio la luce: si trattava di un'escogitazione pittorica ottimale per dimostrare come la sola luce riuscisse a generare percezioni visive sempre mutevoli e stimolanti. Lo stesso Monet racconta: «Dipingevo alcune macine che mi avevano colpito e che costituivano un magnifico gruppo, a due passi da qui. Un giorno mi accorgo che l'illuminazione è cambiata e dico a mia nuora: "Vada a casa a prendermi un'altra tela!"- Me la porta, ma poco dopo è nuovamente diversa: "Un'altra! E un'altra ancora!". Così lavoravo a ciascuna di esse solamente quando avevo l'effetto giusto ... ecco tutto».<ref name=rteas/>
[[Immagine:Italia geo.png|right|thumb|250px|Grafico: L'Italia per zone altimetriche]]
 
Monet ritrasse le macine ben quindici volte, in stadi climatici e luministici talora radicalmente differenti. Quest'originalissima esperienza pittorica fu rivissuta dal pittore varie volte: innanzitutto con i ''Pioppi'', anche loro rappresentati in ore del giorno e in stagioni differenti. Dal 1889 al 1891, invece, iniziò a dipingere la serie dei ''Covoni'', anch'essi scanditi come di consueto nel mutare delle stagioni e delle ore. Sempre attingendo dall'epistolario comprendiamo con quanta dedizione Monet si cimentava in questi cicli: «Sgobbo molto, mi ostino su una serie di diversi effetti, ma in questo periodo il sole declina così rapidamente che non mi è possibile seguirlo [...] vedo che bisogna lavorare molto per riuscire a rendere quello che cerco: l'istantaneità, soprattutto l'involucro, la stessa luce diffusa ovunque, e più che mai le cose facili, venute di getto, mi disgustano» scrisse il pittore nell'ottobre del 1890 a Gustave Geffroy. Sempre più indifferente al soggetto, le forme servivano a Monet solo per tradurre pittoricamente il suo interesse per l'irradiazione della luce: interessantissima, in tal senso, la serie delle ''Cattedrali di Rouen'', delle quali si parla nella voce apposita.
L'Italia è una vasta penisola che si estende dal versante sud dell'arco alpino e si protende nel [[Mar Mediterraneo]]; il suo territorio comprende anche la [[Sardegna]] e la [[Sicilia]], due isole di grandi dimensioni, oltre a una serie di isole minori. Il mare che si trova a est della penisola è il [[mar Adriatico]], a sud-est si estende il [[mar Ionio]], a ovest, lungo tutta la penisola, si trova il [[mar Tirreno]] mentre a nord-ovest della penisola si estende il [[mar Ligure]].
 
[[File:Claudemonetparbulloz.jpg|thumb|Monet nel suo giardino di Giverny. {{citazione|È a Giverny che bisogna aver visto Claude Monet per poter dire di conoscere lui, il suo carattere, il suo amore per la vita, la sua intima natura [...] Colui che ha concepito e realizzato questo piccolo universo al tempo stesso familiare e magnifico è un grande artista|Gustave Geffroy<ref name=rteas>{{cita|Lemaire|p. 30}}.</ref>}}]]
Il comune più a nord d'Italia è [[Predoi]], il più a sud [[Lampedusa e Linosa]], il più a est [[Otranto]] e il più a ovest [[Bardonecchia]].
Nel 1890 Monet, forte di una certa sicurezza economica, poté finalmente acquistare il suo casolare di Giverny e realizzare il sogno di una vita: quello di dedicarsi al giardinaggio e di realizzare un sontuosissimo parco ornamentale intorno alla sua dimora. «Il giardinaggio è un'attività che ho imparato nella mia giovinezza quando ero infelice. Forse devo ai fiori l'essere diventato un pittore» ammise una volta, consapevole di come il suo interesse per la pittura di paesaggio fu tutt'altro che fortuita. Lavorando con tenacia e tenerezza il pittore tinse la propria casa di rosa e di verde e, alle spalle di quest'ultima, diede vita al Clos Normand, un giardino che con mezzi floreali orchestra una vera e propria sinfonia di luce, di arte e di vita. Camminando per la ragnatela di sentieri di questo ''hortus conclusus'', con tanto di archi metallici impreziositi da rose canine e gelsomini, Monet poteva infatti godere della variopinta benevolenza di una quantità innumerevole di essenze: iris, papaveri orientali, verbene, peonie, rose, campanule, tulipani, narcisi e, infine, quelli che [[Marcel Proust]] definì «fiori sbocciati in cielo»: le [[ninfea|ninfee]]. Sfruttando la tranquilla confluenza del fiume Epte nel territorio di Giverny, infatti, Monet creò nel proprio giardino un piccolo stagno «che delizi gli occhi» e che gli offra buoni «soggetti da dipingere». Lo specchio d'acqua, sovrastato da un suggestivo ponte color verde brillante di chiara ispirazione giapponese, fu poi popolato di peonie, glicini viola e bianchi, bambù, di cotogni, ciliegi ornamentali, ontani, tamerici, agrifogli, frassini, salici piangenti, cespugli di lamponi, agapanthus, lupini, rododendri, azalee e ciuffi di erba della Pampa.<ref>{{cita web|url=https://dendrolabs.com/giardino-di-monet-giverny/|data=8 aprile 2017|autore=Valeria Paganini|titolo=Il giardino di Monet a Giverny, un angolo di paradiso nel nord della Francia|editore=DendroLabs}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.latitudeslife.com/2012/06/giverny-normandia-le-ninfee-di-monet/|data=26 giugno 2012|titolo=Giverny, Normandia: le ninfee di Monet}}</ref> <!-- https://lecosesemplici.wordpress.com/2016/02/21/monet-e-il-suo-giardino/ --> In questo microcosmo acquatico e vegetale, poi, un posto di primaria importanza spetta alle delicatissime ninfee bianche e rosa che riposano sul laghetto e che catturarono con il loro placido fluttuare l'attenzione di molti, a partire da [[Marcel Proust]], che nel suo ''[[Alla ricerca del tempo perduto]]'' ne fornì una descrizione molto suggestiva:
{{citazione|[...] giacché il colore che creava in sottofondo ai fiori era più prezioso, più commovente di quello stesso dei fiori; e sia che facesse scintillare sotto le ninfee, nel pomeriggio, il caleidoscopio di una felicità attenta, mobile e silenziosa, sia che si colmasse verso sera, come certi porti lontani, del rosa sognante del tramonto, cambiando di continuo per rimanere sempre in accordo, intorno alle corolle dalle tinte più stabili, con quel che c'è di più profondo, di più fuggevole, di più misterioso – con quel che c'è d'infinito – nell'ora, sembrava che li avesse fatti fiorire in pieno cielo}}
 
==== Viaggiare, viaggiare, viaggiare ====
Lo Stato italiano è quasi interamente compreso tra le [[Alpi]], tranne [[Livigno]], [[Dobbiaco]], [[San Candido]] e [[Tarvisio]] che sono oltralpe, più le isole [[Lampedusa]] e [[Lampione]] parte dello zoccolo africano, cosa questa che potrebbe far ritenere l'Italia un [[paese transcontinentale]].
Il febbraio del 1895 vide Monet in Norvegia, paese dove viveva il figliastro Jacques Hoschedé e che offriva ai pittori condizioni luministiche particolarmente interessanti, soprattutto di inverno («Monet viene a dipingere il nostro inverno in tutta la sua luminosità e il suo splendore», annunciò trionfante il critico norvegese Andreas Auber). Giunto a Christiania (l'odierna Oslo) dopo un viaggio decisamente travagliato, Monet, descritto dai giornali locali come un «piccolo francese robusto ed elegante», si trasferì immediatamente presso Sandviken, alla ricerca di soggetti da immortalare con il suo pennello. Le sue aspettative non furono deluse: le vaste foreste boreali, i labirinti di fiordi, il Bjørnegård, lo stesso villaggio di Sandviken («sembra di essere in Giappone» commentò il pittore) sono tutti soggetti che compaiono nei quadri di questo periodo, pervasi da una melanconica dolcezza. «Oggi ho dipinto buona parte della giornata, sotto la neve che cade senza posa: avreste riso nel vedermi completamente bianco, con la barba piena di ghiaccioli a stalattite» scrisse a Geffroy in merito al suo soggiorno norvegese.<ref>{{cita|Wildenstein|pp. 384-393}}</ref>
Inoltre all'Italia appartiene l'[[enclave]] di [[Campione d'Italia]] (doganamente ed economicamente svizzera).
 
[[File:Claude Monet - Houses of Parliament, Sunlight Effect (Le Parlement, effet de soleil) - Google Art Project.jpg|thumb|left|Claude Monet, ''Il palazzo del Parlamento, effetto sole'' (1903); olio su tela, Brooklyn Museum, New York, Stati Uniti]]
L'Italia presenta una prevalenza di zone collinari (il 41,6% del territorio), rispetto a zone montuose (il 35,2% del territorio), o a zone pianeggianti (23,2%).
La morte di [[Berthe Morisot]], illustre pittrice impressionista, colse Monet quando era ancora in Norvegia. Fu un lutto che lo fece soffrire molto, e che sembrava suggellare in maniera salda e definitiva il tramonto dell'Impressionismo: non fu un caso, dunque, se Monet nel 1896 decise di recarsi in quei luoghi che furono teatro del suo esordio pittorico, ovverosia Dieppe e Pourville. Questo ritorno alle radici accese in maniera impressionante il suo entusiasmo, leggermente affievolitosi negli anni precedenti sotto il peso di un lungo trentennio di attività. I quadri realizzati durante questo soggiorno non soddisfecero pienamente Monet che, tuttavia, dopo aver finalmente assaporato le emozioni di un tempo, tornò a Giverny con un rinnovato ardore. Egli, d'altronde, andava procurandosi una fama sempre più grande, che si consolidò definitivamente nel giugno 1898 con le due mostre svoltesi sotto l'egida di Georges Petit e di Durand-Ruel. Il maestro era richiesto a Berlino, Bruxelles, Venezia, Stoccolma e persino negli Stati Uniti d'America: i suoi dipinti ora valevano migliaia e migliaia di franchi e procuravano al loro autore fortune cinematografiche.
 
Gli inizi del nuovo secolo, il Novecento, videro Monet a Londra, città dove viveva il figliolo Michel e che risultava particolarmente di suo gradimento per via di quella nebbia caliginosa che avvolgeva in modo soffuso le sue strade e i suoi monumenti. Vi si recò ben tre volte, nel 1899, nel 1900 e nel 1901: nei quadri risalenti a questi anni sono presenti monumenti e infrastrutture celebri - si pensi ai ponti di Charing Cross e di Waterloo e, soprattutto, al palazzo di Westminster - che, tuttavia, non rivelano il dinamismo di una metropoli in pieno sviluppo, bensì restituiscono immagini malinconiche, avvolte in un silenzio che sembra voler pietrificare per sempre gli spazi urbani della Greater London. Le sue ''Vedute del Tamigi'', una volta esposte in Francia, riscossero in effetti un brillante successo per via della loro capacità di cogliere gli effetti contrastanti «dell'incubo, del sogno, del mistero, dell'incendio, della fornace, del caos, dei giardini galleggianti, dell'invisibile, dell'irreale [...] di quella prodigiosa città», come ebbe modo di osservare Octave Mirbeau nella presentazione del catalogo.<ref name=ddf>{{cita|Lemaire|p. 38}}.</ref>
Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Del sistema alpino appartiene all'Italia tutto il versante meridionale per una lunghezza di circa 1000 km. Le vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove numerose sono le cime che superano i 4000 m tra cui il [[Monte Rosa]] (4637 m), il [[Cervino]] (4476 m) e il [[Monte Bianco]] che con i suoi 4810 m è la montagna più alta d'Europa. A sud delle Alpi si trova la [[Pianura Padana]], una grande distesa alluvionale formata dal fiume Po e dai suoi affluenti. La catena degli [[Appennini]] percorre tutta la lunghezza della penisola, dalla [[Liguria]] alla [[Sicilia]], fino a concludersi nelle Madonie in quest'ultima regione, raggiungendo l'altezza massima con il Gran Sasso
(2912 m). L'Italia è famosa anche per la presenza di numerosi vulcani: i più famosi sono il [[Vesuvio]] vicino a [[Napoli]], l'[[Etna (vulcano)|Etna]] vicino [[Catania]] che con i suoi 3323 m è il vulcano più alto d'Europa, e lo [[Stromboli (isola)|Stromboli]].
 
[[File:Claude Monet - Palazzo Dario, Venice.JPG|thumb|Claude Monet, ''Palazzo Dario, Venezia'' (1908); olio su tela, 92.3x73.6 cm, museo nazionale del Galles]]
===Clima===
Il grande viaggio che concluse i peregrinaggi europei di Monet fu effettuato a [[Venezia]], in Italia, nel 1908. Stabilitosi presso il palazzo Barbaro e poi al grand Hotel Britannia Monet si trattenne nella città dei dogi per ben due mesi, dal settembre al novembre 1908: si disse subito «stregato dall'incantesimo di Venezia», città che palpitava di una vibrante scena artistica, architettonica, e soprattutto luministica, considerato il rifrangersi della luce sulle acque della laguna.<ref>{{cita|Wildenstein|p. 502}}</ref> Monet trovò subito congeniale l'atmosfera catalizzata dalla città con le sue ricerche pittoriche:
{{Vedi anche|Clima italiano}}
{{citazione|L'artista che concepì [[Palazzo Ducale (Venezia)|palazzo Ducale]] fu il primo degli Impressionisti. Lo lasciò galleggiare sull'acqua, sorgere dall'acqua e risplendere nell'aria di Venezia come il pittore impressionista lascia risplendere le sue pennellate sulla tela per comunicare la sensazione dell'atmosfera. Quando ho dipinto questo quadro, è l'atmosfera di Venezia che ho voluto dipingere. Il palazzo che appare nella mia composizione è stato per me soltanto un pretesto per rappresentare l'atmosfera. Tutta Venezia è immersa in quest'atmosfera. Venezia è l'Impressionismo in pietra|Claude Monet<ref name=ddf/>}}
 
=== Ultimi anni ===
[[Immagine:Castellammare-bjs-3.jpg|right|thumb|250px|Tipica giornata di sole a Castellammare del Golfo, in Sicilia]]
[[File:Claude Monet - Waterlilies (Rome).jpg|thumb|left|Claude Monet, ''Ninfee'' (1890-1899); olio su tela, 81x100 cm, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma]]
La regione italiana (compresa tra il 47° ed il 35° parallelo nord) si trova quasi al centro della zona temperata dell'[[emisfero boreale]].
 
Il 19 maggio 1911 morì la moglie Alice. Il 1º febbraio 1914 Monet perse anche il figlio Jean - l'altro figlio, Michel, morirà in un incidente d'auto nel 1966. La sua quiete famigliare, dunque, si frantumò con questi due lutti: per fortuna, però, Monet poté godere della compagnia della figlioletta Blanche, la quale andò ad abitare insieme a lui a Giverny, dove egli disponeva finalmente un nuovo, più grande studio, adatto a contenere i grandi pannelli con la rappresentazione delle ninfee del suo giardino.
Da punto di vista climatico è, inoltre, favorita dalla grande massa d'acqua dei [[Mar Mediterraneo|mari mediterranei]] che la circondano quasi da ogni lato. Tali mari costituiscono soprattutto per la nostra penisola (meno per quelle [[Grecia|ellenica]], [[Spagna|iberica]] ed [[Anatolia|anatolica]]) un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto temperato mediterraneo.
 
Tornato da Venezia, in effetti, Monet non lasciò mai più il suo giardino, tanto che trascorse gli anni della vecchiaia dipingendo incessantemente specchi d'acqua costellati da ninfee. «Lavoro tutto il giorno a queste tele, me le passano una dopo l'altra. Nell'atmosfera riappare un colore che avevo scoperto ieri e abbozzato su una delle tele. Immediatamente il dipinto mi viene dato e cerco il più rapidamente possibile di fissare in modo definitivo la visione, ma di solito essa scompare rapidamente per lasciare il suo posto a un altro colore già registrato qualche giorno prima in un altro studio, che mi viene subito posto innanzi; e si continua così tutto il giorno».
L'Italia viene divisa convenzionalmente in quattro tipi di clima:
[[File:Monet in Garden, New York Times, 1922.JPG|thumb|Claude Monet (a destra) con un visitatore colti sul ponte giapponese del giardino di Giverny]]
* Clima alpino, dominante sulle Alpi e sull'Appennino settentrionale e centrale, caratterizzato da temperature notturne ed invernali bassa e da precipitazioni soprattutto estive;
Non vi è sorpresa, dunque, se nel 1920 Monet offrì allo Stato francese dodici grandi tele di ''Ninfee'', lunga ciascuna circa quattro metri, le quali verranno sistemate nel 1927 in due sale ovali dell'Orangerie delle Tuileries; altre tele di analogo soggetto saranno raccolte nel Musée Marmottan. «Non dormo più per colpa loro - scrisse il pittore nel 1925 - di notte sono continuamente ossessionato da ciò che sto cercando di realizzare. Mi alzo la mattina rotto di fatica [...] dipingere è così difficile e torturante. L'autunno scorso ho bruciato sei tele insieme con le foglie morte del giardino. Ce n'è abbastanza per disperarsi. Ma non vorrei morire prima di aver detto tutto quel che avevo da dire; o almeno aver tentato. E i miei giorni sono contati».
*Clima mediterraneo, di cui godono le isole e la penisola a sud del [[Golfo di Salerno]], con temperature miti e forte piovosità invernale;
* Clima peninsulare, caratteristico della penisola a nord della linea [[Golfo di Salerno]]-[[Golfo di Manfredonia]], con temperature più miti lungo il litorale e sull'immediato retroterra che non verso l'interno (dove alle più elevate altitudini il clima è di tipo alpino) e con piovosità soprattutto primaverile ed autunnale.
* Clima della pianura padano-veneto-emiliana ad ampia escursione annua (basse temperature [[inverno|invernali]], elevate [[estate|estive]]) e piovosità [[primavera|primaverile]] ed [[autunno|autunnale]].
 
Essendosi ammalato di cataratta nel 1920, Monet si sottopose ad intervento di rimozione del cristallino nel 1923, all'età di 82 anni. In seguito a tale intervento il suo modo di dipingere cambiò notevolmente, in special modo in relazione all'utilizzo dei colori.<ref>{{Cita web|url=http://www.snof.org/encyclopedie/la-cataracte-de-claude-monet |titolo=La cataracte de claude Monet |autore= |sito=snof.org |data= |lingua=Fr |accesso=8 giugno 2018}}</ref>
{| {{prettytable}}
|- bgcolor="EFEFEF"
! Località
! Latitudine
! Temperature<br/> medie invernali ([[°C]])
! Temperature<br/> medie estive ([[°C]])
! Piogge ([[mm]])
! Stagioni più piovose
|- align="center"
|[[Trento]]
|46°29'
|0,3
|23,2
|725
|estate
|- align="center"
|[[Trieste]]
|45°39'
|6,0
|25,3
|1034
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Milano]]
|45°28'
|1,6
|24,2
|978
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Venezia]]
|45°26'
|3,8
|23,8
|768
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Torino]]
|45°02'
|2,2
|23,2
|815
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Genova]]
|44°25'
|8,2
|24,6
|1217
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Bologna]]
|44°30'
|2,4
|25,6
|633
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Firenze]]
|43°49'
|4,5
|26,4
|972
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Ancona]]
|43°37'
|5,5
|25,6
|664
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Perugia]]
|43°07'
|5,1
|23,5
|900
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Pescara]]
|42°27'
|6,9
|23,9
|745
|autunno inverno
|- align="center"
|[[Porto Santo Stefano]] (GR)
|42°26'
|10,1
|24,2
|497
|autunno
|- align="center"
|[[Sulmona]]
|42°22'
|3,9
|24,7
|600
|autunno inverno
|- align="center"
|[[Chieti]]
|42°21'
|6,8
|23,8
|1002
|autunno inverno
|- align="center"
|[[L'Aquila]]
|42°21'
|2,1
|21,8
|722
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Avezzano]]
|42°21'
|2,5
|22,9
|817
|primavera autunno
|- align="center"
|[[Fiumicino]] (RM)
|41°52'
|9,2
|24,3
|762
|autunno inverno
|- align="center"
|[[Foggia]]
|41°28'
|6,3
|26,5
|446
|autunno
|- align="center"
|[[Bari]]
|41°08'
|8,3
|24,9
|558
|inverno
|- align="center"
|[[Napoli]]
|40°49'
|8,5
|24,5
|897
|autunno inverno
|- align="center"
|[[Sassari]]
||40°44'
||9,5
||26,3
||600
||inverno
|- align="center"
|[[Cagliari]]
||39° 13'
||10,0
||26,3
||422
||inverno
|- align="center"
|[[Palermo]]
||38°07'
||12,6
||26,2
||763
||inverno
|}
 
''Il ponte giapponese'', nelle versioni del 1924 al Musée Marmottan, o ''La casa dell'artista'', dello stesso anno, sono opere ormai astratte, che vengono giustificate non solo da uno specifico programma artistico ma dalla stessa malattia agli occhi che gli impediva di riconoscere l'effettiva tonalità dei colori: scriveva lo stesso Monet: «...i colori non avevano più la stessa intensità per me; non dipingevo più gli effetti di luce con la stessa precisione. Le tonalità del rosso cominciavano a sembrare fangose, i rosa diventavano sempre più pallidi e non riuscivo più a captare i toni intermedi o quelli più profondi [...] Cominciai pian piano a mettermi alla prova con innumerevoli schizzi che mi portarono alla convinzione che lo studio della luce naturale non mi era più possibile ma d'altra parte mi rassicurarono dimostrandomi che, anche se minime variazioni di tonalità e delicate sfumature di colore non rientravano più nelle mie possibilità, ci vedevo ancora con la stessa chiarezza quando si trattava di colori vivaci, isolati all'interno di una massa di tonalità scure».
=== Montagne e pianure===
[[Immagine:Gruppo Sella ft Marmolada.JPG|thumb|right|250px|Le Dolomiti]]
{{Vedi anche|Rilievi italiani|Pianure italiane}}
In quanto stretta tra la [[placca africana]] e la [[placca euroasiatica]], l'Italia è territorio soggetto a [[terremoto|terremoti]]. La pressione delle due placche ha provocato con il trascorrere dei millenni le formazioni rocciose che attraversano tutto il territorio Italiano. Per fare un esempio, le [[roccia|rocce]] che formano le [[Dolomiti]] in realtà sono dei minuscoli molluschi che per millenni hanno vissuto sul fondo del mare; la pressione della placca africana ne ha prodotto il sollevamento.
 
Nel giugno del 1926 gli venne diagnosticato un carcinoma del polmone e il 5 dicembre morì: ai funerali partecipò tutta la popolazione di Giverny. Quello stesso anno aveva scritto di aver avuto «il solo merito di aver dipinto direttamente di fronte alla natura, cercando di rendere le mie impressioni davanti agli effetti più fuggevoli, e sono desolato di essere stato la causa del nome dato a un gruppo, la maggior parte del quale non aveva nulla di impressionista».
Solo un quarto della superficie della regione italiana è occupato da [[pianura|pianure]] vere e proprie; tali infatti non possono essere considerate le conche [[appennino|appenniniche]] dell'Italia centrale, le strisce costiere dei [[golfo|golfi]] del [[mar Tirreno]], le maremme, o le foci pianeggianti dei fiumi appenninici lungo l'[[Mar Adriatico|Adriatico]]..
 
== Stile ==
Le pianure italiane sono:
[[File:Claude Monet 1899 Nadar crop.jpg|thumb|Claude Monet in una fotografia di [[Nadar]], grande ritrattista del XIX secolo]]
* la [[Pianura padana]] ai piedi delle Alpi
Claude Monet è stato il sostenitore più convinto e instancabile del «metodo impressionista» che vide già riassunto ''in nuce'' nelle opere dell'amico Manet. Per comprendere appieno la carica rivoluzionaria della figura di Monet, tuttavia, è necessario calarla con precisione nell'ambiente storico e artistico francese della seconda metà dell'Ottocento. La Francia della seconda metà del XIX secolo era una nazione viva, moderna, ricca di magnificenze e di contraddizioni, che in seguito all'offensiva prussiana del 1870 aveva conosciuto un impetuoso sviluppo economico e sociale che, tuttavia, aveva inizialmente mancato di investire le arti figurative.
* la [[Pianura veneto-friulana]], al di fuori del bacino del [[Po]];
* il [[Valdarno]] che si insinua lungo il corso del fiume tra [[Pisa]], [[Firenze]] ed [[Arezzo]], inoltrandosi anche dal capoluogo toscano verso le città di [[Prato]] e [[Pistoia]];
* la [[Piana di Lucca]];
* la [[Maremma]] che si estende lungo la fascia costiera di [[Toscana]] e [[Lazio]] tra le località di [[Rosignano Marittimo]] e [[Civitavecchia]], interessando le province di [[Livorno]], [[Siena]], [[Grosseto]], [[Viterbo]] e il tratto iniziale della provincia di [[Roma]];
* l'[[Agro Romano]] che occupa il medio [[Lazio]];
[[Immagine:Castiglioncello2.jpg|300px|thumb|[[Castiglioncello]] Toscana]]
* l'[[Agro Pontino]], area un tempo paludosa, bonificata negli [[anni 1930|anni trenta]], situata in [[provincia di Latina]];
* la [[Piana del Volturno]] che si estende dal [[Golfo di Gaeta]] fino al [[Vesuvio]];
* la [[Piana del Sele]] che si estende a sud di [[Salerno]];
* il [[Tavoliere delle Puglie]];
* la [[Pianura salentina]] in [[Puglia]];
* la [[Piana di Sibari]] nella parte nord-orientale della [[Calabria]] che si apre verso il [[Mar Jonio]];
* la [[Piana di Gioia Tauro]] sul versante tirrenico calabrese;
* la [[Piana di Catania]] a sud dell'Etna;
* il [[Campidano]], che si estende trasversalmente in direzione nord-ovest sud-est dal [[Golfo di Oristano]] al [[Golfo di Cagliari]];
* la [[Piana del Metapontino]] nella parte meridionale della [[Basilicata]] che si apre verso il [[Mar Jonio]].
 
Allo scoccare della seconda metà del secolo, infatti, i pittori francesi continuavano a osservare scrupolosamente le norme tradizionali dell'autorevole ''[[art pompier]]'', la quale tendeva inesorabilmente ad un esasperato classicismo, non solo nella contenutistica ma anche nella forma. Artisti come [[Alexandre Cabanel]] o [[William Bouguereau]], infatti, continuavano a ripercorrere in maniera acritica i sentieri accademici, dando vita a immagini uniformi, stereotipate, ripetitive, prive di elementi di interesse: come giustamente osservò Leo Steinberg gli araldi dell'''art pompier'' avevano «la presunzione di creare un’arte vivente con impulsi già da molto morti e mummificati». Impulsi, vale la pena ricordarlo, che descrivevano le figure e gli oggetti in maniera industriosamente meticolosa, a tal punto da riuscire a mettere a fuoco ogni minimo dettaglio: si otteneva, come risultato, un'immagine talmente levigata da sembrare quasi «laccata».<ref>{{cita libro|url=http://www.lettere.uniroma1.it/sites/default/files/694/pittura_accademica_etc.pdf|titolo=Pittura accademica, pittura ufficiale, pittura
=== Mari e arcipelaghi ===
d’avanguardia|autore=Claudio Zambianchi|editore=Università La Sapienza|città=Roma|anno=5 marzo 2017}}</ref> Monet, tuttavia, non si riconosceva nelle forme fossilizzate dell'arte ufficiale e, in questo momento cruciale dell'arte mondiale, negò il sistema di valori che nutriva le celebrità dei Salon. La prassi accademica, secondo il giudizio di Monet, rappresentava la realtà sensibile in modo obsoleto, arido: è a partire da questa constatazione, e nel segno di una resa del mondo circostante più autentica e vigorosa, che si innesta la «missione pittorica» di Monet, particolarmente innovativa sia sul piano tecnico che su quello tematico.
[[Immagine:Philipp Veit 006.jpg|thumb|right|250px|Allegoria dell'Italia in un [[affresco]] di [[Philipp Veit]]]]
Con oltre 7000 chilometri di [[coste italiane|coste]], l'Italia è praticamente "abbracciata" dal [[Mar Mediterraneo]], il ''Mare Nostrum'' degli antichi [[Storia romana|Romani]], che è suddiviso, per ragioni storiche, in bacini con nomi propri. In particolare, i bacini principali che circondano la penisola sono il [[Mar Adriatico]], il [[Mar Tirreno]] (che diventa [[Mar Ligure]] nella zona prospiciente la Liguria) e il [[Mar Ionio]]; attorno alle isole maggiori si trovano il [[Mar di Sardegna]], lo [[Stretto di Sicilia]] e il [[Canale di Malta]]. Tra i bracci di mare più stretti sono notevoli lo [[Stretto di Messina]], che separa la Sicilia dalla punta dello ''stivale'', le [[Bocche di Bonifacio]], tra la Sardegna e la Corsica, il [[Canale di Piombino]] tra la costa toscana e l'[[Isola d'Elba]] e il [[Canale di Corsica]] che separa le coste orientali corse dall'estremità occidentale dell'[[Isola d'Elba]].
 
[[File:Claude Monet 037.jpg|thumb|left|Claude Monet, ''I papaveri'' (1873); olio su tela, 50×65 cm, museo d'Orsay, Parigi]]
==== Isole italiane ====
Le premesse che hanno consentito la nascita e lo sviluppo dell'arte monetiana sono dunque da ricercarsi nella rivolta all'accademismo e nella volontà tutta positivista di ripristinare il senso del vero. La scienza, infatti, nella seconda metà dell'Ottocento stava vivendo una fase di grande splendore, ed era pervenuta grazie all'esame obiettivo dei fatti empirici a scoperte che influirono non poco sulla poetica impressionista adottata da Monet. Si notò, innanzitutto, che tutte le nostre percezioni visive avvengono grazie alla luce ed ai colori, i quali - dopo esser sottoposti opportunamente ad una rielaborazione cerebrale - ci fanno intuire la forma dell'oggetto osservato e le sue coordinate spaziali. Forma e spazio, nonostante la loro condizione di subordinazione alla luce e ai colori, erano tuttavia i protagonisti indiscussi dell'arte accademica, che per elaborare immagini analoghe a quelle date dalla visione diretta si serviva di espedienti come la prospettiva ed il chiaroscuro.
{{Vedi anche|Isole italiane}}
Le isole maggiori sono la [[Sicilia]] e la [[Sardegna]], sebbene quest'ultima geologicamente faccia parte della micro zolla sardo-corsa. Esistono inoltre tante altre isole minori, alcune delle quali particolarmente notevoli dal punto di vista naturalistico o storico (ad esempio l'[[Isola d'Elba]] è stata posta sotto l'autorità di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] durante il suo primo esilio dal continente).
 
[[File:Claude Monet, 1873-74, Boulevard des Capucines, oil on canvas, 80.3 x 60.3 cm, Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City.jpg|thumb|Claude Monet, ''Boulevard des Capucines'' (1873-74); olio su tela, 80.3x60.3 cm, Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, Stati Uniti]]
La maggior parte delle isole minori sono raccolte in [[arcipelago|arcipelaghi]], quali l'[[Arcipelago Toscano]] &mdash; che comprende l' Isola d'Elba &mdash; le [[Isole Ponziane|isole Pontine]] o ''Ponziane'' e le [[Isole Flegree]] nel Tirreno di fronte alla penisola (per non dimenticare l'[[Capri (isola)|isola di Capri]]); le [[Isole Eolie]] o isole ''Lipari'', le [[Isole Egadi]] e le [[Isole Pelagie]] attorno alla Sicilia (oltre alle isole di [[Ustica]] e di [[Pantelleria]]); l'[[Arcipelago della Maddalena]], le [[Isole del Sulcis]] e l'[[Asinara|isola dell'Asinara]] a poca distanza dalla Sardegna.
Questo atteggiamento non era affatto condiviso da Monet, il quale - in virtù del già ricordato primato della luce e dei colori - nei propri dipinti abolì in maniera completa e definitiva la prospettiva geometrica. Egli, infatti, amava rapportarsi alla natura - l'unica fonte della sua ispirazione - senza precostituite impalcature mentali, abbandonandosi all'istinto della visione che, quando è immediata, ignora il rilievo e il chiaroscuro degli oggetti, che sono invece il risultato dell'applicazione al disegno di scuola. Da qui la volontà del pittore di liberarsi dalla schiavitù del reticolo prospettico, che «immobilizza» gli spazi in maniera statica e idealizzata, e di cogliere la realtà fenomenica con maggiore spontaneità e freschezza.
 
Nei quadri monetiani, dunque, la natura si offre in maniera immediata agli occhi dell'osservatore: questa, tuttavia, fu una scelta gravida di conseguenze. Se, infatti, i nostri organi visivi registrano in maniera oggettiva tutti i dettagli sui quali ci soffermiamo, è pur vero che il nostro intelletto scarta il superfluo e, con un'operazione di sintesi, mantiene solo l'essenziale, in maniera del tutto analoga a «quando, terminata la lettura di un libro, noi ne abbiamo compreso il significato, senza per questo ricordarne dettagliatamente tutte le parole che lo compongono» (Piero Adorno).<ref>{{cita libro|autore=Piero Adorno|titolo=L'arte italiana|volume=3|editore=G. D'Anna|annooriginale=gennaio 1986|anno=maggio 1988|p=202}}</ref> A partire da queste premesse Monet approda non a uno stile liscio e attento ai dettagli come quello accademico, bensì a una pittura priva di forma disegnativa, vibrante, quasi evocativa, finalizzata con la sua indefinitezza a cogliere l<nowiki>'</nowiki>''impressione'' pura. All'affermarsi delle teorie di Monet, non a caso, non era affatto estranea la [[fotografia]], procedimento che produceva immagini impeccabili per la loro precisione: grazie a questa clamorosa invenzione il pittore poté legittimare la non-documentarietà delle proprie opere, le quali erano finalizzate piuttosto a cogliere l'''impressione'' che determinati dati oggettivi suscitavano nella sua soggettività.
Anche se meno conosciute, si riportano le [[Isole Tremiti]], a nord del [[Gargano]]; le [[Isole Cheradi]] nel [[Golfo di Taranto]]; le isole del [[Golfo della Spezia]]; e altre minori.
 
[[File:Monet - Sonnenaufgang bei Etretat.jpg|thumb|left|Claude Monet, ''Étretat, tramonto'' (1883); olio su tela, 60.5x81.8 cm, North Carolina Museum of Art, Raleigh, Stati Uniti]]
=== Fiumi, laghi e lagune ===
Come già detto Monet persegue questa tecnica suggellando il definitivo trionfo pittorico del colore e della luce. Anche questa volta fondamentale è il ricorso alle ricerche scientifiche effettuate in quel periodo nel campo della cromatica. Era stato infatti osservato che i tre colori a cui sono sensibili i coni dell'occhio umano, ovverosia il rosso, il verde e il blu, se combinati in quantità equilibrate danno vita a un fascio luminoso bianco. Sempre gli studi e gli esperimenti ottici dell'epoca, poi, notarono come il colore non fosse inerente agli oggetti, che al contrario si limitano a riflettere alcune particolari lunghezze d'onda, interpretate dal cervello come colore, per l'appunto: ecco, allora, che una mela rossa assorbe tutte le lunghezze d'onda, tranne quella relativa al colore rosso.
{{Vedi anche|Fiumi italiani|:Categoria:Laghi dell'Italia|Distribuzione delle risorse idriche}}
[[Immagine:Satellite image of Italy in March 2003.jpg|thumb|250px|Immagine satellitare [[NASA]] dell'Italia]]
La conformazione fisica dell'Italia, con un elevato numero di montagne, fa sì che sia attraversata da molti fiumi, anche se nessuno di essi è estremamente lungo. Il maggiore come lunghezza e portata è il [[Po]].
 
È per questo motivo che, sovrapponendo gradualmente più colori diversi, questi perderanno gradualmente la loro luminosità, fino a degradare nel nero. Da queste ricerche scientifiche Monet desunse una serie considerevole di peculiarità stilistiche: egli, infatti, evitò sempre di utilizzare i bianchi e i neri, i quali come si è appena appurato sono una sorta di «non-colori», ed arrivò persino a teorizzare l'esistenza delle «ombre colorate», proprio perché le tinte in un dipinto subiscono l'influenza di quelle vicine seguendo concatenamenti continui (i colori che tingono un oggetto esposto al sole, dunque, si imprimono nell'ombra da esso proiettata, che pertanto non sarà mai completamente nera, come d'altronde si è già visto). Egli, poi, utilizzò ''sempre'' colori puri, evitando di contaminarli con i chiaroscuri artificiali (più colori si miscelano e si sovrappongono, si è visto, meno luce riflette il dipinto). È per questo motivo che nei quadri monetiani i colori sono dissolti in una luce intensissima, quasi abbagliante.
Il Po attraversa la pianura padana e con i suoi affluenti l'ha creata, essendo la pianura Padana di origine alluvionale (cioè prodotta dai detriti trascinati a valle dai fiumi).
 
[[File:Monet - Der Dogenpalast in Venedig.jpg|thumb|Claude Monet, ''Il palazzo Ducale a Venezia'' (1908 circa); olio su tela, 81.3×99.1 cm, Brooklyn Museum, New York, Stati Uniti]]
Come si può notare dalla cartina a destra la maggior parte delle montagne dotate di ghiacciai si concentrano nel nord del paese. Infatti la parte centrale del paese è attraversata dagli Appennini, montagne relativamente basse e quindi di norma dotate di fiumi dalla ridotta portata, tanto che nelle regioni meridionali spesso durante le estati si assiste in molte zone a una parziale mancanza d'acqua che crea notevoli disagi alla popolazione e alle coltivazioni.
Ma quali sono le caratteristiche della luce inseguita da Monet? Innanzitutto è ''naturale'': Monet, infatti, dipingeva ''en plein air'', non nel chiuso amorfo degli ''atelier'' bensì all'aria aperta, immergendosi nella vegetazione di un boschetto o nella folla brulicante di un ''boulevard'' parigino e subendone direttamente l'influsso. Il pittore, d'altronde, non poteva certo ricorrere alla luce artificiale, siccome solo i baleni del Sole riuscivano a offrirgli quella brillantezza che egli intendeva cristallizzare nei propri dipinti. Particolarmente eloquente, in tal senso, la risposta che Monet diede al giornalista Émile Taboureux quando questi gli chiese di entrare nel suo ''atelier'': «Mon atelier! Mais je n'ai jamais eu d'atelier, moi, et je ne comprends pas qu'on s'enferme dans une chambre» e poi, indicando con un gesto solenne la Senna, il cielo e il villaggio di Vétheuil, «Voilà mon atelier».<ref>{{cita|Gavioli|p. 7}}</ref>
 
La natura, insomma, con la pratica del ''plein air'' - saggiata, a onor del vero, già da Constable e dai pittori di Barbizon, ma finalmente impiegata in tutte le sue potenzialità - venne assunta da Monet come punto di partenza per decodificare la realtà: se ciò, dopo la rivoluzione impressionista, potrebbe sembrare quasi banale, all'epoca era assolutamente innovativo, siccome Monet fu tra i primi ad approfondire le potenzialità intrinsecamente connesse con l'atto della visione (e non è un caso se Cézanne, pieno di deferenza verso il maestro, una volta esclamò: «Claude Monet non è un occhio, ma [...] che occhio!»).<ref>{{cita|Gavioli|p. 23}}</ref> La pratica del ''plein air'', poi, obbligava Monet a una rapidità d'esecuzione particolarmente spiccata: ciò, tuttavia, era perfettamente compatibile con il suo credo pittorico, finalizzato come si è già accennato a cogliere le impressioni fuggevolissime e irripetibili. Monet, infatti, concepisce la realtà come un flusso perenne dove tutto si anima in «un incessante e fantastico divenire» senza pietrificarsi in «uno stato definitivo e acquisito» (Cricco, di Teodoro): il compito del pittore, dunque, sarà quello di cogliere con il suo pennello l'''attimo fuggente'', quel momento transeunte che passa e non torna più. Da qui nasce l'ammirazione di Monet per quei soggetti perennemente in movimento, come gli specchi d'acqua, che a seconda delle condizioni del colore, della luce, dei riflessi sovrastanti e della disposizione delle increspature forniscono stimoli pittorici inesauribili. Soggetti, dunque, in opposizione a ciò che è stabile, a ciò che dura: le pennellate di Monet, pertanto, non saranno fluide e ben definite come quelle accademiche, bensì saranno veloci e sintetiche.
* Laghi alpini e prealpini: [[lago d'Orta]] (Cusio), [[lago Maggiore]] (Verbano), [[lago di Endine]] (Spinone), [[lago di Como]] (Lario), [[lago di Lugano]] (Ceresio), [[lago d'Iseo]] (Sebino), [[lago d'Idro]] (Eridio), [[lago di Garda]] (Benaco)
* Laghi dell'Italia centrale: [[lago Trasimeno]], [[lago di Bolsena]], [[lago di Vico]], [[lago di Bracciano]], [[lago Albano]], [[lago di Nemi]], [[lago di Martignano]], [[lago di Chiusi]], [[lago di Montepulciano]].
* Laghi della penisola flegrea e del litorale domitio: [[Averno]], [[Fusaro]], [[Lucrino]], [[Miseno]], [[Patria]]
* Laghi della Sila: [[Ampollino]], [[Arvo]], [[Cecita]] (o Mucone)
* Lagune e laghi costieri: [[laguna di Grado]], [[laguna di Marano]], [[laguna di Venezia]], [[valli di Comacchio]], [[lago di Lesina]], [[lago di Varano]] [[mare Piccolo]] di Taranto, [[mare Grande]] di Taranto, [[lago di Fondi]], [[laguna di Sabaudia]], [[lago di Burano]], [[laguna di Orbetello]], [[lago di Massaciuccoli]], [[stagno di Cagliari]], [[stagno di Marceddi]], [[stagno di Santa Giusta]], [[stagno di Cabras]].
 
===Vulcani= Opere ==
Il catalogo di Monet comprende almeno cinquecento dipinti, fra i quali:
[[Immagine:Etna east side.jpg|250px|thumb|right|Il versante orientale dell'Etna]]
{{div col}}
[[Immagine:Stromboli1.JPG|thumb|right|250px|L'isola di [[Stromboli]]]]
* ''[[La Pointe de la Hève, Sainte-Adresse]]'', [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]] (1864);
L'elevato numero dei [[vulcano|vulcani]], sia attivi che spenti, è una caratteristica della regione italiana.
* ''[[Natura morta (Monet)|Natura morta]]'', [[Musée d'Orsay di Parigi]] (1864);
I principali vulcani tuttora attivi sono almeno quattro:
* ''[[Colazione sull'erba (Monet)|Colazione sull'erba]]'', Parigi, [[Musée d'Orsay]] (1866);
# il maggiore è l'Etna, che domina [[Catania]] e la [[Sicilia]] nord-orientale e si staglia con il suo gruppo di crateri sommitali (3340 m) costituendo un elemento paesaggistico caratterizzante di [[Catania]] da dove appare innevato per oltre metà dell'anno. Esso mantiene attivi pure altri crateri secondari, i quali si aprono sul lento declivio delle sue pendici.
* ''[[Donne in giardino]]'', Parigi, [[Musée d'Orsay]] (1866);
# il [[Vesuvio]] (1277m) domina la città di [[Napoli]] ed il [[Golfo di Napoli|golfo omonimo]], di cui costituisce un elemento paesaggistico noto in tutto il mondo. Famosa è la sua eruzione avvenuta nel [[79|79 d.C.]], quando fu completamente sepolta sotto la lava e le ceneri la regione di [[Ercolano]] e [[Pompei]].
* ''[[La terrazza a Sainte-Adresse]]'', [[Metropolitan Museum of Art di New York]] (1867);
# Lo [[Stromboli]], perennemente attivo, eleva direttamente dal mare il suo cono eruttivo e fa parte delle [[isole Eolie]].
* ''[[Spiaggia a Sainte-Adresse]]'', [[Art Institute of Chicago]] (1867);
# [[Isola di Vulcano|Vulcano]], altra isola delle Eolie, costituita da un [[vulcano (geologia)|vulcano]] oggi mediocremente attivo, dal quale hanno preso nome tutti i vulcani del genere.
* ''[[Signora in giardino a Sainte-Adresse]]'', [[Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo]] (1867);
* ''[[La colazione]]'', [[Städelsches Kunstinstitut di Francoforte]] (1868);
* ''[[Bagnanti a La Grenouillère]]'', [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]] (1869);
* ''[[La gazza]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1869);
* ''[[La Grenouillère (Monet)|La Grenouillère]]'', [[Metropolitan Museum of Art di New York]] (1869);
* ''[[L'Hotel des Roches Noires à Trouville]]'', Musée d'Orsay (1870);
* ''[[Spiaggia a Trouville]]'', [[Wadsworth Atheneum di Hartford]] (1870);
* ''[[La spiaggia a Trouville]]'', [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]] (1870);
* ''[[Casa in riva al fiume Zaan]]'', Francoforte, [[Staedel Museum]] (1871);
* ''[[Il bacino di Argenteuil]]'', Parigi, [[Musée d'Orsay]] (1872);
* ''[[Il Petit Bras della Senna ad Argenteuil]]'', [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]] (1872);
* ''[[Impressione. Levar del sole]]'', [[Musée Marmottan Monet di Parigi]] (1872);
* ''[[Regate ad Argenteuil]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1872);
* ''[[Riposo sotto i lillà]]'', Musée d'Orsay (1873);
* ''[[Il museo di Le Havre]]'', Londra, National Gallery (1873);
* ''[[Lillà al sole]]'', Mosca, Museo Puškin (1873);
* ''[[La casa dell'artista ad Argenteuil]]'', [[Art Institute of Chicago]] (1873);
* ''[[Boulevard des Capucines]]'', [[Kansas City (Missouri)|Kansas City]], [[William Rockhill Nelson Gallery of Art]] (1873);
* ''[[Colazione in giardino]]'', Parigi, [[Musée d'Orsay]] (1873);
* ''[[I papaveri]]'', Parigi, [[Musée d'Orsay]] (1873);
* ''[[Il carnevale al boulevard des Capucines]]'', Mosca, Museo Puškin (1873);
* ''[[Il ponte della ferrovia ad Argenteuil]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1874);
* ''[[Le barche, regate ad Argenteuil]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1874);
* ''[[Il ponte di Argenteuil]]'', [[Neue Pinakothek di Monaco]] (1874);
* ''[[Donna seduta su una panchina]]'', Londra, National Gallery (1874);
* ''[[Strada coperta di neve ad Argenteuil]]'', [[Bridgestone Museum of Art|Bridgestone Museum of Art di Tokyo]] (1875);
* ''[[Scena di neve ad Argenteuil]]'', Londra, National Gallery (1875);
* ''[[La passeggiata (Camille Monet con il figlio Jean sulla collina)]]'', [[National Gallery of Art]] (1875);
* ''[[Il ponte ad Argenteuil]]'', [[National Gallery di Washington]] (1876);
* ''[[Stagno a Montgeron]],'' San Pietroburgo, Ermitage (1877);
* ''[[La Gare Saint-Lazare]]'', [[Cambridge]], [[Fogg Art Museum]] (1877);
* ''[[La Gare St-Lazare]]'', Londra, National Gallery (1877);
* ''[[I tacchini]]'', Parigi, [[Musée d'Orsay]] (1877);
* ''[[Il giardino degli Hoschedé a Montgeron]]'', San Pietroburgo, Ermitage (1877);
* ''[[La rue Montorgueil]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1878);
* ''[[Veduta di Vetheuil d'inverno]]'', Buffalo, [[Albright-Knox Art Gallery|Albright-Knox Art Gallery di Buffalo]] (1879);
* ''[[Camille Monet sul letto di morte]]'', [[Parigi]], [[Musée d'Orsay]] (1879);
 
* ''[[La Montalbaantoren ad Amsterdam]]'', [[Collezione Bührle|Collezione Bührle di Zurigo]] (1880);
Più numerosi, anche se meno grandiosi, sono invece i vulcani spenti o in fase quiescente ormai da molti secoli. Sono specialmente disseminati in tutta la fascia dell'Antiappennino toscano, dove le numerose sorgenti termali ed i famosi soffioni boraciferi ([[Larderello]]) non sono che le postume manifestazioni del vulcanesimo locale.
* ''[[La torre della Westerkerk ad Amsterdam]]'', [[Barnes Foundation|Barnes Foundation di Philadelphia]] (1880);
* ''[[Lavacourt d'inverno]]'', [[National Gallery di Londra]] (1881);
* ''[[Tempo calmo a Pourville]]'', Basilea, [[Kunstmuseum di Basilea]] (1881);
* ''[[Campo di papaveri a Vetheuil|Campo di papaveri a Vétheuil]]'', [[Zurigo]], [[Collezione Bührle]]
* ''[[Dirupo a Dieppe]]'', [[Kunsthaus Zurich di Zurigo|Kunsthaus di Zurigo]] (1882);
* ''[[La casa del pescatore, tempo coperto]]'', collezione privata (1882);
* ''[[La Manneporte]]'', New York, Metropolitan Museum of Art (1883);
* ''[[Covone a Giverny]]'', San Pietroburgo, [[Ermitage]] (1886);
* ''[[Donna con il parasole girata verso destra]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1886);
* ''[[Belle-Ile]]'', [[Musée Rodin di Parigi]] (1886);
* ''[[Scogliera a Etretat]]'', Mosca, Museo Puškin (1886);
* ''[[Scogli a Belle-Ile|Scogli a Belle-Ile (Le guglie di Port-Coton)]]'', [[Museo Puškin di Mosca]] (1886);
* ''[[Tempesta a Belle-Île]]'', Parigi, [[Musée d'Orsay]] (1886);
* ''[[Donna con il parasole girata verso sinistra]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1886);
* ''[[La barca a Giverny]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1887);
* ''[[La barca blu]]'', Madrid, Collezione Thyssen-Bornemisza (1887);
* ''[[Mattino ad Antibes]]'', [[Cleveland Museum of Art|Museum of Art]] di [[Cleveland]] (1888);
* ''[[Prati a Giverny]]'', San Pietroburgo, Ermitage (1888);
* ''[[Covone presso Giverny]]'', Mosca, [[Museo Puškin]] (1889);
 
* ''[[Pioppi sull'Epte (Monet Edimburgo)|Pioppi sull'Epte]]'', [[Edimburgo]], [[National Gallery of Scotland]] (1891);
Il Monte [[Amiata]], nelle cui viscere abbondano i minerali, i [[Monti Volsini]], [[Cimini]] e [[Sabatini]] situati sulla destra del fiume [[Tevere]], ed i colli [[Albani]], sulla sinistra del medesimo, sono anch'essi residui di grandi vulcani, che hanno un tempo largamente profuso intorno le loro lave; attualmente perciò hanno pendici molto fertili. In cima a questi colli, entro gli antichi crateri, si trovano i maggiori [[lago|laghi]] della penisola: lago di [[Bolsena]], (monti [[Vulsini]]), [[Lago di Vico]] (monti [[Cimini]]), lago di [[Bracciano]] (monti [[Sabatini]]), [[lago di Albano]] e lago di [[Nemi]] ([[colli Albani]]).
* ''[[Pioppi sull'Epte (Monet Londra)|Pioppi sull'Epte]]'', [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]] (1891);
* ''[[La Senna a Port-Villez]]'', Londra, National Gallery (1894);
* ''[[La Cattedrale di Rouen a mezzogiorno]]'', Mosca, Museo Puškin (1894);
* ''[[La Cattedrale di Rouen in pieno sole]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1894);
* ''[[La Cattedrale di Rouen, effetti di luce mattutina]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1894);
* ''[[La Cattedrale di Rouen, la sera]]'', Mosca, Museo Puškin (1894);
* ''[[La Cattedrale di Rouen, primo sole]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1894);
* ''[[Esondazione (Monet)|Esondazione]]'', Londra, National Gallery (1896);
* ''[[La Senna a Giverny]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1897);
* ''[[Ninfee rosa (Monet 1898)|Ninfee rosa]]'', [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma]] (1898);
* ''[[Lo stagno delle ninfee, armonia verde]]'', San Pietroburgo, Ermitage (1899);
* ''[[Ninfee bianche]]'', Mosca, Museo Puškin (1899);
 
* ''[[Lo stagno delle ninfee, armonia rosa]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1900);
Nell'Antiappennino [[Campania|Campano]], oltre al [[Vesuvio]], una manifestazione postuma di attività vulcanica si incontra nei [[Campi Flegrei]], situati poco a nord di [[Napoli]]; tali sono anche le [[solfatara|solfatare]] di [[Pozzuoli]] e di [[Agnano]].
* ''[[Il giardino dell'artista a Giverny]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1900);
* ''[[Il ponte di Waterloo (Monet)|Il Ponte di Waterloo]]'', San Pietroburgo, Ermitage (1903);
* ''[[Il Parlamento di Londra]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1904);
* ''[[Il canal Grande]]'', Parigi, [[Museum of Fine Arts (Boston);]] (1908);
* ''[[San Giorgio Maggiore al crepuscolo]]'' Cardiff, National Museum of Wales (1908);
* ''[[Il palazzo del Doge visto da San Giorgio Maggiore]]'' New York, Metropolitan Museum of Art (1908)
* ''[[Il ponte giapponese]]'', Parigi, Musée Marmottan (1910);
* ''[[Ninfee (Colonia)|Ninfee]]'', [[Colonia (Germania)|Colonia]], [[Wallraf-Richartz Museum]] (1914);
* ''[[Iris (Monet)|Iris]]'', Londra, National Gallery (1914-17);
* ''[[Autoritratto (Monet)|Autoritratto]]'', [[Parigi]], [[Musée d'Orsay]] (1917);
* ''[[Ninfee rosa (Monet 1918)|Ninfee rosa]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1918);
* ''[[Ninfee]]'', [[Museum of Modern Art di New York]] (1918);
* ''[[Ninfee blu]]'', Parigi, Musée d'Orsay (1918);
* ''[[Vasca con ninfee]]'', Parigi, [[Musée d'Orsay]] (1918);
* ''[[Le nuvole (Monet)|Le nuvole]]'', Parigi, Musée de l'Orangerie (1926).
{{div col end}}
 
== Note ==
I monti di [[Roccamorfina]] (tra il [[Volturno]] ed il [[Liri]]), l'[[Epomeo]] nell'isola d'[[Ischia]] e gli isolotti vicini dell'arcipelago campano hanno pure origine vulcanica; così dicasi del [[Monte Vulture]], sulla destra dell'[[Ofanto]] in [[Basilicata]], ed in parte dei colli [[Euganei]] e dei colli [[Berici]] della pianura [[Veneto|veneta]] tra [[Verona]] e [[Padova]].
<references/>
 
===Terremoti= Bibliografia ==
*{{cita libro|titolo=Monet, The Triumph of Impressionism|autore=Daniel Wildenstein|cid=Wildenstein|lingua=en|editore=Taschen|collana=Bibliotheca Universalis|ISBN=978-3-8365-5101-4|anno=2015}}
{{Vedi anche|lista di terremoti in Italia}}
*{{cita libro|titolo=Monet|autore=Gérard-Georges Lemaire|collana=Art dossier|editore=Giunti|anno=1990|cid=Lemaire}}
*{{cita libro|collana=I Classici dell'Arte|editore=Rizzoli|titolo=Monet|volume=4|anno=2003|cid=Gavioli|autore=Vanessa Gavioli}}
 
== Voci correlate ==
I fenomeni sismici costituiscono, purtroppo, un primato italiano in [[Europa]]. Essi sono per lo più connessi a fenomeni vulcanici. Non tutte le regioni italiane vanno però egualmente soggette ai moti sismici; ma anche là dove il fenomeno si manifesta più volte in un anno, i danni non sono in genere gravi.
* [[Musée Marmottan Monet]]
 
== Altri progetti ==
Le zone meno soggette a fenomeni sismici sono la [[Sardegna]], la [[Maremma grossetana]], la [[Puglia]] meridionale e la regione alpina occidentale, eccettuate le zone di [[Belluno]], della [[Carnia]] e delle [[Alpi Marittime]]. Dovuti spesso a movimenti rapidi di enormi masse rocciose situate in profondità sotto la superficie terrestre, sono invece i frequenti e spesso disastrosi terremoti che avvengono nella zona degli Appennini.
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
Fra i più rovinosi terremoti si ricordano:
* {{collegamenti esterni}}
* [[1908]]: [[Terremoto del 1908|Terremoto di Reggio e Messina ]]
* {{cita web|http://www.monet2010.com/|Esposizione dei quadri di Monet alla Galleria Nazionale di Francia a Parigi}}
* [[1915]]: [[Terremoto di Avezzano]]
* [http://www.art-drawing.ru/gallery/category/1529-monet-claude Claude Oscar Monet. Foto] [http://www.art-drawing.ru/biographies/brief-biographies/995-oscar-claude-monet e Biografia]
* [[1929]]: [[Terremoto di Bologna]]
* [[1932]]: [[Terremoto dell'Abruzzo]]
* [[1968]]: [[Terremoto del Belice]]
* [[1976]]: [[Terremoto del Friuli]]
* [[1980]]: [[Terremoto dell'Irpinia]]
* [[1990]]: [[Terremoto di Santa Lucia]]
* [[1997]]: [[Terremoto in Umbria e Marche]]
* [[2002]]: [[Terremoto di San Giuliano di Puglia]]
 
{{impressionismo}}
== Geografia politica ==
{{Controllo di autorità}}
Amministrativamente la [[Repubblica Italiana]] è suddivisa in 20 regioni, di cui 5 ([[Sardegna]], [[Sicilia]], [[Trentino-Alto Adige]], [[Valle d'Aosta]] e [[Friuli-Venezia Giulia]]) a statuto speciale. Le regioni sono suddivise in 110 [[province]] (di cui alcune in fase di allestimento) e queste a loro volta in 8103 [[comuni]].
{{Portale|biografie|pittura}}
 
[[Categoria:Claude Monet| ]]
=== Regioni d'Italia ===
[[Categoria:Pittori impressionisti]]
{{vedi anche|Regioni d'Italia|Stemmi delle regioni d'Italia|Bandiere delle regioni d'Italia}}
Nell'elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e, a seguire, il nome del capoluogo. L'asterisco denota le regioni a statuto speciale.
 
[[Immagine:Regioni of Italy with official names.png|thumb|right|350px|Italia suddivisa per regioni]]
 
{| {{prettytable}}
|- bgcolor="#CCCCCC"
! Regione!! Capoluogo
|-
| {{IT-VAO}}* || [[Aosta]] [[Aosta|Aoste]]
|-
| {{IT-PMN}} || [[Torino]]
|-
| {{IT-LIG}} || [[Genova]]
|-
| {{IT-LOM}} || [[Milano]]
|-
| {{IT-TAA}}* || [[Trento]]
|-
| {{IT-VEN}} || [[Venezia]]
|-
| {{IT-FVG}}* || [[Trieste]]
|-
| {{IT-EMR}} || [[Bologna]]
|-
| {{IT-TOS}} || [[Firenze]]
|-
| {{IT-UMB}} || [[Perugia]]
|-
| {{IT-MAR}} || [[Ancona]]
|-
| {{IT-LAZ}} || [[Roma]]
|-
| {{IT-ABR}} || [[L'Aquila]]
|-
| {{IT-MOL}} || [[Campobasso]]
|-
| {{IT-CAM}} || [[Napoli]]
|-
| {{IT-PUG}} || [[Bari]]
|-
| {{IT-BAS}} || [[Potenza (PZ)|Potenza]]
|-
| {{IT-CAL}} || [[Catanzaro]]
|-
| {{IT-SIC}}* || [[Palermo]]
|-
| {{IT-SAR}}* || [[Cagliari]]
|}
 
=== Province italiane con almeno 1.000.000 di abitanti ===
(dati [http://demo.istat.it/bil2005/index04.html ISTAT] al 31.12.2005)
{| width=100%
|- valign=top
| width=33% |
* [[Provincia di Milano|Milano]] - 3.869.037
* [[Provincia di Roma|Roma]] - 3.831.959
* [[Provincia di Napoli|Napoli]] - 3.092.859
* [[Provincia di Torino|Torino]] - 2.242.775
| width=33% |
* [[Provincia di Bari|Bari]] - 1.595.359
* [[Provincia di Palermo|Palermo]] - 1.239.808
* [[Provincia di Brescia|Brescia]] - 1.182.337
| width=33% |
* [[Provincia di Salerno|Salerno]] - 1.090.934
* [[Provincia di Catania|Catania]] - 1.075.657
* [[Provincia di Bergamo|Bergamo]] - 1.033.848
|}
 
<small>'''Avvertenza''': i dati si riferiscono ad una precisa data e ad una precisa fonte per cui potrebbero risultare non aggiornati. Per i dati aggiornati fare riferimento alla singola voce.</small>
 
=== Principali aree metropolitane italiane ===
(dati [http://www.oecdbookshop.org/oecd/get-it.asp?REF=0406041E.PDF&TYPE=browse Metropolitan Database OCSE] aggiornati al 2006)
 
{| {{prettytable|width=100%|text-align=center}}
|- bgcolor="#EFEFEF"
! [[Area metropolitana]]
! Numero abitanti
! Classifica area OCSE
! Classifica Unione Europea
|-
| [[Milano]]
|| 7.400.000
|| 14a
|| 4a
|-
| [[Roma]]
|| 3.700.000
|| 36a
|| 13a
|-
| [[Napoli]]
|| 3.100.000
|| 45a
|| 15a
|-
| [[Torino]]
|| 2.200.000
|| 65a
|| 26a
|}
 
=== Le prime 10 città italiane ===
 
Dati [[ISTAT]] riferiti alle stime di luglio del [[2006]]<ref>http://demo.istat.it/bilmens2006/index.html</ref>
 
{| {{prettytable}}
|- align=right
!Pos.|| Comune || Regione || Prov. || Abitanti
|- align="right"
| 1 || '''[[Roma]]''' || [[Lazio]] || RM || 2.550.982
|- align="right"
| 2 || '''[[Milano]]''' || [[Lombardia]] || MI || 1.302.002
|- align="right"
| 3 || '''[[Napoli]]''' || [[Campania]] || NA || 979.409
|- align="right"
| 4 || '''[[Torino]]''' || [[Piemonte]] || TO || 900.955
|- align="right"
| 5 || '''[[Palermo]]''' || [[Sicilia]] || PA || 668.560
|- align="right"
| 6 || '''[[Genova]]''' || [[Liguria]] || GE || 616.811
|- align="right"
| 7 || '''[[Bologna]]''' || [[Emilia-Romagna]] || BO || 373.745
|- align="right"
| 8 || '''[[Firenze]]''' || [[Toscana]] || FI || 367.647
|- align="right"
| 9 || '''[[Bari]] ||''' [[Puglia]] || BA || 325.867
|- align="right"
| 10 || '''[[Catania]]''' || [[Sicilia]] || CT || 302.884
 
|}
 
<small>'''Avvertenza''': Il dato di Roma è attualmente contestato dal Comune e dalla Regione Lazio (nel 2005 presso l'Anagrafe del Comune risultavano ben 2.817.293 iscritti).</small>
 
==Demografia==
{{Vedi anche|Demografia dell'Italia}}
 
L'Italia è in gran parte omogenea nella lingua e nella religione ma è varia culturalmente, economicamente e politicamente. Il paese ha la quinta più alta densità demografica in [[Europa]], 195 persone per chilometro quadrato. I gruppi indigeni di minoranza sono piccoli. Dall'inizio della [[Storia romana|civilizzazione romana]], i gruppi etnici come i colonizzatori [[greci]], gli invasori germanici, [[celti]] e [[normanni]] hanno lasciato un'impronta importante nella gente fino ad oggi. Tuttavia, tutti sono stati inseriti in un gruppo etnico italiano omogeneo.
 
Il numero di immigrati o di residenti stranieri in Italia è aumentato considerevolmente (particolarmente in anni recenti) e, secondo i dati [[ISTAT]], al 31 dicembre 2005 contava 2.670.514 unità (equivalente al numero di abitanti dell'intera [[Capitale (città)|capitale]] della [[nazione]]). Alla stessa data, gli stranieri costituivano il 4,55% della popolazione totale ufficiale. Secondo queste statistiche, le più grandi minoranze straniere sono albanesi (348.813), marocchini (319.537), rumeni (297.570) e cinesi (127.822). I dati delle statistiche ufficiali basate sulla residenza, come è ovvio, non comprendono i numerosi stranieri che dimorano illegalmente sul territorio nazionale. La Fondazione Ismu -Iniziative e studi sulla multietnicità con una sua [http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/noti.php?id=176326 ricerca] stimava in 3.357.000 gli immigrati presenti sul territorio italiano, quindi poco più dei 3.150.000 [[italiani residenti all'estero]] ancora in possesso della [[cittadinanza italiana]]. Quindi nel 2006, sono presenti nella piccola Italia ben più stranieri di quanti Italiani siano sparsi per il mondo.
 
Nonostante l'attuale tasso di natalità di 1,33 figli per donna ponga l'Italia tra i più virtuosi nelle classifiche mondiali della continenza riproduttiva, la popolazione presente sul territorio nazionale è recentemente cresciuta di diverse centinaia di migliaia di unità all'anno (complessivamente circa 2 milioni di unità nel quinquennio 2001-2006), principalmente a causa del rapporto svantaggioso tra immigrazione ed emigrazione, che vanifica la pur ridotta flessione del saldo naturale interno. Stando alle informazioni disponibili sulla distribuzione per età della popolazione presente in Italia, l'effetto sull'innalzamento della natalità media determinato dalla numerosità dei figli delle generazioni del baby boom degli anni '60, ora a loro volta in età genitoriale, dovrebbe risolversi benignamente e spontaneamente entro i prossimi 10-15 anni.
 
Il numero delle donne è superiore a quello degli uomini di circa 1,7 milioni di unità.
 
==Lingue==
{{vedi anche|Lingue parlate in Italia}}
[[Immagine:Francesco Hayez 040.jpg|right|200px|thumb|[[Alessandro Manzoni]] scrisse [[I Promessi Sposi]] in italiano]]
L'[[Lingua italiana|italiano]] ({{Audio|It-italiano.ogg|ascolta}}) è una [[lingua (idioma)|lingua]] appartenente al gruppo delle [[lingue romanze]] orientali della famiglia delle [[lingue indoeuropee]]. In Italia esiste un gran numero di [[dialetto|dialetti]], ciascuno dei quali, dal punto di vista storico, è una vera e propria lingua romanza, rappresentando un'evoluzione autonoma della varietà di [[Lingua latina|latino]] parlata in questa o quella regione. La moltitudine dei dialetti italiani costituisce un grandissimo, anche se spesso misconosciuto e denigrato, patrimonio culturale.
 
L'italiano moderno è, come tutte le lingue nazionali, un dialetto che è riuscito a ''far carriera''; ad imporsi, cioè, come lingua ufficiale di una regione molto più vasta di quella originaria. In questo caso fu il dialetto fiorentino, parlato a [[Firenze]], a prevalere, non tanto per ragioni politiche - come spesso capitava - ma per il prestigio culturale di cui era portatore. Il [[Dialetto toscano|toscano]], ed il fiorentino illustre in particolare (in quanto arricchito di prestiti dal siciliano, dal [[Lingua francese|francese]] e dal latino), era in effetti la lingua nella quale scrissero [[Dante Alighieri]], [[Francesco Petrarca]] e [[Giovanni Boccaccio]], considerati tre fra i massimi scrittori italiani. Naturalmente, era anche la ''lingua colta'' della città di Firenze, stimata per la sua prosperità culturale lungo i secoli e per la sua splendida architettura.
 
Sono parificate all'[[lingua italiana|italiano]], che è la lingua ufficiale dello Stato, il [[lingua tedesca|tedesco]] e il [[lingua ladina|ladino]] nella [[provincia di Bolzano|Provincia Autonoma di Bolzano]] e il francese nella regione [[Valle d'Aosta]].
Sono inoltre riconosciute e tutelate dallo Stato e dalle relative Regioni le minoranze linguistiche (tra cui il [[Lingua ladina|ladino]], lo [[lingua slovena|sloveno]], il [[Lingua sarda|sardo]], il [[Lingua friulana|friulano]] e il [[Lingua francoprovenzale|francoprovenzale]]).
 
Le minoranze linguistiche in Italia ufficialmente sono le seguenti:
 
{| {{prettytable}}
|- bgcolor="EFEFEF"
!Gruppo!!Popolazione!!Lingua originaria!!Regione
|-
|Sardo
|align=right|1.269.000
|[[lingua sarda|Sardo]]
|[[Sardegna]] (77,48%)
|-
|Friulano
|align=right|750.000
|[[dialetto friulano|Friulano]]
|[[Friuli]]-Venezia Giulia (56,32%)
|-
|Tirolese
|align=right|290.000
|[[lingua tedesca|Tedesco]]
|[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] a Bolzano (65.43%)
|-
|Occitano
|align=right|178.000
|[[lingua occitana|Occitano]]
|[[Piemonte]] nelle valli di Cuneo (4,76%) e Torino, [[Liguria]] a Imperia, [[Calabria]] a Cosenza
|-
|Arberesh
|align=right|98.000
|[[lingua albanese|Albanese]]
|Italia del sud, [[Sicilia]], [[Calabria]], [[Puglia]], [[Molise]], [[Campania]], [[Basilicata]] e in piccola parte in [[Abruzzo]]
|-
|Francoprovenzale
|align=right|90.000
|[[lingua francese|Francese]]
|[[Piemonte]] a Torino (0,89%), [[Valle d'Aosta]] ad Aosta (60%), [[Puglia]] a Foggia (0,23%)
|-
|Sloveno
|align=right|70.000
|[[lingua slovena|Sloveno]]
|[[Friuli-Venezia Giulia]] a Trieste (9,6%), Gorizia (8%), Udine (3%)
|-
|Ladino
|align=right|55.000
|[[lingua ladina|Ladino]]
|[[Trentino Alto Adige]] a Bolzano (4,19%), a Trento (1,69%), [[Veneto]] a Belluno (10%)
|-
|Catalano
|align=right|43.000
|[[Algherese]]
|[[Sardegna]] ad Alghero (35%)
|-
|Francese
|align=right|20.000
|Francese
|[[Valle d'Aosta]] (17,33%)
|-
|Greco
|align=right|20.000
|[[lingua greca|Greco]]
|[[Calabria]] a Reggio Calabria (0,88%), [[Puglia]] a Lecce (1,88%)
|-
|Bavarese
|align=right|3.100
|[[lingua tedesca|Tedesco]] (cimbro/mocheno)
|[[Trentino]] (Trento)
|-
|Croato
|align=right|2.600
|[[lingua croata|Croato]]
|[[Molise]] (0,79%)
|-
|Carinziano
|align=right|2.000
|[[lingua tedesca|Tedesco]]
|[[Friuli]]-Venezia Giulia a Udine (0,38%)
|-
|Carnico
|align=right|1.400
|[[Friulano]]
|[[Friuli]]-Venezia Giulia, [[Veneto]] a Belluno (0,66%)
|-
|Tirolese (pusterese)
|align=right|700
|[[lingua tedesca|Tedesco]]
|[[Veneto]], [[Val Pusteria]]
|}
<small>Fonte: ''Ministero degli Interni del Governo Italiano/rielaborazione da Il Corriere della Sera''.</small>
 
Nel nord della [[Sardegna]], i dialetti [[Dialetto sassarese|sassarese]] e [[Dialetto gallurese|gallurese]], la cui attribuzione è incerta fra il gruppo [[Lingua corsa|corso]] e [[Lingua sarda|sardo]] o come [[Lingua (idioma)|lingua autonoma]], sono parlati da circa 300.000 persone; tuttavia non sono ancora stati riconosciuti ufficialmente.
 
Inoltre, la [[lingua istrorumena]] viene parlata da circa 300 esuli dall"[[Istria]] a [[Trieste]] e fu considerata [[isola linguistica]] nel [[Regno d'Italia]]. Lo storico [[Ireneo della Croce]] afferma che la lingua istrorumena era parlata nell'ottocento nel [[Carso]] triestino, principalmente ad [[Opicina]] e [[Servola]] (allora chiamata Selvola).
 
Ad esse vanno aggiunte le parlate degli [[zingaro|zingari]], i cui locutori sono stimati tra le 50 e le 80.000 persone, ripartite tra [[sinti]] (soprattutto al Nord, ma con forte tendenza al [[nomadismo]]) e [[rom]] (più diffusi al Centro-Sud e con maggiore propensione alla sedentarizzazione). Pur essendo molti zingari cittadini italiani, le loro lingue, di ceppo [[lingue indoarie|indoario]], non vengono menzionate nelle leggi di tutela delle minoranze.
 
Va anche aggiunta la Lingua dei Segni Italiana (LIS) (vedi [[Linguaggio dei segni]]), la lingua visiva dei cittadini sordi, i cui viene usata tra le 80 e le 120.000 persone nelle diverse città italiane. L'Italia non riconosce la lingua dei segni come lingua nazionale dei sordi, né come lingua minoritaria: solamente la la regione di Valle d'Aosta ha approvato all'unanimità il riconoscimento della Lingua dei Segni nel 2006.
 
Molte lingue regionali d'Italia, inoltre, vengono considerate erroneamente "dialetti dell'italiano", mentre sono lingue a sé stanti. In particolare ricordiamo: il [[Lingua piemontese|piemontese]], il [[Lingua ligure|ligure]], il [[Lingua lombarda|lombardo]], il [[Lingua veneta|veneto]], l'[[Lingua emiliano-romagnola|emiliano-romagnolo]], il [[Lingua napoletana|napoletano]] ed il [[Lingua siciliana|siciliano]].
 
===Letteratura italiana===
{{Vedi anche|Letteratura italiana}}
[[Immagine:Portrait de Dante.jpg|right|200px|thumb|[[Dante Alighieri]] detto il sommo poeta]]
La nascita della [[letteratura italiana]] canonicamente si fa risalire alla seconda metà del [[XII secolo]] con la diffusione, all'interno di circuiti assai privati e modesti, di quei manoscritti di carattere religioso, ma anche laico e giocoso, ad uso della comunità religiosa e laica, ma sempre ad un alto livello della scala sociale (per esempio i [[notaio|notai]]).
Ciò che ci permette di parlare di una letteratura italiana è la [[lingua (idioma)|lingua]].
 
La letteratura italiana si compone di tutte quelle opere manoscritte e a stampa in lingua italiana che, come si è detto, a partire dal XII-XIII secolo si sono sviluppate in Italia, fino ai nostri giorni.
 
Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla tradizione del latino. Nel XIII secolo si hanno le prime esperienze letterarie, la poesia religiosa in Umbria (capolavoro è ''[[Cantico dei cantici]]'' di [[San Francesco d'Assisi]] e le ''Laudi'' di [[Jacopone da Todi]]), la [[scuola siciliana]] (nata alla corte di [[Federico II]]) e, alcuni decenni più tardi, la scuola toscana. Nel XIV secolo la letteratura italiana possedeva già tre capolavori che la misero in assoluta preminenza per l'epoca rispetto a qualsiasi altra produzione letteraria occidentale: la ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]], il ''[[Canzoniere]]'' di [[Francesco Petrarca]] e il ''[[Decameron]]'' di [[Giovanni Boccaccio]].
 
In italiano si sono espressi scrittori di fama universale, quali [[Ludovico Ariosto]], [[Torquato Tasso]], [[Niccolò Machiavelli]], [[Giacomo Leopardi]], [[Giovanni Verga]], [[Luigi Pirandello]], [[Salvatore Quasimodo]], [[Alessandro Manzoni]], [[Leonardo Sciascia]] e tanti altri, scrittori che produssero capolavori di tale bellezza che influenzarono la cultura europea.
 
==Religioni==
{{Vedi anche|Religioni in Italia}}
[[Immagine:Pisa tower.jpg|thumb|left|200px|Il [[Piazza dei Miracoli#Duomo|Duomo di Pisa]] con la [[Torre pendente di Pisa|Torre]]]]
Secondo un'indagine dell'[[Eurispes]] effettuata nel 2006 e ripresa dal [[Corriere della Sera]], l'87,8% della popolazione si dichiara cattolico e il 36,8% praticante. Secondo la stessa ricerca si recherebbe a messa tutte le domeniche il 30,8% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni, a fronte del 22,4% e del 28,5% dei soggetti intervistati appartenenti rispettivamente alle fascia d'età 25-34 e 35-44 anni. La discrepanza tra chi si dichiara cattolico e chi è di stretta osservanza, anche se minore rispetto agli altri paesi dell'Europa occidentale, è sensibile, come testimoniato anche dalle opinioni relative ad aborto, fecondazione assistita e unioni civili.<ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/01_Gennaio/17/cattolici.shtml Articolo sul Corriere della Sera]</ref>
 
I [[Cristianesimo|cristiani]], [[Chiesa cattolica|cattolici]], [[Protestantesimo|protestanti]], [[Chiesa cristiana ortodossa|ortodossi]] e altri ([[Testimoni di Geova]], [[Mormonismo|Mormoni]], etc.), in Italia rappresentano la religione di maggioranza. Come in molti paesi occidentali, il processo di secolarizzazione è crescente, soprattutto tra i giovani, anche se non manca la presenza di movimenti cattolici come [[Azione Cattolica]], la [[Gioventù Francescana]], l'[[Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani|AGESCI]] e [[Comunione e Liberazione]].
 
Fra le altre confessioni cristiane, in ambito [[Protestantesimo|protestante]], è da segnalare il [[Valdismo]], nato in Italia stessa. Nato come movimento ereticale [[Medioevo|medievale]], dopo la [[riforma protestante]] ha assorbito la teologia [[Calvinismo|calvinista]] ed è di fatto diventata l'espressione italiana delle [[Chiese riformate]]. Le comunità protestanti storiche (valdese, [[Metodismo|metodista]], [[Luteranesimo|luterana]] e [[Battismo|battista]]) sono riunite nella [[Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia]], assieme ad altre denominazioni [[Pentecostalismo|pentecostali]] minori.
 
Tra i nuovi movimenti religiosi cristiani si possono trovare il [[Mormonismo]], giunto in Italia nel [[1850]], e i [[Testimoni di Geova]], che iniziarono a stampare la [[Torre di Guardia]] nelle valli piemontesi già dal [[1903]]. Questi ultimi in particolare, sono il gruppo religioso con il maggior numero di aderenti dopo il [[Chiesa Cattolica|Cattolicesimo]], l'[[Islam]] (quest'ultimo praticato da circa 850.000 persone), il Protestantesimo (circa 700.000 membri divisi in una moltitudine di chiese e confessioni) e la Chiesa Ortodossa (almeno 700.000 fedeli). Forte seguito hanno poi le chiese di stampo pentecostale, fra le quali vanno menzionate le [[Assemblee di Dio in Italia]], che, forti dei loro 400.000 fedeli, costitiscono la più grande organizzazione protestante.
 
La religione più antica presente in Italia è l'[[Ebraismo]], di cui a Roma è segnalata una presenza ininterrotta fin dai tempi precedenti la comparsa del [[Cristianesimo]]. La comunità ebraica in Italia si aggira intorno alle 45.000 unità.
 
Nel corso del [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]] si sono diffusi in Italia altri movimenti religiosi, in particolare [[Buddhismo]], [[Induismo]] e [[Sikhismo]]. I buddhisti sono circa 110.000, gli induisti sono 75.000, mentre i sikh si aggirano intorno alle 70.000 unità. I fedeli delle prime due religioni sono riuniti rispettivamente nell'[[Unione Buddhista Italiana]] e nell'[[Unione Induista Italiana]], ufficialmente riconosciute dallo Stato.
 
Resta un fenomeno realtivamente nascosto e poco diffuso quello del [[Neopaganesimo]], sebbene c'è chi sostiene che ci siano ben 15.000 fedeli a questo gruppo di religioni in Italia. Il Paganesimo moderno è presente in particolare nelle sue forme [[Wicca|wiccana]], [[Neopaganesimo romano|romana]], [[Odinismo|odinista]] e [[Druidismo|druidica]]. Influente gruppo italiano che segue il Romanesimo neopagano è il [[Movimento Tradizionale Romano]]; tra i gruppi odinisti il più importante è invece la [[Comunità Odinista]].
 
Non mancano infine associazioni [[ateismo|ateiste]] e [[agnosticismo|agnostiche]], quali la [[UAAR]], [[NOGOD]] e [[Atheia]]. Secondo quanto affermato dalla [[UAAR]], nel supplemento di La Repubblica del 31 dicembre 2000 si riporta che gli atei italiani sarebbero nove milioni.
 
==Economia==
{{Vedi anche|Economia italiana}}
[[immagine:ministeroeconomiafinanze.jpg|thumb|right|250px|Ministero dell'Economia e delle Finanze]]
[[Immagine:Laborsa1.jpg|thumb|right|250px|Borsa valori in Piazza Affari a Milano]]
Membro del [[G8]] gruppo di paesi industrializzati, ha l'ottava più grande economia del mondo nel 2006, dietro gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], la [[Cina]], il [[Giappone]], l'[[India]], la [[Germania]], il [[Regno Unito]] e la [[Francia]] (dati ufficiali della Banca mondiale). Secondo l'[[OSCE]], nel 2004 l'Italia era il sesto più grande esportatore del mondo di merci fabbricate.
 
L'[[economia italiana]] è prevalentemente formata da piccole e piccolissime imprese: le poche grandi imprese sono gestite quasi sempre dalle famiglie dei fondatori o da gruppi stranieri, e il modello di ''public company'' non ha mai attecchito. Anche in campo finanziario, nonostante una tendenza alla concentrazione, le banche hanno dimensioni modeste rispetto ai grandi gruppi europei. V'è inoltre una forte differenza tra il nord, con un forte sviluppo industriale e una preponderanza di aziende private, e il sud, che ha tassi di disoccupazione più alti con punte del 20% e uno sviluppo molto minore; l'agricoltura ha un peso maggiore, e l'industria è spesso statale.
Va comunque detto che negli ultimi anni il confine fra centro-nord benestante e sud meno benestante tende a camminare verso sud. Alcune aree tra cui [[Isernia]] o [[Caserta]] stanno intensificando la piccola imprenditoria privata, incentivata dal basso livello dei prezzi e del lavoro locali, mentre al nord permane un alto livello dei prezzi.
Una pesante palla al piede per la nazione sta nell'altissimo livello di [[evasione fiscale]], che fa tra l'altro figurare molte aree più povere di quel che realmente sono.
Un importantissimo settore per l'economia italiana continua ad essere il [[turismo]], nonostante il Paese abbia perso da molti anni il primato di visitatori stranieri all'anno (nel 2004 erano 39'600'000, e il paese era quindi al quarto posto nel mondo dopo [[USA]] (40'000'000 di turisti stranieri annui), [[Spagna]] (50'000'000) e [[Francia]] (75'000'000)).
 
La maggior parte delle materie prime e il 75% dell'energia deve essere importato, dato che l'Italia non dispone di ricchi giacimenti di materie prime.
 
Durante lo scorso decennio, l'Italia ha perseguito una politica fiscale stretta per fare fronte alle richieste dell'[[Unione Economica e Monetaria europea]] ed ha tratto beneficio dai tassi più bassi di inflazione e di interesse. Tuttavia, alcuni enormi problemi continuano ad essere un ostacolo per l'economia della nazione, come l'evasione fiscale (anche se nel [[2006]] la lotta agli evasori ha riportato nelle casse dello stato più di 33 miliardi di [[euro]] ) e il [[debito pubblico]], che è al 107,4% sul [[PIL]] nel 2006, nonostante l'[[Unione Europea]] richieda un indebitamento massimo del 60% sul [[PIL]]; grava inoltre sull'imprenditoria centro-meridionale il drenaggio di risorse operato dalle organizzazioni criminali ([[mafia]], [[camorra]], [[ndrangheta]] e [[sacra corona unita]]) che con le loro attività estorsive ([[pizzo]]) determinano spesso l'uscita dal mercato e perfino il fallimento delle imprese taglieggiate. Tutto ciò è stato il motivo che ha spinto due agenzie di [[rating]] a declassare (nel [[2006]]) l'Italia per livello di affidabilità finanziaria. L'Italia ha aderito all'[[euro]] nel 1999 sostituendo la [[Lira italiana|lira]] a partire dal [[2002]] (1 [[euro]] = 1936,27 [[lire]]).
 
*[[Lista delle imprese italiane]]
 
===Reddito medio degli abitanti per regione ===
<!--I dati variano di anno in anno e, a volte, a seconda dell'ente che li raccoglie ed elabora. Sarebbe quindi opportuno inserire la fonte e la data -->
Fonte: [http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=1996,39140985&_dad=portal&_schema=PORTAL&screen=detailref&language=en&product=Yearlies_new_regio&root=Yearlies_new_regio/F/fa/fab/fab11024, riferimento anno 2004, dati in Euro]
*Nord-Ovest: 31.188
: [[Piemonte]]: 25.703,1; [[Valle d'Aosta]]: 27.577,2; [[Liguria]]: 23.584,4; [[Lombardia]]: 35.425,5
*Nord-Est: 28.918
: [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]]: 40.141 [[Trentino]]: 27.291,8; [[Veneto]]: 27.385,8; [[Friuli-Venezia Giulia]]: 25.246,1; [[Emilia-Romagna]]: 28.034,2
*Centro: 25.367
:[[Toscana]]: 25.129,5; [[Umbria]]: 21.708,0; [[Marche]]: 23.115,2, [[Lazio]]: 28.345,3
*Sud: 15.616
:[[Abruzzo]]: 18.246; :[[Molise]]: 16.582,6; [[Campania]]: 14.707,8; [[Puglia]]: 15.008,2; [[Basilicata]]: 16.214,6; [[Calabria]]: 14.728,3
*Isole: 16.257
: [[Sicilia]]: 15.476,9; [[Sardegna]]: 17.507,9
 
==Forze Armate e di Polizia==
{{Vedi anche|:Categoria:Forze armate italiane|:Categoria:Forze di polizia italiane}}[[Immagine:VM90.jpg|thumb|left|245px|Pattuglia dell'Esercito Italiano in Iraq]]
[[Immagine:Portaerei Cavour.jpg|thumb|left|245px|La nave portaerei ''Cavour'' della M.M.]]
[[Immagine:Frecce Tricolori.jpg|thumb|left|245px|La Pattuglia Acrobatica Nazionale]]
 
L''''[[Esercito Italiano]]''' è la prima forza armata dello Stato. Attualmente ha un organico di 112.000 unità (di queste 85.000 fanno parte delle forze operative, mentre 27.000 sono assegnate alle unità di riserva e sostegno).
 
La '''[[Marina Militare Italiana]]''' è la seconda forza armata dello Stato. Essa nacque nel 1946 dalla [[Regia Marina]] Militare Italiana, in seguito alla proclamazione della [[Repubblica Italiana]]. A lei sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali. Ad essa è devoluto il compito di pattugliamento delle coste tramite il '''Corpo delle Capitanerie di Porto\Guardia Costiera'''.
 
L''''[[Aeronautica Militare Italiana]]''' è la terza forza armata dello Stato. Essa è una delle Forze Armate presenti sul suolo italiano. A lei sono devolute le operazioni aeree. In passato si è anche occupata del controllo del traffico aereo nello spazio aereo nazionale.
 
L''''[[Arma dei Carabinieri]]''' è la quarta forza armata dello Stato. Per via della sua doppia natura di forza armata e di forza di polizia (chiaramente ad ordinamento militare), le sono devoluti sia compiti ''militari'' quali il concorso alla difesa della Patria, la partecipazione alle operazioni militari in Italia e all'estero nonché l'esercizio delle funzioni di Polizia Militare e protezione delle Rappresentanze Diplomatiche italiane all'estero; sia compiti ''civili'', ossia di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza.
 
La '''[[Polizia di Stato]]''' è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale altresì nota come ''Corpo armato dello Stato'' o ''Corpo militarmente organizzato''. Quest'ultima definizione non implica la militarità del Corpo, tuttavia la sua struttura si rifà chiaramente ad un'istituzione di carattere militare ed il suo personale è differente dal personale di qualsiasi ente civile o militare dello Stato. Si tratta della forza di polizia direttamente dipendente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che rappresenta l'apparato amministrativo centrale per mezzo del quale il Ministero dell'Interno (Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza) gestisce l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica in Italia. Sicché dipende direttamente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, la Polizia di Stato è la prima forza di polizia per quanto concerne il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico.
 
La '''[[Guardia di Finanza]]''' è una forza di polizia ordinamento militare dipendente direttamente dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, svolge compiti di [[polizia giudiziaria]], polizia tributaria e [[pubblica sicurezza]] legati all'ambito economico e finanziario. Unitamente alla [[Polizia di Stato]], la Guardia di Finanza concorre al controllo delle frontiere.
 
Il Corpo di '''[[Polizia Penitenziaria]]''' è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale altresì noto come ''Corpo armato dello Stato'' o ''Corpo militarmente organizzato''. Il Corpo svolge compiti di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza legati al settore penitenziario ed alla gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della libertà personale. Il Corpo di Polizia Penitenziaria è l'erede del Corpo delle Guardie Carcerarie, creato nel 1873, poi riformato nel Corpo degli Agenti di Custodia delle Carceri (1890), (forza di polizia ad ordinamento militare); l'amministrazione sarebbe passata nel 1922 dal Ministero dell'Interno al Ministero di Grazia e Giustizia.
 
Il '''[[Corpo Forestale dello Stato]]''' è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale altresì noto come ''Corpo armato dello Stato'' o ''Corpo militarmente organizzato''. Esso svolge compiti di tutela ambientale e paesaggistica; oltre a queste funzioni ha anche compiti di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza, difatti tutti i suoi appartenenti sono agenti di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza. Alla direzione del Corpo vi è l'Ispettorato generale con sede a Roma.
 
I Corpi ed i Servizi di '''[[Polizia Municipale|Polizia Locale]]/Provinciale''' e '''[[Polizia Municipale]]''' non rientrano ancora tra le forze di polizia dello Stato. Tuttavia svolgono egregiamente compiti di controllo tramite pattugliamento del territorio e repressione dei reati tipicamente nelle aree urbane sotto controllo regionale. A seconda della tipologia possono dipendere dalla Regione, dalla Provincia o dal Comune. Tutti i suoi appartenenti sono agenti di Polizia Giudiziaria.
 
== Cultura ==
[[Immagine:Galleria nazionale arte moderna.PNG|thumb|right|250px|Galleria nazionale d'arte moderna a [[Roma]]]][[Immagine:TeatroAllaScala002.jpg|thumb|right|250px|[[Teatro alla Scala]] a [[Milano]]]]
[[Immagine:La Sapienza - rettorato 2083-4-5st.JPG|thumb|right|250px|Città universitaria a [[Roma]]]]
{{Vedi anche|Cultura italiana|Arte italiana|Cinema italiano|Musica italiana}}
Il contributo che l'Italia ha portato, nel corso della storia dei popoli che l'hanno abitata, alla cultura mondiale è stato, per pressochè unanime consenso degli storici, immenso e vario. Probabilmente fu proprio il fatto di essere da sempre, per motivi [[Geografia|geografici]] e [[Storia|storici]], una terra di scambi e di incontri tra popoli diversi a farne un luogo di così vitale fermento. Ed in effetti una caratteristica tipica della cultura italiana è la sua grande varietà locale: la mancanza di una unità nazionale per secoli ha fatto sì che ogni regione acquisisse un propria tradizione ed identità politica, derivatagli dalla propria storia di dominazioni e fusioni con civiltà diverse.
 
L'[[arte]] e la [[musica]] sono sicuramente gli ambiti di eccellenza della cultura italiana più noti nel mondo. La prima ha avuto la sua espressione più alta e caratterizzante nel periodo che va dal [[Quattrocento]] al [[Seicento]] inoltrato (nei periodi del [[Rinascimento]] e del [[Barocco]]); ma la lunga storia del paese, ed i numerosi periodi di ricchezza che ha attraversato, hanno lasciato in eredità esempi notevolissimi dell'arte delle più disparate epoche e civiltà, che fanno dell'Italia un caso unico al mondo per la varietà dei beni artistici e per la loro diffusione capillare sul territorio (la città di Firenze ha la più grande concentrazione mondiale di opere d'arte in proporzione alla sua estensione). Dai [[Tempio greco|templi greci]] della [[Magna Grecia]] ai [[Borgo|borghi medioevali]], dalle [[terme romane]] alle ville settecentesche, il grande museo all'aperto della penisola è tra le prime mete del turismo mondiale. <br> La [[musica italiana]] comincia a fiorire nel [[Cinquecento]], con la [[musica rinascimentale]] che, soprattutto con [[Claudio Monteverdi|Monteverdi]], acquisisce i suoi tratti più innovativi nel tardo [[Cinquecento]], con la nascita dell'[[opera lirica]], genere in cui gli italiani vedranno il primato per secoli. Operisti italiani famosi in tutto il mondo sono [[Gioacchino Rossini|Rossini]], [[Giuseppe Verdi|Verdi]], [[Toscanini]], [[Giacomo Puccini|Puccini]]. La musica strumentale italiana ha visto un periodo di fioritura meno duraturo, concentrandosi perlopiù (anche se non solo) nel periodo barocco, ma è stata comunque percorsa da artisti di importanza epocale, quali [[Giovanni Pierluigi da Palestrina|Palestrina]], [[Arcangelo Corelli|Corelli]], [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]], il già citato Monteverdi nonchè, nei secoli successivi, [[Paganini]] e lo stesso Verdi. Ma non vanno trascurate le profonde innovazioni che l'Italia ha portato in tanti altri settori lungo 2500 anni di storia. Nei due periodi in cui la penisola fu il centro della civiltà del tempo, ovvero durante l'[[Impero romano]] ed il [[Rinascimento]], il ruolo che ebbe nella storia della conoscenza umana fu di decisiva importanza. In età romana l'Italia era il centro culturale oltre che politico di uno stato che segnò il culmine dell'[[età antica]], che diffuse la cultura greco-ellenistica in un'[[Europa]] molto indietro nella civilizzazione, e che fu la [[fucina]] di grandi innovazioni nel campo tecnico ([[architettura romana]]), del [[diritto]] (il [[diritto romano]] è a fondamento ancora oggi della [[giurisdizione]] dei moderni paesi occidentali), della [[letteratura latina|letteratura]]. Il Rinascimento segnò invece dopo il [[medioevo]] il diffondersi dall'Italia di una nuova sensibilità che, espressasi mirabilmente nella letteratura, nella vita e soprattutto nell'arte della penisola, segnò l'inizio dell'[[età moderna]] e l'avviarsi dell'[[Occidente]] verso una propria dimensione culturale caratterizzante, foriera della [[rivoluzione scientifica]] (di cui fu iniziatore e protagonista un italiano, [[Galileo]]) e di quelle liberali ed [[rivoluzione industriale|industriali]].
 
L'Italia è famosa in tutto il mondo anche per la cucina (le parole pasta, spaghetti, pizza, ad esempio, sono entrate di prepotenza nei vocabolari stranieri anche in altri continenti), il vino, lo stile di vita, l'eleganza, il design, il teatro, la letteratura, la poesia, le sue caratteristiche feste e più in generale per il gusto.
 
Importante, per lo sviluppo delle arti, sia letterarie, sia visive, è stato il fenomeno del [[mecenatismo]], per il quale la figura del Principe offriva a vari artisti protezione nella loro corte in cambio di commissioni e ambascerie. Il rapporto contrastato che abitualmente si interponeva fra Principe e Letterato è stato esposto in modo chiaro e ironico da [[Ludovico Ariosto]] e da [[Torquato Tasso]]. Tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]] tutte le arti ebbero uno sviluppo notevole. Artisti come [[Leonardo da Vinci]], [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], [[Raffaello]], [[Botticelli]] e tanti altri permisero alla scultura, alla pittura e all'architettura di toccare nuove vette di bellezza e eleganza.
 
Tra gli esploratori è conosciuto in tutto il mondo il genovese [[Cristoforo Colombo]] per la [[Scoperta dell'America|scoperta delle Americhe]]; il nome stesso del doppio continente si deve ad un altro esploratore italiano, [[Amerigo Vespucci]].
 
Non meno importante è stato il contributo italiano alla scienza, con personaggi come [[Luigi Galvani]] e [[Alessandro Volta]] ricordati per gli studi pionieristici sull'[[elettricità]], [[Antonio Pacinotti]] che inventò la dinamo, [[Antonio Meucci]] che inventò il [[telefono]]. Anche tra i [[Premio Nobel|premiati con il Nobel]] sono presenti degli italiani illustri come [[Enrico Fermi]] e [[Guglielmo Marconi]] per la [[fisica]], [[Giulio Natta]] che fu uno dei padri della [[chimica industriale]], [[Eugenio Montale]], [[Grazia Deledda]], [[Luigi Pirandello]] e [[Dario Fo]] per la [[letteratura]], [[Camillo Golgi]] e [[Rita Levi-Montalcini]] per il loro contributo alla [[medicina]].
 
===Santi patroni===
I [[santo|santi]] [[patrono|patroni]] dell'Italia sono [[San Francesco d'Assisi]] e [[Santa Caterina da Siena]].
 
==Patrimoni dell'umanità dell'[[UNESCO]]==
L'Italia è il paese con il maggior numero di beni dichiarati [[:Categoria:Patrimoni dell'umanità in Italia|patrimonio dell'umanità]].
*Arte rupestre in [[Valcamonica]], [[1979]]
*[[Chiesa di Santa Maria delle Grazie|Chiesa e convento domenicano di Santa Maria delle Grazie]] con ''[[L'ultima cena (Leonardo)|L'ultima cena]]'' di [[Leonardo da Vinci]], [[Milano]], [[1980]]
*Centro storico di [[Roma]], le [[Proprietà del Vaticano|proprietà extraterritoriali]] della [[Santa Sede]] nella città e la [[Basilica di San Paolo fuori le mura]], [[1980]]
*Centro storico di [[Firenze]], [[1982]]
*[[Venezia]] e la sua [[Laguna di Venezia|Laguna]], [[1987]]
*[[Piazza dei Miracoli|Piazza del Duomo]], [[Pisa]], [[1987]]
*Centro storico di [[San Gimignano]], [[1990]]
*Estensione del patrimonio di [[Roma]] ai beni compresi entro le mura di [[Urbano VIII]], [[1990]]
*[[Sassi di Matera]], [[1993]]
*Città di [[Vicenza]] e le [[Ville palladiane]] del [[Veneto]], [[1994]]
*Centro storico di [[Siena]], [[1995]]
*Centro storico di [[Napoli]], [[1995]]
*[[Crespi d'Adda]], [[1995]]
*[[Ferrara]] città del [[Rinascimento]] e delta del [[Po]], [[1995]]
*[[Castel del Monte]], [[Andria]], [[1996]]
*[[Trulli]] di [[Alberobello]], [[1996]]
*Monumenti paleocristiani di [[Ravenna]], [[1996]]
*Centro storico della città di [[Pienza]], [[1996]]
*[[Palazzo Reale di Caserta|Palazzo Reale]] del [[XVIII secolo]] di [[Caserta]], con il Parco, l'[[acquedotto di Vanvitelli]] e il [[complesso di San Leucio]], [[1997]]
*[[Residenze sabaude]] di [[Torino]] e dintorni, [[1997]]
*[[Orto botanico di Padova|Orto botanico]] di [[Padova]], [[1997]]
*[[Duomo di Modena|Duomo]], [[Ghirlandina|Torre Civica]] e [[Piazza Grande (Modena)|Piazza Grande]] di [[Modena]], [[1997]]
*Aree archeologiche di [[Pompei]], [[Ercolano]] e [[Torre Annunziata]], [[1997]]
*[[Villa del Casale|Villa romana del Casale]], presso [[Piazza Armerina]], [[1997]]
*[[Su Nuraxi di Barumini]], [[1997]]
*[[Portovenere]], le [[Cinque Terre]] e le isole di [[Palmaria]], [[Tino]] e [[Tinetto]], [[1997]]
*[[Costiera amalfitana]], [[1997]]
*Parco Archeologico e Paesaggistico della [[Valle dei Templi]] di [[Agrigento]], [[1997]]
*[[Aquileia|Area archeologica e Basilica patriarcale di Aquileia]], [[1997]]
*Centro storico di [[Urbino]], [[1998]]
*[[Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano]] con il sito archeologico di [[Paestum]] e [[Novi Velia|Velia]], [[Roscigno Vecchia]] e la [[Certosa di Padula]], [[1998]]
*[[Villa Adriana]] a [[Tivoli]], [[1998]]
*Città di [[Verona]], [[2000]]
*[[Isole Eolie]], [[2000]]
*[[Assisi]], la [[Basilica di San Francesco]] e altri siti [[francescani]], [[2000]]
*[[Villa d'Este (Tivoli)|Villa d'Este]] a Tivoli, [[2001]]
*Città tardo barocche della [[Val di Noto]] ([[Sicilia]] sud-orientale), [[2002]]
*[[Ticino|Valle del Ticino]] Riserva della Biosfera, [[2002]]
*[[Sacro Monte|Sacri Monti]] del [[Piemonte]] e della [[Lombardia]], [[2003]]
*[[Necropoli]] [[Etruschi|etrusche]] di [[Cerveteri]] e [[Tarquinia]], [[2004]]
*[[Val d'Orcia]] ([[Provincia di Siena|Siena]]), [[2004]]
*Il centro storico di [[Siracusa]] e la [[Pantalica|necropoli di Pantalica]], [[2005]]
*Le [[Centro storico di Genova|Strade Nuove]] e i [[Rolli di Genova|Palazzi dei Rolli]] di [[Genova]], [[2006]]
 
==Ambiente==
[[Immagine:GranParadiso.jpg|thumb|right|250px|Parco Nazionale del Gran Paradiso in [[Valle d'Aosta]]]]
[[Immagine:Rural Toscana.jpg|thumb|right|250px|Foreste Casentinesi]]
[[Immagine:Cinqueterre0002.jpg|thumb|right|250px|[[Vernazza]], nel Parco Nazionale delle Cinque Terre]]
 
===Protezione e preservazione===
{{Vedi anche|Aree naturali protette}}
 
I parchi nazionali sono costituiti da aree terrestri, marine, fluviali, o lacustri che contengano uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di interesse nazionale od internazionale per valori naturalistici, scientifici, culturali, estetici, educativi e ricreativi tali da giustificare l'intervento dello Stato per la loro conservazione.
 
I parchi regionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacustri ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore ambientale e naturalistico, che costituiscano, nell'ambito di una o più regioni adiacenti, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.
Le riserve naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacustri o marine che contengano una o più specie naturalisticamente rilevanti della fauna e della flora, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche.
 
Le zone umide sono costituite da paludi, aree acquitrinose, torbiere oppure zone di acque naturali od artificiali, comprese zone di acqua marina la cui profondità non superi i sei metri con la bassa marea; aree che, per le loro caratteristiche, possano essere considerate di importanza internazionale ai sensi della [[Convenzione di Ramsar]].
 
Le aree marine protette sono costituite da tratti di mare, costieri e non, in cui le attività umane sono parzialmente o totalmente limitate. La tipologia di queste aree varia in base ai vincoli di protezione.
 
Le altre aree protette sono quelle aree che non rientrano nelle precedenti classificazioni, come i parchi suburbani o le oasi delle associazioni ambientaliste. Possono essere a gestione pubblica o privata, con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.
 
La continua crescita della densità di popolazione, già elevatissima, è causa di esacerbazione degli evidenti fenomeni di degrado ambientale che affliggono il territorio italiano.
 
=== Elenco dei parchi nazionali ===
* [[Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise|Abruzzo, Lazio e Molise]]
* [[Parco Nazionale dell'Alta Murgia|Alta Murgia]] in corso di istituzione
* [[Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano|Appennino Tosco-Emiliano]]
* [[Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena|Arcipelago di La Maddalena]]
* [[Parco Nazionale Arcipelago Toscano|Arcipelago Toscano]]
* [[Parco Nazionale dell'Asinara|Asinara]]
* [[Parco Nazionale dell'Aspromonte|Aspromonte]]
* [[Parco nazionale della Sila|Calabria (Sila)]]
* [[Parco Nazionale del Circeo|Circeo]]
* [[Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano|Cilento e Vallo di Diano]]
* [[Parco Nazionale delle Cinque Terre|Cinque Terre]]
* [[Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi|Dolomiti Bellunesi]]
* [[Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna|Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna]]
* [[Parco Nazionale del Gargano|Gargano]]
* [[Parco nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu|Gennargentu]]
* [[Parco Nazionale del Gran Paradiso|Gran Paradiso]]
* [[Parco Nazionale del Gran Sasso|Gran Sasso e Monti della Laga]]
* [[Parco Nazionale della Majella|Majella]]
* [[Parco Nazionale dei Monti Sibillini|Monti Sibillini]]
* [[Parco Nazionale del Pollino|Pollino]]
* [[Parco Nazionale dello Stelvio|Stelvio]]
* [[Parco Nazionale della Val d'Agri|Val d'Agri e Lagonegrese]] in corso di istituzione
* [[Parco Nazionale della Val Grande|Val Grande]]
* [[Parco Nazionale del Vesuvio|Vesuvio]]
 
==Trasporti==
{{Vedi anche|Trasporti in Italia}}
 
== Sport ==
[[Immagine:Roma stadio olimpico2.JPG|thumb|right|250px|Stadio Olimpico di [[Roma]]]]
[[Immagine:San Siro3.JPG|thumb|right|250px|Stadio "Giuseppe Meazza" di [[Milano]]]]
[[Immagine:2006 Olympics Opening Ceremony.jpg|thumb|right|250px|Cerimonia d'apertura delle XX Olimpiadi Invernali svolte a Torino nel 2006]]
Il colore sportivo nazionale dell'Italia è l'[[azzurro]], mutuato dallo stemma araldico di Casa Savoia, dinastia regnante dal 1861 al 1946.
 
La tradizione sportiva italiana è antica quasi quanto la sua storia: in quasi tutti gli sport, sia individuali che di squadra, l'Italia può vantare sempre buone rappresentative e molti successi. Tuttavia, quasi tutte le vittorie negli sport di squadra restano una prerogativa maschile, eccezion fatta per la pallavolo e la pallanuoto.
 
=== Calcio ===
Il [[Calcio (sport)|calcio]] è indubbiamente lo sport più seguito e gli Italiani sono famosi per la loro passione per questo sport.
 
La [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale di calcio italiana]] è tra le più titolate nella storia, avendo vinto 4 [[Campionato mondiale di calcio|Campionati mondiali di calcio]] ([[Mondiali di calcio Italia 1934|1934]], [[Mondiali di calcio Francia 1938|1938]], [[Mondiali di calcio Spagna 1982|1982]] e [[Mondiali di calcio Germania 2006|2006]]), un [[Campionato europeo di calcio|Campionato Europeo]] nel [[1968]], una medaglia d'oro alle [[XI Olimpiade|Olimpiadi di Berlino 1936]] e due di bronzo, alle [[IX Olimpiade|Olimpiadi di Amsterdam del 1928]] e alle [[XXVIII Olimpiade|Olimpiadi di Atene 2004]]. Varie [[Squadra di calcio|squadre di calcio]] italiane hanno conquistato numerosi trofei a livello continentale e intercontinentale.
 
L'Italia ha ospitato due volte i [[campionati del mondo di calcio|Campionati mondiali di calcio]]: nel [[Mondiali di calcio Italia 1934|1934]] e nel [[Mondiali di calcio Italia 1990|1990]]. Anche gli [[Campionato europeo di calcio|Europei]] sono stati organizzati due volte nel Belpaese: nel [[Campionato europeo di calcio 1968|1968]] e nel [[Campionato europeo di calcio 1980|1980]].
 
===Pallacanestro===
La [[pallacanestro]] è il secondo [[sport di squadra]], per seguito di tifosi, dopo il calcio (1.252.454 spettatori nei palazzetti nella stagione [[2005]]/[[2006|06]] della [[Lega A]]). Questa disciplina è sempre stata avara di trofei mondiali, visto il monopolio [[USA|statunitense]] e russo, ma nell'ultimo decennio anche la [[Nazionale di pallacanestro italiana|Nazionale]], così come i club, ha attraversato un buon momento, grazie ad una generazione di campioni senza precedenti.
 
Il bilancio maschile italiano nei [[Campionati europei maschili di pallacanestro|Campionati Europei]] (ospitati 3 volte: [[1969]], [[1979]] e [[1991]]) è di 10 trofei, nel dettaglio: 2 ori ([[1983]], [[1999]]), 4 argenti ([[1937]], [[1946]], [[1991]], [[1997]]) e 4 bronzi ([[1971]], [[1975]], [[1985]], [[2003]]). L'Italia non ha ancora vinto un [[Campionati mondiali maschili di pallacanestro|Campionato Mondiale]], manifestazione mai ospitata. Alle [[Olimpiadi]], la nazionale si è aggiudicata due medaglie d'argento, a [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel [[XXII Olimpiade|1980]] e ad [[Atene]], nel [[XXVIII Olimpiade|2004]].
 
La pallacanestro femminile, monopolio della [[Russia]] (22 vittorie in 30 edizioni), ha riservato negli [[Campionati europei femminili di pallacanestro|Europei]] solo un oro ([[1938]]), un argento ([[1995]]) ed un bronzo ([[1974]]), mentre è anch'essa sempre rimasta a secco ai [[Campionati mondiali femminili di pallacanestro|Mondiali]].
 
===Pallavolo ===
Altro discorso merita invece la pallavolo: quella maschile vanta nei [[Campionati europei maschili di pallavolo|Campionati Europei]] (ospitati nel [[1948]] e nel [[2005]] a [[Roma]] e nel [[1971]] a [[Milano]]) ben 6 ori ([[1989]], [[1993]], [[1995]], [[1999]], [[2003]], [[Campionato europeo maschile di pallavolo 2005|2005]]), 2 argenti ([[1991]], [[2001]]) e 2 bronzi ([[1948]], [[1997]]); ai [[Campionati mondiali di pallavolo maschile|Mondiali]], invece, il bilancio diminuisce, ma rimane di altissimo livello: 3 ori consecutivi ([[1990]], [[1994]], [[1998]]) ed il quarto sfuggito proprio quando si giocavano a Roma ([[1978]]): sconfitti dai "soliti" russi, gli azzurri ottennero anche l'unica medaglia d'argento mondiale. Mancano però i bronzi mondiali. Nel [[2010]], tuttavia, torneranno i mondiali a [[Roma]]. La [[Nazionale di pallavolo maschile dell'Italia|Nazionale Italiana]] inoltre venne riconosciuta e premiata dalla [[Fédération Internationale de Volleyball|Federazione Internazionale della Pallavolo]] ([[FIVB]]), come la squadra del [[XX secolo]], e tra i giocatori a ricevere l'alloro di pallavolista del secolo fu [[Lorenzo Bernardi]].
 
La pallavolo femminile merita invece un paragrafo a parte: ai [[Campionati mondiali femminili di pallavolo|Mondiali]] le [[Nazionale di pallavolo femminile dell'Italia|azzurre]] hanno conquistato il primo oro nell'edizione in terra tedesca ([[2002]]) dopo una straordinaria gara con gli [[U.S.A.]]. In campo [[Campionati europei femminili di pallavolo|Europeo]], "provincia russa" (13 ori in 26 edizioni), l'oro non è mai arrivato, ma figurano 2 argenti ([[2001]], [[Campionato europeo femminile di pallavolo 2005|2005]]) e 2 bronzi ([[1989]], [[1999]]).
 
=== Sport motoristici ===
[[Immagine:Ferrari Werke.JPG|thumb|right|250px|Ingresso della fabbrica della [[Ferrari]] a [[Maranello]]]]
L'Italia vanta ottime tradizioni negli sport del motore. Celebri nel mondo sono gli [[Autodromi italiani|autodromi]] di [[Autodromo Nazionale Monza|Monza]] e di [[Autodromo Enzo e Dino Ferrari|Imola]] e il [[circuito del Mugello]].
 
Nel [[motociclismo]], i grandi campioni del passato, come Arcangeli, [[Umberto Masetti|Masetti]], [[Carlo Ubbiali|Ubbiali]], [[Tarquinio Provini|Provini]] e [[Giacomo Agostini]] (15 volte iridato nelle classi 350 e 500 c.c. con 10 vittorie al Tourist Trophy) sono degnamente seguiti dai campioni del presente, [[Max Biaggi]], [[Loris Capirossi]] e [[Valentino Rossi]], ben sette volte campione del mondo nelle varie formule.
I marchi [[F.I.V. Edoardo Bianchi|Bianchi]], [[Aprilia (industria)|Aprilia]], [[Gilera]], [[Moto Guzzi|Guzzi]], [[MV Agusta]], [[Benelli]] e [[Ducati]] hanno vinto le corse più prestigiose e conquistato campionati mondiali in tutte le categorie.
 
Nell'[[automobilismo]], il secondo sport nel Paese per numero di appassionati, altrettanto importante è il palmares delle marche e dei piloti italiani, dalla Formula 1 alle corse di durata ai rally. Nella velocità, dalle prime corse del '900, [[Fiat]], [[Alfa Romeo]], [[Maserati]] (unica casa italiana a vincere, per due volte, la [[500 miglia di Indianapolis]]), [[Ferrari]], [[Abarth]] e [[Lancia (automobilismo)|Lancia]], hanno vinto nelle gare più importanti ([[Targa Florio]], [[Mille Miglia]], [[24 Ore di Le Mans]], [[Nurburgring]], [[Carrera Panamericana]]) e conquistato titoli mondiali e continentali in tutte le categorie.
 
In [[Formula 1]], la [[Scuderia Ferrari]] detiene il record di titoli per piloti e costruttori, di vittorie per singole gare e di presenza ininterrotta dalla istituzione del campionato del mondo, nel [[1950]]. Dalle origini, i piloti più rappresentativi sono: Nazzaro, Cagno, [[Vincenzo Lancia|Lancia]], [[Antonio Ascari]], [[Giuseppe Campari|Campari]], Brilli Peri, [[Mario Umberto Baconin Borzacchini|Borzacchini]], [[Luigi Fagioli|Fagioli]], Bordino, [[Giulio Masetti|Masetti]], Materazzi, [[Tazio Nuvolari|Nuvolari]], Varzi, Biondetti, [[Alberto Ascari]], Villoresi, [[Piero Taruffi|Taruffi]], [[Luigi Musso|Musso]], [[Eugenio Castellotti|Castellotti]], [[Giancarlo Baghetti|Baghetti]], [[Lorenzo Bandini|Bandini]], [[Ludovico Scarfiotti|Scarfiotti]], Luciano Bianchi, [[Arturo Merzario|Merzario]], [[Michele Alboreto|Alboreto]], [[Riccardo Patrese|Patrese]], [[Mauro Baldi|Baldi]], [[Jarno Trulli|Trulli]], [[Giancarlo Fisichella|Fisichella]], [[Emanuele Pirro|Pirro]], [[Ivan Capelli|Capelli]].
 
Nelle corse su strada, la [[Targa Florio]], la [[Mille Miglia]], la [[Coppa Acerbo]] e il Giro di Sicilia sono le tra le più antiche e celebri corse della storia. Nei rallyes, [[Lancia (automobilismo)|Lancia]] (con le indimenticabili [[Lancia Fulvia|Fulvia HF]], [[Lancia Stratos|Stratos]], [[Lancia Rally 037|037]] e [[Lancia Delta|Delta]]) e [[Fiat]] ([[Fiat 124|124 spyder]], [[Fiat 131|131-Abarth]]), vantano numerosi [[Campionato Mondiale Rally|titoli mondiali]], costruttori e piloti (Munari, Biasion, Alessandro Fiorio, Alessandro Fassina), e titoli continentali (Pinto, Munari, Verini, Carello, Vudafieri, "Tony" Fassina, Biasion, Capone, Tabaton, Cerrato, Liatti, Bertone, Navarra, Travaglia e Basso, campione [[2006]] con la [[Fiat Grande Punto]]).
 
=== Altri sport ===
Nella [[pallanuoto]], l'Italia vanta un'ottima tradizione. La [[Nazionale italiana di pallanuoto maschile|nazionale maschile]] (detta ''Settebello'') ha vinto l'oro olimpico in tre occasioni [[Londra]] [[1948]] ([[XIV Olimpiade]]), [[Roma]] [[1960]] ([[XVII Olimpiade]]) e [[Barcellona]] [[1992]] ([[XXV Olimpiade]]).
 
La [[Setterosa|Nazionale femminile]] (detta ''Setterosa'') ha vinto l'oro ad [[Atene]] [[2004]] [[XXVIII Olimpiade]].
 
Grandi successi sono stati raccolti nel [[ciclismo]], nello [[sci]] e nella [[scherma]]. In anni passati l'Italia ha raccolto delle vittorie anche nel [[tennis]], mentre si registrano dei riconoscimenti recenti nel [[rugby]] (ammissione al torneo [[Sei nazioni]]) e nel [[baseball]] (invito dall'[[MLB]] a partecipare al World Baseball Classic come migliore squadra europea insieme all'[[Olanda]]).
Nella [[ginnastica ritmica]], le "farfalline" hanno vinto un argento olimpico ad [[Atene]] nel 2004 e la medaglia d'oro ai mondiali di [[Baku]] nel 2005 superando le squadre dell'est, specialmente la Russia, che da sempre detengono il monopolio in questo sport.
Il 27 Gennaio 2007 la gardenese [[Carolina Kostner]] ha conquistato la prima medaglia d'oro italiana nel pattinaggio di figura femminile vincendo gli Europei di pattinaggio che si sono svolti a Varsavia.
 
==Festività==
{| {{prettytable}}
|- bgcolor="EFEFEF"
! Data
! Nome
! Spiegazione
|-
|[[1 gennaio|1° gennaio]]
|''[[Capodanno]]''
|Festa che celebra la chiusura dell'anno e l'apertura di quello nuovo
|-
|[[6 gennaio]]
|''[[Epifania]]''
|Manifestazione della divinità di [[Gesù Cristo]], Festa della [[Befana]]
|-
|''variabile'' *
|''[[Pasqua]]''
|Risurrezione di [[Gesù Cristo]];
|-
|''variabile'' **
|''[[Lunedì dell'Angelo]]''
|Lunedì di Pasqua, [[Pasquetta]]
|-
|[[25 aprile]]
|''Festa della [[Resistenza italiana|Liberazione]]''
|Il 25 aprile [[1945]] indica la fine della [[Seconda guerra mondiale]] in Italia e la liberazione dal [[Fascismo|nazifascismo]]
|-
|[[1 maggio|1° maggio]]
|''[[Festa dei lavoratori]]''
|Festività di [[San Giuseppe Artigiano]]
|-
|[[2 giugno]]
|''[[Festa della Repubblica]]''
|Il 2 giugno [[1946]] si tenne il [[referendum]] per la scelta tra [[monarchia]] e [[repubblica]]
|-
|[[15 agosto]]
|''[[Ferragosto]]''
|[[Assunzione di Maria|Assunzione della B.V. Maria]]
|-
|[[1 novembre|1° novembre]]
|''[[Ognissanti]]''
|Festa dedicata a tutti i [[santo|santi]]
|-
|[[8 dicembre]]
|''[[Immacolata Concezione]]''
|Ricordo di come la B.V. Maria sia stata preservata immune dal peccato originale
|-
|[[25 dicembre]]
|''[[Natale]]''
|Nascita di [[Gesù Cristo]]
|-
|[[26 dicembre]]
|''[[Santo Stefano]]''
|[[Protomartire|Primo]] [[martire]] [[cristianesimo|cristiano]]
|-
| colspan="3" bgcolor=efefef|<small>''* [[Pasqua]]: prima domenica successiva al primo [[plenilunio]] dopo l'[[equinozio]] di [[primavera]]'' <br />
''** [[Pasquetta]]: lunedì successivo alla Pasqua'' </small>
|}
 
== Citazioni sull'Italia ==
 
{{Quote|Bel paese là dove 'l sì sona."|
''[[Divina Commedia]] - [[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'', [[Inferno - Canto trentatreesimo|Canto XXXIII]], 80 - [[Dante Alighieri]]}}
 
{{Quote|Ahi serva Italia, di dolore ostello,<br />nave sanza nocchiere in gran tempesta,<br />non donna di province, ma bordello!|''[[Divina Commedia]] - [[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]'', [[Purgatorio - Canto sesto|Canto VI]], 76-78 - [[Dante Alighieri]]}}
 
{{Quote|Conosci la terra dove i limoni mettono il fiore,<br />le arance d'oro splendono tra le foglie scure,<br />dal cielo azzurro spira un mite vento,<br />quieto sta il mirto e l'alloro è eccelso?|
 
[[Goethe]]}}
 
{{Quote|Il bel paese<br />Ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe.|
[[Francesco Petrarca]] - [[Canzoniere]], s. CXLVI}}
 
{{Quote|Piangi, che ben hai donde, Italia mia.|
 
[[Giacomo Leopardi]], [[All'Italia]]}}
 
{{Quote|Sono il pio Enea, per fama noto oltre il cielo, e cerco la patria Italia|
 
[[Publio Virgilio Marone]], [[Eneide]], Libro I, 378}}
 
==Riferimenti==
===Note===
<div class="references-small" style="-moz-column-count:2; column-count:2;">
<references />
</div>
===Bibliografia===
<div class="references-small" style="-moz-column-count:2; column-count:2;">
* [[Antonio Stoppani]], (1824-1891), ''Il bel paese: conversazioni sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica d'Italia'', Milano : tipografia e libreria ed. Giacomo Agnelli, 1876 - Rist. anastatica [[1994]] ed. Nordpress ISBN 888538210X
* Alberto A. Sobrero, ''Introduzione all'italiano contemporaneo'', Bari, Laterza, 1993 (2 voll.: I "Le strutture" ISBN 88-420-4309-5; II "La variazione e gli usi" ISBN 88-420-4310-9)
</div>
===Voci correlate===
<div class="references-small" style="-moz-column-count:2; column-count:2;">
*[[Simboli patrii italiani]]
*[[Mezzogiorno]]
*[[Italia insulare]]
*[[Italia centrale]]
*[[Italia nord-occidentale]]
*[[Italia nord-orientale]]
*[[Repubblica Italiana]]
*[[Nascita della Repubblica Italiana]]
*[[Costituzione della Repubblica Italiana]]
*[[Parlamento Italiano]]
*[[Stati italiani preunitari]] (elenco degli stati italiani prima dell'unificazione)
*[[Popolo italiano]]
*[[Italiani celebri]]
*[[Grattacieli in Italia]]
*[[Regioni d'Italia]] (da questa pagina si giunge agli elenchi dei comuni, suddivisi per provincia)
*[[Lista delle province italiane]]
*[[Aree metropolitane italiane]]
*[[Agglomerazioni urbane italiane]]
*[[Made in Italy]]
*[[Targhe automobilistiche italiane]]
*[[Coste italiane]]
*[[Cittadinanza italiana]]
*[[Nazionale di calcio italiana]]
<div style="margin-bottom: 0.5em; border: 1px solid #ccc; padding: 4px; background: #F9F9F9; text-align: center; font-size: 95%;">''vedi anche la'' '''[[Italia/Galleria immagini|Galleria d'immagini]]'''[[Immagine:Nuvola apps indeximg.png|32px]]</div>
</div>
===Altri progetti===
<div class="references-small" style="-moz-column-count:2; column-count:2;">
{{interprogetto|commons=Atlas of Italy|etichetta=Atlante storico-geografico d'Italia}}
{{interprogetto|q|commons=Category:Italy|b|wikt|n=Categoria:Italia}}
</div>
===Collegamenti esterni===
<div class="references-small" style="-moz-column-count:2; column-count:2;">
{{dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/|Italia}}
* [http://www.governo.it Governo Italiano]
* [http://www.parlamento.it Parlamento]
* [http://www.senato.it Senato]
* [http://www.italia.it Portale Nazionale del Turismo (Italia.it)]
* [http://www.enit.it Ente Nazionale per il Turismo Italiano]
* [http://www.atlanteitaliano.it Atlante Italiano] Cartografia Nazionale OnLine.
* {{en}} [https://www.cia.gov/cia/publications/factbook/geos/it.html Italia sul World Factbook della CIA]
* {{en}} [http://en.wikipedia.org/wiki/Portal:Italy Portale Italia su en.wiki]
* {{fr}} [http://fr.wikipedia.org/wiki/Portail:Italie Portale Italia su fr.wiki]
* {{de}} [http://de.wikipedia.org/wiki/Portal:Italien Portale Italia su de.wiki]
 
; Fotografia
* [http://www.europepictures.gm/SpotMedia.aspx?Path=Europe-Italy Fotografia d'Italia]
</div>
 
{{Europa}}
{{UnioneEuropea}}
{{NATO}}
{{G8}}
{{Successioni|titolo=Stati per [[indice di sviluppo umano]]|periodo=17° posto
|precedente=[[Francia]]|successivo=[[Regno Unito]]}}
 
{{vetrina}}
 
[[Categoria:Italia| ]]
[[Categoria:Europa mediterranea]]
 
{{Link AdQ|hr}}
 
[[af:Italië]]
[[als:Italien]]
[[am:ጣልያን]]
[[an:Italia]]
[[ar:إيطاليا]]
[[arc:ܐܝܛܠܝܐ]]
[[ast:Italia]]
[[az:İtaliya]]
[[bar:Italien]]
[[bat-smg:Italėjė]]
[[be:Італія]]
[[bg:Италия]]
[[bo:དགྱིའི་དའ་རླིས]]
[[br:Italia]]
[[bs:Italija]]
[[ca:Itàlia]]
[[ce:Италий]]
[[co:Italia]]
[[cs:Itálie]]
[[cu:Италї]]
[[cv:Итали]]
[[cy:Yr Eidal]]
[[da:Italien]]
[[de:Italien]]
[[diq:İtalya]]
[[el:Ιταλία]]
[[eml:Itâglia]]
[[en:Italy]]
[[eo:Italio]]
[[es:Italia]]
[[et:Itaalia]]
[[eu:Italia]]
[[fa:ایتالیا]]
[[fi:Italia]]
[[fiu-vro:Itaalia]]
[[fr:Italie]]
[[frp:Étalie]]
[[fur:Italie]]
[[fy:Itaalje]]
[[ga:An Iodáil]]
[[gd:An Eadailt]]
[[gl:Italia]]
[[gv:Iddaal]]
[[haw:Italia]]
[[he:איטליה]]
[[hi:इटली]]
[[hr:Italija]]
[[hsb:Italska]]
[[ht:Itali]]
[[hu:Olaszország]]
[[hy:Իտալիա]]
[[ia:Italia]]
[[id:Italia]]
[[ilo:Italia]]
[[io:Italia]]
[[is:Ítalía]]
[[ja:イタリア]]
[[jbo:bakygu'e]]
[[ka:იტალია]]
[[kk:Италия]]
[[kn:ಇಟಲಿ]]
[[ko:이탈리아]]
[[ku:Îtalya]]
[[kv:Италия]]
[[kw:Itali]]
[[la:Italia]]
[[lad:Italia]]
[[lb:Italien]]
[[li:Italië]]
[[lij:Italia]]
[[lmo:Itàlia]]
[[lt:Italija]]
[[lv:Itālija]]
[[mk:Италија]]
[[ml:ഇറ്റലി]]
[[mn:Итали]]
[[mr:इटली]]
[[ms:Itali]]
[[mt:Italja]]
[[na:Italy]]
[[nap:Italia]]
[[nds:Italien]]
[[nds-nl:Italiën]]
[[ne:इटाली]]
[[nl:Italië]]
[[nn:Italia]]
[[no:Italia]]
[[nov:Italia]]
[[nrm:Italie]]
[[oc:Itàlia]]
[[os:Итали]]
[[pam:Italy]]
[[pl:Włochy]]
[[pms:Italia]]
[[ps:اټاليا]]
[[pt:Itália]]
[[qu:Italya]]
[[rm:Italia]]
[[rmy:Italiya]]
[[ro:Italia]]
[[roa-rup:Italia]]
[[ru:Италия]]
[[sa:इटली]]
[[sc:Itàlia]]
[[scn:Italia]]
[[sco:Italy]]
[[se:Itália]]
[[sh:Italija]]
[[simple:Italy]]
[[sk:Taliansko]]
[[sl:Italija]]
[[so:Talyaaniga]]
[[sq:Italia]]
[[sr:Италија]]
[[sv:Italien]]
[[sw:Italia]]
[[ta:இத்தாலி]]
[[tg:Итолиё]]
[[th:ประเทศอิตาลี]]
[[tl:Italya]]
[[tpi:Italia]]
[[tr:İtalya]]
[[ty:’Itāria]]
[[uk:Італія]]
[[ur:اٹلی]]
[[vec:Itałia]]
[[vi:Ý]]
[[vo:Litaliyän]]
[[war:Italya]]
[[yi:איטאליע]]
[[zh:意大利]]
[[zh-classical:義大利]]
[[zh-min-nan:Italia]]
[[zh-yue:意大利]]