Serie A e Storia di Pavia: differenze tra le pagine

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{{F|storia d'Italia|novembre 2015|Un tema come la storia di Pavia, che ha una letteratura vastissima, non cita neppure una singola fonte}}
{{nota disambigua|la Serie A in altri sport|[[Serie A (disambigua)]]}}
[[File:Torri-Pavia-Italy.jpg|thumb|right|Solo alcune delle molte torri che ornavano il paesaggio cittadino nel Medioevo sono sopravvissute fino ad oggi.]]
{{Competizione sportiva
La '''storia di [[Pavia]]''' ha inizio in [[Italia preromana|epoca preromana]]. La zona, poco popolata, apparteneva ai margini della [[cultura di Golasecca]], sfiorando l’area periferica del territorio dei [[Liguri]]. Intorno al IV secolo aC le popolazioni insediate furono assorbite dai [[Celti]], migrati in [[Val Padana]]. Secondo gli storici classici romani e greci, un insediamento fu costituito dalle tribù della [[Gallia]] transpadana sulle rive del [[Ticino (fiume)|fiume Ticino]], poco distante dalla confluenza con il [[Po|fiume Po]]. [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]] scrisse che fu fondata dalle tribù [[liguri]] dei [[Levi (popolo)|Levi]] e dei [[Marici]], mentre [[Claudio Tolomeo]] la attribuì agli [[Insubri]].
|nome= Serie A TIM
|logo = LegaSerieAlogoTIM.png
|sport = Calcio
|fondazione = [[Campionato italiano di calcio 1898|1898]] <small>([[Serie A 1929-1930|dal 1929]] a girone unico)</small>
|partecipanti = 20 squadre (dal 2004-05)
|nazione = {{ITA}}
|stagione attuale = Serie A 2011-2012
|formato = Girone all'italiana
|titolo = Campione d'Italia
|trofeo = Scudetto
|trofeo = [[File:scudetto.svg|80px]]
|detentore = {{Calcio Milan}}
|retrocessione = [[Serie B]]
|apertura = Fine agosto
|tipologia = Club
|confederazione = [[File:Italy national football team crest.png|20px]] [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]]
|sito = [http://www.legaseriea.it/ Lega Serie A]
}}
La '''Serie A''', chiamata ufficialmente '''Serie A [[TIM]]''' per ragioni di sponsorizzazione, è il massimo livello professionistico del [[campionato italiano di calcio]].
 
== Le origini ==
Dal [[1º luglio]] [[2010]] il torneo è organizzato dalla [[Lega Nazionale Professionisti Serie A]] dopo che le società dei due maggiori campionati professionistici si sono separate in due leghe distinte.<ref>{{cita news|lingua=|autore=|url=http://www.gazzetta.it/notizie-ultima-ora/Atri_sport/via-nuova-Lega/01-07-2010/2-A_000116799.shtml|titolo=Al via la nuova Lega A|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport online|giorno=1|mese=luglio|anno=2010|pagina=|accesso=2 luglio 2010|cid=}}</ref><ref>{{cita news|lingua=|autore=|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/calcio/2010/07/01/visualizza_new.html_1848551946.html|titolo=Al via la nuova Lega A|pubblicazione=Ansa.it|giorno=1|mese=luglio|anno=2010|pagina=|accesso=2 luglio 2010|cid=}}</ref>
I fondatori dell'antico insediamento preromano appartenevano con molta probabilità alle tribù dei [[Levi (popolo)|Levi]] e dei [[Marici]] che si stanziarono lungo le rive del fiume Ticino, non lontano dal Po, la cui confluenza era molto più vicino alla città di quanto non lo sia ora.
 
Secondo la leggenda le tribù che fondarono Pavia, giunte nei pressi del luogo dove sorse la città ed essendo indecise sulla sponda sulla quale costruire le proprie capanne, decisero di affidarsi agli dei. Portarono un'imbarcazione in mezzo al fiume dalla quale una fanciulla liberò una colomba. L'uccello dopo aver volteggiato sul fiume si posò sulla parte sinistra dove si mise a costruire il proprio nido. Preso atto della volontà divina le tribù iniziarono a costruire le prime abitazioni<ref>{{Cita libro|autore=Luigi Ponzio|titolo=Compendio della storia popolare dell storia di Pavia|anno=1911|editore=Tipografia Fratelli Fusi|città=Pavia|p=|pp=16-20|ISBN=}}</ref>.
La Serie A è uno dei più importanti e seguiti campionati [[calcio (sport)|calcistici]] del mondo nonché il quarto più competitivo d'Europa secondo l'attuale classifica del [[coefficiente UEFA]].<ref>[http://www.xs4all.nl/~kassiesa/bert/uefa/data/method4/crank2011.html Ranking UEFA]</ref>
 
== FormulaTicinum ==
Non abbiamo dati certi sulla data e sulle modalità della fondazione della città. Insediamenti romani isolati verosimilmente insistevano nell`area della futura [[Pavia]] già dal II secolo a.C. Dall'analisi della [[centuriazione]] e dei resti del sistema fognario pare possibile identificare come termine post quem della fondazione l’anno 89 a.C.<ref name="A1">{{Cita pubblicazione|nome=Filippo|cognome=Brandolini|titolo=Pavia: Vestigia di una Civitas altomedievale|lingua=en|accesso=2019-03-05|url=https://www.academia.edu/4311218/Pavia_Vestigia_di_una_Civitas_altomedievale}}</ref>.
Dal [[2004]] vi partecipano 20 squadre che si affrontano a turno nel girone di andata (orientativamente disputato tra [[settembre]] e [[gennaio]]) e nel girone di ritorno (tra [[gennaio]] e [[maggio]]). Per ogni partita sono assegnati tre punti alla squadra vincitrice dell'incontro (a partire dalla stagione 1994-1995; prima di allora venivano attribuiti due punti) e zero a quella sconfitta. In caso di pareggio è assegnato un punto a entrambe.
 
La città assunse importanza al tempo dei [[Storia romana|Romani]], con il nome di '''''Ticinum''''', dopo che fu raggiunta da un'estensione della [[Via Emilia]], nel [[187 a.C.]] Poco è noto di ''Ticinum'': era un ''[[municipium]]'', nella città venne eretto un [[arco di trionfo]] in onore di [[Augusto]] e nel [[IV secolo]] era sede della manifattura di [[Arco (arma)|archi]]. [[Cornelio Nepote]], il biografo, nacque probabilmente a ''Ticinum''. Il centro storico di Pavia, un quadrato di circa 1&nbsp;km², ha ancora oggi la tipica pianta derivata dal ''[[castrum]]'', l'accampamento militare romano, dotato di due assi perpendicolari, il [[Cardine (storia romana)|cardo]] (oggi Corso Strada Nuova) e il [[decumano]] (oggi Corso Mazzini prima dell'intersezione e Corso Cavour dopo). La conservazione della pianta della città è stata permessa dal fatto che la città non è mai stata distrutta completamente. Alcuni resti di una grande struttura circolare, probabilmente il teatro, furono rinvenuto nell'area nord-orientale della città, mentre presso la chiesa di [[Chiesa di San Giovanni Domnarum|San Giovanni Domnarum]] vi era un impianto termale<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/pavia|titolo=Pavia nell'Enciclopedia Treccani|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-05-04}}</ref>. Sotto la chiesa di [[Chiesa di San Tommaso (Pavia)|San Tommaso]] si conservano invece i resti di un grande edificio (forse termale) dotato di absidi e non ancora indagato archeologicamente<ref>{{Cita web|url=http://ermannoarslan.it/wp-content/uploads/2018/04/1968-EAA-STommasoDiPaviaConMGBossi.pdf|titolo=La chiesa di S. Tommaso in Pavia nella sua ambientazione urbanistica}}</ref>. A partire dal [[III secolo]] venne costruita a una [[zecca di Ticinum|zecca imperiale]] (che arrivò a contare sei officine). Presso [[Pavia]], nel 271, l'imperatore [[Aureliano]] sconfisse, in una sanguinosa [[Battaglia di Pavia (271)|battaglia]] gli [[Alemanni]].
Alla fine della stagione la squadra prima classificata vince lo ''[[scudetto]]'', simbolo che fu introdotto sulle maglie per la prima volta nella stagione [[Prima Divisione 1924-1925|1924-1925]] (la prima squadra a indossare lo scudetto fu il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]]), e viene premiata con la [[Coppa campioni d'Italia]], il trofeo ufficiale del campionato dalla stagione [[Serie A 1960-1961|1960-1961]].
 
[[Stilicone]] (tra 406 e 407), nelle operazioni militari contro [[Alarico I|Alarico]], aveva trasferito a [[Pavia]] parte dell'esercito, evidenziando il cambiamento di ruolo assunto da [[Ticinum]], da centro subalterno a [[Milano]] a palcoscenico principale dell'[[Italia settentrionale]]. La rivolta dell’esercito che causò la caduta di [[Stilicone]] nel 408, ebbe proprio in [[Pavia]] il suo epicentro, segno che la città aveva ormai acquisito un ruolo determinate nello scacchiere romano. Anche gli eventi militari che causarono l’affermazione in [[Italia (regione geografica)|Italia]] del primo [[Regni romano-germanici|regno post-romano]] a opera di [[Odoacre]] ebbero in Ticinum il loro principale teatro. Il [[476|476 d.C.]] segna una data epocale per la città e non solo. In quell’anno, infatti, [[Oreste]], incalzato dalla ribellione di [[Odoacre]], si rifugiò a [[Pavia]], perché credeva che le possenti fortificazioni della città non sarebbero mai state superate, ma Pavia/Ticinum fu assediata e conquistata, segnando, con la morte di Oreste e la deposizione del figlio [[Romolo Augusto|Romolo Augustolo]], la fine dell’[[Impero romano d'Occidente|impero romano d’Occidente]]<ref name="A1" />.
In base al [[Coefficiente UEFA#Coefficiente per campionati nazionali|coefficiente per campionati nazionali]] stilato annualmente dall'[[UEFA]], che vede al momento l'Italia al quarto posto, le prime due squadre accedono direttamente ai gironi di [[UEFA Champions League|Champions League]], mentre la terza classificata si qualifica al turno di play-off della medesima competizione; la quarta si qualifica al turno di play-off della [[UEFA Europa League|Europa League]], mentre la quinta si qualifica al 3° turno preliminare della medesima competizione. Alla squadra vincitrice della [[Coppa Italia]] spetta un posto nella fase a gironi di ''Europa League'', ma se la vincitrice risulta qualificata per la ''Champions League'' e l'altra finalista risulta qualificata in una delle due [[Coppe calcistiche europee|coppe europee]], allora la sesta classificata della Serie A si qualifica al 3° turno preliminare della ''Europa League'', mentre la quinta classificata del campionato dovrà affrontare unicamente il turno di play-off. Retrocedono invece in [[Serie B]] le ultime tre squadre classificate.
 
== Invasioni barbariche e Regno Longobardo ==
Nel caso in cui due o più squadre finiscano la stagione a parità di punti, dal [[Serie A 2005-2006|2005]] si stila la cosiddetta [[classifica avulsa]]. Nella maggior parte delle edizioni del passato, invece, nel caso di pari meriti si dava luogo alla disputa di [[spareggio|spareggi]]; tuttavia si sono talvolta utilizzati anche altre discriminanti, come il [[quoziente reti]] o la [[differenza reti]].
{{Vedi anche|Ducato di Pavia|Assedio di Pavia (773-774)}}
La città venne saccheggiata da [[Attila]] nel [[452]] e da [[Odoacre]] nel [[476]]. Crebbe di importanza come centro militare nel periodo di regno dei [[Goti]]. [[Teodorico il Grande|Teodorico]] fece costruire un palazzo, dei bagni, un anfiteatro e nuove mura. Il generale bizantino [[Narsete]] riconquistò ''Ticinum'' per l'[[Impero Romano d'Oriente]], ma dopo un lungo assedio la dovette cedere ai [[Longobardi]] nel [[572]].
 
La città divenne, con il nome '''Papia''', da cui il moderno "Pavia", la capitale del [[Regno longobardo]] e come tale una delle più importanti città italiane. Dopo l'[[Assedio di Pavia (773-774)|assedio di Pavia]] e la cattura di [[Desiderio (re)|Desiderio]] nel [[774]], [[Carlo Magno]] distrusse definitivamente la supremazia longobarda.
Il numero di squadre partecipanti è stato cambiato più volte nel corso della storia della Serie A:
 
Le cause dell’affermazione di Pavia come capitale del [[regno longobardo]], posizione che mantenne, attraverso l’età [[Carolingi|carolingia]], sino all’avvento in Italia degli [[Dinastia ottoniana|Ottonidi]], sono da ricercare nel contesto politico-istituzionale e militare dell’[[Italia settentrionale]] tra V e VI secolo. Nel primo decennio del V secolo la capitale imperiale fu portata da [[Milano]] a [[Ravenna]] e, negli stessi anni, gradualmente, crebbe l’importanza del ruolo militare di Pavia.
{{MultiCol}}
* 1929-1934: 18 squadre
* 1934-1943: 16 squadre
* 1946-1947: 20 squadre
{{ColBreak}}
* 1947-1948: 21 squadre
* 1948-1952: 20 squadre
* 1952-1967: 18 squadre
{{ColBreak}}
* 1967-1988: 16 squadre
* 1988-2004: 18 squadre
* 2004-: 20 squadre
{{EndMultiCol}}
 
In città erano già presenti strutture logistiche militari come caserme e fabbriche statali di armi, inoltre Pavia sorgeva su un ripido terrazzo fluviale circondato dal [[Ticino (fiume)|Ticino]] e da altri corsi d'acqua minori, mentre il suo porto fluviale permetteva, via [[Po]], un comodo accesso all’[[Mare Adriatico|Adriatico]] da un lato e al [[lago Maggiore]] dall’altro.
=== La Stella d'Oro ===
{{vedi anche|Scudetto}}
[[File:Inter 1965-66.jpg|thumb|L'[[Inter]] che conquistò la stella nel [[1966]]]]
Nel [[1958]], da un’idea di [[Umberto Agnelli]], fu deciso di assegnare la ''[[Stella al merito sportivo|Stella d’Oro al Merito Sportivo]]'' ai club che avessero conquistato il campionato di Serie A per dieci volte. Tale simbolo è composto da una stella dorata a 5 punte la quale è indossata sulle maglie e divise dei club ai quali è stata assegnata. La Juventus, dopo la conquista del suo decimo [[scudetto]] nella [[Serie A 1957-1958|stagione 1957-1958]], fu la prima squadra italiana ed europea<ref>{{en}} [http://www.fifa.com/clubworldcup/organisation/media/newsid=687173.html Notizia su FIFA.com]</ref> a fregiarsi sulla maglia di uno stemma commemorativo di un titolo vinto sul campo. La ''Vecchia Signora'' indossò poi una seconda stella dorata dopo la vittoria nel [[Serie A 1981-1982|campionato 1981-1982]].
 
La nascita del [[regno ostrogoto]] in [[Italia (regione geografica)|Italia]] sancì il ruolo di Pavia, insieme a [[Ravenna]] e [[Verona]], come sede regia. Nel primo trentennio del VI secolo in città sono infatti documentati parecchi interventi edilizi promossi dalla monarchia [[Ostrogoti|ostrogota]] relativi al palazzo Regio, alle mura, alle terme e all’anfiteatro.Nel 538 i bizantini assediarono [[Pavia]], dove si era rinchiuso re [[Vitige]], ma l'asssedio fallì<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pavia/|titolo=Pavia}}</ref>. Dal 540 la città divenne la sede della corte e del tesoro reale e qui furono eletti i re [[Ildibaldo|Ildibado]], [[Erarico]] e [[Totila]]. Nel difficile biennio 552-553 Pavia si distinse come il più importante centro militare del [[regno ostrogoto]]: qui fu eletto l’ultimo re goto [[Teia (re)|Teia]] e Pavia fu l’ultima città gota a cadere nelle mani dei [[Impero bizantino|bizantini]].
Le attuali società assegnatarie delle stelle in Serie A sono:
* [[File:Star*.svg|15px|Scudetto della stella (10°)]] [[File:Star*.svg|15px|Scudetto della stella (20°)]] {{Calcio Juventus}} ([[Serie A 1957-1958|1958]] e [[Serie A 1981-1982|1982]])
* [[File:Star*.svg|15px|Scudetto della stella (10°)]] {{Calcio Inter}} ([[Serie A 1965-1966|1966]])
* [[File:Star*.svg|15px|Scudetto della stella (10°)]] {{Calcio Milan}} <!--- SI PREGA DI NON INVERTIRE IL MILAN CON L'INTER, IN QUANTO LA STELLA NERAZZURRA È TEMPORALMENTE PRECEDENTE. ---> ([[Serie A 1978-1979|1979]])
 
Pavia divenne capitale definitiva del [[regno longobardo]] solo nei primi anni del VII secolo, ma fin dai primi decenni della discesa in Italia dei [[Longobardi]] la città era il maggiore centro militare: qui radunavano l’esercito per le campagne militari stagionali, a Pavia fu eletto [[Clefi]], il successore di [[Alboino]], qui si rifugiarono [[Autari]] e [[Agilulfo]] durante le spedizioni [[Franchi|franche]] negli ultimi anni del VI secolo.
== Storia ==
{{vedi anche|Il calcio in Italia}}
Sebbene gli storici parlino di giochi assai simili al [[calcio (sport)|calcio]] risalenti al [[Medioevo]], la storia del pallone moderno in [[Italia]] incominciò a fine Ottocento, a seguito degli intensi traffici commerciali con l'[[Inghilterra]]. Furono infatti le città portuali che videro nascere i primi ''Football Club'', società prevalentemente calcistiche e formate in gran parte da soci [[Gran Bretagna|britannici]].
 
Le principali conseguenze che il ruolo di capitale portò a Pavia, ovvero le “specificità” della capitale rispetto alle altre città del regno, furono in particolare la residenza del re in città e il funzionamento del palazzo Regio.
=== Il Genoa e le prime Grandi ===
[[File:Genoa 1893.png|thumb|Il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]], primo vincitore del campionato italiano di calcio nel 1898]]
La più antica formazione italiana di cui si abbia notizia certa è il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]], fondato il [[7 settembre]] [[1893]] (ma attivo già da alcuni anni prima ''ufficiosamente''), anche se taluni sostengono che in tale data a [[Torino]] fosse già attivo un altro club, l'[[Internazionale Torino]], di cui non si dispone però di un analogo atto fondativo. L'ultimo decennio dell'Ottocento vide poi nascere molte altre squadre: la [[Football Club Torinese|Torinese]] nel [[1894]], l'[[Udinese Calcio|Udinese]] nel [[1896]], la [[Juventus Football Club|Juventus]] nel [[1897]], l'[[Ascoli Calcio 1898|Ascoli]] e la [[Vis Pesaro]] nel [[1898]], e il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] nel [[1899]].
 
La conformazione del complesso di edifici che costituivano il palazzo è però in parte ignota, dato che nessuno scavo archeologico è mai stato condotto nel sito. L’area stessa occupata dal palazzo è oggetto di dibattito, perché il palazzo fu completamente distrutto dai pavesi nell’XI secolo. Tuttavia abbiamo molte attestazioni documentarie sulla struttura. Sappiamo infatti che in età carolingia e postcarolingia il palazzo era formato da un complesso di edifici, che ospitavano la residenza del re e della corte, la cancelleria, la zecca e il tribunale regio. Inoltre vi erano cappelle, un carcere, un emporio commerciale, grandi cortili dove si tenevano i [[Placito|placiti]] e un giardino, popolato di animali esotici.
Nonostante i pionieri del nuovo [[sport]] fossero diffusi in tutto il Paese, era solo nel Nordovest che si aveva una concentrazione di società tali da poter formare uno stabile torneo. La [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|Federazione Italiana di Football]] fu fondata a [[Torino]] il [[16 marzo]] [[1898]], e subito organizzò [[Campionato italiano di calcio 1898|il primo]] [[campionato di calcio italiano|campionato italiano]] che fu vinto proprio dai [[Genoa Cricket and Football Club|genoani]].
 
Il ruolo di capitale comportava la convocazione annuale delle assemblee degli exercitales longobardi, durante le quali furono promulgate nel 643 l’[[editto di Rotari]] e, successivamente, le altre leggi longobarde.
Sia il primo torneo, chiusosi in una sola giornata, sia i successivi, erano strutturati su un sistema ad eliminazione diretta sul modello della [[FA Cup|Coppa d'Inghilterra]]. A partire dal [[1900]] a primi turni di carattere regionale seguivano, in caso di qualificazione, le semifinali e le finali nazionali, queste ultime concepite come atto conclusivo della manifestazione a cui accedevano due sole squadre. In questo periodo, visto l'esito delle amichevoli, solo tre regioni potevano schierare squadre in grado di combattersi in maniera equilibrata: il [[Piemonte]], la [[Liguria]] e la [[Lombardia]]. Le formazioni delle altre regioni, anche nelle amichevoli, rimediavano spesso pesanti sconfitte da squadre del Nordovest anche non di primo piano.
 
La residenza in città delle élite aristocratiche del regno contribuiva a fare di Pavia, non solo il centro urbano principale, ma anche il punto di riferimento per l’intera popolazione del regno.
[[File:Milan1901.jpg|thumb|left|Il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] del primo scudetto nel 1901]]
Il Genoa fu la prima Grande del calcio italiano, aggiudicandosi i primi tre tornei. Fu il Milan, capitanato da [[Herbert Kilpin]], la prima avversaria a riuscire a fermare la corsa dei [[Genova|genovesi]], aggiudicandosi il titolo del [[1901]]. I genoani, che nel frattempo adottarono quella che diverrà la loro classica casacca rossoblu, si rifecero l'anno successivo, per ottenere poi una seconda tripletta tricolore.
 
La città conobbe profondi cambiamenti nella topografia urbana, come l’abbandono del foro di età classica e la creazione di nuovi edifici di culto cristiani. Il principale fenomeno che investì la topografia urbana di Pavia in [[età longobarda]] consistette nella fondazione di edifici ecclesiastici. Fino alla metà del VI secolo sono attestate solo due chiese cristiane in città, mentre, tra il 569 e il 774, furono fondate almeno 21 tra chiese e monasteri. Otto sono fondazioni regie, 4 aristocratiche e 1 sola episcopale. Determinante fu la creazione di edifici ecclesiastici da parte dei sovrani: la fondazione di una chiesa, spesso destinata alla sepoltura del fondatore, divenne infatti dal VII secolo l’atto principale con cui la monarchia longobarda dimostrò la propria appartenenza e adesione al mondo cristiano.
Lo svilupparsi del movimento calcistico convinse la [[FIGC|FIF]], da poco iscrittasi alla [[FIFA]], ad una riforma del campionato a partire dal 1905, sostituendo alle gare secche una serie di gruppi preliminari, i cosiddetti ''Gironi Eliminatorii Regionali'', propedeutici al ''Girone Finale Nazionale'', ed introducendo le partite di andata e ritorno. La Juventus, squadra che aveva raggiunto le due precedenti finali, riuscì a cogliere il suo primo successo dopo una sconfitta casalinga del ''Grifone'' contro la [[Unione Sportiva Milanese|Milanese]] all'ultima giornata.
[[File:Cunip.jpg|miniatura|La lapide tombale di re [[Cuniperto]], un tempo nel [[Monastero di San Salvatore (Pavia)|monastero di San Salvatore]] di Pavia, ora nei [[Musei Civici di Pavia]]]]
Pavia ospitò la stragrande maggioranza delle sepolture regie longobarde: nella capitale furono sepolti i sovrani e i loro congiunti a partire dalla metà del VII secolo sino a [[Liutprando]] e probabilmente [[Astolfo (re)|Astolfo]], verosimilmente inumato nella chiesa pavese di [[Chiesa di San Marino (Pavia)|San Marino]]. La mancata affermazione di un'unica dinastia regnante si rifletté nel proliferare di chiese fondate dai sovrani per esservi sepolti. Con l’eccezione dei re della [[Bavarese (dinastia)|dinastia bavarese]], che nella seconda metà del VII secolo usarono la chiesa di [[Monastero di San Salvatore (Pavia)|San Salvatore]] come mausoleo dinastico, praticamente ogni nuovo re creò una nuova chiesa sepolcrale, che poi non fu più usata da altri sovrani. Proprio perché la capitale ospitava i sepolcri dei re che in città si conserva il principale corpus dell’[[Epigrafia latina|epigrafia]] funeraria del regno.
 
A Pavia vi erano poi due grandi necrepoli, la prima presso la chiesa di [[San Giovanni in Borgo (Pavia)|San Giovanni in Borgo]], dove probabilmente era sepolto re [[Rotari]], e la seconda presso la chiesa di [[Chiesa di Santa Maria alle Pertiche|Santa Maria alle Pertiche]], fondata alla fine del VII secolo dalla regina [[Rodelinda (regina VII secolo)|Rodelinda]], moglie di [[Pertarito]], in una necropoli caratterizzata, secondo [[Paolo Diacono]], da aste con colombe di legno sull’apice. La chiesa di [[Chiesa di Santa Maria alle Pertiche|Santa Maria]] divenne nell’VIII secolo un mausoleo della regalità longobarda: qui furono tumulati re, regine, aristocratici e [[Diocesi di Pavia|vescovi di Pavia]], e nell’area della necropoli [[Ildebrando|Ildeprando]] nel 744 fu eletto re dei [[longobardi]], ricevendo la lancia davanti all’esercito.
[[File:Formación Juventus FC 1905.jpg|thumb|I primi [[Juventus Football Club|bianconeri]] campioni d'Italia nel 1905]]
[[File:Cuniperga.jpg|miniatura|Lastra tombale di [[Cuniperga]], figlia del re [[Cuniperto]], dal monastero di [[Sant'Agata al Monte]] di Pavia, ora nei [[Castello Visconteo (Pavia)|Musei Civici di Pavia]].]]
Mentre le pionieristiche società avversarie pian piano chiudevano i battenti, rossoblu, rossoneri e bianconeri erano i capisaldi di questo primordiale ''football'' italiano. Col passare degli anni, tuttavia, la primigenia matrice inglese cominciò ad attenuarsi, mentre acquistò sempre maggior rilevanza la nuova componente formata da giocatori [[Svizzera tedesca|svizzeri tedeschi]]: fu grazie ad essi che il Milan tornò alla vittoria nel [[1906]] (dopo la [[Prima Categoria 1906#Girone nazionale|rinuncia]] della Juventus a disputare la finale di spareggio) e nel [[1907]].
Dalla seconda metà del VII secolo si diffuse la consuetudine regia di creare monasteri femminili dotandoli abbondantemente di beni. La reggenza di tali monasteri fu in alcuni casi affidata a membri femminili della famiglia reale: re [[Pertarito]] donò a sua sorella Teodota il [[Monastero di Sant’Agata al Monte (Pavia)|monastero di Sant’Agata al Monte]], poi concesso da re [[Cuniperto]] alla figlia [[Cuniperga]].
 
La residenza regia a Pavia influenzò molto anche le vicende della sede [[Diocesi di Pavia|episcopale]] della capitale, che, fino dalla sua fondazione, nel IV secolo, era sottoposta all’autorità della [[Arcidiocesi di Milano|metropoli milanese]]. La dipendenza del [[Diocesi di Pavia|vescovo di Pavia]] da quello di Milano andò in crisi all’arrivo dei [[Longobardi]]. Infatti, tra la fine del VII e l’inizio dell’VIII secolo, il [[Diocesi di Pavia|vescovo di Pavia]], come presule di una città capitale di regno, fu sottoposto direttamente alla [[Papa|sede romana]] e reso autonomo dall’autorità del [[Arcidiocesi di Milano|metropolita milanese]] (tale “indipendenza” durò fino all’età moderna).
=== La crisi del 1908, italianizzazione del torneo e l'epopea della Pro Vercelli ===
Chiusosi il primo decennio, il calcio italiano andò incontro a importanti cambiamenti, dovuti alla decisione della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIF]] di italianizzare a forza il campionato, escludendovi i giocatori stranieri, che pure avevano portato il gioco in Italia. La scelta della Federazione colpì duramente i ''Football Club'', e diede largo spazio alle ''Unioni Sportive e Ginniche'' che, più deboli in quanto non dirette dagli esperti albionici, erano però usualmente formate solo da atleti italiani, fino ad allora si erano interessate maggiormente al parallelo campionato organizzato dalla Federazione Ginnica. La reazione dei ''Club'' classici sfociò nel ritiro dal torneo. Fu così la debuttante [[Pro Vercelli]] ad approfittare della situazione: i nuovi arrivati neutralizzarono i liguri dell'[[Società Ginnastica Andrea Doria|Andrea Doria]] e i lombardi dell'[[US Milanese]] conquistando il loro primo titolo, replicato l'anno successivo. Il nuovo calcio italiano usciva così dalle metropoli: cominciava il periodo d'oro delle ''provinciali''.
 
Dal regno di [[Cuniperto]] inoltre, il ruolo centrale della [[Diocesi di Pavia|chiesa di Pavia]] fu pertanto istituzionalizzato, dato che proprio Pavia divenne, dal VII sino al XII secolo, la sede di quasi tutti i [[Concilio|concili]] e le [[sinodi]], privilegio prima appartenuto a [[Milano]].
[[File:Inter 1º Scudetto 1909-10.jpg|thumb|left|La rosa del primo scudetto [[Football Club Internazionale Milano|nerazzurro]] nel 1910]]
I cambiamenti però non finirono qui, poiché in questo periodo nacquero due nuovi ''club'' frutto di scissioni dalle società originarie. Già nel [[1906]] soci dissidenti della Juventus si erano riuniti a sportivi orfani delle altre defunte squadre del capoluogo piemontese, fondando il [[Torino Calcio|Torino]]. Anche a [[Milano]] nel [[1908]] il Milan subì un'analoga scissione che diede origine all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]].
 
Pavia rimase la residenza dei sovrani e la capitale del [[Regno d'Italia (781-1014)|regno Italico]] anche sino all’età [[Dinastia ottoniana|ottoniana]] tra X e XI secolo. Il ruolo di capitale, spesso ricoperto in scontro con [[Milano]], per tutto l’[[Alto Medioevo|alto medioevo]] divenne il cuore dell’identità e dell’ideologia civica in [[età comunale]] e nella prima fase [[Visconti|viscontea]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, Pavia capitale del regno longobardo: strutture urbane e identità civica|lingua=en|accesso=10 febbraio 2019|url=https://www.academia.edu/8336300/Piero_Majocchi_Pavia_capitale_del_regno_longobardo_strutture_urbane_e_identit%C3%A0_civica}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, Sviluppo e affermazione di una capitale altomedievale: Pavia in età gota e longobarda, "Reti Medievali - Rivista", XI - 2010, 2, url: &lt; http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/article/view/54/357&gt;|rivista=Reti Medievali|lingua=en|accesso=10 febbraio 2019|url=https://www.academia.edu/958195/Piero_Majocchi_Sviluppo_e_affermazione_di_una_capitale_altomedievale_Pavia_in_et%C3%A0_gota_e_longobarda_Reti_Medievali_-_Rivista_XI_-_2010_2_url_http_www.rmojs.unina.it_index.php_rm_article_view_54_357_}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, Pavia città regia. Storia e memoria di una capitale altomedievale, Roma, Viella, 2008.|url=https://www.academia.edu/958742/Piero_Majocchi_Pavia_citt%C3%A0_regia._Storia_e_memoria_di_una_capitale_altomedievale_Roma_Viella_2008|accesso=10 febbraio 2019|lingua=en}}</ref>.
Nel frattempo la Federazione, ora ridenominata [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]], fece una parziale marcia indietro riaprendo a quote di stranieri, ma soprattutto decise una drastica riforma del campionato. Sul modello della ''English League'', nella stagione 1909-1910 il meccanismo del torneo venne semplificato iscrivendo tutte le nove partecipanti ad un ''Girone Unico'' che avrebbe determinato una classifica di cui la squadra che ne avesse guadagnato la testa a fine stagione avrebbe vinto il titolo. Si ritrovarono a pari punti i campioni della Pro Vercelli e l'Internazionale; la Pro Vercelli chiese di rinviare lo spareggio, in quanto tre dei suoi migliori giocatori erano impegnati con la nazionale militare, ma l'Inter si oppose: per cui, la Pro Vercelli mandò in campo per protesta la quarta squadra (bambini 10-14 anni) che fu agevolmente sconfitta dai nerazzurri. I campioni uscenti [[Vercelli|vercellesi]], si rifaranno con una tripletta di vittorie nelle tre annate successive.
 
== Periodo carolingio ==
La Federazione era a questo punto intenzionata ad allargare gli angusti confini del torneo, onde conferirgli una reale valenza nazionale, ma il problema era, come si è detto, la nettissima differenza di valore fra le squadre provenienti dalle diverse parti del Paese. Nel [[1910]], comunque, la FIGC decise di innalzare il campionato veneto, che già si disputava da alcune stagioni, facendolo diventare parte del torneo nazionale col nome di ''Girone Veneto'', ed includendovi anche il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] che non aveva alcuna avversaria in [[Emilia]]. Nel [[1911]] il [[Vicenza Calcio|Vicenza]], e nel [[1912]] il [[SSC Venezia|Venezia]], furono i rivali dei campioni occidentali, in entrambi i casi la [[Pro Vercelli]], nella gara conclusiva, rimediando sconfitte con cinque gol al passivo per i biancorossi e tredici per i neroverdi lagunari.
 
La città continuò ad essere la capitale del [[Regno d'Italia (781-1014)|regno d'Italia]] e fu costruita una residenza reale nelle vicinanze (a [[Corteolona]]). Nel 896, il conte di Milano Manfredo si ribellò all'imperatore [[Lamberto II di Spoleto|Lamberto]], il sovrano radunò quindi a Pavia l'esercito e, con i contingenti pavesi, assediò Milano e catturò Manfredo.<ref name="academia.edu">{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, L&#39;esercito del re e le città: organizzazione militare degli eserciti urbani in Italia settentrionale (VIII-XI sec.), in Urban Identities in Northern Italy (800-1100 ca.), eds. by Piero Majocchi e Cristina La Rocca, Brepols 2015, pp. 103-148.|lingua=en|accesso=2019-04-23|url=https://www.academia.edu/19930734/Piero_Majocchi_Lesercito_del_re_e_le_citt%C3%A0_organizzazione_militare_degli_eserciti_urbani_in_Italia_settentrionale_VIII-XI_sec._in_Urban_Identities_in_Northern_Italy_800-1100_ca._eds._by_Piero_Majocchi_e_Cristina_La_Rocca_Brepols_2015_pp._103-148}}</ref> Nella [[chiesa di San Michele Maggiore]] a Pavia, [[Berengario I]] del Friuli e i suoi successori fino a [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]] e [[Adalberto II d'Ivrea|Adalberto II]], furono incoronati [[Regno d'Italia|Re d'Italia]]. Sotto il regno di Berengario, nel 924, gli [[Magiari|Ungari]] assediarono Pavia, riuscendo, grazie all'uso di frecce infuocate, ad appiccare un grande incendio in città, che provocò la morte di molti cittadini, compreso il vescovo, tuttavia non riuscirono a penetrare all'interno delle mura<ref>{{Cita libro|nome=Paolo|cognome=Golinelli|titolo=Adelaide|url=https://books.google.it/books?id=YQZtlHhOE5kC&pg=PA30&dq=ungari+pavia+924&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjkuf6b66rgAhWizYUKHR4zBbYQ6AEIOjAD#v=onepage&q=ungari%20pavia%20924&f=false|accesso=2019-02-08|data=2001|editore=Editoriale Jaca Book|lingua=it|ISBN=9788816435117}}</ref>.
[[File:Casalecampione.jpg|thumb|Il [[Associazione Sportiva Casale Calcio|Casale]] dello storico scudetto del 1914]]
Per garantire la definitiva patente di nazionalità al titolo, la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] aveva però bisogno che il campionato coinvolgesse anche tutto il Centro e il Sud, e non solo la [[Pianura Padana]]. A quei tempi le formazioni meridionali disputavano vari tornei regionali inquadrati nella [[Terza Categoria]], livello consono in rapporto alle forza delle squadre del Nord. Per raggiungere l'obiettivo prefissatosi, la Federazione attuò una sfasatura tra l'organizzazione calcistica delle due parti del Paese, elevando d'ufficio i tornei del Sud alla [[Prima Categoria]], pur non essendo tali raggruppamenti paragonabili a quelli del Nord. Dato che contemporaneamente al Nord erano stati ristabiliti i ''Gironi Eliminatori'' regionali propedeutici al ''Girone Finale'', gli incontri conclusivi fra i campioni del Nord e quelli del Sud presero il nome di ''Girone Finalissimo'' o, semplicemente, di [[finalissima]]. Nello stesso periodo vennero assegnati dieci titoli di [[Finalissima#I Campioni del Sud|Campione dell'Italia Meridionale]].
 
Nel 945, il re [[Ugo di Provenza|Ugo]], chiamò a Pavia nel [[Palazzo Reale (Pavia)|palazzo reale]] l'arcivescovo di Milano [[Arderico]], con l'intento di ucciderlo, giunto nella reggia, scoppiò una rissa tra i pavesi ed i milanesi, durante la quale furono uccisi un centinaio di seguaci dell'arcivescovo, da questo episodio cominciarono le rivalità e le lotte tra Pavia e Milano<ref name="academia.edu" />.
Il complicato meccanismo testé descritto rese però sempre più lungo ed affollato il campionato anche perché se da un lato si era istituita una [[Seconda Categoria]] che metteva in palio una serie di promozioni al massimo torneo, il contrario sistema delle retrocessioni, sperimentato nel [[1912]]-[[1913|13]], fu subito di fatto abbandonato a suon di ripescaggi.
 
Fra il [[950]]-[[951]] il re [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]] terminò la riorganizzazione del territorio del nord Italia, iniziata da [[Ugo di Provenza]] costituendo la [[Marca Obertenga]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/marca_res-f28a3cbc-e02d-11df-9ef0-d5ce3506d72e/ Le Marche d'Italia sull'Enciclopedia Treccani]</ref>: la [[Marca (circoscrizione)|Marca]] di [[Milano]] assieme alla [[Marca di Genova]] furono affidate a [[Oberto I (nobile)|Oberto I]], capostipite della casata degli [[Obertenghi]], assieme ai comitati di [[Luni]], [[Tortona]], Milano, [[Genova]], Pavia e [[Bobbio]] (feudo monastico imperiale); con l'imperatore [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] si ebbe la fisionomia definitiva.
Nel [[1914]] venne la volta del piccolo [[Associazione Sportiva Casale Calcio|Casale]], formazione del [[Monferrato]], mentre il successivo torneo fu bloccato ad un passo dalla conclusione a causa dell'intervento italiano nella [[Prima guerra mondiale]]. Per quest'ultima stagione il titolo del Genoa fu riconosciuto solo dopo la fine del conflitto.
 
Nel [[951]] si celebrò a Pavia il matrimonio tra [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] e [[Adelaide di Borgogna (imperatrice)|Adelaide]], che esercitarono un'importante influenza sulle relazioni tra l'impero e l'Italia. Ma, quando la successione alla corona d'Italia venne contesa tra l'imperatore [[Enrico II il Santo|Enrico II]] e [[Arduino d'Ivrea]], la città appoggiò il secondo. Durante il periodo ottoniano [[Pavia]] godette di un periodo di benessere e sviluppo. L’antica capitale longobarda si distinse dalle altre città della [[Pianura Padana|pianura padana]] per la sua fondamentale funzione di crocevia di importanti commerci, sia di derrate alimentari sia di oggetti di lusso. I traffici commerciali vennero favoriti soprattutto dalle vie d’acqua utilizzate dall’imperatore per i suoi spostamenti: dal [[Ticino (fiume)|Ticino]] si raggiungeva facilmente il [[Po]], asse diretto con il [[mare Adriatico]] e i traffici marittimi. Inoltre, con l’avvento degli [[Dinastia ottoniana|Ottoni]], [[Milano]] perse nuovamente importanza a favore di [[Pavia]], la cui preminenza venne sancita, tra l’altro, dalle coniazioni della zecca pavese<ref name="A1" />. Nel 997 papa [[Papa Gregorio V|Gregorio V]] convocò in città un concilio, con il quale furono scomunicati i [[Crescenzi]]<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />. La città fu quindi devastata da Enrico, che era stato attaccato dai cittadini nella notte dopo la sua incoronazione a re d'Italia nel [[1004]]. Nell'[[XI secolo|XI]] e [[XII secolo]] Pavia viene chiamata la ''seconda Roma''.
=== La crisi del 1921 e la Prima Divisione ===
{{vedi anche|Prima Divisione}}
[[File:V pozzo.jpg|thumb|left|[[Vittorio Pozzo]], ideatore del campionato di [[Prima Divisione]]]]
Con la ripresa postbellica del [[1919]] cominciarono intensi dibattiti in vista di una riduzione e razionalizzazione del campionato; tali discussioni sfociarono in un nulla di fatto a causa dell'ostruzionismo delle "provinciali" che temevano per il proprio futuro all'interno di un eventuale torneo più elitario. L'Inter nel [[1920]] e la Pro Vercelli nel [[1921]] si laurearono così campioni dopo una lungha serie di gironi e partite. L'insofferenza delle società metropolitane giunse al culmine quando un [[Progetto Pozzo|progetto di riforma]] presentato da [[Vittorio Pozzo]] fu respinto dal Consiglio Federale: fu così che 24 squadre, le più forti e rappresentative, abbandonarono la federazione fondando una [[Confederazione Calcistica Italiana]] col compito di organizzare un campionato sul sistema del Progetto Pozzo. Nel 1921-22 l'Inter si piazzò ultima nel proprio girone e avrebbe dovuto, per rimanere nella massima serie, disputare uno spareggio salvezza contro una squadra di Seconda Divisione; tuttavia, prima che lo spareggio si disputasse, avvenne la riunificazione del campionato sulla base del [[Compromesso Colombo]], il quale stabiliva degli spareggi incrociati tra squadre FIGC e squadre CCI: l'Inter riuscì perciò a salvarsi battendo prima la cadetta S.C. Italia di Milano e poi, come stabilito dal compromesso Colombo, la squadra FIGC Libertas Firenze. Nel [[1922]] si ebbero così due campioni, la sorprendente [[Unione Sportiva Novese|Novese]] e una Pro Vercelli giunta al canto del cigno; ma l'insostenibilità della situazione portò le due fazioni a riconciliarsi sulla base del compromesso Colombo, che consacrava la nuova massima categoria, la [[Prima Divisione]], composta da una Lega Nord a regime di 24 società, più una [[Lega Sud (calcio)|Lega Sud]] che invece continuava coi vecchi gironi regionali.
 
== La rivalità con Milano e il dominio dei Visconti e degli Sforza ==
Nel [[1923]] e nel [[1924]] il Genoa completò la sua serie di vittorie ottenendo i suoi due ultimi titoli, facendo in tempo a divenire la prima società a fregiarsi dello [[scudetto]]. La riforma del 1922 aveva definitivamente cambiato il calcio italiano, che si avviava verso il professionismo, chiudendo le porte alle provinciali e a molte Grandi di inizio secolo.
 
Nel 1018 papa [[Papa Benedetto VIII|Benedetto VIII]] convocò a [[Pavia]] un concilio dove fu rinnovata la condanna contro la [[simonia]] ed il concubinato ecclesiastico, un nuovo concilio, convocato sempre da papa [[Papa Benedetto VIII|Benedetto VIII]] e dall'imperatore [[Imperatore Enrico II|Enrico II]], si svolse a Pavia nel 1022 e determinò pesanti misure volte a reprimere il [[Nicolaismo]] e la [[simonia]]<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />. Nel 1037, con le milizie pavesi, l'[[Corrado II il Salico|imperatore Corrado II]] assediò [[Milano]], sebbene l'assedio fu poi tolto, le operazioni di devastazione delle campagne milanesi proseguirono fino al 1039<ref name="academia.edu" />. La rivalità tra Pavia e [[Ducato di Milano|Milano]] si trasformò in una guerra nel [[1056]], che proseguì a lungo con alterne vicende (i pavesi furono sconfitti una prima volta a [[Campomorto]] nel 1061, ma poi si riorganizzarono<ref name="academia.edu" />) e Pavia chiamò in aiuto gli imperatori. Nel 1076, durante le lotte tra l[[Enrico IV di Franconia|'imperatore Enrico IV]] ed il [[papa Gregorio VII]], [[Antipapa Clemente III|Guiberto da Parma]], arcivescovo di Ravenna, convocò a [[Pavia]] un concilio insieme ai vescovi ed ai diaconi dissidenti verso il pontefice, durante il quale scomunicarono il [[papa Gregorio VII]]<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />. Il comune di Pavia rimase costantemente [[ghibellino]], la città non aderì alla [[Lega Lombarda]] (se non temporaneamente nel 1168) e le forze pavesi operarano sempre a fianco all'esercito imperiale in tutte le operazioni condotte contro le forze della [[Lega Lombarda|Lega]], come nella distruzione di [[Milano]] del 1162<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, "Papia civitas imperialis”. Federico I di Svevia e le tradizioni regie pavesi, in Pavia e il suo territorio nell’età del Barbarossa. Studi in onore di Aldo A. Settia, in “Bollettino della Società Pavese di Storia Patria”, 105 (2005), pp. 19-52|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/958711/Piero_Majocchi_Papia_civitas_imperialis_._Federico_I_di_Svevia_e_le_tradizioni_regie_pavesi_in_Pavia_e_il_suo_territorio_nell_et%C3%A0_del_Barbarossa._Studi_in_onore_di_Aldo_A._Settia_in_Bollettino_della_Societ%C3%A0_Pavese_di_Storia_Patria_105_2005_pp._19-52}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fabio|cognome=Bargigia|titolo=I Pavesi e la prassi bellica nella prima età sveva, in "Bollettino della società pavese di storia patria", CV (2005), pp.|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/21733832/I_Pavesi_e_la_prassi_bellica_nella_prima_et%C3%A0_sveva_in_Bollettino_della_societ%C3%A0_pavese_di_storia_patria_CV_2005_pp}}</ref>. L'esercito comunale pavese non riuscì a prendere parte alla [[battaglia di Legnano]].
=== La Juventus degli Agnelli e l'ingresso del fascismo nel calcio ===
Il [[24 luglio]] [[1923]] fu una data storica per il calcio italiano, poiché l'elezione di [[Edoardo Agnelli (1892-1935)|Edoardo Agnelli]] alla presidenza della Juventus segnò l'ingresso, [[Storia della Juventus Football Club#1923: Il sodalizio della Juventus con la famiglia Agnelli|per la prima volta nella storia]], di una potente [[Agnelli (famiglia)|famiglia]] nelle vicende del campionato nazionale. Gli abbondanti capitali di [[Famiglia Agnelli|Casa Agnelli]] fecero rifiorire il sodalizio bianconero, in crisi dai tempi della scissione che aveva fatto nascere il Torino, e lo portarono nel giro di tre decenni a diventare la più titolata squadra italiana.
 
Nel complesso, il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]] risiedette a [[Pavia]] per 13 anni in diversi periodi. Numerose furono quindi anche le soste dell'intera corte imperiale nell'antica capitale altomedievale. La lunga residenza dell'imperatore e del suo entourage a [[Pavia]] fu caratterizzata da una serie di richiami espliciti al ruolo e alla memoria della città nel passato, connotando la seconda metà del XII secolo come un vero e proprio revival dei fasti della capitale del regno. [[Federico Barbarossa|Federico]] rilasciò anche molti diplomi ai ricchi monasteri regi pavesi, utili alleati nel controllo del territorio e nella politica ecclesiastica dell'imperatore.
[[File:Bologna1925.jpg|thumb|La formazione del [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] scudettata nel 1925]]
Nel frattempo nacque anche l'astro del [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] che, protetto dall'esponente del Partito Nazionale Fascista [[Leandro Arpinati]] e spinto dalle reti di [[Angelo Schiavio]], raggiunse lo scudetto nel [[1925]] dopo una lunga e controversa serie di finali contro i genoani, segnate da gravi disordini di ordine pubblico che sfociarono in scontri con colpi di [[pistola|armi da fuoco]].
 
Nel 1160 l'imperatore [[Federico Barbarossa|Federico]] convocò in città un concilio per risolvere lo scisma tra papa [[Papa Alessandro III|Alessandro III]] e [[Antipapa Vittore IV|Vittore IV]], tuttavia, dato che Alessandro III si rifiutò di comparire ed il concilio riconobbe Vittore IV come papa<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />.
Con la prima storica Grande del campionato definitivamente avviata sul viale del tramonto, le due nuove potenze del torneo si ritrovarono a contendersi direttamente fra loro la vittoria l'anno successivo: stavolta a prevalere furono i bianconeri, che si aggiudicarono il loro secondo scudetto a ventun anni di distanza dal primo.
 
Inoltre, con il decreto imperiale dell’8 agosto 1164, il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]] eliminò completamente ogni autorità palatina dal governo cittadino e riconobbe alla cittadinanza il diritto alla libera elezione dei consoli con la sola clausola che costoro giurassero e facessero giurare al popolo fedeltà all’Impero e ricevessero dall’Imperatore l’investitura e la conferma della carica. L’imperatore concedette inoltre a [[Pavia]] il dominio su un vasto distretto che, nel diploma del 1164, abbracciava non soltanto la [[Lomellina]] e l’[[Oltrepò Pavese|Oltrepo’]] attuale, con le terre tra [[Pavia]] e [[Milano]], ma anche una grande parte del territorio [[Tortonese]]<ref name="A1" />.
Nell'estate del [[1926]] con la [[Carta di Viareggio]] il [[Governo italiano|governo]] [[fascismo|fascista]] riorganizzò il campionato, abolendo la divisione fra Nord e Sud, ritenuta inaccettabile secondo gli ideali nazionalistici del regime, che la consideravano un motivo di divisione per il Paese. Le vecchie Leghe Nord e Sud vennero di conseguenza smantellate: diciassette formazioni provenienti dall'ex Lega Nord e tre formazioni provenienti dall'ex Lega Sud, l'[[Unione Sportiva Alba Audace|Alba Roma]], la [[Fortitudo Pro Roma|Fortitudo Roma]] e il [[SSC Napoli|Napoli]], furono iscritte alla nuova [[Divisione Nazionale]] che apriva ufficialmente le porte al professionismo.
 
Pavia appoggiò [[Federico II di Svevia|Federico II]] contro la seconda [[Lega Lombarda]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/organizzazione-militare_(Federiciana)|titolo=ORGANIZZAZIONE MILITARE in "Federiciana"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-02-08}}</ref> e le sue forze parteciparono alla [[battaglia di Cortenuova]], all'[[Assedio di parma|assedio di Parma]] e a numerose altre operazioni militari. Nel 1219 [[Federico II di Svevia|Federico II]] confermò ancora una volta quanto l’avo aveva concesso a [[Pavia]] per la fedeltà dimostrata nel sostenere le ragioni dell’Impero sul campo di battaglia. Inoltre [[Federico II di Svevia|Federico II]] concesse al comune maggiori autonomia nell'autogoverno cittadino, nella potestà giurisdizionale e nella capacità impositiva, obbligando inoltre i milanesi a restituire [[Vigevano]] a Pavia e ai piacentini a rendere ai pavesi alcune località dell[[Oltrepò Pavese|'Oltrepò]] da loro occupate<ref name="PAVIA in Federiciana">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pavia_%28Federiciana%29/|titolo=Pavia}}</ref>. Lo [[Federico II di Svevia|Federico II]] entrò per la prima volta in [[Pavia]] nel 1212 e il suo ingresso in città fu celebrato trionfalmente. Come era già accaduto con [[Federico Barbarossa|Federico I]], la permanenza dello Svevo in città significò la ripresa di antiche tradizioni regie proprie della capitale altomedievale. Il sovrano, come di consuetudine, rilasciò diplomi a enti ecclesiastici locali e soggiornò nel palazzo presso il [[Monastero di San Salvatore (Pavia)|monastero di S. Salvatore]]<ref name="A1" />.
=== Dal Caso Allemandi al Girone unico ===
{{vedi anche|Divisione Nazionale}}
[[File:Torino1928.JPG|thumb|left|250px|Il [[Torino Football Club|Torino]] che rivinse lo scudetto nel 1928, dopo la revoca del precedente per illecito]]
La nuova formula della manifestazione prevedeva ora, in luogo della serie di finali, un raggruppamento conclusivo comprendente le migliori squadre della fase eliminatoria. Il Torino, allestito dal presidente [[conte]] Enrico Marone di Cinzano, vinse il proprio girone e, grazie anche al contributo del cosiddetto ''Trio delle Meraviglie'' composto da [[Julio Libonatti]], [[Adolfo Baloncieri]] e [[Gino Rossetti]], si laureò campione d'Italia. La gioia dei granata fu però di breve durata, poiché nell'autunno successivo il sodalizio [[piemonte]]se incappò nello scandalo del [[Caso Allemandi]], in cui venne accusato di aver avvicinato e corrotto il terzino [[Juventus Football Club|juventino]] [[Luigi Allemandi]], e che gli costò la revoca dello scudetto. La reazione psicologica alla condanna avvenuta su base indiziaria, e non probatoria, fu comunque la molla per il rilancio in classifica dei granata, protagonisti di un avvio di stagione poco deciso. La sorte volle che la nuova annata divenisse quasi la copia della precedente, e il [[22 luglio]] a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] il Torino si riaggiudicò nuovamente il titolo.
 
Definiti da [[Federico II di Svevia|Federico II]] "I più devoti tra i nostri devoti", i pavesi appoggiarono sempre l'imperatore durante le guerre da lui condotte contro le forze della [[Lega Lombarda]], distinuguendosi in particolare durante la [[battaglia di Cortenuova]] del 1237, dove, come scrisse [[Pier della Vigna]], "la mirabile milizia pavese si vendicò dei Milanesi"<ref name="PAVIA in Federiciana" />.
Il deciso attivismo del presidente federale Leandro Arpinati partorì nell'estate del [[1928]] una novità che divenne tappa storica per il calcio italiano. Il mondo del pallone tricolore era infatti pronto per dare una svolta che lo portasse ad assumere un'organizzazione simile a quella del [[Premier League|campionato inglese]]; fu così decisa quella svolta che portò all'introduzione anche in Italia della formula del ''Girone Unico'', tra le proteste dei ''club'' più piccoli, che paventavano la retrocessione in categorie inferiori. Il nuovo campionato sarebbe stato quindi l'ultimo disputato con la formula dei due gironi introdotta nel [[1921]], mentre dalla stagione successiva le grandi squadre sarebbero state riunite in un nuovo torneo, la '''Serie A''', mentre le escluse avrebbero costituito l'altrettanto inedita [[Serie B]]. A tal fine Arpinati decise unilateralmente l'allargamento ''[[una tantum]]'' dell'ultimo torneo di Divisione Nazionale, includendovi varie squadre cadette nel tentativo di dare maggiore rappresentatività geografica alla manifestazione, e la cui finale vide i granata perdere con il Bologna nello spareggio disputato al [[Stadio Flaminio|Flaminio]] di [[Roma]].
 
Nel 1268 Pavia, schierata con la fazione filoimperiale insieme a [[Mastino I della Scala|Mastino della Scala]], i [[Pallavicino|Pallavicini]], [[Pisa]], [[Siena]] e [[Guido da Montefeltro]], accolse [[Corradino di Svevia]] allora disceso in Italia per riconquistare il [[Regno di Sicilia]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/corradino-di-svevia_%28Federiciana%29/|titolo=CORRADINO DI SVEVIA}}</ref>.
Nel [[1929]] la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] e Arpinati realizzarono dunque, come negli altri paesi, un campionato nazionale a girone unico. Il progetto iniziale prevedeva una prima categoria composta da sedici squadre, ovvero quelle che si erano classificate tra le prime otto nei due gironi in cui era diviso il [[Divisione Nazionale 1928-1929|campionato precedente]]. Il protrarsi dello spareggio per l'ottavo posto fra [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] e [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] portò ad ammetterle entrambe, e con il ripescaggio della [[Unione Sportiva Triestina Calcio|Triestina]], effettuato per motivi patriottici, il numero delle squadre fu alzato a 18. Il [[6 ottobre]] 1929 si disputarono dunque le prime 9 partite del campionato [[Serie A 1929-1930|1929-30]] che alla fine vide il successo della nuova [[Associazione Sportiva Ambrosiana|Ambrosiana]] di [[Giuseppe Meazza]], una squadra creata dal regime fondendo d'autorità l'[[Inter]] con l'[[Unione Sportiva Milanese]].
 
Gran parte dell'élite urbana rimase schierata con il partito [[ghibellino]] fino alla fine del [[XIV secolo]]. Nei primi decenni del Trecento la forza militare di Pavia era tutt'altro che trascurabile. [[Opicino de Canistris]] affermava che Pavia poteva mobilitare circa 2.000-3.000 cavalieri e più di 15.000 fanti, una quantità abbastanza elevata per l'epoca, anche se tali numeri sembrano rispecchiare effettivamente la realtà, soprattutto se alle forze cittadine venivano sommati i contingenti del contado. La potenza della città si tradusse in una politica espansionistica che si rivolse alla conquista ''[[manu militari]]'' della [[Lomellina]] e di quella parte del [[Contado di Tortona]] che da quel momento cominciò a chiamarsi [[Oltrepò Pavese]].
=== La Juventus del ''Quinquennio d'oro'' ===
[[File:Formación Juventus FC 1934-35.jpg|thumb|La Juventus del [[Quinquennio d'oro]] (1931-1935)]]
Nel [[Serie A 1930-1931|1930-31]] iniziò il periodo favorevole della Juventus di [[Edoardo Agnelli (1892-1935)|Edoardo Agnelli]], che in estate aveva ingaggiato dall'[[Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912|Alessandria]] l'allenatore [[Carlo Carcano]] e [[Giovanni Ferrari]]. I piemontesi partirono bene e, nonostante una leggera flessione che li aveva fatti avvicinare dalla [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], si aggiudicarono il loro terzo titolo. I bianconeri si ripeterono subito l'anno successivo, superando in rimonta il Bologna.
 
Nell'Italia che iniziava il suo passaggio dai Comuni alle Signorie in Lombardia cresceva l'importanza di Milano. In questo contesto di profondi cambiamenti geopolitici Pavia cercò di mantenere una sua autonomia aderendo all'alleanza anti viscontea che faceva capo al [[Marchesato del Monferrato]]. La sconfitta del Monferrato nel 1286-87 portò di fatto all'imposizione dell'nfluenza dei Visconti sulla città.
Nel [[Serie A 1931-1932|1931-1932]] il sodalizio torinese ammise in prima squadra il promettente diciottenne nizzardo [[Felice Borel]], che si rivelò un elemento importante con le sue 29 reti in ventotto presenze: fu una scommessa vinta che fruttò il terzo scudetto consecutivo. Nel [[Serie A 1932-1933|1932-1933]] fu inaugurato lo stadio [[Stadio Olimpico (Torino)|Mussolini]], poi ridenominato ''Comunale'', che avrebbe ospitato i bianconeri per 57 anni. Questa volta le ''Zebre'' dovettero rincorrere a lungo l'Ambrosiana, ma alla fine replicarono il titolo. Da segnalare, nel [[Serie A 1933-1934|1933-1934]], la prima retrocessione del Genoa, che segnava definitivamente la fine del calcio dei pionieri. A questa andrà ad aggiungersi la retrocessione della Pro Vercelli nel [[Serie A 1934-1935|1934-1935]], l'altra protagonista della fase precedente la nascita del girone unico.
[[File:County of Pavia Visconti CoA.svg|right|thumb|Stemma di Pavia durante il periodo Visconteo]]
A Pavia, nel 1301, la fazione contraria ai Visconti, riprese il dominio della città con [[Filippone Langosco]] che assunse la carica di Governatore della milizia, del popolo e dei paratici. [[Galeazzo I Visconti|Galeazzo]] riuscì però a sconfiggere e a uccidere il figlio di Filippone, [[Riccardino Langosco|Riccardino]], il 6 ottobre 1315. Rafforzata la famiglia [[Beccaria]], più disponibile verso la casata milanese, [[Luchino Visconti (signore di Milano)|Luchino Visconti]], fratello di Galeazzo, divenne Podestà. Malgrado l'influenza esercitata sulla vita politica cittadina Milano non riuscì mai a imporre il proprio dominio sulla città.
 
Nel 1329 fu stipulato in città l’[[Accordo di Pavia]] per dividere i possedimenti dei [[Casato di Wittelsbach|Wittelsbach]], duchi di Baviera. Il trattato prevedeva che l’imperatore [[Ludovico IV]] manteneva i possessi bavaresi, mentre i figli di suo fratello Rodolfo ottennevano il [[Palatinato Renano]] e gran parte dell’[[Alto Palatinato]]<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />.
Dopo il successo della [[nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] ai [[Campionato mondiale di calcio 1934|Mondiali 1934]], la Juventus operò un discreto rinnovamento della sua formazione. La nuova stagione vide la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] per lunghi tratti capolista, inseguita da bianconeri e nerazzurri. Nella lunga distanza i [[Toscana|toscani]] mollarono però la presa, e la lotta si concluse quando i milanesi persero a [[Roma]] lasciando ai piemontesi il loro settimo scudetto, il quinto consecutivo. Il [[15 luglio]] [[Edoardo Agnelli (1892-1935)|Edoardo Agnelli]] morì improvvisamente a [[Genova]], ucciso dall'elica del suo [[idrovolante]], dopo che questo era caduto in mare.
 
La rivalità tra Milano e Pavia e soprattutto le mire milanesi nei confronti della città portarono a una serie di confronti armati che si susseguirono per tutti gli anni cinquanta del XIV secolo fino alla vittoria dei Visconti e al loro ingresso in città. Già nel 1353 l'[[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Arcivescovo]] di Milano rivendicò la signoria su Pavia, ma la città reagì cacciando il podestà filo visconteo. Nel 1354 Pavia dovette cedere all'imperatore [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]] le reliquie di [[San Vito]] (che erano custodite fin dal 755 nella [[Chiesa di San Marino (Pavia)|chiesa di San Marino]]) che furono portate a [[Praga]]<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=gQ85AQAAMAAJ&pg=PA161&lpg=PA161&dq=reliquie+san+vito+pavia&source=bl&ots=Rhq5MyC2yK&sig=ACfU3U0evXVJL3Lm2ZfKaXTLVOc66E-zQA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjPj_-k5dXhAhVJNOwKHYLWATQQ6AEwB3oECAkQAQ#v=onepage&q=reliquie%20san%20vito%20pavia&f=false|titolo=La civiltà Cattolica}}</ref>. [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] nel marzo del 1356 mosse contro la città con una flotta che risalì il [[Po]] da [[Piacenza]], ma ancora una volta la vittoria andò ai pavesi. I milanesi, memori della sconfitta subita, organizzarono tra aprile e maggio un assedio alla città con un grande numero di armati. Ma aiutati dalle truppe inviate dall'alleato [[Giovanni II del Monferrato|Marchese di Monferrato]] il 27 maggio i pavesi attaccarono l'accampamento visconteo riportando una schiacciante vittoria, che fu ripetuta pochi giorni dopo ai danni della flotta che era ancorata vicino alla confluenza con il Po. La resistenza fu ispirata da [[Iacopo Bussolari]], un frate predicatore agostiniano del convento di [[Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro|San Pietro in Ciel d'Oro]], che spingeva con le sue prediche i pavesi a combattere contro i [[Visconti]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sisto Capra|data=Febbraio 2013|titolo=Così Pavia resistette ai Visconti|rivista=Socrate al Caffe|volume=|numero=84|pp=2-6}}</ref>. Un quadro del pittore pavese [[Pasquale Massacra]] ritrae il frate mentre da un carroccio arringa i concittadini alla resistenza<ref>La figura del frate ispirò diversi artisti soprattutto nel periodo risorgimentale. Oltre alle opere del Massacra è interessante questo volume di: Cesare Carraresi, Iacopo Bossolari da Pavia. Racconto storico del secolo XIV, Firenze, Ediz. Giuseppe Mariani</ref>
=== Il Bologna ''che tremare il mondo fa'' ===
[[File:Puricelli.jpg|thumb|left|[[Héctor Puricelli]], dal 1938 militò tra le file del Bologna]]
Nel [[1935]] le squadre partecipanti alla Serie A erano state ridotte a 16 già da un anno, così come previsto nel progetto originale del 1929. Emerse subito il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] che, da quando gli [[emilia]]ni si erano aggiudicati due edizioni della [[Coppa Mitropa|Coppa Europa Centrale]], i giornalisti gli attribuirono la denominazione di ''squadra che fa tremare il mondo'', essendo a quei tempi la Coppa Europa Centrale un precursore della moderna [[UEFA Champions League|Coppa dei Campioni]]. I petroniani, grazie anche alle reti di [[Angelo Schiavio]], dovettero guardarsi le spalle dai campioni uscenti e dal [[Torino Calcio|Torino]], coi granata che ad un certo punto raggiunsero anche la testa della classifica, e si inserì poi nella contesa anche la Roma; il testa a testa fu molto combattuto e furono infine i rossoblu a conquistare il loro terzo scudetto. E gli emiliani si ripeterono subito l'anno successivo, recuperando in corsa la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] di [[Silvio Piola]].
 
[[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] cambiò strategia e iniziò ad attaccare a partire dell'estate territori pavesi, prima [[Mortara]] e poi [[Garlasco]]. Intanto in città la situazione era cambiata. Nel settembre 1357 Bossolaro guidò una rivolta militare che portò alla cacciata dei [[Beccaria]] dalla città e a instaurare un governo popolare<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Riccardo|cognome=Rao|titolo=Predicare i valori repubblicani in tempo di signorie: l’umanesimo repubblicano e popolare del frate agostiniano Giacomo Bussolari|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/32390533/Predicare_i_valori_repubblicani_in_tempo_di_signorie_l_umanesimo_repubblicano_e_popolare_del_frate_agostiniano_Giacomo_Bussolari}}</ref>. Bossolaro era mosso non solo dalla volontà di preservare l'autonomia cittadina ma iniziò una predicazione moralizzatrice contro i vizi e il malcostume di cui, secondo lui, i [[Beccaria]] erano i principali artefici<ref>“Frate Jacopo Bossolaro, con l’efficacia della parola che gli ottenne un potere quasi assoluto a Pavia, fatti cacciare i Beccaria odiosi, seppe imporre un freno al dilagante malcostume e alle spese lussuose e animosamente predicò la resistenza alle armi di Galeazzo II Visconti assediante la città.", Faustino Gianani, La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia nella storia e nell’arte, Pavia, 1906
Il ritiro di Schiavio penalizzò gli emiliani che nel [[Serie A 1937-1938|1937-1938]] cedettero il titolo ad un'Ambrosiana-Inter che seppe tener a bada il ritorno primaverile dei bianconeri. [[Renato Dall'Ara]], cercò sul mercato un nuovo attaccante che sapesse cogliere la pesante eredità di Schiavio; fu ingaggiato l'[[Uruguay|uruguaiano]] [[Héctor Puricelli]] che, capitalizzando al meglio i cross dell'ala destra [[Amedeo Biavati]], vinse la classifica dei cannonieri e riportò gli emiliani allo scudetto.
</ref>. Una lapide posta sui muri del convento di [[Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro|San Pietro in Ciel d'Oro]] ricorda le vicende umane del frate<ref>"Qui presso la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro / maestosa e severa mole dell’età longobardica / visse virtuoso in tempi corrotti e crudeli / temuto dai tiranni / amato dai forti e liberi cittadini / Fra Jacopo Bossolaro di Pavia / teologo ed oratore insigne / religioso austero di franco carattere / che nemico di ogni prepotenza / pugnò per la libertà del Co- mune / curando più della propria vita / la salvezza della patria conculcata dai po- tenti / ma vinto nel MCCCLIX dall’avversa fortuna / fu relegato a Vercelli per XIV anni / indi abitò Ischia / morendovi in concetto di santo / presso il fratello Bartolomeo / vescovo di quell’isola ridentissima."</ref>.
 
Questa mossa indebolì molto Pavia]non solo perché i [[Beccaria]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Fabio Romanoni|anno=|titolo=Come i Visconti asediaro Pavia. Assedi e operazioni militari intorno a Pavia dal 1356 al 1359|rivista=Reti medievali|volume=VIII|numero=2007}}</ref> controllavano molti castelli ma perché erano al centro di una rete di alleanze con alcune delle più importanti famiglie della città e del contado. Nel 1358, con il trattato di [[Zavattarello]] i [[Beccaria]] si allearono con i [[Visconti]] iniziando una campagna che tolse a Pavia quasi tutto l'[[Oltrepò Pavese|Oltrepo]] e la [[Lomellina]].
La sfida fra rossoblu e nerazzurri divenne una costante in un'[[Italia]] sull'orlo della [[seconda guerra mondiale|guerra]]. Se nel [[Serie A 1939-1940|1940]] l'Ambrosiana-Inter, dopo un lungo inseguimento, riuscì a riprendere e superare i felsinei, battendoli nel decisivo match dell'[[Arena Civica]], nel [[Serie A 1940-1941|1941]] nulla poté di fronte ai [[Bologna|bolognesi]], che colsero il loro sesto titolo.
 
La fase finale della guerra iniziò nell'aprile del 1359 quando [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] organizzò minuziosamente la spedizione contro la città con il coinvolgimento di molti contingenti assoldati in molte parti d'Italia. L'assedio duro molti mesi mettendo allo stremo della città. Anche i tentativi di sortita per spezzare l'accerchiamento fallirono e il 13 novembre 1359 Pavia<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fabio|cognome=Romanoni|titolo="Come i Visconti asediaro Pavia". Assedi e operazioni militari intorno a Pavia dal 1356 al 1359, in "Reti Medievali- Rivista", VIII (2007).|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/21465034/_Come_i_Visconti_asediaro_Pavia_._Assedi_e_operazioni_militari_intorno_a_Pavia_dal_1356_al_1359_in_Reti_Medievali-_Rivista_VIII_2007_}}</ref> si arrese all'esercito visconteo agli ordini di [[Protasio Caimi]].
=== Il Grande Torino ===
[[File:Grande Torino 1942-43.jpg|thumb|La prima formazione del [[Grande Torino]]]]
La nuova stagione si caratterizzò per l'inedita lotta tra il [[Torino Calcio 1906|Torino]], il [[SSC Venezia|Venezia]] dei giovani [[Ezio Loik]] e [[Valentino Mazzola]], e la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]. I capitolini, seguiti dai [[Veneto|veneti]], furono superati in primavera dai granata, ma ripresero la testa della classifica nel finale e riuscirono a diventare la prima squadra della vecchia Lega Sud a vincere uno scudetto.
 
Dal [[1360]], quando [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] fu nominato [[vicario imperiale]] da [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]], Pavia cadde in pratica sotto la dominazione della famiglia [[Visconti]] e parte del [[Ducato di Milano|stato visconteo]], malgrado che nel trattato di pace [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] avesse assicurato che avrebbe rispettato il governo comunale. Lo stesso Bossolaro fu incarcerato a Vercelli dove rimase prigioniero per quattordici anni.
Deluso dall'occasione persa, il presidente granata [[Ferruccio Novo]] acquistò Loik e Mazzola dai [[venezia]]ni. Il salto di qualità fu notevole, e nel nuovo torneo i [[piemonte]]si furono protagonisti di una fuga a due con il [[Livorno Calcio|Livorno]], contesa che si risolse proprio sul filo di lana coi [[Toscana|toscani]] ad avere la peggio. Per il Torino giunse il secondo titolo, che non poté essere difeso l'anno seguente poiché le invasioni [[Stati Uniti d'America|americana]] e [[Germania|tedesca]] spaccarono l'Italia in due, determinando l'interruzione del campionato per due anni.
[[File:Petrarca12.jpg|miniatura|Epigrafe fatta comporre dal [[Francesco Petrarca|Petrarca]] per il nipote, [[Pavia]], [[Castello Visconteo (Pavia)|Musei Civici.]]]]
I [[Visconti]] contribuirono ad arricchire la città sia sul piano architettonico che su quello culturale. Nel [[1361]] venne fondato da [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] lo ''Studium Generale'', che sarebbe diventato la futura [[Università di Pavia]]. Nel 1360 iniziò invece la costruzione del [[Castello Visconteo (Pavia)|Castello]], che divenne la sede della corte viscontea<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Non iam capitanei, sed reges nominarentur: progetti regi e rivendicazioni politiche nei rituali funerari dei Visconti (XIV secolo)|rivista=“Non iam capitanei, sed reges nominarentur: progetti regi e rivendicazioni politiche nei rituali funerari dei Visconti (XIV secolo)”, in Courts and Courtly Cultures in Early Modern Italy and Europe. Models and Languages, Atti del Convegno, ed. S. Albonico, S. Romano, Viella, pp. 189-206.|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/36402408/Non_iam_capitanei_sed_reges_nominarentur_progetti_regi_e_rivendicazioni_politiche_nei_rituali_funerari_dei_Visconti_XIV_secolo_}}</ref>. Oltre ai docenti che insegnavano nello studium la vita culturale della città vide anche la presenza di [[Francesco Petrarca]], presente più volte a Pavia ospite della figlia. L'abitazione doveva trovarsi vicino all'attuale [[Palazzo Malaspina (Pavia)|palazzo Malaspina]], ora sede della Prefettura, come ricorda una lapide posta aal'ingresso della corte del palazzo. A [[Pavia]] seppellì il piccolo nipote di due anni, figlio della figlia Francesca, nella [[Chiesa di San Zeno (Pavia)|chiesa di San Zeno]] e per lui compose un'epigrafe ancor oggi conservata nei [[Castello Visconteo (Pavia)|Musei Civici]]. Secondo la tradizione Petrarca ha avuto un ruolo nella formazione della biblioteca voluta da [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II.]] La biblioteca era ospitata al primo piano della torre sudovest. Con le continue acquisizioni da parte dei duchi, continuate anche dagli [[Sforza]], la biblioteca divenne una delle più ricche, prestigiose e ammirate dell'epoca in tutta Europa<ref>{{Cita web|url=http://www.museicivici.pavia.it/bvs/#2|titolo=La bibliotecaviscontea-sforzesca del Castello di Pavia}}</ref>
 
Nel [[1396]] [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo]], già [[duca di Milano]] dal 1395, ottenne dall'imperatore un diploma con il quale veniva legittimato un sistema successorio basato sulla primogenitura maschile e Pavia era elevata a Contea, lasciando così all'erede al trono il titolo di [[Conte di Pavia]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/gian-galeazzo-visconti-duca-di-milano_(Dizionario-Biografico)|titolo=GIAN GALEAZZO Visconti, duca di Milano in "Dizionario Biografico"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-02-08}}</ref>.
In un'Italia provata dalla [[Seconda guerra mondiale|guerra]], il campionato tornò nella [[Divisione Nazionale 1945-1946|stagione 1945-1946]] con una formula speciale secondo la quale le squadre furono separate in due gironi geografici con un raggruppamento finale di otto squadre, anche se furono solo le quattro rappresentanti padane a contendersi il titolo che andò d'un soffio ancora al Torino.
 
Gli studiosi del periodo sottolineano che sotto i [[Visconti]] prima e gli [[Sforza]] poi, la trasformazione della città, del territorio e della società urbana ebbe qualcosa di grandioso: dal 1359 al 1402, [[Pavia]] (una città già piuttosto ricca e prosperosa nonostante la crisi del secolo) fece notevoli passi avanti sotto l’ombra dei principi, accelerando la trasformazione delle sue istituzioni, delle gerarchie sociali, dell’ambiente culturale, dell’aspetto monumentale e della forma urbis.
[[File:Lapide Superga.JPG|thumb|left|La lapide commemorativa della [[tragedia di Superga]] del 4 maggio 1949]]
[[File:Pegione Pavia.jpg|miniatura|Pegione coniato a Pavia da Galeazzo II]]
Fu nell'annata [[Serie A 1946-1947|1946-1947]] che si ricrearono le condizioni per un girone unico: le squadre ammesse furono 20, quante rimarranno fino al [[Serie A 1951-1952|1951-52]]. La Juventus sembrò dapprima poter interrompere l'egemonia dei rivali, ma il superiore tasso tecnico dei granata prevalse ancora, permettendo loro di cogliere il quarto scudetto. Il [[1947]] segnò il risveglio del [[Associazione Calcio Milan|Milan]]. I rossoneri condussero a lungo la classifica, prima di cedere sotto i colpi dell'inesperienza e di lasciare primo posto e titolo ancora al Torino; per i [[Lombardia|lombardi]] si trattò comunque del miglior risultato dal [[1912]]. I rossoneri torneranno al successo nel [[Serie A 1950-1951|1950-1951]]. Il campionato [[Serie A 1947-1948|1947-1948]] ebbe una piccola particolarità: fu disputato a 21 club per il ripescaggio, per ragioni politiche, della [[Unione Sportiva Triestina Calcio|Triestina]].
 
Pavia fu installata la corte signorile (e poi ducale) e furono create alcune magistrature che raddoppiavano quelle milanesi; la scelta della città come alternativa a [[Milano]] per la residenza signorile e della corte ne fece, dopo il 1359, la seconda capitale viscontea.
I granata non avevano più rivali: colonne portanti della [[nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]], alla quale fornivano la quasi totalità dell'organico, anche nel [[Serie A 1948-1949|1948-1949]] presero ben presto il comando della graduatoria e, nonostante qualche segno d'affanno, mantennero un discreto vantaggio finché il [[30 aprile]], pareggiando a [[Stadio San Siro|San Siro]] contro gli inseguitori dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], vinsero un altro scudetto. Ma a questo punto, l'epopea del [[Grande Torino]] si interruppe improvvisamente. Il [[3 maggio]] la squadra si recò a [[Lisbona]] per un'amichevole e, al termine del viaggio di ritorno, a causa del maltempo l'[[aeroplano]] che li stava riportando a casa perse la rotta e, anziché puntare sull'[[aeroporto]] di [[Torino Aeritalia]], si schiantò contro il terrapieno della [[basilica di Superga]]. Nessuno degli occupanti sopravvisse alla tragedia. L'Italia perdeva una delle più forti squadre che abbiano mai partecipato alla Serie A.
 
In tempi sorprendentemente rapidi, con una colossale mobilitazione di risorse e di lavoro umano, [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] fece realizzare il [[Castello Visconteo (Pavia)|castello pavese]], che diventò un modello della magnificenza signorile, e ne fece la residenza sua e della corte. L’edificio era di inusitate dimensioni e circondato dal grande [[Parco Visconteo]] che fu poi ulteriormente ingrandito da [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo]].
=== Le tre regine ===
[[File:Nordahl.jpg|thumb|[[Gunnar Nordahl]], bandiera della rinascita rossonera e ancor oggi miglior bomber del Milan]]
La [[tragedia di Superga]] fu un passaggio importante per il calcio italiano, che segnò il tramonto delle vecchie gerarchie e diede inizio all'era moderna del campionato tricolore. Al di là delle singole stagioni, il palcoscenico della ''Serie A'' fu da quel giorno occupato da tre attori, la [[Juventus Football Club|Juventus]] di [[Agnelli (famiglia)|Casa Agnelli]], il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] e i cugini [[Lombardia|lombardi]] dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], che lasceranno a tutte le altre società solo un ruolo da comprimarie o da meteore destinate a brevi e mai stabili passaggi ai vertici delle classifiche.
 
[[Pavia]] fu la seconda capitale anche al tempo del primo [[duca di Milano]], Gian Galeazzo, itinerava tra le due città maggiori del dominio (Milano e Pavia), soggiornava volentieri nel grande castello pavese e frequentava il grande parco.
[[File:John Charles.jpg|thumb|left|[[John Charles]], capocannoniere della Juventus, prima squadra a fregiarsi della [[Stella (calcio)|stella]] nel 1958]]
Il primo campionato del nuovo corso, nel [[Serie A 1949-1950|1949-1950]], rimase a [[Torino]], ora però nelle mani dei bianconeri che seppero tener a bada i rossoneri nonostante la sconfitta casalinga per 1-7 che i [[Milano|milanesi]] inflissero loro. Assai prolifica in attacco, dove poteva contare sul trio [[Svezia|svedese]] del [[Gre-No-Li]], con Gunnar Nordahl, ariete di 190&nbsp;cm, che vinse 5 volte il titolo di capocannoniere, il Milan peccava ancora in difesa: alcuni acquisti di valore tra cui quello di [[Arturo Silvestri]] sistemarono anche il reparto arretrato, cosicché nel [[Serie A 1950-1951|1950-1951]], in rimonta sull'Inter e dopo 44 anni, i rossoneri tornarono allo scudetto. Dopo una stagione appannaggio dei piemontesi e la riduzione del numero delle partecipanti a 18, venne il turno dei nerazzurri che si affermarono per due anni consecutivi.
 
Oltre agli edifici propriamente ducali, in città, fu fondato il monastero delle Clarisse – ovvero dell’Annunciata o Santa Chiara la Reale, fu costruita la piazza grande (l'attuale Piazza Vittoria), e furono ridisegnate le strade centrali (Strada Nuova).
Nel [[1954]] l'[[editore]] [[Andrea Rizzoli]] comprò il Milan con l'ambizione di portarlo ai massimi livelli sia all'interno sia nelle nascenti [[Coppe europee|competizioni europee]]. Acquistato il [[centrocampista]] [[Uruguay|uruguaiano]] [[Juan Alberto Schiaffino]], stella del [[Campionato mondiale di calcio 1954|Mondiale svizzero]], i rossoneri dominarono un torneo al termine del quale il campionato fu toccato dalla prima grande serie di scandali dopo quello del [[Caso Allemandi|1927]], che portarono alla retrocessione a tavolino di [[Udinese Calcio|Udinese]] e [[Catania Calcio|Catania]]. Il dominio delle "tre grandi" ebbe un momento di pausa nel [[Serie A 1955-1956|1955-1956]], quando la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] ottenne il primo scudetto per la [[Toscana]] dopo una lunga fuga, che si concluse con 12 punti di scarto sul Milan, ma riprese subito con un nuovo titolo a testa per il Milan e per la Juventus: per i torinesi significò divenire la prima squadra a fregiarsi della [[Stella (calcio)|stella]] d'oro permanente sulle maglie, nonché la più titolata d'Italia, superando il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]].
 
Furono completate alcune fabbriche gotiche, come il [[Chiesa di Santa Maria del Carmine (Pavia)|Carmine]] e San Tommaso, con il contributo di architetti viscontei, e furono aperti cantieri che contribuirono al rinnovamento del linguaggio architettonico urbano. Al tempo di [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo]] fiorivano nuove residenze nobiliari per i membri della dinastia e per i cortigiani, come la grande casa di Azzone Visconti, la Corte nuova di [[Bianca di Savoia]], il palazzo della contessa di Virtù, i palazzi di segretari e magistrati come [[Pasquino Cappelli|Pasquino Capelli]], di [[Nicolò Diversi]], [[Francesco Barbavara]] e [[Niccolò Spinelli|Nicolò Spinelli]]. Seguirono nel Quattrocento altre iniziative importanti, come la fondazione dell’importante monastero domenicano riformato di [[S. Apollinare (Pavia)|S. Apollinare]], dell’[[Policlinico San Matteo|ospedale San Matteo]], del nuovo [[Duomo di Pavia|Duomo]] iniziato a fine Quattrocento, e si distinsero i nuovi palazzi gentilizi dei [[Bottigella]], dei [[Beccaria]] e di altre famiglie.
Mentre i viola ottennero fra il [[Serie A 1956-1957|1956-1957]] e il [[Serie A 1959-1960|1959-1960]] il record di quattro secondi posti consecutivi, milanisti e juventini si spartirono gli scudetti del quadriennio fra i [[Campionato mondiale di calcio 1958|Mondiali di Svezia]] e i [[Campionato mondiale di calcio 1962|Mondiali del Cile]], anche grazie a [[attaccante|attaccanti]] [[sudamerica]]ni, [[José Altafini]] ed [[Omar Sivori]]. Nel 1960 intanto, in pieno regime commissariale, la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] introdusse la novità dell'innalzamento a tre del numero delle retrocessioni, determinando a lungo andare un maggior ''turn over'' delle partecipanti al massimo campionato.
 
Decisiva per la crescita culturale ed edilizia della città fu la fondazione dell'[[Università degli Studi di Pavia|Università]], con la concessione data da Carlo di Boemia nel 1361. L'iniziativa promossa dai [[Visconti]] contribuì al risveglio culturale di [[Pavia]], già a fine Trecento raggiunta, abitata e frequentata da stranieri arrivati da tutta Europa per insegnare e studiare, ed ebbe importanti risvolti abitativi e logistici. I Visconti chiamarono ad insegnare a Pavia famosi professori, come il giurista [[Baldo degli Ubaldi]], [[Lorenzo Valla]] o [[Giasone del Maino]]. A Pavia furono stabilite le sedi di varie magistrature che raddoppiavano quelle milanesi; molti cortigiani e magistrati che volevano costruire un palazzo in città ottennero la cittadinanza dai signori<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Maria Nadia|cognome=Covini|titolo=Pavia dai Beccaria ai Visconti-Sforza. Metamorfosi di una città, in Le subordinazioni delle città comunali a poteri maggiori in Italia dagli inizi del secolo XIV all’ancien régime. Risultati scientifici della ricerca, a cura di M. Davide, CERM, Trieste 2014, pp. 46-67|lingua=en|accesso=2019-03-07|url=https://www.academia.edu/19749828/Pavia_dai_Beccaria_ai_Visconti-Sforza._Metamorfosi_di_una_citt%C3%A0_in_Le_subordinazioni_delle_citt%C3%A0_comunali_a_poteri_maggiori_in_Italia_dagli_inizi_del_secolo_XIV_all_ancien_r%C3%A9gime._Risultati_scientifici_della_ricerca_a_cura_di_M._Davide_CERM_Trieste_2014_pp._46-67}}</ref>.
=== La Grande Inter ===
[[File:Stendardo 2 di Massimiliano Sforza, conte di Pavia.jpg|miniatura|Stendardo della Contea di [[Pavia]]]]
[[File:Mazzola herrera.jpg|thumb|left|[[Helenio Herrera]] e [[Sandro Mazzola]]]]
Durante i tumultosi anni seguiti alla morte di [[Gian Galeazzo Visconti]] (1402), il futuro [[duca di Milano]], all'epoca solo [[Contea di Pavia|conte di Pavia]], [[Filippo Maria Visconti]] si rinchiuse a Pavia per timore di [[Facino Cane]]. Tuttavia, alla Vigilia di Natale del 1410, i [[Beccaria]] aprirono di nascosto le porte della città alle truppe del Cane, che saccheggiorono [[Pavia]] e costrinsero [[Filippo Maria Visconti|Filippo Maria]] a riconoscere il controllo politico del ducato al [[Facino Cane|condottiero]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/facino-cane_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Cane, Facino}}</ref>.
[[File:Mariocorsoitalia.jpg|thumb|[[Mario Corso]], campione nerazzurro]]
[[Angelo Moratti]], presidente dell'Inter dal [[1955]], nel [[1960]] aveva affidato la panchina della squadra all'[[Argentina|argentino]] [[Helenio Herrera]], allenatore che rigenerò la rosa insidiando gli juventini nel [[Serie A 1960-1961|1960-1961]] e i rossoneri nel [[Serie A 1961-1962|1961-1962]]; entrambe le squadre ottennero i rispettivi scudetti in rimonta sugli interisti. Fu il [[Campionato mondiale di calcio 1962|Mondiale]] a cambiare le carte in tavola e a dar spazio alle formazioni più giovani, come quella di Moratti, che raggiunse il tricolore nel [[Serie A 1962-1963|1962-1963]]; in più, sull'altra sponda dei [[Naviglio|Navigli]], le dimissioni del presidente Rizzoli, che con la conquista della [[Coppa dei Campioni 1962-1963]] e la costruzione del modernissimo centro sportivo di [[Milanello]] considerò concluso il suo apporto alla società di via Turati, chiusero il ciclo rossonero. Con il periodo di transizione in cui versava la Juventus, il campo fu libero per le ambizioni nerazzurre.
 
Nel 1423 papa [[Papa Martino V|Martino V]] convocò a Pavia un [[Concilio di Pavia|concilio]] per riformare la Chiesa, tuttavia, a causa di un'epidemia di peste che colpì Pavia ed altre città del Nord Italia, il concilio fu spostato a [[Siena]].
L'anno successivo l'Inter, che conquistò la [[Coppa dei Campioni 1963-1964|Coppa dei Campioni]], trovò in patria un ostacolo nel [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] di [[Fulvio Bernardini]]. Felsinei e [[milano|milanesi]] chiusero a pari punti, rendendo necessaria (caso a sé nella storia del girone unico) la disputa di uno spareggio: a [[Roma]], il [[7 giugno]] [[1964]], gli emiliani vinsero 2-0 conseguendo il loro settimo ed ultimo scudetto.[[File:Bo-fc-finale-campionato-63-64.jpg|thumb|400px|right|Il Bologna che scese in campo all'Olimpico nello spareggio per lo scudetto 1964.]]
 
La morte di [[Filippo Maria Visconti]] (1447), che non aveva eredi, né aveva designato un suo successore, portò alla disgregazione del [[ducato di Milano]]. Mentre [[Lodi]] e [[Piacenza]] passarono a [[Venezia]], Pavia rimaneva sotto il controllo del nuovo signore di Milano, [[Francesco Sforza]]. Nel 1387 si instaurò in città la prima comunità [[Ebraismo in Italia|ebraica]] (anche se forse ebrei vivevano a Pavia fin dall'Alto Medioevo) che, durante il periodo sforzesco, crebbe e prosperò, tanto che visse e morì a Pavia il grande studioso e talmudista [[Joseph Colon]]<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/38269240/Fabio_Romanoni_Il_mito_del_ghetto_di_Pavia_e_l_insediamento_diffuso_abitazioni_sinagoghe_e_cimitero_in_Fideles_servitores_nostri_Ebrei_in_civitate_Papie._Documenti_e_riflessioni_sugli_ebrei_a_Pavia_fino_all_espulsione_1597_a_cura_di_Ezio_Barbieri_Varzi_2011|titolo=Il mito del ghetto di Pavia e l’insediamento diffuso: abitazioni, sinagoghe e cimitero}}</ref>
Il sodalizio morattiano ebbe modo di rifarsi l'anno successivo, in quella che fu una stagione rilevante per l'Inter: mentre ottenevano il titolo [[Coppa dei Campioni 1964-1965|europeo]] e quello [[Coppa Intercontinentale|mondiale]], i nerazzurri riuscirono in una rimonta ai danni del Milan, che era arrivato anche a un vantaggio di sette punti nel corso del campionato: a Herrera sfuggì solo la [[Coppa Italia]], che andò in finale alla Juventus.
Dopo un nuovo titolo intercontinentale, nel [[Serie A 1965-1966|1965-1966]] in Italia fu ancora Inter, questa volta mantenendo la vetta della classifica per tutta la stagione: fu il decimo scudetto che valse anche per i [[Lombardia|lombardi]] la stella d'oro, otto anni dopo quella bianconera.
 
Dovette pagare una terribile multa nel [[1500]] per via dell'insurrezione contro la guarnigione francese nel [[1499]] e nel [[1512]], dopo la [[Battaglia di Ravenna (1512)|vittoria di Ravenna]], Pavia presentò a [[Luigi XII]], come segno di fedeltà uno stendardo magnifico, che fu però rubato da mercenari svizzeri e spedito a [[Fribourg]] come trofeo di guerra oggi distrutto. Nel 1512, sotto il comando di [[Matteo Schiner]], i fanti svizzeri e veneziani scacciarono dalla città la guarnigione francese e saccheggiarono Pavia<ref name="B1">{{Cita web|url=http://archivio.comune.pv.it/museicivici/pdf/annali27/19%20Rizzo.pdf|titolo=Un’economia in guerra: Pavia nel 1655}}</ref>.
Anche le fatiche del [[Campionato mondiale di calcio 1966|Mondiale d'Inghilterra]] sembrarono non intaccare il predominio morattiano in un torneo che fu dominato per tutta la stagione. A metà di [[maggio]] del [[1967]] per gli interisti, primi in Serie A e finalisti in Coppa dei Campioni, sembrò profilarsi una nuova campagna densa di vittorie. [[Giovedì]] [[25 maggio]], a [[Lisbona]], la rimonta dei [[Scozia|scozzesi]] del [[Celtic Glasgow|Celtic]] fece sfumare la possibilità di una vittoria in Coppa. Tornati in patria per l'ultima giornata di campionato, [[domenica]] [[28 maggio|28]] i nerazzurri persero a [[Mantova]] per un errore del portiere [[Giuliano Sarti]] su tiro dell'ex nerazzurro [[Beniamino Di Giacomo]], cedendo il titolo alla Juventus. A completare il quadro arrivò, il [[7 giugno]], l'eliminazione in semifinale di Coppa Italia per mano della formazione [[serie B|cadetta]] del [[Calcio Padova|Padova]]. Per la [[Grande Inter]] fu il capolinea.
 
== La battaglia di Pavia e la dominazione spagnola ==
===Lo scudetto del Cagliari===
[[File:CagliariCalcio69-70.jpg|thumb|left|Il [[Cagliari Calcio|Cagliari]], incredibile campione del 1970]]
Il [[1967]] segnò il ritorno del torneo a sedici partecipanti. Dopo un quadriennio, il primato sul calcio milanese, e su quello nazionale, passò nelle mani del Milan. Col ritorno in panchina di [[Nereo Rocco]], i rossoneri del giovane presidente [[Franco Carraro]] aprirono un ciclo che già aveva fruttato, il giugno precedente, la prima [[Coppa Italia]]; con il contributo di [[Gianni Rivera]], il ''Diavolo'' fece suo sia lo scudetto che la [[Coppa delle Coppe 1967-1968]], e continuò un cammino che arriverà fino al titolo [[Coppa dei Campioni 1968-1969|europeo]] del [[Stadio Santiago Bernabéu|Bernabéu]] contro l'[[AFC Ajax|Ajax]], sconfitta per 4-1, e a quello mondiale della [[Estadio Alberto Jacinto Armando|Bombonera]], dopo due partite contro l'[[Estudiantes de La Plata]].
 
I primi tre decenni del XVI secolo furono un periodo tragico per la città. Nel 1515 [[Francesco I di Francia|Francesco I]] re di Francia riconquistò il [[Ducato di Milano]], [[Pavia]] fu saccheggiata nuovamente dai francesi, che imposero pure un pesante riscatto alla città. Tornata sotto il controllo sforzesco, nel 1522 fu assediata da [[Odet de Foix]], conte di Lautrec. Nonostante la situazione di [[Pavia]] fosse disperata, dato che le fortificazioni erano state danneggiate dai preceenti assedi e gran parte della guarnigione imperiale aveva dovuto lasciare Pavia per soccorrere [[Milano]], anch'essa assediata dai francesi, l'assedio fallì. La forte resistenza opposta dai cittadini armi, che avevano riformato la milizia urbana, e della guarnigione imperiale, legata all'arrivo di rinforzi asburgici, costrinse i francesi a fuggire<ref name="B1" />. Nel 1524, la città fu fortificata da [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] e così poté porre resistenza all'assedio<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Séverin|cognome=Duc|titolo=« Le siège de Pavie / L&#39;assedio di Pavia (1524-1525) », in ALFANI G. &amp; RIZZO M. (dir.), Nella morsa della guerra. Assedi, occupazioni militari e saccheggi in età preindustriale, Milan, Franco Angeli, 2013, p. 47-73|lingua=en|accesso=2019-03-02|url=https://www.academia.edu/19786986/_Le_si%C3%A8ge_de_Pavie_Lassedio_di_Pavia_1524-1525_in_ALFANI_G._and_RIZZO_M._dir._Nella_morsa_della_guerra._Assedi_occupazioni_militari_e_saccheggi_in_et%C3%A0_preindustriale_Milan_Franco_Angeli_2013_p._47-73}}</ref> posto da [[Francesco I di Francia]], che fu poi disastrosamente sconfitto nelle vicinanze. Si tratta della famosa [[battaglia di Pavia (1525)|battaglia di Pavia]] ([[1525]]), tra i francesi e gli Imperiali, vinta da questi ultimi, perché il [[capitano di ventura]] [[Forlì|forlivese]] [[Cesare Hercolani]], ferendo il cavallo del re [[Francesco I di Francia]], ne permise la cattura, meritandosi il soprannome di [[vincitore di Pavia]] e la gratitudine dell'Imperatore [[Carlo V d'Asburgo]]. Legata a questa vicenda è la storia della "Zuppa alla pavese", semplice zuppa con pane secco, uova, formaggio e burro cucinata da una contadina al re appena fatto prigioniero. Si racconta che al re piacque così tanto da farla inserire nel menu di corte con il nome di "soupe à la pavoise".
In campionato, distratto dagli obiettivi internazionali, il Milan non seppe ripetersi l'anno successivo. Fu invece il [[Cagliari Calcio|Cagliari]] a mantenere per molte settimane il comando della graduatoria; l'inesperienza dei [[Sardegna|sardi]] giocò loro contro, tant'è che alla lunga uscì la forza della [[ACF Fiorentina|Fiorentina]]: per i viola lo Scudetto [[Serie A 1968-1969|1968-1969]] fu il secondo titolo. Gli isolani, sostenuti dai gol del [[Varese|varesotto]] [[Luigi Riva|Gigi Riva]], ripartirono alla testa della classifica; quando in inverno furono avvicinati da due potenze come Inter e Juventus, i sardi riuscirono a tenere a debita distanza le inseguitrici e il [[12 aprile]] [[1970]] conquistarono lo scudetto. [[Cagliari]], coi suoi centosettantamila abitanti, divenne la più piccola città a vincere la A a girone unico.
 
Tuttavia due anni più tardi i francesi, guidati da [[Odet de Foix]], sottomisero la città ad un [[Sacco di Pavia (1527)|saccheggio]] di sette giorni; durante l'assedio, il Castello Visconteo perse l'ala nord - la più bella, perché conteneva gli appartamenti ducali, con stanze affrescate dal [[Pisanello]] - e le due torri di nordovest e nordest, le campagne attorno alla città furono devastate ed alcune chiese suburbane, o vicine alle mura, furono distrutte o talmente danneggiate da non essere più utilizzabili. Terminato il saccheggio, i francesi scesero verso Piacenza, diretti a Roma. All'Hercolani non andò molto meglio: fu assassinato, in casa sua, da sicari guelfi nel [[1534]]. Dopo il saccheggio, i francesi lasciarono un debole guarnigione in città, e, sempre nel 1527, dopo un breve assedio, gli imperiali ripresero [[Pavia]], che fu nuovamente saccheggiata. Nel 1528, per l'ennesima volta, l'esercito francese assediò e occupò nuovamente [[Pavia]], ma nel 1529 gli imperiali riscirono a scacciare definitivamente i francesi, riprendendo [[Pavia]] e saccheggiandola di nuovo<ref name="B1" />.
Il Cagliari sembrò partir bene anche nella nuova stagione agonistica e, dopo la vittoria in casa dell'Inter il [[25 ottobre]], sognò il secondo trionfo: ma sei giorni dopo a [[Vienna]], durante la partita tra [[Nazionale di calcio dell'Italia|Italia]] e [[Nazionale di calcio dell'Austria|Austria]], un grave infortunio mise fuori gioco Riva, compromettendo in parte la sua carriera. Il campionato tornò a Milano, coi nerazzurri che recuperarono i rossoneri e colsero il loro 11º titolo.
 
Il [[Pace di Cateau-Cambrésis|trattato di pace di Cateau-Cambresis]] (1559) tra i sovrani spanolo e francese, assegnò il [[Ducato di Milano]] al ramo spagnolo degli Asburgo inaugurando un dominio durato 155 anni.
===I successi di Juventus, Lazio e Torino. Lo scandalo del ''Totonero''===
[[File:Giorgio Chinaglia Lazio 2.jpg|thumb|left|[[Giorgio Chinaglia]], bomber della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] negli anni settanta]]
Nell'estate del [[1971]] una riforma societaria portò ai vertici della Juventus l'ex capitano [[Giampiero Boniperti]], uomo di fiducia del ''patron'' [[Gianni Agnelli]]. Egli aggiunse alla rosa un gran numero di giovani, e nel quadro di un generale scadimento tecnico del torneo, la nuova dirigenza seppe dar vita ad un ciclo di tre lustri in cui i bianconeri rafforzarono definitivamente il loro primato nell'albo d'oro del campionato.
 
Nel 1617 fu stipulata la [[Pace di Pavia (1617)|Pace di Pavia]] che poneva fine alla [[Guerra successione del Monferrato|guerra per la successione del Monferrato]]: a [[Ferdinando Gonzaga]] di Mantova, appoggiato dalla Spagna, fu assegnato il [[Monferrato]], mentre e a [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele I]] di Savoia, alleato dalla Francia, furono restituiti i territori persi in guerra<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />.
[[File:Lazio 1974 Campioni d'Italia.jpg|thumb|La Lazio di [[Tommaso Maestrelli]] con lo ''Scudetto'' sul petto]]
Nelle prime stagioni la lotta fu col [[Associazione Calcio Milan|Milan]] di [[Nereo Rocco]]: già nel [[Serie A 1971-1972|1971-1972]] il capitano rossonero [[Gianni Rivera]] fu squalificato per 4 giornate (ridotte a 2 in appello) per le sue accuse al "palazzo", ma nel [[Serie A 1972-1973|1972-1973]] le polemiche divennero ancor più aspre. Il torneo vide una serrata lotta fra i lombardi, i piemontesi e la neopromossa [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] di [[Tommaso Maestrelli]], coi rossoneri favoriti fino allo scontro diretto dell'[[Stadio Olimpico (Roma)|Olimpico]], perso dai meneghini col punteggio di 2-1. In un clima di tensioni la corsa del Milan subì un arresto e, all'ultima giornata (stanco per la vittoriosa trasferta [[Grecia|greca]] a [[Salonicco]] che in settimana gli aveva fruttato la [[Coppa delle Coppe 1972-1973]]), il Milan perse al [[Stadio Marcantonio Bentegodi|Bentegodi]] per 3-5, subendo il sorpasso ''in extremis'' della Juventus. La ''Fatal Verona'' lasciò il segno nella società rossonera, aprendo un'instabilità dirigenziale ultradecennale che si tradusse in scarsi risultati sul campo. Fu invece pronta la risposta della Lazio che, dopo aver lottato fino all'ultima giornata per il ''Tricolore'' l'anno prima, smentendo chi la considerava una meteora tra le "grandi" dell'epoca, si ripropose in vetta alla classifica durante tutta la stagione successiva fino a conquistare il suo primo ''[[Scudetto]]'': un titolo dovuto in parte ai gol del [[capocannoniere]] [[Giorgio Chinaglia]], alle prestazioni dei centrocampisti [[Luciano Re Cecconi]] e [[Mario Frustalupi]], oltre a quelle del [[Capitano (calcio)|capitano]] biancoceleste [[Giuseppe Wilson|Pino Wilson]], oltreché alle doti tecniche ed umane dell'allenatore Tommaso Maestrelli, capace insieme ai suoi giocatori di rompere l'egemonia delle formazioni del Nord.
 
Nel [[1655]] il principe [[Tommaso Francesco di Savoia]] attaccò Pavia con un'armata di 20.000/25.000 soldati francesi, piemontesi e del [[Ducato di Modena e Reggio|duca di Modena]], mentre la città era difesa da [[Galeazzo Trotti]] che disponeva solo di 3.000 fanti spagnoli, circa 900 cavalieri spagnoli e di alcune migliaia di uomini della milizia urbana. Tuttavia, [[Tommaso Francesco di Savoia]] non riuscì a conquistare [[Pavia]] e dovette ritirarsi dopo un assedio durato 52 giorni<ref>{{Cita libro|cognome=Alfani|cognome2=Rizzo|titolo=Nella morsa della guerra. Assedi, occupazioni militari e saccheggi in età preindustriale: Assedi, occupazioni militari e saccheggi in età preindustriale|url=https://books.google.it/books?id=Kb8rAQAAQBAJ&pg=PA31&lpg=PA31&dq=assedio+pavia+1655&source=bl&ots=eh7aheAHuV&sig=ACfU3U1JuLF6XM0EGOK8utFDjTZSliqNAQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwib59mY3fDgAhVEyKQKHf0SCHQQ6AEwCHoECAMQAQ#v=onepage&q=assedio%20pavia%201655&f=false|accesso=2019-03-07|data=2013|editore=FrancoAngeli|lingua=it|ISBN=9788820433482}}</ref><ref name="B1" />.
L'arrivo di [[Carlo Parola]] sulla panchina bianconera coincise col riscatto dei piemontesi. Con i campioni in carica della Lazio, distratti dal [[Cancro (malattia)|male]] che stava affliggendo il loro allenatore Maestrelli, i torinesi, aiutati dalle reti di [[Pietro Anastasi]], non incontrarono particolare difficoltà a rimettere le mani sul titolo nel [[Serie A 1974-1975|1974-1975]]. Nel torneo successivo i bianconeri, malgrado fossero spesso protagonisti di insperati recuperi, persero un scudetto che pareva assai vicino: la sconfitta avvenne per mano del [[Torino Calcio 1906|Torino]] che, con in rosa i ''Gemelli del gol'' [[Paolo Pulici|Pulici]] e [[Francesco Graziani|Graziani]], tornarono al successo ad un quarto di secolo dalla sciagura di [[Superga]]. Il successivo campionato vide dominare le torinesi, che distanziarono di quindici punti le inseguitrici: la Juventus di [[Giovanni Trapattoni]] riuscì a superare i granata al ''[[fotofinish]]'' per una sola lunghezza (vincendo inoltre la [[Coppa UEFA 1976-1977|Coppa UEFA]], primo trofeo internazionale del club bianconero). Anche nel [[Serie A 1977-1978|1977-1978]] il tricolore fu appannaggio dei bianconeri, che precedettero, stavolta con maggior agio, il Toro e una neopromossa, il [[Lanerossi Vicenza]] del giovane [[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]].
[[File:Pablito vi.jpg|thumb|[[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]], [[Marcatori dei campionati italiani di calcio|capocannoniere]] della stagione 1977-1978 e leader del [[Lanerossi Vicenza]]]]
[[File:Dinozoff.jpg|left|thumb|[[Dino Zoff]], imbattibile portiere juventino]]
 
Pavia fu in seguito sotto diverse dominazioni straniere. Nel [[1706]], dopo un breve assedio<ref>{{Cita web|url=http://socrate.apnetwork.it/blog/wp-content/uploads/2012/09/socrate79.pdf|titolo=Breve storia dei 20 assalti e saccheggi subiti dalla città nel corso dei secoli.Un triste primato.}}</ref>, fu occupata dagli austriaci, che mantennero il controllo della città fino al 1796, nonostante, durante le [[Guerra di successione polacca|guerre di Successione Polacca]] prima e [[Guerra di successione austriaca|Austriaca]] poi, Pavia fu occupata nel [[1733]] dai francesi, nel [[1743]] da francesi e spagnoli, per essere poi ripresa definitivamente nel [[1746]] dagli austriaci. A causa di queste guerre, la [[Principato di Pavia|città]] perse, a favore del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], gran parte del suo territorio, dato che la [[Lomellina]] fu ceduta nel 1707 e il [[Siccomario]] e l'[[Oltrepò Pavese]] nel 1744.
I [[Campionato mondiale di calcio 1978|Mondiali d'Argentina]] portarono a vari cambiamenti, in una stagione che vide il Milan, guidato in panchina da [[Nils Liedholm]], assicurarsi la ''Stella d'oro'' mancata sei anni prima; la medaglia d'onore, e quella d'argento, andarono però al [[Perugia Calcio|Perugia]] di [[Ilario Castagner]], prima squadra a riuscire a chiudere la stagione imbattuta dai tempi del [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] del [[Prima Divisione 1922-1923|1923]].
 
Al periodo austriaco si deve anche la rinascita, dopo la decadenza durante il Seicento, dell'[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]], grazie alla politica illuminata dei sovrani di Casa d'Austria, [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]] e [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]], nella seconda metà del sec. XVIII. Essa fu accompagnata da un grandioso programma di potenziamento delle strutture didattiche, di ricerca e di riassetto edilizio, che ha dato alla sede dell'Università l'aspetto che essa ancora oggi conserva, rendendo [[Pavia]] il maggior centro culturale della [[Lombardia]].
Il [[Serie A 1979-1980|campionato 1979-1980]] fu l'anno del dodicesimo scudetto dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], allenata da [[Eugenio Bersellini]] e guidata in campo da [[Alessandro Altobelli]] ed [[Evaristo Beccalossi]], e anche la stagione dello scandalo del ''[[Scandalo del calcio italiano del 1980|Totonero]]'': il [[23 marzo]] la [[Guardia di Finanza]] fece irruzione negli stadi arrestando quattordici tesserati coinvolti in un giro di scommesse clandestine e compravendita di partite, coinvolgendo la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] e proprio il Milan, che furono retrocesse a tavolino in [[Serie B]], mentre numerose altre società subirono pesanti penalizzazioni. Per i rossoneri fu la prima discesa nella cadetterìa. Nello scandalo furono coinvolti calciatori di primo livello come [[Enrico Albertosi]] del Milan, [[Bruno Giordano]], [[Lionello Manfredonia]] e Wilson della Lazio, e [[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]] del [[Lanerossi Vicenza]]: quest'ultimo fu squalificato per 2 anni e sarà costretto a saltare il {{EC|1980}} giocato pochi mesi dopo proprio in [[Italia]].
 
Fra i docenti più famosi di livello europeo chiamati dagli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] a [[Pavia]] vanno ricordati [[Lazzaro Spallanzani]] nelle scienze naturali, [[Lorenzo Mascheroni]] nelle matematiche, [[Alessandro Volta]] nella fisica, [[Antonio Scarpa]] nell'anatomia<ref>{{Cita web|url=http://www-4.unipv.it/webcesup/index.php?option=com_content&task=view&id=5&Itemid=26|titolo=Storia dell'Ateneo - Cenni storici|sito=www-4.unipv.it|accesso=2019-03-07}}</ref>.
La Serie A uscì dallo scandalo assai indebolita, tanto che per correre ai ripari di fronte allo scadimento tecnico del torneo &ndash; certificato dal dimezzamento dei posti disponibili per l'Italia in [[Coppa UEFA]] &ndash; la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] decise di abbandonare la linea autarchica degli [[Anni 1970|anni settanta]] autorizzando l'ingaggio di uno straniero per squadra (dalla stagione [[Serie A 1982-1983|1982-1983]] diventarono due). Il campionato italiano fu avvincente fino all'ultima giornata: la lotta per il titolo (nell'anno della finora unica apparizione in A della [[Associazione Calcio Pistoiese|Pistoiese]]) fra la Juventus, il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] e la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] del presidente [[Dino Viola]] e del tecnico [[Nils Liedholm]] ebbe un picco alla terzultima giornata, disputata il [[10 maggio]] [[1981]], in occasione dello scontro diretto fra bianconeri e capitolini al [[Stadio Olimpico di Torino|Comunale]], quando un gol del giallorosso [[Maurizio Turone]], che le moviole dimostrarono regolare, fu annullato dalla terna arbitrale guidata da [[Paolo Bergamo]]. Lo Scudetto venne assegnato nell'ultimo turno, il [[24 maggio]] [[1981]], con la vittoria della Juventus per 1-0 contro la Fiorentina in casa, e con il pareggio romanista per 1-1 in trasferta a [[Como]]; ma il ''gol di Turone'', che avrebbe significato il sorpasso dei romanisti al vertice della classifica a due giornate dalla fine, divenne uno dei più celebri argomenti di coloro che, negli anni a seguire, sostennero l'esistenza di una "sudditanza psicologica" degli arbitri italiani nei confronti della società di [[Famiglia Agnelli|Casa Agnelli]]. Argomenti che trovarono nuova linfa nel [[Serie A 1981-1982|1981-1982]], quando il testa a testa fra i bianconeri e la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] di [[Giancarlo Antognoni]] si risolse solo all'ultimo turno, il [[16 maggio]] [[1982]], in occasione del quale un gol viola in casa di un [[Cagliari Calcio|Cagliari]] impegnato in una lotta per la salvezza con Genoa, Bologna e Milan, fu annullato fra molte recriminazioni, mentre a [[Catanzaro]] un rigore trasformato da [[Liam Brady]] premiava la Juventus, consegnandole il suo 20º scudetto, quello della seconda stella.
 
Nel maggio [[1796]] da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], che la punì per un'insurrezione condannandola ad un saccheggio di tre giorni. Tuttavia, ben presto, [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] decise di sfruttare l'[[Università degli Studi di Pavia|Università]], le biblioteche e le compentenze presenti in città, creando la [[Scula Militare per Ufficiali di Fanteria]] e, nel 1803, la Scuola d'Artiglieria, con annessa fonderia di cannoni in bronzo<ref>{{Cita web|url=http://win.storiain.net/arret/num156/artic7.asp|titolo=La Scuola teorico-pratica di Artiglieria di Pavia|sito=win.storiain.net|accesso=2019-03-07}}</ref>. Anche l'[[Università degli Studi di Pavia|università]] attraversò un periodo felice, l'età napoleonica vide infatti gli insegnamenti di [[Vincenzo Monti]] e di [[Ugo Foscolo]] sulla cattedra di eloquenza e di [[Gian Domenico Romagnosi]] di diritto civile. Nel [[1814]] tornò sotto gli austriaci. Nel 1819<ref>{{Cita web|url=http://www.naviglilombardi.it/navigli/naviglio-pavese/|titolo=Naviglio Pavese {{!}} Navigli Lombardi|lingua=it-IT|accesso=2019-05-07}}</ref> furono portati a termine i lavori del [[Naviglio Pavese]], il canale, concepito come via d'acqua tra [[Milano]], [[Pavia]] ed il [[Ticino (fiume)|Ticino]] e come canale irriguo, contribuì allo sviluppo della città, tanto che già pochi anni dopo la sua realizzazione, nel 1821, alle spalle del castello sorse [[Borgo Calvenzano (Pavia)|Borgo Calvenzano]], una lunga serie di edifici porticati dove si trovavano magazzini, osterie, uffici spediazionieri e doganali, alberghi, stalle, tutto in supporto della navigazione interna. Nel 1820 cominciarono ad operare nella darsena di Pavia i primi [[Piroscafo|piroscafi]] a vapore e, tra il 1854 ed il 1859, il [[Lloyd Austriaco|Loyd Austriaco]] organizzò una regolare linea di navigazione, sempre tramite piroscafi a vapore, tra [[Pavia]], [[Venezia]] e [[Trieste]].
=== La sfida anni ottanta tra Juventus, Roma e Verona ===
[[File:Roma1983.jpg|thumb|left|La rosa della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] campione nel 1983]]
La Roma tornò al titolo a 41 anni da quello del [[Serie A 1941-1942|1941-1942]]. La lotta fra bianconeri e giallorossi divenne un classico degli [[Anni 1980|anni ottanta]], vedendo imporsi i primi nel [[Serie A 1983-1984|1983-1984]], e sfociando in un esito clamoroso nel [[Serie A 1985-1986|1985-1986]].
 
== Regno di Sardegna ==
[[File:SquadraHellas84-85.jpg|thumb|Il [[Hellas Verona Football Club|Verona]] dello storico scudetto 1985]]
[[File:Passaggio Ticino esercito austriaco 1849.jpg|thumb|upright=1.4|L'esercito austriaco attraversa il Ticino nei pressi di Pavia il 20 marzo 1849.]]
Nel mezzo, coi piemontesi impegnati in una controversa cavalcata in [[Coppa dei Campioni 1984-1985|Coppa dei Campioni]], il [[Serie A 1984-1985|Campionato 1984-1985]] vide concretizzarsi il successo di una provinciale: sei decenni dopo i successi della [[Pro Vercelli]], fu il [[Hellas Verona Football Club|Verona]] di [[Osvaldo Bagnoli]] e della coppia d'attaccanti formata da [[Preben Elkjær Larsen|Elkjær]] e [[Giuseppe Galderisi|Galderisi]] a firmare l'impresa di vincere lo scudetto. In un campionato ricco di fuoriclasse stranieri, come Rummenigge dell'Inter, Boniek e [[Michel Platini|Platini]] della Juventus, [[Diego Armando Maradona|Maradona]] del Napoli e [[Zico]] dell'Udinese, la squadra gialloblù ottenne la matematica vittoria del titolo il [[12 maggio]] [[1985]] a [[Bergamo]], pareggiando contro l'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] per 1-1. La stagione 1984-1985 è anche passata alla storia per il numero massimo di spettatori, tra paganti e abbonati, allo stadio nella storia del campionato a girone unico, 38.000 a partita. Come anticipato, il [[Serie A 1985-1986|torneo 1985-1986]] ripropose la lotta fra capitolini e torinesi: quando tutti si aspettavano il trionfo dei giallorossi, la Roma perse in casa contro il [[Unione Sportiva Lecce|Lecce]], già retrocesso ed ultimo in classifica. Fu il nono titolo in quindici anni per la gestione Boniperti, che chiuse così il suo ciclo dopo aver vinto, l'[[8 dicembre]] [[1985]], la prima [[Coppa Intercontinentale]] della sua storia a [[Tokyo]].
Il movimento rivoluzionario del febbraio [[1848]] fu represso duramente dagli austriaci: nel mese successivo per breve tempo le forze del [[Regno di Sardegna]] ne ottennero il controllo, perdendolo però subito dopo, fino al [[1859]] quando Pavia divenne parte del regno insieme al resto della Lombardia.
 
In molti periodi Pavia è stata il centro di grande attività intellettuale. Qui [[Severino Boezio]] scrisse il [[De consolatione philosophiae]]. La scuola legale di Pavia fu resa celebre da [[Lanfranco di Canterbury|Lanfranco]], futuro [[arcivescovo di Canterbury]]. [[Francesco Petrarca]] venne spesso qui a trovare l'amico [[Galeazzo II]]. [[Cristoforo Colombo]] fu studente all'Università di Pavia intorno al [[1465]]. Nel [[1471]] si introdusse la stampa. Due dei vescovi di Pavia furono eletti al papato, [[Papa Giovanni XIV]] e [[Papa Giulio III]].
=== L'era Berlusconi e il Napoli di Maradona ===
Altro pavese illustre fu [[Luigi Porta]], famoso anatomista. Nel 1895 le famiglie di [[Jakob Einstein|Jakob]] e [[Hermann Einstein]], lo zio e il padre del sedicenne [[Albert Einstein]] si trasferirono a Pavia, dove dal 1894 avevano fondato [[officine elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone]] lungo il [[Naviglio Pavese]]<ref>{{Cita web|url=http://musei.unipv.eu/msu/gli-einstein-a-pavia/|titolo=Gli Einstein a Pavia}}</ref>. Il giovane [[Albert Einstein]] abitò per alcuni a Pavia a [[Palazzo Cornazzani]], dove, curiosamente, avevano già abitato [[Ugo Foscolo]] e [[Ada Negri]].
[[File:Napoli 1986-87.jpg|thumb|left|La rosa del [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] campione nel 1987]]
L'inverno del [[1985]] fu molto tormentato per il [[Associazione Calcio Milan|Milan]]. L'eliminazione dalla [[Coppa UEFA]] per mano dei [[belgio|belgi]] del [[Zulte Waregem]] accese la contestazione dei tifosi contro il presidente [[Giuseppe Farina (imprenditore)|Farina]], che fuggì all'estero. Quando la [[FIGC|Federazione]] dispose una ricognizione dei libri contabili, emerse una situazione di dissesto finanziario tale da prefigurare un immediato rischio di fallimento: fu l'[[imprenditore]] [[televisione|televisivo]] [[Silvio Berlusconi]] ad acquistare la società il [[24 marzo]] [[1986]] impegnandosi nel pagamento dei debiti.
 
[[Pavia]] fu al centro di il 24 marzo 1870 della rivolta, organizzata da alcuni militari di idee repubblicane, della [[brigata Modena]] (di stanza a [[Pavia]]), note come [[Patatrac 1870|Patatrac]] e soffocata nel sangue dalle truppe rimaste fedeli alla monarchia<ref>{{Cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/cultura/quando-mazzini-scaten-patatrac-sognando-repubblica-925502.html|titolo=Quando Mazzini scatenò il patatrac sognando la Repubblica}}</ref>.
[[File:Sacchi.JPG|thumb|[[Arrigo Sacchi]] portò il Milan per due volte sul tetto d'Europa]]
La nuova stagione fu appannaggio del [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] di [[Diego Armando Maradona]]. Gli azzurri, trascinati dal campione [[argentina|argentino]], presero il comando della classifica cogliendo il primo scudetto della loro storia. La squadra del presidente [[Corrado Ferlaino]] riuscì a prendere il comando il 9 novembre dopo aver battuto la [[Juventus Football Club|Juventus]] nello scontro diretto al Comunale di Torino. Da quel momento in poi i partenopei non lasciarono più la testa della classifica, anche se ci furono dei momenti in cui altre squadre si avvicinarono, in particolare l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]]. Due sconfitte consecutive della squadra milanese allenata da [[Giovanni Trapattoni|Trapattoni]], rispettivamente alla tredicesima e quattordicesima giornata del girone di ritorno, permisero al Napoli di festeggiare il primo scudetto della sua storia il 10 maggio, dopo il pareggio allo stadio [[Stadio San Paolo di Napoli|San Paolo]] contro la [[Fiorentina]]. Quella gara è ricordata anche per il primo gol in Serie A segnato dal ventenne attaccante viola [[Roberto Baggio]], che collezionerà 205 gol fino alla stagione [[Serie A 2003-2004|2003-2004]].
 
Nel 1883 con l'annessione del comune dei [[Corpi Santi di Pavia|Corpi Santi]], la superficie del comune s'ingrandì, negli stessi anni cominciarono a sorgere importanti industrie, come la [[Necchi]], mentre nel 1905 sorse la [[SNIA Viscosa|Snia Viscosa]], prima grande fabbrica italiana di seta artificiale e tessuti sintetici, seguite da molte altre, tanto che nei primi decenni del Novecento gli addetti all'industria in città erano 16.000<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/pavia_(Enciclopedia-Italiana)|titolo=PAVIA in "Enciclopedia Italiana"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-05-07}}</ref>.
In estate il Milan di Silvio Berlusconi si attivò sul mercato e portò a Milanello i due [[Nazionale di calcio dell'Olanda|olandesi]] [[Ruud Gullit]] e [[Marco van Basten]], il centrocampista [[Carlo Ancelotti]] e come allenatore [[Arrigo Sacchi]], seguace del [[difesa a zona|gioco a zona]] e del [[calcio totale]], tecniche innovative nel calcio italiano. I rossoneri partirono bene, ma furono i partenopei ad andare in fuga. Il successo rossonero nello scontro diretto di [[Stadio San Siro|San Siro]] parve un episodio isolato fino a [[Pasqua]], allorché i napoletani accusarono un periodo negativo. Sconfitta anche al San Paolo, la formazione di Maradona non vinse neppure le gare rimanenti, e un pareggio a [[Como]] all'ultima giornata consegnò ai lombardi lo scudetto.
 
== L'avvento del fascismo ==
[[File:Nicola berti.jpg|thumb|left|[[Nicola Berti]], uno dei protagonisti dell'Inter dello "scudetto dei record" del 1989]]
Nelle elezioni dell’autunno del 1920 il Partito socialista raggiunse uno straordinario risultato ottenendo in provincia 156 sindaci su 220 e 56 seggi su 60 del Consiglio provinciale<ref>{{Cita news|autore=Roberto Lodigiani|titolo=Così il fascismo conquistò il Mezzabarba|pubblicazione=La Provincia Pavese|data=14 ottobre 2012}}</ref>. da subito si scatena la reazione fascista in quello che è stato definito un "biennio nero" nel corso del quale i sindaci socialisti vengono cacciati uno dopo l'altro con la violenza.
Nella stagione [[Serie A 1988-1989|1988-1989]] il campionato tornò a comporsi di 18 partecipanti e aumentò il numero di stranieri da schierare in campo, da due a tre. Mentre i rossoneri erano vittoriosi nelle partite che portarono alla conquista della [[Coppa dei Campioni 1988-1989|Coppa dei Campioni]] a [[Barcellona]], l'Inter di [[Giovanni Trapattoni]] si rese protagonista di un campionato che riuscì a dominare in ogni aspetto, cogliendo lo "scudetto dei record". Diversa fu l'annata successiva: la squadra nerazzurra interruppe presto la propria serie positiva, e tornarono in testa partenopei e milanisti. Se l'andata fu appannaggio degli azzurri, il ritorno vide l'avanzata rossonera che fruttò loro il primato. Dopo risultati alterni e qualche polemica, i napoletani ratificarono lo scudetto battendo in casa la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] per 1-0.
 
Anche a Pavia fu teatro dell'azione squadrista contro gli avversari politici. Uno dei primi a farne le spese fu lo studente universitario cremonese [[Ferruccio Ghinaglia]]. Il giovane, dirigente del neonato Partito Comunista, fu ucciso il 21 aprile del 1921 da un gruppo di aderenti al fascio in un agguato mentre attraversa il Ponte coperto. Gli assalitori sparano sul gruppo di attivisti di ritorno da un'iniziativa politica. Quattro persone vengono ferite mentre Ghinaglia viene colpito alla testa<ref>{{Cita libro|autore=Emanuele Boccianti|autore2=Sabrina Ramacci|titolo=Italia Giallo e nera|anno=2013|editore=Newton Compton|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
[[File:Vialli-mancini.jpg|thumb|I ''gemelli del gol'' blucerchiati, [[Gianluca Vialli]] e [[Roberto Mancini]], trascinatori della Sampdoria campione d'Italia nel 1991]]
Per i campani fu l'ultima stagione di successi: [[Diego Armando Maradona]] lasciò la squadra per l'[[Argentina]] allorché risultò positivo al test antidoping dopo la partita Napoli-Bari, e per gli azzurri fu l'inizio di un declino che li porterà, nel giro di quindici anni, al fallimento e alla rifondazione che comportò la ripresa dalla [[Lega Pro Prima Divisione|Serie C1]]. La stagione 1989-1990 è passata alla storia anche per la vittoria delle squadre italiane in tutte le tre competizioni europee organizzate dall'[[UEFA]]: il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] conquistò per il secondo anno consecutivo la [[Coppa dei Campioni 1989-1990|Coppa dei Campioni]], la [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]] conquistò la [[Coppa delle Coppe 1989-1990|Coppa delle Coppe]] e la [[Juventus Football Club|Juventus]] si aggiudicò la [[Coppa UEFA 1989-1990|Coppa UEFA]] battendo nella doppia finale un'altra squadra italiana, la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]]. La stessa estate fu anche quella dei Mondiali di [[Campionato mondiale di calcio 1990|Italia '90]], chiusi al terzo posto dalla Nazionale italiana. Il nuovo campionato vide molte squadre inizialmente in vetta, tra cui figuravano il Milan, l'Inter, la Juventus, la [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]] e la matricola [[Parma Football Club|Parma]]. Dopo la pausa natalizia, il gruppo perse svariati elementi ed emersero le due milanesi e i genovesi. Furono gli scontri diretti a sancire il predominio doriano: battendo i rossoneri a [[Stadio Marassi|Marassi]] e i nerazzurri a [[stadio San Siro|San Siro]], i blucerchiati di [[Gianluca Vialli]] e [[Roberto Mancini]] e del presidente [[Paolo Mantovani]], colsero il loro primo e finora unico scudetto. I principali delusi furono i rossoneri, che avevano sì incamerato la loro seconda [[Coppa Intercontinentale]] consecutiva (e anche un'altra [[Supercoppa UEFA|Supercoppa Europea]], vinta proprio contro i liguri), ma erano usciti dalla [[Coppa dei Campioni 1990-1991|Coppa dei Campioni]] in una notte [[marsiglia|marsigliese]] che costò ai rossoneri un anno di squalifica dalle [[coppe europee]].
 
La presa di Pavia da parte dei fascisti matura proprio nei giorni cruciali della [[marcia su Roma]] e venne coordinata da [[Angelo Nicolato]]. Nicolato stabilì il quartier generale nella locanda Tre Re di [[Cava Manara]] dove furono fatte convergere tutte le truppe fasciste. L'operazione ebbe inizio la mattina del 28 ottobre 1922 quando le squadre fasciste entrano in città e si dirigono verso la prefettura senza incontrare nessuna resistenza da parte del presidio militare della città e in poche ore prendono il controllo dei punti nevralgici della città. Alle cinque del pomeriggio del 28 ottobre il capitano Tommaso Bisi con un squadra di camicie nere fece irruzione nella sede comunale di palazzo Mezzabarba assumendo il potere. Il sindaco socialista [[Alcide Malagugini]] convoca il convoca il consiglio comunale che il 29 ottobre decreta il proprio autoscioglimento.la carica di sindaco viene assunta dal potente dirigente fascista lomellino [[Cesare Forni]], espressione dell'ala dura del partito legato ai grandi proprietari agrari.
[[File:Marco van Basten.jpg|thumb|left|[[Marco van Basten]], goleador del Milan]]
[[File:CapelloMadrid.JPG|thumb|[[Fabio Capello]], allenatore del [[Milan]] tre volte campione d'Italia]]
Il Milan lasciò quindi partire Sacchi per la [[nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] affidando la panchina a [[Fabio Capello]]. Il tecnico di [[San Canzian d'Isonzo|Pieris]] rigenerò lo spogliatoio costruendo una stagione in cui i rossoneri non ebbero rivali: vinsero lo scudetto distanziando la Juventus di Trapattoni, chiusero imbattuti come non capitava ad una squadra da [[serie A 1978-1979|13 anni]] (allora fu il Perugia) e ai campioni da [[Prima Divisione 1922-1923|69]], guadagnandosi così l'appellativo di ''Invincibili''. Anche la stagione successiva fu un monologo del ''Diavolo'', che conobbe la sua prima sconfitta &ndash; dopo una serie record di 58 gare &ndash; il [[21 marzo]] per il successo del [[Parma Football Club|Parma]] a [[Stadio San Siro|San Siro]] con una rete di [[Faustino Asprilla]]; fu unicamente l'Inter di [[Osvaldo Bagnoli]] a tentare l'inseguimento, fugato dal pareggio di [[Ruud Gullit]] nel [[derby di Milano|derby]] della vigilia di [[Pasqua]]. Le partenze in estate, di Gullit verso la Sampdoria e di [[Frank Rijkaard]] all'Ajax, e il prematuro ritiro di [[Marco van Basten]], sembrarono suggerire un cambio di strategia per cui Capello valorizzò la difesa guidata da [[Franco Baresi]]<ref>.Il Milan vinse i titoli del 1993 e del 1994 col medesimo punteggio in classifica, ma rispetto alla precedente annata, nel 1994 i rossoneri sostanzialmente dimezzarono sia i gol fatti che quelli subiti, chiudendo con sole 15 marcature al passivo, una delle medie più basse di tutta la storia della Serie A.</ref>, che permise al portiere [[Sebastiano Rossi]] di stabilire il record di imbattibilità della propria porta con 929 minuti. Come due anni prima, la principale inseguitrice fu la Juventus, a cui si aggiunse la Sampdoria, ma la squadra di Capello seppe tener testa agli avversari cogliendo il terzo scudetto consecutivo e collezionando una striscia di successi che non si verificava dai tempi del [[Grande Torino]]. A completare il palmarès giunse anche la vittoria nella finale di [[UEFA Champions League 1993-1994|Coppa dei Campioni 1993-1994]] sul Barcellona per 4-0, che permise ai [[Lombardia|lombardi]] di cogliere quell'accoppiata che anche gli interisti erano riusciti a realizzare nel [[1965]]. Il Milan seppe, quell'anno, sfruttare i gol di un attaccante che il ritiro di Van Basten aveva promosso titolare, [[Daniele Massaro]], e le giocate del [[Montenegro|montenegrino]] [[Dejan Savićević]]. Negli stessi anni il [[Unione Sportiva Foggia|Foggia]] di [[Zdenek Zeman]], grazie al modulo 4-3-3 e al gioco vivace, portò una novità.
 
Il dominio del Forni sul fascismo pavese non durò molto e questi, dopo essere entrato in scontro con lo stesso partito, venne rimosso. Nicolato, dopo aver allontanato anche il Bisi, controlla il partito in provincia promuovendo a capo del fascismo in provincia l'alleato prof. Spizzi<ref>{{Cita libro|autore=Ugoberto Alfassio Grimaldi|titolo=Eia, eia, alalà|anno=|editore=|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
=== La Juventus della ''Triade''. I successi delle romane ===
[[File:Marcello Lippi.jpg|thumb|left|[[Marcello Lippi]], che conquistò cinque scudetti con la Juventus]]
Mai nel Dopoguerra erano trascorse ben otto stagioni consecutive senza che la [[Juventus Football Club|Juventus]] cogliesse un titolo. Decisi a non allungare ancora la striscia negativa, [[Gianni Agnelli|Gianni]] e [[Umberto Agnelli]] rivoluzionarono l'assetto organizzativo della società, affidandone la gestione al ''manager'' [[Antonio Giraudo]], a [[Luciano Moggi]] e a [[Roberto Bettega]]: i tre dirigenti formarono un discusso ma efficace gruppo di amministratori, detto la ''Triade'', che condizionò il calcio italiano per dodici anni.
 
== La resistenza e la liberazione ==
Sulla panchina bianconera fu chiamato [[Marcello Lippi]], che seppe sfruttare la novità regolamentare introdotta dopo i [[Campionato mondiale di calcio 1994|Mondiali USA]]; seguendo la linea della [[FIFA]] tesa a disincentivare i pareggi favorendo lo spettacolo, anche la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] introdusse la norma che assegnava tre punti ad ogni vittoria, e non più due (in realtà tale regola ebbe una prima sperimentazione l'anno prima in Serie C). Il torneo vide andare in testa il [[Parma Football Club|Parma]] di [[Nevio Scala]], ma Lippi, schierando la squadra con un offensivo schema 4-3-3, che sostituì il classico 4-4-2 che aveva fatto le fortune del Milan, ottenne un alto numero di vittorie. Il tridente formato da [[Gianluca Vialli]], [[Roberto Baggio]] e [[Fabrizio Ravanelli]], assicurò molte reti in un'annata in cui i bianconeri si trovarono a competere coi gialloblù su tutti i fronti. Se i ducali prevalsero nella finale di [[Coppa UEFA 1994-1995|Coppa UEFA]], la truppa di Lippi si aggiudicò quella di [[Coppa Italia]] e lo scudetto dopo nove anni di attesa. L'ascesa della Juventus continuò la stagione successiva quando, lasciando spazio in campionato &ndash; come già accennato &ndash; al Milan, i [[torino|torinesi]] riuscirono a conquistare a [[Roma]] contro l'[[AFC Ajax|Ajax]] [[UEFA Champions League 1995-1996|la seconda Coppa dei Campioni della storia bianconera]].
Molto prima che iniziasse la resistenza Pavia annoverò alcuni fulgidi esempi che si esposero personalmente per contrastare la dittatura. Tra questi una delle figure più interessanti è quella di [[Giorgio Errera]] docente di chimica all'Università di Pavia. Già nel 1923 rifiutò la carica di Rettore, che gli era stata proposta dal Ministro della Pubblica istruzione Giovanni Gentile di cui era amico, per il giudizio negativo che aveva del regime. Successivamente nel 1931 fu uno dei dodici professori universitari italiani (su 1255) che rifiutò di giurare fedeltà al fascismo e fu per questo messo in pensione<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paolo Vallabrega|anno=2014|titolo=I dodici professori che non hanno giurato|rivista=|volume=|numero=|url=http://www.swas.polito.it/services/poli_flash/foto/I%20dodici%20professori%20che%20non%20hanno%20giurato.pdf}}</ref>.
 
Dopo l'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]] i tedeschi, a poche ore dall'armistizio, presero il controllo diretto di tutti i centri più importanti della provincia. La sera del 9 settembre al comando del capitano Korsemann arrivarono alle porte di Pavia. Il 29 settembre 1943 si tenne nella sala del camino del Broletto la prima riunione del ricostituito fascio repubblicano guidato dal federale Dante Cattaneo.
[[File:Alessandro Del Piero.jpg|thumb|[[Alessandro Del Piero]], bandiera e [[Capitano (calcio)|capitano]] dei bianconeri]]
Tra il [[Serie A 1996-1997|1996-1997]] e il [[Serie A 1997-1998|1997-1998]] si susseguirono due stagioni simili sotto molti aspetti. In entrambe, un Milan alle prese con un arduo ricambio generazionale conseguì piazzamenti che comportarono l'esclusione dalle [[coppe europee]]; la Juventus perse la [[UEFA Champions League|Coppa dei Campioni]] all'ultimo atto; i bianconeri vinsero però due scudetti. Rafforzatisi con l'acquisto del trequartista [[francia|franco]][[algeria|-algerino]] [[Zinedine Zidane]], i [[torino|torinesi]] presero il comando di un campionato che a novembre era guidato dal [[Vicenza Calcio|Vicenza]] di [[Francesco Guidolin]] (vincitore nel 1997 del suo primo trofeo nazionale, la [[Coppa Italia]]); in inverno aumentarono il loro rendimento prima l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], fermata nel recupero dallo 0-0 contro la Juventus a San Siro, poi il [[Parma Football Club|Parma]], unica società nel Dopoguerra che fosse riuscita ad insidiare in maniera non episodica le gerarchie tradizionali del calcio italiano. I gialloblù sembrarono avere grosse ''chance'' per cogliere il loro primo scudetto quando vinsero all'[[Stadio Olimpico di Roma|Olimpico di Roma]], ma alcuni passi falsi li frenarono finché, nello scontro diretto, il [[18 maggio]] [[1997]] dello [[Stadio delle Alpi]], il pareggio con i bianconeri vanificò gli sforzi degli emiliani, che persero matematicamente il titolo alla penultima giornata ([[25 maggio]] [[1997]]), nonostante la vittoria in casa contro il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]], dopo che la Juventus pareggiò 1-1 a [[Bergamo]] contro l'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] due giorni prima, il [[23 maggio]] (gara anticipata per via della [[UEFA Champions League 1996-1997|finale Coppa dei Campioni 1996-1997]] in programma il [[28 maggio]]). Questo titolo suggellò anche il Centenario della Vecchia Signora. L'anno successivo fu l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] di [[Massimo Moratti]] e di [[Luigi Simoni]] ad impensierire la truppa di Lippi: capolista per gran parte del girone d'andata e vincitrice del primo scontro diretto, la squadra nerazzurra vanificò i risultati iniziali con alcune sconfitte, tra cui quelle interne contro il [[Associazione Sportiva Bari|Bari]] e il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] (entrambe per 0-1). L'episodio più controverso e famoso è l'arbitraggio di Piero Ceccarini in Juventus-Inter. Con la Juventus in vantaggio 1-0, un possibile fallo da rigore dello juventino Mark Iuliano sull'interista Ronaldo, non venne fischiato da Ceccarini, il quale, nel ribaltamento dell'azione, assegnò un rigore per la Juventus (poi parato da Pagliuca). La partita terminò 1-0 e le discussioni avvennero in tutti i mass-media e anche in Parlamento. La Juventus riuscì quindi a cogliere il suo 25º titolo, arrivato il 10 maggio, con un turno di anticipo.
 
Il primo Comitato di Liberazione Nazionale di Pavia fu interamente smantellato l'8 gennaio del 1944 quando la [[Guardia Nazionale Repubblicana]] arrestò cinque suoi membri: [[Enrico Magenes]], Ferruccio Belli, Luigi Brusaioli, Angelo Balconi e Lorenzo Alberti<ref>{{Cita web|url=http://www.lageredeportazione.org/binary/lager_deportazione_new/testimonianze/MAGENES.1152082229.pdf|titolo=Lager e deportazione, le testimonianze: Enrico Magenes}}</ref>. Le forze antifasciste riuscirono a costituire il CLN solo all'inizio dell'estate del 1944.
Dopo i [[campionato mondiale di calcio 1998|Mondiali 1998]] i bianconeri, molti dei quali protagonisti della manifestazione estiva, risentirono delle stanchezze da essa procurate, come accadde peraltro anche ai loro avversari nerazzurri. Si ebbe pertanto un campionato anomalo, in cui salirono le quotazioni della [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] di [[Giovanni Trapattoni]] e del bomber [[Gabriel Batistuta]]: i viola rimasero in testa fino a febbraio, quando l'infortunio della punta [[argentina]] e le assenze di [[Edmundo]] compromisero i loro sforzi a vantaggio della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] di [[Sven Goran Eriksson]], che sembrò a sua volta avviata al titolo quando subì due sconfitte consecutive, nel [[derby di Roma|derby]] e contro la Juventus. A questo punto si fece sotto il Milan di [[Alberto Zaccheroni]], allenatore che aveva colto ottimi risultati negli anni precedenti con l'[[Udinese Calcio|Udinese]]: i rossoneri riuscirono a sorpassare i biancocelesti nel penultimo turno e, la domenica seguente a [[Perugia]], in una gara in cui gli [[Umbria|umbri]] si giocavano la salvezza, conseguirono quella vittoria che gli permise di conquistare lo scudetto nell'anno del loro centenario. Nel frattempo la Juventus, che aveva sostituito Marcello Lippi con Carlo Ancelotti, perse lo spareggio per la ''zona UEFA'' con l'Udinese, chiudendo così al settimo posto della graduatoria, vedendosi costretta a partecipare all'[[Coppa Intertoto|Intertoto]] per non rinunciare alle coppe europee la stagione successiva (l'Inter, che perse un analogo spareggio per l'UEFA contro il Bologna, rinuncerà invece all'Intertoto).
 
La battaglia per la liberazione di Pavia si svolse nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1945 e il 26 i comandi fascisti si arresero ai partigiani. Dopo la liberazione il 27 aprile 1945 il [[Comitato di Liberazione Nazionale]] di Pavia prese possesso della prefettura. La città era ormai interamente sotto il controllo delle forze partigiane scese dalle colline dell'Oltrepo. Il 30 aprile entrano in città le prime truppe alleate<ref>{{Cita libro|autore=Pierangelo Lombardi|titolo=I CLN e la ripresa della vita democratica a Pavia|anno=1983|editore=La Pietra|città=Milano|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
[[File:Alessandro Nesta.jpg|thumb|left|[[Alessandro Nesta]], capitano della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] campione d'Italia e vincitrice della Coppa Italia nel 2000]]
I biancocelesti cercarono un pronto riscatto nel nuovo campionato, ma dovettero assistere al ritorno in forze della Juventus, che dopo un serrato testa a testa, chiuse in testa il girone d'andata, per poi prendere progressivamente il largo: spentisi alla distanza i rossoneri (che chiuderanno al terzo posto), i bianconeri sembravano sicuri del titolo grazie ai loro nove punti di vantaggio sui romani. Le fatiche dell'Intertoto e della mancata preparazione estiva si fecero sentire il [[26 marzo]], allorché la Juventus cadde a [[stadio San Siro|San Siro]] e subito dopo nello scontro diretto casalingo; dopo una nuova sconfitta a [[Verona]], si ridussero a due i punti che la separavano dalle contendenti. Quando all'ultimo minuto della penultima giornata il difensore del [[parma Football Club|Parma]] [[Fabio Cannavaro]] segnò ai bianconeri una rete del possibile pareggio che avrebbe significato l'aggancio, l'arbitro [[Massimo De Santis]] l'annullò per motivi non chiari: in settimana vi furono ancora molte polemiche sul fronte Juventus-arbitri, cui fecero corollario scontri e disordini a [[Roma]] tra la [[polizia]] e gli ''ultras'' biancocelesti che cercarono di dare l'assalto alla sede della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]]. Fu in questo clima che, all'ultima giornata, una Lazio con poche speranze e una sola combinazione utile, vinse in casa contro la [[Reggina]], mentre a [[Perugia]] la gara della Juventus era stata interrotta per un violento [[temporale]] tra il primo ed il secondo tempo. La partita non venne rinviata, l'arbitro [[Pierluigi Collina]] (scelto volutamente per tale situazione), dopo una lunga attesa, diede l'ordine di disputare il secondo tempo della gara. I [[perugia|perugini]] giocarono col massimo impegno, anche perché il presidente biancorosso [[Luciano Gaucci]] aveva minacciato la propria squadra di mandarla in ritiro, anziché in vacanza, se non avesse battuto i bianconeri. Fu così che un gol del perugino [[Alessandro Calori]] costò sconfitta e titolo agli juventini (situazione analoga a quella di ventiquattro anni prima), mentre all'[[stadio Olimpico di Roma|Olimpico]] la Lazio poté festeggiare lo scudetto; tale vittoria suggellò inoltre, come nella passata stagione per il Milan, il centenario dei biancocelesti.
 
== Note ==
[[File:Francesco Totti Vicario (crop).jpg|thumb|[[Francesco Totti]], capitano della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] campione del 2001]]
<references />
L'[[2000|Anno Santo]] portò successo anche all'altra metà della Capitale, visto che nella nuova stagione fu la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] di [[Fabio Capello]] a prendere il largo: i giallorossi mantennero vantaggi rassicuranti sulla Juventus inseguitrice, ma in primavera sembrarono in calo; un gol di [[Vincenzo Montella]] nello scontro diretto diede però tranquillità ai romani, che colsero il loro terzo scudetto il [[17 giugno]]. Stavolta furono i bianconeri a recriminare, perché la posizione del giocatore romanista Nakata (poi risultato decisivo nello sviluppo del match), di nazionalità giapponese, era stata regolarizzata dalla ''Federazione'' solo il giorno prima della gara dello [[Stadio delle Alpi]], allargando le norme sul tesseramento dei calciatori extra-comunitari.
<!-- vedi anche l'articolo [[Pavia]] di en.wiki; ne riporto il testo qui in commento: le informazioni non presenti andrebbero unificate (traducendole) con il resto dell'articolo.
== History ==
 
Dating back to pre-Roman times, the town of Pavia (then known as ''Ticinum Papiæ'') was a municipality and an important military site under the [[Roman Empire]].
Nell'estate del [[2001]] il patron juventino [[Umberto Agnelli]] decise di prendere in mano la situazione, e richiamò in panchina [[Marcello Lippi]]. La squadra fu fortemente rinnovata, con le partenze di [[Filippo Inzaghi]] verso il Milan e di [[Zinedine Zidane]] al [[Real Madrid]], e gli arrivi di [[Gianluigi Buffon]] (pagato 100 miliardi), [[Pavel Nedvěd]] e [[Lilian Thuram]]. Nella stagione che vide un inedito derby in Serie A, il quinto, quello fra [[Hellas Verona Football Club|Verona]] e [[Associazione Calcio ChievoVerona|Chievo]], il gruppetto formato dai campioni in carica, dai bianconeri e dall'Inter di [[Hector Cuper]], si staccò via via dalle inseguitrici. La vittoria dei nerazzurri nello scontro diretto con i giallorossi sembrò lanciarli verso il titolo, che parve a un passo a un minuto dalla fine della terzultima giornata, quando i milanesi godevano di cinque lunghezze di vantaggio: un gol subito dall'Inter a [[Verona]], e uno realizzato dalla Juventus a [[Piacenza]], portò però i torinesi ad un solo punto di distanza, situazione con cui si arrivò all'ultima giornata, il [[5 maggio]]. Decine di migliaia di tifosi nerazzurri occuparono lo [[Stadio Olimpico di Roma]], contando sulla solida amicizia con i sostenitori della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], mentre i bianconeri si recarono dalla oramai salva [[Udinese Calcio|Udinese]], e i romanisti erano di scena allo [[Stadio delle Alpi]] contro il [[Torino Football Club 1906|Torino]]. Mentre gli juventini vinsero, gli interisti si portarono in vantaggio, annullando un primo recupero biancoceleste; in seguito, si ebbe un profondo mutamento dello scenario. Dapprima la Lazio pareggiò, portandosi poi sul doppio vantaggio; quindi anche la Roma superò i granata: per la Juventus fu scudetto dopo quattro anni di digiuno, alla Roma andò il secondo posto, mentre l'Inter si ritrovò terza e costretta ai preliminari estivi di [[UEFA Champions League 2002-2003|Coppa dei Campioni 2002-2003]]. L'impatto del mancato obiettivo lasciò il segno nell'ambiente nerazzurro, da cui partì il [[brasile|brasiliano]] [[Ronaldo]], ex pupillo del presidente Moratti. In quella stagione destò sorpresa il Chievo Verona, che al debutto in A sfiorò la Champions. Sotto la guida di [[Luigi Delneri]] e con una squadra cresciuta in provincia, composta da molti debuttanti, la squadra del piccolo quartiere di Verona, dopo essersi ritrovata in testa alla classifica per buona parte del girone d'andata si avvicinò ai preliminari di Champions League, arrivando quinta e in [[Coppa UEFA 2002-2003|Coppa UEFA]].
 
Here, in [[476]], [[Odoacer]] defeated [[Orestes]] after a long siege. To punish the city for helping the rival, Odoacer destroyed it completely. However, Orestes was able to escape to [[Piacenza]], where Odoacer followed and killed him, deposing his son [[Romulus Augustus]]. This was commonly considered the end of the [[Western Roman Empire]].
[[File:Carlo Ancelotti in Russia.jpg|thumb|left|[[Carlo Ancelotti]], allenatore del Milan dal 2001 al 2009]]
L'insperato successo diede nuove convinzioni invece alla Juventus, che nel [[2003]] si rilanciò in una stagione rilevante su tutti i fronti, insieme al Milan di [[Carlo Ancelotti]], rafforzatosi con l'acquisto del capitano biancoceleste [[Alessandro Nesta]] e degli interisti [[Clarence Seedorf]] e [[Dario Simic]], oltre che del portiere brasiliano [[Dida]], e all'Inter, priva sì di [[Ronaldo]], ma con i nuovi acquisti [[Fabio Cannavaro]] e [[Hernan Crespo]]. In campionato si registrò un testa a testa fra le due milanesi fino al giro di boa, ma alla lunga entrambe lasciarono il passo al ritorno dei bianconeri, anche a causa del lungo impegno europeo che vide le tre italiane arrivare in semifinale di [[Champions League]]; i piemontesi si aggiudicarono nuovamente il titolo; il [[28 maggio]] a [[Manchester]], il Milan li batté nella prima finale tutta italiana di [[UEFA Champions League 2002-2003|Coppa dei Campioni]]. Lippi negli spogliatoi dell'[[Old Trafford]] presentò le dimissioni, respinte dalla società, e la Juventus andò incontro a un anno di transizione.
 
Under the [[Goths]], Pavia became a fortified [[citadel]] and their last bulwark in the war against [[Belisarius]] in war to reconquer Italy for the [[Eastern Roman Empire]]. After the [[Lombards|Lombard]] conquest, Pavia became the capital of their kingdom; but after Charlemagne won the [[battle of Pavia (773)]], the city became the capital of his ''Regnum Italicum'', a vassal kingdom of the [[Holy Roman Empire]], until the [[12th century]].
[[File:Kaka06052007.jpg|thumb|[[Kaká]], vincitore dello scudetto al primo anno in [[Italia]]]]
Il Milan vinse il diciassettesimo scudetto nel [[Serie A 2003-2004|2003-2004]]. In un primo momento i bianconeri sembrarono poter tenere il ritmo della capolista, ma pian piano scivolarono indietro; inizialmente furono invece i giallorossi di [[Fabio Capello]] ad accreditarsi come favoriti al titolo, ma le quotazioni dei romani, campioni d'inverno, uscirono ridimensionate dalla triplice sconfitta &ndash; comprese due gare di [[Coppa Italia]] &ndash; inflitta loro dal Milan tra gennaio e febbraio. I milanesi, che potevano contare sull'[[ucraina|ucraino]] [[Andriy Shevchenko]] e sul neoacquisto [[brasile|brasiliano]] [[Kaká]], fecero propri entrambi i [[derby di Milano|derby]], espugnarono il [[stadio Delle Alpi|Delle Alpi]] e, battendo in casa proprio la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] il [[2 maggio]], ottennero il titolo con un largo primato (11 punti), nonostante un gruppo che, esclusi gli arrivi, oltre che di Kaká, dei terzini [[Cafu]] e [[Giuseppe Pancaro|Pancaro]], era pressappoco lo stesso dell'anno prima. Dal [[Serie A 2004-2005|2004-2005]], in seguito a un compromesso con le squadre della [[Serie B]] turbate dal ''[[Caso Catania#Il Caso Catania 2003|Caso Catania]]'', la Serie A tornò a 20 squadre.
 
In the 12th century Pavia acquired the status of a self-governing commune. In the political division between [[Guelphs and Ghibellines]] that characterizes the Italian Middle Ages, Pavia was traditionally Ghibelline, a position that was as much supported by the rivalry with [[Milan]] as it was a mark of the defiance of the Emperor that led the [[Lombard League]] against the emperor [[Frederick Barbarossa]], who was attempting to reassert long-dormant Imperial influence over Italy.
I rossoneri, definitivamente riassestati dopo le annate altalenanti successive all'ingresso in politica di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], erano i favoriti anche per la nuova stagione, ma una operazione di [[calciomercato]] modificò la situazione: a fine [[agosto]], la Juventus del neoallenatore [[Fabio Capello]] cedette all'Inter [[Fabián Carini]], scambiandolo alla pari col difensore e capitano della [[nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] [[Fabio Cannavaro]]. I bianconeri andarono in fuga con solo il Milan costretto ad inseguire, lo scontro diretto di [[Torino]], in cui i rossoneri mostrarono d'essere in predominio, fece riaffiorare un clima di polemiche per l'arbitraggio di [[Paolo Bertini]], dopo che già la settimana prima si era avuto molto da discutere sulla direzione di [[Tiziano Pieri]] nella trasferta bianconera di [[Bologna]]. Il vantaggio dei torinesi, cresciuto ad otto lunghezze a [[gennaio]], si ridusse a [[febbraio]], fino all'aggancio dei milanesi. A questo punto le due compagini iniziarono un testa a testa, con nuove diatribe sugli arbitraggi dei bianconeri: dopo il prodromo di [[Cagliari]], le discussioni si incentrarono sulle conduzioni di [[Salvatore Racalbuto]] contro la [[AS Roma|Roma]] e soprattutto quella di [[Gianluca Paparesta]] a [[Verona]], dove l'arbitro non vide entrare in porta un gol del [[Associazione Calcio ChievoVerona|Chievo Verona]]. Alla fine, furono gli impegni di [[UEFA Champions League 2004-2005|Champions League]] a fare la differenza: coi bianconeri già eliminati, i rossoneri faticarono alquanto a mantenersi in lotta sui due fronti, perdendo prima lo scontro diretto casalingo, e conseguentemente il titolo, l'[[8 maggio]], e poi anche la coppa nella finale di [[Istanbul]]. Per i torinesi si trattò del ventottesimo scudetto. Nella nuova stagione gli uomini di [[Fabio Capello|Capello]] staccarono tutte le inseguitrici e guadagnarono ingenti distacchi. Un calo di rendimento primaverile, con conseguente uscita dall'[[UEFA Champions League 2005-2006|Europa]], favorì il ritorno del Milan, ma i bianconeri seppero difendere i loro tre residui punti di vantaggio. A [[maggio]] [[2006]] si aprì la cosiddetta ''[[Calciopoli]]''.
 
In the following centuries Pavia was an important and active town. It held out against the domination of Mila, finally yielding to the [[Visconti]] family, rulers of [[Milan]] in [[1359]]; under the Visconti Pavia became an intellectual and artistic centre, being the seat from [[1361]] of the University founded around the nucleus of the old school of law, which attracted students from many countries.
=== Lo scandalo di ''Calciopoli''. Il dominio dell'Inter ===
[[File:Roberto Mancini.jpg|thumb|left|[[Roberto Mancini]], che riportò lo scudetto all'[[Inter]] dopo 17 anni]]
[[File:Ibra.jpg|thumb|[[Zlatan Ibrahimović]], capocannoniere coi nerazzurri nella stagione 2008-2009]]
A due settimane dall'assegnazione del titolo del [[Serie A 2005-2006|2006]], il [[2 maggio]] [[2006]], la [[Procura della Repubblica]] di [[Napoli]] iscrisse nel registro degli indagati, con l'ipotesi di frode sportiva, numerosi dirigenti calcistici. Secondo gli inquirenti, basatisi su intercettazioni telefoniche, la società bianconera si sarebbe adoperata per accomodare numerose gare del campionato [[serie A 2004-2005|2004-2005]], tramite minacce e la costruzione di un sistema di potere in grado di condizionare la classe arbitrale: i già menzionati episodi controversi di quel torneo, sarebbero stati parte di una macchinazione ideata da una ''cupola'' in grado di influenzare ogni aspetto dell'attività della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]].
 
In seguito al coinvolgimento diretto nello scandalo del presidente federale [[Franco Carraro]](ex presidente del Milan), dimessosi l'[[8 maggio]] [[2006]], e del suo vice Innocenzo Mazzini, dimessosi il [[10 maggio]] [[2006]], la Federazione venne commissariata dal [[Comitato Olimpico Nazionale Italiano|CONI]] a partire dal [[16 maggio]] [[2006]]. Insieme alla Juventus furono inquisite altre società, accusate di essersi rivolte a [[Luciano Moggi]] per ottenere indebiti favori: la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], che si sarebbe adoperata per salvarsi in luogo delle due emiliane [[Parma Football Club|Parma]] e [[Bologna Football Club 1909|Bologna]], oltre al [[Brescia Calcio|Brescia]]; la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], anch'essa in una incerta posizione di classifica e punita per un tentativo di corruzione nella partita con il [[Unione Sportiva Lecce|Lecce]], come pure la [[Reggina Calcio|Reggina]]. Rientrarono nell'inchiesta anche le azioni di Leonardo Meani, dirigente rossonero addetto alle relazioni con gli arbitri; è provato che intrattenesse rapporti con il designatore [[Paolo Bergamo]] per accomodare, alle preferenze della società Milan, la designazione di alcuni [[guardalinee]]: pur essendo la persona di [[Adriano Galliani]], vicepresidente rossonero e presidente della [[Lega Calcio]], non personalmente implicata nei suddetti rapporti, il procuratore della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]], Stefano Palazzi, dichiarò colpevole il dirigente milanista per [[responsabilità oggettiva]] sull'operato del suo sottoposto.
 
Lo scandalo, battezzato ''[[Scandalo del calcio italiano del 2006|Calciopoli]]'' dalla maggior parte della stampa, portò alle sentenze di primo grado del [[14 luglio]], mitigate poi nell'appello del [[25 luglio]]: la Juventus, privata sia del titolo del [[Serie A 2004-2005|2004-2005]] sia, per incompatibilità, di quello del [[Serie A 2005-2006|2005-2006]], fu ricollocata all'ultimo posto in classifica e retrocessa in [[Serie B]] per la prima volta nella sua storia; inoltre le vennero comminati 17 punti di penalizzazione, poi ridotti a 9. La Fiorentina e la Lazio, graziate da analogo provvedimento, furono escluse dalle [[coppe europee]]; il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] fu escluso dalla riassegnazione del titolo e costretto al turno preliminare estivo per rientrare in [[UEFA Champions League 2006-2007|Coppa dei Campioni 2006-2007]]; alla Reggina, come a tutte le squadre coinvolte, furono comminate penalizzazioni per la stagione entrante. Tutti i dirigenti coinvolti furono inibiti.
 
L'estate del [[2006]], per il calcio italiano, passò alla storia oltre che per lo scandalo di ''Calciopoli'', anche per la conquista del 4º titolo di Campione del Mondo della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale italiana]] al [[Campionato mondiale di calcio 2006|Mondiale 2006 giocato in Germania]]; gli ''azzurri'', guidati da [[Marcello Lippi]], riuscirono a riportare in Italia la Coppa del Mondo dopo 24 anni d'attesa, sconfiggendo in finale la [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]] per 5-3 ai [[Tiri di rigore|rigori]] la sera del [[9 luglio]] [[2006]] a [[Berlino]].
 
[[File:Diego Milito - Inter Mailand (3).jpg|thumb|[[Diego Milito]], grande protagonista del ''[[Triplete]]'' nerazzurro del 2010]]
L'Inter, che in qualità di prima classificata alle spalle di Juventus e Milan beneficiò dell'assegnazione dello [[Serie A 2005-2006|scudetto 2006]] da parte della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]], vinse il campionato 2007, grazie anche all'apporto di due pedine prelevate dalla [[Juventus]] appena retrocessa, [[Zlatan Ibrahimović]] e [[Patrick Vieira]], stabilendo nel corso della stagione diversi record, tra cui il maggior numero di punti (97) e la più lunga serie di vittorie consecutive (17). Da segnalare, per la stagione [[2006]]-[[2007]], la salvezza della [[Reggina Calcio|Reggina]] che, penalizzata di 11 punti, riuscì comunque a evitare la retrocessione grazie ai 40 punti ottenuti (51 esclusa la penalità). Il torneo dell'anno successivo vide il ritorno della rinnovata Juventus di [[Claudio Ranieri]] insieme a [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] e [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], entrambe protagoniste di una doppia promozione dalla [[Lega Pro Prima Divisione|Serie C]]. A vincere fu l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], che s'aggiudicò il titolo all'ultima giornata battendo 2-0 il [[Parma Football Club|Parma]] (condannandolo alla B dopo 18 anni), staccando così di 3 punti la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], che pure era stata capace di rimontare diversi punti dopo essere stata anche a -11, e che era andata all'intervallo dell'ultima giornata con un punto di vantaggio sull'Inter (vincendo 1-0 a Catania mentre i nerazzurri erano ancora fermi sullo 0-0).
 
[[File:Mourinho CSKA Moscow 05042010 2.jpg|thumb|left|[[José Mourinho]], tecnico interista dal [[2008]] al [[2010]]]]
Nel campionato [[Serie A 2008-2009|2008-2009]] con l'approdo in nerazzurro del tecnico portoghese [[José Mourinho]], l'Inter si confermò ancora la più forte portandosi in testa già dal girone d'andata, nonostante la resistenza delle rivali storiche Juventus e Milan, che si alternarono al secondo posto e chiusero a pari punti, a dieci lunghezze dai nerazzurri (con la Juventus avanti per gli scontri diretti). Durante la stagione la Roma, la principale antagonista dei due anni precedenti, accusò una battuta di arresto e chiuse al sesto posto. La conquista matematica dello scudetto avvenne a due giornate dalla fine, con la vittoria per 2-1 da parte dell'[[Udinese Calcio|Udinese]] nei confronti dei cugini rossoneri il [[16 maggio]]. Con questo tricolore, il 17° della storia nerazzurra, l'Inter raggiunse per numero di scudetti proprio i rivali meneghini.
 
Il sorpasso sui [[Associazione Calcio Milan|rossoneri]] avvenne nella [[Serie A 2009-2010|stagione successiva]] grazie al quinto titolo consecutivo. Il campionato fu caratterizzato ancora una volta dalla sfida [[AS Roma|Roma]]-[[Inter]], con un testa a testa simile a quello di due anni prima, conclusosi solo all'ultima giornata in favore dei nerazzurri. Stavolta i giallorossi si inserirono nella lotta tra le milanesi partendo da -14 e arrivando in testa alla classifica, facendosi però scavalcare dalla compagine milanese allorché lo scudetto pareva ormai a un passo. Lo stesso dualismo si ripeté in [[Coppa Italia 2009-2010|Coppa Italia]] con la finale disputata allo stadio Olimpico e vinta ancora dalla squadra di Mourinho. L'Inter concluse la stagione con la vittoria della [[UEFA Champions League|Champions League]], conquistata a Madrid contro il Bayern Monaco, e divenne così il primo club italiano, ed il sesto europeo, a centrare il ''[[treble]]'', ovvero la conquista nella stessa stagione di campionato, coppa nazionale e Champions League. Delusero invece il [[Milan]] (che nel mercato estivo aveva ceduto [[Kakà]] al [[Real Madrid]] e perso [[Carlo Ancelotti|Ancelotti]], passato ad allenare il Chelsea), arrivato comunque terzo, e la [[Juventus]], autrice di un'importante campagna acquisti nel corso del mercato estivo, che però non diede i risultati sperati<ref>[http://archiviostorico.gazzetta.it/2009/agosto/18/Juve_vincera_scudetto_Firmato_Lippi_ga_3_090818002.shtml Ultime notizie sportive - La Gazzetta dello Sport<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>: i bianconeri conclusero infatti la stagione al 7º posto (per la terza volta negli ultimi venti anni) perdendo 15 partite e concludendo con una differenza reti negativa (record negativi eguagliati dopo 48 anni, aggravati dall'eliminazione nelle altre competizioni disputate).
 
=== Il ritorno del Milan e lo scandalo di ''Scommessopoli'' ===
{{vedi anche|Scandalo del calcio italiano del 2011}}
Nella stagione [[Serie A 2010-2011|2010-2011]] si assistette al ritorno al successo del Milan, che raggiunse l'Inter per numero di campionati vinti, dopo 24 giornate passate in testa alla classifica, ottenendo il titolo con due giornate di anticipo grazie al pareggio con la Roma per 0 a 0 allo [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]]; questo accadimento permise al suo allenatore [[Massimiliano Allegri]] di eguagliare il record di [[Arrigo Sacchi]], [[Fabio Capello]] e [[Alberto Zaccheroni]], che vinsero lo scudetto al primo anno di panchina rossonera. [[Zlatan Ibrahimović]], che aveva indossato con quella milanista le casacche delle tre grandi d'Italia, fu il simbolo della stagione dei diavoli. Aldilà del primato del Milan, la lotta per la classifica fu combattuta sino alle ultime giornate. Infatti [[Football Club Internazionale Milano|Inter]] e [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], classificatesi al termine del campionato rispettivamente al 2° e al 3° posto, contesero seriamente il titolo al Milan, proponendosi a turno come possibili alternative per il primato; ma anche la lotta per l'accesso alla [[UEFA Champions League|Champions League]] si decise solo all'ultima giornata: a spuntarla fu l'[[Udinese Calcio|Udinese]], che terminò il campionato davanti alla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] (che si dovette invece accontentare della [[UEFA Europa League|Europa League]] assieme a [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] e al [[Unione Sportiva Città di Palermo|Palermo]] finalista di [[Coppa Italia]]) solo per differenza reti. La [[Juventus Football Club|Juventus]] chiuse la stagione con un altro 7° posto (il quarto negli ultimi ventuno anni), nonostante i buoni propositi estivi e l'ingresso in società come presidente di [[Andrea Agnelli]], mancando quindi la qualificazione alle competizioni europee (a differenza della stagione precedente), cosa che non si verificava &ndash; Calciopoli a parte &ndash; dalla stagione 1990-1991. La squadra torinese, inoltre, non concludeva almeno due campionati consecutivi al di sotto del sesto posto dal periodo 1954-1957.
 
Il calcio italiano confermò la sua flessione in [[Europa]], perdendo una posizione nel [[Ranking UEFA]] a vantaggio della Germania e di conseguenza una squadra in [[Champions League]], attestandosi al 4° posto dietro anche a [[Inghilterra]] e [[Spagna]] (rispettivamente al 1° e al 2° posto).
 
A fine stagione scoppiò invece un nuovo scandalo legato al [[calcio scommesse]], noto come ''[[Scandalo del calcio italiano del 2011|Scommessopoli]]'', il quale vide coinvolti giocatori, dirigenti e società di Serie A, [[Serie B]], [[Lega Italiana Calcio Professionistico|Lega Pro]] e [[Lega Nazionale Dilettanti]] ([[Divisione Calcio a 5]]). Fra i nomi più noti, spiccavano quelli del capitano dell'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] [[Cristiano Doni|Doni]] e degli ex calciatori [[Stefano Bettarini|Bettarini]] e [[Giuseppe Signori|Signori]]. I processi sportivi di primo e secondo grado, svoltisi nell'[[agosto]] [[2011]], videro gli organi giudicanti della [[FIGC]] accogliere sostanzialmente l'impianto accusatorio del Procuratore Federale Stefano Palazzi: furono irrogate pesanti squalifiche nei confronti di molti tesserati, ritenuti colpevoli di illecito sportivo, e diversi punti di penalizzazione nei confronti delle società coinvolte per responsabilità oggettiva o presunta. Due società di Lega Pro ([[Unione Sportiva Alessandria 1912|Alessandria]] e [[Ravenna Calcio|Ravenna]]) furono ritenute direttamente responsabili e pertanto furono retrocesse di categoria.
 
== Le squadre ==
Sono '''60''' le squadre ad aver preso parte agli 80 campionati di Serie A a girone unico che sono stati disputati a partire dal 1929-30 fino alla stagione 2011-12 (in '''grassetto''' le squadre militanti in [[Serie A 2011-2012]]).
 
* '''80''' volte: '''{{Calcio Inter}}'''<ref name="Nota_Ambrosiana">Nel periodo infrabellico, fra il [[1929]] e il [[1943]], l'[[Inter]] partecipò alla Serie A in fusione con l'[[Unione Sportiva Milanese]], con il nome ufficiale di [[Società Sportiva Ambrosiana|Ambrosiana]] (successivamente Ambrosiana-Inter).<br /></ref>
* '''79''' volte: '''{{Calcio Juventus}}''', '''{{Calcio Roma}}'''
* '''78''' volte: '''{{Calcio Milan}}'''
* '''74''' volte: '''{{Calcio Fiorentina}}'''
* '''69''' volte: '''{{Calcio Lazio}}'''
* '''68''' volte: {{Calcio Torino}}
* '''66''' volte: '''{{Calcio Bologna}}''', '''{{Calcio Napoli}}'''
* '''63''' volte: {{Calcio Sampdoria}}<ref>Comprese le otto partecipazioni della Sampierdarenese e del Liguria , antenate dirette della Sampdoria cui nel 1946 traslarono il proprio titolo sportivo.</ref>
* '''51''' volte: '''{{Calcio Atalanta}}'''
* '''45''' volte: '''{{Calcio Genoa}}'''
* '''39''' volte: '''{{Calcio Udinese}}'''
* '''33''' volte: '''{{Calcio Cagliari}}'''
* '''30''' volte: {{Calcio Bari}}, {{Calcio Vicenza}}
* '''26''' volte: {{Calcio Triestina}}
* '''25''' volte: '''{{Calcio Palermo}}'''
* '''24''' volte: {{Calcio Verona}}
* '''22''' volte: {{Calcio Brescia}}
* '''21''' volte: '''{{Calcio Parma}}'''
* '''17''' volte: {{Calcio Livorno}}
* '''16''' volte: {{Calcio Ascoli}}, {{Calcio Padova}}, {{Calcio SPAL}}
* '''15''' volte: '''{{Calcio Catania}}''', '''{{Calcio Lecce}}'''
* '''13''' volte: {{Calcio Alessandria}}, {{Calcio Como}}, {{Calcio Modena}}, '''{{Calcio Novara}}''', {{Calcio Perugia}}
* '''12''' volte: '''{{Calcio Cesena}}''', {{Calcio Pro Patria}}, {{Calcio Venezia}}
* '''11''' volte: {{Calcio Foggia}}
* '''10''' volte: {{Calcio Avellino}}, '''{{Calcio Chievo}}'''
* '''9''' volte: {{Calcio Empoli}}, {{Calcio Reggina}}
* '''8''' volte: {{Calcio Lucchese}}, {{Calcio Piacenza}}, '''{{Calcio Siena}}'''
* '''7''' volte: {{Calcio Catanzaro}}, {{Calcio Cremonese}}, {{Calcio Mantova}}, {{Calcio Pisa}}, {{Calcio Varese}}
* '''6''' volte: {{Calcio Pro Vercelli}}
* '''5''' volte: {{Calcio Messina}}, {{Calcio Pescara}}
* '''4''' volte: {{Calcio Casale}}
* '''3''' volte: {{Calcio Lecco}}, {{Calcio Legnano}}, {{Calcio Reggiana}}
* '''2''' volte: {{Calcio Ancona}}, {{Calcio Salernitana}}, {{Calcio Ternana}}
* '''1''' volta: {{Calcio Pistoiese}}, {{Calcio Treviso}}
 
=== Organico odierno ===
{{Serie A}}
 
== Piazzamenti delle squadre ==
{{Vedi anche|Albo d'oro del campionato italiano di calcio}}
Ecco i migliori piazzamenti delle squadre che hanno preso parte ai '''79''' campionati a girone unico dal torneo [[Serie A 1929-1930|1929-30]] al [[Serie A 2010-2011|2010-11]] raffrontate a tutti i piazzamenti nel campionato italiano. Dal 1898 ad oggi il campionato è stato vinto, almeno una volta, da sedici squadre diverse, ma solo dodici di queste sono diventate "campioni d'italia" dall'introduzione del girone unico nel 1929-30.
 
{| class="wikitable" border=0 cellspacing=0 cellpadding=3 style="border: 1px solid #aaaaaa;"
|- bgcolor=#bbbbff
| || colspan="3" align="center" |'''Serie A dal 1898'''|| || colspan="5" align="center" |'''Serie A a girone unico'''
|- bgcolor=#ccccff
|'''Squadra'''||'''1º posto'''||'''2º posto'''||'''3º posto'''|| ||'''1º posto'''||'''2º posto'''||'''3º posto'''||'''Partec.'''||'''Podi %'''
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Juventus}}||27 <small>(+2)</small>||21||14|| ||25||16||10||78||65.4%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Milan}}||18||15||23|| ||15||13||15||77||55.8%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Inter}}||18||14||16|| ||16||14||14||79||55.7%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Genoa}}||9||8||4|| ||0||1||0||44||2.3%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Torino}}||7 <small>(+1)</small>||7||9|| ||5||6||5||68||23.5%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Bologna}}||7||7||3|| ||5||3||3||65||16.9%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Pro Vercelli}}||7||2||1|| ||0||0||0||6||0%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Roma}}||3||11||5|| ||3||11||5||78||24.4%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Napoli}}||2||4||7|| ||2||4||7||65||20%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Fiorentina}}||2||5||5|| ||2||5||5||73||16.4%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Lazio}}||2||6||5|| ||2||3||5||68||14.7%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Cagliari}}||1||1||0|| ||1||1||0||32||6.3%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Sampdoria}}||1||0||1|| ||1||0||1||63||3.2%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Verona}}||1||0||0|| ||1||0||0||35||2.9%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Casale}}||1||0||0|| ||0||0||0||4||0%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Novese}}||1||0||0|| ||0||0||0||0||0%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio US Milanese}}||0||2||1|| ||-||-||-||-||<small>''nell'[[Inter FC|Inter]]''</small>
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Livorno}}||0||2||0|| ||0||1||0||17||5.9%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Internazionale Torino}}||0||2||0|| ||-||-||-||-||<small>''nel [[Torino FC|Torino]]''</small>
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Parma}}||0||1||2|| ||0||1||2||20||15%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Udinese}}||0||1||1|| ||0||1||1||41||4.9%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio FC Torinese}}||0||1||1|| ||-||-||-||-||<small>''nel [[Torino FC|Torino]]''</small>
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Vicenza}}||0||1||0|| ||0||1||0||30||3.3%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Perugia}}||0||1||0|| ||0||1||0||13||7.7%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Sampierdarenese}}||0||1||0|| ||-||-||-||-||<small>''nella [[Sampdoria|Samp]]''</small>
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Pisa}}||0||1||0|| ||0||0||0||7||0%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Padova}}||0||0||2|| ||0||0||1||16||6.3%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Andrea Doria}}||0||0||2|| ||-||-||-||-||<small>''nella [[Sampdoria|Samp]]''</small>
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Venezia (1907-1987)}}||0||0||1|| ||0||0||1||12||8.3%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Modena}}||0||0||1|| ||0||0||1||13||7.7%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Alessandria}}||0||0||1|| ||0||0||0||13||0%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Novara}}||0||0||1|| ||0||0||0||12||0%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Ginnastica Torino}}||0||0||1|| ||-||-||-||-||<small>''disciolta''</small>
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio SPAL}}||0||0||1|| ||0||0||0||16||0%
|- bgcolor=#ccccff
|'''Totale'''||'''107 ||'''114'''||'''108<ref>Ignota la terza classificata del primo campionato in quanto le fonti, pur accennando ad una finalina di consolazione, non ne riportano il risultato.</ref>'''|| ||'''78||'''79'''||'''79'''||-||-
|}
 
In quattro occasioni una società ha vinto lo scudetto nell'anno del centenario; la prima volta capitò alla [[Juventus Football Club|Juventus]] nel [[Serie A 1996-1997|1997]], poi al [[Associazione Calcio Milan|Milan]] nel [[Serie A 1998-1999|1999]], alla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] nel [[Serie A 1999-2000|2000]] e, infine, all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] nel [[Serie A 2007-2008|2008]].
 
== Record del campionato italiano di calcio ==
{{vedi anche|Statistiche della Serie A di calcio italiana}}
[[File:Franco Baresi.jpg|thumb|[[Franco Baresi]], difensore del [[Milan]] degli anni novanta, periodo durante il quale i rossoneri diedero seguito ai record]]
=== Squadre ===
==== Imbattibilità ====
===== Assoluta =====
* '''58 giornate''': {{Calcio Milan}}
: <small>Serie aperta domenica 26 maggio 1991: Milan-Parma 0-0</small>
: <small>Serie chiusa domenica 21 marzo 1993: Milan-Parma 0-1</small>
 
===== Casalinga =====
* '''88 giornate''': {{Calcio Torino}}
: <small>Serie aperta domenica 31 gennaio 1943: Torino-Juventus 2-0</small>
: <small>Serie chiusa domenica 6 novembre 1949: Torino-Juventus 1-3</small>
 
===== Esterna =====
* '''38 giornate''': {{Calcio Milan}}
: <small>Serie aperta domenica 1 settembre 1991: Ascoli-Milan 0-1</small>
: <small>Serie chiusa domenica 31 ottobre 1993: Sampdoria-Milan 3-2</small>
 
===== Intero campionato =====
* {{Calcio Milan}}: [[Serie A 1991-1992|1991-92]] (34 giornate)
* {{Calcio Perugia}}: [[Serie A 1978-1979|1978-79]] (30 giornate)
* {{Calcio Genoa}}: [[Prima Divisione 1922-1923|1922-23]] (28 giornate)
* {{Calcio Pro Vercelli}}: [[Prima Categoria 1912-1913|1912-13]] (19 giornate)
<!-- Sono esclusi i primi campionati, in quanto giocati ad eliminazione e con un ridottissimo numero di giornate che li accomuna più ad una coppa che ad un torneo di lega. -->
 
==== Punti ====
* campionato a 20 squadre con 3 punti per vittoria: ''97 punti'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006/07]]
: <small>Rapporto di 2,55 punti a partita</small>
* campionato a 18 squadre con 2 punti per vittoria: ''58 punti'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 1988-1989|1988/89]]
: <small>Rapporto di 2,47 punti a partita usando l'attuale sistema di calcolo</small>
* campionato a 16 squadre con 2 punti per vittoria: ''51 punti'' - {{calcio Juventus}} nel [[Serie A 1976-1977|1976/77]]
: <small>Rapporto di 2,47 punti a partita usando l'attuale sistema di calcolo</small>
* campionato a 18 squadre con 3 punti per vittoria: ''82 punti'' - {{calcio Milan}} nel [[Serie A 2003-2004|2003/04]]
: <small>Rapporto di 2,41 punti a partita</small>
* campionato a 20 squadre con 2 punti per vittoria: ''63 punti'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1946-1947|1946/47]]
: <small>Rapporto di 2,39 punti a partita usando l'attuale sistema di calcolo</small>
* campionato a 21 squadre con 2 punti per vittoria: ''65 punti'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1947-1948|1947/48]]
: <small>Rapporto di 2,35 punti a partita usando l'attuale sistema di calcolo</small>
 
==== Numero di vittorie ====
'''Maggior numero di vittorie complessive'''
* campionato a 16 squadre: ''23'' - {{Calcio Juventus}} nel [[Serie A 1933-1934|1933-1934]] e [[Serie A 1976-1977|1976-1977]]
* campionato a 18 squadre: ''26'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 1988-1989|1988-1989]]
* campionato a 20 squadre: ''30'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]]
 
'''Maggior numero di vittorie casalinghe'''
* campionato a 16 squadre: ''14'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1975-1976|1975-1976]]
* campionato a 18 squadre: ''16'' - {{Calcio Bologna}} nel [[Serie A 1931-1932|1931-1932]]; {{Calcio Juventus}} nel [[Serie A 1932-1933|1932-1933]]; {{Calcio Napoli}} nel [[Serie A 1989-1990|1989-1990]]
* campionato a 20 squadre<ref>Ai campionati a 20 squadre è tradizionalmente associato, ai fini statistici e come riportato dall'Almanacco Panini, lo speciale torneo a 21 squadre del [[Serie A 1947-1948|1947-1948]]. In quella stagione il Torino ottenne 19 successi casalinghi, venendo stoppato in una sola occasione: un ruolino dunque pari a quelli succitati del Torino 1949 e del Milan 2006.</ref>: ''18'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1948-1949|1948-1949]], {{Calcio Milan}} nel [[Serie A 2005-2006|2005-2006]]
 
'''Maggior numero di vittorie in trasferta'''
* campionato a 16 squadre: ''10'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1942-1943|1942-1943]]; {{Calcio Juventus}} nel [[Serie A 1933-1934|1933-1934]] e [[Serie A 1976-1977|1976-1977]]
* campionato a 18 squadre: ''11'' - {{Calcio Juventus}} nel [[Serie A 1951-1952|1951-1952]] e [[Serie A 1994-1995|1994-1995]]; {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 1963-1964|1963-1964]] e [[Serie A 1988-1989|1988-1989]]; {{Calcio Milan}} nel [[Serie A 1963-1964|1963-1964]] e [[Serie A 2003-2004|2003-2004]]
* campionato a 20 squadre: ''15'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]]
 
'''Maggior numero di vittorie consecutive''': ''17'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]]
 
'''Maggior numero di vittorie consecutive in trasferta''' : ''11'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]]
 
'''Maggior numero di vittorie consecutive casalinghe''' : ''13'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2010-2011|2010-2011]]
 
==== Reti ====
===== Prolificità =====
* '''125 gol''': {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1947-1948|1947/48]] unico campionato a 21 squadre
: <small>Media di una marcatura segnata ogni 29 minuti di gioco</small>
 
===== Invulnerabilità =====
* '''11 gol''': {{Calcio Cagliari}} nel [[Serie A 1969-1970|1969/70]] campionato a 16 squadre
: <small>Media di una marcatura subita ogni 245 minuti di gioco</small>
 
==== Attacchi e difese ====
===== Migliori attacchi e migliori difese =====
Statistiche aggiornate al 2011.<ref>''Almanacco del calcio 2008''.</ref>
* {{Calcio Juventus}}; 22 volte miglior attacco e 17 volte miglior difesa
* {{Calcio Inter}}: 20 volte miglior attacco e 14 volte miglior difesa
* {{Calcio Milan}}: 17 volte miglior attacco e 14 volte miglior difesa
* {{Calcio Roma}}: 8 volte miglior attacco e 6 volte miglior difesa
* {{Calcio Torino}}: 5 volte miglior attacco e 9 volte miglior difesa
* {{Calcio Lazio}}: 4 volte miglior attacco e 4 volte miglior difesa
* {{Calcio Napoli}}, {{Calcio Sampdoria}}: 3 volte miglior attacco e 1 volta miglior difesa
* {{Calcio Fiorentina}}: 2 volte miglior attacco e 8 volte miglior difesa
* {{Calcio Bologna}}: 2 volte miglior attacco e 4 volte miglior difesa
* {{Calcio Genoa}}, {{Calcio Vicenza}}: 1 volta miglior attacco
* {{Calcio Cagliari}}, {{Calcio Triestina}}: 2 volte miglior difesa
* {{Calcio Modena}}, {{Calcio Padova}}, {{Calcio Perugia}}, {{Calcio Verona}}: 1 volta miglior difesa
 
=== Calciatori ===
==== Cannonieri ====
{{Vedi anche|Cannonieri del campionato italiano di calcio|Classifica dei marcatori della Serie A}}
[[File:Silvio Piola 2.jpg|thumb|[[Silvio Piola]], detentore del record di gol in Serie A]]
 
Primi 20 giocatori per numero di reti assolute in Serie A:
# {{Bandiera|Italia}} [[Silvio Piola]] 274 <!--ultima 13/06/11-->
# {{Bandiera|Svezia}} [[Gunnar Nordahl]] 225
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Meazza]] 216
# {{Bandiera|Brasile}} {{Bandiera|Italia}} [[Josè Altafini]] 216
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Francesco Totti]]''' 211 <!--ultima 21/01/12-->
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Baggio]] 205
# {{Bandiera|Svezia}} [[Kurt Hamrin]] 190
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Signori]] 188
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Alessandro Del Piero]]''' 185 <!--ultima 15/06/11-->
# {{Bandiera|Argentina}} [[Gabriel Batistuta]] 184
# {{Bandiera|Italia}} [[Giampiero Boniperti]] 178
# {{Bandiera|Italia}} [[Amedeo Amadei]] 174
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Savoldi]] 168
# {{Bandiera|Italia}} [[Guglielmo Gabetto]] 165
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Boninsegna]] 163
# {{Bandiera|Italia}} [[Luigi Riva]] 156
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Mancini]] 156
# {{Bandiera|Brasile}} [[Luís Vinício]] 155
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Filippo Inzaghi]]''' 155
# {{Bandiera|Italia}} [[Carlo Reguzzoni]] 155
 
In '''grassetto''' i giocatori ancora in attività in Serie A.
 
La coppia gol più prolifica di sempre è stata quella composta da Nordahl e Liedholm (Milan, 1949-1956), con 273 gol (210 il primo e 63 il secondo).
 
==== Imbattibilità del portiere ====
# {{Bandiera|Italia}} [[Sebastiano Rossi]], [[Serie A 1993-1994|1993-94]] ([[Associazione Calcio Milan|Milan]]): 929 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Dino Zoff]], [[Serie A 1972-1973|1972-73]] ([[Juventus Football Club|Juventus]]): 903 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Mario Da Pozzo]], [[1963]]-[[1964|64]] ([[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]]): 791 minuti
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Ivan Pelizzoli]]''', [[Serie A 2003-2004|2003-04]] ([[Associazione Sportiva Roma|Roma]]): 773 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Davide Pinato]], [[1996]]-[[1997|97]] ([[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]]): 757 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Luca Marchegiani]], [[1997]]-[[1998|98]] ([[Società Sportiva Lazio|Lazio]]): 744 minuti
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Morgan De Sanctis]]''', [[2010]]-[[2010|11]] ([[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]]): 742 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Adriano Reginato]], [[1966]]-[[1967|67]] ([[Cagliari Calcio|Cagliari]]): 712 minuti
# {{Bandiera|Slovenia}} '''[[Samir Handanovič]]''', [[2010]]-[[2011|11]] ([[Udinese Calcio|Udinese]]) 704 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Sebastiano Rossi]], [[Serie A 1993-1994|1993-94]] ([[Associazione Calcio Milan|Milan]]): 690 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Fabio Cudicini]], [[1971]]-[[1972|72]] ([[Associazione Calcio Milan|Milan]]): 687 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Ivano Bordon]], [[1979]]-[[1980|80]] ([[Internazionale Football Club Milano|Inter]]): 686 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Lido Vieri]], [[1970]]-[[1971|71]] ([[Internazionale Football Club Milano|Inter]]): 685 minuti
 
In '''grassetto''' i giocatori ancora in attività in Serie A.
 
==== Classifica presenze in A ====
{{Vedi anche|Classifica di presenze in Serie A}}
[[File:PaoloMaldini.jpg|thumb|[[Paolo Maldini]], detentore del record di presenze in Serie A]]
Primi 20 giocatori per numero di presenze assolute in Serie A:
 
# {{Bandiera|Italia}} [[Paolo Maldini]] 647 <!--ultima 31/05/09-->
# {{Bandiera|Italia}} [[Gianluca Pagliuca]] 592
# {{Bandiera|Italia}} [[Dino Zoff]] 570
# {{Bandiera|Italia}} [[Pietro Vierchowod]] 562
# {{Bandiera|Argentina}} '''[[Javier Zanetti]]''' 559 <!--ultima 17/2/12-->
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Mancini]] 541
# {{Bandiera|Italia}} [[Silvio Piola]] 537
# {{Bandiera|Italia}} [[Enrico Albertosi]] 532
# {{Bandiera|Italia}} [[Gianni Rivera]] 527
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Bergomi]] 519
# {{Bandiera|Italia}} [[Ciro Ferrara]] 500
# {{Bandiera|Italia}} [[Giovanni Galli]] 496
# {{Bandiera|Italia}} [[Tarcisio Burgnich]] 494
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Francesco Totti]]''' 491 <!--ultima 19/2/12-->
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Favalli]] 486
# {{Bandiera|Italia}} [[Giancarlo De Sisti]] 478
# {{Bandiera|Italia}} [[Angelo Peruzzi]] 478
# {{Bandiera|Italia}} [[Giacinto Facchetti]] 475
# {{Bandiera|Italia}} [[Franco Baresi]] 470
# {{Bandiera|Italia}} [[Pietro Ferraris II]] 469
In '''grassetto''' i giocatori ancora in attività
 
==== Giocatori pluriscudettati ====
{{Vedi anche|Lista dei calciatori plurivincitori del campionato italiano}}
Primi 22 giocatori per numero di scudetti vinti in Serie A:
 
# {{Bandiera|Italia}} [[Giovanni Ferrari]] 8
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Furino]] 8
# {{Bandiera|Italia}} [[Virginio Rosetta]] 8
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Bettega]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Alessandro Costacurta]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Ciro Ferrara]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Paolo Maldini]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Gaetano Scirea]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Guido Ara]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Franco Baresi]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Antonio Cabrini]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Franco Causio]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Antonello Cuccureddu]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Donadoni]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Pietro Ferraris II]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Claudio Gentile]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Guglielmo Gabetto]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Edoardo Pasteur]] 6
# {{Bandiera|Argentina}}''' [[Walter Samuel]] 6'''
# {{Bandiera|Inghilterra}} [[James Spensley]] 6
# {{Bandiera|Serbia}} '''[[Dejan Stanković]] 6'''
# {{Bandiera|Italia}} [[Dino Zoff]] 6
 
=== Allenatori ===
==== Classifica presenze in A ====
{{Vedi anche|Classifica di presenze degli allenatori in Serie A}}
Primi 10 allenatori per numero di presenze assolute in Serie A:
 
# {{Bandiera|Italia}} [[Carlo Mazzone]] 795
# {{Bandiera|Italia}} [[Nereo Rocco]] 787
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Giovanni Trapattoni]]''' 689
# {{Bandiera|Svezia}} [[Nils Liedholm]] 647
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Viani]] 639
# {{Bandiera|Italia}} [[Fulvio Bernardini]] 561
# {{Bandiera|Italia}} [[Luigi Ferrero]] 505
# {{Bandiera|Italia}} [[Luigi Radice]] 503
# {{Bandiera|Italia}} [[Eugenio Bersellini]] 490
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Bigogno]] 478
 
==== Allenatori pluriscudettati ====
{{Vedi anche|Allenatori vincitori del campionato italiano di calcio}}
[[File:Trapattoni.jpg|thumb|[[Giovanni Trapattoni]], con 7 successi, è l'allenatore più scudettato nella storia del campionato italiano]]
Allenatori che hanno vinto più di due scudetti in Serie A:
 
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Giovanni Trapattoni]]''' 7
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Fabio Capello]]''' 5
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Marcello Lippi]]''' 5
# {{Bandiera|Italia}} [[Carlo Carcano]] 4
# {{Bandiera|Argentina}} [[Helenio Herrera]] 3
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Roberto Mancini]]''' 3
# {{Bandiera|Ungheria}} [[Arpad Veisz]] 3
 
== Diritti tv ==
{{vedi anche|Diritti calcistici televisivi in Italia}}
A partire dalla [[Serie A 1993-1994|stagione 1993-1994]] le partite di Serie A vengono trasmesse sulla ''pay-tv''; fino al 1999 venivano trasmesse solo su [[Telepiù|Tele+]], tra il 1999 e il 2003 su [[Telepiù|Tele+]] e su [[Stream]], dal 2003 su [[Sky Italia]] (per [[Serie A 2003-2004|metà stagione 2003-2004]] alcune partite di Serie A venivano trasmesse sulla piattaforma satellitare [[Gioco Calcio]], fallita nell'estate 2004).
 
Dal [[gennaio]] [[2005]] sono trasmesse anche sul digitale terrestre ([[Mediaset Premium]] e [[La7 Cartapiù]], quest'ultima chiusa e sostituita nel [[2009]] da [[dahlia TV]] anch'essa poi fallita nel 2011).
 
== Orari di gioco ==
 
In linea generale le partite di calcio di serie A vengono giocate la domenica a partire dalle ore 15.00 per terminare completamente alle ore 17.00. I posticipi della domenica sera vennero introdotti nel campionato [[Serie A 1993-1994|1993-94]], quando la Lega Calcio approvò la nuova modifica e vengono giocati alle ore 20.45 (fino al campionato [[Serie A 2008-2009|2008-09]] alle 20.30); gli anticipi del sabato invece vengono introdotti nel campionato [[Serie A 1999-2000|1999-00]] e possono essere giocati alle 18.00 e alle 20.45. Questi ultimi sono stati introdotti per venire incontro alle squadre che dovevano affrontare una gara durante la settimana, in modo tale che i giocatori e tutto lo staff tecnico si potessero preparare al meglio. Negli ultimi anni, come linea generale, nei posticipi della domenica si fa giocare la partita più importante della giornata. Negli anticipi del sabato si preferisce far giocare alle 18.00 la partita che vede la squadra con un impegno infrasettimanale in trasferta, per far sì che i giocatori si riposino nel modo migliore.
 
Bisogna ovviamente ricordare che non essendo regole ben precise ma soltanto delle "linee guida" o disposizioni gli orari sono molto fessibili a modifica: non è detto infatti che ci siano sempre degli anticipi e dei posticipi e in casi molto rari (per esempio per motivi di ordine pubblico) è possibile anche cambiare l'orario.
 
Dal 2003 l'[[UEFA]] ha autorizzato alle rispettive federazioni la possibilità di spostare l'orario di una partita in funzione del clima: per esempio in serie A le prime partite di campionato giocate ad agosto possono essere posticipate alle ore 19.00 o anche 20.45 anziché alle 15.00 per l'eccessivo caldo. Anche nei mesi invernali è possibile, sebbene più raro, far giocare delle partite alle 18.00 o più raramente alle 17.00 anziché alle 20.45 per evitare l'eccessivo freddo.
 
Dal 2006 anche il campionato italiano ha introdotto le partite infrasettimanali (in alcuni campionati già da diverso tempo erano previsti) per far sì che gli impegni di campionato non andassero a interferire con gli impegni europei o con la coppa Italia. Le partite vengono giocate il mercoledì alle 20.45 e, seppur raramente, una partita viene fatta giocare il giovedì sempre alle 20.45.
 
Da notare che nel 2000 nel campionato italiano si provò per la prima volta in serie A ed esclusivamente come sperimentazione a far anticipare una partita alle 13.00 (Parma-Juventus) in occasione del turno dell'[[Epifania]]. L'esperimento fu ripetuto episodicamente negli anni successivi con orari leggermente diversi (12.00 o 12.30) fino all'approvazione definitiva che è partita dalla stagione 2010-2011, con l'introduzione della gara delle ore 12.30.
== Partite con più gol ==
Dall'inizio della serie A a girone unico nel [[1929]] ci sono state due partite con undici gol:<ref name="RecordGoal">{{cita web|url=http://www.sport10.it/qual-e-stata-la-partita-con-piu-gol-in-serie-a-31568.html|titolo=Qual è stata la partita con più gol in Serie A?|editore=Sport 10|accesso=19 gennaio 2012|data=22 dicembre 2011}}</ref>
*[[Serie A 1937-1938|1937-1938]] - 15ª giornata andata - [[9 gennaio]] [[1938]]: {{Calcio Ambrosiana-Inter}}-{{Calcio Bari}} 9-2
*[[Serie A 1949-1950|1949-1950]] - 10ª giornata andata - [[6 novembre]] [[1949]]: {{Calcio Inter}}-{{Calcio Milan}} 6-5
Prima dell'inizio della serie A a girone unico nel [[1929]] ci sono state altre tre partite con undici gol tutte e tre giocate nella [[Divisione Nazionale 1928-1929]]:<ref name="RecordGoal"/>
*2ª giornata andata - [[7 ottobre]] [[1928]] - {{Calcio Juventus}}-{{Calcio Fiorentina}} 11-0
*4ª giornata andata - [[28 ottobre]] [[1928]] - {{Calcio Genova 1893}}-{{Calcio Verona}} 11-0
*6ª giornata andata - [[4 novembre]] [[1928]] - {{Calcio Juventus}}-{{Calcio Fiumana}} 11-0
La partita dall'inizio del campionato quando non era a girone unico è stata [[Milan]]-[[Atalanta]] del [[serie A 1972-1973|campionato 1972-1973]] finita 9-3 (12 gol) con i tre gol di [[Pierino Prati|Prati]] (M), due di [[Alberto Bigon|Bigon]] (M), due di [[Gianni Rivera|Rivera]] (M), [[Romeo Benetti|Benetti]] (M), [[Luciano Chiarugi|Chiarugi]] (M), [[Bruno Divina|Divina]] (A), [[Gian Piero Ghio|Ghio]] (A) e [[Alberto Carelli|Carelli]] (A)<ref>[http://www.storiedicalcio.altervista.org/milan_atalanta_9-3.html Milan Atalanta 9-3: LA GRANDE ABBUFFATA]</ref>.<br>
Invece la partita con più gol in assoluto, compreso quello non a girone unico è stata [[Unione Sportiva Milanese|U.S. Milanese]]-[[Calcio Venezia|Venezia]] della [[Prima Categoria 1909]] è stato il ritorno della '''Semifinale Lombardo-Veneta''' giocato a [[Milano]] il [[28 marzo]] [[1909]] e concluso 11-2 (13 gol).
 
== Note ==
{{references|2}}
 
The [[Battle of Pavia]] ([[1525]]) marks a watershed in the city's fortunes, since by that time, the former cleavage between the supporters of the Pope and those of the Holy Roman Emperor had shifted to one between a French party (allied with the Pope) and a party supporting the Emperor and King of Spain [[Charles V]]. Thus during the [[Bourbon house|Bourbon]]-[[Habsburg]] [[Italian Wars]], Pavia was naturally on the Imperial (and Spanish) side. The defeat and capture of king [[Francis I of France|Francis&nbsp;I]] of [[France]] during the battle ushered in a period of [[Spain|Spanish]] occupation which lasted until [[1713]]. Pavia was then ruled by the [[Austria]]ns until [[1796]], when it was occupied by the French army under [[Napoleon]].
== Bibliografia ==
* ''Almanacco del calcio'', pubblicato dalla [[Panini (azienda)|Panini]]
 
In [[1815]], it again passed under Austrian administration until the [[Second War of Independence]] ([[1859]]) and the unification of [[Italy]] one year later.
== Voci correlate ==
* [[Albo d'oro del campionato italiano di calcio]]
* [[Evoluzione del campionato italiano di calcio]]
* [[Cannonieri del campionato italiano di calcio]]
* [[Classifica perpetua della Serie A]]
* [[Classifica perpetua del campionato italiano di calcio dal 1898 al 1929]]
* [[Serie B]]
* [[Lega Nazionale Professionisti Serie A]]
* [[Coppa Italia]]
* [[Statistiche della Serie A di calcio italiana]]
 
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