Coppa Davis 2013 e Storia di Pavia: differenze tra le pagine

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La '''Coppa Davis [[2013]]''' è la 102ª edizione del più importante torneo fra squadre nazionali di tennis maschile. Sedici squadre prenderanno parte al Gruppo Mondiale e più di cento ai gruppi zonali.
[[File:Torri-Pavia-Italy.jpg|thumb|right|Solo alcune delle molte torri che ornavano il paesaggio cittadino nel Medioevo sono sopravvissute fino ad oggi.]]
La '''storia di [[Pavia]]''' ha inizio in [[Italia preromana|epoca preromana]]. La zona, poco popolata, apparteneva ai margini della [[cultura di Golasecca]], sfiorando l’area periferica del territorio dei [[Liguri]]. Intorno al IV secolo aC le popolazioni insediate furono assorbite dai [[Celti]], migrati in [[Val Padana]]. Secondo gli storici classici romani e greci, un insediamento fu costituito dalle tribù della [[Gallia]] transpadana sulle rive del [[Ticino (fiume)|fiume Ticino]], poco distante dalla confluenza con il [[Po|fiume Po]]. [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]] scrisse che fu fondata dalle tribù [[liguri]] dei [[Levi (popolo)|Levi]] e dei [[Marici]], mentre [[Claudio Tolomeo]] la attribuì agli [[Insubri]].
 
==Gruppo MondialeLe origini ==
I fondatori dell'antico insediamento preromano appartenevano con molta probabilità alle tribù dei [[Levi (popolo)|Levi]] e dei [[Marici]] che si stanziarono lungo le rive del fiume Ticino, non lontano dal Po, la cui confluenza era molto più vicino alla città di quanto non lo sia ora.
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Gruppo Mondiale}}
=== Squadre partecipanti ===
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Secondo la leggenda le tribù che fondarono Pavia, giunte nei pressi del luogo dove sorse la città ed essendo indecise sulla sponda sulla quale costruire le proprie capanne, decisero di affidarsi agli dei. Portarono un'imbarcazione in mezzo al fiume dalla quale una fanciulla liberò una colomba. L'uccello dopo aver volteggiato sul fiume si posò sulla parte sinistra dove si mise a costruire il proprio nido. Preso atto della volontà divina le tribù iniziarono a costruire le prime abitazioni<ref>{{Cita libro|autore=Luigi Ponzio|titolo=Compendio della storia popolare dell storia di Pavia|anno=1911|editore=Tipografia Fratelli Fusi|città=Pavia|p=|pp=16-20|ISBN=}}</ref>.
'''Teste di serie''':
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=== TabelloneTicinum ===
Non abbiamo dati certi sulla data e sulle modalità della fondazione della città. Insediamenti romani isolati verosimilmente insistevano nell`area della futura [[Pavia]] già dal II secolo a.C. Dall'analisi della [[centuriazione]] e dei resti del sistema fognario pare possibile identificare come termine post quem della fondazione l’anno 89 a.C.<ref name="A1">{{Cita pubblicazione|nome=Filippo|cognome=Brandolini|titolo=Pavia: Vestigia di una Civitas altomedievale|lingua=en|accesso=2019-03-05|url=https://www.academia.edu/4311218/Pavia_Vestigia_di_una_Civitas_altomedievale}}</ref>.
{{DCWorld
| RD1-date=1-3 febbraio
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La città assunse importanza al tempo dei [[Storia romana|Romani]], con il nome di '''''Ticinum''''', dopo che fu raggiunta da un'estensione della [[Via Emilia]], nel [[187 a.C.]] Poco è noto di ''Ticinum'': era un ''[[municipium]]'', nella città venne eretto un [[arco di trionfo]] in onore di [[Augusto]] e nel [[IV secolo]] era sede della manifattura di [[Arco (arma)|archi]]. [[Cornelio Nepote]], il biografo, nacque probabilmente a ''Ticinum''. Il centro storico di Pavia, un quadrato di circa 1&nbsp;km², ha ancora oggi la tipica pianta derivata dal ''[[castrum]]'', l'accampamento militare romano, dotato di due assi perpendicolari, il [[Cardine (storia romana)|cardo]] (oggi Corso Strada Nuova) e il [[decumano]] (oggi Corso Mazzini prima dell'intersezione e Corso Cavour dopo). La conservazione della pianta della città è stata permessa dal fatto che la città non è mai stata distrutta completamente. Alcuni resti di una grande struttura circolare, probabilmente il teatro, furono rinvenuto nell'area nord-orientale della città, mentre presso la chiesa di [[Chiesa di San Giovanni Domnarum|San Giovanni Domnarum]] vi era un impianto termale<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/pavia|titolo=Pavia nell'Enciclopedia Treccani|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-05-04}}</ref>. Sotto la chiesa di [[Chiesa di San Tommaso (Pavia)|San Tommaso]] si conservano invece i resti di un grande edificio (forse termale) dotato di absidi e non ancora indagato archeologicamente<ref>{{Cita web|url=http://ermannoarslan.it/wp-content/uploads/2018/04/1968-EAA-STommasoDiPaviaConMGBossi.pdf|titolo=La chiesa di S. Tommaso in Pavia nella sua ambientazione urbanistica}}</ref>. A partire dal [[III secolo]] venne costruita a una [[zecca di Ticinum|zecca imperiale]] (che arrivò a contare sei officine). Presso [[Pavia]], nel 271, l'imperatore [[Aureliano]] sconfisse, in una sanguinosa [[Battaglia di Pavia (271)|battaglia]] gli [[Alemanni]].
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[[Stilicone]] (tra 406 e 407), nelle operazioni militari contro [[Alarico I|Alarico]], aveva trasferito a [[Pavia]] parte dell'esercito, evidenziando il cambiamento di ruolo assunto da [[Ticinum]], da centro subalterno a [[Milano]] a palcoscenico principale dell'[[Italia settentrionale]]. La rivolta dell’esercito che causò la caduta di [[Stilicone]] nel 408, ebbe proprio in [[Pavia]] il suo epicentro, segno che la città aveva ormai acquisito un ruolo determinate nello scacchiere romano. Anche gli eventi militari che causarono l’affermazione in [[Italia (regione geografica)|Italia]] del primo [[Regni romano-germanici|regno post-romano]] a opera di [[Odoacre]] ebbero in Ticinum il loro principale teatro. Il [[476|476 d.C.]] segna una data epocale per la città e non solo. In quell’anno, infatti, [[Oreste]], incalzato dalla ribellione di [[Odoacre]], si rifugiò a [[Pavia]], perché credeva che le possenti fortificazioni della città non sarebbero mai state superate, ma Pavia/Ticinum fu assediata e conquistata, segnando, con la morte di Oreste e la deposizione del figlio [[Romolo Augusto|Romolo Augustolo]], la fine dell’[[Impero romano d'Occidente|impero romano d’Occidente]]<ref name="A1" />.
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== Invasioni barbariche e Regno Longobardo ==
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{{Vedi anche|Ducato di Pavia|Assedio di Pavia (773-774)}}
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La città venne saccheggiata da [[Attila]] nel [[452]] e da [[Odoacre]] nel [[476]]. Crebbe di importanza come centro militare nel periodo di regno dei [[Goti]]. [[Teodorico il Grande|Teodorico]] fece costruire un palazzo, dei bagni, un anfiteatro e nuove mura. Il generale bizantino [[Narsete]] riconquistò ''Ticinum'' per l'[[Impero Romano d'Oriente]], ma dopo un lungo assedio la dovette cedere ai [[Longobardi]] nel [[572]].
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La città divenne, con il nome '''Papia''', da cui il moderno "Pavia", la capitale del [[Regno longobardo]] e come tale una delle più importanti città italiane. Dopo l'[[Assedio di Pavia (773-774)|assedio di Pavia]] e la cattura di [[Desiderio (re)|Desiderio]] nel [[774]], [[Carlo Magno]] distrusse definitivamente la supremazia longobarda.
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Le cause dell’affermazione di Pavia come capitale del [[regno longobardo]], posizione che mantenne, attraverso l’età [[Carolingi|carolingia]], sino all’avvento in Italia degli [[Dinastia ottoniana|Ottonidi]], sono da ricercare nel contesto politico-istituzionale e militare dell’[[Italia settentrionale]] tra V e VI secolo. Nel primo decennio del V secolo la capitale imperiale fu portata da [[Milano]] a [[Ravenna]] e, negli stessi anni, gradualmente, crebbe l’importanza del ruolo militare di Pavia.
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In città erano già presenti strutture logistiche militari come caserme e fabbriche statali di armi, inoltre Pavia sorgeva su un ripido terrazzo fluviale circondato dal [[Ticino (fiume)|Ticino]] e da altri corsi d'acqua minori, mentre il suo porto fluviale permetteva, via [[Po]], un comodo accesso all’[[Mare Adriatico|Adriatico]] da un lato e al [[lago Maggiore]] dall’altro.
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La nascita del [[regno ostrogoto]] in [[Italia (regione geografica)|Italia]] sancì il ruolo di Pavia, insieme a [[Ravenna]] e [[Verona]], come sede regia. Nel primo trentennio del VI secolo in città sono infatti documentati parecchi interventi edilizi promossi dalla monarchia [[Ostrogoti|ostrogota]] relativi al palazzo Regio, alle mura, alle terme e all’anfiteatro.Nel 538 i bizantini assediarono [[Pavia]], dove si era rinchiuso re [[Vitige]], ma l'asssedio fallì<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pavia/|titolo=Pavia}}</ref>. Dal 540 la città divenne la sede della corte e del tesoro reale e qui furono eletti i re [[Ildibaldo|Ildibado]], [[Erarico]] e [[Totila]]. Nel difficile biennio 552-553 Pavia si distinse come il più importante centro militare del [[regno ostrogoto]]: qui fu eletto l’ultimo re goto [[Teia (re)|Teia]] e Pavia fu l’ultima città gota a cadere nelle mani dei [[Impero bizantino|bizantini]].
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Pavia divenne capitale definitiva del [[regno longobardo]] solo nei primi anni del VII secolo, ma fin dai primi decenni della discesa in Italia dei [[Longobardi]] la città era il maggiore centro militare: qui radunavano l’esercito per le campagne militari stagionali, a Pavia fu eletto [[Clefi]], il successore di [[Alboino]], qui si rifugiarono [[Autari]] e [[Agilulfo]] durante le spedizioni [[Franchi|franche]] negli ultimi anni del VI secolo.
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Le principali conseguenze che il ruolo di capitale portò a Pavia, ovvero le “specificità” della capitale rispetto alle altre città del regno, furono in particolare la residenza del re in città e il funzionamento del palazzo Regio.
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La conformazione del complesso di edifici che costituivano il palazzo è però in parte ignota, dato che nessuno scavo archeologico è mai stato condotto nel sito. L’area stessa occupata dal palazzo è oggetto di dibattito, perché il palazzo fu completamente distrutto dai pavesi nell’XI secolo. Tuttavia abbiamo molte attestazioni documentarie sulla struttura. Sappiamo infatti che in età carolingia e postcarolingia il palazzo era formato da un complesso di edifici, che ospitavano la residenza del re e della corte, la cancelleria, la zecca e il tribunale regio. Inoltre vi erano cappelle, un carcere, un emporio commerciale, grandi cortili dove si tenevano i [[Placito|placiti]] e un giardino, popolato di animali esotici.
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Il ruolo di capitale comportava la convocazione annuale delle assemblee degli exercitales longobardi, durante le quali furono promulgate nel 643 l’[[editto di Rotari]] e, successivamente, le altre leggi longobarde.
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La residenza in città delle élite aristocratiche del regno contribuiva a fare di Pavia, non solo il centro urbano principale, ma anche il punto di riferimento per l’intera popolazione del regno.
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La città conobbe profondi cambiamenti nella topografia urbana, come l’abbandono del foro di età classica e la creazione di nuovi edifici di culto cristiani. Il principale fenomeno che investì la topografia urbana di Pavia in [[età longobarda]] consistette nella fondazione di edifici ecclesiastici. Fino alla metà del VI secolo sono attestate solo due chiese cristiane in città, mentre, tra il 569 e il 774, furono fondate almeno 21 tra chiese e monasteri. Otto sono fondazioni regie, 4 aristocratiche e 1 sola episcopale. Determinante fu la creazione di edifici ecclesiastici da parte dei sovrani: la fondazione di una chiesa, spesso destinata alla sepoltura del fondatore, divenne infatti dal VII secolo l’atto principale con cui la monarchia longobarda dimostrò la propria appartenenza e adesione al mondo cristiano.
[[File:Cunip.jpg|miniatura|La lapide tombale di re [[Cuniperto]], un tempo nel [[Monastero di San Salvatore (Pavia)|monastero di San Salvatore]] di Pavia, ora nei [[Musei Civici di Pavia]]]]
Pavia ospitò la stragrande maggioranza delle sepolture regie longobarde: nella capitale furono sepolti i sovrani e i loro congiunti a partire dalla metà del VII secolo sino a [[Liutprando]] e probabilmente [[Astolfo (re)|Astolfo]], verosimilmente inumato nella chiesa pavese di [[Chiesa di San Marino (Pavia)|San Marino]]. La mancata affermazione di un'unica dinastia regnante si rifletté nel proliferare di chiese fondate dai sovrani per esservi sepolti. Con l’eccezione dei re della [[Bavarese (dinastia)|dinastia bavarese]], che nella seconda metà del VII secolo usarono la chiesa di [[Monastero di San Salvatore (Pavia)|San Salvatore]] come mausoleo dinastico, praticamente ogni nuovo re creò una nuova chiesa sepolcrale, che poi non fu più usata da altri sovrani. Proprio perché la capitale ospitava i sepolcri dei re che in città si conserva il principale corpus dell’[[Epigrafia latina|epigrafia]] funeraria del regno.
 
A Pavia vi erano poi due grandi necrepoli, la prima presso la chiesa di [[San Giovanni in Borgo (Pavia)|San Giovanni in Borgo]], dove probabilmente era sepolto re [[Rotari]], e la seconda presso la chiesa di [[Chiesa di Santa Maria alle Pertiche|Santa Maria alle Pertiche]], fondata alla fine del VII secolo dalla regina [[Rodelinda (regina VII secolo)|Rodelinda]], moglie di [[Pertarito]], in una necropoli caratterizzata, secondo [[Paolo Diacono]], da aste con colombe di legno sull’apice. La chiesa di [[Chiesa di Santa Maria alle Pertiche|Santa Maria]] divenne nell’VIII secolo un mausoleo della regalità longobarda: qui furono tumulati re, regine, aristocratici e [[Diocesi di Pavia|vescovi di Pavia]], e nell’area della necropoli [[Ildebrando|Ildeprando]] nel 744 fu eletto re dei [[longobardi]], ricevendo la lancia davanti all’esercito.
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[[File:Cuniperga.jpg|miniatura|Lastra tombale di [[Cuniperga]], figlia del re [[Cuniperto]], dal monastero di [[Sant'Agata al Monte]] di Pavia, ora nei [[Castello Visconteo (Pavia)|Musei Civici di Pavia]].]]
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Dalla seconda metà del VII secolo si diffuse la consuetudine regia di creare monasteri femminili dotandoli abbondantemente di beni. La reggenza di tali monasteri fu in alcuni casi affidata a membri femminili della famiglia reale: re [[Pertarito]] donò a sua sorella Teodota il [[Monastero di Sant’Agata al Monte (Pavia)|monastero di Sant’Agata al Monte]], poi concesso da re [[Cuniperto]] alla figlia [[Cuniperga]].
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La residenza regia a Pavia influenzò molto anche le vicende della sede [[Diocesi di Pavia|episcopale]] della capitale, che, fino dalla sua fondazione, nel IV secolo, era sottoposta all’autorità della [[Arcidiocesi di Milano|metropoli milanese]]. La dipendenza del [[Diocesi di Pavia|vescovo di Pavia]] da quello di Milano andò in crisi all’arrivo dei [[Longobardi]]. Infatti, tra la fine del VII e l’inizio dell’VIII secolo, il [[Diocesi di Pavia|vescovo di Pavia]], come presule di una città capitale di regno, fu sottoposto direttamente alla [[Papa|sede romana]] e reso autonomo dall’autorità del [[Arcidiocesi di Milano|metropolita milanese]] (tale “indipendenza” durò fino all’età moderna).
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Dal regno di [[Cuniperto]] inoltre, il ruolo centrale della [[Diocesi di Pavia|chiesa di Pavia]] fu pertanto istituzionalizzato, dato che proprio Pavia divenne, dal VII sino al XII secolo, la sede di quasi tutti i [[Concilio|concili]] e le [[sinodi]], privilegio prima appartenuto a [[Milano]].
 
Pavia rimase la residenza dei sovrani e la capitale del [[Regno d'Italia (781-1014)|regno Italico]] anche sino all’età [[Dinastia ottoniana|ottoniana]] tra X e XI secolo. Il ruolo di capitale, spesso ricoperto in scontro con [[Milano]], per tutto l’[[Alto Medioevo|alto medioevo]] divenne il cuore dell’identità e dell’ideologia civica in [[età comunale]] e nella prima fase [[Visconti|viscontea]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, Pavia capitale del regno longobardo: strutture urbane e identità civica|lingua=en|accesso=10 febbraio 2019|url=https://www.academia.edu/8336300/Piero_Majocchi_Pavia_capitale_del_regno_longobardo_strutture_urbane_e_identit%C3%A0_civica}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, Sviluppo e affermazione di una capitale altomedievale: Pavia in età gota e longobarda, "Reti Medievali - Rivista", XI - 2010, 2, url: &lt; http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/article/view/54/357&gt;|rivista=Reti Medievali|lingua=en|accesso=10 febbraio 2019|url=https://www.academia.edu/958195/Piero_Majocchi_Sviluppo_e_affermazione_di_una_capitale_altomedievale_Pavia_in_et%C3%A0_gota_e_longobarda_Reti_Medievali_-_Rivista_XI_-_2010_2_url_http_www.rmojs.unina.it_index.php_rm_article_view_54_357_}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, Pavia città regia. Storia e memoria di una capitale altomedievale, Roma, Viella, 2008.|url=https://www.academia.edu/958742/Piero_Majocchi_Pavia_citt%C3%A0_regia._Storia_e_memoria_di_una_capitale_altomedievale_Roma_Viella_2008|accesso=10 febbraio 2019|lingua=en}}</ref>.
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== Periodo carolingio ==
==Turno di qualificazione al Gruppo Mondiale==
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Spareggi Gruppo Mondiale}}
Partecipano agli spareggi le 8 squadre perdenti il primo turno del Gruppo Mondiale e le 8 promosse dal Gruppo I delle tre divisioni zonali (Americhe, Asia/Oceania, Europa/Africa).
 
La città continuò ad essere la capitale del [[Regno d'Italia (781-1014)|regno d'Italia]] e fu costruita una residenza reale nelle vicinanze (a [[Corteolona]]). Nel 896, il conte di Milano Manfredo si ribellò all'imperatore [[Lamberto II di Spoleto|Lamberto]], il sovrano radunò quindi a Pavia l'esercito e, con i contingenti pavesi, assediò Milano e catturò Manfredo.<ref name="academia.edu">{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, L&#39;esercito del re e le città: organizzazione militare degli eserciti urbani in Italia settentrionale (VIII-XI sec.), in Urban Identities in Northern Italy (800-1100 ca.), eds. by Piero Majocchi e Cristina La Rocca, Brepols 2015, pp. 103-148.|lingua=en|accesso=2019-04-23|url=https://www.academia.edu/19930734/Piero_Majocchi_Lesercito_del_re_e_le_citt%C3%A0_organizzazione_militare_degli_eserciti_urbani_in_Italia_settentrionale_VIII-XI_sec._in_Urban_Identities_in_Northern_Italy_800-1100_ca._eds._by_Piero_Majocchi_e_Cristina_La_Rocca_Brepols_2015_pp._103-148}}</ref> Nella [[chiesa di San Michele Maggiore]] a Pavia, [[Berengario I]] del Friuli e i suoi successori fino a [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]] e [[Adalberto II d'Ivrea|Adalberto II]], furono incoronati [[Regno d'Italia|Re d'Italia]]. Sotto il regno di Berengario, nel 924, gli [[Magiari|Ungari]] assediarono Pavia, riuscendo, grazie all'uso di frecce infuocate, ad appiccare un grande incendio in città, che provocò la morte di molti cittadini, compreso il vescovo, tuttavia non riuscirono a penetrare all'interno delle mura<ref>{{Cita libro|nome=Paolo|cognome=Golinelli|titolo=Adelaide|url=https://books.google.it/books?id=YQZtlHhOE5kC&pg=PA30&dq=ungari+pavia+924&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjkuf6b66rgAhWizYUKHR4zBbYQ6AEIOjAD#v=onepage&q=ungari%20pavia%20924&f=false|accesso=2019-02-08|data=2001|editore=Editoriale Jaca Book|lingua=it|ISBN=9788816435117}}</ref>.
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;"
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!Sede (superficie) !! Squadra in casa !! Risultato !! Squadra fuori casa
|-
| || ||align="center"| – ||
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|}
 
Nel 945, il re [[Ugo di Provenza|Ugo]], chiamò a Pavia nel [[Palazzo Reale (Pavia)|palazzo reale]] l'arcivescovo di Milano [[Arderico]], con l'intento di ucciderlo, giunto nella reggia, scoppiò una rissa tra i pavesi ed i milanesi, durante la quale furono uccisi un centinaio di seguaci dell'arcivescovo, da questo episodio cominciarono le rivalità e le lotte tra Pavia e Milano<ref name="academia.edu" />.
== Zona Americana ==
=== Gruppo I ===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Americana Gruppo I}}
{{Colonne}}
'''Teste di Serie''':
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{{Colonne spezza}}
Altre:
* {{Naz|Coppa Davis|DOM}}
* {{Naz|Coppa Davis|ECU}}
* {{Naz|Coppa Davis|URU}}
{{Colonne fine}}
 
Fra il [[950]]-[[951]] il re [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]] terminò la riorganizzazione del territorio del nord Italia, iniziata da [[Ugo di Provenza]] costituendo la [[Marca Obertenga]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/marca_res-f28a3cbc-e02d-11df-9ef0-d5ce3506d72e/ Le Marche d'Italia sull'Enciclopedia Treccani]</ref>: la [[Marca (circoscrizione)|Marca]] di [[Milano]] assieme alla [[Marca di Genova]] furono affidate a [[Oberto I (nobile)|Oberto I]], capostipite della casata degli [[Obertenghi]], assieme ai comitati di [[Luni]], [[Tortona]], Milano, [[Genova]], Pavia e [[Bobbio]] (feudo monastico imperiale); con l'imperatore [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] si ebbe la fisionomia definitiva.
==== Tabellone ====
{{DCGroupI | Year=2013
| 2RP-date=13-15 settembre / 18-20 ottobre
| 1RP-date=5-7 aprile / 13-15 settembre
| RD1-date=1-3 febbraio
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Nel [[951]] si celebrò a Pavia il matrimonio tra [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] e [[Adelaide di Borgogna (imperatrice)|Adelaide]], che esercitarono un'importante influenza sulle relazioni tra l'impero e l'Italia. Ma, quando la successione alla corona d'Italia venne contesa tra l'imperatore [[Enrico II il Santo|Enrico II]] e [[Arduino d'Ivrea]], la città appoggiò il secondo. Durante il periodo ottoniano [[Pavia]] godette di un periodo di benessere e sviluppo. L’antica capitale longobarda si distinse dalle altre città della [[Pianura Padana|pianura padana]] per la sua fondamentale funzione di crocevia di importanti commerci, sia di derrate alimentari sia di oggetti di lusso. I traffici commerciali vennero favoriti soprattutto dalle vie d’acqua utilizzate dall’imperatore per i suoi spostamenti: dal [[Ticino (fiume)|Ticino]] si raggiungeva facilmente il [[Po]], asse diretto con il [[mare Adriatico]] e i traffici marittimi. Inoltre, con l’avvento degli [[Dinastia ottoniana|Ottoni]], [[Milano]] perse nuovamente importanza a favore di [[Pavia]], la cui preminenza venne sancita, tra l’altro, dalle coniazioni della zecca pavese<ref name="A1" />. Nel 997 papa [[Papa Gregorio V|Gregorio V]] convocò in città un concilio, con il quale furono scomunicati i [[Crescenzi]]<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />. La città fu quindi devastata da Enrico, che era stato attaccato dai cittadini nella notte dopo la sua incoronazione a re d'Italia nel [[1004]]. Nell'[[XI secolo|XI]] e [[XII secolo]] Pavia viene chiamata la ''seconda Roma''.
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== La rivalità con Milano e il dominio dei Visconti e degli Sforza ==
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Nel 1018 papa [[Papa Benedetto VIII|Benedetto VIII]] convocò a [[Pavia]] un concilio dove fu rinnovata la condanna contro la [[simonia]] ed il concubinato ecclesiastico, un nuovo concilio, convocato sempre da papa [[Papa Benedetto VIII|Benedetto VIII]] e dall'imperatore [[Imperatore Enrico II|Enrico II]], si svolse a Pavia nel 1022 e determinò pesanti misure volte a reprimere il [[Nicolaismo]] e la [[simonia]]<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />. Nel 1037, con le milizie pavesi, l'[[Corrado II il Salico|imperatore Corrado II]] assediò [[Milano]], sebbene l'assedio fu poi tolto, le operazioni di devastazione delle campagne milanesi proseguirono fino al 1039<ref name="academia.edu" />. La rivalità tra Pavia e [[Ducato di Milano|Milano]] si trasformò in una guerra nel [[1056]], che proseguì a lungo con alterne vicende (i pavesi furono sconfitti una prima volta a [[Campomorto]] nel 1061, ma poi si riorganizzarono<ref name="academia.edu" />) e Pavia chiamò in aiuto gli imperatori. Nel 1076, durante le lotte tra l[[Enrico IV di Franconia|'imperatore Enrico IV]] ed il [[papa Gregorio VII]], [[Antipapa Clemente III|Guiberto da Parma]], arcivescovo di Ravenna, convocò a [[Pavia]] un concilio insieme ai vescovi ed ai diaconi dissidenti verso il pontefice, durante il quale scomunicarono il [[papa Gregorio VII]]<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />. Il comune di Pavia rimase costantemente [[ghibellino]], la città non aderì alla [[Lega Lombarda]] (se non temporaneamente nel 1168) e le forze pavesi operarano sempre a fianco all'esercito imperiale in tutte le operazioni condotte contro le forze della [[Lega Lombarda|Lega]], come nella distruzione di [[Milano]] del 1162<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, "Papia civitas imperialis”. Federico I di Svevia e le tradizioni regie pavesi, in Pavia e il suo territorio nell’età del Barbarossa. Studi in onore di Aldo A. Settia, in “Bollettino della Società Pavese di Storia Patria”, 105 (2005), pp. 19-52|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/958711/Piero_Majocchi_Papia_civitas_imperialis_._Federico_I_di_Svevia_e_le_tradizioni_regie_pavesi_in_Pavia_e_il_suo_territorio_nell_et%C3%A0_del_Barbarossa._Studi_in_onore_di_Aldo_A._Settia_in_Bollettino_della_Societ%C3%A0_Pavese_di_Storia_Patria_105_2005_pp._19-52}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fabio|cognome=Bargigia|titolo=I Pavesi e la prassi bellica nella prima età sveva, in "Bollettino della società pavese di storia patria", CV (2005), pp.|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/21733832/I_Pavesi_e_la_prassi_bellica_nella_prima_et%C3%A0_sveva_in_Bollettino_della_societ%C3%A0_pavese_di_storia_patria_CV_2005_pp}}</ref>. L'esercito comunale pavese non riuscì a prendere parte alla [[battaglia di Legnano]].
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Nel complesso, il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]] risiedette a [[Pavia]] per 13 anni in diversi periodi. Numerose furono quindi anche le soste dell'intera corte imperiale nell'antica capitale altomedievale. La lunga residenza dell'imperatore e del suo entourage a [[Pavia]] fu caratterizzata da una serie di richiami espliciti al ruolo e alla memoria della città nel passato, connotando la seconda metà del XII secolo come un vero e proprio revival dei fasti della capitale del regno. [[Federico Barbarossa|Federico]] rilasciò anche molti diplomi ai ricchi monasteri regi pavesi, utili alleati nel controllo del territorio e nella politica ecclesiastica dell'imperatore.
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Nel 1160 l'imperatore [[Federico Barbarossa|Federico]] convocò in città un concilio per risolvere lo scisma tra papa [[Papa Alessandro III|Alessandro III]] e [[Antipapa Vittore IV|Vittore IV]], tuttavia, dato che Alessandro III si rifiutò di comparire ed il concilio riconobbe Vittore IV come papa<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />.
 
Inoltre, con il decreto imperiale dell’8 agosto 1164, il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]] eliminò completamente ogni autorità palatina dal governo cittadino e riconobbe alla cittadinanza il diritto alla libera elezione dei consoli con la sola clausola che costoro giurassero e facessero giurare al popolo fedeltà all’Impero e ricevessero dall’Imperatore l’investitura e la conferma della carica. L’imperatore concedette inoltre a [[Pavia]] il dominio su un vasto distretto che, nel diploma del 1164, abbracciava non soltanto la [[Lomellina]] e l’[[Oltrepò Pavese|Oltrepo’]] attuale, con le terre tra [[Pavia]] e [[Milano]], ma anche una grande parte del territorio [[Tortonese]]<ref name="A1" />.
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Pavia appoggiò [[Federico II di Svevia|Federico II]] contro la seconda [[Lega Lombarda]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/organizzazione-militare_(Federiciana)|titolo=ORGANIZZAZIONE MILITARE in "Federiciana"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-02-08}}</ref> e le sue forze parteciparono alla [[battaglia di Cortenuova]], all'[[Assedio di parma|assedio di Parma]] e a numerose altre operazioni militari. Nel 1219 [[Federico II di Svevia|Federico II]] confermò ancora una volta quanto l’avo aveva concesso a [[Pavia]] per la fedeltà dimostrata nel sostenere le ragioni dell’Impero sul campo di battaglia. Inoltre [[Federico II di Svevia|Federico II]] concesse al comune maggiori autonomia nell'autogoverno cittadino, nella potestà giurisdizionale e nella capacità impositiva, obbligando inoltre i milanesi a restituire [[Vigevano]] a Pavia e ai piacentini a rendere ai pavesi alcune località dell[[Oltrepò Pavese|'Oltrepò]] da loro occupate<ref name="PAVIA in Federiciana">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pavia_%28Federiciana%29/|titolo=Pavia}}</ref>. Lo [[Federico II di Svevia|Federico II]] entrò per la prima volta in [[Pavia]] nel 1212 e il suo ingresso in città fu celebrato trionfalmente. Come era già accaduto con [[Federico Barbarossa|Federico I]], la permanenza dello Svevo in città significò la ripresa di antiche tradizioni regie proprie della capitale altomedievale. Il sovrano, come di consuetudine, rilasciò diplomi a enti ecclesiastici locali e soggiornò nel palazzo presso il [[Monastero di San Salvatore (Pavia)|monastero di S. Salvatore]]<ref name="A1" />.
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Definiti da [[Federico II di Svevia|Federico II]] "I più devoti tra i nostri devoti", i pavesi appoggiarono sempre l'imperatore durante le guerre da lui condotte contro le forze della [[Lega Lombarda]], distinuguendosi in particolare durante la [[battaglia di Cortenuova]] del 1237, dove, come scrisse [[Pier della Vigna]], "la mirabile milizia pavese si vendicò dei Milanesi"<ref name="PAVIA in Federiciana" />.
 
Nel 1268 Pavia, schierata con la fazione filoimperiale insieme a [[Mastino I della Scala|Mastino della Scala]], i [[Pallavicino|Pallavicini]], [[Pisa]], [[Siena]] e [[Guido da Montefeltro]], accolse [[Corradino di Svevia]] allora disceso in Italia per riconquistare il [[Regno di Sicilia]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/corradino-di-svevia_%28Federiciana%29/|titolo=CORRADINO DI SVEVIA}}</ref>.
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Gran parte dell'élite urbana rimase schierata con il partito [[ghibellino]] fino alla fine del [[XIV secolo]]. Nei primi decenni del Trecento la forza militare di Pavia era tutt'altro che trascurabile. [[Opicino de Canistris]] affermava che Pavia poteva mobilitare circa 2.000-3.000 cavalieri e più di 15.000 fanti, una quantità abbastanza elevata per l'epoca, anche se tali numeri sembrano rispecchiare effettivamente la realtà, soprattutto se alle forze cittadine venivano sommati i contingenti del contado. La potenza della città si tradusse in una politica espansionistica che si rivolse alla conquista ''[[manu militari]]'' della [[Lomellina]] e di quella parte del [[Contado di Tortona]] che da quel momento cominciò a chiamarsi [[Oltrepò Pavese]].
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Nell'Italia che iniziava il suo passaggio dai Comuni alle Signorie in Lombardia cresceva l'importanza di Milano. In questo contesto di profondi cambiamenti geopolitici Pavia cercò di mantenere una sua autonomia aderendo all'alleanza anti viscontea che faceva capo al [[Marchesato del Monferrato]]. La sconfitta del Monferrato nel 1286-87 portò di fatto all'imposizione dell'nfluenza dei Visconti sulla città.
[[File:County of Pavia Visconti CoA.svg|right|thumb|Stemma di Pavia durante il periodo Visconteo]]
A Pavia, nel 1301, la fazione contraria ai Visconti, riprese il dominio della città con [[Filippone Langosco]] che assunse la carica di Governatore della milizia, del popolo e dei paratici. [[Galeazzo I Visconti|Galeazzo]] riuscì però a sconfiggere e a uccidere il figlio di Filippone, [[Riccardino Langosco|Riccardino]], il 6 ottobre 1315. Rafforzata la famiglia [[Beccaria]], più disponibile verso la casata milanese, [[Luchino Visconti (signore di Milano)|Luchino Visconti]], fratello di Galeazzo, divenne Podestà. Malgrado l'influenza esercitata sulla vita politica cittadina Milano non riuscì mai a imporre il proprio dominio sulla città.
 
Nel 1329 fu stipulato in città l’[[Accordo di Pavia]] per dividere i possedimenti dei [[Casato di Wittelsbach|Wittelsbach]], duchi di Baviera. Il trattato prevedeva che l’imperatore [[Ludovico IV]] manteneva i possessi bavaresi, mentre i figli di suo fratello Rodolfo ottennevano il [[Palatinato Renano]] e gran parte dell’[[Alto Palatinato]]<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />.
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La rivalità tra Milano e Pavia e soprattutto le mire milanesi nei confronti della città portarono a una serie di confronti armati che si susseguirono per tutti gli anni cinquanta del XIV secolo fino alla vittoria dei Visconti e al loro ingresso in città. Già nel 1353 l'[[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Arcivescovo]] di Milano rivendicò la signoria su Pavia, ma la città reagì cacciando il podestà filo visconteo. Nel 1354 Pavia dovette cedere all'imperatore [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]] le reliquie di [[San Vito]] (che erano custodite fin dal 755 nella [[Chiesa di San Marino (Pavia)|chiesa di San Marino]]) che furono portate a [[Praga]]<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=gQ85AQAAMAAJ&pg=PA161&lpg=PA161&dq=reliquie+san+vito+pavia&source=bl&ots=Rhq5MyC2yK&sig=ACfU3U0evXVJL3Lm2ZfKaXTLVOc66E-zQA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjPj_-k5dXhAhVJNOwKHYLWATQQ6AEwB3oECAkQAQ#v=onepage&q=reliquie%20san%20vito%20pavia&f=false|titolo=La civiltà Cattolica}}</ref>. [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] nel marzo del 1356 mosse contro la città con una flotta che risalì il [[Po]] da [[Piacenza]], ma ancora una volta la vittoria andò ai pavesi. I milanesi, memori della sconfitta subita, organizzarono tra aprile e maggio un assedio alla città con un grande numero di armati. Ma aiutati dalle truppe inviate dall'alleato [[Giovanni II del Monferrato|Marchese di Monferrato]] il 27 maggio i pavesi attaccarono l'accampamento visconteo riportando una schiacciante vittoria, che fu ripetuta pochi giorni dopo ai danni della flotta che era ancorata vicino alla confluenza con il Po. La resistenza fu ispirata da [[Iacopo Bussolari]], un frate predicatore agostiniano del convento di [[Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro|San Pietro in Ciel d'Oro]], che spingeva con le sue prediche i pavesi a combattere contro i [[Visconti]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sisto Capra|data=Febbraio 2013|titolo=Così Pavia resistette ai Visconti|rivista=Socrate al Caffe|volume=|numero=84|pp=2-6}}</ref>. Un quadro del pittore pavese [[Pasquale Massacra]] ritrae il frate mentre da un carroccio arringa i concittadini alla resistenza<ref>La figura del frate ispirò diversi artisti soprattutto nel periodo risorgimentale. Oltre alle opere del Massacra è interessante questo volume di: Cesare Carraresi, Iacopo Bossolari da Pavia. Racconto storico del secolo XIV, Firenze, Ediz. Giuseppe Mariani</ref>
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}}
 
[[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] cambiò strategia e iniziò ad attaccare a partire dell'estate territori pavesi, prima [[Mortara]] e poi [[Garlasco]]. Intanto in città la situazione era cambiata. Nel settembre 1357 Bossolaro guidò una rivolta militare che portò alla cacciata dei [[Beccaria]] dalla città e a instaurare un governo popolare<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Riccardo|cognome=Rao|titolo=Predicare i valori repubblicani in tempo di signorie: l’umanesimo repubblicano e popolare del frate agostiniano Giacomo Bussolari|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/32390533/Predicare_i_valori_repubblicani_in_tempo_di_signorie_l_umanesimo_repubblicano_e_popolare_del_frate_agostiniano_Giacomo_Bussolari}}</ref>. Bossolaro era mosso non solo dalla volontà di preservare l'autonomia cittadina ma iniziò una predicazione moralizzatrice contro i vizi e il malcostume di cui, secondo lui, i [[Beccaria]] erano i principali artefici<ref>“Frate Jacopo Bossolaro, con l’efficacia della parola che gli ottenne un potere quasi assoluto a Pavia, fatti cacciare i Beccaria odiosi, seppe imporre un freno al dilagante malcostume e alle spese lussuose e animosamente predicò la resistenza alle armi di Galeazzo II Visconti assediante la città.", Faustino Gianani, La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia nella storia e nell’arte, Pavia, 1906
=== Gruppo II ===
</ref>. Una lapide posta sui muri del convento di [[Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro|San Pietro in Ciel d'Oro]] ricorda le vicende umane del frate<ref>"Qui presso la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro / maestosa e severa mole dell’età longobardica / visse virtuoso in tempi corrotti e crudeli / temuto dai tiranni / amato dai forti e liberi cittadini / Fra Jacopo Bossolaro di Pavia / teologo ed oratore insigne / religioso austero di franco carattere / che nemico di ogni prepotenza / pugnò per la libertà del Co- mune / curando più della propria vita / la salvezza della patria conculcata dai po- tenti / ma vinto nel MCCCLIX dall’avversa fortuna / fu relegato a Vercelli per XIV anni / indi abitò Ischia / morendovi in concetto di santo / presso il fratello Bartolomeo / vescovo di quell’isola ridentissima."</ref>.
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Americana Gruppo II}}
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'''Teste di Serie''':
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Questa mossa indebolì molto Pavia]non solo perché i [[Beccaria]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Fabio Romanoni|anno=|titolo=Come i Visconti asediaro Pavia. Assedi e operazioni militari intorno a Pavia dal 1356 al 1359|rivista=Reti medievali|volume=VIII|numero=2007}}</ref> controllavano molti castelli ma perché erano al centro di una rete di alleanze con alcune delle più importanti famiglie della città e del contado. Nel 1358, con il trattato di [[Zavattarello]] i [[Beccaria]] si allearono con i [[Visconti]] iniziando una campagna che tolse a Pavia quasi tutto l'[[Oltrepò Pavese|Oltrepo]] e la [[Lomellina]].
==== Tabellone ====
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La fase finale della guerra iniziò nell'aprile del 1359 quando [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] organizzò minuziosamente la spedizione contro la città con il coinvolgimento di molti contingenti assoldati in molte parti d'Italia. L'assedio duro molti mesi mettendo allo stremo della città. Anche i tentativi di sortita per spezzare l'accerchiamento fallirono e il 13 novembre 1359 Pavia<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fabio|cognome=Romanoni|titolo="Come i Visconti asediaro Pavia". Assedi e operazioni militari intorno a Pavia dal 1356 al 1359, in "Reti Medievali- Rivista", VIII (2007).|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/21465034/_Come_i_Visconti_asediaro_Pavia_._Assedi_e_operazioni_militari_intorno_a_Pavia_dal_1356_al_1359_in_Reti_Medievali-_Rivista_VIII_2007_}}</ref> si arrese all'esercito visconteo agli ordini di [[Protasio Caimi]].
 
Dal [[1360]], quando [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] fu nominato [[vicario imperiale]] da [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]], Pavia cadde in pratica sotto la dominazione della famiglia [[Visconti]] e parte del [[Ducato di Milano|stato visconteo]], malgrado che nel trattato di pace [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] avesse assicurato che avrebbe rispettato il governo comunale. Lo stesso Bossolaro fu incarcerato a Vercelli dove rimase prigioniero per quattordici anni.
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[[File:Petrarca12.jpg|miniatura|Epigrafe fatta comporre dal [[Francesco Petrarca|Petrarca]] per il nipote, [[Pavia]], [[Castello Visconteo (Pavia)|Musei Civici.]]]]
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I [[Visconti]] contribuirono ad arricchire la città sia sul piano architettonico che su quello culturale. Nel [[1361]] venne fondato da [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] lo ''Studium Generale'', che sarebbe diventato la futura [[Università di Pavia]]. Nel 1360 iniziò invece la costruzione del [[Castello Visconteo (Pavia)|Castello]], che divenne la sede della corte viscontea<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Non iam capitanei, sed reges nominarentur: progetti regi e rivendicazioni politiche nei rituali funerari dei Visconti (XIV secolo)|rivista=“Non iam capitanei, sed reges nominarentur: progetti regi e rivendicazioni politiche nei rituali funerari dei Visconti (XIV secolo)”, in Courts and Courtly Cultures in Early Modern Italy and Europe. Models and Languages, Atti del Convegno, ed. S. Albonico, S. Romano, Viella, pp. 189-206.|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/36402408/Non_iam_capitanei_sed_reges_nominarentur_progetti_regi_e_rivendicazioni_politiche_nei_rituali_funerari_dei_Visconti_XIV_secolo_}}</ref>. Oltre ai docenti che insegnavano nello studium la vita culturale della città vide anche la presenza di [[Francesco Petrarca]], presente più volte a Pavia ospite della figlia. L'abitazione doveva trovarsi vicino all'attuale [[Palazzo Malaspina (Pavia)|palazzo Malaspina]], ora sede della Prefettura, come ricorda una lapide posta aal'ingresso della corte del palazzo. A [[Pavia]] seppellì il piccolo nipote di due anni, figlio della figlia Francesca, nella [[Chiesa di San Zeno (Pavia)|chiesa di San Zeno]] e per lui compose un'epigrafe ancor oggi conservata nei [[Castello Visconteo (Pavia)|Musei Civici]]. Secondo la tradizione Petrarca ha avuto un ruolo nella formazione della biblioteca voluta da [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II.]] La biblioteca era ospitata al primo piano della torre sudovest. Con le continue acquisizioni da parte dei duchi, continuate anche dagli [[Sforza]], la biblioteca divenne una delle più ricche, prestigiose e ammirate dell'epoca in tutta Europa<ref>{{Cita web|url=http://www.museicivici.pavia.it/bvs/#2|titolo=La bibliotecaviscontea-sforzesca del Castello di Pavia}}</ref>
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Nel [[1396]] [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo]], già [[duca di Milano]] dal 1395, ottenne dall'imperatore un diploma con il quale veniva legittimato un sistema successorio basato sulla primogenitura maschile e Pavia era elevata a Contea, lasciando così all'erede al trono il titolo di [[Conte di Pavia]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/gian-galeazzo-visconti-duca-di-milano_(Dizionario-Biografico)|titolo=GIAN GALEAZZO Visconti, duca di Milano in "Dizionario Biografico"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-02-08}}</ref>.
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Gli studiosi del periodo sottolineano che sotto i [[Visconti]] prima e gli [[Sforza]] poi, la trasformazione della città, del territorio e della società urbana ebbe qualcosa di grandioso: dal 1359 al 1402, [[Pavia]] (una città già piuttosto ricca e prosperosa nonostante la crisi del secolo) fece notevoli passi avanti sotto l’ombra dei principi, accelerando la trasformazione delle sue istituzioni, delle gerarchie sociali, dell’ambiente culturale, dell’aspetto monumentale e della forma urbis.
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[[File:Pegione Pavia.jpg|miniatura|Pegione coniato a Pavia da Galeazzo II]]
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Pavia fu installata la corte signorile (e poi ducale) e furono create alcune magistrature che raddoppiavano quelle milanesi; la scelta della città come alternativa a [[Milano]] per la residenza signorile e della corte ne fece, dopo il 1359, la seconda capitale viscontea.
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In tempi sorprendentemente rapidi, con una colossale mobilitazione di risorse e di lavoro umano, [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] fece realizzare il [[Castello Visconteo (Pavia)|castello pavese]], che diventò un modello della magnificenza signorile, e ne fece la residenza sua e della corte. L’edificio era di inusitate dimensioni e circondato dal grande [[Parco Visconteo]] che fu poi ulteriormente ingrandito da [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo]].
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[[Pavia]] fu la seconda capitale anche al tempo del primo [[duca di Milano]], Gian Galeazzo, itinerava tra le due città maggiori del dominio (Milano e Pavia), soggiornava volentieri nel grande castello pavese e frequentava il grande parco.
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Oltre agli edifici propriamente ducali, in città, fu fondato il monastero delle Clarisse – ovvero dell’Annunciata o Santa Chiara la Reale, fu costruita la piazza grande (l'attuale Piazza Vittoria), e furono ridisegnate le strade centrali (Strada Nuova).
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Furono completate alcune fabbriche gotiche, come il [[Chiesa di Santa Maria del Carmine (Pavia)|Carmine]] e San Tommaso, con il contributo di architetti viscontei, e furono aperti cantieri che contribuirono al rinnovamento del linguaggio architettonico urbano. Al tempo di [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo]] fiorivano nuove residenze nobiliari per i membri della dinastia e per i cortigiani, come la grande casa di Azzone Visconti, la Corte nuova di [[Bianca di Savoia]], il palazzo della contessa di Virtù, i palazzi di segretari e magistrati come [[Pasquino Cappelli|Pasquino Capelli]], di [[Nicolò Diversi]], [[Francesco Barbavara]] e [[Niccolò Spinelli|Nicolò Spinelli]]. Seguirono nel Quattrocento altre iniziative importanti, come la fondazione dell’importante monastero domenicano riformato di [[S. Apollinare (Pavia)|S. Apollinare]], dell’[[Policlinico San Matteo|ospedale San Matteo]], del nuovo [[Duomo di Pavia|Duomo]] iniziato a fine Quattrocento, e si distinsero i nuovi palazzi gentilizi dei [[Bottigella]], dei [[Beccaria]] e di altre famiglie.
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Decisiva per la crescita culturale ed edilizia della città fu la fondazione dell'[[Università degli Studi di Pavia|Università]], con la concessione data da Carlo di Boemia nel 1361. L'iniziativa promossa dai [[Visconti]] contribuì al risveglio culturale di [[Pavia]], già a fine Trecento raggiunta, abitata e frequentata da stranieri arrivati da tutta Europa per insegnare e studiare, ed ebbe importanti risvolti abitativi e logistici. I Visconti chiamarono ad insegnare a Pavia famosi professori, come il giurista [[Baldo degli Ubaldi]], [[Lorenzo Valla]] o [[Giasone del Maino]]. A Pavia furono stabilite le sedi di varie magistrature che raddoppiavano quelle milanesi; molti cortigiani e magistrati che volevano costruire un palazzo in città ottennero la cittadinanza dai signori<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Maria Nadia|cognome=Covini|titolo=Pavia dai Beccaria ai Visconti-Sforza. Metamorfosi di una città, in Le subordinazioni delle città comunali a poteri maggiori in Italia dagli inizi del secolo XIV all’ancien régime. Risultati scientifici della ricerca, a cura di M. Davide, CERM, Trieste 2014, pp. 46-67|lingua=en|accesso=2019-03-07|url=https://www.academia.edu/19749828/Pavia_dai_Beccaria_ai_Visconti-Sforza._Metamorfosi_di_una_citt%C3%A0_in_Le_subordinazioni_delle_citt%C3%A0_comunali_a_poteri_maggiori_in_Italia_dagli_inizi_del_secolo_XIV_all_ancien_r%C3%A9gime._Risultati_scientifici_della_ricerca_a_cura_di_M._Davide_CERM_Trieste_2014_pp._46-67}}</ref>.
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[[File:Stendardo 2 di Massimiliano Sforza, conte di Pavia.jpg|miniatura|Stendardo della Contea di [[Pavia]]]]
|RD3-seed1=|RD3-team1=|RD3-score1=
Durante i tumultosi anni seguiti alla morte di [[Gian Galeazzo Visconti]] (1402), il futuro [[duca di Milano]], all'epoca solo [[Contea di Pavia|conte di Pavia]], [[Filippo Maria Visconti]] si rinchiuse a Pavia per timore di [[Facino Cane]]. Tuttavia, alla Vigilia di Natale del 1410, i [[Beccaria]] aprirono di nascosto le porte della città alle truppe del Cane, che saccheggiorono [[Pavia]] e costrinsero [[Filippo Maria Visconti|Filippo Maria]] a riconoscere il controllo politico del ducato al [[Facino Cane|condottiero]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/facino-cane_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Cane, Facino}}</ref>.
|RD3-seed2=|RD3-team2=|RD3-score2=
 
Nel 1423 papa [[Papa Martino V|Martino V]] convocò a Pavia un [[Concilio di Pavia|concilio]] per riformare la Chiesa, tuttavia, a causa di un'epidemia di peste che colpì Pavia ed altre città del Nord Italia, il concilio fu spostato a [[Siena]].
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}}
 
La morte di [[Filippo Maria Visconti]] (1447), che non aveva eredi, né aveva designato un suo successore, portò alla disgregazione del [[ducato di Milano]]. Mentre [[Lodi]] e [[Piacenza]] passarono a [[Venezia]], Pavia rimaneva sotto il controllo del nuovo signore di Milano, [[Francesco Sforza]]. Nel 1387 si instaurò in città la prima comunità [[Ebraismo in Italia|ebraica]] (anche se forse ebrei vivevano a Pavia fin dall'Alto Medioevo) che, durante il periodo sforzesco, crebbe e prosperò, tanto che visse e morì a Pavia il grande studioso e talmudista [[Joseph Colon]]<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/38269240/Fabio_Romanoni_Il_mito_del_ghetto_di_Pavia_e_l_insediamento_diffuso_abitazioni_sinagoghe_e_cimitero_in_Fideles_servitores_nostri_Ebrei_in_civitate_Papie._Documenti_e_riflessioni_sugli_ebrei_a_Pavia_fino_all_espulsione_1597_a_cura_di_Ezio_Barbieri_Varzi_2011|titolo=Il mito del ghetto di Pavia e l’insediamento diffuso: abitazioni, sinagoghe e cimitero}}</ref>
=== Gruppo III ===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Americana Gruppo III}}
 
Dovette pagare una terribile multa nel [[1500]] per via dell'insurrezione contro la guarnigione francese nel [[1499]] e nel [[1512]], dopo la [[Battaglia di Ravenna (1512)|vittoria di Ravenna]], Pavia presentò a [[Luigi XII]], come segno di fedeltà uno stendardo magnifico, che fu però rubato da mercenari svizzeri e spedito a [[Fribourg]] come trofeo di guerra oggi distrutto. Nel 1512, sotto il comando di [[Matteo Schiner]], i fanti svizzeri e veneziani scacciarono dalla città la guarnigione francese e saccheggiarono Pavia<ref name="B1">{{Cita web|url=http://archivio.comune.pv.it/museicivici/pdf/annali27/19%20Rizzo.pdf|titolo=Un’economia in guerra: Pavia nel 1655}}</ref>.
* {{Naz|Coppa Davis|BAH}}
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== La battaglia di Pavia e la dominazione spagnola ==
==Zona Asia/Oceania==
===Gruppo I===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Asia/Oceania Gruppo I}}
{{Colonne}}
'''Teste di Serie''':
# {{Naz|Coppa Davis|AUS}}
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Altre:
* {{Naz|Coppa Davis|CHN}}
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I primi tre decenni del XVI secolo furono un periodo tragico per la città. Nel 1515 [[Francesco I di Francia|Francesco I]] re di Francia riconquistò il [[Ducato di Milano]], [[Pavia]] fu saccheggiata nuovamente dai francesi, che imposero pure un pesante riscatto alla città. Tornata sotto il controllo sforzesco, nel 1522 fu assediata da [[Odet de Foix]], conte di Lautrec. Nonostante la situazione di [[Pavia]] fosse disperata, dato che le fortificazioni erano state danneggiate dai preceenti assedi e gran parte della guarnigione imperiale aveva dovuto lasciare Pavia per soccorrere [[Milano]], anch'essa assediata dai francesi, l'assedio fallì. La forte resistenza opposta dai cittadini armi, che avevano riformato la milizia urbana, e della guarnigione imperiale, legata all'arrivo di rinforzi asburgici, costrinse i francesi a fuggire<ref name="B1" />. Nel 1524, la città fu fortificata da [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] e così poté porre resistenza all'assedio<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Séverin|cognome=Duc|titolo=« Le siège de Pavie / L&#39;assedio di Pavia (1524-1525) », in ALFANI G. &amp; RIZZO M. (dir.), Nella morsa della guerra. Assedi, occupazioni militari e saccheggi in età preindustriale, Milan, Franco Angeli, 2013, p. 47-73|lingua=en|accesso=2019-03-02|url=https://www.academia.edu/19786986/_Le_si%C3%A8ge_de_Pavie_Lassedio_di_Pavia_1524-1525_in_ALFANI_G._and_RIZZO_M._dir._Nella_morsa_della_guerra._Assedi_occupazioni_militari_e_saccheggi_in_et%C3%A0_preindustriale_Milan_Franco_Angeli_2013_p._47-73}}</ref> posto da [[Francesco I di Francia]], che fu poi disastrosamente sconfitto nelle vicinanze. Si tratta della famosa [[battaglia di Pavia (1525)|battaglia di Pavia]] ([[1525]]), tra i francesi e gli Imperiali, vinta da questi ultimi, perché il [[capitano di ventura]] [[Forlì|forlivese]] [[Cesare Hercolani]], ferendo il cavallo del re [[Francesco I di Francia]], ne permise la cattura, meritandosi il soprannome di [[vincitore di Pavia]] e la gratitudine dell'Imperatore [[Carlo V d'Asburgo]]. Legata a questa vicenda è la storia della "Zuppa alla pavese", semplice zuppa con pane secco, uova, formaggio e burro cucinata da una contadina al re appena fatto prigioniero. Si racconta che al re piacque così tanto da farla inserire nel menu di corte con il nome di "soupe à la pavoise".
==== Tabellone ====
{{DCGroupI|Year=2013
|2RP-date= 13–15 settembre
|1RP-date= 5–7 aprile
|RD1-date= 1–3 febbraio
|RD2-date= 5–7 aprile
 
Tuttavia due anni più tardi i francesi, guidati da [[Odet de Foix]], sottomisero la città ad un [[Sacco di Pavia (1527)|saccheggio]] di sette giorni; durante l'assedio, il Castello Visconteo perse l'ala nord - la più bella, perché conteneva gli appartamenti ducali, con stanze affrescate dal [[Pisanello]] - e le due torri di nordovest e nordest, le campagne attorno alla città furono devastate ed alcune chiese suburbane, o vicine alle mura, furono distrutte o talmente danneggiate da non essere più utilizzabili. Terminato il saccheggio, i francesi scesero verso Piacenza, diretti a Roma. All'Hercolani non andò molto meglio: fu assassinato, in casa sua, da sicari guelfi nel [[1534]]. Dopo il saccheggio, i francesi lasciarono un debole guarnigione in città, e, sempre nel 1527, dopo un breve assedio, gli imperiali ripresero [[Pavia]], che fu nuovamente saccheggiata. Nel 1528, per l'ennesima volta, l'esercito francese assediò e occupò nuovamente [[Pavia]], ma nel 1529 gli imperiali riscirono a scacciare definitivamente i francesi, riprendendo [[Pavia]] e saccheggiandola di nuovo<ref name="B1" />.
|RD1T1-loc=[[Kaohsiung]], [[Taiwan]] (cemento)
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Il [[Pace di Cateau-Cambrésis|trattato di pace di Cateau-Cambresis]] (1559) tra i sovrani spanolo e francese, assegnò il [[Ducato di Milano]] al ramo spagnolo degli Asburgo inaugurando un dominio durato 155 anni.
|RD1T2-loc=[[Namangan (città)|Namangan]], [[Uzbekistan]] (terra rossa indoor)
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|RD1-seed4=|RD1-team4={{Naz|Coppa Davis|CHN}}|RD1-score4=1
 
Nel 1617 fu stipulata la [[Pace di Pavia (1617)|Pace di Pavia]] che poneva fine alla [[Guerra successione del Monferrato|guerra per la successione del Monferrato]]: a [[Ferdinando Gonzaga]] di Mantova, appoggiato dalla Spagna, fu assegnato il [[Monferrato]], mentre e a [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele I]] di Savoia, alleato dalla Francia, furono restituiti i territori persi in guerra<ref name="Pavia nell&#039;Enciclopedia Treccani" />.
|RD1T3-loc=[[Nuova Delhi]], [[India]] (cemento)
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Nel [[1655]] il principe [[Tommaso Francesco di Savoia]] attaccò Pavia con un'armata di 20.000/25.000 soldati francesi, piemontesi e del [[Ducato di Modena e Reggio|duca di Modena]], mentre la città era difesa da [[Galeazzo Trotti]] che disponeva solo di 3.000 fanti spagnoli, circa 900 cavalieri spagnoli e di alcune migliaia di uomini della milizia urbana. Tuttavia, [[Tommaso Francesco di Savoia]] non riuscì a conquistare [[Pavia]] e dovette ritirarsi dopo un assedio durato 52 giorni<ref>{{Cita libro|cognome=Alfani|cognome2=Rizzo|titolo=Nella morsa della guerra. Assedi, occupazioni militari e saccheggi in età preindustriale: Assedi, occupazioni militari e saccheggi in età preindustriale|url=https://books.google.it/books?id=Kb8rAQAAQBAJ&pg=PA31&lpg=PA31&dq=assedio+pavia+1655&source=bl&ots=eh7aheAHuV&sig=ACfU3U1JuLF6XM0EGOK8utFDjTZSliqNAQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwib59mY3fDgAhVEyKQKHf0SCHQQ6AEwCHoECAMQAQ#v=onepage&q=assedio%20pavia%201655&f=false|accesso=2019-03-07|data=2013|editore=FrancoAngeli|lingua=it|ISBN=9788820433482}}</ref><ref name="B1" />.
|RD1T4-loc=[[Tokyo]], [[Giappone]] (cemento indoor)
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Pavia fu in seguito sotto diverse dominazioni straniere. Nel [[1706]], dopo un breve assedio<ref>{{Cita web|url=http://socrate.apnetwork.it/blog/wp-content/uploads/2012/09/socrate79.pdf|titolo=Breve storia dei 20 assalti e saccheggi subiti dalla città nel corso dei secoli.Un triste primato.}}</ref>, fu occupata dagli austriaci, che mantennero il controllo della città fino al 1796, nonostante, durante le [[Guerra di successione polacca|guerre di Successione Polacca]] prima e [[Guerra di successione austriaca|Austriaca]] poi, Pavia fu occupata nel [[1733]] dai francesi, nel [[1743]] da francesi e spagnoli, per essere poi ripresa definitivamente nel [[1746]] dagli austriaci. A causa di queste guerre, la [[Principato di Pavia|città]] perse, a favore del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], gran parte del suo territorio, dato che la [[Lomellina]] fu ceduta nel 1707 e il [[Siccomario]] e l'[[Oltrepò Pavese]] nel 1744.
|1RPT1-loc= [[Cina]]
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Al periodo austriaco si deve anche la rinascita, dopo la decadenza durante il Seicento, dell'[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]], grazie alla politica illuminata dei sovrani di Casa d'Austria, [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]] e [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]], nella seconda metà del sec. XVIII. Essa fu accompagnata da un grandioso programma di potenziamento delle strutture didattiche, di ricerca e di riassetto edilizio, che ha dato alla sede dell'Università l'aspetto che essa ancora oggi conserva, rendendo [[Pavia]] il maggior centro culturale della [[Lombardia]].
|1RPT2-loc=[[India]]
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Fra i docenti più famosi di livello europeo chiamati dagli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] a [[Pavia]] vanno ricordati [[Lazzaro Spallanzani]] nelle scienze naturali, [[Lorenzo Mascheroni]] nelle matematiche, [[Alessandro Volta]] nella fisica, [[Antonio Scarpa]] nell'anatomia<ref>{{Cita web|url=http://www-4.unipv.it/webcesup/index.php?option=com_content&task=view&id=5&Itemid=26|titolo=Storia dell'Ateneo - Cenni storici|sito=www-4.unipv.it|accesso=2019-03-07}}</ref>.
|RD2T1-loc=[[Uzbekistan]]
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Nel maggio [[1796]] da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], che la punì per un'insurrezione condannandola ad un saccheggio di tre giorni. Tuttavia, ben presto, [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] decise di sfruttare l'[[Università degli Studi di Pavia|Università]], le biblioteche e le compentenze presenti in città, creando la [[Scula Militare per Ufficiali di Fanteria]] e, nel 1803, la Scuola d'Artiglieria, con annessa fonderia di cannoni in bronzo<ref>{{Cita web|url=http://win.storiain.net/arret/num156/artic7.asp|titolo=La Scuola teorico-pratica di Artiglieria di Pavia|sito=win.storiain.net|accesso=2019-03-07}}</ref>. Anche l'[[Università degli Studi di Pavia|università]] attraversò un periodo felice, l'età napoleonica vide infatti gli insegnamenti di [[Vincenzo Monti]] e di [[Ugo Foscolo]] sulla cattedra di eloquenza e di [[Gian Domenico Romagnosi]] di diritto civile. Nel [[1814]] tornò sotto gli austriaci. Nel 1819<ref>{{Cita web|url=http://www.naviglilombardi.it/navigli/naviglio-pavese/|titolo=Naviglio Pavese {{!}} Navigli Lombardi|lingua=it-IT|accesso=2019-05-07}}</ref> furono portati a termine i lavori del [[Naviglio Pavese]], il canale, concepito come via d'acqua tra [[Milano]], [[Pavia]] ed il [[Ticino (fiume)|Ticino]] e come canale irriguo, contribuì allo sviluppo della città, tanto che già pochi anni dopo la sua realizzazione, nel 1821, alle spalle del castello sorse [[Borgo Calvenzano (Pavia)|Borgo Calvenzano]], una lunga serie di edifici porticati dove si trovavano magazzini, osterie, uffici spediazionieri e doganali, alberghi, stalle, tutto in supporto della navigazione interna. Nel 1820 cominciarono ad operare nella darsena di Pavia i primi [[Piroscafo|piroscafi]] a vapore e, tra il 1854 ed il 1859, il [[Lloyd Austriaco|Loyd Austriaco]] organizzò una regolare linea di navigazione, sempre tramite piroscafi a vapore, tra [[Pavia]], [[Venezia]] e [[Trieste]].
|RD2T2-loc=[[Giappone]]
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|RD2-seed4=2|RD2-team4={{Naz|Coppa Davis|JPN}}|RD2-score4=
 
== Regno di Sardegna ==
|2RPT1-loc=
[[File:Passaggio Ticino esercito austriaco 1849.jpg|thumb|upright=1.4|L'esercito austriaco attraversa il Ticino nei pressi di Pavia il 20 marzo 1849.]]
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Il movimento rivoluzionario del febbraio [[1848]] fu represso duramente dagli austriaci: nel mese successivo per breve tempo le forze del [[Regno di Sardegna]] ne ottennero il controllo, perdendolo però subito dopo, fino al [[1859]] quando Pavia divenne parte del regno insieme al resto della Lombardia.
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}}
 
In molti periodi Pavia è stata il centro di grande attività intellettuale. Qui [[Severino Boezio]] scrisse il [[De consolatione philosophiae]]. La scuola legale di Pavia fu resa celebre da [[Lanfranco di Canterbury|Lanfranco]], futuro [[arcivescovo di Canterbury]]. [[Francesco Petrarca]] venne spesso qui a trovare l'amico [[Galeazzo II]]. [[Cristoforo Colombo]] fu studente all'Università di Pavia intorno al [[1465]]. Nel [[1471]] si introdusse la stampa. Due dei vescovi di Pavia furono eletti al papato, [[Papa Giovanni XIV]] e [[Papa Giulio III]].
===Gruppo II===
Altro pavese illustre fu [[Luigi Porta]], famoso anatomista. Nel 1895 le famiglie di [[Jakob Einstein|Jakob]] e [[Hermann Einstein]], lo zio e il padre del sedicenne [[Albert Einstein]] si trasferirono a Pavia, dove dal 1894 avevano fondato [[officine elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone]] lungo il [[Naviglio Pavese]]<ref>{{Cita web|url=http://musei.unipv.eu/msu/gli-einstein-a-pavia/|titolo=Gli Einstein a Pavia}}</ref>. Il giovane [[Albert Einstein]] abitò per alcuni a Pavia a [[Palazzo Cornazzani]], dove, curiosamente, avevano già abitato [[Ugo Foscolo]] e [[Ada Negri]].
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Asia/Oceania Gruppo II}}
{{Colonne}}
'''Teste di Serie''':
# {{Naz|Coppa Davis|NZL}}
# {{Naz|Coppa Davis|PHI}}
# {{Naz|Coppa Davis|THA}}
# {{Naz|Coppa Davis|PAK}}
{{Colonne spezza}}
Altre:
* {{Naz|Coppa Davis|KUW}}
* {{Naz|Coppa Davis|LIB}}
* {{Naz|Coppa Davis|SRI}}
* {{Naz|Coppa Davis|SYR}}
{{Colonne fine}}
 
[[Pavia]] fu al centro di il 24 marzo 1870 della rivolta, organizzata da alcuni militari di idee repubblicane, della [[brigata Modena]] (di stanza a [[Pavia]]), note come [[Patatrac 1870|Patatrac]] e soffocata nel sangue dalle truppe rimaste fedeli alla monarchia<ref>{{Cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/cultura/quando-mazzini-scaten-patatrac-sognando-repubblica-925502.html|titolo=Quando Mazzini scatenò il patatrac sognando la Repubblica}}</ref>.
====Tabellone====
{{DCGroupII | Year=2013
| RD0date=5-7 aprile
| RD1date=1–3 febbraio
| RD2date=5-7 aprile
| RD3date=13-15 settembre
 
Nel 1883 con l'annessione del comune dei [[Corpi Santi di Pavia|Corpi Santi]], la superficie del comune s'ingrandì, negli stessi anni cominciarono a sorgere importanti industrie, come la [[Necchi]], mentre nel 1905 sorse la [[SNIA Viscosa|Snia Viscosa]], prima grande fabbrica italiana di seta artificiale e tessuti sintetici, seguite da molte altre, tanto che nei primi decenni del Novecento gli addetti all'industria in città erano 16.000<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/pavia_(Enciclopedia-Italiana)|titolo=PAVIA in "Enciclopedia Italiana"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-05-07}}</ref>.
|RD1T1-loc=[[Nuova Zelanda]]
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== L'avvento del fascismo ==
|RD1T2-loc=[[Sri Lanka]]
Nelle elezioni dell’autunno del 1920 il Partito socialista raggiunse uno straordinario risultato ottenendo in provincia 156 sindaci su 220 e 56 seggi su 60 del Consiglio provinciale<ref>{{Cita news|autore=Roberto Lodigiani|titolo=Così il fascismo conquistò il Mezzabarba|pubblicazione=La Provincia Pavese|data=14 ottobre 2012}}</ref>. da subito si scatena la reazione fascista in quello che è stato definito un "biennio nero" nel corso del quale i sindaci socialisti vengono cacciati uno dopo l'altro con la violenza.
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Anche a Pavia fu teatro dell'azione squadrista contro gli avversari politici. Uno dei primi a farne le spese fu lo studente universitario cremonese [[Ferruccio Ghinaglia]]. Il giovane, dirigente del neonato Partito Comunista, fu ucciso il 21 aprile del 1921 da un gruppo di aderenti al fascio in un agguato mentre attraversa il Ponte coperto. Gli assalitori sparano sul gruppo di attivisti di ritorno da un'iniziativa politica. Quattro persone vengono ferite mentre Ghinaglia viene colpito alla testa<ref>{{Cita libro|autore=Emanuele Boccianti|autore2=Sabrina Ramacci|titolo=Italia Giallo e nera|anno=2013|editore=Newton Compton|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
|RD1T3-loc=[[Kuwait]]
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La presa di Pavia da parte dei fascisti matura proprio nei giorni cruciali della [[marcia su Roma]] e venne coordinata da [[Angelo Nicolato]]. Nicolato stabilì il quartier generale nella locanda Tre Re di [[Cava Manara]] dove furono fatte convergere tutte le truppe fasciste. L'operazione ebbe inizio la mattina del 28 ottobre 1922 quando le squadre fasciste entrano in città e si dirigono verso la prefettura senza incontrare nessuna resistenza da parte del presidio militare della città e in poche ore prendono il controllo dei punti nevralgici della città. Alle cinque del pomeriggio del 28 ottobre il capitano Tommaso Bisi con un squadra di camicie nere fece irruzione nella sede comunale di palazzo Mezzabarba assumendo il potere. Il sindaco socialista [[Alcide Malagugini]] convoca il convoca il consiglio comunale che il 29 ottobre decreta il proprio autoscioglimento.la carica di sindaco viene assunta dal potente dirigente fascista lomellino [[Cesare Forni]], espressione dell'ala dura del partito legato ai grandi proprietari agrari.
|RD1T4-loc=[[Siria]]
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Il dominio del Forni sul fascismo pavese non durò molto e questi, dopo essere entrato in scontro con lo stesso partito, venne rimosso. Nicolato, dopo aver allontanato anche il Bisi, controlla il partito in provincia promuovendo a capo del fascismo in provincia l'alleato prof. Spizzi<ref>{{Cita libro|autore=Ugoberto Alfassio Grimaldi|titolo=Eia, eia, alalà|anno=|editore=|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
|RD0T1-loc=[[Libano]]
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== La resistenza e la liberazione ==
|RD0T2-loc=[[Syria]]
Molto prima che iniziasse la resistenza Pavia annoverò alcuni fulgidi esempi che si esposero personalmente per contrastare la dittatura. Tra questi una delle figure più interessanti è quella di [[Giorgio Errera]] docente di chimica all'Università di Pavia. Già nel 1923 rifiutò la carica di Rettore, che gli era stata proposta dal Ministro della Pubblica istruzione Giovanni Gentile di cui era amico, per il giudizio negativo che aveva del regime. Successivamente nel 1931 fu uno dei dodici professori universitari italiani (su 1255) che rifiutò di giurare fedeltà al fascismo e fu per questo messo in pensione<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paolo Vallabrega|anno=2014|titolo=I dodici professori che non hanno giurato|rivista=|volume=|numero=|url=http://www.swas.polito.it/services/poli_flash/foto/I%20dodici%20professori%20che%20non%20hanno%20giurato.pdf}}</ref>.
|RD0-seed3=|RD0-team3={{Naz|Coppa Davis|KUW}}|RD0-score3=
|RD0-seed4=|RD0-team4={{Naz|Coppa Davis|SYR}}|RD0-score4=
 
Dopo l'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]] i tedeschi, a poche ore dall'armistizio, presero il controllo diretto di tutti i centri più importanti della provincia. La sera del 9 settembre al comando del capitano Korsemann arrivarono alle porte di Pavia. Il 29 settembre 1943 si tenne nella sala del camino del Broletto la prima riunione del ricostituito fascio repubblicano guidato dal federale Dante Cattaneo.
|RD2T1-loc=[[Pakistan]]
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Il primo Comitato di Liberazione Nazionale di Pavia fu interamente smantellato l'8 gennaio del 1944 quando la [[Guardia Nazionale Repubblicana]] arrestò cinque suoi membri: [[Enrico Magenes]], Ferruccio Belli, Luigi Brusaioli, Angelo Balconi e Lorenzo Alberti<ref>{{Cita web|url=http://www.lageredeportazione.org/binary/lager_deportazione_new/testimonianze/MAGENES.1152082229.pdf|titolo=Lager e deportazione, le testimonianze: Enrico Magenes}}</ref>. Le forze antifasciste riuscirono a costituire il CLN solo all'inizio dell'estate del 1944.
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La battaglia per la liberazione di Pavia si svolse nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1945 e il 26 i comandi fascisti si arresero ai partigiani. Dopo la liberazione il 27 aprile 1945 il [[Comitato di Liberazione Nazionale]] di Pavia prese possesso della prefettura. La città era ormai interamente sotto il controllo delle forze partigiane scese dalle colline dell'Oltrepo. Il 30 aprile entrano in città le prime truppe alleate<ref>{{Cita libro|autore=Pierangelo Lombardi|titolo=I CLN e la ripresa della vita democratica a Pavia|anno=1983|editore=La Pietra|città=Milano|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
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|RD3-seed2=|RD3-team2=|RD3-score2=
 
== Note ==
|Promteam1=
<references />
|Relteam1=
<!-- vedi anche l'articolo [[Pavia]] di en.wiki; ne riporto il testo qui in commento: le informazioni non presenti andrebbero unificate (traducendole) con il resto dell'articolo.
|Relteam2=
== History ==
}}
 
Dating back to pre-Roman times, the town of Pavia (then known as ''Ticinum Papiæ'') was a municipality and an important military site under the [[Roman Empire]].
=== Gruppo III ===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Asia/Oceania Gruppo III}}
* {{Naz|Coppa Davis|CAM}}
* {{Naz|Coppa Davis|HKG}}
* {{Naz|Coppa Davis|IRI}}
* {{Naz|Coppa Davis|MAS}}
* {{Naz|Coppa Davis|OMA}}
* {{Naz|Coppa Davis|POC}}
* {{Naz|Coppa Davis|UAE}}
* {{Naz|Coppa Davis|VIE}}
 
Here, in [[476]], [[Odoacer]] defeated [[Orestes]] after a long siege. To punish the city for helping the rival, Odoacer destroyed it completely. However, Orestes was able to escape to [[Piacenza]], where Odoacer followed and killed him, deposing his son [[Romulus Augustus]]. This was commonly considered the end of the [[Western Roman Empire]].
=== Gruppo IV ===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Asia/Oceania Gruppo IV}}
* {{Naz|Coppa Davis|BHR}}
* {{Naz|Coppa Davis|BAN}}
* {{Naz|Coppa Davis|IRQ}}
* {{Naz|Coppa Davis|JOR}}
* {{Naz|Coppa Davis|KGZ}}
* {{Naz|Coppa Davis|QAT}}
* {{Naz|Coppa Davis|KSA}}
* {{Naz|Coppa Davis|SIN}}
* {{Naz|Coppa Davis|TKM}}
* {{Naz|Coppa Davis|YEM}}
 
Under the [[Goths]], Pavia became a fortified [[citadel]] and their last bulwark in the war against [[Belisarius]] in war to reconquer Italy for the [[Eastern Roman Empire]]. After the [[Lombards|Lombard]] conquest, Pavia became the capital of their kingdom; but after Charlemagne won the [[battle of Pavia (773)]], the city became the capital of his ''Regnum Italicum'', a vassal kingdom of the [[Holy Roman Empire]], until the [[12th century]].
== Zona Euro-Africana ==
===Gruppo I===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Euro-Africana Gruppo I}}
{{Colonne}}
'''Teste di Serie''':
# {{Naz|Coppa Davis|RUS}}
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# {{Naz|Coppa Davis|ZAF}}
# {{Naz|Coppa Davis|NED}}
{{Colonne spezza}}
Altre:
{{Colonne}}
* {{Naz|Coppa Davis|DEN}}
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* {{Naz|Coppa Davis|POL}}
* {{Naz|Coppa Davis|ROU}}
{{Colonne spezza}}
* {{Naz|Coppa Davis|SVK}}
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* {{Naz|Coppa Davis|UKR}}
{{Colonne fine}}
{{Colonne fine}}
 
In the 12th century Pavia acquired the status of a self-governing commune. In the political division between [[Guelphs and Ghibellines]] that characterizes the Italian Middle Ages, Pavia was traditionally Ghibelline, a position that was as much supported by the rivalry with [[Milan]] as it was a mark of the defiance of the Emperor that led the [[Lombard League]] against the emperor [[Frederick Barbarossa]], who was attempting to reassert long-dormant Imperial influence over Italy.
==== Tabellone ====
{{DCGroupIEA | Year=2013
| 2RP-date=13-15 settembre / 18-20 ottobre
| 1RP-date=5-7 aprile / 13-15 settembre
| RD1-date=1-3 febbraio
| RD2-date=5-7 aprile
 
In the following centuries Pavia was an important and active town. It held out against the domination of Mila, finally yielding to the [[Visconti]] family, rulers of [[Milan]] in [[1359]]; under the Visconti Pavia became an intellectual and artistic centre, being the seat from [[1361]] of the University founded around the nucleus of the old school of law, which attracted students from many countries.
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The [[Battle of Pavia]] ([[1525]]) marks a watershed in the city's fortunes, since by that time, the former cleavage between the supporters of the Pope and those of the Holy Roman Emperor had shifted to one between a French party (allied with the Pope) and a party supporting the Emperor and King of Spain [[Charles V]]. Thus during the [[Bourbon house|Bourbon]]-[[Habsburg]] [[Italian Wars]], Pavia was naturally on the Imperial (and Spanish) side. The defeat and capture of king [[Francis I of France|Francis&nbsp;I]] of [[France]] during the battle ushered in a period of [[Spain|Spanish]] occupation which lasted until [[1713]]. Pavia was then ruled by the [[Austria]]ns until [[1796]], when it was occupied by the French army under [[Napoleon]].
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In [[1815]], it again passed under Austrian administration until the [[Second War of Independence]] ([[1859]]) and the unification of [[Italy]] one year later.
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[[Categoria:Storia di Pavia| *]]
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}}
 
===Gruppo II===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Euro-Africana Gruppo II}}
{{Colonne}}
'''Teste di Serie''':
# {{Naz|Coppa Davis|FIN}}
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{{Colonne spezza}}
Altre:
{{Colonne}}
* {{Naz|Coppa Davis|BEN}}
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* {{Naz|Coppa Davis|MON}}
* {{Naz|Coppa Davis|LTU}}
* {{Naz|Coppa Davis|LUX}}
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{{Colonne fine}}
{{Colonne fine}}
 
====Tabellone====
{{DCGroupIIEA | Year=2013
| RD0date=5-7 aprile
| RD1date=1-3 febbraio
| RD2date=5-7 aprile
| RD3date=13-15 settembre
|RD1T1-loc=[[Bulgaria]]
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|RD1T2-loc=[[Irlanda]]
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|RD1T3-loc=[[Tunisia]]
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|RD1T5-loc=[[Moldavia]]
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|RD1T6-loc=[[Bosnia ed Erzegovina]]
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|RD1T7-loc=[[Lituania]] (hard indoor)
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|RD1T8-loc=[[Portogallo]]
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|RD0T1-loc=[[Bulgaria]]
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|RD0T2-loc=[[Tunisia]]
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|RD0T3-loc=[[Ungheria]]
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|RD0T4-loc=[[Cipro]]
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|RD2T1-loc=[[Irlanda]]
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|RD2T2-loc=[[Principato di Monaco|Monaco]]
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|RD2T3-loc=[[Bosnia ed Herzegovina]]
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|RD2T4-loc=[[Portogallo]]
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}}
 
===Gruppo III Europa===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Euro-Africana Gruppo III - Europa}}
 
* {{Naz|Coppa Davis|ALB}}
* {{Naz|Coppa Davis|AND}}
* {{Naz|Coppa Davis|ARM}}
* {{Naz|Coppa Davis|GEO}}
* {{Naz|Coppa Davis|GRE}}
* {{Naz|Coppa Davis|ISL}}
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* {{Naz|Coppa Davis|MNE}}
* {{Naz|Coppa Davis|NOR}}
* {{Naz|Coppa Davis|SMR}}
* {{Naz|Coppa Davis|TUR}}
 
===Gruppo III Africa===
{{vedi anche|Coppa Davis 2013 Zona Euro-Africana Gruppo III - Africa}}
 
* {{Naz|Coppa Davis|ALG}}
* {{Naz|Coppa Davis|BOT}}
* {{Naz|Coppa Davis|CMR}}
* {{Naz|Coppa Davis|CIV}}
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* {{Naz|Coppa Davis|KEN}}
* {{Naz|Coppa Davis|LES}}
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* {{Naz|Coppa Davis|NGA}}
* {{Naz|Coppa Davis|RWA}}
* {{Naz|Coppa Davis|ZAM}}
* {{Naz|Coppa Davis|ZIM}}
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.daviscup.com/en/results/world-group.aspx Sito ufficiale]
 
{{CoppaDavis}}
{{tennis2013}}
 
{{portale|tennis}}
[[Categoria:Tennis nel 2013]]
[[Categoria:Edizioni della Coppa Davis|2013]]
 
[[ca:Copa Davis 2013]]
[[cs:Davis Cup 2013]]
[[de:Davis Cup 2013]]
[[en:2013 Davis Cup]]
[[es:Copa Davis 2013]]
[[fr:Coupe Davis 2013]]
[[pt:Copa Davis de 2013]]
[[ro:Cupa Davis 2013]]
[[ru:Кубок Дэвиса 2013]]
[[zh:2013年台維斯盃]]