Leggi razziali fasciste e Toni Basil: differenze tra le pagine

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{{F|musicisti statunitensi|arg2=attori statunitensi|luglio 2013}}
Nella [[storia d'Italia]] le '''leggi razziali''' sono un insieme di provvedimenti che vennero varati verso la fine degli [[Anni 1930|anni trenta]] durante il [[fascismo|regime fascista]], rivolti prevalentemente – ma non solo – alle persone di [[ebraismo|religione ebraica]].
{{Artista musicale
| nome = Toni Basil
| immagine = Toni Basil 3.jpg
| nazione = USA
| genere = New Wave
| nota genere = <ref name = AM>{{en}}{{cita web|url=http://www.allmusic.com/artist/toni-basil-mn0000517797|titolo=Scheda di Toni Basil su allmusic.com|accesso=21 aprile 2016}}</ref>
| anno inizio attività = 1966
| anno fine attività = 1985
| tipo artista = cantante
| numero totale album pubblicati = 2
| numero album studio = 2
}}
{{Bio
|Nome = Antonia Christina
|Cognome = Basilotta
|Pseudonimo = Toni Basil
|Sesso = F
|LuogoNascita = Filadelfia
|GiornoMeseNascita = 22 settembre
|AnnoNascita = 1943
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Attività = musicista
|Attività2 = attrice
|Attività3 = coreografa
|Nazionalità = statunitense
}}
 
==Biografia==
Per la legislazione fascista era ebreo chi era nato da genitori entrambi ebrei oppure da un ebreo e da uno straniero oppure da una madre ebrea in condizioni di paternità ignota oppure chi, pur avendo un genitore ariano, professasse la religione ebraica. Sugli ebrei venne emanata una serie di leggi [[discriminazione|discriminatorie]]. La legislazione fascista ammise tuttavia la discussa figura dell'ebreo "arianizzato", ovvero dell'ebreo che avesse particolari meriti: militari, civili o politici. Agli ebrei arianizzati le leggi razziali furono applicate con alcune deroghe e limitazioni.<ref>Per un approfondimento cfr. Romolo Astraldi, ''La legislazione fascista nella XXIX legislatura, 1934-1939 (XII-XVII)'', Roma, Tipografia della Camera dei fasci e delle corporazioni, 1939.</ref>
Figlia di un [[direttore d'orchestra]], divenne universalmente conosciuta per il singolo ''Mickey'', cover della canzone ''Kitty'' del [[1979]] della band inglese dei [[Racey]].
 
La canzone era già stata registrata da Basil nel 1979 ma fu pubblicata solo nel [[1982]] vincendo l'iniziale riluttanza dell'artista americana la quale credeva che la [[Canzone (musica)|canzone]] fosse già “musicalmente datata”.
La legislazione [[antisemita]] comprendeva: il divieto di [[matrimonio]] tra italiani ed ebrei, il divieto per gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici di [[razza ariana]], il divieto per tutte le pubbliche amministrazioni e per le società private di carattere pubblicistico – come banche e assicurazioni – di avere alle proprie dipendenze ebrei, il divieto di trasferirsi in Italia ad ebrei stranieri, la revoca della [[cittadinanza italiana]] concessa a ebrei stranieri in data posteriore al [[1919]], il divieto di svolgere la professione di [[notaio]] e di [[giornalista]] e forti limitazioni per tutte le cosiddette professioni intellettuali, il divieto di iscrizione dei ragazzi ebrei – che non fossero convertiti al [[cattolicesimo]] e che non vivessero in zone in cui i ragazzi ebrei erano troppo pochi per istituire scuole ebraiche – nelle scuole pubbliche, il divieto per le scuole medie di assumere come libri di testo opere alla cui redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo. Fu inoltre disposta la creazione di scuole – a cura delle comunità ebraiche – specifiche per ragazzi ebrei. Gli insegnanti ebrei avrebbero potuto lavorare solo in quelle scuole.<ref>Cfr. {{cita pubblicazione|autore=Maria Fausta Maternini|titolo=La contraddittoria legislazione fascista in tema di ebraismo|rivista=Quaderni di diritto e politica ecclesiatica|anno=2009|mese=aprile|pagine=159-164|doi=10.1440/29191|numero=1|id={{ISSN|11220392}}}}</ref>
 
Il [[video musicale]] di questa canzone fu uno dei più popolari video trasmessi da [[MTV]]. Tale video, di per sé molto semplice, consiste in un balletto della band di Toni Basil del quale lei è la protagonista vestita da ragazza pon pon.
Infine vi furono una serie di limitazioni da cui erano esclusi i cosiddetti arianizzati: il divieto di svolgere il [[servizio militare]], esercitare il ruolo di tutore di minori, essere titolari di aziende dichiarate di interesse per la difesa nazionale, essere proprietari di terreni o di fabbricati urbani al di sopra di un certo valore. Per tutti fu disposta l'annotazione dello stato di razza ebraica nei registri dello [[stato civile]].
 
La carriera discografica di Basil consiste in due soli album, ''Word of Mouth'' del [[1982]] e ''Toni Basil'' del [[1983]]. Da annotare, inoltre, non meno di cinque album “Toni Basil best-of collections”.
== Premesse teoriche ==
{{vedi anche|Razzismo}}
{{quote|È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo arianonordico.|''[[La difesa della razza]]'', anno I, numero 1, 5 agosto 1938, p. 2}}
Il fondamento e la premessa teorica alla leggi razziali furono alcune considerazioni che miravano a stabilire l'esistenza della [[razza]] italiana e la sua appartenenza al gruppo delle così dette [[razza ariana|razze ariane]]. A tali considerazioni si cercò di dare un fondamento scientifico, benché quest'ultimo sia poi risultato inconsistente.
 
Una volta lasciata la carriera musicale, Toni Basil è passata a quella [[cinema]]tografica in veste di attrice in un discreto numero di [[film]] e serie tv americane.
Dopo l'entrata in vigore nel [[1937]] del Regio decreto legge n. 880 – che vietava il [[Madamato|madamismo]] (l'acquisto di una [[concubinato|concubina]]) e il matrimonio degli italiani coi «sudditi delle colonie africane» – altre leggi di spiccata indole razzista vennero promulgate dal parlamento italiano.
ciaoo mamma!!
 
Oggi si dedica assiduamente all'arte coreografica seguendo in prima persona le performance di artisti come [[David Bowie]] e [[Tina Turner]].
== Il "Manifesto della Razza" ==
{{vedi anche|Fascismo e questione ebraica}}
Un documento fondamentale, che ebbe un ruolo non indifferente nella promulgazione delle cosiddette [[leggi razziali]] è il ''Manifesto della Razza'' o più esattamente il ''Manifesto degli scienziati razzisti'' (Manifesto della Razza), pubblicato una prima volta in forma anonima sul ''Giornale d'Italia'' il [[15 luglio]] [[1938]] con il titolo ''Il [[Fascismo]] e i problemi della razza'', e poi ripubblicato sul numero uno della rivista ''La difesa della razza'' il [[5 agosto]] [[1938]].
 
==Discografia==
Il [[25 luglio]] [[1938]] – dopo un incontro tra i dieci redattori della tesi, il ministro della cultura popolare [[Dino Alfieri]] ed il segretario del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] [[Achille Starace]] – la segreteria politica del PNF comunica il testo completo del lavoro, corredato dall'elenco dei firmatari e degli aderenti.
===Album===
*[[1982]] - ''[[Word of Mouth (Toni Basil)|Word of Mouth]]''
*[[1983]] - ''[[Toni Basil (album)|Toni Basil]]''
 
===Singoli===
Tra le adesioni al manifesto spiccano quelle di personaggi illustri – o destinati a diventare tali – come, ad esempio, [[Giorgio Almirante]], [[Piero Bargellini]], [[Giorgio Bocca]], [[Galeazzo Ciano]], [[Amintore Fanfani]], [[Agostino Gemelli]], [[Giovanni Gentile]], [[Luigi Gedda]], [[Giovannino Guareschi]], [[Mario Missiroli]], [[Romolo Murri]], [[Giovanni Papini]], [[Ardengo Soffici]], [[Giuseppe Tucci]].
*[[1966]] - ''Breakaway
*[[1982]] - ''[[Mickey (singolo)|Mickey]]''
*[[1982]] - ''Nobody''
*[[1983]] - ''Shoppin' from A to Z''
*[[1983]] - ''Over My Head''
*[[1984]] - ''Street Beat''
*[[1984]] - ''Suspense''
 
== Filmografia parziale ==
Nonostante alcuni sostengano che Mussolini non fosse antisemita<ref>[[George Lachmann Mosse]], ''Il razzismo in Europa dalle origini all'Olocausto'', Bari, Laterza, 1980, pp. 214–215.</ref> (forse perché una delle sue amanti, [[Margherita Sarfatti]], era ebrea), Galeazzo Ciano riporta nel suo diario per la giornata del [[14 luglio]] [[1938]]: «Il Duce mi annuncia la pubblicazione da parte del ''Giornale d'Italia'' di uno statement sulle questioni della razza. Figura scritto da un gruppo di studiosi, sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare. Mi dice che in realtà l'ha quasi completamente redatto lui».<ref>Galeazzo Ciano, ''Diario 1937–1943'', Milano, Rizzoli, 1998, p. 158.</ref>
* ''[[Easy Rider]]'', regia di [[Dennis Hopper]] ([[1969]])
* ''[[Fuga da Hollywood]]'' (''The Last Movie''), regia di [[Dennis Hopper]] ([[1971]])
 
==Note==
Al Regio decreto legge del [[5 settembre]] 1938 – che fissava «Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista» – e a quello del [[7 settembre]] – che fissava «Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri» – fa seguito ([[6 ottobre]]) una «dichiarazione sulla razza» emessa dal [[Gran Consiglio del Fascismo]]. Tale dichiarazione viene successivamente adottata dallo Stato sempre con un Regio decreto legge che porta la data del [[17 novembre]] dello stesso anno.
<references />
 
==Altri progetti==
Sono dunque molti i decreti che, tra l'estate e l'autunno del 1938, sono firmati da Benito Mussolini in qualità di capo del Governo e poi promulgati da [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]. Tutti tendenti a legittimare una visione razzista della così detta ''questione ebraica''. L'insieme dei questi decreti e dei documenti sopra citati costituisce appunto l'intero ''corpus'' delle leggi razziali.
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
Alcuni degli scienziati ed intellettuali ebrei colpiti dal provvedimento del 5 settembre (riguardante in special modo il mondo della scuola e dell'insegnamento) emigrano negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Tra loro ricordiamo: [[Emilio Segrè]], Achille Viterbi (padre di [[Andrea Viterbi]]), [[Enrico Fermi]] (che aveva sposato un'ebrea), [[Arnaldo Momigliano]], [[Bruno Pontecorvo]], [[Bruno Rossi]], [[Ugo Lombroso]].
*{{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
Chi decide di rimanere in Italia è costretto ad abbandonare la cattedra. Tra questi: [[Tullio Ascarelli]], [[Walter Bigiavi]], [[Mario Camis]], [[Federico Cammeo]], [[Alessandro Della Seta]], [[Donato Donati]], [[Mario Donati]], [[Marco Fanno]], [[Gino Fano]], [[Federigo Enriques]], [[Carlo Foà]], [[Giuseppe Levi]], [[Benvenuto Terracini]], [[Tullio Levi-Civita]], [[Rodolfo Mondolfo]], [[Adolfo Ravà]], [[Attilio Momigliano]], [[Gino Luzzatto]], [[Donato Ottolenghi]], [[Tullio Terni]] e [[Mario Fubini]]).
{{Portale|biografie|cinema|danza|musica}}
 
L'insegnamento nelle scuole riservate agli ebrei tuttavia non viene proibito.
 
Tra le dimissioni illustri da istituzioni scientifiche italiane ci sono quelle di [[Albert Einstein]], allora membro dell'[[Accademia dei Lincei]].
 
=== Il testo del manifesto ===
Il [[5 agosto]] [[1938]] sulla rivista ''[[La difesa della razza]]'' viene pubblicato il seguente manifesto:
{{quote|Il ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, che hanno, sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare, redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista.
 
# '''LE RAZZE UMANE ESISTONO'''. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.
# '''ESISTONO GRANDI RAZZE E PICCOLE RAZZE'''. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.
# '''IL CONCETTO DI RAZZA È CONCETTO PURAMENTE BIOLOGICO'''. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
# '''LA POPOLAZIONE DELL'ITALIA ATTUALE È NELLA MAGGIORANZA DI ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTÀ ARIANA'''. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
# '''È UNA LEGGENDA L'APPORTO DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI STORICI'''. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio.
# '''ESISTE ORMAI UNA PURA "RAZZA ITALIANA"'''. Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico–linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
# '''È TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI'''. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano–nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra–europee, questo vuol dire elevare l'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.
# '''È NECESSARIO FARE UNA NETTA DISTINZIONE FRA I MEDITERRANEI D'EUROPA (OCCIDENTALI) DA UNA PARTE E GLI ORIENTALI E GLI AFRICANI DALL'ALTRA'''. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune [[razza mediterranea]] anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
# '''GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAZZA ITALIANA'''. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
# '''I CARATTERI FISICI E PSICOLOGICI PURAMENTE EUROPEI DEGLI ITALIANI NON DEVONO ESSERE ALTERATI IN NESSUN MODO'''. L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra–europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.}}
 
=== Elenco dei 10 scienziati italiani firmatari del manifesto della razza ===
* [[Lino Businco]], Assistente alla cattedra di [[patologia generale]] all'Università di Roma
* [[Lidio Cipriani]], Professore incaricato di [[Antropologia]] all'[[Università di Firenze]]
* [[Arturo Donaggio]], Direttore della Clinica Neuropsichiatrica dell'[[Università di Bologna]], Presidente della Società Italiana di [[Psichiatria]]
* [[Leone Franzi]], Assistente nella Clinica Pediatrica dell'[[Università di Milano]]
* [[Guido Landra]], Assistente alla cattedra di Antropologia all'Università di Roma
* [[Nicola Pende]], Direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Medica dell'Università di Roma
* [[Marcello Ricci]], Assistente alla cattedra di [[Zoologia]] all'Università di Roma
* [[Franco Savorgnan]], Professore Ordinario di [[Demografia]] all'Università di Roma, Presidente dell'[[Istituto Centrale di Statistica]]
* [[Sabato Visco]], Direttore dell'Istituto di [[Fisiologia]] Generale dell'[[Università di Roma]], Direttore dell'Istituto Nazionale di [[Biologia]] presso il [[Consiglio Nazionale delle Ricerche]]
* [[Edoardo Zavattari]], Direttore dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Roma.
 
=== Intellettuali e personalità che pubblicamente sostennero le leggi razziali ===
Alcune fonti riportano un elenco di personalità stilato da alcuni storici e giornalisti, tra cui il saggista [[Franco Cuomo]] nel libro ''I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani firmatari del manifesto della razza'',<ref>Franco Cuomo, ''I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani che firmarono il manifesto della razza'', Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2005, pp. 202–207. ISBN 978-88-8490-825-4</ref> che aderirono ufficialmente al manifesto oppure sostennero pubblicamente le leggi razziali fasciste. I più noti sono:
 
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|valign=top|
* [[Giacomo Acerbo]]
* [[Dino Alfieri]]
* [[Giorgio Almirante]]
* [[Ermanno Amicucci]]
* [[Mario Appelius]]
* [[Gaetano Azzariti]]
* [[Pietro Badoglio]]
* [[Piero Bargellini]]
* [[Giorgio Bocca]]
* [[Gino Boccasile]]
* [[Carlo Borsani]]
* [[Giuseppe Bottai]]
* [[Guido Buffarini Guidi]]
* [[Luigi Cabrini]]
* [[Emilio Canevari (generale)|Emilio Canevari]]<ref>Emilio Canevari, collaboratore ordinario di ''Il Regime Fascista'' con lo pseudonimo di Maurizio Claremoris.</ref>
* [[Aldo Capasso]]
* [[Giovanni Cazzani]]
* [[Luigi Chiarini]]
* [[Tullio Cianetti]]
* [[Galeazzo Ciano]]
* [[Giuseppe Cocchiara]]
* [[Gioacchino Colizzi]]
* [[Carlo Cossio]]
|valign=top|
* [[Carlo Costamagna]]
* [[Alfredo Cucco]]
* [[Pier Lorenzo De Vita]]
* [[Ludovico di Caporiacco]]
* [[Julius Evola]]
* [[Amintore Fanfani]]
* [[Roberto Farinacci]]
* [[Cesare Frugoni]]
* [[Luigi Gedda]]<ref>«Nel 1938 Gedda accolse con favore le leggi razziali. Nel 1944 promosse la formazione dell'Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani). Nella sua infaticabile opera, che continuò per larga parte degli anni cinquanta, Gedda si servì di tutti gli schemi più retrivi del cattolicesimo conservatore, utilizzandoli in funzione biecamente anticomunista». (Saverio Luzzi, ''Salute e sanità nell'Italia repubblicana'', Roma, Donzelli, 2004, p. 127.)</ref>
* [[Agostino Gemelli]]
* [[Giovanni Gentile]]
* [[Alessandro Ghigi]]
* [[Niccolò Giani]]
* [[Domenico Giuliotti]]
* [[Ezio Maria Gray]]
* [[Rodolfo Graziani]]
* [[Giovannino Guareschi]]
* [[Telesio Interlandi]]
* [[Ugo Lanza]]
* [[Paolo Lorenzini]]
* [[Giuseppe Maggiore]]
* [[Mario Missiroli]]
* [[Walter Molino]]
|valign=top|
* [[Benito Mussolini]]
* [[Umberto Notari]]
* [[Paolo Orano]]
* [[Biagio Pace]]
* [[Antonino Pagliaro]]
* [[Domenico Paolella]]
* [[Giovanni Papini]]
* [[Alessandro Pavolini]]
* [[Federico Pedrocchi]]
* [[Nicola Pende]]
* [[Raffaele Pettazzoni]]
* [[Concetto Pettinato]]
* [[Angelo Piccioli]]
* [[Giovanni Preziosi]]
* [[Massimo Scaligero]]
* [[Furio Scarpelli]]
* [[Sergio Sergi]]
* [[Ardengo Soffici]]
* [[Arrigo Solmi]]
* [[Achille Starace]]
* [[Giuseppe Tucci]]
* [[Emilio Villa]]
* [[Paolo Zerbino]]
|}
 
Dopo la fine del regime fascista la reale adesione di alcune di queste persone alle leggi fasciste è stata tuttavia messa in dubbio, a volte dagli stessi "firmatari" che hanno negato di aver sostenuto le norme affermando invece che i loro nomi erano stati inclusi senza consenso, in altri casi da storici successivi. Dopo la pubblicazione del manifesto, furono pubblicati su quotidiani e riviste i nomi dei supposti sostenitori della norma, per un totale di 180 scienziati a cui si aggiungevano 140 personalità della politica, del giornalismo e vari intellettuali.<ref>{{cita web|url=http://www.anpi.it/patria_2007/001/11–12_ANTISEMITISMO.pdf|titolo=Perché pubblichiamo il primo numero della rivista "La difesa della razza". Eccolo l'antisemitismo fascista|accesso=10-06-2009|data=21-01-2007|opera=Patria Indipendente|pagine=11-12|autore=ANPI (a cura di)|formato=PDF}}</ref>
 
== Elenco dei principali documenti e regi decreti legge in chiave antisemita ==
* R.D.L. [[5 settembre]] 1938, ''Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista''
* R.D.L. [[7 settembre]] 1938, ''Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri''
* R.D.L. [[23 settembre]] 1938, ''Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica''
* R.D.L. [[15 novembre]] 1938, ''Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella Scuola Italiana''
* R.D.L. [[17 novembre]] 1938, ''Provvedimenti per la razza italiana''
* R.D.L. [[29 giugno]] [[1939]], ''Disciplina per l'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica''
* ''Manifesto della razza'' o ''Manifesto degli Scienziati Razzisti'', testo pubblicato il 14 luglio 1938 sul quotidiano [[s:Il Fascismo e i problemi della razza, manifesto della razza pubblicato sul "Giornale d%E2%80%99Italia" del 14 luglio 1938|Giornale d'Italia]]
* ''Manifesto della razza'' o ''Manifesto degli Scienziati Razzisti'', testo pubblicato il 5 agosto 1938 sulla rivista [[s:Razzismo italiano, manifesto della razza pubblicato su "La difesa della razza" del 5 agosto 1938|La difesa della razza]]
* [[s:Categoria:Leggi razziali fasciste|Elenco di documenti sulle leggi razziali fasciste]] su [[WikiSource]]
 
== Il Vaticano e le leggi razziali ==
{{Vedi anche|Chiesa e antisemitismo}}
 
Malgrado la ferma opposizione di [[papa Pio XI]] all'antisemitismo [[nazista]], espressa nel [[1937]] con l'enciclica ''[[Mit brennender Sorge]]'', secondo alcuni storici, nel caso delle leggi razziali fasciste il [[Vaticano]] nel complesso non denunciò con altrettanta fermezza la linea discriminatoria verso gli ebrei,<ref>Guglielmo Salotti, ''Breve storia del fascismo'', Milano, Bompiani, 1998, pp. 254–255.</ref> preoccupandosi soltanto di «ottenere dal governo la modifica degli articoli che potevano ledere le prerogative della Chiesa sul piano giuridico [[Patti Lateranensi|concordatario]] specialmente per quanto riguardava gli ebrei convertiti».<ref>Franca Tagliacozzo, Bice Migliau, ''Gli ebrei nella storia e nella società contemporanea'', Roma, La Nuova Italia, 1993, pp. 254–255</ref> D'altro canto, lo storico Michele Sarfatti, direttore del Centro di documentazione ebraica di Milano<ref>[http://www.radioradicale.it/scheda/205267/intervista-a-michele-sarfatti-sulla-falsa-affermazione-di-bruno-vespa-nel-suo-libro-vincitori-e-vinti-sul- Radio Radicale: Intervista a Sarfatti]</ref>, riconosce la «caratterizzazione nettamente antirazzista della battaglia in difesa della libertà di [[matrimonio]]».<ref>Michele Sarfatti, ''Legislazioni antiebraiche nell'Europa degli anni trenta e Chiesa cattolica. La "nuova" classificazione di ebreo e il divieto di matrimoni "razzialmente misti". Primi elementi di sistematizzazione e comparazione'', in Catherine Brice, Giovanni Miccoli, ''Les racines chrétiennes de l'antisémitisme politique (fin XIXe–XXe siécle)'', Roma, Publications de l'Ecole française de Rome, 2003, p. 273.</ref>
 
''[[La Civiltà Cattolica]]'', organo ufficiale dei [[Gesuiti]], commentando il ''Manifesto degli scienziati razzisti'', credette allora di rilevarvi una notevole differenza rispetto al razzismo nazista<ref>''La Civiltà Cattolica'', 1938, fasc. 2115, pp. 277–278.</ref>:
 
{{quote|Chi ha presente le tesi del razzismo tedesco, rileverà la notevole differenza di quelle proposte da questo gruppo di studiosi fascisti italiani. Questo confermerebbe che il fascismo italiano non vuol confondersi col nazismo o razzismo tedesco intrinsecamente ed esplicitamente materialistico ed anticristiano}}
 
Secondo lo storico [[Renzo De Felice]], se la [[Santa Sede]] non approvò un razzismo di stampo puramente materialistico e biologico, «al tempo stesso non era contraria ad una moderata azione antisemita, estrinsecantesi sul piano delle minorazioni civili».<ref>Renzo De Felice, ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', <sup>3</sup> ed., Torino, Einaudi, 1988, p. 298.</ref>
 
De Felice rileva come la loro preoccupazione maggiore fosse data dal fatto che la politica fascista non attaccava l'ebraismo come religione, ma come razza. Comunque, tracciando un bilancio dell'atteggiamento dei cattolici italiani di fronte alle leggi antiebraiche, sempre lo storico scrive: «Nei documenti testé citati abbiamo visto come i cattolici avessero ovunque una posizione nettamente contraria ai provvedimenti antisemiti. Il fatto è incontrovertibile e, anzi, costituirà una costante sino al [[1945]]».<ref>Renzo De Felice, ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', nuova edizione, Torino, Einaudi, 1993, p. 319.</ref> Tuttavia, continua De Felice, «le gerarchie cattoliche e i giornali preferirono però non correre rischi e, pur non accettandolo, cessarono quasi completamente ogni polemica pubblica contro l'antisemitismo».<ref>Renzo De Felice, ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', ''op. cit.'', p. 323.</ref>
 
Di fronte al silenzio degli avversari dell'antisemitismo non tacquero, d'altra parte, gli antisemiti, che certamente non mancavano tra i cattolici e tra le stesse gerarchie ecclesiastiche. Ad esempio il quotidiano ''Il regime fascista'', diretto da [[Roberto Farinacci]], scrisse il 30 agosto 1938 che vi era «molto da imparare dai Padri della Compagnia di Gesù» e che «il fascismo è molto inferiore, sia nei suoi propositi, sia nell'esecuzione, al rigore de ''La Civiltà cattolica''». Affermazione non molto lontana dal vero se prendiamo in considerazione alcune pubblicazioni della rivista cattolica.<ref>Renzo De Felice, ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', ''op. cit.'', p. 324.</ref> Ad esempio nel 1938, in un articolo polemico, la rivista criticò aspramente lo scienziato Rudolf Laemmel a causa di un sua opera<ref>Rudolf Laemmel, ''Die menschlichen Rassen. Eine populärwissenschaftliche Einführung in die Grundprobleme der Rassentheorie'', Zürich, 1936.</ref> nella quale condannava l'antisemitismo nazista. Scrisse ''La Civiltà cattolica'' che Laemmel era tuttavia esagerato, «troppo immemore delle continue persecuzioni degli ebrei contro i cristiani, particolarmente contro la Chiesa Cattolica, e dell'alleanza loro con i massoni, coi socialisti e con altri partiti anticristiani; esagera troppo quando conclude che «sarebbe non solo illogico ed antistorico, ma un vero tradimento morale se oggidì il cristianesimo non si prendesse cura degli ebrei». Né si può dimenticare che gli ebrei medesimi hanno richiamato in ogni tempo e richiamano tuttora su di sé le giuste avversioni dei popoli coi lor soprusi troppo frequenti e con l'odio verso Cristo medesimo, la sua religione e la sua Chiesa Cattolica».<ref>''La Civiltà Cattolica'', 1938, fasc. 2113, pp. 62-71.</ref>
 
Inoltre, sempre ''La Civiltà cattolica'' definì le organizzazioni antisemite ungheresi come «un movimento di difesa delle tradizioni nazionali e della vera libertà e indipendenza del popolo magiaro».<ref>''La Civiltà Cattolica'', 1938, fasc. 2114, p. 151.</ref>
 
Anche la rivista ''Vita e pensiero'', rassegna mensile di cultura fondata da [[Agostino Gemelli]] nel 1914, giustificò sostanzialmente la politica antisemita del fascismo.<ref>Renzo De Felice, ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', ''op. cit.'', p. 324.</ref> Che la posizione della rivista ricalcasse le medesime posizioni del fascismo è ampiamente dimostrato dalle pubbliche esternazioni del suo stesso fondatore: padre Agostino Gemelli. In occasione di una conferenza da lui tenuta il 9 gennaio 1939 all'[[Università di Bologna]], Gemelli affermò: «Tragica senza dubbio, e dolorosa la situazione di coloro che non possono far parte, e per il loro sangue e per la loro religione, di questa magnifica patria; tragica situazione in cui vediamo una volta di più, come molte altre nei secoli, attuarsi quella terribile sentenza che il popolo deicida ha chiesto su di sé e per la quale va ramingo per il mondo, incapace di trovare la pace di una patria, mentre le conseguenze dell'orribile delitto lo perseguitano ovunque e in ogni tempo».<ref>Renzo De Felice, ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', ''op. cit.'', p. 325.</ref>
 
[[Roberto Farinacci]], su ''Il regime fascista'' del 10 gennaio, si precipitò a proclamare: «non siamo soli» facendo un panegirico del discorso bolognese del Gemelli. Due mesi dopo chiese Mussolini di nominare Gemelli (definito «uomo veramente nostro») all'[[Accademia d'Italia]].<ref>Renzo De Felice, ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', ''op. cit.'', p. 325.</ref>
 
Ed il giovane scrittore cattolico [[Gabriele De Rosa]] nel [[1939]] pubblicò il volumetto razzista ed antigiudaico ''La rivincita di Ario'', pronunciandosi contro "il focolaio ebraico" nella [[Palestina]] <ref>Roberto Pertici, ''È morto Gabriele De Rosa La storia dei cattolici italiani come processo lento e grandioso'', L'Osservatore Romano, 9-10 dicembre 2009, [http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/285q05c1.html online]</ref>
 
[[Papa Pio XI]], che otto anni prima aveva definito Mussolini «l'uomo della Provvidenza», nel [[1937]] aveva già scritto un'[[enciclica]] contro l'[[antisemitismo]] dei [[nazisti]], la ''[[Mit brennender Sorge]]'', che però si riferiva alla situazione in Germania e non citava l'Italia poiché non c'era ancora stato nulla di antisemita nella politica del regime fascista. Nel [[1938]]-[[1939]] egli affidò il progetto di un'ulteriore enciclica di condanna dell'antisemitismo al gesuita statunitense John LaFarge, ma tale progetto fu avocato a sé dal Superiore Generale della [[Compagnia di Gesù]], che consegnò il testo dell'enciclica solo un anno dopo, poco prima che Pio XI morisse. Il successore [[papa Pio XII]], già [[nunzio apostolico]] a Berlino, non la fece pubblicare,<ref>Cfr. Tommaso Detti, Giovanni Gozzini, ''Storia Contemporanea - Il Novecento'', Milano, Mondadori, 2002</ref> benché fosse stato egli stesso uno dei redattori della precedente enciclica di condanna del nazismo.<ref>Giovanni Miccoli, ''I dilemmi e i silenzi di Pio XII. Vaticano, Seconda guerra mondiale e Shoah'', Milano, Rizzoli, 2000.</ref>
 
Pio XI tenne il discorso rimasto più celebre durante un'udienza generale il [[6 settembre]], il giorno dopo l'emanazione del Provvedimento per la difesa della razza nella scuola italiana da parte del governo. Il papa disse fra le lacrime: «Spiritualmente siamo tutti semiti».<ref>Cfr. Yves Chiron, ''Pie XI (1857–1939)'', Paris, Perrin, 2004.</ref>
 
Lo stesso Mussolini, nel discorso di Trieste del settembre del [[1938]], accusò il Papa di difendere gli ebrei (il famoso passaggio «da troppe Cattedre li si difende») e minacciò provvedimenti più severi a loro danno se i cattolici avessero insistito.<ref>Cfr. {{cita web|url=http://it.youtube.com/watch?v=bZbHLWPCh9Q|titolo=Trieste, il razzismo di Mussolini|accesso=10-06-2009|anno=1938}}</ref> Ciò nonostante, in quei giorni molti [[vescovo|vescovi]] italiani tennero [[omelia|omelie]] contrarie al razzismo.<ref>Cfr., ad esempio, l'omelia indignata, con «parole di fuoco contro la persecuzione antisemita» di mons. Vincenzo Russo, delegato vescovile della diocesi di Vasto, in Costantino Felice (a cura di), ''La guerra sul Sangro. Eserciti e popolazione in Abruzzo 1943-1944'', Milano, Franco Angeli, 1994, p. 440.</ref> Anche la maggior parte dei cattolici fascisti furono contro le leggi razziali, come [[Egilberto Martire]], direttore della ''Rassegna Romana'' (su cui scriveva anche il cardinale Pacelli). La ''Rassegna Romana'' uscì nell'estate del '38 con un fascicolo contro il razzismo. Martire, che pure era un clericofascista, andò al [[confino]] per questo.<ref>Cfr. Domenico Sorrentino, ''Egilberto Martire. Religione e politica: il tormento della «Conciliazione»'', Roma, Studium, 1993. ISBN 978-88-382-3683-9</ref>
 
Pio XI protestò, poi, ufficialmente e per iscritto con il re e con il capo del governo per la violazione del [[Concordato]] prodotta dai decreti razziali. La rivista ''[[La difesa della razza]]'' ed i suoi contenuti inneggianti ad un razzismo biologico furono ufficialmente condannati dal [[Sant'Uffizio]].<ref>AA.VV., ''Actes et documents du Saint-Siège relatifs à la Seconde Guerre mondiale'', 11 vol., Roma, 1965-1981.</ref>
 
Non mancarono coraggiose prese di posizione contro il razzismo e l'antisemitismo anche durante le fasi più buie della guerra, come la lettera pastorale della Quaresima 1942 (censurata da parte del Ministero dell'Interno) da parte dell'arcivescovo di Chieti, [[Giuseppe Venturi]]. Scrive Venturi: «Tutti siamo fratelli; e quel sacro vincolo, che unisce e cementa gli uomini tutti, rinsaldato dalla stessa natura, non può essere rotto o allentato giammai da niuna diversità di origine, di sangue, di razza, di coltura, di fede, ma solo dalla malizia umana e dall'abbrutimento, a cui l'uomo spesso si abbandona. E come Dio nella distribuzione delle sue grazie non fa distinzione alcuna tra giusto e ingiusto, tra giudeo o greco, tra sapiente e ignorante, ma le versa su tutti, come fa su tutti risplendere il sole, così deve fare anche il cristiano. Oggetto cioè del suo amore devono essere gli uomini tutti, siano amici, siano nemici; del proprio o di diverso sangue; appartenenti alla stessa o ad altra lingua».<ref>''Amore del prossimo'', Lettera pastorale per la Quaresima dell'Anno 1942 di Mons. Giuseppe Venturi, p. 17.</ref>
 
Il Vaticano prestò il suo aiuto all'organizzazione di resistenza ebraica [[DELASEM]] nel periodo della clandestinità, tanto che molte attività furono gestite dal padre cappuccino Benedetto, come testimonia Settimio Sorani, dirigente della DELASEM.<ref>Cfr. Settimio Sorani, ''L'assistenza ai profughi ebrei in Italia (1933-1947). Contributo alla storia della "Delasem"'', Roma, Carucci, 1983, pp. 117-156.</ref> La Santa Sede svolse anche un importante ruolo di deposito del denaro che giungeva dalle organizzazione ebraiche estere, come scrive Massimo Leone «anticipando e prestando spesso forti somme garantite dagli stessi enti».<ref>Massimo Leone, ''Le organizzazioni di soccorso ebraiche in età fascista'', Roma, Carucci, 1983, p. 250.</ref>
 
Lo stesso Tacchi Venturi inoltre, nel ricevere delle lettere da parte della comunità ebraica italiana che lo invitavano ad intercedere perché le leggi antiebraiche italiane fossero abolite del tutto, nega il suo sostegno affermando: «guardandomi bene dal pure accennare alla totale abrogazione di una legge (le leggi razziali) la quale secondo i principii e le tradizioni della Chiesa cattolica, ha bensì disposizioni che vanno abrogate, ma ne contiene pure altre meritevoli di conferma».<ref>David I. Kertzer, ''I papi contro gli ebrei. Il ruolo del Vaticano nell'ascesa dell'anti–semitismo moderno'', Milano, Rizzoli, 2001, pp. 302-306.</ref> Ma il segretario di Stato, Maglione, fu di diverso avviso e non si oppose alla abrogazione delle leggi razziali.
 
L'unico prelato che, dopo la promulgazione delle leggi razziali, discusse delle stesse faccia a faccia con Benito Mussolini, fu monsignor [[Antonio Santin]], vescovo di Trieste e Capodistria. Dopo l'approvazione delle leggi, chiese udienza a Mussolini: «Perorai la loro causa; in seguito aiutai moltissimi che venivano da me in cerca di protezione».<ref name="Santin">Antonio Santin, ''Al Tramonto'', Trieste, Lint, 1978, pp. 60-63.</ref> Quando vide che sulla scrivania di Mussolini era scritto: "Per favore, siate brevi", si alzò per andar via. Mussolini subito levò l'avviso e lo fece di nuovo accomodare. Mons. Santin disse che quelle leggi erano ingiuste e non si limitò a parlare dei matrimoni misti, ma difese gli Ebrei, asserendo che a Trieste c'era tra di loro tanta povera gente.<ref name="Santin" />
 
Dopo il 1943, quando l'unità dello stato fascista era terminata la questione delle leggi razziali fu affrontata direttamente dal [[Vaticano]] ad opera del cardinale [[Luigi Maglione]] e dal gesuita [[Luigi Tacchi Venturi]]. Quest'ultimo, che come detto riteneva che le leggi razziali avrebbero dovute esser abolite solo per gli ebrei converiti al cristianesimo, e si sarebbero dovuti mantenere invece le restrizioni per coloro che appartenevano alla religione ebraica.<ref>David I. Kertzer, ''I papi contro gli ebrei. Il ruolo del Vaticano nell'ascesa dell'anti-semitismo moderno'', Rizzoli ed., pp. 302 e ss.</ref> Dopo l'abrogazione delle leggi razziali da parte del [[Governo Badoglio I]] Venturi, in rappresentanza del Vaticano, dichiarò che «[la legge], secondo i principî e le tradizioni della Chiesa cattolica, ha bensì disposizioni che vanno abrogate (quelle sui convertiti e sui matrimoni misti) ma ne contiene pure altre meritevoli di conferma».<ref name="FocusStoria3">''Focus Storia'' 3/2005, pagg. 80 e segg.</ref>
 
== La disposizione contro il movimento pentecostale ==
Un'apposita disposizione riguardava il [[Pentecostali|movimento pentecostale]]. Tale disposizione<ref>Prot. 600/158, Archivio di Stato serie PS GI busta 26 fasc. 299 1-c-z.</ref> – risalente al [[9 aprile]] [[1935]] e a firma del sottosegretario all'interno [[Guido Buffarini Guidi]], controfirmata dal capo della polizia [[Arturo Bocchini]] – vietava il culto pentecostale in tutto il [[regno d'Italia|Regno]] in quanto «esso si estrinseca e concreta in pratiche religiose contrarie all'ordine sociale e nocive all'integrità fisica e psichica della razza».
 
In conseguenza a questa circolare avvennero molti arresti e invii al [[confino]] sia di semplici credenti che di Pastori pentecostali. Uno fra i più importanti, Roberto Bracco, fu arrestato diciassette volte. Almeno due credenti pentecostali morirono per la loro fede: il primo – Fidardo De Simone – che si trova nel carcere [[roma]]no di [[Carcere di Regina Coeli|Regina Coeli]] per la sua fede pentecostale, venne trucidato alle [[Fosse Ardeatine]] insieme alle altre trecentotrentacinque vittime il [[23 marzo]] [[1944]]; il secondo – Antonio Brunetti&nbsp;– venne ucciso nel [[campo di concentramento]] di [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Mauthausen]].
 
Nel [[1953]], a dieci anni dalla caduta del fascismo e quasi a cinque dall'entrata in vigore della [[Costituzione della Repubblica italiana]], il ministro dell'Interno [[Mario Scelba]] affermò in risposta ad una interrogazione parlamentare che «l'esercizio del cosiddetto culto pentecostale non è ammesso in Italia». Tale disposizione fu dichiarata «non più in vigore» il [[16 aprile]] [[1955]].<ref>Crf. Eugenio Stretti, ''Il movimento pentecostale. Le assemblee di Dio in Italia'', Roma, Claudiana, 1998 e [[Arturo Carlo Jemolo]], ''La libertà religiosa in Italia'', Roma, Nuovi argomenti, 2, 1953, pp. 45-46.</ref>
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* [[Renzo De Felice]], ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', Torino, Einaudi, 1961. ISBN 88-06-13257-1
* Renzo De Felice, ''Mussolini il duce II Lo Stato totalitario 1936-1940'', Torino, Einaudi, 1981. ISBN 88-06-13997-5
* Fabio Levi (a cura di), ''L'ebreo in oggetto. L'applicazione delle leggi razziali a Torino'', Torino, Zamorani, 1996. ISBN 88-7158-007-9
* Fausto Coen, ''Italiani ed ebrei: come eravamo. Le leggi razziali del 1938'', Genova, Marietti, 1998. ISBN 978-88-211-8362-1
* Giorgio Israel, Pietro Nastasi, ''Scienza e razza nell'Italia fascista'', Bologna, Il Mulino, 1999. ISBN 88-15-06736-1
* [[Giovanni Ansaldo (giornalista)|Giovanni Ansaldo]], ''Il giornalista di Ciano. Diari 1932-1943'', Bologna, Il Mulino, 2000. ISBN 88-15-07347-7
* [[Giuseppe Bottai]] ''Giuseppe Bottai. Diario 1935-1944'', Milano, Rizzoli, 2001. ISBN 88-17-86643-1
* Ilaria Pavan, Guri Schwarz, ''Gli ebrei in Italia tra persecuzione fascista e reintegrazione postbellica'', Firenze, La Giuntina, 2001. ISBN 88-8057-139-7
* Annalisa Capristo, ''L'espulsione degli ebrei dalle accademie italiane'', Torino, Zamorani, 2002. ISBN 978-88-7158-101-9
* Alberto Cavaglion, Gian Paolo Romagnani, ''Le interdizioni del Duce. Le leggi razziali in Italia'', Torino, Claudiana, 2002. ISBN 887016417
* [[Franco Cuomo]], ''I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani che firmarono il manifesto della razza'', Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2005. ISBN 978-88-8490-825-4
* Roberto Maiocchi, ''Scienza italiana e razzismo fascista'', Firenze, La Nuova Italia, 1999. ISBN 88-221-3058-8
* Manfredi Martelli, ''La propaganda razziale in Italia. 1938-1943'', Rimini, Il Cerchio, 2005. ISBN 88-8474-084-3
* [[Valentina Pisanty]], ''La difesa della razza'', Milano, Bompiani, 2006. ISBN 978-88-452-1419-6
* Michele Sarfatti, ''Gli ebrei nell'Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione'', Torino, Einaudi, 2007. ISBN 978-88-06-17041-7
* [[Giovanni Cecini]], ''I soldati ebrei di Mussolini'', Milano, Mursia, 2008. ISBN 978-88-425-3603-1
* Tommaso Dell'Era, ''Il manifesto della razza'', Torino, UTET, 2008. ISBN 978-88-02-07978-3
* Marie Anne Matard-Bonucci, ''L'Italia fascista e la persecuzione degli ebrei'', Bologna, Il Mulino, 2008. ISBN 8815125392
* ''Il Duce a Trieste. 1938, la città in camicia nera'', Trieste, Luglio Editore, 2008. ISBN 978 8889153321
 
== Filmografia ==
* ''[[Il giardino dei Finzi-Contini (film)|Il giardino dei Finzi-Contini]]'', di Vittorio De Sica ([[1970]]), tratto dall'[[Il giardino dei Finzi-Contini|omonimo romanzo]] di [[Giorgio Bassani]].
* ''[[Diario di un Italiano]]'', di Sergio Capogna (1973). Dalla novella ''Vanda'' di [[Vasco Pratolini]], la storia d'amore tra un tipografo e una ragazza ebrea nella Firenze antisemita del 1938.
* ''[[Prima della lunga notte]]'', di [[Franco Molè]] ([[1980]]). Dal romanzo ''[[Un ebreo nel fascismo]]'' di [[Luigi Preti]]: la storia di un ebreo italiano fiero sostenitore della [[Fascismo|dittatura fascista]] che, nel momento della promulgazione delle leggi razziali, apre gli occhi sulla vera natura del regime.
* ''[[Storia d'amore e d'amicizia]]'', di [[Franco Rossi (regista)|Franco Rossi]] ([[1982]]). [[Sceneggiato televisivo]]. A [[Roma]], tra il [[1935]] e il [[1943]], si incrociano le storie di tre amici: un ebreo, un socialista e una ragazza ebrea della quale entrambi sono innamorati.
* ''[[Gli occhiali d'oro]]'', di [[Giuliano Montaldo]] ([[1987]]).
* ''[[Concorrenza sleale]]'', di [[Ettore Scola]] ([[2001]]). Sullo sfondo delle leggi razziali del [[1938]], la concorrenza fra due commercianti di Roma diventa una grande amicizia quando le terribili persecuzioni fasciste contro gli ebrei colpiranno uno di loro due.
 
== Voci correlate ==
* [[Fascismo e questione ebraica]]
* [[La difesa della razza]]
* [[Madamato]]
* [[:Categoria:Persone colpite dalle leggi razziali fasciste|Persone colpite dalla leggi razziali fasciste]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|testo=Razzismo italiano, manifesto della razza pubblicato su "La difesa della razza" del 5 agosto 1938}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.leggirazziali.org|titolo=Sito web divulgativo sulle leggi razziali|accesso=15–05–2008}}
* {{cita web|url=http://www.lovatti.eu/st/gemelli.htm|titolo=Articolo critico sulla presunta adesione di Padre Gemelli e di altri esponenti cattolici al Manifesto|autore=Maurilio Lovatti|accesso=15–05–2008}}
* {{cita web|url=http://www.anpi.it/leggi_razziali.htm|titolo=La politica razziale del regime fascista|autore=ANPI (a cura di)|accesso=15–05–2008}}
* {{cita web|url=http://www.storiaxxisecolo.it/FASCISMO/fascismo18.htm|titolo=Ebrei e fascismo, storia della persecuzione|autore=Mario Avagliano|anno=2002|accesso=15–05–2008}}
* {{cita web|url=http://www.corriere.it/politica/08_dicembre_17/pierluigi_battista_i_silenzi_di_un_paese_intero_ec8f90fe-cc02-11dd-bd86-00144f02aabc.shtml|titolo=I silenzi di un paese intero|autore=Pierluigi Battista|data=17-12-2008|accesso=19–12–2008}}
* {{cita web|url=http://www.anpi.it/patria_2007/001/11–12_ANTISEMITISMO.pdf|titolo=Perché pubblichiamo il primo numero della rivista "La difesa della razza". Eccolo l'antisemitismo fascista|accesso=10-06-2009|data=21-01-2007|opera=Patria Indipendente|pagine=11-12|autore=ANPI (a cura di)|formato=PDF}}
* {{cita web | url=http://www.clarence.com/contents/societa/memoria/fascismo/ | titolo= Fascismo: Le leggi razziali | accesso=02-04-2010 | autore=clarence.com}}
 
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{{Portale|Fascismo|Storia}}
 
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[[br:Leggi razziali]]
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