Antonio Maria Gianelli e Mike James (cestista 1990): differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Nessun oggetto della modifica
 
Riga 1:
{{S|cestisti statunitensi}}
{{Bio
{{Sportivo
|Nome = Sant' Antonio Maria
|Nome = Mike James
|Cognome = Gianelli
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{USA}}
|LuogoNascita = Carro
|Peso = 88
|LuogoNascitaLink = Carro (SP)
|Disciplina = Pallacanestro
|GiornoMeseNascita = 12 aprile
|Ruolo = [[Playmaker]]
|AnnoNascita = 1789
|Squadra = {{Basket Milano}}
|LuogoMorte = Piacenza
|TermineCarriera =
|GiornoMeseMorte = 7 giugno
|SquadreGiovanili =
|AnnoMorte = 1846
{{Carriera sportivo
|Attività = vescovo cattolico
||Grant High School|
|Epoca = 1800
|2008-2010|Eastern Arizona J.C.|
|Nazionalità = italiano
|2010-2012|{{Basket Lamar University}}|
|PostNazionalità =, fondatore delle [[congregazione religiosa|congregazioni]] delle ''[[Figlie di Maria Santissima dell'Orto]]'' e degli ''Oblati di [[Sant'Alfonso]]''
}}
|Squadre =
 
{{Carriera sportivo
{{Santo
|2012|{{Basket Zagabria|G}}|9 (172)
|nome= S. Antonio Maria Gianelli
|2013|{{Basket Hapoel Gilboa Galil Elyon|G}}|
|immagine=
|2013-2014|{{Basket Omegna|G}}|28 (658)
|didascalia=
|2014|{{Basket Rodi|G}}|8 (168)
|note= il Santo di Ferro
|2014-2016|{{Basket Baskonia|G}}|58 (651)
|nato= Cerreta, frazione di [[Carro (SP)|Carro]], [[1789]]
|2016-2017|{{Basket Panathinaikos|G}}|16 (200)
|morto= [[Piacenza]], [[1846]]
|2017|{{Basket Phoenix Suns|G}}|32 (332)
|venerato da= Chiesa cattolica
|2018|{{Basket New Orleans Pelicans|G}}|4 (4)
|canonizzazione= [[Basilica di San Pietro]], [[1951]] da [[Papa Pio XII]]
|2018|{{Basket Panathinaikos|G}}|14 (221)
|santuario principale= [[Duomo di Bobbio]]
|2018-|{{Basket Milano|G}}|20 (301)
|ricorrenza=[[7 giugno]]
|attributi=
|patrono di= [[Bobbio]] e della [[Val di Vara]]
}}
|Allenatore =
|Aggiornato = 31 marzo 2019
}}
{{Bio
|Nome = Michael Perry "Mike"
|Cognome = James
|ForzaOrdinamento = James ,Mike
|Sesso = M
|LuogoNascita = Portland
|GiornoMeseNascita = 18 agosto
|AnnoNascita = 1990
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = cestista
|Nazionalità = statunitense
}}Gioca come playmaker/guardia per l'Olimpia Milano.
 
== Biografia Palmarès==
===Squadra===
*{{Basketpalm|Campionato greco maschile|2}}
:Panathinaikos: [[A1 Ethniki 2016-2017|2016-17]], [[A1 Ethniki 2017-2018|2017-18]]
*{{Basketpalm|Coppa di Grecia maschile|1}}
:Panathinaikos: 2017
*{{Basketpalm|Supercoppa italiana maschile|1}}
:Olimpia Milano: [[Supercoppa italiana 2018 (pallacanestro maschile)|2018]]
 
=== Cerreta Individuale===
* [[Alphonso Ford Trophy]]: 1
 
:Milano: [[Euroleague Basketball 2018-2019|2018-2019]]
Nacque nella frazione di Cerreta (''Cerreia'' in [[lingua ligure]]), oggi compresa nel comune di [[Carro (SP)|Carro]] in [[provincia della Spezia]], il [[12 aprile]] [[1789]], la domenica di Pasqua, da Giacomo e Maria una devota famiglia povera contadina.
 
La madre era in avanzato stato di gravidanza e soffriva di un grave attacco di febbre e si temeva il peggio, il tutto mentre nella valle risuonavano festose le campane della chiesa per la festa di Pasqua, ma al rintocco delle campane essa si senti meglio e tutto ando bene.
 
Egli nacque in una casa povera tra i dirupi e sotto la chiesetta parrocchiale dove fu battezzato il [[19 aprile]], la sua infanzia fu serena assieme agli altri 5 fratelli e la famiglia era dedita al lavoro dei campi ed alla chiesa.
 
Dal padre impara la bellezza della carità verso i poveri a cui dona anche il poco cibo (''"la bocca l'hanno anche i poveri"'') e dalla madre le prime preghiere ed i rudimenti della dottrina cristiana e la sera la famiglia si riunisce per il Rosario.
 
In quel tempo, dal [[1789]] anno della rivoluzione francese, la chiesa passava dei tempi duri e non molti manifestavano la loro religiosità, inoltre il giansenismo aveva allontanato molti fedeli.
 
Già partecipe alle funzioni della locale chiesa, e dotato fin da piccolo del dono di eloquenza la famiglia decise di farlo studiare e lo iscrisse nel [[1795]] alla locale scuola parrocchiale di Castello che dista 3 km. dal paese gestita dal parroco don Francesco Ricci e poi don Antonio Arbasetti e don Castellani, e che il piccolo Antonio percorre a piedi tutti i giorni sia in primavera che d'inverno sotto il vento o la pioggia che gli minano la salute, spesso scalzo per non consumare le scarpe; alla sera rincasa carico di fascine di legna per il fuoco e passa la serata dedicando il tempo allo studio alla luce fioca del focolare perche la famiglia povera non può permettersi di avere molto olio per la lampada tanto che un giorno il maestro ha da stupirsi di come scrive male i compiti, mentre in classe ha una ottima calligrafia.
 
Fino ai 18 anni la sua vita scorre tra studi, preghiera, catechismo, duro lavoro e opere di carità.
 
=== Gli studi a Genova ===
 
La famiglia non ha i mezzi per farlo continuare a studiare e grazie all'aiuto della signora Nicoletta Assereto in Rebisso, ricca vedova e proprietaria dei terreni lavorati dal padre come mezzadro, che si prestò ad accogliere il giovane nella sua casa a [[Genova]] e presentarlo come alunno esterno al seminario.
Nell' [[novembre]] del [[1807]], all'età di 18 anni, fu ammesso al seminario di Genova al corso di Retorica.
 
Antonio non delude le aspettative di famigliari e benefattori, distinguendosi per brillantezza, volontà, bravura nella retorica; infatti dopo un anno di frequenza il Cardinale Spina lo accoglie come studente interno.
 
Nel [[1811]] inizia lo studio della Teologia dogmatica e morale e per proprio conto studia la sacra Liturgia.
 
Nel [[settembre]] del [[1811]] è ordinato ''suddiacono'' prima del tempo prescritto ed ottiene il permesso di poter predicare.
 
Dopo solo 4 mesi di studio teologico il Cardinale Spina, arcivescovo di Genova, lo ordina come ''diacono'' nel [[marzo]] [[1812]].
 
=== Antonio sacerdote ===
 
Il [[24 maggio]] del [[1812]] fu nominato sacerdote nella chiesa di Nostra Signora del Carmine in Genova, con una dispensa pontificia di 11 mesi non avendo ancora compiuto i 24 anni richiesti dalla legge canonica del tempo; egli poi si reca a Cerreta fra la gioia e lo stupore dei paesani e celebra la sua prima messa.
 
Subito viene mandato in aiuto al vecchio abate dell'antica chiesa di San Matteo in Genova, chiesa dei [[Doria]], e nel [[febbraio]] del [[1813]] è ufficialmente nominato vice-parroco della stessa chiesa; egli si distinse nell'eloquenza e nelle omelie commuove i fedeli per alcuni fino alle lacrime.
 
Il [[23 maggio]] del [[1814]] entrò a far parte della Congregazione dei Missionari suburbani di Genova, dediti alle missioni popolari, e nel [[settembre]] [[1815]] e nei due anni successivi egli è docente di retorica presso il collegio dei Padri Scolopi a [[Carcare]], zona allora nella diocesi di [[Acqui Terme]] e sempre facente parte dell'arcidiocesi di Genova.
 
Nel [[novembre]] [[1816]] assunse la carica di lettere e retorica presso il seminario arcivescovile di Genova e poi dal [[1822]] ebbe anche la carica di direttore di disciplina, li vi rimase per 10 anni avendo come allievi tra gli altri il futuro Arcivescovo Mons. [[Salvatore Magnasco]] ed il venerabile [[Giuseppe Frassinetti]].
 
Nel [[1823]] componeil suo primo scitto, un ''galateo'' ad uso dei seminaristi: ''"Regole di civiltà e di buona creanza"''.
 
==== Arciprete e vicario a Chiavari ====
 
Il [[21 giugno]] [[1826]] il Cardinale arcivescovo di Genova Mons. [[Luigi Lambruschini]] nominò Gianelli arciprete della parrocchia di San Giovanni Battista di [[Chiavari]], ora nella [[Diocesi di Chiavari]] e Vicario Foraneo del Levante e della [[Val di Vara]], con 110 parrocchie, zona geografica dello spezzino, allora ancora compresa nell'[[Arcidiocesi di Genova]] e nel Dipartimento del Levante.
 
Mons. Lambruschini disse alla popolazione di Chiavari, presentando il nuovo arciprete: ''"Vi mando il più bel fiore del mio giardino"''.
 
L'incarico è importante ed impegnativo ed egli si dimostra all'altezza della situazione mettendosi subito all'opera e istituendo un sistema di lavoro organico per controllare le attivita delle molte parrocchie, dei laici e del clero, la cui situazione era a quel tempo disastrosa sia dal punto di vista fisico, con chiese distrutte o crollate e sia dal punto di vista della fede, con fedeli assenti ed indifferenti alla comunità; inoltre sottolinea la scarsa preparazione di molti sacerdoti.
 
Nel [[novembre]] del [[1826]], all'apertura del Seminario a Chiavari egli è nominato Prefetto degli Studi, vi insegna teologia dogmatica, teologia morale, filosofia, italiano, latino e greco e sottolinea i problemi e la preparazione del clero ed inizia subito ad attuare una riforma nei seminari:
*fonda numerose Accademie per l'approfondimento della Sacra Scrittura, della teologia ascetica e morale, intesa a preparare buoni confessori;
*il [[9 luglio]] [[1827]] istituisce la pratica degli esercizi spirituali per la formazione del clero;
*istituisce le "Signore della Carità", ramo femminile della Società Economica, fondata a Chiavari nel [[1791]], a cui si iscrive sempre il [[28 dicembre]] [[1827]], per lo sviluppo delle attività cittadine;
*dà origine alla fine del [[1827]] alla Pia Opera Evangelica di sacerdoti secolari, sotto la protezione di [[Sant'Alfonso Maria de' Liguori]], detti "Liguoriani" e consacrati alle missioni rurali popolari.
 
Il [[22 novembre]] [[1833]], su incarico del Cardinale Tadini di Genova, porta a termine la riforma del monastero delle monache agostiniane di [[Varese Ligure]] e opera nel frattempo come guida spirituale delle [[Clarisse]].
 
Il [[3 aprile]] del [[1837]] pose la prima pietra del Conservatorio.
 
==== Le ''Figlie di Maria Santissima dell'Orto'' ====
 
Fondò a [[Chiavari]] il [[12 gennaio]] del [[1829]] la ''Congregazione delle [[Figlie di Maria Santissima dell'Orto]]'' - la [[Madonna dell'Orto]] è la santa patrona della cittadina ligure rivierasca - ad oggi conosciute come ''Suore Gianelline''.
 
La congregazione fu creata inizialmente radunando un gruppo di giovani pie donne per l'opera all'Ospizio di Carità e Lavoro, allo scopo di provvedere valide maestre ed educatrici assistendo le ragazze abbandonate, ma poi il loro compito si estese anche i poveri e gli infermi; successivamente nel giro di pochi anni le "Gianelline" assumono numerosi altri impegni, come la direzione degli ospedali di Chiavari, [[La Spezia]] e [[Ventimiglia]], l'apertura di un educandato, le "Fanciulle di Maria", e di scuole per le ragazze più povere e l'apertura delle primissime scuole materne in Italia.
 
L'ordine verrà definitivamente approvato dal papa [[Leone XII]] il [[7 giugno]] [[1882]].
 
Accanto al Gianelli vi è una giovane vedova, Madre ''[[Caterina Podestà]]'', cofondatrice e prima Superiora Generale dell'Istituto, che si presta con ogni sforzo possibile per far decollare la congregazione e svilupparla dapprima in [[Liguria]] poi a [[Piacenza]] ed in altri luoghi d'Italia, ma anche poi in tutto il mondo con varie missioni.
 
Lo spirito dell'Istituto è di essere presenti universalmente in ospedali, scuole, ospizi, carceri, ... ed in ogni luogo utile al prossimo; esse inoltre si dovranno distinguere da altri ordini per la povertà (Gianelli: ''" dovete essere povere tra i poveri "'')
 
Anche per il Gianelli era desiderio morir povero: ''"Se morirò ricco, non pregate per me, perché sarò dannato"''.
 
==== Il Colera ed il ''"miracolo delle rondini"'' ====
 
Durante la gravosa epidemia di [[colera]] degli anni 1835-1837 che colpì la Liguria facendo numerose vittime e che contagiò il comune chiavarese e la sua diocesi nel [[1835]] miracolosamente senza fare troppi danni, Gianelli fu molto vicino alla popolazione offrendo assieme alle suore gianelline sostegno morale fede ed iniziativa ospedaliera e di prevenzione fin dalla prima ora e fino al debellamento di tale malattia nel territorio.
 
Il colera era apparso in [[Francia]] nel [[1832]] e ai primi di [[luglio]] del [[1835]] era arrivato a Genova e si stava diffondendo in Liguria creando molto panico.
 
Il [[25 agosto]] del [[1835]] organizza una gigantesca processione penitenziale, alla quale prendono parte più di 7.000 fedeli, allo scopo di implorare la grazia alla ''Madonna dell'Orto'' per la cessazione del morbo.
 
Egli porta il ''Crocifisso Nero'', venerato nella parrocchia, fino al Santuario poco distante la Madonna e ad un certo punto uno stormo di rondini, dalla primavera non più viste, si mette a volteggiare attorno al Crocifisso portato in processione dallo stesso Gianelli fascendosi sempre più numerose, il segno fu subito chiaro ai fedeli ed al sacerdote: ''"La grazia è fatta! "'' esclamò e da allora cessò il colera nel territorio.
 
Egli nei 12 anni di permanenza a Chiavari non si da riposo consumandosi letteralmente per le persone affidategli, ore ed ore nel confessionale di giorno e di notte, predica instancabilmente in parrocchia e nelle missioni, guida spiritualmente religiosi, laici e sacerdoti e si racconta che avesse fatto il voto di non perdere tempo al suo maestro [[Sant'Alfonso]]; egli non fece mai ne vacanze e riposo ricordando agli amici sacerdoti preoccupati della sua salute uno dei suoi tanti motti: ''" un prete ha due posti dove riposarsi: la tomba per il corpo e il cielo per l'anima!"''.
 
=== Vescovo di Bobbio ===
 
Nel [[febbraio]] [[1838]], mentre si trova in una delle sue tante missioni popolari a San Bartolomeo della Ginestra, nei pressi di Sestri Levante, gli giunse la notizia della nomina all'episcopato di [[Bobbio]] ([[provincia di Piacenza|Piacenza]], che a quel tempo era [[provincia di Bobbio]] sotto la divisione di Genova ed anche [[Diocesi suffraganea|suffraganea]] dell'arcivescovado di Genova.
La notizia lo colse molto di sorpresa, ed egli stesso esclamò: ''"Io nato povero, di bassa condizione, da nulla ... Vescovo?"'', sentendosi indegno a tale compito.
 
Il [[6 maggio]] [[1838]] venne consacrato vescovo della [[Bobbio|Diocesi di Bobbio]] a Genova da parte del Cardinale Tadini e prestando giuramento nelle mani del re [[Carlo Alberto]].
 
Il [[5 luglio]] si mise in viaggio per Bobbio ed in tutti i paesi della [[Val Trebbia]], dove era già conosciuto per le sue missioni, riceveva un accoglienza trionfale.
 
Alle porte di Bobbio nei pressi della frazione di Carana, salì sul vicino ''bricco'', dove vi erano i ruderi della torre del [[Malaspina]],
per ammirare la cittadina ed il territorio circostante, specie il [[Santuario di Santa Maria]] sul [[Monte Penice]], pregando la Madonna e [[San Colombano abate|San Colombano]] di proteggerlo e di aiutarlo nel suo gravoso compito.
 
Nei pressi della città si fermò a Villa Renati a San Martino dove vestì gli abiti vescovili e si volle confessare da don Cesare Podestà, suo confessore.
 
La diocesi di Bobbio dopo il passaggio di Napoleone nel [[1803]] era povera ed in disordine, infatti era stata soppressa l'[[Abbazia di San Colombano]] seguita dalla quella della sede vescovile ristabilita poi nel [[1817]].
 
Con l'eliminazione del vescovado, la chiusura del seminario e delle chiese requisite specie delle parrocchie anche distrutte fisicamente, la cacciata degli ordini religiosi (benedettini, francescani, clarisse, ecc.), la persecuazione del clero e la crescente mancanza di buoni sacerdoti, nel popolo dilagò l'ignoranza religiosa; con la Restaurazione benché fossero state ripristinate le antiche sedi vescovili, le condizioni ereditate da Gianelli erano pessime.
Subito si mise in opera, come era suo solito, ed appena 15 giorni dopo l'ingresso in città, annunciò al clero ed al popolo che iniziava a visitare tutte le parrocchie a lui affidate ed a occuparsi delle scuole, degli ospedali e dei poveri; inoltre il [[4 agosto]] chiamò la Missione dei ''Liguoriani'' in Bobbio nella Cattedrale.
 
Si inerpica fino alla più piccola chiesetta arroccata sulle montagne, noncurante dei disagi che questo provoca alla sua salute, e questo per elaborare un piano completo di riforma della diocesi che doveva portare prima al ripristino fisico delle parrocchie dei santuari e di tutte le chiese fino alle più piccole, per essere quanto più vicino al popolo ed aiutarlo sia fisicamente che spiritualmente.
 
==== Gli ''Oblati di Sant'Alfonso'' ====
 
Nell' [[novembre]] del [[1838]], dopo un progetto durato un mese, radunò i missionari "Liguoriani" fondando la Congregazione missionaria, degli ''Oblati di [[Sant'Alfonso]]''.
 
Il [[30 agosto]] [[1839]] vengono approvate con decreto pontificio le Regole degli Oblati.
 
Essi nel [[1840]] ebbero la loro sede nel [[Santuario della Nostra Signora dell'Aiuto]] in Bobbio e si dedicarono alla direzione e all'insegnamento nelle scuole e nei Seminari, al Collegio di Santa Chiara e alle tante Missioni rurali e popolari.
 
Secondo Gianelli essi dovevano riempire il vuoto lasciato dai monaci colombaniani prima e benedettini poi e dagli altri ordini religiosi come i francescani e le clarisse cacciati e le cui sedi e chiese erano state avocate e vendute all'asta.
 
Tra i molti missionari Oblati vi fu [[Cristoforo Bonavino]].
 
Nella rivoluzione del [[1848]] gli Oblati furono cacciati con le armi e perseguitati, ma i capi persecutori fecero una brutta fine, tra di essi vi fu uno che da milionario perse tutto ed in miseria si suicidò nel Trebbia.
 
Gianelli dedica al Seminario i suoi maggiori sforzi riformandolo completamente per formare una nuova generazione di sacerdoti appassionati e convinti della propria vocazione, ben preparati a livello culturale e volenterosi; egli affermava: ''"Un buon prete deve avere grande amore per la fatica per essere un buon pastore del gregge di Dio"''.
 
==== Le ''gianelline'' a Bobbio ====
 
Nel [[1841]] giunsero a Bobbio anche le ormai famose suore ''gianelline'' di Chiavari, la cui sede divenne la [[Chiesa di San Nicola di Bobbio]] con l'attiguo convento, iniziarono ad occuparsi dell'Ospedale e in seguito anche della scuola femminile di San Nicola.
 
Attualmente il convento è sede anche della Casa di accoglienza ed è situato in Piazza San Colombano di fronte all'[[Abbazia di San Colombano|Abbazia]].
 
Nei quasi 8 anni di permanenza a Bobbio compie altre due visite pastorali è sempre presente tra i suoi seminaristi e in mezzo al suo popolo, si allontana dalla diocesi una solo volta nel [[1839]] per recarsi a [[Roma]] per la canonizzazione del suo maestro spirituale [[Sant'Alfonso Maria de' Liguori]].
 
==== Sinodi diocesani ====
 
Il [[23 settembre]] [[1840]] si celebra il primo sinodo diocesano a Bobbio per rinnovare tutta la vita cristiana e pastorale del clero e dei fedeli.
 
Il [[29 agosto]] [[1844]] celebra il secondo sinodo diocesano, dando nuovo impulso alle missioni popolari, organizzando gli esercizi spirituali per il clero sia nella sua diocesi che in quelle vicine di [[Tortona]] e [[Piacenza]], ed ultimando la riforma del Seminario.
 
==== San Colombano - riesumazione del sepolcro ====
 
Il [[29 dicembre]] del [[1843]] riesuma la salma di [[San Colombano abate]] patrono di Bobbio e fondatore nel [[614]] dell'[[Abbazia di San Colombano|Abbazia]] e della Regola dei monaci ''colombaniani''.
 
Venne aperto il sepolcro di marmo bianco e i resti messi un una teca trasparente, oggi sempre costudita nel monastero, sull'altare maggiore; finiti i lavori di restauro del sepolcro il corpo vi fu nuovamente ricollocato e in entrambe le occasioni vi furono celebrazioni ufficiali con la partecipazione di numerose persone anche provenienti dall'estero, specie dall'[[Irlanda]].
 
Inoltre egli stesso ne scrisse una biografia.
 
==== La guarigione dell'infermo - il Santo di Ferro ====
 
Nel [[settembre]] del [[1844]] un uomo di [[Ponte dell'Olio]], sul piacentino, afflitto da una cancrena, era ricorso con fede al Gianelli, sperandone la guarigione.
 
Il Vescovo stava disponendosi alla celebrazione delle feste da lui promosse, dell'esaltazione del corpo di San Colombano; egli allora invitò il povero infermo nell'Abbazia e lo esortò ad accostarsi ai SS. Sacramenti e assistette tutta la notte agli atti della ricognizione e ricollocamento del corpo del Santo Patrono dicendo all'infermo di aver fede e che guarirà dal male.
 
Cosi fu e questo fatto scosse molto i bobbiese ed i piacentini, che da allora lo soprannominarono: ''Il Santo di Ferro''.
 
==== Le Missioni - prodigio a Centenaro ====
 
Gianelli e sempre in giro per le sue missioni popolari, per evangelizzare i fedeli.
 
Il perno era la parrocchia, la durata dai sei agli otto giorni, tutta la popolazione interessata si riuniva per ascoltare le prediche del mattino e della sera, le processioni penitenziali e la messa di chiusura della missione.
 
La missione incideva profondamente sulle persone, provocando un rinnovamento religioso ed autentiche conversioni.
 
Nel [[1844]] nel paese di Centenaro tra i comuni di [[Bettola]] e [[Ferriere]], tristemente famoso per vicende di sangue e risse tra compaesani, accadde un fatto ''prodigioso'', dopo l'omelia in cui egli invita alla riconciliazione, al perdono ed al cambiamento di vita, la gente gli si avvicina e gli consegna fucili, coltelli, pistole ed altre armi; raccolte tutte le armi Gianelli le fa sotterrare ai piedi della croce eretta a ricordo della missione (attualmente presente).
 
Un dipinto a Centenaro nella chiesa parrocchiale ne ricorda l'evento.
 
Egli tiene le missioni sia nella diocesi che in altre diocesi assieme ai suoi Oblati, se ne ricordano quelle di: Bettola, Coli, Casalporino, Fontanigorda, Villa di Lisou, Podenzano, Piacenza, Borgo Val di Taro, Bardi, Parma ed in Liguria, Borzonasca, Calice, Langasco, La Spezia, Neirone, Testana, Osegna, Pegli, Quinto, Quarto, Santo Stefano al Mare, Sestri Levante, Tregosa, Sestri Ponente, Zoagli, Dolcedo, ecc.
 
=== La malattia ===
 
Gianelli si presta con ogni sforzo e zelo a predicare ed annunciare il Vangelo per la salvezza delle persone e ciò continua a consumarlo.
 
Opera senza prendersi ne vacanze e ne riposo, come molti sacerdoti gli fanno osservare, organizza la catechesi e si impegna personalmente nella redazione di un catechismo alla portata di tutti, intruduce sia la pratica dela mese mariano e sia della meditazione ed è lui stesso a dirigerla tutte le sere.
 
A soli 56 anni nell'[[aprile]] del [[1845]] la salute lo abbanonerà per sempre, cominciò a stare male comparendo i primi sintomi di tisi non riconosciuta dai medici, e nel [[maggio]] si dovette ritirare nella villetta di ''Fognano'' sulla riva destra del fiume [[Trebbia]], dove parve ristabilirsi e nonostante molti gli scongiurassero di non muoversi di li e di ristabilirsi completamente, egli volle assolutamente riprendere l'attivita pastorale.
 
Il [[29 maggio]] [[1845]] detta il suo testamento.
 
La malattia durante l'inverno non gli diede tregua e nella primavera del [[1846]], essendosi aggravate le sue condizioni, su consiglio del medico, va a Piacenza per cambiare aria (altri medici gli consigliarono l'aria marina ligure più salubre, ma egli rifiutò per la lontananza da Bobbio).
 
Egli il [[6 maggio]] del [[1846]] lascia Bobbio, ma durante il tragitto scese dalla portantina davanti al Santuario della Madonna dell'Aiuto ed entrò nella chiesa gremita di gente che pregava per lui e rivolse a loro un triste saluto, volle scendere nella sottostante cappella a salutare la Madonna e ripartì, fermandosi sia a [[Travo]] che [[Rivergaro]] a pregare nelle locali chiese; a Piacenza lo accolse il vescovo Mons. Luigi Sanvitali.
 
A [[Piacenza]] dapprima sembrò migliorare, tanto che egli usciva in carrozza a passeggiare fino ad una edicola della Madonna, dove purtroppo al primo sole ebbe un insolazione ed il suo stato peggiorò definitivamente e fu compiuta fino in fondo la sua volontà morendo povero di tisi la domenica del [[7 giugno]] del [[1846]] nel giorno della festa della SS. Trinità, all'età di cinquantasette anni, in una semplice corsia d'ospedale.
 
Il corpo del Vescovo Gianelli partì da Piacenza chiusa in una semplice bara posta in un carretto funebre trainata da cavalli e mestamente attraverso la valle fino a Bobbio, attorniata senza fine di continuità da due ali di folla, giunte ad ommaggiare il loro ''Santo di Ferro''.
 
Dopo i solenni funerali in Cattedrale fu sepolto nella cripta nei Sepolcri dei Vescovi accanto a suoi predecessori.
 
In seguito le sue spoglie vennero trasferite nella contigua cappella a lui dedicata riposando in una preziosa urna traparente sotto l'altare sempre nella cripta del [[Duomo di Bobbio]].
 
Al momento della ricollocazione delle spoglie mortali, il muratore si accorse che la cassa non era stata sigillata bene, ma apertala ne trovarono ''miracolosamente'' il corpo intatto.
 
== Beato e Santo ==
 
Il papa [[Benedetto XV]] nel [[1920]] dichiarò l'eroicità delle virtù praticate dal Gianelli.
 
Gianelli fu dichiarato [[beatificazione|beato]] dal pontefice [[Pio XI]] il [[19 aprile]] del [[1925]], che ne autorizzò anche la pubblica venerazione.
 
Venne proclamato [[santo]] il [[21 ottobre]] del [[1951]] da [[papa Pio XII]].
 
Il [[4 giugno]] del [[2000]] è nominato santo patrono di [[Bobbio]] oltre a [[San Colombano abate|San Colombano]], ed anche patrono della [[Val di Vara]].
 
Nel [[2001]] a 50 anni dalla canonizzazione le reliquie del santo vengono portate in pellegrinazione da Bobbio nella [[Val di Vara]] fino a [[Chiavari]], e nei luoghi cari al Gianelli e dove hanno sede le sue suore gianelline.
 
Il [[21 ottobre]] [[2001]] gli è stata dedicata una grande statua in marmo bianco di Carrara alta 3 metri su disegno di ''Luciano Lodola'' e collocata su di un piedistallo con una targa alle porte della città per chi proviene da Genova accanto alla Strada Statale 45, dedicandogli il piccolo parco, con attiguo parcheggio e zona giochi e picnic; la statua è illuminata di notte ed è molto visibile anche dalle frazioni circostanti e molte persone si fermano ad omaggiare il santo ponendo fiori, piante, ecc.
 
== Frasi tipiche ==
 
* Il buon uso del tempo: il tempo luogo di grazia, di impegno e responsabilità
* Il maledetto farò: altro modo di vivere, di sciupare la grazia del tempo
* Il maledetto per non far peggio: ultima caratteristica del tempo in quanto ''"oggi di Dio"''
 
== Bibliografia di Gianelli ==
 
Gianelli ha lasciato molti scritti, tra i quali una ''"Vita di San Colombano"'', panegirici, regole, prediche, discorsi morali e un Carteggio con la sua corrispondenza.
 
*Gianelli Antonio Maria, ''"Allocuzione al Popolo di Chiavari per la posa della prima pietra del Conservatorio"'', Tip. Argiroffo, Chiavari [[1857]]
*Gianelli Antonio Maria, ''"Prediche diverse"'' - 2 volumi -, Sac. Marcone, Genova [[1875]]
*Gianelli Antonio Maria, ''"Discorsi e Panegirici"'', Sac. Marcone, Genova [[1878]]
*Gianelli Antonio Maria, ''"Lettere pastorali"'', Edizioni Gianelliane, [[1980]]
*Gianelli Antonio Maria, ''"Vi darò un segnale per vedere"'', Pensieri di S. Antonio Gianelli, Roma [[1988]]
 
== Voci correlate ==
* [[Bobbio]]
* [[Duomo di Bobbio]]
* [[Diocesi di Piacenza-Bobbio]]
* [[Figlie di Maria Santissima dell'Orto]]
* [[Diocesi di Chiavari]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.santiebeati.it/dettaglio/33150 Scheda sul sito Santiebeati.it]
* [http://websites.sportstg.com/team_info.cgi?action=PSTATS&client=11-9798-143866-272112-19503967&pID=196850926&pname=Mike%20James&news_task=DETAIL Mike James], su ''sportstg.com'' in [[Divisione Nazionale A Gold|DNA]]
* [http://www.castello-di-carro.it/santo.htm Informazioni su Sant'Antonio Maria Gianelli]
*{{SchedaLegaBasket|player|ID=JAM-MIK-90}}
* [http://www.gianelline.net/ita/articolo.asp?id=15 Sito dell'Ordine delle Figlie di Maria Santissima dell'Orto]
 
[[Categoria:Santi italiani|Antonio Maria Gianelli]]
[[Categoria:Personalità legate a Piacenza|Gianelli]]
[[Categoria:Personalità legate alla Spezia|Gianelli]]
[[Categoria:Personalità legate a Genova|Gianelli]]
[[Categoria:Provincia di Genova]]
[[Categoria:Provincia della Spezia]]
[[Categoria:Fondatori di società ed istituti cattolici]]
 
{{Portale|biografie|cattolicesimo}}
 
{{Basket Milano rosa}}
[[es:Antonio María Gianelli]]
{{Portale|biografie|pallacanestro}}
[[fr:Antoine-Marie Gianelli]]
[[nl:Antonius Gianelli]]